24
Antifurto - Antincendio TVCC - Videocontrollo Cotrollo Accessi Cablaggio Strutturato Impianti telefonici Automazioni FAAC Portoni Sezionali Preventivi e sopralluoghi gratuiti Assistenza tecnica 24 ore su 24 0721 - 851005 Fano Antifurto - Antincendio TVCC - Videocontrollo Cotrollo Accessi Cablaggio Strutturato Impianti telefonici Automazioni FAAC Portoni Sezionali Preventivi e sopralluoghi gratuiti Assistenza tecnica 24 ore su 24 0721 - 851005 Fano SETTIMANALE D’INFORMAZIONE DIOCESI DI: PESARO • FANO • URBINO FONDATO NEL 1903 22 SETTEMBRE 2013 ANNO 110 • N. 34 Spedizione in abb. post. D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27.02.2004 N. 46) Art. 1, Comma 1, DCB Pesaro facebook.com/ilnuovoamico € 1,00 amico il nuovo www.ilnuovoamico.it COPIA OMAGGIO EDITORIALE Moda Luciana NUOVI ARRIVI PREZZI SPECIALI Pesaro - via delle Betulle n. 4 (zona Torraccia) - Tel. 0721/22611 H o sfogliato il testo per vedere quale immagine particolare di Chiesa ci offre “La lumen fidei” e contribuire in qualche modo all’aggiornamento pastorale che si svolge in questo periodo nelle nostre diocesi. Gesù è la Parola (Verbo) incarnata che offre in dono l’ascolto e la possibilità di dire “io credo” ed è proprio l’Enciclica “Lumen fidei” a far brillare la fede come esperienza personale del rapporto con Dio e nel medesimo tempo come esperienza ecclesiale. Infatti è scritto che “l’esistenza credente diventa esistenza ecclesiale” (Lf n. 22) e che il credente potrà percepirlo, per se stesso, solo dall’interno della comunità a cui appartiene e in cui vive, non come parte di un tutto anonimo ma dell’unione vitale di Cristo con i credenti e dei credenti tra di loro. Nel servizio reciproco infatti ognuno guadagna il proprio essere e la propria individualità. Si capisce allora che la fede, come atto individuale, non trova lo spazio per sorreggersi, se non si professa dall’interno del “Corpo di Cristo in comunione con tutti i credenti”. È da questo luogo ecclesiale che il singolo cristiano si apre verso tutti gli uomini senza differenza di età, di sesso, di colore, di cultura e di censo. Non è un accadimento privato quello che nasce da un ascolto ed è destinato a diventare annuncio. “Ho creduto perciò ho parlato” (2 Cor 13). La fede si fa parola per gli altri e manda luce “che si rispecchia di volto in volto” come nella liturgia pasquale quando dal Cero si stacca una fiammella e va ad accendere, l’una dopo l’altra, tutte le candele. Così la trasmissione della fede brilla su tutta l’umanità: attraversa l’asse del tempo, entra nella memoria storica di generazione in generazione. Si dice pure che non è possibile un’esatta conoscenza di sé se non si è immersi in una memoria più grande. Avviene così anche per quanto riguarda la fede. Arriva a noi attraverso la testimonianza di altri, conservata viva in quel soggetto unico di memoria che è la Chiesa e che la successione apostolica ne garantisce l’integrità e la continuità. Si legge anche che è “impossibile credere da soli”: il credo non è un’opzione isolata e individuale tra Dio e l’uomo, ma diventa “un noi- comunione” talmente espressivo da caratterizzare tutto l’arco della liturgia. Ed è proprio nella liturgia che la Chiesa – comunità cresce nella sua pienezza. Raffaele Mazzoli ©RIPRODUZIONE RISERVATA L’ annuale ricorrenza della festività di San Terenzio, patrono della città e dell’Arcidiocesi, induce la chiesa locale, tramite il suo pastore, ad una riflessione che la coinvolge quoti- dianamente nel rapporto tra fede vissuta e contesto culturale e sociale. La felice coincidenza della celebrazione della festività di San Terenzio con l’inizio dell’anno pa- storale dedicato alla corresponsabilità del laicato, concentra la nostra riflessione sulla vocazio- ne e missione dei laici nella chiesa e nella nostra società di Pesaro A questo riguardo mi è caro sottolineare come da sempre la chiesa di Pesaro, con il suo laicato più impegnato, ha contribuito a formare in modo decisivo la cultura del nostro territorio e la sua con- figurazione sociale. Oggi avvertiamo la necessità di un rinnovato impegno in questa direzione. Continua a pag. 8 © RIPRODUZIONE RISERVATA www.arpaitalia.com L’arte dell’accoglienza Arpa Italia Srl - Via delle Betulle, 6 - 61122 Pesaro ( PU ) Tel. + 39 0721 405274. Fax + 39 0721 259164 [email protected] Ingresso del parroco don Ambrosini ORCIANO 16 Inizia la missione diocesana URBINO 18 QUADRANTE 21 A Urbino espone Mauro Braconi San Terenzio nel segno del laicato AVVIO DELL’ANNO PASTORALE E CONVEGNO DIOCESANO MESSAGGIO DI MONS. COCCIA PER LA FESTA DEL PATRONO AGGIORNAMENTO NELLE DIOCESI (2) È impossibile credere da soli • Impianti idro-termo-sanitari • Aria condizionata • Trasporto gas • Manutenzioni varie Impianti antincendio • Impianti idro-termo-sanitari • Aria condizionata • Trasporto gas • Manutenzioni varie Impianti antincendio Installatore qualificato abilitato Legge 46/90 Magazzino: Via del Vallato, 17 Pesaro - Tel. 0721 32583 RTC 336 284093 PREVENTIVI GRATUITI Torna il mensile dei detenuti di Pesaro 11/14 P enna libera tutti

«Il Nuovo Amico» n. 34 del 22 settembre 2013

Embed Size (px)

DESCRIPTION

«Il Nuovo Amico» n. 34 del 22 settembre 2013

Citation preview

Page 1: «Il Nuovo Amico» n. 34 del 22 settembre  2013

Antifurto - AntincendioTVCC - Videocontrollo

Cotrollo AccessiCablaggio Strutturato

Impianti telefoniciAutomazioni FAACPortoni Sezionali

Preventivi e sopralluoghi gratuiti

Assistenza tecnica24 ore su 24

0721 - 851005 Fano

Antifurto - AntincendioTVCC - Videocontrollo

Cotrollo AccessiCablaggio Strutturato

Impianti telefoniciAutomazioni FAACPortoni Sezionali

Preventivi e sopralluoghi gratuiti

Assistenza tecnica24 ore su 24

0721 - 851005 Fano settimanale d’informazione diocesi di: pesaro • fano • urbino fondato nel 1903

22 settembre 2013 • Anno 110 • N. 34 • Spedizione in abb. post. D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27.02.2004 n. 46) Art. 1, Comma 1, DCB Pesaro • facebook.com/ilnuovoamico € 1,00

amicoil nuovoww

w.il

nuov

oam

ico.

it • •

COPIA OmAGGIO

editoriale

Moda Luciananuovi arrivi

prezzi specialipesaro - via delle Betulle n. 4

(zona Torraccia) - Tel. 0721/22611

Ho sfogliato il testo per vedere quale immagine particolare di Chiesa ci offre “La lumen fidei” e contribuire in qualche modo all’aggiornamento

pastorale che si svolge in questo periodo nelle nostre diocesi. Gesù è la Parola (Verbo) incarnata che offre in dono l’ascolto e la possibilità di dire “io credo” ed è proprio l’Enciclica “Lumen fidei” a far brillare la fede come esperienza personale del rapporto con Dio e nel medesimo tempo come esperienza ecclesiale. Infatti è scritto che “l’esistenza credente diventa esistenza ecclesiale” (Lf n. 22) e che il credente potrà percepirlo, per se stesso, solo dall’interno della comunità a cui appartiene e in cui vive, non come parte di un tutto anonimo ma dell’unione vitale di Cristo con i credenti e dei credenti tra di loro. Nel servizio reciproco infatti ognuno guadagna il proprio essere e la propria individualità. Si capisce allora che la fede, come atto individuale, non trova lo spazio per sorreggersi, se non si professa dall’interno del “Corpo di Cristo in comunione con tutti i credenti”. È da questo luogo ecclesiale che il singolo cristiano si apre verso tutti gli uomini senza differenza di età, di sesso, di colore, di cultura e di censo. Non è un accadimento privato quello che nasce da un ascolto ed è destinato a diventare annuncio. “Ho creduto perciò ho parlato” (2 Cor 13). La fede si fa parola per gli altri e manda luce “che si rispecchia di volto in volto” come nella liturgia pasquale quando dal Cero si stacca una fiammella e va ad accendere, l’una dopo l’altra, tutte le candele. Così la trasmissione della fede brilla su tutta l’umanità: attraversa l’asse del tempo, entra nella memoria storica di generazione in generazione. Si dice pure che non è possibile un’esatta conoscenza di sé se non si è immersi in una memoria più grande. Avviene così anche per quanto riguarda la fede. Arriva a noi attraverso la testimonianza di altri, conservata viva in quel soggetto unico di memoria che è la Chiesa e che la successione apostolica ne garantisce l’integrità e la continuità. Si legge anche che è “impossibile credere da soli”: il credo non è un’opzione isolata e individuale tra Dio e l’uomo, ma diventa “un noi-comunione” talmente espressivo da caratterizzare tutto l’arco della liturgia. Ed è proprio nella liturgia che la Chiesa – comunità cresce nella sua pienezza.

Raffaele Mazzoli©riProDuzione riServAtA

L’annuale ricorrenza della festività di San Terenzio, patrono della città e dell’Arcidiocesi, induce la chiesa locale, tramite il suo pastore, ad una riflessione che la coinvolge quoti-dianamente nel rapporto tra fede vissuta e contesto culturale e sociale.

La felice coincidenza della celebrazione della festività di San Terenzio con l’inizio dell’anno pa-storale dedicato alla corresponsabilità del laicato, concentra la nostra riflessione sulla vocazio-ne e missione dei laici nella chiesa e nella nostra società di PesaroA questo riguardo mi è caro sottolineare come da sempre la chiesa di Pesaro, con il suo laicato più impegnato, ha contribuito a formare in modo decisivo la cultura del nostro territorio e la sua con-figurazione sociale. Oggi avvertiamo la necessità di un rinnovato impegno in questa direzione.

Continua a pag. 8© riProDuzione riServAtA

www.arpaitalia.com

L’arte dell’accoglienza

www.arpaitalia.comL’arte dell’accoglienza

Arpa Italia Srl - Via delle Betulle, 6 - 61122 Pesaro ( PU )Tel. + 39 0721 405274. Fax + 39 0721 259164 [email protected]

Ingresso del parroco

don Ambrosini

orciano 16

Inizia la missione

diocesana

urbino 18 quadrante 21

A Urbinoespone Mauro

Braconi

San terenzionel segno del laicato

aVVio dell’anno PaStorale

e conVeGno dioceSano MeSSaGGio di MonS. coccia

Per la FeSta del Patrono

aGGiornaMento nelle dioceSi (2)

È impossibilecredere da soli

• Impianti idro-termo-sanitari• Aria condizionata• Trasporto gas• Manutenzioni varie• Impianti antincendio

• Impianti idro-termo-sanitari• Aria condizionata

• Trasporto gas• Manutenzioni varie

• Impianti antincendio

Installatore qualificatoabilitato Legge 46/90

Magazzino: Via del Vallato, 17Pesaro - Tel. 0721 32583

RTC 336 284093

PREVENTIVI GRATUITI

Torna il mensile dei detenuti di Pesaro

11/14

P enna libera tutti

Page 2: «Il Nuovo Amico» n. 34 del 22 settembre  2013

Chiesa e Mondo22 settembre 20132 amicoil nuovo• •

Aut. n. 83/85 Trib. di PesaroIL NUOVO AMICO RISPETTA L’AMBIENTE. STAMPIAMO SOLO SU CARTA RICICLATA.

REDAZIONE CENTRALE:Raffaele Mazzoli – Direttore - Ernesto Preziosi - Direttore ResponsabileRoberto Mazzoli - Caporedatt. CentraleGastone Mosci – Incaricato dei rapporti con la Regione MarcheVia del Seminario, 4 - 61121 PESARO (PU) - Tel. 0721/64052 Fax 0721/69453e-mail: [email protected]

Redazione di Pesaro: Via del Seminario, 4 - 61121 PESARO (PU) Tel. 0721/64052 - Fax 0721/69453e-mail: [email protected] Alvaro Coli – Responsabile diocesano.

Redazione di Fano: Via Roma 118 - 61032 FANO (PU) - Tel. 0721/802742 (dir.) - 803737 - Fax 0721/825595e-mail: [email protected]

Redazione di Urbino: Via BeatoMainardo, 4 - 61029 URBINO (PU)Tel. e Fax 0722/378395e-mail: [email protected]. Giancarlo Di Ludovico – Responsabile diocesano

EDITORE: Cooperativa Comunicare - Via del Seminario, 4 - 61121 PESARO (PU). Tel. 0721/64052 - Fax 0721/69453.Amministratore Unico: Marco Farina Presidente Cooperativa Comunicare

STAMPA: Galeati Industrie Grafiche/ImolaGRAFICA: arti grafiche pesaresi srl/pesaroLa testata “Il Nuovo Amico” fruisce dei contributi Statali diretti di cui alla Legge 7 agosto 1990, n. 250.PUBBLICITà Uffici della Redazionecentrale 0721/64052 e Paolo MorsianiL’Impresa Editrice COMUNICARE risulta iscritta al Registro delle imprese di PESARO presso la Camera di commercio al n. 98100

Questo settimanaleè iscritto alla FISCFederazione ItalianaSettimanali Cattolici

ed è associatoall’USPIUnione StampaPeriodica Italiana

settimanale d’informazione diocesi di: pesaro • fano, fossombrone, cagli, pergola •

urbino, s. angelo in vado, urbania

ABBONAMENTIOrdinario € 39 - Amico € 50 - Sostenitore € 100Da versare sul c/c 12522611 intestato a: “IL NUOVO AMICO” - Via del Seminario 4 / 61121 PESARO - www.ilnuovoamico.it

Questo numero è stato chiuso in redazionemercoledì 18 settembre 2013 alle ore 22 e stampato alle ore 6 di giovedì 19 settembre

CALENDARIO 15 settembreSan Fiorenzo Eremita

Verso il 718 una carta dà a un abate il ti-tolo di “rettore di S. Fiorenzo di Glonna, il cui prezioso corpo riposa là, nel paese

del Poitou”: è la prima menzione di s. Fio-renzo. L’abbazia del Monte Glonna era già allora molto potente. Situata su un costone che domina la Loira, press’a poco a metà di-stanza fra Angers e Nantes, favorita da Carlo-magno che l’utilizzò come fortezza contro le incursioni dei Bretoni, incendiata una prima volta verso l’845 dai Bretoni stessi, devasta-ta in seguito dai Normanni, essa si ristabilì verso l’850 e approfittò dell’anarchia feudale per assicurarsi un potente dominio e sottrar-si a ogni giurisdizione episcopale. Dal sec. VII, almeno, i monaci veneravano Fiorenzo, un santo locale, forse uno dei primi apo-stoli della contrada, che consideravano loro fondatore, e questo santo oscuro beneficiò della potenza dell’abbazia, e delle molteplici traslazioni delle sue reliquie, nel Poitou, nel-l’Orleanese, fino a Tournous nella Borgogna, prima di giungere a Saumur nell’Anjou, dove, dopo le invasioni normanne, il monastero poté essere ricostruito e ritrovare la poten-za del passato. Il Monte Glonna, chiamato S. Florent-le-Vieil, rimase un priorato dipen-dente da S. Florentlès-Saumur, o S. Florent-le-Jeune. Rapite nel 1077 dal conte di Verna-dois, e da lui donate alla collegiata di Roye (Somme), la quale prese allora il nome di St. Florent, le reliquie di questo santo furono ri-prese nel 1475 da Luigi XI e divise tra Roye e Saumur. Un santo così conteso non poteva rimanere senza storia; nel sec. IX, quindi, gli si creò una vita di sana pianta: se ne fece un fratello di s. Floriano, martirizzato nell’attua-le Austria l’anno 304; sfuggito alle sue guar-die, come s. Pietro, giunge in Gallia dove s. Martino (che in realtà non è ancora nato) lo ordina prete; si ritira sul Monte Glonna dove caccia via dei serpenti e compie miracoli abi-tuali a questo genere di romanzi, prima di morire a 123 anni. Non possiamo pretendere esattezza storica da un monaco che vuole solamente esaltare il preteso fondatore della sua abbazia ed edificare i suoi confratelli.Durante la Rivoluzione francese, S. Florent-leVieil fu il punto di partenza e uno dei fo-colai della resistenza dei contadini cattolici alle leggi antireligiose, resistenza nota come “guerra della Vandea”, e uno dei suoi capi, Bonchamps, è sepolto nella chiesa dell’abba-zia, oggi parrocchiale. Oggi, vicino alla chie-sa, la canonica occupa ciò che resta delle fabbriche del monastero e molti luoghi dei dintorni conservano il nome di St. Florent.

La ParoLa di dio XXV Domenica del Tempo OrdinarioAnno C

Un profeta umile, di origine pastorale e semplice contadino, è costretto, suo malgrado, da Dio a farsi sua voce

contro tutti coloro che opprimono il “pove-ro” e sfruttano gli “umili del paese”. Il testo così rigoroso sembra essere in contrasto con la parabola del vangelo, creando una certa confusione nella nostra mente e nel nostro cuore, chiamati a prendere come modello un “amministratore” chiaramente e delibe-ratamente “disonesto”. Il Signore ci mette in guardia dalla pusillaminità e da quella sorta di depressione spirituale che rischia di paralizzare e impoverire la vita.Gesù ammaestra i suoi, i figli della luce, a non essere pigri o svogliati nell’agire, ad es-sere sempre pronti nell’intervenire, avveduti

e accorti, proprio come lo sono i figli del mondo nel curare i loro interessi.Nessun servo può servire a due padroni. La ricchezza è dannosa perché diventa per l’uomo una forma di schiavitù e di idolatria. L’uomo pensa di possedere, ma in realtà finisce per essere posseduto. Dio non può stare a questo gioco. Egli non vuole essere il tutto della vita delle sue creature, ma vuole essere l’unico Signore.Luca 16,1-13. Il brano evangelico di questa domenica raccoglie una serie di detti di Gesù che ruotano intorno al tema delle ricchezze. Il testo, dominato dalla parabola dell’ammi-nistratore scaltro, fa emergere chiaramente anche altri temi non meno importanti per la sua comprensione e il suo messaggio: chi è fedele in cose di poco conto è fedele anche in cose importanti; non potete servire Dio e la ricchezza.Amos 8,4-7. E’ un richiamo forte alla giu-stizia sociale soprattutto nei confronti dei più deboli. Il profeta condanna le ingiustizie

operate in un momento di prosperità, quan-do il guadagno poteva diventare il criterio fondamentale della vita di molti.1 Timoteo 2,1-8. L’Apostolo esorta a pregare per coloro che hanno responsabilità di governo “perché possiamo condurre una vita calma e tranquilla, dignitosa e dedicata a Dio”. La vita di fede non è estranea alle scelte che si fanno nella società.

Meditatio- Gesù non ci propone quest’amministratore come modello di disonestà, ma come esempio di astuzia. Al centro sta l’amara constata-zione del Rabbì: “I figli di questo mondo sono più scaltri dei figli della luce”. Il discepolo dovrebbe avere la stessa prontezza, astuzia e passione dell’amministratore per assicurarsi e per annunciare il Regno di Dio.- E’ vero, forse manca passione. Molte delle nostre comunità sono sedute, ripetitive, nostalgiche, stancanti, incapaci di novità, di dialogo, di ascolto e di accoglienza. Davvero

ci vorrebbe l’astuzia e la prontezza dell’am-ministratore della parabola messa a servizio del Vangelo.-Il grande padre della Chiesa San Basilio di-ceva: “Ricco, hai rubato tu o tuo padre?”. Fac-ciamoci amici con la ricchezza, perché solo la condivisione toglie il carattere di iniquità. Ogni proprietà, dice la dottrina sociale della Chiesa, ha un’ipoteca sociale.

OratioPadre, donaci la forza e la grazia di non esse-re affascinati dalla ricchezza come divinità e di non dire mai che “il denaro è tutto”. Che la nostra coscienza non sia condizionata da una scala di valori in cima alla quale c’è l’avere il più possibile, ad ogni costo! Che l’uso dei beni e il nostro stile di vita più sobrio e sostenibile siano per noi la cartina di torna-sole dell’autenticità della nostra fede.

Armando Trasarti, Vescovodi Fano-Fossombrone-Cagli-Pergola

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Astuzia per il Regno

IL PAPA AL CLERO ROMANO

“La Chiesa non crolla”

Ricorre il ventennale dell’omicidio del sacerdote che è stato beatificato a maggio. In cattedrale, a Palermo, centinaia di fedeli, autorità e religiosi arrivati da ogni parte della Sicilia. “La

testimonianza di don Puglisi, il parroco di Brancaccio ucciso dalla mafia, ha rotto l’ultimo pezzo di complicità nella città nei rapporti tra mafia e chiesa” così lo ricorda il Vescovo Orlando. Il 20 ottobre la posa della prima pietra per una nuova chiesa a Brancaccio.

La Messa a BrancaccioBrancaccio, alle 18 del 15 settembre, giorno in cui veniva ucciso don Pino, è stata celebrata dall’arcivescovo Paolo Romeo una messa sul luogo dell’omicidio. “Don Pino ha donato un sorriso, ha dato la sua disponibilità a Dio e ha sigillato col suo sangue la sua dedizione al quartiere di Brancaccio e il suo amore alla Chiesa. Ad attenderlo c’erano odio, tenebre e violenza”. Così ha esordito l’arcivescovo Paolo Romeo, che ha celebrato nel piazzale Anita Garibaldi la messa di anniversario per padre Pino Puglisi. Tra gli altri era presente anche Francesco Puglisi, uno dei fratelli del sacerdote. Tantissime le persone in piedi che hanno assistito alla messa. Sul palco anche un frammento osseo, reliquia del parroco proclamato beato. A partire dal 1994 il 15 settembre, anniversario della sua morte, segna l’apertura dell’anno pastorale della diocesi di Palermo. Su ciascun balcone che circonda il piazzale decini di residenti hanno esposto i lenzuoli bianchi sui balconi.“Dobbiamo rilanciare il messaggio di don Puglisi, un modello da imitare e per questo, tra le tante iniziative, il 20 ottobre l’Arcivescovo Romeo poserà la prima pietra nel terreno donato dal comune di Palermo e dall’agenzia nazionale dei beni confiscati per la costruenda chiesa che sarà intitolata a padre Pino Puglisi”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Padre Pino Puglisi, il giorno del ricordo

Creatività coraggiosa, conversione pastorale, accoglienza nella verità. Con la particolare attenzione alle “periferie

esistenziali”, che sono anche quelle del “pensiero debole e povero”. Indicazioni che il vescovo di Roma lancia ai suoi sacerdoti nel primo incontro con il clero romano. Davvero un incontro “di famiglia”, come lo definisce il cardinale vicario, concluso dalla consegna di un dono al Papa, un’icona realizzata da don Massimo Tellan, parroco di San Giovanni Crisostomo. Un incontro confidenziale e diretto, nello stile cui Francesco ci ha abituati dall’inizio del pontificato, con i saluti personali a decine di sacerdoti prima di lasciare la basilica di San Giovanni in Laterano.A tutto campo, il vescovo di Roma risponde alle domande dei sacerdoti, guardando con lucidità ai “problemi gravissimi della Chiesa”, ma senza pessimismi. “La Chiesa non crolla. Mai la Chiesa è stata tanto bene come oggi, è un momento bello della Chiesa, basta leggerne la storia. Ci sono santi riconosciuti anche dai non cattolici - pensiamo alla Beata Teresa - ma c’è una santità quotidiana di tanti uomini e donne, e questo dà speranza. La santità è più grande degli scandali”.Un incontro segnato dal racconto di

esperienze di vita a Buenos Aires e dalla richiesta di preghiera per lui, all’avvicinarsi del 60° anniversario - che cadrà il prossimo 21 settembre - di quel giorno in cui sentì per la prima volta lo sguardo di Gesù su di lui. E proprio alla necessità di tornare al “primo amore”, al primo sguardo di Gesù, il Papa invita i sacerdoti che gremiscono la basilica: lo fa nella riflessione che introduce l’incontro, scaturita dalla risposta alla lettera di un prete romano che condivideva con il vescovo la sua “fatica nel cuore”.Un’espressione che ha riportato alla mente e al cuore del Papa quanto scriveva Giovanni Paolo II sulla “peculiare fatica del cuore” di Maria nella “Redemptoris Mater”. La fatica, però, fa parte della missione sacerdotale. “Quando un prete è in contatto con il suo popolo, si fatica”. Di fronte a questa fatica, chiarisce Francesco, c’è solo la risposta di Gesù: andare con i poveri, annunciare il Vangelo e andare avanti. Anche se certamente sono di aiuto “la preghiera davanti al tabernacolo, la vicinanza con gli altri preti e la vicinanza del vescovo”. E la memoria di momenti come l’inizio della vocazione, l’ingresso in Seminario, l’ordinazione sacerdotale: “La memoria è il sangue nella vita della Chiesa”.Numerosi i temi che emergono dalle cinque domande (a porle sono padre

Carbonaro, don Mortigliengo, don Le Pera, don Sparapani, don Brienza) e che meritano risposte articolate. “Accoglienza cordiale” è la parola su cui insiste il Papa. “I fedeli si sentano a casa”, sottolinea. Un’accoglienza - il riferimento è in particolare alle coppie conviventi - da esercitare però nella verità. “Dire sempre la verità”, sapendo che “la verità non si esaurisce nella definizione dogmatica”, ma si inserisce “nell’amore e nella pienezza di Dio”. Il prete deve quindi “accompagnare”. Basti pensare, afferma Francesco, ai discepoli di Emmaus, a come “il Signore li ha accompagnati e ha riscaldato loro il cuore”. L’invito di Francesco ai preti del clero romano è poi a intraprendere “strade coraggiosamente creative”. E cita esempi vissuti a Buenos Aires, come l’apertura di alcune chiese per tutta la giornata con la disponibilità di un confessore o l’avvio di “corsi personali” per le coppie che intendono sposarsi ma non possono frequentare i corsi prematrimoniali perché lavorano fino a tardi. Restano prioritarie le “periferie esistenziali”, che sono anche “quelle delle famiglie”, di cui ha parlato più volte Benedetto XVI, come il tema delle seconde nozze. Il nostro compito, dice, è “trovare un’altra strada, nella giustizia”.

Angelo Zema © RIPRODUZIONE RISERVATA

Page 3: «Il Nuovo Amico» n. 34 del 22 settembre  2013

Socio Politico 22 settembre 2013 3amicoil nuovo• •

Dopo un paio di giorni di negoziati serrati a Ginevra, il segretario di Stato americano e il ministro degli Esteri russo hanno trovato

un accordo sull’eliminazione dell’arsenale chimico in Siria. L’intesa verrà inclusa in una risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, che prevederà sanzioni economiche per la Siria in caso di violazione del protocollo. La Russia ha infatti chiarito che si opporrebbe a ogni ipotesi di intervento armato. Il regime di Assad non ha ancora ufficializzato la sua adesione al piano russo-americano, ma ha espresso soddisfazione per l’esito dei negoziati. Damasco ha una settimana per presentare la lista di tutte le armi chimiche possedute. Dovrà poi permettere che gli ispettori Onu accedano liberamente e senza restrizioni in tutti i siti e dare inizio all’opera di distruzione delle armi chimiche. È un piano molto impegnativo, ma certamente preferibile per Assad rispetto all’intervento armato americano.A ben vedere, tutti e tre gli attori coinvolti nella vicenda hanno guadagnato qualcosa da questo accordo, che infatti è stato raggiunto molto velocemente, dopo che la diplomazia russa lo aveva proposto all’inizio della scorsa settimana. Chiaramente, il principale vincitore è Vladimir Putin, che è riuscito a evitare l’intervento americano ai danni dell’alleato Assad; ha rilanciato il ruolo della Russia come interlocutore fondamentale per il raggiungimento dell’ordine in Medio Oriente e non solo; è riuscito a farsi ringraziare implicitamente dagli Stati Uniti, che senza l’iniziativa russa non sarebbero riusciti ad uscire dalla brutta situazione in cui si erano cacciati. Tutto sommato, ha vinto un po’ anche Obama, o sarebbe meglio dire che, proprio grazie alla svolta russa, è riuscito a non perdere. Infatti, dopo che la Casa Bianca si era

cacciata in una vicolo cieco minacciando un intervento senza vere prospettive politiche, che buona parte del Congresso non voleva, e di cui non era convinto neppure lo stesso Presidente, adesso si ha una buona ragione per evitare una simile azione avventata senza perdere la faccia. Infine, ha vinto ovviamente anche Assad, che ha scampato il pericolo dell’intervento franco-americano e può adesso concentrare le sue forze nella guerra contro i ribelli.Per chi fosse interessato alle sorti generali del conflitto siriano,

peraltro sempre più internazionalizzato, è necessario chiarire che l’accordo raggiunto a Ginevra non conduce immediatamente e necessariamente a una conclusione negoziata della guerra. La guerra continua, e anzi è necessario vigilare affinché la procedura di controllo e progressiva distruzione delle armi chimiche non venga utilizzata da Assad per prendere tempo, nascondere una parte dell’arsenale, tendere ulteriormente la corda, preparare trabocchetti alle diplomazie occidentali. L’accordo può costituire però una

buona base di partenza per cercare una sistemazione più ampia sul conflitto, che potrebbe poi essere ufficializzata in sede Onu. Si tratta di lavorare sugli interessi comuni attraverso un sapiente lavoro diplomatico. Purtroppo in casi di guerra come questi non si può contare troppo sull’umanità delle parti in conflitto, ma se già si giungesse ad una combinazione degli interessi in grado di far tacere le armi sarebbe un grande risultato.

Stefano Costalli©riproduzione riservata

Quartiere romano, mattina, esterno giorno. La carrozzella avanza di buon passo sul marciapiede e il padre alla guida si esibisce con consumata

perizia in una serie di slalom acrobatici tra le deiezioni canine abbandonate dall’incuria dei padroni e le trappole infingarde delle buche mal riparate. Il ragazzino a bordo un po’ ride e un po’ sbuffa, perché ogni mattina il percorso a ostacoli per arrivare a scuola è sempre più difficile. Ed ecco che, proprio quando il traguardo è vicino, un mostro si para beffardo tra la squadra su ruote e la fine della strada: un macchinone è parcheggiato con noncuranza sullo scivolo dei disabili e impedisce la discesa e l’accesso.Dopo un attimo di comprensibile turbamento e un primo approccio indeciso per consentire la presa delle misure, il papà alla guida si produce in un numero di alta

precisione che consente il passaggio della carrozzella e il superamento in agilità del bestione metallico. Il figlio, attento all’ingombro del proprio mezzo, aiuta come può, tenendo d’occhio gli spigoli e suggerendo rifiniture di transito. Nel frattempo, tra genitori in attesa e passanti residenti, si è formata una piccola folla prontamente autonominatasi comitato di sostegno, che elargisce variegati consigli e offre generosamente aiuto per un eventuale trasbordo a braccia. Felicemente concluse le operazioni di movimentazione, i commenti non si fanno attendere, anche perché l’auto, nuova e lustra, espone targa diplomatica e lo sdegno verso l’ennesima casta diventa rabbia. Tra chi propone una sommaria giustizia a colpi di chiave e cacciavite e chi se la prende con l’amministrazione pubblica che non fa nulla contro i prepotenti, colpisce una voce dal fondo: “Ci vorrebbe

Papa Francesco, lui sì che…”.Ora, se anche per combattere la maleducazione e l’ignoranza delle più elementari regole di convivenza civile si comincia a invocare l’intervento del Papa, qualcosa vorrà ben dire.Così si fa strada, nell’immaginario collettivo, l’idea che finalmente è arrivato qualcuno che si fa carico dei mali del mondo, uno che c’è e che ha a cuore la gente comune. Ma cercare altrove la soluzione di problemi in cui basterebbe accendere la spia della responsabilità personale è piuttosto puerile. Questo Papa ci sprona a dare il meglio di noi, ogni giorno, e ad essere davvero protagonisti della vita e della società con la testimonianza..

Emanuela Vinai©riproduzione riservata

Finalmente c’è qualcuno che si fa carico della gente comune

E tornata la violenza a Mindanao, l’isola nel sud delle Filippine dove da quattro decenni è in corso, a fasi alterne, un

conflitto separatista che ha provocato circa 120mila morti. Nella bella e florida Zamboanga, conosciuta come “città dei fiori”, dove vivono un milione di abitanti (l’80% sono cattolici), dal 9 settembre sono ripresi gli scontri tra i ribelli islamici del Moro national liberation front e l’esercito. In pochi giorni sono stati presi in ostaggio tra i 100 e i 200 civili, per usarli come scudi umani: tra questi un prete cattolico, padre Michael Ufana, liberato dopo alcuni giorni. Si parla di almeno 60mila sfollati e 53 persone uccise dall’inizio dei combattimenti, che continuano nella notte, nonostante il dichiarato cessate-il-fuoco. Sono in corso trattative tra il governo e il leader dei ribelli Nur Misuari, per trovare una soluzione. I ribelli mirano all’indipendenza dell’intera isola Mindanao, dove sono sbarcati lunedì scorso via mare, senza trovare ostacoli. Volevano issare sul municipio la bandiera della Bangsamoro Republik, la “Repubblica dei mori”, fondata per l’ennesima volta dal loro leader Misuari, un ultrasettantenne che è stato

diverse volte in carcere e ha una grande influenza sulle alte dirigenze filippine. Ma la popolazione e la Chiesa dell’unico Paese cattolico in Asia - dove nel 2016 si svolgerà il 51° Congresso eucaristico internazionale

- sono in grande allarme. La preoccupazione della Chiesa cattolica. L’arcivescovo di Manila, il cardinale Luis Antonio Tagle, ha espresso in questi giorni la sua “preoccupazione per la situazione di Mindanao”. La lussureggiante isola, un paradiso tropicale simile alle altre 7.000 isole dell’arcipelago filippino (dove

vivono circa 100 milioni di abitanti, in maggioranza cattolici), è tristemente famosa in Italia per i sequestri e le uccisioni di sacerdoti, tra cui padre Giancarlo Bossi,

il missionario del Pime rapito nel 2007, poi rilasciato e, più di recente, padre Fausto Tentorio, ucciso da un killer il 17 ottobre 2011 fuori dalla sua parrocchia per le sue attività a difesa degli indigeni. E, da Mindanao, i vescovi cattolici continuano a lanciare appelli per un dialogo costruttivo tra governo e ribelli. Le parrocchie in aiuto agli sfollati. Le parrocchie e le organizzazioni umanitarie della zona sono, infatti, mobilitate per dare aiuti agli sfollati, che chiedono ospitalità, cibo e vestiti. I circa 200 ostaggi sono ancora nelle mani dei ribelli, che li usano come scudi umani per mettersi al sicuro dagli attacchi dei militari filippini. Molti di loro sono rinchiusi in una moschea e nelle case di Basilan, un centro a maggioranza musulmana, anche se tutti gli sfollati sono musulmani e i missionari non si stancano di ripetere che “non è un conflitto religioso”. Nei giorni scorsi cristiani e musulmani si sono perfino riuniti nello stadio in preghiera con gli sfollati, per dare alla nazione un messaggio di pace e chiedere il rilascio degli ostaggi.

a cura di Daniele Rocchi©riproduzione riservata

ACCORDO SULL’ELIMINAZIONE DELL’ARSENALE CHIMICO IN SIRIA

Putin-Obama-Assad:un guadagno per tutti

FILIPPINE - ANCHE UN PRETE CATTOLICO TRA GLI SCUDI UMANI

Ostaggio di ribelli islamici

Page 4: «Il Nuovo Amico» n. 34 del 22 settembre  2013

22 settembre 20134 Socio culturale amicoil nuovo• •

CONCLUSA LA SETTIMANA SOCIALE A TORINO CON OLTRE 1300 PARTECIPANTI

Famiglia e Paesepossono e devonocrescere insieme

“Coraggio, avanti su questa strada con le famiglie!”. È il saluto, pieno di slancio e di affetto, che Papa Francesco, dopo l’Angelus, ha rivolto ai milletrecento partecipanti alla 47ª Settimana Sociale di Torino, che era iniziata con un suo messaggio e proseguita con la prolusione del cardinale Bagnasco. A conclusione dell’appuntamento domenicale con i fedeli in piazza San Pietro, il Papa si è unito idealmente alla platea torinese citando il tema della Settimana e rallegrandosi “per il grande impegno che c’è nella Chiesa in Italia con le famiglie e per le famiglie e che è un forte stimolo anche per le istituzioni e per tutto il Paese”. Famiglie e Paese: un binomio che dal Teatro Regio, subito prima di ascoltare le parole di Francesco, si è sentito vibrare con forza: “La famiglia non è un affare privato”. È “la prima conclusione, il punto di non ritorno del nostro cammino”, ha detto tracciando le fila dei lavori Luca Diotallevi, vicepresidente del Comitato scientifico e organizzatore. Egli è volutamente provocatorio: “Cosa abbiamo fatto noi laici cattolici italiani, in questi tre anni nella civitas e nella ecclesia, anni così difficili e talvolta drammatici. E ancora: “È inutile, o ipocrita, che i laici cattolici italiani si pongano la questione della famiglia senza porsi anche con schiettezza lo Stato in cui versa oggi il cattolicesimo politico in Italia”.

“Se è vero che la famiglia non è un affare privato, ma pubblico, ciò significa che il caso della famiglia ha molti profili, e sicuramente uno anche politico”. È una vera e propria “chiamata alle armi”, nella direzione pacifica di chi accetta il dialogo e il confronto.“Bisogna combattere”, e la partita si gioca sul piano politico, è lì che vanno pensate con creatività le “azioni collettive”, che rimandano a una parola che è ricorsa molto di frequente nella Settimana Sociale: “Alleanza”. Quello dei laici cattolici si profila come “un impegno pesante e protratto nel tempo”. Inutile nascondersi, del resto, che “sono decenni che agli italiani viene negato di avere un voto pesante almeno quanto quello che hanno i cittadini delle grandi democrazie”. Vogliamo essere noi, invece, a decidere chi ci rappresenta, ne abbiamo il diritto e il dovere.“Bisogna combattere”, con “l’agonismo della libertà” di sturziana memoria e con la capacità di “convergere”. E la prima battaglia è quella di “continuare ad affermare lo spirito e la lettera con cui la nostra Costituzione riconosce i diritti e i doveri di quella particolare formazione sociale che

è la famiglia fondata sul matrimonio. Non possiamo spaventarci né tacere di fronte a chi propone o minaccia di trasformare un diritto in un reato di opinione”. Ma sono tanti i temi sul tappeto, come “la valenza pubblica dell’impegno educativo, la contestazione radicale che va portata alla pretesa dello Stato di farsi educatore, la crisi dell’educazione alla laboriosità e all’intraprendere, il carattere ingiusto e inefficiente della pressione fiscale che oggi debbono sopportare i contribuenti italiani e le loro famiglie, la onerosità e gli aspetti sperequativi del modello di welfare

State tuttora imperante”. Senza contare lo “sfruttamento” delle famiglie immigrate e il degrado degli spazi urbani che incide sulla qualità della vita, non solo delle periferie. Le Settimane Sociali, ha detto il Papa all’apertura di questa edizione, “sono state provvidenziali e preziose, e lo sono ancora oggi”. Anche per la loro capacità di “affrontare, e se possibile anticipare, gli interrogativi e le sfide talvolta radicali posti dall’attuale evoluzione della società”. “Coraggio, avanti”, il suo invito all’Angelus. Appuntamento, allora, nel 2017.

©riproduzione riservata

Il forte incoraggiamento di Papa Francesco all’Angelus. L’ap-puntamento è al 2017 - ha annunciato monsignor Arrigo Miglio, presidente delle Settimane Sociali - per continuare un cammino iniziato più di un secolo fa e che ha visto nella figura di Toniolo e nella città di Torino un significativo avamposto. Luca Diotallevi: “La famiglia non è un affare privato. È il pun-to di non ritorno del nostro cammino che ci costringe a inserire nel dibattito pubblico un elemento scandalosamente scorretto”

dall’inviata Sir a TorinoM.Michela Nicolais

Page 5: «Il Nuovo Amico» n. 34 del 22 settembre  2013

Un medicoun inviato specialeun giornalista“Ha concluso la sua vita terrena

compiendo il gesto del buon samaritano”: queste le parole

di Papa Francesco nel messaggio letto ai funerali di Eleonora Cantamessa, uccisa mentre prestava soccorso a un ferito ri-verso sulla strada di un paese bergamasco. Poi le parole del papà di Eleonora: “Pro-prio quarantasei anni fa celebravamo le nostre nozze su questo stesso altare, oggi accompagneremo Eleonora alla sepoltura. Tutto era stabilito nel progetto di Dio. Alla comunità di indiani esprimiamo il nostro fermo convincimento che nel disegno di Dio c’è anche il dono della redenzione e della rinascita, durante e dopo l’espiazione della pena per gli autori del tragico fatto”.Molte volte anche dalla cronaca cosid-detta nera vengono messaggi impreve-dibili, parole e gesti che penetrano nel-l’animo, suscitano domande, indicano direzioni per incontrare risposte davve-ro grandi.La settimana che abbiamo alle spalle ha visto, come sempre, snodarsi molti fatti dolorosi e tristi che incollano il buio al mondo e rubano la speranza a molta gente. Ma accade che improvvisamen-te in questa cappa nera si aprano degli squarci di luce che, pur nulla togliendo alla sofferenza umana, consentono di alzare gli occhi e di ritrovare la speran-za e il significato ultimo della vita.

“Dio era con noi in quella cella. Ma a un certo punto ho pensato che fosse evapo-rato. Invece era sbagliato il modo in cui ci rivolgevamo a lui. Dio non fa patti, non è un supermercato. Questa è la le-zione di Dio: bisogna saper attendere. Aspettare. Come Giobbe, che attende, perde tutto e lo riavrà moltiplicato per dieci”.Nel gremitissimo teatro Carignano di Torino Domenico Quirico parla del suo sequestro in Siria. È il messaggio, sem-plice e straordinario, di un giornalista sequestrato e trattato brutalmente per molti mesi. Parole che fanno vibrare l’uditorio non certo per gli effetti speciali ma per i pensieri e le domande che susci-ta. Un teologo difficilmente riuscirebbe a far entrare Dio con tanta umile effica-cia in un teatro e ancor più nella mente e nel cuore delle persone in ascolto.A chi in televisione lo intervista dopo la lettera che gli aveva scritto Papa Fran-cesco, Eugenio Scalfari risponde, con la sua onestà intellettuale, di non essere alla ricerca di Dio. Non una dichiara-zione di superiorità e ancor meno di superbia ma una testimonianza che fa riflettere. Scalfari ha parlato di se stesso con lealtà. Anche Dio con la stessa lealtà lo ascoltava. Non è una battuta conso-latoria o retorica perché lo stesso Papa Francesco, che ha scritto una lettera al giornalista, più volte ha ricordato che Dio cerca l’uomo anche quando questo si toglie o cerca di togliersi dal suo sguar-do. La ricerca dell’uomo da parte di Dio è però un moto di tenerezza e di incon-dizionato rispetto della ragione e della libertà di ogni persona.Ecco, molte volte la cronaca pone di fronte all’incrociarsi o all’allontanarsi di sguardi tra l’uomo e Dio. C’è una co-municazione invisibile e silenziosa che si affianca a quella visibile e rumorosa dei media. L’una non esclude l’altra, anzi l’una quasi cerca l’altra. Sta soprattutto a chi legge, ascolta o vede, scavare den-tro le righe, le parole le immagini per trovare segni di speranza.

Paolo Bustaffa© RIPRODUZIONE RISERVATA

22 settembre 2013 5Primo Pianoamicoil nuovo• •

cure inalatorie cure sordità rinogena(affezioni delle alte e basse vie respiratorie)

Convenzionate con il S.S.N.

tel. 0721.885161 - 885128 - fax 0721.885656Terme di Carignano - Via Bevano 43/45 61032 Fano (PU) www.termecarignano.it - e-mail: [email protected]

OrariO viSiTeMattino07.30 – 10.30dal lunedì al sabato

Pomeriggio14.30 – 15.30dal lunedì al venerdì

AperturA StAbilimento termAle 3 giugno - 31 ottobre 2013

CHI CANCELLA LA DIFFERENZA DISCRIMINA PER DAVVERO

Generi e generazioni

ICONA DEGLI ANNI SESSANTA SAPEVI CANTARE LA BELLEZZA DEL MONDO

Grazie, Jimmy Fontana

L sabbia e la roccia. La sabbia che scivola fra le dita e la roccia sulla quale si può costruire: felice immagine scelta per descrivere

la crisi dell’umano e della famiglia, per indicare la via d’uscita da quella stessa crisi. Ma ci vuole anche una grande dose di coraggio intellettuale per indicare, senza sconti, l’orizzonte culturale, sociale, antropologico che sta svuotando di senso la differenza tra uomo e donna, sta producendo un’assuefazione progressiva alla teoria dell’equivalenza dei generi a scapito della ricchezza insostituibile della differenza. Dire ai cattolici italiani, ma anche a quella parte dell’opinione pubblica italiana ormai assuefatta alla prospettiva

della uguaglianza senza distinzioni, che la comunità cristiana continuerà a fronteggiare con dignità e consapevolezza, ma senza arroganze, la teoria del gender anche nelle sue ricadute legislative (unioni omosessuali e legge contro l’omofobia)... ebbene questo vuol dire amare l’umano che è custodito gelosamente dalla famiglia e dal matrimonio. Ma, al tempo stesso, esprime un amore che non è solo dei cattolici. Anzi, è di tutto un popolo che il calore della famiglia lo sperimenta; da quel calore ricava certezze esistenziali, a quel calore porta ogni giorno un piccolo contributo di energia, in quel calore matura la ricchezza delle personalità individuali e delle relazioni, attraverso

quel calore impara ad assumersi responsabilità che si rivelano presto un vantaggio sociale. Affermare tutto questo comporta la consapevolezza di remare controcorrente sul piano culturale, su quello sociale e, infine, politico, soprattutto nel suo riflesso legislativo. E comporta anche la scelta di ripercorrere la strada della riconciliazione tra i generi attraverso “la roccia della differenza”, perché l’essere uomo e l’essere donna non vengano polverizzati “in un indistinto egualitarismo che cancella la differenza sessuale e quella generazionale, eliminando ogni possibilità di essere padre e madre, figlio e figlia”. Va individuata una prospettiva di impegno che va abbracciata dai cattolici con rigore intellettuale, con generosità operativa, con creatività sociale. Si tratta, infatti, di operare una tempestiva riconciliazione tra generazioni che contesti apertamente quella “segregazione generazionale” che ammorba la relazione fra adulti e giovani, quasi che davvero non si abbia nulla più da dirsi e da darsi. La questione appare così in tutta la sua evidenza educativa. Non sarà possibile per i cattolici italiani piegarsi alla logica della indifferenza tra le generazioni, ma sarà una loro cura creare ponti e spazi di dialogo. Con la tenacia e la dedizione che i cattolici sanno mettere in campo quando prendono coscienza della sfida storica portata alla capacità dell’uomo di creare relazioni e attraverso queste di costruire comunità. E la prima comunità guarda caso è proprio la famiglia, di cui la relazione è pilastro fondativo. Una doppia riconciliazione è, dunque, davanti a noi tutti. La riconciliazione fra i generi attraverso la centralità della differenza tra uomo e donna, tra maschile e femminile. Una riconciliazione fra generazioni che rifiuti la cultura dello scarto umano (anziani e giovani) e sposi la famiglia come lo spazio delle “grandi differenze” (età, sesso, cultura e storia) che vivono di reciprocità. Una doppia riconciliazione che costituirà il contributo virtuoso dei cattolici italiani a quella architettura della famiglia che è un bene essenziale per la comunità, per la società. E persino per lo Stato democratico. Talvolta, persino, a loro insaputa...

Domenico Delle Foglie© RIPRODUZIONE RISERVATA

Alcuni hanno scritto, nella fretta dei necrologi, che è stato un’icona degli anni Cinquanta. Non è vero,

non è stato, sia cronologicamente, sia stilisticamente, così lontano da noi; altri hanno detto che il suo nome è legato unicamente al grande successo de “Il mondo”: anche questo non è vero, o se è vero, lo è solo in parte, perché Jimmy Fontana, morto a settantanove anni nella sua casa romana, aveva legato il suo nome (pseudonimo di Enrico Sbriccoli: era nato a Camerino, nelle Marche, nel 1934) ad altri successi tipici del filone melodico italiano dei mitici Sessanta. Non dimentichiamo che in uno dei motivi italiani più eseguiti in tutto il pianeta, Giappone compreso, (proprio come il suo grande hit del 1965, “Il mondo”) è quel “Che sarà”, portato al successo a Sanremo dal gruppo dei Ricchi e Poveri e dal cantante portoricano Josè Feliciano nel 1971, c’è anche la sua firma, oltre a quella di Franco Migliacci e Carlo Pes.

Fontana è stato uno di quelli che avevano tenuto conto delle nuove realtà musicali ma che non avevano cavalcato improvvidamente le mode: una voce forte ma anche calda come la sua non poteva non rimanere sul melodico, ma che melodico: non più quello allusivo o d’imitazione americana dei Cinquanta, ma una tradizione che si rinnovava, che cantava la bellezza del mondo che riusciva anche a consolare di un amore finito (“Il mondo”) celebrava l’amore che chiunque, anche chi non aveva voce, poteva trasformare in una serenata (“La mia serenata”). Molte parole delle sue canzoni parlarono al posto di timidi ragazzi che non avevano il coraggio di confessare i loro sentimenti e che riuscirono ad esprimerli grazie a quelle garbate dichiarazioni, fatte per interposta persona. Anche questa è stata la magia delle sue canzoni.

Marco Testi© RIPRODUZIONE RISERVATA

Page 6: «Il Nuovo Amico» n. 34 del 22 settembre  2013

22 settembre 20136 Regione PRovincia amicoil nuovo• •

Appello urgente di Abba Marcello

Carissimo Nuovo Amico,so che molti pesaresi sono ritornati proprio in questi giorni dalle meritate

ferie e dai vari posti di villeggiatura. Mi permetto di scomodarvi e di appellarmi ancora una volta alla loro sensibilità per un intervento urgente a favore di tante famiglie che, a causa delle grandi piogge, hanno perso tutto: casa, raccolto, bestiame e riserve di cibo. E’ piovuto talmente tanto che l’acqua ha distrutto intere zone. Un villaggio è diventato un grande lago, dove tutto è sommerso, compresa la speranza. Questa gente vive ora sotto le tende. Credetemi è un inferno!!! Famiglie intere, insieme sotto questi tendoni, in promiscuità, con anziani e bambini, tutti accatastati l’uno sopra l’altro. Non possono muoversi da nessuna parte, così inchiodati, senza materassi e coperte. Mi è sembrato di entrare e di visitare un girone dell’inferno dantesco. Molti sono ammalati di malaria, tifo,

febbre alta, influenza, malattie intestinali, ecc.. Sono intervenuto per il momento mandando in clinica tanta gente: in due giorni i dottori hanno visitato e distribuito medicine a 500 ammalati. Ho già anticipato con la mia pensione 12.000 euro (circa 300.000 Birr). Ma voi sapete che ci sono famiglie composte anche da 12 persone tra genitori e figli? E’ poco quello che possono fare con la cifra da me donata. Faccio appello a tutti coloro che sono animati da buona volontà e da spirito di solidarietà, per venire incontro almeno in parte alle necessità di questa gente tanto provata. Insieme, nel passato, abbiamo fatto la campagna dei materassi, delle coperte, delle pecore, dei buoi e delle mucche. Ora si tratta di fare una campagna di solidarietà per queste 300 famiglie. Proviamo tutti a sostenerli in questa loro titanica lotta per la sopravvivenza. A tutti un saluto e un grazie di cuore per quello che farete.Sempre grato.

Abba Marcello

Caro Marcello, confidiamo come sempre nella generosità dei nostri lettori che, ne siamo certi, non mancheranno di far sentire la propria solidale vicinanza alle famiglie di Soddo. Grazie per quello che stai facendo e per il tuo costante contatto con la chiesa pesarese e con il nostro giornale.

La direzione© RIPRODUZIONE RISERVATA

Lettere al direttore

Tutto pronto per la IV edizione del “Titanus Festival, Arte cultura e solidarietà”. L’iniziativa 2013 segue il “solco”, delle precedenti

edizioni, realizzate grazie anche alla fattiva collaborazione dell’assessorato al Turismo, Sviluppo economico e Sport del Comune di Pesaro, con il Patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri e le due Medaglie di Rappresentanza conferite dal Presidente della Repubblica. La IV edizione di Titanus Festival coinvolgerà numerosi enti e organismi associativi che contribuiranno alla promozione turistica del territorio di riferimento, promuovendo al contempo la cultura della cooperazione e della solidarietà a favore di Ant, Telethon ed altre Onlus. Alcune iniziative verranno realizzate anche in altri comuni delle Marche., “L’iniziativa – spiega il presidente della Titanus Luca Veneziano - non persegue fini di lucro e non ha carattere commerciale, afferma il valore della solidarietà come principio e la sua efficacia storica, sostenendo le iniziative solidali di associazioni Onlus del nostro territorio e, in accordo con il Coordinamento Provinciale Telethon, l’Associazione Titanus fungerà da capofila provinciale sostenendo ufficialmente la campagna di sensibilizzazione e raccolta fondi Telethon 2013”.Ecco l’elenco dettagliato delle iniziative della “IV Edizione Titanus Festival - Arte, Cultura e Solidarietà”PROGRAMMA----------------------ARTE - Dal 21 SETTEMBRE al 5 OTTOBRE / “L’Anima tra le dita – Antologica 1985/2013” di Anna Rosa Basile. Nel Salone nobile di Palazzo

Gradari. Inoltre il 28 settembre “Immagini e Parole” Progetto editoriale (Edizioni Naoi), che raccoglie poesie e disegni inediti dell’artista Anna Rosa Basile. L’elegante volume (tiratura 1.000 copie) sarà distribuito a coloro che visiteranno la mostra Antologica. / 11 OTTOBRE Al Salone delle Feste del Ristorante La Giara, Mostra Fotografica – Video – Incontro dibattito sul tema “Le Marche le Arti ed i Guinness World Records - promozione dei prodotti enogastronomici marchigiani e valorizzazione del territorio”. 11, 18, 25 OTTOBRE / “Emozioni in canto” Pesaro - palco “La Giara Live” ed altri locali.

Audizioni live per il Festival Reginetta della Canzone e Prince on Stage. L’Arte del Canto declinata attraverso 8 concerti con esibizioni di giovani talenti. / 5 OTTOBRE

“L’ANTipatico”Pesaro - Teatro Cinema Astra - Spettacolo comico solidale proposto dal comico toscano Gaetano Gennai a favore della Fondazione ANT. / Dal 25 OTTOBRE all’8 NOVEMBRE / “Tracce di vita sul corpo e nella mente” Alexander Museum Palace Hotel. Una voce narrante illustra 12 opere d’arte di dodici artisti. / NOVEMBRE VI Edizione “Premio Raffaello” Alexander Museum Palace Hotel – Pesaro. Il Premio è attribuito a

personaggi di spicco dell’arte, della cultura e della moda. 23 NOVEMBRE “Concerto lirico” Accademia Internazionale di canto “Renata Tebaldi – Mario Del Monaco” Città di Pesaro – organizzato in collaborazione con il Maestro Mario Melani e la soprano Nino Leshava. I cantanti lirici proporranno opere di artisti marchigiani. / 24 NOVEMBRE “Finale nazionale Reginetta della Canzone Futura” / 30 NOVEMBRE

“II Edizione di “Notturni ma non troppo” Libreria Il Catalogo – Pesaro. “L’evoluzione delle attività artistiche, di intrattenimento e divertimento nelle Marche” – Talk show realizzato per la ricorrenza del Trentennale del Raduno DJ No-stop e del Gran Galà DJ, con la partecipazione di DJ e Speaker radiofonici. / 1 DICEMBRE “Festival Internazionale Reginetta della Canzone & Prince on Stage” / 21 DICEMBRE Teatro Cinema Astra - ore 21.00, “Gran Galà: Arte Cultura e Solidarietà”. Serata realizzata in collaborazione con “Wake up progetto danza” che proporrà un esclusivo spettacolo di danza. 22 DICEMBRE

“Natale sui pattini” Palas di viale dei Partigiani spettacolo natalizio realizzato in collaborazione con A.s.d. Flyng Roller.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

IN ARRIVO LA 4^ EDIZIONE CON DECINE DI SPETTACOLI FINO A NATALE

Titanus festival tra arte cultura e solidarietà

TESTIMONIANZA

I ragazzi dell’Aias Pesaro dal PapaEravamo veramente tantissimi (più numerosi che mai) in una calda giornata settembrina: Papa Francesco

era desideroso di condividere con la folla di fedeli, e anche con noi disabili le impressioni, i ricordi della GMG di luglio in Brasile perché a distanza di oltre un mese da questo grande evento è ancora più rilevante coglierne gli aspetti più significativi. Le tre parole chiave che il Pontefice ha utilizzato per riassumere il suo viaggio sono state accoglienza, festa e missione. E in questi tre vocaboli ci siamo rispecchiati anche noi che, accompagnati dall’associazione italiana assistenza spastici di Pesaro (Aias), conviviamo con diverse tipologie di handicap (fisici e mentali) che spesso affievoliscono il corpo ma temprano lo spirito: nell’abbraccio che il Papa argentino ha donato ad alcuni di noi lungo il tragitto verso l’altare abbiamo percepito la sua grande partecipazione, sensibilità ed umiltà. E’ stata anche una festa vedere da vicino il Santo Padre per le tantissime persone che assiepavano piazza S.Pietro e per noi che abbiamo trascorso una giornata davvero speciale, alleviando almeno parzialmente le difficoltà che affrontiamo quotidianamente: sentire parole di

conforto e consolazione aiutano a sentirsi meno soli. Ognuno di noi si porterà dentro emozioni e sensazioni diverse. Siamo rimasti molto colpiti dall’entusiasmo, dalla gioia di vivere dimostrata da un ragazzo down veramente impaziente e desideroso di ricevere un bacio da Papa Francesco; alla fine con la sua tenacia, simpatia e dolcezza che traspariva dai suoi occhi è riuscito nel suo intento scatenando un applauso festoso e liberatorio che ha coinvolto tutti noi, davvero felicissimi per lui. Questa intensa esperienza di fede ci affida anche una sorta di missione da condividere anche con le persone che non erano fisicamente al nostro fianco: Francesco è con tutti noi, non ci lascia soli ed è vicino specialmente alle persone sofferenti con la preghiera e con tanti piccoli gesti che spesso valgono più di mille parole. Ciò che possiamo fare noi è regalare il nostro sorriso e la nostra speranza a chi pensa di avere tutto a livello materiale, trovandosi però senza

tanti valori che aiutano ad affrontare serenamente la vita giorno dopo giorno: è questa la nostra missione da compiere,

sicuri che da lassù sia apprezzato il nostro sforzo.

I ragazzi dell’Aias di Pesaro

Dopo la statua esistente sulla cima del monte Amiata, in Toscana, che guarda gran parte del Tirreno, anche il nostro

Adriatico è guardato a vista dalla Vergine Ma-ria. Il 15 aprile 1990 venne messo in opera, a 1376 metri di altezza, sul monte Catria, un cippo in pietra corniola di dieci tonnellate, donato dai fratelli Casavecchia di Cagli, tito-lari delle omonime cave. Su di esso , ven-ne posta un’ immagine della Madonna degli scout. L’iniziativa partì dal Masci regionale, ma fu la Comunità di Pesaro che portò a ter-mine l’”impresa”. L’immagine, in materiale resinoso, andò di-strutta poco tempo dopo da mani ignote. Ne fu poi posizionata una copia protetta da una grata in ferro battuto.Nel 2006 si procedette ad una nuova sosti-tuzione con un’opera in coccio smaltato. Per il deterioramento dovuto all’escursione termica, alle intemperie e agli anni, viene ora riproposta una riproduzione in bron-zo realizzata dal professore Valeriano Santi, insegnante e membro del centro TAM(Trattamento Artistico dei Metalli), di Pietrarubbia, diretto da Arnaldo Po-modoro. La benedizione della nuova immagine avverrà nel pomeriggio di do-menica 29 settembre, alle 15, in località Infilatoio sul Monte Catria. Il luogo è raggiungibile sia da Chiaserna di Cantiano che da Serra S.Abbondio.

A.G.© RIPRODUZIONE RISERVATA

LA BENEDIZIONE IL 29 SETTEMBRE

La Madonna degli scout sul Catria

Page 7: «Il Nuovo Amico» n. 34 del 22 settembre  2013

Regione PRovincia 22 settembre 2013 7amicoil nuovo• •

La cartaBCCricaricabile che garantisce i tuoi acquisti.

L’APPUNTAMENTO A LORETO SABATO 12 OTTOBRE

Incontro regionale per animatori della liturgia La Commissione liturgica regionale in occasione del 50° anniversario della solenne apertura del Concilio

Ecumenico Vaticano II (11 ottobre 1962) ha organizzato una giornata di studio e riflessione sulla costituzione “Sacrosanctum concilium” che si terrà a Loreto-Montorso il 12 ottobre prossimo. I sacerdoti,

gruppi liturgici parrocchiali, gli animatori liturgici e quanti hanno a cuore l’esemplarità delle celebrazioni e soprattutto sono desiderosi di capire ancora di più la ‘grazia’ della riforma liturgica, sono caldamente invitati a questa giornata. È tempo di investire di più nella formazione per non scadere da una parte in un vuoto cerimonialismo, dall’altra in stravaganti improvvisazioni o creatività inopportune. Sarebbe bene per ragioni organizzative, fare riferimento a don Gino Rossini (cell. 347/5861441) specialmente coloro che pensano di fermarsi a pranzo o avessero difficoltà per il trasporto. Non escludiamo, qualora ci fossero richieste sufficienti, di organizzare un pullman.

ProgrammaSabato 12 ottobre a Loreto – Centro Giovanni Paolo II - MontorsoOre 9.30 – arrivi; ore 10 preghiera, saluti, prima relazione: La grazia ed i limiti di 50 anni di riforma liturgica – prof. Don Giovanni Franzini; dialogo; ore 12 pranzo (prenotando o al sacco); ore 14.45 seconda relazione La liturgia cantiere sempre aperto; approfondimento; conclusioni; ore 17 partenza.Chi intende prenotare il pranzo, può farlo entro il 5 ottobre comunicandolo a don Gino Rossini, 347.5861441 – [email protected]

“La liturgia è la più alta manifestazione della Chiesa per questo essa deve essere al centro delle nostre attenzioni” . Tutti ci siamo resi conto in questi anni

dopo il Concilio che cambiare i riti o le forme esteriori delle celebrazioni è relativamente facile, mentre entrare con lo spirito giusto in esse è solo frutto di una fede autentica e di una formazione che purtroppo non sempre si realizza. Vorremmo offrire a livello regionale, a tutti coloro che “intervengono” a vario titolo nella liturgia (sacerdoti, diaconi, accoliti, lettori, cantori, cerimonieri, semplici fedeli, gruppi per la liturgia delle varie comunità e parrocchie) l’opportunità di un incontro fatto di ascolto e di confronto, per un approfondimento dei vari aspetti delle celebrazioni. Ci auguriamo che questo sia l’inizio di un cammino, che possa creare una sensibilità sempre più condivisa tra le nostre diocesi, affinché gradualmente rifluisca nelle varie comunità qualche contributo per vivere sempre meglio i

“sacri misteri” della nostra fede†Giovanni Tani

Arcivescovo di Urbino-Urbania-S. Angelo in Vadoe Delegato Regionale per la Liturgia

L’inizio di un cammino

ISTITUTI RELIGIOSI FEMMINILI

Donne consacrate:rinnovata l’Usmi delle Marche

È stata rinnovata l’Usmi marchigiana. Nell’attuale Statuto Usmi si legge: “L’Unione esprime e sviluppa la

comunione che unisce gli Istituti religiosi femminili operanti in Italia, tra loro e con le diverse componenti della realtà ecclesiale, in vista di una risposta più piena alla vocazione e alla missione di ciascuno” (art. 1).Perciò intende porsi come sereno e fraterno punto di riferimento per le Congregazioni femminili e le rispettive comunità locali presenti nelle Marche. E diventa un camminare insieme nella complementarità, nella condivisione di scienza e di esperienza, nella collaborazione costruttiva, nella condivisione di problematiche e nella proposta di soluzioni nelle realtà locali. Nello Statuto viene detto: “L’Unione promuove l’approfondimento dell’identità carismatica della Vita consacrata secondo l’insegnamento del Magistero della Chiesa, gli orientamenti della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica. Favorisce, mediante opportune iniziative, la comunione e la collaborazione tra gli Istituti religiosi e le Società di Vita Apostolica; coordina i rapporti di comunione e collaborazione con la Conferenza Episcopale e con i singoli Vescovi; individua le sfide socio-culturali del nostro tempo per cercare

insieme risposte profetiche, in coerenza con l’identità di donne consacrate e presta attenzione alle nuove forme di vita consacrata” (art.4).Nella regione Marche, dopo la morte di Sr Loredana De Paoli, che le religiose ricordano con grande affetto e riconoscenza, si è riunita l’assemblea delle segretarie diocesane e superiore maggiori degli Istituti presenti nelle Marche, lo scorso 30 giugno a Loreto, con la presenza della Consigliera nazionale madre Pierina Scarmignan, per l’elezione della nuova presidente, vicepresidente e segretaria dell’organismo USMI- Marche. La nuova presidente è suor Anna Maria Vissani di Castelplanio, vicepresidente suor Maria del Rosario Bolanos Medina e segretaria suor Maria Alfonsa Fusco entrambe di San Benedetto del Tronto.Sr Anna Maria Vissani appartiene alla congregazione delle Adoratrici del Sangue

di Cristo, attualmente è direttrice del Centro di spiritualità “sul monte” a Castelplanio, nella diocesi di Jesi. Laureata in teologia morale, grafologa e counselor della relazione, accompagna molte persone nel cammino spirituale e dentro percorsi umani, per la riscoperta del senso più vero del vivere dentro difficoltà relazionali e affettive. È stata anche Superiora Provinciale, consigliera, formatrice delle giovani consacrate, superiora di comunità nella sua Congregazione religiosa. Negli anni

’90 ha già esercitato, per otto anni, l’incarico di Presidente USMI regionale nelle Marche.Sr Maria del Rosario Bolanos Medina della congregazione Oblate SS Redentore è coordinatrice del Progetto “Irene” nella casa d’accoglienza di San Benedetto del Tronto. Sr Maria Alfonsa Fusco

è dell’Istituto San Giovanni Battista, laureata in Filosofia e diplomata in Scienze religiose e musica. Ha insegnato sempre nelle scuole Superiori ed ha svolto il compito di Dirigente Scolastico per un periodo pluridecennale. Da moltissimi anni è inserita nell’USMI ed eletta delegata dell’USMI della Diocesi di San Benedetto del Tronto e Segretaria regionale, svolge l’attività di coordinamento ed animazione della Vita Consacrata.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

FANO - A pochi giorni dalla presentazione della nuova stagione di prosa fanese, il neo presidente della Fondazione Teatro della Fortuna Manuela Isotti (subentrata a Giuseppe De Leo, in quanto questi è andato a ricoprire la carica di D G del Fano Calcio), ha presentato alla stampa il nuovo vice presidente, eletto dal Consiglio di Amministrazione durante la seduta dello scorso 12 settembre.Si tratta dell’avvocato Giovanni Orciani, già consigliere.Orciani, che si occupa prevalentemente di diritto societario e commerciale, ha acquisito una particolare competenza nel settore del diritto dello spettacolo, avendo partecipato a Master specifici, per cui si occupa frequentemente di consulenze legali di artisti e di agenzie teatrali.Un rimpasto interno al CDA della Fondazione Teatro dunque (di cui fanno parte anche

Alberto Berardi, Massimo Bonifazi, Alessandra Caspari Orsenigo e Ruggero Sperandini Adanti), che consentirà di garantire continuità a quanto fatto finora, sia per quanto riguarda il rigore contabile, che nel proporre eventi di buon livello capaci di coinvolgere la città (magari uno in meno ma di qualità).L’attenzione ai conti e alla possibilità di creare attività volte ad incrementare e formare il pubblico (soprattutto studenti) è infatti un fronte, su cui l’istituzione teatrale fanese continuerà a lavorare.

Fermo restando le scelte già impostate da De Leo, che ha comunque conservato la carica di consigliere, la stagione di prosa è pronta per essere presentata, mentre si sta ancora lavorando a quella lirico sinfonica. Il badget di cui la Fondazione Teatro quest’anno potrà disporre, tra contributo del Comune e sponsor privati, sarà di circa un milione di euro, ovvero 200.000 in meno rispetto all’anno scorso.

Mariella Polverari© RIPRODUZIONE RISERVATA

ITINERARI E INcONTRI AL MONASTERO dI FONTE AvELLANA

Economia e solidarietà: ridistribuire o restituire?

FONTE AVELLANA – Dal 20 al 22 set-tembre, presso il Monastero di Fonte Avellana, il Centro Studi Itinerari e Incontri della Comunità Monastica di Fonte Avellana, in collaborazione con l’assessorato alla Cultura della Regio-ne Marche, l’università degli studio di Urbino “Carlo Bo” e la provincia di Pesaro-Urbino, organizzano una tre giorni dedicata a “Ecomonia e soli-darietà: ridistribuire o restituire?”. PROGRAMMA:Coordina: Luigi Alfieri, Università di Urbino

venerdì 20 settembre ore 16,30, Il giubileo: solidarietà e restituzione nella BibbiaMaria Bonafede, pastora valdesesabato 21 settembreore 9.30, Dalla società del “contratto” alla comunità degli affetti per il “vi-vere insieme”Bruno Amoroso, economistaore 15.00, Economia e solidarietà: nuove strade da costruire o rifaci-menti? Il ruolo dell’economia civile e della finanza eticaRiccardo Milano, Banca Eticaore 17.00, TestimonianzaAngelo Maria Fanucci, Diocesi di Gubbioore 21.00, Presentazione del libro di Roberto Mancini: Economia in cam-mino. Dal modello della crescita alla via dell’armoniadomenica 22 settembre ore 9.30, Tavola rotonda conclusiva

FONdAzIONE TEATRO dELLA FORTUNA

Orciani il nuovo vice presidente

Page 8: «Il Nuovo Amico» n. 34 del 22 settembre  2013

22 settembre 20138 amicoil nuovo• •

L’annuale ricorrenza della festività di San Terenzio, patrono della città e del-l’Arcidiocesi, induce la

chiesa locale, tramite il suo pastore, ad una riflessione che la coinvolge quotidianamente nel rapporto tra fede vissuta e contesto culturale e sociale.La felice coincidenza della celebra-zione della festività di San Teren-zio con l’inizio dell’anno pastorale dedicato alla corresponsabilità del laicato, concentra la nostra rifles-sione sulla vocazione e missione dei laici nella chiesa e nella nostra società di Pesaro. A questo riguardo mi è caro sotto-lineare come da sempre la chiesa di Pesaro, con il suo laicato più im-pegnato, ha contribuito a formare in modo decisivo la cultura del nostro territorio e la sua configu-razione sociale. Oggi avvertiamo la necessità di un rinnovato impegno in questa direzione.Del resto rimaniamo sempre molto colpiti dalle parole di Gesù ai suoi apostoli: “voi siete il sale della terra, ma se il sale perdesse il suo sapore ….a null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dagli uomini. Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città collocata sopra il mon-te né si accende una lampada per metterla sotto il moggio ma sopra il lucerniere perché faccia luce a tutti coloro che sono nella casa” (Mt 5, 13-15). Tale invito non può lasciarci in-differenti, ma ci spinge a cogliere quelle sfide che maggiormente ci provocano come chiesa ed in par-ticolare modo, all’interno di essa, come laici battezzati impegnati a vivere la propria fede nella società. Ma quali sono queste sfide che maggiormente attendono i creden-ti della chiesa di Pesaro, nell’attuale contesto socio-culturale?Partendo dalla mia esperienza di pastore e dalla mia quotidiana fre-quenza tra la gente, a me pare che esse siano tre: l’identità, la presen-za, la formazione.

L’identitàLa presenza cristiana nel mondo deve confrontarsi con la propo-sta di modelli di vita che molte volte seminano smarrimento e confusione. La cultura del “rela-tivismo” sfrenato e del “pensiero debole”, genera personalità fragili, frammentate, incoerenti. Il dog-ma del “politicamente corretto” è diventato un imperativo assoluto. Un pericoloso processo di “omo-logazione culturale e comporta-mentale” è sotto gli occhi di tutti. Nell’odierna società pluralista ogni

espressione esplicita della propria identità cristiana rischia di essere etichettata come fondamentalismo o integrismo. Per queste ed al-tre ragioni ancora, la fede diventa sempre più un fatto rigorosamente confinato nella sfera del privato. Allora, come credenti dove orien-tarci? Occorre primariamente rafforzare l’identità cristiana. Oc-corre riscoprire la fede nella sua essenzialità e conseguenzialità. Papa Francesco ci ha ricordato che la fede è un’esperienza che “nasce nell’incontro con il Dio viven-te che ci chiama e ci svela il suo amore, un amore che ci precede e su cui possiamo poggiare per essere saldi e costruire la vita. Trasformati da questo amore ri-ceviamo occhi nuovi […] La fede appare come luce per la strada, luce che orienta il nostro cammi-no nel tempo” (Lumen Fidei, n. 4). Per i cristiani è giunto il tempo di riscoprire il valore e la bellezza di una vocazione e di una missione vissute fino in fondo, a partire dal-l’incontro con il Signore Gesù. Ed è giunto il tempo di riscoprire l’iden-tità della fede nel Signore. Anche a Pesaro abbiamo bisogno di credenti che vivano la propria fede in forma cosciente, convinta ed appassionata.

La presenzaSi tratta dell’audacia di una presen-za visibile e incisiva nella società postmoderna, il coraggio cioè di essere veramente “sale” e “luce” del mondo. Anche nei Paesi di an-tica tradizione cristiana, i cattolici possono diventare una minoran-za che vive spesso dispersa. Ma il problema non sta qui. Il vero pro-blema non è essere minoritari o maggioritari, ma essere diventati molte volte volutamente marginali e irrilevanti. Il sale nei cibi è mi-noritario, ma dà sapore. Il lievito nella pasta è minoritario, ma la fa lievitare. Per mancanza di coraggio, per es-sere lasciati in pace, per una diffu-sa mediocrità, i cristiani non po-che volte sono assenti dal mondo e rischiano di diventare irrilevanti. Un sale che non dà più sapore, un

lievito che non fermenta, una lu-cerna quasi spenta. Ai nostri giorni pare che tale irri-levanza abbia addirittura assunto carattere di condizione “sine qua non” per la presenza dei cattolici nella vita pubblica, nella politica, nella cultura, nell’economia ed in altri ambiti ancora. Certo la fede non cerca il conflitto, ma cerca quello spazio di libertà per potersi esprimere a 360 gradi. Spesso constatiamo da parte dei cattolici una assenza alquanto evi-dente. E verifichiamo che, a tale ri-guardo, si invoca pure un equivoco principio di laicità. Ma la vera lai-cità, come più volte ci ha ricorda-to Benedetto XVI parlando di una “laicità aperta”, è quella che è in grado di dare spazio anche all’espe-rienza religiosa. Sta soprattutto a noi credenti impegnarci in questa direzione per esprimere la nostra presenza nella sfera pubblica. La fede non è una faccenda priva-ta. I discepoli di Cristo sono chia-mati a prendersi cura dell’uomo, della sua dignità, della sua verità integrale, oggi sempre più spesso messa in discussione. A più ripre-se negli ultimi tempi, sia Papa Be-nedetto che Papa Francesco sono tornati a incoraggiare i cattolici a partecipare attivamente alla vita pubblica, apportandovi la loro competenza, la loro onestà morale e lo slancio profetico che viene dal Vangelo. Anche a Pesaro abbiamo bisogno di laici che vivano la propria fede in maniera connotata attraverso la partecipazione attiva alla vita pub-blica, che riscoprano la dottrina sociale della Chiesa, che si lascino ispirare dai suoi principi e ne im-pregnino le realtà temporali attra-verso la testimonianza ma anche attraverso scelte concrete.

La formazioneÈ questo un punto cruciale per tutto il laicato. Del resto è nella formazione che si plasma l’identità del cristiano e si decide la qualità della sua presenza nella società. La Chiesa ha dedicato da sempre attenzione alla formazione dei lai-ci ribadendone l’assoluta priorità.

L’obiettivo fondamentale di tale formazione è “la scoperta sempre più chiara della propria voca-zione e la disponibilità sempre più grande a viverla nel compi-mento della propria missione …. I fedeli laici devono essere for-mati a quell’unità di cui è segna-to il loro stesso essere di membri della Chiesa e di cittadini della società umana” (Giovanni Paolo II, Esortazione apostolica Christi-fideles laici, n. 58 – 59).Oggi il processo della formazio-ne cristiana deve purtroppo fare i conti con l’intralcio di una crisi generalizzata dell’educazione. I Vescovi italiani più volte hanno af-frontato la questione educativa ge-nerata dalla postmodernità. Han-no parlato della crescente difficoltà che s’incontra nel trasmettere alle nuove generazioni l’esperienza del-la fede. La carenza di ambienti for-mativi veri e di autentiche figure di educatori testimoni, si riscontra oggi un po’ dappertutto. Tocca le famiglie, la scuola, le nostre stesse parrocchie. Per questo, come af-fermano i Vescovi, ai nostri giorni l’impegno della Chiesa per educare alla fede del Signore Gesù si pone come indilazionabile. La secolarizzazione diffusa, la “strana dimenticanza di Dio”

(Benedetto XVI) che permea l’umanità del nostro tempo, l’in-quietante “apostasia silenziosa” di molti battezzati (Giovanni Paolo II), un certo “ateismo anonimo”, fanno della formazione dei laici un compito di estrema urgenza. Oggi la fede non si può più dare per scontata, neppure all’interno delle nostre comunità cristiane. E anche in Chiese di antica tradizione si av-verte la necessità di una rievange-lizzazione che consenta di passare dalla convenzione alla convinzione nel campo della fede. In questa nuova epoca che si pre-senta carica di contraddizioni, ma che possiede anche l’affascinante carattere di una nuova avventura, la chiesa pesarese, attraverso un laicato formato, maturo ed impe-gnato, intende dare il suo apporto costruttivo e decisivo per realizza-re quel “nuovo umanesimo” di cui tutti avvertiamo forte necessità. La Vergine Santissima Madre del-la Chiesa e San Terenzio Vescovo e Martire ci accompagnino in questo cammino. Con la mia paterna benedizione.

+ Piero Coccia Arcivescovo(Pesaro, 24 settembre 2013

Solennità di San Terenzio Vescovo e Martire)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Redazione di Pesaro:Via del Seminario, 4 - 61121 PesaroTel. 0721 64052 - Fax 0721 69453E-mail: [email protected]

GASTRONOMIA«del PORTO»

APERTO FINO ALLE 21COMPRESO I FESTIVI

LUNEDI CHIUSO

Pesaro - Via A. Cecchi, 16 - Tel. 0721.371262

•Insalata di pasta• Insalata di riso

• Pollo rucola e grana• Insalata di mare

• Insalata di polipo con patate• Insalata di farro

servIzIo a domIcIlIo gratuItoSi accettano buoni pasto-card

Pizza al PiattoPizza gigante

Pizza al taglio Con un minimo di 20 € o suoi multipli una

bibita in omaggio (bottiglia da 1,5 Lt.o birra da 66 cl.)

Andrea Parri ConsultingV. Leopardi n°20

61022 Colbordolo (PU)+39 328 0030 149

e-mail: [email protected] www.andreaparri.com

PROGRAMMA Domenica 22 settembre ore 18.30 - Pellegrinaggio dei religiosi e delle religiose. Lunedì 23 settembre ore 18.30 Pellegrinaggio dei cresimandi della città. Tutti i giorni alle ore 18 il S. Rosario e alle ore 18.30 la S. Messa. (Sabato 21 e domenica 22 Convegno Diocesano – vedi pagina 4)Martedì 24 settembre Solennità di S. TerenzioSS. Messe ore 8/9/10.30/12/18 – Ore 16.30 Celebrazione del vespro – ore 17 processione con l’urna di S. Te-renzio per le vie: Rossini, Marsala, Bertozzini, P.le I Maggio, C.so XI Settembre – P.zza del Popolo, Rossini. Ore 18 solenne concelebrazione eucaristica presieduta da S.E.R. Mons. Piero Coccia. Nella stessa celebra-zione verranno ricordati i 25°, 50° e 60° di ordinazione sacerdotale e professione religiosa. In occasione della festività di S. Terenzio il museo diocesano rimarrà aperto con ingresso gratuito dalle ore 9.30 alle 12.30 e dalle ore 16 alle 19.30.

MESSAGGIO DI MONS. COCCIA PER LA SOLENNITÀ DI S. TERENZIO

Un laicato maturo,risorsa per la società

Page 9: «Il Nuovo Amico» n. 34 del 22 settembre  2013

Pesaro 22 settembre 2013 9amicoil nuovo• •

A cura di Vittorio Cassiani

DOMENICA 22 SETTEMBRE “PROFUMO DI DONNA” – Mostra, nella Saletta San Domenico, in via Branca 5, promossa dalle amiche del ricamo. Fino al 24 settembre con orario 10-12.30 e 16-20. Oggi fino alle 22.FESTA DELLA COSTARELLA – In zona “5 Torri” (Metropolis), fino al 24 settembre. Oggi dalle ore 11.30 alle 24. Lunedì e martedì 18-24.“PESARO SONORA” – Si conclude il raduno nazionale delle bande musicali: omaggio a Rossini. Nella zona mare e in piazza del Popolo. Info: 335.6245039.

LUNEDI’ 23 SETTEMBRECORSI PER IL TEMPO LIBERO – Sono promossi dal Centro socio culturale Maria Rossi (via Toschi Mosca 20, tel. 0721/34804) con rife-rimento a: lingue straniere, arte e storia, grafologia, giornalismo, psi-cologia, attività ricreative, creativi-

tà, bellezza e benessere. Informa-zioni in sede, dal lunedì al venerdì, con orario 16-19.

MARTEDI’ 24 SETTEMBREMUSEO DIOCESANO – Nella ricor-renza di San Terenzio rimane aper-to, con ingresso gratuito, dalle ore 9.30 alle 12.30 e dalle 16 alle 19.30.GASTRONOMIA – Per i week-end gastronomici d’autunno è aperta la “Locanda La Tartufaia” in località Tracanni di Urbino. Dalle ore 12.30. Tel. 0722/329824.

MERCOLEDI’ 25 SETTEMBREVILLA IMPERIALE – Si conclude oggi il ciclo di visite guidate per il 2013. Dalle ore 16. Prenotazione obbligatoria: IAT, piazzale della Li-bertà (tel. 0721/69341). Costo euro 12.LO YOGA – Conversazione di Mau-rizio Di Massimo del Centro studi yoga ed Ayurveda di Pesaro. Biblio-teca San Giovanni, ore 21.

GIOVEDI’ 26 SETTEMBRENELLA SEDE DEL CENTRO MARIA ROSSI – In via Toschi Mosca 20 (tel. 34804). Incontro con Elsa Pasolini e i suoi testi poetici. Introduzione della dottoressa Giuseppina Catala-no. Dalle ore 16.30.

VENERDI’ 27 SETTEMBREPRESENTAZIONE LIBRO – “Il peso specifico dell’amore” di Gianluca Antoni. Biblioteca San Giovanni, ore 17.CONVERSAZIONE SUL CINEMA – Il regista Giorgio Ricci propone: “Il documentario”. Nella Sala del Con-siglio comunale, ore 18.FESTIVAL DEI GAD – La Compagnia “Luci della ribalta” di Bolzano pre-senta: “Vincenti” di Alain Krief. Re-gia di Alessandro Di Spazio. Teatro Rossini, ore 21.

SABATO 28 SETTEMBREFESTIVAL DEL GELATO ARTIGIANA-LE – Oggi e domani in piazza del Popolo, dalle ore 16 alle 24.Br

eviar

io di

not

izie p

esar

esi

Ho un piacevole ricordo di P. Fabio Ottaviani risalente ai miei anni

giovanili: si tratta di una sua iniziativa pastorale, allora in-novativa, che a ripensarla oggi ben si allinea con l’invito di Papa Francesco a intraprende-re forme nuove nella pastorale. Si tratta della sua scelta di uti-lizzare per i canti religiosi una musica nuova (ritmica, stile pop/rock). Eravamo nei primi anni ’70 e c’era una messa do-menicale nella parrocchia S. Francesco d’Assisi – quella dei ragazzi alle 9,30 – caratteriz-zata proprio dal tipo di musi-ca utilizzata: guidava i canti P. Fabio che, di fronte ai ragazzi tra l’altare e l’assemblea, li ese-guiva con la tastiera elettronica. La partecipazione era elevatis-sima (chiesa sempre piena) ed i ragazzi si entusiasmavano. Mi colpiva anche la grande parte-cipazione dei genitori, in preva-lenza 25-35enni, con età media riferita agli adulti più bassa rispetto alle altre celebrazioni. Ripensando quegli anni mi ven-gono in mente alcune conside-razioni.1) Innanzitutto la grande aper-tura alle novità operata da P. Fabio, cosa che mi ha sempre sorpreso (negli anni ’80, per fare un altro esempio, aveva proposto ad un gruppo di ado-lescenti che preparava per la Cresima la novità di scegliere come madrina o padrino non un parente ma una persona della comunità significativa per l’accompagnamento nella fede). Tanto più apprezzabile era questa iniziativa considerando la grande competenza che ave-va in campo musicale, che gli consentiva di confrontarsi con tutti i linguaggi musicali.2) Questo suo modo di fare mi ha fatto toccare con mano gli effetti benefici dell’aggior-namento allora avviato nella Chiesa grazie al Concilio Vati-cano II, effetti che stimolavano la voglia di partecipazione e favorivano il protagonismo nel cammino di fede.3) Credo sia importante, oggi, intraprendere nel campo litur-gico strade nuove caratterizza-te da un utilizzo della musica più in voga, più diffusa, offren-do così ai giovani una modalità nuova per avvicinarsi al miste-ro di Gesù. Credo che il mes-saggio giunto da Rio de Janeiro, durante la Giornata Mondiale della Gioventù, sia un segnale luminoso che indica una dire-zione.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

nota Locale

Il suo inconfondibilelinguaggio musicale di Jean-Pierre Poluzzi

IL SALUTO DEI CAPPUCCINI E DELL’ARCIDIOCESI

P. Fabio un serviziolungo 24 anni

Una vera e propria “standing ovation” ha accolto il sa-luto con cui domenica 15 settembre Padre Fabio Ot-

taviani si è ufficialmente accomiata-to dalla Comunità parrocchiale di S. Francesco, con la quale ha condiviso 24 anni di vita. Alla concelebrazio-ne, presieduta da S. E. Mons. Piero Coccia e officiata dai frati cappucci-ni della comunità, era presente una folla eccezionale di fedeli, con tan-ti gruppi di giovani, tante famiglie e tanti bambini: una presenza che, come ha sottolineato l’Arcivescovo, è il segno dell’affetto profondo che ha legato i parrocchiani al loro pastore e del “tanto bene che padre Fabio ha fatto con loro e tra di loro”. Que-ste le parole di saluto del Cappucci-no: “Carissimi, complessivamente

ho condiviso con voi 24 anni della mia vita. Sono stato bene, non mi sono risparmiato! Pur con i miei limiti ho cer-cato di compiere il mio

servizio sacerdotale con dedizione, con impegno e con gioia, anche se ultimamente con un po’ di fatica. Sarebbe stato bello rimanere sem-pre insieme, specialmente perché si è creato un rapporto di profonda amicizia, di stima e di collabora-zione. Ma in questo mondo siamo pellegrini, cioè gente in cammino. Solo quando saremo di là con il Signore non ci sarà più distacco perché non ci saranno più cambia-menti.Quando mi sono reso conto che il lavoro pastorale superava le mie forze, ho chiesto ai miei superiori di trovare un altro parroco. Il Si-gnore ci ha fatto dono di Padre Da-miano, al quale auguro un fecondo lavoro apostolico in mezzo a voi. A questo punto dico GRAZIE!

Grazie innanzitutto al nostro Ar-civescovo per l’amicizia, la stima e la sua presenza qui questa sera. Al viceparroco padre Giansante per la sua disponibilità ed attenzione verso i poveri e gli ammalati.Alla fraternità dei frati sempre pronti per le confessioni e i vari servizi richiesti. Colgo l’occasio-ne per ringraziare insieme a voi padre Amedeo e porgere il nostro saluto al nuovo guardiano padre Gabriele. Un grazie particolare a tutti voi parrocchiani: grazie per la vostra comprensione, per il bene che mi avete voluto, per la vostra pazienza di fronte ai miei limiti.E grazie di cuore a tutti i colla-boratori laici: quanti bravi laici hanno collaborato, mi sono stati vicini, mi hanno aiutato nel gestire questa comunità! Catechisti, Ani-matori di gruppo, Scout, Anima-tori dell’oratorio, Azione Cattolica, Pantano ’85, Amici del Presepe, Coro parrocchiale, Piccolo Coro, Organista, Ministranti per il ser-

vizio liturgico dell’altare, Ministri straordinari della Comunione, Caritativa, Ofs, Fraternità San Francesco, Shekinah.Grazie all’amministratore e al segretario parrocchiale; grazie al Presidente e al personale della Scuola parrocchiale dell’infanzia

“Borgo Pantano”.Grazie a tutti coloro che hanno dedicato tempo ed energie per il decoro e la pulizia dei locali della parrocchia e della chiesa.Quanti grazie! Spero di non aver dimenticato nessuno…Dalla Santa Casa di Loreto vi ri-corderò ogni giorno nella preghie-ra., continuando ad affidare ognu-no di voi a Maria e benedicendovi ogni sera come faccio sempre pri-ma di andare a riposare. Pregate per me!”Grazie di cuore al Signore e a padre Fabio da parte di tutta l’arcidiocesi.

Paola Campanini© RIPRODUZIONE RISERVATA

LA GRATITUDINE VERSO DON FERNANDO BORIA

Ingresso di don Scarpetti a S. GiulianoI quarantasette anni di ministe-ro, vissuti da don Fernando Boria alla guida della Parrocchia di San Giuliano in Trebbiantico, non po-tevano non lasciare “un’impronta profonda su tutta la comunità: un’impronta di azioni, opere e insegnamenti tracciata senza clamori, ma con una fede pura e semplice”.La gratitudine verso il vecchio par-roco – autentica e assolutamente non convenzionale – si è fusa, nel-le parole di Nicolas, membro del Consiglio pastorale di quella co-munità, con l’affettuosa accoglien-za del nuovo parroco, don Giu-seppe Scarpetti, che domenica 15 settembre ha fatto il suo ingresso ufficiale a San Giuliano, presen-tato dall’Arcivescovo Piero Coc-cia. Grazie alla dedizione di don Fernando e all’impegno generoso di tanti laici, la comunità di Treb-biantico è cresciuta in questi lun-ghi anni nella fede e nell’impegno sociale : ha prestato particolare attenzione all’iniziazione cristiana dei fanciulli, all’azione missionaria e a quella caritativa; ha visto la na-scita di AZIMUT, un’associazione con finalità di integrazione sociale e culturale, con la cui collabora-zione – e con quella di molte isti-

tuzioni locali – ha potuto promuo-vere varie iniziative, garantendo, tra l’altro, la sua presenza costante nella struttura sanitaria di Galan-tara, dove offre un aiuto prezioso ai pazienti ricoverati.E’ ovvio, comunque, che neppure una parrocchia così “unita e viva” come quella di San Giuliano po-teva presentare il suo cammino come “concluso”: con cordialità perciò ha dato il benvenuto alla sua nuova guida, don Giuseppe, esprimendogli “amicizia, stima e rispetto” e ringraziandolo per “avere risposto positivamente alla nuova chiamata del Signo-re: una chiamata impegnativa, che si prospetta però anche cari-ca di gioia”, perché sorretta dallo Spirito Santo e da una comunità accogliente come una vera fami-glia.Grato per questo augurale saluto, don Giuseppe ha dichiarato di vo-lersi mettere in ascolto di Dio, del-la Chiesa, di ciascun parrocchiano.Di Dio, il quale, affidando la par-rocchia al parroco, affida contem-poraneamente anche il parroco alla parrocchia, legandoli a una responsabilità reciproca ; della Chiesa diocesana e del suo pasto-re, con cui si è impegnato a “dive-

nire sempre più una cosa sola” ; di ciascun parrocchiano, per im-parare ad accettare tutti così come sono, con pregi e limiti, senza pre-tendere nulla e senza giudicare.Mons. Coccia, dopo aver ringra-ziato don Fernando anche per il suo impegno vicariale e diocesano, si è rivolto al nuovo parroco augu-randogli un ministero improntato alla “misericordia”. Misericordia come “intercessione” presso Dio per il proprio gregge e vigilanza sulle sue possibili de-viazioni idolatriche. Misericordia

come “fedeltà alla vocazione”, vero atto di amore di Dio per l’uo-mo. Misericordia come “missione” orientata verso tutti, con un cuore che non si risparmia neppure con chi tradisce. L’Arcivescovo infine ha invitato la comunità e il suo Consiglio pastorale a collaborare con don Giuseppe soprattutto nei campi della formazione dei laici, della famiglia e dei giovani, senza dimenticare mai di pregare per le vocazioni.

p.c.© RIPRODUZIONE RISERVATA

Page 10: «Il Nuovo Amico» n. 34 del 22 settembre  2013

22 settembre 201310 Pesaro amicoil nuovo• •

Segui i noStriforum

facebook.com/il nuovoamico

SECONDO ANNO DA OTTOBRE OGNI 4ª DOMENICA DEL MESE

Pastorale per separati, divorziati e conviventi

25° di don Germano Montesi

G R A D A -RA - La c h i e s a san Gio-v a n n i Battista, ha fe-s te g g ia -

to il 25° di sacerdozio del suo parroco Don Germano Montesi, arrivato a Gradara da 19 anni.“Per studiare sono stato vent’anni lontano dalla mia famiglia che, pur nella soffe-renza, ha rispettato la mia li-bertà di vocazione”, ha detto Don Germano dal pulpito di una chiesa gremita e familia-re di affetti”. La sua Prima da sacerdote é stato il matrimonio di Stefania e Leonardo a Pe-saro e a Santa Maria Nuova. A Celebrare la messa delle 19,30 di venerdì 6 settembre l’han-no accompagnato quasi tutti i confratelli di Pesaro. con lui anche Don Giuseppe della par-rocchia di San Luigi e Don Giu-seppe Renzi di Lodi. Per l’occa-sione si sono unite tre corali: Il “Caterina Bacchini” di Fanano, del maestro Rocco Gerboni, il San Giuseppe di Fabio Menguc-ci e il Piccolo coro di Cristina Gessaroli. Il sindaco di Gradara Franca Foronchi gli ha donato una targa a nome della cittadi-nanza.

Claudio Vincenzetti© RIPRODUZIONE RISERVATA

✞Mercoledì 11 Set-tembre è manca-to all’affetto dei suoi cari

AlbERTO PAROlINInato il 29/07/1944

La funzione funebre si è svolta il 13/09/2013 nella chiesa S. CassianoO.F. Alma Mater di Stefania TonelliVia Del Fallo,8 Pesaro-tel. 0721/33100

✞Giovedì 12 settem-bre è mancato all’ affetto dei suoi cari

MAURO MARchETTInato il 09/01/1946

La funzione funebre si è svolta gio-vedì 16/09/2013 alle ore 15,30 pres-so la chiesa di S. Veneranda.O.F. Alma Mater di Stefania TonelliVia Del Fallo,8 Pesaro-tel. 0721/33100

✞ANNIVERSARIO

Nel primo anniver-sario della scom-parsa del caro

SERGIO ADRUAlDILa sua famiglia lo ricorda con rim-pianto, insieme a tutti coloro che lo hanno conosciuto e gli hanno voluto bene. Una S. Messa in suffragio sarà celebrata Martedì 24 Settembre alle ore 11.30 nella Chiesa parroc-chiale di S. CASSIANO. Si ringraziano quanti si uniranno nel ricordo e nel-la preghieraO.F. Marinelli – Via del Governatore, 4 Pesaro tel. 336/284055 – 337/635960

✞ANNIVERSARIO

Venerdì 27 Settem-bre ricorre il quarto anniversario della scomparsa della cara

GIUlIANA bRUScOlINIin GIOVANNINI

La ricordano con amore e rimpianto il marito DEMO, i figli ANTONELLA, STE-FANO e STEFANIA, i generi, la nuora, i fratelli, le sorelle i nipoti e parenti tutti. Una S. Messa in suffragio sarà celebra-ta Venerdì 27 Settembre alle ore 18 nella Chiesa parrocchiale di MONTE-LABBATE. Si ringraziano quanti si uni-ranno nel ricordo e nella preghiera.O.F. Marinelli – Via del Governatore, 4 Pesaro tel. 336/284055 – 337/635960

NECROLOGI

Il 21 luglio nella parrocchia di Montelabbate di Pesaro si è svolta la conclusione del pri-mo anno pastorale del gruppo

dei separati, divorziati e conviventi dell’Arcidiocesi di Pesaro. Gli in-contri sono cominciati a febbraio di quest’anno e sono proseguiti ogni quarta domenica del mese a Villa Borromeo. Si sono affrontati temi sulla condizione dei separati, divorziati, conviventi e risposati per conoscere meglio il punto di vista della Chiesa e della comunità

cristiana su queste situazioni. In questo cammino intrapreso siamo stati supportati dall’ufficio famiglia diocesano e dal suo direttore, Pa-dre Mario, che ha portato “luce” in ogni nostra situazione. Come ave-va sostenuto papa Benedetto XVI al forum delle famiglie a Milano l’anno scorso, ci ha fatto veramen-te sentire nel cuore della Chiesa, ma soprattutto ci ha fatto capire e vivere la misericordia di Dio per i suoi figli. Durante questi incon-tri, abbiamo ricevuto la visita del

nostro Arcivescovo Piero Coccia, che ci ha incoraggiato e sostenuto in questo cammino. Le parole che ci ha rivolto hanno messo nel no-stro cuore la certezza di non essere soli o dimenticati. In questi incon-tri, dove ognuno liberamente si è aperto, “abbiamo fatto comunione”, condividendo le storie, le ferite e le delusioni, senza essere giudica-ti, ma capiti e accolti. Questo ha creato un clima di serenità: il non sentirsi soli ci ha resi più leggeri e liberi. Il nostro gruppo ha anche

un nome e un’ immagine: “Da un cuore ferito ad un cuore fiorito”, e l’immagine che ci rappresenta è un cuore ferito, da cui parte un arcobaleno che si posa su un altro cuore in fiore. Il cuore ferito sta ad indicare la nostra situazione di partenza, che grazie allo Spirito Santo (l’arcobaleno ha sette colori come i sette doni dello Spirito San-to), diventerà una ricchezza per noi e per altri fratelli.Sono convinto che questo gruppo sia nato grazie a Dio Padre, che ha

illuminato, guidato e benedetto l’impegno di tutti. Un grazie anche a tutti coloro che hanno partecipato: sono stati una ricchezza e una scoperta! Ripren-deremo i nostri incontri settembre, partecipando anche noi al conve-gno diocesano per poi continuare i nostri incontri a villa Borromeo ogni quarte domenica del mese a partire da ottobre per continuare il nostro cammino di fede.

Vincenzo© RIPRODUZIONE RISERVATA

Non vi è forse pesarese che non si sia, almeno una vol-ta, seduto a cavalcioni di

queste leggiadre fiere immaginarie poste ai lati delle panchine di piaz-zale della Libertà. Poco più di un mese fa, il sindaco Ceriscioli aveva comunicato che due aziende loca-li, la Renco SpA e la Laboratorio Pesaro srl, avevano ultimato otto coppie di nuovi leoni “stilizzati” in materiale “ipergres” scuro, per al-trettante panchine nuove di zecca che ora sono sul lungomare del piazzale. Ora è la volta del restauro delle sei vecchie panchine le quali saranno dalla Renco restituite al-l’aspetto originale, operazione che si prevede di ultimare in circa due mesi. Particolarmente interessante è stata la recente illustrazione alla stampa dei precedenti storici, ma-gistralmente compiuta dall’archi-tetto Roberta Martufi, con l’ausilio di diapositive ricavate da schizzi e foto d’epoca. L’attuale zona della “Palla di Pomodoro” era stata iden-tificata dal piano regolatore del 1898, come il terreno su cui edifi-care un ampio slargo circondato e abbellito da “aiuole all’italiana”, al centro del quale venne poi posta una fontana con vasca circolare e pesci rossi. I nuovi giardini rag-giunsero il loro aspetto definitivo solo un trentennio dopo (e ci di-spiace dire che, nel confronto con l’aspetto attuale, ancora una volta “l’antico” ci sembra molto più bello). In questo contesto, ulteriormente arricchito da lampioni a gas orna-

mentali, i “vecchi” leoni alati ven-nero nel 1928 progettati e costruiti da Leandro Ricci, docente dell’Isti-tuto “Mengaroni”, artista che aveva già costruito un leone alato per una cappella votiva di Monteciccardo nel 1927. Quello della fiera ibrida con corpo di leone è un motivo or-namentale diffuso in quell’epoca: a Pesaro, nel 1932, vennero poste le famose “sfingi rosse” (quasi cer-tamente attribuibili anch’esse al Ricci) ai lati dell’ingresso dell’allora Palazzo Busetto, oggi sede del ri-storante “Polo”.

Verranno ripristinati anche i due leoni alati posti all’ingresso della fabbrica Benelli, e la recinzione di Villa Molaroni, sede del Museo della Marineria Washington Patri-gnani, villa a suo tempo restaurata dalla Renco in virtù di una conven-zione decennale con il Comune che verrà certamente rinnovata: l’azienda si farà infatti carico di realizzare una recinzione tutta nuova fatta “a regola d’arte”, in fer-ro battuto. Il primo cittadino ha inoltre an-nunciato che “fra qualche giorno

apriremo le buste contenenti le offerte presentate per riqualificare Viale della Repubblica. Area turi-sticamente strategica, è una sorta di biglietto da visita della città. Miglioreremo la pista ciclabile, ri-sistemeremo i marciapiedi, e in-stalleremo nuova illuminazione. I fondi provengono dai 4 milioni di Euro sbloccati dal Patto di stabili-tà. I lavori inizieranno fra ottobre e novembre, e si concluderanno pri-ma dell’estate 2014.”

Claudio Turco© RIPRODUZIONE RISERVATA

RESTAURO E RIQUALIFICAZIONE DI VIALE DELLA REPUBBLICA

Nuovi e vecchi leoni a piazzale della Libertà

Page 11: «Il Nuovo Amico» n. 34 del 22 settembre  2013

Redazione della Casa Circondariale di Villa Fastiggi - Str. di Fontesecco, 88 - 61122 Pesaro (PU) - Anno II - Numero 10 del 22 settembre 2013CONTATTI [email protected] - tel 0721/64052 fax 0721/69453

P amicoil nuovo• •

enna libera tutti

Il 22 maggio scorso ha pre-so il via un corso per arbitro di calcio all’interno del car-

cere di Villa Fastiggi di Pesaro, che ha visto come protagonisti 19 detenuti che, lo scorso 31 agosto hanno sostenuto l’esa-me pratico nel campo da cal-cio dell’istituto. L’organizzazione di questo evento sportivo è so-lo il primo di tanti altri che se-guiranno con l’inizio del cam-pionato di calcio a 7 previsto nel mese di settembre e che vedrà la partecipazione di ben 7 squadre di detenuti comuni. Inoltre il torneo sarà aperto alla partecipazione di altre 3 squa-dre di detenuti in regime pro-tetto. La coordinazione, curata con impegno dal responsabile e formatore regionale degli ar-bitri Umberto Alessandrini e da Antonio Di Benedetto, respon-sabile provinciale del calcio a 7, si svolge in collaborazione con la U.I.S.P. di Pesaro e Urbino e con la responsabile dell’area corsi del car-cere Enrichetta Vilella. L’arbitro desi-gnato per la gara iniziale del torneo sarà Giovanni Pollastrelli che, con enorme soddisfazione, è il primo de-tenuto di Pesaro a far parte della U.I.S.P. e che già da un anno dirige gare all’esterno del carcere nei cam-pionati ufficiali. La nostra redazione

di “Penna Libera Tutti” si impegnerà a farvi avere periodicamente tutte le classifiche e le cronache di ogni sin-golo evento, anche con la pubblica-zione dei resoconti su altre testate giornalistiche.Un ringraziamento speciale va poi al prof. di educazione fisica Alessandro Ariemma, presidente U.I.S.P. di Pesa-ro e Urbino che, oltre ad aver do-nato materiale sportivo alla palestra

del carcere, si è reso disponibile per l’intera organizzazione dell’evento. Al-la gara di inizio campionato c’è sta inoltre una madrina d’eccezione, la campionessa olimpica di fioretto On. Valentina Vezzali, che ha consegna-to gli attestati da arbitro e le divise ufficiali U.I.S.P. ai 19 ragazzi detenu-ti del corso.

La redazioneVedi pag. 13

Soli “con” … un cane

Per chi come me ha un animale domestico da lui cresciuto, istruito e accudito, non è

semplice viverne la lontananza forzata. Un animale dona un amore incondizionato e sincero. Sin dai primi mesi si instaura un legame forte, fatto di passione e amore. Siamo noi ad avere compiuto il primo passo verso di lui, ma al momento della scelta nella cucciolata è lui ad avvicinarsi a noi manifestando il suo desiderio di scelta. Quando lo prendiamo decidiamo di prendercene cura, accudirlo e garantirgli una vita felice. La gerarchia in un ambito familiare si forma subito dopo l’arrivo dell’animale in casa, all’inizio della convivenza gli si deve far capire quali sono i suoi spazi e i nostri. Il capo branco è il suo “padrone”, il resto del nucleo familiare viene visto come membro del gruppo. Un animale non è un umano, anche se a volte può sembrarlo. Un cane cade in depressione per la lontananza dal suo padrone, potrebbe fare atti di autolesionismo: rifiutando il cibo, mangiandosi le zampe fino a ferirsele. Lo stress gli fa cadere grosse ciocche di pelo. Io mi domando, come mai non è consentito l’accesso in carcere a un animale mentre lo vogliono inserire addirittura nello stato di famiglia? Ricordo che i cani sono stati creati in antichità. Le molteplici razze canine, sono frutto di vari incroci di lupi. Oggi sono animali da compagnia ma vengono utilizzati anche per lavori nobili: la riabilitazione di persone disabili il salvataggio di persone in montagna o in mare… Sfruttando il loro fiuto ci aiutano a ricercare materiali esplosivi o sostanze illecite. Il cane in cambio non chiede nulla d’eclatante, solo l’affetto del suo padrone. Durante il periodo estivo in televisione fanno vedere pubblicità contro l’abbandono. Come mai tutto questo buonismo verso gli animali se poi non li vogliamo nei luoghi pubblici? Giudicate “pazzi” i loro padroni per l’eccessivo amore nei loro confronti ma chi non sa prendersi cura del proprio cane, come potrà mai avere una responsabilità verso un figlio? Fateci scontare la condanna senza privarci dei nostri valori affettivi… Per questo ringrazio la direttrice di questo istituto per avermi concesso un incontro col mio amico a quattro zampe lo scorso 9 settembre. Inizialmente questo mio desiderio sembrava impossibile da realizzare, ma data la piccola taglia del mio cane (razza bull dog inglese di due anni), riconoscendomi la mancanza di valori affettivi, hanno autorizzato questo incontro. Quindi grazie anche da parte di Pablo (il mio amico a quattro zampe).

Alessandro Romiti

Quella passione per il calcio trasformata in rinascita

Page 12: «Il Nuovo Amico» n. 34 del 22 settembre  2013

22 settembre 201312 P enna libera tutti

Cucina galeotta

Coda alla

vaccinara

Questo è uno dei tanti piatti nati nella storia della città eter-na. La “Coda alla Vaccinara” è un piatto che ha bisogno di una lenta e attenta preparazione, proprio per favorirne

l’esaltazione di tutti i suoi sapori. Nelle Marche non è proprio tan-to conosciuto, ma vi garantisco che chi l’ha provato non esita a gustarlo di nuovo. Per prima cosa dovrete trovare un macellaio che vi saprà procurare una coda di bue, (naturalmente spellata). Lavatela con cura e asciugatela per bene. Quindi la taglierete a pezzi non troppo sottili. Preparatevi un mezzo litro abbondante di brodo vegetale, poi un tritato di odori (aglio- prezzemolo- cipol-la- sedano- carota) insieme a 100g di lardo, che verserete in una pentola alta e con il fondo spesso, aggiungendo dell’olio d’oliva extra vergine. Fate soffriggere il tutto per un paio di minuti, dopo-diché versate i pezzi di coda, assicurandovi che si rosoli bene da tutte le parti. Quando vi sembrerà che la coda sia cotta, sfumate con un bicchiere di vino rosso e fatelo evaporare. Aggiungerete poi due barattoli di pomodori pelati, salate e, se vi piace, potete aggiungere anche del peperoncino o pepe nero. Lasciate cuoce-re a fuoco lento e a pentola chiusa per circa 40 minuti, dopodi-ché aggiungerete tutto il brodo già preparato, lasciando fuori la carota e il sedano che taglierete a pezzi e verserete in seguito. Lasciate cuocere per circa 4 ore, mescolando sempre con cura, come se fossero delle carezze. Dopo circa 3 ore, potrete versare

anche il sedano e la carota che avete tolto prima dal brodo. Ul-timate la cottura e assaggiate per assicurarvi se è ben saporito e, se necessario, aggiungete sale e pepe a piacere. Quando la vo-stra coda (quella cotta! ah!ah!ah!) avrà raggiunto una buona con-sistenza (nè troppo brodosa né troppo asciutta), potete spegnere il fuoco e servire nei piatti aggiungendo una spruzzata di prez-zemolo che non guasta mai, come dice anche il proverbio: “Stai sempre in mezzo! Sei come il prezzemolo!” Avrete cosi assaggiato un altro pezzo di storia di Roma e vi garantisco che sarà molto gustosa. Non mi resta che augurarvi buon appetito. Ingredienti:Una coda di bueCipolle - Aglio - Carote - Sedano - Prezzemolo(soffritto e brodo) Due barattoli di pomodori pelatiOlio extra vergine d’oliva100g di lardoPeperoncino e pepe neroSale a piacereUn bicchiere di vino rosso Spartaco

Io ci credevo! Si è proprio così. Da quando sono entrato in carcere ho creduto nelle possibilità che mi avevano offerto per andare in comunità

e invece ancora, dopo quasi un anno che sono detenuto, non sono riuscito a concludere niente. Ho sperato che tutte le persone e gli operatori con i quali ho avuto dei colloqui, potessero aiutarmi a risolvere il problema della dipendenza, ma a quanto pare dopo innumerevoli lettere e promesse inutili sto perdendo le speranze. Vorrei dire a tutte le persone che lavorano per favorire gli ingressi in comunità all’interno delle carceri che facessero ricorso ad una maggiore chiarezza nei riguardi di noi detenuti e che non ci illudessero con false speranze. Cosi facendo infatti aumentano solamente la rabbia perché alla fine non si vedono quei risultati che ci dovrebbero indirizzare verso un percorso alternativo a quello carcerario. Ci saranno anche delle difficoltà economiche per favorire gli ingressi nelle comunità a noi detenuti, ma allora perché i politici ci “bombardano” pubblicizzando nuove leggi e programmi alternativi al carcere, dicendoci che da ora in poi ci saranno più attenzioni per i detenuti tossicodipendenti? Comunque io mi sto impegnando e ci sto mettendo tutta la buona volontà per cercare di uscire da questa dipendenza che mi ha portato fino a qui rovinandomi la vita. Spero solo che d’ora in avanti ci sia una piccola possibilità anche per me e magari riuscirò anch’io a dare un senso alla mia vita. Di certo non farò il politico!

Ezio

Ci credevo

È pianto o sono dispettose gocce di sudore?

Fa caldo, le braccia stentano ad alzarsi, i pensieri scorrono faticosamente dal cervello fino

a perdersi nell’inutilità d’ogni gesto, sprecato, per mitigare il fastidio di dispettose gocce di sudore.Ti stendi sulla branda e sei

cosciente d’imbrattarne le lenzuola di una sindone profana, traccia indelebile della tua colpa.Provi a fare qualche passo alla ricerca di un seppur minimo refolo, ma è fatica dilapidata, l’aria ristagna immobile, quasi fossero andati in

ferie persino i figli di Eolo, insieme ai fortunati che ancora possono permetterselo. Dopo l’unica doccia, peraltro consumata in tutta fretta, permessa dalla tua condizione di detenuto, hai la consapevolezza che solo il

sollievo di una bagnatina di fronte al lavandino 20x20 potrà alleviare il tuo tormento…ma sai altresì che poi dovrai asciugare il mini-bagno in tutta fretta, poiché altri due dannati hanno diritto di rinfrescarsi come te, con il risultato di grondare di nuovo e stramaledire il giorno in cui ti sei fatto arrestare, testardo artefice del tuo fallimento.Puoi solo cercare di fissare il pensiero verso direzioni positive, quali sono l’immaginarsi immersi in acque gelide, sotto grandiose cascate, che so, quelle del Niagara…le Marmore?Il respiro si fa di minuto in minuto più faticoso ed aspetti con terrore l’ora in cui sarai costretto ad attendere il sonno liberatore, il quale tarderà sino al punto che ti verrà da piangere, ma forse non sono lacrime…è ancora quel dannato sudore che ti copre il corpo, cercando di proteggerlo dal fuoco interno.Infine, ecco che quando hai perso ogni illusione di un po’ di pace, un insignificante sbuffo sulle spalle ti comunica che lassù qualcuno s’è ricordato anche oggi di te e presto una brezzolina leggera ti coccolerà lentamente, sino a spegnere la fiamma che ti stava divorando.Puoi finalmente stenderti rilassato sul lettuccio ad attendere con un sorriso ebete che la notte si porti via, nella tua incoscienza, tutta la pena di questa fottuta galera.

Enrico Suppa

Formula anticrisi Il presidente del Consiglio, Enrico Letta, ha basato il

suo programma di governo su tre punti strategici per superare la crisi: tasse, consumi e cassa integrazione. Il

premier ha dichiarato: “Basterà solo un anno di carestia per ridurre il deficit pubblico dello 0,2 per cento”. Certo, se aggiungiamo anche l’esproprio della mobilia e la vendita delle figlie vergini ai magnati russi potremmo arrivare a una riduzione dello 0,5 per cento. Veniamo alle tasse; l’imposizione fiscale in Italia è talmente alta che ogni ulteriore aumento è del tutto impercettibile. Fa lo stesso effetto di una puntina da disegno conficcata nel sedere di una persona già bersagliata di chiodi di tutte le misure. Non se ne accorge neppure. E’ la situazione ideale per proporre nuove imposte, così l’Agenzia delle Entrate, ogni mese, estrarrà a sorte un milione di contribuenti per fargli pagare l’IVA sull’IVA e la doppia Irpef, per ragioni soprattutto psicologiche. I fortunati contribuenti potranno vantarsi per aver significatamene partecipato al risanamento pubblico. Per incrementare i consumi, seppure con gli stipendi dimezzati, è in arrivo il Programma Imbuto. Ogni famiglia verrà dotata di un enorme imbuto, a turno ogni membro familiare dovrà infilarselo in bocca e ingoiare grandi quantità di prodotti di largo consumo invenduti. Saranno circa sei chili tra cibi solidi e liquidi, più piccole dosi di detersivo e sale per lavastoviglie, giusto per digerire meglio. Infine per i cassaintegrati, visto l’esaurimento di denaro liquido, l’assegno mensile sarà sostituito da un pratico paniere contenente un fiasco di vino, un tozzo di pane, due buoni pasto, dieci mele, spazzolino e dentifricio. A seconda della regione di appartenenza il paniere sarà integrato anche da prodotti tipici per incoraggiare le imprese locali. Gli italiani queste cose le comprendono, basta dire loro la verità, sono sicuro che capiranno..

Alessandro

Page 13: «Il Nuovo Amico» n. 34 del 22 settembre  2013

22 settembre 2013 13 P enna libera tutti

Carissima Sua Santità,siamo dei semplici detenuti, come tanti al-tri, reclusi per espiare le pene derivanti dai

nostri errori.Ognuno di noi ha un rapporto diverso con la fe-de, ma tutti noi abbiamo lo stesso bisogno di chiedere perdono a Dio.Questo è possibile soltanto se iniziamo quel per-corso di avvicinamento a Dio, attraverso l’aiuto costante degli operatori della Chiesa Cattolica, di cui P. Enrico (nostro cappellano) è il primo.A questo proposito la voglio portare a cono-scenza del grandissimo e costante lavoro, che i volontari, del gruppo di Rinnovamento nello Spi-rito Santo, svolgono qui nel carcere di Pesaro.Molti di noi, con il loro aiuto, siamo riusciti a capire l’importanza della fede e che solo con la misericordia di Dio, si riuscirà a intravedere la luce in fondo al tunnel della sofferenza.Santità, quando l’abbiamo vista affacciarsi per la prima volta dalla Basilica di San Pietro e siamo

venuti a conoscenza delle sue grandi e miseri-cordiose opere, costruite nell’arco della sua vi-ta, ci siamo sentiti veramente meno soli, consa-pevoli che, anche per chi come noi è rifiutato o emarginato dalla società civile, non lo è davan-ti ai Suoi occhi e quindi davanti a Nostro Padre Dio Onnipotente.Avere la consapevolezza che anche noi siamo ri-cordati nelle sue preghiere, ci fa sentire forti e protetti dalle tentazioni quotidiane.Tutti noi ringraziamo Dio per averci donato un Papa lungimirante, devoto e in grado di recu-perare con semplicità i soggetti più “bistratta-ti” come noi.Inchinandoci con umiltà d’innanzi a Lei, ringra-ziamo per aver ascoltato le nostre parole.

P.S.: Caro Santo Padre, quando può venga a trovarci e sarà accolto con immensa gioia.

Detenuti della 3° sezioneCasa Circondariale di Pesaro

“Lettere” nuovo libro della sezione femminile

Lo scorso 16 settembre la campiones-sa olimpica Valentina Vezzali è entrata nel carcere di Pesaro come madrina sportiva per tenere a battesimo la nascita del pri-mo campionato di calcio a sette Uisp della Provincia di Pesaro Urbino. Con l’occasione si è tenuta anche la cerimonia di consegna degli attestati del corso d’arbitro di calcio a 19 detenuti neoarbitri formati dalla Uisp nel-l’anno 2013. Abbiamo intervistato la Vezzali.

Valentina è la prima volta che entra in un carcere? Che impressione le ha fatto essere qui oggi?A dire la verità ho già avuto modo di toc-care per la prima volta con mano una real-tà carceraria quando alcuni anni fa sono stata invitata presso il carcere Montacuto di Ancona nell’ambito di un’iniziativa legata ad una lezione sulla salute, un’esperienza toc-cante ma nel contempo piacevole perché è stata un’occasione per portare dall’esterno il messaggio che reca lo sport che è quel-lo di serenità, educazione e socializzazio-ne. Essere qui quest’oggi è per me motivo

di orgoglio perché significa ancora una vol-ta che lo sport è un ottimo strumento per la persona per ritrovare la propria identità e dignità umana.Lei è conosciuta ai più quale sporti-va che ha dato onore ai nostri colo-ri azzurri con la scherma, ma ora porta avanti un altrettanto importante impe-gno come deputato nell’attuale legislatu-ra. Quali sono le iniziative che il Gover-no intende attuare a breve per migliora-re la situazione carceraria italiana al li-mite del collasso?Il Governo ha appena licenziato il testo di legge svuota-carceri in cui vengono previ-ste pene alternative al regime detentivo tra-dizionale per chi ha compiuto reati mino-ri. Tale legge, che vuole mettersi in linea con la sentenza della Corte Europea che ha ravvisato già da tempo nelle carceri italia-ne condizioni detentive al limite dell’umana sopportabilità, di fatto permetterebbe di eli-minare il cosiddetto sovraffollamento per ri-portare nel giro di qualche anno condizio-ni di maggiore vivibilità all’interno delle car-

Lettera per Papa Francesco

“Non c’è due senza tre”. Dopo i successi riscontrati dalla pubbli-cazione dei due libri dal carce-

re di Villa Fastiggi, dove si raccontava-no storie di vita, pensieri e poesie di “persone” che purtroppo hanno vissuto delle esperienze diverse da quelle co-muni, si sta lavorando per fare il tris. La pubblicazione è resa possibile in particolare grazie all’impegno di Alber-to Ramundo, Giulietta Cardellini, Pao-lo Vachino e Monia Caroti che da anni sono impegnati all’interno di varie car-ceri della regione Marche con il pro-getto di “scrittura creativa” che com-prende anche rappresentazioni teatra-li. Questo terzo libro ha visto il coin-volgimento di 18 ragazzi e 7 ragazze, tutti detenuti nel carcere di Villa Fa-stiggi di Pesaro. Dopo tre soli incontri,

a seguito dello sviluppo di un proget-to partito con la sola intenzione di vo-ler comunicare e cercare di abbattere “qualche” muro, la redazione di “Pen-na Libera Tutti” ha gentilmente offer-to la sua disponibilità per la location e, insieme, siamo riusciti a dare vita a questa nuova creatura che si chia-merà “Lettere” (Parole da dentro) che verrà pubblicato nel dicembre 2013. Va poi sottolineato l’impegno della direzio-ne carceraria che ha permesso questo connubio (uomini e donne) e la colla-borazione con la cooperativa “Officina” che da tempo ricopre in ruolo molto importante per le attività dei detenu-ti anche in campo teatrale. Auspichia-mo quindi che questo libro abbia, se non lo stesso, un maggiore successo dei precedenti.

Ma la vita da ex carcerato rimane intricataHo deciso di scrivere queste poche righe perché ritengo

sia giusto che i lettori siano al corrente della reale situazione del carcere e dei costi che gli ex detenuti

devono sostenere una volta espiata la pena. E’ notorio che chi commette un reato sarà poi condannato a scontare un certo numero di anni in carcere e poi affrontare le relative pene accessorie: mantenimento in carcere, rifusione del danno causato, pagamento della difesa, multe comminate per il reato commesso... Pochi sanno che ci sarebbe un modo consentito dalla legge per espiare determinate pene all’esterno dei carceri, aderendo ad attività lavorative presso cooperative che si reggono sul lavoro dei più sfortunati, facendo volontariato, svolgendo una qualunque attività per la comunità a pagamento dell’errore commesso. Il carcere oggi è un luogo dove stare tutto il giorno senza fare nulla. In pochissimi sono impegnati in attività lavorativa che comunque non consentono di mettere da parte i soldi per poter affrontare, una volta tornati liberi, le spese per la propria sopravvivenza né quelle che lo Stato puntualmente

chiede di pagare il dovuto. In Italia vi sono circa settantamila detenuti di cui almeno sessantacinquemila che non fanno nulla. Ci potrebbero essere delle aziende interessate ad una manovalanza magari non qualificata che potrebbe far svolgere il lavoro anche all’interno del carcere.

In un recente passato esistevano diverse ditte che davano lavoro ai detenuti con conseguenze positive nel contrasto alla recidiva di reato. Il fatto di tenere inoperosa una forza lavoro di tale portata deve far riflettere. Io personalmente non ho mai visto un cane che ti morde quando gli dai da mangiare, e penso che nessuno possa sbagliare di nuovo se una volta uscito si metta in condizione di vivere decentemente, magari anche solo di sopravvivere. In carcere ci finisce di norma chi non è in grado di avere un difensore valido, perché l’avvocato spesso bada all’eventuale rendita che il cliente gli potrà valere. Quindi rimane una sola domanda: chi paga? Paga il poveraccio che finisce nelle maglie di una giustizia malata. Inoltre non si può certo parlare di dignità quando si costringono delle persone, anche di diverse etnie, a condividere uno spazio vitale per l’intera giornata. Uno stato di fatto riconosciuto da tutti ma a cui nessuno sembra in grado di porvi rimedio.

Leonardo Basiricò

DALLA PRIMA PAGINA - INTERVISTA A VALENTINA VEZZALI

Lo sport per non arrendersi mai

ceri italiane. E’ un provvedimento molto im-portante ma che richiede al tempo stesso adeguate risorse economiche per poter es-sere attuato e che attualmente sembrano non esserci, ma sono nodi sui quali il Par-lamento sta lavorando e ci auguriamo che si possa trovare quanto prima una soluzio-ne a questo problema ormai non più pro-crastinabile.Qual è infine il messaggio di augurio che vuole mandare a tutti coloro che stanno leggendo il nostro mensile del carcere “Penna Libera Tutti”?

Il primo messaggio che voglio mandare va senza dubbio ai detenuti del carcere di Pe-saro che ci leggono ed è quello di non ar-rendersi mai di fronte alle difficoltà della vi-ta e di avere soprattutto coraggio nel voler-si rimettere in gioco una volta riconquista-ta la tanto agognata libertà e nel contempo far si che queste forme di volontariato ci-vile dall’esterno, svolte a più livelli, possano contribuire e a promuovere contatti fra real-tà carceraria e società civile per recuperare al meglio la socialità dei detenuti.

A cura di Alessandro Fabbri

Page 14: «Il Nuovo Amico» n. 34 del 22 settembre  2013

22 settembre 2013 P enna libera tutti14

Cari amici…!!!innanzitutto vi chiedo scusa se è passato così tanto tempo prima che scrivessi una lettera ai compagni di sventura in carcere. Attualmente sono ancora agli arresti domiciliari ma vi seguo ancora attraverso “Penna libera tutti” e vi ringrazio

per aver pubblicato il mio articolo, scritto con l’aiuto di Tony. La mia vita è molto cambiata perché rimanere chiuso in casa per ore e ore è certo cosa non bella ma sicuramente più gradevole del carcere che infonde uno stato di chiusura al mondo esterno che solo la libertà ti fa apprezzare nuovamente.Io sto cercando di organizzarmi con il lavoro anche perché se non troverò un’occupazione, sarà difficile cambiare il mio stato detentivo attuale. Il 27 di giugno, cinque giorni dopo la scarcerazione, sono stato processato e mi è stata inflitta

una pena di anni 5 e mesi 4. Il minimo della pena era di 6 anni, quindi non mi lamento. Con il Sert procede tutto bene. Il martedì e il venerdì posso uscire per recarmi nei loro uffici per esami tossicologici e colloqui con l’assistente sociale e la

psicologa. Mensilmente è previsto anche un incontro con il dottore. Sto facendo le analisi per riprendere la patente di guida e penso e spero di porteci riuscire per metà ottobre, data in cui mi è stata fissata già la commissione patenti. Dopo avervi dato tutte le mie notizie aspetto che mi mandiate voi qualche news da Villa Fastiggi, anche se immagino che non ci sia tanto di eclatante da raccontare. Vi mando i miei più sentiti “in bocca al lupo” a tutti, in particolare ad Alfonso, Enrico, Alessandro, Spartaco, Pancrazio, Leonardo, Roberto Mazzoli, Alvaro Coli, Francesco Rinaldi e i nuovi redattori. Un forte abbraccio!!!

Luca

Lettere in redazionePer scrivere alla redazione della Casa Circondariale di Pesaro indirizzare una e-mail a [email protected] oppure scrivere a Redazione di Penna Libera Tutti c/o Casa Circondariale di Pesaro – Str. Fontesecco 88 – 61122 Pesaro (PU)

Finestra con vista … sul muroQuello uscito nel mese di luglio doveva essere il mio ultimo articolo scritto per “Penna Libera Tutti”.

Speravo infatti di meritare le attenzioni del magistrato di sorveglianza di Ancona, avendo richiesto la possibilità di scontare gli ultimi due mesi di condanna in regime di detenzione domiciliare con la possibilità di svolgere attività di volontariato. Invece sono ancora qui. Perché? Semplicemente perché tutte le belle parole sulle pene alternative che dovrebbero favorire la soluzione al sovraffollamento delle carceri sono solo frottole o chiacchiere che non vengono mai messe in pratica. Evidentemente quando c’è da farsi belli e riempirsi la bocca con parole e soluzioni per noi detenuti, sono tutti così attenti e premurosi da considerarci addirittura “persone”, ma poi in realtà, quando c’è da mettere in pratica la legge che dovrebbe permetterci di essere reinseriti nel mondo socio-lavorativo, puntualmente spariscono tutti e delegano altri per evitare di fare brutte figure agli occhi dell’opinione pubblica. Quindi mi piacerebbe che per una volta qualcuno mi spiegasse come mai la magistratura di sorveglianza non permette a nessuno dei richiedenti di accedere alle misure alternative previste dal codice penale invece di delegar a decidere sempre il presidente del Tribunale che ormai è sommerso dai nostri ricorsi e inevitabilmente ci fa attendere tempi lunghissimi per le risposte. Io capisco la pericolosità sociale, che è un grave problema. È giusto che non si debba lasciare uscire chiunque dal carcere, ma vorrei capire il perché non si effettuano mai - e dico mai - le valutazioni soggettive di ogni singolo caso per permetterci di

riprendere una vita più dignitosa di questa. Insomma la risposta alla mia richiesta deve ancora arrivare, questo a riprova che la nostra burocrazia funziona malissimo. Tuttavia posso dire (per esperienza “sul campo”) che ho visto risposte arrivare con mesi di ritardo e questo sicuramente non favorisce un corretto reinserimento, anzi, al contrario provoca un notevole squilibrio alle persone interessate con delle conseguenze disastrose. Faccio molta fatica a capire il perché la vita, dopo tutto quello che ho passato, ancora una volta mi mette davanti a delle prove così devastanti. Tutto dovrebbe avere un limite, anche la mia sopportazione ne ha uno, ma questo evidentemente non preoccupa nessuno. La speranza? Certo la speranza, come dice il vecchio proverbio, è sempre l’ultima a morire, ma vi garantisco che qui alla fine quella che muore non sarà la speranza, ma forse la mia pazienza. Anche se lo urlassi forte da dietro la mia finestra con vista sul muro, probabilmente non lo sentirebbe nessuno questo grido di sofferenza che sto vivendo ed è per questo che ho deciso di scriverlo sul nostro giornale, proprio per avere ancora la speranza che arrivi a qualcuno che, leggendolo, possa riflettere su come veniamo trattati. Con un’indifferenza che inevitabilmente ci mette alla pari delle bestie, anzi al giorno d’oggi gli animali hanno più diritti di noi detenuti. A chi può fregare se un uomo soffre dietro le sbarre, se vede allontanarsi i propri affetti sempre di più? Quello tanto è un criminale e deve stare lì dentro! Pienamente d’accordo con voi! Non esiste

smacchiante per chi, una volta passate le porte del carcere, è stato marchiato come una bestia con quell’inchiostro indelebile. Se trovate la soluzione, fatemelo sapere, perché io ho smesso di cercarla. Come può un uomo redimersi agli occhi della legge se tutto quello che ho fatto per dimostrare il mio cambiamento non è servito a niente? Cosa posso fare ancora per fargli capire a quei Signori che sono chiamati a decidere,

che sono un uomo diverso da quello che ha commesso degli errori di gioventù? Oggi ho 47 anni e i miei pensieri sono totalmente diversi da quelli che avevo prima di averne venti. Praticamente mi sono invecchiato e non me ne sono neanche accorto e secondo voi dovrei ancora sperare? Ma in che? Nella giustizia? AH!AH!AH! Ma per favore……..

Spartaco

Continueremo a ringraziare tut-te quelle per-

sone che ci hanno gentilmente regala-to i computer per la nostra redazione e veniamo a richie-dere un ulteriore AIUTO a voi lettori per dare vita ad un altro progetto che si sta sviluppando all’interno del re-parto femminile del carcere. Se ci fosse qualcuno disposto a donare delle vec-chie macchine da cucire in disuso o se volesse disfarse-ne, può gentilmente contattare il carcere di Pesaro sito in via Fonte-secco n. 88 a Villa Fastiggi. Sicuramente farebbe-ro la felicità di alcune detenute che stanno cer-cando di apprendere il vecchio ma prezioso “me-stiere” del cucire. Quindi ci sentiamo in dovere di ringraziarvi anticipatamente per il vostro impor-tante contributo. GRAZIE.

LA REDAZIONE “Penna Libera Tutti”.

ANNUNCIO AI LETTORI

Cerchiamo macchine da cucire

INTERVIENE IL SINDACATO DI POLIZIA PENITENZIARIA

Carcere di Ascoli situazione allarmante

Si è tenuta lo scorso 24 agosto, nel carcere di Ascoli Piceno la visita di una delegazione del Sindacato Autonomo

Polizia Penitenziaria SAPPE, la prima e più rappresentativa di Categoria.“La presenza dei dirigenti sindacali del SAPPE ad Ascoli Piceno” spiega il Segretario Gene-rale del SAPPE Donato CAPECE “ha voluto per prima cosa testimoniare la vicinanza e la gra-titudine del primo Sindacato della Polizia Peni-tenziaria alle colleghe ed ai colleghi quotidia-namente impegnati in una situazione di costan-te sovraffollamento con significative carenze di organico. Alla data del 31 luglio scorso, ad

esempio, erano detenute ad Ascoli Piceno 144 persone (57 imputati e 87 condannati) rispetto ai 122 po-sti letto regolamentari. Donne e uo-mini della Polizia Penitenziaria, sot-to organico di 50 unità visto che ve ne sono in forza 120 rispetto ai 170 previsti, che il carcere lo vivo-no quotidianamente nella prima li-nea delle sezioni detentive, svolgen-do quotidianamente il servizio con professionalità, zelo, abnegazione e soprattutto umanità in un contesto assai complicato per l’esasperante sovraffollamento.”“Quel che abbiano visto è cosa ben diversa dalla rappresentazione che recentemente è stata fatta del pe-nitenziario marchigiano, e cioè di un carcere a colori, tanti colori, con mura cariche di tonalità e significa-

ti, tra graffiti e murales di grandi dimensioni”, conclude. “I posti di servizio degli Agenti di Po-lizia Penitenziaria e la stessa Caserma sono in condizioni assai precarie, in palese contrasto con le regole elementari di salubrità ed igiene. Per questo chiederemo al Ministro della Giusti-zia Annamaria Cancellieri ed ai vertici dell’Am-ministrazione Penitenziaria (al quale invieremo le fotografie fatte dai nostri dirigenti sindacali) interventi migliorativi per il Personale di Polizia del carcere di Ascoli Piceno, auspicando un lo-ro interessamento urgente anche per un poten-ziamento dell’organico”.

Page 15: «Il Nuovo Amico» n. 34 del 22 settembre  2013

22 settembre 2013 15amicoil nuovo• •

Redazione di Fano:Via Roma, 118 - 61032 FanoTel. 0721 802742 dir. 803737 Fax 0721 825595E-mail: [email protected]

Fossombrone Cagli Pergola

di Sanzio Ubaldi(Chiuso il lunedì)

Ristorante tipico con servizio di pesceMenù riservati • Accoglienza distintaServizio inappuntabile

Strada delle Marche, 61 - Zona Gelsi - tel. 0721 65405

RistoranteLo Squero

Primo incontro di formazione Per catechisti con don marco di GiorGio

La catechesi narrativa

La Lettera deL VescoVo ai resPonsabiLi deLLa scuoLa e aGLi studenti

Lo studio qualifica il vostro futuro

A poco più di una settimana dalla ripresa dell’atti-vità scolastica, gli

auguri di Mons. Trasarti ai rappresentanti della scuola e agli studenti

Carissimi, vi penso idealmente impegnati a riporre i mezzi di svago dell’estate per sostituirli col materiale scola-

stico, nell’imminenza della ripresa dell’attività formativa e culturale. Sicuramente un po’ di emozione e di trepidazione vi accompagna-no perché al di là del desiderio di rivedere volti noti e amici di viag-gio, contate gli anni che vi sepa-rano dalle grandi scelte della vita, guardate al futuro, vi confrontate con le attese vostre e di quanti vi amano. Queste, riponetele ne-gli spazi più intimi della vostra coscienza perché devono fornir-vi stimoli durante il cammino e nei tempi di crisi: proprio come il popolo biblico che raccoglieva i grandi segni dell’esodo a sostegno del cammino nel deserto; o come i pastori D’Annunziani che beveva-no profondamente ai fonti alpestri perché sapore d’acqua natia rima-nesse nei cuori esuli a conforto.Le vostre emozioni sono anche quelle dei vostri cari, degli inse-gnanti, degli educatori, le nostre, per cui ai vostri pensieri vorrem-

mo affiancare le nostre parole di esortazione, di incoraggiamento, di proposta. Lasciate dunque che i sentimenti vengano manifestati per non chiuderci in un’inutile in-comunicabilità. Vorrei anzitutto proporvi di co-gliere la preziosità di questi vo-stri anni, per spenderli al meglio. Puntate in alto. Noi adulti spesso vorremmo dare spazio a nuovi progetti, ma ci accorgiamo che c’è un tempo preciso per tutte le cose e bisogna non perdere gli appun-tamenti giusti con la vita. E’ tem-po di formazione: curate il sapere. Se lo guarderete come risorsa per qualificare il vostro futuro, lo stu-dio vi sarà meno gravoso e certa-mente gratificante quando vedrete che vi permetterà di sapere ancora di più e di dare spazio alla vostra capacità creativa.Siete una generazione nuova, por-tatori di un processo evolutivo ve-loce e, al momento, difficile. Per

questo vorrei pensarvi attenti alla voce e alle attese dei vostri cari. Amateli, comprendeteli nella sof-ferenza. Intendo dire che ogni genitore vorrebbe lasciare nelle mani dei figli, quei beni che rendo-no facile la vita e sereno il futuro. Invece questo tempo di crisi li ob-bliga a lanciare appelli di sobrie-tà, a pronunciare il gemito di chi deve dire “non possiamo”. Coi loro sacrifici e contando sulle vostre ri-sposte, vi trasmettono però la fidu-cia in un cambiamento possibile di cui dovete essere protagonisti e che abbatterà i confini del mondo, moltiplicherà le risorse, dividerà più equamente il benessere e sarà proprio esito di un impegno che a voi viene richiesto. Se riuscirete a dare risposta con lo studio, la ricerca, la realizzazione di nuo-ve fonti di benessere per la nostra società, potrete incontrarvi in un rapporto nuovo di collaborazione, di stima vicendevole, di amore.

I vostri insegnanti integrano l’im-pegno educativo dei genitori e la scuola desidera offrirvi conoscen-ze e competenze che servono l’uo-mo e gli affidano i semi del futuro. Non è un ruolo facile il loro. Se li amerete creerete rapporti miglio-ri rapporti di collaborazione e un desiderio più grande di vedervi crescere bene. Rendete fecondo il loro lavoro. Vi auguro infine di poter fare espe-rienza, nella scuola, di quell’uma-nesimo cristiano che è valore, al di là di ogni altra esperienza cul-turale, perché dà senso alla vita e orienta tutto l’uomo verso la pie-nezza del suo essere e del suo agire.Benedico voi, le vostre famiglie e i vostri docenti il vostro studio, le vostre speranze e vi auguro un anno scolastico ricco di esperienze e di esiti buoni.

+Armando Trasarti Vescovo

© RIPRODUZIONE RISERVATA

SETTIMANE MARCO π A CASA GIOVANIFANO – Dal 22 al 28 settembre, a Casa Gio-vani, si terrà la prima settimana Marco π. Da quest’anno, infatti, vengono inserite anche alcune settimane deno-minate “Marco π”- “Ne costituì Dodici - che chiamò apostoli -, per-ché stessero con lui…” (Mc 3,14). Si tratta di una proposta di vita comunitaria per tut-ti i giovani che hanno fatto l’esperienza delle tre settimane in Casa Giovani negli anni pre-cedenti, trattando più direttamente di rego-la di vita, sacramenti, preghiera e guida spiri-tuale, vivendo insieme la Liturgia delle ore e l’Eucaristia quotidiana.

FANO – Una serata molto parteci-pata e ricca di spunti interessanti. Si è tenuto, lunedì 16 settembre al Centro Pastorale diocesano, il pri-mo degli appuntamenti dedicati alla formazione dei catechisti. Il primo incontro, tenuto da don Marco di Giorgio, ha focalizzato l’attenzio-ne su “Vangelo & narrazione”. Ad aprire la serata sono intervenuti il vescovo Armando, don Giuseppe Cavoli, nuovo direttore dell’Uffi-cio Catechistico Diocesano e don Matteo Pucci vice direttore. Mons. Trasarti, riflettendo sugli Atti de-gli Apostoli 8,26-40 ha sottolineato come il Vangelo vada ben al di là dei confini, delle sacrestie, per ar-rivare fino alla strada. “Anche noi dobbiamo spesso cambiare luogo e persone – ha evidenziato il Vesco-vo – ma l’importante è che siamo là dove ci vuole lo Spirito e se non scendiamo in strada il ‘dove’ non lo incontreremo mai”.Don Marco di Giorgio, partendo da esempi molto pratici, ha spie-gato l’importanza della catechesi narrativa. “La catechesi narrativa è l’intreccio di tre storie: quella di Dio che ci viene a incontrare, del narra-tore coinvolto in ciò che sta raccon-

tando e di coloro che, realmente o virtualmente, stanno ascoltando la storia. Lo stile è quello di accoglie-re l’altro nel racconto in una reale condivisione, scatenare lo stupore e sollecitare la decisione. La storia, infatti, non dà solo informazioni, ma chiede di prendere una posizio-ne, di rileggere la propria vita. La catechesi narrativa – ha prosegui-to don Marco – presuppone l’au-tenticità delle esperienze e di chi si mette in relazione, la conoscenza delle storie della Bibbia, la capaci-tà di far interagire i ragazzi con le varie storie e l’invito a proseguire la ricerca personale. Quali sono, quin-di, le regole di un buon racconto? Il racconto è, innanzitutto, messag-gio ovvero il narratore non “spiega”, ma racconta. Il destinatario, invece, spiega a se stesso il racconto per co-glierne il significato oltre la storia narrata e farlo diventare messaggio per sé. Cosa raccontare? Gli eventi salvifici accaduti che la comunità da secoli racconta restituendo loro tut-ta la forza educativa. Sono salvifici però i fatti della vita quotidiana che producono vita e aiutano a scoprire la presenza di Dio oggi. La narra-zione – ha proseguito don Marco

di Giorgio – deve intrecciare espe-rienze: alla fine l’ascoltatore dovreb-be dire come mai si sta parlando di me? Occorre poi creare una nuova lingua passando da un linguaggio oggettivo, denotativo e astratto a quello evocativo, condiviso e caldo. Dobbiamo narrare per svegliare il testo dal letargo ovvero dal testo in

sé al testo per me. Infine il protago-nista di tutto diventa il narratore: chi racconta, ama la realtà raccon-tata e la fa amare. Lo fa per la vita. Per questo chiede una decisione, raccontando storie (R. Tonelli)”.

Enrica Papetti© RIPRODUZIONE RISERVATA

Page 16: «Il Nuovo Amico» n. 34 del 22 settembre  2013

amicoil nuovo• •16 Fano Fossombrone Cagli Pergola22 settembre 2013

DON MIRCO AMBROSINI NUOVO PARROCO DI ORCIANO

Far tornare la Chiesa il luogo della festa di Dio con gli uominiRCIANO - Una celebrazione dai toni semplici, in cui premura e rispetto hanno connotato lo sti-le dell’accoglienza riservata al nuovo parroco, don Mirco Am-brosini, che nella tarda serata di domenica 15 settembre si è uf-ficialmente insediato nella par-rocchia di Orciano di Pesaro, alla presenza anche di tanti sacerdoti legati alla storia della comunità di Santa Maria. Al termine del-la Santa Messa, presieduta del Vescovo, don Mirco ha sciolto

gli indugi, comunicando alla co-munità la sua gioia di essere tra loro: «Io e voi dobbiamo diventa-re santi, ognuno nel suo stato, ed in questo siamo aiutati anche da un sant’uomo qual è don Ennio – ha poi proseguito il nuovo par-roco di Orciano – Il mio compi-to è quello di farvi piacere a Dio, mantenendo l’ultimo posto come colui che serve, sull’esempio di Gesù». Anche don Marco Pre-sciutti, che ha ricoperto il ruolo di amministratore parrocchiale

nell’ultimo anno, ha voluto rin-graziare per tutto quanto è riu-scito a ricevere in questo partico-lare periodo.Dopo i ringraziamenti alla comu-nità di Orciano per la pazienza, al vicario pastorale don Marco e a don Mirco Ambrosini per aver subito accettato questa nuova chiamata al servizio, il vesco-vo Armando ha rimarcato i tre atteggiamenti che un sacerdote deve sempre ricordare nella sua azione pastorale: «Noi siamo con

il popolo, nel bene e nelle difficol-tà. Non siamo perfetti, pertanto dobbiamo interagire pienamente con la società, la giustizia, la co-munità civile, senza mai sentirci al di sopra delle parti. Infine, se siamo figli di misericordia, dob-biamo impazzire di amore per il popolo di Dio che ci viene af-fidato». Dopo aver ricordato a don Mirco l’importanza di saper accompagnare verso lo Sposo facendosi da parte al momento opportuno, e la centralità della

cura dei laici, il Vescovo ha posto l’attenzione sulla collaborazione maturata negli anni tra le parroc-chie della vicaria: «Continuate questa unità pastorale, accuden-do il popolo di Dio e custodendo la famiglia presbiterale». In con-clusione, monsignor Trasarti ha rivolto a tutti i presenti un caldo invito: «Cerchiamo di far tornare la Chiesa il luogo della festa di Dio con gli uomini».

Matteo Itri© RIPRODUZIONE RISERVATA

A LORetO qUAttRO gIORNAte INteRAMeNte DeDICAte AgLI ORAtORI

H1,5O. La bellezza della condivisione

FANO - Si sono svolte dal 5 all’8 settembre scorso a Loreto presso il Centro Giovani quattro giornate interamente dedicate agli Oratori. L’evento denominato H1,5O na-sce sulla scia del successo del primo Hap-pening degli oratori dello scorso anno, al fine di costruire insieme il prossimo H2O, previsto per il 2014. Erano presenti circa 200 persone che a vario titolo sono impe-gnate in Oratorio e per questo in grado di portare diverse esperienze per storia e per geografia.Gli obiettivi principali di questo percorso: costruire/irrobustire progressivamente una rete capace di assicurare una presenza e una mobilitazione significative nei diversi territori; costruzione di un’immagine sem-pre più fedele di Oratorio nella diversità delle singole narrazioni/esperienze; rileg-gere l’esperienze degli Oratori alla luce di alcuni contenuti/temi specifici pedagogici, sociali, organizzativi/processuali.Anche la nostra Diocesi ha partecipato, at-traverso alcuni giovani a questo importante

evento, sep-pur con una piccola rap-presentanza; r ip or t iamo di seguito la testimonian-za di due di loro:A quali mo-menti dell’ H1,5O hai p a r t e c i p a -to?Giada: Ho partecipato a quasi l’intero corso. Sono

state delle giornate veramente molto in-tense, nelle quali attraverso dinamiche, la-boratori e tavole rotonde, nonché il saluto del presidente del senato Pietro Grasso, si è potuto riflettere più a fondo e in maniera più ampia sull’importanza che gli oratori hanno non solo per la Parrocchia ma per la società intera. Sabrina: La giornata in cui ho partecipato io era dedicata ai laboratori. Io ho segui-to in particolare il laboratorio dedicato alla famiglia in oratorio. La provocazione era LA FAMIGLIA è UNA CONDANNA. Come un vero processo, sono emersi i pro e i contro con tanto di testimoni e sì è con-cluso con un patteggiamento da parte della difesa benché l’ accusa fosse stata giudicata un po’ fiacca! Nella seconda parte si sono prese in esame le questioni emerse nel pro-cesso analizzando punti di forza e criticità smontando un po’ i luoghi comuni e por-tando la discussione alla realtà dei fatti che ognuno viveva ed orientandola alla propo-sta del Vangelo.

Che cosa ti ha lasciato questa esperien-za? Giada: Ciò che mi ha colpito di più sono state le provocazioni lanciate, soprat-tutto dal professor Ivo Lizzola. Egli, citan-do Martin Buber, ci ricorda come in questo tempo dell’Esodo o “senza casa” sia impor-tante far diventare generativi i nostri orato-ri, cioè trasformarli in spazi di solidarietà non perimetrati nei quali produrre degli andirivieni. Devono essere come una stra-da a due corsie, i ragazzi entrano e fanno esperienza per poi uscire e tornare alla co-munità arricchiti. Sabrina: Di sicuro che al di là dell’ esperienza formativa queste sono occasioni sia per rimettersi in discussione che per fortificarsi nella propria missione di Vita. Un altro momento che mi ha colpi-to, per quanto banale può sembrare, sono stati i coffe break, momenti di conoscenza ed apertura verso l’ altro.Cosa diresti ai giovani della tua Diocesi per invitarli a prendere in considerazio-ne l’ ipotesi di metterlo tra gli appunta-menti importanti in agenda?Giada: Direi loro che è bellissimo cono-scere persone provenienti da tutta Italia, perché nascono incontri, scontri e progetti, ad esempio è stata lanciata più volte la pro-posta di gemellaggio tra oratori, personal-mente spero proprio di riuscire a realizzare questa cosa perché la trovo molto formati-va e divertente. Sabrina: Innanzi tutto di partire dall’ idea che l’happening è un’opportunità per usci-re dal proprio campanile allargando i pro-pri orizzonti e scoprendo che i “portenti” e i “mali” della propria realtà sono comuni a tutti, ma che ognuno ha dei particolari e speciali modi per affrontarli che è bello condividere.

L’ Equipe Diocesana Oratori© RIPRODUZIONE RISERVATA

COMUNItà geSù RISORtO

Ritiro diocesano22 settembre

SAN FRANCESCO IN ROVERETO – Domenica 22 settembre è in programma il ritiro diocesano della Comunità Gesù Risorto presso il Centro di spiritualità San Francesco in Rovereto.Programma:Ore 09.00: AccoglienzaOre 09.15: Preghiera ComunitariaOre 11.00: RelazioneOre 13.00: Pranzo Ore 15.30: Adorazione EucaristicaOre 17.00: Celebrazione Eucaristica presiedu-ta da S.E. Mons. Armando TrasartiIn Italia il Rinnovamento Carismatico è ap-prodato nel 1971, dando vita nel tempo a vari Gruppi e Comunità, che ne hanno incar-nato e messo in luce aspetti e ricchezze par-ticolari. Come Comunità Gesù Risorto, siamo chiamati a creare un linguaggio “da risorti”, linguaggio che nasce dall’esperienza e che favorisce nuove esperienze. Siamo chiamati a produrre “nuovi simboli”, nuove immagini, capaci di rendere visibile e comprensibile ai più la realtà sublime che cerchiamo di espri-mere a parole. Tutto questo vale per noi ed è anche il servizio più autentico che possiamo rendere ai nostri fratelli: aiutarli a entrare in questo mistero di morte dell’“uomo vecchio” e di risurrezione in Cristo. Gli “strumen-ti” sono: l’accoglienza, l’ascolto, il discerni-mento fraterno, la preghiera d’intercessione mediante l’imposizione delle mani e la com-passione divina, l’accompagnamento in un cammino di ritorno alla Chiesa (per usufruire di tutta grazia sacramentale, liturgica, bibli-ca), la vita comunitaria concreta, nelle sue varie espressioni.Testi tratti dagli scritti di Alberta e Roberto Ric-ci del C.I.S. Comitato Internazionale di Servizio della Co-munità Gesù Risorto

FANO - La Scuola Corale della Cattedrale di Fano si appresta ad iniziare un nuovo anno scolastico. Molte le novità di que-st’anno, tra cui l’apertura di nuovi indi-rizzi strumentali come violino, flauto, chitarra, organo, pianoforte, canto (let-tura intonata) e coro, oltre che la stipula di una convenzione col Conservatorio Rossini di Pesaro per il riconoscimento degli studi. Maggiori informazioni si tro-vano sul sito http://scuolacoralefano.al-tervista.org, oppure contattando via mail la scuola, [email protected] o telefonicamente 0721.803737 (dal-le 9.00 alle 12.00). Sabato 21 settembre alle ore 16.00, la scuola sarà aperta per un incontro con i docenti per i genitori e allievi, presso i locali della scuola in via Roma 118 (Centro Pastorale diocesano).

I RAgAzzI DeLL’ACR IN VIAggIO A ROMA

Ti credo, tutto parla di TeFANO - Per concludere il cammino di questo anno associativo, l’Azione Cattolica Italiana ha invitato venerdì 6 e sabato 7 settembre tutti i bambini ed i ragazzi delle diocesi d’Italia, at-traverso alcuni loro rappresentanti, a fare festa a Roma al termine dell’anno delle Fede, indetto da papa Benedetto XVI; un anno così intenso e significativo per annunciare, ancora una volta, la bellezza del credere in Gesù. Proprio per questo motivo l’appuntamento di questi due giorni ha avuto come titolo il motto “Ti credo! Tutto parla di Te!”. È stata anche l’occasione per concludere, proprio sulla tomba di Pietro, un anno tanto im-portante per la vita di fede di ognuno di noi e quindi anche dei più piccoli.Dalla nostra diocesi sono partiti in sette, quat-tro ragazzi scelti da quattro parrocchie diverse, Erika Landini come accompagnatrice a nome dell’ACR diocesana ed i genitori di uno dei quat-

tro ragazzi. L’incontro di festa è iniziato con un pellegrinaggio presso la basilica di San Pie-tro pregando con l’aiuto di S.Em. Angelo Card. Camastri, vicario generale di Sua Santità per la Città del Vaticano. Abbiamo proseguito poi con una festa di accoglienza e conoscenza presso la struttura ospitante, mentre il sabato abbiamo visitato i giardini vaticani, dove i ragazzi hanno dialogato con vari personaggi sul valore di loro stessi all’interno della Chiesa e concludendo poi la giornata a Castel Sant’Angelo con musica, spettacolo ed un grande gioco a stand. Sono sta-ti due giorni all’insegna di condivisione, preghie-ra e scambio di diverse esperienze e la cosa più bella è che i ragazzi sono stati i veri protagonisti. Essi per primi si sono messi in gioco, lasciando-si travolgere dalla bellezza dell’Azione Cattolica dei Ragazzi, dello stare insieme nel nome di una solo persona: Gesù.

I ragazzi stessi hanno lasciato dei pensieri da condividere:- Signore, grazie per queste due bellissime gior-nate piene di felicità ed emozioni, pur non cono-scendo nessuno abbiamo fatto molte amicizie. I posti erano bellissimi e spero che rifacciano una festa così bella.- Questa è stata una bellissima esperienza, vede-re i giardini vaticani e questi due giorni mi han-no permesso di conoscere altri ragazzi della mia età.- Queste giornate mi sono piaciute perché tutte le persone piccole, anziane, adulti e giovani si sono riunite per una unica persona: Dio

APeRte Le ISCRIzIONI

Nuovo anno per la Scuola Corale

Page 17: «Il Nuovo Amico» n. 34 del 22 settembre  2013

22 settembre 2013 17Fano Fossombrone Cagli Pergolaamicoil nuovo• •

◆ FORNITURA LIBRI SCOLASTICIL’Assessorato ai Servizi Educativi co-munica che la Regione Marche in data 05/09/2013 con decreto n. 216/FD ha adottato l’atto relativo alle pro-cedure gestionali per la fornitura gra-tuita o semigratuita dei libri di testo per l’a.s. 2013/2014 agli studenti della scuola dell’obbligo e della scuola se-condaria superiore, statali e paritarie.Per ottenere il beneficio di cui trattasi, gli utenti dovranno: • Essere residenti nel comune di Fano;• Appartenere a famiglie il cui Indica-tore di Situazione Economica Equiva-lente (ISEE), per il periodo d’imposta 2012 dei componenti la famiglia ana-grafica, non sia superiore ad euro 10.632,94.• Presentare all’Ufficio Diritto allo Stu-dio, la documentazione comprovante l’acquisto dei libri stessi. Per il calcolo dell’ISEE gli utenti interessati potran-no rivolgersi ai CAF autorizzati pre-senti sul territorio, nonché all’INPS. Il modulo di domanda potrà essere compilato direttamente presso l’Uffi-cio Diritto allo Studio del Settore Ser-vizi Educativi – Via Vitruvio 7, oppure scaricato dal sito web del comune di Fano all’indirizzo www.comune.fano.ps.it ed inviato via fax, al numero telefonico 0721-807300, corredato di fotocopia del documento d’identità del richiedente o, esclusivamente per i possessori di una casella di Posta Elettronica Certificata (PEC) tramite invio on-line all’indirizzo “[email protected]

Il termine ultimo per la presentazio-ne delle richieste è fissato al 10 otto-bre 2013Info: uffici dei Servizi Educativi, Via Vitruvio n. 7, tel. 0721887607.

◆ CLEOPATRA. ETERNA DIVAResta ancora un mese circa per vi-sitare la bella mostra “Cleopatra. Eterna diva” (Kleopatra. Die ewige Diva) – termine il 6 ottobre prossimo – allestita presso il Bundeskunsthal-le di Bonn presso la quale è esposto anche il dipinto “Cleopatra” di Giovan Francesco Guerrieri, olio su tela, di proprietà della Fondazione Cassa di Risparmio di Fano. Il progetto esposi-tivo si basa sulla storia della ricezione del mito di Cleopatra – l’ultima regina d’Egitto (69 – 30 a.C.) - dai tempi an-tichi fino alla contemporanea cultura popolare e di massa.

◆ CORRIFANO 2013Sulle colline di Gimarra, sabato 21 settembre si terrà la 18a edizione del-la “Corrifano”. corsa podistica aperta a tutti, organizzata dal CSI-Fano col patrocinio e collaborazione della pro-vincia di PU Assessorato allo sport e Assessorato alle politiche giovanili del Comune di Fano, Avis-Fano, Assoc. Giovanile Agade, Virtus Volley e Spor-tland. Il ritrovo è in via Cena a Gimar-ra (vicino al campo sportivo) dalle ore 15 per le iscrizioni (5 euro per parte-cipante, compresa la quota assicura-tiva, di cui 2 euro saranno donati in beneficenza, con gratuità per ragazzi e ragazze fino a 17 anni). Lo scorso anno parteciparono in circa 300 alla manifestazione.

NOTIZIE IN BREVE

“SERENISSIMA”di Foglietta Giuliana

VERNICI e FERRAMENTAdal 1967 al servizio di una clientela

sempre più vastaVia Roma, 131 - Tel. 0721/490298

MONTECCHIO (PU)

Terzo Torneo di pallavolo in memoria di andrea Furlani

Una partita per te…

la TesTimonianza di aniTa manTi vicepresidenTe de l’aFrica chiama

Piccoli traguardi cheriempiono di gioiaFANO - Tornare a Lusaka dopo tre anni è stato molto emozio-nante. Molti sono stati i cambia-menti. Ho trovato molte più case costruite nel compound dove vi-vono circa 200 mila persone. Ma anche la scuola è cambiata, con tanti nuovi progetti avviati. Nella nostra struttura attualmente van-no a scuola 800 ragazzi di cui 40 disabili.Da qualche mese è attiva anche la sezione di scuola superiore dove i ragazzi imparano seguendo dei corsi pratici, ma anche laboratori di informatica e di scienze.Insieme ad un’altra volontaria di Fano, Federica, insegnante di chi-mica, abbiamo avuto la possibilità di mostrare alcune esperienze di laboratorio dapprima agli inse-gnanti di scienze e poi insieme direttamente agli alunni in classe.

Tali attività hanno veramente de-stato una grande interesse negli alunni, l’esperienza di laboratorio svolta in gruppi inoltre migliora l’apprendimento e anche le rela-zioni personali.Altra novità è la clinica, o meglio un poliambulatorio che da più di un anno è a pieno regime ed offre una opportunità di cura e control-lo. Ogni giorno si forma una lun-ga fila, dove mamme e bambini attendono il loro turno.Attualmente lo staff, interamente locale, è composto da 40 persone, tra insegnanti, insegnanti speciali per i ragazzi disabili, infermieri, tecnico di laboratorio e ostetrica e medico alla clinica, cuoche, giar-diniere, autista, e altri collabora-tori amministrativi.Inoltre sono state avviate due coo-perative, nello specifico la polleria

e la sartoria, che rappresentano una vera opportunità di lavoro per le famiglie, una opportunità di business, come piace chiamarlo da quelle parti!Il viaggio è stata anche una occa-sione per visitare altri progetti, in particolare mi sono recata al nord ad Ndola dove L’Africa Chiama sostiene altri progetti, in partico-lare diversi centri nutrizionali e un progetto di accoglienza dei ragaz-zi di strada. I centri nutrizionali sono coordinati da un medico e da una nutrizionista, ma il lavoro giornaliero viene svolto dalle ope-ratrici locali. La giornata al centro si svolge così: accoglienza, visita dei bambini, seminari di igiene e preparazione del cibo, dimo-strazione pratica. Pranzo insieme, distribuzione alimentare e rientro a casa. Ogni bambino ha una sua

scheda personale, in cui le opera-trici registrano i dati, consentendo un monitoraggio delle condizioni di salute dei bambini secondo gli standard di crescita internazio-nali. Il programma alimentare se seguito con regolarità, consente il recupero del peso forma di que-sti bambini malnutriti nel giro di pochi mesi. Assistere alla dimis-sione di un bambino è una bella emozione e rappresenta un pic-colo traguardo raggiunto grazie al

lavoro costante degli operatori sul posto, ma grazie anche alla gene-rosità dei tanti sostenitori.Insieme a me c’erano altri 4 volon-tari: Emanuele Iovenitti, Federica Branchini, Nicoletta Mentrasti, e Maria Letizia Diletti.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Nella foto di gruppo: Emanuele, Federica, Nicoletta, Letizia, Anita

con Mavuto e Ireen (le ragazze che realizzano le bomboniere

solidali)

Presentata la 66ª edizione de “L’Accolta dei Quindici”

FANO – Per un mese, dal 15 settem-bre al 13 ottobre, si terrà la sessantesi-ma edizione dell’Accolta dei Quindici, la tradizionale rassegna di arti visive che quest’anno sarà ospitata nelle sale del palazzo “Corbelli”, di proprietà del Gruppo bancario Credito Valtellinese,

sito in via Arco d’Augusto 47. A presen-tare l’iniziativa, oltre ad una rappresen-tanza della Carifano, è stata l’assessore alla Cultura del Comune di Fano Maria Antonia Cucuzza, assieme ad uno dei coordinatori dell’evento, il professor Dante Pier Mattei.

Quest’anno saranno ben diciannove gli artisti che prenderanno parte alla rassegna, tutti rigorosamente di origi-ni fanesi ed operanti in città. L’inten-to non è quello di esporre alla ribalta questi artisti, piuttosto si vuole man-tenere vivo un dialogo con il pubblico, in modo tale che i contributi pittorici, fotografici o scultorei possano inne-starsi ancora meglio nel tessuto cultu-rale del territorio. I ringraziamenti per il mantenimento di questa iniziativa, che ormai caratterizza la città di Fano, vanno all’amministrazione comunale e alla Carifano, del Gruppo bancario Credito Valtellinese, assieme alla Fon-dazione Cassa di Risparmio di Fano e Radio Fano. La galleria, il cui ingresso è completamente gratuito, rimarrà aper-ta dalle ore 17:30 alle 19:30, con la pos-sibilità di prenotare visite guidate.

MI© RIPRODUZIONE RISERVATA

Un momento di festa e di condivisione. Come ogni anno, sabato 14 settembre il CODMA di Rosciano ha ospitato la festa del socio della

Banca di Credito Cooperativo di Fano.Durante la serata, alla presenza del sindaco di Fano Stefano Aguzzi e del vescovo Mons. Armando Trasar-ti, sono state consegnate le medaglie d’oro ai soci più anziani entrati nella compagine sociale nel 1970 e 151 bonus bebè del valore di 250 euro ciascuno ai figli neonati dei soci e dei dipendenti. “E’ bello vede-re che un istituto di credito crei un supporto verso il vivere, il nascere e il crescere – ha sottolineato il Vescovo in occasione della consegna dei bonus bebè – auspico che il territorio venga sempre custodito, amato e tutelato. Alla Banca di Credito Cooperativo dico di avere sempre cura dei propri soci”.La serata si è conclusa con la cena preparata dalla Cooperativa Tre Ponti e dalle Proloco di Cartoceto e San Costanzo, con la musica dell’Orchestra “Maya Group” e la premiazione dei vincitori del “Nono Tro-feo di bocce BCC Fano”.

duranTe la seraTa consegnaTi 151 bonus bebè

La BCC festeggia i soci

BELLOCCHI - Anche quest’anno l’ACLI di Bellocchi e la Parrocchia di San Sebastiano, con il settore giovani di Azione Cattolica ed in collaborazione con il LABoratorio, hanno organizzato il terzo torneo di pallavolo in memoria di Andrea Furlani. Il torneo si è svolto dal 29 luglio all’11 agosto 2013 presso la pista parrocchiale della chiesa di San Sebastiano in Bellocchi. Come or-mai dal 2011, vi partecipano 16 squadre provenienti non solo da Bellocchi, ma anche da frazioni limitrofe.Non dimentichiamoci mai il vero significato di questo torneo. Nasce tutto dopo la scomparsa del no-stro amico Andrea, da quelle due realtà associative “di Chiesa” che lo hanno conosciuto, l’Azione Cat-tolica e l’ACLI.Per questo, pensando al suo estremo gesto, è stato pensa-

to che come AC e ACLI si doves-se fare un’iniziativa per creare aggregazione, per promuovere l’”inclusione” e la spensieratezza, contro la solitudine e l’esclusione. Obiettivi che rispecchiano il servi-zio che ogni giorno viene svolto in queste due realtà verso i giovani. Giovani che spesso sono oggetto di critiche per il loro modo di di-

vertirsi e di stare insieme, mentre questa è stata un’ennesima prova che i giovani sono tutt’altro.Non sono mancati momenti di festa e di sana competizione, che hanno portato al terzo posto “I cugi”, al secondo “Li vuoi quei kiwi” ed in cima al podio “Quelli che…”.Nella serata di domenica 11 ago-sto sono state premiate le squadre con un piccolo omaggio e un ricco buffet offerto dall’organizzazione. Durante la serata sono interve-nuti i familiari di Andrea, i presi-denti delle due associazioni ed il parroco don Giuseppe Cavoli, che si sono ritenuti soddisfatti, rin-graziando tutti coloro che hanno partecipato e quanti hanno aiu-tato nella realizzazione di questo evento.

Ilenia Maracci© RIPRODUZIONE RISERVATA

Page 18: «Il Nuovo Amico» n. 34 del 22 settembre  2013

22 settembre 2013 amicoil nuovo• •18

20

GrazieSuor Annie

pagina

salutoRedazione di Urbino:Via Beato Mainardo, 4 - 61029 UrbinoTel. e Fax 0722/[email protected]: Mattino 9.00-12.00Pomeriggio 15.00-17.00Urbino

Urbania Sant’Angelo in Vado

Urbino in breve■ 25° di professione monastica di Sr. Antonia nzomSabato 21 settembre alle ore 17,00 S. E. Mons. Giovanni Tani celebrerà la S.Messa presso il monastero di S. Maria Maddalena di Urbania in occasione del 25° anniversario dell’ordinazione monastica di Sr. Antonia Nzom.

■ Cresime a Calpino di FermignanoDomenica 22 settembre alle ore 11,00 S. E. Mons. Gio-vanni Tani celebrerà la S.Messa nella parrocchia di Cristo Lavoratore in Calpino di Fermignano e conferirà il sacra-mento della Cresima. L’Arcivescovo incontrerà i ragazzi di Calpino sabato 21 settembre presso la chiesa Cattedrale

di Urbino.

■ Due anni insiemeLa Redazione di Urbino de “Il Nuovo Amico”, ricordando i due anni dell’ordinazione episcopale e dell’ingresso in Diocesi (17 settembre 2011), si stringe con filiale affetto al suo Pastore mons. Giovanni Tani, esprime la propria gioia per il forte legame da lui instaurato con la comunità dio-cesana e formula i migliori auguri per un proficuo prose-guimento del suo ministero pastorale.

© RIPRODUZIONE RISERVATA Tel. 0721.414723 - Fax 0721.418574Via G. Pepe, 11 - 61100 PESARO

la MIssIoNE DIoCEsaNa - Dal 25 sEttEMBRE al 6 ottoBRE

Non lasciatevi rubare la speranzaURBINO. Dopo mesi di preghiera e di riunioni organizzative, final-mente, è al via la missione dio-cesana, che la nostra Chiesa di Urbino – Urbania – Sant’Angelo in Vado vivrà da mercoledì pros-simo 25 settembre a domenica 6 ottobre. L’esperienza, nella quale interverranno circa 70 seminaristi provenienti dal Pontificio Semina-rio Romano e dal Seminario Re-gionale di Ancona, sarà precipua-mente ai giovani ed alle famiglie.Nata in forte collegamento con l’ordinazione diaconale – sabato 5 ottobre alle 18 nella Cattedrale di Urbino – di Andrea Righi, no-stro seminarista di Canavaccio, la Missione ha poi assunto via via in questi mesi una sua struttura pe-

culiare, con l’intento – in questo anno della fede – di rinvigorire le motivazioni del nostro credere. Vi saranno alcuni momenti diocesa-ni (tanto per i giovani, quanto per le famiglie) ed alcuni momenti da vivere come Unità Pastorale o a li-vello di singole parrocchie.Questi gli eventi diocesani: Mer-coledì 25 settembre, per tutti, alle 20.45 in Cattedrale ad Urbino santa messa di apertura e conse-gna del mandato missionario. *Per i giovani: da venerdì 27 set-tembre a giovedì 3 ottobre i mis-sionari incontreranno gli studenti delle scuole medie e superiori du-rante le ore di religione; domeni-ca 29 settembre al teatro “Sanzio” di Urbino (ore 20.30) rappresen-tazione di “Pinocchio” da parte del gruppo G.ART di Urbania;

giovedì 3 ottobre, infine, al Pa-lazzetto del Sport di Urbino, alle 20.30 concerto con i “The Sun”. Sono stati predisposti dei pullman che partiranno da sette punti del-la diocesi; venerdì 4 ottobre, in tutte le Unità Pastorali vi sarà una veglia di preghiera in vista dell’or-dinazione diaconale di Andrea Righi. *Per le famiglie: giovedì 26 set-tembre e mercoledì 2 ottobre, in tutte le parrocchie si terranno i centri di ascolto, presso le fami-glie che hanno dato la loro dispo-nibilità; domenica 6 ottobre dalle 15 festa diocesana della famiglia all’oratorio “San Domenico Savio” di Urbania. Ogni Unità Pastorale, lo si può notare guardando il programma, si è impegnata a costruire i propri

appuntamenti per i giovani e le famiglie, secondo un variegato e sapiente alternarsi di momenti di preghiera, formativi e di incontro. Non mancano proposte di incon-tro con i giovani, lì dove i giovani si trovano: gli happy hour nei lo-cali della zona, piuttosto che sfide sportive tra giovani e seminaristi in oratorio… Per tutta l’Arcidiocesi comune è, ogni giorno, la messa con i mis-sionari nelle varie Unità Pastorali e l’adorazione eucaristica, l’incon-tro conviviale dei sacerdoti con i missionari per il pranzo ed il ri-trovarsi degli stessi per la cena, il pernottamento e la colazione nel-le varie famiglie che hanno dato disponibilità di ospitalità. Per una visione completa delle proposte e degli appuntamenti si può far ri-

ferimento al sito diocesano o alle locandine ed ai biglietti – invito presenti nelle singole parrocchie e Unità Pastorali e che saranno consegnati ai fedeli nei prossimi giorni.E tutto questo lavoro, come di-rebbe Papa Francesco, “solo” per non lasciarci rubare la speranza, virtù quanto mai attuale in questo lungo tempo di difficoltà che sten-ta a diradarsi. Virtù, giova ricor-darlo, connaturata con il nostro essere cristiani, in quanto memo-ria futuri, memoria di un futuro di salvezza e felicità promesso dal Signore, che si realizza però gior-no dopo giorno con il nostro quo-tidiano e perseverante impegno di fede, sorretti dalla Grazia.

Don Andreas Fassa© RIPRODUZIONE RISERVATA

GRaNDE CoNCoRso DI FEDElI

la Madonna del giro a Ca’ staccolo

URBINO. Il “Santuario itinerante” delle Marche. Così si può definire la “Madonna del giro”, una pro-cessione annuale, sempre molto partecipata, che accompagna un dipinto della Vergine, attribuito al-l’urbinate Antonio Viviani, da una parrocchia ad un’altra. È un antico rito, quello della Madonna del giro, nato agli albori del Rinascimen-to, nel 1428, a Silvano, un borgo dell’urbinate vicino a Fermignano. Qui, alcuni parroci e laici delle val-late del Metauro e del Candigliano fondarono la Congregazione della Beata Vergine del convento di Sil-vano, poi rinominata Madonna del giro, per via degli annuali sposta-menti come santuario itinerante. Nel tempo, la devozione si è estesa a ad altre cinque Congregazioni, tra cui quella della Valle del Foglia. Nei giorni scorsi la Madonna del giro è arrivata nella parrocchia del Sacro Cuore di Ca’ Staccolo, alle

porte di Urbino. È stata accolta dall’Arcivescovo Tani e dal parroco mons. Umberto Brambati in piaz-za Elisabetta Gonzaga, nel quar-tiere “Piantata” di Urbino, dove ci sono state quattro toccanti testi-monianze di una bambina, di una ragazza, di un padre e di una non-na. È seguita una preghiera con la quale don Umberto ha affidato alla protezione della Vergine i picco-li, i giovani, gli anziani, coloro che sono soli o abbandonati, coloro che hanno difficoltà, coloro che non sanno o non riescono a perdo-nare, augurandosi che tutti possa-no vedere nel suo volto, quello del suo figlio Gesù. Da qui si è snodata la processione, lungo la via princi-pale del quartiere fino a scendere a Ca’ Staccolo. Tutto il percorso era ravvivato da composizioni florea-li a terra che abbellivano anche le siepi e gli arbusti, e da ornamenti posti sulle finestre, sui terrazzi e

sugli ingressi di tante abitazioni che si affacciano sulla via. Un se-gno tangibile di fede, comunione e partecipazione rispetto a un mo-mento profondo di riflessione e meditazione che ha unito giovani e meno giovani, credenti e meno credenti. Tutti impegnati, da mesi, con la preparazione di questi ad-dobbi e con la preghiera, per dare un caloroso benvenuto alla Ver-gine. “Dopo dieci anni”, ha detto l’Arcivescovo, “la Madonna torna in questo luogo. Di certo lo trova cambiato, esteriormente. Perché la costruzione del Santuario è an-data avanti e perché oggi ci sono qui tanti volti nuovi desiderosi di incontrare il suo Figlio. Ella ci aiu-ta ad entrare nel cuore del Vange-lo che è la misericordia di Dio. Le parabole della liturgia odierna ci descrivono il cuore del messaggio che il Signore ci ha portato. Oggi ci parla della misericordia a cui

ci vuole sempre avvicinare. Noi spesso ci allontaniamo, prendiamo altri sentieri, vogliamo fare di testa nostra, ma poi ci accorgiamo che non portano a nessun traguardo. Abbiamo bisogno di tornare a Dio e ai fratelli, come stiamo facendo ora attorno all’altare”. E ancora: “Al termine della parabola del Figliol Prodigo, il fratello maggiore sarà entrato in casa a fare festa o no? Avrà condiviso il comportamento del padre oppure no? La finale di questa parabola dobbiamo scriver-la noi. Siamo disposti a perdonare? Siamo disposti a superare le nostre resistenze? Siamo disposti ad ab-bracciare quelli con cui abbiamo li-tigato o siamo in contrasto?”. Mons. Tani ha colto l’occasione per ricor-dare la prossima “Missione dioce-sana” che potrebbe essere l’evento propizio per avvicinarsi ancora di più al Signore. È particolarmente rivolta alle famiglie, specialmente

in questi tempi sottoposte a diffi-coltà sia di natura economica che di relazioni tra i vari componenti. All’interno della Missione vi sarà un percorso particolare anche per i giovani. L’Arcivescovo ha affida-to, quindi, questo grande evento della nostra Arcidiocesi, alla Ver-gine Maria affinché possano essere toccati i cuori di tante persone e vi sia una vera “Conversione” che è un cammino del cuore dove Dio acquista una presenza sempre più forte. Al termine il parroco don Umberto ha ringraziato tutti colo-ro che hanno operato per la grande riuscita della festa della “Madonna del giro”. Non è nemmeno un anno che opera in questa parrocchia del Sacro Cuore di Gesù di Ca’ Stac-colo, ma sia in questa circostanza come in altre, sono ben evidenti i segni della sua attività pastorale.

Giuseppe Magnanelli© RIPRODUZIONE RISERVATA

Page 19: «Il Nuovo Amico» n. 34 del 22 settembre  2013

22 settembre 2013 19Urbino Urbania Sant’angelo in Vadoamicoil nuovo• •

Urbania e dintorni di raimondo rossiQUasi Un diario

Il “dintorno” del sottotitolo della mia rubrica questa volta interes-sa la città partenopea: Napoli, meta di tre giorni di visita con gli amici dell’associazione “Mazzi-ni” di Fermignano. Si diceva, tra le meraviglie delle infinite opere

d’arte (tra cui l’impressionante e straordinaria “Flagellazione” del Caravaggio a Capodimonte ) del-l’assenza di fiori nei balconi na-poletani, nonostante il clima del golfo. Cosa che non si può dire per i balconi di Urbania, sempre fioriti, ad eccezione dello stato di abbandono dei coiddetti “Giar-dini”. Ci avete mai fatto caso?Ho potuto sfogliare il numero 9 del-la collana I segni del tempo del-l’Arcidiocesi di Urbino, Urbania e Sant’Angelo in Vado: In hoc si-gno vinces 313. Il volume di 200 pagine per ricordare i 1700 anni

dall’editto di Costantino del 313 ha voluto ricostruire, come scrive l’Arcivescovo Tani, “un percorso culturale, artistico e spirituale, mettendo in rete i vari Musei e i luoghi di culto che conservano testimonianze legate alla cro-ce e ai martiri”. Coordinato da mons. Davide Tonti, vi hanno collaborato d. F. Bricca, S. Bar-tolucci, M. Braconi, F. Fraternali, A. Fucili, S. Saltarelli. L’itinerario parte da Urbino e tocca Monte-fabbri, Urbania, Sant’Angelo in Vado, Mercatello sul Metauro e Sassocorvaro.“La gioventù è sem-

pre gtenerosa, anche se a volte per poco e in direzione sbaglia-ta”. (Goethe in: F. Dostoevskij, La mite).Lavori di restauro nel Palaz-zo ducale di Urbania a cura della Comunità. Ho letto che durante lo sterro del pavimento del Salo-ne del trono, su di un mattone è apparsa l’iscrizione DOIX. Noi co-nosciamo il pittore Giovanni Ma-ria Doix pittore di ceramiche del ‘700. Il Museo diocesano ha vari pezzi firlati da lui. Ovviamente la famiglia , come al solito di quei tempi, forniva anche materiale edilizio. Questa famiglia proveni-

va dalle Fiandre, dove i ceramisti durantini e urbaniesi avevano affari. Causa di tutto, forse la co-noscenza di una bella durantina. I lavori di restauro del Palazzo ducale sono molto importanti per la solidità della struttura e per ripristinare il primitivo origi-nale stato. Si deve dire che il Pa-lazzo è servito a ospitare molti, lungo i secoli: dai Gesuiti fuggiti dal Portogallo (un centinaio), ai granai, alle scuole, agli sfollati di guerra e oggi serve ancora per qualche privato.

URBINO – Dopo i recenti sviluppi, in Siria la guerra sembra essere stata scon-giurata, e sicuramente non è passata inosservata al mondo la giornata di pre-ghiera indetta a questo scopo dal Santo Padre. An-che il gruppo di preghiera San Pio da Pietrelcina di Urbino ha risposto all’in-vito con un pellegrinaggio ai luoghi del Santo che si è svolto dal 4 al 6 settembre. I circa cinquanta parteci-panti, guidati dal respon-sabile Giovanni Palazzi e dall’assistente spirituale mons. Umberto Brambati, appena giunti nella località pugliese hanno assistito alla messa celebrata nella nuova basilica da padre Mariano, che nell’omelia ha invitato a pregare intensamente San Pio affinché interceda per la pace. Papa Francesco ha ripetuto: “Mai più la guer-ra!”, e per costruire la pace con il prossimo è essenzia-le che essa sia presente in-

nanzitutto nei nostri cuori. La preghiera al Santo cap-puccino si è fatta più forte durante il rosario serale, celebrato nella cripta o ba-silica inferiore, dov’è cu-stodita l’urna contenente le sue spoglie. L’indomani, du-rante la via crucis celebrata sul suggestivo sentiero in pendio da mons. Brambati, il primo pensiero dei fedeli è stato sempre quello della pace. Nel pomeriggio si è partiti per Monte Sant’An-gelo; all’interno della grot-ta-santuario di S. Michele, durante la messa don Um-berto ha esortato a pregare affinché l’arcangelo Michele non armi i governi dei paesi in conflitto e faccia prevale-re la pace e la concordia. In

serata presso la chiesa di S. Maria delle Grazie si è svol-ta una solenne adorazione eucaristica, conclusasi con una piccola processione fino al vicino ospedale Casa Sollievo della Sofferenza. In conclusione al pellegrinag-gio, il gruppo di preghiera ha fatto tappa al santuario di S. Gabriele dell’Addolo-rata, accolto con gentilezza dai padri passionisti. Im-mancabile, sia all’andata che al ritorno, la recita del rosario quando dalla vicina autostrada si scorgeva la cupola del santuario laure-tano, per chiedere alla Regi-na della Pace che nel mon-do non ci siano più rancori.

Fausto Nucci© RIPRODUZIONE RISERVATA

iL GrUPPo di PreGHiera Urbinate a s. GioVanni rotondo

Pregando san Pio per la pace

riCorrenZa di santa marCeLLina a monteFabbri

Un castello in festa

MONTEFABBRI DI COLBORDOLO. Se per caso in una soleggiata domenica di lu-glio, precisamente l’ultima del mese, qual-cuno dovesse scendere dalle colline di Ur-bino a valle, attraversando via Forquini in direzione di Colbordolo, circa una decina di chilometri dopo noterebbe un incante-vole paesino cinto da mura chiamato Mon-tefabbri graziosamente agghindato a festa e insolitamente affollato. Questo perché proprio in quel giorno gli abitanti di que-sto piccolo borgo celebrano una ricorrenza importante: la festa di S. Marcellina, ver-gine martire le cui reliquie sono custodite all’interno della pieve del paese.Durante l’anno non c’è una tradizione più sentita di questa poiché in tale occasione ciascun parrocchiano offre il proprio con-tributo per riuscire ad organizzare una festa che possa celebrare adeguatamente la memoria di questa giovane martire dei primi tempi del Cristianesimo, in partico-lare del III secolo. Fu proprio a causa delle persecuzioni contro i cristiani che caratte-rizzarono quel periodo storico che la Santa morì all’età di soli tredici anni, mantenen-do così viva la sua fede irremovibile e in-condizionata verso Gesù Cristo. Tra l’altro quest’anno l’aria di festa che si sprigionava da tutto il borgo ha assunto dimensioni più grosse in quanto la festa religiosa si è svol-ta in contemporanea alla rinomata “Fiesta Globàl”, il festival delle arti globali che da qualche anno a questa parte vede Mon-tefabbri come teatro delle sue numerose attività di intrattenimento. Come duplice è stata l’occasione di festa così due sono stati gli eventi importanti che hanno fatto

di quest’anno 2013 un anno significativo per la piccola parrocchia di Montefabbri; l’uno è sicuramente la visita di Sua Eccel-lenza Mons. Giovanni Tani, che, giungen-do in questo piccolo paese su invito di Don Riccardo Magnanelli, ha avuto occasione di celebrare la messa solenne in onore della Santa partecipando anche alla tradizionale processione in cui le reliquie della martire vengono trasportate per i vicoli del borgo.Oltre alla straordinaria e graditissima pre-senza dell’Arcivescovo, l’altro avvenimento rilevante di quest’anno è stato rappresen-tato dal contributo offerto dalla Pieve di Montefabbri nel prender parte alla ricor-renza del 1700° anniversario dell’editto di Costantino del 313, evento che è stato sapientemente commemorato tramite la pubblicazione dello studio intitolato “In Hoc Signo Vinces 313”. La Pieve di S. Gau-denzio di Montefabbri, infatti, fa parte di uno dei sei principali luoghi indicati dal-l’’itinerario di questo studio in quanto al suo interno custodisce alcune opere che omaggiano e celebrano la gloria della Cro-ce. Tra queste la più importante risulta essere la decorazione che adorna il palco della cantoria, la quale appunto illustra il Ritrovamento della vera croce mettendo in risalto anche l’illustre figura di Sant’Elena, madre del celebre imperatore cristiano Co-stantino. Dunque, non c’è che dire: grazie a tutti questi avvenimenti e circostanze il 2013 è stato per questa piccola parrocchia un anno davvero speciale, di cui rimarrà una profonda e felice memoria.

G.V.© RIPRODUZIONE RISERVATA

da CoLbordoLo – taLaCCHio - monteFabbri

Un campo estivo… “autogestito”COLBORDOLO - L’immancabile appuntamento con il campo estivo dei ragazzi delle par-rocchie di Colbordolo, Talacchio e Montefabbri anche quest’anno si è rivelato un’esperien-za importante ed entusiasmante. Quindici ragazzi tra i 14 e 18 anni insieme alle loro cinque animatrici sono partiti per trascorrere quattro giorni agostani all’insegna dello svago, del-l’amicizia ma anche della riflessione. Destinazione: Sorbolongo, un piccolo paesino adagia-to sulle colline che circondano la città di Fossombrone. Il gruppo dei ragazzi ha passato questi giorni presso una casa, messa a disposizione dalla cooperativa “La Macina”, posta proprio nel centro di questo piccolo borgo cinto da mura. L’ambiente dunque è stato molto suggestivo e ha contribuito a rendere piacevole l’esperienza del campo per tutti coloro che vi hanno partecipato. La bellezza e la tranquillità del luogo non sono passate inosservate: ragazzi e animatori hanno infatti colto l’occasione per visitare anche i paesi limitrofi della zona, come Barchi, un piccolo borgo cinto da mura medioevali, e Mondavio con la sua im-ponente e maestosa rocca. Tuttavia, oltre alla novità della “location” se n’è aggiunta un’al-tra: l’esperienza del campo di quest’anno, infatti, è stata diversa rispetto a quella degli anni precedenti in quanto i ragazzi hanno scelto di cimentarsi nella cosiddetta “autogestione” di tutti i principali servizi. Perciò in quei giorni sono stati loro stessi (aiutati dalle animatrici) a improvvisarsi cuochi per provvedere a tutti i pasti della giornata, preparando pranzi e cene semplici ma gustosi. L’impegno però non è stato profuso soltanto in cucina ma anche in altre importanti mansioni, quali la pulizia delle camere e dei bagni e naturalmente la pre-parazione delle riflessioni su quello che era il tema portante di tutto il campo: tutte le varie forme dell’amore. Tale argomento, nonostante la sua complessità, ha entusiasmato molto i partecipanti che si sono sentiti molto coinvolti e così hanno condiviso insieme le loro espe-rienze ed opinioni riguardo ai diversi aspetti dell’amore come quello per il prossimo oppure quello di coppia. Dunque anche il campo estivo di quest’anno resterà per i giovani delle tre parrocchie che vi hanno partecipato un piacevole ricordo, caratterizzato da tanti momenti di allegria, amicizia e condivisione, che dopo più di un mese spingono ancora i ragazzi a ringraziare don Riccardo e le animatrici per averli accompagnati in quest’indimenticabile esperienza.

Giorgia Volponi© RIPRODUZIONE RISERVATA

Page 20: «Il Nuovo Amico» n. 34 del 22 settembre  2013

22 settembre 201320 amicoil nuovo• •

URBINO. Domenica scorsa 15 settembre la comunità parroc-chiale del Duomo si è stretta at-torno a suor Annie George e l’ha voluta ringraziare per il servizio pastorale svolto nella comunità e, più in generale, nella nostra città di Urbino da Sr. Annie, delle Mae-stre Pie Venerini. In questi anni ha saputo intessere belle relazioni con le varie e molteplici realtà nel-le quali era inserita: la parrocchia ed il catechismo, la caritas dio-cesana, il servizio di carità svolto nella comunione mensile agli an-ziani ed agli ammalati, la sua co-munità religiosa e le studentesse di Via Mazzini. E quant’altro. Il tutto con dedizione, generosità e discrezione, sempre con la pre-mura e l’attenzione a presentarsi in punta di piedi, quasi per non disturbare… Ora la sua famiglia religiosa le chiede “obbedienza”: cambiare

casa, cambiare città, cambiare in-carico. È un momento importante, esigente e, forse, doloroso, ma – allo stesso tempo – è un momento essenziale per chi, come religioso, si è donato a Cristo nel servizio della Chiesa. Anche altri fratelli avranno la gioia di sperimentare la sua dolcezza e la sua premura, ringraziando il Signore di averla come MADRE, sull’esempio di Maria, la nostra mamma celeste. Carissima suor Annie, buon cam-mino. Sappi che la nostra comu-nità del Duomo avrà sempre un ricordo per te ed il tuo apostolato. La preghiera ha, infatti, il potere di annullare le distanze, perché tutti avvicina nel nome del Signo-re, “in nomine Domini”. E quando passerai da Urbino, non mancare di venire a farci visita: qui sei di casa… sei una di noi!

AF© RIPRODUZIONE RISERVATA

LA RICONOSCENZA DELLA COMUNITÀ DEL DUOMO

Grazie suor Annie

URBINO – Con un breve annun-cio posto sulla vetrina del negozio _ “Chiuso per cessata attività” _ si

è conclusa la vita di una barbie-ria durata quasi un secolo e con essa l’ultimo anello che legava il

quartiere di Valbona al suo pas-sato: gli altri vecchi esercizi e botteghe hanno da tempo infatti cessato la loro attività. Sembrava impossibile ma è proprio così. La storica barbieria di via Mazzini nata all’epoca della prima guerra mondiale per iniziativa di Ettore Busignani ha chiuso i battenti. Il figlio Enzo (da tutti chiamato Pip-pi) che aveva appreso, condiviso e poi proseguito il mestiere del padre alla sua scomparsa, ha de-ciso di togliersi il camice bianco e di porre fine alla attività di bar-biere portata avanti per oltre set-tant’anni nella sua bottega di Val-bona. Alcuni mesi fa, in occasione del suo ottantesimo compleanno (16 maggio), ci eravamo occupati con un ampio servizio e diverse foto, di lui, Pippi, un personaggio che ha diviso tutta la sua esistenza tra l’abitazione di via delle Stallac-ce e il negozio di via Mazzini, a venti passi da casa. La sua attività ha avuto inizio, ufficialmente, al termine delle scuole elementari, negli anni della seconda guerra mondiale, e qui si è conclusa dopo sette decenni: un record che si può facilmente ritenere imbattibi-le. Nella sua bottega si sono avvi-cendate parecchie generazioni di urbinati e dalla porta a vetri Pippi ha assistito allo svolgersi della vita quotidiana del quartiere e degli eventi che hanno avuto come luo-go di incontro e di passaggio la via Mazzini, la più importante della città, dalla quale sono transitati molti dei personaggi importanti in visita ad Urbino. A cominciare dall’ingresso dei nuovi arcivescovi. Il Mercatale, fuori Porta Valbona, in quegli anni era il “centro com-merciale” cittadino: vi si svolge-

vano le grandi fiere del bestiame, quelle delle merci e, spesso e vo-lentieri, c’era il circo con il po-polarissimo “Cicillo”, un comico napoletano che allietava periodi-camente le giornate degli urbinati nel secondo dopoguerra. “Prima a Valbona era tutto un formicolìo di persone _ ricorda Pippi _; c’erano tantissimi abitanti e molti bambi-ni che facevano della strada e dei vicoli il erreno di “battaglia” per i loro giochi; c’erano anche innu-merevoli negozi, osterie e bot-teghe di ogni genere e le voci e i movimenti di commercianti e ar-tigiani si intrecciavano e si ripete-vano per tutta la giornata, dando vita a scenette e quadretti di ogni tipo: e regnava sovrano il sopran-nome; dello stagnino, ad esempio, ricordo che veniva chiamato da tutti, Momo, ma non saprei dire di più>. E oggi? <Con l’inizio del-l’esodo dei vecchi residenti verso la periferia e verso i centri vicini e della riviera, anche Valbona si è andata gradualmente spopolan-do ed ora siamo rimasti in pochi. L’artigianato è quasi scomparso e così pure molti dei negozi tra-dizionali che hanno lasciato in gran parte il posto a bar, pizzerie, pasticcerie e via dicendo>. Pippi ha tenuto duro, ma alla fine an-che lui ha dato forfait, non senza ragione. Ottant’anni sono una bella età ed avere maggior tem-po per se stesso e per la moglie Tilde, oltre che per figlie e nipoti (residenti oltretutto in città lonta-ne) era diventata un’esigenza non più rinviabile. Recarsi tutti i gior-ni a bottega era per Pippi , dopo settant’anni, più che un’abitudine, il suo modo di vivere, il suo stile di vita e, sicuramente, il distacco

non è stato facile. Dapprima era comparso sulla vetrina il cartello: ”chiuso per ferie dal 20 al 26 ago-sto”, seguito subito dopo da quello che annunciava la chiusura defini-tiva dell’esercizio. Ma se Pippi ha avuto un momento di tristezza, non meno rammaricati si sono sentiti i clienti e gli amici che hanno sempre fatto riferimento, anche per le quattro chiacchiere quotidiane, alla sua bottega. Cer-to, non erano più i vecchi tempi anche per il lavoro: le generazioni che lo avevano frequentato si era-no sempre più assottigliate, senza contare quelli che erano andati a vivere fuori o nei nuovi quartieri che, con l’introduzione della Ztl, hanno incontrato sempre mag-giori difficoltà a raggiungere il centro. Non è riuscito neppure a trovare un apprendista cui pas-sare poi il testimone. Per il ruolo che ha svolto, di vero e proprio punto di incontro, la mancanza di questa barbieria si sentirà; così come ci sarà la nostalgia per le grandi poltrone rosso fuoco degli anni sessanta (quando Pippi “am-modernò” il locale) che sarebbe un peccato se andassero perdute perché rappresentano un signifi-cativo esempio di “modernariato”, da conservare.Ma se cala il sipario sulla bottega, Pippi sarà sempre a Valbona, al Mercatale, in piazza, al Duomo, perché questo è il suo mondo. E chi si trova, in questi giorni, a passare in via Mazzini, può an-cora vedere, dietro la vetrina, la grande gabbia, adesso vuota, raf-figurrante i Torricini, da lui stesso realizzata, che per tanti ha espo-sto tutti i giorni a lato dell’ngresso con diversi cinguettanti uccellini, regolarmente fotografata da turi-sti e studenti piacevolmente sor-presi e incuriositi..

giancarlo di ludovico © RIPRODUZIONE RISERVATA

ENZO (PIPPI) BUSIGNANI HA CHIUSO BOTTEGA

Una vita da barbiere

UN URBINATE PROFONDAMENTE LEGATO ALLA SUA CITTÀ

Cordoglio per la scomparsa di Romolo AlessandroniURbINO – E’ andato a raggiungere la sua Marisa. Nel manifesto fune-bre che annuncia la dipartita di Romolo Alessandroni si è fatto ri-ferimento diretto alla sua consor-te cui era stato legato da tenero e profondo affetto per tanti anni. Nato nel quartiere di San Polo in una casetta posta sul ciglio del-la strada che fiancheggia la cinta muraria, era cresciuto nel gruppo di ragazzi che si raccoglievano in-torno alla figura del parroco don

Peppe Zazzeroni; dopo le nozze, era andato ad abitare al borgo del Mercatale in un edificio che fron-teggia i Torricini alla cui ombra ha trascorso il resto della sua vita, ad eccezione degli ultimi mesi allorché, per lavori di ristruttura-zione della casa, si era trasferito con la figlia Daniela a Piansevero. Tutta la sua esistenza è trascorsa nel centro storico, dove ha svolto anche la sua attività lavorativa in qualità di impiegato presso la se-

greteria della Scuola del Libro che lo ha avvicinato all’ambiente ar-tistico e culturale. Marito e padre esemplare, era anche un uomo disponibile e generoso e si è sem-pre interessato alla vita ed ai pro-blemi della città cui non ha fatto mancare il proprio contributo di idee e di opere; si è impegnato nel sociale ed ha fatto parte del-l’Avis, l’associazione dei donatori di sangue che gli ha conferito la medaglia d’oro. Avrebbe compiuto

ottant’anni il mese prossimo. La cerimonia funebre è stata celebra-ta nella chiesa dell’Annunziata dal parroco mons. Sandro De Angeli - anch’egli cresciuto a San Polo e accompagnato da don Peppe sul-la via della vocazione sacerdotale -, che ne ha ricordato gli anni tra-scorsi nel quartiere e sottolineato le qualità e i meriti, concludendo con la citazione: <Le anime dei giusti sono nelle mani di Dio>.

gdl © RIPRODUZIONE RISERVATA

Page 21: «Il Nuovo Amico» n. 34 del 22 settembre  2013

22 settembre 2013 21amicoil nuovo• •

di arte cultura sport22

Presentato all’Alexander

Museumil primo libro

di Marisa Rossini pagina

poesia

23

“I due monumentidi Mamiani

in Pesaro”

pagina

libri

Fino al 23 settembre, la bottega Giovanni Santi, nella casa natale di Raffaello, ospiterà “Il mio Finistère”, la personale di Mauro Braconi,

pittore scomparso nel pieno della maturità, innamorato del bello, della natura, dell’arte, della Bretagna, del suo ameno Finistère, appunto, dove ha soggiornato a lungo e che ha descritto con passione in numerose tele dai cieli azzurri, le nuvole capricciose, le distese di girasoli. Pittoricismo, musicalità, lirismo si fondono in quadri che sfuggono alla suggestione, al mito del “nuovo”, dell’informale, dell’astratto, che lusinga molti artisti moderni e contemporanei e da cui è rifuggito Mauro che, libero da ogni engagement, si muoveva col suo cavalletto davanti ad angoli di un paesaggio che imperiosamente lo attraesse e lo rappresentava dettagliandolo con maestria, con la maestria di chi è padrone di forme e colori che lo avevano attratto fin da bambino: fin dalla più tenera età si era appassionato ai segreti della creazione artistica e della ricerca e si muoveva agevolmente tra cartelle e colori, meravigliando familiari, insegnanti ed amici. La mamma, che insieme alle sorelle ha curato la mostra, racconta che, tornata dalla spesa, il bambino componeva la frutta sul tavolo e creava le sue prime “nature morte”, fresche, vive, palpitanti. La pittura, dunque, diventa il suo biglietto di entrata allo spettacolo della vita ed un ideale di realizzazione di sé, ma gli eventi lo hanno portato verso altri percorsi, anche se non ha mai abbandonato la voglia di osservare, interiorizzare, ricreare il suo mondo o il mondo a suo modo. Si sente l’anima negli oli di Mauro, capace di interrogarsi sull’eterno mistero del dialogo tra le forme e la realtà, mediando tra tensioni diverse, chiedendosi se afferrare il lampo vibrante della luce nel momento in cui colpisce il motivo naturale, o inserire la verità della percezione in una trama di linee, geometrie infinite, assolute, pure: con la sua poetica molto vicina a quella degli Impressionisti, si può dire senza dubbio di lui ciò che Monet disse di Cézanne: “Non è che un occhio, Dio mio, ma che occhio!” Un occhio che ammira, interiorizza, traduce, trasmette; trasmettono emozioni immagini tanto soavi, prati velati da una coltre viola di cespugli di erica selvaggia che tinteggiano il cielo (Fiaba Bretone) o rosseggianti per una distesa di papaveri (Papaveri a Maiolati), mazzi di rose da offrire alla mamma o alle sorelle Manuela e Loredana in occasione dei rispettivi compleanni, pensieri deliziosi, a dimostrazione della straordinaria sensibilità. La sua non è una esercitazione statica o ripetitiva, ma frutto di dinamismo, di continua ricerca e sperimentazione del sostanziale e del diverso: tante tecniche, nel solco della tradizione e dell’avanguardia, tanta fantasia nel trasformare il reale in immaginario, tante fiabe, leggende, miti. Autodidatta, non ha seguito Scuole o Maestri, ma il senso artistico innato ha fatto di lui un caposcuola e l’abilità espressiva è stata naturale conseguenza del suo genio: ricercato ed apprezzato interprete e traduttore, il suo lavoro lo portava spesso all’estero, ma la sua vera vita era la pittura, tanto che in auto portava con sé cavalletto e pennelli per sfruttare l’attimo di creatività nei luoghi e nei momenti più diversi e impensabili, quindi la sua mente e la sua anima erano sempre pronte a cogliere ogni spunto offerto dalla casualità, dal talento, dalla fantasia, e la mostra ne è la prova.

©riproduzione riservata

FiNo al 23 seTTeMbre presso la Casa raFFaello Di UrbiNo

Mauro Braconi l’attimo della creativitàdi Fiorella Attili

Domenica 22 settembre alle ore 10,30, nel Complesso monumentale di Montefiorentino di Frontino, si

terrà la cerimonia del Premio Nazionale di Cultura, edizione 2013. La vincitrice Maria Luisa Spaziani ha come riferimento il libro “Lo scrittore per l’arte di vivere”, per l’opera Tutte le poesie, Mondadori, Milano 2012. Ma è un riconoscimento all’intensa e intera attività della Spaziani, nata a Torino nel 1924, vera icona della creazione artistica e della poesia italiana del Novecento. La Musa benefica che ha guidato la scelta della Giuria, dà ora alla Spaziani, che vive a Roma, l’opportunità di immergersi nella poesia del paesaggio del Montefeltro e di Frontino e di comprendere la determinazione di Carlo Bo nel sostenere Il Premio che poi si è allargato su varie sezioni. Per la “Cultura Marchigiana” Tommaso di Carpegna Falconieri e Cristiano Cerioni vengono premiati per I conventi degli ordini mendicanti nel Montefeltro medievale. Archeologia di costruzione e decorazione plastica, University Press Firenze 2012. Per

la Sezione “Cultura e Scienze”, Il Museo del Gabinetto di Fisica della Carlo Bo di Urbino. Per la Sezione “Antonio Mariani per la sperimentazione scolastica” La scuola del Libro di Urbino. Per la Sezione “Personaggio”, Silvio Cattarina della Comunità terapeutica L’Imprevisto di Pesaro.

Aprirà la cerimonia il Sindaco della Città, Andrea Spagna. Seguirà il saluto del Magnifico Rettore dell’Università degli Studi “Carlo Bo” di Urbino, Stefano Pivato. Presenta Giuseppe Biancalana. L’intermezzo musicale di Giovanni Maria Perrucci –organo Castelli d’aria 2013 –Trekking organistico del Montefeltro.

I Grandi della cultura italiana hanno esaltato e continuano ad esaltare questo lembo del Montefeltro grazie al Premio. Da Carlo Rubbia a Tonino Guerra, da Sergio Zavoli a Maria Luisa Spaziani per citarne alcuni. Per questo il Premio va sostenuto. Crisi o non crisi. Porta benefici a tutta l’area montefeltrana. E’ nato e dura per i suoi benefici effetti, per la determinazione del Sindaco Antonio Mariani ed ora del suo successore Andrea Spagna. Basta guardare come tengono la loro città: pulita, ordinata, curata anche nei particolari, per amore dei residenti e dei forestieri. Stesso ordine nelle carte amministrative. Sindaco, Consiglio e dipendenti portano avanti la loro missione con il sorriso sulle labbra, consapevoli di lavorare in un tessuto ricco di storia che richiede continuità. Per far rifiorire il passato e per esaltare e seguire il difficile presente. Sanno che lavorando senza amore si perde la memoria e senza l’impegno contingente non si difendono le bellezze del creato. Questo era anche l’insegnamento di Carlo Bo.

©riproduzione riservata

XXXii eDiZioNe Del preMio FroNTiNo MoNTeFelTro

L’arte del vivere

Page 22: «Il Nuovo Amico» n. 34 del 22 settembre  2013

22 settembre 201322 amicoil nuovo• •arte cultura sport

Presentato all’Hotel Alexander Museum di Pesaro, punto di eccellenza per l’arte con moltissime presenze nel mese di luglio 2013, il primo libro

di poesie di Marisa Rossini, insegnante e dirigente scolastico per 30 anni. All’incontro hanno partecipato Alessandro Marcucci Pinoli, il filosofo Gabrieli, l’attore Giorgio Donnini e l’autrice. Le poesie monotematiche della Rossini, hanno come punto di riferimento l’amore. La lingua semplice che caratterizza i versi delle sue poesie, è come una luce ed un suono che rimandano ad una genesi del significato stesso di poesia, dove i versi riproducono le immagini. “Nelle sue poesie - ha sottolineato Gabrieli - ho riconosciuto la sua storia, il suo dramma e la gioia. Ha espresso degli universali che la filosofia rende nei concetti e che la sua poesia la rende nei sentimenti. In questi versi non ci sono buchi neri in cui tanti poeti si perdono”. “Voglio parlare del tu e non dell’io - ha sottolineato

Marisa Rossini - cioè di una cultura egoista e individualista. Non c’è l’amore senza un tu”. Le poesie di Marisa Rossini, di cui è in corso la pubblicazione di una seconda raccolta, sono costruzioni semplici e musicali. “Spesso le emozioni, il grumo nero – prosegue Marisa Rossini - non escono ed occorre usare le metafore, perchè credo che certe cose devono essere raccontate subito. Ed anche il dolore, che spesso trasforma l’anima, dobbiamo cercare di elaborarlo, rimanendo sempre noi stessi anche nella paura e nella tristezza legata alla solitudine”.

Paolo Montanari©riproduzione riservata

La chiave risolutiva del rebus di Leone da Cagli pubblicato a pag. 22 del n. 33 del “nuovo amico” di domenica 15 settembre era: (Frase: 5-8): ‘F, ortica; L,

manti’ soluzione: - Forti CaLManti –vince. Fiorenza Bolsi di Pesaro

i giochi di Leone PantaleonI da cagliUN PREMIO PER UN REBUS

i vincitori verranno estratti a sorte tra coloro che avranno inviato la soluzione corretta a [email protected] oppure a iL nuovo aMiCo via del seminario 4 – 61121 pesaro. L’omaggio di questa settimana è un buono sconto del 20% presso la libreria “LA Buona Stampa” di Pesaro (Via Rossini 68)

E’ possibile ritirare il premio da lunedì a mercoledì dalle ore 10 alle ore 12 e dalle ore 17 alle ore 19 presso la redazione di Pesaro (via Rossini 53). Per un diverso recapito contattare il n. verde gratuito 800/501170 sempre nei giorni e ore sopra indicate.PER RICEVERE L’OMAGGIO È NECESSARIO DIMOSTRARE DI ESSERE IN REGOLA CON L’ABBONAMENTO AL NUOVO AMICO PER L’ANNO 2013 O REGOLARIZZARE LA POSIZIONE AL MOMENTO DEL RITIRO DEL PREMIO

Un buono sconto in omaggio

Officina meccanica specializzata per incastellatura,ceppi, battenti per campane ed elettrificaziOne.

OrOlOgi da tOrre - impianti antifulmine

IN CORSO LA PUBBLICAZIONE DI UN SECONDO LIBRO

La poetica di Marisa Rossini

Frase: 8-2-6-7

FERMIGNANO. Nelle ridotte manifestazioni delle Conversazioni di Palazzo Petrangolini 2013, è stato incluso il ricordo di Antonio Battistini. Un grande incisore e un maestro di vita. L’incontro è avvenuto a Fermignano, sua città adottiva. Per la prima volta nei nuovi capannoni di Giustino Gostoli. Un uomo che, con l’arte della semplicità rende possibili avvenimenti e manifestazioni importanti. Significative incisioni di Battistini, di notevole interesse estetico sono state inserite lungo un corridoio inventato, in mezzo a materiali edili che sembravano lo sfondo ideale di quelle nature morte, esplose nel Seicento e che Battistini correlava da maestro nei paesaggi delle

sue opere, avvalendosi dell’intensità del segno, appreso nei suoi iter scolastici e massime alla Scuola del Libro di Urbino da Francesco Carnevali, Renato Bruscaglia, Piero Sanchini, Albe Steiner, suoi maestri. A ricordarlo una cattedra composita. Silvia Cuppini, docente universitaria con un’innata grazia del porgere, ne ha messo in evidenza la semplificazione lineare nell’uso del bianco e nero, nel calco del segno che faceva emergere dalla lastra il paesaggio della nostra terra con tutte le intonazioni armoniche che hanno portato Carlo Bo a definirlo “paesaggio dell’anima”. Adriano Calavalle è stato compagno di cordata di Antonio Battistini. Ha condiviso gli stessi banchi, gli stessi maestri e l’aria che si respirava al palazzo ducale, sede della scuola. E poi le esperienze di docenza e quella della ricerca visiva operata con le comuni tecniche apprese, da sperimentare in un contesto in continua evoluzione, in un confronto senza attriti perché entrambi

sapevano che l’opera d’arte è presenza e non può che esprimere quello che è. Calavalle è stato bravo perché non ha fatto un discorso a due: lui e Battistini. Ma ha tirato in ballo tutta la serie dei colleghi. Studenti insieme, insieme insegnanti, insieme incisori, ognuno con la sua specificità di ricerca, ognuno ammiratore dell’opera altrui. Senza ombre di rivalità perché la loro generazione si concentrava sulla forma e splendore dell’opera d’arte, senza altre contaminazioni. In questo lungo tratteggio ci sono stati momenti, inevitabili, di commozione per un amico che non c’è più. Battistini suscitava amore. Carla Luminati ha conosciuto l’ultimo Battistini. Nella sua stamperia d’arte di Ca’ Virginio. Ne ha colto, oltre la maestria, la sensibilità, la pazienza e una virtù oggi rarefatta che è quella dell’ascolto. Un maestro arrivato che ascolta il consiglio della giovane stampatrice della quale percepisce l’interesse o la passione per

l’arte incisoria. Da dove traeva la sua forza interiore Antonio Battistini? Nel suo Dio interiore. Don Pippo Tabarini, ora Vicario episcopale della Diocesi, ha ricordato la presenza di Antonio nell’attività pastorale, nel catechismo e nella Caritas. Con costanza, umiltà e amore. Perché nel creato che immortalava così bene nelle sue opere, dovevano trovare una vita dignitosa anche gli ultimi, i poveri e gli immigrati. Gastone Mosci ha raccontato la lunga collaborazione con Battistini, ideatore della grafica delle Riviste “Il Leopardi” (1974-1975), “Il Nuovo Leopardi” (1982-1987), “Hermeneutica” (1981). Non sono state il frutto di una Commissione, ma il risultato di un dialogo sulle finalità delle Riviste e dei loro contenuti. L’incontro è stato partecipato con gente venuta anche da fuori: da Urbino, Pesaro, Fano e il fedele Giovannetti da Senigallia.

Sergio Pretelli©riproduzione riservata

IL RICORDO IN UNA CONVERSAZIONE DI PALAZZO PETRANGOLINI

Antonio Battistini: il maestro, l’uomo e l’artista

nel contesto della “iv edizione titanus Festival – arte, Cultura e solidarietà” in programma a pesaro dal 21 settembre al 22 dicembre 2013, ingresso libero, patrocinata da regione Marche,

provincia di pesaro-urbino e Comune di pesaro, anna rosa Basile esporrà per la prima volta le sue opere pittoriche e scultoree realizzate negli ultimi 28 anni. L’inaugurazione della mostra “L’anima tra le dita – antologica 1985/2013” a cura di Luca veneziano, associazione titanus e presentata dal critico Cecilia Casadei avverrà il 21 settembre 2013, ore 18 presso palazzo Gradari, salone nobile, via rossini, 24 pesaro con i seguenti orari: 10.00/12.00 – 16.00/19.00 e si concluderà il 5 ottobre 2013. sabato 28 settembre, sempre a palazzo Gradari, ore 18 anna rosa Basile presenterà un elegante volume, a tiratura limitata, “immagini e parole” che raccoglie sue poesie e disegni inediti, a cura del critico ives Celli. La pubblicazione sarà distribuita ai presenti ed eventuali offerte devolute in beneficienza alle onlus ant, telethon a ricordo e memoria dei propri congiunti scomparsi. per maggiori informazioni: www.titanuscasting.it. (vedi anche pagina 6)

Gianfranco Sorisio©riproduzione riservata

Angolo della poesia per Carlo Bo

Venti sciroccali nella Baia del SilenzioStridono i gabbiani controventonel tempio primordiale della Baiaquando lo scirocco del plenilunioscivola lungo la falda del montedove pascola la luna sulle oree porta turbini al mare sullo scoglio.Qui solo il Tempo ha valore eternoqui si compongono gli idiomi della naturasi rivolgono a un solo pensiero

al canto monacale dei gabbianiai miti del Tempo silenziosodentro il risucchio del mare sulle sponde.E’ a Levante dove fogliano gli amorisotto il sole nella nebbia salmastraè a Levante ove scruta l’albore il pescatore:si prolunga le reti sulle spalleper una dimora solida sullo scogliobattuta e mai consumata dai venti.

Gino Chiappara

Ogni anno, il tempo estivo coniuga la città dell’Anima (Urbino) con la Baia del Silenzio di Sestri Levante, i due luoghi che hanno segnato l’esistenza e la fine di Carlo Bo. E ogni anno, puntuale come un segnatempo, l’intellettuale ligure Gino Chiappara compone il suo messaggio poetico

in onore del grande suo conterraneo che proprio nella Terra dei suoi avi, accarezzato dallo “scirocco del plenilunio” ha trovato il riposo eterno. (G. Nonni)

Page 23: «Il Nuovo Amico» n. 34 del 22 settembre  2013

22 settembre 2013 23amicoil nuovo• • arte cultura sport

FARMACIEDI PESARO

TURNO DAl 23 Al 29 SETTEMbRE 2013

INFORMAzIONI UTIlIIl turno 24 h va dalle ore 8,30 alle ore 8,30 del giorno suc-cessivo. Il turno AUSILIARIO nei giorni feriali va dalle ore 15.30-19.30. Il turno AUSILIARIO nei giorni festivi effettua orario di normale apertura.

Lunedì 23 Centro Str.da Adriatica, 48 0721-3325 24 h

Martedì 24 Soria V. Laurana, 4 0721-24790 7 24 h

Mercoledì25 Peroni V. del Novecento, 13 0721-453478 24 h

Giovedì 26 Madonna di Loreto V. Ugolini, 1 0721-390645 24 h

Venerdì 27 MuraGLia V. Commandino, 38 0721-54296 24 h

Sabato 28 antonioLi Via Branca, 118 0721-30172 24 h

roSSini Via Recanati, 15 0721-22230 Ausil.

domenica29 Pantano V. Dandolo, 6 0721-410050 24 h

roSSini Via Recanati, 15 0721-22230 Ausil.

2324

25

SetteMbre

262728

29TURNI DEllE FARMACIE TRAMITE SMSE’ sufficiente inviare un messaggio SMS al 320-2649186 scri-vendo farmacie PESARO farmacie FANO farmacie URBINO per ottenere un SMS di risposta con l’indicazione del nome delle farmacie di turno nel giorno della richiesta.

La vignetta della settimanaANCHE QUEST’ANNO PER GLI

ORGANIZZATORI E’ STATO RECORD DI PRESENZE!

Quando l’ultima nota musicale si è spenta, nella tarda serata di sabato 7 settembre, le tante persone assiepate nell’elegante

corte retrostante il santuario di Santa Maria delle Grazie di Pesaro hanno applaudito, forse un poco sorprese, al cospetto di una cerimonia festosa ma resa indubitabilmente aerea dalla raffinata esibizione musicale che era stata appena offerta. Sull’onda di Vivaldi, Haendel, Debussy, Chopin, citando solamente alcuni degli autori eseguiti, la festa dell’amicizia, ideata ed allestita da Padre Roseto Saccà dell’Ordine dei Servi di Maria, si è fatta potente veicolo emozionale, che ha imposto all’ascolto una magnetica e raccolta energia. Il Santuario ha visto così valorizzato ed esaltato un luogo architettonico meno conosciuto ma compostamente ed elegantemente incastonato nel cuore storico della città, avendo accolto in nome del sentimento d’amicizia, tutti i partecipanti.La chiesa, in questo modo, si è ancora più fatta ecclesia, comunità e abbraccio, esterna al perimetro liturgico ma interiore alla comunità cristiana degli uomini. Il Coro di Santa Maria delle Grazie, i suoi strumentisti, il Trio Ars Musica diretto dal maestro Enrico Paci, hanno accompagnato lo scorrere delle ore di una sera di fine estate, proponendo un percorso che è iniziato con la musica sacra e liturgica ed è giunto, infine, a quella popolare, diversamente sedimentate negli individui ma da tutti accolte con riconosciuta suggestione. Al termine della ricca esecuzione musicale, tutto si è infine sciolto in quella normalità e serenità dello stare insieme che è elemento

sicuramente preparatorio all’amicizia, quest’ultima, gene e cromosoma delle radici storiche dello stesso Ordine Servita. Un festa, quindi, dalla pacata ed elegante

convivialità, immersa in un’atmosfera di genuina e sobria naturalezza, anche per l’effetto delle autorevoli parole, pronunciate nello stesso giorno da Papa Francesco,

che aveva invitato al raccoglimento ed al digiuno, in nome della pace.

Massimo Baronciani© RIPRODUZIONE RISERVATA

LIBRO DEGLI STORICI ANTONIO BRANCATI E GIORGIO BENELLI

«I due monumentidi Mamiani in Pesaro»

“I due monumenti di Mamiani in Pesaro, opere di Ettore Ferrari. Pagine di storia

repubblicana di fine Ottocento” è il titolo del volume presentato, alla presenza degli autori, giovedì 19 settembre, nella sala convegni della sede della Banca dell’Adriatico di via Gagarin a Pesaro.Un libro scritto a quattro mani da due storici appassionati come Antonio Brancati e Giorgio Benelli, i quali hanno ricostruito le lunghe fasi dell’elaborazione e costruzione dei due monumenti dedicati a Terenzio Mamiani realizzati dallo scultore Ettore Ferrari, situando la vicenda nell’ambito della storia cittadina pesarese di fine Ottocento. Il volume, editato grazie alla fattiva collaborazione della Banca dell’Adriatico, è il nono volume della “Collana di studi storici” diretta dal professor Stefano Orazi del Comitato di Pesaro e Urbino dell’Istituto per la storia del Risorgimento italiano. Grazie a questo importante lavoro editoriale, frutto di un attento lavoro su archivi pubblici e privati, ricco di notizie inedite, si comprende il valore e le funzioni di questi due monumenti che sono l’evidente testimonianza di come le commissioni

d’arte pubblica nell’Ottocento fossero uno straordinario strumento di propaganda politica e culturale. Le opere di Ferrari, inaugurate nel 1896, che intrecciano temi massonici e spinte estetiche accademiche, sono dei veri e propri “documenti” storici che ora, grazie al lavoro di Brancati e Benelli sono di nuovo in grado di “parlare”. “Ci piace ricordare – ha dichiarato Roberto dal Mas, direttore generale di Banca dell’Adriatico - che già in passato la nostra banca aveva contribuito alla realizzazione di due volumi del professor Brancati sempre dedicati a Pesaro: “Un monumento pesarese tra la crisi dello Stato liberale e la nascita del fascismo in memoria del giurista Pandolfo Collenuccio” e l’ormai introvabile

“Società e informazione a Pesaro tra il 1860 e il 1922”, un vero e proprio manifesto di Pesaro dell’epoca. Non potevamo quindi far mancare il nostro patrocinio a questa nuova pubblicazione che conferma il sostegno e l’impegno della nostra banca per la cultura del territorio.”

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Segui i noStri ForuM facebook.com/il nuovoamico

RIO SAlSO- la comunità di Rio Salso festeggia come ogni anno la festa di S. Agnese, domenica 22 Settembre.Quest’anno sarà una festa speciale perche per l’occa-sione sarà presente una numerosa delegazione della parrocchia della Pace di Ahrus (Danimarca) parrocchia gemellata da piu di dieci anni con le parrocchie di S. Donato in Belvedere Fogliense e Corpus Domini in Pa-diglione.Saranno quindi a condividere con la nostra parrocchia tutta la giornata di domenica 22, dalla messa del mat-tino delle prime comunioni, alla processione del pome-riggio e tutta la festa.Alle ore 20:30 l’intera unità pastorale insieme alla de-legazione danese si ritroveranno per la serata “Notte di Note. Un concerto del Corpo Bandistico “G.Rossini” di Montelabbate e il Coro Polifonico dell’Unione dei comu-ni di Pian del Bruscolo “i cantori della città futura”.Una serata piena di quel linguaggio universale che è la musica, ma anche una serata di emozioni, di immagini e testimonianze per raccontare i tanti anni del gemel-laggio ecumenico che lega le nostre parrocchie.

Federico Del Baldo© RIPRODUZIONE RISERVATA

AL SANTUARIO DI SANTA MARIA DELLE GRAZIE

Una festa in nome dell’amicizia

Page 24: «Il Nuovo Amico» n. 34 del 22 settembre  2013

22 settembre 201324 amicoil nuovo• •

Aggiungi preferito

locationdata

SERVIZIODIO

CESANOPER

LAPASTORALE GIOVANILE E VOCAZ

IONALE

Arcidiocesi di Pesaro - Servizio per la Pastorale Giovanile

pesaro

sabatodomenica

ORE 15.00ArrivoPresentazione inizialePercorso diocesano giovanissimi giovani:“Attraverso la Porta”Don Enrico GiorginiL'essere educatoreDon Giuseppe Fabbrini.

ORE 9.30Santa Messa presiedutadall’Arcivescovo Piero Coccia.

ORE 11.00Laboratori “Creative”.

ORE 13.00Pranzo.

ORE 15.00Laboratori “Creative”.

ORE 17.00

Conclusione.

ORE 17.00Laboratori.

ORE 19.30Vespro.

ORE 21.15Parrocchia San Carlo Borromeo“Ti racconto Rio 2013”Testimonianze - colori - parole dell'incontro dei giovani con Papa Francesco.

A.D.

: Lau

ra B

orto

ne -

grap

hic

desi

gn &

cre

ativ

ity

Le iscrizioni dovranno pervenire entro mercoledì 25 settembreall'indirizzo [email protected] se sarete presenti al pranzo di domenica,il costo unitario di entrambe le giornate è di 10 € a partecipante.

Per Info:www.pesarogiovani.eu - http://www.facebook.com/PesaroGiovani