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Il Brivido Sportivo n.12 del 27/03/2013
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anno 87 - n.12 - Mercoledì 27 Marzo 2013 COPIAOMAGGIO
di AlessAndro riAlti
L’edItOrIALe
BATTAGLIE LE VINCONO LE SQUADRE
MA PURE I LORO
CAMPIONI
Tocca a lui più che ad ogni altro. A Stevan Jo-vetic che questa estate
parlando con Andrea Della Valle ha accettato di mettersi sulle spalle la Fiorentina per questa stagione con l’impegno, comune a tutta la squadra, di provare a tornare in Europa. Stevan ovviamente facendo questa scelta si è lasciato poi aperta la strada per mettersi a fine campionato ad un tavolo con Della Valle per decidere del proprio futuro. Per questo motivo, e non solo per questo motivo, Jovetic deve diventare l’uomo capace di dare l’ultimo colpo per arrivare davvero ai vertici della classifica. Las-sù dove la Fiorentina già c’è. Quindi si tratta di essere ca-paci, tutti assieme, ma con lui in testa a tirare, di imprimere ulteriore forza ad uno sprint che si sta facendo sempre più importante e vincente.
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Appunti di Viaggio Il Personaggio
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2 Il Brivido Sportivo - Mercoledì 27 Marzo 2013
di MArio tenerAni
Le teorie al riguar-do si sprecano e sono vecchie qua-
si quanto il gioco del cal-cio: le soste del campio-nato fanno bene o fanno male? Come il dibattito intorno ad un farmaco o una pietanza. Tutti han-no la soluzione, nessuno quella decisiva. La verità che ogni squadra ha una
propria logica e ogni logica va contestualizzata. La sem-
plificazione massima porta alla banalizzazione del dibattito, ma forse aiuta un po’. La sosta dà una mano, in linea teorica, alla formazione in crisi per ri-
sultati e infermeria: una pausa può consentire al tecnico e ai preparatori di lavorare in pro-fondità, recuperando qualche elemento. La sosta penalizza chi sta bene perché interrom-pe il ritmo di una marcia spe-dita, se non addirittura di una galoppata. E questa seconda ipotesi pare calzare come un guanto alla Fiorentina. Almeno in questa stagione le soste non hanno portato risultati ai vio-la, anzi ne hanno appesantito il cammino. E siamo dentro ad un’annata largamente positi-va, almeno fino ad ora, per la Fiorentina. Il primo pit-stop è arrivato dopo due giornate, esatta-mente domenica 9 settembre.
In questo caso non è possibile fare molti ragionamenti, ma affidarsi alla cronaca: i vio-la avevano battuto l’Udinese al Franchi e perso a Napoli. Al ritorno in campo dopo la pausa-nazionali è arrivata a Fi-renze una convincente vittoria (2-0) sul Catania. Più interessante il secondo pit-stop: la Fiorentina aveva appena dato il via a quello che poi sarebbe risultato il miglior momento della squadra fino a Natale. Trionfo (1-0) sul Bolo-gna al Franchi e al ritorno in campo pari poco convincen-te (contaminato pure da una pessima direzione arbitrale sfavorevole ai viola) a Verona (1-1 col Chievo).
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COLLABORATORIFrancesca Bandinelli, Andrea Giannattasio, Michela Lanza, Alessandro Latini, Tommaso Mattei, Ruben Lopes Pegna, Alessandro Rialti, Mario Tenerani, Giampiero Tosi.
FOTO La Presse
APPuntI dI VIAGGIO
Fiorentina: pit-stop POCO GRADITO...
3Il Brivido Sportivo - Mercoledì 27 Marzo 2013
È difficile scovare, tra i tanti veloci-sti mondiali, un italiano. Gli atleti statunitensi, giamaicani e africani hanno sempre spodestato tutti per il loro fisico imponente, per la loro corporatura, per la loro resistenza, per la loro velocità mista ad esplo-sività. La muscolatura ha sempre fatto la differenza tra un italiano, un ‘semplice’ italiano e un atleta di colore. La genetica lo conferma. La storia lo insegna. Ma lui era qual-cosa di più, era quell’eccezione che conferma la regola e ha regalato ai colori azzurri medaglie e fama in discipline olimpioniche nelle quali difficilmente l’Italia ha primeggiato nella sua storia. Stiamo parlando del grandissimo Pietro Mennea. Andava veloce l’atleta di Barletta, nato da una modesta famiglia (padre sarto e madre casalinga). Andava talmente veloce, lui che nascondeva i muscoli e il fiato nel suo corpo longilineo e bianco (179 cm per 66 kg), che la sfi-dava, la velocità. E ha iniziato a far-lo fin da quando all’età di 15 anni, su uno stradone di Barletta, sfidò in velocità, a piedi, una Porsche e un’Alfa Romeo 1750 sui 50 metri: le batté entrambe e – così dice questo splendido aneddoto che lo riguar-da – vinse 500 mila lire, con le qua-li si sarebbe poi pagato un cinema.
Insomma, Pietro amava così tanto le sfide, che ogni volta scendeva in pista, su quella calda e brulla pista rossa, affrontava e competeva con se stesso prima che con gli avversari. La sua umiltà, la sua tenacia, la sua voglia di vincere lo hanno portato ad essere un indimenticato numero 1. Un vincente. L’orgoglio di un Paese che solo pochi giorni fa, il 21 marzo 2013, ha pianto la sua prematura e fin troppo fulminea scomparsa. Ave-va 61 anni, Mennea, quando ha ‘de-ciso’ di correre veloce verso il cielo, lasciando la scena allo sbocciare di una primavera tardiva. Non correva più Pietro. Non era più sulla scena. Era chiuso nell’album dei ricordi, ma la sua morte ha d’un tratto fatto tornare in mente le sue gesta. Ha fat-to ricordare al mondo sportivo la sua grandezza. Ha gridato a tutti il suo essere eroe, difficile da battere. Lui che è stato campione olimpico nei 200 metri piani nel 1980. Lui che è stato, nella stessa disciplina, deten-tore del primato mondiale dal 1979 al 1996, con il tempo di 19’’72 (tempo registrato alle Universiadi di Città del Messico nel 1979 e battuto solo 17 anni più tardi da Michael John-son alle Olimpiadi del 1996). Lui che correva forte in pista tanto da aver vinto, in carriera, ben 24 medaglie
(15 d’oro, 3 d’argento e 6 di bronzo). Lui che… correva, correva, correva. Con quel volto scarno ed espressivo ed una capigliatura nera, ma già un po’ stempiata e ‘disordinata’. Era la Freccia del Sud. Per tutti. Era un velocista incredibile. Chi, anche tra coloro che non hanno vissuto in diret-ta le sue vittorie, non ha provato un brivido e un pizzico di commozione vedendolo, in qualche immagine di repertorio, alzare le braccia al cielo e piangere di gioia? Chi non si è emo-
zionato a risentire le note dell’inno di Mameli accompagnare il suo po-dio olimpico? Sono questi campioni quelli che rispolverano lo spirito pa-triottico nelle persone. Sono questi gli uomini che non saranno mai di-menticati, perché sono stati l’orgo-glio di un Paese come l’Italia che, davanti all’Azzurro, diventa meno federalista e sempre più unica e co-esa. E allora, un ultimo saluto meri-tato: addio campione da Brividi.Michela Lanza
Terzo pit-stop: nefasto per i viola. Ultima par-tita dell’anno solare a Palermo (0-3), vittoria schiacciante per pre-stazione e gol realizzati: dopo è stata notte fon-da. La sosta è durata da quella domenica fino al 6 gennaio. Ancora non è chiaro cosa sia suc-cesso in quel frangen-te: calo di tensione? Vacanza troppo lunga
per i giocatori conside-rando che la Fiorentina fu una delle ultime a tornare ad allenarsi? Troppo panettone? Non scherziamo... Probabil-mente dopo una buona volata, l’adrenalina è scesa di livello e dopo i viola hanno faticato a ritrovarsi. Anche se francamente il gioco non hai mai subìto un colpo decisivo, semmai
sono stati gli errori dei singoli la vera notizia. Uomini che fino ad al-lora avevano sbagliato poco o niente, hanno co-minciato ad inanellare errori. La Fiorentina nel giorno dell’Epifania ha perso in casa contro il Pescara (0-2), la forma-zione più debole della serie A. E pensare che due giorni prima la so-cietà aveva annunciato
l’acquisto di Pepito Ros-si... I viola sono caduti a ripetizione: a Udine (3-1), in casa in Coppa Italia con la Roma (0-1), poi un pareggio sofferto col Napoli (1-1), quindi sconfitta a Catania e fi-nalmente 3 punti, nel-la prima domenica di febbraio, col Parma al Franchi. Finita la galle-ria? Macché. Altro tonfo a Torino contro la Juve
(2-0), vittoria sontuosa con l’Inter a Firenze (4-1), nuova frenata a Bo-logna (2-1) e fine delle montagne russe con tre affermazioni consecu-tive a Firenze col Chie-vo (2-1), a Roma con la Lazio (0-2) e in casa col Genoa (3-2). La Fiorentina è scesa dall’altalena del 2013 dopo la terribile sosta invernale? Vorremmo
rispondere di sì, ma me-glio non sbilanciarci: siamo nel mezzo all’ulti-ma sosta del campiona-to... e al ritorno i viola voleranno in Sardegna. Cagliari non è mai stata dolce per la Fiorentina.
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Se n’è andato Pietro Mennea: ADDIO CAMPIONE DA BRIVIDI
Il ricordo
Fiorentina: pit-stop POCO GRADITO...
4 Il Brivido Sportivo - Mercoledì 27 Marzo 2013
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di MiCHelA lAnZA
Come sarà giocare senza Borja Vale-ro? È stato detto e
ridetto. Scritto e riscrit-to. Ormai, dall’ultima partita casalinga contro
il Genoa e da quel car-tellino giallo così tanto ‘bramato’ dallo spagnolo a oggi, l’argomento è sta-to trattato in ogni modo e da ogni sua sfaccetta-tura. Per questo sembra inutile parlarne ancora.
Appunto, sembra. Perché non è mai inutile né scon-tato parlare di un evento così straordinario: cioè assistere ad una partita della Fiorentina, a Ca-gliari, senza uno dei suoi uomini più importanti. Senza l’idolo ormai indi-scusso della gente. Senza l’uomo che addirittura
ormai ci rappresenta, tanto è diventato fiorentino d’a-dozione in così poco tempo. UN CENTRO-CAMPO PIÙ SO-LIDO. E allora,
come sarà il re-parto di centro-
campo senza di lui? Sicuramente meno
brillante, meno veloce, meno frizzante. Non sarà divertente come quando c’è lui e non parlerà spa-gnolo, ma con ogni proba-bilità avrà più sostanza, più muscoli, più ‘cattive-ria’. Sarà forse più soli-do, con Giulio Migliac-cio che, favorito su Sis-soko, sembra l’indiziato numero uno a prendere il
posto di Borja. Con Pizar-ro comunque in cabina di regia, la presenza di Aqui-lani e Migliaccio come in-terni dovrebbe assicurare dinamicità, agonismo e intuizioni. E pure qualche inserimento offensivo che potrebbe essere utile ad aprire, scardinare la dife-sa sarda. Certo, non sarà facile abituarsi all’idea di non vedere sul manto ver-de quel delizioso ‘pelato’, ma per una volta Firenze si abituerà a tifare una Viola meno spagnola e più napoletana (visto che Migliaccio è natìo di Mu-gnano di Napoli). Certo è che l’assenza di Borja Valero farà capire a tutti quale sia la sua importan-za. Quanto la presenza dello spagnolo incida in campo. Se è vero – come in tanti presumono – che anche il numero 20 sia in-sostituibile, come Pizar-ro. La speranza è, qualun-que sia il responso, che la sua assenza non incida sulla prestazione e sul ri-sultato della Fiorentina a Cagliari, perché il match
è importante tanto quan-to quello tanto atteso col Milan.BOCCATA D’OSSIGENO IN VISTA DEL ‘DIAVO-LO’. Certi che l’assenza di Borja Valero possa essere sopperita da un profes-sionista nonché ottimo giocatore come Migliac-cio, quello che conta, alla fine, sarà riabbracciare il ‘turista’ il 7 di aprile, quando a Firenze arri-verà il Milan di Allegri. Lui per primo ha fatto di tutto per esserci. Lui per primo ha avuto il timo-re di non giocarla quella partita (altrimenti non si sarebbe fatto ammo-nire col Genoa). Lui per primo vuole scendere in campo per affrontare quella che lui ha defini-to in più di un’occasio-ne «Un grande equipo». Vuole giocarla quella sfida, perché sarà un cro-cevia fondamentale per l’Europa anche se «Sarà una partita importante ma non decisiva – ha det-to Borja – se perdiamo a Cagliari, saremo al pun-
to di prima». Non vuole mancare con la squadra contro la quale ha segna-to il suo primo gol italia-no (e che gol!), lo stesso che ha definito «il più importante, contro una grande squadra, in uno stadio molto prestigioso». Eh già, come dimenticare la gioia di quella rete se-gnata a San Siro? In una partita in cui gli uomini di Montella annientarono e ‘umiliarono’ il Milan. In cui il centrocampo viola fu padrone assoluto del campo e mortificò Mon-tolivo & Co. Ma quella fu un’altra storia. Un al-tro momento. I rossoneri non erano quelli di oggi e quindi sarà importan-te resettare, cancellare, annientare momentanea-mente il ricordo di quella gara perfetta, per poter trovare la concentrazione giusta per farne un’altra inimitabile e splendida. Se possibile, ancor più perfetta. Partendo, però, da Cagliari. Senza quella tappa, il giro non conta. Borja o non Borja.
Sabato per la prima volta la Fiorentina sarà priva del centrocampista spagnolo già beniamino dei tifosi
Che dilemma aspettando la sfida di Cagliari: COME SARÀ GIOCARE
SENZA BORJA VALERO?
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5Il Brivido Sportivo - Mercoledì 27 Marzo 2013
di toMMAso MAttei
Pu-pu-pu-pu-pu-pu, sce-sce-sce-sce-sce, ddu-ddu-ddu-ddu-ddu. Forza Pusceddu alè. Era la sta-
gione 1996-1997, in panchina c’era Claudio Ranieri e sulla fascia sini-stra Vittorio Pusceddu, terzino sardo che sin da subito entrò nelle simpatie di tutti i tifosi viola tanto da meritar-si anche questo coro molto divertente. «Mi ricordo il coro che mi facevano e devo dire che la tifoseria viola è stato una delle poche, anzi forse l’unica che mi ha dedicato un coro». Sabato sarà una partita speciale per lui, sardo di Buggerru (comune del sud della Sar-degna) e con un passato importante in maglia rossoblù, ma che a Firenze ha vissuto un anno speciale. Cagliari-Fiorentina passa anche attraverso le sue emozioni raccontate in esclusiva al Brivido Sportivo.Pusceddu cominciamo dai suoi ricordi di Firenze e Cagliari.«A Firenze sono stato benissimo, ho solo tanti ricordi positivi. Il campio-nato non andò benissimo ma in Coppa delle Coppe facemmo grandi cose per-dendo in semifinale contro un super Barcellona. Fu un anno straordinario e poi con quei tifosi… eccezionali. Porto con me un grandissimo affetto per Fi-renze che devo dire ho sentito sempre ricambiato. Cagliari, invece, è la mia
casa. Sono sardo e tifoso del Cagliari. Per me sono due squadre splendide». Per lei sarà una partita speciale.«Sicuramente. Sarà una partita spe-ciale tra due squadre che stanno an-dando davvero bene. Sia i viola che il Cagliari stanno avendo un ottimo ren-dimento. Soprattutto per i sardi il gi-rone di ritorno è stato fin qui davvero buono (10 punti nelle ultime 5 parti-te, ndr). Faccio i complimenti a Pulga perché adesso nell’ambiente c’è una grande serenità visto che la salvezza è vicina. Sarà una bella gara dove le squadre non baderanno al risultato di comodo ma vorranno vincere».La difesa viola è partita alla grandissi-ma, poi ha subito una flessione. Come mai?«C’è stato un periodo dove tutta la Fiorentina, tutto il gruppo (e quindi non imputerei il calo solo al reparto arretrato) ha avuto una flessione e dunque la difesa ne ha risentito, visto che quando si parla di fase difensiva è tutta la squadra che deve partecipare. Comunque la difesa viola intesa come riparto rimane una delle migliori delle serie A. Anzi la Fiorentina sta facen-do qualcosa che va oltre anche le più rosee aspettative ma soprattutto credo che insieme alla Juve e al Milan sia la squadra che esprime il più bel calcio».Si parla molto della coppia di centrali
Gonzalo-Savic: lei che ne pensa? «Stanno giocando bene. Gonzalo poi è uno che segna tanto e sinceramente quando lo fa… beh, sono gol importan-ti visto che arrivano da un difensore: è veramente bravo negli inserimenti. Per quanto riguarda Savic, in Inghil-terra giocava poco e ora sta facendo benissimo».Domanda secca: cosa ne pensa della mancata convocazione di Pasqual in Nazionale?«Non volevo dimenticarmi infatti di Pasqual nel parlare della difesa. Sta avendo un rendimento splendido e credo che a livello nazionale dovrebbe addirittura ritagliarsi uno spazio per i Mondiali 2014. In fase difensiva, ma anche in quella offensiva, è il migliore della serie A. Se continua così Prandel-li non potrà fare a meno di chiamarlo».Torniamo a Cagliari-Fiorentina. Ci sa-ranno molto assenze da una parte e dall’altra: Nenè e Borja Valero sono squalificati, mentre Sau e Conti in dubbio. Chi soffrirà di più?«Il Cagliari ha attaccanti che possono sopperire alle assenze di Sau e Nenè quindi credo che soffrirà di più la Fio-rentina per la mancanza di Borja Va-lero». Crede nel raggiungimento del piazza-mento Champions della Fiorentina?«La Fiorentina se la può giocare con
tutte e quindi puntare al terzo posto. Certo con il Milan sarà dura avere la meglio, ma i ragazzi di Montella stan-no giocando molto bene e sarà una bel-la lotta. Sinceramente mi auguro che al terzo posto arrivi la Fiorentina».
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6 Il Brivido Sportivo - Mercoledì 27 Marzo 2013
IL PersOnAGGIO
di AlessAndro lAtini
Faccia sbattuta da jet lag, felpa d’or-dinanza e diverse
valigie da trascinarsi dietro. La prima settima-na fiorentina di Giusep-pe Rossi è iniziata così lo scorso martedì, giorno che lo stesso Pepito non dimenticherà tanto fa-cilmente. L’arrivo a Fi-renze è stato piuttosto travagliato. L’attaccante era atteso a metà matti-nata salvo poi far sapere a tutti che la coincidenza a Francoforte era stata persa e sarebbe arriva-to all’ora di pranzo. Il via vai di cronisti e tifo-si a Peretola è stato in-cessante e vano, perché all’aeroporto tedesco
hanno bloccato Rossi al momento dell’imbarco. Troppi oggetti elettroni-ci al seguito, per portarli in Italia - dopo mille di-scussioni - Giuseppe ha dovuto pagare una mul-ta di 1.400 euro. Per lui non saranno certo tanti, ma ne avrebbe fatto vo-lentieri a meno. Supe-rato l’inghippo (e perso anche il secondo aereo) è finalmente arrivato a Peretola alle 18.05. Que-sta volta il bagno di folla è stato inevitabile, con una cinquantina di tifo-si e altrettanti giornali-sti ad erigere un muro davanti all’uscita dei passeggeri. Faccia qua-si spaventata, dopo la lunga giornata di attesa non si aspettava nemme-
no quell’accoglienza. E invece autografi e foto per tutti, cori da parte dei tifosi e le consuete prime dichiarazioni: «Fi-nalmente! Sono contento di esserci, non vedo l’ora di scendere in campo per allenarmi. Spero in un gran finale di campiona-to, voglio dare una mano alla squadra». Il pensie-ro di tutti corre al rientro in campo, alla Nazionale e all’intesa con Jovetic. Ma Pepito, giustamente, frena e riporta tutti con i piedi per terra: «Sono contento che Montella e Prandelli mi aspetti-no, ma io adesso devo pensare al ginocchio. Jovetic? Quando sarò completamente guarito ci sarà tempo anche per
trovare l’intesa con lui, adesso cerco solo quella con il mio ginocchio». Rossi si infila in macchi-na, accompagnato dal suo procuratore Andrea Pastorello (che nelle in-terminabili ore di attesa a Peretola aveva anche rivelato di come il gio-catore fosse stato ad un passo dal Bayern Monaco prima del secondo infor-tunio) e dal fido Luke Bongiorno, preparatore personale dell’attaccan-te italo-americano.MAGIE CON IL PAL-LONE. I giorni seguenti sono stati un crescendo di emozioni ed attese. Il primo allenamento con la maglia della Fioren-tina all’interno del cen-tro sportivo è andato in scena nella giornata di mercoledì. Palestra ed esercizi specifici, ma il pallone non era previ-sto. La voglia di ritoc-carlo per qualche ‘nu-mero’ era però troppa. Rossi se n’è fatto dare uno ed ha cominciato a palleggiare all’interno della palestra. Un picco-lo fuori programma, che ha acceso ancora di più l’entusiasmo della gente. Ed il giorno dopo i tifosi della Fiorentina hanno capito per davvero cosa vuol dire avere Giusep-pe Rossi in squadra. Il primo allenamento sul campo con il pallone ha deliziato i pochi che han-no avuto la fortuna di vederlo. Il breve video diffuso dal sito ufficiale della Fiorentina ha mo-strato un giocatore dalla tecnica impressionante, capace di fare qualsiasi cosa con il pallone tra i
piedi. Rossi va avanti al ritmo di due allenamenti al giorno, anche quando per il resto della squadra è prevista una sola sedu-ta. E nel fine settimana ha ricevuto anche i salu-ti di Andrea Della Valle venuto a Firenze proprio per dargli il proprio per-sonale benvenuto. Diffi-cile ipotizzare ancora il giorno in cui scenderà in campo per la prima volta con la maglia del-la Fiorentina, ma l’ot-timismo cresce giorno dopo giorno anche per
qualche ‘apparizione’ in questo campionato (pos-siamo ipotizzare le ulti-me 3-4 partite). Molto, se non tutto, dipenderà dalla visita di controllo del 4 aprile in Colorado con il professor Richard Steadman. Quello sarà lo snodo cruciale. Se il responso dovesse essere davvero positivo Mon-tella avrebbe un moti-vo in più per sorridere. E a quel punto l’intesa con Jovetic potrebbe es-sere l’arma letale nello sprint per Europa.
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7Il Brivido Sportivo - Mercoledì 27 Marzo 2013
di AndreA GiAnnAttAsio
Molti, lì per lì, ci avevano pure fatto una risa-
ta alla sola ipotesi che Luca Toni potesse tor-nare a vestire la maglia viola. Non c’è da stupir-si, del resto, se questa era stata la naturale re-azione persino del capi-tano viola ed ex compa-gno di tante avventure Manuel Pasqual. Oggi però, rileggendo i nu-meri collezionati dal ri-nato bomber di Pavullo (che in 23 presenze con la maglia viola ha già messo insieme la bel-lezza di 7 reti, tutte se-gnate al Franchi, e ben 4 assist), c’è da rimane-re increduli davanti a cotanta ‘araba fenice’, risorta letteralmente dalle sue ceneri e pron-ta a spiccare nuovamen-te il volo per riportare la sua Viola nell’Europa che conta. Il vero colpo dell’estate, in fondo, è stato proprio lui. Tutto merito dell’ambizioso e lungimirante Andrea Della Valle, che ha de-ciso di puntare ancora una volta sul suo ca-vallo di battaglia (e di
ritorno…) preferito per la scalata alla Cham-pions (che Toni, nella sua prima avventura a Firenze, aveva con-quistato per ben due volte sul campo). Un ritorno, quello dell’ex Bayern, che adesso però sembra destinato a continuare ancora. Il rinnovo contrattuale dell’attaccante con la Fiorentina sembra in-fatti ormai alle porte e rappresenta per la di-rigenza viola una pura formalità, oltre che un vero e proprio premio per uno dei veterani di casa viola il quale appunto dovrebbe al-lungare di almeno altri 356 giorni la permanen-za a Firenze prima del possibile (anzi, molto probabile) ingresso in società come uomo di fiducia dei Della Valle. Dalle parole dello stes-so Toni – testimonial di un recente evento or-ganizzato dallo sponsor Lotto a Calenzano - tra-spare del resto grande ottimismo sul prolunga-mento del matrimonio con il club di viale Fan-ti: «Da parte mia non c’è nessun problema
a restare a Firenze: io mi alleno tutti i giorni e cerco sempre di dare il massimo per questa maglia. Quando il di-rettore Pradè vuol ve-nire per farmi firmare sa dove trovarmi». Ag-giungendo anche: «La mia carriera finirà qui, dopo Firenze mi fermo, voglio chiudere con la Fiorentina». Una firma che ormai, dopo il rin-novo di un altro pilastro dello spogliatoio viola come Lupatelli, sembra ormai in dirittura d’ar-rivo. Poi uno sguardo al presente, con la lotta europea della Fioren-tina: «In queste setti-mane stiamo attraver-sando un bel momento: adesso ci prendiamo questa sosta per rilas-sarci e divertirci, con l’obiettivo di riparti-re alla grande. Il terzo posto? Ce la mettere-mo tutta per arrivare il più in alto possibile: la Champions per noi rappresenterebbe qual-cosa di straordinario». E Toni, con ormai il suo meritato rinnovo in ta-sca, è determinato a riportarla a Firenze e a giocarla. A tutti i costi.
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La Fiorentina del futuro sta nascendo adesso. Andrea Della Valle ha
rilanciato: vuole una squa-dra capace di dare l’assalto all’Europa, magari anche a quella che conta. Mancano pochi innesti per ricercare la perfezione, Pradè e Macìa non potranno sbagliare. Det-to che arriveranno Oleksand Yakovenko dall’Anderlecht e Marcos Alonso dal Bolton, entrambi a costo zero, gli investimenti del club viola non si fermeranno qui. Si co-mincerà dal centrocampo.SIRENE OLANDESI. Jordy Clasie, il regista classe ‘91 sul quale si sono posati gli occhi della Fiorentina, intanto ha fatto arrivare il suo gradimento. Dopo le parole del suo procurato-re, il giocatore olandese cresciuto nel Feyenoord ha parlato direttamente dal ri-tiro con la nazionale orange: «Il mio passaggio in Italia? In questo momento non so molto di questa trattativa - ha ammesso ridendo - più o meno quanto voi. In questo momento non posso dire
niente, nelle prossime setti-mane verrà fatta chiarezza sul mio futuro». Parole im-portanti le sue, che arrivano ventiquattro ore esatte dopo quelle del suo manager, Wes-sel Weezenberg. Sul fatto che la Fiorentina abbia chie-sto informazioni su di lui non ci sono dubbi, lo ha ammes-so lo stesso Feyenoord. Per il momento si aspetta il rien-tro del giocatore dalla Nazionale, poi si di-scuterà nello spe-cifico del costo del cartellino (i viola sono pronti ad of-frire cinque milioni e mez-zo). Non ap-pena Daniele Pradè rientre-rà dagli Stati Uniti, la tratta-tiva entrerà nel
vivo. È vero che il manager ha detto che la presenza di David Pizarro (che a fine stagione ribadirà o meno la volontà di arrivare a sca-denza di contratto, nel 2014) in rosa potrebbe in qualche modo fare ombra al suo as-sistito, ma al tempo stesso è proprio il cileno la chiave di volta della situazione. Po-trebbe aiutare a crescere il giocatore e far sì che nel giro
di un paio di stagioni pos-sa diventare uno dei
migliori registi del campionato italia-no, lui che in Ere-divisie nel giro di un anno è stato in grado di conqui-stare tutti.SIRENE SPA-GNOLE. L’alter-
nativa a Clasie si chiama Tino Costa.
Argentino, classe
1985, da tempo nel mirino della società viola. Un po’ regista, un po’ centrocampi-sta centrale, all’occorrenza anche trequartista, il gioca-tore di proprietà per Valen-cia è un tutto fare nel mezzo. Anche per questa sua ver-satilità piace tantissimo ai viola. In più, e non è un fat-tore da sottovalutare, al di là del costo del suo cartellino, intorno ai dieci milioni, il club spagnolo non sta attra-versando un buon momento. È finito in mano alle banche e queste difficoltà economi-che, un po’ come accaduto con il Villarreal per Borja Valero e Gonzalo Rodriguez, in qualche modo potrebbero facilitare la trattativa. Gio-catore esperto, con espe-rienze in ogni campionato del mondo - Spagna, Francia, Brasile e Argentina - potreb-be dare un contributo im-portante in una Fiorentina di calibro europeo.SIRENE FRANCESI. Davan-ti, la Fiorentina ha intenzio-ne di stringere per Pierre Emerick Aubameyang, at-taccante del Saint-Etienne che i viola stanno inse-guendo da tempo. Sono
già stati fatti diversi blitz in Francia, l’obiettivo adesso è quello di chiudere il prima possibile, specie prima che il Psg si faccia concretamente avanti. Il giocatore nel frat-tempo ha già fatto capire di essere prossimo all’addio dal proprio club: «Sono pronto per un grande club - ha di-chiarato - vedremo cosa mi riserverà il futuro». Nelle ultime ore, intanto, si sta-rebbe facendo avanti pure l’Arsenal: il giocatore per il momento è affascinato dalle sirene italiane e la società viola pare in vantaggio sul-le dirette concorrenti. Non è diminuito nemmeno l’in-teresse per Lisandro Lopez, cercato insistentemente fin dalla scorsa estate: l’argenti-no però potrebbe rinnovare con il club di Aulas ed esclu-dere a priori la possibilità di un passaggio in Italia. Della Valle non molla. Molto, però, dipenderà dalla qualifica-zione europea della squadra viola, perché il terzo posto significherebbe milioni in più a disposizione.
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Che barba quando e un si gioha noi! Una domeniha senza vio-
la gli è roba da astemi! E dice che c’è stao l’azzurro! Ma che vo’ mettere? Pri-ma di tutto i’vostro amiho, perché mi’amiho e un n’è di certo, de’ nostri e un n’ha chiamao nemmeno uno, anzi gli ha chiamao Cespuglio che finché gli era viola e gli avea mille difetti, ora che gli è grana-ta e li ha persi tutti! Se l’e-ra andao a’ gobbi e doven-tava titolare ‘namovibile. Pasqual se un tu lo chiami sotto Pasqua o quando e tu lo vo’ chiamare? E Aquila? Ma che ce n’hai un artro come lui a centrocampo? Ma che l’ha’ visti bene? O
che è meglio passatina? Vaia, vaia, e tu se’ gobbo nell’animo, tanto i’nonno e l’ha sempre detto. Miha che tu ci faccia un dispia-cere, eh! Se un tu li chiami e stanno qui, e s’allenano per bene a casa sua, e un rischian di fassi di’male… gli è sortanto pe’ avere un po’ di frizzo anche noi e la scusa pe’ segui’ le partie della Nazionale. Anche un Italia-Brasile e pizziha poho. E brasiliani e son più ndreo delle martinicche de’barrocci. Poero Filip-pone e ce n’ha da laorare, speriamo e un faccia la fine di’ Lippo Lippi, dalle stel-le alle stalle, anzi proprio n’un merdaio, perché lui e gioha ‘n casa e ‘n Brasile e voglian vincere, ma l’erba voglio la un nasce nemmen
ni’ giardino di’ re e se un si danno una regolaa e troano un par di fenomeni a cen-tro campo e vedan vince’ quegli artri, come ni’ Cin-quanta! E noi? Malaccio un s’è giohato, ora e ci si prepara a i’grande incon-tro (giocato ieri sera, quan-do il giornale era in stampa, ndr) da tre punti con Marta (no è un n’è la mi’ cognata, e gli è l’isola de’ temprari!) che la n’ha appena presi sei dalla Bulgaria, o come si fa trovacci i’patosse? E mi ci vole e’ cerotti agli occhi pe’ non addormen-tammici? O che vo’ mette-re un Cagliari-Fiorentina? E un si sa ancora se sarà vietao a’ maggiori di se-dici anni, cioè stadio voto, o se quarcuno e ci potrà andare. Pe’ noi tutta pia-
na, a Cagliari e n’andava a i’massimo una trentina, meglio se la fanno a stadio voto, e gli è come giohare ‘n campo neutro. No, perché e un so se serve ridillo, ma a noi e ci vole e tre punti anche lì, pe’ presentassi allo scontro diretto con gli
strisciati di’ Diavolo a tiro di vista. Perché se gli è a tiro la voglia di ripigliallo o passagni addirittura avan-ti e la centuplica le forze. Ragazzi e siamo ‘n ballo e bisogna ballare e i’ nonno e vo’ risenti’ la musichina, e ci ha belle pronto i’regi-
stratore! Nell’attesa e mi metto ‘n posizione, cislon-ghe, senza pledde perché i’freddo gli è passao, fiasco di quello bono e teleco-mando, a aspetta’ che ven-ga la luce verde. E li bru-cio tutti, artro che Alonso! Forza Violaaaaaaaaaaaaa!
IL PUNGIGLIONE
JOVETIC ALLA JUVE? IL TORMENTONE CI È VENUTO A NOIA
Di mandare api a Tuttosport ci è un po’ venuto a noia, ma loro insistono. È apparso sulle pagine del quotidiano sportivo l’ennesimo pseudo-scoop su Jovetic , un sacco di discorsi che poi non dicono nulla, la solita lista
delle possibili pedine di scambio (Marrone, Giovinco, Matri e Quagliarella i più gettonati), la solita rinnovata fiducia che alla fine la Fiorentina cederà. Al momento son tutte balle. Sinora non è arrivata nessuna offerta alla Fiorenti-na per Jovetic. Pradè ha detto e ripetuto a chiare note che ha il divieto della proprietà di intavolare trattative con la Juventus. Difficile dire, oggi, cosa suc-cederà a giugno. Il destino sportivo dei giocatori è legato agli eventi: chi può dire quello che riuscirà ad ottenere la Fiorentina o come giocherà Jovetic da qui alla fine? Però quello che ci sentiremmo, oggi, di escludere, è che il monte-negrino approdi davvero alla Juve. I rapporti calcistici ed extracalcistici tra le due società, soprattutto tra le due proprietà, rendono difficile qualunque con-tatto, e non si tratta di impressioni, ma di dichiarazioni ufficiali. Quindi perché insistere se non per seminare zizzania? E a chi semina zizzania noi mandiamo le api col rovente pungiglione.
12 Il Brivido Sportivo - Mercoledì 27 Marzo 2013
GInnAstICA
di MAriA ConsiGliA GrieCo
Due giorni di pienissi-ma attività per il Cen-tro Ginnastica Firenze
A.S.D. e i suoi ginnasti, impe-gnati su tre differenti campi gara nel week-end appena trascorso. La prima pedana è stata la più familiare, quella di casa, perché sabato 23 marzo la palestra di Sorgane ha ospi-tato il campionato regionale federale di serie D di ginna-stica artistica maschile e fem-minile; per il CGF è partita la squadra Allieve, con Sara Cor-sini, Alessia Ravenni e le de-buttanti Sofia Giannandrea e Alice Magugliani (classe 2002 e 2003): dopo le cinque rotazio-ni in programma, agli attrezzi minitrampolino, volteggio, pa-rallele asimmetriche, trave e corpo libero, le piccole ginna-ste hanno conquistato un buon ottavo posto e il passaggio alla finale nazionale di Pesaro.
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In Nazionale la serie D maschile e femminile; due medaglie in Prima categoria
A metà giornata è toccato alla sezione maschile e alle due squadre Allievi, composte da Niccolò Falciani, Tommaso Mattei, Pietro Sacchi e Ga-briele Sollai (squadra Bianca) e Francesco Di Luca, Cosimo
Donati e Pietro Samson (squa-dra Rossa), rispettivamente terza e quarta classificata, ol-tre che qualificate alla nazio-nale, dopo le prove ai cinque attrezzi minitrampolino, vol-teggio, parallele pari, sbarra e corpo libero, e nonostante le assenze dell’ultimo minuto – per infortunio – dei compa-gni di squadra Mirko Bigazzi e Leonardo De Mattia. Ha chiuso il lungo sabato di gara la categoria Open, dove per il CGF è toccato a Chiara Cor-tese, Irene Gensini, Costanza Mugnai, Ricciarda Nencini e Camilla Vannucchi: al ter-mine delle cinque specialità è stato sesto posto in classifi-ca, ed en plein per la società fiorentina, che ha qualificato quattro squadre su quattro alle finali di giugno.
La domenica delle Palme ha visto invece il Centro Ginna-stica dividersi su due fronti: quello federale, a Rosigna-no, con la finale regionale del Torneo Allieve, e quello UISP, con la seconda prova del campionato toscano di Prima categoria. E dalla pro-vincia di Livorno è arrivata la splendida medaglia d’ar-gento – e il titolo di vicecam-pionessa toscana di seconda fascia – di Anita Bartolozzi, undicesima posizione per Ginevra Gai, ventesima per Saramay La Rocca, mentre in prima fascia Giorgia Ban-chi ha sfiorato il podio, quar-ta classificata. Elena Gensi-ni, altra allieva del 2002, è invece stata costretta a dare forfait per infortunio e sta-volta non è ha potuto essere
presente a Rosignano con le sue compagne.Le ginnaste impegnate nel-la seconda prova di Prima categoria UISP a squadre si sono ritrovate invece a Bar-berino del Mugello, e sono tornate a Firenze con altre due medaglie, un bronzo per le junior Sara Corsini, Arianna Giannelli, Alessia Ravenni e Annachiara Sotti-li, e un argento per le picco-le esordienti tra le squadre miste Elisa Caldini, Cateri-na Cicali, Caterina Greci e Ludovica Mazzuoli; quarta l’altra squadra esordiente, con Sofia Giannandrea, Ali-ce Magugliani, Rebecca Levi Micheli e Giulia Raviglione. Ha dovuto rinun-ciare alla gara,
per infortunio, la senior in-dividualista Bianca Aterini, che tornerà certamente in pista per la finale regionale del 21 aprile a Livorno.Ormai vicinissima la finale del campionato nazionale di serie A1/A2 di ginnastica ar-tistica maschile e femminile: le prenotazioni per l’evento del 6 aprile 2013 al Mande-la Forum saranno aperte su www.centroginnasticafirenze.it ancora solo per pochi giorni, ma le vendite continueranno presso il circuito BoxOffice e, naturalmente, all’ingresso del palazzetto il giorno della gara.
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I nomi delle SEMIFINALISTE del METROPOLI C5!
di niColA CeCConi
Appena terminata la fase a gironi, si sono svolti nella settimana passata i quar-ti di finale del 13° torneo Metropoli di
calcio a 5. Non poche le novità in questa bel-lissima manifestazione che fra le tante adesio-ni ha visto quella di molte squadre nuove che tutt’ora stanno svolgendo il ruolo di protagoni-ste del torneo. Gli Shkodra, ad esempio, hanno acceduto alla semifinale grazie all’8-3 rifilato ai Red Hot (squadra vincitrice del torneo lo scor-so anno) e grazie a Vishi Bledar, mattatore del match con le sue 5 reti messe a segno. Anche la Mactina Football Club ha passato il turno e lo ha fatto in virtù del 5-1 rifilato alla Gang Bang del Bosco. Da sottolineare la prova di
Pileggi Alessio, autore di una bella tripletta. I Betrunkenen hanno salutato invece il tor-neo dopo essere stati sconfitti di misura (7-5) dall’Audax AS, che può ringraziare in particolar modo la coppia Barbaro-Lontano che ha di fatto portato la squadra in semifinale. Unico match a finire ai calci di rigore dopo il 5-5 dei tempi regolamentari è stato quello fra i Ragazzi di Ca-palle e il Drink Team, con questi ultimi che dal dischetto hanno fatto bottino pieno, al contrario degli avversari che hanno commesso tre errori consecutivi che gli sono costati l’eliminazione. Composta quindi la griglia delle due bellissi-me semifinali: da un lato Audax AS-Shkodra e dall’altro La Mactina FC-Drink Team. Chi vince accede alla finalissima. Entrambi i match sono apertissimi ad ogni risultato.
La settimana scorsa sono arrivate le conferme matematiche di squadre che sono state decretate ‘Campione’ nei vari gironi di C5 e C7, con 2 o ad-dirittura 3 giornate di anticipo. Come ad esempio, nel girone SPAGNA C5, dove l’A-Team(2) ha ottenuto il terzo titolo della sua lunga storia blu-fuxia e lo ha fatto in virtù di una vittoria fin troppo agevole contro la Banda Barzotti: 26-0 il risultato finale, che ha spento tutte le speranze degli av-versari che speravano in qualche pas-so falso nelle ultime gare. 53 punti totali in 20 gare giocate, frutto di 17 vittorie, 2 pareggi ed una sola sconfitta. Anche nel girone DANIMARCA C5 è arrivata la riconferma della forza del Back in Black che ha ottenuto il secondo titolo consecutivo del girone di Campi.
La formazione capitanata dal bomber Massari ha finora messo a segno oltre 160 reti (di cui 74 proprio da Massari) che hanno fruttato un bottino di 54 punti in 20 gare: 18 vittorie e 2 sole sconfitte. Per la cronaca, è terminata 11-2 la partita contro il Delta Soccer, che gli ha di fatto consegnato il titolo di ‘Campione’ a 2 giornate dal termine. Nel girone RUSSIA C7 la sconfitta per 3-4 dei Dox amici di Filippo.org e la conseguente vittoria per 7-0 della Combriccola del Fiasco contro il Pipo Pirelli Team, hanno calato il sipario sul campionato, consegnando per il terzo anno consecutivo lo scettro dei più for-ti proprio alla Combriccola del Fiasco. Nelle 18 gare giocate la formazione pluri-campione ha ottenuto 14 vittorie, 2 pareggi e altrettante sconfitte.
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14 Il Brivido Sportivo - Mercoledì 27 Marzo 2013
CALCIOtOsCAnA
COPPA TOSCANA DI C5 E 7: AL VIA LA FASE REGIONALE
di steto
Ha preso il via gio-vedì 14 marzo la Fase Regionale
della Coppa Toscana per il C5 e per il C7. Sono otto le formazioni del Cal-cio Toscana in gara per la provincia di Firenze, equamente distribuite fra calcio a 5 e calcio a 7.COPPA TOSCANA CALCIO A 5Nel C5 sono 12 le for-mazioni partecipanti alla Fase Regionale, suddivise in 4 gironi di 3 squadre ciascuno che si sfideranno in un mini-campionato con gare di sola andata. Le gare che termineranno in parità avranno il proprio epilo-go ai calci di rigore: in-fatti verranno assegnati in classifica 3 punti alle squadre vittoriose nei tempi regolamentari, 2 punti a chi vincerà dopo i calci di rigore, 1 punto alle formazioni sconfit-te ai tiri dal dischetto e 0 punti a chi perderà al termine dei 40 minuti regolamentari (2 tempi di 20 minuti ciascuno). Le prime due squadre classificate di ciascun girone accederanno alla
Fase Finale, che si dispu-terà con gare ad elimi-nazione diretta, a partire dai quarti di finale.Per le 4 squadre fioren-tine (inserite ognuna in ciascun diverso girone) raggruppamento proibiti-
vo per l’AC Giglio C5 che trova i pratesi del W.K.P. (terzi alle scorse Fasi Fi-nali Regionali di Massa) ed il G.S. Milleluci (for-mazione pistoiese che sempre si è ben compor-tata negli ultimi anni).
Pescano invece una for-mazione di Livorno ed una di Pistoia le altre nostre tre squadre: per il FC Fuoriforma - arrivato a questa Fase Regionale grazie al successo nello spareggio contro l’AC Reale - ci sono FC Scarfa-ce (Pistoia) e Mattia Tour Operator (Livorno). Inse-rite rispettivamente nei gironi A e B, il FC Deva-stanti ed Il Fortino han-no sicuramente tutte le carte in regola per anda-re avanti (ci auguriamo il più possibile) in que-sta manifestazione: alla formazione di Riccardo Poli toccano i livornesi del Caffè Toscano ed i pi-stoiesi de Les Merendes, mentre Il Fortino se la vedrà con Arci Sarripoli Gello (Pistoia) e Risto-rante Ciaponi (Livorno).COPPA TOSCANA CALCIO A 7Nel C7 sono 10 le forma-zioni partecipanti alla Fase Regionale, suddivi-
se in 2 gironi formati da 5 squadre ciascuno che si sfideranno in un mini-campionato con gare di sola andata. Le gare che termineranno in parità avranno il proprio epi-logo ai calci di rigore: i punti assegnati in classi-fica saranno i medesimi di quelli per il calcio a 5. Le prime due squadre classificate di ciascun girone accederanno alle semifinali (gare ad eli-minazione diretta) della manifestazione.Due delle quattro for-mazioni fiorentine (US Grassinina e Florence Patriots) sono state inse-rite nel girone A, mentre le altre due squadre (Se-cretkick 08 C7 e Lokomo-tive Oxfam) sono finite nel gruppo B. Più arduo per le formazioni fioren-tine - rispetto al calcio a 5 - andare avanti nella manifestazione: riuscire a centrare i primi due posti nel girone non sarà
agevole, ma ricordiamo che appena un anno fa la Lokomotive Oxfam andò a giocarsi i quar-ti di finale della Coppa Toscana, venendo elimi-nata dai livornesi dalla Mediterranea Legnami che ritrova quest’anno nel girone; il gruppo B è poi completato da due formazioni pistoiesi (ASD Cutigliano 2010 e Val Sestaione). Pure nel girone A due squadre di Pistoia (Torquatester e Quei Bravi Ragazzi) sfi-deranno le nostre due compagini che se la do-vranno vedere anche con i forti pratesi dell’A.S.D. Olimpia Tavola 1965.Facciamo quindi il no-stro più grosso in bocca al lupo alle formazio-ni fiorentine in lotta in questa Fase Regionale della Coppa Toscana!
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Come due anni fa. Alla vigilia di Pasqua la Fiorentina gioca di
nuovo a Cagliari, allora al Sant’Elia, oggi all’Is Are-nas. E speriamo che anche il risultato sia lo stesso di quel 23 aprile 2011. Certo è che dei protagonisti di quel match in casa viola ne è rimasto uno solo, anche se importantissimo come il ca-pitano Manuel Pasqual. Gli altri, compresi quelli che erano in panchina, sono an-dati verso altri lidi, a comin-ciare dall’allenatore Sinisa Mihajlovic. Il tecnico serbo nella sfida in Sardegna quel giorno manda in campo la
A Cagliari prima di Pasqua come 2 anni fa: SPERIAMO NELLA BELLA SORPRESA
Segue dalla prima
seguente formazione, schie-rata con il 4-3-2-1: Boruc; De Silvestri, Gamberini, Kroldrup, Pasqual; Behra-mi, Donadel (D’Agostino dal 33’), Montolivo; Cerci (Marchionni dal 74’), Mutu (Salifu dal 90’); Gilardino. Nelle file del Cagliari, gui-dato da Roberto Donadoni, ci sono tra gli altri l’ex vio-la Agostini e il futuro gi-gliato Lazzari. Mihajlovic schiera in cabina di regia Donadel, sostituito causa infortunio, poco dopo la mezz’ora da D’Agostino, con Montolivo e Behrami interni. Cerci e Mutu gio-cano alle spalle di Gilardi-no. La partita non è bella e si avvia all’intervallo senza
regalare la minima emo-zione. Si accende, però, in pieno recupero. Mutu recu-pera il pallone nella metà campo rossoblu e serve Cerci. L’ex romanista con-trolla la sfera con il destro, se la porta sul sinistro e la-scia partire un tiro impren-dibile per il portiere del Cagliari Agazzi. È un gol di straordinaria bellezza. Così la Fiorentina conclude la prima frazione di gioco in vantaggio. La ripresa parte con il botto. Dopo neppure un minuto Cossu, servito da Acquafresca, lascia par-tire un missile dal limite dall’area sul quale nulla può l’incolpevole Boruc. La Fiorentina, però, non
accusa il colpo e si ripor-ta nuovamente all’attacco. Behrami impegna severa-mente Agazzi con una gran botta. Il numero uno rosso-blu non trattiene, però, il pallone sul quale si avventa immediatamente Cerci che realizza la rete del nuovo vantaggio viola. Per Ales-sio Cerci, a lungo contesta-to dai tifosi gigliati duran-te la stagione, è la prima doppietta della carriera in serie A. Diventano tre i gol da lui segnati con la Fio-rentina dopo quello siglato al Chievo. Il Cagliari subi-sce il colpo del nuovo svan-taggio e stenta a riorganiz-zarsi. Anzi sono i viola ad avere la possibilità di chiu-
dere il match poco dopo la mezz’ora con Marchionni, appena subentrato a Cerci. Ma il tiro dell’ex parmense viene respinto da Agazzi. L’unica occasione degna di nota per il Cagliari ce l’ha Acquafresca in pieno recupero. La sua conclu-sione, però, è respinta con i piedi da Boruc. Nel finale Mihajlovic fa esordire in serie A il giovane centro-campista Salifu, acquistato nel mercato di gennaio dal Vicenza. Per lui è un pome-riggio davvero speciale. La Fiorentina, dunque, ottie-ne una vittoria importante su un campo tradizional-mente difficile. In Sarde-gna ha infatti conquistato
soltanto tre vittorie nel corso della sua storia. Il primo successo risale al 1965/66, allo stadio Amsi-cora quello dove il Cagliari conquistò lo scudetto nel 1969/70. Fu il centravanti Paolo Nuti a firmare il gol dell’1-0. Il secondo succes-so, per 2-0, i gigliati lo ot-tennero nel 2006/07 grazie a una doppietta di Luca Toni, tornato a Firenze quest’anno. Sarebbe bello che fosse proprio lui (ma va bene anche se segna un altro) a firmare una nuova vittoria della Fiorentina nel nuovo stadio del Ca-gliari. La Pasqua così per i tifosi viola sarebbe bella anche questa volta.
La Fiorentina è quarta con merito, senza mai avere avuto un regalo, senza aver rubato nulla, senza aver avuto dalla sua vantaggi sproposita-ti dalla classe arbitrale. Sta lassù perché se lo me-rita, perché ha qualità nel gioco, nella gestione del gruppo e nel rapporto con la città. Ma ora biso-gna che questa squadra sappia trovare le ultime energie, cioè deve saper ‘succhiare’ dal fondo del barile. Ed è Stavan l’uomo che ha più forza, più qualità, il giocatore che sta portando la sua Nazionale verso i Mon-diali. Stevan che è già in doppia cifra per i gol segnati e può farne an-cora di più. Stevan che tutti hanno visto sapersi prendere il peso, l’onere della squadra e del suo gioco quando le cose non si mettono bene. Il leader al di là delle doti psicolo-giche, morali, legate alla personalità. Stevan, l’uo-mo più forte, il campione che deve ancora crescere ma che ha già le stimma-te del fenomeno. Tocca a lui, più che ad ogni altro, rimboccarsi le maniche e tentare di dare il colpo di reni a questa classifi-ca, magari già a Caglia-ri dove, è vero, c’è una squadra moralmente forte, che non molla, dal tasso tecnico appetibile ma che i viola hanno già mostrato in passato di saper battere. E poi ci sarà da prepararsi al grande match, proiettar-si verso il mezzogiorno di fuoco, quello con il Milan, contro cui tutto potrebbe diventare tutto più facile o più complica-to. Contro cui Jovetic do-vrà dimostrare di non es-sere inferiore a Balotelli ed El Shaarawy. Perché certe battaglie le vincono le squadre ma le vincono pure i loro campioni.Dunque spazio a Stevan, a quello che abbiamo visto recentemente, che gioca e fa giocare i com-pagni, che incita la gen-te, che dimostra di essere assolutamente imperme-abile alle voci di merca-to. Stevan deve vincere qui la sua battaglia, dimostrare in questo fi-nale di stagione di avere proprio il cuore del cam-pione e portare quindi la Fiorentina sulla riva europea.
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