12
30 Furono i Minori francescani a farsi carico delle condizioni di vita delle per- sone più emarginate e più esposte alle nuove condizioni di vita delle città. Il progetto, semplice nella sua pro- posizione e attuazione, faceva leva sulla generosità cristiana della comunità cit- tadina per raccogliere una quota di capitale, il Mons Pietatis, da destinare al prestito di denaro contro pegno. 1 I primi Monti di Pietà nacquero nella seconda metà del XV secolo in Umbria, e si diffusero rapidamente in beni fondiari. Non è comunque da escludere che alla scelta dei mercanti cristiani di abbandonare il campo del prestito ad interesse, su cui gravava il peso della severa condanna religiosa, abbia contribuito anche il particolare clima psicologico conseguente alla drammatica peste nera diffusasi in Europa verso la metà del XIV secolo. La successiva espansione economi- ca portò ad un ampliamento della forbi- ce tra le condizioni delle classi ricche e quelle più povere. 1. BANCHI EBREI E MONTI DI PIETÀ N el Concilio Lateranense del 1139, i Padri della Chiesa avevano acco- munato l’usura agli altri peccati, con- dannandola senza riserve e stabilendo che nessuno che avesse riscosso un interesse sarebbe stato ammesso ai sacramenti e che, insistendo nell’errore, non avrebbe ricevuto una sepoltura cri- stiana. Ma verso la fine del medioevo, in una società avviata verso un costante progresso nella produzione e quindi degli scambi, il frutto sul capitale, rap- presentato dall’interesse, era comunque tollerato in funzione della necessità economica di accesso al credito. Gli ebrei, non dovendo rispondere ai vinco- li dei cristiani, si erano attrezzati a sod- disfarla, e quindi venivano esplicita- mente invitati a svolgere la loro attività finanziaria da signori e comunità citta- dine. I signori erano soddisfatti del modo in cui gli ebrei svolgevano il loro esercizio e non avevano nessuna ragio- ne di giudicare negativamente il tasso di interesse che allora oscillava tra il 15% e il 30%. Nell’Italia centrale, nel Lazio, nell’Umbria, nelle Marche, in Romagna e nella Toscana, si formò ben presto una costellazione di comunità ebraiche di diversa consistenza, sorte sulle orme dei primi banchieri romani. In questo contesto appare verosimile che i finanzieri cristiani abbiano spesso ceduto volentieri il posto agli ebrei, pre- ferendo approfittare delle prospettive che si aprivano nel settore manifatturie- ro e nell’industria tessile, o privilegian- do gli investimenti in agricoltura e in 1 LAZZARI, FRANCO, Il Monte di Pietà di Velletri (1470-1940), Velletri 2005, pp. 13 sgg. Il “Mons Pietatis” di Montefiascone GIANCARLO BRECCOLA 1. Il vescovo Gaspare Cecchinelli (1630-1666) fondatore del Monte di Pietà di Montefiascone

Il “Mons Pietatis” di Montefiascone...6 TOAFF, ARIEL, Gli Ebrei a Perugia, DSPU, Fonti per la storia dell’Umbria n. 10, Perugia 1975, p. 35. Spesso i nomi degli ebrei erano di

  • Upload
    others

  • View
    1

  • Download
    0

Embed Size (px)

Citation preview

  • 30

    Furono i Minori francescani a farsicarico delle condizioni di vita delle per-sone più emarginate e più esposte allenuove condizioni di vita delle città.

    Il progetto, semplice nella sua pro-posizione e attuazione, faceva leva sullagenerosità cristiana della comunità cit-tadina per raccogliere una quota dicapitale, il Mons Pietatis, da destinareal prestito di denaro contro pegno.1

    I primi Monti di Pietà nacqueronella seconda metà del XV secolo inUmbria, e si diffusero rapidamente in

    beni fondiari. Non è comunque daescludere che alla scelta dei mercanticristiani di abbandonare il campo delprestito ad interesse, su cui gravava ilpeso della severa condanna religiosa,abbia contribuito anche il particolareclima psicologico conseguente alladrammatica peste nera diffusasi inEuropa verso la metà del XIV secolo.

    La successiva espansione economi-ca portò ad un ampliamento della forbi-ce tra le condizioni delle classi ricche equelle più povere.

    1. BANCHI EBREI E MONTI DI PIETÀ

    Nel Concilio Lateranense del 1139,i Padri della Chiesa avevano acco-munato l’usura agli altri peccati, con-dannandola senza riserve e stabilendoche nessuno che avesse riscosso uninteresse sarebbe stato ammesso aisacramenti e che, insistendo nell’errore,non avrebbe ricevuto una sepoltura cri-stiana.

    Ma verso la fine del medioevo, inuna società avviata verso un costanteprogresso nella produzione e quindidegli scambi, il frutto sul capitale, rap-presentato dall’interesse, era comunquetollerato in funzione della necessitàeconomica di accesso al credito. Gliebrei, non dovendo rispondere ai vinco-li dei cristiani, si erano attrezzati a sod-disfarla, e quindi venivano esplicita-mente invitati a svolgere la loro attivitàfinanziaria da signori e comunità citta-dine. I signori erano soddisfatti delmodo in cui gli ebrei svolgevano il loroesercizio e non avevano nessuna ragio-ne di giudicare negativamente il tasso diinteresse che allora oscillava tra il 15%e il 30%.

    Nell’Italia centrale, nel Lazio,nell’Umbria, nelle Marche, inRomagna e nella Toscana, si formò benpresto una costellazione di comunitàebraiche di diversa consistenza, sortesulle orme dei primi banchieri romani.In questo contesto appare verosimileche i finanzieri cristiani abbiano spessoceduto volentieri il posto agli ebrei, pre-ferendo approfittare delle prospettiveche si aprivano nel settore manifatturie-ro e nell’industria tessile, o privilegian-do gli investimenti in agricoltura e in

    1 LAZZARI, FRANCO, Il Monte di Pietàdi Velletri (1470-1940), Velletri 2005, pp.13 sgg.

    Il “Mons Pietatis” di Montefiascone GIANCARLOBRECCOLA

    1. Il vescovo Gaspare Cecchinelli (1630-1666)fondatore del Monte di Pietà di Montefiascone

  • 31

    pria eredità alle casse di Risparmio, allebanche Popolari, alle casse Rurali e allealtre forme di credito Cooperativo.2. GLI EBREI

    A MONTEFIASCONEIl primo insediamento ebraico a

    Montefiascone sembra risalire al 1312,anno in cui alcuni banchieri ebrei diRoma accordarono un prestito di15.000 fiorini al Comune diMontefiascone, a condizione che fosse-ro riconosciuti a loro e ai loro eredi ildiritto di cittadinanza e quello di legaleappartenenza alle locali corporazioni edarti.3 Tale somma serviva a far desisterele milizie orvietane dall’assedio cheavevano posto alla città. Il gruppo israe-

    ne dei Sacri Monti spinse i banchieriebrei a ridurre i tassi di interesse.

    Il contratto stipulato il 23 settembre1604 da Isac Rieti e da SalvadoreSacerdote, per un nuovo banco di pre-stito per la comunità di Pitigliano, pre-vedeva una riduzione degli interessi dal24% al 18% a condizione che nel paesenon venisse aperto un Monte di Pietà.2

    Nel corso del XVII secolo i Montievolsero in organismi intermedi fral’opera di beneficenza e l’istituto di cre-dito, ma la loro finalità principale rima-neva quella di colpire la sola attivitàfinanziaria consentita agli ebrei.

    In seguito, dopo aver svolto un’uti-le funzione sociale, lasciarono la pro-

    tutta la penisola divenendo una figuraefficace e promotrice dell’abbassamen-to del tasso d’interesse fino allora prati-cato.

    In Italia il tasso medio sui prestitipassò dal 18-24% al 2-4%.

    Contemporaneamente crebbe ilmalcontento contro la voracità dei per-fidi ebrei, accusati di calcolare l’anno ditredici mesi, di vendere i pegni nonriscattati fuori del paese e di praticareinteressi troppo alti.

    Il timore di una maggiore espansio-

    2 SALVADORI, ROBERTO G., LaComunità ebraica di Pitigliano dal XVI alXX secolo, Firenze 1991, p. 33.

    3 MANCINI, BONAFEDE, Banchieri emercanti ebrei nell’Alta Tuscia tra XV eXVII secolo, in “Tracce...”, anno VII,2002, p. 149.

    4 MILANO, A., Storia degli ebrei in Italia,Torino 1963, p. 121.

    5 PAVONCELLO, N., Le comunità ebrai-che laziali prima del bando di Pio V, in“Lunario Romano” vol. IX, Roma 1980,p. 63; il codice de Rossi è costituito da unaserie di manoscritti ebraici, di autori diver-si, scritti in Italia, durante il Medioevo.

    6 TOAFF, ARIEL, Gli Ebrei a Perugia,DSPU, Fonti per la storia dell’Umbria n.10, Perugia 1975, p. 35. Spesso i nomidegli ebrei erano di origine biblica e veni-vano resi in italiano seguendo le traduzio-ni greche e latine della Bibbia. A questonumeroso gruppo appartengono i nomiAbramo, Isacco, Giacobbe, Giuseppe,Beniamino, Efraim, Moisè (con le suevarianti, Muse, Moge, ed il frequentediminutivo-vezzeggiativo Musetto),Samuele (con le varianti Mele, Melo,

    2. La prima sede del Monte all’inizio dell’attualevia di S. Lucia Filippini

  • 32

    lita che nel 1313 si trasferì da Roma aMontefiascone era composto da Mosè,Alleuccio e Diodato di Mosè,Emanuele e Beniamino di Donato,Abramo, Elia di Manuele, Salomone eMusetto di Leo, Salomone di Elia.4

    Nel mese di Elul 1391 lo scribaJequtiel b. Immanuel completava aPerugia il codice miniato De Rossi234,5 contenente i Salmi, commissiona-tigli da Netanel b. Abraham (Deodatodi Abramo) da Montefiascone.6 In alcu-ni capitoli della raccolta statutaria mon-tefiasconese del 1471 sono presenti, aindiretta conferma della persistenzadell’insediamento, varie disposizioniriguardanti gli ebrei.

    ...nessun abitante o cittadino delladetta Città debba sopportare qual-che atto dai Giudei contro il primodebitore a titolo di evizione...7

    ...i macellai siano tenuti a fare carniper gli Ebrei con questa condizioneche se rimarrà qualche avanzo dellebestie sciattate per gli Ebrei, coloroche vorranno vendere queste carnidovranno informare pubblicamentee segnalare che quelle carni sonosciattate e a quelli che voglionocomprarle le dovranno vendere adue denari in meno alla libbra, e aminor prezzo di quello a cui fu ven-duto ai Giudei...8

    ...nessun Giudeo o Giudea debbaandare o vada per la Città di

    Milio), David (Davitte, Davino), Elia (dacui si faceva derivare il vezzeggiativo ita-liano Aleuccio, Aliuccio, Liuccio),Daniele (Daniello, Danino), Matassia(Mattasia, Mactasia dall’ebraico Matatia),Michele, Gionata (anche nella formaGenotanus, Gianoctas, dall’ebraicoJonatan), Gabriele, Aronne, Raffaele,Eliseo. Secondo la teoria di Cassuto,ormai unanimemente accettata, il nome

    italiano di ciascun ebreo non veniva scel-to a caso, bensì ad un dato nome ebraicosi faceva sempre corrispondere un datonome italiano. Stranamente alcuni nomiitaliani di origine biblica non rendevanosoltanto il nome ebraico corrispondente,ma anche, e talvolta più frequentemente,un secondo nome ebraico col quale pre-sentavano soltanto una certa analogiafonetica. Così il nome italiano Manuello

    (Manoello, Manuellino) non corrisponde-va soltanto all’ebraico Immanuel, maanche al nome Menachem. Al nome italia-no Lazzaro (Lazzaruccio) corrispondevain ebraico sia Eli’ezer che El’azar.L’italiano Simone rendeva l’ebraicoShim’on, ma assai più frequentemente ilnome Shemuel, corrispondente a sua voltaall’italiano Samuele (ibidem p. 101).

    7 Archivio Storico del Comune di

    Montefiascone (ASCM), Copia StatutiVeteris (1471) Civitatis Montis FalisciQuam Ego Fabritius Bisentius transcripsiAnno Domini 1715, Liber tertius, Demaleficii, Cap. 51, De pena ementis Jus, etactionem contra aliquem Civem Civitatis,et etiam pro Ebreis.

    8 Ivi, Liber quartus, Extraordinariorum,Cap. 51, De modo e de forma vendentiumCarnes in Civitate Montis Flasconis.

    Il “Mons Pietatis” di Montefiascone

    4. L’insegna del Monte di Pietà3. La seconda e ultima sede del Monte, dono deifratelli Parenzi

  • 33

    9 Ivi, Liber quartus, Extraordinariorum, Cap.41, Quod Judei non vadant die VenerisSancti per Civitatem quoquomodo.

    10 Ivi, Liber tertius, De maleficii, Cap. 36,De verbis iniuriosis non dicendis et de nonponendo aliquid turpe et precipue Cornua.

    11 MANCINI cit., p. 137.12 LUZZATTO, A. - TAGLIACOZZO, A.,

    Gli ebrei in Bagnoregio, doc. 16, p. 278.13 PERONI, DAVIDE, Gli ebrei nell’area

    viterbese tra XIV e XVI secolo, tesi di lau-rea, Università degli Studi di Siena, AnnoAccademico 2002-2003, Facoltà diScienze Politiche.

    14 ASCM, Riformanze, vol. 3, 1532-1535, f.7v.

    15 Archivio di Stato di Viterbo (ASV),Notarile di Montefiascone, CollesioGisberto, prot. 177 (1530-1574), cc. 60,62, 66 e segg.

    16 “Nota delle Sinagoghe, che nell’anno1569, rispondevano alla Casa deCatecumeni”; N. Pavoncello, Le comuni-tà ebraiche laziali prima del bando di PioV, cit., p. 62. DI FLAVIO, V. - PAPÒ, A.,Respublica Hebreorum de Reate, 1999, p.161.

    Montefiascone nel venerdì Santosotto pena di cento paparini e inmerito chiunque possa accusarlo esi dia fede alla sua accusa e sia suf-ficiente un solo teste di buona repu-tazione ed abbia la terza parte dellamulta e a chiunque sia lecito dibastonarlo impunemente senzaferro e senza spargimento di sangue,e questo capitolo venga diffuso dalbanditore il giovedì Santo affinchénon si possa scusarsi dichiarandod’ignorarlo...9

    ...che nessuno osi proferire parolaingiuriosa ad altri cioè falso, tradito-re, eretico, patarino, giudeo, cornu-to, ladro, ruffiano, qurone....10

    Verso la prima metà del XVI secolola presenza di banchieri e mercantiebrei in Montefiascone sembra esserefavorita dal cardinale Guido AscanioSforza di Santa Fiora, vescovo ammini-stratore della città dal 1528 al 1548.11

    In quel periodo diversi ebrei eserci-tano i loro commerci in città, comeSamuele di Torano, che nel 1528 risul-ta abitare in Montefiascone e concede-re un prestito di 50 ducati d’oro a

    Matteo Petruccio di Valentano.12Samuele, però, doveva abitare in

    città almeno dal 1524, anno in cui com-pare come debitore di una tassa alComune, la cui riscossione, nel 1532,viene sollecitata:13 “Samuele ebreosecondo quanto scritto nei capitoli deveannualmente versare 12 ducati per lasua immunità e finora richiesti in modoamichevole ha trascurato di pagareponendo la comunità in gravissimodanno, affinché senza lite tale creditonon potesse essere ottenuto da lui, dallaComunità, obbediente sopra tutte lepredette cose, provveda al nostro van-taggioso Consiglio”.14

    Salamon di Samuele, dal 1542 allametà del decennio successivo, risultaessere il banchiere più influente dellacittà. Nei rogiti notarili è inizialmenteindicato come proveniente da Torano,centro dal quale proveniva ancheMoysè di Benigno, mentre in quelli del1553-55 è più semplicemente qualifica-to come abitante dì Montefiascone.

    In data 11 e 16 agosto 1545 conce-de mutui a diversi privati, tra cuiBellisario di Castro Peri. Negli anni1553-1554, ha rapporti con AbramCaynano e Moysè di Benigno, banchie-

    ri di Acquapendente, con i quali, oltre aiprestiti, conduce attività commerciali.

    Il 6 novembre 1554, Salamonacquista 53 salme di vino aAcquapendente.15

    A partire dal 1555 - anno in cuiPaolo IV con la sua bolla “Cum nimisabsurdum” oltre ad alcune normerestrittive e punitive, istituì i ghetti - siebbe l’emanazione di diversi documen-ti pontifici che trattavano il tema deidiritti e dei doveri degli Ebrei residentinello Stato della Chiesa.

    Nel 1577 Papa Gregorio XIII istituìle “prediche forzate”, alle quali tutti gliEbrei erano tenuti ad assistere nellasperanza di una loro conversione, econtemporaneamente ebbero ampiadiffusione le Case dei Catecumeni, isti-tuti nei quali trovavano alloggio edistruzione i non cristiani oggetto di con-versioni più o meno imposte.

    Paradossalmente, parte del finan-ziamento delle Case dei Catecumeniera a carico delle comunità ebraiche.Nel 1569, tra le sinagoghe che pagava-no un tributo alla Casa dei Catecumenidi Roma, troviamo quella diMontefiascone con aliquote di 10 e poi12 scudi.16 In quel periodo era attivo a

  • 34

    moglie, è stata batezzata dal moltoIll.tre et Re.mo Mons.re HieronimoBentivogli Vescovo di Monte-fiascone et Corneto con licentiadell’Ill.mo et R.mo S.r CardinalSanta Severina, Protettore de liCatecumeni con le solite ceremonieet molta frequentia di Populo,de laquale il d.o R.mo Mons.r Vesc.o neha preso protettione particulare, conalimentarla nel Mon.rio di S.toPietro, dotarla, et donargli il cogno-me di S.S. R.ma. Compadre fu il s.Valerio Scarintio, et Commadre

    beni dello stesso proprietario, e quindiidentificabile in una parte dell’area sot-tostante l’ospedale civico, nei pressidell’attuale Campo della Fiera.20

    Nel 1590, una figlia di Laudadio siconvertì al cristianesimo, e fu battezza-ta dal vescovo Girolamo Bentivoglioacquisendo il nome di MadalenaBentivogli.21

    Adì 9 di settembre 1590 - MadalenaBentivogli già hebrea, figliola diLaudadio di m.ro Angelo hebreo daMontefiascone et di donna Sarra sua

    Montefiascone Jasach Carcosci [?] diRoma; l’attività di quest’ultimo apparemeno fortunata di quella di Salamonessendosi conclusa, il 26 febbraio 1569,con il pignoramento di 380 salme digrano da parte dell’auditore della came-ra Apostolica.17

    Sempre nel 1569 Pio V emanò labolla Hebraerorum gens, che prevede-va l’espulsione degli ebrei dallo statoPontificio, e la comunità israelita diMontefiascone fu costretta ad allonta-narsi dalla città. Vi ritornò dopo la bollaChristiana pietas di Sisto V, del 22 otto-bre 1588, che autorizzò di nuovo gliebrei ad abitare in tutte le città, castelligrossi e terre dello stato pontificio.

    Tra il 1587 e il 1589, anni in cuivengono concessi tre prestiti, ritrovia-mo a Montefiascone un certo Laudadio,quasi certamente lo stesso Laudadiushebreus che nell’agosto del 1588, rin-francato dalla bolla Christiana pietas,chiedeva al comune di Montefiasconeun luogo pro seppultura hebreos; talerichiesta fu accolta con 29 voti favore-voli e uno contrario.18

    Il luogo che fu assegnato alla comu-nità ebraica doveva essere quello che,in data 17 giugno 1884, troviamo men-zionato, come “Poggio degli Ebrei”, dalperito agronomo Enrico Battiloro nellastima di un terreno di proprietà di TitoAngelo della Casa.19

    La dettagliata valutazione del terre-no chiarisce come lo stesso fosse situa-to in contrada San Francesco, a confinecon la strada del Castagno e con altri

    20 ONOFRI, NORMANDO, Il Poggio degliEbrei, in “La Voce”, anno XL, Febbario2007, p. 16; ASCM, cartella anno 1884,3a, n. 596.

    21 I riferimenti alle “Riformanze” e ai“Libri dei Battesimi” sono desunte daPERONI cit.

    17 MANCINI cit., p. 137; ASV, Notarile diMontefiascone, Giulio Giusti jr., prot. 231(1562-1572), c. 164.

    18 ASCM, Riformanze, vol. 14, 1588, f.156r-v.

    19 Ad Urbino l’attuale cimitero ebraico èsituato in una località alle pendici delMonte degli Ebrei, ed è orientato versoGerusalemme, come il Poggio degli Ebreidi Montefiascone.

    Il “Mons Pietatis” di Montefiascone

    5. Frontespizio di uno dei pochi registri superstiti 6. Notazione di alcuni pegni dell’anno 1746

  • 35

    30 novembre 1678 - Morì D. MariaFelice Zacchia, al secoloMargherita, venuta in questa santafede per mezzo dell’E.mo CardinalZacchia già Vescovo diMontefiascone, dal quale fu battez-zata, che era ebrea, ricevuti tutti iSantissimi Sacramenti, e raccoman-datione dell’anima con l’assistenzadel suo Padre Confessore in unionedella Santa Madre Chiesa d’etàd’anni 69 in circa, e fu sepolta nellanostra Chiesa nella sepoltura delleMonache professe.26

    Nel 1664, un certo Salomone diDavid Ayò è registrato tra i fornitori

    l’allontanamento di tutti gli ebrei dallostato Pontificio. Tuttavia, il 2 luglio del1593, lo stesso Papa ebbe un ripensa-mento e concesse agli ebrei di restare,in considerazione dei vantaggi che laloro presenza procurava al commer-cio.24 Ciò lascia presumere che l’esododelle famiglie ebree dallo stato dellaChiesa sia stato, in quel periodo, piutto-sto limitato.

    Nel 1596 si assiste alla conversionedi Valida di maestro Gabbriello, figliodi donna Giudetta ebrea fatta cristiana,e di donna Graziosa, sua legittimamoglie, battezzata da Giovanni Ranieri,curato di S. Margherita;25 e, nei primidecenni del ‘600, a quella di MariaFelice Zacchia.

    M[adon]na Camilla Calutia deScarinci.22

    Due mesi dopo, lo stesso vescovoBentivoglio battezzò un’altra ebrea,figlia di Angelo Signoretto da Viterbo.

    Adì 4 di novembre - MargaritaBentivoglio già hebrea figliola diAngelo Signoretto da Viterbo, et didonna Clementia sua moglie, fubatezzata dal molto Ill.re et Re.moMons.r Hieronimo Bentivogli...23

    Nel frattempo Clemente VIII, con labolla Caeca et obdurata del 25 febbra-io 1593, rispolverò le direttive dellaHebraeorum gens di Pio V, disponendo

    26 CORDOVANI, RINALDO, Il Monasterodelle Monache benedettine di S. Pietro inMontefiascone, Roma 1994, p. 33.

    22 Archivio della Cattedrale diMontefiascone (ACM), Libro deiBattesimi, vol. 10, 9 settembre 1590, f. 7v.

    23 Ibidem, Libro dei Battesimi n. 10, 4novembre 1590, 9r.

    24 RODOCANACHI, EMMANUEL, LeSaint-Siège et les Juifs. Le Ghetto àRome, Parigi 1891, p. 191.

    25 ACM, Libro dei Battesimi n. 10, 6 ottobre1596, c. 96v.

  • 36

    specie soggetti al pericolo di corro-sione o di logoramento: come purele cose sacre, le armi, le cose diminori di quindici anni o di figli difamiglia, sotto pene ad arbitrio del-l’ordinario.• Per la manutenzione dei muri e persupplire le altre spese necessarie sitrova un disposto che non si possa-no esigere dai mutuati usure che tut-tavia non superino a ragione di duescudi e mezzo per cento all’anno:che ai mutuati però, venga protrattoil tempo fino a dieci ed otto mesidentro il quale se i mutuati nonhanno riscattato i pegni, facendoprecedere una sola intimazionesotto asta e a suon di tromba, venga-no pubblicamente venduti e dalricavato risarcito il monte dellasorte e degli interessi, il resto vengarestituito ai mutuatari o ai loro eredi.• I pegni debbano essere immuni daqualunque ipoteca e da sequestriconservativi e da tutte le altre cosesimili.• Che se si desse il caso di qualcheofferta di pegno rubato si procedaallora con i rimedi del diritto.Sui depositi viene sancito che se i

    soldi furono depositati per autorità delgiudice, non vengano restituiti se nonper mandato del giudice competente,che dovrà essere conservato in un filoparticolare e la soluzione venga effet-tuata su rogito del pubblico notaro.

    Furono comminate pene di scomu-nica riservate al pontefice ed altre inflit-

    lasciato alcuni legati specificandocome, alla morte della consorte o a unsuo eventuale nuovo matrimonio, tuttala proprietà dovesse essere distribuitaalle chiese e ai luoghi pii a discrezionedel vescovo di Montefiascone.

    Con la morte di Dionisio Guerrainiziò una transazione tra il procurato-re fiscale e la vedova Camilla che siaccordarono stabilendo lo stato del-l’eredità in 46 rubbi di frumento e in69,50 scudi in denaro.

    Con i rimanenti 50 scudi fu erettoun duplice Monte, uno per il grano el’altro per i pegni e i depositi, e furononominati due ministri montisti, uno perl’amministrazione del denaro con l’as-segnazione di sei scudi l’anno, l’altroper il frumento con l’assegnazione didiciotto scudi.

    Tra i diversi capitoli redatti dallostesso Cecchinelli troviamo specificatoche la giurisdizione del Monte e lanomina dei montisti era di competenzavescovile, e che era prevista l’esazionedi un minimo interesse sul prestito perle spese di gestione e manutenzione.

    • Che rispetto al Monte non si facciamutuo di denari oltre cinque scudi aqualunque persona e venti scudi perl’intera famiglia, oltre questasomma si richieda la licenza dell’or-dinario.• Né si faccia, se non con offerta dipegno, che sia di valore oltre la metàdella somma mutuata.• Non vengano accolti i pegni chesiano di lana o di pelle o di simili

    della spezieria del monastero delleBenedettine di Montefiascone comevenditore di rabarbaro;27 probabilmentesi tratta dello stesso Salomone hebreoche il 26 giugno 1688 consegnò allemonache “droghe” per il valore di 3scudi; importo che sarà contraccambia-to con lo “stallatico del suo somaro pre-statogli dallo Monasterio per lo spatiodi giorni 50 in circa”. Il 25 novembre1680, le monache benedettine acquista-rono da Moisè hebreo pietre preziose aduso della spezieria: Zaffiri, Topatii,Smaraldi, Rubini, Franati bellissimi.28

    Queste ultime testimonianze sem-brano riferirsi a venditori ambulantispecializzati, e non ad ebrei residenti aMontefiascone.29 È quindi verosimileche nel periodo in cui fu fondato ilMonte di Pietà, gli ebrei non fossero piùpresenti nella Città.30

    3. LE ORIGINIIl Monte di Pietà di Montefiascone

    fu fondato, l’8 settembre 1647, dalvescovo Gaspare Cecchinelli conl’iscopo di soccorrere i poveri ed i biso-gnosi, mediante prestiti a interesse con-tro pegno. Il finanziamento iniziale, di119 scudi e 50 baiocchi, proveniva dauna parte dell’eredità di DionisioGuerra, contadino e colono dellamensa episcopale, come da testamentodel 7 agosto 1646 a rogito del notaio ecancelliere episcopale GirolamoPieri.31

    Il Guerra aveva nominato la moglieCamilla sua erede usufruttuaria e aveva

    che ultimamente non accadesse un gravedisordine [...] I Negozianti [...] umilmentericorrono all’E.V. perche si degni prenderegli opportuni provvedimenti...”; ArchivioCuria Vescovile Montefiascone (ACVM).

    31 ACVM, Monte di Pietà, cartella 41, b. 1.

    Dominante, ma neanche nelle altre CittàProvinciali a scanso di quei sconcerti, chepur troppo succedono. Pure nella Città diMontefiascone si vede già conculcata unasì provvida legge, mentre sono dei Mesi,che alcuni Ebrei di Pitigliano hanno apertoivi Negozio, e vendono pubblicamente leMercanzie anche nei giorni Festivi neltempo de Divini Uffici con scandalo gran-de dei buoni Cattolici per cui poco mancò,

    nella Montefiascone dello stato Pontificiorisale al 1793, quando Marino Marini eBaldassarre Rosati, commercianti dellacittà, inviarono una supplica al segretariodi stato del Vaticano, cardinale FrancescoSaverio de Zelada. “Eminenza - Sebbene l’E.V. con Editto dei 18 del prossimo passa-to Febrajo saviamente ordinasse, che gliEbrei non potessero tenere aperte Bottegheo Magazzini di merci non solo nella

    27 LUZI, ROMUALDO - MANCINI,BONAFEDE, La spezieria di SanBenedetto a Montefiascone, in SCONCI-LUZI “Il Monastero delle benedettine diSan Pietro in Montefiascone e la sua spe-zieria: Storia e Documenti”, Ferrara1994, p. 53.

    28 Ibidem, p. 54.29 MANCINI cit.,p. 129.30 Un’ultima testimonianza di presenze ebree

    Il “Mons Pietatis” di Montefiascone

    7. L’andamento del Monte negli ultimi anni d’attività

  • 37

    panni di lana ò sopra cose sacre, etanni, sotto pena ad arbitrio, e di risarci-re i danni di detto Monte del proprio”.

    E ancora nell’art. 13: “Non si levinomai dal Monte pegni, denaro, et altracosa spettante al Monte, sotto pena adarbitrio, e di scomunica riservata alPapa conforme alla Bolla di Paolo V”.

    Il Barbarigo, inoltre, costituì unfondo per prestiti ai poveri, per evitareche si esigessero interessi troppo altiriferiti alle modeste condizioni deirichiedenti.37 Nel 1719, nonostante unaporta ben munita di forti battenti conchiave e spranga, i depositi del Montefurono rubati. L’anno dopo, il vescovoin carica Sebastiano PompilioBonaventura donò 1.075 lire per rico-stituire il fondo cassa.

    5. IL LASCITO PARENZINel 1734, i fratelli sacerdoti

    Mariano e Giovanni Felice Parenzi,montisti, fecero ricostruire in un loroterreno la demolita chiesa dellaMadonna del Riposo, impegnandovipiù di 2.000 scudi.

    Contemporaneamente vi istituironoun beneficio annesso al Monte, dispo-nendo che il denaro e i depositi in lorocustodia andassero a vantaggio dei

    ti, mentre i depositi liberi e giudizialiammontavano a 689,84 scudi - era ubi-cato in un ambiente basso nella piazzadella cattedrale davanti all’ospizio deipellegrini, sotto la casa del medesimoospizio dove si trovano le scuole delledonne [...] sopra la porta si troval’iscrizione che dice che ivi si trova ilmonte di pietà con lettere scolpite supietra e dorate [...] Ivi si conservanobene in ordine i pegni di diversi generi,d’oro, d’argento, di gemme, di lino, diferro e simili che contengono i nomi deimutuatari e le partite dei mutui si leg-gono registrate in un libro distinto e bencompatto. Così anche dei depositi didenaro con le loro annotazioni in unlibro distinto e con altre cose per il loropiù facile ritrovamento.34

    Il cardinale Barbarigo oltre a sov-venzionare personalmente il Monte(pecunia etiam a me subministrata),dettò trentaquattro articoli per la buonaamministrazione dell’ente.35

    Da questi risulta come lo stessovescovo fosse attento alla serietà delmontista, del pievano e del governatorenello svolgimento del loro lavoro e nel-l’etica professionale.36 Così scrive nel-l’art. 10: “Non si impresti a minori di 15anni, né a figli di famiglia, né sopra

    te dalla bolla di Paolo V contro gli uffi-ciali che convertissero i soldi del monteo dei depositi in proprio vantaggio.

    4. IL MONTE NEL ‘700L’applicazione degli interessi sui

    prestiti e la percentuale applicata, inogni caso non superiore al 2,5%, erafacoltativa. Nel 1704, l’abate LucaCorneli, amministratore del Monte edecano della Cattedrale, oltre ad opera-re con grande competenza e precisione,rinunciava allo stipendio previsto didodici scudi l’anno non esigendo nien-te né per i pegni né per i depositi.32

    Nello stesso anno il vescovo diMontefiascone, cardinale MarcoAntonio Barbarigo, ordinò che le rendi-te del lascito Perla, destinate alla forma-zione di sussidi dotali per le ragazze piùindigenti, venissero depositate al sicuronelle casse del Monte di Pietà.

    La decisione era stata presa a causadella cattiva gestione di GiuseppeCiucci, depositario e amministratore deibeni di quel lascito, scoperto debitore di88 scudi e 80 paoli nei confronti del-l’opera pia.33

    In quel periodo il Monte - checustodiva un capitale di 262,96 scudi, dicui 239,15 in pegni e il resto in contan-

    37 ACVM, Cartella Barbarigo, n. 4, fascico-lo 3, Relazione Recchi al Santo Padre,nella quale si afferma che il cardinaleaveva prestato “mille scudi al Monte diPietà da imprestarsi ai poveri”.

    Atti di Visita al Monte di Pietà di Corneto.36 CECCARELLI, STEFANIA,

    Amministrazione, economia e istruzionenella diocesi di Montefiascone tra Sei eSettecento. L’episcopato del CardinaleMarco Antonio Barbarigo, tesi di laurea,Università degli Studi di Perugia, facoltàdi Scienze della formazione, relatore prof.Mario Tosti, anno Accademico 1996-1997.

    32 ACVM, Visita pastorale del 1703-4, vol.XVII - Visita del sacro Monte di Pietà.

    33 Ibidem.34 Ibidem.35 I trentaquattro articoli per l’amministra-

    zione del Monte di pietà, vennero stilati il25 Febbraio 1699 per quello di Corneto,ma estesi anche a quello diMontefiascone. Vedi ACVM, CartellaBarbarigo, n. 4, fascicolo 3, Estratto degli

  • 38

    Il “Mons Pietatis” di Montefiascone

    poveri e in aiuto al cappellano per ilmantenimento della chiesa.

    Il 10 marzo 1738 morì don MarianoParenzi il quale, con testamento rogatodal notaio Angelo Mori nel 1735, lasciòal Monte di Pietà, con legato perpetuodi messe, 600 scudi di pegni in gioielli,argenti, rami e panni - provenienti dadiversi bisognosi che comunque nonavevano pagato cosa alcuna - e una casadi 12 stanze con cantina e stalla per unvalore di 800.38 In questa casa, per con-tratto, si sarebbero dovuti trasferire idue monti, di pietà e frumentario, e conla rendita della stessa si sarebbe prov-veduto ai 25 scudi dello stipendio per ilmontista il quale, pertanto, avrebbepotuto gestire il monte senza chiedereinteressi. Dopo l’accettazione del lega-to, il cardinale Pompeo Aldrovandinominò montista don Giovanni Pennaal quale subentrò, nel 1752, IgnazioCernitori su incarico del delegato apo-stolico Passionei.

    Il 20 novembre 1754, giorno in cuiil vescovo Saverio Giustiniani si recò avisitare il Monte di Pietà, l’istituto nonsi era ancora trasferito e pagava seiscudi l’anno all’Ospizio Falisco perl’affitto della stanza ove svolgeva l’atti-vità.39 Dalla relazione del Visitatoreemerge un sintetico e consolante qua-dro dello stato economico del sacroMonte.

    Il 6 marzo 1752 [...] il Capitale didetto Monte ascendeva a scudi

    789:90 nel modo che segue, cioè inscudi 627:33 in tanti pegni, ed inscudi 162:57 in contanti. Inoltre nelmedesimo Monte vi furono ritrova-ti scudi 641:54 in tanti depositi fattida diverse persone [...] Nel giorno 6ottobre di detto Anno 1752 il sudet-to Sig. Penna depose l’officio diMontista, e fu da MonsignorPassionei destinato in nuovoMontista il Sig.re Ignazio Cernitori,e nell’atto della consegna fu fattol’Inventario Legale per gli atti diquesta Cancelleria Vescovile dalquale si ricava, che tutto il Capitaledel Monte non compresi li depositicolati in mani di detto Sig. Cernitoriascende a scudi 765:07, nel modoche segue, cioè: Pegni esistenti nelMonte scudi 673:60 In denaro 76:Denaro ricavato di più dalla venditade pegni da restituirsi alli di lororespettivi Padroni 15:47 - InTUTTO scudi 765:07 [...] Restanoinoltre in credito del Monte unoschioppo, un sciugatore di seta contrina d’oro falza; una piccola meda-glia d’argento basso; una Fibbiad’ottone; sette file d’ambra prove-nienti tutti da i pegni Parenzi, comeancora Una Tiella di rame di bai 4;una bilancia d’ottone; una tovagliadi lino usata. Delle quali robbe sidovrà far diligenza dal Montista perritrovarne la provenienza, per darelo sfogo in caso.

    6. IL MONTE E LA SUA ATTIVITÀ BANCARIAIl documento prosegue con un

    brano dal quale emerge con chiarez-za come il Monte, oltre a concedereprestiti garantiti da pegno, effettuas-se operazioni di deposito, prestito epagamento paragonabile a quellodelle moderne banche.

    RISTRETTO DELLI DEPOSITIRITROVATI NEL MONTE [...] LI6 OTOBRE 1752 / Proposto PietroPaolo del Monte a favore dellaMensa Vescovile scudi 4:44 / Sig.reCanonico Don Giuseppe Benedettia favore del SS.mo Rosario diMarta scudi 21:03 / Sig. FrancescoLicca e Sig. Tommaso Bruschi afavore del Confalone di S. Lorenzoscudi 10 / Sig. Florido Zampi afavore dell’Ospedale di S. Lorenzoscudi 10 / Sig. Canonico Cipollini afavore del Beneficio di S. Lorenzoscudi 10 / Sig. Battillori a favore delSig. Arcangeli scudi 48:37 / Sig.Fabri a favore dell’Emo Vescovoscudi 53 / Sig. Pietro Romani afavore dell’Emo Vescovo scudi1:39 / Sig. Lorenzo Battillori a favo-re di questa Communità scudi 46:80/ Somma e siegue scudi 67:83...

    Lo svolgimento di questa attività,del resto, era emerso anche da prece-denti documenti.

    ...per stipendiare gli addetti alla

    38 MUSOLINO, GIOVANNI, LeConfraternite di Montefiascone,Vitorchiano 1993, p. 87.

    39 Non conosciamo l’anno in cui l’operapia si trasferì nei propri locali (nel-l’odierna via S. Lucia Filippini, n. 17),donati dal Parenzi, nei quali la trovere-mo nell’Ottocento e nel Novecento finoalla sua liquidazione; è comunque pro-babile che il trasferimento avvenne

    poco dopo quell’anno 1754.

  • 39

    sanità. Furono presi 300 scudi acenso dal Monte di Pietà, su licenzadel Bussi, da unire al sopravanzodell’erario, per saldare almeno lepaghe dei “patentati” di Roma...40

    Un certo Bartolomeo Bartolomididi Grotte di Castro, colpevole diaver “offeso” Pasqua Battisti, zitelladi Pian Castagnaio fu condannato adepositare la dote per la suddettaPasqua in questo Sacro Monte diPietà da costituirsegli dalla sommapietà dell’Eminenza Vostra, secon-do il grado e conduzione della sud-detta giovane. Il vescovo Barbarigocosì informò l’interessata dell’avve-nuto deposito. “Alla SignoraOrsola di Battista, Piancastagnaio -Sopra quanto mi rappresenta con lasua lettera dell’otto del corrente,devo replicarle, che si ritrovanodepositati già qui in questo Montedi Pietà scudi venticinque, chepotrà a sua disposizione venirli aprendere a suo comodo, e Dio laprosperi sempre. Di Montefiascone,24 dic. 1693”.41

    Il giorno 27 agosto 1670 [...] il Sig.Quinto Magni Montista del SacroMonte della Pietà di questa città diMontefiascone piacerà a VS delliscudi duemila e seicento depositatiin questo Sacro Monte di Pietà diMontefiascone dalla Sig.ra PerpetuaBattillori madre del Sig. Cap.Falisco Falisci, e poi dalla medesi-ma consegnati al Ven. Ospizio deiPoveri convalescenti e Sacerdoti eChierici secolari e regolari religiosi,erede del Sig. Cap. Falisco Falisci[...] e in conformità della infrascrit-ta di quietanza, e consegna dellacedula di detto Sacro Monte speditail 21 novembre 1669 rogata dal Sig.Lorenzo Sansonetti CancelliereEpiscopale e Notaro pubblico il 17

    giugno prossimo passato al qualepagare scudi 2000 e cento all’Ill.maComunità di Montefiascone.

    ...Sono stati depositati in questo Sac

    .Monte di Pietà scudi 500 monetaportò contanti il M.R. sig. D.Lorenzo Fedeli canonico eCamerlengo del RR. Capitolo dellaCattedrale di Montefiascone [...] D.Flora Isabella Proli come erede delq. Scipione Bellomini e comemadre tutrice etc. di D. Francescanepote ed erede del q. GiovanniBenedetto Personei etc. ebbe e rice-vette dal contrascritto RR. Capitoloper mezzo di questo Sacro Monte diPietà scudi 187 sui contra scrittiscudi 500 depositati...42

    7. IL MONTE NEL ’800In un documento del 1820 si rileva

    come una parte del grande appartamen-to donato al Monte dai fratelli Parenzivenisse affittato a vantaggio dello stes-so ente.

    Adì 12 Febraro 1820 [...] sono statifatti alcuni riattamenti ad uso dimuratore nella Casa del Monte,quali sono per aver rappezzato imattonati delle tre stanze del appar-tamento ove abita presentemente inSig. Maestro di Cappella...43

    Nel 1840 la chiesa della Madonnadel Riposo, che come abbiamo vistoaveva un beneficio annesso al Monte diPietà, minacciava di rovinare e il vesco-vo Filippo De Angelis dispose chevenisse restaurata a spese del Monte.44

    Otto anni dopo, in occasione deiburrascosi eventi del ‘48, la gestionedell’istituto passò provvisoriamente al“sovversivo” montefiasconeseColombano Cernitori, il quale si posenella Commissione degl’Inventari deiLuoghi Pii e li eseguì con tutta alacrità,

    minacciò più volte anche in iscritto laviolenza per entrare le ClausureMonastiche [...] Avido dei Beni dellaChiesa [...] Tolse all’AmministrazioneEcclesiastica l’Ospedale, l’Ospizio, edil Monte di Pietà, e ne usurpò Esso stes-so la giurisdizione. 45

    Il 19 dicembre 1859 il Monte diPietà subì un altro grave furto che ridus-se il suo capitale ad appena 900 lirecirca. Riuscite vane le indagini per sco-prire i ladri e perduta ogni speranza direcuperare i valori, il vescovo LuigiIona donò all’istituto 537,50 lire; ugual-mente fece il cardinale NiccolaParacciani Clarelli, suo predecessore.

    Il vescovo Iona vi aggiunse 134,375lire lasciate in legato da Luigi Tarquini- come da testamento del 17 maggio1860 rogato dal notaio Giovan BattistaAntonelli - e 2.150 lire lasciate dal dia-cono Francesco Perla per la costituzio-ne di un fondo di 107,50 lire di elemo-sine da distribuirsi annualmente; per lacommutazione di quest’ultimo legatofu necessario il consenso del municipioe della camera apostolica. Nel settem-bre del 1860, con il capitale raccoltoammontante a circa 4.250 lire, si effet-tuò la nuova erezione dell’opera pia chesuccessivamente adottò le norme trac-ciate dalla legge 3 agosto 1862 e dalrelativo regolamento del 27 novembredello stesso anno.

    L’annessione dello stato Pontificioal regno d’Italia comportò altri cambia-menti; i Monti di Pietà, infatti, nono-stante le loro differenti finalità di bene-ficenza e di credito, vennero equiparatialle altre opere pie come gli ospedali,gli ospizi e gli orfanotrofi.

    Molti furono così costretti adaumentare l’interesse per reperire ifondi necessari alle spese che richiede-va l’esercizio del prestito contropegno.46

    Un nuovo statuto, approvato nel1882,47 adeguò la gestione del Monte di

    40 ACVM, Monte di Pietà, cartella 41, b. 1;UGOLINI ROBERTA, La comunità diMontefiascone nella prima metà del XVIIsecolo: Le “fatiche del vivere quotidiano”,tesi di laurea, Università degli studi diPerugia, anno accademico 1997-98.

    41 ACVM, Cartella Miscellanea Barbarigo. 42 ACM, Scritture in cause Pinieri.43 Archivio del Monte di Pietà di

    Montefiascone (AMPM), carte sciolte.44 MUSOLINO cit., pp. 81-83. 45 ASV, D.A.VT., serie I, busta 40, Registro.46 LAZZARI cit., p. 56.47 Statuto Organico e Regolamento

    dell’Opera Pia Monte di Pietà inMontefiascone, Montefiascone 1882.

    48 “UMBERTO I [...] Sulla proposta delNostro Ministro Segretario di Stato per gliAffari dell’Intento, Presidente delConsiglio dei Ministri; Visto lo Statutoorganico del Monte di Pietà diMontefiascone (Roma), presentato allanostra approvazione dalla rispettivaCommissione Amministrativa; Visto ilvoto della Deputazione provinciale; Vistala legge 3 Agosto 1862 sulle Opere pie;Abbiamo decretato e decretiamo. Èapprovato lo Statuto Organico del Montedi Pietà di Montefiascone in data 18Marzo 1882; composto di trentaquattroarticoli, visto e sottoscritto, d’OrdineNostro, dal Ministro proponente, il quale è

    incaricato della esecuzione del presenteDecreto. Dato a Monza addì 14Novembre 1882. Firmato UMBERTO -Controsegnato DEPRETIS...”

    49 Durante il ventennio fascista, le nomineerano di competenza podestarile. ASCM,Delibere Comunali: “12 febbraio 1928 - IlPodestà, ritenuto che col 31 Dicembre1927, essendo scaduta dalla carica la rap-presentanza comunale, nominata il 18Novembre 1926, nell’Amministrazionedel locale Monte di Pietà, si deve procede-re al rinnovo, delibera di nominare i sigg:Calisti Ettore, Federici Telemaco, per ilbiennio 1928-1929”.

    50 Dal registro - volume XIV, Pegni E - rela-

    tivo agli anni 1742-1750 possiamo rileva-re un tasso medio del 2%; “Adì 14 9mbre1747 - Cecilia vedova del quondamBoromeo lasciò in pegno una forchetta edun Cochiaro di Argento per scudo 1 / Adì24 9mbre 1748 - La dicontro riscosse ildicontro pegno - scudo 1 - per utile bai 2”(lo scudo valeva 100 bai); “Adì 5 Luglio1748 - Il Signore Don Girolamo Volpinilasciò in pegno tre forchette d’argento,quattro coltelli con manico d’argento, unascatola da Tabacco d’argento, dorata den-tro per scudi cinque - 5 / Adì 19 Xmbre1749 - Il Dicontro riscosse il Dicontropegno scudi 5 - per utile al Monte bai 10”.

  • 40

    Montefiascone alle direttive nazionali;48il controllo dell’ente passò a una ammi-nistrazione mista composta da duedeputati nominati dal vescovo, e da duedeputati comunali di nomina biennale;49il tasso d’interesse sui prestiti, chequando applicato si era mantenuto sem-pre al disotto del 2,5% annuo,50 salì al4%. Tra le altre disposizioni troviamo:

    Art.° 6.° Non potranno essere accet-tati in pegno che oggetti d’oro,argento, platino, gioie, perle ed altrioggetti e metalli preziosi, nonchérami, ottoni, tessuti di cotone, lino ecanape ed anche biancheria. Sonoescluse le cose sagre o destinate, adusi ecclesiastici, le vestimenta, learmi ed altri oggetti appartenentialla milizia, le armi proibite e lecose soggette a deperimento e capa-ci di recar danno ai magazzini. Ascanso d’inganni e di equivoci lepietre degli anelli e delle gioie nonvedranno punto considerate.

    Art.° 9.° I prestiti non saranno infe-riori ad una lira, né superiori a LireVenticinque, qualunque sia il valoredel pegno; ed alla stessa famiglianeppure in diverse volte potràimprestarsi più di Lire Cinquantasenza il permesso dell’Ordinario eDeputati.

    Art.° 28.° Il personale degl’Im-pie-gati che prestano servizio per questoIstituto consistono: 1° In un

    Montista, II° In un Computista, III°In un Stimatore, IV° Inun’Inserviente.Art.° 30.° Qualora non si trovasseropersone idonee, oneste e facoltoseche prestassero l’opera loro gratui-tamente, verrà loro assegnato unostipendio proporzionato alle renditedel Pio Luogo.

    Art.° 32.° È vietato concedere adEssi pensione e gratificazionedovendo lo stipendio tener loro vecedi sufficiente ricompensa, trattando-si di denaro del povero.

    Art.° 1.° (amministrazione interna)Il Monte sarà aperto al Pubblico duegiorni per settimana, cioè ilMercoldì ed il Sabato, incontrando-si in tali giorni una festa di precettosi aprirà il giorno innanzi.

    8. IL MONTE NEL ‘900 E SUA CESSAZIONEAll’inizio del ‘900, il numero delle

    operazioni effettuate dal Monte iniziò aflettere, probabilmente a causa dellafondazione della Cassa Rurale locale(poi Banca Cooperativa Cattolica).

    Nel 1931 lo Statuto dell’ente venneaggiornato,51 e contemporaneamentel’attività del Monte sembrò risollevarsiper poi cessare, definitivamente, duran-te gli anni della seconda guerra mon-diale (v. tabella n. 1).

    Nel 1947 il consiglio d’amministra-zione del Monte di Pietà ritenne che la

    funzione di un simile istituto era ormaisuperata dai tempi e quindi inoltròdomanda alla Banca d’Italia per potersciogliere l’ente.52 L’anno dopo il mini-stro del Tesoro, Pella, decretò la liqui-dazione dell’antiquato istituto.

    Il Ministro del Tesoro [...] Vista laistanza del Consiglio diAmministrazione del Monte diCredito su Pegno di Montefiascone(Viterbo) intesa ad ottenere lo scio-glimento e la messa in liquidazionedel Monte stesso, con la proceduraregolata dalle disposizioni di cui alTitolo VII, Capo III, art. 67., delcitato R. decreto-legge 12 Marzo1936, n. 375 e successive modifica-zioni; Sentito il ComitatoInterministeriale per il credito e ilrisparmio; DECRETA è revocatal’autorizzazione all’esercizio delCredito al Monte di Credito supegno di Montefiascone (Viterbo), elo stesso è messo in liquidazionesecondo le norme [...] Il presentedecreto sarà pubblicato nellaGazzeta Ufficiale della RepubblicaItaliana. Roma addì 3 Nov. 1948. IlMinistro: Pella

    In data 11 dicembre 1949, GuidoBartolozzi, nominato CommissarioLiquidatore del Monte, inoltrò doman-da alla Banca d’Italia per riceveredisposizioni sulla procedura di liquida-zione. Il 21 dicembre gli furono inviatele direttive richieste.

    Il “Mons Pietatis” di Montefiascone

    51 ASCM, Delibere Comunali; “Statuto delMonte di Pietà - Pubblicato il 9 settembre1931 - [Il Podestà] Visto il nuovo statutoper il locale Monte di Pietà deliberatodalla propria Amministrazione il 25Luglio del corr. anno e ritenutolo corri-spondente alle esigenze ed alle finalitàdell’Ente, delibera di esprimere parerefavorevole per l’approvazione superiore”.

    52 AMPM, carte sciolte; “Spettabile Banca

    d’Italia Succursale di Viterbo /Montefiascone 11. 8. 1947 - Come riferi-to per scritto e verbalmente, questo Enteha cessato la propria attività. Il Consiglioe Collegio Sindacale del Monte, riunitosi,ha preso la deliberazione che si allega enella quale espone il proprio punto divista. Si rimane in attesa della decisione dicotesta Banca. Con ossequi.”

  • 41

    ...il Commissario Liquidatore ha lepiù ampie facoltà per il realizzodelle attività dell’azienda. Per quan-to si riferisce, in particolare, ai beniimmobili, è opportuno fare eseguireima perizia giurata e, trattandosi diliquidazione coattiva, è preferibile,quantunque non sia d’obbligo, chesiffatta alienazione venga eseguitacol sistema del pubblico incantoimpartendo dal prezzo base corri-spondente all’incirca al valore distima degli immobili in questione.Ciò, peraltro, non esclude che, incasi particolari, ove sussistano giu-stificate ragioni di convenienza eco-nomica, da valutarsi dalla S.V., colparere favorevole del Comitato disorveglianza, si possa procedere allavendita a licitazione privata ed adun prezzo in ogni caso non inferio-re a quello di perizia...

    Il complicato iter della liquidazionesi prolungò fino alla fine del 1954. Trai vari intralci ci fu anche quello relativoall’estinzione dei vecchi legati annessial Monte.

    21 Maggio 1952 - Curia VescovileMontefiascone [...] Questa Curiasoltanto ora è in grado di poter dareuna risposta esauriente circa glioneri di culto fondati sul Monte diPietà di Montefiascone.Dall’investigazioni fatte in proposi-to, sono risultati i seguenti legati:a) n.8 Messe Legatarie al Capitolodella Cattedrale di Montefiascone,con scadenza al 31 Dic. di ognianno; b) Somma annua al Cappellano protempore della Chiesa di MariaSS;ma del Riposo di £. 43 (scudi 8).Testamento Fratelli Parenzi 1737;Atto Jona “nuova erezione delMonte” 1860. Legato perpetuo daerogarsi a beneficio di quellaChiesa.Per soddisfare pertanto ai detti oneri

    sento il dovere di chiedere che siabbia a trasmettere a questa miaCuria:1) La somma di £ 48.000, comecapitale da investire per la celebra-zione di n. 8 Messe annue, alla ele-mosina prosinodale oggi vigenteper le messe legatarie di £ 300 perognuna messa;2) la somma di £ 1000 (a meno chenon si voglie fare un benevoloaggiornamento) per capitale pure dainvestirsi per il Cappellano pro tem-pore della Chiesa di Maria SS.madel Riposo.Inoltre faccio ancora presente chesono state riscontrate, a caricodell’Amministrazione del Monte,forti lacune nell’adempimento deipredetti oneri negli ultimi decenni.In particolare: dal 1921 al 1951sono state omesse n. 128 messe edal 1396 al 1921 risulterebbero noncelebrate n. 98 messe.Per le sistemazione di tali omissionimi rimetterei alla Loro comprensio-ne per poterne poi riferire alla S.Congregazione del Concilio [...]Luigi Boccadoro Vescovo.

    L’accordo con la Curia vescovilevenne raggiunto tramite il pagamento di65.000 lire, comprensive degli obblighiomessi.

    La sede del Monte, composta da trevani,53 fu venduta a Florido Verdacchiche se la aggiudicò per 500.500 lire; ilvantaggio ottenuto da questa venditavenne considerato molto soddisfacentein quanto lo stesso immobile era statopreventivamente inventariato per150.000 lire.

    Tra le curiosità rilevabili dallo stes-so inventario emerge la considerazioneche il commissario liquidatore avevaper i vecchi documenti e i registri del-l’ente: “Registri e carte vecchie gettatialla rinfusa entro le casse e i mobili, dinessun valore”;54 e la natura dei dueultimi pegni che giacevano non riscat-tati presso il Monte: un lenzuolo e un

    grammofono rotto.L’ultimo documento relativo

    all’istituto è una ricevuta, datata dicem-bre 1954, rilasciata dal presidente del-l’orfanotrofio femminile, don LatinoSalotti, che dichiarava di aver ricevuto315.000 lire, dal commissario liquida-tore Bartolozzi, a favore del suddettoorfanotrofio. Questa cifra era dovutaall’eccedenza del bilancio finale del-l’istituto.

    53 Considerando che in origine la casalasciata dai Parenzi era composta da dodi-ci stanze, una cantina e una stalla (v.supra), si può dedurre che la maggiorparte dell’immobile fosse stata venduta inprecedenza per far fronte a necessitàfinanziarie.

    54 Attualmente sembrano essersi salvati sol-tanto poche carte sparse e tre registri - unoper il periodo 1742-1750 e due relativi

    agli ultimi decenni dell’attività - oggi con-servati in un archivio privato.