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Il punto di partenza a) Una certa consapevolezza delle necessità di reinfrastrutturre il territorio a nord di Milano e di potenziare la rete delle istituzioni e dei suoi servizi b) Una più limitata consapevolezza della fragilità ecologico-ambientale e della scarsa abitabilità e di una condizione urbana negata a questo territorio urbanizzato Il rischio se si tralascia questo aspetto è di ridurre questo territorio a generica piattaforma che può farsi periferia in ragione uno sviluppo inteso banalmente

Il punto di partenza a)Una certa consapevolezza delle necessità di reinfrastrutturre il territorio a nord di Milano e di potenziare la rete delle istituzioni

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Il punto di partenza

a) Una certa consapevolezza delle necessità di reinfrastrutturre il territorio a nord di Milano e di

potenziare la rete delle istituzioni e dei suoi servizi

b) Una più limitata consapevolezza della fragilità ecologico-ambientale e della scarsa abitabilità e di una condizione urbana negata a questo territorio

urbanizzato

Il rischio se si tralascia questo aspetto è di ridurre questo territorio a generica piattaforma che può

farsi periferia in ragione uno sviluppo inteso banalmente come continua crescita

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Il mantenimento e la riqualificazione degli spazi aperti residui e la loro reinvenzione è operazione decisiva per evitare questo destino per garantire

sviluppo e non crescita distruttiva

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Gli spazi aperti residui all’interno a questo territorio: possono infatti essere “visti”:

- come spazi di elevata naturalità in uno spazio fortemente artificializzato nella forma di zone umide, aree di esondazione dei fiumi, di

boschi, di sistemi agro-forestali con elevate qualità ecologiche esistenti, ma soprattutto e più diffusamente di possibile nuova formazione ora attraverso

una profonda azione di riqualificazione ambientale e di bonifica, ora in forme tuttavia tutte da verificare e valutare come “spontanea”

trasformazione in “terzo paesaggio”

- come “campagna urbana” come spazio di una agricoltura orientata non solo alla produzione di alimenti (o di fonti energetiche) ma anche alla tradizionale attività di “cura” della terra (che raramente lo spazio più edificato propone cosi come quello delle agricolture intensive) e alla innovativa produzione di servizi ecologici e ricreativi (retribuibili dal

mercato e/o con trasferimenti pubblici commisurati all’esternalità positive prodotte) per i cittadini di una delle regioni più urbanizzate d’Europa

- come spazio pubblico per eccellenza in uno spazio fortemente privatizzato individualizzato, ma che oggi ha quanto mai bisogno di alcune

attrezzature e di alcuni spazi comuni legati certo anche alle infrastrutture di comunicazioni, ai luoghi del sapere e della comunicazione, ma

principalmente allo spazio aperto vissuto come verde pubblico condiviso da popolazioni differenti

- come spazi di rallentamento, di isolamento, di silenzio, di penombra in un habitat caratterizzato dalla velocità, dalla continua

connessione, dal rumore (acustico e visivo) dalla luminosità, come pausa necessario in uno “spartito” altrimenti illeggibile, come radura in un pieno

altrimenti assordante.

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Il mantenimento degli spazi aperti nella densa conurbazione A Nord di Milano non è tuttavia

scontato nonostante le molte positive iniziative maturate dal basso (plis), perché permangono

anche in anni recenti elevati consumo del suolo in ragione non tanto di una reale domanda di spazi edificati, ma delle modalità di finanziamento dei comuni e del primato assunto recentemente nel

nostro paese dalla rendita

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• Un possibile schema di struttura del progetto Dorsale verde nord•

• Il primo elemento di questo schema è dato da una sorta di “binario” definito da due potenziali complesse greenway (che si sviluppano lungo il tracciato dell’autostrada pedemontana e sul Villoresi nell’area

orientale e centrale e sul canale Villoresi e un corridoio più a sud ad ovest) e su alcune possibili “traverse” di collegamento lungo il sistema dei principali percorsi d’acqua e dei parchi regionali o locali già istituiti Questo

ordito di infrastrutture verdi mette in rete “progettualità”, interventi e risorse generati almeno in parte in modo indipendentemente e mette al

centro un elemento di fruizione collettiva e di elevato valore simbolico (la “strada verde, il “boulevard verde”) capace di attivare un interesse

ambientale per questi spazi e un disvelamento del loro valore esistente o potenziale

• In secondo luogo esso indica una cinquantina di progetti “areali” che si potrebbero appoggiare a questo telaio e che definiamo qui per i loro

connotati prevalenti: • i) nuovi boschi di pianura e boschi riqualificati;

• ii) impianti erborati per la produzione di biomassa, • iii) progetti di riqualificazione del paesaggio agrario attraverso elementi

lineari (riqualificazione vicinali, filari, siepi, fasce boscate); • iv) progetti complessi di riforma di riconfigurazione di alcuni ambiti agricoli

attraverso lo sviluppo di produzioni tipiche, forme di commercializzazione diretta, potenziamento multifunzionale delle imprese agricole, fattorie

didattiche;• v) realizzazione di parchi periurbani;

• vi) realizzazione di varchi ecologici (ponti e viadotti verdi) sulle principali infrastrutture e potenziamento di corridoi deboli.

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• modelli di implementazione e di finanziamento di questo disegno strutturale• :

• a)l’utilizzzo dei crediti compensativi art 43bisLR12/05 dei comuni attraversati dalla dorsale per progetti di sua implementazione e/o l’introduzione di un più incisivo

articolo sulle compensazioni ambientali sul modello di quello tedesco nelle norme del Ptcp al fine di acquisire aree inedificate e/o promuovere riqualificazione ecologica

e paesistica

• b) in assenza di qualsiasi accordo con la Regione e di qualsiasi modifica delle norme del Ptcp provinciale la stipula un possibile protocollo di intesa volontario tra provincia e comuni attraversati dalla Dorsale che impegni il comune principalmente all’attivazione di procedure di compensazione e perequazione a livello locale orientate alla costruzione della Dorsale, alla realizzazione di progetti di pantumazione stradale e delle vicinali, alla promozione di consulte con le imprese agricole presenti nel territorio e al sostegno delle aziende che aderiscano a protocolli di qualità e impegni la provincia a cofinanziare simili progetti e l’acquisizione di aree da riqualificare in senso ecologico-paesistico e a fornire

supporti tecnici sia alla realizzazione degli interventi sia alla promozione di accordi con le imprese agricole.

• c) la costruzione di una agenzia dei Plis della Dorsale (o forse di tre agenzie per l’area ovest centrale ed orientale della dorsale stante sia la differenza tra i territori in questione,

sia le consuetudini associative sovracomunali) che assorba le risorse umane e tecniche dei diversi Plis e in parte delle stesse provincia e dei parchi regionali, realizzando così

indispensabili economie di scala nelle strutture tecniche di supporto a questa politica e consentendone una gestione e una progettualità più efficace e meno costosa.

• d) l’individuazione in collaborazione con la regione Lombardia di misure agroambientali della Pac o dell’asse quarto del Por, nonché dei contratti di fiume e

• e) infine forme di integrazione tra politica degli spazi aperti e delle grandi infrastrutture sia con riguardo ad una composizione in sede progettuale e localizzativi

del disegno delle seconde rispetto al mantenimento e alla valorizzazione degli spazi aperti, sia nella definizione delle opere di mitigazione e compensazione ambientale.

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IL MASTERPLAN: SCHEMA STRUTTURALE

Ticino

Medio Olona Rugareto

Appiano Gentile

Lura

Groane

Brughiera BrianteaGrugnotorto Brianza Centrale

Lambro

Colli Briantei Molgora Rio Vallone

Adda Nord

BremboPARCHI

COMUNI/PROVINCE Varese Como Milano/Monza Brianza Bergamo

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LE CONDIZIONI DEL PROGETTO 2 : L’APPROCCIO “POLITECNICO”

• è necessario progettare in forma integrata le infrastrutture e gli spazi aperti a fronte di una prassi che li vede normalmente trattati da progettualità distinte e contrapposte

• è possibile interpretare il tema rimediale delle compensazioni ambientali come punto di innesto di un progetto integrato di infrastrutture e di spazi aperti

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LA GREENWAY

• un’infrastruttura ambientale, parte di una rete, collegamento e distribuzione interna alla città: collega centri storici, scuole, stazioni, parchi della metropoli pedemontana

• un parco lineare per rendere accessibili, riscoprire e riqualificare gli spazi aperti della metropoli pedemontana

• un percorso ciclabile e una fascia di nuovi prati, filari, siepi e boschi di 90 Km con una larghezza variabile da 5 a 50 metri per un costo stimato complessivo di circa 35 milioni di €

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LA GREENWAY ATTRAVERSO LA CITTA’

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SISTEMA PORTANTE DELLA GREENWAY E PISTE CICLABILI DELLA CITTA’ INFINITA

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LA GREENWAY PEDEMONTANA

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I TERRITORI ATTRAVERSATI: I BOSCHI

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I TERRITORI ATTRAVERSATI : I CONTESTI AGRICOLI

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I TERRITORI ATTRAVERSATI : I CONTESTI DI FRANGIA URBANA

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I TERRITORI ATTRAVERSATI : IL PAESAGGIO AGRARIO

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LA GREENWAY SI SVILUPPA SU PERCORSI ESISTENTI

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LA GREENWAY INDIVIDUA NUOVI TRACCIATI

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LA GREENWAY SI SVILUPPA SU PERCORSI VICINALI

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LA GREENWAY ATTRAVERSA TRATTI IN SEDE PROMISQUA

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LE TIPOLOGIE DI INTERVENTO NEI COMUNI E NEI PARCHI

• parco urbano

• bosco urbano

• agroambientale urbano

• connessione

• forestale

• consolidamento naturalità

• riqualificazione paesaggio agrario

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PROGETTUALITA’ LOCALI ESTESE, INTERVENTI MIRATI

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VERSO L’ATTUAZIONE: SCHEDE PER L’INTERLOCUZIONE E IL MONTAGGIO DEI PROGETTI

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Lissone

Macherio