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IL MERCATO DEL LAVORO IN PROVINCIA
DI
MONZA E DELLA BRIANZA NEL 201 5
Analisi delle principali fonti amministrativ e
2
SommarioQuadrodisintesi..................................................................................................................................31. Ilcontestosocio-economicodellaprovinciadimonzaebrianza...................................................42. L’analisideidisponibiliallavoro...............................................................................................62.1. Laconsistenzadelfenomeno....................................................................................................72.2. Ilprofilodeidisponibiliallavoro............................................................................................102.3. IlsuccessooccupazionaledelleDID........................................................................................123. L’analisidellecomunicazioniobbligatorie..................................................................................173.1. Gliavviamenti........................................................................................................................193.1.1. GliavviamentidipersoneresidentiinProvinciadiMonzaedellaBrianza..........................193.1.2. GliavviamentidapartedidatoridilavoroconsedeinprovinciadiMonzaedellaBrianza.213.2. Gliavviati..............................................................................................................................243.2.1. GliavviatiresidentiinprovinciadiMonzaedellaBrianza..................................................243.2.2. GliavviatidapartedidatoridilavoroconsedeoperativainprovinciadiMonzaedella
Brianza..............................................................................................................................273.3. Lamobilitàoccupazionale......................................................................................................333.4. Letrasformazioni...................................................................................................................383.5. Lecessazioni..........................................................................................................................413.5.1. Ilicenziamenticollettivi.....................................................................................................45Conclusioni.........................................................................................................................................49APPENDICESTATISTICA......................................................................................................................50
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QUADRO DI SINTESI
Il report si propone di analizzare le principali dinamiche, relative all’anno 2015, inerenti al mercato
del lavoro della provincia di Monza e Brianza. L’analisi condotta utilizza dati di fonte amministrativa, in
particolare le informazioni riguardanti le Dichiarazioni di Immediata Disponibilità al lavoro (DID)
presentate dai disoccupati e i dati del sistema delle Comunicazioni Obbligatorie effettuate dai datori di
lavoro (COB).
Il 2015 è stato il primo anno, dal 2008, in cui il numero di Dichiarazioni di Immediata Disponibilità al
lavoro è diminuito rispetto alla rilevazione precedente (-1,1%). Tuttavia la tendenza non è uniforme sul
territorio: particolari differenze territoriali sono infatti emerse come degne di attenzione. La diminuzione
delle Dichiarazioni presentate è dovuta principalmente al Vimercatese.
Il 52,6% di coloro che hanno presentato la DID nel 2015 ha trovato un lavoro nel corso dell’anno, dato
in aumento di circa dieci punti percentuali rispetto al 2014. La maggior parte dei contratti che hanno
interessato questi soggetti è a termine, anche se coloro che hanno trovato un impiego a tempo
indeterminato sono circa il 27%, valore in linea con il peso che questo tipo di contratto ha sul totale delle
assunzioni in provincia indipendentemente dal rilascio della DID. Uomini, giovani e laureati sono i gruppi
più performanti rispetto alla distribuzione generale delle Dichiarazioni presentate.
Passando all’analisi del totale delle Comunicazioni Obbligatorie riferite alla provincia di Monza e Brianza,
si nota come, in generale, il territorio mostri alcuni segnali di ripresa. Infatti, il saldo tra instaurazioni e
interruzioni di rapporti di lavoro da parte di datori con sede operativa a Monza e Brianza è positivo per
il 2015 (+9,3 punti percentuali), invertendo la tendenza registrata negli anni precedenti. Inoltre, la crescita
del numero di rapporti di lavoro instaurati nel 2015 da parte di imprese con sede in provincia (+13,6%)
è leggermente superiore rispetto a quella regionale.
Anche l’analisi delle trasformazioni e dei licenziamenti collettivi forniscono tendenze positive. Le prime
hanno permesso di studiare le stabilizzazioni di rapporti di lavoro a termine in contratti a tempo
indeterminato, mostrando incrementi rispetto ai valori registrati nel 2014 (+19,8%) superiori alla media
regionale. Il numero dei licenziamenti collettivi, invece, si è più che dimezzato.
L’analisi ha infine permesso di far emergere alcune interessanti dinamiche territoriali. In particolare, si
segnala la mobilità occupazionale che è un fenomeno ormai rilevante: la crescita è stata particolarmente
sensibile nel periodo 2012-14, ma sembra rallentare nel 2015. La componente femminile della forza
lavoro è quella meno interessata a questi flussi di mobilità, sia in entrata che in uscita dalla provincia. Le
aree coinvolte da tali movimenti di forza lavoro sono principalmente quelle confinanti con la provincia
di Monza e Brianza, in particolare si segnala il peso di Milano e del suo hinterland sia come polo attrattivo
per i residenti in provincia di Monza e Brianza che cercano lavoro sia come luogo di provenienza di molti
lavoratori impiegati in provincia.
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1. IL CONTESTO SOCIO-ECONOMICO DELLA PROVINCIA DI MONZA E BRIANZA
La provincia di Monza e Brianza (MB) ha iniziato ad essere effettivamente operativa dal giugno
2009 1 . Con un'estensione di 405,49 km² è la terza Provincia più piccola d'Italia, ma la seconda,
dopo Napoli, come densità di popolazione.
Dal punto di vista occupazionale, i principali indicatori sulle Forze Lavoro elaborati da ISTAT la
collocano non solo a livelli superiori alla media italiana, ma anche tra i migliori in regione. Infatti, il tasso
di occupazione si colloca al 65,8% nel 2015 secondo le stime ISTAT. Nel 2013 e 2014 il tasso di
occupazione registrato nella provincia di Monza e Brianza era il più elevato della Lombardia, mentre nel
2015 si colloca in terza posizione dopo Milano e Lecco.
Il tasso di disoccupazione si colloca, invece, al 8,8% nel 2015, in linea con quello regionale ed inferiore al
dato nazionale (11,9%)
Il tasso di attività è sopra al 72,3% ed è la provincia lombarda con i valori più elevati. La partecipazione
femminile al mercato del lavoro, invece, si attesta al 64,7%. Anche su questo indicatore, è una delle
migliori province in regione insieme a Milano e Pavia (entrambe dal 64 al 67%).
Il tessuto produttivo della provincia è molto diversificato. La Camera di Commercio, tenendo conto di
tale specificità settoriale2, suddivide la provincia in quattro macro-aree: Brianza verde; Brianza del mobile;
Vimercatese e Monza e dintorni (Mappa 1.1).
Mappa 1.1 – Divisione provinciale in base alle specificità del tessuto produttivo
Fonte: Elaborazione dati Ufficio Studi della Camera di Commercio di Monza e Brianza su dati Registro Imprese.
1 La nuova Provincia è stata istituita dal 2004. Il fatto di risultare operativa solo dal 2009 comporta che fino a questa data il territorio non risulta separatamente nelle rilevazioni ISTAT sulle Forze lavoro. 2 Specificità dell’area rispetto al totale della provincia di Monza e Brianza.
5
La “Brianza del Mobile” rappresenta appunto il distretto del mobile (uno dei più grandi in Italia) ed è localizzata nell’area ovest della Provincia. Nel “Vimercatese” è tradizionalmente rilevante il peso del settore High–Tech, così come di una certa importanza è il settore delle energie rinnovabili nella “Brianza Verde”. Infine, Monza e dintorni rappresentano un’area a sé stante il cui il peso specifico è rappresentato dal settore dei servizi.
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2. L’ANALISI DEI DISPONIBILI AL LAVORO
Se la situazione del mercato del lavoro provinciale descritta dai principali indicatori ISTAT,
presentati nel capitolo precedente, si colloca su livelli mediamente soddisfacenti, anche in relazione alle
altre realtà lombarde, non mancano, però, situazioni più critiche in termini di inserimento occupazionale,
verso le quali si rivolgono le politiche attive del lavoro sviluppate sia da attori nazionali che da quelli
locali.
Dal punto di vista amministrativo, la principale fonte di dati disponibile per analizzare la disoccupazione
è rappresentata dalle Dichiarazione di Immediata Disponibilità al lavoro (la cosiddetta DID).
Il focus di questo capitolo riguarda coloro che hanno presentato, nel corso del 2015, la suddetta
Dichiarazione di Immediata Disponibilità al lavoro, con l’obiettivo di fotografarne le caratteristiche e il
grado di inserimento nel mercato del lavoro.
La presentazione della DID è una prassi amministrativa che certifica la presenza dello stato di
disoccupazione ed è necessaria per ricevere i servizi pubblici per l’impiego.
Bisogna, però, sottolineare come, accanto ai registrati, esista una fascia di popolazione che può essere
definita come “forza lavoro potenziale” e comprende tutte quelle persone che, pur essendo prive di
occupazione, non si registrano come disponibili al lavoro e, a causa dell’effetto di scoraggiamento
esercitato dalla disoccupazione di lunga durata, non cercano più attivamente un’occupazione. L’Italia è
uno dei paesi con la più alta percentuale di questa “forza lavoro” in Europa, ben tre volte la media EU-
273. Si stima che, se essa fosse conteggiata dalle statistiche ufficiali, porterebbe il tasso di disoccupazione
“reale” al 20 - 25 %4.
Per questa ragione appare evidente come la fotografia dei disoccupati, presentata nelle prossime pagine,
risulti parziale e riguardi esclusivamente i soggetti effettivamente registrati all’interno delle fonti
amministrative. Nonostante ciò, l’analisi non è priva di interesse in quanto le DID sono l’unica base dati
a disposizione che fornisca informazioni complete e dettagliate a livello locale sui soggetti disoccupati.
Fino al 2015, l’iscrizione al Centro per l’Impiego era anche un prerequisito necessario per accedere ad
alcuni benefici quale l’esenzione dal ticket sanitario. Questa situazione produceva uno scollamento tra la
presentazione della DID e l’effettiva ricerca di lavoro.
Tale problema dovrebbe risolversi grazie ai recenti interventi di riforma del mercato del lavoro (D.lgs.
150/2015) che hanno apportato una serie di modifiche fondamentali anche nella presentazione delle
Dichiarazioni di Immediata Disponibilità al lavoro.
3Si veda (“Cfr.”, di solito io uso questa sigla, che è più “scientifica”): CICCIOMESSERE R., MONDAUTO L., 2013, Le criticità del mercato del lavoro meridionale osservate attraverso le nuove misure delle forze di lavoro potenziali, Italialavoro, Roma.4Si veda: CNEL, Rapporto sul mercato del lavoro 2012-2013 (www.cnel.it).
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Infatti, la nuova normativa prevede che per accedere a prestazioni di carattere sociale previste a livello
nazionale, regionale o comunale non sia più necessario lo stato di disoccupazione bensì la condizione di
non occupazione. Di conseguenza, non è più obbligatoria la presentazione della DID, ma è sufficiente
un’autocertificazione dall’interessato.
Con le nuove disposizioni si consolida il ruolo delle DID come strumento di accesso alle politiche attive
del lavoro. Infatti, la presentazione della Dichiarazioni di disponibilità al lavoro si lega alla stipula di un
Patto di Servizio Personalizzato (PSP), che definisce le modalità di partecipazione ad attività utili
all’accompagnamento verso nuove opportunità lavorative.
Vengono altresì rafforzati i meccanismi di condizionalità per i beneficiari di prestazioni di sostegno al
reddito, prevedendo sanzioni per chi non partecipa ai percorsi di politica attiva del lavoro consigliati e,
più in generale, per chi non rispetta le misure concordate nel Patto di Servizio Personalizzato.
2.1. La consistenza del fenomeno
Nel 2015 le Dichiarazioni di Immediata Disponibilità al lavoro in Provincia di Monza e Brianza
sono state 26547. Il dato globale è in leggero calo rispetto al 2014, quando le DID presentate furono
26840. Si tratta del primo ribasso rispetto all’anno precedente (-1,1%) registrato a partire dal 2008 (figura
2.1), anche se il numero di Dichiarazioni presentate rimane elevato rispetto ai livelli del periodo 2009-
2012.
Figura 2.1 – Numero di Dichiarazioni di immediata disponibilità al lavoro – Serie storica
Fonte: nostre elaborazioni
L’86% dei soggetti che hanno presentato la DID ne hanno presentata solo una, l’8% due e poco più del
4% ben tre. Il numero totale di persone che hanno presentato la Dichiarazione di Immediata Disponibilità
al lavoro è pertanto pari a 24506 individui.
Analizzando il dato per Centro per l’impiego di riferimento, si nota come il calo maggiore sia riscontrabile
nel Vimercatese (-15% rispetto al numero di DID presentate nel 2014), mentre nei comuni che fanno a
8.21315.861
16.42816.971
21.37824.335
26.840
26.547
0
10.000
20.000
30.000
2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015
NumerodiDIDpresentate
Totale CPICesanoM. CPIMonza CPISeregno CPIVimercate
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capo ai CPI di Cesano Maderno e Monza il numero di Dichiarazioni presentate sia ancora in leggero
aumento rispetto al 2014. L’ambito territoriale di Vimercate era quello che aveva fatto registrare un
incremento più sensibile di DID presentate nel 2014. Questo può spiegare parte del netto calo riscontrato
nel confronto 2014-15, ma non giustifica del tutto il fenomeno, poiché, anche nella comparazione 2013-
15, è l’area con il maggiore decremento di DID presentate.
Tabella 2.1 – Dichiarazioni di Immediata Disponibilità all’impiego per CPI di riferimento
Area CPI 2014 2015 Variazione %
Cesano Maderno 5960 6138 3,0 Monza 8376 8832 4,4 Seregno 6977 6881 -1,4 Vimercate 5527 4696 -15,0
Fonte: nostre elaborazioni
A livello comunale, i decrementi più sensibili rispetto al 2014 (evidenziati in blu nella mappa 2.1) si
riscontrano principalmente nel Vimercatese (Vimercate, Cavenago, Mezzago, Agrate, Caponago, Ronco
Briantino, Lesmo). Fuori dall’area di Vimercate i comuni con il saldo maggiormente attivo sono Veduggio
con Colzano, Triuggio, Verano Brianza, Misinto e Lazzate. Muggiò, Vedano, Varedo e Lissone sono,
invece, i comuni con il maggior aumento di DID presentate.
Mappa 2.1 – Variazione % 2014-15 nel numero di DID presentate per comune
Fonte: nostre elaborazioni
9
La distribuzione territoriale delle DID rispecchia quella dei residenti per Centro per l’Impiego di
riferimento (tabella 2.2). Le differenze tra il peso di ogni territorio sul totale delle DID e il corrispettivo
sul totale degli abitanti non vanno oltre i 2 punti percentuali; pertanto, non sono statisticamente rilevanti.
A livello di macro-aree, quindi, l’analisi della distribuzione delle DID non fa emergere contesti territoriali
con particolari emergenze.
Tabella 2.2 – Dichiarazioni di Immediata Disponibilità al lavoro e numero di residenti per Centri per l’impiego di riferimento –
Anno 2015
Area CPI DID 2015 % Residenti 20155 %
Cesano Maderno 6138 23,1 183760 21,2
Monza 8832 33,2 274188 31,7 Seregno 6881 25,9 228021 26,4 Vimercate 4696 17,7 178588 20,6
Fonte: nostre elaborazioni
Per analizzare la distribuzione comunale, il numero di Dichiarazioni di Immediata Disponibilità al lavoro
di ciascun comune è stato rapportato con la popolazione residente (mappa 2.2). I comuni di Cesano
Maderno, Desio e Limbiate sono quelli con il peso maggiore di DID rispetto agli abitanti.
Mappa 2.2 –Rapporto tra numero di DID presentate e popolazione residente per comune – Anno 2015
Fonte: nostre elaborazioni
5Il numero di residenti è quello fornita da ISTAT con riferimento al 1 gennaio 2015
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Mappa 2.3 – Rapporto tra numero di DID presentate e popolazione residente per comune (confronto con
media provinciale) – Anno 2015
Fonte: nostre elaborazioni
Le aree con la consistenza relativa minore di Dichiarazioni di Immediata Disponibilità al lavoro
presentate sono nel Vimercatese e nella zona nord della provincia (Besana, Carate, Briosco, Verano,
Veduggio e Renate). Il Vimercatese è però meno omogeneo. Se Vimercate, Concorezzo e Agrate si
posizionano sotto la media provinciale nel rapporto DID/popolazione residente, la zona collocata
all’estremo oriente della Provincia presenta una situazione meno brillante (mappe 2.3).
2.2. Il profilo dei disponibili al lavoro
La maggior parte delle persone che hanno presentato la Dichiarazione di Immediata Disponibilità
all’impiego sono donne. A Monza e Vimercate la distribuzione è simile alla media provinciale, mentre a
Seregno le donne sono più numerose e la situazione opposta si riscontra a Cesano Maderno (tabella 2.3).
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Tabella 2.3 – Dichiarazioni di Immediata Disponibilità all’impiego per genere (valori percentuali) – Anno 2015
Area CPI Donne Uomini Cesano Maderno 50,8 49,2 Monza 53,1 46,9 Seregno 55,0 46,0 Vimercate 53,1 46,9 Totale 53,0 47,0
Fonte: nostre elaborazioni
La classe d’età 30-54 anni è nettamente quella predominante (tabella 2.4). Approfondendo il dettaglio
dell’analisi, la fascia 30-54 anni è equamente divisa tra under 40 e over 40. Gli over 50 che hanno presentato
la DID sono il 16%.
Tabella 2.4 – Dichiarazioni di Immediata Disponibilità all’impiego per classi di età (valori percentuali) – Anno 2015
<30 anni 30-54 anni >55 anni
Cesano Maderno 34,0 56,9 9,1 Monza 29,8 60,1 10,1 Seregno 30,2 60,5 9,3 Vimercate 33,2 56,8 10,0 Totale 31,5 58,9 9,7
Fonte: nostre elaborazioni Per quanto concerne le differenze geografiche, le percentuali di under 30 più elevate si registrano a Cesano
Maderno e nel Vimercatese, anche se le differenze rispetto agli altri territori non sono particolarmente
marcate (nell’ordine dei 3-4 punti percentuali).
Tabella 2.5– Dichiarazioni di Immediata Disponibilità all’impiego per livelli di istruzione (valori percentuali) – Anno 2015
Licenza elementare/media Diploma Laurea/post-
laurea Cesano Maderno 35,3 50,8 11,6 Monza 29,1 48,2 22,6 Seregno 38,0 47,1 14,9 Vimercate 29,8 54,2 16,0 Totale 32,0 50,4 17,5
Fonte: nostre elaborazioni su dati Comunicazioni Obbligatorie
Il titolo di studio (tabella 2.5) più frequente è il diploma e questa tendenza è presente in tutti i Centri per
l’Impiego. Livelli di istruzione post-secondaria sono stati conseguiti dal 17,5% del totale di coloro che
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hanno presentato una Dichiarazione di Immediata Disponibilità al lavoro. La presenza di soggetti con
elevati titoli di studio è più marcata a Monza rispetto alle altre aree della provincia. Coloro aventi
un’istruzione ferma alla sola scuola dell’obbligo (licenza media o elementare) sono 1/3 delle DID e il loro
peso è più intenso nell’area di Seregno.
2.3. Il successo occupazionale delle DID
Quanti dei 24.506 domiciliati in provincia che hanno presentato la Dichiarazione di Disponibilità
Immediata al lavoro nel 2015 hanno trovato un lavoro durante il corso dell’anno? 12.882 hanno avuto
almeno un avviamento, ovvero hanno instaurato un rapporto di lavoro.
Il successo occupazionale di coloro che hanno presentato la DID al lavoro è pari al 52,6% e si colloca ad
un livello superiore rispetto a quanto riscontrato nel 2014, anno in cui solo il 40,8% dei disponibili al
lavoro era stato oggetto di un nuovo rapporto di lavoro.
In questo paragrafo si presentano brevemente le caratteristiche socio-demografiche di chi ha trovato un
lavoro, comparandole a quelle di chi non ci è riuscito. Per coloro che hanno ottenuto più di un
avviamento si è considerato quello più rappresentativo in termini di durata contrattuale.
La composizione per genere di coloro che hanno presentato la Dichiarazione di Immediata Disponibilità
al lavoro e hanno trovato un impiego (figura 2.2) è pressoché equivalente tra uomini e donne. Tuttavia,
le donne sono più presenti tra coloro che non hanno sperimentato un avviamento nel 2015. Si
confermerebbe, quindi, l’ipotesi che la componente femminile mostra maggiori problematiche di (re-)
inserimento occupazionale.
Figura 2.2 – Distribuzione dei Disponibili al lavoro per genere (valori percentuali) – Anno 2015
Fonte: nostre elaborazioni su dati Comunicazioni Obbligatorie
51
54,3
49
44,7
Avviati2015
Nonavviati2015
Distribuzione%Disponibiliallavoropergenere
Donne Uomini
13
Sul profilo d’età (figura 2.3) si nota come i giovani siano maggiormente presenti tra gli avviati rispetto a
coloro che hanno presentato la DID senza trovare una nuova occupazione durante il 2015. La situazione
per gli over 55 è opposta. Questo dato è rilevante dal momento che la forza lavoro senior è, insieme alle
donne e ai giovani, una di quelle su cui si concentra buona parte delle attenzioni delle politiche attive del
lavoro. Bisogna però rimarcare che, tra coloro che hanno presentato la DID e hanno più di 55 anni, c’è
probabilmente una quota di persone che sono uscite dal mercato del lavoro attraverso strategie aziendali
di accompagnamento verso la pensione.
Figura 2.3 – Distribuzione dei Disponibili al lavoro per classi d’età (valori percentuali) – Anno 2015
Fonte: nostre elaborazioni su dati Comunicazioni Obbligatorie
Per quanto concerne i titoli di studio (figura 2.4) si nota, invece, come i titoli di studio terziari siano più
presenti tra gli avviati rispetto che tra coloro che non hanno trovato un lavoro. Diametralmente opposta
è la situazione per i diplomati. Non si notano invece differenze per quanto riguarda coloro con la scuola
dell’obbligo.
38,9
25,5
55,8
59,4
5,3
15,1
Avviati2015
Nonavviati2015
Distribuzione%Disponibiliallavoroperclassid'età
Under30 30-55 Over55
14
Figura 2.4 – Distribuzione per livello di istruzione dei Disponibili al lavoro (valori percentuali) – Anno 2015
Fonte: nostre elaborazioni su dati Comunicazioni Obbligatorie
Analizzando il tipo di contratto del rapporto di lavoro instaurato (figura 2.5), si nota come la maggior
parte siano contratti a termine. Gli impieghi a tempo indeterminato sono circa il 27%, mentre quasi l’11%
si è inserito nel mercato del lavoro grazie ad un tirocinio.
Figura 2.5 – Distribuzione per tipo di contratto delle DID avviate (valori percentuali) – Anno 2015
Fonte: nostre elaborazioni su dati Comunicazioni Obbligatorie
La distribuzione settoriale premia l’istruzione, seguita dal commercio, dai servizi alle imprese e dalle
costruzioni. L’istruzione è sovra-rappresentata ma il dato è spiegabile attraverso i meccanismi di
reclutamento caratteristici del settore: i supplenti annuali, i cui contratti scadono a giugno, sono obbligati
a presentare la Dichiarazione di Immediata Disponibilità per ottenere l’accesso agli ammortizzatori sociali
26,8
41,9
52,2
47,7
21
10,4
Avviati2015
Nonavviati2015
Distribuzione%DIDperlivellodiistruzione
Licenzaelementare/medie Diploma Laurea/post-laurea
27,2
1,710,4
53,4
7,3
Tempoindeterminato
Apprendistato Tirocinio Tempodeterminato
Altro
Distribuzione%Disponibiliallavoroavviatipertipologiacontrattuale
15
nei mesi estivi, in vista di una nuova supplenza annuale a settembre. I servizi alle imprese sono sotto-
rappresentati rispetto al loro peso sul totale degli avviamenti, segno che hanno assunto una quota non
trascurabile di persone residenti fuori provincia o che non avevano presentato la DID.
Tabella 2.6 – DID avviate per settore di attività economica (Classificazione delle attività economiche ATECO – 1 Digit) – Anno
2015
Classificazione attività economiche % Istruzione 1903 14,8 Commercio all'ingrosso e al dettaglio, riparazione di autoveicoli e motocicli
1567 12,2
Attività manifatturiere 1540 11,9 Noleggio, agenzie viaggio, servizi di supporto a imprese 1031 8,0 Attività di servizi di alloggio e ristorazione 966 7,5 Costruzioni 664 5,2 Trasporto e magazzinaggio 574 4,5 Attività professionali scientifiche e tecniche 520 4,0 Servizi di informazione e telecomunicazioni 456 3,5 Attività di famiglie come datori di lavoro 423 3,3 Sanita e assistenza sociale 381 3,0 Altre attività dei servizi 342 2,7 Attività artistiche, sportive, intrattenimento e divertimento 140 1,1 Attività finanziarie e assicurative 112 0,9 Amministrazione pubblica 90 0,8 Attività immobiliari 83 0,6 Agricoltura, selvicoltura, pesca 56 0,4 Fornitura di acqua, reti fognarie, attività di gestione dei rifiuti e risanamento
49 0,4
Fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata 15 0,1 Estrazioni di minerali da cave o miniere 3 0,02 Organizzazioni e organismi extraterritoriali 3 0,02 Altro (agenzie di somministrazione, non indicato) 1955 15,2 Totale 12882 100
Fonte: nostre elaborazioni su dati Comunicazioni Obbligatorie
Analizzando la sede operativa degli avviamenti riferiti ai soggetti che hanno presentato la Dichiarazione
di Immediata Disponibilità al lavoro nel 2015 (figura 2.7), si nota come una quota consistente (circa il
48%) sia dislocata fuori provincia. Il 36,3% di questi avviamenti fuori provincia è presso datori di lavoro
con sede nel comune di Milano.
16
Tabella 2.7 – Provincia sede operativa
Sede Valore assoluto %
Sede in provincia MB 6706 52,1 Sede fuori in provincia MB
6176 47,9
Totale 12882 100
Fonte: nostre elaborazioni su dati Comunicazioni Obbligatorie
17
3. L’ANALISI DELLE COMUNICAZIONI OBBLIGATORIE Nel capitolo precedente si sono analizzati gli avviamenti riferiti ad una specifica categoria di soggetti,
ovvero a coloro che hanno registrato il proprio stato di disoccupazione presso i Centri per l’Impiego della
provincia. Di conseguenza, il quadro presentato è parziale. Infatti, le dinamiche del mercato del lavoro
locale sono più ampie e coinvolgono tutte le imprese e gli abitanti della provincia.
Uno studio completo delle Comunicazioni Obbligatorie permette, invece, di approfondire l’analisi
presentando una panoramica generale del mercato del lavoro della provincia di Monza e Brianza
concentrandosi sugli andamenti dei principali indicatori.
I dati utilizzati provengono dal Sistema Informatico per le Comunicazioni Obbligatorie (SISCO) del Ministero del
Lavoro6, che costituisce il punto di raccolta per l’invio on-line delle comunicazioni di instaurazione,
proroga, trasformazione e cessazione di un rapporto di lavoro, da parte di tutti i soggetti obbligati e
abilitati.
A differenza dei dati ISTAT sulle Forze Lavoro, le informazioni raccolte non sono frutto di un’indagine
campionaria (evitando così problemi legati alla desiderabilità sociale, ai tassi di risposta e a meccanismi di
auto-selezione dei rispondenti), ma sono un vero e proprio censimento del fenomeno oggetto di studio
e forniscono informazioni sull’intera carriera lavorativa degli individui registrati.
È però necessario sottolineare come tali informazioni siano in grado di cogliere solo una parte – anche
se rilevante – della forza lavoro presente nel territorio. Infatti, l’unione degli archivi amministrativi lascia
principalmente scoperti due ambiti:
• esperienze lavorative extra territoriali (in assenza di accordi internazionali);
• le attività che non richiedono una comunicazione obbligatoria né l’iscrizione al Registro Imprese,
ovvero le esperienze di praticantato professionale (legato all’accesso agli ordini professionali) e le
attività autonome non di tipo imprenditoriale.
In questa sede si analizzeranno i dati 2015 relativi agli avviamenti, alle cessazioni e agli avviati e le loro
caratteristiche. Ci si concentrerà sulle informazioni relative sia ai rapporti di lavoro instaurati da datori di
lavoro con sede in provincia di Monza e Brianza sia a quelli che coinvolgono persone residenti nella
provincia indipendentemente dalla sede operativa di lavoro.
Si presenteranno, inoltre, alcuni focus su tematiche rilevanti per le dinamiche del mercato del lavoro: i
licenziamenti collettivi (che rappresentato una delle principali criticità che permettono di individuare le
imprese in particolari situazioni di crisi o riorganizzazione aziendale) e le trasformazioni di contratti
6 Rientrano nei contratti oggetto di analisi quasi tutte le modalità di instaurazione del rapporto di lavoro (Art.9 Bis., Comma 2, D.L. 1/Ottobre 1996, n.510), compresi i tirocini di formazione e orientamento e ogni altro tipo di esperienza lavorativa ad essi assimilati.
18
(particolarmente rilevanti per l’anno oggetto d’analisi, vista l’entrata in vigore delle riforme nazionali in
merito al mercato del lavoro, ovvero il cosiddetto Jobs Act).
È opportuno ricordare che con il termine “avviamento” si intende un determinato evento rappresentato
dall’instaurazione di un rapporto di lavoro tra un individuo e un datore di lavoro. I dati relativi agli
avviamenti potrebbero parzialmente distorcere l’analisi del reale andamento del mercato del lavoro,
poiché lo stesso lavoratore può avere più avviamenti durante l’anno, anche con lo stesso datore di lavoro.
Questo è un fenomeno piuttosto frequente nelle attività alberghiere e commerciali o in contesti
caratterizzati dalla prevalenza di contratti atipici nelle nuove opportunità di lavoro. Gli avviati al lavoro,
invece, si differenziano dagli avviamenti in quanto rappresentano i singoli lavoratori avviati per ciascun
datore di lavoro. Nelle analisi sugli avviati sono stati quindi conteggiati solo una volta gli avviamenti
plurimi verso lo stesso lavoratore effettuati dal medesimo datore di lavoro nel corso dell’anno.
L’Italia è un paese con un’alta incidenza di contratti atipici. Infatti, nel primo semestre del 2014, prima
del combinato disposto dai recenti interventi legislativi (Jobs Act – Esonero contributivo), ben l’85% dei
nuovi contratti era “atipico” o a termine (tabella 3.1).
Tabella 3.1 – Analisi Comunicazioni Obbligatorie in Italia – Primo semestre anno 2014
Tipologia contrattuale Valore Assoluto %
Tempo Indeterminato 403.036 15,1 Tempo Determinato 1.848.147 69,6 Apprendistato 81.954 3,1 Contratti di Collaborazione 153.313 5,7 Altro 165.198 6,2 Totale 2.651.648 100
Fonte: Elaborazioni dati Ministero del lavoro
È evidente come un mercato del lavoro con queste caratteristiche possa produrre differenze piuttosto
marcate tra il numero di lavoratori e il numero di avviamenti al lavoro, per il semplice fatto che molte
persone trovano più di un lavoro durante l’anno. Infatti, l’analisi degli avviamenti delle persone residenti
in provincia di Monza e Brianza nel 2014 ha mostrato come un quarto della forza lavoro residente in
Provincia abbia trovato almeno due lavori durante l’anno. Nel 2014 in Brianza la differenza tra avviamenti
e avviati si attestava a circa il 28%. Tali considerazioni mostrano l’importanza di analizzare entrambi
questi aspetti. Inoltre, è rilevante verificare, alla luce degli interventi legislativi recenti, se la forte incidenza
di contratti atipici o a tempo determinato venga confermata anche nel 2015 con la stessa portata
riscontrata nei precedenti anni.
19
3.1. Gli avviamenti
Gli avviamenti possono essere analizzati sia dal lato dei residenti che da quello dei datori di lavoro.
Nel primo caso, si presentano dati relativi agli avviamenti riguardanti i cittadini residenti in provincia di
Monza e Brianza indipendentemente dalla sede dell’impresa che li ha assunti; nel secondo caso, invece,
si presentano informazioni relative agli avviamenti effettuati dai datori di lavoro con sede operativa in
provincia di Monza e Brianza indipendentemente da dove sia residente il neo-assunto.
3.1.1. Gli avviamenti di persone residenti in Provincia di Monza e della Brianza
Il numero totale di avviamenti che nel 2015 ha coinvolto persone residenti in provincia di Monza
e Brianza è pari a 123.369. Rispetto al 2014 si segnala un incremento sensibile di quasi il 15% (tabella
3.2).
Tabella 3.2 – Avviamenti relativi ai residenti in provincia di Monza e Brianza
Valore Assoluto Variazione % 2014 107338 2015 123369 Variazione +16031 +14,9%
Fonte: nostre elaborazioni su dati Comunicazioni Obbligatorie
La maggior parte di questi avviamenti ha interessato uomini, i quali rappresentano il 53% del totale. Si
osservi anche come, rispetto all’anno precedente, il peso della componente maschile sia leggermente
aumentato. (figura 3.1).
Figura 3.1 – Avviamenti relativi ai residenti in Provincia di Monza e della Brianza per genere (valori percentuali)
Fonte: nostre elaborazioni su dati Comunicazioni Obbligatorie
47,7
49,7
53,3
50,3
%2015
%2014
Distribuzione%avviamentiresidentiMBpergenere
Donne Uomini
20
La maggior parte degli avviamenti si colloca nella classe d’età centrale (30-54 anni), anche se una buona
quota di persone ha meno di 30 anni (figura 3.2).
Figura 3.2 – Avviamenti relativi a residenti in Provincia di Monza e della Brianza per classi d’età (valori percentuali)
Fonte: nostre elaborazioni su dati Comunicazioni Obbligatorie
Non si riscontrano particolari differenze nella distribuzione degli avviamenti dei residenti in provincia
rispetto a quanto riscontrato nel 2014. Approfondendo più nel dettaglio l’analisi, si nota come la
maggioranza degli avviamenti abbia riguardato persone con meno di 45 anni. La sotto-classe d’età
specifica più interessata è quella 26-35 anni, dato particolarmente rilevante dal momento che questa fascia
d’età corrisponde ad una fase solitamente cruciale per quanto riguarda la stabilizzazione della propria
presenza nel mercato del lavoro. Gli avviamenti che hanno coinvolto persone con più di 55 anni sono
invece limitati al 7% del totale. Quelli riferiti a persone over 60 sono il 2,4%.
Il tipo di contratto più frequente tra gli avviamenti è quello a tempo determinato. L’elevata percentuale
di contratti a termine non è sorprendente considerando che tra gli avviamenti sono prese in analisi tutte
le singole instaurazioni anche se ripetute sullo stesso soggetto (figura 3.3).
Appare ovvio il fatto che coloro che hanno stipulato più contratti nel corso dello stesso anno tendano a
ricadere nelle forme contrattuali più atipiche. Nonostante ciò, si nota un sensibile incremento di
avviamenti a tempo indeterminato rispetto al 2014.
37
37,4
55,9
55,8
7,1
6,8
%2015
%2014
Distribuzione%avviamentiresidentiMBperclassid'età
Finoa29anni 30-54 Oltre55anni
21
Figura 3.3 – Avviamenti relativi a residenti in provincia di Monza e della Brianza per tipo di contratto (valori percentuali)
Fonte: nostre elaborazioni su dati Comunicazioni Obbligatorie
Al lordo di eventuali proroghe, la durata iniziale media dei contratti non a tempo indeterminato è pari a
87 giorni. Gli eventi giornalieri (ovvero i rapporti di lavoro che durano non più di due giorni) sono quasi
il 19,5% del totale.
3.1.2. Gli avviamenti da parte di datori di lavoro con sede in provincia di Monza e della Brianza
Gli avviamenti effettuati da datori di lavoro con sede operativa in provincia di Monza e Brianza
sono pari a 106.488, di cui 53.402 verso soggetti residenti in provincia e 53.086 verso persone con
residenza in altre aree. Come per gli avviamenti dei residenti in provincia, anche il dato su quelli effettuati
dalle aziende brianzole è in significativo aumento. La crescita è leggermente superiore a quella registrata
a livello regionale, dove l’incremento riscontrato è del 12,5% per gli avviamenti depurati degli eventi
giornalieri (il cui tasso di crescita è pari al 10,5%)7.
Tabella 3.3 – Avviamenti relativi a datori di lavoro con sede operativa in provincia di Monza e Brianza
Valore assoluto Variazione % 2014 93730 2015 106488 Variazione +12758 +13,6%
Fonte: nostre elaborazioni su dati Comunicazioni Obbligatorie
7Fonte: rapporto Arifl 2015.
22,3
58,3
1,9 4,2 3,69,7
14
61,2
2,97,6 3,5
10,8
TempoIndeterminato
TempoDeterminato
Apprendistato ContrattidiCollaborazione
Tirocini Altro
Distribuzione%avviamentiresidentiMBpertipologiacontrattuale
%2015 %2014
22
La durata media degli avviamenti a termine è pari a 95 giorni, non considerando eventuali successive
proroghe o trasformazioni del contratto. Gli eventi giornalieri sono poco più del 13%, collocandosi ad
un livello decisamente inferiore (-6 punti percentuali) rispetto a quelli che coinvolgono i residenti.
Figura 3.4 – Avviamenti relativi a datori di lavoro con sede in provincia di Monza e della Brianza per genere (valori percentuali)
Fonte: nostre elaborazioni su dati Comunicazioni Obbligatorie
Il profilo di genere e d’età degli avviamenti effettuati da imprese con sede operativa nella provincia di
Monza e Brianza è sostanzialmente simile a quello descritto nel paragrafo precedente sui residenti, sia
nella distribuzione che nelle tendenze rispetto al 2014 (figura 3.4-3.5).
Figura 3.5 – Avviamenti relativi a datori di lavoro con sede in provincia di Monza e della Brianza per classi d’età (valori
percentuali)
Fonte: nostre elaborazioni su dati Comunicazioni Obbligatorie
48,5
50,5
51,5
49,5
%2015
%2014
Distribuzione%avviamentiimpreseconsedeMBpergenere
Donne Uomini
34,7
35,5
58,4
58,2
6,9
6,4
%2015
%2014
Distribuzione%avviamentiimpreseconsedeMBperclassid'età
Finoa30anni 30-54 55+
23
Anche per quanto concerne gli avviamenti da parte di datori di lavoro con sede a Monza e Brianza, i
contratti a tempo determinato e quelli atipici in generale sono i più diffusi, anche se si nota una
percentuale di avviamenti a tempo indeterminato (25,6%) leggermente superiore (3 punti percentuali)
rispetto al dato relativo agli avviamenti dei residenti della provincia.
Figura 3.6 – Avviamenti relativi a datori di lavoro con sede in provincia di Monza e della Brianza per tipo di contratto (valori
percentuali)
Fonte: nostre elaborazioni su dati Comunicazioni Obbligatorie
I contratti a tempo indeterminato sono in aumento di 7,7 punti percentuali, mentre le collaborazioni a
progetto, coordinate e continuative sono calate sensibilmente. L’aumento dei contratti a tempo
indeterminato è leggermente superiore rispetto al dato a livello regionale (dove l’incremento è di 8,1 punti
percentuali).
Se si passa poi all’analisi dei settori, quelli che hanno segnato il maggior numero di avviamenti sono i
servizi alle imprese, le attività manifatturiere e il commercio (tabella 3.4). L’alta percentuale relativa
all’istruzione è parzialmente dovuta alla reiterazione, tipica di quel settore, di contratti a tempo
determinato sui supplenti, che genera di conseguenza un numero sostanzioso di avviamenti.
25,6
55,2
1,7 3,9 3,410,1
17,9
59,1
2,8 6,23,2
10,8
TempoIndeterminato
TempoDeterminato
Apprendistato ContrattidiCollaborazione
Tirocini Altro
Distribuzione%avviamentiimpreseconsedeMBpertipologiacontrattuale
%2015 %2014
24
Tabella 3.4 – Avviamenti relativi a datori di lavoro con sede in provincia di Monza e della Brianza per settore di attività economica
(Classificazione delle attività economiche ATECO-1 Digit) – Anno 2015
Classificazione attività economiche Frequenze %
Attività manifatturiere 11988 11,3 Noleggio, agenzie viaggio, servizi di supporto a imprese 11781 11,1 Commercio all'ingrosso e al dettaglio, riparazione di autoveicoli e motocicli 10976 10,3 Istruzione 10880 10,2 Attività di servizi di alloggio e ristorazione 7246 6,8 Costruzioni 5332 5,0 Trasporto e magazzinaggio 5027 4,7 Attività di famiglie come datori di lavoro 3918 3,7 Attività professionali scientifiche e tecniche 3763 3,5 Sanita e assistenza sociale 3263 3,1 Servizi di informazione telecomunicazioni 2922 2,7 Altre attività dei servizi 2480 2,3 Attività artistiche, sportive, intrattenimento e divertimento 1644 1,5 Amministrazione pubblica 780 0,7 Agricoltura, selvicoltura, pesca 454 0,4 Attività finanziarie e assicurative 397 0,4 Attività immobiliari 365 0,3 Fornitura di acqua, reti fognarie, attività di gestione dei rifiuti e risanamento 234 0,2 Fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata 46 0,0 Estrazioni di minerali da cave o miniere 5 0,0 Organizzazioni e organismi extraterritoriali 5 0,0 Altro (agenzie di somministrazione, non indicato) 22920 11,3 Totale 106488 100
Fonte: nostre elaborazioni su dati Comunicazioni Obbligatorie
3.2. Gli avviati
Prima di procedere alla presentazione dei dati si ricorda che nella seguente analisi degli avviati al
lavoro sono stati considerati i rapporti d’impiego instaurati depurati dalle ripetizioni degli avviamenti della
stessa persona con lo stesso datore di lavoro. Si è scelta questa definizione per mantenere nell’analisi i
rapporti di lavoro instaurati dallo stesso soggetto con differenti datori di lavoro. Infatti, queste
instaurazioni rappresentano comunque impieghi diversi tra loro in quanto sono rapporti di lavoro distinti,
le cui caratteristiche sono importanti poiché rappresentano ciò che è richiesto dal mercato del lavoro.
3.2.1. Gli avviati residenti in provincia di Monza e della Brianza Gli avviati nel 2015 residenti in provincia di Monza e Brianza sono 88.491, un valore in netto
aumento rispetto al 2014 (tabella 3.5).
25
Tabella 3.5 – Avviati al lavoro residenti in provincia di Monza e Brianza
Valore assoluto Variazione % 2014 76203 2015 88491 Variazione +12228 +16,1%
Fonte: nostre elaborazioni su dati Comunicazioni Obbligatorie
Come già riscontrato per gli avviamenti, circa il 53-54% sono uomini (figura 3.7) mentre per quanto
riguarda i profili di età prevalgono le persone nella fascia dai 30 ai 54 anni (figura 3.8). La distribuzione
delle classi di età ricalca quella riscontrata nel 2014.
Figura 3.7 – Avviati residenti in provincia di Monza e della Brianza per genere (valori percentuali)
Fonte: nostre elaborazioni su dati Comunicazioni Obbligatorie
Figura 3.8 – Avviati residenti in provincia di Monza e della Brianza per classi d’età (valori percentuali)
Fonte: nostre elaborazioni su dati Comunicazioni Obbligatorie
46,3
47,9
53,7
52,1
%2015
%2014
Distribuzione%avviatiresidentiMBpergenere
Donne Uomini
37,5
38,1
55,2
55
7,3
6,9
%2015
%2014
Distribuzione%avviatiresidentiMBperclassid'età
Finoa30anni 30-54 Oltre55anni
26
Si osservi come prevalgano i contratti atipici, mentre quelli a tempo indeterminato rappresentano circa
1/3 dei rapporti di lavoro instaurati con gli avviati residenti in provincia (figura 3.9). Il peso dei contratti
a tempo indeterminato è però in crescita di circa 10 punti percentuali rispetto all’anno precedente.
Figura 3.9 – Avviati residenti in provincia di Monza e della Brianza per tipo di contratto (valori percentuali)
Fonte: nostre elaborazioni su dati Comunicazioni Obbligatorie
Per quanto concerne la distribuzione geografica per comune di residenza, gli avviati provengono dai
centri più popolosi della provincia (mappa 3.1)
Mappa 3.1 – Avviati per comune di residenza- Anno 2015
Fonte: nostre elaborazioni su dati Comunicazioni Obbligatorie
30,8
48,4
2,4 3,9 4,410,1
19,5
53
3,78 4,5
11,3
TempoIndeterminato
TempoDeterminato
Apprendistato ContrattidiCollaborazione
Tirocini Altro
Distribuzione%avviatiresidentiMBpertipologiacontrattuale
%2015 %2014
27
Pesando il numero di residenti avviati sul numero di abitanti del comune8, quelli con le maggiori
performance sono, nell’ordine, Limbiate, Desio, Nova Milanese, Cavenago Brianza, Busnago, Cesano
Maderno, Carnate, Mezzago e Vimercate. Dall’altro lato si collocano Misinto, Biassono, Besana Brianza,
Briosco e Camparada. La differenza tra il gruppo dei comuni più performanti e quello delle zone con
meno avviati rispetto alla popolazione si aggira intorno al 30%.
È interessante la collocazione di Limbiate in cima a questa classifica dal momento che si era distinto sia
nel secondo capitolo di questo rapporto che negli anni precedenti come uno dei comuni in cui il peso
relativo del numero di Dichiarazioni di Immediata Disponibilità al lavoro presentate è sopra la media. Il
numero relativamente alto di avviati è, invece, il segno che nel 2015 la situazione occupazionale di questo
comune sembrerebbe far registrare una certa dinamicità. Però, anche nel 2014 Limbiate mostrava un
rapporto tra avviati residenti e abitanti tra i maggiori in provincia. Questo dato mette in luce le difficoltà
di raggiungere un inserimento stabile nel mercato del lavoro che non si traduce in occupazioni a termine
difficili da mantenere. 3.2.2. Gli avviati da parte di datori di lavoro con sede operativa in provincia di Monza e della Brianza
Gli avviati da parte di datori di lavoro con sede operativa nella provincia di Monza e Brianza nel
2015 sono pari a 83.016, un dato in sensibile aumento rispetto al 2014 (tabella 3.6).
Tabella 3.6 – Avviati da datori di lavoro con sede operativa in provincia di Monza e Brianza
Valori assoluti Variazione % 2014 72572 2015 83016 Variazione +10444 +14,4%
Fonte: nostre elaborazioni su dati Comunicazioni Obbligatorie
Analogamente a quanto osservato nelle analisi precedenti, la distribuzione in termine di genere è quasi
identica a quella registrata nel 2014 e vede una leggera prevalenza di uomini (figura 3.10).
8È stata considerata la popolazione residente alla data del 1 gennaio 2015 (fonte ISTAT).
28
Figura 3.10 - Avviati da datori di lavoro con sede in provincia di Monza e della Brianza per genere (valori percentuali)
Fonte: nostre elaborazioni su dati Comunicazioni Obbligatorie
Analizzando la classe di età si osserva come la maggioranza degli avviati si collochi tra i 30 e i 54 anni
(figura 3.11).
Figura 3.11 – Avviati da datori di lavoro con sede in provincia di Monza e della Brianza per classi d’età (valori percentuali)
Fonte: nostre elaborazioni su dati Comunicazioni Obbligatorie
Per quanto riguarda la tipologia di contratti, coloro ai quali è stato stipulato un contratto a tempo
indeterminato rappresentano sempre 1/3 del totale degli avviati da datori di lavoro con sede in provincia
di Monza e Brianza, livello simile a quello registrato per i residenti (figura 3.12).
45,6
47,1
54,4
52,9
%2015
%2014
Distribuzione%avviatiimpresesedeMBpergenere
Donne Uomini
35,1
35,9
57,6
57,4
7,3
6,7
%2015
%2014
Distribuzione%impresesedeMBperclassid'età
Finoa30anni 30-54 Oltre55anni
29
Figura 3.12 – Distribuzione per tipo di contratto degli avviati relativi a datori di lavoro con sede operativa in provincia di Monza e della Brianza (valori percentuali)
Fonte: nostre elaborazioni su dati Comunicazioni Obbligatorie
Monza, Vimercate, Seregno e Lissone sono i centri nevralgici in cui si concentra il maggior numero di
imprese che hanno avviato lavoratori nel 2015 (mappa 3.2).
Mappa 3.2 – Avviati per sede dell’impresa – Anno 2015
Fonte: nostre elaborazioni su dati Comunicazioni Obbligatorie
32,6
46,7
2 3,2
3,7
11,8
22,7
50,6
3,3 6,5
3,8
13,1
T EMPOI NDETERM INATO
T EMPOD ETERM INATO
A PPREND I S TATO CONTRATT I D IC OLLABORAZ IONE
T IROC IN I A LTRO
Distribuzione%avviatidaimpreseconsedeaMBpertipologiacontrattuale
%2015 %2014
30
Avendo già analizzato nel paragrafo precedente le residenze degli avviati al lavoro nel 2015 (mappa 3.1),
si propone anche un confronto, per comune, tra la quota di avviati da parte di imprese presenti sull’area
comunale e il numero totale degli avviati residenti (considerando anche quelli assunti da datori di lavoro
di altri comuni). Questa comparazione (mappa 3.3) permette di mettere in evidenza i territori più attivi,
in cui le imprese attingono più intensamente dall’esterno e quelli in cui le opportunità di lavoro sono
invece più scarse. Monza, Busnago, Agrate Brianza, Concorezzo, Seregno e Vimercate sono i comuni in
cui le assunzioni da parte delle imprese locali nel 2015 sono state superiori rispetto ai lavoratori residenti
avviati nel medesimo periodo. Limbiate e Cesano Maderno sono invece caratterizzati dalla situazione
opposta: il numero di residenti avviati è maggiore rispetto alle opportunità di lavoro locali.
Mappa 3.3 – Differenza tra numero avviati da imprese con sede nel comune e avviati residenti per
comune – Anno 2015
Fonte: nostre elaborazioni su dati Comunicazioni Obbligatorie
Più interessante è, invece, un’analisi dei principali settori delle imprese brianzole che hanno avviato al
lavoro nel 2015 (tabella 3.7).
Il manifatturiero è il settore con più avviati nell’anno oggetto di analisi (il 13,5% del totale) seguito a
stretta distanza dal commercio e dal noleggio, agenzie di viaggio e servizi di supporto alle imprese. Circa
il 9% degli avviati è nel settore dell’istruzione. L’alberghiero coinvolge circa l’8% degli avviati da imprese
della provincia, mentre costruzioni e trasporti si collocano appena sotto il 6%.
31
Tabella 3.7– Avviati da datori di lavoro con sede in provincia di Monza e Brianza per settore di attività economica (Classificazione
attività economiche ATECO-1 Digit) – Anno 2015
Classificazione attività economiche Frequenze % Attività manifatturiere 11,201 13,5 Commercio all'ingrosso e al dettaglio, riparazione di autoveicoli e motocicli 10,368 12,5 Noleggio, agenzie viaggio, servizi di supporto a imprese 9,891 11,9 Istruzione 7,345 8,8 Attività di servizi di alloggio e ristorazione 6,598 7,9 Costruzioni 4,916 5,9 Trasporto e magazzinaggio 4,785 5,8 Attività di famiglie come datori di lavoro 3,866 4,7 Attività professionali scientifiche e tecniche 3,216 3,9 Sanita e assistenza sociale 3,014 3,6 Servizi di informazione telecomunicazioni 2,57 3,1 Altre attività dei servizi 2,328 2,8 Attività artistiche, sportive, intrattenimento e divertimento 1,376 1,7 Amministrazione pubblica 666 0,8 Agricoltura, selvicoltura, pesca 404 0,5 Attività finanziarie e assicurative 369 0,4 Attività immobiliari 356 0,4 Fornitura di acqua, reti fognarie, attività di gestione dei rifiuti e risanamento 224 0,3 Fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata 42 0,1 Estrazioni di minerali da cave o miniere 4 0,0 Organizzazioni e organismi extraterritoriali 5 0,0 Altro (agenzie di somministrazione, non indicato) 9472 11,4 Totale 83016 100
Fonte: nostre elaborazioni su dati Comunicazioni Obbligatorie
L’analisi può essere approfondita esaminando la distribuzione degli avviati per micro-settori. In particolar
modo, ci si concentra, presentando i dati raffrontati con il 2014, sui macro-settori economici che
rivestono un ruolo rilevante in termini di specificità territoriale nella provincia di Monza e Brianza: i
servizi locali e il settore produttivo.
Tra i settori più rilevanti nell’ambito del terziario si segnalano la ristorazione (in forte ascesa, se comparata
al dato 2014), le attività di pulizia e i servizi logistici (in calo rispetto all’anno precedente) e quello dei
servizi di supporto alle imprese che si concentrano nell’area intorno al capoluogo di provincia. Si segnala
anche il forte ruolo esercitato dal settore dell’istruzione, i cui meccanismi assunzionali sono, però, legati
ad un sistema complesso di graduatorie e non possono essere influenzati dalle politiche per il lavoro. Nel
commercio al dettaglio si nota un incremento degli avviati in esercizi specializzati a discapito di quelli non
specializzati.
32
In generale, considerando anche il settore dell’istruzione, emergono i settori “tipici” dei servizi locali ad
alta intensità di lavoro che ormai si distinguono come peculiarità non solo della provincia di Monza e
Brianza9, ma addirittura di quasi tutte le principali province e aree metropolitane italiane (tabella 3.8).
Gli avviati nei servizi si concentrano nel capoluogo e in alcuni dei principali centri della provincia
(Seregno e Vimercate). Rilevante è anche la zona di Busnago, dove è dislocato un importante centro
commerciale.
Tabella 3.8 – Avviati per principali micro-settori nell’ambito dei servizi (ATECO 2 Digits5)
Classificazione attività 2014 2015 Variazione %
Attività di pulizia e disinfestazione 4007 3574 -10,8 Attività di supporto ai trasporti 3633 3270 -10,0 Commercio al dettaglio di altri prodotti in esercizi specializzati 1573 1636 4,0 Commercio al dettaglio in esercizi non specializzati 1288 1098 -14,8 Commercio all'ingrosso di beni di consumo finale 2565 2527 -1,5 Istruzione secondaria 3998 4498 12,5 Pubblicità 1491 1567 5,1 Ristoranti e attività di ristorazione mobile 3672 4221 15,0 Servizi di supporto alle imprese 2913 3091 6,1
Fonte: nostre elaborazioni su dati Comunicazioni Obbligatorie
In riferimento alle attività produttive, l’ambito più significativo fa riferimento al settore dell’edilizia e
costruzione, con l’installazione di impianti elettrici ed idraulici. Se invece si analizza il settore
manifatturiero, si nota come questo rimane ad appannaggio del settore Hi-Tech, con la produzione di
software nell’area del Vimercatese. Rispetto al 2014 si segnala un calo della fabbricazione di articoli in
materie plastiche (-6%), ma soprattutto della fabbricazione di saponi e prodotti cosmetici (anche se
questo è un micro-settore meno prevalente nel contesto di Monza Brianza) e della fabbricazione di
macchine di impiego generale (-11%). Si nota, invece, una forte crescita degli avviati nella fabbricazione
di elementi da costruzione in metallo e nella produzione di software e consulenza informatica (tabella 3.9).
Dal punto di vista geografico, gli avviati in queste attività si addensano nel Vimercatese (Vimercate e
Concorezzo) e nella zona di Carate Brianza, come già evidenziato nel 2014.
9Analoghe (se non quasi identiche) osservazione sono state fatte nell’analisi territoriale in provincia di Como. GIUBILEO F., 2015, Il lavoro a Como. Un mercato in movimento, Meet.
33
Tabella 3.9 – Avviati per principali micro-settori nell’ambito delle attività produttive.
Classificazione attività 2014 2015 Variazione %
Installazione di impianti elettrici ed idraulici 1849 1805 -2,4 Fabbricazione di altre macchine di impiego generale 777 786 1,2 Fabbricazione di altri prodotti in metallo 532 535 0,6 Fabbricazione di articoli in materie plastiche 660 617 -6,5 Fabbricazione di elementi da costruzione in metallo 538 597 11,0 Fabbricazione di macchine di impiego generale 388 344 -11,3 Fabbricazione di mobili 1167 1155 -1,0 Fabbricazione di saponi, di prodotti per la pulizia e cosmetici 530 215 -59,4 Produzione di software, consulenza informatica e attività connesse 1555 1735 11,6 Trattamento e rivestimento dei metalli; lavori di meccanica generale 957 764 -2,4
Fonte: nostre elaborazioni su dati Comunicazioni Obbligatorie
3.3. La mobilità occupazionale Nei paragrafi precedenti sono stati analizzati gli avviamenti e gli avviati al lavoro con riferimento
alla provincia di Monza e Brianza nel suo complesso. In particolare ci si è concentrati sulle instaurazioni
di rapporti di lavoro riferite ai residenti e su quelle effettuate da datori di lavoro con sede a Monza e
Brianza.
Rilevante è però anche distinguere i flussi in ingresso e in uscita dalla provincia (tabella 3.10). Infatti, il
dato complessivo può nascondere differenti tendenze.
L’analisi dei flussi in ingresso si concentra sulla provenienza dei lavoratori assunti dalle imprese con sede
nella provincia di Monza e Brianza, per distinguere quanto queste ultime hanno pescato tra i residenti
oppure se si sono rivolte a forza lavoro proveniente da altre aree. La stessa analisi viene ripetuta sui
residenti avviati al lavoro per identificare l’incidenza dei flussi in uscita, ovvero la quota di lavoratori
residenti in provincia che lavorano in altre aree del paese.
Tabella 3.10– Flussi in entrata e uscita degli avviati relativi alla Provincia di Monza e della Brianza
Caratteristica Valore
assoluto 2012
Valore assoluto
2014
Valore assoluto
2015
Variazione %
2015/14
Variazione %
2015/12 Non residenti che lavorano in Provincia 24682 37737 42808 +13,4% +73,4%
Residenti in Provincia che lavorano in altre province 29722 41481 48429 +16,8% +62,9%
Fonte: nostre elaborazioni su dati Comunicazioni Obbligatorie
34
Come si nota dalla tabella 3.10, entrambi i fenomeni hanno consistenze rilevanti. In particolare, si può
osservare la continua crescita della quota di avviati al lavoro che provengono da altre province. Il
fenomeno è in costante crescita dal 2012, ma dopo un netto aumento nel periodo 2012-14 (+52%),
l’incremento rilevato nel 2015 è meno notevole anche se rimane sensibile. Anche il numero di residenti
nella provincia di Monza e Brianza che si sposta verso altre province per lavorare è in costante aumento.
Alla luce di questi dati generali, diventa interessante verificare da dove provengono i non residenti che
lavorano in provincia e verso dove si muovono i brianzoli avviati fuori dalla provincia nel 2015.
Tabella 3.11 – Destinazione dei residenti avviati fuori provincia – Anno 2015
Comune di destinazione Avviati Milano 18709 Sesto San Giovanni 1294 Cinisello Balsamo 1267 Paderno Dugnano 921 Cologno Monzese 834 Roma 796 Cernusco sul Naviglio 657 Saronno 656 Como 559 Mariano Comense 544
Fonte: nostre elaborazioni su dati Comunicazioni Obbligatorie
Osservando in dettaglio la mobilità occupazionale dentro e fuori la provincia emergono alcuni dettagli
interessanti: si conferma, infatti, come rilevante il ruolo del capoluogo lombardo. Il comune di Milano
rappresenta sotto molti punti di vista un vero e proprio hub di opportunità di lavoro. Con oltre 400 mila
avviamenti all’anno10, è probabilmente la città italiana che più si avvicina a quel modello di metropoli
ben descritte nel libro di Enrico Moretti, La nuova geografia del lavoro (2013, Mondadori), dove si concentra
allo stesso tempo un elevato numero di professionisti con un alto capitale umano (materie bancarie,
assicurative e giuridiche) e contemporaneamente una fortissima intensità di lavoro nel settore terziario a
bassa qualifica11.
10Provincia di Milano, 2012, Gli anni dell’incertezza. Economia e mercato del lavoro in provincia di Milano. Rapporto 2010-2011, Osservatorio Mercato del Lavoro, FrancoAngeli, Milano. 11 Si veda: GIUBILEO F. e CAIELLO S., Dove si trova lavoro a Milano, SecondavistaEdizioni. Link: file:///C:/Users/Giubi/Downloads/Dove%20si%20trova%20lavoro%20a%20Milano.pdf
35
Mappa 3.4 – Dislocazione sedi operative in cui sono occupati i residenti a Monza e Brianza che lavorano
fuori provincia – Anno 2015
Fonte: nostre elaborazioni su dati Comunicazioni Obbligatorie
Oltre al capoluogo lombardo, si segnalano anche i principali comuni dell’hinterland a nord di Milano. Per
quanto riguarda i comuni più attrattivi fuori dalle province di Milano e Monza si notano Roma, Como,
Saronno e Mariano Comense. Il quadro emerso rispecchia quello registrato nel 2014.
Tabella 3.12 – Principali province di provenienza dei non residenti che lavorano in provincia di Monza e della Brianza – Anno
2015 Provincia di residenza Avviati Milano 17819 Como 3004 Lecco 2979 Bergamo 2184 Varese 1271 Roma 786 Pavia 693 Napoli 618 Brescia 617 Torino 610
Fonte: nostre elaborazioni su dati Comunicazioni Obbligatorie
36
Per quanto riguarda il flusso contrario, rispecchiando la situazione emersa nel 2014, non mancano i
pendolari che dal cuore metropolitano milanese si spostano in Brianza per lavoro (tabella 3.12). In
particolare, questi movimenti di pendolari arrivano dai comuni di Milano (6265), Cinisello Balsamo
(1232), Sesto San Giovanni (998), Cologno Monzese (705) e Paderno Dugnano (665). Le altre principali
province da cui provengono i lavoratori avviati in provincia di Monza sono quelle limitrofe, come Lecco,
Como e Bergamo. Tra le non lombarde si segnalano Roma e Napoli.
Mappa 3.5 – Comune di residenza dei lavoratori impiegati a Monza e Brianza ma non residenti nella
provincia – Anno 2015
Fonte: nostre elaborazioni su dati Comunicazioni Obbligatorie
È importante ai fini dell’analisi appurare se i lavoratori coinvolti in questi flussi differiscano, nelle loro
caratteristiche, rispetto al dato generale presentato nel paragrafo precedente sugli avviati. Infatti, il ricorso
a forza lavoro esterna da parte delle imprese brianzole potrebbe essere sintomo di un mismatch delle
caratteristiche della potenziale forza lavoro presente sul territorio con le esigenze delle imprese. Il
corrispondente flusso in uscita di una parte dei residenti, però, indicherebbe che la parte della forza lavoro
che emigra ha caratteristiche che corrispondono a quelle richieste dal mercato del lavoro, anche se
eventualmente non quello locale.
Per quanto concerne il genere, emergono differenze significative tra gli avviati che risiedono e lavorano
in provincia di Monza e Brianza rispetto a quelli non residenti in provincia, ma che sono occupati sul
territorio brianzolo. Infatti, coloro che si spostano (sia in entrata che in uscita) sono in prevalenza uomini,
mentre le donne prevalgono leggermente tra coloro che lavorano e vivono in provincia. La componente
37
maschile della forza lavoro ha quindi maggiori probabilità di essere impiegata fuori dalla propria provincia
di residenza.
Figura 3.13 – Distribuzione per genere degli avviati a seconda del luogo di residenza e lavoro (valori percentuali) – Anno 2015
Fonte: nostre elaborazioni su dati Comunicazioni Obbligatorie
I profili dell’età sono più coincidenti, anche se si nota, tra i non residenti che lavorano a Monza e Brianza,
una leggera maggioranza di lavoratori nella fascia d’età centrale a discapito dei giovani e una maggiore
incidenza degli under 30 tra coloro che si spostano fuori provincia per lavorare.
Figura 3.14 – Distribuzione per classi d’età degli avviati a seconda della residenza e luogo di lavoro (valori percentuali) – Anno
2015
Fonte: nostre elaborazioni su dati Comunicazioni Obbligatorie
51,3
40,3
42,2
48,7
59,7
57,8
ResidentichelavoranoaMB
NonresidentichelavoranoaMB
ResidentichelavoranofuoriMB
Distribuzione%flussiinentrataeuscitapergenere
Donne Uomini
36,4
33,8
38,5
56
59,2
54,5
7,6
7
7
ResidentichelavoranoaMB
NonresidentichelavoranoaMB
ResidentichelavoranofuoriMB
Distribuzione%flussiinentrataeuscitaperclassid'età
Menodi30anni 30-54 Oltrei55anni
38
Riguardo le caratteristiche socio-demografiche l’unica differenza degna di nota che sembra emergere
dall'analisi dei dati è quella relativa al genere, di cui si è accennato sopra. La componente femminile appare
essere più legata al territorio. Questa tendenza potrebbe indicare una maggiore propensione delle donne
a rimanere vicine alla propria abitazione per meglio gestire eventuali problemi di conciliazione lavoro-
famiglia.
Nell’analisi dei dati relativi ai settori di attività, si osserva nei flussi in entrata un maggiore peso dei servizi
alle imprese e dei trasporti rispetto alla composizione settoriale totale degli avviati che caratterizza la
provincia. Tuttavia, questi due settori si collocano anche tra quelli maggiormente interessati a flussi in
uscita. Le attività professionali, scientifiche e tecniche e i servizi di informazione e comunicazione sono
fortemente sovra-rappresentati tra i lavoratori coinvolti in flussi in uscita rispetto agli avviati da datori
con sede operativa in provincia di Monza e Brianza, segno di possibili mancanze di opportunità per i
lavoratori locali che hanno sviluppato competenze richieste da questi settori.
L’analisi delle caratteristiche dei lavoratori coinvolti nei flussi in entrata e in uscita però non sembra
indicare la presenza di particolari forti segnali che indichino notevoli differenze tra i due flussi.
Le aree di provenienza e destinazione di questi lavoratori, come si è sottolineato in precedenza, si
concentrano in aree confinanti con il territorio di Monza e Brianza. Quindi, la maggior parte dei flussi
potrebbe essere “accidentale”. L’analisi dovrebbe pertanto essere approfondita, verificando nel dettaglio
le qualifiche e i livelli di istruzione dei lavoratori coinvolti nei movimenti pendolari, per verificare se su
questo piano emergono delle differenze che possano indicare la presenza effettiva di un mismatch.
3.4. Le trasformazioni
Nelle analisi degli avviamenti fin qui presentate non sono state considerate le trasformazioni dei
rapporti di lavoro. In questo paragrafo ci si concentrerà sulle trasformazioni dei rapporti di lavoro a
termine in contratti a tempo indeterminato. Questi passaggi sono rilevanti in quanto possono
rappresentare una prima fotografia dell’uscita dalla precarietà nel mercato del lavoro.
Le trasformazioni in posti di lavoro “fissi” che hanno interessato il territorio della provincia sono pari a
13.596, in aumento del 19,8% rispetto al 2014 (tabella 3.13). Tali trasformazioni si dividono in modo
pressoché equilibrato tra le differenti casistiche, ovvero domiciliati a Monza e Brianza che lavorano in
provincia, domiciliati che lavorano fuori provincia e non domiciliati in provincia che vengono in Brianza
a lavorare. La portata delle variazioni registrate è, però, differente. Infatti, l’incremento delle
stabilizzazioni che riguardano i domiciliati che lavorano in provincia è più limitato, di circa 8 punti
percentuali inferiori rispetto a quelle riferite a lavoratori coinvolti in flussi in uscita e di quasi 2 punti
percentuali rispetto a coloro coinvolti in flussi in entrata.
La crescita meno marcata delle trasformazioni dei residenti o domiciliati nella provincia di Monza e
Brianza non sembrerebbe essere spiegata da una maggiore incidenza in partenza di avviamenti a tempo
39
indeterminato. Infatti, trasformazioni a tempo indeterminato non sarebbero necessarie, se il lavoratore
venisse già assunto in prima istanza con un contratto stabile. Però, nel 2015 gli avviamenti a tempo
indeterminato tra i domiciliati in provincia di Monza e Brianza rappresentano il 23,6% del totale, mentre
fra i soggetti che vengono da fuori sono il 27,7% e il 21,2% per i domiciliati in provincia che si recano in
altri territori a lavorare. La stessa tendenza è riscontrabile nei dati 2014: la percentuale di contratti a tempo
indeterminato era pari al 13,9% per i domiciliati che lavorano in provincia, 21,7% per i lavoratori che
lavorano in provincia abitando fuori e 13,7% per coloro che da Monza e Brianza vanno a lavorare in altre
province.
Tabella 3.13 – Trasformazioni in contratti a tempo indeterminato
Trasformazioni in tempo indeterminato
2015
Trasformazioni in tempo indeterminato
2014 Variazione %
Domiciliati e occupati a MB 4398 3780 +16,3% Domiciliati a MB, occupati in altre province 4722 3782 +24,8%
Non domiciliati a MB, occupati a MB 4476 3790 +18,1%
Totale 13596 11352 +19,8%
Fonte: nostre elaborazioni su dati Comunicazioni Obbligatorie
Le trasformazioni effettuate nel corso del 2015 sono quasi tutte classificabili come passaggi da contratti
a tempo determinato. Le trasformazioni di apprendistati sono 432, quelli da contratti di inserimento
appena 14.
A livello regionale, le trasformazioni in contratti a tempo indeterminato effettuate da imprese con sede
in Lombardia è pari all’11,4%12, mentre il corrispondente valore calcolato sui lavoratori con sede di lavoro
in provincia di Monza e Brianza è del 17,2%.
L’analisi della serie mensile mostra un’impennata delle trasformazioni nel mese di dicembre, ultimo utile
per potere beneficiare degli incentivi previsti dal Jobs Act per il 2015.
12Fonte: rapporto ARIFL 2015.
40
Figura 3.14 – Serie storica mensile trasformazioni in contratti a tempo indeterminato.
Fonte: nostre elaborazioni su dati Comunicazioni Obbligatorie
Gli uomini prevalgono nelle trasformazioni riguardanti sia i domiciliati a Monza e Brianza che i lavoratori
provenienti da fuori provincia. Il peso delle donne è, relativamente alle altre categorie, superiore tra i
domiciliati impiegati in provincia. Invece. per quanto riguarda le fasce d’età le differenze sono minime
(tabella 3.14). Si segnala solo una leggera sotto-rappresentazione dei giovani come categoria interessata
dalle trasformazioni dei contratti per i non domiciliati occupati in provincia di Monza e Brianza.
Tabella 3.14 – Caratteristiche lavoratori con trasformazioni in contratto a tempo indeterminato (valori percentuali) – Anno 2015
Domiciliati e occupati a MB
Domiciliati MB occupati in altre
province
Non domiciliati MB e occupati a MB
Donne 44,0 38,0 33,8 Uomini 56,0 62,0 66,2 Under 30 34,8 33,2 30,2 30-55 anni 60,1 60,8 64,1 Over 55 5,1 6,0 5,7 Da contratto a tempo determinato 95,3 97,1 97,9 Da contratto di formazione lavoro 0,0 0,02 0 Da contratto di inserimento 0,1 0,1 0,1 Da apprendistato 4,6 2,8 2,1
Fonte: nostre elaborazioni su dati Comunicazioni Obbligatorie
0500
1000150020002500300035004000
gen-14
feb-14
mar-14
apr-1
4
mag-14
giu-14
lug-14
ago-14
set-1
4
ott-1
4
nov-14
dic-14
gen-15
feb-15
mar-15
apr-1
5
mag-15
giu-15
lug-15
ago-15
set-1
5
ott-1
5
nov-15
dic-15
Trasformazioniincontrattiatempoindeterminato- Seriemensile
41
Tra i dati inerenti ai settori, si presentano solamente quelli più rilevanti (tabella 3.15): il manifatturiero, il
commercio e i servizi alle imprese sono quelli con il maggior numero di trasformazioni sia tra i residenti
che tra le imprese con sede in provincia. Il loro peso, però, cambia a seconda della tipologia
“residenza/luogo di occupazione” considerata. Infatti, il manifatturiero rappresenta il 30% delle
trasformazioni tra i residenti occupati in provincia, mentre solo il 20% tra i residenti occupati in altre aree
del paese. I servizi all’impresa sono meno presenti tra le trasformazioni dei residenti occupati in loco,
dove il commercio è più rilevante rispetto alle altre due categorie di soggetti considerati.
Tabella 3.15 – Distribuzione percentuale per tipo di attività economica (ATECO 1 Digit) delle trasformazioni a tempo
indeterminato – Anno 2015
Classificazione delle attività Domiciliati e occupati a MB
Domiciliati MB occupati in altre
province
Non domiciliati MB e occupati a MB
Attività manifatturiere 30,1 20,6 24,1 Commercio all’ingrosso e al dettaglio, riparazione di autoveicoli e motocicli
18,8 16,7 16,2
Noleggio, agenzia di viaggio, servizi di supporto alle imprese 8,7 14,1 13,6
Altro 42,4 48,6 46,1 Totale 100 100 100
Fonte: nostre elaborazioni su dati Comunicazioni Obbligatorie
3.5. Le cessazioni
Fino ad ora si sono analizzati gli avviamenti e i lavoratori assunti; esiste, però, anche un’altra faccia
della medaglia, ovvero le cessazioni.
In questa sede sono state considerate tutte le Comunicazioni Obbligatorie di cessazione trasmesse nel
2015 a cui sono state aggiunte le scadenze naturali degli avviamenti a termine non prorogati al 2016 o
trasformati in tempi indeterminati (tabella 3.16).
Tabella 3.16 – Cessazioni imprese con sede operativa in provincia di Monza e Brianza
Valore assoluto Variazione %
2014 100751 2015 105069 Variazione +4318 +4,3%
Fonte: nostre elaborazioni su dati Comunicazioni Obbligatorie
42
Per quanto concerne le cessazioni effettuate da imprese con sede in provincia di Monza e Brianza, si
segnala un aumento di circa 4% rispetto al 2014. Nonostante ciò va sottolineato come questo incremento
sia decisamente inferiore a quello registrato per gli avviamenti (si veda tabella 3.3).
Questo ha prodotto un saldo annuale tra avviamenti e cessazioni che varia da 7021 in favore delle
cessazioni a 1418 in favore degli avviamenti (tabella 3.17). Quindi, si è passati da una situazione in cui le
cessazioni erano nettamente maggiori degli avviamenti a una situazione più equilibrata. La maggiore
dinamicità del mercato del lavoro in provincia nel 2015 ha, quindi, portato da un lato a più cessazioni in
termini assoluti ma dall’altro si riscontra un saldo positivo rispetto agli avviamenti registrati nella
medesima finestra temporale.
Tabella 3.17 – Saldo avviamenti-cessazioni
Avviamenti Cessazioni Saldo
2014 93730 100751 -7021 2015 106488 105069 +1418 Variazione +5603
Fonte: nostre elaborazioni su dati Comunicazioni Obbligatorie
Il 51% delle cessazioni effettate nel 2015 da parte di datori di lavoro con sede operativa in provincia di
Monza e Brianza riguarda uomini (tabella 3.18). Nell’analisi del profilo d’età, si nota come la maggior
parte delle persone soggette a cessazione (circa il 58%) si collochi nella fascia 30-54 anni. Il 10% riguarda
invece lavoratori in età matura.
Tabella 3.18 – Profilo delle cessazioni (imprese con sede a Monza e Brianza) – Anno 2015
Valore assoluto % 2015
Genere Donne 51299 48,8 Uomini 53768 51,2 Fasce d’età Under 30 33422 31,8 30-54 60822 57,8 55+ 10825 10,3
Fonte: nostre elaborazioni su dati Comunicazioni Obbligatorie
La maggior parte dei contratti delle persone che hanno terminato un rapporto di lavoro nel 2015 era a
tempo determinato o comunque si trattava un rapporto di lavoro a termine (tabella 3.19). Circa il 25%
aveva però un contratto a tempo indeterminato.
43
Tabella 3.19 – Tipologia contrattuale delle cessazioni – Anno 2015
Tipologia contrattuale Valore assoluto % Tempo Indeterminato 26125 24,9 Tempo Determinato 54714 52,1 Apprendistato 3767 3,6 Contratti di Collaborazione 6659 6,3 Tirocinio 3421 3,3 Altri “Atipici” 10383 9,8 Totale 105069 100
Fonte: nostre elaborazioni su dati Comunicazioni Obbligatorie
Per quanto concerne i settori con maggiori cessazioni, viene rispecchiato il quadro dei principali settori
presenti sul territorio già evidenziato nell’analisi degli avviamenti e avviati al lavoro (tabella 3.20). Infatti,
comparando la distribuzione percentuale con la corrispondente calcolata sugli avviamenti (tabella 3.4) e
sugli avviati (tabella 3.7) si nota come le differenze siano minime, spesso inferiori di soli 0,5 punti
percentuali. Si potrebbe solo segnalare un livello leggermente inferiore del peso del commercio tra le
cessazioni rispetto alle assunzioni.
Tabella 3.20 – Cessazioni da parte di imprese con sede in provincia MB per tipo di attività economica (ATECO-1 Digit) – Anno
2015
Classificazione delle attività economiche %
Noleggio, agenzie viaggio, servizi di supporto a imprese 11,2 Attività manifatturiere 11,1 Istruzione 10,5 Commercio all'ingrosso e al dettaglio, riparazione di autoveicoli e motocicli 9,3 Attività di servizi di alloggio e ristorazione 6,9 Costruzioni 5,5 Trasporto e magazzinaggio 4,6 Attività di famiglie come datori di lavoro 3,7 Attività professionali scientifiche e tecniche 3,6 Sanita e assistenza sociale 2,9 Servizi di informazione telecomunicazioni 2,6 Altre attività dei servizi 2,3 Attività artistiche, sportive, intrattenimento e divertimento 1,5 Amministrazione pubblica 0,9 Attività finanziarie e assicurative 0,6 Agricoltura, selvicoltura, pesca 0,4 Attività immobiliari 0,3 Fornitura di acqua, reti fognarie, attività di gestione dei rifiuti e risanamento 0,2 Fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata 0,1
44
Estrazioni di minerali da cave o miniere 0,0 Organizzazioni e organismi extraterritoriali 0,0 Altro (agenzie di somministrazione, non indicato) 21,7
Totale 100 Fonte: nostre elaborazioni su dati Comunicazioni Obbligatorie
La maggior parte delle interruzioni di rapporti di lavoro fanno riferimento alla fine naturale di contratti a
termine non prorogati o trasformati in rapporti a tempo indeterminato. Una quota consistente, oltre il
45%, corrisponde invece ad interruzioni non naturali del rapporto di lavoro; esse comprendono rapporti
di lavoro a tempo indeterminato terminati oppure contratti a termine che hanno visto la fine del rapporto
di lavoro prima della data di scadenza naturale del contratto. Le cause di queste cessazioni possono essere
diverse e possono nascere da esigenze del lavoratore oppure da difficoltà del datore di lavoro. Sono
queste ultime quelle più problematiche, che spesso coincidono con interruzioni improvvise dei rapporti
di impiego. Per tale ragione, è utile presentare la distribuzione delle principali cause di cessazione per
quanto riguarda i rapporti di lavori terminati in situazione in cui è prevista una comunicazione
obbligatoria.
Tabella 3.21 – Cessazioni per tipo di comunicazione – Anno 2015
Cessazioni %
COB cessazione 49034 46,7 Fine naturale contratto 56035 53,3 Totale 105069
Fonte: nostre elaborazioni su dati Comunicazioni Obbligatorie
La motivazione più ricorrente è la dimissione del lavoratore, che rappresenta quasi la metà delle
interruzioni di rapporti di lavoro (tabella 3.22). Sembrerebbe quindi che molte delle cessazioni siano
frutto di una scelta da parte del lavoratore.
Il licenziamento per giustificato motivo oggettivo è la seconda opzione più rilevante. In questa casistica
dovrebbero ricadere alcune delle situazioni di crisi aziendale e rischi di cessazione di attività. Anche i
licenziamenti collettivi (2,5%) interessano imprese con situazioni di crisi e saranno il focus del prossimo
paragrafo.
Infine, anche se rappresentano solo il 3,5%, è rilevante la quota di lavoratori che non superano il periodo
di prova.
45
Tabella 3.22 – Principali cause di cessazioni che prevedono una COB – Anno 2015
Causale cessazione Valore assoluto %
Dimissioni 22811 46,5 Licenziamento per giustificato motivo oggettivo 6677 13,6 Pensionamento 1869 3,6 Mancato superamento del periodo di prova 1654 3,4 Risoluzione consensuale 1633 3,3 Licenziamento collettivo 1205 2,5 Cessazione attività 747 1,5 Licenziamento giusta causa 745 1,5 Modifica del termine inizialmente fissato 727 1,5 Dimissione durante il periodo di prova 616 1,3 Dimissioni giusta causa 568 1,2 Decadenza del servizio 492 1,0 Licenziamento per giustificato motivo soggettivo 277 0,6 Decesso 191 0,4 Recesso con preavviso al termine del periodo di formazione 130 0,3 Licenziamento per giustificato motivo durante il periodo di formazione 22 0,04 Licenziamento per giusta causa durante il periodo di formazione 12 0,02 Dimissioni per giusta causa o giustificato motivo durante il periodo di formazione
7 0,01
Altro 7156 14,6 Non indicato 1595 3,2 Totale 49034 100
Fonte: nostre elaborazioni su dati Comunicazioni Obbligatorie
3.5.1. I licenziamenti collettivi
In questo paragrafo ci si concentra su un tipo particolare di cessazioni, ovvero i licenziamenti
collettivi. Questi ultimi rappresentano un indicatore sulla salute delle aziende del territorio. Si tratta di
licenziamenti che coinvolgono contestualmente una pluralità di lavoratori e che comportano una
soppressione dei posti di lavoro conseguente a riduzione, trasformazione o cessazione di attività o di
lavoro13.
Nel 2015 procedure di licenziamenti collettivi hanno interessato 1316 individui residenti a Monza
Brianza. Quelli effettuati da imprese con sede in provincia sono invece stati 1207 di cui 661 verso residenti
a Monza e Brianza e 546 verso lavoratori residenti in altre province.
13Il datore di lavoro che vuole procedere al licenziamento collettivo deve comunicarlo preventivamente a tutte le associazioni sindacali, alle associazioni di categoria e alla Direzione provinciale del lavoro. La comunicazione deve contenere: i motivi determinanti l'eccedenza di personale; il numero, la collocazione aziendale e i profili professionali del personale eccedente e di quello normalmente occupato; i "tempi di attuazione" della procedura.
46
Tutti i dati sono in netto calo rispetto al 2014 (tabella 3.23). Generalmente si nota come i valori 2015
riferiti ai licenziamenti collettivi siano più che dimezzati rispetto all’anno precedente, in particolare per
quanto concerne le imprese con sede a Monza e Brianza.
Una parte di questo decremento potrebbe essere imputato alla riforma degli ammortizzatori sociali che
nel 2015 ha visto ridurre la durata massima, nelle regioni del nord Italia, dell’indennità di mobilità a 24
mesi limitandone l’uso da parte delle imprese come exit strategy verso il pensionamento.
Il picco negativo degli effetti della crisi sulle imprese sembrerebbe, però, essere stato raggiunto negli
scorsi anni. Il dato, seppure indubbiamente incoraggiante, meriterebbe un ulteriore approfondimento. Il
dato sembra indicare che la fase acuta della crisi sia stata superata, ma non permette di appurare se sia
accompagnata da una ripresa occupazionale. Infatti, il netto calo dei licenziamenti collettivi potrebbe
essere indirettamente causato dalla grande difficoltà che ha caratterizzato il tessuto industriale negli ultimi
anni e che ha portato ad una forte riduzione nel numero di imprese e dei loro occupati. Per tali ragioni
ulteriori approfondimenti sarebbero utili a verificare come si sono comportate nel 2015 le imprese ancora
in attività che hanno effettuato licenziamenti collettivi negli anni precedenti. Questa verifica è
particolarmente rilevante dato che gli obiettivi degli interventi in materia di politiche attive del lavoro
sono rivolti a favorire incrementi occupazionali e non solo a tamponare e a contenere situazioni di
emergenza in essere.
Tabella 3.23 – Licenziamenti collettivi 2014-15
2014 2015 Variazione %
Residenti MB, lavorano MB 1707 661 -61,3 Residenti MB, lavorano fuori 1285 655 -49,0 Residenti in altre province, occupati a MB 1317 546 -58,5
Fonte: nostre elaborazioni su dati Comunicazioni Obbligatorie
I licenziamenti collettivi effettuati da imprese con sede in provincia sono prevalentemente dislocati a
Monza (252), Limbiate (163), Vimercate (118), Giussano (80), Villasanta (62) e Muggiò (51).
È interessante osservare anche la residenza dei soggetti coinvolti nei licenziamenti collettivi, dove emerge
una forte concentrazione nei comuni di Monza, Limbiate, Desio, Lissone, Seregno, Cesano Maderno.
Per quelli residenti fuori provincia rilevante è il peso di coloro che vivono a Milano.
47
Mappa 3.6 – Sedi imprese che hanno effettuato licenziamenti collettivi nel 2015
Fonte: nostre elaborazioni su dati Comunicazioni Obbligatorie
Un altro indicatore utile per analizzare l’andamento delle crisi aziendali è rappresentato dall’analisi del
numero di iscritti alle liste di mobilità, in particolare quelle istituite dalle Legge 223 del 1991. I soggetti
beneficiari sono i lavoratori a tempo indeterminato licenziati dalla loro azienda per esaurimento della
cassa integrazione straordinaria, riduzione di personale, trasformazione o cessazione dell’attività
aziendale.
Tabella 3.24 – Numero iscritti alle liste di mobilità previste dalla Legge 223/1991 – Serie storica
Fonte: dati Provincia di Monza e Brianza
762
16791907
1874
1773
2411
2941
2239
0
500
1000
1500
2000
2500
3000
3500
2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015
NumeroiscrittilistemobilitàL.223/91
48
Dopo due annualità (2013-14) in cui si sono registrati forti incrementi nel numero di iscritti nelle liste di
mobilità, tale statistica mostra un calo nel 2015. Il decremento è pari 23,9%. Il dato è quindi significativo,
ma con una portata ridotta rispetto a quanto evidenziato nell’analisi dei licenziamenti collettivi. Bisogna,
però, ricordare che l’iscrizione alle liste di mobilità viene ufficializzata al momento dell’approvazione delle
suddette liste da parte della Sottocommissione permanente Mobilità e Ammortizzatori Sociali della
Regione Lombardia. La sottocommissione non ha tenuto la sua riunione periodica nel mese di dicembre
2014. Pertanto i lavoratori coinvolti in licenziamenti collettivi relativi a quel mese sono stati ufficialmente
inseriti nelle liste di mobilità nella riunione tenutasi a fine gennaio 2015 andando così a gonfiare i numeri
dell’anno oggetto di analisi. Infatti, dicembre 2014 è stato un mese con un numero particolarmente
elevato di licenziamenti collettivi in quanto ultimo periodo utile per sfruttare la durata massima di tre anni
dell’indennità di mobilità prima della sua riduzione prevista dalla Legge 92/2012.
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CONCLUSIONI
L’analisi condotta ha permesso di scattare una prima istantanea sull’andamento del mercato del
lavoro in provincia di Monza e Brianza nel 2015.
Emergono alcuni importanti segnali confortanti:
ü miglioramento del saldo avviamenti-cessazioni;
ü sensibile aumento delle stabilizzazioni di lavoratori precari;
ü calo dei licenziamenti collettivi;
ü calo del numero di Dichiarazioni di Immediata Disponibilità al lavoro presentate
ü aumento dei Disponibili al lavoro con avviamenti durante l’anno.
Comparazioni dettagliate con altre realtà locali per contestualizzare, in rapporto al trend generale, i
miglioramenti riscontrati a Monza e Brianza sono difficili da sviluppare in questa fase poiché dati completi
non sono ancora stati pubblicati. I primi confronti realizzati con dati già pubblici mostrano, però, una
performance della provincia migliore alla media regionale su alcuni indicatori quali l’aumento degli
avviamenti e delle trasformazioni di rapporti di impiego a termine in contratti a tempo indeterminato. Se
sul primo indicatore, la performance della provincia è solo leggermente migliore rispetto al dato regionale
disponibile, sul secondo la differenza è più marcata.
Si segnala, inoltre, che dopo sette anni, si riscontra un’inversione di tendenza per quanto concerne il
numero di Dichiarazioni di Immediata Disponibilità al lavoro presentate. Il calo non è però stato
uniforme nel territorio. Se parte di questa disomogeneità del trend annuale può essere spiegata dalla
portata del fenomeno negli anni precedenti (ovvero il calo è più sostenuto dove il numero delle DID
aveva fatto registrare incrementi più sostanziosi negli anni precedenti), le differenze che si riscontrano
tra aree della provincia potrebbero diventare importanti se si confermassero nel medio periodo. È, quindi,
necessario tenere sotto costante analisi l’andamento dei principali indicatori anche a livello locale per
poter identificare l’eventuale presenza di contesti che rispondono in maniera più o meno positiva rispetto
al dato medio regionale in modo da potere agire in modo tempestivo.
L’analisi della mobilità occupazionale è un altro spunto interessante da approfondire per identificarne nel
dettaglio i fattori esplicativi analizzando qualifiche e livelli di istruzione. I flussi sono fortemente legati a
Milano e al suo hinterland sia come polo di richiamo capace di generare opportunità di lavoro per i residenti
di Monza e Brianza che come base di partenza per pendolari che vengono a lavorare in provincia. Il suo
potenziale impatto in termini di policy non è circoscritto solo al mercato del lavoro in termini di incontro
di domanda-offerta di lavoro e sviluppo di skills adeguate alle richieste del territorio, ma ha anche
implicazioni sulle politiche di mobilità sul territorio se i flussi identificati sono stabili nel tempo.
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APPENDICE STATISTICA
Si riportano di seguito le tabelle complete alla base dei grafici presentati nel rapporto.
Avviamenti relativi ai residenti in provincia di MB per genere
Genere Valore assoluto % 2015 % 2014 Donne 58868 47,7 49,7 Uomini 64500 53,3 50,3 Totale 123369 100 100
Fonte: nostre elaborazioni su dati Comunicazioni Obbligatorie
Avviamenti relativi a residenti in provincia di MB per classi d’età
Classi d’età Valore assoluto % 2015 % 2014 Fino a 29 anni 45643 37 37,4 30-54 68905 55,9 55,8 Oltre 55 anni 8821 7,1 6,8
Totale 123369 100 100 Fonte: nostre elaborazioni su dati Comunicazioni Obbligatorie
Avviamenti relativi a residenti in provincia di Monza e Brianza per tipo di contratto
Tipologia contrattuale Valore assoluto % 2015 % 2014 Tempo Indeterminato 27575 22,3 14,0 Tempo Determinato 71896 58,3 61,2
Apprendistato 2290 1,9 2,9 Contratti di Collaborazione 5202 4,2 7,6 Tirocini 4495 3,6 3,5 Altro 13605 9,7 10,8 Totale 123369 100 100
Fonte: nostre elaborazioni su dati Comunicazioni Obbligatorie
Avviamenti relativi a datori di lavoro con sede a MB per genere
Genere Valore assoluto % 2015 % 2014
Donne 51702 48,5 50,5 Uomini 54784 51,5 49,5 Totale 106486 100 100
Fonte: nostre elaborazioni su dati Comunicazioni Obbligatorie
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Avviamenti relativi a datori di lavoro con sede a MB per fasce d’età
Classi d’età Valore assoluto % 2015 % 2014 Fino a 30 anni 36967 34,7 35,5 30-54 62166 58,4 58,2 55+ 7355 6,9 6,4
Totale 106488 100 100 Fonte: nostre elaborazioni su dati Comunicazioni Obbligatorie Avviamenti relativi a datori di lavoro con sede in provincia di Monza e Brianza per tipo di contratto
Tipologia contrattuale Valore assoluto % 2015 % 2014 Tempo Indeterminato 27297 25,6 17,9 Tempo Determinato 58832 55.2 59,1 Apprendistato 2406 1,7 2,8 Contratti di Collaborazione 4140 3,9 6,2 Tirocini 3593 3,4 3,2 Altro 10220 10,1 10,8 Totale 106488 100 100
Fonte: nostre elaborazioni su dati Comunicazioni Obbligatorie
Avviati residenti in provincia di MB per genere
Genere Valore assoluto % 2015 % 2014 Donne 41019 46.3% 47,9 Uomini 47471 53,7% 52,1 Totale 88490 100 100
Fonte: nostre elaborazioni su dati Comunicazioni Obbligatorie
Avviati residenti in provincia di MB per classi d’età
Classi d’età Valore assoluto % 2015 % 2014 Fino a 30 anni 33198 37,5 38,1 30-54 48830 55,2 55,0 Oltre 55 anni 6463 7,3 6,9 Totale 88491 100 100
Fonte: nostre elaborazioni su dati Comunicazioni Obbligatorie Avviati residenti in provincia di Monza e Brianza per tipo di contratto
Tipologia contrattuale Valore assoluto % 2015 % 2014 Tempo Indeterminato 26363 30,8 19,5 Tempo Determinato 43248 48,4 53,0 Apprendistato 2169 2,4 3,7 Contratti di Collaborazione 3637 3,9 8,0 Tirocini 4042 4,4 4,5
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Altro 14374 10,1 11,3 Totale 88491 100 100
Fonte: nostre elaborazioni su dati Comunicazioni Obbligatorie Avviati da datori di lavoro con sede in provincia di Monza e Brianza per genere
Genere Valori assoluto % 2015 % 2014
Donne 37872 45,6 47,1 Uomini 45143 54,4 52,9 Totale 83016 100 100
Fonte: nostre elaborazioni su dati Comunicazioni Obbligatorie Avviati da datori di lavoro con sede in provincia di Monza e Brianza per classi d’età
Classi d’età Valore assoluto % 2015 % 2014 Fino a 30 anni 29113 35,1 35,9 30-54 47840 57,6 57,4 Oltre 55 anni 6063 7,3 6,7 Totale 83016 100 100
Fonte: nostre elaborazioni su dati Comunicazioni Obbligatorie Avviati da datori di lavoro con sede operativa in provincia di Monza e Brianza per tipologia contrattuale
Tipologia contrattuale Valore assoluto % 2014 % 2014 Tempo Indeterminato 26301 32,6 22,7 Tempo Determinato 39156 46,7 50,6 Apprendistato 1753 2,0 3,3 Contratti di Collaborazione 2779 3,2 6,5 Tirocini 3187 3,7 3,8 Altro 9840 11,8 13,1 Totale 83016 100 100
Fonte: nostre elaborazioni su dati Comunicazioni Obbligatorie