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Una ricca e varia serie di manifestazioni La situazioni delle opere pubbliche 2 Consiglio dei Ragazzi 3 Dagli assessorati 4/5 Dal mondo della Scuola 6/7 L’angolo del meteorologo 8/9 Ambiente, agricoltura e società 10 Speciale cultura 11/18 Speciale sanità 19 Cronaca 20 Dalle Associazioni 21/27 nima, da qualche azione di basso profilo attuata da qualche piccola persona, poche fortunatamente. Questi pochi ed insignificanti aspetti negativi sono sopraffatti e travolti da tanti bellissimi ri- cordi: il sorriso dei bambini delle scuole, la parola ricono- scente di un anziano, lo sguardo grato di una persona in difficoltà, la stretta di mano vigorosa di un padre di famiglia, il timido e timoroso approccio di una persona de- bole che si fida di te, l’imba- razzata confidenza di chi de- sidera condividere un cruccio, e lo fa con te, il saluto cor- diale e gentile di tante per- sone, per il piacere di salu- tarti, di dirti “mandi”. Grazie di tutto questo, grazie a tutti coloro che hanno, in qualche modo, condiviso od incrociato questo lungo cam- mino. Grazie di tutto quello che mi avete dato. Tra un anno non sarò più il vostro Sindaco e fin d’ora questo pensiero mi rattrista. Volevo ringraziarvi ora, di tutto cuore, senza attendere l’ul- timo momento, allorché anche i sentimenti più nobili possono apparire formali e scontati. Il Sindaco Giordano Menis una generosa raccolta di firme in difesa della nostra scuola; il conferimento al no- stro Comune della medaglia d’oro al merito civile per l’opera di ricostruzione dopo gli eventi sismici del 1976, con la caparbia azione in di- fesa di tale assegnazione, in luogo della meno prestigiosa medaglia d’argento, in un primo momento, incompren- sibilmente, destinata al nostro Comune; le varie realizzazioni artistiche, come il murales di Giorgio Gomirato e le scul- ture di Franco Maschio; le fe- stose inaugurazioni degli im- pianti sportivi, di Casa Tea, della ex Latteria di Carvacco, della ristrutturata sede muni- cipale ed altre ancora; il rag- giungimento di tanti progetti e programmi, nei più svariati settori; i gemellaggi con Strassburg e Scheggia e le sommario Reg. Trib. Ud 22/87 Direttore responsabile Giordano Menis Comitato di redazione Sandro De Luca Lucina Dorigo Elena Piccoli Paola Ponta Roberto Ponta Comitato Garanti Manuela Celotti Jacqueline Ermacora Flora Mastandrea Monia Basso Marco Zanini Segretaria di redazione Chiara Monsutti Grafica Giulietta Aita Foto Gabriele Menis, Giuseppe Scagnetti, Giordano Menis, Enrico Ponta, Foto Baldassi, Agostino Moretti, Paolo Vidoni, Denis Del Pino, Aldo Segale, Giancarlo Spizzo Stampa Succ. Menini Spilimbergo ANNO XXII - NUMERO 1 - GIUGNO 2008 - Semestrale d'informazione del Comune di Treppo Grande distribuito gratuitamente a tutte le famiglie del Comune e agli emigranti - Reg. Trib. UD 22/87 - Sede redazione, Uffici Comunali: Piazza Marconi, Treppo Grande www.comune.treppogrande.ud.it Ventitre anni della mia vita con la fascia tricolore! Un bel lasso di tempo che, aggiunto ai cinque anni passati sui banchi della minoranza, porta a ven- totto gli anni trascorsi tra deli- bere, riunioni, consigli comu- nali, leggi, piani regolatori, norme, regolamenti, direttive, decreti legge e Gazzette uffi- ciali! Potrebbe sembrare un impiego del proprio tempo noioso ed eccessivamente bu- rocratico, ma non è così. Questo impegno politico-am- ministrativo è stato invece pieno di momenti positivi ed esaltanti, che mi hanno arric- chito e mi hanno fatto incon- trare ed apprezzare tantissime persone, con i loro problemi, i loro crucci, le loro gioie, i loro tormenti, le loro speranze e le loro aspirazioni. Ventitre anni di rapporti, confronti, cono- scenze e soddisfazioni. Anni caratterizzati dal lavoro go- mito a gomito con i colleghi amministratori, i segretari co- munali, i dipendenti, i citta- dini. Quanti volti e quante di- versità. Quante storie umane e quante varietà di interessi e problematiche hanno attra- versato questo lungo arco temporale della mia vita. In un piccolo Comune come il nostro ci si conosce tutti e, spesse volte, il Comune e il Sindaco sono un punto di ri- ferimento a cui rivolgersi per le più disparate questioni o necessità. Certamente dall’in- finità di rapporti umani in cui sono stato coinvolto devo am- mettere di avere ricevuto molto di più di quanto abbia potuto dare. E poi, quanti momenti esaltanti: il mante- nimento della nostra scuola elementare a rischio di chiu- sura per scarsità di alunni, con i consiglieri comunali tutti iscritti in prima elemen- tare e la popolazione unita in profonde amicizie nate dagli stessi; le piccole e grandi mete raggiunte, magari sof- ferte e sudate, ma per tale motivo più belle e gratifi- canti; gli incontri con i nostri emigranti e l’orgoglio di sen- tirsi figli della stessa terra. Infine il ricordo di tante per- sone che non ci sono più. Sfogliando tutti i quaran- tadue numeri di questo Noti- ziario, dal 1986 ad oggi, ho incontrato tanti volti di no- stri concittadini, amici, cono- scenti che ci hanno lasciato ed un velo di tristezza si è in- trufolato tra tanti ricordi. Potrei raccontare un’infinità di fatti, di emozioni, di acca- dimenti, qualche volta anche di delusioni ed amarezze. Amarezze arrecate da qualche strumentalizzazione, da qualche cattiveria e mala- fede, da qualche lettera ano- Il Comune di Treppo Grande i l c o m u n e d i TREPPO GRANDE GRAZIE Prima seduta consiglio Comunale 2004-2009. Consiglio comunale 1985-1990.

il c o mune di TREPPO GRANDE...di rapporti, confronti, cono-scenze e soddisfazioni. Anni caratterizzati dal lavoro go-mito a gomito con i colleghi amministratori, i segretari co-munali,

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Una ricca e variaserie di manifestazioni

La situazioni delleopere pubbliche 2Consiglio dei Ragazzi 3Dagli assessorati 4/5Dal mondo della Scuola 6/7L’angolodel meteorologo 8/9Ambiente, agricolturae società 10Speciale cultura 11/18Speciale sanità 19Cronaca 20Dalle Associazioni 21/27

nima, da qualche azione dibasso profilo attuata daqualche piccola persona,poche fortunatamente. Questipochi ed insignificanti aspettinegativi sono sopraffatti etravolti da tanti bellissimi ri-cordi: il sorriso dei bambinidelle scuole, la parola ricono-scente di un anziano, losguardo grato di una personain difficoltà, la stretta dimano vigorosa di un padre difamiglia, il timido e timorosoapproccio di una persona de-bole che si fida di te, l’imba-razzata confidenza di chi de-sidera condividere un cruccio,e lo fa con te, il saluto cor-diale e gentile di tante per-sone, per il piacere di salu-tarti, di dirti “mandi”.Grazie di tutto questo, graziea tutti coloro che hanno, inqualche modo, condiviso odincrociato questo lungo cam-mino. Grazie di tutto quelloche mi avete dato. Tra unanno non sarò più il vostroSindaco e fin d’ora questopensiero mi rattrista. Volevoringraziarvi ora, di tuttocuore, senza attendere l’ul-timo momento, allorchéanche i sentimenti più nobilipossono apparire formali escontati.

Il SindacoGiordano Menis

una generosa raccolta difirme in difesa della nostrascuola; il conferimento al no-stro Comune della medagliad’oro al merito civile perl’opera di ricostruzione dopogli eventi sismici del 1976,con la caparbia azione in di-fesa di tale assegnazione, inluogo della meno prestigiosamedaglia d’argento, in unprimo momento, incompren-sibilmente, destinata al nostroComune; le varie realizzazioniartistiche, come il murales diGiorgio Gomirato e le scul-ture di Franco Maschio; le fe-stose inaugurazioni degli im-pianti sportivi, di Casa Tea,della ex Latteria di Carvacco,della ristrutturata sede muni-cipale ed altre ancora; il rag-giungimento di tanti progettie programmi, nei più svariatisettori; i gemellaggi conStrassburg e Scheggia e le

sommario

Reg. Trib. Ud 22/87

Direttore responsabileGiordano Menis

Comitato di redazioneSandro De LucaLucina DorigoElena PiccoliPaola PontaRoberto Ponta

Comitato GarantiManuela CelottiJacqueline ErmacoraFlora MastandreaMonia BassoMarco Zanini

Segretaria di redazioneChiara Monsutti

GraficaGiulietta Aita

FotoGabriele Menis, GiuseppeScagnetti, Giordano Menis,Enrico Ponta, Foto Baldassi,Agostino Moretti, Paolo Vidoni, Denis Del Pino, AldoSegale, Giancarlo Spizzo

StampaSucc. Menini Spilimbergo

ANNO XXII - NUMERO 1 - GIUGNO 2008 - Semestrale d'informazione del Comune di Treppo Grande distribuito gratuitamente a tutte le famiglie del Comune e agli emigranti - Reg. Trib. UD 22/87 - Sede redazione, Uffici Comunali: Piazza Marconi, Treppo Grande

www.comune.treppogrande.ud.it

Ventitre anni della mia vitacon la fascia tricolore! Un bellasso di tempo che, aggiunto aicinque anni passati sui banchidella minoranza, porta a ven-totto gli anni trascorsi tra deli-bere, riunioni, consigli comu-nali, leggi, piani regolatori,norme, regolamenti, direttive,decreti legge e Gazzette uffi-ciali! Potrebbe sembrare unimpiego del proprio temponoioso ed eccessivamente bu-rocratico, ma non è così. Questo impegno politico-am-ministrativo è stato invecepieno di momenti positivi edesaltanti, che mi hanno arric-chito e mi hanno fatto incon-trare ed apprezzare tantissimepersone, con i loro problemi, iloro crucci, le loro gioie, i lorotormenti, le loro speranze e leloro aspirazioni. Ventitre annidi rapporti, confronti, cono-scenze e soddisfazioni. Annicaratterizzati dal lavoro go-mito a gomito con i colleghiamministratori, i segretari co-munali, i dipendenti, i citta-dini. Quanti volti e quante di-versità. Quante storie umanee quante varietà di interessi eproblematiche hanno attra-versato questo lungo arcotemporale della mia vita. In un piccolo Comune come ilnostro ci si conosce tutti e,spesse volte, il Comune e ilSindaco sono un punto di ri-ferimento a cui rivolgersi perle più disparate questioni onecessità. Certamente dall’in-finità di rapporti umani in cuisono stato coinvolto devo am-mettere di avere ricevutomolto di più di quanto abbiapotuto dare. E poi, quantimomenti esaltanti: il mante-nimento della nostra scuolaelementare a rischio di chiu-sura per scarsità di alunni,con i consiglieri comunalitutti iscritti in prima elemen-tare e la popolazione unita in

profonde amicizie nate daglistessi; le piccole e grandimete raggiunte, magari sof-ferte e sudate, ma per talemotivo più belle e gratifi-canti; gli incontri con i nostriemigranti e l’orgoglio di sen-tirsi figli della stessa terra.Infine il ricordo di tante per-sone che non ci sono più.Sfogliando tutti i quaran-tadue numeri di questo Noti-ziario, dal 1986 ad oggi, hoincontrato tanti volti di no-stri concittadini, amici, cono-scenti che ci hanno lasciatoed un velo di tristezza si è in-trufolato tra tanti ricordi.Potrei raccontare un’infinitàdi fatti, di emozioni, di acca-dimenti, qualche volta anchedi delusioni ed amarezze.Amarezze arrecate daqualche strumentalizzazione,da qualche cattiveria e mala-fede, da qualche lettera ano-

Il Comune di Treppo Grande

i l c o m u n e d i

T R E P P O G R A N D E

GRAZIE

Prima seduta consiglio Comunale 2004-2009.

Consiglio comunale 1985-1990.

Not_treppo_GIUGNO 2008 27-06-2008 9:01 Pagina 1

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2 I L C O M U N E D I T R E P P O G R A N D E

Non sempre riuscire a pro-grammare ed attuare appun-tamenti culturali e del tempolibero di un certo rilievo èfacile, particolarmente inrealtà comunali piccole comela nostra.Le difficoltà nascono per-lopiù dall’esiguità dei fondie dalla carenza delle strut-ture. Noi comunque rite-niamo di aver predispostoun nutrito programma di ma-nifestazioni che, unitamentea quelle organizzate dallavarie Associazioni locali, cidaranno il modo di trascor-rere momenti piacevoli edinteressanti pur restando nelnostro Comune. Saràun’estate ricca di iniziativeculturali e del tempo liberoquella che abbiamo pro-grammato per questo pe-riodo dell’anno. Si è già ini-ziato il 18 giugno con laprima serata di “Cinemaall’aperto”, che ha visto,presso il parcheggio di ViaCenta, la proiezione del film“Tutta la vita davanti”.Le proiezioni continuano concadenza settimanale con iseguenti fi lms in pro-gramma: “Giorni e nuvole”,“Bianco e nero” e “La ra-gazza del lago”. Il 29 giugnoè programmata la “Giornatedell’Amicizia”, manifesta-zione che nuovamente vedràriunite la cittadinanza localecon le Comunità gemellate diStrassburg, Carinzia, eScheggia e Pascelupo, Um-bria. Il 29 giugno infatti saràun giorno interamente dedi-cato all’amicizia tra questetre Comunità che, dopo la S.Messa, si ritroveranno perun incontro convivialepresso l’Area Festeggia-menti, allietati da intermezzimusicali e corali.L’esibizione del gruppo in-glese “Tony Maude Band”caratterizzerà l’incontro mu-sicale, inserito nella edizione2008 di “Folkest”, che sisvolgerà il 17 luglio in piazzaMarconi. Con piacere possoannunciare che il 29 luglio,per la prima volta, Trepposarà meta di una serataall’interno nella manifesta-zione a carattere regionale“Nei suoni dei luoghi”. Nell’occasione è previstal’esibizione del gruppo serbo“Vladimir Stankovi’c EthnoEnsamble”.I primi tre giorni di agosto si

dagliAssessorati

Un’immagine della Festa dell’Amicizia 2007.

svolgeranno le “Giornatedell’emigrante”. Durante letre giornate sono previsteproiezioni di filmati e dibat-titi sul tema, in particolareverranno proiettati i docu-mentari compresi nell’opera“Farcadice-Diari di viaç” diLuca Peresson e Carlo DellaVedova; la rapprestazioneteatrale “Pui di là che di cà”,con la Compagnia Teatrale diRagogna ed un concerto conil Gruppo musicale “La Fron-tera”. In contemporaneaverrà inaugurata la mostrafotografica “Percorsi di

pace”, una carrellata di im-magini scattate nel terzomondo da Danilo Di Marco,Giovanni Di Maria e MarioGregori.Il messaggio di questa mo-stra, che sarà anche presen-tata in un catalogo, può es-sere sintetizzato in unafrase:”Non ci può esserepace senza giustizia”. L’estate sarà anche il pe-riodo in cui si svolgerà la 1a

Edizione del Concorso “Bal-cone e Giardino fiorito”, chesegue l’interessante serie diserate divulgative, svoltesi

nei mesi di aprile e maggio,sulla tematica floreale. Unafesta interamente dedicataagli anziani del Comune è in-fine prevista per il 13 set-tembre, e si svolgerà comeal solito presso l’Area festeg-giamenti di Via Trento.In ottobre si svolgeràl’oramai collaudata “Mostra-Concorso fotografico “TreppoGrande 2008”. Le tradizio-nali manifestazioni denomi-nate “Aspettando Natale”chiuderanno il ciclo delle ini-ziative dell’Assessorato chemi onoro di rappresentare.

Accanto alle iniziative comu-nali questa seconda partedell’anno prevede diverseiniziative a cura delle Asso-ciazioni locali tra cui spic-cano: la 18a edizione dellaRassegna corale “Europa deiPopoli”, organizzata dalCoro “Alpe Adria” in pro-gramma il 12 luglio; la“Festa del Carmine” pro-grammata dalla Pro Loco“G.B. Gallerio” dal 18 al 21luglio; la “Festa in Piazza” aCarvacco, organizzata da“Chei de Latarie”; la “Fiestedai Côs”a Carvacco, semprecon la regia della Pro Loco.Ottobre sarà il mese in cui sisvolgerà a Vendoglio “Unbiel vivi”, manifestazione iti-nerante organizzata dalla Co-munità Collinare del Friuli,dalla Pro Loco “G.B. Gal-lerio”, dal Consorzio fra lePro Loco della Collinare edal Comune per promuoverei prodotti della nostra col-lina. Gli ultimi giornidell’anno ed i primi del 2009saranno poi interessati dallevarie manifestazioni natalizieed epifaniche.

L’Assessore alla CulturaFlora Mastandrea

Una ricca e varia serie di manifestazioni

Il programma per l’anno corrente delleopere pubbliche comprende molti progettiche saranno in concreto realizzati, infatti lerisorse finanziarie necessarie sono già a di-sposizione all’interno del bilancio di previ-sione, potendo contare tra l’altro su diversecontribuzioni regionali e provinciali. Alcunidi questi progetti hanno concluso il loro iterprogettuale e sono disponibili in forma ese-cutiva per l’appalto, altri sono in fase più omeno avanzata di esecuzione, per alcuneopere i lavori sono già stati appaltati, op-pure è in corso la gara per la loro aggiudi-cazione. In questo resoconto sulla situa-zione delle opere pubbliche troverete alcuniinterventi che sono già stati elencati in nu-meri precedenti di questo Notiziario e che,forse, faranno sorridere qualcuno per la ri-petitività delle enunciazioni. Le motiva-zioni che fanno dilatare in modo esponen-ziale le realizzazioni dei lavori, una voltaottenuto il finanziamento o stanziata lasomma necessaria con fondi propri, sono didiversa origine, ma senza ombra di dubbiodevo ascrivere in primis la colpa di tali lun-

gaggini ad una procedura burocratica che,se da un lato garantisce maggior traspa-renza, dall’altro necessita di tempo, primaper acquisirla e poi per applicarla. In parti-colare detti disagi e dette lungaggini inte-ressano i piccoli comuni, dotati di struttureamministrative perlopiù monocellulari, epertanto molto fragili. Qualche cantiere(anche se di minore visibilità) è attual-mente aperto ed i lavori sono in fase di ese-cuzione: sostituzione della caldaia e messaa norma della centrale termica del centrosociale di Vendoglio – adeguamento allenorme di sicurezza degli impianti elettricidi vari edifici comunali – muro di conteni-mento in via Laris – completamento lottodi ampliamento dell’illuminazione pubblicain varie località del territorio. Nel settorestradale e della riqualificazione dei borghifigurano diversi progetti ed in particolare:la piazza sottosante la chiesa di Zeglia-nutto, con relativo parcheggio, che con ogniprobabilità vedrà l’inizio dei lavori entrol’estate; via Baschera a Treppo Piccolo (in-tera asta stradale completa di opere di ur-

banizzazione, nuova illuminazione, sgrondistradali e arredo urbano); via MonteGrappa, sempre a Treppo Piccolo (trattoaggiuntivo all’intervento già eseguito dallaProtezione Civile regionale); sistemazione ebitumatura di alcuni tratti stradali (via Ze-gliacco, via dei Bottai, via Piave, vicolo Ce-cone, via Colombo ed un tratto di ViaTrento). Nel settore fognario è pronto ilprogetto riguardante due tronconi che an-dranno a servire via Nazareth e via Trento,a breve detti lavori saranno appaltati.Nell’ambito dei lavori cimiteriali è in pro-cinto la realizzazione di una nuova coper-tura sul blocco di loculi, ora coperto daprato pensile, nel cimitero di Vendoglio,dove si rende necessaria anche la manuten-zione al tetto dei vecchi loculi (frontestrada). E’ pure previsto un oneroso inter-vento di ristrutturazione del muro di cinta,finalizzato ad arrestare il processo di de-grado che interessa da anni la struttura. Inquest’ultimo settore sono in corso i lavoriper rendere maggiormente agibile la cellamortuaria del cimitero di Treppo Grande,

msicuescuplneEprplnediCmtutepren20cospprabtem

LA SITUAZIONE DELLE OPERE PUBBLICHE

Not_treppo_GIUGNO 2008 27-06-2008 9:01 Pagina 2

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3I L C O M U N E D I T R E P P O G R A N D E

Consiglio dei Ragazzi: rinnovata l’Amministrazionedei giovanissimi di Treppo Grande

Si sono svolte presso la scuolaprimaria di Treppo Grande leelezioni per il rinnovo del Con-siglio dei Ragazzi. Le opera-zioni di voto, che hanno con-sentito di sostituire la prece-dente amministrazione guidatadal sindaco Mattia Castellani,il quale era rimasto in caricaper due anni, si sono svolte ilprimo di aprile, in pieno “pe-riodo elettorale”. Gli alunni, che ben sapevanodell’appuntamento, sono arri-vati preparati presentando duedifferenti liste che esprimevanoun buon numero di idee e diproposte, che in entrambi i casisono state riassunte e presen-tate su cartelloni variopinti.Per la prima lista è stato sceltoil nome di “Il paese chevorrei”, a capo della quale,come candidato sindaco, èstato scelto Floreani Mirco,mentre la seconda si è chia-mata “A piccoli passi verso unfuturo migliore”, ed è stata ca-peggiata da Serena Di Giusto.Quest’ultima lista si è dimo-strata vincente e la neo-elettaprima cittadina ha convocato ilnuovo consiglio il giorno lunedì26 maggio. La seduta si è svolta nellasala consiliare del municipio,e vi hanno preso parte anche

il Sindaco e la Giunta.Per l’occasione ha voluto esserepresente anche il Sindaco deiragazzi uscente, Mattia Castel-lani, al quale sono andatil’elogio ed i ringraziamenti daparte dell’Amministrazione perl’impegno e la dedizione con iquali ha condotto il propriomandato, e che lo hanno por-tato a prender parte a impor-tanti manifestazioni del co-mune anche con la febbre alta.Castellani ha aperto la sedutatenendo il proprio discorso dicommiato e lasciando poi laparola per il discorso di inse-diamento a Serena Di Giusto,la quale ha espresso le proprieintenzioni e propositi.Molto toccante il passaggio ditestimone della fascia tricolore;il nuovo sindaco, dopo la con-valida degli eletti, è passatoalla nomina del vice sindaco,ruolo per il quale è stato sceltoEmanuele Bertino, e di un as-sessore, compito che è spettatoad Aurora Mamolo. E’ statoanche nominato AlessandroScalmana nel ruolo di segre-tario verbalizzante.Si è poi passati alla discussionedegli altri punti all’ordine delgiorno, e le discussioni che nesono scaturite sono state un’oc-casione per ottenere delucida-

zioni da parte del sindaco susvariati argomenti di pubblicointeresse, quali l’attuale situa-zione del sistema di raccoltadifferenziata e problematicheinerenti la manutenzione dellestrade del comune. I giovaniconsiglieri hanno dimostratograndi interesse e sensibilitànei confronti di argomenti ri-guardanti le tematiche am-bientali e la vivibilità del terri-torio, avanzando varie richiesteall’amministrazione. Numerosi sono stati i presentiin sala consiliare, a partire dacompagni di classe, maestre,

genitori e parenti degli eletti.Il sindaco ha ringraziato l’Isti-tuto Comprensivo di Tricesimoe le insegnanti della scuola pri-maria del comune per la colla-borazione ed il supporto chehanno sempre assicurato nellarealizzazione di un progettoiniziato già da alcuni anni eche, suscitando notevole inte-resse da parte dei ragazzi, si èrivelato uno strumento efficaceper informare ed educare i gio-vanissimi in merito a molte te-matiche relative alla società edal vivere civile.Ai nuovi amministratori spetta

ora un meritato periodo di va-canza, dopo il quale sarannoimpegnati, oltre che con gli im-pegni scolastici e di studio,anche con la realizzazione delleiniziative di cui si sono fattipromotori, come ad esempiol’organizzazione di un incontrocon il comandante del serviziodi polizia municipale dedicatoall’insegnamento dei principi edelle regole fondamentali delcodice stradale.

L’Assessorealle Politiche Giovanili

Martino Di Giusto

Un’immagine del recente Consiglio dei Ragazzi.

ditetolae

e-e-iail

n-o,i.o-r-

dao,n-ter-a,e-Inrilae,

mentre quella di Vendoglio, vista lasituazione statica e funzionale incui versa, dovrà necessariamenteessere eliminata. Sono previsti al-cuni lavori di adeguamento e com-pletamento di infrastrutture anchenell’ambito degli impianti sportivi.E’ stato conferito l’incarico per laprogettazione di un consistente am-pliamento della scuola materna,necessario ad assicurare le richiestedi frequenza provenienti dal nostroComune, dando nel contempomaggiore funzionalità alla strut-tura. Il programma temporale d’in-tervento che abbiamo predispostoprevede l’ultimazione dei lavorientro l’inizio dell’anno scolastico2009-2010, speriamo non sorganocomplicazioni, in modo di poter ri-spettare detta scadenza. Sono inprogramma lavori atti al completoabbattimento delle barriere archi-tettoniche anche nelle scuole ele-mentari. Il programma annuale

comprende anche la realizzazionedi una sede per il Gruppo Comu-nale di Protezione Civile, con depo-sito e ricovero per gli automezzi e leattrezzature in dotazione. Nell’am-bito del risparmio energetico è statoconferito l’incarico per la progetta-zione di un impianto fotovoltaico,da realizzare presso gli edifici sco-lastici. Lo stesso progetto com-prende anche il rifacimento e lamessa a norma dell’impianto elet-trico dell’intero parco festeggia-menti. Ora è disponibile anche il fi-nanziamento ottenuto dall’assicu-razione per ripristinare i danni pro-vocati dal maltempo, saranno og-getto di intervento la scuola ele-mentare (rifacimento completodella copertura), il centro sociale diVendoglio (rifacimento completodel tetto e sostituzione delle gron-daie), la sede municipale (revisionedel manto di copertura). L’Amministrazione Provinciale ci

ha comunicato che entro il pros-simo settembre sarà aperto il can-tiere per la ricostruzione (partestrutturale in cemento armato) didue tratti di muro di contenimentosulla strada provinciale (via Romae via Dante) dove saranno realiz-zati anche nuovi marciapiedi,l’opera sarà completata dal Co-mune (rivestimento in pietra e pa-vimentazione marciapiedi) con unapposito finanziamento già otte-nuto dalla Regione. Come si puòfacilmente intuire dai dati sopraesposti il nostro territorio comunalesarà interessato nei prossimi mesida diversi cantieri, che potrannoarrecare qualche disagio ma sa-ranno certamente utili per miglio-rare la vivibilità, la funzionalità el’aspetto dei nostri paesi, per cuichiediamo un po’ di pazienza ecomprensione.

L’Assessore ai LL.PP.Francesco De Luca Come ai vecchi tempi.

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dagliAssessorati

4 I L C O M U N E D I T R E P P O G R A N D E

Volontari della Protezione Civile a Castelmonte.

Procedono ininterrottamentesenza sosta le attività delGruppo Comunale di Prote-zione Civile. L’anno in corso si è apertocon la frequentazione daparte di tre volontari delcorso pratico di utilizzo in si-curezza della motosega chesi è svolto a Paluzza in data22 maggio. Precedente-mente nel mese di aprile i vo-lontari avevano seguito laparte teorica del corso. Durante i l mese di marzoquattro volontari avevano se-guito il corso teorico di orien-tamento e ricerca personedisperse.Nel primo semestre dell’annosi è inoltre concluso il corsodi formazione per operatori diProtezione Civile in materiadi radiocomunicazioni diemergenza, che è terminatocon il superamento da partedi un nostro volontariodell’esame di stato per l’otte-nimento del relativo brevetto.In primavera un nostro volon-tario ha collaborato a Li-gnano allo stage di forma-zione della Protezione Civileal quale hanno partecipatogli studenti delle classi 3a, 4ae 5a delle scuole superiori.Lo stage ha avuto la duratadi una settimana, e tra levarie attività svolte dai gio-vani ci sono stati il corso diprimo soccorso, il corso sulrischio idrogeologico e quellidi antincendio boschivo,orienteering, allestimento esmontaggio campo.A seguito della propostaavanzata da alcuni volontari,che è stata positivamenteaccolta dal resto del gruppo,

è stato possibile realizzare lasistemazione dell’area circo-stante il lavatoio di Carvaccosituato in via Molinaria e pro-cedere al ripristino del flussodi acqua che ormai da temposi era interrotto. Il perimetrodel lavatoio era stato rico-perto da detriti che si eranoin parte depositati, ed inparte erano stati lasciati ab-bandonati: l ’accesso allastruttura è stato velocementeripristinato. L’attività, che era stata piani-ficata per il giorno di sabato16 febbraio, ma che poi èproseguita durante le tre

successive settimane, haconsentito di capire il motivodell’interruzione del flusso edi r istabil ire lo scorreredell’acqua: il tubo che pren-deva le acque dalla sorgentepoco distante era statoostruito dalla crescita di ra-dici appartenenti a piante adalto fusto che erano riuscitea fi ltrare all’ interno dellostesso.Non è mancata da parte delgruppo neppure l’attività disupporto alle varie manife-stazioni che vengono costan-temente organizzate sul terri-torio comunale, e di rappre-

sentanza in importanti mani-festazioni ed iniziative: inparticolare assieme al Sin-daco ed all’Assessore com-petente, il Coordinatore e trevolontari hanno presenziatoalla cerimonia di consegnadell’Attestato di Pubblica Be-nemerenza conferito dallaPresidenza del Consiglio deiMinistri al dottor GuglielmoBerlasso, Direttore Regionaledella Protezione Civile delFriuli Venezia Giulia. La cerimonia si è tenutapresso l’auditorium delnuovo palazzo degli ufficidella Regione a Udine, e per

l’occasione erano presenti ilPresidente della Regione edil capo nazionale della Prote-zione Civile Bertolaso. Inoltrel’11 maggio un nutrito nu-mero di volontari, alcuni deiquali sono stati accompa-gnati anche dai familiari, hapreso parte alla celebrazionedi San Floriano, patrono dellaProtezione Civile del FriuliVenezia Giulia, che si èsvolta presso il Santuario diCastelmonte.Infine sabato 7 e domenica 8giugno si è appena conclusoun addestramento, organiz-zato all’interno del territoriocomunale, di simulazione diun evento alluvionale che havisto la partecipazione dicirca 30 volontari apparte-nenti al nostro Gruppo co-munale ed ai gruppi di Buia edi Colloredo di Monte Al-bano. Tale addestramento risultafar parte di un programmaregionale che verrà utilizzatoper misurare la capacità dellasede operativa regionale diPalmanova di evadere le ri-chieste di tende ed attrezza-ture in caso di interventi diurgenza a vasto raggio.Tra le varie attività pianificateper l’occasione, l’al lesti-mento e lo smontaggio delcampo, con l’installazione diquattro tende, dell’illumina-zione dell’area e della cucina,oltre alla prova di uti l izzodelle motopompe e delleidrovore presso i l vicinocorso del torrente Cormor.

L’Assessorealla Protezione Civile

Martino Di Giusto

Foto ricordo dell’ultimo addestramento di Protezione Civile.

GRUPPO COMUNALE PROTEZIONE CIVILE

Le numerose attivitàdel Gruppo Comunale di Protezione Civile

MOSTRA-CONCORSO FOTOGRAFICO“TREPPO GRANDE 2008”

L’Assessorato alla Cultura del Comune di Treppo Grande promuove una mostra-con-corso fotografico denominata “Treppo Grande 2008”.

1) Il tema proposto per questa edizione è il seguente : “Le età della vita”. 2) L’iniziativa è rivolta a tutti gli appassionati di fotografia purché non professionisti.3) Le foto possono essere in bianco e nero oppure a colori, nel formato minimo 18x24

per il bianco e nero e 20x25 per il colore. Ogni soggetto dovrà essere corredato daun titolo esplicativo.

4) Ciascun partecipante può al massimo presentare 5 fotografie per il bianco e nero e5 per il colore, tra le quali verranno esposte quelle ritenute più aderenti al temafissato.

5) Le fotografie vanno presentate entro il giorno 4 ottobre 2008 presso l’Ufficio Segre-teria del Comune di Treppo Grande, in orario d’ufficio.

6) La scelta delle fotografie da esporre sarà ad esclusivo giudizio degli organizzatori.7) Le fotografie verranno esposte in un’apposita mostra allestita presso la sede muni-

cipale dal 18 al 25 ottobre 2008.8) Una giuria composta dall’Assessore alla Cultura, da un fotografo professionista e

da un artista valuterà le fotografie ed assegnerà un premio alle prime tre classifi-cate nella sezione colore ed alla prima classificata della sezione bianco e nero.

PREMI

Sezione colore: 1° classificato € 250, 2° classificato € 150, 3° classificato € 100. Sezione bianco e nero: 1° classificato € 250.

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5I L C O M U N E D I T R E P P O G R A N D E

Riaprire le case chiuse, isti-tuire delle cooperative al fem-minile, ripulire le strade pergarantire la pubblica “sicu-rezza”, “Foglio di via” e ac-compagnamento diretto allefrontiere… sono le ipotesi pro-spettate dal governo per farfronte al problema “prostitu-zione”. Ma cosa significa “prostitu-zione”, oggi, in Italia?La prostituzione è un feno-meno le cui caratteristichesono mutate nel tempo. Oggila stragrande maggioranzadelle prostitute sono donnestraniere, ed il 70% della pro-stituzione riguarda donne eragazze costrette a vendere ilproprio corpo: donne “prosti-tuite”, non prostitute. Donne“Prostituite” significa costri-zione, significa violenza, umi-liazione, ricatti, soprusi, signi-fica vendita di personeumane, significa schiavitù,malattia e a volte anchemorte.La tratta di donne a scopo disfruttamento sessuale è unmercato che in Italia rendecirca un miliardo di dollaril’anno, andando ad arricchireorganizzazioni criminali esfruttatori spesso connessi almercato delle armi e delladroga, oltre che al traffico dipersone. Le vittime sono circa70.000 (fonte Gruppo Abele)fra donne e minori che pro-vengono da zone povere delmondo e che in Italia trovanol’inferno. Arrivano nel nostropaese clandestinamente, traf-ficate da bande criminali chepoi le sfrutteranno in base aldebito contratto per il viaggioo al fatto che sono state sem-plicemente vendute e quindi,a livello di investimento eco-nomico, devono fruttare de-naro per il compratore. Sonoviaggi della speranza che siconcludono in orrore: un or-rore che può durare ancheanni. Provengono dal cosid-detto “sud del mondo”, dapaesi poveri, in guerra, dovela sicurezza molte volte nonesiste o dove, semplicemente,non è possibile avere prospet-tive o progetti di vita. Partonoperché l’Europa che cono-scono è l’Europa del benesseree del consumo, mentre quellache trovano è l’Europa dellosfruttamento e della violenza.Si ritrovano sulle strade ita-

neato che “la prostituzionenon è un problema di ordinepubblico, non ci sono reaticommessi dalle prostitute adanno di terzi”: dire che laprostituzione è un reato e chele prostitute vanno punite si-gnifica scaricare la colpasull’ultimo anello della catena,senza tenere minimamenteconto della situazione delledonne che sono costrette avendersi sulle nostre strade.Queste donne sono vittime siadegli sfruttatori che del si-stema socio-economico mon-diale che contribuisce a deter-minare questo infame mercatoe in quanto vittime vanno pro-tette, non certamente punite.Inoltre non dimentichiamociche le “prostitute” costitui-scono solo la metà del pro-blema, l’altra parte, perfetta-mente simmetrica e determi-nante, sono i clienti. Uomini italiani che ogni annoinfilano nelle tasche delle or-ganizzazioni criminali cifre da1 miliardo di dollari, contri-buendo a sostenere il mercatodella droga e delle armi e, so-prattutto, a sfruttare sessual-mente migliaia di donne di cuicalpestano la dignità e la spe-ranza. La Santanchè, oltrealla “pulizia delle strade” innome della “sicurezza nazio-nale” (ma c’è da chiedersi sele prostitute sono pericoloseper le strade o se le stradesono pericolose per le prosti-tute…) propone di portaretutte le prostitute clandestinedritte dritte alla frontiera in-sieme ad un “foglio di via”nuovo di zecca; si permetteanche di dire che questa sa-rebbe un’azione di aiuto a fa-

liane con una man-ciata di preservativi ela raccomandazione diportare a casa almeno500 € a notte, altri-menti vengono pic-chiate (500 ? significapiù di dieci clienti). Sequesto non basta, perplacare ogni forma diribellione, gli sfrutta-tori ricorrono ai ricattiverso la famiglia ri-masta al paese d’ori-gine o, per le africane,ai riti voodoo. Questogioco psicologico èfortissimo: le donne sisentono sole, comple-tamente in balia deglisfruttatori e le cose peggio-rano ulteriormente se sonoclandestine, perché hannopaura anche delle Forzedell’Ordine e di quello che puòcapitare se vengono “fermate”senza documenti.Questa non è prostituzione masfruttamento. Una violazionecosì totale dei diritti umaninon può essere regolamentata,perché ciò equivarrebbe a ren-derla legittima. Una scelta èuna scelta libera quando esisteun’alternativa e sono pochis-sime le donne che scelgono li-beramente di prostituirsi. Se siriaprissero le cosiddette “casechiuse” molte donne straniere,soprattutto africane, si trove-rebbero nella condizione di di-ventare prostitute per avere ilPermesso di soggiorno, perchécon un livello basso di scola-rizzazione, senza la cono-scenza della lingua italiana esenza esperienza, è difficletrovare un lavoro diverso. Unascelta quasi obbligata quindi,che probabilmente non elimi-nerebbe il debito ed i legamicon le organizzazioni criminaliche provvedono ai viaggi.Questo non significa che laprostituzione non possa essereregolamentata, ma la priorità,viste le percentuali di cuisopra, deve essere necessaria-mente il contrasto alla tratta eallo sfruttamento. Questi sonoi reati connessi alla prostitu-zione! non certo “l’adesca-mento” dei clienti, come stu-pidamente è stato detto. Ri-spetto a questo, il Ministerodell’Interno nella precedentelegislatura, attraverso un’ap-posita Commissione istituitasu questo tema, ha sottoli-

vore delle donne, chesi ritroverebbero li-bere dal giogo deglisfruttatori. Forse peròla Santanchè do-vrebbe informarsisulle modalità utiliz-zate dalle organizza-zioni criminali e sulleconseguenze di questemisure poco lungimi-ranti, visto che proba-bilmente, siccome idebiti non si estin-guono da sé, questedonne si ritrovereb-bero rimpatriate e conun debito accresciuto.È invece sensatata eragionevole la posi-

zione di Livia Turco, conosci-trice del fenomeno e già impe-gnata in questo ambito (hapromosso l’art. 18 del D.Lgs.286/98, di carattere umani-tario, che concede protezionealle vittime della tratta e con-trasta nel contempo il feno-meno criminale che sta allesue spalle - l’art. 18 è la piùavanzata misura europea inquesto settore), che sottolineai problemi reali e cerca solu-zioni che tutelino le vittime econtrastino i veri criminali. Lalegislazione esiste: la LeggeMerlin, l’art.18 del TU immi-grazione di cui sopra, la Legge228/2003 sulla tratta, tuttistrumenti la cui applicazioneva sostenuta e maggiorata,questi sono strumenti che ten-gono conto della situazionecontingente del fenomeno nonastrendo la prostituzione adun concetto che non ha nullaa che vedere con la situazionereale e le sue problematiche.Si deve procedere per gradi ela priorità adesso è la tuteladelle vittime.Parlando di immigrazione e ditratta non ci si può permetteredi semplificare o banalizzare,né si può pensare di inventaredelle soluzioni cavalcandol’onda emotiva del momento.Chi si scaglia contro questi fe-nomeni e inveisce controqueste donne che “disturbano,portano malattie, sono oscenee vengono in Italia per ade-scare i nostri uomini” do-vrebbe forse fermarsi un at-timo ed informarsi, cercandodi andare oltre le apparenze,per scoprire la tragicità dellestorie di vita che si celanodietro alle ragazze con gli sti-

vali alti e la gonna corta chepopolano i cigli delle nostrestrade. La stessa Italia che in-veisce e blatera moralismi, lanotte compra le prestazioni diqueste donne senza chiedersise la prostituta seduta in mac-china sul sedile accanto siacostretta oppure no. È inutilefar finta di non vedere, i nu-meri parlano chiaro e parlanochiaro anche quelli della no-stra regione. È dal 1998 che laCaritas di Udine è impegnatanella lotta contro la tratta didonne a scopo di sfruttamentosessuale e attraverso i pro-grammi di protezione sociale,sviluppati in base all’art.18,più di 300 donne hanno tro-vato ascolto e aiuto. Molte diqueste attraverso la denunciadegli sfruttatori si sono libe-rate dalla schiavitù e hannoiniziato, sostenute da perso-nale qualificato, il duro per-corso di inserimento sociale,approdando finalmente aduna vita “normale”. A livellonazionale si parla di 54.000donne contattate nel periodocompreso fra il 2000 e il2007. Queste sono le azioni dapotenziare, perché partono dalrispetto per la persona umanae mai la persona umana puòessere risotta a solo corpo dapoter comprare e usare a pia-cimento dietro corrispettivo diuna somma di denaro.Le misure legislative che ungoverno adotta dicono moltodel suo livello di comprensionedella realtà e del suo ap-proccio ai problemi reali dellepersone e proprio il fatto chesi stia parlando di persone do-vrebbe indurci a rivedere unpo’ le nostre posizioni, a co-minciare da chi ha il potere dideterminare delle politiche cheavranno comunque delle con-seguenze. Questo è un mo-mento particolarmente diffi-cile a livello socio-economico:l’immigrazione, la sicurezza,le nuove povertà, i rincari…tutte tematiche più che maiattuali e forti, ma credo chel’unico modo per affrontarloin modo costruttivo sia dimantenere saldo quel prin-cipio etico fondamentale di ri-spetto dell’altro che dovrebbeindirizzare il nostro pensiero ele nostre azioni.

Il Capogruppo di MaggioranzaManuela Celotti

Non si possono punire le vittimeQUALCHE RAGIONAMENTO SULLA PROSTITUZIONE IN ITALIA OGGI

dagliAssessorati

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LA VISITA AL “FORNO ARCANO”

Quest’anno, a scuola, ab-biamo parlato d cereali, fa-rine e pane con un’esperta,per questo, martedì 20maggio siamo andati in vi-sita al “Forno Arcano” aRive d’Arcano.Ad accoglierci c’era Ada,una signora molto gentileche ci ha accompagnatidentro la stanza e un’altrasignora che l’ha aiutata.La stanza dove abbiamolavorato non era grandema dentro c’erano moltecose: il forno a legna giàacceso, l’impastatrice, labilancia, uno speciale aspi-rapolvere, due macchineche non conoscevo e altrioggetti ancora.La signora Ada ci ha mo-strato diversi tipi di lievito edi farina, ci ha spiegatoche nel “Forno Arcano” sipreparava soprattutto paneintegrale, cioè fatto conuna farina non raffinata checontiene crusca.Dopo la spiegazione, Adaha tolto dall’impastatrice lapasta, l’ha pesata (erano10 Kg) e l’ha suddivisa inventiquattro parti che ci hadistribuito.Ognuno di noi ha lavoratol’impasto preparando deipanini della forma che pre-feriva, io ho fatto un cuoree un cestino.Mentre noi lavoravamo,Ada ha alimentato il fuoconel forno ed ha aspettatoche si spegnesse, il faneinfatti viene cotto con il ca-lore sprigionato dal fuoco,ma a fiamma spenta,

perché altrimenti si brucia.Tutti i nostri panini sonostati messi in una teglia einfornati dopo che le bracierano state tolte, il fornoera stato pulito con l’aspi-rapolvere e chiuso con unaporta di metallo. Le bracisono state messe in unascatola di metallo.Dopo quindici minuti ab-biamo controllato la cot-tura e Ada ha detto che bi-sognava lasciare il panenel forno per ancora ottominuti.Passato il tempo stabilito,le signore hanno sfornato ilpane, e hanno suddiviso ipanini di ognuno in sac-chetti di carta.Il pane era bollente e avevaun profumo buonissimo efragrante!Abbiamo ringraziato le si-gnore e siamo tornati ascuola.La visita è stata molto inte-ressante. A casa, la sera,ho offerto il pane alla miafamiglia, è sparito in un at-timo!Mamma e papà hannodetto che dovremmo farepiù spesso gite così buone.

Rachele

IL TAGLIAMENTO

Sabato cinque aprile siamoandati con le classi prima eseconda al fiume Taglia-mento.Appena siamo scesi dalpulmino ad accogliercic’era una signorina che ciha fatto da guida per tuttoil percorso.La guida prima di accom-

pagnarci sul greto delfiume ci ha mostrato unacartina geografica che indi-cava il percorso del Taglia-mento. Ho notato chequesto fiume ha un tragittomolto lungo prima di sfo-ciare nel mare!Una volta arrivati sul greto,la nostra guida ci ha spie-gato che il posto dove citrovavamo è un’area pro-tetta, ma se volevamo rac-cogliere dei sassi che cipiacevano, potevamo farlo.Ognuno di noi ha iniziato acercare i sassi più strani ecosì ci siamo accorti chemolti di essi avevano formeparticolari così la guida ciha spiegato che è il fiumestesso a modellare i sassiin varie forme.Sul greto abbiamo fattoanche merenda e a me èpiaciuto molto. Dopo diche siamo andati all’osser-vatorio a guardare il fiumedall’alto. Era uno spetta-colo stupendo!Tornati giù abbiamo rag-giunto il nostro pulminoche ci avrebbe riportato ascuola.Questa gita mi è piaciutamolto perché ci ha inse-gnato tante cose nuove einteressanti sul fiume piùgrande della nostra regionee abbiamo visto dei postistupendi!

Chiara

IL PAESEDI TREPPO GRANDE

Il Paese di Treppo Grandeè situato a nord di Udine,in una bellissima zona colli-nare.

Dal mondo della Scuola

Ci sono circa 1700 per-sone ed essendo quindi unpaesino molto piccoloquasi tutti si conoscono dipersona; questo è moltobello, perché ci si sentecome a casa propria. Sul territorio comunale cisono tante piccole frazioni.Io abito in una di questeche si chiama Zegliacco. Si trova in cima ad una col-lina, è un posto molto tran-quillo, in mezzo alla natura,da cui si gode di un bellis-simo paesaggio.

Ogni giorno vedo animali:uccelli, scoiattoli e daini.Treppo ospita anche unascuola elementare intitolataGiovanni XXIII.Lo scuolabus viene a pren-dermi tutti i giorni, e io lafrequento più che volen-tieri.C’è la sede comunale cherappresenta una casa pertutti, e che per me è moltobella. Ci sono anche di-verse chiese tutte molto in-teressanti. Treppo è unpaese in cui non ci sono

Serena - “Il mio paese: Treppo Grande”Aurora - “Il mio paese: Treppo Grande”

Nicolas - “I grifoni a Cornino”

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industrie, né grosse attivitàartigianali.Quindi l’aria, l’acqua e itorrenti non sono inquinati.Al mio paese sono moltoaffezionata e mi auguroche migliori sempre di più.

Aurora Mamolo

IL MIO PAESE:TREPPO GRANDE

Io abito a Treppo Grande,che è in zona collinare ed èin provincia di Udine, nelFiuli Venezia Giulia.Per raggiungere il paesebisogna fare una salita.La piazza non è tantogrande, c’è una fontanacon la statua di un Emi-grante, il bar di Italo e moltialtri edifici e negozi. Lapiazza inizia dal Comune efinisce dopo il negozio diFant Moda.Davanti al Comune c’è unapiazzetta dove ci sono: lepanchine e i vasi di fiori.La nostra scuola è davantial campo sportivo.La scuola è grande, il cor-tile è grande.Il paese è piccolo, però cisono il panificio, un mini-market, la posta, la banca,la farmacia, abbiamo tutto

quello che ci serve.I l simbolo di TreppoGrande sono la mucca etre spighe di grano dorato,raffigurate sullo stemma.

Di Giusto Serena

IL MIO PAESE

I l paese in cui abito sichiama Zeglianutto. E’ unpaesino con tante case frale colline e il verde dei bo-schi.In mezzo al paese si trovauna piccola chiesa con unalunga scalinata. C’è unastrada principale che attra-versa il paese, e altre stra-dine secondarie. Ogni casa ha ai balconi deicoloratissimi e bellissimifasi di fiori, oltre ad altrepiante e, sullo sfondo cisono alberi e prati. Dal mio paese si vedono lemontagne e altre collineche lo circondano, versosera, a ponente, si pos-sono osservare dei tra-monti bellissimi.Mi sento veramente fortu-nato a vivere nel miopaese, perché posso cor-rere nei prati e nel boscoassieme ai miei amici e cidivertiamo molto. I l miopaese è vicino alla scuola,

all’asilo e al campo spor-tivo dove vado a giocare apallone.

Mattia Menis

LA VISITA AL FIUME TAGLIAMENTO

Sabato le classi prima, se-conda e terza si sono re-cate al fiume Tagliamentoaccompagnate dalle mae-stre Elena e Mirella. Connoi c’era anche una guidae ci ha spiegato che lì vi-vono degli uccelli chiamatiGrifoni che preferiscono unambiente alto e tranquillo.Dopo abbiamo cominciatoa camminare, la guida hadetto che il fiume passaanche sotto terra. C’era una discesa ripida,bisognava scendere e arri-vare al f iume, abbiamovisto e osservato la suabellezza, il fiume era tur-chino. Poi siamo andati suuna specie di collinetta,una terrazza e da lì si ve-deva tutto, il fiume Taglia-mento era bello! Si vedevano i sassi di tanticolori, io in ricordo ne horacolti tre. Abbiamo fatto merenda, hoscattato qualche foto (perl’esattezza 24) poi ci siamoincamminati verso i lpulman per i l r ientro ascuola.Questa gita mi è piaciutaperché ho conosciuto i lfiume più grande della miaregione.

Elisa

AL FUOCO!!!!

Ieri notte il tetto dei miei vi-cini è andato a fuoco!Tutti erano usciti in pi-giama e vestaglia.Si vedevano tantissime au-topompe, i pompieri butta-vano giù pezzi di legno etegole infuocate (cioèmolto bollenti). Avevano tutti paura, anchei cani! Erano tutti disperati,più di tutti Daniele il pro-prietario della casa andataa fuoco. Mio fratello era andato amezzanotte a fotografarel’ incendio ma c’eranotroppe autopompe che glibloccavano il passaggio,allora è tornato alle due dimattina.

Dopo non aver dormitoneanche un po’ (la mattina)ho guardato dalla finestra eho visto un buco enormecoperto da un telo, doposono andata alla fermatadell’autobus e ho visto uncumulo di macerie.

Aurora

PER FAR PRIMAVERAProvo io

Per far primaveradevi aspettare fino a sera!E quando ti sveglieraila primavera ritroverai!Guarda un po’un prato fiorito!Questovuol direche l’inverno è finito!Ma lieve, lieve,pensache ieriè scesa la neve!Che belli i colori della primavera!Verde, azzurro, rosa e rosso….è proprio ora

che l’invernovada via!

Aurora

PER FAR PRIMAVERAProvo io

Per far primaveraci servonofiori,sole,alberi, erba.Aspetta sera,in primavera,la mattinadopo,vedrai, avvolgere orti,ciliegi,peschie campinella luce e nella paceI fiori saranno sbocciatie il soleli avvolgerànel suo giallo intenso.Il vento soffierà, leggeroleggeroE gli alberi scuoterannole loro foglie al vento.

Matteo CapuzzoLuisa - classe 1ª “La giungla”

Aurora - “Al fuoco!”

Gaia - classe 1ª “La giungla”

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l’angolo delmeteorologo I temporali

Fig. 1 - Una mini-supercella con possibile “wall cloud” ripresa da Treppo Grande il 30 agosto2006 (foto Gabriele Menis).

(3ª PARTE)

Continuando la serie di articoli dedicata ai temporali iniziata negliscorsi numeri del notiziario, parliamo della “supercella”, il tempo-rale in assoluto più pericoloso e potente fra tutti quelli esistenti

Che cos’è la supercellaLa caratteristica che con-traddistingue la supercellarispetto agli altri temporali èla presenza di un updraftrotante (corrente ascen-dente rotante), ovvero di unmesociclone. La sua for-mazione richiede una parti-colare concomitanza dieventi: infatti le supercellesono fenomeni relativa-mente rari da noi e spessoil loro numero viene sovra-stimato qualora si manife-stino temporali particolar-mente violenti, tali da de-stare notevole impressioneall’osservatore di turno. Unasupercella solitamente haun’estensione geograficamolto vasta (nell’ordine dicentinaia di chilometri qua-drati) ed ha una vita auto-noma che talvolta non ècoerente con la circolazioneatmosferica circostante, acausa della forza di rota-zione della supercellastessa.

Come si formaAll’interno delle celle tempo-ralesche il sistema dellecorrenti spesso non è ordi-nato secondo i l classicoschema della cella convet-tiva (correnti calde ascen-denti e correnti fredde di-scendenti) a tal punto cheogni cellula temporalescatende ad interferire con lecorrenti di una cellula vi-cina. In questo caso si puòdire che si disturbano a vi-cenda, impedendo così losviluppo di una singola cel-lula o cella altamente orga-nizzata. Ma se si dovesserocreare le condizioni per losviluppo di una sola singolacellula, allora il discorsocambierebbe completa-mente. In questo caso il cu-mulonembo che si sviluppaprende il nome scientifico disupercella ed è costituitosolo da due sistemi di cor-renti su vasta scala. Le con-dizioni favorevoli allo svi-luppo di supercelle possono

essere così semplificate:1-Forte contrasto termicosulla verticale dell’area fron-tale (gradiente termico verti-cale), cioè tra la massad’aria fredda in arrivo equella caldo umida al suoloin fase di sollevamento.L’aria calda, leggera eumida, si scontra con ariapiù fredda, più pesante esecca e viene sollevata ve-locemente verso l’alto tantopiù rapidamente quantomaggiore è la differenza ditemperatura.2-Notevole riscaldamentodel suolo favorito dal climacontinentale delle grandipianure tra le quali, sottotale aspetto, può essere in-clusa la Pianura Padana.3-Forte differenza dei va-lori igrometrici quota-suolo tra la massa d’ariaentrante, costituita da ariasecca, e quella in solleva-mento, costituita da ariaumida.4-Corrente a getto o jetstrem in quota o quantomeno ai l ivelli medio-altidella troposfera, la qualeaccelera la convezione fa-vorendo così l’insorgere digrandinate e tornado. Ricor-diamo che la corrente agetto è una corrente d’ariamolto intensa ad asse oriz-zontale originata da unaforte differenza di pressionesul piano orizzontale per lavicinanza tra aria fredda earia calda.5-Wind shear: Osserva-zioni dal vivo e simulazionial computer suggerisconoche i l cambiamento delvento con la quota (windshear) nei bassi livelli favo-risce la rotazione all’internodel cumulonembo. In parti-colare, se il vento è suffi-cientemente forte e c’è unsufficiente wind shear verti-cale, fra i due strati d’ariache scivolano uno sull’altrosi creano delle rotazioniorizzontali a forma cilindricache di per sé sono innocue.Tuttavia, l’eventuale com-parsa di moti convettivi esuccessivamente dei tem-

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porali possono raddrizzaresecondo un asse verticalequesti cilindri in rotazione,che verranno così assorbitidalla corrente ascensionaledel temporale facendo sìche essa cominci a ruotareminacciosamente. In talmodo l ’updraft (correnteascendente) del temporalesi trasforma in un mesoci-clone, alla cui estremità in-feriore potrà comparire unaminacciosa wall cloud(nube a muro, vista nel pre-cedente articolo, ndr – vedifigura 1) foriera di tornado.

La prima differenza dellasupercella con le normalicelle temporalesche convet-tive è che tutto il cumulo-nembo del temporale ruotalentamente in senso antio-rario, quindi con rotazioneciclonica nell’emisfero nord.Le supercelle cioè conten-gono un mesociclone ov-vero un ciclone a meso-scala (avente un diametroindicativo tra 1 e 20 chilo-metri) prodotto dalla con-tinua caduta di pressioneall’ interno del temporaleche aumenta la velocità dirotazione della supercellastessa. Infatti l’avvicinarsi diuna supercella è accompa-gnato da un discreto calo dipressione.Il moto rotatorio, estenden-dosi verso l’alto e verso ilbasso, può dapprima crearedei vortici visibili in quota echiamati funnel cloud onube a imbuto, oppure puòvenire direttamente a con-tatto con il terreno gene-

rando dei vortici estrema-mente distruttivi noti con ilnome di tornado o trombed’aria: proprio come un pat-tinatore sul ghiaccio che au-menta la velocità di rota-zione se tiene le braccia at-taccate al corpo, così il me-sociclone può assottigliarsialla base e aumentare lavelocità, fino a diventaretornado.La seconda differenza con-siste nel fatto che le correntidiscendenti, invece di diver-gere all’esterno del tempo-rale come outflow, vengonoin parte richiamate all’in-terno grazie al mesocicloneportando così alla forma-zione della wall cloud.La terza differenza consistenel fatto che la forte conver-genza presente sia dietrosia davanti alla supercellane rallenta il movimento tra-slatorio: i temporali a super-cella, infatti, possono rima-nere bloccati per ore inzone geografiche preciseprima di spostarsi o atte-nuarsi.

Come riconoscere una supercella

Il riconoscimento di una su-percella si esegue in tremodi diversi, a secondadella nostra esperienza edelle risorse a disposizionenel momento dell’analisi: dalvivo, dal satellite e dal radar.1-Osservazione dal vivo.a) Vista da vicino, enorme

base avanzante del tem-porale (solitamente do-tata di shelf cloud – vista

nel precedente articolo,ndr) provvista di moto ro-tatorio antiorario nell’emi-sfero nord.

b) Vista da vicino, even-tuale wall cloud alla basedel cumulonembo(questa nube a muro nonsi presenta mai sul bordoavanzante del temporalema per lo più sulla parteposteriore).

c) Vista da lontano, grossae persistente overshoo-ting top (chiamiamola“cupola”) visibile sopral’ incudine del cumulo-nembo.

d) Striature sui fianchi delcumulonembo, sullaparte inferiore deglistessi, indice di rotazioneall’interno della super-cella (vedi figura 2).

e) Possono osservarsianche delle bande nuvo-lose (chiamate “inflowband”) più o meno com-patte e regolari, even-tualmente saldate allabase del temporale e di-sposte più o meno paral-lelamente al terreno;sono relativamente raree tipicamente si dirigonoverso il centro del tempo-rale.

f) Le bande di precipita-zione sono molto fitte enon sono disposte alinea, quindi oltre lestesse non si vedrannosubito le schiarite.

2-Osservazione dal satel-lite.Al satellite individuare unasupercella non è così facilecome potrebbe sembrare,

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Fig. 2 - Una grande supercella con striature sui fianchi del mesociclone, notareanche il funnel cloud alla base del temporale (foto Gene Moore).

Fig. 3 - Scansione radar di una supercella del7 luglio 2001 sul padovano con evidente ecoad uncino (fonte ARPA Veneto).

tuttavia se si ha a disposi-zione l’immagine di un sa-tellite polare è facilmente in-dividuabile la cupola chesfonda negli strati bassidella stratosfera e chespesso proietta la propriaombra sull’incudine o sulleformazioni nuvolose circo-stanti. Questi comunque icinque punti più importantiper l’individuazione:a) La supercella appare

molto bianca al satelliteinfrarosso.

b) Al satellite polare può es-sere individuata l’ombradell ’overshooting top(“cupola”) sulla superficiedell’incudine.

c) Molto raramente, sullaparte occidentale puòcomparire una corona dinubi indice di forti super-celle.

d) Alla moviola satellitare,la supercella non seguela direzione dominantedei corpi nuvolosi de-viando generalmenteverso destra se le cor-renti nella media tropo-sfera sono occidentali.

e) E’ di forma tondeggianteod ellittica, non è mai aforma di linea anche sepuò apparire tale nelcaso di temporali adasse molto obliquo in cuile incudini, molto allun-gate, conferiscono allasupercella una forma piùlineare che tondeggiante.

3-Osservazione al radar.Al radar le supercelle si ri-conoscono innanzitutto perla notevole estensione geo-grafica e per la forma ton-

deggiante della massa nu-volosa, nonché per la pre-senza di fasce concentricheall’interno della cella con ri-flettività (uno dei valori mi-surato dai radar meteorolo-gici) a fondoscala. In ogni

caso l’aspetto che più le di-stingue è la grande esten-sione spaziale, facendobene attenzione a non fareconfusione con formazionimulticellulari a grappolo(cioè molti nuclei temporale-

schi vicini), che però la-sciano brevi spazi sereni ocon precipitazioni deboli;nella supercella tutta lamassa nuvolosa è compattae le precipitazioni intense.a) Nelle scansioni radar che

mostrano l’intensità diprecipitazione, è possi-bile scorgere un eco aforma di uncino (hookecho) (vedi figura 3) piùo meno definito a se-conda dei casi, vicino alquale si trova il settore a“fondoscala” ove l’inten-sità di precipitazione èmassima.

b) Anche al radar, se prov-visto di moviola (comel’osservazione al satel-lite), è possibile indivi-duare la deviazione dellasupercella, che solita-mente nel suo movi-mento non segue la dire-zione dominante deicorpi nuvolosi.

In conclusione, non c’èmolto da preoccuparsi, lesupercelle nella nostra re-gione, fortunatamente, sonocosa assai rara!

Gabriele Menis

…..peraulas, peraulasch’a ti emplin il cjàfcoma claps cjapats su in gleriae a lascin sot viagavernas di breisao fùc arsìt…peraulas bausariasch’a t’inviinsu la prescja sbagliadae tu i tu restis picjàta chel brancch’al comeda coma ch’al poi bùs simpri pi larcsinta maia gugjadadai dìs……..

PPEERRAAUULLAASS

PAROLE

…parole, paroleche ti riempiono la testacome sassi presi su dal greto del torrentee lasciano sottoviacaverne di brinao fuoco riarso… parole bugiardeche ti avvianosull’orma sbagliatae tu, tu resti appesoa quel filo (gugliata)che aggiusta come puòi buchi sempre più larghinella maglia lavoratadei giorni………

Lucina Dorigo

GGJJAATTAAGATTA

Distendermicorpo tesoverso la pacedi un essereche non conosce

i brividi del “dovere”….

Ubriacarmidi luce e di coloriin una girandolaaggrovigliata tra giochisogni ed allegria...

Come te, gattacieca del domanibramerei vivere

Vivere l’oggiora che dietro la siepe un sole già altoti fa segnoche tra i rami del ciliegiosi è nascostoun pettirosso…

Lucina Dorigo

Distiràmicuarp tindutviers padinsdi un jessich’a nol cognòsi sgrisui dal “scugnì”…

Incjocàmidi lùs e di colòrstuna zirandulaimbredeada fra mateçssiums e morbin….Coma te, gjatavuarba dal domani bramarès vivi.

Vivi il vueicumò che daur la cisaun soreli spatussàta ti fàs segnoche tra i ramaçs dal cjaresàral è platàtun petaròs…

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10 I L C O M U N E D I T R E P P O G R A N D E

ambiente,agricoltura

e societàVerso un futuro sostenibile

Negli ultimi anni si sono fattigrandi progressi nella com-prensione di come “fun-ziona” il pianeta Terra e,contemporaneamente, ab-biamo dovuto prendere attodegli effetti indotti su diesso dalla continua crescitadella popolazione e dalla re-lativa richiesta di sfrutta-mento delle risorse naturali.Grazie alle potenzialità of-ferte dai satelliti di telerile-vamento, abbiamo ap-profondito le conoscenze inmerito alle interazioni fra legrandi “sfere” – atmosfera,geosfera, idrosfera e bio-sfera – della Terra. Secondo il recente rapportodel Commitee on EarthScience and Applicationfrom Space: a CommunityAssesment and Strategy forthe Future (2007), la scienzae la tecnologia ci consenti-ranno, nel giro di pochianni, di mappare in temporeale e dettagliatamente lasuperficie del pianeta. Rilevando la situazione at-tuale e ponendola a con-fronto con quella degli ultimidecenni, saremo in grado dielaborare modelli di previ-sione per uno sviluppo futuro.

Edward Wilson,grande espertodi biodiversità,sostiene che“Anche se nes-suno lo deside-rava siamo laprima specie adessere diventatauna forza geofi-sica in grado dialterare il climadella Terra... ipiù grandi di-struttori dellavita siamo noi.Con la sovrap-popolazione ci siamo creatiil pericolo di finire il cibo el’acqua. Ci attende una scelta... fau-stiana: accettare il nostrocomportamento... rischiosocome prezzo inevitabiledella crescita demograficaed economica o fare l’in-ventario di noi stessi e an-dare alla ricerca di unanuova etica ambientale.anche l’opinione pubblicaha compreso chiaramente ilconcetto di cambiamentoglobale dell’ambiente. Esso è il risultato dell’inter-vento dell’uomo chesempre più di frequente si

fabbricato, servendosi deisuoi strumenti, delle suemacchine, della suascienza, dei suoi sogni perfoggiare un ambiente cheobbedisse alle sue finalità ealle direttive umane... oggitra i due mondi dell’uomo –la biosfera che ha ereditatoe la tecnosfera che si ècreato – vi è uno squilibrio epotenzialmente addiritturaun confl itto profondo.L’uomo sta in mezzo. “I dati degli ultimi tre de-cenni indicano che ormai èassolutamente necessarioperseguire obiettivi che nonsiano più solamente di cre-scita materiale e quantita-tiva. Oggi si parla di svi-luppo sostenibile. Esso im-plica un cambiamento dirotta dell’economia chedovrà avere come puntod’arrivo il mantenimento, ilmiglioramento qualitativo, lacondivisione, l’autolimita-zione, l’adattamento ai limitinaturali. Un’economia del“meglio” piuttosto che del“tanto”. Nell’ultimo aggiornamentodella serie sui limiti dellacrescita (2004), i Meadowse Randers, trattando deglistrumenti necessari per rag-giungere la sostenibil itàscrivono che “Al pari dellealtre grandi r ivoluzioni,anche l’imminente rivolu-zione della sostenibil itàcambierà la faccia dellaTerra e le fondamenta delleidentità, delle istituzioni edelle culture umane.Come tutte le rivoluzioniche l’anno preceduta,neanche questa può esserepianificata o imposta… sca-turità dalla immaginazione,dall’intuizione, dagli esperi-menti e dalle azioni di mi-liardi di individui. L’onere di tradurla in realtànon ricade sulle spalle diuna singola persona o di ungruppo in particolare. Nes-suno ne avrà il merito ma atutti è dato contribuire”. Il rapporto 2007 del Com-mitee si inserisce perfetta-mente in tale contesto e ri-sulta un elemento di riferi-mento essenziale per com-prendere a che punto siamolungo il cammino verso unarivoluzione della sostenibi-lità.

Gianni Benasso

sovrappone alle dinamichenaturali provocando un ef-fetto a cascata, cioè il supe-ramento di “ livelli di soglia”oltre i quali diviene semprepiù complesso e improba-bile gestire i l “sistemaTerra”. Se la tendenza nonverrà signif icativamentecambiata, le risorse offertedall’ambiente – come il ciclodell’acqua o la rigenera-zione del suolo- verrannosempre più compromesse. La nostra spece dipendedai sistemi naturali e se lirenderemo sempre più vul-nerabili, finiremo col dan-neggiarci in quanto senza diessi non siamo in grado divivere. Di recente (2007) è stataproposta da Erle Ell is eNavin Ramankutty una vi-sione del tutto nuova degliecosistemi globali del pia-neta. Oggi classifichiamo gliambienti terrestri in com-plessi, definiti biomi, indivi-duati dal particolare aspettovegetazionale, climatico edalla loro collocazione geo-grafica (macchia mediter-ranea, foresta pluviale ecc.)I due autori documentanoche l’intervento dell’uomoha modificato ampiamentela fisionomia del pianeta,tanto che le formazioni ve-getazionali previste nei di-versi biomi si riscontranosempre più di rado. Oltre la metà della super-ficie del pianeta è stata tra-sformata in quelli che pos-siamo definire “biomiumani”. La nuova interpretazionedella biosfera consdera unmodello nel quale si fon-dono il riconoscimento delletrasformazioni operatedall’uomo e la possilbilità di

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relazione, di“ c o e v o l u -zione”, tra si-stemi naturalie biomi umani.Punto essen-ziale per unapossibile coe-voluzione è ilsuperamentodegli obiettividell’economiache vanno im-postati inchiave ecolo-gica. Ciò, na-turalmene, si-

gnifica mutare la visione delmondo. Nel passato, la Na-tura viene consideratacome una fonte inesauribiledi risorse; lo sviluppo de-mografico è contenuto; letecnologie influiscono ap-pena sui sistemi naturali. Lescoperte della scienzafanno ipotizzare un universoretto da leggi immutabiliche, se correttamente com-prese, aiuteranno l’uomo asfruttare a fondo la Natura. Per millenni l’uomo ha su-bito carestie, epidemie, ca-tastrofi naturali; l’aver sco-perto le “ regole del gioco”fa nascere una sensazionedi onnipotenza che rafforzal’assunto secondo il qualela storia umana si possasvolgere in maniera deltutto autonoma dalla Na-tura. Anche l’economia con-divide una simile imposta-zione tanto che la lettera-tura in materia ignora am-piamente ogni istanza am-bientale. Solo dal 1972, anno dellaprima Conferenza delle Na-zioni Unite – che si tenne aStoccolma – sull’ambienteumano, si tenta una regola-mentazione internazionaledelle risorse comuni – at-mosfera, acqua, biodiversitàecc. – discutendo sull’im-portanza di rendere lo svi-luppo della società compa-tibile con i l imiti impostidalle dinamiche dei sisteminaturali. Nel rapporto preparatoriodella Conferenza si può leg-gere “L’uomo abita duemondi, quello naturale dellepiante e degli animali, dellaterra, dell’aria e dell’acqua...del quale è parte. E i lmondo delle istituzioni so-ciali e dei prodotti che si è

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11I L C O M U N E D I T R E P P O G R A N D E

Germania alcuni di noi ciavrebbero lasciati, chiamati inappello fra gli altri ero anch’ioe mio figlio. La mattina fis-sata dopo gli accertamenti ereso il denaro depositato a unoa uno ci lasciarono uscire.Ci trovammo subito, noi diTricesimo, Reana e TreppoGrande; di Cassacco ero soloio e mio figlio, fu anche ildott. Alfonso Rizzo ma erauscito in precedenza con ilparroco di Treppo Grande donLuigi Baiutti. Si intuiva cheerano gli ultimi giorni diguerra. Sopra Udine era unanuvola di areoplani e un con-tinuo bombardamento. Tuttociò, ci ha consigliati a pren-dere strade secondarie ai mar-gini della Citta, corremmoquindi verso Colugna, Pa-gnacco, ci fermammo a Fe-letto dove era parroco don Ni-colò Rossi che conoscevo,chiedemmo allo stesso ospita-lità e se poteva offrirciqualche cosa da sfamarci,aveva già capito da dove si ve-niva perché informatissimo,sapeva che ero preso con miofiglio e si è rallegrato quandoci ha visto entrambi. Il buonsacerdote andò per le case e inpoco ritornò con polenta e for-maggio e anche un po’ divino. Non volle nulla, io hosentito a nome di tutti tantagratitudine e per qualcheanno andavo a ricordare ladata con qualche bottiglia dibuon vino. Tale amicizia con-servo ancora e prendiamo ilcaffè quando ci incontriamo aUdine. Man mano che ci avvi-ciniamo alle nostre case ci sa-lutiamo con un arrivedercialla fine guerra in lieta com-pagnia. Giunti così a casa mia con gliamici di Treppo Grande, ungrido di gioia, Ciro abbracciala piccola Marilena, la solache non capisce quanto stavaaccadendo. Tutti piangono digioia. Ci fermiamo all’ingressodell’orto per farci portare ve-stiti puliti e lasciare quelli ca-richi di pidocchi. Ci accordiamo poi per ritro-varci presto e fare un belpranzetto qui a casa mia, ciòche avvenne, e una foto ri-cordo viene conservata. Fu unpranzo di nozze, con tutta lacrisi di trovare cibi se ne è tro-

1945 – Rastrellamentoa Treppo Grandespeciale

cultura

Nel gruppo di persone, as-sieme al parroco di TreppoGrande, don Luigi Baiutti, c’eanche mio padre. La foto del1945 , era nella scatola dei ri-cordi di famiglia. Sapevo cheriguardava un episodio dellaseconda guerra, riconoscevoalcune persone, fra cui Leo-poldo Castenetto, Sindaco diCassacco, ma non sapevoniente di più. Tempo fa ebbimodo di conoscere la nipotedel Cav. Castenetto Le chiesise potevo farle vedere la fotoper identificare le altre per-sone del gruppo. In questocordialissimo incontro ,nel ca-stello di Cassacco, ove abitanoi signori Orzincolo, mi hannofatto vedere il Diario scrittodal cav. Castenetto. Ed è ve-nuto fuori un commovente einteressante descrizione delmomento storico vissuto danostri concittadini durante ilperiodo di guerra.Rastrellamento del 1945 aTreppo Grande dal diario delcav. Leopoldo Castenetto.Andiamo verso la primaveradel 1945. La guerra è semprepiù cruenta, i partigiani sifanno sempre più vivi, sonodivisi qui in Friuli in due partichiamate divisioni “Osoppo” icui aderenti sono i giovani diprincipi Cristiani o vicini e Di-visione Garibaldi a cui afflui-scono la maggior parte ten-denti al Comunismo, pur es-sendo d’accordo nel combat-tere i Tedeschi e il Fascismotra le due correnti vennero deiveri massacri. La Garibaldi incui erano infiltrati anche dellaZona Iugoslava uccisero unasera sopra Attimis “Porzus”dei migliori uomini del Friuli,rei secondo gli stessi, di vo-lere confini giusti per l’Italia,ma il vero motivo perché Anti-comunisti.Ma uccisioni specialmente diCosacchi, che facevano partedelle truppe Germaniche ave-vano la peggio. Si era cosìgiunti che i Comandi Germa-nici ogni soldato Tedesco uc-ciso ne uccidevano dieci per-sone Italiane, e quelle general-mente venivano prelevatedalle prigioni ove venivano in-viati quali ostaggi, nelle retateeseguite all’improvviso neicentri del Friuli, come in ogniregione d’Italia.Fra questi ostaggi venni presoanch’io, con mio figlio Ciro, ilcomm. Luciano Cosani, il

sig.Vincenzo Bianzan, NereiDel Fabbro, Cussigh Gregorioa Tricesimo e inoltre Erma-cora GioBatta, Ponta Mario,Manzoni Attilio di TreppoGrande, Mancini Giacomo diRoma ma era a Arra e altriancora. Ci raggruparono sottola loggia del Municipio di Tri-cesimo. Io non avevo com-preso la gravità della cosa enon sentendomi alcun rimorsoho fatto come un sorriso a Co-sani, ed un capitano che ciaveva già in consegna e chesapeva l’italiano mi disse: nonsorrida che la cosa è grave epotrebbe essere fucilato su-bito.Io ero appena uscito per uncaffè con amici dalla Bancaove avevo portato mio figlio adarmi un aiuto per rientrarein famiglia più presto, edavevo in tasca delle sterlineInglesi comperate poco primaper un cliente che me le avevarichieste. Trovare sterline ad-dosso, allora voleva dire essereanti tedeschi. Quando ci in-quadrarono per portarci in ca-serma ho tentato gettare nelfosso il plico delle valute, mala scorta tedesca era al fiancoe non ho potuto perché midiede ordine di levare le manidi tasca. Quando fummo nellastanza della caserma dei Ca-rabinieri; Cosani che pur erain possesso di valute chiese eottenne di andare al gabinetto,gettò via tutto, io riuscii aconsegnare il plico al mare-sciallo dei Carabinieri Ita-liano, che mi restituì da buonuomo ogni cosa a guerra fi-nita.In prigione, via Spalato,Udine ci portarono la sera conaltri ostaggi presi a Reana enei paesi vicini. Ci disposeroin stanze già zeppe di prigio-nieri e di… pidocchi al n° 13,della nostra squadra eravamoin 13, e si notò arrestati ilgiorno 13, in tredici e al nu-mero 13, dovrebbe essere dibuon auspicio, non so chi dinoi abbia dormito in quellanotte, lì sulla paglia. Io e mio figlio avevamo unacoperta di lana offertaci dalparroco di Reana del Roiale,dopo che a una breve sosta,nei pressi della sua canonica,del camino che ci trasportavaverso Udine, ci offri tanto pre-murosamente; all’uscita ci furilasciata, ed io dopo averlafatta pulire ho potuto resti-

tuire e ringraziare.Eccoci dunque a provare laprigione, che non avrei maipensato lontanamente nellavita di dover provare. Conse-gnato, dopo accurata visita,tutto nella direzione delle car-ceri e rimasti solo con il ve-stito e la coperta. Durante ilgiorno seguente i comenti, cu-riosi sapere come andavano lecose, si diceva da qualcunoche i partigiani non avrebberofatto azioni in questi giorni,per non mettere in pericolotutti noi, si noti che eranotante altre personalità, delmedico prof. Pieri, del notaioMareschi, Pietro De Mezzoecc. L’amico comm. LucianoCosani era stato assegnato inuna stanza di questi, e alprimo incontro dentro la pri-gione mi disse: Poldo c’è unposto nella nostra stanza e ar-riva da mangiare e bere pertutti, mandato anchedall’ospedale, se fai la do-manda di certo verrà accolta.Ho dovuto dire, non posso.Come mangiare, la Direzionedalla Banca Cattolica di Udinea mezzo del comm. ElioSanna mi ha già fatto perve-nire il pranzo e ne è sufficienteanche per mio figlio, ma il piùimportante è, caro Lucianodissi, che se si dovesse esseresorteggiati per essere fucilatidevo sostituire mio figlio, nonposso mica lasciarlo se ciò av-venisse da fucilare, è da pocosposato e ha una figlia appena

Foto di gruppo dei compagni di carcere.

nata e pare un altro, come,disse, vuoi che ci fucilino?Spero di nò, ma ci hannochiusi qui a tale scopo.Si impressionò talmente chedovettero portare all’infer-meria. Nella nostra stanzaerano altri del comune di But-trio, che secondo loro eranopiù indiziati di noi per esserefucilati. In queste circostanzefra la paura e la speranza ilsig. Gregorio Cussigh di Trice-simo fece la proposta di reci-tare il S. Rosario e trovò tuttid’accordo, così si fece poi tuttele sere in cui restammodentro. A portarci le notizie diquanto fuori succedeva, ve-niva un meccanico di Felettocon la scusa di riparazioni sitratteneva con noi, anche infine la proposta di una S.Messa dal Vescovo mons. No-gara e quindi le confessioni ela Comunione.Vennero due sacerdoti per leConfessioni, io andai da donCattarossi, era questo il figliodi un mio grande amico cav.Luigi Cattarossi proprietariodi una fabbrica di laterizi aQualso di Reana del Roiale,che mi portò i saluti del dott.Agostino Candolini e del sa-cerdote don Grillo di Tarcentoentrambi si interessavano dinoi tutti.Il vescovo dopo la S. Messadisse parole di speranza ecc.Due o tre giorni dopo ci die-dero la notizia che il giorno 21Aprile data interessante per la

segue a pag. 12Enrico Ponta

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12 I L C O M U N E D I T R E P P O G R A N D E

1945 – Rastrellamento a Treppo Grande

vato tanto. Il sig. Mario Pontadi Treppo già provetto per idolci, ne ha portati per unmese. Tale festicciola si è ripe-tuta ogni anniversario per pa-recchi anni. Si fece a Treppo,a Cassacco, Tricesimo,Reana,da Rochet a Zompittaecc. A Zompitta da Rochet ve-niva offerta sempre dal comm.Luciano Cosani e fra gli altriecco un motivo. Da Rochet famoso ristorante

per i polli alla diavola, cheSantina la figlia del proprie-tario si era specializzatanell’arte culinaria, si fecequalche tempo prima unacena tra gli amici di Cosani dicui facevo parte, e fu invitatoil Vice Prefetto di Udine Inno-centi. Lo scopo era di studiareal meglio la forma di poter ce-dere a Cosani i locali ex Pi-losio, donati alla casa di Ca-rità di Tricesimo, qualche

anno prima allo scopo bene-fico per il Comune di Trice-simo. Io che ne avevo parlatoal collega di banca PignoniAristide nel senso di far com-perare a Cosani i locali ex Me-stroni con i circa 25 campiadiacenti e quindi un valoreapprossimativo della dona-zione Pilosio. In quel determi-nato momento arbitro era ap-punto Innocenti. Il quale videbuona la proposta da me sug-

gerita e cioè una casa di Ri-poso nel centro di Tricesimonon era adatta perché priva diadiacenze mentre la ex Fi-landa Mestroni verso Araaveva tutti i requisiti. Con isuggerimenti dell’Innocenti siraggiunse lo scopo ed oggi Tri-cesimo ha una delle miglioricase di riposo del Friuli e Co-sani ottima posizione per ilsuo mobilificio.Ma riprendiamo la nostrastoria di guerra che andavaverso il suo fine. Di giorno ingiorno i comunicati annun-ciano disfatte Tedesche. GliItaliani già preparati a Romada De Gasperi, che riceveCandolini e altri. Rientranogià con le cariche a ognunoassegnate.Candolini dott. Agostino saràil Prefetto di Udine. L’avv. Co-sattini sarà il Sindaco, il dott.Bertodo Questore ecc. al mo-mento scattato tutti erano alloro posto per dare gli ordiniin special modo ai comandipartigiani, che purtroppoqualche elemento non sempresi è attenuto alle istruzioni equalche cattivo episodio si èverificato.Candolini dunque come pre-fetto sollecitava le nomineprovvisorie dei Sindaci, le riu-nioni dei rappresentanti ditutti i partiti prima dell’eventofascista a ciò, mi pregò,mepure di fare per Cassacco. Congli esponenti partigiani con-vocai quelli della DemocraziaCristiana che subentrò al Par-tito Popolare It. I liberali, So-cialisti e Comunisti, in quelmomento a dire la verità nonsi azzardavano tanto esporsiper i fatti avvenuti in Friuli diPorzus – Cormons, ecc.Da questa prima adunanzavenni proposto Sindaco delComitato di Liberazione e te-nere le riunioni con i membridi giunta scelti fra i partiti. Sidiede inizio col evitare qual-siasi attrito in special modopreoccupandosi di provvederea quanto occorreva alla popo-lazione,e occupazione dellagioventù che rientrava dallearmi. Si tenne a disposizionedei partigiani due grossi ca-mion con incarico di andarealla provvista di cibarie tenen-doli così occupati si evitava ifurti, facili allora che man-cava tutto.Non ho trascurato di usare ri-guardi anche verso gli ex Fa-

scisti e impedendo a qualcheelemento desideroso di vendi-carsi di farlo. A confermarepoi la mia nomina a Sindacovenne il 1-06-45 un capitanoInglese, così era la legalità al-lora, che mi consegnò in Mu-nicipio il qui sotto decreto. Scritto in Italiano e Ingleseche dice: “Il Sig. CastenettoLeopoldo è nominato Sindacodi Cassacco e non può esseresostituito se non da altro uffi-ciale autorizzato debitamente(Timbro Comando MilitareAlleato, firmato Cap. C.A.O.f.to Romps.) era accompa-gnato da una interprete ita-liana che non ricordo il nome.Eccomi dunque per la secondavolta e dopo le due guerre areggere le sorti di Cassacco.Il documento, manoscritto dalCav. Castenetto su un grandediario – registro di circa43x30 cm., riporta una foto-copia, di non facile lettura, deldocumento consegnatoli dalCap. Inglese ed una copiadella fotografia, come quellaconservata da mio padre, conla data e i nomi dei compo-nenti il gruppo di compagni dicarcere, la dedica dice: Parti-giani div. Osoppo e ostaggi.Ritrovati dopo i giorni di pri-gione in via Spalato a Udine,aprile Cassacco 19451 Bianzan Vincenzo Trice-

simo2 Manzoni Attilio Treppo

Grande3 don Luigi Baiutti parroco

di Treppo Grande4 Castenetto Leopoldo Cas-

sacco5 Castenetto geom. Ciro

Cassacco6 Rizzo dott. Alfonso Cas-

sacco7 Manzini Giacomo Capi-

tano8 ….9 Ponta Mario Treppo

Grande 10 ….11 Cussigh Gregorio Trice-

simo12 Ermacora Gio. Batta

Treppo Grande

p.s. macano nella descrizionedella foto due nominativi,potrebbero essere fra i ci-tati Nerei del Fabbro e ilcomm. Luciano Cosani.Re-stano da identificare.

Enrico Ponta

specialecultura

Giugno 1950 - Gita a Redipuglia, si riconoscono: in prima fila da sinistra Rico, Alberto, Italo, Bru-netto, Ginesio, Ascanio, Pieri Candus; in seconda fila a destra Otello Meransane e Cido; in piedida destra Beppino Bondanse, Landi; accovacciato Otello Castenetto; Più in alto Carlo Bernardis,Berten Scric, Pasient, Setimio Degan e Angelin Castenetto.

Gita di ragazzi a Flaibano nel 1950. Si riconoscono da destra in 1a fila: Della Vedova Elio, FloreaniEvangelino, Floreani Pierino, Fantino Luigi, Di Giusto Franco, Di Stefano Aurelio; in 2a fila TulissoGiancarlo, Moretti Giuseppe, Tulisso Pierino, Geretti Aldo, Spizzo Bruno, Costantini Costantino; in3a fila Minini Silvio, Moretti Luigino, Ermes, Vidoni Pierino.

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13I L C O M U N E D I T R E P P O G R A N D E

CHE FORTUNANASCERE NEL 1949

A VENDOGLIO

Memorie postumedi un bambino felice

Che fortuna nascere nel 1949 aVendoglio, piccolissimo paese delcomune di Treppo Grande, in pro-vincia di Udine!Vendoglio, paese di grande emi-grazione in tutto il mondo (la mianonna paterna ha partorito duefigli a Chicago e due a Vendoglio),è tuttora un lindo paesino tra leprime colline dell’anfiteatro more-nico che dalla bassa friulana si varestringendo verso la Carnia ed iconfini austriaco e sloveno, cir-condato dal verde dei prati, conboschi di castagni, pioppi equerce che punteggiano le som-mità delle colline, ed un bel tor-rente, il Cormor, che purtroppooggi è stato canalizzato, e quindiha perso tutta la sua identità ditorrente ed è stato trasformato inun anonimo canale dalle rive dipietra e cemento.

Ho subito capito di essere natofortunato, perché ero l’unico bam-bino del paese che aveva una fa-miglia diversa dallo stereotipodella famiglia contadina friulana diquei tempi, infatti mio padre, es-sendo figlio di un grande invalidodella prima guerra mondiale, nonfaceva né il contadino né l’emi-grante, ma aveva potuto studiarenell’Istituto Tecnico Agrario di

Pozzuolo del Friuli ed insegnavaAgraria nelle scuole dei paesi vi-cini, mentre mia madre, sempregrazie al nonno grande invalido,sfruttava le licenze commercialiche lo Stato aveva generosa-mente donato ai suoi f igl i piùeroici e sfortunati.Così mangiare un savoiardo o untriangolo di cioccolata, cose cheai miei amici capitava solo dirado, per me era una cosa quasinormale, e nessuno in casa me linegava mai.Mio padre insegnava fuori e si ve-deva poco in casa; alla mattinapresto prima di andare a scuola,si caricava sulle spalle una gerlacon il pane cotto nel nostro fornoe lo portava in vespa nei negozidei paesi vicini.Solitamente arrivava tardi apranzo e così mangiava da solo;ricordo solo che quando papà ar-rivava a casa, la mamma chia-mava me e mia sorella e ci ordi-nava di fare assoluto silenzio pernon disturbarlo, perciò io dovevomettere via i giocattoli rumorosi epotevo giocare solo con i lego(che mia nonna mi aveva portatoda un suo viaggio negli Stati Unitinel 1954) o con i soldatini dipiombo. Penso che papà sia statoil grande assente di quei mieianni.Mia madre lavorava dall’alba anotte inoltrata e non aveva tempoda dedicarmi durante la giornata,però era molto premurosa e pienadi amore quando si trattava dellamia cagionevole salute e non midimostrava mai insofferenza

Dall’album dei ricordi (1ª PARTE)

Riceviamo dal signor Marino Ioseffini, ora abitante a Sottomarina, una bellissima testimonianza dei tempi andati ed in particolare un preciso spaccato della vita a Vendogliodegli anni Cinquanta e Sessanta, ricordati da un “bambino felice” di allora. Il racconto è molto articolato e puntuale, si snoda attraverso 15 pagine di ricordi nitidi ed interes-santissimi, in particolare per chi ha vissuto quel periodo a Vendoglio. Per motivi di spazio, pubblichiamo la prima parte in questo numero e ci riserviamo di completare il racconto pubblicando la seconda parte nel numero del nostro Notiziario di dicembre. Al signor Marino Joseffini i più sentiti ringraziamenti per questo “piccolo gioiello”.

La chiesa e la scuola di Vendoglio negli anni ’50.

Vendoglio 1938 – Consacrazione solenne della nuova chiesa.segue a pag. 14

Marino Ioseffini

quando mi portava da qualche or-topedico specialista dei piedi,anche fino a Gorizia, perchéavevo non so bene quale pro-blema che mi ha fatto portare iscarponcini ortopedici fino a 8anni; i r icordi che ho di lei inquegli anni sono molto vaghi edindefiniti.Mia sorella Alba è più vecchia dime di 5 anni e mezzo, ma lei èfemmina, e quindi non avevamoassolutamente nessun interesse incomune; ci trovavamo a tavola eci frequentavamo solo nelle festee quando io ero ammalato, vistoche dormivamo assieme in ungrande lettone nella camera vicinoa quella dei nostri genitori.Lei però era molto premurosa conme: ricordo che mi portava in giroin su una specie di carrozzella

quando a tre anni mi avevano in-gessate entrambe le gambe finoall’inguine e mi difendeva quandofacevo qualche marachella, anchese proprio non credo che neavesse molta voglia, visto che es-sendo lei robusta ed io invecemingherlino, ogni volta che lamamma si arrabbiava per qualchecosa, chi veniva punita erasempre lei.A proposito delle gambe inges-sate, un giorno ero sulla carroz-zina nella piazza del paese, con legambe coperte da un plaid e civide Sior Santul, al secolo Don Al-bino Fabbro, severissimo ed auto-ritarissimo parroco della parroc-chia di Vendoglio, il quale nonperse l’occasione per deridermi erimproverarmi perché, cosìgrande, ero ancora su una carroz-zina: mia sorella non disse nulla,mi venne davanti e tolse il plaidper mostrare al parroco che erotutto ingessato, lui si girò e se neandò senza dirmi una parola, malei si voltò verso di me, e semprein silenzio, mi fece un sorriso chevaleva più di qualsiasi parola diconforto.Mia nonna Lucia faceva diligente-mente la sua parte di nonna e disuocera, ed anche lei non ha maiinciso molto nella mia vita diquegli anni.Nonostante tutto ciò, io non eromai solo, avevo tutto un mondoche mi circondava, un mondo chemi voleva bene, che mi coccolavae proteggeva, ed ero molto feliceperché avevo tanti amici, sia i mieicoetanei, sia i “grandi”, cioè i ra-

gazzi di 15-16 anni, sia gli adultiche incontravo o nell’osteria di fa-miglia o nei loro luoghi di lavoro. Da tutti questi cercavo di assor-bire le loro esperienze di vita e dilavoro, per cui penso di avere im-parato molto di più dal calzolaioFranco o dal sarto Nello, che nonnella scuola elementare che hofrequentato fino alla secondaclasse.A 5 anni ero già uno dei 3 purcitosdi San Antoni (maialini di San An-tonio) – in quei tempi di miseriaera abitudine che in ogni paese lapopolazione regalasse al parrocoun maialino; il suino, con un sona-glio al collo, vagava libero per levie del paese e gli abitanti gli da-vano da mangiare gli avanzi dellecucine, così lui cresceva gratis edall’inizio dell’inverno veniva ma-cellato a favore del parroco.Il nome di 3 purcitos ce lo avevadato Sior Santul, perché io, Re-nato e Beppino eravamo sempreinsieme a gironzolare per il paesealla ricerca di nuovi giochi e nuovescoperte.Al giorno d’oggi è impensabileche tre bambini possano averecome parco-giochi un interobosco, un torrente, un mondo in-tero, dove si è sempre al sicuro,perché dai campi dove lavora-vano, tutti i contadini ci tenevanod’occhio e se c’era bisogno cisoccorrevano, e riferivano poi ainostri genitori se ci eravamo postiin situazioni di potenziali pericoli.La nostra area di gioco era vastis-

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sima: il bosco dei Roncs, con lesue querce ed i suoi castagni, iltorrente Cormor, brulicante digamberi e di pesci, le stalle ed ifienili delle case dei miei amici,l’officina di zio Cornelio (il mio indi-menticato ed amatissimo Zio Che-chelo), i campi di mais dove ci sipoteva nascondere e non farsi piùtrovare, il frutteto della canonica,dove rubavamo le pere a SiorSantul, i solai di casa mia e dellecase dei miei amici, il campo dicalcio alla periferia del paese, si-tuato dove cominciava il bosco.

VendoglioVendoglio è posto su un bassocolle con tre strade di accesso,tutte in l ive salita: da TreppoGrande, da Carvacco e da Collo-redo di Montealbano. Allora erasede parrocchiale ed aveva pocopiù di 500 abitanti, a cui si aggiun-gevano gli abitanti di Carvacco,Borgo Moretti, Treppo Piccolo eAveacco, borghi che facevanoparte di questa parrocchia. Era un paesino che però era abba-stanza importante perché avevaanche una latteria sociale dove aturno i contadini-soci aiutavano ilcasaro nelle operazioni di ritiro e divendita del latte e nella produzionedi un magnifico formaggio, il Mon-tasio, squisito sia se consumatofresco, che se lasciato invecchiare. La parte centrale di Vendoglio hauna forma allungata ed è separatadal resto del paese da una strada,allora bianca, che è stata asfaltataall’incirca nel 1960. Sia oggi cheallora fare una passeggiata percor-rendo completamente questastrada, si dice fare el gir de Ville.Il paese aveva due importanti co-struzioni che lo identificavano su-bito tra i borghi vicini: un alto cam-panile in pietra grigia con la gugliain stile romanico, che distava dacasa mia non più di venti metri, eduna monumentale chiesa parroc-chiale in stile gotico, di un colorebianco-candido, situata nella partepiù alta di Vendoglio e veramenteesagerata per il numero di abitantidel paese.La chiesa, tuttora esistente anchese lievemente ridimensionata in al-tezza dopo i terremoti del 1976che l’avevano seriamente danneg-giata, si compone di una navatacentrale e di due transetti laterali,separati da due file di grosse co-lonne di colore rossastro, che miamadre mi diceva fossero state ti-rate sù da suo padre, il nonno Bo-nifacio, che negli anni trenta erastato capomastro nella edifica-zione della chiesa.

Nel paese il tempo era scanditodal grande orologio del campanile. Questo orologio doveva essere diausilio ai contadini che lavoravanonei campi vicini e che natural-mente non portavano con sé unorologio da taschino; per questimotivi aveva due importanti carat-teristiche: aveva un rintocco moltopotente, da potere essere sentitoanche nei campi più lontani e,dopo due minuti che aveva battutol’ora, la ribatteva, così che chi eradistratto e non aveva cominciato acontare subito i rintocchi, potevastare attento e contare quelli suc-cessivi.Vi lascio immaginare la tranquillitàche regnava in paese ad ogni bat-tere di ora, specialmente di notte,alle 10, alle 11 ed alle 12. Fortunache l’uomo ha una grande capa-cità di adattamento e così nessunosentiva più il battere delle ore.Il campanile era importante ancheperché il sacrestano Celio suonavaall’alba l’Ave Maria ed al tramontoil Vespero, segnando così il tra-scorrere della giornata, ma era an-cora più importante perché,quando qualche paesano moriva,a Vendoglio o nel resto del mondo,Celio suonava la campana grandea morto, e tutto il paese correvaalla cella campanaria per cono-scere il nome del defunto. Il campanile aveva tre campane, la“grande”, la “mezzana” e la “pic-cola”, ed erano suonate a mano.La cella a pianoterra del campanileaveva il soffitto a circa tre metri dialtezza, e da tre fori scendevano legrosse corde di canapa delle cam-pane.La domenica noi bambini ed i“grandi” andavamo nella cellamezz’ora prima dell’inizio dellamessa e per tre volte suonavamole campane; a noi piccoli era con-cesso di suonare solo la “piccola”.Suonare era facile, bastava saltare,attaccarsi alla corda e lasciarsiscendere con il proprio peso; dopotre o quattro volte, la campanaprendeva il suo oscillare e suonavacon un timbro argentino che tiriempiva di gioia. Più difficile erafermarla alla fine del prescrittoscampanellio: bisognava aspettareche la corda scendesse ed attac-carsi ad essa, così che si veniva ti-rati in alto e con il peso del propriocorpo si frenava l’oscillazione dellacampana; c’era un solo piccoloproblema: la corsa della corda eramaggiore dell’altezza della stanza,così che se non stavi attento, ve-nivi tirato su fino al soffitto e ti daviuna tremenda capocciata. Maanche qui c’era un segreto, ba-stava farsi sollevare dalla cam-

pana, ed a mezz’altezza lasciarescorrere la corda tra le mani, perpoi atterrare dolcemente sul pavi-mento; ripetendo tre o quattrovolte questa operazione, l’oscilla-zione diminuiva e ci si poteva la-sciare sollevare tranquillamentesenza pericoli di bernoccoli sullacapoccia.La vigilia delle feste importanti,quali la Pasqua, il Corpus Domini,San Michele (il Patrono di Vendo-glio), ed altre ancora, guidati daCelio, si saliva per le ripide e nonproprio sicure scale di legno finoalla cella delle campane a ?cam-panotà, e questo era un vero diver-timento: il più gagliardo dei giova-notti suonava la campana grandecon una corta corda attaccata di-rettamente al bilanciere della cam-pana, e Celio, attaccati due speciedi martelli al bordo della campanamezzana, cominciava a batterlacon un ritmo festoso e fantasioso.Noi piccoletti restavamo seduti sulpavimento con la schiena appog-giata al parapetto di ferro dellacella, sbirciando ogni tanto tra lesbarre i tetti del paese sottostantee non sapevamo se tapparci leorecchie per il grande frastuono ose lasciarci immergere da quelsuono così assordante ed allostesso tempo così melodioso.Quando si scendeva, per un po’ ditempo eravamo tutti quasi sordi,ma per niente al mondo avremmorinunciato ad essere presenti aquella festa.La Settimana Santa era un susse-guirsi di funzioni cui partecipavatutto il paese.Si cominciava con le QuarantaOre, che erano quaranta ore conti-nuate, giorno e notte, di adora-zione dell’Ostia esposta nel piùgrande e prezioso degli ostensoridella chiesa, tutto dorato, con uncontorno di raggi diritti e serpeg-gianti che erano una meraviglia.A turno tutti i giovani dovevano

passare almeno un’ora inginoc-chiati a pregare. Lo spettacolo più bello però eravedere le spose degli ultimi anniche a turno si recavano in chiesa apregare vestite nel loro abito dasposa.Ma la funzione che ricordo ancoracon un brivido di emozione era lasera del Venerdì Santo, quandotutti, ma proprio tutti, grandi e pic-coli, maschi e femmine, la sera,dopo avere partecipavano alla pro-cessione facendo el gir de Ville, siriunivano in chiesa.Per questa occasione i giovani po-tevano sedersi sugli alti scanni dilegno del grande coro gotico eognuno portava con sé una raga-nella o une gra?ule, che era uncassone di legno al cui internoc’era una ruota dentata collegataad una manovella esterna: ruo-tando la manovella, i denti face-vano vibrare alcune asticelle chedavano un rumore sordo e cupo.Davanti al coro veniva posto in po-sizione rialzata un grande triangoloche sorreggeva sui due lati supe-riori molte candele, e queste sol-tanto i l luminavano la grandechiesa, che per il resto era im-mersa nel buio.Il Signor Parroco recitava il Passio,ed ogni volta che si interrompeva,Celio con un lungo bastone cheportava in cima una specie dicampana rovesciata, spegnevauna candela, partendo dal bassoed alternativamente una volta adestra ed una volta a sinistra.Quando alla fine rimaneva accesasolo la candela posta più in alto el’officiante leggeva la morte diCristo, nel silenzio più assolutoCelio la spegneva, lasciando lachiesa nel buio più completo, edallora si scatenava il finimondo:quelli che erano seduti sugli scannidel coro cominciavano con tutta laloro forza ad azionare i loro stru-menti, e per lunghi minuti la chiesa

rimbombava di un assordante ecupo battere di legni.Non ho più vissuto momenti cosìsurreali e mistici, ed è un vero pec-cato che questa funzione nonvenga più fatta!

La di GjerenL’osteria di Gjeren, come tutti lachiamavano dal nome di miononno Adalgerio, era il centro delpaese, dove gli uomini si trova-vano a bere un tai di vino rosso, afare una partita a tressette e a gio-care a morra.L’osteria, che era anche tabac-chino-alimentari-generi coloniali,era costituita da un unico localecon un banco a forma di elle: difronte a chi entrava c’era il lato piùpiccolo con a sinistra la macchinadel caffè e sottoc’era il cassettoper i soldi, mentre a destra c’era labilancia: questo lato era utilizzatoper il negozio dei generi alimentari.I l lato di destra era i l bancodell’osteria e alla sua estremitàc’era, vicino alla porta d’ingresso,il reparto tabacchi.Annessa al locale osteria c’era unaseconda stanza con la cucina eco-nomica ed alcuni tavolini; quinonna Lucia o mia madre cucina-vano i cibi per la famiglia e quimangiavamo, la nonna a capota-vola all’estremità sinistra del tavolopiù grande, mentre io mi sedevosempre all’estremità destra dellato più lungo. In questa stanza c’erano anche al-cuni tavolini quadrati dove si sede-vano gli avventori per giocare acarte o per bere il vino.Da questa stanza si accedeva poiad una piccola sala (le stanse la jùinsomp – la stanza laggiù in fondo)dove c’erano un piccolo biliardo ela poltrona del barbiere (che venivaa lavorava solo il sabato). La poltrona del barbiere veniva uti-lizzata dal medico condotto il mar-tedì ed il giovedì per le sue visite

specialecultura L’album dei ricordi

La canonica di Vendoglio nel 1960.

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vano a casa, ed ognunodi essi mi ha insegnatoqualche cosa di impor-tante. Su quei vecchi tavoliniho imparato a scriverecon il gesso sulle lava-gnette usate per segnarei punti delle partite acarte: una sera Nello, ilsarto del paese cheaveva una gamba dilegno, e che era come tutti ungrande tifoso di quell’Udinese chenel 1955 arrivò seconda in cam-pionato (ma fu poi retrocessa inserie B per illecito sportivo), michiese “sai la formazione dell’Udi-nese?”, ed io “no”, e lui “e allorascrivi: Cudicini, Azzimonti, Valenti,Piquè, De Giovanni, Sassi, Magli,e giù giù fino a Selmonsson”.Ero proprio un bambino fortunatoio, sapevo a memoria la forma-zione dell’Udinese!Qui ho imparato anche la storia ele tragedie di quegli anni di guerrecalde e fredde.Ricordo che una sera d’invernodopo cena mia madre aveva ac-ceso la stufa marron che nei mesifreddi veniva posta nell’osteria;questa stufa aveva un coperchiodi ghisa che veniva alzato se sivoleva util izzarla per cucinaresulle sue piastre. Quella sera miamadre aveva messo alcune ca-stagne sotto il coperchio, ma nonle aveva tagliate; vicino alla stufac’ero io e Neo dai Rôs, uomo an-ziano e sagace, sempre pronto aburlarsi di tutto e di tutti, special-mente del Signor Parroco; dopopoco le castagne cominciarono ascoppiare e Neo mi disse convoce grave “Vedi? Anche da qui sisentono le bombe che i russistanno tirando a Budapest”.Anche così possono venire tra-smesse e fatte ricordare le tra-gedie dei nostri tempi.Ricordo molte altre persone chevenivano in osteria, come GustoDe?, un buon omone sempre sor-ridente, grande e grosso, con leguance mal rasate e rubizze, pre-cocemente incurvato per le fa-tiche del suo lavoro di contadino-carretiere e per le sue vicissitudinidi reduce dalla Russia, doveaveva combattuto da alpino nellaDivisione Julia, e più precisa-mente nell’ottavo reggimento,battaglione Gemona. La tragediadi quella terribile ritirata probabil-mente lo aveva molto segnato, edinfatti aveva sempre sul capo unvecchio e lacero cappello da al-pino, ed il suo cavallo lo avevachiamato Glemone , e quandousciva dall’osteria e ripartiva con il

suo carro, tutti in paese sorride-vano sentendo il suo grido “ jeGlemone”: a quella voce il cavallopartiva e lui si sedeva in equilibriosul bordo del carro. Questo gridogli aveva fatto avere anche un so-pranome, ed infatti molti non lochiamavano con i l suo nomeGusto ma con le parole “je Gle-mone”.Se andate nel cimitero di Vendo-glio, potete vedere la sua tomba,la prima sulla destra del biancovialetto centrale. A me si stringesempre i l cuore nel vederla,perché i suoi famigliari lo hannovoluto onorare e ricordare propriocom’era e come voleva essere ri-cordato, cioè come un alpino, edinfatti sul marmo della tomba èstato posto un lucente cappelloda alpino di ottone.Franco non veniva spesso inosteria, ma io andavo molte voltenella sua botteguccia; Franco fa-ceva il calzolaio, ed io ero sempreincantato nel vederlo lavorare. Luiera un vero artista e non si limi-tava a rifare suole, ad aggiustaretacchi o ad inchiodare i puntali edi salvatacchi di ferro sulle scarpedi uomini e ragazzi (che così dura-vano molto più a lungo), no, lui fa-ceva le scarpe! Aveva un grem-biulone blu con un pezzo di cuoioprotettivo sul petto, tutto segnatodai tagli che si procurava quandocon la lesina rifiniva i pezzi dicuoio. Sul suo banchetto c’eranomolte scatolette di legno conchiodini bruniti di varie dimen-sioni, che spesso mi regalava per imiei giochi. Ma le cose che più miaffascinavano nella sua calzoleriaerano due forme di dura pece,una nera ed una marrone, grandicome pezzi di burro da due etti:Franco passava e ripassava i suoispaghi sulla pece e vi lasciavagrandi solchi simili a profonderughe. Dopo questa operazione lospago diventava liscio ed imper-meabile, ed era pronto per essereutilizzato per cucire la suola allatomaia; lui con maestria prima fa-ceva il buco con un sottile ferrolucido ed appuntito sui due lembida saldare assieme, poi vi facevapassare lo spago cerato, ed infine

tirava con forza. Dopo molte ore illavoro era finito, ed allora Francolucidava con cura maniacale lescarpe appena confezionate finoa farle luccicare come duespecchi Fredo Be? veniva di rado la diGjeren e solo quando c’eraqualche motivo per fare festa,perché Fredo era cieco e suonaval’armonica; si sedeva in un angolodell’osteria oppure, d’estate, nelcorti le, e suonava i l suo stru-mento; sua moglie stava sempreseduta accanto a lui, con un faz-zolettone nero sul capo, come co-stumava per tutte le donne di unacerta età, batteva il tempo con unpiede e stava sempre zitta. Fredoteneva sempre la testa lievementepiegata di lato, con un mezzo sor-riso che sembrava fosse intonatocon le note che uscivano dalla suafisarmonica; gli occhi erano spa-ventosamente bianchi e mi facevapaura a guardarli eppure, quasifossi ipnotizzato, non riuscivo astaccare i miei dai suoi.C’era un grande contrasto tra ilsuo piccolo corpo curvo, lesmorfie del suo viso e l’allegriache trasmetteva suonando villottefriulane e facendo ballare la gente,ed erano proprio questi grandicontrasti che mi affascinavano.Fredo faceva anche un altro la-voro, forse l’unico che sapevafare: quando in ottobre si ven-demmiava l’uva, la gente, dopoaverla pigiato con i piedi nei tinidella loro casa, portava le vinaccenel cortile di Fanten, l’unico inpaese che aveva il torchio, e al-lora veniva chiamato Fredo, moltoprobabilmente solo per fargli fareun lavoro utile, e lui azionava len-tamente la leva avanti ed indietro,schiacciando le vinacce e facendouscire l’ultima parte del liquido.C’erano sempre dei bambini se-duti attorno al torchio perché,quando usciva il vino, potevamomettere il bicchiere e raccoglieregli ultimi zampilli e bere quel vinomolto dolce ed inebriante. Spesso veniva in osteria ancheWalter, lo stradino comunale,

mediche ed anche per le estrazionidentarie (per queste infatti non oc-correva andare dal dentista, manon ricordo che il medico abbiamai usato un qualche anestetico). Appena entrati in questo locale,sulla sinistra c’era anche la lus-suosa macchina da cucire Vigorellidi mia madre, con tanto di mobilelucidissimo color noce chiaro.Quando avevo combinato qualchemarachella ed era opportuno chela mamma non mi vedesse perqualche ora, mi chiudevo dentro ilmobile della macchina da cucire emi dondolavo timoroso sul pianaleche, oscillando, dava il movimentoalla macchina. Dietro l’osteria c’era uno stanzone-retrobottega che serviva da ma-gazzino per quanto doveva poi es-sere posto in vendita ed un grandecassone di legno rivestito interna-mente di metallo, che veniva usatod’estate come ghiacciaia; non mipiaceva stare là, perché era buio esapeva di chiuso, però un giornoscoprii che in un angolo c’erano igrandi sifoni di vetro del seltz, chea me piaceva tanto, ed allora ognitanto ci andavo, avvicinavo lelabbra al beccuccio del sifone eschiacciavo la leva: un freddo,dolce e squisito sorso di bevandami riempiva la bocca, ma solo unpo’ per bottiglia, che così nessunose ne poteva accorgere.Nei mesi invernali tutte le famigliemacellavano il maiale, tutte ec-cetto noi che non avevamo il por-cile e neanche il tempo per i lavoridella macellazione. In quei mesi lamamma teneva nel retrobottegaun secchio puzzolente con la sala-moia per conservare le viscere perinsaccare salami e salsicce, edanche il pepe: il pepe si acquistavain grani e lo si vendeva macinato,per cui c’era anche un grande ma-cinino che veniva utilizzato soloper questo.Quando la mamma doveva maci-nare il pepe, chiamava me e miasorella, noi salivamo in piedi sulmacinino e ci tenevamo per mano,facevamo cioè da contrappesoperché se no il macinino saltava ela mamma non riusciva a fare gi-rare la ruota. Io e Alba ridevamocome matti sentendo le vibrazioniche il girare degli ingranaggi ci tra-smetteva prima ai piedi e poi sù sùlungo tutto il corpo. Quel vecchiomacinino oggi è a Sottomarina acasa di mia sorella. Nella vecchia stalla in fondo al cor-tile era stato ricavato un forno chepanificava anche per i paesi vicini.Io gironzolavo tra i tavoli o restavoseduto in un cantuccio, e ascol-tavo in silenzio le storie che gli an-

Interno della chiesa di Vendoglio nel 1940.

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ziani si raccontavano, storie di vitedi emigranti in Canada, nelle Ger-manie, in Svizzera o nelle dueAmeriche, e sognavo quei postiche per me dovevano essere bel-l issimi, ed invece capivo cheerano luoghi di sfruttamento, dimiserie, di terribili nostalgie dicasa.Ogni tanto la sera entrava inosteria qualcuno che io non avevomai visto, si metteva di fronte amio padre, si guardavano fissinegli occhi per qualche attimo epoi gridando si abbracciavano: tusei Terenzio diceva il primo, e miopadre urlava: tu sei Giovanni, nonci vediamo da 15 anni, come stai?Come và la vita? E la tua famiglia?E dopo grandi pacche sulle spallesi sedevano ad un tavolo con unbicchiere di vino e si racconta-vano della loro vita, del presente,delle aspettative del futuro.Gli emigranti tornavano a casatutti gli anni, ma solo se erano an-dati a lavorare dagli Stati vicini, etradizionalmente questo ritornoavveniva a fine novembre per lamacellazione del maiale. Quelliche invece erano andati moltolontano, facevano ritorno al paesemolto di rado oppure soloquando, fatta più o meno fortunaall’estero, al momento di andarein pensione ritornavano al paesepar murè, come dicevano con uncerto fatalismo.Le nostre camere da letto eranosituate al primo piano e nel corri-doio c’era uno spioncino quadratodi circa 20 centimetri di lato, cheserviva di notte per vedere se cifossero dei ladri nel locale sotto-stante. Quando la mamma cimandava a dormire, spesso io emia sorella ci sdraiavamo sul pavi-mento del corridoio ed attraversoquest’apertura potevamo conti-nuare a vedere ciò che accadevanell’osteria.Una volta, la sera prima di santaLucia (che a quei tempi portava idoni ai bambini buoni), vedemmolo zio Venicio che comprava idolci per noi e li ordinava allamamma: “mettici 4 mandarini, unpo’ di caramelle, il croccante ….”e mia sorella gli gridò “Zio, ricor-dati anche della cioccolata”. Lozio alzò la testa e vide i nostri pic-coli visi furbi e felici per i regali eper la burla che gli stavamo fa-cendo e lui, per stare alla parte,prima ci rimproverò per la nostracuriosità, poi scoppiò a ridere, edinfine ci comprò anche la ciocco-lata.Nell’osteria di Gjeren c’erano tanticlienti che vi rimanevano moltopiù tempo di quello che passa-

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anche lui come tanti con un pas-sato di partigiano. Lo sentivo rac-contare di quando era stato a la-vorare in una fornace di mattoni,ed i suoi racconti erano così belliche un giorno, quando ero sedutosulle ginocchia di mio padre chestava parlando con alcuni profes-sori suoi colleghi, ed uno di questimi chiese cosa avrei voluto fare dagrande, io risposi subito con fie-rezza “voglio andare a lavorare inuna fornace a fare mattoni!”, etutti, prima mi guardarono incre-duli, e poi scoppiarono a ridere. Walter abitava vicino casa mia, emi diceva sempre quando avrebbericaricato le cartucce del suo fucileda caccia; io allora correvo da luie, seduto in disparte a debita di-stanza, lo guardavo ricaricare lecartucce: per prima cosa toglievadai bossoli vuoti le capsule esplo-sive già utilizzate e le sostituivacon quelle nuove, poi pesava conun piccolo bilancino la polvere dasparo ed i pallini di piombo di ca-libro differenti, a seconda se eranoper colpire i fagiani o le lepri, e poicon grande attenzione riempiva lecartucce ed infine poneva sopra diesse alcuni dischetti di cartonebianco e dolcemente schiacciava iltutto con una pressa. Io non an-davo da lui per vederlo fare questecose, ma perché sapevo che allafine del lavoro, Walter sceglieva lecartucce non più riutilizzabili e mele regalava, ed io potevo fare millegiochi con quei bossoli rossi e blu.Nel negozio di al imentari miamadre inventò i generi alimentaripreconfezionati: siccome la mat-tina era sola a servire le clienti chevenivano a fare acquisti, ogni sera,ad osteria chiusa, lei e mia sorellaconfezionavano i sacchetti di cartecon il peso giusto di zucchero,riso, pasta ed ogni altra cosa che aquei tempi si commercializzavasfusa, così che al mattino succes-sivo, quando una donna chiedevamezzo chilo di pasta, la mammaprendeva il sacchetto e lo ponevasulla bilancia per la verifica delpeso, e così il lavoro era molto piùveloce.Non tutte le donne avevano i soldiper fare la spesa quotidiana,perciò sotto la macchina del caffèc’era anche un cassetto in cuierano riposti molti libretti coloratidi rosso o di giallo, con scrittosulla copertina un nome di donna.Chi non pagava subito, dopo averefatto la spesa prendeva il suo li-bretto e scriveva su una riga ladata, ciò che aveva acquistato el’importo dovuto. Le donne delpaese apprezzavano molto miamadre per la fiducia che lei aveva

mima di chi si riempiva la bocca difumo acre, lo teneva il più a lungopossibile in bocca, e poi lo espi-rava più lentamente che poteva .Nel forno si giocava e anche si leg-geva, quasi esclusivamente la Do-menica del Corriere, perché i fu-metti erano una vera rarità, ma lalettura non era qualche cosa difine a sé stesso, perché ciò cheuno leggeva ad alta voce venivasempre commentato e poi spie-gato al più piccolo, cioè a me, epoi, se stavo buono e ne avevanovoglia, mi facevano vedere anchele illustrazioni, e che emozione nelvedere la tavola di Beltrame chemostrava l’affondamento dell’An-drea Doria, e sentire le spiegazioniconcitate di quella tragedia!Nel forno Sergio si allenava al pu-gilato con i suoi amici; lui avevadue meravigliosi paia di guantonida pugilato in vera pelle, peròerano diversi, un paio era forse perun peso massimo, e l’altro per unacategoria molto inferiore. E cosìnel forno ho imparato anche itrucchi sporchi del pugilato: bastaleccare abbondantemente la su-perficie del guantone e colpire distriscio l’avversario per strappargliuna lunga striscia di cute, conconseguenze molto dolorose.Il forno veniva usato anche da unalontana parente che veniva ognitanto di pomeriggio con l’impastodei biscotti; io mi accovacciavosempre nel mio posto, vicino allapressa per formare le porzioni delpane, e la osservavo stendere concura l’impasto su una teglia oleatadel pane, tagliarlo con la rotelladentata e poi infornarlo nel fornoche naturalmente rimanevasempre caldo: lei non mi parlavamai, in compenso quando sfor-nava la teglia e la sala si riempivadi un profumo fragrante e buonis-simo, lei raccoglieva ben bene tuttii biscotti, li metteva ancora caldi inuna scatola, ed usciva, senza maiuna volta farmene assaggiare uno!Io la odiavo per questo, ma tutte levolte che lei arrivava, io ero nelmio posto, vicino alla pressa, conla speranza e contemporanea-mente con la certezza che il sa-pore di quei biscotti non lo avreimai assaggiato.

Marino Ioseffini

Moretti di Udine, Selmonnsonaveva segnato un gol importante eRomolo, per la gioia di quella se-gnatura, aveva afferrato la testa dichi gli stava davanti gli aveva datoun grande morso, così aveva pas-sato la serata in commissariato aUdine e Vendoglio non avevamoavuto il suo pane, ma nessuno inpaese protestò.Dopo Romolo venne un altro pa-nettiere, che aveva una figlia e duefigli maschi, che si chiamavanoSergio e Claudio, entrambi piùgrandi di me.Il forno era un posto caldo e di-screto dove si potevano passarelunghe ore a chiacchierare (natu-ralmente io ascoltavo molto di piùdi quanto mi fosse permesso par-lare), ma anche qui assorbivo lavita degli altri.Qui ho imparato a fumare, natural-mente non io, che avevo solo 5anni, ma un giorno ho visto Sergio,il fratello più grande, che passavala sigaretta a Claudio, quello piùgiovane, ma che aveva già 10 anni,e che gli diceva: “tira di petto!”, equello fece così, e naturalmentecominciò a tossire forte, fra le ri-sate ed i lazzi di Sergio e di altri“grandi” che erano con noi. A Vendoglio si cominciava a fu-mare molto presto, di solito subitodopo i 10 anni, perché avevamotutti fretta di crescere e siccome cicontrollavamo in gruppo la cre-scita dei peli pubici e questi tarda-vano ad apparire, l’unico sistemaper essere come i “grandi”, eraquello di cominciare a fumare.Procurarci le sigarette non era unproblema perché la vita era stret-tamente gerarchica, e quando un“grande”, cioè uno che aveva già15 o 16 anni, ti ordinava di farequalcosa, tu la facevi in silenzio e ilpiù in fretta possibile e così,quando loro volevano le sigarette,bastava che dicessero “tu, vammia comprare quattro nazionale sem-plici”, ed il fortunato correva la diGjeren e tornava con le sigarette.Naturalmente ogni corvee aveva ilsuo premio, così il fattorino avevadiritto ad una tirata di sigaretta, siache sapesse già fumare, sia chenon lo sapesse ancora, ma inquesto caso tutto il gruppo si met-teva a ridere vedendo la panto-

trasferisse a Sottomarina,anch’io ebbi il tempo didare il mio contributo allaconduzione dell’osteria,perché la domenica miamadre preparava nel re-trobottega una lunga filadi contenitori da un quartoe da mezzo litro di vino,sia bianco che rosso, edopo messa grande avevo comin-ciato a dare una mano a mia so-rella ed a servire ai tavoli; i tais in-vece non li portavo perché mi tre-mava un po’ la mano ed alloraspandevo sempre un po’ di vino. Nel cortile c’era poi anche il boc-ciodromo del paese, costituito dauna pista lunga circa 20 metri incemento finemente levigato, consegnata al centro una larga corsiacolorata di rosso, che terminavacon un’area a forma di losangadove, nei posti contrassegnati, ve-nivano posizionati i birilli di legno,questi avevano un anello protettivodi gomma all’altezza dove veni-vano colpiti dalle bocce fatte cor-rere dai giocatori. Le bocce ave-vano un’anima metallica ed un in-volucro di gomma. La raffinatezza del gioco dei birillidi la di Gjeren era costituita da unaspecie di grondaia di legno dipintadi nero che emanava un buonodore di minio: questa grondaia,fatta semplicemente con due assiinchiodate a elle, era posta su ap-poggi di altezza degradante dalpunto dove erano situati i birilli allapostazione di tiro, così che chi ri-posizionava i birilli dopo ogni tiro,poteva fare riavere subito le boccea chi giocava.A Vendoglio non c’era una gela-teria, nemmeno la di Gjeren, e cosìnei pomeriggi d’estate arrivava daBuia il gelataio con la sua Apebianca; si fermava davantiall’osteria e suonava una trom-betta di ottone. I bambini dellecase vicine correvano, alcunicome me con dieci lire, altri in-vece, che non avevano soldi, conun uovo: tutti ricevevamo la nostrapallina di gelato su un cono croc-cante e friabile.

Il fornoIl forno era stato dato in gestionead un fornaio di nome Romolo. Luinon lo ricordo fisicamente, masolo quello che ascoltavo dai mieiquando eravamo a tavola. Così unlunedì sentii che il pane non erastato fatto perché Romolo non eravenuto a lavorare, ma nessuno deimiei era arrabbiato, anzi, tutti ride-vano perchè si era venuto a sapereche la domenica pomeriggio, du-rante la partita di calcio allo stadio

di tutte, ed io non l’ho mai sentitalamentarsi di qualcuna che avessesegnato importi inferiori al dovuto.I conti venivano regolarmente sal-dati quando la famiglia vendeva ilformaggio o un vitello o dopo ilraccolto del mais, oppure quandoil marito ed i f igl i r itornavanodall’estero prima dell’inverno.In quegli anni le uova erano tal-volta merce di baratto, e le usavaanche un poveruomo alcolizzato.Era anziano, o così sembrava ame, vestito di scuro, piccolino edun po’ curvo, sempre malfermosulle gambe e con le congiuntiverosse e umide. I suoi famigliari nongli davano soldi perché sapevanoche lui se li sarebbe bevuti tutti, ecosì capitava qualche volta inosteria con alcune uova. Miamadre, che doveva essere statauna sua parente alla lontana, fa-ceva finta di niente ed in cambiodelle uova gli dava il corrispettivoin vino.Sotto l’osteria naturalmente c’eraanche la cantina e vi si accedevaattraverso una ripida scaletta dilegno. Mio padre solitamente com-perava il vino o in botti o in dami-giane, per cui era necessario tra-vasarlo nei fiaschi o nei bottiglioni.Questo lavoro lo faceva moltospesso mia sorella, ed ad un certopunto, quando io ero diventato ab-bastanza grande da riuscire a sol-levare il peso delle bottiglie, co-minciai ad aiutarla. Il lavoro venivafatto anche qui per via gerarchica,nel senso che mia sorella, nell’an-golo dove c’era il rubinetto, met-teva un po’ d’acqua nei bottiglionie li agitava per lavarli e poi me lipassava; io li vuotavo e poi li por-tavo vicino alla damigiana. Finita lafase del lavaggio, Alba con unacanna di gomma marrone riempivai bottiglioni e poi io li sollevavo econ molta attenzione li trasferivosotto la scala, dove era più facile erapido prenderli per portarli suc-cessivamente nell’osteria. Quandoappoggiavo un bottiglione al suoposto dovevo poi tapparlo con unturacciolo di sughero ma, essendofriulano, anche se di solo quattro ocinque anni d’età, ritenevo fossemio dovere accertarmi della buonaqualità del vino, per cui ogni voltainfilavo il mio sottile indice nelcollo del bottiglione e poi lo suc-chiavo. Naturalmente questa ul-tima operazione è stata la causadel mio primo stato di ebbrezza, eper salire poi la scala mia sorellaha pensato saggiamente di sorreg-germi; quella volta mia sorella miha allegramente preso in giro,senza però dire nulla alla mamma. Prima che nel 1957 la famiglia si

Vendoglio 1938 – Si attende l’Arcivescovo monsignor Nogara.

L’album dei ricordi

specialecultura

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17I L C O M U N E D I T R E P P O G R A N D E

1945> fine della 2ª guerramondiale in Italia. L’Italia èda ricostruire moralmente ematerialmente….Poi si riuni-scono nella “Costituente” ipartiti che combatterono nellaresistenza: Democristiani, Co-munisti, Socialisti, PartitoD’Azione.22 dicembre 1947> Il Presi-dente dell’Assemblea Costi-tuente, Umberto Terracinitiene il discorso che annuncial’approvazione del testo defi-nitivo della Costituzionedell’Italia Democratica. Untesto avanzato e lungimiranteregalatoci dagli uomini dellaResistenza, che sarà il “Van-gelo” dell’Italia Democratica,e ci ha finora garantito svi-luppo, libertà, e soprattutto63 anni di pace!Ecco le motivazioni per ritro-varsi ogni anno nella “liturgiacivile” del 25 aprile, se nonaltro come antidoto contro ri-cadute verso politiche prevari-catrici e violente, con la spe-ranza che altre date simili nonsi aggiungano mai più al ca-lendario, poi come italianisperiamo che l’Italia venga ri-cordata per i suoi Geni, per ilDiritto Romano, o per il pe-riodo Rinascimentale, non perquanto accadde attorno alledate sopraccitate.

Ago. M.

Ritrovarsi il 25 aprileCi si ritrova ogni anno comeper una liturgia religiosa, sitestimoniano avvenimentiormai lontani con la consape-volezza che tanti significatisono sempre attuali. Col pas-sare degli anni son cambiate lefolle, sempre meno quelli coifazzoletti rossi e verdi e le loroincredibili storie di giovani vo-lontari che scelsero di andarein montagna a patire il freddoe la fame, ed anche male ar-mati. Eppure tenevano inscacco il potente esercitodell’invasore tedesco, chedalla Toscana alle Alpi non sisentiva al sicuro in nessunluogo, tanto che dovette schie-rare le sue truppe a guardia diogni contrada. Il 25 aprile tiraaria di primavera, e in quellontano 1945 il popolo ita-liano aveva molte ragioni peresplodere dalla gioia: finiva inItalia la seconda guerra mon-diale, la più grande sciaguraumana della storia, che poiebbe l’epilogo disastroso diHiroschima e Nagasaki. Baste-rebbe questo per dedicare unagiornata alla riflessione gene-rale! Ma come si era arrivati a quelpunto? Dov’era quel popoloche avrebbe dovuto o potutovigilare per impedire quelletragedie e lutti che tanto co-starono a tutti. Triste ammet-tere, ma da sempre, quando ilpopolo è più attento alle coseda possedere che ai principi, idisastri arrivano da soli. Il fa-scismo aveva quasi totalmente

manipolate le coscienze, e chinon era d’accordo o era incarcere o al confino. Qualchedata di storia letta senzachiavi passionali. 1919 e din-torni….L’Italia esce vittoriosadalla 1ª guerra mondiale, maa caro prezzo: più di seicento-mila giovani sono morti e mi-gliaia i mutilati. Lo stato è ar-retrato, il latifondo e la mez-zadria sono la norma, alta ladisoccupazione e l’industriadeve convertirsi ai prodotti di“pace”… 1922> I fascistimarciano su Roma, il Re Vit-torio Emanuele III affida ilgoverno a B. Mussolini. In-tanto gli squadristi fascisti se-minano terrore in tutta Italia esono soffocate le proteste deglioperai e dei contadini. 1924>Delitto del deputato socialistaG. Matteotti; Mussolini sen’assume le responsabilità, manon succede nulla… 1925 –1928>. Edificazione dellostato fascista: sono sciolti e di-chiarati fuorilegge partiti esindacati cattolici e socialisti,é abolita la libertà di stampa esoppresse le libere elezioni.1929> Elezioni dei Deputati:ne vengono eletti 400 tuttistrettamente fascisti. Tutto ilpotere nelle mani del “Duce”B. Mussolini, gli oppositoripolitici se non fuggonodall’Italia vengono incarceratio mandati al confino comemafiosi. Tra questi Gramsci,Pertini, Togliatti, De Gasperi,e tanti altri. 1935> Guerra diEtiopia: la Società delle Na-

zioni (l’attuale ONU) pro-clama le sanzioni control’Italia, che si lega sempre piùalla Germania nazista condi-videndone i fini ideologici.1938> Vengono promulgate leleggi razziali, cominciano lepersecuzioni contro Ebrei,Rom, ed altre cosiddette razzeinferiori “L’ebreo” EnricoFermi lascia l’Italia, (costruiràla prima pila atomica a Chi-cago nel ’43) A. Einstein la-scia la Germania per lo stessomotivo. Arturo Toscaniniviene schiaffeggiato a Bolognaperché non esegue l’inno fa-scista; anche lui andrà inAmerica. Quanto successo finoal ’38 basterebbe per squalifi-care il regime fascista.1940> L’Italia é a fianco dellaGermania, in una guerra defi-nita di conquista e annienta-mento del nemico, ma conarmi assolutamente inadatte esorpassate (gli armamenti mo-derni vengono solo promessida Hitler a Mussolini, e i sol-dati italiani pagheranno salatele conseguenze di queste ina-deguatezze) Viene aggredita laFrancia invasa la Grecia, l’Al-bania, la Jugoslavia, e poi laRussia. A Gonars in Friuliviene creato un campo di con-centramento dove verrannorinchiusi jugoslavi di ogni età;molti moriranno di stenti. Perl’esercito italiano la guerrasarà un disastro: centinaia dimigliaia di morti malgradotanti eroismi. Sì perdono lecolonie dell’Africa orientale, la

Libia, le coste Dalmate,l’Istria, l’isola di Veglia e partedella Venezia Giulia, si pro-spetta la divisione in quattrodel territorio nazionale, comesarà fatto a guerra finita perla Germania. 1943> Cade ilfascismo, viene chiesto l’armi-stizio agli alleati, il Re fuggedall’Italia e l’esercito senza or-dini viene abbandonato al suodestino, ma gran parte dei sol-dati verrà catturato dai tede-schi e avviato ai campi di pri-gionia in Germania. In Cefalonia la divisione Aquinon consegna le armi ai tede-schi, e così viene trucidata inmassa. Questo è uno dei primi attiostili dei nazisti contro l’Italia.Ottobre 1943 > Il Re V. Ema-nuele III dichiara guerra allaGermania nazista, Mussolinifonda la Reppublica di Salò,una filiale di Hitler in Italia,mentre il Friuli diventa te-desco a tutti gli effetti. Nelcentro e nord Italia si orga-nizza la Resistenza che saràuna temibile spina al fiancodell’esercito tedesco, ma sa-ranno migliaia anche i parti-giani uccisi o torturati. InCarnia viene proclamata una“Libera Repubblica Parti-giana” governata con leggiproprie, ed alcune anticipe-ranno quelle della futura Re-pubblica italiana. 25 aprile

I Sindaci sfilano lo scorso 25 aprile.

Piazza Libertà a Udine il 25 aprile.

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Olvino Ermacora.Norina Spizzo.Maria Geretti.

Scuola: un ritorno al realismoChi ha vissuto nella scuoladagli anni Sessanta fino aoltre il Novanta del secolopassato e ha mantenuto emantiene tuttora sporadicilegami con essa non può stu-pirsi delle virate di bordo diquesti ultimi cinque anni inmateria di scuola. E quelloche più conta, è la collabo-razione tra le forze politichedegli opposti schieramenti. Ilcontrasto ideologico, perve-nuto a livelli di eccezionalefanatismo, faceva in modoche le buone proposte degliuni e degli altri venissero ac-cantonate o bocciate perpura contrapposizione dipartito. L’avversario nondeve mai essere positivo,anche quando lo è. Non èchi non veda I danni e leconseguenze negative di unsimile atteggiamento. Oggiassistiamo al fatto che unFioroni possa essere conti-nuato da una Gelmini nellesue linee di fondo. E’ unprogresso della politica edella coscienza civile. Matorniamo alla scuola. Il Ses-santotto doveva essere unarivoluzione scolastica e di-dattica di svecchiamento diantiquate strutture e diapertura alla società e, at-traverso i decreti delegati, auna maggiore integrazionescuola famiglia. I consiglidei genitori miravano aquesto. Sì è giunti pratica-mente a una diarchia degliIstituti Scolastici in cuispesso per ragioni politicheivertici si paralizzavano traloro. E non mancavano ri-picche e dispetti. Sarebbeora di ritornare a un unicosoggetto aziendale, senza in-terferenze esterne. Il Sessan-totto è giunto per gradi aespellere il cosiddetto nozio-nismo e l’integrità dei pro-grammi, con la scusa chel'alunno avrebbe completatoda solo quello che l'inse-gnante non insegnava. Dellastoria si trattavano puntiesemplari a scelta. Così dialtre materie. Nella nuovascuola media, radiato il la-tino quale lingua di classe,non popolare, la stessagrammatica subiva diverseamputazioni. Il criterio dellaMedia era quello di promuo-vere chi nell'arco deltriennio avesse comunque

realizzato un certo pro-gresso. Si rimandava la sele-zione (brutta parola!) allescuole superiori. Non era ne-cessario raggiungere il livelloprogrammatico ministeriale.Gli esami includevano gli in-segnanti in un collettivo giu-dicante per cui il singoloprofessore perdeva la suaspecificità sulla propria ma-teria. Anche se un allievonon aveva fatto in un announ solo compito scritto d'ita-liano veniva promosso supressione di un professore dieducazione fisica. Sono fattirealmente accaduti in unascuola friulana.Si votava,non so con quanta coscienzae onestà, la promozionedell’allievo.Abolita l'esercitazione dellamemoria, abolita la granmassa delle nozioni origi-narie, vennero aboliti anchegli esami di riparazione, conla giustificazione dei debitida compensare. Ricordo cheper due alunni negligenti oritardati su trenta passa mivennero proposti insegnantivigilanti di sostegno duranteil mio orario di insegna-mento. Non intendo metteresul banco di accusa i col-leghi, parecchi dei quali di

Tenuta presente la rarefa-zione nozionale e il lassismodisciplinare (in questo ul-timo caso come quello deitelefonini, che ai miei anninon c'era, per lo meno cosìdiffuso e protetto da genitoriirresponsabili) la scuola nonproduce uomini in grado diamministrare se stessi e diaccedere alla società. Sonoresponsabili anche molti in-segnanti populisti e ope-raisti, quelli del tu, per cuiallievo e docente sono postisul medesimo piano. Unacosa non ha mai tenuto pre-sente la Scuola Italiana del‘68 la competitività di unpopolo con gli altri popoli.L’abbassamento scolastico èun danno sociale per ilPaese, che non può essereinferiore agli altri Paesi. LaScuola non é un ospedale oun asilo per mamme lavora-trici, una struttura assisten-ziale per drogati. E' lascuola, punto e basta, dovesi insegna e dove si impara,creando la società civile delpresente e del futuro. Oggi sembra che anche lagrande politica lo abbia ca-pito. A destra e a sinistra.

Domenico Zanníer

Questi ultimi sei mesi hanno registrato nel nostroComune parecchi decessi. Se n’è andata anche la nonnina del Comune, No-rina Spizzo di Carvacco, che aveva raggiunto laragguardevole età di 101 anni. Ben sei persone cihanno lasciato con un’età compresa tra i 90 ed i100 anni. Gli ultraottantenni che ci hanno lasciatosono quattro. Tra le persone scomparse alcune

avevano rivestito ruoli significativi nel nostro Co-mune: Maria Geretti aveva svolto per molti anni lefunzioni di assistente sociale e levatrice, mentreOlvino Ermacora era stato Ufficiale postale pertantissimi anni presso l’Ufficio di Treppo. Figureche rappresentano un periodo storico della nostrarealtà sociale. Alle famiglie di tutti gli scomparsi ilcordoglio della Comunità tutta.

CI HANNO LASCIATO

grande serietà professionalee correttezza. Purtroppo lospazio era lasciato come pre-valenza ai peggiori. L’ideologia copriva le defi-cienze. Tutti sanno che perle attività sportive lesquadre utilizzano non solol'allenatore o C.T., ma ancheil preparatore atletico.L’educazione fisica si ridu-ceva alla pallacanestro e allecorse. La palestra era inpratica una soffitta di at-trezzi della memoria storica.Ogni anno si premiavano gli

allievi più diligenti e valididi solito con qualche libro. Iprofessori per ragioni eguali-tarie fecero abolire tali pre-miazioni. In seguito si è giunti anche anascondere i voti per noncreare lacerazioni alla priva-tezza e inutili umiliazioni.Una vita tranquilla in-somma, nella quale successie insuccessi non sono am-messi e dove il carattere nonpuò formarsi nelle difficoltàed emergere educato allavita. E la vita non fa sconti.

specialecultura

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19I L C O M U N E D I T R E P P O G R A N D E

Screening per scoprire per tempo il tumore

SCREENINGMAMMELLAdonne tra i 50 e i 69 anni

tra i tumori, quello della mammella è il più frequente fra le donne

mortalità in calo, incidenza in lieve,ma costante aumento

mammografia

ogni 2 anni

riduzione del 35% del rischio di morte percancro della mammella

si sta valutando l’ecografia come eventuale integrazionealla mammografia

operatore: almeno 5000mammografie all’anno

SCREENINGCERVICEdonne tra i 25 e i 64 anni

mortalità per tumore dell'utero (corpo e collo)diminuita di oltre il 50%negli ultimi vent’anni

Pap test

ogni 3 anni

riduzione significativa di incidenza del carcinomadella cervice nei Paesicon alta diffusione del Paptest (studi caso controllo)

dibattito sul vaccino control’Hpv

operatore: non più di 7500 Pap test all’annocentro: almeno 15000Pap test all’anno

SCREENINGCOLON-RETTOuomini e donneSof: tra i 50 e i 70o tra i 50 e i 74 anniRss: tra i 58 e i 60 anni

terzo postoper incidenza tra gli uomini,secondo tra le donne

tra la metà degli anniOttanta e Novanta:incidenza aumentata,lieve calo della mortalità

ricerca del sangue occulto nelle feci (Sof, al guaiaco o immunochimici)rettosigmoidoscopia (Rss)Sof: ogni 2 anniRss: una volta tra i 58 e i 60anni o comunque non piùspesso di una volta ogni 10 anni

Sof: riduzione del rischiodi morte per Ccr almenosuperiore al 20%Rss: non ci sono ancora daticerti; dati preliminari indicanoche se tra i 55 e i 60 anni tuttifacessero una Rss si potrebberoprevenire il 70% dei tumoridistali in persone di 58-74 anni

Dna fecale: in fase di studioColonscopia virtuale: in fase di studio

centro Rss: almeno 1000 ogni anno

controlli di qualità interni e infase di valutazione quelli esterni

TAVOLASINOTTICAA chi si rivolge

LA SITUAZIONEIN ITALIA

ESAME CLINICO DELLO SCREENING

FREQUENZADELL’ESAME

EFFICACIA DELLO SCREENING

SVILUPPI FUTURI

CONTROLLO DI QUALITÀ

ORARI DI APERTURA AL PUBBLICO DEGLI UFFICI COMUNALI

MATTINA POMERIGGIOLunedì dalle 10.30 alle 12.30 -

Martedì dalle 8.30 alle 12.30 dalle 15.30 alle 16.30

Mercoledì dalle 10.30 alle 12.30 -

Giovedì dalle 10.30 alle 12.30 -

Venerdì dalle 10.30 alle 12.30 -

Sabato dalle 9.00 alle 12.00 -

Servizi convenzionatiSPORTELLO UNICO

ATTIVITÀ PRODUTTIVE-COMMERCIO

via del Colle - S. Daniele del F. (Ud) tel. 0432 946540

SERVIZIO ASSOCIATO DI POLIZIA MUNICIPALE

via C. Battisti, 24 - S. Daniele del F. (Ud) tel. 0432 943080 - orario d’ufficio: 7.30-13.15

ORARI DI RICEVIMENTO SINDACO D ASSESSORI

SindacoMartedì dalle 17.00 alle 18.00Sabato dalle 10.00 alle 12.00

AssessoriSabato dalle 10.30 alle 12.00

ORARIO DI APERTURA AL PUBBLICO DELLA BIBLIOTECA COMUNALEMartedì dalle 16.00 alle 18.00Giovedì dalle 16.00 alle 18.00

ORARIO RICEVIMENTO ASSISTENTE SOCIALE(presso la sede municipale)

Martedì dalle 10.30 alle 11.30

SERVIZIO DI RACCOLTA RIFIUTI SOLIDI URBANILa raccolta viene effettuata

ogni martedì e venerdì mattinaORARIO DI APERTURA AL PUBBLICO

DELLA ECOPIAZZOLA PER LA RACCOLTA DEI RIFIUTI INGOMBRANTI

(Via Puccini loc. Carvacco)Mercoledì dalle 14.00 alle 16.00

Sabato dalle 10.00 alle 12.00

ORARI DEI SERVIZI COMUNALI

specialesanità

Lo screening è un intervento di sa-lute pubblica programmato e or-ganizzato, che consiste nell’invi-tare una popolazione senza sin-tomi a sottoporsi a esami di dia-gnosi precoce.

La capacità predittiva di un esamedi diagnosi precoce si valuta inbase a due indicatori: • la sensibilità, cioè la capacità di

identificare il maggior numero dicasi di malattia nella popola-zione che si sottoponeall’esame.

• la specificità, cioè la capacità diidentificare come negativi i sog-getti non affetti dalla malattianella popolazione che si sotto-pone all’esame.

Un esame di diagnosi molto sensi-bile identifica pochi falsi negativi(risulta sano chi in realtà è malato), Un esame molto specifico identi-fica pochi falsi positivi (cioè risultamalato chi in realtà è sano). Non esiste un test perfetto, sensi-bile al 100 per cento e specifico al100 per cento: c’è sempre unmargine di errore.Sono stati fatti però grandi sforzi epassi avanti per rendere gli scree-ning sempre più affidabili con unaqualità che può ormai definirsi ot-tima.Quali screening sono efficaci inoncologia?A oggi gli screening di provata ef-ficacia in ambito oncologico sono: • per il tumore della mammella la

mammografia; • per il tumore del collo dell’utero

il Pap test;• per il tumore del colon-retto ri-

cerca di sangue occulto (Sof) ela rettosigmoidoscopia-colon-scopia (Rss).

Il cancro della cervice uterina,della mammella e del colon- rettosono fra i principali tumori che col-piscono la popolazione italiana.La minaccia rappresentata daquesti tumori può essere modifi-cata dai programmi di screening,che sono un vero e proprio inve-stimento per la salute dei cittadini.Il Ministero della Salute ha pro-mosso un documento basato surigorosi dati scientifici, per condi-videre le pratiche per una diagnosiprecoce, sul tipo di esami da ese-guire e a quali fasce di età appli-carle.Lo scopo è di ridurre in modo si-gnificativo la mortalità associata aquesto tipo di tumori.

A curadel Dott. Ciro Mamolo

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20 I L C O M U N E D I T R E P P O G R A N D E

cronaca

Una interessante serie di quattro conferenze-lezioni sul giardi-naggio è quella che l’Assessore alla Cultura, Flora Mastandrea, harecentemente organizzato. Relatore l’esperto Valentino Filipin,ideatore e curatore, tra l’altro, del verde pub-blico della città di Udine. Le lezioni si sono svolte in aprile maggio edavevano come temi: “…dal paradiso terre-stre ai giardini moderni…”, “La teoria dei co-lori nel giardinaggio”, “I contenitori fioriti:come fare bei vasi e cassette fiorite” e“Aiuole fiorite: come fare belle aiuole fiorite,anche con piante insolite”. Le serate hanno riscosso l’entusiastico con-senso dei partecipanti, che hanno potuto ap-prendere dal relatore molte notizie, curiositàe cenni storici sull’argomento, con la proie-

zione tra l’altro di interessantissime immagini. L’iniziativa si inserisce in un programma più ampio che ha portatoall’indizione del concorso “Il balcone e l’aiuola fiorita” e, soprat-

tutto, la partecipazione del nostro Comunealla manifestazione “Il Comune fiorito”, chequest’anno in Friuli ha già raccolto moltis-sime adesioni. A tal riguardo anche l’Ammi-nistrazione si appresta a creare alcune areepubbliche, seppur non grandi, adibendolead aiuole fiorite, su progetto dello stessoValentino Filipin. Ci auguriamo che questo non sia che l’iniziodi un percorso che, con il necessario coin-volgimento della cittadinanza, porti il nostroComune ad assumere sempre più unaspetto gradevole ed, appunto, “fiorito”.

Non solo il Sindaco e laGiunta comunale, ma tuttoil Consiglio, il Sindaco edalcuni componenti delConsiglio dei Ragazzi ed iPresidenti delle associa-zioni locali hanno accolto ilpresidente della RegioneRiccardo Illy al suo arrivopresso la sede municipaledi Treppo Grande. Presso la sala consiliare,gremita per l’occasione, ilsaluto di benvenuto è statoportato dal Sindaco Gior-dano Menis che, dopo averringraziato l’illustre ospiteper la visita, ha rappresen-tato la realtà comunale. Ilprimo cittadino si è soffer-mato sulle positività del

IL PRESIDENTE DELLA REGIONEIN VISITA AL COMUNE

Incontro con il Presidente della Regione.

comune collinare. Menis hapure rappresentato le criti-cità, in primis la problema-tica della viabilità nel capo-luogo, le difficoltà in ma-teria urbanistica e la deli-cata situazione della rac-colta rifiuti, particolarmentesentita dopo l’ incendiodell’impianto di Rive d’Ar-cano e la lungaggine buro-cratica relativa alla ribaula-tura della discarica di Pla-sencis. I l Sindaco dei RagazziMattia Castellani ha quindiportato il saluto del Consi-glio dei più piccoli. A nomedelle Associazioni leespressioni di benvenutosono state espresse da

Glauco Minotti, presidentedell’Associazione Astrono-mica Coll inare Cygnus.

Prima del commiato tutti iconvenuti hanno parteci-pato ad un brindisi presso

un esercizio pubblico, doveIlly ha cordialmente salu-tato gli avventori presenti.

GLI ALUNNI DI STRASSBURG IN VISITA A TREPPO

Lo scorso 29 maggio le classi 3a e 4a della Scuola ele-mentare di Strassburg hanno fatto visita alla scolarescadella nostra scuola primaria. Accompagnati dal Vice Sindaco della cittadina carin-ziana, dal Preside e dagli insegnanti sono giunti pressol’area festeggiamenti dove sono stati accolti festosa-mente dai nostri alunni, che hanno poi intrattenuto i gra-diti ospiti con una recita, la rivisitazione della favola diCappuccetto Rosso. I ragazzi di Strassburg hanno contraccambiato con unarappresentazione incentrata sui Campionati europei diCalcio. Dopo lo scambio dei doni tutti hanno potuto gu-stare uno spuntino offerto dalla scuola locale.I piccoli ospiti hanno poi potuto visitare, dopo il pranzo,l’oasi naturalistica di Fagagna per rientrare quindi aStrassburg, stanchi ma felici.Un momento dell’incontro tra le scolaresche di Strassburg e Treppo.

SERATE SUL MONDO DEI FIORI

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dalleassociazioni

“Continuano le proposte…”Coro Alpe Adria

Chiuso l’anno 2007 con ilConcerto di Natale del 26dicembre, abbiamo iniziatonel migliore dei modi il2008 festeggiando con una“Rassegna” i 100 anni dellaChiesa di Zeglianutto.È continuata l’esperienzacollaborativa con la Coraledi Mels ed il Coro “Can-dotti” di Codroipo in occa-sione del “Premio Nonino” aPercoto: una manifestazionedi livello Internazionale chenoi con i canti l’abbiamoresa davvero piacevole pergli ospiti.Il mese di aprile ci siamo ri-cordati con una Messa can-tata dei coristi che ci hannolasciato: Luigi, Edgardo,Gelmino, Giacinto, Mariucied Anita, sarà un “im-pegno” che noi porteremoavanti negli anni futuri.All’ inizio dell’anno in corsoscadeva inoltre il mandatodelle “Cariche Sociali” , conle elezioni sono state confer-mate quasi tutte le personeprecedenti; è emerso il se-guente organico: Paolo Vi-doni presidente, MiriamFloreani vice-presidente,Cinzia Scaino segretaria,GianPietro Paolini cassiere;

Cecilia Bernardinis, WalterBernardinis, Giorgio Vicarioe Luigino Della Vedova con-siglieri. Si sono quindi di-stribuite le varie mansioni estabiliti i programmi per il2008.Queste sono le proposte cheil Coro fa per l’anno 2008,sull’onda della Trasferta inArgentina del 2007, si pro-pone di “mettere in can-tiere” alcune uscite impor-tanti sia in Italia cheall’estero. La prima, dalla quale siamoappena rientrati con unaragguardevole soddisfa-zione, è stata nella vicinaAustria presso la cittadinadi Matrei dove venivano ce-lebrati i 60 anni del Coro lo-cale; un incontro al qualeerano presenti tutti i coridella regione (ben 32) im-maginate quale grande festasia stata!Proseguendo con il pro-gramma, si prevede un ap-puntamento musicale e nellostesso tempo culturale con ilCoro “Paesanella” di Pin-zolo in Trentino nei giorni 5e 6 luglio prossimi.In ottobre ci aspetta la par-tecipazione ad un “Festival

prepara al Natale.Qualora ci fosse qualcunoche avesse intenzione diaderire a queste uscite comeaccompagnatore, si può ri-volgere ad un corista che co-nosce oppure al Presidente.Questi programmi compor-tano una presenza costantealle prove per tutto il pe-riodo dell’anno e di questodobbiamo rendere grazie alDirettore Nicola Pascoli edai coristi in quanto è merito

loro se si riescono a raggiun-gere determinati obbiettivi;inoltre una particolare rico-noscenza ai componenti delcoro che da località esterneal Comune si presentanopuntualmente alle prove.Attualmente stiamo predi-sponendo la 18a “RassegnaCorale Alpe Adria” che sisvolgerà a Vendoglio sabato12 luglio alle 20,45 nellaChiesa Parrocchiale: inquesta occasione ospiteremoil coro di “A. Zardini” diPontebba e un Coro prove-niente dal Tirolo.In chiusura di questo brevearticolo vogliamo esprimeregratitudine a tutta la Comu-nità per il sostegno che ci dàcon la distribuzione del Ca-lendario che realizziamoogni anno: uno sprone acontinuare l’attività; agli“Sponsor” che sostengono lastampa del lunario ed anchele varie manifestazioni valoro un grazie.Dobbiamo ricordare la di-sponibilità del Parroco, DonSamuele, il quale ci concedegratuitamente la “SalaProve” presso la Canonicadi Vendoglio.Per finire vorremmo ram-mentare che la partecipa-zione al Coro è aperta atutti, con il Maestro Nicolasi impara a cantare in po-chissimo tempo!

Vi aspettiamo tutti il 12 lu-glio a Vendoglio certa-mente sarà una serata pia-cevole e interessante.

Il Direttore Nicola Pascoli Il Presidente Paolo Vidoni

Internazionale di GruppiCorali” a Barcellona inSpagna, questo dal 7 al 14ottobre: faremo conoscenzadi musiche e tradizioni dipopoli europei ed extra-eu-ropei.Abbiamo in previsione tral’altro l’adesione, in unweek-end di dicembre, aduna serie di concerti perl’Avvento a Vienna: un’oc-casione per conoscere le tra-dizioni di una città che si

Un momento della “festa” di Matrei.

A.F.D.S.: assemblea annualecon rinnovo cariche

Il 10 maggio, presso i locali della canonica di TreppoGrande, si è riunita l’assemblea annuale dei donatoridi sangue della sezione che quest’anno coincidevacon il rinnovo del consiglio direttivo.Dopo la nomina del presidente dell’assemblea, dr.Ciro Mamolo sono intervenuti il sindaco Menis Gior-dano, il rappresentante di zona Calligaro Aldo, il pre-sidente onorario Di Giusto Aniceto seguiti dalla rela-zione morale della presidente con la lettura delle do-nazioni effettuate nel 2007 e dall’intervento del par-roco don Samuele Zentilin.Dopo la lettura della relazione finanziaria è seguito unbreve dibattito con i convenuti che sono stati esortatia continuare nella loro opera portando il loro esempiopositivo in un mondo di egoismo e violenza facendo“passa parola” del loro gesto d’amore.Il rinnovo delle cariche ha visto confermare FabbroFlavia presidente, coadiuvata dal vice presidente Fo-ladore Umberto dal rappresentante Simeoni Robertoe dalla segretaria Fasiolo Daniela. Completano ilnuovo direttivo i consiglieri Bernardinis Walter, CrapizEnio, Crapiz Graziano, Di Giusto Mauro, Di GiustoOrfeo, Hani Giovanni, Menis Marcello, Rossi Mario. Il

collegio dei revisori sarà composto da Di Giusto Mar-tino, Mamolo Ciro e Zanin Severino.Un grazie di cuore e un sentimento di riconoscenzavoglio rivolgere ai consiglieri che non fanno più partedel consiglio ma certamente rimangono disponibiliper la vita sezionale e auguro un buon lavoro ai nuovientrati.La gita che si è svolta dal 1 al 4 maggio quest’anno ciha portato a visitare l’icantevole zona del Gargano, inPuglia. Sono stati certamente quattro giorni intensi diemozioni e non è certo mancata l’allegria di un’ottimacompagnia! La partecipazione come sempre è stata numerosa eancora una volta l’occasione positiva per un incontrodi donatori, familiari e simpatizzanti della sezione.Ricordo a tutti che la festa del dono per il 39° anniver-sario di fondazione della nostra sezione, avrà luogo il14 settembre a Treppo Grande e, il 21 settembre aPasian di Prato, si terrà il 50° congresso provincialedell’A.F.D.S. vi aspettiamo numerosi!

Il PresidenteFlavia Fabbro

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dalleassociazioni

Giancarlo Rizzotti. Mister Zappa.

Cari concittadini,anche per quest’anno lastagione calcistica è termi-nata. Un’annata che ci ha visto,dal punto di vista dei risul-tati della prima squadra,protagonisti nel bene (per ilf inale di stagione) e nelmale (per l’incerto inizio) mache alla fine ha reso la so-cietà e tutti i suoi protago-nisti comunque orgogliosidi quanto realizzato. La prima squadra rappre-senta la f inalizzazionedell’attività agonistica, tut-tavia mi preme ricordarequanto la società si impegninell’ambito dei settori gio-vanili dove i nostri ragazzitrovano le strutture e il sup-

porto necessario alla lorocrescita prima umana chesportiva. Nel sodalizio, daquest’anno, registriamoanche l’importante ingressodella società sportiva A.C.Gemonese nell’ambito diuna cooperazione che portae porterà sempre maggioripossibilità per i nostri ra-gazzi. Le attività di corollario nellequali ci prodighiamo consuccesso come l’ormai tra-dizionale torneo NereoRocco dove Treppo ospitaalcuni incontri tra alcunedelle maggiori società calci-stiche pel panorama inter-nazionale, hanno ancorauna volta dimostrato la vita-lità e la capacità organizza-

tiva della società e di tutticoloro che con spirito co-struttivo e collaborativo siimpegnano per far fare atutti noi una bella figura. Vorrei con la presente co-gliere l’occasione per rin-graziare, in primis tutti i mieicollaboratori ma anche glisponsor e l’amministrazionecomunale per il supportoche costantemente ci ga-rantiscono e che sicura-mente ci garantirannoanche nelle prossime sta-gioni.Prossime stagioni che ve-dranno alcuni protagonistinon far più parte delgruppo, come GiancarloRizzotti, bandiera dellaprima squadra che, dopo10 anni di fedele militanza,ha deciso di appendere lescarpe al proverbialechiodo. A lui i nostri sinceriringraziamenti nella spe-ranza che comunque, ma-gari sotto altre vesti, decidadi dare al Treppo il solitocontributo di esperienza efedeltà. Nella prossima stagione,dovremo però sicuramentefare a meno del supportonon solo tecnico ma anchee soprattutto umano di

Fausto Molaro e Ubaldo Vi-sentin i quali hanno, a no-stro malincuore, deciso diprestare la loro collabora-zione presso la società delloro paese d’origine (ASDBuiese). Comprendiamo laloro corretta scelta di vitama loro comprenderanno ilnostro dispiacere nel ve-derli andare via. Anche aloro due vadano i nostri mi-gliori auguri e i più sinceriringraziamenti per quantofatto in questi anni. Ci man-cheranno!Ci saluta anche dopo tresplendide stagioni il miticoMister Zappamiglio, la suacollaborazione ha per-messo di far crescere non

solo i nostri giocatori mal’intera società. Siamo sicuridi perdere un grande alle-natore ma certi di aver tro-vato un amico.Per ultimo, ma non sicura-mente per importanza, unringraziamento anche aDiego, fedele custode delnostro splendido impiantoche ha deciso di rit irasi.Grazie per il magnifico la-voro svolto.Nei ringraziamenti di finestagione l’unica certezza èdi aver dimenticato qual-cuno o qualcosa, sperosappiate perdonarmi .A presto, cordialmente.

Denis Del Pino

A.S.D. Treppo Grande

Anche quest’anno, per tutti coloro i quali desiderassero te-nersi in forma e nel contempo trascorrere alcune ore incompagnia di un gruppo di persone allegro e affiatato,sarà organizzato il consueto corso di ginnastica presso lapalestra delle Scuole Elementari di Treppo Grande.Come sempre, Rosemarie Piemonte trasmetterà la suapassione e la sua conoscenza delle tecniche ginniche dautilizzare per mantenere il nostro corpo agile ed efficiente,contrastando in questo modo gli acciacchi ed i malanni acui tutti noi siamo soggetti. Gli esercizi di ginnastica dolceche Rosmarie proporrà ai suoi “allievi” non sono per nulladifficili od impegnativi, ragion per cui risultano adatti atutti, indipendentemente dall’età anagrafica e dalla pre-stanza fisica di ognuno.Inoltre il ritrovo presso la palestra di Treppo Grande risultaessere un’importante occasione di incontro con paesani enon, ed un sistema per scaricare tutte le tensioni e lostress che si accumulano durante la giornata.Si invitano perciò tutti a trovare, tra gli impegni di ogni set-timana, un po’ di tempo da dedicare a se stessi ed al be-nessere del proprio corpo praticando un’attività che, seseguita con costanza, non potrà non far sentire i propri ef-fetti benefici. Rosemarie sarà felice di accoglierci nume-rosi a partire dal mese di ottobre ogni lunedì e venerdì po-meriggio alle ore 16.30.

Tutti in formacon la ginnasticaGrazie allo sconosciuto che mi ha ridato la

vita.Non so a chi indirizzare questa lettera, nonso chi la leggerà. Però se non la scrivessimi sentirei egoista e vuoto.So che scrivo ad una persona speciale, suquesto non ho alcun dubbio.E’ passato un anno da quella notte quandoi nostri destini si sono incrociati.Non c’è giorno da allora che non abbiapensato a te e a chi hai lascito nellosconforto per la tua perdita.La mia vita è stata caratterizzata da ma-lattie e sofferenza.Quanti giorni tristi e quante notti insonni.Poi all’improvviso lo squillo del telefono:c’è un donatore, compatibile, la possibilitàdel trapianto; la corsa verso l’ospedale:l’unica possibilità mi veniva offerta da unapersona che come ultimo gesto donava adaltri la vita. Una lezione d’amore per me quel tuo ul-timo gesto verso la vita; ho guardato ilcielo e ho visto una piccola luce, eri tu ,destinatario sconosciuto di questa lettera,

ed io con le lacrime che si mischiavano inun unico abbraccio ti ho ringraziato, per iltuo cuore immenso. Ogni giorno il mioprimo pensiero sarà per te e per il donoche mi hai fatto, restituendomi la vita. Saraiil mio angelo custode.Di te ho solo poche informazioni scrittefrettolosamente su un foglio di una cartellaclinica, chissà forse finito lì per caso, le tueiniziali: S.F., la tua data di nascita e il nomedi una città. Grazie caro amico sconosciuto. Avraisempre un posto speciale nel mio cuore.Con altrettanta riconoscenza voglio ringra-ziare chi si prodiga ogni giorno per far siche si realizzino questi miracoli. Moltevolte sacrificando le famiglie e vincendo lastanchezza di turni estenuanti.Grazie ancora per avermi fatto rinascere Stralci da una lettera di un trapiantato da

“La Clessidra” periodico dell’AssociazioneDonatori di Organi del FVG.

a cura del dott. Ciro Mamolosez. ADO Treppo Grande

Fausto Molaro con Marco Bertoli.

ADO: GRAZIE CARO AMICO SCONOSCIUTO

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A.C. “Cence frenos”

Una fase della gara per allievi.

La nostra associazione“Cence frenos” in gennaio èentrata nel 10° anno di vita,nata il 30 gennaio 1998 dauna assemblea tenutasipresso la trattoria “DaZorat” con presidente Ric-cardo Ermacora e segretarioGiordano Menis e come con-siglieri Nereo Fasiolo, PaoloErmacora, Alfredo Erma-cora, Renzo Zoppè, Rino Co-muzzo, Walter Gaspero,Ivano Fanzutto, Umberto Mi-nutti,Remo Di Giusto, Lu-ciano Rumiz, Rino Bernar-dinis, Luigino Ponta, RenatoMaranzana.Molti di questi soci fondatoricollaborano ancora conCence Frenos e sono sempreun punto di riferimento per inuovi soci che si sono ag-giunti in questi 10 anni, altrisi sono allontanati per di-verse ragioni, cosa del tuttonormale in tutte le associa-zioni che devono rinnovarsi emantenere sempre integre leproprie radici e gli scopi percui sono nate.Un 2008 ricco di appunta-menti per i nostri soci, co-minciato domenica 13 gen-naio con l’organizzazionedella seconda “Burete Bike”,gara di mountain bike che siè svolta sui sentieri sterratiche si snodano attorno alla“Burete”, località che tutti gliabitanti di Treppo cono-scono.In questo inizio di giugno,come da quattro anni a

questa parte, si è svolta nelparco festeggiamenti diTreppo la quarta festa “Amisde biciclete”, cominciata sa-bato 7 con la festa di fineanno scolastico per i bambinidelle scuole che hanno man-giato assieme a noi, nel po-meriggio si è svolta nelcampo di allenamento unagara di mountain bike apertaai bambini dai 6 ai 16 annidi età che si è dimostrata ungrande successo per il nu-mero altissimo di parteci-

nostri ciclisti.Nel prosieguo di quest’annocontinueremo a ritrovarciogni domenica mattina per laconsueta pedalata tutti as-sieme, qualcuno di noi rag-giungerà la Puglia in bici-cletta nel mese di agosto e cisaranno altre cose da realiz-zare sempre nello spirito diCence frenos. Siamo una SQUADRA.

Il Presidente Luca Fasiolo

panti. Nella serata del sa-bato si è festeggiato il decimocompleanno di Cence frenoscon la cena, la consegna delletarghe ricordo ai soci fonda-tori, e immancabile la torta. Archiviati i festeggiamenti disabato, nella mattinata didomenica si è corso il 4° me-morial “Nicolò Cancuani”campionato regionale cate-goria allievi,gara che ab-biamo organizzato con la col-laborazione della Buiese suun circuito risultato molto

selettivo ma molto spettaco-lare, vinta da un ragazzodella società A.C. Ceresetto,Spangaro, che credo avrà unfuturo ricco di vittorie visto ilmodo con cui ha messo inriga tutti gli altri 67 parteci-panti.Cence frenos entra nel se-condo decennio di vita facen-dosi conoscere sempre di piùcome società ciclistica permerito delle gare che orga-nizziamo e grazie anche allegare a cui partecipiamo con i

Il campione regionale allievi con la moglie ed il figlio di Nico Canciani ed il suodirettore sportivo.

Associazione Pescatori Sportivi “2 castelli”

Come ormai è tradizione, si è aperta col pranzo socialel’attività dell’anno 2008 dell’Associazione PescatoriSportivi “2 Castelli”. Come ogni anno, l’evento è statoorganizzato in un locale diverso dai precedenti: questavolta è toccato alla Trattoria-Pizzeria “Il Podere” di Marti-gnacco: in occasione di tale evento sono stati conse-gnati i premi relativi alla stagione 2007.Al momento della pubblicazione di questo articolo sisono già svolte alcune gare tra quelle previste nel calen-dario dell’anno corrente, in particolar modo in data 11maggio è stata disputata la prima delle tre gare socialipreviste, mentre domenica 8 giugno è stata disputatal’importante e ormai consueta gara regionale.Gli altri appuntamenti previsti sono, la seconda gara so-ciale, che si terrà sempre nel mese di giugno, ovvero do-menica 22, e la tradizionale gara con canna fissa, cheavrà luogo il 6 luglio. La stagione si chiuderà con la terzagara sociale il 28 settembre.Si ricorda che tutte le gare si svolgeranno presso i “La-

ghetti Pighin” di Villanova di San Daniele, e al terminedella competizione viene sempre organizzata la tradizio-nale grigliata presso il parco dei laghetti, che è attrezzatocon barbecue e altre strutture ricettive. Il presidente e isoci ben gradiscono la presenza di simpatizzanti e amici,per cui siete tutti invitati in occasione delle manifesta-zioni sopra elencate. Si prega unicamente di voler comu-nicare la propria presenza avvisando il presidente Giu-seppe Ermacora al numero 0432 961971 per la prenota-zione del cibo.Il presidente coglie inoltre l’occasione per complimen-tarsi con tutti i soci che hanno animato le precedenti sta-gioni agonistiche e tutt’ora alimentano una sana compe-tizione all’interno della società, e per ringraziare tutti glienti, gli sponsor e le persone che supportano l’attivitàdell’Associazione.

Il PresidenteGiuseppe Ermacora

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È ormai tempo di vacanze,e di sospensione delle varieattività didattiche, com-prese quelle musicali, ed ècosì che i nostri pueri si ap-prestano a godersi un po’ diriposo per poter affrontare,più carichi che mai, a set-tembre la nuova stagione diimpegni. Questa che si staconcludendo è stata ricca ditappe importanti: la prima,l’ormai tradizionale spetta-colo di carnevale. Come an-ticipato sull’ultimo numero,si trattava della storia delceleberrimo Peter Pan,l’eterno bambino, interpre-tata dalla Buona Compa-gnia. I bambini e le ragazzenon se ne sono di certo staticon le mani in mano:hanno contribuito can-

tando, ma anche e più chemai, recitando, creando co-reografie e ballando. Il risultato è stato moltoapprezzato dal pubblico,anche nell’esibizione pressola sala parrocchiale di Ca-valicco e nella replica dellospettacolo nella giornataSenza Barriere.Tappa importante è stataanche l’animazione litur-gica delle messe di Pasqua,delle Cresime e delle PrimeComunioni: il serio lavorodi preparazione svolto dallamaestra Sandra Mansutti edalla maestra Marzia Pic-coli sta producendo buonifrutti anche con il gruppodei cantori più giovani .Certamente, però, la tappastraordinaria di quest’anno

Paolo; e poi la gita in treno(per qualcuno era la primavolta!) e le passeggiatelungo le calli! Una giornataindimenticabile!Prossima tappa significa-tiva prevista è il concertoche il coro sta organizzandoper il mese di ottobre aTreppo Grande, dove si esi-birà assieme ad altri corie/o classi strumentali; perora è ancora soltanto unprogetto che speriamopossa andare a buon fine.Come sempre lanciamo inconclusione un appello atutti i bambini del nostroComune e oltre: vi aspet-tiamo a cantare con noi, illunedì in Canonica aTreppo Grande dalle 18.00.Più siamo meglio è!

dalleassociazioni

Pueri cantores“Harmonia Mundi”

Il piccolo coro.

cipare ad una messa can-tata da migliaia di bambinie ragazzi provenienti datutta Italia, le cui voci si in-trecciavano riempiendo disuggestioni l’immensachiesa dei Santi Giovanni e

è stata la partecipazione alraduno nazionale dei PueriCantores, tenutosi a Ve-nezia il 27 aprile.L’esperienza si è rivelatapositiva per svariati motivi,tra i quali l’unicità di parte-

La qualità della vita, o in friulano"Un biel vivi", rappresenta una dellemaggiori ricchezze del Friuli Ve-nezia Giulia, che può essere valo-rizzata e fatta conoscere proprio at-traverso i prodotti enogastronomicie dell'artigianato del territorio."Un biel vivi", è la manifestazioneitinerante organizzata dalla Comu-nità collinare del Friuli, dalle ProLoco, dal Consorzio fra le stesse edai Comuni per promuovere i pro-dotti della collina.Ruolo fondamentale anche inquesto caso è quello del volonta-riato organizzato nelle Pro Loco,rendendo possibile tantissime ma-nifestazioni in Friuli Venezia Giuliacon ricadute positive nella promo-zione turistica e quindi nella cre-scita economica del territorio.Promossa dall'Associazione Pro-duttori Biologici del FVG con la col-laborazione della Comunità Colli-nare del Friuli, la manifestazione èstata concepita originariamentecome sostegno e promozione deiprodotti biologici regionali, qualevera e propria mostra-mercato condegustazione e vendita dei prodottie, venne ospitata per i primi cinqueanni nella prestigiosa sede dellostorico Castello di Colloredo diMonte Albano.

Esauritasi la spinta dell'A.Pro.Bio., iltestimone venne coraggiosamenteraccolto dal Consorzio fra le ProLoco del Friuli Collinare, il qualegrazie alla disponibilità delle ProLoco consorziate, decise di pro-muovere l'evento in modo itineranteall'interno della Comunità Collinaredel Friuli creando un simpaticoconnubio fra la popolazione locale,l'associazionismo e i produttori.Ma "Un biel vivi" è qualcosa di piùdi un semplice evento legato allapromozione dei prodotti locali: èuno strumento di valorizzazionedella qualità globale. Per questo motivo l’Organizzazionesi è progressivamente fatto coinvol-gere e contaminare con varie inizia-tive e progetti, finalizzati all'allarga-mento partecipativo di tutti gli attorieconomici e sociali verso uno svi-luppo sostenibile del territorio. Ildesiderio del Consorzio fra le ProLoco della Comunità Collinare èche la manifestazione diventi vera-mente "UN VIVERE BENE": un mo-mento di incontro e di valorizza-zione dei prodotti tipici per pro-muovere una sana qualità della vita. Per questa festa le Pro Loco delFriul i Coll inare allestiranno glistands e proporranno i loro piatti evini tipici con assaggi, degustazioni

e vendita di prodotti di qualità. Enon mancheranno alcuni prodotti dispiccata tipicità delle nostre collineo alta pianura.Assieme ad altre manifestazioniche vedono la presenza delle ProLoco della Comunità collinare e ilConsorzio fra le stesse, presiedutoda Bruno Perini, "un biel vivi" rap-presenta un altro importante mo-mento di promozione e di valoriz-zazione dei Sapori e Prodotti diCollina, un esempio e un modelloda imitare anche per altri territoridel Friuli Venezia Giulia.Un ringraziamento a tutti i privati eAssociazioni e Gruppi che collabo-reranno per la riuscita della manife-stazione; cerchiamo di presentareal meglio il nostro territorio, te-nendo pulite le strade, marciapiedi,sfalciata l’erba ecc, e prioritaria-mente cortesia e gentilezza sia coni visitatori che con gli operatoridelle altre Pro Loco.Non appena avremmo definito ilprogramma, verrà convocata unariunione con tutta la cittadinanzaper spiegare le attività proposte, lalogistica, i tempi e gli orari.

Nei primi mesi del 2008 si è provve-duto al rinnovo delle cariche socialiche per il biennio 2008-2009 sono

ASSOCIAZIONE PRO LOCO “G. B. GALLERIO” VENDOGLIO

Un biel vivi - 13ª edizione11 E 12 OTTOBRE 2008 A VENDOGLIO

così stabilite:Presidente – Roberto GerettoVicePresidente – Renato MorettiSegretario – Pierino MolinaroTesoriere – Mauro Di GiustoInvitiamo a voler comunicare connoi telefonando in sede al n. 0432965163.e-mail [email protected]

Il PresidenteRoberto Geretto

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Ogni mattina mi alzavo con la solita promessa: oggi basta, non bevopiù! Con il passare delle ore però sentivo che dentro di me qualcosamancava e così mi dicevo:”solo un bicchiere”. Ma un bicchiere nonera mai sufficiente, mi sembrava di trovare li dentro tutto ciò che cer-cavo e che nessuno era in grado di darmi. L’importante era evitare dipensare a cose serie e rimandare tutte le decisioni al domani, spe-rando in un giorno migliore. Ma i giorni passavano ed i bicchieri nonsi contavano più.Il dialogo in famiglia era difficile: si passava dal silenzio alle liti e laragione stava sempre nel bicchiere. Anche per i figli già adolescenti èstato un periodo di sofferenza e confusione: spesso mi trovavo a direloro dei “no” senza alcuna ragione e de “si” senza neppure pensare.In tutto questo mi sentivo appoggiata dalla persona che avevo accantoche, come me, beveva. Sembrava che quel bicchiere sempre pieno riu-scisse a rendere tutto bello, ma alla sera mi ritrovavo ad odiarloperché ancora una volta aveva vinto lui ed io, dopo tante promesse,non ero riuscita a smettere.Toccato il fondo, compromettendo famiglia lavoro e salute, ho final-mente capito che da sola non ce l’avrei fatta e ho deciso di parlare conun’amica che frequentava il club. Una sera mi sono decisa ad andarci:bussare a quella porta non è stato facile, forti erano la vergogna, l’im-

barazzo, la paura di essere giudicata. Ciò che ho invece trovato sonostati accoglienza, sorrisi, calore e comprensione e tutti hanno raccon-tato il loro vissuto, che più o meno era simile per tutti noi.Al club ho trovato uno spiraglio di luce: la mia famiglia ha seguito ilpercorso, l’alcol è uscito dalla nostra casa e passo dopo passo tutti noiabbiamo recuperato i ruoli che avevamo ormai perso. Questa per me èstata una grande dimostrazione di amore. Senza bere si può, aiutati dalla famiglia, dal club, da una personaamica con cui condividere lo stesso percorso di astinenza ed uno stiledi vita diverso.Ripetersi sempre: senza bere si può!

Reda(Esperienza di vita vissuta)

Se hai problemi e ti vergogni a parlarne, se ti senti emarginato,solo e non credi nel futuro, se l’alcol è diventato un tuo amico,lasciati aiutare.Siamo ai Club di Vendoglio “Casa Chicago” il lunedì dalle 19.30e il giovedì dalle 20.30.Tel. utili: 0432 949344/45 – 0432 966965

Circolo culturale ricreativo “Chei de latarie”

La nostra Associazioneanche in quest’ultimo pe-riodo si è contraddistintaper una nutrita serie di ini-ziative che hanno visto ilcoinvolgimento di tantepersone, a cui voglio daqueste pagine rivolgere unsentito ed affettuoso ringra-ziamento. Il tradizionale “Mercatino diNatale” ha registrato anchenell’ultima edizione un lu-singhiero sucesso, decre-tato dalla bellezza dei lavorie dalla passione ed entu-siasmo delle nostre“donne”. Oltre venti gene-rose protagoniste hannoimpreziosito il nostro “Mer-catino”, con dei lavori stu-pendi che hanno poi pro-dotto un interessante in-troito economico.Quest’anno abbiamo volutodevolvere il ricavato alle“Bambine invisibil i delleAnde”, ed al progetto diaiuto e sostegno che èstato programmato dall’As-sociazione “Ascolta le vociche chiamano”, che vedetra l’altro protagonisti attivianche nostri concittadini.Altro momento caratteriz-zante ed oramai tradizio-nale è stata la serata di

ecucazione sanitaria, cheanche in questa occasioneha riscontrato l’interesse el’attenzione dei numerosipartecipanti. Relatore il primario del re-parto di Medicinadell’Ospedale di San Da-niele dott. Valentino Morettiche, coadiuvato dal nostromedico di famiglia dott.Ciro Mamolo, ha relazio-nato sulla problematicadell’apparato cardivasco-lare. Alla interessante epuntuale relazione è seguitoun dialogo con il professio-nista che tra l’altro ha datorisposta ai numerosi quesitipostegli. Grande successodi partecipazione ha regi-strato la 4^ edizione di“Senza barriere”. I l 25maggio, in collaborazionecon l’Amministrazione co-munale, abbiamo organiz-zato questa importante ini-ziativa presso l’area festeg-giamenti di Via Trento. Unagiornata di festa ricca di ini-ziative per promuovere l’in-tegrazione della persona di-sabile nel mondo dei “nor-modotati” in ambito lavora-tivo e sociale. La manifesta-zione è stata un’occasionedi incontro e sensibilizza-

zione, ed ha visto comeospiti l’associazione “No-stro Domani onlus” diMajano e la Comunità Pier-giorgio di Udine. Realtà as-sociative a cui è stato poidevoluto il ricavato dell’ini-ziativa. All’interno della ma-nifestazione è stata allestitauna mostra sull’oggettisticarealizzata dai componentidei due sodalizi ospiti, si èsvolto, a cura della localePolisportiva, un torneo dicalcio riservato alla cate-goria dei pulcini ed è stato

rappresentato lo spettacoloteatrale “Peter Pan” con ilgruppo “La Buona Compa-gnia” di Treppo Grande. LaSanta Messa, celebrata almattino, e la rappresenta-zione tatrale sono state ac-compagnate dalle dolcinote dei Pueri Cantores“Harmonia Mundi”. A tutticoloro che hanno collabo-rato alla buona riuscita dellagiornata vada il più calo-roso e riconoscente grazie.Oltre a dette specifiche in-ziative il nostro Circolo con-

tinua ad assicuare l’attivitàtradizionale e ad essere unsignif icativo e preziosopunto di ritrovo culturale, ri-creativo e del tempo liberoper tutti i soci. In chiusuravoglio ringraziare infinita-mente tutti i collaboratori,indistintamente, che con laloro disponibilità e genero-sità fanno sì che il nostroCircolo continui nella suaattività. Grazie di cuore.

Il Presidente Giancarlo Spizzo

Clubs ACAT 118 “Tignin Dùr” e 251 “Vivi mior”

Amore / Odio

Un momento della serata sanitaria.

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26 I L C O M U N E D I T R E P P O G R A N D E

Movimentodemograficodal 1.12.2007 al 31.5.2008

Nati 1 Casali Valentino2 Paron Elisa3 Scalas Chiara4 Serafini Nichael

DecedutiANNI

1 Spizzo Norina 1012 Timeus Elda 973 Menis Celina 844 Anzil Armellina 845 Geretti Maria 826 Ponta Marina 807 Zuliani Fiore 928 Simeoni Gian Pietro 609 Di Giusto Amelia 9510 Bertino Elio 9411 Dordolo Angelina 9612 Giovinazzo Domenico 3213 D’Elia Lorenzo 6714 Piccoli Elvira 9815 Ermacora Olvino 7716 Angeli Roberto 57

M F TOT.

NATI 2 2 +4

MORTI 7 9 -16

IMMIGRATI 11 13 +24

EMIGRATI 13 9 -22

SALDODEMOGRAFICO -7 -3 -10

Data Fam. M F TOT.

1.12.2007 769 849 929 1778

31.5.2008 771 842 926 1768

Popolazione residente all’ultimo censimento del 20 ottobre 2001: 1753 abitanti

Residenti all’estero iscritti all’A.I.R.E. 545

Questo è stato un iniziod’anno particolarmente im-portante per noi dellaBuona Compagnia. A febbraio abbiamo parteci-pato all’appuntamento an-nuale con la festa di carne-vale organizzata presso ilparco festeggiamenti, met-tendo in scena Peter Pan,quasi un musical, dove ibambini e le ragazze delcoro Pueri Cantores hannoavuto parte attiva come at-tori, ballerini, e, natural-mente, come cantanti.Il 30 marzo, per la primavolta, siamo stati onorati daun ”ingaggio” fuori comunee abbiamo partecipato aCavalicco ad un pomeriggiodi beneficenza a favore diassociazioni di volontariatoche operano con ragazzi di-versamente abili. L’esibi-zione all’interno della salaparrocchiale, sul palco inlegno, con le luci e un’acu-stica ottimale, ci ha fattoprovare l’emozione dellaprima volta in un “teatrovero” con un pubblico chenon ci conosceva.A maggio abbiamo avuto ilpiacere di essere nuova-mente inserit i nel pro-gramma della giornataSenza Barriere. Come ab-biamo già avuto modo didire in altre occasioni, par-tecipare a questi eventi dàun valore aggiunto all’im-pegno e al tempo che dedi-chiamo a questa attività, enon solo al nostro di com-ponenti della Buona Com-pagnia, ma anche a quellodi chi ci aiuta per le sceno-grafie, i costumi, la partetecnica, persone di buonavolontà che non ringrazie-remo mai abbastanza.Vale la pena di spendereanche due parole sullastoria che quest’anno ab-biamo scelto per lo spetta-colo.Tutti conoscono l’eternobambino Peter Pan perchévarie e molto conosciutesono le versioni della fiabavia via elaborate: il lungo-metraggio animato di WaltDisney, i film Hook e il piùrecente Peter Pan, che neaccentuano i risvolti simbo-lici, o ancora, a teatro, lospettacolare musical intournée in tutta Ital ia

dall’autunno scorso, che hacome colonna sonora ibrani di Edoardo Bennatoche a Peter aveva dedicatol’album Sono solo canzo-nette nel 1980.Nato come testo teatrale,Peter Pan è diventato in unsecondo momento un ro-manzo, ispirato ad espe-rienze autobiografiche,anche dolorose, dello scrit-tore inglese J.M. Barrie.L’intreccio è molto sem-plice ma popolato da per-sonaggi memorabili comela gelosa fatina Trilly o il te-mibile pirata Capitan Un-cino, il suo fedele Spugna egli incorreggibili BambiniSperduti.In un sogno, Wendy, ado-

lescente incompresa dalpadre, decide di seguirePeter Pan, eroe delle storieche lei ama raccontare,sull’Isola Che Non C’è. Quiincontra diversi personaggicontroversi: ingannatoricome le sirene, sprovveduticome i Bambini Sperduti,minacciosi come CapitanUncino e i suoi pirati ePeter è sempre pronto a di-fenderla. Sull’isola però Wendy vienepiù volte ferita dall’inco-stanza di Peter che, inca-pace di prendersi respon-sabilità nei confronti dellepersone, l’abbandonaall’improvviso, perdendototalmente l’interesse perlei, come fanno i bambinicon i giocattoli.Quando comprende le con-traddizioni del mondodell’infanzia, Wendy decidedi tornare alla realtà e diprendersi la responsabilitàdi crescere. Parallelamente,anche il padre compie unpasso verso di lei, risco-prendo la magia del mondofantastico dei bambini. Ad una lettura attenta sicomprende che le vere av-venture narrate non sonoquelle di Peter, che infondo, come personaggio,non cambia assolutamentenel corso del racconto;sono invece, da un lato, ilpercorso di crescita diWendy, il suo cammino pergiungere alla consapevo-lezza delle proprie scelte, e,dall’altro, il percorso inte-riore del padre alla risco-

perta della capacità diusare la fantasia. La fuga diWendy sull’ Isola, nelmondo della fantasia, è lacrisi che scatena il mecca-nismo che porta il padrealla “redenzione”.Fuori dalla metafora dellafiaba, il coccodrillo che haiingoiato una sveglia e che,preceduto dal ritmico tic-

chettio, assilla Capitan Un-cino per mangiarselo, è iltempo che incalza il padree divora la sua capacità diessere bambino dentro.Peter che sconfigge Ca-pitan Uncino è l’immagina-zione che sconvolge la rigi-dità della vita senza sogniin cui i l padre si era la-sciato cadere.

Con alle spalle queste ri-flessioni, la nostra versionedi Peter Pan è volutamentesemplice: vuole solo strap-pare qualche risata ai bam-bini e - in uno spirito chesperiamo Barrie avrebbeapprovato - donare ai piùgrandi qualche minuto dipensieri leggeri. Pensieribambini.

dalleassociazioni

La Buona Compagnia

Un’immagine della recita della “Buona compagnia”.

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27I L C O M U N E D I T R E P P O G R A N D E

ASSOCIAZIONE ASTRONOMICA FRIULI COLLINARE CYGNUS

La “nostra” stella: il SoleDesideriamo innanzittuttoringraziare la cittadinanzadi Treppo Grande per l’inte-resse e la notevole parteci-pazione alle nostre confe-renze serali. Anche durantel’ultimo spettacolo sulle Ne-bulose la Sala Consiliare eragremita e questo ci dà laforza e nuovi stimoli di pro-porre nuovi spettacoli.Il prossimo appuntamento èfissato dopo le vacanzeestive per la serata del 10Ottobre sempre alle ore20.30 presso la Sala Consi-liare, con tema il Sole.Pertanto in questo numerodi Giugno, proponiamo inanticipazione un semplicearticolo sull’argomento, chepoi verrà approfondito du-rante la predetta serata.Inizialmente necessita direche la vita sulla Terra intutti i suoi aspetti è legataindissolubilmente alla no-stra stella. Si tratta di una stella di pic-cola grandezza e sostanzial-mente “tranquilla” nel suoessere. Grazie a questa si-tuazione, sulla Terra si sonopotute venire a creare lecondizioni necessarie allosviluppo di forme di vita. Vaaltresì detto che il Sole ènato da una nebulosa checonteneva tutti gli elementichimici che esistono sul no-stro pianeta e in tutto il Si-stema Solare.Dello sviluppo di queste ne-bulose ne abbiamo diffusa-mente parlato nello scorsoarticolo e nella serata del 29Febbraio scorso. Invece perquanto concerne il Sole,come tutte le stelle, si è “ac-ceso” quando l’idrogenodella nebulosa, concentran-dosi a causa della forza gra-vitazionale, ha determinatoal centro della nebulosastessa una temperatura su-periore ai 10.000.000 °C. Aquel punto si innescano lereazioni nucleari dell’idro-geno e la stella inizia a“splendere”. Di tutta la materia che com-pone il Sistema Solare, ilSole ne contiene il 99%.Tutti gli altri corpi, pianeti,satelliti, asteroidi, comete,contribuiscono solo per il

restante 1%.Il Sole, come tutte le stelle, èuna sfera gassosa compostada più “involucri”o “gusci”,un po’ come una cipolla.Ecco come è composto, par-tendo dalle parti più internefino alla superficie e alleparti esterne.

NUCLEO: è la parte cen-trale, la più calda(15.000.000 °C) e la piùdensa, con pressioni enormiche schiacciano gli atomi,fino a trasformarli inPlasma, cioè uno stato dellamateria dove, a causa dipressioni e temperatureestreme, non è più possibiledistinguere i singoli atomicon i loro protoni ed elet-troni.Il nucleo è la sede del “mo-tore” del Sole. Qui avven-gono le reazioni termonu-cleari. Qui l’Idrogeno vienetrasformato in Elio. Qui sisviluppa e parte l’enormeenergia che progredisceverso gli strati più esterni.

ZONA RADIATTIVA: sa-lendo, si passa alla zonadove l’energia viene traspor-tata per mezzo di processiradiattivi. Cioè ogni particella di ma-teria assorbe energia e lariemette a una maggiorelunghezza d’onda, per cuil’energia degrada e si tra-sforma da raggi X - in raggiUV e in raggi luminosi, cioèluce a noi visibile.

FOTOSFERA: è la “super-ficie” del Sole. Non par-liamo però di “ terraferma”,ma sempre di gas più omeno denso. Ci apparecome una struttura granu-lare. Qui l’energia viene li-berata in miliardi di “esplo-sioni” termonucleari chedanno origine a una speciedi “funghi atomici” con-tinui, uno vicino all’altro.Nelle foto queste esplosioniappaiono come granuli sullasuperficie del Sole, tantoche vengono anche chia-mate “ grani di riso”. Inrealtà sono esplosioni di gas(alte 6.000Km, con un dia-metro di 1.000 Km e cheperdurano da 5 a 8 minuti).E’ nella fotosfera che ap-paiono anche le famoseMacchie Solari, forti campimagnetici con diametro finoa 100.000 Km e che pos-sono persistere per oltre 100giorni. Quando sono più estese di40.000 Km possono essereviste a occhio nudo dallaTerra. Naturalmente construmenti appositi e perfet-tamente schermati, perché ilSole non deve MAI essereossevato direttamente né adocchio nudo, né con binocoliperché l’intensità della lucepuò rovinare la retina e cau-sare cecità permanente.La presenza di molte mac-chie segnala “alta attività”solare, poche macchie“bassa attività”. Il Sole haun Ciclo non sempre rego-

lare, in cui raggiunge ilpicco di massima ogni 11anni.L’ultimo picco di massima siè verificato nel 2000. Ilprossimo è atteso per il2011, anche se per adessosembra che il prossimo ciclosia in ritardo di almeno unanno.

CROMOSFERA: è la parte“bassa dell’atmosfera so-lare”, situata appena soprala Fotosfera. Qui si verifi-cano i fenomeni più violenti:i “flares” o Brillamenti e le“CME” Esplosion di MassaCoronale. Esse liberanoenormi quantità di energiamagnetica, sparando nellospazio materia solare, parti-celle e radiazioni di tutti itipi. Dopo questi eventi ilVento Solare, che è l’emis-sione di particelle nellospazio, può raggiungere lavelocità di 3.500.000 Km/h.Il vento solare si estende pertutto il Sistema Solare finoad una zona detta Elio-pausa, posta a circa 15 mi-liardi di Km. dal Sole, dovesi trovano ora i due Voyager( di cui abbiamo parlatonelle conferenze proposte aTreppo). Qui, nell’Elio-pausa, non si avverte più ilvento solare. Nella Cromosfera hannoorigine anche le Protube-ranze, enormi getti di ma-teria che si espandono nellospazio esterno, levandosiper oltre 1.000.000 di Km.

dalla superficie solare. Pos-sono durare, prima di rica-dere sulla superficie, da al-cune ore (ProtuberanzeEruttive) fino ad alcunimesi (Protuberanze Quie-scenti). Possono essere vistedalla Terra durante leEclissi totali di Sole.

CORONA : è la parte più“esterna dell’atmosfera so-lare”. E’ composta da gasmolto rarefatto e ad altatemperatura (2.000.000°C). Si estende per alcunimilioni di Km. oltre la su-perficie solare. Nessuna sonda infatti puòavvicinarsi a meno di30.000.000 di Km. dal Solesenza essere distrutta. Lapossiamo vedere solo du-rante le Eclissi totali di Sole.Il Sole si è formato circa 4,5miliardi di anni fa e quandoesaurirà tutto il suo “carbu-rante”, tra circa 4 miliardidi anni, come tutte le stelleè destinato a morire “spe-gnendosi”.Nella serata in programmail prossimo mese di ottobre,spiegheremo con immagini esimulazioni come il tuttoavverrà.In attesa di avere il piaceredi annoverarvi numerosipresso la Sala Consiliare,auguriamo a tutti i lettori ipiù fervidi auguri per unaserena estate e delle piace-voli vacanze.

Marco Tonino e Glauco Minotti

Il sole e, a destra, la costituzione del sole.

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