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La mappa dei generi narrativi IL LETTORE CONSAPEVOLE La prima distinzione da tenere in considerazione testi letterari e testi non let- terari o testi d’uso. testi di poesia: scritti in versi; testi teatrali: con dialoghi e battute; testi narrativi: scritti in prosa, che raccontano storie saggi scientifci, manuali, guide, libretti di istruzioni, articoli di giornale. Non hanno un’utilità pratica; sono scritti per intrattenere, emozionare o divertire i lettori Hanno un’utilità pratica letterari non letterari TESTI I testi letterari narrativi si classifcano in generi narrativi. Un genere narrativo è un tipo di testo letterario costruito secondo precise regole, che lo rendono riconoscibile per le caratteristiche e per la forma. Il genere si caratterizza per ambientazione, personaggi tipici, argomenti e stile di scrittura. Fin dai tempi remoti gli uomini hanno sentito il bisogno di raccontare storie. Le più antiche erano trasmesse a voce e rispondevano al bisogno di dare una spiegazio- ne alla propria esperienza del mondo. I generi narrativi più antichi (che solo in seguito diventarono testi scritti) sono le fabe, le favole,i miti. Sono i percursori dei moderni racconti e romanzi. Ti presentiamo una panoramica dei principali generi narrativi e dei principali concetti e strumenti dell’analisi testuale. Servitene come di una “mappa” per ripercorrere le tappe di un cammino che hai incominciato nel volume 1 e che hai proseguito nel volume 2.

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La mappa dei generi narrativi

IL LETTORECONSAPEVOLE

La prima distinzione da tenere in considerazione testi letterari e testi non let-terari o testi d’uso.

testi di poesia:scritti in versi;testi teatrali:

con dialoghi e battute;testi narrativi:

scritti in prosa, cheraccontano storie

saggi scientifci,manuali, guide,

libretti di istruzioni,articoli di giornale.

Non hannoun’utilità pratica;sono scritti perintrattenere,emozionare o

divertire i lettori

Hannoun’utilità pratica

letterari

nonletterari

TESTI

I testi letterari narrativi si classifcano in generi narrativi.

Un genere narrativo è un tipo di testo letterario costruito secondo preciseregole, che lo rendono riconoscibile per le caratteristiche e per la forma.Il genere si caratterizza per ambientazione, personaggi tipici, argomentie stile di scrittura.

Fin dai tempi remoti gli uomini hanno sentito il bisogno di raccontare storie. Le piùantiche erano trasmesse a voce e rispondevano al bisogno di dare una spiegazio-ne alla propria esperienza del mondo.I generi narrativi più antichi (che solo in seguito diventarono testi scritti) sono lefabe, le favole, i miti. Sono i percursori dei moderni racconti e romanzi.

Ti presentiamo una panoramica dei principali generi narrativi e deiprincipali concetti e strumenti dell’analisi testuale. Servitene come di una“mappa” per ripercorrere le tappe di un cammino che hai incominciatonel volume 1 e che hai proseguito nel volume 2.

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La faba

La faba è una forma di narrazione di origine antica e misteriosa che con-tiene elementi magici e fantastici.

1 Sono storie in prosa, piuttosto brevi.

2 In origine erano tramandate a voce.

3 Esprimono conoscenze, esperienze di vita, paure e desideri di unacomunità.

4 Si svolgono in un tempo irreale e in un luogo remoto e imprecisato.

5Hanno una struttura ben riconoscibile: situazione iniziale, complicazio-ne, svolgimento e fnale (lieto).

6 Assegnano ai personaggi ruoli fssi (l’eroe protagonista, l’aiutante, ildonatore ecc.).

7 Hanno trame diverse ma con fatti e azioni ricorrenti (mancanza, allon-tanamento, mezzo magico ecc.).

8 Sono scritte in un linguaggio semplice e immediato, con molti dialoghi,formule fsse, ripetizioni, numeri speciali, flastrocche.

Le fabe in 8 passi

Nell’incipit di La bella addormen-tata nel bosco, si riconoscono giàvari elementi:• formula di apertura;• personaggi tipici (re, regina,

principessa), situazione inizialecon una “mancanza” cui rime-diare;

• personaggi fantastici (le fate);• dono magico;• ambientazione indetermi-

nata.

C’erano una volta un re e una regina che avevano un grandecruccio: non potevano avere figli e di questo non si davanopace […] Dopo qualche anno, la regina rimase incinta e par-torì una bambina. I genitori organizzarono un bel battesimo ealla principessa vollero dare come madrine tutte le fate cheriuscirono a trovare nel regno (ne scovarono sette). A queltempo l’usanza voleva che ogni fata madrina facesse un dono,e in questo modo il re e la regina erano certi che la loro picco-la principessa sarebbe stata dotata di ogni perfezione. (C. Perrault)

La mappa dei generi narrativi

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IL LETTORE CONSAPEVOLE

La favola e i miti

La favola è un breve racconto fantastico che contiene un insegnamentomorale. Le favole classiche dei Greci e dei Romani.

1 Hanno per protagonisti animali, spesso solo due.

2 Sono scritte in prosa o in versi.

3 Rappresentano vizi e virtù umane attraverso i personaggi.

4 Presentano un luogo e un tempo indeterminati.

5 Hanno una struttura semplice (parte iniziale, centrale e conclusione) euna trama breve ed essenziale.

6 Segnano nel fnale (spesso tragico) la netta vittoria di uno dei personag-gi e la sconftta dell’altro.

7 Contengono sempre una morale, spesso esplicita, alla fne o all’inizio.

Le favole in 7 passi

In questo esempio tratto da Esopopuoi facilmente individuare gli ele-menti tipici della favola:• due personaggi animali che

rappresentano “tipi” umani;• un’ambientazione spaziale e

temporale indeterminata;• la trama essenziale, con un

solo episodio;• una battuta di dialogo che

segna la “vittoria” della volpe;• la morale esplicita, alla fne

del racconto.

Un corvo si era posato su un albero con un pezzo di carnerubata. Lo vide una volpe che, decisa a impadronirsi della car-ne, si fermò ai piedi dell’albero e incominciò a lodare le note-voli dimensioni e la bellezza del corvo, aggiungendo che nes-suno meglio di lui era fatto per regnare sugli uccelli. E certosarebbe diventato re, se solo avesse avuto la voce. Il corvo, perdimostrare che possedeva anche quella, lasciò andare il suobottino e si mise a gracchiare a gola spiegata. Al che la volpe siprecipitò ad aferrare la carne, osservando: «Se tu avessi anchecervello, caro il mio corvo, non ti mancherebbe nulla perregnare su tutti». La favola è fatta su misura per gli sciocchi.(Esopo)

I miti sono racconti antichi che tramandano gli aspetti più importanti del-la cultura di un popolo e la sua identità.

1 Sono nati come racconti orali.

2 Hanno un legame profondo con il sacro.

3 Esprimono una visione del mondo.

4 Offrono risposte e spiegazioni alle domande sulla realtà e sulla vita.

5 Molti miti raccontano le origini del mondo, dei fenomeni naturali edell’umanità.

6 A volte narrano di dèi e creature semidivine, dei loro contrasti e rapporticon gli uomini, oppure lodano le imprese degli eroi e spiegano l’originedelle attività umane.

I miti in 6 passi

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La mappa dei generi narrativi

L’autobiografa

In genere gli autori di autobiografe sono personaggi noti o che hanno vissutosituazioni e momenti storici importanti.

1 Raccontano in prima persona momenti della vita di chi scrive, dal suopunto di vista.

2 Hanno come personaggio principale chi racconta.

3 Contengono una scelta di fatti e di episodi signifcativi del passato.

4 Sono ricche di informazioni e notizie sui fatti e sulle situazioni.

5 Presentano commenti e rifessioni personali.

Le autobiografe in 5 passi

L’autobiografa è un testo scritto in prima persona in cui l’au-tore racconta la propria vita per condividere con i lettori lapropria esperienza. Il termine deriva dall’unione di tre parolegreche: autòs (se stesso), bíos (vita) e grapheín (scrivere).

Nel racconto autobiografco Il mondoMarte è cascato, Elsa Morante raccon-ta alcuni episodi della propria infanzia,rievocando in particolare un gioco cheamava fare con i fratelli. La scrittriceracconta in prima persona fatti ac-caduti tempo prima; ci sono dati og-gettivi (come i luoghi che i bambinivedevano dai fnestrini del tram) e unepisodio preciso, cui si affancano datisoggettivi sugli stati d’animo e suirapporti tra i personaggi.

Viaggiando per la città in tram, noi tre fratelli vedevamo pa-lazzi ricchissimi e giardini chiusi da alte cancellate. Decidem-mo di impadronircene, e io per prima ne diedi l’esempio. Ungiorno, attirata dalla facciata gialla della Manifattura Tabac-chi, gridai:

«La Manifattura Tabacchi è mia!»«E il Palazzo degli Esami è mio!» rispose mio fratello maggiore.Allora il mio fratello minore, tremando per l’ansia e affan-nando, in fretta in fretta afermò: «Il Colosseo è mio!».(E. Morante)

Nel mito greco La grotta di Zeus è presen-te un luogo sacro e misterioso, caricodi significati profondi: si rinnova ognianno un rito che ricorda la nascita diZeus, padre degli dei dell’Olimpo. È evi-dente il legame con i riti religiosi, con lanatura e le origini delle attività umane. Leapi sono considerate sacre e offrono agliuomini un prezioso nutrimento.

Raccontano che a Creta vi sia una grotta sacra abitata daapi, in cui Rea generò Zeus. Nessuno, né dio né uomo, hadiritto di entrarvi. Ogni anno, sempre nello stesso giorno,si vede un gran fuoco uscire dalla grotta: e questo (sidice) avviene quando ribolle il sangue di Zeus che fu ver-sato durante il parto. Abitano la grotta le api sacre che fu-rono le nutrici di Zeus […]

(A. Liberale)

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IL LETTORE CONSAPEVOLE

Il romanzo a sfondo storicoTra Otto e Novecento si afferma in Italia – come già ne-gli altri Paesi europei – una letteratura realistica che ri-specchia la realtà contemporanea e narra storie verosi-mili. I protagonisti sono i ceti sociali più deboli: piccoliborghesi e lavoratori (contadini, artigiani, operai).

Il romanzo storico è un genere narrativo affermatosi nel XIXsecolo a cui appartengono in Italia capolavori come I promes-si sposi di Alessandro Manzoni o Il Gattopardo di GiuseppeTomasi di Lampedusa. Si tratta di opere solitamente ampie ecomplesse per l’intreccio, l’ambientazione e le tematiche af-frontate.

Accanto a quelli che fanno parte della grande letteratura,abbiamo romanzi scritti da autori contemporanei, ambienta-ti in epoche passate.

1 Personaggi storici realmente esistiti accanto ad altri inventati dalloscrittore.

2 Luoghi e ambienti accuratamente ricostruiti e descritti.

3 Grande attenzione alla vita quotidiana del passato.

4 Sapiente intreccio tra avvenimenti storici dell’epoca e vicende privatedei personaggi.

5 Presenza di sequenze narrative (con azioni e dialoghi) e di sequenzedescrittive.

Il romanzo storico in 5 passi

In questo esempio tratto da un ro-manzo storico per ragazzi di un’autri-ce britannica contemporanea, puoiriconoscere gli elementi del generestorico narrativo: la collocazionenel tempo e nello spazio; i riferi-menti alla storia, le terribili condizionidi lavoro e di vita dei bambini impie-gati nella nascente industriacome la“storicità” del protagonista JimBrown che ha solo sei anni e diven-terà presto un operaio. È un per-sonaggio inventato, ma le basistoriche sono documentate. Lanarrazione dà spazio alle azioni, aidialoghi, ai pensieri dei personaggi.

Era una fredda serata d’autunno dell’anno 1800. Pioveva e ilvento arrivava a gran rafche dall’angolo della strada. JimBrown, seduto sul marciapiede vicino ai cancelli della fabbrica,era continuamente scosso da brividi. Aveva fame e freddo eavrebbe tanto desiderato che la madre lo portasse a casa subito.

«È destinato anche lui alla fabbrica?» chiese una donna,coprendosi la testa con lo scialle per ripararsi dal vento.

«È piccolo, lo so, ma anche la signora Hartford ha unabambina di quattro anni là, che striscia sotto le macchine eraccoglie gli avanzi.»(E. e R. Power)

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La mappa dei generi narrativi

Il romanzo d’avventuraII romanzo d’avventura si caratterizza per la presenza di pericoli, sfde,emozioni. Al centro vi è spesso un viaggio verso qualcosa di ignoto, chespaventa e attrae.

1 Narrano vicende realistiche, senza elementi magici.

2 Pongono al centro un viaggio verso l’ignoto.

3 Sono ambientati in luoghi esotici e inospitali (isole deserte, mari tem-pestosi ecc.).

4 Hanno per protagonisti eroi straordinari (con doti eccezionali) o eroiquotidiani, spesso in giovane età, che affrontano prove diffcili e ri-schiose.

5 I personaggi sono distinti in buoni e cattivi.

6 Hanno uno schema narrativo ricorrente (situazione iniziale, complica-zione, sviluppo dell’azione, fnale di solito lieto).

7 L’intreccio è ricco di azioni e colpi di scena, con ritmo rapido e incalzante.

8 Alternano continuamente sequenze narrative, dialogiche e rifessive.

I romanzi d’avventura in 8 passi

L’esempio è tratto dal romanzo “classi-co” d’avventura Michele Strogoff, diJules Verne. Puoi riconoscere vari ele-menti caratteristici del genere:• un luogo impervio e inospitale;• un viaggio, compiuto su una zat-

tera;• un eroe positivo, abile e sicuro

di sé;• una situazione piena di pericoli

(i nemici in agguato, i ghiacci);• la descrizione dell’ambiente in-

trecciata ad azioni e dialoghi trai personaggi.

Era circa mezzanotte. Le tenebre, di nuovo ftte, proteggevanodi nuovo la zattera. I tartari erano sempre là e andavano e ve-nivano sulle due sponde. Non si vedevano, ma era facile udirlie i fuochi delle loro postazioni brillavano.

I ghiacci intanto s’andavano sempre più restringendo e biso-gnava manovrare con molta attenzione.

La situazione si faceva più grave di minuto in minuto.Michele tornò a poppa, s’avvicino a Nadia, le prese una mano

e le pose l’immutabile domanda:«Sei pronta?»Ed ella rispose come sempre: «Sono pronta».(J. Verne)

I libri d’avventurahanno come antenatiillustri l’Odissea di

Omero, che racconta iviaggi di Ulisse,

e i poemi cavallereschidel Medioevo.

Il primo romanzod’avventura dell’etàmoderna è Robinson

Crusoe (1719) diDaniel Defoe, che

narra la storia di unnaufrago che grazie alproprio ingegno riesce

a sopravvivere suun’isola deserta.

Nel XX secolo,con la diffusione del

turismo di massa,senza più luoghisconosciuti daesplorare, la

narrativad’avventura ha

registrato un calo diinteresse.

Una rinascitadell’avventura si deve al

cinema. Pensiamo aJurassic Park o alla

fortunata seriedell’archeologo

avventuriero IndianaJones.

I grandi classicidell’avventura nascono nella

seconda metà del XIXsecolo, un’epoca segnata

dal progresso della scienza,dai viaggi di esplorazione edallo sviluppo degli impericoloniali in tutto il mondo.

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IL LETTORE CONSAPEVOLE

I romanzi del mistero e del brivido

1 Al centro ci sono la morte, la follia e gli aspetti mostruosi della vita.

2 Mirano a suscitare brividi di terrore nel lettore.

3 Si basano su uno stato di tensione, attesa, allarme (suspense).

4 Creano suspense con ambientazione, colpi di scena, fnale a sorpresa.

L’horror e il thriller in 4 passi

Nel brano tratto da un romanzo diStephen King compaiono i princi-pali ingredienti del brivido:• un forte stato di tensione e di

ansia;• una presenza oscura e mo-

struosa, che uccide assumendosembianze sempre diverse;

• il terrore del protagonista.

Eddie si incamminò cercando di guardare dappertutto contem-poraneamente. La spalla contusa gli pulsava in dolorosa sincro-nia con il battito cardiaco.

«Eddiiiie», mormorò la brezza tra gli alberi, «non vuoi veder-mi, Eddiiiie?»

Sentì dita molli di cadavere che gli carezzavano il collo. Girò suse stesso alzando bruscamente le mani. Incespicando vide che era-no state solo le fronde di un salice mosso dal vento. Si rialzò.Avreb-be voluto correre, ma quando ci provò gli scoppiò un’altra carica didinamite nella spalla e dovette desistere. Il suo cuore batteva cosìvelocemente che non gli riusciva più di distinguere i battiti l’unodall’altro e gli sembrava inevitabile che da lì a pochi attimi sarebbescoppiato per il terrore. (S. King)

In questo frammento vediamo inazione una celebre detective di-lettante, Miss Marple, anzianasignorina inglese dall’infallibilefuto investigativo, nata dallapenna dio Agatha Christie.

Brividi e misteri esercitano un grande fascino sui lettori, che sono pervasi dauno speciale piacere nel provare paura e restare con il fato sospeso mentre se-guono le vicende dei protagonisti. Due i floni narrativi di questo genere narrativo,che giocano con emozioni e inquietudini: i romanzi del mistero (gialli e noir) e iromanzi del brivido (horror e thriller).

1 Si basano sulla ricerca del colpevole e la soluzione dell’enigma.

2 L’indagine, compiuta dagli investigatori, prevede metodi e stili diversi.

3 La raccolta di indizi e prove è fondamentale per ricostruire il delitto.

Il giallo e il noir in 3 passi

«E se disponeste delle sue impronte digitali, vi servirebbero?»«È possibile. Ritengo che questo non sia stato il suo primo colpo.»Miss Marple annuì raggiante.Aprì la borsa e ne estrasse una sca-

tola di cartone, che conteneva uno specchietto avvolto nel cotone.«Questo viene dalla mia borsetta» dichiarò Miss Marple. «Vi sono

sopra le impronte della domestica. Credo che siano rimaste beneimpresse, perché aveva toccato una sostanza molto appiccicosa.»

L’ispettore la fissò.«Le avete preso apposta le impronte digitali?»«Naturalmente.» (A. Christie)

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La mappa dei generi narrativi

I romanzi e i racconti di fantascienza

La fantascienza (o sf, science fction) è la narrazione proiettata nel futurodi avvenimenti fantastici, con una base scientifca.

Si tratta di un genere narrativo che discende dai viaggi immaginari in altrimondi e che si è sviluppato nella prima metà del Novecento. Presenta molti pun-ti in comune con il romanzo d’avventura.

1 Racconta storie collocate nel futuro.

2 Ambienta le vicende in una dimensione “altra” (mondi alternativi, uni-versi paralleli ecc.).

3 Mescola ingredienti del mondo reale e fantastico.

4 Narra il rapporto con creature non umane (alieni, automi, androidi).

5 Delinea situazioni di disagio, pericolo e angoscia.

6 Esprime la paura di eventi catastrofci e descrive società del futuro,cupe o inquietanti.

7 Utilizza tecniche narrative che modifcano l’ordine del racconto e crea-notensione.

8 Usa un linguaggio preciso, concreto, ric di termini pecialistici.

La sf in 8 passi

Si distinguono due floni: uno legato ai viaggi interstellari; l’altro, detto “so-ciologico”, si occupa di mondi virtuali intelligenza artif ciale, società future.

Il racconto contiene moltiingredienti tipici della sf:• la collocazione nel futuro;• il viaggio in altri mondi;• il rapporto con alieni;• la presenza di pericoli e ten-

sioni.

Bedford studiò il diagramma di rott d ll b leUna deviazione di un quinto di parsec in direzione di Sirio.Avrebbe aggiunto una settimana al suo viaggio. Con truce pre-cisione risistemò i comandi, poi inv le d llMeknos III, la sua destinazione.

«Problemi?» rispose l’operatore meknosiano. La voce erafredda e secca, aveva il tono monotono di qualcosa che aBedford faceva sempre venire in mente un serpente.

«Ho il permesso» chiese Bedford, secco «di tornare sulla Ter-ra? Ho dei tempi stretti.»

Quello che gli alieni stavano pensando e dicendo non gli in-teressava. Lui voleva solo rientrare nel silenzio della camera tetae del sonno profondo.(P.K. Dick)

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IL LETTORE CONSAPEVOLE

I romanzi fantasyLa narrativa fantasy è tra i generi più amati negli ultimi anni e racconta avventurericche di magia, ambientate in mondi fantastici. Ha le proprie radici nell’epica,nella mitologia e nelle saghe nordiche.

1 Si basano sull’invenzione di mondi immaginari.

2 Raccontano viaggi e imprese, caratterizzati da elementi magici.

3 Sono ambientati in un tempo non defnito e in universi alternativi.

4 Affancano a personaggi umani creature fantastiche (draghi, maghi,elf, ecc.).

5 Gli eroi protagonisti compiono imprese, sullo sfondo della lotta mortaletra bene e male.

6 Gli intrecci sono complessi, il ritmo incalzante, il linguaggio ricco e suggestivo.

I romanzi fantasy in 6 passi

In questo frammento tratto da Laragazza drago puoi individuarealcuni dei caratteri tipici della nar-rativa fantasy:• l’ambientazione in un’epoca

fantasiosa;• la lotta fra creature diverse; la

presenza dei draghi;• l’eroe in pericolo.

I draghi scelsero invece un’altra via. Si allearono con gli umaniche volevano mantenere l’equilibrio e instaurare di nuovo lapace, umani che amavano la natura e veneravano l’Albero delMondo. Le due razze lottarono fanco a fanco, e tale era l’afata-mento che quando tutto parve perduto e persino i Draghi dellaGuardia vennero soprafatti, questi ultimi decisero di fondersi congli umani,di trasferire in loro il proprio spirito.I draghi possiedonol’Occhio della Mente, una specie di gemma incastonata sulla fronte.

Sofia deglutì, pensando istintivamente al suo neo, che senti-va ancora pulsare.

«Non c’entra nulla, non farti ingannare» le ripeteva una voceinteriore. Non voleva ancora arrendersi e per questo continuòad ascoltare quella storia assurda avvinta solo dall’intreccio,come se stesse ascoltando una faba.(L. Troisi)

Alice nel Paese delle meraviglie (1865)di Lewis Carroll, Peter Pan nei giardini

di Kensington (1906) di James M. Barriee Il meraviglioso mago di Oz (1900) di

Lymann Frank Baum.

Gli antenatidel genere fantasy

L’iniziatore del fantasy come genereletterario è J. R. R. Tolkien (1892-1973),

professore di letteratura ingleseall’università di Oxford, appassionato lettore

di miti e fabe.Nei suoi libri, Lo hobbit (1937) e Il signoredegli anelli (1954), egli ideò e descrisse la“Terra di Mezzo”, con una propria storia,proprie lingue e una schiera di creature

fantastiche che la abitano.

Il gigante del fantasy:John Ronald Reuel Tolkien

Il clamoroso successo mondialedei romanzi di Harry Potter(il personaggio inventato

dalla scrittrice ingleseJoanne K. Rowling) e dei flm

che ne sono stati tratti, come anchela versione cinematografca di molti romanzi fantasy,

ha moltiplicato la già ampiaplatea di appassionati.

L’amato maghettoe la passione per il fantasy

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La mappa dei generi narrativi

I romanzi di formazionee le storie dell’età evolutiva

Vedi Volume 2,Unità 1

Le narrazioni di crescita pongono attenzione all’evoluzione dei personaggi. Leesperienze vissute determinano dei cambiamenti nella loro personalità e unprocesso di maturazione tanto più forte se coincide con un passaggio di età. Alcentro c’è un ventaglio di esperienze in cui le emozioni e i sentimenti, spesso incontrasto tra loro, giocano un ruolo di primo piano. Esse comprendono:

L’esempio è tratto dal ro-manzo di Joseph Conrad,La linea d’ombra. L’auto-re dà voce ai pensieri ealle rifessioni del prota-gonista, un giovanemarinaio che decideall’improvviso di abban-donare la nave su cui la-vora, spinto dall’inquie-tudine e dai cambia-menti repentini carat-teristici della giovinezza.

Ci si chiude alle spalle il cancelletto dell’infanzia, e si entra in un giardinodi incanti.Persino la penombra qui brilla di promesse.A ogni svolta il sen-tiero ha le sue seduzioni. E non perché sia questo un paese inesplorato.

E all’improvviso abbandonai tutto questo, l’abbandonai alla manieradi un uccello che, senza logica per noi, se ne va da un comodo ramo. Fucome se, pur senza rendermene conto, avessi udito un sussurro o vistoqualcosa. Be’, può anche darsi! Mi sentivo del tutto a mio agio un belgiorno, e l’indomani tutto era fnito – fascino, gusto, interesse, soddisfa-zione – tutto quanto.Era uno di quei momenti, capite? Era scesa su di mela malattia dell’ultima giovinezza, trascinandomi via. Via da quella nave,voglio dire.(J. Conrad)

i romanzi di formazione

È un genere narrativo che si sviluppa in Europa traSettecento e Ottocento. Il protagonista, attraversouna serie di esperienze di vita, cambia, matura e

raggiunge l’età adulta.

le storie dell’età evolutiva

Sono narrazioni in cui i personaggi vivono il delicatomomento dell’adolescenza e il passaggio all’età adulta.Narrano in maniera realistica la crescita dei giovaniprotagonisti, la loro ricerca di un’identità adulta,

oltre i confini dell’infanzia e della prima adolescenza.

1 Narrano la crescita di un personaggio adolescente e il suo passaggioall’età adulta.

2 Il protagonista scoprone sé stesso e la realtà sociale che lo circonda.

3 I rapporti con i coetanei e gli adulti sono spesso di confitto: litigare e con-frontarsi sono occasioni per prendere coscienza di sé.

4 È importante l’educazione emotiva: i personaggi imparano ad affrontare lasolitudine, la rabbia, la paura, la tristezza…

5 L’educazione sentimentale si sviluppa attraverso esperienze tormentate diamicizia, affetto e amore.

6 La narrazione è ricca di dialoghi e di sequenze rifessive.

7 La narrazione è in prima o terza persona; è sempre “filtrata” dal modo disentire soggettivo del protagonista.

I romanzi di formazione in 7 passi

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IL LETTORE CONSAPEVOLE

Gli ingredienti di una storia

WHO

WHERE

WHEN

WHAT

WHY

Chi?I personaggi

In ogni narrazione vi sono uno

o più personaggi in azione,

che ricoprono ruoli più o meno

importanti (protagonisti,

personaggi secondari, comparse)

rispetto allo sviluppo della trama.

Dove?

Il luogo

È l’ambiente, il luogo in

cui si svolge la vicenda.

Talvolta il luogo è

realistico e indicato con

precisione, altre volte è

un ambiente fantastico

o accennato vagamente.

Quando?

Il tempo

Il tempo in cui è

collocata una storia

è l’epoca: epoca

attuale, medievale,

futura ecc. L’arco

di tempo in cui una

storia si sviluppa

è la durata: può

trattarsi di ore,

giorni, mesi o anni. Che cosa?I fatti e le azioniUna storia esiste se accadequalcosa. Fra ciò che accade sidistinguono alcuni fatti importanti,che hanno una conseguenzasullo sviluppo successivo dellatrama. Perciò, in ogni scena dellanarrazione, è possibile rintracciareil fatto centrale.

Perché?Lo scopo della narrazioneUno scrittore racconta per intrattenere, peremozionare, per far paura o per far ridere, perfar rifettere, per informare ecc.

WHY? Lo scopo del raccontoLa breve storia è scritta per indurre il lettore arifettere sull’avidità.

WHO? I personaggiProtagonisti sono i due monaci. Il ladro è unpersonaggio secondario.

WHERE? Il luogoIn Cina, in una povera capanna.

WHEN? Il tempoAnni fa, in un passato indefnito.

WHAT? I fattiIl ladro è sorpreso a rubare, ma viene umiliatodalla saggezza del vecchio monaco.

Una storia cineseAnni fa nella lontana Cina vivevano due mona-ci, uno vecchio e uno giovane.

Nella loro capanna avevano pochi oggetti, ilnecessario per vivere poveramente.

Un giorno un ladro si avvicinò alla casupolaper compiere un furto, ma fu sorpreso dai mo-naci mentre rubava.

Il più giovane cominciò a inveire e minacciare,ma il vecchio lo interruppe dicendo: «Se quest’uo-mo ruba, significa che pensa di avere assoluta-mente bisogno delle nostre cose. Lasciamoglie-le, per noi non sono così importanti».

A quelle parole il ladro, confuso, si allontanòpentito.

La mappa dell’analisi del testo

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La mappa dell’analisi del testo

I personaggi: ruoli e descrizioni

Fornisce informazioni su:• l’aspetto esteriore (corporatura, lineamenti...);• il carattere (mentalità, sentimenti...);• le abitudini (atteggiamenti, preferenze...).

Viene fornita nel corso della narrazione con:• le azioni compiute dal personaggio descritto;• le parole e i dialoghi tra i personaggi;• i rapporti del personaggio descritto con gli

altri personaggi della storia.

Descrizione diretta: il ritratto Descrizione indiretta

I personaggi sono un elemento fondamentale della narrazione di unastoria.Ogni personaggio ha un ruolo più o meno signifcativo nell’ambito delracconto.

Personaggi secondariHanno un ruolo di contorno,

ricevono una descrizionepoco approfondita.

ProtagonistiSono al centro della

vicenda, ricevono unadescrizione dettagliata.

La descrizione dei personaggi

I differenti ruoli dei personaggi

ComparseSono le fgure minori.

Aveva una barbaccia nera come uno scaraboc-chio d’inchiostro...La sua bocca era larga come un forno e gli occhiparevano due lanterne di vetro rosso...(C. Collodi)

Io sono nato settimino e così piccolo che entra-vo due volte in una manica...Quando mi hanno visto, solo il papà ha avuto ilcoraggio della verità: «È tutto il nonno Alberto,più in brutto».(A. Nanetti)

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IL LETTORE CONSAPEVOLE

Sfoglia un altro esempio di descrizione diretta

Ciò che colpiva era la sua fgura alta, allampanata, piuttosto incertasulle gambe, con le spalle strette e curve, il naso adunco e piuttostopronunciato.

Camminava a grandi passi ma in modo disordinato e si muoveva ascatti nervosi, come se non avesse una precisa direzione.

Vestiva con abiti di una taglia più grande, sempre un po’ stropiccia-ti: dava spesso l’impressione di non essersi lavato molto o forse perniente.

Parlava moltissimo e di qualunque argomento, sembrava avessesempre un’opinione precisa, anche se in realtà i suoi pensieri appa-rivano disordinati quanto il suo aspetto.

Di solito era piuttosto controllato e pacifco, salvo a tratti scoppiarein scatti d’ira inaspettati. Come quella volta in cui, durante una di-scussione, aveva aferrato un piccolo comò e l’aveva sfasciato contutta la forza, in un’esplosione di assi, pomelli e cassetti.

descrizione fsica

atteggiamenti

abbigliamento

abitudini

carattere

Sfoglia un altro esempio di descrizione indiretta

Attraverso il dialogo con i compa-gni e i pensieri che attraversano lamente della ragazza, che cosa ci vie-ne descritto indirettamente delcarattere di Livi?

Livi è timida, riservata e per questoviene presa in giro dai compagni.Non ha una gran considerazione disé, ma vorrebbe superare il proprioimpaccio e la propria goffaggine.

Fu allora che Livi lo vide. Al lato opposto della sala c’era lui,Ryan, impegnato in una ftta conversazione con un ragazzodai capelli biondi e ricci.

«È lui!» sussurrò dando un colpetto nelle costole a Kate.«Lui chi?» chiese Kate.«Il ragazzo di cui ti ho parlato! Indossa una camicia azzur-

ra!»«Vai da lui, cosa aspetti?» fu il commento di Kate.«La ragazza non si deciderà mai!» disse Tamsin.«Povera Livi!» aggiunse Adam in tono melenso.Pur terrorizzata dalla propria audacia, Livi godette nel ve-

dere sul volto dei compagni un’espressione di autentica sor-presa quando a passo svelto e grandi falcate puntò dritto ver-so la meta.

Aveva il cuore in gola e covava la segreta speranza di nonfare la fgura della perfetta idiota davanti al suo idolo.

«Ciao», lo salutò lei con un flo di voce.Risultato, lui non si voltò neppure.

(R. Rushton)

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La mappa dell’analisi del testo

L’ordine della narrazione: fabula e intreccio

Nella realtà tutto avviene in ordine cronologico (Crono era per i Greci il dio delTempo, un potente Titano, padre di Zeus, capostipite di tutti gli dèi), cioè in or-dine di tempo. Ciò signifca che nel mondo reale i fatti avvengono in modo checi sia sempre un inizio, a cui seguono altri avvenimenti, dai quali derivano altriaccadimenti.

Anche quando raccontiamo una storia o un fatto, possiamo seguire l’ordinenormale:

c’è un inizio accade qualcosa segue uno sviluppo si arriva alla fne

Fabula: un racconto o un romanzo vengono narrati in ordine cronologico,cioè i fatti sono presentati nella successione in cui sono avvenuti.Se immaginiamo la narrazione come un flo, la fabula è una struttura or-dinata, in cui i fli tracciano un disegno regolare.

INIZIO SVILUPPO FINE Voglio raccontarvi la storia di mister Lock.In un gelido mattino di febbraio, Mister

Lock scese dalla metropolitana e, come facevatutti i giorni, si diresse verso l’uscita, quandoimprovvisamente vide una porta color cicla-mino, che non aveva mai notato.

Istintivamente spinse il battente e si trovò…in aperta campagna.

Intreccio: l’ordine del racconto è diverso da quello in cui i fatti sono accaduti.In tal caso, poiché l’ordine con cui sono raccontati i fatti è aggrovigliato, lanarrazione sarà più intricata.

INIZIO FINESVILUPPOStava in mezzo alla strada con quel

gioiello in mano e si guardava intorno comefosse la prima volta. Eppure tutto era comesempre… le auto procedevano lentamente ei passanti camminavano afaccendati.

Lei si era avvicinata, lo aveva guardato ne-gli occhi, gli aveva stretto le mani, poi gli ave-va dato il gioiello, prima di sparire tra la folla.

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IL LETTORE CONSAPEVOLE

Tecniche di intreccio

Il fashbackIl fashback è un ritorno all’indietronel tempo: sospende la narrazioneper riportare fatti precedenti, essen-ziali per capire la vicenda.Il fashback è spesso introdotto permezzo dei pensieri dei personaggi oattraverso i dialoghi.

Il vecchio professore tremante non ri-usciva a mescolare il suo cafè senza ver-sarne una parte nel piattino. Anche se poinon era così vecchio, gli avvenimenti de-gli ultimi tempi lo avevano ridotto l’om-bra di se stesso.

[fashback]In passato era stato rispettato e stima-

to da tutti, ammirato persino, proprio perl’energia e la lucidità mentale che dimo-strava nel suo lavoro, fno al momento incui aveva incontrato quello strano bam-bino, Moos.

La scena iniziataNei racconti di fantascienza l’incipit(dal latino, “inizio”) avviene quasisempre a scena iniziata.L’apertura di una storia a scena iniziatatrasporta il lettore nel cuore della vi-cenda, che è già in pieno svolgimen-to, e le informazioni necessarie a capirel’antefatto verranno fornite a poco apoco nella narrazione.

Ted si svegliò nel buio.E in un silenzio totale.Cercò di gridare. Non venne alcun

suono. Neppure un gemito.Si tastò la bocca, cercando di capire

perché mai non funzionasse.Nessuna bocca, né mani, né corpo.

Solo il ricordo di aver avuto corpo, mani,bocca.

Il terrore lo gelò.incipit

L’anticipazioneL’anticipazione consiste nel fornire allettore indicazioni sullo sviluppo osul fnale della storia, in modo va-go, per suscitare curiosità.

Eva giaceva supina, il che era abba-stanza inconsueto. Di solito dormiva apancia in giù. Aveva sognato, le sem-brava ancora di essere nella nebbia, ve-leggiava verso il basso e poi verso l’alto.Sognava ancora? C’era un incidente inmacchina, e c’erano gli scimpanzé, chevolteggiavano con lei.

[anticipazione]Non sapeva ancora che quello non

era un sogno, era il suo destino, era lasua immagine di scimpanzé.(P. Dickinson)

iniziodella vicenda

iniziodella narrazione

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La mappa dell’analisi del testo

I momenti di una storiaSe consideriamo una narrazione che rispetta l’ordine cronologico, vediamo chela sua struttura si può schematizzare in quattro momenti fondamentali: situa-zione iniziale, complicazione, sviluppo della vicenda, fnale.

Situazione inizialeVi è una situazione di partenza, ambientata in unluogo e in un tempo realistici o immaginari, in cuiviene presentato il protagonista.

ComplicazioneAccade qualcosa che modifca la situazione iniziale eche dà il via alla storia: è il motore degli avveni-menti.Può essere un fatto importante, grave e imprevisto,oppure un avvenimento trascurabile: in ogni caso èqualcosa che incuriosisce il lettore e che lo spinge aproseguire il racconto.

Sviluppo della vicendaSi mette in moto la storia, che può essere lunga ecomplicata o breve e d’effetto. È il momento delleazioni, dei fatti, delle descrizioni, dei dialoghi tra per-sonaggi.

FinaleÈ la conclusione della storia, che può essere lieta otriste, a volte lasciata in sospeso e consegnata all’im-maginazione del lettore.

Un giorno in un prato pascolava una mucca achiazze bianche e nere, grassa e mansueta, dicarattere tranquillo, quasi pigro.

Capitò in quel prato un topo, un tipo nervo-sissimo con bafetti, occhiali e una valigettarigida. Poiché faceva l’agente teatrale, propo-se alla mucca un contratto e una fulmineacarriera come ballerina. Egli trovava infattiche lei fosse morbida e piacente come il pub-blico desidera.

La mucca in un primo tempo accettò, si lasciòconvincere a laccarsi gli zoccoli e la punta dellecorna,ad allungare le ciglia e a disegnare un neofnto sul muso. Ma ben presto si accorse chequella vita così frenetica, chiassosa e spumeg-giante era troppo snervante per lei, e poi non leriusciva assolutamente di fare la spaccata.

Così la mucca lasciò tutto e tornò al suo fre-sco e riposante praticello. Con il topo è rima-sta in ottimi rapporti: quando lui ha un atti-mo di tempo, prendono il tè insieme.(E. Mutti)

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IL LETTORE CONSAPEVOLE

Le sequenze

Nel testo di un racconto e di un romanzo si possono individuare sequenze ditipo diverso che si intrecciano continuamente tra loro.

sequenze narrativeo d’azione:

raccontano ciò che accadee ciò che i personaggi fanno

sequenze rifessive:riferiscono i pensieri

e i commenti di chi narrasu ciò che accade

sequenze descrittive: ritraggono ipersonaggi, gli oggetti o gli ambienti

che fanno da sfondo alle scene

sequenze dialogate:riportano le parole dei personaggi

Seprevalgono le

sequenze d’azione edialogate, il ritmo

narrativo è velocee incalzante.

Seprevalgonole sequenzedescrittive

e rifessive, il ritmonarrativo è più

lento.

Sequenza narrativa: il lettoresegue le azioni del personaggio.

Sequenza descrittiva: viene de-scritto il luogo in cui si svolge l’a-zione.

Sequenza rifessiva: sono rife-riti i pensieri e le rifessioni delpersonaggio.

Sequenza dialogata: vengonoriportate le battute del dialogotra i personaggi.

Questa volta la mia posizione era compromessa.Mentre mi avvia-vo lungo il corridoio deserto e lucido sentivo solo i battiti del miocuore e lo scricchiolio delle scarpe sul pavimento di marmo.La porta dell’ufcio del Preside si aprì agevolmente quando en-trai dopo aver bussato.

L’ufcio era spazioso, anche troppo, e ordinato. Scafali, libri e, inun angolo, uno strano attrezzo ginnico con una panca e un ma-nubrio. Una larga scrivania ingombra di carte divideva me dalmio Giustiziere.

Anche gli occhi del Presidente della Repubblica sembrava chemi fssassero dal muro con sguardo severo e implacabile.“Questa volta devi superare te stesso, non basteranno zie malate,il cane, il criceto, il fratellino più piccolo. Questa volta sei neiguai!” dissi a me stesso.

«Bene! Eccoci di nuovo qui! Ormai il tuo tempo è scaduto. Perrispettare la democrazia, ti chiederò che cosa puoi dire a tua di-scolpa. Sentiamo!» tuonò il Preside con voce calma e vibrante.«Non ho nulla da dire. L’equipe medica mi ha consigliato di nonparlare con nessuno dei miei sintomi.»

(E. Mutti)

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La mappa dell’analisi del testo

Il tempo di una storia

Quando si parla di tempo di una storia si può intendere:� l’epoca o il tempo storico nel quale è ambientata la vicenda; può trat-

tarsi del presente, del passato o del futuro� la durata, l’arco di tempo nel quale si sviluppa la narrazione; possono

essere ore, mesi, anni, secoli.

Il cavaliere di Chemoix partì per la guerra e, prima diindossare l’armatura lucente, strinse le mani della suasposa, la baciò e le consegnò un medaglione d’oro mas-siccio.

Passarono gli anni e il marito non tornava, ma la damaogni giorno lucidava e bagnava di lacrime il medaglione,pregando per lui.

Un mattino, dopo sonni agitati, la donna corse adaprire lo scrigno dove conservava il prezioso regalo e lotrovò rosso di sangue.

Ella cominciò allora a tessere un drappo funebre e,quando le annunciarono che il cavaliere era morto inbattaglia, la dama consegnò agli araldi il drappo nero.

Tempo storico: Medioevo.

Durata della storia: La vicenda si svol-ge in un arco di tempo che abbracciaalcuni anni. La durata della storia è lun-ga, la durata o ritmo della narrazione èinvece breve.

Tempo storico: 1624.

Ambientato a Parigi, il romanzo mescolafatti reali e inventati. Alcuni perso-naggi sono storici, come il re Luigi XIII,altri di fnzione, come d’Artagnan e i tremoschettieri.

Luigi XIII apparve in testa al seguito: era in costume dacaccia [...]. Alla prima occhiata, d’Artagnan capì che il reera in uno stato d’animo burrascoso. Questo cattivoumore regale non vietò ai cortigiani di far ala al passag-gio di Sua Maestà. I tre moschettieri fecero un passoavanti, mentre d’Artagnan restava nascosto dietro a loro;ma benché il re conoscesse personalmente Athos, Por-thos e Aramis, passò diritto [...], come se non li avessemai visti.(A. Dumas)

Al contrario, capita che interi romanzi raccontino vicende accadute in pochi gior-ni. Un celebre esempio è il romanzo Ulisse, opera di un grandissimo scrittore delNovecento, James Joyce: più di mille pagine per una vicenda che si svolge in soleventiquattro ore.

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IL LETTORE CONSAPEVOLE

Il ritmo della narrazione

In ogni narrazione c’è un ritmo: non si raccontano semplicemente i fatti, unodopo l’altro con chiarezza e ordine, ma nel racconto si descrive, si riportanodialoghi e battute, si trasmettono sensazioni, pensieri, rifessioni con unandamento diverso, ora lento, ora accelerato e incalzante. È l’abilità delloscrittore a determinare quando rallentare e quando accelerare la narrazione.Il rallentamento e l’accelerazione del ritmo si ottengono con le pause, i sommarie le ellissi.

Le pauseIl tempo della narrazione rallenta rispetto alla realtà per dare spazio a momenti di descrizionedei personaggi, degli ambienti, delle circostanze oppure per riferire pensieri, stati d’animo, rifes-sioni, commenti, osservazioni, chiarimenti.

I sommariIn poche frasi vengono riassunti fatti avvenuti in periodi di tempo lunghi ore, giorni, mesi o addi-rittura anni: momenti accelerati rispetto alla realtà.

Le ellissiChi racconta salta da una scena a un’altra distante nel tempo.

Fin da piccola Nihal aveva bazzicato la banda di ra-gazzini con cui andava in giro per Salazar a combinaredanni di ogni sorta.

E se all’inizio era stata accolta con una certa difdenza, siaperché era femmina sia per il suo strano aspetto, le era bastatopoco per farsi accettare. Un paio di duelli e aveva dimostratodi non aver niente da invidiare al resto della combriccola.

Nonostante la compagnia non le mancasse, a volte,però, Nihal si sentiva sola. Allora dalla cima di Salazarguardava il panorama: l’occhio poteva spaziare senza li-mite per la pianura e lei riusciva a non pensare a nulla.

La mattina del suo tredicesimo compleanno Barodandò a chiamarla perché un ragazzo mai visto volevasfdarla.

Nihal non se lo fece ripetere due volte e si recò baldanzo-sa nel luogo deputato allo svolgimento di tutti i suoi duelli.

(L. Troisi)

Questo è un sommario: in pocherighe viene riassunta l’infanzia dellaprotagonista.

Questa è una pausa: i fatti lascianospazio alla descrizione dello statod’animo della protagonista.

Qui c’è un’ellissi: un salto nel rac-conto che ci porta di colpo nel gior-no in cui Nihal compie tredici anni.

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La mappa dell’analisi del testo

Argomento, temi, messaggio

` L’argomento è il contenuto della vicenda, ciò che viene sviluppatodalla trama.

` I temi sono i problemi, le questioni sollevate nel corso del racconto.` Il messaggio è nascosto tra le righe ed è un’indicazione di compor-

tamento, è la posizione di chi scrive riguardo ai temi e ai problemiinsiti nella storia. Spesso è necessaria una rifessione da parte dellettore per cogliere il messaggio che il testo comunica.

Un romanzo o un racconto presentano al lettore una trama in cui più personaggisono immersi in situazioni particolari: la vicenda costituisce l’argomento dellastoria narrata.

I personaggi però, durante la narrazione, si trovano in specifche condizioni,affrontano problemi e adottano comportamenti che rappresentano i temi, lequestioni sollevate dal racconto.Tra le righe della storia, poi, in base alle azioni, ai commenti, ai pensieri e allereazioni dei personaggi, fltra spesso il messaggio che l’autore vuole comunica-re al lettore.

I diversi livelli di letturaEsistono diversi livelli di lettura: quello più immediato e coinvolgente che riguar-da la trama della vicenda è spesso accompagnato da una rifessione del lettore,il quale può andare oltre e leggere a un livello più profondo.

Uno scrittore, infatti, ha a disposizione diversi modi per comunicare il propriopensiero: può scrivere un saggio, un articolo, rilasciare un’intervista, tenere unaconferenza oppure scrivere una storia, attraverso la quale trasmette la propriavisione della realtà e il proprio modo di pensare.

Caro papà,vivo in una città occupata da gente occupatissima. Cammi-nano tutti svelti, guardano le donne solo dopo le nove disera. Questa città si sveglia ogni giorno un minuto prima.

In questa città la gente viene a sapere che è primavera daimanifesti: “È primavera, cambiate l’olio al motore”.

È l’unica città in cui ho sentito tossire gli uccellini.Milanesi, comperate, comperate, ma state attenti: la sedia

elettrica non • un elettrodomestico.(M. Marchesi)

ArgomentoLo scrittore umoristico Marcello Mar-chesi racconta sotto forma di lettera alpadre la sua vita a Milano.

TemiIn modo ironico egli parla:` dei rischi di una vita troppo frenetica;` della perdita del contatto con la

natura;` dei pericoli del consumismo.

MessaggioLa vita in città è pericolosa e alienal’uomo dal contatto con la natura edalla realtà.

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IL LETTORE CONSAPEVOLE

L’autore e il narratore

Ogni racconto o romanzo è stato scritto da un autore, una persona in carne eossa che con la penna, la macchina da scrivere o il computer ha deciso di narrareuna storia. È normale pensare che la voce che racconta e che “ascoltiamo” quan-do leggiamo un racconto sia “proprio” quella dello scrittore. In realtà, le cosenon stanno così.

Prima di cominciare a scrivere, ogni autore stabilisce da quale prospettiva lastoria verrà raccontata, in altre parole di chi sarà la voce narrante o il narratore.

Bisogna pertanto tenere ben presente questa indicazione generale:L’autore e il narratore non coincidono ed è molto importante tenerli distin-ti, per capire da quale punto di vista la vicenda viene vissuta e raccontata.

Bram Stoker è l’autore di Dracula, che racconta le vicen-de del famoso vampiro. L’autore non ha mai visto il Con-te né si è mai recato nel suo castello in Transilvania.Racconta la vicenda mettendosi nei panni del dottor Jo-nathan Harker, il quale favisita al Conte Draculae scopre a sue spesel’orribile verità.

Il Conte giaceva nella cassa ma sembravache il tempo fosse tornato indietro, perchéle guance erano più piene e la pelle più co-lorita; la bocca era più rosa e sulle labbrac’era sangue fresco che gocciolava lungo ilmento e il collo.

Quell’orribile creatura era gonfa di san-gue; giaceva come una lurida sanguisuga,esausta nella sua pienezza.

Mi chinai su di lui rabbrividendo di orrore.(B. Stoker)

Il diario di Jessica, una ragazza di dieci anni che frequen-ta le elementari, è stato scritto da Angelo Petrosino, unuomo di quarant’anni che si mette nei panni di unaragazzina.L’autore è dunque un uomoadulto, il narratore, anzi lanarratrice, una ragazzinadi dieci anni.

Dico subito che io sono una cui è semprepiaciuto scrivere. Quando dico che mi pia-ce scrivere, intendo parlare delle cose chemi passano per la mente e che preferisconon dire ad altri.

Oggi è il primo di gennaio, e per tuttol’anno terrò un diario.(A. Petrosino)

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La mappa dell’analisi del testo

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Il punto di vista e la voce narrante

Una domanda fondamentale che l’autore si pone prima di cominciare a narrare è:“Da quale prospettiva racconterò la storia? Che punto di vista assumerò?”. Il ri-sultato di questa scelta permette di defnire il punto di vista da cui la storiaviene inquadrata, ossia “dove” vuone collocarsi il narratore.

Ricorrendo a un esempio cinematografco, il regista deve scegliere con qualetelecamera riprendere le scene, da quale prospettiva mostrarle ai nostri occhi.Allo stesso modo uno scrittore sceglie chi sarà la sua voce narrante.

Per capire meglio, raccontiamo la stessa scena da tre punti di vista diversi.La protagonista è Cora, una donna dai nervi fragili; è la vigilia di Natale: per stra-da, scivola e cade proprio mentre passa un grosso autobus.

narratore interno narratore esterno

nei panni del protagonistao di un personaggio-spettatore

della storia.

al di fuori della storiae dei suoi personaggi.

Il narratore può mettersi:

Mi ha spinto! Lo so, ne sono sicura. Fra tutta quella gente carica dipacchetti, ne ha approfttato: ho sentito l’urto contro di me, mentrearrivava un autobus enorme. Alcuni passanti mi hanno soccorso,perché ero frastornata. Proprio tra quelli che mi aiutavano a rialzar-mi magari c’era anche lui…

La voce narrante è quelladella protagonista: Coraracconta in prima perso-na e “ascoltiamo” in direttai suoi stati d’animo.

Camminavo tra una folla indafarata. Gli acquisti natalizi, così comela neve che si scioglieva sotto i nostri piedi, sembravano essere peralcuni un’occasione di festa, per altri una seccatura in più. Una don-na davanti a me scivolò sul marciapiede. Accorremmo per aiutarla,raccogliendole gli occhiali e la borsa, ma lei ci guardò quasi conostilità e non ci ringraziò neppure.

La voce narrante è quelladi un passante, che osser-va la scena dall’esterno. È untestimone che racconta inprima persona, ma dalproprio punto di vista.

Cora camminava tra la gente. Tutto sembrava esserle indiferente: laneve che si stava sciogliendo e che rendeva difcile il trafco, gliacquisti di Natale, il clima di festoso afanno. Procedeva sul bordodel marciapiede, mentre i fantasmi della sua mente si afollavanointorno a lei. Scivolò e cadde, proprio mentre passava un autobusgremito. Alcuni passanti accorsero, ma lei non voleva aiuto, nonvoleva che nessuno la toccasse.

La voce narrante è ester-na ai personaggi, è unavoce fuori campo che os-serva la scena e la raccontain terza persona.

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IL LETTORE CONSAPEVOLE

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Che cosa sa il narratore?

La scelta del narratorePrima di scrivere, un autore deve scegliere il proprio narratore: sarà interno a unodei personaggi o racconterà la vicenda dall’esterno? Conoscerà già ogni fatto chedovrà accadere o conoscerà solo ciò che ha visto e sentito? Seguirà la storia insiemeal protagonista, passo dopo passo, scoprendo via via la trama insieme al lettore?

Se, ad esempio, l’autore intende scrivere una storia di suspense, sceglierà un nar-ratore interno a un personaggio – spesso il detective – il quale, tra dubbi e indizi,scoprirà la verità pagina dopo pagina.

Se invece vuole raccontare la storia di una famiglia, la sua evoluzione, la scel-ta dell’autore cadrà su un narratore esterno, che segua le vicende e il pensierodi tutti i personaggi.

Pertanto è molto importante per un autore selezionare il tipo di narratoreche sarà adatto alla sua storia: la storia sarà raccontata dal punto di vista scelto,in base a ciò che il narratore sa e conosce della vicenda.

1. IL NARRATORE SA PIÙ DEI PERSONAGGIIl narratore è onnisciente − sa tutto −, è esterno e conosce più cose diquelle che conoscono i personaggi.

Egli è al di sopra della vicenda, conosce ogni cosa e riferisce al lettore le azioni, i pen-sieri, le emozioni di tutti i personaggi. La sua è una prospettiva esterna, ed egli siesprime in terza persona verbale.

Il narratore è esterno eracconta del cane Marte interza persona.

Il narratore è onniscien-te e conosce tutti i perso-naggi.

Tutti in famiglia erano stati commercianti e lui era una dimostrazionevivente di quanto questa strada portasse lontano. Suo cugino, il dottorArditti, aveva tentato la professione medica, ma se n’era presto pentito.Un medico non guadagna nulla, non è che un galoppino al serviziodelle persone ricche. Per questo il dottor Arditti aveva abbandonatotutto ed era tornato a fare il commerciante.(E. Canetti)

Chissà da dove è venuto; forse l’ha abbandonato quassù un turistadi passaggio o forse l’ha scelto proprio lui quando decise di viverelibero. Qualcuno un giorno l’ha battezzato “Marte” e a questo nomerisponde a chi lo chiama per una carezza o per un boccone. Non haun posto fsso per dormire e non lo vuole; nemmeno con le buferedi neve entra da chi gli apre la porta. Marte non rinuncerebbe maialla sua libertà.(M. Rigoni Stern)

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La mappa dell’analisi del testo

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2. IL NARRATORE È UN PERSONAGGIOIl narratore è uno dei personaggi: sa quello che sa il personaggio.

La storia viene narrata dal punto di vista del personaggio scelto: tutta la vicendapassa attraverso lo sguardo interno al personaggio stesso. In tal caso, la storiaè quasi sempre narrata in prima persona verbale.

Da piccolo i padroni mi chiamavano “Nino”, ma da quandovivo quassù il mio nome per tutti è “Marte”. Per me va bene. Daquando sono capitato tra le montagne, ho scoperto l’unica cosache per me conta veramente. So di non essere bello, ma moltimi dimostrano simpatia e mi invitano a casa loro. Io però dico:“Niente da fare”. Non mi avrà più nessuno. Sono un cane libero.(M. Rigoni Stern)

Abbiamo modifcato il primoesempio e il narratore ora è il ca-ne Marte, che racconta di sé inprima persona.

Riprendiamo, modifcandolo, l’e-sempio del cane Marte. Il narrato-re questa volta è esterno, raccon-ta i fatti così come li vede, in ter-za persona.

Qui il narratore è estraneo aifatti, registra ciò che avviene edescrive le azioni dei personaggidallÕesterno. Né il lettore né ilnarratore conoscono le loro in-tenzioni.

3. IL NARRATORE SA MENO DEI PERSONAGGIIl narratore è estraneo, racconta solo quello che si vede e si sente, non sanient’altro.

Registra i fatti come se fosse una telecamera, riporta le azioni e gli atteggiamen-ti dei personaggi, ma essendo esterno a loro non può conoscerne i pensieri e isentimenti che li animano né le ragioni che li spingono ad agire.

Il narratore sa meno dei personaggi stessi, racconta la storia dall’esterno e siesprime in terza persona verbale.

In paese c’è da tempo un cane e nessuno sa da dove sia venuto.Il suo pelame è rossiccio e tutti lo chiamano Marte. Rispondea quel nome, scodinzola e accetta del cibo, ma non si fermamai presso una famiglia. Anche quando il paese è stato colpi-to da una terribile bufera, lui non ha accettato di entrare inuna casa calda. A volte sparisce e torna dopo giorni e giorni,ma sembra ben pasciuto, come uno che sa cavarsela.(M. Rigoni Stern)

Bill scelse una scatoletta al sapore di pesce, per la gatta, poi ri-empì la brocca e andò a innafare le piante. Quando tornò incucina, la gatta stava grattando la sabbia della cassetta. Bill aprìtutti gli armadi ed esaminò lo scatolame, i cereali, le confezionidi cartone, il vasellame, le pentole e le padelle.Aprì il frigorifero.Annusò un pezzo di sedano e si avviò verso la camera da lettosbocconcellando una mela.(R. Carver)

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IL LETTORE CONSAPEVOLE

Riepilogo: come scrivereun testo narrativo

Un racconto, un romanzo, un testo letterario è il risultato di molte scelte com-piute dallo scrittore per decidere che cosa raccontare e come raccontare.

Riepiloghiamo ciò che è stato spiegato fnora, considerando tutti gli elementiindispensabili a una narrazione.

Gli ingredienti della storia

Lo sviluppo della storiaChe cosa raccontare

L’ordine della narrazione

Il ritmo della narrazione

Il narratore e il punto di vista

Il titolo

La revisione

Come raccontare

Che cosa raccontare

Gli ingredienti di una storiaChi si appresta a raccontare una storia, deve avere l’idea del racconto e dei suoiingredienti.

Chi? I personaggi: protagonisti, personaggi secondari, personaggi di sfondo.

Dove? Il luogo, l’ambientazione.

Quando? Il tempo, l’epoca in cui si svolge la storia, ma anche la durata della vicenda.

Che cosa? I fatti, l’azione, ciò che accade, la trama.

PerchŽ? Lo scopo per cui si racconta: divertire, impaurire, insegnare, commuovere ecc.

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La mappa dell’analisi del testo

Lo sviluppo della storiaIl motore di ogni storia è la presenza di un confitto, di un problema, di una dif-fcoltà, di un fatto nuovo. Se venisse presentata una situazione e non ci fossenessuna complicazione, se la situazione rimanesse la stessa, non ci sarebbe sto-ria, niente da raccontare.

Perciò dopo la situazione iniziale sorge una complicazione, così la vicendaha uno sviluppo, per poi giungere al fnale.

Situazioneiniziale

Complicazione:un fatto nuovo

Sviluppo

Finale

Celebrazione della fantasia

È accaduto all’ingresso di un villaggio vicino a Cuzco.Mi ero deflato da una comitiva di turisti ed ero rima-sto solo, a guardare da lontano i ruderi di pietra,

quando un bambino del posto, malaticcio e cencioso,mi ha avvicinato per chiedermi se gli regalavo unamatita.Non gli potevo dare la mia, perché mi serviva, e così gliho proposto di disegnargli sulla mano un maialino.

Si è sparsa subito la voce, e in breve tempo mi sonotrovato in mezzo a una frotta di bambini che urlava-no a squarciagola per farsi disegnare animalucci sullemanine screpolate dal freddo e dalla sporcizia.Quand’ecco, in mezzo a quel baccano, un derelittonon più alto di un metro mi mostra sul suo polso unorologio disegnato con l’inchiostro nero: «Me l’hamandato un mio zio che sta a Lima».

«E va bene?» gli ho chiesto.«Va un po’ indietro» ha ammesso lui.

(E. Galeano)

DOVE?A Cuzco, in Perù.

QUANDO?Ai giorni nostri (ci so-no turisti, orologi).

CHI?Il narratore, i bambinicenciosi, i turisti.

CHE COSA? L’aned-doto dei bambini e deidisegni sulle mani.

PERCHƒ?Dal titolo si deduceche la storia viene nar-rata per insegnarequalcosa: celebrare ilpotere della fantasia

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IL LETTORE CONSAPEVOLE

Come raccontare

L’ordine della narrazioneQuando ci si appresta a scrivere un racconto, dopo aver ideato la storia, è im-portante rispondere alla seguente domanda: da quale punto comincio a rac-contare?Si può seguire la trama (o fàbula), cioè l’ordine naturale e cronologico dei fat-ti, oppure costruire un intreccio, iniziando a narrare da un punto intermedio odal fnale della storia.

In questo secondo caso, il racconto comincerà a scena iniziata e la trama verràricostruita tramite fashback, che spiegano ciò che è avvenuto in precedenza.

Intreccio

L’apertura del raccontino èa scena iniziata: comin-cia, infatti, dal fnale dellatrama.

Flashback

Flashback

Flashback

Ordine cronologico

4

2

3

1

Amore e tradimento

Il giudice si alzò: «Il signor Jan Manhert ècondannato a vent’anni di carcere per l’assas-sinio di sua moglie Carlotta Manhert!».

Il Capitano Leonard, tra il pubblico che assi-steva al processo, venne colto da malore. Ri-pensando agli appuntamenti segreti conCarlotta, non riusciva a respirare per il sensodi colpa.

Jan Manhert, immobile nel banco degli im-putati, rivide la sua adorata Carlotta con unnastro rosso tra i capelli e il sangue altrettan-to rosso che le sgorgava dal petto.

Era stato proprio lui a presentarglielo seimesi prima.«Vedrai Carlotta, il mio nuovo amico, il capi-tano Leonard, ti piacerà…»

Il ritmo narrativoSecondo il genere di scrittura scelto dall’autore, il ritmo della narrazione sarà di-verso. Lo scrittore sceglie le sequenze del suo racconto, che accelerano o rallen-tano l’andamento della storia.

Le sequenze d’azione possono rendere veloce il tempo, incalzante la succes-sione dei fatti e dei movimenti; al contrario, le sequenze dialogate e le se-quenze descrittive, così come le sequenze rifessive, rallentano la successio-ne delle azioni. Spesso un ritmo lento e descrittivo prepara e introduce un colpodi scena, un fatto nuovo e inaspettato che sorprende e avvince il lettore.

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La mappa dell’analisi del testo

Il narratore e il punto di vistaSarà un narratore interno, uno dei protagonisti, che racconterà in prima per-sona ciò che ha vissuto? Oppure sarà un narratore esterno, che riporterà ifatti in terza persona, come una voce fuori campo che segue tutti i personaggi?O, ancora, sarà un narratore estraneo, testimone della vicenda, che in modoneutrale riferirà ciò che ha visto e che è accaduto?

L’incipitIncipit è una parola latina che indica l’inizio di un racconto. È molto importan-te essere coinvolgenti e catturare l’interesse e l’attenzione del lettore sin dalleprime battute del racconto.

Il terrore che sarebbe durato per ventotto anni, ma forse di più,ebbe inizio, per quello che mi è dato di sapere e narrare, con unabarchetta di carta di giornale che scendeva lungo un marciapie-de in un rivolo gonfo di pioggia.(S. King)

Mi cercano e mi danno da mangiare due volte al giorno, questo èvero, ed ogni volta mi danno anche una carezza, anche questo èvero. Ma per il resto del tempo è come se non esistessi.(G. Accascina)

Da lungo tempo la Morte Rossa devastava il paese. Nessuna pesti-lenza era mai stata così fatale, così spaventosa. Il sangue era la suamanifestazione e il suo sigillo: il rosso e l’orrore del sangue.(E A. Poe)

Il narratore è un personaggio secon-dario, testimone esterno dei fatti.L’incipit è inquietante (terrore duratoventotto anni? una barchetta di car-ta?)

Il narratore è il protagonista e rac-conta in prima persona.L’incipit è curioso, si tratta di unprotagonista insolito.

Il narratore è esterno e onniscien-te, racconta in terza persona.L’incipit ci trasporta in un attimo inuno scenario di devastazione e dimorte.

Il titoloUn buon titolo è un biglietto di presentazione efficace. Esso è importante persuscitare curiosità o per dare indicazioni sul contenuto, a volte è utile per ca-pire il senso del racconto.

Il titolo si può assegnare anche dopo aver terminato di scrivere e non deveessere banale. Ne esistono di brevissimi: Golfo, Se…, Tifone, e di lunghissimi: Infondo, alla signora Blum piacerebbe conoscere il lattaio; L’incredibile e triste sto-ria di Erendira e della sua nonna snaturata.

La revisioneDopo aver scritto il racconto, non bisogna pensare di aver finito. È necessariofarne una revisione e controllare:` la struttura generale. Bisogna chiedersi: l’incipit è soddisfacente? Il lettore ha

tutte le informazioni necessarie per capire la trama? Il ritmo è efficace?` il linguaggio. Bisogna chiedersi: vi sono errori di punteggiatura o di ortogra-

fia? Il tempo dei verbi è corretto? Ho scelto i termini più efficaci per descriveree raccontare?