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Fondato nel 1948 da Giuseppe Gesualdi Direttore responsabile Filippo Gesualdi Direttore Giovanni Tagliapietra numero 36 anno LXVII GIOVEDÌ 11 DICEMBRE 2014 MAFIA CAPITALE Ecco perché Marino non poteva non sapere a pagina 4-5 IL CASO VIA VENETO Il Comune ha deciso di lasciare morire la strada della Dolce Vita a pagina 6-7 All’interno l’inserto di Sanità del Lazio Lazio Lazio la del anità S S NUMERO 36 ANNOLXVII GIOVEDÌ 11 DICEMBRE2014 AL TRIONFALE La Casa della Salute c'è, ora recuperiamo gli utenti a pagina 13 a pagina 14 Il dolore cronico? Una malattia E come tale si affronta e si cura SAN GIOVANNI ADDOLORATA Q uanta trepidazione per la situazione disperata in cui versava l’ospedale classificato di zona “Cri- sto Re”, un ospedale che è stato dal lon- tano 1958 un riferi- mento preciso non solo per Roma nord, ma per tutta la città e che rischiava una sorte ingrata. Il 26 novembre scorso si è concluso un iter iniziato nel lontano 2012 ha portato la firma dell’accordo fra la congregazione delle “Figlie di Nostra Signora al Monte Calvario”, ( antiche proprietarie dell’ospedale), e il Gruppo Giomi spa, storicamente presieduto da Emmanuel Miraglia, presente con le sue strutture nel Lazio, in Toscana, in Ve- neto, in Puglia, in Calabria e in Sicilia. Miraglia ha dichiarato di riconoscere “l’impegno e la caparbietà delle suore” ; ricordiamo che questo ordine religioso, con altri, era molto vicino all’impegno di “sua Sanità”,cioè, del defunto Cardi- nale Fiorenzo Angelini., una sottolinea- tura che non guasta. Nasce così una nuova partnership tra un privato accre- ditato e un ente ecclesiastico sanitario. Il nuovo consiglio di amministrazione dell’Ospedale Cristo Re vedrà insieme alla Giomi Spa la presenza di una suora dell’ordine nel Consiglio stesso; in que- sto modo l'ospedale rimane un’eccel- lenza ospedaliera del Lazio avendo otte- nuto il 31 ottobre l’accreditamento definitivo per il Servizio Sanitario Re- gionale, grazie anche ai lavori di ristrut- turazione sostenuti dal Gruppo Giomi. Il territorio sui cui l’Ospedale insiste tro- verà un miglior livello di assistenza con il potenziamento dell’eccellenza (da tutti riconosciuta) della ostetricia e gi- necologia che rappresentano il fiore al- l'occhiello della struttura di Via delle Calansaziane. “In questo modo – af- ferma il direttore sanitario Marino Nonis, già Direttore Generale della Asl RM/G - nasce un nuovo modello di ge- stione sanitaria misto, privato, laico e re- ligioso”. Questa operazione ha portato al salvataggio , da parte di un gruppo pri- vato, di quasi cinquecento famiglie che lavorano direttamente e indirettamente con il Cristo Re. E nella crisi che attana- glia le strutture sanitarie religiose a Roma e nel Lazio questo rappresenta un segnale importante, un esempio che altri potrebbero seguire per rilanciare strut- ture sanitarie ed ospedali che sono un te- soro per la Sanità del Lazio. Molti avevano scommesso sul fallimento di questa operazione, lunga e travagliata. E' andata bene. Il Corvo Un piccolo miracolo nella crisi della sanità religiosa: il Cristo Re è salvo a pagina 12 a pagina 12 RMG Quanti morti mee in conto la rivoluzione di Zingarei? Il CORRIERE DI ROMA N on hanno veramente ca- pito niente. E se ne devono andare. Il terremoto giu- diziario che sta inve- stendo la classe dirigente capitolina non deve distrarre dai pro- blemi di fondo di una città che sta an- dando a picco senza che nessuno inverta decisamente la rotta. Con amministra- tori, politici, uomini d’affari e malviventi in galera o comunque inquisiti per la gente, per i romani non cambia nulla. Traffico, decoro urbano, sicurezza, peri- ferie, abusivismo restano questioni aperte. E leggendo attraverso i comunicati uffi- ciali del Campidoglio – non chiacchiere di corridoio – le intenzioni del sindaco Ma- rino che pervicacemente resta attaccato alla poltrona e anzi si propone per un suc- cessivo mandato vengono i brividi. Renzi dirotta 200 milioni di euro (e vorremo ve- dere se, come e quando arriveranno) e il “marziano” sa già come impiegarli: c’è il progetto di rigenerazione urbana messo in campo dagli assessorati alla Trasforma- zione Urbana e allo Sviluppo delle Perife- rie, Infrastrutture e Manutenzione Urbana di Roma Capitale, ideato dal gruppo di giovani architetti ‘G124’ di Renzo Piano, che prevede la creazione di spazi verdi pubblici multifunzionali e una pista ciclabile che collegherà diversi quar- tieri del quadrante nord di Roma. Avere capito bene, il piano Marshall contro lo sfacelo della città, lo sfacelo delle periferie comincia dal dolce. I romani che soprav- vivono a fatica al disordine, alla sporci- zia, alla mancanza di servizi e di sicurezza, alla presenza di sbandati, di spaccio, malavita e prostituzione, ai campi rom e alle occupazioni abusive non aspettano altro che una pista ciclabile. Pura follia. Le immagini, i filmati, hanno sbattuto in tutto il paese una realtà da terzo mondo, violentata, sporca, scro- stata, abbandonata a se stessa. Anche senza aspettare i soldi del governo ci si aspetterebb e che la Giunta come regalo di Natale e come parziale risarcimento per i danni subiti e i mancati interventi rinun- ciasse a tutto,. A cominciare dalle lumina- rie di via del Corso per fare pulizia, per una operazione maquillage che restituisse dignità a quelle aree fin qui umiliate. Si concentri Marino con i suoi assessori sulla rimozione di quelle discariche a cielo aperto, mandi squadre di operai a pulire i muri, a estirpare le erbacce, a intonacare i muri scrostati, liberi i garage occupati e trovi adeguate sistemazioni a quei dispe- rati che ci vivono, si imponga con chi di dovere per avere presidi permanenti di polizia-carabinieri- guardia di finanza- esercito giorno e notte e organizzi un con- trollo del territorio. In poche parole renda dignità a quei cittadini. Sospenda tutte le iniziative di vetrina lanciate in pasto alla platea internazionale, e chissenefrega della città della scienza, dei Fori imperiali ed altro se non c’è da mangiare e da vivere decentemente. Travasi la popolazione delle case occupate in alloggi veri e de- centi, imponga affitti sociali, stacchi la spina a chi fa resistenza. Tutto questo per chiedere scusa ai romani. Il resto, per dirla con Califano, è noia. L’idea del sindaco Marino è di us- are i 200 milioni assegnati da Renzi per “rammendare” le per- iferie. La sua idea è di investire quei fondi per creare spazi verdi e l’ennesima pista ciclabile che dovrebbe collegare diversi quartieri del quadrante nord di Roma. Idea balzana, uno spreco per Roma. che peraltro ha clamorosi precedenti. II sindaco ha mai visto quella realiz- zata a viale Palmiro Togliai, tua erbacce e senza ciclisti, asso- lutamente inutilizzata? Un'altra pista ciclabile - che ci permeiamo di segnalare è quella che insiste nel quartiere Prati su via Marcantonio Colonna e via Cicerone in di- rezione piazza Cavour. La pista (nella foto) passa davanti all’en- trata di un noto Hotel, il Cicerone. I pullman sono costrei a parcheg- giare sull'altro lato della strada, in seconda fila, per scaricare i clienti. E per fare questo occupano comple- tamente la carreggiata, meendo tui i giorni in difficoltà gli auto- mobilisti costrei a transitare con- tromano per superare l’ostacolo. PISTA CICLABILE Roma - Via Cicerone, pista ciclabile davanti all’albergo

IL CORRIERE DI ROMA - GIOVEDì 11 NOVEMBRE 2014

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Page 1: IL CORRIERE DI ROMA - GIOVEDì 11 NOVEMBRE 2014

Fondato nel 1948 da Giuseppe Gesualdi Direttore responsabile Filippo Gesualdi Direttore Giovanni Tagliapietra numero 36 anno LXVII GIOVEDÌ 11 DICEMBRE 2014

MAFIA CAPITALE

Ecco perché Marinonon poteva non sapere

a pagina 4-5

IL CASO VIA VENETOIl Comune ha decisodi lasciaremorire la stradadella Dolce Vita

a pagina 6-7

All’internol’insertodi Sanitàdel Lazio

LazioLaziola delanitàSS

NUMERO 36 ANNO LXVII GIOVEDÌ 11 DICEMBRE 2014

AL TRIONFALE

La Casa della Salute

c'è, ora recuperiamo

gli utenti a pagina 13

a pagina 14

Il dolore cronico?

Una malattia

E come tale si affronta

e si cura

SAN GIOVANNI ADDOLORATA

Quanta trepidazione per la

situazione disperata in

cui versava l’ospedale

classificato di zona “Cri-

sto Re”, un ospedale

che è stato dal lon-

tano 1958 un riferi-

mento preciso non solo per Roma nord,

ma per tutta la città e che rischiava una

sorte ingrata. Il 26 novembre scorso si è

concluso un iter iniziato nel lontano

2012 ha portato la firma dell’accordo fra

la congregazione delle “Figlie di Nostra

Signora al Monte Calvario”, ( antiche

proprietarie dell’ospedale), e il Gruppo

Giomi spa, storicamente presieduto da

Emmanuel Miraglia, presente con le sue

strutture nel Lazio, in Toscana, in Ve-

neto, in Puglia, in Calabria e in Sicilia.

Miraglia ha dichiarato di riconoscere

“l’impegno e la caparbietà delle suore” ;

ricordiamo che questo ordine religioso,

con altri, era molto vicino all’impegno

di “sua Sanità”,cioè, del defunto Cardi-

nale Fiorenzo Angelini., una sottolinea-

tura che non guasta. Nasce così una

nuova partnership tra un privato accre-

ditato e un ente ecclesiastico sanitario.

Il nuovo consiglio di amministrazione

dell’Ospedale Cristo Re vedrà insieme

alla Giomi Spa la presenza di una suora

dell’ordine nel Consiglio stesso; in que-

sto modo l'ospedale rimane un’eccel-

lenza ospedaliera del Lazio avendo otte-

nuto il 31 ottobre l’accreditamento

definitivo per il Servizio Sanitario Re-

gionale, grazie anche ai lavori di ristrut-

turazione sostenuti dal Gruppo Giomi.

Il territorio sui cui l’Ospedale insiste tro-

verà un miglior livello di assistenza con

il potenziamento dell’eccellenza (da

tutti riconosciuta) della ostetricia e gi-

necologia che rappresentano il fiore al-

l'occhiello della struttura di Via delle

Calansaziane. “In questo modo – af-

ferma il direttore sanitario Marino

Nonis, già Direttore Generale della Asl

RM/G - nasce un nuovo modello di ge-

stione sanitaria misto, privato, laico e re-

ligioso”. Questa operazione ha portato al

salvataggio , da parte di un gruppo pri-

vato, di quasi cinquecento famiglie che

lavorano direttamente e indirettamente

con il Cristo Re. E nella crisi che attana-

glia le strutture sanitarie religiose a

Roma e nel Lazio questo rappresenta un

segnale importante, un esempio che altri

potrebbero seguire per rilanciare strut-

ture sanitarie ed ospedali che sono un te-

soro per la Sanità del Lazio. Molti

avevano scommesso sul fallimento di

questa operazione, lunga e travagliata. E'

andata bene. Il Corvo

Un piccolo miracolo nella crisi

della sanità religiosa: il Cristo Re è salvo

a pagina 12a pagina 12

RMG Quanti morti mette in conto

la rivoluzione di Zingaretti?

Il CORRIERE DIROMA

Non hanno veramente ca-pito niente. E se ne devonoandare. Il terremoto giu-diziario che sta inve-stendo la classe dirigente

capitolina non deve distrarre dai pro-blemi di fondo di una città che sta an-dando a picco senza che nessuno invertadecisamente la rotta. Con amministra-tori, politici, uomini d’affari e malviventiin galera o comunque inquisiti per lagente, per i romani non cambia nulla.Traffico, decoro urbano, sicurezza, peri-ferie, abusivismo restano questioni aperte.E leggendo attraverso i comunicati uffi-ciali del Campidoglio – non chiacchiere dicorridoio – le intenzioni del sindaco Ma-rino che pervicacemente resta attaccatoalla poltrona e anzi si propone per un suc-

cessivo mandato vengono i brividi. Renzidirotta 200 milioni di euro (e vorremo ve-dere se, come e quando arriveranno) e il“marziano” sa già come impiegarli: c’è ilprogetto di rigenerazione urbana messo incampo dagli assessorati alla Trasforma-zione Urbana e allo Sviluppo delle Perife-rie, Infrastrutture e ManutenzioneUrbana di Roma Capitale, ideato dalgruppo di giovani architetti ‘G124’ diRenzo Piano, che prevede la creazione dispazi verdi pubblici multifunzionali e unapista ciclabile che collegherà diversi quar-tieri del quadrante nord di Roma. Averecapito bene, il piano Marshall contro losfacelo della città, lo sfacelo delle periferiecomincia dal dolce. I romani che soprav-vivono a fatica al disordine, alla sporci-zia, alla mancanza di servizi e di

sicurezza, alla presenza di sbandati, dispaccio, malavita e prostituzione, aicampi rom e alle occupazioni abusive nonaspettano altro che una pista ciclabile.Pura follia. Le immagini, i filmati, hannosbattuto in tutto il paese una realtà daterzo mondo, violentata, sporca, scro-stata, abbandonata a se stessa. Anchesenza aspettare i soldi del governo ci siaspetterebb e che la Giunta come regalo diNatale e come parziale risarcimento per idanni subiti e i mancati interventi rinun-ciasse a tutto,. A cominciare dalle lumina-rie di via del Corso per fare pulizia, peruna operazione maquillage che restituissedignità a quelle aree fin qui umiliate. Siconcentri Marino con i suoi assessori sullarimozione di quelle discariche a cieloaperto, mandi squadre di operai a pulire

i muri, a estirpare le erbacce, a intonacarei muri scrostati, liberi i garage occupati etrovi adeguate sistemazioni a quei dispe-rati che ci vivono, si imponga con chi didovere per avere presidi permanenti dipolizia-carabinieri- guardia di finanza-esercito giorno e notte e organizzi un con-trollo del territorio. In poche parole rendadignità a quei cittadini. Sospenda tutte leiniziative di vetrina lanciate in pasto allaplatea internazionale, e chissenefregadella città della scienza, dei Fori imperialied altro se non c’è da mangiare e da viveredecentemente. Travasi la popolazionedelle case occupate in alloggi veri e de-centi, imponga affitti sociali, stacchi laspina a chi fa resistenza. Tutto questo perchiedere scusa ai romani. Il resto, perdirla con Califano, è noia.

L’idea del sindaco Marino è di us-are i 200 milioni assegnati daRenzi per “rammendare” le per-iferie. La sua idea è di investirequei fondi per creare spazi verdi el’ennesima pista ciclabile chedovrebbe collegare diversi quartieridel quadrante nord di Roma. Ideabalzana, uno spreco per Roma. cheperaltro ha clamorosi precedenti. IIsindaco ha mai visto quella realiz-zata a viale Palmiro Togliatti,tutta erbacce e senza ciclisti, asso-lutamente inutilizzata? Un'altrapista ciclabile - che ci permettiamodi segnalare è quella che insiste nelquartiere Prati su via MarcantonioColonna e via Cicerone in di-rezione piazza Cavour. La pista(nella foto) passa davanti all’en-trata di un noto Hotel, il Cicerone.I pullman sono costretti a parcheg-giare sull'altro lato della strada, inseconda fila, per scaricare i clienti.E per fare questo occupano comple-tamente la carreggiata, mettendotutti i giorni in difficoltà gli auto-mobilisti costretti a transitare con-tromano per superare l’ostacolo.

PISTA CICLABILE

Roma - Via Cicerone, pista ciclabile davanti all’albergo

Page 2: IL CORRIERE DI ROMA - GIOVEDì 11 NOVEMBRE 2014

LA SCHIZOFRENICA POLITICA CAPITOLINA (E DEL PD)L'EDITORIALE

Contr’ordine compa-gni. Se fino alla set-timana scorsal’obiettivo del PartitoDemocratico era

quello di dare il benservito a IgnazioMarino – magari la primavera prossima, dopoun rimpasto della Giunta che permettesse di ac-certarne l’incapacità di governare la CittàEterna e, di conseguenza, di trovare un altro ca-vallo - ora la musica è cambiata. L’operazione“Mafia Capitale”, con i suoi 37 arresti e il centi-naio di indagati, ha letteralmente terremotato ilPd romano e fornito al segretario del partito epremier, Matteo Renzi, l’occasione per un blitzdestinato, nelle prossime settimane, a rottamareil “vecchio Pd” che da decenni gestisce la poli-tica, e soprattutto gli affari, di Roma Capitale.Una battaglia non facile che Renzi, per vincere,ha deciso di affrontare con una “arma letale” chenessuno si aspettava: si, proprio lui, il sindacoMarino. Che da “rottamando” diventa, per ilPartito Democratico, il pilastro su cui costruirel’offensiva per rinnovare il Pd romano. Di qui laparola d’ordine che da giorni viene ripetuta conforza nel “Giglio Magico” del premier, “Salvateil soldato Marino”.L’obiettivo, perentorio, non ha nulla a che ve-dere con quanto Marino ha fatto, o non ha fatto,nell’anno e mezzo che ha passato alla guida diRoma Capitale. Si tratta di una scelta politica dicui i cittadini romani saranno senza colpa lorospettatori passivi. Non è infatti previsto di va-lutare la conferma di Marino – di cui si dice giàa Largo del Nazzareno che in caso di elezionicomunali anticipate sarebbe ricandidato a sin-daco – in base ai risultati del “contratto” per ilquale è stato eletto che, se non sbagliamo, eradi risolvere i problemi della Città, a cominciareda quelli più drammatici: gestione amministra-tiva, traffico, sicurezza, periferie, commercio,eccetera eccetera. Si tratta piuttosto di “utiliz-zarlo” per evitare che l’intreccio politico-ma-fioso venuto alla luce in questi giorni –diciamolo chiaramente: piuttosto che di una“scoperta” si tratta della “conferma”, con unaserie di nomi e cognomi, di una realtà di cui iromani, che la vivono sulla loro pelle, sono con-sapevoli da tempo – possa determinare sviluppitali da far cadere il governo nazionale.Pericolo concreto, secondo tutti gli osservatori,nel caso si decidesse di “commissariare” il Co-mune o di scioglierlo in vista di nuove elezioni.Le indagini, che proseguono e promettononuove sorprese con il coinvolgimento di perso-nalità “di livello nazionale”, vanno sempre piùnella direzione del Partito Democratico e delsuo principale alleato in Campidoglio, quel Seldi Nicky Vendola che è l’erede diretto di Rifon-dazione Comunista. Con il rischio, per il Pd,che al nome già uscito di Goffredo Bettini, chea livello nazionale forse non sarà conosciutis-simo ma che è il “king maker” che ha Roma haportato in Campidoglio proprio Marino, eprima di lui Francesco Rutelli e Walter Veltroni,se ne aggiungano altri di grande peso (politico)per il partito. Un’eventualità che Renzi vuole as-solutamente evitare. L’ex sindaco di Firenze ègià abbastanza irritato perché una parte del suopartito, per di più quella più visibile in quantoRoma è la capitale del Paese, si sta rivelandotutto il contrario di quella tipo “Mulino Bianco”che egli descrive agli italiani quale risultato dellasua politica.Ma sicuramente gravi sarebbero anche le con-seguenze di una chiamata immediata alle urnedei romani affinché eleggano un nuovo sindaco.Secondo i sondaggi, il rischio principale è rap-presentato da una “diserzione di massa” deglielettori, da riferire sia alla sinistra che alla destra.

che se non ha tentato di risolvere findal primo momento i problemi diRoma – che sono poi quelli sui qualil’intreccio politico-mafioso ha accu-mulato per anni guadagni immensi

“pagati” dei cittadini – è perché que-sto era per lui l’unico modo di continuare ad es-sere sindaco. Alla faccia dell’impegno preso coni romani che l’hanno votato sperando che lui,un non politico, portasse in Campidoglio ariafresca, e pulita. Onestà vorrebbe, lo ripetiamo,che di questo il partito democratico tenesseconto, prima di arroccarsi nella difesa di Marinonel tentativo di salvaguardare il governo nazio-nale da eventuali probabili scosse. L’irritazionedi un Matteo Renzi, costretto – lui che è statosindaco - a puntare per Roma su un personag-gio che ha dimostrato finora di non capire lacittà di cui è il primo cittadino e quindi, verosi-milmente, destinato, in futuro a ripetere i me-desimi errori del passato. Si può soltantosperare, a questo punto, che usando Marino ela nuova giunta che presenterà a giorni come“arma letale” contro il “fortino” del Pd romano,il premier-segretario del Pd riesca comunque afar esplodere quella “cupola politica” che, sottole bandiere del Pd e delle altre forze di sinistrasostenute dai sindacati è stata ed è responsabiledi un “sacco di Roma” non meno grave di quellidi cui i cittadini romani sono stati vittime adopera di altri schieramenti, dalla vecchia DC (inparte confluita nell’area “Dem” del Pd) alla re-cente destra alemanno-berlusconiana.

Nella gestione di Roma, e nella crescita dellacorruzione nella Città Eterna, la sinistra ha re-sponsabilità pluridecennali. Finora se n’eranoavute poche prove, perchè la sinistra aveva difatto in mano tutte le leve e le capacità di inter-vento, anche indiretto, su tutti coloro che avreb-bero potuto diventare la voce “fuori dal coro”:nell’amministrazione, nella giustizia, nei partiti,in parlamento. Quando Gianni Alemanno è di-ventato sindaco ha usato gli stessi metodi deisuoi antagonisti della sinistra: a corruttore cor-ruttore e mezzo. Del resto la destra sentiva didover recuperare una svantaggio di molte lun-ghezze e non c’è sicuramente an data per il sot-tile, ed è riuscita in qualche caso – vedi le grandimunicipalizzate – a prevalere sulla “odiata” si-nistra.L’elezione a sindaco di Marino, orchestrata dalPd attraverso Bettini, è stata la “foglia di fico”che doveva impedire ai cittadini romani di ve-dere che la sinistra è ora allo stesso livello dei“parvenu” della destra. Marino, che vive dasempre a Roma e che qui è stato anche sena-tore, non può non sapere nulla del ruolo che ilPd svolge nell’economia e nell’amministrazionedella Capitale. E’ vero che il suo ultimo incaricoè stato negli Usa, ma una volta diventato sin-

daco i giornali non li ha mai letti? Possibile chenon gli sia venuta idea di cercare di capire per-ché la produttività dei dipendenti capitolini ècosì scarsa, perché le strade sono piene dibuche, perché il commercio è in crisi, perché ivigili sono inutili per far scorrere il traffico, per-ché.., perché…, perché…? Poi, comunque, sene è accorto, tanto che, in una conferenzastampa per i corrispondenti stranieri, ha ricor-dato di aver denunciato in un’intervista, trentagiorni dopo la sua elezione, la sua convinzionesulla presenza nella Capitale di “organizzazionicriminali che gestiscono affari”. E’ forse per ilsuo essere alieno - del resto “marziano” è l’eti-chetta che tutti gli hanno affibbiato - che da al-lora si è occupato quasi esclusivamente di zonepedonali, aspettando la guerriglia di Tor Sa-pienza per andare a vedere, e in ritardo, cosasuccede nelle periferie ? E perché non ha maiparlato con il suo vicesindaco delle occupazionidi case popolari che molti, nel Sel, avrebberoaddirittura favorito?La conclusione, a questo punto, è scontata.Anche se è effettivamente un marziano a Roma,Marino – sarebbe fare torto alla sua intelligenzadire il contrario – non poteva ignorare quel cheaccade nella Capitale. E viene logico pensare

Contr’ordine compagni,questo sindaco va salvato

di Carlo Rebecchi

ORSINO

P della

E i politici risparmiatidal terremoto?Si rendono invisibili

il

O vviamente il bor-sino politico diquesta settimana

deve prescindere daglisviluppi del terremoto giu-diziario in corso. Troppofacile e troppo pericoloso.Voliamo basso e occupia-moci di cose concrete,mettendo in un unico

mucchio quelli che a nostro avvisonon si sono mossi bene a fronte diquanto sta accadendo, tacendo oparlando a vanvera: Alfio Mar-chini, gli assessori AlessandraCattoi e Rita Cutini, i consigliericomunali influenti Battaglia,Athos De Luca, il vicesindacoLuigi Nieri. Onore al merito delgrillino Enrico Stefàno, per re-stare nell'ambito dell'aula GiulioCesare: è andato per la sua stradacon posizioni intelligenti, ponendo

questioni di interesse pratico cheinteressano i contribuenti romani. Continua ad essere inconsistentel'assessore Marta Leonori, inca-pace di portare avanti i compiti as-segnati e annunciati, desaparei-cido (e con lui i suoi uomini) il co-mandante dei vigili Raffele Cle-mente... A fondo il presidente delprimo municipio Sabrina Alfonsi,con la figuraccia di Piazza Navona,a fondo (e ci dispiace) quella delXII Cristina Maltese: aveva pro-messo degli interventi, non li hamantenuti. Riemergono prepotentile forze produttive della città, nonresta che sperare in loro. Che cimettono la faccia e i soldi, comeClaudio Arcioni (Vinattieri) e Clau-dio Pica (Esercenti) L'intervista aPietro Lepore (Fiepet e Via Ve-neto), che pubblichiamo più avanti,è tutto un programma.

PRIMO PIANOIlCORRIEREDIROMAgiovedì 11 dicembre 2014 pagina 2

CHI SALEdall’alto Pietro Lepore, Enrico Stefànoe Claudio Pica

CHI SCENDEdal basso Cristina Maltese, Sabrina Alfonsie Rita Cutini

Page 3: IL CORRIERE DI ROMA - GIOVEDì 11 NOVEMBRE 2014

PRIMO PIANO IlCORRIEREDIROMAgiovedì 11 dicembre 2014 pagina 3

L'INGORGO CAPITOLINO, COME USCIRNE

Paradossi della politicadove tutto è possibile.Ignazio Marino, il mar-ziano precipitato sulCampidoglio per un in-

crocio astrale di veti incrociati nellecorrenti dell'azionista politico capito-lino (il partito democratico romano),l'estrema debolezza del centrodestraa formulare una proposta politicaconcreta e alternativa e un centro (didemocristiana memoria) che si avvi-luppa in un contorsionismo di propo-ste contraddittorie e inutili, è statosalvato a "sua insaputa", da un raggirodi proporzioni immaginabili (matutte ancora da quantificare). Marino che si aggira in bicicletta perle strade sgarrupate di una Roma ab-bandonata e trascurata da decenni dimancata programmazione e altret-tanto colpevole saccheggio, non si èaccorto del malaffare che come olio siè insinuato in ogni ganglio della mac-china comunale. Il contestuale (e tar-divo) congelamento degli appaltiregionali fa sorgere il malizioso so-spetto che questo fluido acido si siaespanso fino alla Pisana, ma questosarà solo l'inchiesta a scoprirlo.Nella speranza che giudici, carabinieri(indaga il Reparto operativo speciale,Ros) e Fiamme Gialle (la Guardia diFinanza sta passando al setaccio finodecenni di rapporti, appalti, conti-guità), non finiscano nel Porto delleNebbie che per decenni ha caratteriz-zato ogni iniziativa di pulizia romana,c'è da chiedersi se la ritrosia a proce-dere al ventilato commissariamentodi Roma sia un bene o l'estremo ten-tativo di stendere un velo (meglio:una cappa), di silenzio sulla politicaromana degli ultimi lustri.Se è vero che l'azionista di maggio-ranza del Campidoglio oggi (il Pd),ha commissariato la holding politicadi controllo dell'Aula Giulio Cesare,perché mai al Viminale, a via del Na-zareno a via Arenula, sono tanto riot-tosi a considerare quest'ipotesi.Il Pd nazionale ha commissariato ilPartito democratico capitolino. Apensare bene per un colpevole"omesso controllo", a pensar malemeglio lasciare valutare alle toghe.Come mai il governo Renzi non vuolecommissariare la Città Eterna?Marino non è mai stato tanto salda-mente alla guida di Roma comeadesso, ma senza essere l'artefice diquesta solidità. E' solo la sua non par-tecipazione al grande sacco che per ilmomento lo salva dalla poltrona chefino a 15 giorni fa traballava per unaPanda parcheggiata (dalla figlia? dallamoglie? dal personale di servizio?)dove non doveva stare e che entravaed usciva dalle fauci della Zona a traf-fico limitato impippandosene di per-messi, multe e divieti.Una mancanza da poco alla luce dei

milionari affari portati avanti (daquanti anni), da un sistema di potereche risale (per coinvolgimenti vari)addirittura all'era politica della ge-stione Veltroni, insomma a primadell'amministrazione di Gianni Ale-manno che sembra aver fornito postie poltrone per rendere sistemico que-sto malaffare olioso e corrosivo.Il problema, ora, non è tanto l'inchie-sta. Se per due, tre anni finanziari ecarabinieri hanno indagato e costruitol'inchiesta c'è da augurarsi che letoghe, tanto testarde e determinatedal portarla silenziosamente avanti,

non si facciano minimamente scru-polo di qualche pressione per evitaredi disturbare il manovratore nazio-nale. Il problema, ora, è Roma. I cassonettistrabordano. Gli asili cadono a pezzi,i centri di accoglienza lasciamo stare,le strade sono un colabrodo e i dipen-denti comunali rischiano (dopo mesidi tira e molla), un salasso in bustapaga, a contratti certo non fantascien-tifici. E tutto questo - a parte il saccheggiodelle già scarse risorse faticosamenteprelevate dalle tasche dei romani one-

sti, i più tartassati d'Italia per serviziinesistenti e da Terzo Mondo - conl'inchiesta (e quanto continua a saltarfuori), c'entra bene poco.O meglio: se Roma fosse stata gestita(non azzardiamo a dire bene), ma al-meno dignitosamente tutto questogiro di affari loschi non sarebbe statopossibile, o - quantomeno - più com-plicato.La verità è che Roma è gestita in ma-niera pessima da decenni, indipen-dentemente dal colore politico, comeil coinvolgimento delle storiche realtàpolitiche dimostra.

SCENARI

Servirebbe un commissarioma l’apparato ha paura

E su questa malagestione il malaffareha messo radici profonde, quanto pro-fonde saranno i magistrati (spe-riamo) a stabilirlo.L'omesso controllo, il non accorgersidella consorteria che agiva a livellopolitico e amministrativo, è altret-tanto una colpa come l'aver parteci-pato alla banda. Chi non si accorge,non agisce, si gira dall'altra parte vieneposto da Dante Alighieri tra gli ignavi.Ecco gli ignavi - veri e presunti di que-sto fattaccio - hanno colpe pari a chiha saccheggiato con metodica deter-minazione.La ritrosia al commissariamento sispiega solo con il timore che questoscacco matto a Roma favorisca l'ef-fetto domino a livello nazionale. Conun accelerazione verso le elezioni po-litiche in un momento in cui c'è ancheda indviduare ed eleggere a strettogiro il presidente della Repubblica. IlQuirinale, per chi si fosse distratto, èuno dei sette colli dove sorse ideal-mente la città di Roma. Ebbene que-sto dirimpettaio nazionale - conl'annuncio di Giorgio Napolitano divoler lasciare a breve - oggi è il bloccoche evita il precipizio verso elezionianticipate. Eppure un commissario a Roma ser-virebbe. Mesi fa questo giornale sug-geriva una svolta decisionista perRoma: un generale dei carabinieri(ma va bene anche della Finanza vistele scoperte di questi giorni), irrepren-sibile e specchiato per moralità e di-sciplina, per raddrizzare la città. Noni romani che già stanno in equilibrioprecario, ma i conti di Roma.Un commissario opterebbe subito perl'amministrazione ordinaria e vare-rebbe l'esercizio provvisorio. Sispende mese per mese e si controllache le uscite non siano maggiori delleentrate. E, soprattutto, si taglia ilgrasso, gli sprechi e le prebende. E poi il commissariamento permette-rebbe di fare luce negli angoli, an-dando a vedere di chi è la colpa sel'asfalto salta alla prima pioggia, se leporzioni negli asili sono da carenzaalimentare patologica, se c'è qualchefurbacchione che è rimasto aggan-ciato a qualche leva di potere determi-nate e redditizia.Insomma, chi ha paura di mettere uncommissario a Roma? A chi fa gioco(politicamente) che Roma resti inmano a Marino? Può essere anche ilsindaco il commissario, a patto che glisi affianchino sub commissari tecniciper fare le pulci a questo girone infer-nale. O negli omissis si teme ci siaqualche nome (ancora coperto) chedisturbi il manovratore nazionale?Roma è un palcoscenico politico im-portante, forse fondamentale per lebizzarre alleanze che reggono il Paese.Ma i romani non vanno trattati comecomparse, per di più paganti...

L'inchiesta sul malaffare milionario nella Capitale - stratificato in ere geologiche lontane e vicine e di tutti i colori - ha innescato

un cortocircuito nazionale. Roma ha diritto a essere amministrata.Ma Palazzo Chigi frena sull'ipotesi di un tecnico che metta manoalla gestione. Forse il timore è che possa scoprire verità indicibili e

imbarazzanti. E che questa scoperta possa portare ad una valangapolitica e elettorale di proporzioni nazionali. Però con la gestionecommissariale si passerebbe all'esercizio provvisorio e verrebbero

spazzate via regalie e spese accessorie indebite. Ma forse è meglio un marziano di un commissario curioso...

di Leonardo Giocoli

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PRIMO PIANOIlCORRIEREDIROMAgiovedì 11 dicembre 2014 pagina 4

MAFIA CAPITALE, OLTRE GLI ASPETTI GIUDIZIARI E POLITICISCENARI/2

ECCO PERCHÉ MARINO NON POTEVA NON SAPERE

I a teoria del non sapere.Come scusa, giustifica-zione, o metodo per mo-strare la patente diverginità politico-giudi-

ziaria. È quello che accade ognivolta che una procura fa esplodereuna bomba che parla di appaltitruccati e finanziamenti occulti arappresentanti delle istituzioni.Stavolta è il turno di Ignazio Ma-rino, che non è indagato, ma siscusa dicendo di ‘non conoscere al-cune persone’. Come nelle più assi-due delle tradizioni, succede ancheoggi a Roma, travolta in pieno dalterremoto scatenato dalla maxi-in-chiesta Mafia Capitale. Che ha sco-perchiato, secondo i pm di piazzaleClodio, un sistema criminale gui-dato da Massimo Carminati, ex Nare già coinvolto in indagini sull’omi-cidio del giornalista Pecorelli edella strage di Bologna, che avevail suo braccio operativo nel compa-gno B.: è Salvatore Buzzi, re dellecooperative rosse nella CittàEterna.E qui entra in gioco il sindaco. Ilchirurgo dem ripete a tutti, con in-vidiabile tenacia, che lui no, quel-l’ex detenuto reinventatosiimprenditore proprio grazie alreinserimento lavorativo di chiaveva vissuto sulla sua pelle il car-cere, non lo conosce. Non potevaconoscerlo. Rivendicando con or-goglio il soprannome inventato perlui: il Marziano. Ne ha fatto unmarchio di fabbrica. Ma stavolta ri-schia di trasformarsi da scusa in ac-cusa. Perché il primo cittadinoBuzzi lo aveva incontrato. Spun-tano le foto tra le carte degli inqui-renti. Non mancano nellarendicontazione delle spese eletto-rali dell’allora candidato al Campi-doglio, per il Pd, i finanziamentiricevuti proprio dalle organizza-zioni del compagno B.La verità, però, non si può argi-nare. I fatti sono ostinati, anche senon devono per forza portare aipotesi di reato. Ma a responsabi-lità politiche e amministrative sì.Allora resta da capire perché l’in-quilino di palazzo Senatorio abbia,se non mentito, scelto la strada del-l’inconsapevolezza. Sfogliando la

photogallery spuntano, infatti,anche una visita dell'eurodeputatadem Simona Bonafè e un'assem-blea del maggio 2013 in cui eraospite il ministro Poletti. Poiquella del chirurgo- dem. Dopo letante negazioni, declinate in ognipossibile forma come i ‘non sa-pevo’, ‘non conoscevo’, ‘non par-lavo con’, arrivano le carte e gliscatti. Dagli atti emerge il corteg-giamento serrato di Buzzi alla poli-tica. Non a senso unico, comedimostra il fascicolo dei magistrati.I soldi arrivavano a destra e a sini-stra.Nel 2013 10 mila euro al “Comitatoprovvisorio Partito democraticocittà di Roma”, che si occupavadella campagna elettorale non solodi Marino ma anche di Nicola Zin-garetti, presidente della Regione.La donazione è della Società 29Giugno Cooperativa Sociale onlus,leader della holding che fa capo aBuzzi, l'arrestato eccellente dell'in-chiesta romana. Non solo. Dallacupola di Mafia capitale sarebbearrivata anche la metà delle spesedirette a Ignazio Marino: 30 mila

euro in due versamenti fatti, sui60.500 euro raccolti in tutto. È ilcontributo ufficiale che pesa di piùfra quelli concessi durante la cam-pagna per l’incoronazione del chi-rurgo. Perché era lo stessoCarminati a consigliare al suo brac-cio destro Buzzi di indossare “laminigonna e andare a battere”, pervendersi al miglior offerente.Appena riconquistato il Comune,dopo la parentesi alemanniana(l’ex sindaco, anche lui indagato)

l’affermazione che non lascia spa-zio a dubbi: “Il primo stipendio loinvestirò tutto in obbligazioni dellacooperativa 29 Giugno, che si oc-cupa dei più deboli e che ha denun-ciato con severità i tagli subiti dallagiunta Alemanno”, Marino dixit.Non agenzie o articoli di giornaleche gli amministratori fanno a garaper smentire, bensì un video. Im-magini che restano. E confermanoquella che è più di un’ipotesi: ilprimo cittadino sapeva chi era a

capo di quell’impero da 60 milionil’anno.Non solo gli assegni per ripren-dersi Roma alle elezioni di un annoe mezzo fa. “Non ho mai avuto con-versazioni con Salvatore Buzzi”, hagiurato ancora il sindaco in tv. Gliscatti lo smentiscono: una galleriafotografica in cui Marino visita lestrutture della coop, compreso unoin cui parla proprio con il re dellecooperative. Un sopralluogo elet-torale, la giustificazione. Ma dire dinon conoscere alcune persone, so-prattutto quelle che finanziano leattività pre-elezioni, diventa diffi-cile da credere per i cittadini.Generosità? Investimento sullanuova maggioranza, secondo gliinquirenti. Oggi Marino, spazzatavia la figuraccia sulle multe non pa-gate, è la nuova icona della legalità.Incoronato dal suo stesso partitoche fino a qualche settimana fa la-vorava sodo per buttarlo giù dalcolle capitolino. Oggi è l’uomo daproteggere, anche secondo il pre-fetto Giuseppe Pecoraro, con cui siera scontrato per la questione

nozze gay. È il can-didato da riportaresul campo in caso dieventuali elezioniamministrative. Ildiktat è del commis-sario Pd Matteo Or-fini, che ha ricevutol’ordine diretta-mente da palazzoChigi. Sindaco at-torno cui fare qua-drato anche se simostra come unmarziano, in sensonegativo, per la ge-stione della cosa

pubblica. Per la scoperta delle pe-riferie a un anno e mezzo dalla vit-toria; per aver capito che il sistemadegli appalti era drogato, sempredopo 18 mesi; per aver mentitoquando prometteva i rimborsi daquelle società che avevano il com-pito di rendere umane le stradedella Capitale e che invece intasca-vano i soldi e usavano asfalto cola-brodo.Ricandidare, insomma, chi si è tro-vata catapultato ad amministrare

di Giovanni Santoro

Dalle fotografie ai finanziamenti elettorali, fino alla promessa di uno stipendio in regalo: perché le scuse del sindaco di Roma non possono reggere. L’inconsapevolezza, in politica, non è un reato. Ma una colpa

di cui rispondere davanti ai cittadini sì. Essere integri è un dovere prima ancora che una qualità e un pregio.Ma l’amministratore di una città come Roma non può permettersi amnesie, errori di valutazioni,

superficialità. Il sindaco tiri le somme, ma non faccia pagare ai romani il prezzo delle sue responsabilità

Salvatore Buzi, presidente della Cooperativa 29 giugno, con Ignazio Marino e il vicesindaco Luigi Nieri; sotto la foto della cena alla quale ha partecipato Giuliano Poletti, oggi ministro, e allora presidente della Legacoop

insieme con Salvatore Buzzi e altri esponenti politici e ammimistrativi. Nel tavolo accanto Luciano Casamonica

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una delle città più complicated’Europa senza studiare i dossiercaldi: dalla gestione dell’emer-genza nomadi a quello della rac-colta rifiuti. Passando perl’accoglienza ai rifugiati e agli im-migrati, che, proprio Marino, volleportare dentro le mura aureliane.Nessuno escluso. Un blocco unicocreatosi attorno a lui per conve-nienza politica. Perché il primo cit-tadino non poteva non rendersiconto che alcuni esponenti fortidella sua maggioranza non soloerano recordman di preferenze maanche nel guinness dei primati perle spese elettorali. E se il sindaco

non sapeva, perché più di unavolta, primo dello scoppio del bub-bone, ha incontrato il procuratorePignatone? È stato sempre il chi-rurgo dem a confessare di avergliportato alcune carte sospette.Mentre a 48 ore dagli arresti, pro-prio Pignatone partecipa alla con-ferenza programmatica del Pd loscorso 28 e 29 novembre. Per l’exsegretario dem Lionello Cosentinola spiegazione è semplice: “Avver-tivo segnali di corruzione, per que-sto l’ho invitato”. Il riferimento,aggiunge con il senno di poi, era alcaso di Marco Di Stefano, parla-mentare indagato per una que-

stione di tangenti da ex assessore inRegione Lazio. Altra coincidenza:Marino fino all’ultimo ha resistitoalle pressioni del suo partito per ilrimpasto di giunta, che avrebbeportato Daniele Ozzimo dalla Casaai Servizi sociali. Ozzimo è l’asses-sore indagato e poi dimesso, la suanuova casella quella attraverso cuiavrebbe potuto avere rapporti an-cora più diretti con le cooperativedi Buzzi.Capitolo commissariamento. Tuttine parlano, in tanti lo chiedono. Loscioglimento per mafia del Co-mune di Roma è un’ipotesi, perora, lontana dalla realtà. Il motivo?

Scegliere questa strada significa farcadere l’Italia. I contraccolpi per ilgoverno Renzi sarebbero tanti. Inprimis perché molti dei coinvoltifanno parte dei sostenitori del Mat-teo premier. Eugenio Patané, con-sigliere regionale, zingarettianoche su scala nazionale si professarenziano. Gli ex dalemiani Um-berto Marroni, Micaela Campana eDaniele Ozzimo sono confluitinella maxi corrente Noi-dem, perspingere il presidente del Consiglioanche dentro il Gra, insieme al po-polare Mirko Coratti (ex Fi, exUdeur e dimessosi dalla presidenzadell’assemblea capitolina). In

troppi aspettano la seconda ondatadell’inchiesta, per capire il livellodi radicamento del sistema ma-fioso.La paura è che le responsabilità siallarghino, vadano indietro neltempo e tocchino esponenti dipeso. Facendo vacillare, ipotizzanoi big del partito, tutto il governo.Meglio aspettare per le scelte defi-nitive. Un dato però è certo:quando votano, i cittadini chie-dono al sindaco di sapere almenodov’è e cosa farà. L’inconsapevo-lezza, in politica, non è un reato.Ma una colpa di cui rispondere da-vanti ai cittadini sì.

PRIMO PIANO IlCORRIEREDIROMAgiovedì 11 dicembre 2014 pagina 5

Poco meno di mezzogrammo di cocaina,prezzo: 50 euro. Rischi

connessi dallo spaccio e daun’eventuale accusa per traf-fico di stupefacenti. Un immi-grato: 40 euro al giorno perl’accoglienza in uno dei centri dellaCapitale. Conseguenze: nessuna. Ba-stano questi dati per capire fin dovearrivava l’attivismo criminale delNero Carminati e del suo sodale Raf-faele Buzzi, re delle cooperative aRoma. Entrambi, infatti, avevano ca-pito già da tempo che l’immigrazionefrutta di più della droga. E in base aquesta teoria hanno aperto le portedella città, grazie alla politica com-piacente, ai flussi migratori: richie-denti asilo, minori, donne e bambiniche fuggono dalla guerra e che inquella che era la Kaput Mundi tro-vano chi è disposto a lucrare sulleloro tragedie. Anche quelli che hannosempre difeso la teoria dell’acco-gliere e tutti ma che invece, a leggerele carte dei magistrati, conquista-vano la loro fetta di torta.Bastava far arrivare tutto all’aziendadi Buzzi. Lui, condannato in passatoper omicidio, si era inventato primauna cooperativa sociale con ex dete-nuti, e poi aveva creato un piccoloimpero nel settore. Riuscendo a far

parlare la destra e la sinistra. Nonsolo: a metterle d’accordo. Grazieanche all’intervento di Luca Ode-vaine, ex vicecapo di gabinetto diWalter Veltroni sindaco. Soldi, tantisoldi: una "paccata" soprattutto perla gestione dei campi nomadi. Ora lamagistratura che toglie il tappo aquella pentola maleodorante di cor-ruzione e affari sporchi. Facendo ilgioco della Lega che con il leader Sal-vini rilancia: "Quando denunciavamoche c’è gente che si arricchisce, era-vamo razzisti”. Non per voler daretorto all’astro nascente del Carroc-cio, ma questa denuncia arrivava daigiornali (come il nostro). Adesso,pochi giorni dopo la rabbia di Tor Sa-pienza scoppia il bubbone di MafiaCapitale.Con gli amministratori di una cittàche finalmente si trovano di frontealla realtà dei fatti: il giro d'affari inquesto settore è enorme. Lo avevamospiegato snocciolando, nei mesiscorsi, i dati. Ne basti uno per tutti: aRoma l’assegno da staccare è di oltre

24 milioni di euro. Escluse le maz-zette da steccare, ovviamente. A si-nistra tutti conoscevano Buzzi.Anche se adesso fanno a gara per ne-gare. Le cooperative rosse gestivanoil welfare e rappresentavano il "brac-cio imprenditoriale" del Nero Carmi-nati. È lo stesso signore delle coop aconfessarsi: "Il traffico di drogarende meno". L’affare dei centri di ac-coglienza, accusa la procura di piaz-zale Clodio, “attraversa, in sensoverticale e orizzontale, tutte le ammi-nistrazioni pubbliche più significativenel settore dell’emergenza immi-grati".Ecco spiegato, dopo anni, l’accani-mento terapeutico di una parte dellasinistra. Aiutata anche da un sindaco– Marino - , che sull’onda delle trage-die nel Mediterraneo, chiedeva al mi-nistero degli Interni di far arrivare idisperati nella Capitale. Senza sa-pere che grazie a quella mossa, moltisarebbero stati pronti a festeggiare:più migranti, più soldi. Equazionesemplice anche per chi ha giocato

più spesso con le armi che congli esercizi di matematica. Ilpiatto ricco è quello dei fondi:40 euro a cittadino, 36,5 intasca alle cooperative e 3,5agli ospiti dei centri. Ecco l’in-vasione: siriani, libici, tunisini

e iracheni smistati tra Corcolle e TorSapienza.Non solo. Al centro dell’inchiesta c’èanche il rifinanziamento dei campirom. Gli inquirenti hanno, infatti,messo a nudo la capacità di interfe-rire nelle decisioni politiche. Arrivacosì il disco verde sui finanziamentiper i villaggi attrezzati così come ilprogetto "Minori per l’emergenzaNord Africa". Tutti settori in cui ope-rano le società di Buzzi. Che puntavaal mantenimento dello status quo,con le persone rinchiuse nei centri enessun progetto per l’inserimento.L’aiuto vero? Un lavoro: magari pro-prio quello in mano alle cooperativedi ex detenuti che avevano in cura ilverde pubblico. Invece era più co-modo tenerli rinchiusi, continuandoa far arrivare euro pubblici. Senza fer-mare l’invasione e facendo scoppiarela guerra tra cittadini e immigrati.Con i romani accusati di razzismo,loro la faccia pulita dell’accoglienza.Che però lucrava sulle tragedie.

g.s.

Immigrati, rom e uno Stato da spennare, la faccia sporca

e ipocrita dell’accoglienza

DIETRO I FATTI

Uno dei campi rom “assistiti” dalla Cooperativa 29 giugno

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N on si salva nulla,nemmeno la mi-tica Via Veneto.Roma va a pezzi,sotto tutti i punti

di vista, la mappa del disastroprende dentro tutto, dal centro sto-rico alle periferie. Ma ci sono dellesituazioni particolari, macroscopi-che, al di là di ogni limite per ciòche rappresentano sul piano del-l'immagine un danno, un problemadi valenza superiore. Come ap-punto l'icona mondiale della DolceVita, vetrina impareggiabile etappa obbligata per ilturismo. L'intera zonacelebrata da film e ro-manzi oggi ridotta al-l'ombra di se stessa.Non solo per effettodella crisi, ma soprat-tutto per le precise re-sponsabilità di unaamministrazione co-munale miope, super-ficiale ed insiemeincapace ed arrogante.Ha un diavolo per ca-pello Pietro Lepore,proprietario dello sto-rico caffè ristoranteHarry's Bar in cima avia Veneto nonchévice presidente della Associazioneche raccoglie albergatori e ristora-tori della zona e presidente, da al-cuni mesi, della Fiepet, laFederazione Italiana EsercentiPubblici e Turistici aderente aConfesercenti. Si rischia grosso, la-menta, ma pare che la cosa non in-teressi a nessuno.

Presidente ci faccia capire,il Campidoglio lascia an-dare a fondo Via Veneto?

Proprio così. L'amministrazione sinasconde dietro la mancanza disoldi, e finge di non sapere che esi-stiamo. Basta guardarsi intorno, fo-tografare le aiuole rinsecchite.Hanno messo in piedi un sistemadi irrigazione che è rimasto spentotutta l'estate. L'hanno riattivatoqualche settimana fa. Chissà per-ché. Ma la maggior parte dellepiante si sono seccate.

Ma voi naturalmente an-drete a bussare alla postadel sindaco, dell'asses-sore...

Naturalmente. Ma Marino non si è

mai degnato di riceverci, il vice sin-daco Nieri e l'assessore al commer-cio Leonori sulla questione gazebodel Cafè de Paris ci hanno rispostoche non è di loro competenza. Sudecoro e sicurezza l’assessore nonha proferito parola. Sabrina Al-fonsi, presidente del I municipio,ha detto che non ha un soldo a di-sposizione ma se vogliamo pro-porre dei progetti, loro livaluteranno e poi li realizziamo aspese nostre.

Un muro di gomma, in-somma…

Anche peggio. Loro decidono,cambiano, chiudono, spostano.Agiscono senza una logica. E difronte alle proteste alzano le spalle.Intanto i problemi si ingiganti-scono, siamo accerchiati dagli abu-sivi, si sono fatti aggressivi,loscenario è indecoroso, gli albericrescono a dismisura e non ven-gono potati da 8 anni Durante lanotte succedono cose inimmagina-bili. Cartelli pubblicitari che lette-ralmente camminano. La posizione

iniziale (Via Lazio) è ormai un lon-tano ricordo, ora il palo staziona suVia Veneto. Per non parlare poidelle innumerevoli insegne al neonche spuntano come funghi cosìcome tabelle sui marciapiedi.

Ma voi sareste disposti afarvi le cose da soli, a risol-vervi i problemi, ad auto-finanziarvi?

Noi siamo disposti a collaborare, aproporre e a farci parte dirigente.Chiediamo che il Comune ci diaqualche cosa in cambio. Siamo unagrossa realtà, una realtà pesante sulpiano fiscale, della contribuzione.Ma non valiamo abbastanzaquando chiediamo un riscontro. Lanostra associazione conta alberghia cinque stelle, ristoranti di altis-simo livello, contribuiamo pesan-temente alle spese del Comune, tratasse di soggiorno e di occupazionedel suolo pubblico ogni anno con-segniamo al Campidoglio 2 milionie mezzo di euro, ci aspettiamo chealmeno il 20 per cento di questasomma venga reinvestita per l'ar-

redo urbano, il decoro, la sicurezza,la manutenzione di via Veneto edintorni. Non accade. Anzi, non ciperdonano niente e ci penalizzano.Noi chiediamo un taglio di tasse,delle agevolazioni, un aiuto...Chie-diamo di poter partecipare ai tavolidi lavoro per la gestione di spesadel 20% e di poter indicare doveintervenire più rapidamente.

Voi avreste delle idee, deiprogetti per invertire larotta? Li avete sottopostiall'Amministrazione?

Certamente, riteniamo essenzialeriportare il cinema a via Veneto. E'imbarazzante mettere a confrontole Giunte, ma questi hanno supe-rato ogni limite, hanno spostato ilfestival del Cinema all'Auditoriumper non spendere, per risparmiare.Invece di spalmare la manifesta-zione lungo via Veneto. E' stato unfiasco in generale, ma per quanto ciriguarda è un'occasione perduta.Abbiamo un piano per la viabilitàdell'intera area, una viabilità chenon penalizzi nessuno, né le realtà

produttive né gli automobilisti.Pensa che ci abbiano risposto?

Una battuta sul progetto?I punti essenziali: pedonalizza-zione della via principale, con treattraversamenti, spostamento dellabarriera Ztl a Piazza Barberini, cosìda "liberare" gli alberghi che insi-stono sull'ultima parte della strada.Una razionalizzazione a costi mi-nimi, ma efficace. Ma gli ammini-stratori fanno orecchie damercante, come per tutte le altreproposte e iniziative.

Come se ne esce?Bisogna fare in modo che l’Associa-zione di territorio sia attiva per in-dividuare le problematiche e arisolverle..Cerchiamo uno scontrocon l’amministrazione, ma che siauno scontro di idee, che porti a deirisultati e a un cammino comune diintervento. Si può ancora aspet-tare? Il tempo passa e il degradoaumenta. Adesso è il momento diintervenire.Siamo aperti al dialogo,alle soluzioni, a tutto, purchè si fac-cia qualcosa.

CRONACHEIlCORRIEREDIROMAgiovedì 11 dicembre 2014 pagina 6

Pietro Lepore, presidente FederazioneItaliana Esercenti Pubblici e Turistici

aderente a Confesercenti

Via Veneto, i disastrosi effetti della mancatairrigazione da parte del Comune

PARLA PIETRO LEPORE, PRESIDENTE DELLA FEDERAZIONE ITALIANAESERCENTI PUBBLICI E TURISTICI ADERENTE A CONFESERCENTIIL CASO VIA VENETO/1

Perché lasciano morirela strada della Dolce Vita?

di Giulio Terzi

“Il Campidoglio si nasconde dietro la mancanza di soldi, e finge di non sapere che esistiamo, Marino non si è mai degnato di riceverci. Possiamo realizzare dei progetti, farceli autorizzare e realizzarli a spese nostre, ma così non va”. “Loro decidono,

cambiano, chiudono, spostano. Agiscono senza una logica. E di fronte alle proteste alzano le spalle. Intanto i problemi si ingigantiscono, siamo accerchiati”. Noi siamo disposti a collaborare, a proporre e a farci parte dirigente. Chiediamo che il Comune

ci dia qualche cosa in cambio. ogni anno consegniamo al Campidoglio 2 milioni e mezzo di euro, ci aspettiamo che almeno il 20 per cento di questa somma venga reinvestita per l'arredo urbano, il decoro, la sicurezza, la manutenzione di via Veneto e dintorni”

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Il Cafè de Paris di via Veneto nontrova pace. Locale espressioneper antonomasia della Dolce Vita,appetibile attività commercialeper investimenti malavitosi e ma-

fiosi, è rimasto in attività, anche dopo ilsequestro giudiziario della Procura diReggio Calabria, fino ad aprile delloscorso anno. Da allora sono passati quasi20 mesi tra l’incuria e l’indifferenza delComune di Roma, soprattutto perquanto riguarda il gazebo allocato difronte all’antico bar ristorante, che oc-cupa diverse decine di metri quadri disuolo pubblico. L’associazione di via Ve-

neto per prima ha posto all’amministra-zione una serie di questioni, preoccupataper il decoro urbano di una delle vie piùimportanti di Roma, di felliniana memo-ria, ma anche zona in cui si concentranoi migliori alberghi della Capitale. Risul-tato: zero risposte dall’assessore MartaLeonori, famosa ormai per i suoi silenzidi fronte a questioni complesse del com-mercio romano. Di norma, una volta ces-sata l’attività di ristorazione all’internodelle mura, il gazebo, concesso dal Co-mune di Roma dovrebbe sparire. Perquale motivo? Perché quell’occupazionedi suolo pubblico non rende più niente

alle casse dell’amministrazione e creaseri problemi di sicurezza per turisti ecittadini che si trovano su quel lato delmarciapiede. Secondo l’associazione divia Veneto la Leonori avrebbe rispostoinvece sul gazebo che non è di sua com-petenza. Ma come è possibile? Un contoè il Cafè de Paris, posto tuttora sotto se-questro giudiziario che si trova all’in-terno di una proprietà privata, un altro èil gazebo di fronte costruito su superficiepubblica, autorizzato e tassato dall’am-ministrazione capitolina. Eppure anchesu questo fronte l’assessore al Commer-cio e alle attività produttive preferisce

non fare e non dire niente. E i resti ingri-giti e pieni di cartacce del celebre localerestano lì, esposti al passeggio di unadelle vie più eleganti della capitale. De-coro e sicurezza non sono evidentementetemi che “interessano” il Campidoglioper quanto attiene alla zona della DolceVita. Dopo vari contatti in corso d’annoandati a vuoto tra associazione e Co-mune, commercianti e albergatori nonmollano e chiedono un ritorno di serviziin cambio di una contropartita miliona-ria di tasse pagate ogni anno, tra quelle disoggiorno, di occupazione tavolini e ga-zebo. (Ste.Pas.)

CRONACHE

Come rivalutare l’intero quadrante

IlCORRIEREDIROMAgiovedì 11 dicembre 2014 pagina 7

Roma - Via Veneto, il Cafè de Paris abbandonato all'incuria da oltre un anno e mezzoRoma - Via Veneto, il gazebo - veranda del Cafè de Paris che il Comune non vuole rimuovere

IL CASO VIA VENETO/2

IL PROGETTO

Cafè de Paris, il buco nero del CampidoglioL’associazione dei commercianti chiede interventi per decoro e sicurezza. Sindaco e assessore al commercio non rispondono,

ma in gioco c'è il futuro di una delle vie storiche di Roma che vale solo di tasse 2,5 milioni di euro all’anno

PROGETTO DI RIQUALIFICAZIONE URBANA E DI ARREDOTre fasi:•La prima riguarda la parte alta di via Veneto da piazzale Brasile sino all’AmbasciataAmericana;•La seconda (con gara d’appalto) è il completamento di via Veneto sino a piazza Bar-beri•La terza si riferisce al territorio limitrofo

PARZIALE PEDONALIZZAZIONEPedonalizzazione della parte alta, da Porta Pinciana sino all’incrocio con via Ludovisi-Boncompagni, si tratterebbe di una pedonalizzazione parziale della stessa via ed unagenerale riconsiderazione del sistema della mobilità di tutta l’area. (Progetto a destra).STRADA DI QUARTIERENel Pgtu (Piano Generale del Territorio Urbano) la strada deve essere declassata a “strada di quartiere” e per annullare il flusso di traf-fico di attraversamento che la percorre, occorre creare una una serie di “impedimenti”che ne disincentivino al massimo la percorrenza in tal senso.

ISOLA PEDONALE INTELLIGENTESi tratta di un nuovo schema di circolazione, complesso, ma realizzabile.Via Veneto chiusa al traffico in senso longitudinale, lasciando l’attraversamento sulle di-rettrici trasversali sugli alternati via Lazio – via Sardegna e via Lombardia – via Sicilia.

TRE ISOLE PEDONALIIn questo modo si ottengono tre isole pedonali senza penalizzarne l’accesso; una facilepenetrazione al sistema via Veneto avviene nell’intersecazione della via con dette diret-trici dove si vengono a creare due piazzole di scambio (sosta breve, valet parking, ecc.)oltre alle due aree di accesso all’Hotel Marriot-Flora su largo Fellini e all’Excelsior sul-l’incrocio con via Ludovisi – Boncompagni.

TRAFFICO PUBBLICO E PRIVATO E ZTLÈ proposta la circolazione ad anello con la deviazione delle linee pubbliche su questo per-corso; viene rivisto tutto il piano della sosta che, per garantire la scorrevolezza del flussodi circolazione primario, dovrà ridursi, sull’anello principale ad un solo lato della via.Si propone anche di rivedere il traffico nella parte bassa della via con una modifica alposizionamento del varco ZTL che attualmente la taglia a metà e ne interrompe la con-tinuità.

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Il mese di lavori si èaperto con la "giornatadella trasparenza", 24ore dopo le forze del-ll'ordine effettuavano le

perquisizioni negli uffici deiconsiglieri. M5S chiede la calen-darizzazione urgente della pro-posta per una commissioned'inchiesta sulle infiltrazionimafiose. E l'aula scopre un inso-lito attivismoIl mese di dicembre è comin-ciato sotto i migliori auspici avia della Pisana. Il 1 infatti si ècelebrata la “Giornata della Tra-sparenza”, un convegno al qualehanno partecipato, il presidentedel Consiglio alla Pisana, Da-niele Leodori, il consigliere re-gionale del gruppo Per il Lazio,Maria Teresa Petrangolini, il se-gretario generale del Consiglioregionale del Lazio, Antonio Ca-licchia, il vicepresidente dell’Au-torità garante dei dati personali,Augusta Iannini, Stefano To-schei del Tar del Lazio, il presi-dente della sezione delConsiglio di Stato, SalvatoreGiacchetti e Sergio Rizzo.Quanto di meglio c'è sul mer-cato per sviscerare in modo ac-cademico un tema che di fattonessuno ha avuto ancora il co-raggio di calare nella realtà, an-dando oltre la denuncia dimaniera.“'Farò della trasparenza un ele-mento irrinunciabile per noi eper i cittadini' dissi e oggi, dopo18 mesi, posso affermare che ab-biamo fatto molto, ma possiamofare di più" ha affermato Leo-dori nel suo discorso di aper-

tura, 24 ore prima che le forzedell’ordine perquisissero lestanze di alcuni consiglieri. Ilpresidente era al corrente dellabufera che stava per scatenarsisu Roma? E martedì mattina icarabinieri hanno recapitato unavviso di garanzia, nell’ambitodell’inchiesta Mafia Capitale, aLuca Gramazio, capogruppo diFI, ed Eugenio Patanè, espo-nente del Pd ed, ormai, ex presi-dente della commissioneCultura. Fuochi d'artificio allaPisana per la gioia della platea

disincantata - eppure sincera-mente stupita - della politica ro-mana. Il caso beffardo ha volutoche il giorno successivo fosse inprogramma l’approvazione dellalegge sullo spettacolo dal vivo,licenziata dalla commissionepresieduta da Patanè. (più spet-tacolo di così...) La seduta delconsiglio ha visto protagonista ilMovimento 5 Stelle, che perbocca del capogruppo Perilli hachiesto la calendarizzazione ur-gente della proposta di leggepentastellata per l’istituzione di

una commissione di inchiestasulle infiltrazioni mafiose sulterritorio regionale, la traspa-renza va coltivata, se no resta unconcetto astratto. In un clima disolidarietà verso i due indagati ilconsiglio ha portato avanti i pro-pri lavori, approvando tre leggie segnando un record di produt-tività di questa legislatura perpoi rituffarsi nell’attualità giudi-ziaria. Una insolita efficienza.Dalla prossima settimana ini-zierà la discussione del bilancio,si prevede un numero di sedute

inferiore all’anno scorso quandovenne approvato poche oreprima di Capodanno. Traspa-renza ma occhi furbi e attenti acontrollare ogni ogni voce dispesa. Tempi duri a via della Pi-sana, Fiorito sembrava averchiuso una pagina, la procural’ha riaperta. Zingaretti ha bloc-cato tutti gli appalti, qualchecontrollo sul pedigree di staff,collaboratori, consulenti sa-rebbe utile. Ma alla fine: sarebbesufficiente?

E.V.

CRONACHEIlCORRIEREDIROMAgiovedì 11 dicembre 2014 pagina 8

DAL TERREMOTO GIUDIZIARIO ALLA QUOTIDIANITÀ DEL CONSIGLIO REGIONALEQUI PISANA

E ora rispolveriamo la “casa di vetro”

La tempesta giudiziaria che ha investito Romaha ulteriormente depresso il morale degli ita-liani. Si avverte nell'aria più amarezza che

rabbia, più disincanto che indignazione, più stan-chezza che protesta: il clima di oggi è molto diverso,nonostante l'immediata somiglianza dei casi, daquello che si respirava all'epoca di Tangentopoli. Sicapisce che a prevalere nella fase attuale è un sordodistacco dalla politica come già le ultime elezioniamministrative, poche settimane fa, avevano ampia-mente certificato.Occorre un soprassalto di rigore e serietà. L'opera-zione "mafia capitale" deve rigenerare la politica,non debilitarla ulterioriormente. Nella durezza dellecircostanze serve la luce della responsabilità, anchein contrasto con interessi immediati di questa oquella forza politica. Invocare lo scioglimento delconsiglio comunale per infiltrazioni di stampo ma-fioso consegna al mondo intero l'immagine di unanazione allo sbando. E quale sarebbe l'impatto sullapubblica opinione internazionale? Con ogni proba-bilità, la scorciatoia del lavacro elettorale produr-rebbe un costo aggiuntivo in termini di perdita dicredibilità del sistema-paese.Accanto alla questione penale, per la quale occor-rerà attendere l'avvio e lo sviluppo del procedimento

giudiziario, deve trovare posto con eguale forza laquestione del governo locale. Le riforme ammini-strative dei primi anni '90, specialmente l'elezionediretta del sindaco, hanno prodotto il verticalismo el'accentramento nei processi decisionali. Il consigliocomunale ha perso ingiustificatamente prestigio, lagiunta si è ridotta a organo sussidiario del sindaco,i dirigenti hanno visto aumentare il loro potere no-nostante l'essere emanazione diretta del capo del-l'amministrazione ne sminuisca di fattol'autonomia. Segreteria, gabinetto e ufficio stampadel sindaco sono diventati sempre più gonfi di per-sonale e risorse a discapito di altri comparti e fun-zioni della struttura comunale. L'alterazione è fintroppo evidente e nessuno ne parla.Dunque, a forza di insistere sulla stabilità del go-verno locale il procedimento amministrativo si è ir-rigidito e la trasparenza, ovunque invocata opretesa, si è dispersa nei rivoli secondari dell'orga-nizzazione dell'ente. Ciò che "mafia capitale" cla-morosamente rivela, al punto di suscitare massimaindignazione, è l'intreccio di malavita organizzata,spregiudicati operatori d'impresa, "burocrazia de-viata" e pubblici amministratori per lo più deboli,forse compromessi per motivi clientelari o peggioper soldi. Tuttavia, è sbagliato far finta d'ignorare

che nella realtà romana questo intreccio ha potutoprendere forma grazie a uno stravolgimento, indottodalla legislazione, dei meccanismi di funzionamentodella macchina comunale. A forza di celebrare la ne-cessità di una politica più leggera e veloce, si è giuntia decretare in conclusione la sua insussistenza oquanto meno la sua oggettiva fragilità.Il gioco di prestigio che di colpo ha trasformato ilsindaco in una figura eroica, impegnato quant'altrimai nella difesa della legalità e del buongoverno, co-munque non cancella nella pubblica opinione il giu-dizio fortemente negativo sulla gestione politica eamministrativa del Campidoglio. Marino e Orfini(commissario Pd) sono soli a respingere l'assedio ebrancolano alla ricerca di una strategia degna diquesto nome. Fare pulizia è un'esigenza fondamen-tale, ma vale solo se con essa s'impone una nuova ediversa prospettiva politica. Al momento tutto ri-mane incerto e dopo la denuncia di "Report" la tem-pesta può spostarsi sulla Regione, dove Zingarettinon ancora si decide - dettaglio nient'affatto trascu-rabile - a sbrogliare la matassa del nuovo stadiodella Roma. Non è detto che la crisi si mantengaentro gli argini finora eretti con tanta fatica. Unaclasse dirigente convinta di essere immune è chia-mata brutalmente a rispondere di tutto.

Una crisi dura e profonda. Anche Zingaretti ballaIL COMMENTO

di Lucio D'Ubaldo

Page 9: IL CORRIERE DI ROMA - GIOVEDì 11 NOVEMBRE 2014

LazioLaziola

del

anitàSSNUMERO 36 ANNO LXVII GIOVEDÌ 11 DICEMBRE 2014

AL TRIONFALELa Casa della Salute c'è, ora recuperiamo gli utenti

a pagina 13 a pagina 14

Il dolore cronico? Una malattiaE come tale si affronta e si cura

SAN GIOVANNI ADDOLORATA

Quanta trepidazione per lasituazione disperata incui versava l’ospedaleclassificato di zona “Cri-

sto Re”, un ospedaleche è stato dal lon-tano 1958 un riferi-

mento preciso non solo per Roma nord,ma per tutta la città e che rischiava unasorte ingrata. Il 26 novembre scorso si èconcluso un iter iniziato nel lontano2012 ha portato la firma dell’accordo frala congregazione delle “Figlie di NostraSignora al Monte Calvario”, ( anticheproprietarie dell’ospedale), e il GruppoGiomi spa, storicamente presieduto da

Emmanuel Miraglia, presente con le suestrutture nel Lazio, in Toscana, in Ve-neto, in Puglia, in Calabria e in Sicilia.Miraglia ha dichiarato di riconoscere“l’impegno e la caparbietà delle suore” ;ricordiamo che questo ordine religioso,con altri, era molto vicino all’impegnodi “sua Sanità”,cioè, del defunto Cardi-nale Fiorenzo Angelini., una sottolinea-tura che non guasta. Nasce così unanuova partnership tra un privato accre-ditato e un ente ecclesiastico sanitario.Il nuovo consiglio di amministrazionedell’Ospedale Cristo Re vedrà insiemealla Giomi Spa la presenza di una suoradell’ordine nel Consiglio stesso; in que-

sto modo l'ospedale rimane un’eccel-lenza ospedaliera del Lazio avendo otte-nuto il 31 ottobre l’accreditamentodefinitivo per il Servizio Sanitario Re-gionale, grazie anche ai lavori di ristrut-turazione sostenuti dal Gruppo Giomi.Il territorio sui cui l’Ospedale insiste tro-verà un miglior livello di assistenza conil potenziamento dell’eccellenza (datutti riconosciuta) della ostetricia e gi-necologia che rappresentano il fiore al-l'occhiello della struttura di Via delleCalansaziane. “In questo modo – af-ferma il direttore sanitario MarinoNonis, già Direttore Generale della AslRM/G - nasce un nuovo modello di ge-

stione sanitaria misto, privato, laico e re-ligioso”. Questa operazione ha portato alsalvataggio , da parte di un gruppo pri-vato, di quasi cinquecento famiglie chelavorano direttamente e indirettamentecon il Cristo Re. E nella crisi che attana-glia le strutture sanitarie religiose aRoma e nel Lazio questo rappresenta unsegnale importante, un esempio che altripotrebbero seguire per rilanciare strut-ture sanitarie ed ospedali che sono un te-soro per la Sanità del Lazio. Moltiavevano scommesso sul fallimento diquesta operazione, lunga e travagliata. E'andata bene.

Il Corvo

Un piccolo miracolo nella crisi della sanità religiosa: il Cristo Re è salvo

a pagina 12a pagina 12

RMG Quanti morti mette in contola rivoluzione di Zingaretti?

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Laziola delSSanità Lazio LA MAPPA DEL POTERE giovedì 11 dicembre 2014 pagina 10

Asl Roma A CENTRO STORICODirettore Generale Camillo RiccioniDirettore sanitario Barbara GiudiceandreaDirettore Amministrativo Alessandro Moretti

Asl Roma B CENTRO STORICODirettore Generale VITALIANO DE SALAZAR

Direttore sanitario Vittorio Amedeo Cicogna Direttore Amministrativo Sabrina Cenciarelli

Asl Roma C EUR E DINTORNIDirettore Generale CARLO SAITTO

Direttore sanitario Marina CapassoDirettore Amministrativo Silvia Cavalli

Asl Roma D DA TRASTEVERE A OSTIADirettore Generale Vincenzo PanellaDirettore sanitario Flavia Simonetta PirolaDirettore Amministrativo Filippo Coiro ff

Asl Roma E DAL VATICANO A BRACCIANODirettore Generale Angelo TaneseDirettore sanitario Mauro Goletti Direttore Amministrativo Maria Velardi

Asl Roma F CIVITAVECCHIADirettore Generale Giuseppe QuintavalleDirettore sanitario Francesca Milito Direttore Amministrativo Lauro Sciannamea

Asl Roma G TIVOLI, GUIDONIA, SUBIACODirettore Generale GIUSEPPE CAROLI

Direttore sanitario Federico GuerrieroDirettore Amministrativo Daniele Aguzzi

Asl Roma H CASTELLI, ANZIO, NETTUNODirettore Generale FABRIZIO D’ALBA

Direttore sanitario Narciso MostardaDirettore Amministrativo Francesca Merli

Asl ViterboDirettore Generale LUIGI MACCHITELLA

Direttore sanitario Patrizia ChierchiniDirettore Amministrativo Daniela Donetti

Asl FrosinoneDirettore Generale ISABELLA MASTROBUONO

Direttore sanitario Roberto TestaDirettore Amministrativo Mario Piccoli Mazzini

Asl LatinaDirettore Generale MICHELE CAPOROSSI

Direttore sanitario Alfredo CordoniDirettore Amministrativo Vania Rado

CommissarioFacente funzioneA rischio?VacanteIn uscita a

LEGENDA

San Giovanni AddolorataDirettore Generale ILDE COIRO

Direttore sanitario Stefano Pompili Direttore Amministrativo Massimiliano Gerli

Sant’AndreaDirettore Generale Egisto Bianconi Direttore sanitario Lorenzo SommellaDirettore Amministrativo Angelo Scozzafava

San Filippo NeriCommissario Angelo Tanese Direttore sanitario Patrizia Magrini ffDirettore Amministrativo VACANTE

San Camillo ForlaniniDirettore Generale Antonio D’UrsoDirettore sanitario Francesco CorteseDirettore Amministrativo Alessandro Cipolla

Policlinico Universitario Umberto IDirettore Generale Domenico AlessioDirettore sanitario Amalia AlloccaDirettore Amministrativo VACANTE

IfoCommissario straordinario Valerio Fabio AlbertiDirettore sanitario Marina CerimeleDirettore Amministrativo Giorgio Marianetti

AZIENDE OSPEDALIERE

Asl RietiDirettore Generale Laura FigorilliDirettore sanitario Marilina ColomboDirettore Amministrativo Maurizio Greco

SpallanzaniCommissario straordinario Valerio Fabio AlbertiDirettore sanitario Andrea Antinori ffDirettore Amministrativo Lorella Mengarelli

Ares 118Direttore Generale MARIA PAOLA CORRADI

Direttore sanitario Domenico Antonio IentileDirettore Amministrativo Francesco Malatesta

Piccoli aggiustamentiin attesa della svolta

V ittorio Amedeo Cicogna è il nuovo direttore sanitario della Asl RmB in so-stituzione di Maria Cedrola. uscita di scena per fine contratto. E' il primocambio di poltrona da parecchio tempo. Resta vuota la casella di direttore

amministrativo dell'Azienda Ospedaliera S.Filippo Neri, ma in questa fase di tran-sizione per l'ospedale è probabilmente una soluzione che ha una sua logica: vuotaanaloga casella (ma con minori ragioni logiche) al Policlinico Umberto I. Diversifacente funzioni continuano a portare avanti il lavoro in almeno quattro aziende,ma così vuole Zingaretti. Si continua a parlare insistentemente del passaggio del-l'attuale dg della Asl RmC Saitto al vertice della piramide di comando. Pare siadestinato a prendere il posto del numero uno della sanità laziale, Flori De Grassi.Ma potrebbe anche non accadere nulla. C'è la new entry di Giovanni Bissoni comenuovo subcommissario governativo. L'ennesimo controllore. Questo funzionerà?

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Laziola delSSanità LazioPRIMO PIANOgiovedì 11 dicembre 2014 pagina 11

Perché nessuno osacontestare il sovrano

EDITORIALE

ORSINO

S dellail

CHI SALEdall’alto Maria Cidoni, Emmanuel Miragliae David Porrello

CHI SCENDEdal basso Giuseppe Caroli,Antonio D'Ursoe Vincenzo Panella

I manager zingarettianimostrano i loro limiti.La buona sanità? Un optional

C'è una madre, sichiama Maria Ci-doni, che da anni

lotta con le unghie e con identi, per difendere sua fi-glia disabile e il centro chela ospita, il Cem di via Ra-mazzini. Una lotta con-dotta con sacrificio edignità. Ora il Cem è nei

guai, licenziati 34 operatori della Cri,tutti a parole si impegnano a salvarlo.Lei deve crederci. Ma sono affidabiliAlessio D'Amato (cabina di regia)Vincenzo Panella (Asl Rmd) ? Loscetticismo è d'obbligo. Hanno la-sciato che la situazione si deterio-rasse in modo quasi irreversibile.Nella lista dei cattivi ancora una voltail manager del San Camillo, AntonioD'Urso. È riuscito nell'ennesimo pa-sticcio con Chiara, la ragazza in comaper le botte ricevute. Spostata alS.Lucia senza la riservatezza che ilcaso richiedeva. Hanno bisogno perlo-

meno di un esperto di comunicazione,al S.Camillo. Un disastro anche altrimanager zingarettiani, come LuigiMacchitella (Viterbo) e Michele Ca-porossi (Latina): sono riusciti a com-plicare la vita del territorio e acomplicarsela con una gestione di-sgraziata dell'Atto Aziendale. Ancorapeggio ha fatto il direttore generaledella Asl RMG, Giuseppe Caroli. Stadistruggendo un servizio di punta,quello dello screening, Solo per rispar-miare? Altri manager resistono evanno avanti, come Isabella Mastro-buono a Frosinone, come Ilde Coiroal S.Giovanni Addolorata.E gli impren-ditori? Emmanuel Miraglia (GruppoGiomi) ha salvato il Cristo Re dal disa-stro, ed è un buon segnale. Restanoaltre criticità nella capitale, ma itempi sono lunghi. Sul piano politicoda segnalare l'impegno positivo diDavid Porrello (M5S), del solito Fa-brizio Santori e del consigliere regio-nale del Pd Riccardo Agostini.

Contestare, discutere,mettere alla berlina il go-vernatore del Lazioquando veste i panni dicommissario alla Sanità

è un esercizio che alla fine diventa pe-sante, noioso, insopportabile. Ma Ni-cola Zingaretti non consente tregue néderoghe. Apre un paio di case della sa-lute e cinque ambulatori no stop nellacapitale e si guadagna i titoli sui gior-nali. Nessuna critica, nessun dubbio,chissà perché non una sola voce di dis-senso si alza contro la politica dellaGiunta, contro il monarca assoluto.Troppo facile, c'è solo da augurarsi chele cose funzionino perché quelle strut-ture costano, costano molto di più diquanto si vorrebbe risparmiare. Chissàchi ispira la politica sanitaria del gover-natore e gli fa produrre ponderosi do-cumenti che nessuno legge e pochicapiscono ma che si traducono sul ter-ritorio in scelte cervellotiche. Ha pre-

teso giustamente gli atti aziendali ( ete-rodiretti, peraltro, con delle direttiveprecise e vincolanti) senza tener conto

della realtà, sulla base di schemi vir-tuali e asettici: l'importante è solo ri-sparmiare, non fornire servizi decenti

Cicogna alla Asl RmB,è il nuovo direttore

sanitario

NOMINE

alla popolazione. Razionalizzare è laparola chiave ma può essere un boome-rang se non viene utilizzata corretta-mente. Nelle province c'è stata unaribellione corale, le amministrazionilocali del Pontino, della Ciociaria, delViterbese sono scesi alle minacce fisi-che nei confronti dei manager locali.Tutto questo può fare riflettere? Rac-contiamo a parte le scandalose vicendedella Asl RMG, Zingaretti si è resoconto del pasticcio nel quale si è cac-ciato, e peggio, nel quale ha cacciatodecine di migliaia di utenti? O è unascelta deliberata di qualcuno dei suoiper affossare questo e premiare que-st'altro, per dare sfogo ai privati (quelliamici naturalmente) penalizzando ilpubblico? Sulla sanità non si scherza enon si può risparmiare, anzi, bisognainvestire, scegliendo forme di collabo-razione con il privato che garantiscanosicurezza a tutti, agli utenti prima ditutto. Ma il bene dei cittadini per chigoverna la sanità laziale è un optional,una variabile. Troppi punti interroga-tivi, troppe questioni irrisolte per as-solvere la Giunta Zingaretti. Ilterremoto giudiziario che ha investitola capitale (Campidoglio e Regione)non sia un alibi per far finire nel cas-setto le pratiche più imbarazzanti.

Vittorio Amedeo Cicogna è ilnuovo direttore sanitario dellaAsl RmB in sostituzione di

Maria Cedrola. Si completa così laterna dirigenziale dell’Azienda sani-taria diretta da Vitaliano De Salazar.Romano, sessantatre anni, Cicognaha ricoperto ininterrottamente l’in-carico di direttore sanitario della AslRmH e gestendo la difficile trasfor-mazione della realtà dei Castelli. Inprecedenza era stato direttore sani-tario dell’Azienda Ospedaliera “Pu-gliese-Ciaccio” di Catanzaro.

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GLI EFFETTI DELL’ATTO AZIENDALE DELLA ASL RM GAVALLATO DALLA GIUNTAIN PRIMO PIANO

En vista di un ipotetico risparmio intempi brevi il governatore Zingarettisi fa carico di alcune centinaia dimorti per tumore. Perché i morti cisaranno sicuramente. Non sembri

una temeraria e provocatoria semplificazionegiornalistica, si tratta di una dolorosa per quantoassurda realtà. La Cabina di Regia della Sanità La-ziale ha dato delle precise indicazioni operative aiDirettori Generali delle Asl - scelti e quindi fedeli- tradotte nelle nuove proposte dei singoli AttiAziendali, inviati in Regione per l’approvazioneil 15/11/14. Ebbene il documento consegnatoalla Giunta dal manager della Asl RmG G. Caroli,in una sua parte codifica proprio questo: di fattol'annullamento del programma di screening per itumori della mammella, del collo dell’utero e delcolon retto nei termini in cui viene realizzato oggi,attraverso una inspiegabile improvvisa “rivolu-zione”con separazione degli uffici organizzativi equelli clinici operativi (attività diagnostiche).Quindi la trasformazione del medesimo in tutt'al-tra cosa, diluendolo e frazionandolo in altri ser-vizi “demandando alle aree cliniche dicompetenza la gestione dei tre programmi” conapertura al libero mercato. Obiettivo: risparmiarequalche spicciolo sacrificando i due camper chehanno fin qui coperto l''intero territorio della Asl(un territorio estremamente complesso con dellearee particolarmente disagiate) e riducendo sen-sibilmente l'impatto che l'opera di prevenzionecosi organizzata potrà avere in futuro. Fatta que-sta premessa la conclusione è praticamente ma-tematica, su un bacino di 350mila utenti in fascia

di età per queste attività di prevenzione, la man-cata individuazione - con la diagnosi precoce - didiverse centinaia di casi fortemente a rischio ècerta: parliamo di tumore della mammella, uteroe colon retto, quindi costosissima gestione dellecure successive e incremento percentuale di pro-gnosi infausta. Si può ragionevolmente dire cheil gioco valga la candela? Per il Direttore GeneraleCaroli, a cui viene chiesto di tagliare e basta, evi-

dentemente sì. Gli appelli, le prote-ste, le spiegazioni degli addetti ai la-vori sono caduti nel vuoto, lacollettività della Asl RMG ( daMonterotondo a Guidonia, da Ti-voli a Subiaco a Colleferro) dovràpagare per questa colpevole super-ficialità. Eppure il territorio cosìstupidamente offeso esprime a li-vello politico alcuni personaggi dipeso e di potere proprio alla Pisana,come il Presidente del ConsiglioRegionale e il Presidente dellaCommissione Sanità. Le famigliedei suddetti, le mogli, le figlie, ri-nunceranno a questo screening? oandranno a fare i controlli altrove?Il programma di screening oncolo-gico è all'interno dei Lea, i livelli es-senziali di assistenza, maevidentemente la legge può esseretranquillamente disattesa. Eppureper la ASL RMG si tratta di un mo-dello organizzativo di qualità co-struito sulle esigenze di quellapopolazione, sulla realtà geografica

di un territorio che conta settanta comuni, duecomunità montane. Un modello decennale e so-lido che vanta riconoscimenti Nazionali e Inter-nazionali e che ha introdotto per primo inEuropa, quasi dieci anni fa, il test HPV per la ri-cerca del papilloma virus (oggi presso questaUOC ne vengono letti circa 16mila l'anno)in so-stituzione del pap test, nell’ambito di un pro-gramma di screening organizzato per la

prevenzione del tumore del collo dell’utero. Il re-parto recentemente ristrutturato dalla precedenteDirezione Generale, presso l'ospedale di Tivoli èdotato di tre sezioni di diagnostica (senologica,ginecologica e gastroenterologica). In una zonache conta diverse aree che la Regione definisce"disagiate", i due camper in movimento con abordo gli ambulatori mobili ed il relativo perso-nale hanno consentito di raggiungere pratica-mente a casa decine di migliaia di donne. Ora ilDottor Caroli - il razionalizzatore per conto dellaCabina di Regia, esperienze di gestione sanitarianel Modenese, dove i modelli operativi sono di-versi e il territorio è una piatta pianura - ha pen-sato di risparmiare declassando il servizio,depotenziandolo, spacchettandolo, frantuman-dolo tra consultori (di cui la metà chiuso e senzapersonale) senza reali modelli operativi alterna-tivi e realmente efficaci! E il personale specializ-zato, l'equipe rodata e organizzata? Abbiamotenuto per ultimo un elemento di riflessione.L'operazione viene giustificata con i costi reputati-eccessivi dell'attuale Servizio, ma i dati smenti-scono il Direttore Generale. Quei costi sono nellamedia Nazionale, anzi, un gradino sotto. Il cam-bio di direzione costerà parecchio in corsod'opera e in prospettiva, creerà problemi non in-differenti alle strutture coinvolte nello spacchet-tamento e non porterà vantaggi alla popolazione(anzi) senza parlare del costo sociale, chi equando potrà valutarne la reale entità? L'orienta-mento sarà verso il privato accreditato, viste le pe-santi liste d'attesa a Tivoli (più di un anno per unamammografia). A meno che questo non sia unobiettivo mascherato della Giunta Zingaretti.

Quanti morti mette in contola rivoluzione di Zingaretti?

di Giulio Terzi

Il dg Caroli taglia lo storico programma di screening, manda in pensione i due camper comprensivi di ambulatori itineranti e fa uno spezzatino del servizio che copre attualmente 350mila utenti di un territorio complesso e in larga parte disagiato. Prevenzione fortemente

ridimensionata e abbandono di una buona fetta di popolazione, diagnosi precoce addio. In vista di un ipotetico risparmio il governatore sifa carico di alcune centinaia di vittime di tumore: i costi, alla fine, raddoppiano e in percentuale diverse centinaia di malati non ce la fanno

Laziola delSSanità Lazio CRONACHE giovedì 11 dicembre 2014 pagina 12

Un sistema di selezione che, in teo-ria, era stato pensato dal mini-stero dell'Università (Miur) per

garantire la massima trasparenza del pro-cesso di accesso organizzato e gestito, inprecedenza,o a carattere locale dai sin-goli atenei, che però aveva fatto emer-gere dubbi (più o meno fondati) circal’effettiva meritocrazia della selezione.Invece, la prova concorsuale nazionaleper l'ingresso alle scuole di specializza-zione mediche - di fine ottobre - è statafin dall'inizio caratterizzata da gravis-sime irregolarità.E proprio per questo motivo molti medici candi-dati, risultati esclusi dai posti utili in graduatoria,si sono già rivolti nelle ultime settimane (c'ètempo fino al 4 gennaio 2015 per presentare ri-corso), allo studio legale romano dell’avvocatoCristiano Pellegrini Quarantotti per fare ricorsoal Tar, e far dichiarare illegittima la loro esclu-sione. «L'aspetto inquietante della vicenda»,spiega il legale, «è che i diversi profili di illegitti-mità che hanno caratterizzato la procedura con-corsuale sono dovuti ad errori grossolani diorganizzazione del concorso da parte del Miur».

In pratica, il ministero – e per esso il Cineca, l’enteincaricato di gestire la procedura da un punto divista informatico – ha commesso un clamorosoerrore nella somministrazione dei quesiti, a se-guito del quale sono stati invertiti le domandedelle prove del 29 ottobre con quelli del 31 otto-bre, relative a due Aree di Specializzazioni diverse(quella Medica e quella dei Servizi Clinici).Il Miur ha tentato di riparare al pasticcio del Ci-neca con una grandinata di comunicati: primaquello del 1 novembre scorso che dichiarava l’an-nullamento delle prove sostenute tra il 29 e il 31ottobre, a seguito di una “grave anomalia” rilevata

dal ministero e confermata dal Cineca riguardola somministrazione dei quesiti; poi quello del 3novembre scorso, - facendo marcia indietro - ri-teneva di considerare valide le prove (in prece-denza dichiarate annullate), nonostante la graveirregolarità verificatasi nello svolgimento del con-corso.In teoria sarebbero stati vagliati dalla Commis-sione nazionale, con un'apposita riunione convo-cata dal ministro, i quesiti proposti ai candidatiper l’Area Medica (29 ottobre) e quella dei ServiziClinici (31 ottobre), stabilendo che, sia per l’unache per l’altra Area, 28 domande su 30 sarebbero

comunque valide ai fini della selezione. Iltutto sull’assurda giustificazione che i set-tori scientifico-disciplinari di ciascunaArea sarebbero in larga parte comuni.Resta il mistero su sistema adottato: con

quale istruttoria è stata presa questa de-cisione? Chi ha partecipato a questa riu-nione? Sembrerebbe addirittura chenon tutti i membri della Commissionenazionale incaricata questa estate di va-lidare le domande del quiz vi abbianoeffettivamente partecipato.L’avvocato Pellegrini Quarantotti - al

quale moltissimi aspiranti specializzandi hannogià dato incarico di ricorrere al Tar - solleva oggidei dubbi sui criteri che avrebbero portato a que-sta decisione e vuole vederci chiaro: «Ho chie-sto», spiega l'avvocato romano, «e hopresentato un'apposita istanza di accesso agli attial Miur, per verificare quanto accaduto e chi hapartecipato a questa riunione. Sono in attesa dirisposta da parte dell’amministrazione. È chiaroche i verbali di questa riunione costituiscono unaspetto molto importante per la regolarità dellaselezione, comunque viziata sotto altri diversiprofili».

Specializzazione: dopo i test sbagliati spuntano le commissioni misteriose

PASTICCI E PASTICCIONISERVIZI

Mancano pochi giorni per fare ricorso contro i criteri stabiliti dal ministero dell'Università e gli errori nei test per l'accesso alle scuole di specializzazione di fine ottobre. E mentre lievitano

i ricorsi al Tar (c'è tempo fino al 4 gennaio) salta fuori che la Commissione ministeriale, nominatala scorsa estate per formulare domande e risposte dei quiz, era incompleta. Violando i criteri

Page 13: IL CORRIERE DI ROMA - GIOVEDì 11 NOVEMBRE 2014

Laziola delSSanità LazioCRONACHEgiovedì 11 dicembre 2014 pagina 13

INAUGURATO IL PRIMO CENTRO ROMANO A VIA FRA' ALBENZI, AL TRIONFALESERVIZI

L’enfasi iniziale non èmancata, la foto ri-cordo scattata il primodicembre sulla scali-nata dell'edificio che

apre su via Fra' Albenzi 10 è emblema-tica e significativa. Il governatore Zin-garetti, il sindaco Marino, la presidentedel primo municipio Alfonsi e dietro,defilato, il responsabile della cabina diregia della sanità laziale D'Amato. Tuttisorridenti, ce l'hanno fatta. Con unanno di ritardo e in posto diverso daquello indicato proprio dodici mesi fala prima casa della salute capitolina haaperto i battenti. Una apertura fretto-losa, ne avevano tutti bisogno, gli am-ministratori dovevano far vedere diessere in grado di mantenere un mi-nimo di promesse. Dovevano essere 48in un anno, aveva scandito a suo tempoZingaretti. L'importante è non arren-dersi e sognare. Apertura frettolosa, sidiceva, e il nastro è stato tagliato a la-vori non del tutto conclusi. Anzi. Masu questo si può sorvolare, purchè fun-zioni. La struttura è incardinata nelvecchio ospedale oftalmico di Piazzaledegli Eroi ( nosocomio dal futuro in-certo), ne hanno tagliato una fetta, insostanza, e le due realtà sono in effetticomunicanti. Si capisce di lasciare lacasa della salute per entrare nell'Oftal-mico quando a metà di un corridoioimprovvisamente i muri, le porte e lefinestre appaiono scrostati ed ammuf-fiti, si segue la freccia per il Cup e per ilbar e si finisce nell'atrio principale del-l'antico ospedale per gli occhi. Ma que-sti sono dettagli. La nuova strutturaparte al rallentatore e con il freno tirato,pochissimi utenti nei primi giorni,stanze vuote e lettini immacolati, pocopersonale medico e paramedico, an-dando nelle ore non precisamente dipunta si può girare a lungo senza in-contrare anima viva. I dispenser deinumeretti per gli sportelli e le presta-zioni non ingannano, i tagliandi nonraggiungono la doppia cifra e in alcunicasi nemmeno le dita di una mano. Ilche sta a significare zero utenza. Ci

vuole pazienza e soprattutto informa-zione, marketing. Ma a Zingaretti esoci bastava poter dire di aver aperto laCasa, a farla funzionare ci pensasseroaltri. Ma se questa struttura serve a rie-quilibrare il mercato dell'offerta sani-taria pubblica, a sgonfiare liste d'attesae pronto soccorso bisogna farla cono-scere, bisogna far capire a cosa serve,cosa può offrire.Niente da fare. Nean-che nell'area circostante è stato fatto unpressing informativo. Eppure c'è apoche centinaia di metri il mercato rio-nale, ci sono negozi, uffici, supermer-cati. Niente. Problemi di soldi o di

testa? "Si può ricorrere a questi luoghiper una prima cura, per un’analisi, peruna domanda immediata, più vicina alterritorio, senza avere l’obbligo di ricor-rere all’ospedale e ai pronto soccorso",dicono gli slogan. Ma se nessuno losa... Il sospetto è che non sia ancoranemmeno stata completata la piantaorganica, insomma che le stanze sianovuote anche per mancanza di perso-nale. In un momento di spending re-view certo non si fanno assunzioni espostare qualcuno è un problema. Ba-stava dirlo. E forse questo spiega ancheperché non si sia spinto l'acceleratore.

Se arrivasse la folla la casa della salutemostrerebbe la corda. Meglio teneretutti in stand by.

La Casa della Salute c’è,ora recuperiamo gli utenti

Ricavata da una costola del vecchio Ospedale Oftalmico è unascatola vuota. Poco personale, operatività vicina allo zero...

Deve essere qualcosa di più e di diverso da un poliambulatorio,ma alla gente nessuno ha ancora spiegato bene a che cosa serva

di Giulio Terzi

A sinistra foto ricordo dell’inaugurazione

della Casa della Salute con Nicola Zingaretti,

Angelo Tanese, Ignazio Marino

e Sabrina Alfonsi; a destra i lavori in corsoin un corridoio esterno;

in basso a destra l’evidente differenza

tra la vecchia struttura e il nuovo; in basso la facciata esterna

Alla Casa ci si potrà ri-volgere ogni giornoper diversi servizi tra i

quali quelli per le patologiecroniche come ad esempio ildiabete e lo scompenso car-diaco. Un elemento di parti-colare novità è la presenza,all’interno della Casa dellaSalute, di ambulatori perl’assistenza primaria a di-sposizione di medici di medi-cina generale e pediatri dilibera scelta. I medici di me-dicina generale garanti-ranno inoltre l’assistenzaprimaria anche il sabato, ladomenica e nei giorni fe-stivi. Nella nuova Casa l’elencodei servizi, è il seguente: 1) unità valutative multidi-mensionali per la presa incarico di soggetti fragili; 2) équipe multidisciplinariper gestire malati con pato-logie croniche e degenera-tive; 3) centro Assistenza Domici-liare (CAD); 4) servizio di ausili e protesi; 5) centro prelievi; 6) servizi di radiologia; 7) ambulatori infermieristici; 8) attività specialistichecome Angiologia, Audiome-tria, Cardiologia, Dermatolo-gia, Diabetologia, Dietolo-gia, Endocrinologia, Gastro-enterologia, Medicina In-terna, Neurologia, Ortope-dia, Otorinolaringoiatria,Pneumologia, Reumatologiae Urologia.

I servizi della Casa

Page 14: IL CORRIERE DI ROMA - GIOVEDì 11 NOVEMBRE 2014

Un centro che si oc-cupa del trattamentodel dolore cronicooncologico e non. Unreparto dove le tera-

pie vanno dal trattamento farmaco-logico alle tecniche invasive piùsofisticate. Due servizi del S.Gio-vanni -Addolorata, punti di riferi-mento fondamentale a Roma permigliaia di pazienti. Il dolore cronicoin Europa affligge un adulto su cin-que, la fase critica della patologia hatempi lunghissimi. Rilevanti i costisociali ed economici di questa pato-logia. Si può combattere? E in chemodo? Esiste una terapia? Ne ab-biamo parlato con il dr. Gianni ColiniBaldeschi, responsabile UOSD Tera-pia del dolore presso quella AziendaOspedaliera

Che cosa si intende per Te-rapia del Dolore?

La terapia del dolore è una disciplinadella medicina che si occupa delladiagnosi e della cura del paziente af-fetto da sindromi dolorose acute ecroniche sia oncologiche che nononcologiche. Il dolore è ormai consi-derata una vera e propria malattiaquando assume le caratteristichedella cronicità, alterando significati-vamente la qualità di vita,i rapportiinterpersonali, l’aspetto psicocom-portamentale. Inoltre il dolore cro-nico ha un altissimo costo socialelegato alle frequenti ospedalizza-zioni, pensionamenti, assenze lavora-tive, consumo di farmaci etc. Questoaspetto non è necessariamente legatoa patologie particolari, ma il semplicemal di schiena ad esempio negli StatiUniti negli ultimi anni è costato 100miliardi di dollari tra diagnosi ge-stione e ridotta produttività.In mediasi vive con il dolore cronico per al-meno 7 anni. In Italia la legge 38 dl15 marzo 2010 tutela il diritto del cit-tadino ad accedere alle cure palliativee alla terapia del dolore. Purtropponel nostro paese sia per problemistrutturali che per cultura questo di-ritto non è ancora sufficientementegarantito.

È sicuramente difficile dareuna valutazione del dolorein quanto esperienza sog-gettiva e individuale, macome avviene l'approccio aldolore oncologico?

Il dolore oncologico è una parte im-portante nella Terapia del Dolore cheva comunque distinta dall’assistenzanella fase terminale di vita che sonole Cure Palliative. Il dolore oncolo-

gico affligge circa il 50% deipazienti affetti da neoplasia e circa il75% dei pazienti con fase avanzata dimalattia. Esistono approcci chevanno dalla terapia farmacologica atecniche invasive che permettono digestire il dolore nel paziente oncolo-gico. Mi piace ricordare una frase chedovrebbe far riflettere sull’esigenza digarantire queste cure” Quando nonho dolore a volte dimentico di avereil cancro”

Gli anziani e il dolore: qualisono le sindromi dolorose eche tipo di intervento è pos-sibile?

Nella società moderna gli anzianisono un numero sempre maggiore emeritano le dovute attenzioni clinicodiagnostiche e tutti gli interventi te-rapeutici che possano migliorare laqualità di vita, anche nel controllodelle sintomatologie dolorose.Anche nella popolazione anziana esi-stono, come nei giovani, diverse tipo-logie di pazienti e diverse terapie chedevono essere messe in atto. Inoltreagli anziani, che sono spesso soli, at-traverso opportuni interventi tera-peutici si può garantire unasoddisfacente qualità di vita e la pos-sibilità di attendere autonomamentealle attività quotidiane. E’ innegabileche la patologia più frequentementepresentata è l’osteoartrosi che può es-sere trattata farmacologicamente ocon tecniche minimamente invasiveche possono migliorare sostanzial-mente la sintomatologia dolorosa.

Quali sono le terapie cheproponete nei vostri re-

parti? Quali tecniche più omeno invasive? Quali lemaggiori attività ambulato-riali?

L’Azienda Ospedaliera San Giovanni– Addolorata di Roma ha istituito findal 1999 una Unità Operativa Sem-plice di Terapia Antalgica, attual-mente denominata Unità operativasemplice dipartimentale (Uosd) diTerapia Antalgica. L’Uosd in oggettosi occupa del trattamento del dolorecronico oncologico e non oncolo-gico, attraverso un percorso assisten-ziale che va dalla terapiafarmacologica alle più sofisticate tec-niche altamente invasive per il con-trollo delle sindromi dolorosecomplesse. Il paziente viene assistitonel suo percorso ambulatoriale conterapie farmacologiche, infiltrazioniendoarticolari, infiltrazioni periner-vose,cicli di agopuntura. Per quantoriguarda le tecniche più invasive ven-

gono trattate le sintomatologie oste-oarticolari della colonna vertebrale(mal di schiena, cervicalgia), tratta-mento di protrusioni ernie discali,neuropatie, vasculopatie,sindromipostlaminectomia, crolli vertebrali,dolore pelvico, nevralgie, neuropatie,emicrania e cefalea, sindromi regio-nali complesse, dolore oncologico.Le tecniche utilizzate possono esseretrattamenti in radiofrequenza, posi-zionamento di elettrostimolatori mi-dollari e/o periferici,posizionamento di pompe intrate-cali, vertebroplastica, neurolisi del si-stema nervososimpatico,periduriscopia, neurolisidei nervi periferici, discectomie per-cutanee.

È sicuramente importanteanche l'aspetto umano.Come si relaziona lo staffcon i pazienti? Non si trattasolo di sofferenze fisiche,ma sicuramente anche psi-cologiche...

L’ambiente e il rapporto tra pazientie personale tutto di un reparto comeil nostro è fondamentale. Ci tro-viamo generalmente di fronte a pa-zienti sofferenti da molti anni, che

non hanno trovato adeguate risposteed hanno cominciato a perdere la fi-ducia. L’attenzione e la gentilezzasono importanti come le stesse cure,per fare riacquisire ai pazienti la fidu-cia persa ed avere una diversa visionedella sanità pubblica. Certamentemolti dei pazienti con gravi patologiepossono presentare dei disturbi psi-cocomportamentali che necessitanodi un supporto specialistico. Cre-diamo che un accurato percorso cli-nico diagnostico possa portare allascelta del miglior trattamento per inostri pazienti, perché senza una ac-curata diagnosi è difficile trovare unacura adeguata. E’ anche vero che al-cune sindromi dolorose cronichesono di difficile interpretazione e ri-soluzione anche per il tardivo inter-vento terapeutico che ha ridotto ilmargine di risposta del paziente.Dalle analisi dei dati dei nostri pa-zienti, dai lavori scientifici che ab-biamo pubblicato ed infine dai datidella letteratura internazionale, sievince l’efficacia delle tecniche utiliz-zate permettendo ai pazienti di avereuna migliore qualità di vita e laddovepossibile ridurre sostanzialmentel’assunzione di farmaci.

Laziola delSSanità Lazio CRONACHE giovedì 11 dicembre 2014 pagina 14

PARLA GIANNI COLINI BALDESCHI, RESPONSABILE UOSD TERAPIA DEL DOLORE PRESSO L'AZIENDA OSPEDALIERA S.GIOVANNI ADDOLORATASERVIZI

Il dolore cronico? Una malattiaE come tale si affronta e si cura

di Francesco Vitale

È una patologia nella patologia, ha rilevanti costi sociali ed economici ed un impatto talvolta devastante. La terapia del dolore è una disciplina della medicina che si occupa della diagnosi e della cura del paziente affetto da sindromi dolorose acute e croniche sia

oncologiche che non oncologiche. Esistono approcci farmacologici e tecniche invasive per gestire la situazione. L’efficacia dell'interventopermette ai pazienti di avere una migliore qualità di vita e laddove possibile di ridurre sostanzialmente l’assunzione di farmaci

Gianni Colini Baldeschi

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Page 15: IL CORRIERE DI ROMA - GIOVEDì 11 NOVEMBRE 2014

Laziola delSSanità LazioSANITÀ&RICERCAgiovedì 11 dicembre 2014 pagina 15

NUOVI SCENARI NEUROBIOLOGICI SVELATI DA UNA RICERCADELLA FONDAZIONE S.LUCIA IRCCSLO STUDIO

LazioLazioladelSSanità

Supplementodi ONLINE-NEWS

Quotidianodi informazioneindipendente

Iscritto al Tribunale di Roma n.437/2009

dall 18/09/2009

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direttore responsabileGiovanni Tagliapietra

stampaArti grafiche Boccia spa

via Tiberio Claudio Felice, 784131 Salerno

Quando il cervello decide in frettadi stoppare un movimento del corpo

Nella vita di tutti igiorni è impor-tante non soloessere pronti adagire rapida-

mente in risposta ai cambia-menti dell’ambiente circostantema anche ad inibire le stesse ri-sposte motorie quando questenon sono più adeguate al conte-sto. Ad esempio quando attra-versiamo la strada può esserenecessario frenare improvvisa-mente per evitare di essere tra-volti da un altro veicolo, oppurearrestarci se un pedone com-pare all’improvviso davanti allanostra automobile. I meccani-smi d’inibizione del movi-mento pertanto devono essereattivati con estrema rapidità dalcervello, consentendo un’effi-ciente flessibilità del sistemamotorio. La comprensione diquesti meccanismi è un pro-blema centrale in molti disturbineurologici e psichiatrici. Adesempio nei pazienti affettidalla malattia di Parkinson o

dalla sindrome di Tourette èproprio la compromissione diquesti processi a determinaremovimenti involontari incon-trollati che pregiudicano unacorretta esecuzione del movi-mento. I meccanismi neurofi-siologici che governano ilprocesso di inibizione sono an-cora parzialmente oscuri. Inparticolare non è chiaro come

le diverse aree del cervellocoinvolte nella pianificazionedel movimento possano comu-nicare tra loro rapidamente perattivare l’inibizione di un movi-mento già programmato.Un recente lavoro pubblicatosulla prestigiosa rivista CurrentBiology dai ricercatori del-l’IRCCS Fondazione SantaLucia in collaborazione con

l’Institute of Neuroscience andPsychology dell’Università diGlasgow, ha permesso di capiremeglio questi importanti mec-canismi cerebrali. Lo studio hamesso in luce come queste in-formazioni inibitorie siano tra-smesse grazie a delleoscillazioni dell’attività cere-brale che rendono possibile inmaniera sincrona la comunica-zione rapida del segnale di ini-bizione tra le aree del cervelloche formano il network del mo-vimento. Gli esperimenti, guidati daldott. Giacomo Koch nei labora-tori dell’IRCCS Santa Lucia di-retti dal prof. CarloCaltagirone, sono stati condottisu un campione di soggetti sanicon la tecnica della stimola-zione magnetica transcranica(TMS) combinata con l’elettro-encefalografia (EEG). Ai sog-getti era richiesto di svolgere uncompito in cui un semplice mo-vimento doveva essere eseguitoo inibito in risposta ad uno sti-molo visivo. Lo studio ha per-messo di scoprire come le aree

del circuito motorio coinvoltenel compito producano in ma-niera ripetuta un segnale distop che viene emesso ciclica-mente ogni 50 millisecondi.Questo segnale “cavalca” leoscillazioni dell’attività cere-brale nella frequenza del beta,rendendo possibile la rapidatrasmissione del segnale tra learee del sistema motorio coin-volte. “Questo lavoro ha,quindi, dimostrato come leoscillazioni beta siano il lin-guaggio specifico del sistemamotorio quando è necessariotrasmettere un segnale di inibi-zione” afferma la giovane ricer-catrice Silvia Picazio dellaFondazione Santa Lucia. In fu-turo il ritmo beta potrebbe es-sere indotto o amplificato,attraverso l’utilizzo di tecnichedi stimolazione cerebrale noninvasiva, consentendo di mi-gliorare l’efficienza dei mecca-nismi di inibizione e fornendocosì un nuovo importante stru-mento neuro-riabilitativo per lacura di numerose patologieneurologiche.

di Giulio Terzi

Scoperti i meccanismi neurofisiologici della comunicazione cerebrale alla base del segnale di stop. Un lavoro dei ricercatori dell’Istituto di via Ardeatina mostra come diverse aree del cervello comunichino

rapidamente tra loro per attivare la risposta adeguata. È proprio la compromissione di questi processi a determinare movimenti involontari incontrollati in pazienti affetti da disturbi neurologici o psichiatrici

Il dotto Giacomo Kock (a destra) nei laboratori dell’IRCCS Santa Lucia, diretti dal professore Carlo Caltagirone, insieme agli altri ricercatori

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LITORALE IlCORRIEREDIROMAgiovedì 11 dicembre 2014 pagina 17

Le nuove scogliere a “T” previ-ste dalla regione Lazio per laprotezione delle spiagge di

Ostia levante continuano a far discu-tere. L’Ardis avrebbe già definito ilprogramma dell’avvio dei lavori perla posa in opera che il progetto vienemesso in discussione e rischia altririnvii. “La Regione Lazio – afferma lasenatrice Fabiola Antinori, ex M5S,ora approdata al Gruppo Misto - staper realizzare un’opera di grande im-patto ambientale che andrà, inevita-bilmente a stravolgere un’area dialtissimo pregio paesaggistico comequella degli arenili di Castelfusano eCastelporziano. Si tratta del posizio-namento di otto scogliere frangifluttiperpendicolari alla costa, ciascunadella lunghezza di circa 200 metri, aforma di T, che per circa la metà delloro volume emergono dalla superfi-cie dell’acqua. Vorrei conoscere qualiiniziative i ministri Galletti e France-schini abbiano assunto, o intendano

assumere, per garantire il pieno ri-spetto dei valori paesaggistici e natu-ralistici e se sia stata effettuata dallaRegione Lazio, e con quale esito, lavalutazione di incidenza ambientaledel progetto”. Sul tema l’Anitori hapresentato un’interrogazione ai Mini-steri dell’Ambiente e del Turismo, edattende risposte concrete e soprat-tutto, chiarimenti sulla fattibilità delprogetto. I balneari sull’argomento sisono spaccati in due, tra favorevoli alpiano e quanti, invece, temono che lescogliere sposterebbero l’erosione asud, andando a danneggiare ulterior-mente lo sviluppo della costa. FabiolaAnitori ha coinvolto in questa batta-glia anche il senatore Luigi Zanda,caporgruppo del PD, presente ad unconvegno sul tema dell’erosione,svoltosi al palazzetto del nuoto diOstia. Nel corso del Convegno i prof.Bellotti, Blasi e Nascetti hannoespresso dubbi e preoccupazionicirca gli esiti del progetto, sostenendo

la possibilità che l’erosione vada adanneggiare tutta l’area naturalisticadegli arenili romani. Il prof. LeopoldoFranco, insegnante di ingegneria co-stiera a Roma Tre ha replicato alle ac-cuse e dichiarato: “Ho partecipatoalla redazione del progetto e restoconvinto che i pannelli così concepitisiano l’unica soluzione per stabiliz-zare la spiaggia senza inutili sprechi”.Quello degli sprechi è uno dei tastidolorosi del ripascimento. Difatti, delprecedente intervento di ricostru-zione della costa mediante il solo ri-porto di sabbia, costato circa 15milioni di euro, è rimasto ben poco.L’Assobalneari in una conferenzastampa ha rinnovato le critiche ed idistinguo dal progetto, affermandoche potrebbe essere facilmente cor-retto e la difesa della costa, anzichédai lunghi pannelli, sarebbe assicuratadal semplice prolungamento delmolo di sinistra (lato Vecchia Pineta)del canale. La spesa resterebbe uguale

e non provocherebbe ulteriore ero-sione perché sposterebbe più a largo,di fatto, la corrente marina responsa-bile dell’usura delle coste. Per altresigle invece il recepimento di novitàprogettuali produrrebbe un danno,aumenterebbe i costi e rallenterebbel’esecuzione del piano, rimandando alprossimo inverno l’avvio dei lavori.Su questa eventualità c’è anche chi hagià preparato e chiuso in un cassettoun esposto-denuncia da inviare allaCorte dei Conti. En. Bia.

Tutta una scuola mobilitata contro la pena dimorte. Ad Acilia, presso l’aula magna del-l’istituto “Giulio Verne”, in occasione della

giornata internazionale: “Città per la vita, una cittàcontro la pena di morte” è stato invitato Mark Elliot,testimone e coordinatore della campagna di Amne-sty International in Florida per l’abolizione dellapena capitale che ogni anno miete decine di vittime,tra cui, anche “innocenti”. L’evento ha ricordato, inparticolare, l’anniversario della prima abolizionedella pena di morte dall’ordinamento di uno Statoeuropeo, da parte del Granducato di Toscana, avve-nuto il 30 novembre del 1786 ed ha visto coinvolteoltre 200 città in tutto il mondo che hanno illuminatoun monumento simbolo in segno di protesta tangi-bile contro la Pena di Morte, monito per chiedere disospendere nel mondo tutte le esecuzioni capitali.Elliot ha incontrato i ragazzi di Acilia, condividen-done le preoccupazioni e spiegando la posizione

delle associazioniabolizioniste: “Lostato della Floridaha ucciso 88 esseriumani dalla ripresadelle esecuzioni e25 condannti amorte sono stati ri-

conosciuti innocenti e liberati” - dice Mark Elliott –cioè quasi un condannato a morte viene successiva-mente liberato ogni tre messi a morte. C’è qualcosache non funziona. Chiediamo uno stop alle esecu-zioni in Florida. Nessuno può sapere, infatti, quantiinnocenti vi sono nel braccio della morte e quanti,invece, già sono stati messi a morte.”“Si può liberare un innocente dal braccio della morte– afferma Juan Melendez, che ha passato 17 anni nelbraccio della morte prima di essere riconosciuto in-nocente e liberato - ma non si potrà più liberarlo

dalla…. Tomba”. La Florida detiene assieme al Texase al Missouri il tragico record delle esecuzioni nel2014, essendo uno dei sette stati in cui ancora vige lacondanna alla pena capitale."Nessun uomo ha il diritto di togliere la vita ad unaltro uomo. – ha detto nel suo intervento la profes-soressa Simona Gamorra Bulla, insegnante di Psico-logia – La giustizia, quale essa sia, deve prendere ledistanze dalla vendetta”. Le esecuzioni capitali, inol-tre, secondo stime effettuate negli USA hanno uncosto nettamente superiore a pene detentive. “Il si-stema delle esecuzioni - spiega Elliott - è come unvecchio autobus sgangherato che costa milioni didollari per andare avanti. I freni sono rotti e lo sterzova per conto suo e l’autobus va costantemente a sbat-tere contro gente innocente. La risposta non deve es-sere far salire più passeggeri, accelerare e andare piùveloci, ma fermarsi ed eliminare il bus”.

En. Bia.

Ostia, la cultura cerca… Casaficata da esigenze logistiche degli uf-fici comunali. Serviva spazio percomprimere i costi e si pensava diampliare l’area da restaurare, collo-cando nel seminterrato, il centro cul-turale. “E’ stato un grave errore divalutazione – continua Lorenzatti -pensare di spostare attività culturali,in gran parte destinate a ragazzi, nelseminterrato, luogo insalubre e sog-getto ad infiltrazioni. Nel luglioscorso, infatti, a lavori oramai ini-ziati,ci siamo trovati dinanzi ad unseminterrato con opere e materialirelativi la Casa della Cultura in par-ziale degrado, provocato anche dal-l’allagamento dovuto alle fortipiogge di alcuni mesi prima. Biso-gnava prevedere che nel seminter-

rato potessero verificarsi allaga-menti, così come si sarebbe dovutocapire che non poteva relegarsi l’in-

tera Casa della Cultura in un semin-terrato, peraltro troppo a contattocon l’impianto fognario e parzial-

mente maleodorante. A questopunto – continua Lorenzatti - ri-tengo che, se anche si dovessero con-cludere i lavori, gli spazi seminterratinon siano idonei o comunque suffi-cienti ad ospitare l’intero progettodella Casa della Cultura. Pertanto, incollaborazione con il Campidoglio,occorre chiarire l’accaduto, accertareeventuali responsabilità, e pensaread un nuovo progetto, che, in tempibrevi, anche rivedendo le progetta-zioni in corso, restituisca ai giovani,alle associazioni ed a tutti i cittadini,uno spazio idoneo. Il nostro munici-pio ha bisogno di spazi culturali pub-blici per i giovani che voglionoincontrarsi e confrontarsi facendocultura e parlando di cultura”.

L a Casa della Cultura sullungomare di Ostia,collocata all’internodell’ex-colona VittorioEmanuele e finanziata

con circa 3 milioni di euro, rischia dinon vedere mai la luce e soprattuttoappare come un progetto astrusodalla realtà e destinato a restare let-tera morta, l’ennesima buona idea,finita in un cassetto e qualora ve-nisse realizzata, sminuita della suafunzione di promozione culturale.Che qualcosa non andava per ilverso giusto se ne è accorto l’asses-sore alla cultura del X MunicipioSandro Lorenzatti che ha chiestochiarimenti: “Credo non sia più de-rogabile – ha detto - l'esigenza difare chiarezza definitiva sulla vi-cenda della “Casa della Cultura”, cheavrebbe dovuto essere realizzata al-l’interno della ex Colonia “VittorioEmanuele III”, e che rischia, se nonsi mettono in campo azioni urgenti,di non vedere la conclusione, acausa soprattutto di errori di valuta-zione e di scelte tecniche che de-vono essere assolutamenteverificate”. Cerchiamo di ricostruirela “vicenda” della Casa della Cul-tura. Tutto è iniziato nel lontano2007 con l’approvazione del pro-getto definitivo di appalto per l’ade-guamento a fini culturali di unaporzione della ex-colonia, sancitacon Deliberazione della Giunta Co-munale n. 22 del 31 gennaio. L’im-porto di spesa previsto era di 3milioni di euro, in parte provenientida fondi regionali. Nel progetto nonera indicata con chiarezza la por-zione da utilizzare. Il primo progettopresentato riguardava gli spazi nel-l’ala sud del Primo Piano, parte delSecondo e del Seminterrato. Succes-sivamente, il Consiglio Municipaleapprovava un nuovo progetto che ri-duceva drasticamente le superfici adisposizione e relegava la Casa dellaCultura al solo Seminterrato, sacri-

SANDRO LORENZATTI, VICEPRESIDENTE X MUNICIPIO: RIVEDERESUBITO PROGETTO E COLLOCAZIONE

ACILIA, L’ISTITUTO “GIULIO VERNE” CONTRO LA PENA DI MORTE INCONTRA MARK ELLIOT

SCONTRO SUL PROGETTO DELL’ARVIS. PER LA SENATRICE ANITORI PROVOCHEREBBE ALTRI DANNI

Il mondo gira davvero alla rovescia. Dopo i quasiquotidiani episodi di violenza sulle donne registratisul litorale lo “Sportello rosa” in funzione al Grassida alcuni mesi rischia la chiusura per mancanza difondi. Monica Schneider, presidente della commis-sione delle Elette del X Municipio, afferma:“Sonotrascorsi solo nove mesi dalla sua apertura ed inquesto frangente, lo sportello ha seguito 160donne (20 solo nel mese di ottobre). Le donne chearrivano al pronto soccorso del’ospedale vengono,infatti, inserite in un percorso di ascolto, assistenzae sostegno che consente loro di prendere coscienzadelle violenze subite e trovare la forza e il coraggioper uscire dalla spirale di violenza nella quale sonocadute.. La passione e professionalità, delle ope-ratrici e dell’assistente sociale non sono sufficientiper consentire allo sportello di continuare a funzio-nare, servono nuove risorse economiche. E' fon-damentale che questa iniziativa, partita comeprogetto a termine, diventi a tutti gli effetti un ser-vizio costante per il quale sia previsto uno stanzia-mento di fondi a bilancio. Lo dobbiamo, inparticolare a Michela, Alessandra, Chiara ed atutte quelle donne che non possono più parlare acausa delle violenze subite”. Emanuela Droghei,assessore del Welfare nel X Municipio sottolinea:“I dati diffusi dallo Sportello Rosa dell’OspedaleGrassi, in occasione della Giornata internazionalecontro la violenza sulle donne, sono drammatici edimostrano la sua utilità e necessità. E’ necessarioarrivare alla costituzione di un vero centro anti-vio-lenza nel territorio del X Municipio, che haun’utenza molto vasta. Serve la collaborazione eduna sinergia operativa di tutte le donne”. E.B.

Lo “SportelloRosa” al Grassi

rischia la chiusura

L’ALLARME

di Enzo Bianciardi

Scogliere anti-erosione, un pericolo per l’ambiente?

Nessun uomo ha il diritto di uccidere

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Page 19: IL CORRIERE DI ROMA - GIOVEDì 11 NOVEMBRE 2014

CRONACHE IlCORRIEREDIROMAgiovedì 11 dicembre 2014 pagina 19

SI TORNA A PARLARE IN CONCRETO DI UN PROGETTO DIMENTICATO NEL CASSETTO. PER RAGIONI POLITICHE?SCENARI

Seimila posti di lavoro lasciatinel cassetto, la possibilità di ungigantesco volano di crescitabuttata nella spazzatura. C’è darestare a bocca aperta , scor-rendo il dossier polveroso e in-giallito sulle terme diCivitavecchia. Sgombriamo ilcampo dagli equivoci e dallebeghe di carattere politico.Mettiamo solo insieme un paiodi elementi. Il porto di Civita-vecchia è tra i maggiori poli dismistamento turistico d’Eu-ropa, una rapida autostradacollega la città all’aeroporto in-ternazionale di Fiumicino,nonché ovviamente all’obiet-tivo turistico per eccellenza, ecioè Roma. Milioni di utenti ingioco. Nell’area di Civitavec-chia insistono antiche terme.Quelle Taurine e quelle dellaFiconcella. Non ne ha mai par-lato diffusamente nessuno suimedia che contano, eppure do-vrebbe essere automatico unosviluppo turistico-finanziarioin quella direzione. Il turismotermale tira tutto l’anno, Lazioe Toscana insegnano (Vedi Vi-terbo e Saturnia) , perché nonse ne fa niente? Nella prima-vera del 2012 pareva tutto av-viato, si parlava di realizzare anord di Civitavecchia il piùgrande polo termale del paese, seimila posti di lavoro tra oc-cupazione diretta e occupa-zione derivante dall’indotto,duecento ettari di superficieinteressata, una previsione diinvestimento di 120 milioni acarico interamente di privati. C’era unprogetto e la firma di un protocollo d’in-tesa con il Comune. Si tratta di acque ter-mali uniche al mondo, si scrivevaall’epoca, per le caratteristiche organolet-tiche, e poi il nome del progetto, Acan-thus, un sapore di leggenda antica. La

politica, pare, abbia rovinato tutto. Orasembra che si possa ripartire, ci si è messod’impegno anche il sindaco grillino di Ci-vitavecchia Cozzolino. A spingere, oggicome allora, Guido Sarnella, presidentedi Confimprese Turismo Italia, nonchépresidente della società proprietaria

dell’area nella quale dovrebbe sorgere ilprogetto. “Nel leggere i dati e i numeri sulturismo termale italiano penso a chegrande occasione non riesce a cogliere lacittà di Civitavecchia nel cui sottosuoloscorrono acque le cui proprietà organolet-tiche sono uniche in Europa e uguali solo

a delle acque presenti in Giap-pone e dove esiste un progettomolto ambizioso per creare ilpolo termale più innovativod’Europa, un progetto che inquesti mesi ha attirato l’atten-zione di un imprenditore comeOscar Farinetti e vedrà il coin-volgimento della Accor,

azienda lea-der in Europaper l’hotelle-rie di lusso» -dice Sarnella-«Purtroppo ilprogetto, cheha ricevutol’ok di fattibi-lità dall’Advi-sor cushman& wakefield,è ancora

chiuso nei cassetti, tra rimpalliamministrativi e lungaggini bu-rocratiche. In questo modo Ci-vitavecchia, e con essa l’interaarea nord del Lazio, volta lespalle a quella che potrebbe es-sere una occasione imperdibiledi rilancio e rinascita». I nu-meri sono importanti: «Quin-dicimila lavoratori diretti tradirettori sanitari, medici, altrioperatori sanitari ai qualivanno aggiunti gli stagionalifull time. A questi vanno ag-giunti 60 mila lavoratori indi-retti dell’indotto. Cifre chepossono solo crescere, per tor-nare sopra l’asticella dei 750milioni di euro di valore dellaproduzione totale, determinata

dai flussi di oltre 3 milioni di ar-rivi l’anno di cui 900 mila stranieri. Sonoi numeri ufficiali dell’ultima stima di Fe-derterme per quanto riguarda il turismotermale, sono cifre che devono far riflet-tere tutti gli operatori del settore e gli ad-detti ai lavori». Troppo bello per essere vero?

Acanthus, terme da sognoper far crescere Civitavecchia?

Se ne parla seriamente dal 2012, oggi a spingere è il sindaco M5SCozzolino. Può portare seimila posti di lavoro e trasformare

la città convogliando interessi e turisti da tutto il mondo. La prospettiva: creare il polo termale più innovativo d’Europa

di Giulio Terzi

All'interno del Polo Termale Acanthus nasceràuna scuola di formazione per formare e sensi-bilizzare gli operatori del settore ad una ge-

stione consapevole e professionale del turismoproveniente dai paesi arabi. E' questa l'intenzionedei vertici del Polo Termale alla luce della ricercacondotta da Confassociazioni International, Confim-prese Turismo Italia e WHAD (World halal develop-ment) che ha evidenziato l'atteggiamento, i desideri,le aspettative e dei turisti del mondo arabo nei con-fronti dell'Italia. sensibilizzare gli operatori del set-tore ad una gestione consapevole e professionaledel turismo proveniente dai paesi arabi. Dalla ri-cerca - scrive in una nota Confimprese Turismo Italia- è emerso come l'Italia e il Made in Italy siano in

cima alla lista dei desideri dei turisti arabi ma chela mancanza di una offerta dedicata da parte deglioperatori italiani faccia si che vengano preferitipaesi come la Francia, Inghilterra e paesi scandi-navi. L'Italia è in ritardo, sopratutto nel soddisfare lerichieste legate all'alimentazione musulmana: man-cano infatti pacchetti che permettano a questi turi-sti di cibarsi secondo la regola alimentare Halal,parola che in arabo significa "lecito". Altre carenzesono rappresentate dalla mancanza di luoghi di pre-ghiera e guide che possano parlare correttamentearabo. Parliamo di un universo che comprende 57paesi, un segmento del settore non trascurabile con-siderando che da 10 anni il turismo "muslim friendly"cresce del 5% annuo contro il 3.8% del turismo in-

ternazionale e che nel 2013 valeva nel mondo 126miliardi di dollari (il 12.3 del totale della spesa delturismo nel mondo). Inoltre sono turisti che hannouna grande capacità di spesa, basta considerareche il turista saudita è quello che nel mondo spendedi più in assoluto (dai 10 ai 100 mila euro l'anno) inviaggi e vacanze. Non bisogna tralasciare nullaquando parliamo di incoming dai paesi arabi perchèparliamo, spiega invece la società Acanthus, di unsegmento top spender, attratto dal made in Italy epronto a sbarcare nel nostro paese a bordo di panfilida mille e una notte. per questo stiamo studiando lapossibilità di organizzare una scuola permanente diformazione turistica all'interno del complesso ter-male che sorgerà a Civitavecchia.

A caccia del turismo arabo

Sopra il progetto delle Terme Acanthus e in alto il sindaco di Civitavecchia Giuseppe Cozolino

LA SCHEDA

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Stamattina, mentre infornavo panet-toni e mandavo in lievitazione unapizza, mi sono resa conto che espri-mevo al massimo la nostra italianitàe mi sono chiesta quale sia – posto

che ce ne sia uno soltanto – il piatto che più cirappresenta nel mondo. Noi Italiani siamo eti-chettati in tanti modi diversi, a volte anche unpo’ irriguardosi: mangiaspaghetti o mangiapa-tate non sono proprio gran complimenti…però certo sono chiari riferimenti a ciò cheproduciamo e portiamo in tavola. Sole, pizzae mandolino; Spaghetti Bolognese; Tiramisù;Panettone.. solo pochi esempi che però cidanno un bel quadro della situazione: al-l’estero ci identificano come un popolo dimangioni e goduriosi della vita. Ora, al di là ditutti gli stereotipi, è innegabile che i nostripiatti siano vere chicche, delizie per gli occhi,il palato e la mente; non credo di esagerare, masono fermamente convinta che la gratifica-zione personale passi anche attraverso la rea-lizzazione e l’assaggio di qualcosa di buono.Sarà perché sono nata e cresciuta in una casain cui si sa apprezzare la qualità del cibo; o saràin virtù di questo mio meraviglioso lavoro, manon c’è nulla davvero che abbia il potere di ri-lassarmi quanto la cucina. Se la vostra Lovely-Cheffa è stanca o nervosa e magari viene da untour de force in un’aula di cucina, sapete cosafa per distendere i nervi? Cucina! Sembra unassurdo, lo so, ma entrare nel mio regno incon-

trastato e chiudermi quella porta alle spalle perdedicarmi esclusivamente ad arrosti, bignè, la-sagne, preparazioni complesse di vario tipo, èl’unica cosa che davvero mi aiuta a rilassarmi.Io me ne sto tranquilla lì dentro a calcolare itempi delle cotture, girare una salsa o montareun dolce e, nel dedicarmi a tutto ciò, sposto lamia attenzione da qualche noioso contrat-tempo o dalla stanchezza di una giornata di fa-tica su un momento piacevole, fatto di passaggiarticolati e massima concentrazione, sicchèalla fine della fiera mi ritrovo esausta, si. Di-strutta, vero, praticamente una zombie, manon più nervosa. Cucinare mi aiuta a ritrovarela giusta dimensione in cui incasellare gli ine-vitabili momenti neri di una giornata lungacome la mia. Perché le mie giornate sono lun-ghe davvero, sapete? Iniziano molto prima del-l’alba, verso le 4.30 o le 5 – se sonoparticolarmente stanca. E non perché io sia af-

fetta da insonnia senile, semplice-mente perché altrimenti le classiche8 ore di lavoro dei comuni mortalinon mi basterebbero per fronteg-giare una enorme mole di impegni. Invece nelbuio della notte, in una casa ancora a lungo si-lenziosa e tutta mia, ho la lucidità necessariaper schedulare ogni cosa; per portare in se-conda lievitazione un impasto complesso omandarne in cottura un altro che ha già ripo-sato diverse ore. Scrivo articoli o libri da pub-blicare, preparo i programmi per le mie lezionie devo dire che con gli anni ho acquisito ungrande allenamento..all’inizio della mia car-

riera, pensare al cibo alle 4 del mattino mi davala nausea, mi sentivo lo stomaco ancora chiuso.Adesso nulla mi scalfisce e sono in grado dielaborare di sana pianta una ricetta di carne odi pesce, senza la benché minima reazione. Econ questo vi rimando alla riga di apertura diquesto articolo: stamattina, mentre infornavopanettoni e mandavo in lievitazione unapizza… era l’alba. Ci ritroviamo su queste pa-gine fra 8 albe amici miei, alla prossima!

RUBRICHEIlCORRIEREDIROMAgiovedì 11 dicembre 2014 pagina 20

Il nuovo numero del “Birrafondaio”

PAROLA DI CHEF

La cucina ti salva la vita Ed è meglio dell’analista

CI SI RILASSA TRA ARROSTI, BIGNÈ E PIATTI COMPLESSI

Il ristorante si trova vicino aiMusei Vaticani e a pochipasso dal mercato Trionfale.Le materie prime quindi sonosempre freschissime e perquesto motivo il menu cambiaquotidianamente. Tra le varieportate, molto buoni gli gnoc-chi, fatti in casa, se ne pos-sono scegliere 6 tipi.Ambiente molto familiare e in-formale, massima cura per icommensali, a disposizione45 coperti.

MENÙ D'INVERNO

Polenta a scelta tra funghi di bosco,

salsiccia e spuntatura, alla amatriciana

Caldarroste o dolci di stagione

un calice di rosso acqua e caffèEuro 25 a persona

SISTORANTEVia Tolemaide 17 - Roma

Tel. 0664521715

SISTORANTE

Ingredienti per quattro personeFettuccine 450 gr, quattro carciofi, 200 gr di pancetta, uno spicchio d’aglio e olio extravergine

PreparazioneTagliare a dadini la pancetta e farla soffriggere con aglio e olio; nel frattempo puliree tagliare grossolanamente i carciofi e unirli alla pancetta. Aggiungere un mestolod’acqua di cottura e coprire per circa tre minuti. Una volta cotta la pasta aggiungerlaai carciofi e alla pancetta e servire con una spolverata di prezzemolo fresco

La ricetta di Sisto

Fettuccine all’uovo con carciofi e pancetta

vai al SISTORANTE con Il Corriere di Roma

e avrai uno sconto del 10%

di Rita Monastero

È in arrivo in nuovo numero de "Il Birrafondaio", il magazine dedicatoalla birra artigianale. Anche questo mese troverete interviste, curiositàed approfondimenti, tra i quali due pagine di infografica dedicate alnuovo Regolamento comunitario sull'etichettatura alimentare(1169/11) che entrerà in vigore poco prima della fine dell'anno. Unostrumento di lettura facile ed immediato per quella che di fatto è la"carta d'identità" della birra nel nostro Paese.Tra le pagine della rivista troverete inoltre una nuova puntata dell'Abir-racedario, la rubrica di Mauro Pellegrini che questo mese è dedicataai segreti della degustazione, la storia dell' "Editto della purezza" te-desco e uno spaccato del piccolo ma significativo mondo delle birre afermetazione spontanea. L'intervista di questo mese è dedicata ad unpasticcere "birrafondaio", Andrea De Bellis, che racconta come è natala sua passione per le birre artigianali e come queste possano diven-tare delle perfette "partner" per le sue creazioni di alta pasticceria.

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Scegliere un regalo non èsempre facile, soprat-tutto di questi tempi econ i budget fortementecontingentati causa-

crisi. Ma le vie d'uscita ci sono, espessoa un grande vino può esserela risposta più raffinata in quantoesprime stile e buon gusto. E nonlascia nemmeno l'amaro in boccasotto il profilo economico. I vinidel Consorzio Arte dei Vinat-tieri racchiudono profumi esapori unici di una terra riccadi storia e di lunghe tradi-zioni enologiche e regalareuna buona bottiglia - anchesotto questo profilo - è unmessaggio di cultura riccodi fascino.Come fare a sce-gliere il vino giusto inmezzo a un’offerta semprecrescente?Ecco qualcheconsiglio:

BOSCO DI GICAVALDOBBIADENE DOCGPROSECCO SUPERIORE

ADAMIEsistono persone capaci diascoltare i sussurri della na-tura, di osservare e capire l’essenza deiluoghi divenuti loro dimora nel nome diun rispettoso equilibrio suggellato dal si-lenzio...Le testimonianze storiche fanno risalireal medioevo la vocazione vitivinicoladelle colline della Marca Trevigiana. Quisi producevano eccellenti vini bianchi

che, come si scriveva nel 1606,erano esportati ed apprezzati "a Ve-nezia, in Germania e fin nella lon-tana Polonia".Fu una selezione naturale ad im-porre la Glera in questa corte enoicadell'alta Marca e soprattutto nel-l'area di Valdobbiadene dove regnada allora sugli irti pendii delle col-line plioceniche.L'ambiente è severo, siamo a ri-dosso delle prime vette dolomiti-che, ma ben protetto e baciatodalla calda luce del mezzo-giorno. È qui, in questo am-biente dalle ben solide radicidi fatica contadina e dalle ric-che tradizioni, che cominciala nostra storia.Nel 1920, nonno Abele ac-quistò dal Conte Balbi Valierun vigneto naturalmente di-sposto ad anfiteatro. Belloe ricco di promesse. Unaterra con cui ricomin-ciare. Assieme al figlioAdriano, nonno Abelecreò un legame che nonsi è mai più sciolto: ilProsecco di CasaAdami.Bosco di Gica era il

nome di un’antica foresta a Colber-taldo di Vidor. Ha profumo gio-vane, floreale e fruttato con gustoleggero e secco. Si sposa bene apiatti delicati a base di verdura epesce, ma è¨ anche un ottimo ape-ritivo

AZIENDA AGRICOLA FRATELLIBERLUCCHI

SPUMANTE FRANCIACORTANel cuore della Franciacorta al cen-tro delle sue colline moreniche sitrova l'Azienda Agricola FratelliBerlucchi, di proprietà di cinque fra-

telli: Francesco, Ga-briella, Marcello, Ro-berto e Pia cheproseguono l’attività delpadre Antonio, progetti-sta civile di fama e degliavi. L’Azienda sita inBorgonato di Corte-franca, nel , possiedecirca 70 ettari di vignetia Docg e Doc, sola-mente dai quali trae lamateria prima dei pro-

pri vini.Vini a Doc ebollicine no-bili a DOCGsono il fruttodella preci-sione e pro-fessionalitàdell’enologo

Cesare Ferrari, da più ditrent’anni direttore tec-

nico aziendale: il valoreraggiunto è bene pre-zioso e lo si tiene benstrettoIl Franciacorta è ilprimo e l’unico brutitaliano prodottoesclusivamente con larifermentazione inbottiglia ad aver otte-nuto dal 1995 la De-nominazione diOrigine Controllata eGarantita (Docg)massimo riconosci-mento di qualità e ti-picità di un vino. Adidentificare questovino è unicamente ilnome della regionegeografica, limitata edefinita nei suoi con-

fini, dove crescono lesue vigne e hannosede i suoi produt-tori. Le etichette re-cano solo la dizioneFranciacorta: ununico termine defini-sce il territorio, il me-todo di produzione eil vino. Garanzia peril consumatore dellaspecificità e dellaqualità di questo pro-dotto.

SOSSÒ DOC COLLIORIENTALIDEL FRIULI

LIVIO FELLUGANato nel 1989,prende il nome dalpiccolo rivo "Sossó"che sorge ai piedidella collina da cuiprovengono le uve.Frutto di un'accurataselezione di uve Mer-lot e Refosco dal Pe-duncolo Rosso - conun piccolo apporto diPignolo - prodotte

dai più vecchi vigneti di Rosazzo, è il ri-sultato di una meticolosa vinificazione edi un affinamento in piccole botti chedura per diciotto mesi. Vino di grandecomplessità e struttura, si contraddistin-gue per i tannini eleganti, maturi, fruttatie dolci

PANETTONI LOISONOrigini semplici, prodotti genuini: ilpane fatto nel forno a legna, i dolci tradi-zionali veneti. Da qui comincia la storiadella famiglia Loison, che avvia la sua at-tività sul finire degli anni Trenta.Il segreto sta nel coniugare tradizione emodernità; nel recupero di antiche ri-cette ma anche nell’attenzione ai nuovigusti; nella scelta di eccellenti materieprime e nell’impegno di tecnichw pro-duttive d’avanguardia.

TIRONIS’

Un’azienda a carattere esclusivamente fa-miliare, dove la vocazione e l’amore peril prodotto artigianale hanno da sempreispirato ogni singola produzione.Azienda leader nel settore dolciario dellaconfetteria e pralineria a livello elitario.Fondata nel lontano 1933 da GiovanniTironi, passando attraverso le genera-zioni, oggi è gestita da Costanza Tironi.Una vasta gamma di prodotti di qualitàche conta anche una linea specifica perceliaci

giovedì 11 dicembre 2014 pagina 21 RUBRICHE IlCORRIEREDIROMA

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REGALO D'AUTORE, LA PROPOSTA DEL CONSORZIO ARTE DEI VINATTIERISCELTI PER VOI

Una scelta di stile per le festedi Francesco Vitale

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Non solo musica classica nellastagione dell’IstituzioneUniversitaria dei Concerti,

che ha come sede eletta per le sue se-rate di musica l’Aula Magna dell’Uni-versità La Sapienza. Alla Iuc amanosperimentare, mescolare generi e tra-dizioni. E’ il caso della prima nazionalein programma sabato 13 dicembre(alle 17,30): protagonista è la musicadi Luigi Cinque, uno dei nostri più ap-prezzati compositori, che firma “Il Jazzvisto dalla luna”, racconto in musica af-fidato al Balanescu Quartet, al-l’espressività di Mimmo Cuticchio ealla voce di Maria Pia De Vito.Immaginate di trovarvi sulla luna e dibuttar giù uno sguardo sul Novecento,il secolo del jazz, e di scoprire le tanterelazioni pericolose tra jazz e musicacolta, tra pensiero poetico e musicapopolare. E’ quello che fa Luigi Cin-que, affidando ad un Astolfo contem-poraneo eppure antico (e chi meglio diMimmo Cuticchio, attore, regista, can-tastorie e puparo?) il compito di rac-contare, dalla luna, i mille volti deljazz: non solo musica, ma virus inarre-stabile, nato nel Novecento delle im-mani tragedie e delle drammatichecontrapposizioni, generato da un mixdi etnie ed esploso fino a contagiare icontinenti vecchi e nuovi.Evocati dal cunto mediterraneo di Cu-ticchio, sembrano scorrere davanti agli

occhi brani, note e melodie jazz e blueseseguiti dal Balanescu Quartet, unodei più importanti ensemble almondo, e illuminati dalla voce diMaria Pia De Vito, in grado di spaziaredal free jazz alla tradizione napoletana,dall'elettronica alla musica barocca.Ma interpreti di questo racconto mu-sicale sono anche solisti di prima gran-dezza come il pianista Sal Bonafede;lo stesso Luigi Cinque, qui vox, sax so-prano e live electronics oltre che com-

Oltre che un capolavoro della storiadel balletto, Lo Schiaccianoci rap-presenta lo spettacolo natalizio pereccellenza, tanto da indurre moltiteatri e fondazioni liriche a pro-

porne una messa in scena. Sono ben tre quelle inprogramma a Roma, a Natale e dintorni: al Teatrodell’Opera (dal 18 dicembre al 4 gennaio), al TeatroOlimpico (12, 13 e 14 dicembre) e all’Auditoriumdella Conciliazione (dal 30 dicembre al 6 gennaio2015). Protagonisti, naturalmente, la piccola Clarae il suo Natale, ricco di doni e di fantasia, e loSchiaccianoci, misterioso giocattolo meccanico cheprende vita nella notte più magica e misteriosadell’anno.Lo Schiaccianoci in scena al Costanzi dal 18 di-cembre al 4 gennaio è il secondo titolo del cartel-lone del Teatro dell’Opera, avviato si spera versola tranquillità e la normalità dopo le turbolenze deimesi scorsi, culminate con l’abbandono del diret-tore onorario Riccardo Muti e il licenziamento col-lettivo di orchestra e coro, poi revocato dalsovrintemdente Fuortes. E ora, dopo una “Ru-salka” low cost, ma non per questo meno intrigante,che ha aperto la stagione, ecco il balletto ideato daMarius Petipa sulle musiche di Cajkovskij. Anchequest’anno lo stabile lirico capitolino ha deciso diportare in scena la splendida e premiatissima ver-sione del coreografo Amedeo Amodio, che ha pri-vilegiato una lettura surreale della celebre favolanatalizia; la direzione musicale è di Nir Kabarettimentre le scene e i costumi sono quelli di EmanueleLuzzati, caratterizzati da paradossali, stravaganti,coloratissimi abiti, da giocattoli meccanici e trucchimagici su sfondi di sipari scuri. Per quasi un mese,sul palco dell’Opera si alterneranno nel ruolo dei

due protagonisti, la piccola Clara e lo Schiaccia-noci, bravi solisti ed etoiles della compagnia didanza: ecco dunque Gaja Straccamore, AlessandraAmato, Alessia Gay ed Ashley Boudier insieme aMaria Yakovleva. Interpreti maschili saranno inveceClaudio Cocino, Alessio Rezza, Rezart Stafa e Giu-seppe Schiavone. In scena accanto a loro, come giàera accaduto l’anno scorso per la delizia di pubblicoe critica, gli allievi della Scuola di Ballo del Teatrodell’Opera diretta da Laura Comi. Le musiche sa-ranno invece eseguite dall’Orchestra del Teatro del-l’Opera. (18, 19, 20, 21, 23, 24, 27, 28, 30, 31dicembre 2014 e 2, 3, 4 gennaio 2015; piazza Be-niamino Gigli; biglietti da € 12 a € 80; info orari:06 481601).

Lo Schiaccianoci proposto dal Teatro Olimpico il12, 13 e 14 dicembre è quello classico e raffinatodel Balletto di Mosca La Classique, che dopo averdato vita (il 10 e il 13 dicembre) al Lago dei Cigni,

in queste tre date porta inscena la fiaba di Clara nellaversione coreografica tradizio-nale firmata da Marius Petipa.Straordinari professionisti, idanzatori russi danno vita aduna composizione armoniosa,ricca di vivaci balli di bambinie di deliziose caratterizzazionidi bambole meccaniche fino alsublime ed elegante “gran pasde deux” che rappresental’espressione più alta dell’arte edel talento dei solisti che lo in-terpretano. (12, 13 e 14 di-cembre 2014; piazza Gentileda Fabriano 17; biglietti da €

15 a € 35 più prevendita; info e orari: 063265992).

E Lo Schiaccianoci è lo spettacolo natalizio che daalcuni anni propone anche l’Auditorium dellaConciliazione, nella versione moderna del Ballettodi Roma nata dalla drammaturgia di RiccardoReim. Il balletto andrà in scena per cinque serate:il 30 dicembre, l’1, il 4, il 5 gennaio alle 21; il 6gennaio alle 17,30. Le coreografie sono quelle diMario Piazza, anima del Balletto di Roma, che nellastoria originale legge il momento dell’abbandonodei giocattoli e l’ingresso nel mondo degli adulti. Ecome tradizione comanda, anche quest’anno ilruolo dello Schiaccianoci sarà interpretato daAndrè De La Roche, che nel corso dello spettacolovestirà anche i panni della Fata Confetto. (30 di-cembre 2014, 1, 4, 5 e 6 gennaio 2015; Via dellaConcikiazione 4; biglietti da € 23; info: 06684391).

IL CAPOLAVORO DELLA STORIA IN SCENA IN TRETEATRI DIFFERENTI NELLE PROSSIME SETTIMANESCELTI PER VOI

Schiaccianoci in tutte le salse. È Natale

“Il Jazz visto dalla luna” in scena alla SapienzaPRIMA NAZIONALE SABATO 13 DICEMBRE

TEATRO BRANCACCIOStomp, e la vita prende ritmoC’è tempo fino al 14 dicembre per assistereal Teatro Brancaccio a “Stomp”, uno dei piùrivoluzionari ed entusiasmanti spettacolidegli ultimi anni. Danza, teatro e musica sifondono per portare in scena il suono delnostro tempo, in una sinfonia ritmica com-posta dai suoni e dalle sonorità della civiltàurbana. Il tutto grazie ad un formidabile castdi attori ballerini acrobati percussionisti chenon temono di portare in scena anche glioggetti più banali e di uso quotidiano daiquali trarre una musica travolgente. Via Merulana 244; biglietti da € 33 a € 51;info e orari: 06 80687231

PARCO DELLA MUSICALudovico Einaudi “in a time lapse” Ogni composizione di Ludovico Einaudi

evoca mondi e amplia orizzonti. Se voleteascoltare le ultime creazioni del grande pia-nista e compositore l’appuntamento è per il

17 dicembre, nella Sala Santa Cecilia del-l’Auditorium Parco della Musica, alle 21,

dove presenterà “In a time lapde”, l’ultimoalbum con 14 nuovi brani ciascuno con una

sua singola identità, ma concepiti percreare un tutt’uno, come ogni albero che

vive di vita propria ma respira nella foresta.Con lui sul palco sette musicisti che lo ac-compagneranno con archi, percussioni ed

elettronica. Viale Pietro De Coubertin;

biglietti da € 30 a € 45; info: 892982

TEATRO OLIMPICOLa Giuditta, oratorio rivoluzionarioPer la stagione dell’Accademia FilarmonicaRomana, il 18 dicembre alle 21 sarà ese-guita all’Olimpico “La Giuditta”, celebre ora-torio di Alessandro Scarlatti. Si tratta dellaseconda versione dell’opera, nella quale ilcompositore abbandona stilemi e forme delSeicento, per proiettarsi del tutto nel secoloin arrivo, il Settecento. Ad eseguire l’oratoriosarà il Concerto Romano, ensemble alta-mente specializzato nell’esecuzione di mu-sica da camera, sotto la direzione diAlessandro Quarta. Piazza Gentile da Fabriano 17 ; biglietti da € 20 a € 30; info: 06 3265991

PALALOTTOMATICAPino Daniele è “Nero a metà”

Pino Daniele fa tappa il 13 dicembre alle 21al Palalottomatica di Roma, il suo “Nero a

metà”, concerto evento nel corso del qualeil cantautore napoletano ripropone i suoi piùgrandi successi. Con lui sul palco una band

eccezionale, quella originale del 1980, annoin cui uscì l’album che segnò la sua consa-crazione come autore e interprete e da cui

prende il nome il tour: tra i musicisti JamesSenese e Tullio De Piscopo.

Piazzale dello Sport (zona Eur); biglietti da € 28 a € 70; info: 02 488571

IN PRIMA FILA

di Maria Pia Miscio

T orna in scena a Roma una delle più famose storie d’amore di tutti i tempi. TornaRomeo & Giulietta. Ama e cambia il mondo, in programma al Gran TeatroSaxa Rubra di Roma dal 18 dicembre 2014 al 6 gennaio 2015. Torna,

quest’opera in musica, ricca di successo e di pubblico, affidandosi ad interpreti giovanis-simi ma già rodati, alle belle musiche scritte da Gerard Presgurvic e ai testi di VincenzoIncenzo.Eccoli Romeo e Giulietta, poco più che adolescenti, interpretati da Davide Merlini e GiuliaLuzi, che si muovono con padronanza sulla scena, diretti da Giuliano Peparini. Intorno aloro i tanti personaggi resi celebri dalla tragedia di Shakespeare: Montecchi e Capuleti,balie e nutrici, frati e fidati servitori. Tutti accomunati dall’affetto per i due giovani amantidestinati a una tragica fine, colpevoli solo di amarsi e di aver tentato di cambiare il mondoin nome di quell’amore. La storia si svolge naturalmente a Verona e vede contrapposte ledue famiglie dei Montecchi e dei Capuleti, divise da un odio insanabile. Lontani da questarivalità, i giovani Romeo e Giulietta, figli delle due famiglie rivali, sognano ognuno nel pro-prio intimo il grande amore. L’occasione che cambia la vita dei due è il grande ballo cheiCapuleti organizzano in onore della figlia Giulietta per rendere ufficiale il suo fidanzamentocon Paride, il pretendente a cui è destinata. Il suo incontro con Romeo, introdottosi di na-

scosto al ballo con i suoi amici Benvolio e Mercuzio, sconvolgerà le mire dei Capuleti men-tre l’amore al primo sguardo tra i due giovani segnerà il loro destino.Quest’opera in musica, così classica eppure così moderna, nata dall’intuizione di DavidZard, è ben presto diventata una sorta di fenomeno di costume, coinvolgendo un pubblicosempre più vasto e facendo registrare ovunque il tutto esaurito. Per questo ritorno a Roma,la produzione ha ideato un appuntamento particolare. Infatti il 17 dicembre, vigilia di que-sto nuovo debutto capitolino, il Gran Teatro aprirà le sue porte per uno straordinario “openday” riservato a quanti vorranno imparare le coreografie dello spettacolo, cantare insiemeai protagonisti, vivere l’emozione del backstage e incontrare tutto il cast. Unica accortezza,per chi voglia partecipare all’open day che è gratuito, è l’iscrizione obbligatoria inviandouna mail a opendayreg@com specificando nome e cognome dei partecipanti. I minori do-vranno essere accompagnati da un genitore o da un maggiorenne responsabile.

Romeo & Giulietta. Ama e cambia il mondoDal 18 dicembre 2014 al 6 gennaio 2015

Gran Teatro Saxa RubraViale Maurizio Barendson (Saxa Rubra), Roma

Biglietti da € 23 a € 60 Info e orari: 06 37353588

Romeo & Giulietta. Ama e cambia il mondoAL TEATRO SAXA RUBRA DAL 18 DICEMBRE 2014 AL 6 GENNAIO 2015

positore; Patrizio Fariselli alle tastieree il clarinettista Gabriele Mirabassi.Per una sera saranno l’HypertextO'rchestra.

M.P.M.Il Jazz visto dalla luna

Sabato 13 dicembre 2014, h 17,30Aula Magna dell’Università La Sa-

pienzaPiazzale Aldo Moro 5, Roma

Biglietti da € 5 a € 20Info: 06 3610051/2

giovedì 11 dicembre 2014 pagina 23 RUBRICHE IlCORRIEREDIROMA

Maria Pia De Vito

Mimmo Cuticchio

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