1
Lunedì 20 maggio 2013 4 Lunedì 20 maggio 2013 5 BUFERA TARANTO IL RISANAMENTO L’EX PRESIDENTE Secondo il pool di magistrati le esigenze cautelari ravvisate nei suoi confronti si sono ormai affievolite L’EX ASSESSORE Per gli inquirenti il suo quadro complessivo (gravi indizi di colpevolezza e esigenze cautelari) è rimasto immutato Ilva, sui parchi minerali addio alla copertura da «archistar» Scelto un progetto convenzionale che rinuncia a saldare fabbrica e città MIMMO MAZZA l TARANTO. Visti con l'occhio elettro- nico di Google Earth, il sistema satellitare utilizzato dal più noto motore di ricerca per rendere tutti i posti della terra a por- tata di mouse, paiono un enorme buco, una immagine che rappresenta una porzione di Marte piuttosto che 78 ettari posti a ridosso del rione Tamburi. I parchi mi- nerali dell'Ilva da anni sono fonte di pe- ricoli per la salute di quanti hanno la sventura di abitarci a poche centinaia di metri, divenendo vit- tima di vere e pro- prie bufere di polve- re in occasione delle giornate con vento di tramontana, ora ribatezzate wind day dall'Arpa, segno che non si trattava di una invenzione dei residenti alle case parcheggio. E da an- ni e anni procurano all'Ilva, a proprietari e dirigenti, condan- ne per quello che il codice penale e tante sentenze, ormai, de- finiscono il continuo e costante getto pe- ricoloso di cose. La copertura dei parchi minerali dell’acciaieria più grande d’Europa era stata prevista già nell’Autorizzazione integrata ambienta- le rilasciata all’Ilva il 4 agosto del 2011, senza che però nes- suno degli enti com- petenti si sia preoc- cupato di verificare se quell'Aia fosse ri- spettata o meno. Nel- la nuova autorizza- zione integrata am- bientale rilasciata al gruppo Riva nell'ot- tobre del 2012 la co- pertura dei parchi primari è la prima prescrizione e va ri- spettata entro 36 me- si dal rilascio del provvedimento, ov- vero entro l'ottobre del 2015, con un in- vestimento stimato in 6-700 milioni di eu- ro. Nell'ultima rela- zione presentata al- l'Ispra, al ministero per l'Ambiente e al Garante dell'Aia, l'Il- va ha comunicato che «con nota del 26 aprile 2013 sono stati trasmessi quattro progetti possibili per la realizzazione della completa copertura dei parchi redatti dalle società, Paul Wurth, Cimolai, Semat e Anmar», allegando «una relazione contenente le indicazioni rela- tive ai terreni interessati dall’intervento». In realtà il gruppo ha chiesto già a gennaio al Comune di Taranto il permesso a co- struire al Suap (Sportello unico attività produttive) diretto dal funzionario comu- nale Marcello Vuozzo, utilizzando moda- lità peraltro oggetto di contestazione da parte dell’associazione «Impatto zero» in quanto non sarebbero state rispettate le procedure previste. Alla fine del 2012 erano arrivati nello LA BONIFICA Erano previste zone dedicate alle biodiversità autoctone stabilimento Ilva i tecnici del gruppo Paul Wurth, accompagnati dal vicepresidente del gruppo in Italia, Fabio Fabiola, per studiare il progetto di fattibilità della co- pertura dei parchi minerali. Aspetti burocratici-amministrativi a parte, la copertura dei parchi minerali ol- tre a rappresentare l'adempimento di una delle più importanti e ambientalmente ri- levati prescrizioni comprese nell'Aia, po- teva costituire anche un segnale dell'azien- da, del gruppo Riva, verso la città di Ta- ranto tanto che il presidente Bruno Fer- rante, dopo aver compreso che proprio sui parchi minerali e sugli effetti che hanno sulla popolazione tarantini, si giocava par- te importante della battaglia giudiziaria, cominciò a pensare di dover ricorrere ad un archi-star, ad un progettista famoso in grado di realizzare un progetto non solo funzionale ma anche di richiamo. Inizia- rono a circolare anche alcuni nomi: lo spa- gnolo Santiago Calatrava, l'italiano Renzo Piano, il britannico Norman Foster, l’olan- dese Rem Koolhaas. L'azienda iniziò a contattare alcuni af- fermati studi italiani, sollecitando propo- ste e soluzioni. Molto bella, ambientalmen- te sostenibile e assai simbolica, fu - come la Gazzetta è in grado di rivelare - la proposta presentata dall'Atelier dell'Architettura e dallo studio Zoppini associati di Milano. Con il gruppo guidato dall'architetto Ales- sandro Zoppini ci furono degli incontri a Taranto, alla presenza dell'allora direttore dello stabilimento Adolfo Buffo, e si arrivò ad una fase avanzata, tanto che fu chiesto dall'Ilva di esplicitare la proposta grafi- camente da presentare eventualmente alle istituzioni competenti. Lo Studio Zoppini Associati e l'Atelier di Architettura, in col- laborazione con lo studio Wilkinsoneyre di Londra, non si tirarono indietro ed ela- L’AMBIENTA- LIZZAZIONE I disegni del progetto che prevedeva l’ambienta- lizzazione della copertura dei parchi minerali «Sì ai domiciliari per Florido ma Conserva resti in cella» Questo il parere espresso dalla Procura ma l’ultima parola spetta al gip LA CURIOSITÀ SULLE RICHIESTE DI CONSERVA E SPECCHIA IL GIP HA CITATO IL CASO DELL’EX COMANDANTE Sulle possibili scarcerazioni pende «il fattore Schettino» Francesco Schettino ex comandante della Costa Concordia schiantatasi contro gli scogli dell’isola del Giglio il 13 gennaio del 2012 L’IDEA ABBANDONATA Prevedeva un parco della ricerca sostenibile realizzato sulla copertura dell’area da ambientalizzare l TARANTO. L’ormai dimissio- nario presidente della Provincia di Taranto Gianni Florido può lascia- re il carcere, e andare agli arresti domiciliari, perché le esigenze cau- telari ravvisate nei suoi confronti (reiterazione dei reati e inquina- mento delle prove) si sono affie- volite. Deve, invece, restare rinchiuso nella casa circon- dariale di via Magli l’ex assessore pro- vinciale Michele Conserva nei con- fronti del quale il quadro complessi- vo (gravi indizi di colpevolezza e esi- genze cautelari) è rimasto immutato. Sono due i pareri espressi dal pool di magistrati titolari dell’inchiesta «Ambiente svenduto» nei riguardi delle istanze presentate dai difen- sori di Florido (Carlo e Claudio Pe- trone) e di Conserva (Michele Ros- setti e Laura Palomba) al termine degli interrogatori di garanzia svol- ti dal gip Patrizia Todisco. Istanze sulle quali sarà lo stesso giudice a decidere, dopo l’interrogatorio di garanzia del segretario generale del Comune di Lecce Vincenzo Spec- chia (all’epoca dei fatti contestati direttore generale della Provincia di Taranto), finito agli arresti do- miciliari. Specchia sarà interroga- to oggi pomeriggio a Galatina dallo stesso gip Todisco. La valutazione fatta dal procu- ratore capo Franco Sebastio, dall’ag- giunto Pietro Ar- gentino e dai sosti- tuti Mariano Buc- coliero, Remo Epi- fani e Giovanna Cannalire, fonda, nei riguardi di Flo- rido, essenzialmen- te su due aspetti. Le dimissioni irrevo- cabili rassegnate da Florido giovedì mattina, con una comunicazione inviata dal carcere all’attuale segretario generale della Provincia, ed i chiarimenti dati dal- lo stesso nel corso dell’interroga- torio di garanzia. Florido ha parlato per oltre tre ore, chiarendo il suo ruolo nei rapporti con l’Ilva e con le altre aziende che per questioni di carattere ambientale si rivolgono alla Provincia. Florido ha spiegato di non aver mai fatto pressioni sui dirigenti dell’ente per farli assume- re una determinata decisione, ma soltanto di averli più volte invitati a prendere comunque una decisione sulle varie istanze presentate, una decisione quale che fosse, in ma- niera tale da evitare i contenzioni spesso minacciati dalle imprese in caso di tempi buro- cratici troppo ele- vati. Nello specifico del rapporto con l’Ilva, Florido ha ri- cordato ai magi- strati di aver rico- perto incarichi sin- dacali con la Cisl prima di entrare in politica e dunque di aver seguito le vi- cende dello stabili- mento siderurgico, dialogando e con- frontandosi con i proprietari dell’acciaiera, da tempo, a prescin- dere dal ruolo acquisito nel 2004 con l’elezione a presidente della Pro- vincia. Con Archinà (l’ex portavoce dell’Ilva indagato nella stessa in- chiesta), poi, Florido ha spiegato di avere una conoscenza pluriennale ma che la Provincia non era cer- tamente casa sua. Le dimissioni e i chiarimenti offerti nelle tre ore di interrogatorio, evidentemente per i pubblici ministeri sono sufficienti a rendere non più adeguata la misura della custodia cautelare in carcere. I pubblici ministeri, invece, la pensano diversamente riguardo a Michele Conserva che nel corso dell’interrogatorio di garanzia si è avvalso della facol- tà di non risponde- re, affidando le sue ragioni ad una me- moria depositata dai suoi legali. Conserva finì ai do- miciliari il 26 no- vembre scorso, in occasione del pri- mo round di «Am- biente svenduto». Fu scarcerato il 20 aprile scorso, per cessate esigenze cautelare ed è stato nuovamente ar- restato mercoledì, finendo peraltro in carcere. Il «no» espresso dai pub- blici ministeri alla revoca o alla attenuazione della misura cautela- re nei suoi confronti rappresenta il segno evidente che nei confronti dell’ex assessore provinciale all’ambiente ci sono ancora altri aspetti da approfondire. [Mimmo Mazza] PRIMO PIANO PRIMO PIANO l TARANTO. Vincenzo Spec- chia e Michele Conserva come Francesco Schettino. L’ex di- rettore generale della Provin- cia di Taranto e l’ex assessore provinciale all’ambiente nelle stesse condizioni dell’ex co- mandante della Costa Concor- dia, schiantatasi contro gli sco- gli dell’isola del Giglio il 13 gennaio del 2012. A tracciare il parallelo, ov- viamente solo e soltanto dal punto di vista giuridico, è stato il gip Patrizia Todisco nell’or- dinanza di custodia cautelare eseguita dai finanzieri mer- coledì scorso. Specchia e Con- serva non hanno ormai da tempi più incarichi in Pro- vincia (Specchia ha lasciato l’ente nel 2009, passando al Comune di Lecce; Conserva si è dimesso dalla Giunta nel settembre 2012) e dunque il giudice per valutare le esi- genze cautelari nei loro con- fronti, in particolare quella di reiterazione dei reati loro con- testati (tentata concussione per Specchia e Conserva; con- cussione consumata per il solo Conserva), ha fatto ricorso alla sentenza con la quale la Corte di Cassazione il 10 aprile del 2012 confermò gli arresti do- miciliari per Schettino pur se lo stesso non aveva più rap- porti di lavoro con la Costa Crociere, né tantomeno c’era- no armatori disposti ad af- fidargli il comando di una na- v e. Secondo la Cassazione, e nel caso che riguarda l’inchiesta tarantina «Ambiente svendu- to», però, «in tema di misure cautelari personali, la progno- si sfavorevole circa la com- missione di reati della stessa specie per cui si procede - si legge nella sentenza Schettino - non è impedita dalla circo- stanza che l’incolpato abbia dismesso l’ufficio o la funzio- ne, nell’esercizio dei quali, abusando della sua qualità o dei suoi poteri o altrimente illecitamente determinandosi, ha realizzato la condotta cri- minosa» giacché la norma del codice di procedura penale ri- guardante la reiterazione dei reati «fa riferimento alla pro- babilmente commissione di reati della stessa specie, cioè di reati che offendono lo stesso bene giuridico, e non già di fattispecie omologhe a quella per cui si procede». Nel caso di Specchia e Conserva, il rife- rimento è alla possibilità di commettere altri reati contro la pubblica amministrazio- ne. [M.Maz.] borarono una copertura che prevedeva un parco sul parco, un parco della ricerca sostenibile realizzato sulla copertura del parco minerali, una struttura, nella quale avrebbero potuto essere collocati impianti eolici e fotovoltaici. Tale copertura avreb- be anche favorito il problema del recupero dell'acqua piovana (aspetto tecnico che su una copertura così estesa rappresenta un problema enorme), zone dedicate alle bio- diversità autoctone, raccordata diretta- mente con il quartiere Tamburi. Un gran- de parco urbano (grande perché l'area dei parchi minerali dell’Ilva occupa lo stesso spazio di Villa Borghese a Roma) dove ora c'è polvere rossa e desolazione. Quel pro- getto, che segnava un vero spartiacque col passato è però rimasto senza alcun seguito, perché poi l'Ilva ha scelto un'altra strada. Quella della copertura classica, con quat- tro arcate, almeno a guardare il disegno presentato dalla Paul Wurth, senza alcun segnale ambientale e architettonico nei confronti della città. Una scelta sicura- mente legittima (anche se i costi maggiori derivante da una soluzione come quella del parco sul parco sono trascurabili rispetto all'importo globale per le opere richiesta dall'Aia), una ulteriore occasione persa per unire e rinsaldare due realtà – la gran- de fabbrica e la città dei due mari – così vicine, così distanti. Ammenocché chi do- vrà esaminare il progetto non decida di chiedere all’Ilva uno sforzo in tal senso. PARCO MINERALI In alto a destra la soluzione progettuale realizzata dalla Paul Wurth e scelta dall’Ilva, in basso quella invece proposto dallo Studio Zucchini Associati e dall’Atelier dell’Architettura che prevedeva un «parco sul parco» con delle vie verdi di raccordo tra la fabbrica e il quartiere Tamburi, a sinistra come è la zona del parco minerali ora LO SCHEMA CLASSICO È quello che l’azienda sembra intenzionato a scegliere: una copertura con quattro arcate EX PRESIDENTE Gianni Florido EX ASS. Michele Conserva IL GOVERNATORE PUGLIESE SUL SIDERURGICO Vendola: ora la palla è nelle mani dell’azienda «La palla è in mano all’azienda che deve mostrare un comportamento più serio. Credo che a nessun essere umano si debba dover dire “vuoi il diritto al lavoro o vuoi il diritto alla salute”. Ci sono due diritti che integrano una forma di civiltà». Lo ha detto il presidente della Re- gione Puglia, Nichi Vendola, intervistato da Massimo Gi- letti su Rai1, parlando dell’Ilva di Taranto. «C'è benzoapirene e dios- sina in quantità cinque volte superiore a quelle che ci sono nei quartieri più inquinati di Ta- ranto - ha detto ancora Vendola – in alcuni quartieri di Brescia o in tanta parte della Pianura Padana. Noi siamo un Paese che ha rinviato decenni e de- cenni di conti con la crisi ambientale e con la necessità di vivere un modello ecosostenibile». E la Regione? «Noi – ha risposto il governatore pu- gliese Vendola - abbiamo fat- to tutto quello che potevamo fare. Noi dopo 50 anni di Ilva abbiamo scoperchiato il sar- cofago. Io ho voluto - pro- segue - che la Puglia avesse l’unica legge che c'è in Italia contro le diossine e i furani, l’abbattimento da 8-9 nano- grammi per metro cubo a 0,4 nanogrammi per metrocu- bo». «Noi Regione Puglia - conclude il pre- sidente della giunta pugliese - abbiamo l’unica legge in Italia contro il ben- zoapirene». PUGLIA Nichi Vendola

IL RISANAMENTO Ilva, sui parchi minerali addio «Sì ai ... · sentenze, ormai, de-finiscono il continuo e costante getto pe-ricoloso di cose. La copertura dei parchi minerali dell’acciaieria

  • Upload
    others

  • View
    1

  • Download
    0

Embed Size (px)

Citation preview

Page 1: IL RISANAMENTO Ilva, sui parchi minerali addio «Sì ai ... · sentenze, ormai, de-finiscono il continuo e costante getto pe-ricoloso di cose. La copertura dei parchi minerali dell’acciaieria

Lunedì 20 maggio 20134 Lunedì 20 maggio 2013 5

BUFERA TARANTOIL RISANAMENTO

L’EX PRESIDENTESecondo il pool di magistrati le esigenzecautelari ravvisate nei suoi confronti sisono ormai affievolite

L’EX ASSESSOREPer gli inquirenti il suo quadrocomplessivo (gravi indizi di colpevolezzae esigenze cautelari) è rimasto immutato

Ilva, sui parchi minerali addioalla copertura da «archistar»Scelto un progetto convenzionale che rinuncia a saldare fabbrica e città

MIMMO MAZZA

l TA R A N TO. Visti con l'occhio elettro-nico di Google Earth, il sistema satellitareutilizzato dal più noto motore di ricercaper rendere tutti i posti della terra a por-tata di mouse, paiono un enorme buco, unaimmagine che rappresenta una porzionedi Marte piuttosto che 78 ettari posti aridosso del rione Tamburi. I parchi mi-nerali dell'Ilva da anni sono fonte di pe-

ricoli per la salute diquanti hanno lasventura di abitarcia poche centinaia dimetri, divenendo vit-tima di vere e pro-prie bufere di polve-re in occasione dellegiornate con ventodi tramontana, oraribatezzate wind daydall'Arpa, segno chenon si trattava diuna invenzione deiresidenti alle caseparcheggio. E da an-ni e anni procuranoall'Ilva, a proprietarie dirigenti, condan-ne per quello che ilcodice penale e tantesentenze, ormai, de-finiscono il continuoe costante getto pe-ricoloso di cose.

La copertura deiparchi mineralidell’acciaieria piùgrande d’Europa erastata prevista giànell’Au t o r i z z a z i o n eintegrata ambienta-le rilasciata all’I l vail 4 agosto del 2011,senza che però nes-suno degli enti com-petenti si sia preoc-cupato di verificarese quell'Aia fosse ri-spettata o meno. Nel-la nuova autorizza-zione integrata am-bientale rilasciata algruppo Riva nell'ot-tobre del 2012 la co-pertura dei parchiprimari è la primaprescrizione e va ri-spettata entro 36 me-si dal rilascio delprovvedimento, ov-vero entro l'ottobredel 2015, con un in-vestimento stimatoin 6-700 milioni di eu-ro. Nell'ultima rela-zione presentata al-l'Ispra, al ministeroper l'Ambiente e alGarante dell'Aia, l'Il-va ha comunicato

che «con nota del 26 aprile 2013 sono statitrasmessi quattro progetti possibili per larealizzazione della completa copertura deiparchi redatti dalle società, Paul Wurth,Cimolai, Semat e Anmar», allegando «unarelazione contenente le indicazioni rela-tive ai terreni interessati dall’i n t e r ve n t o » .In realtà il gruppo ha chiesto già a gennaioal Comune di Taranto il permesso a co-struire al Suap (Sportello unico attivitàproduttive) diretto dal funzionario comu-nale Marcello Vuozzo, utilizzando moda-lità peraltro oggetto di contestazione daparte dell’associazione «Impatto zero» inquanto non sarebbero state rispettate leprocedure previste.

Alla fine del 2012 erano arrivati nello

LA BONIFICAErano previste zone

dedicate alle biodiversitàautoctone

stabilimento Ilva i tecnici del gruppo PaulWurth, accompagnati dal vicepresidentedel gruppo in Italia, Fabio Fabiola, perstudiare il progetto di fattibilità della co-pertura dei parchi minerali.

Aspetti burocratici-amministrativi aparte, la copertura dei parchi minerali ol-tre a rappresentare l'adempimento di unadelle più importanti e ambientalmente ri-

levati prescrizioni comprese nell'Aia, po-teva costituire anche un segnale dell'azien-da, del gruppo Riva, verso la città di Ta-ranto tanto che il presidente Bruno Fer-rante, dopo aver compreso che proprio suiparchi minerali e sugli effetti che hannosulla popolazione tarantini, si giocava par-te importante della battaglia giudiziaria,cominciò a pensare di dover ricorrere adun archi-star, ad un progettista famoso ingrado di realizzare un progetto non solofunzionale ma anche di richiamo. Inizia-rono a circolare anche alcuni nomi: lo spa-gnolo Santiago Calatrava, l'italiano RenzoPiano, il britannico Norman Foster, l’olan -dese Rem Koolhaas.

L'azienda iniziò a contattare alcuni af-fermati studi italiani, sollecitando propo-ste e soluzioni. Molto bella, ambientalmen-te sostenibile e assai simbolica, fu - come laGazz etta è in grado di rivelare - la propostapresentata dall'Atelier dell'Architettura edallo studio Zoppini associati di Milano.Con il gruppo guidato dall'architetto Ales-sandro Zoppini ci furono degli incontri aTaranto, alla presenza dell'allora direttoredello stabilimento Adolfo Buffo, e si arrivòad una fase avanzata, tanto che fu chiestodall'Ilva di esplicitare la proposta grafi-camente da presentare eventualmente alleistituzioni competenti. Lo Studio ZoppiniAssociati e l'Atelier di Architettura, in col-laborazione con lo studio Wilkinsoneyre diLondra, non si tirarono indietro ed ela-

L’A M B I E N TA-LIZZAZIONE Idisegni delprogetto cheprevedeval’ambienta-lizzazionedellacopertura deiparchiminerali

.

«Sì ai domiciliari per Floridoma Conserva resti in cella»Questo il parere espresso dalla Procura ma l’ultima parola spetta al gip

LA CURIOSITÀ SULLE RICHIESTE DI CONSERVA E SPECCHIA IL GIP HA CITATO IL CASO DELL’EX COMANDANTE

Sulle possibili scarcerazionipende «il fattore Schettino»

Fr a n c e s c oSchettino excomandantedella CostaConcordiaschiantatasicontro gli scoglidell’isola delGiglio il 13gennaio del2012

.

L’IDEA ABBANDONATAPrevedeva un parco della ricercasostenibile realizzato sulla coperturadell’area da ambientalizzare

l TA R A N TO. L’ormai dimissio-nario presidente della Provincia diTaranto Gianni Florido può lascia-re il carcere, e andare agli arrestidomiciliari, perché le esigenze cau-telari ravvisate nei suoi confronti(reiterazione dei reati e inquina-mento delle prove) si sono affie-volite. Deve, invece,restare rinchiusonella casa circon-dariale di via Maglil’ex assessore pro-vinciale MicheleConserva nei con-fronti del quale ilquadro complessi-vo (gravi indizi dicolpevolezza e esi-genze cautelari) èrimasto immutato.

Sono due i pareriespressi dal pool dimagistrati titolari dell’i n ch i e s t a«Ambiente svenduto» nei riguardidelle istanze presentate dai difen-sori di Florido (Carlo e Claudio Pe-trone) e di Conserva (Michele Ros-setti e Laura Palomba) al terminedegli interrogatori di garanzia svol-ti dal gip Patrizia Todisco. Istanzesulle quali sarà lo stesso giudice adecidere, dopo l’interrogatorio digaranzia del segretario generale del

Comune di Lecce Vincenzo Spec-chia (all’epoca dei fatti contestatidirettore generale della Provinciadi Taranto), finito agli arresti do-miciliari. Specchia sarà interroga-to oggi pomeriggio a Galatina dallostesso gip Todisco.

La valutazione fatta dal procu-ratore capo FrancoSebastio, dall’ag -giunto Pietro Ar-gentino e dai sosti-tuti Mariano Buc-coliero, Remo Epi-fani e GiovannaCannalire, fonda,nei riguardi di Flo-rido, essenzialmen-te su due aspetti. Ledimissioni irrevo-cabili rassegnateda Florido giovedìmattina, con una

comunicazione inviata dal carcereall’attuale segretario generale dellaProvincia, ed i chiarimenti dati dal-lo stesso nel corso dell’inter roga-torio di garanzia. Florido ha parlatoper oltre tre ore, chiarendo il suoruolo nei rapporti con l’Ilva e con lealtre aziende che per questioni dicarattere ambientale si rivolgonoalla Provincia. Florido ha spiegatodi non aver mai fatto pressioni sui

dirigenti dell’ente per farli assume-re una determinata decisione, masoltanto di averli più volte invitati aprendere comunque una decisionesulle varie istanze presentate, unadecisione quale che fosse, in ma-niera tale da evitare i contenzionispesso minacciati dalle imprese incaso di tempi buro-cratici troppo ele-vati. Nello specificodel rapporto conl’Ilva, Florido ha ri-cordato ai magi-strati di aver rico-perto incarichi sin-dacali con la Cislprima di entrare inpolitica e dunque diaver seguito le vi-cende dello stabili-mento siderurgico,dialogando e con-frontandosi con i proprietaridell’acciaiera, da tempo, a prescin-dere dal ruolo acquisito nel 2004 conl’elezione a presidente della Pro-vincia. Con Archinà (l’ex portavocedell’Ilva indagato nella stessa in-chiesta), poi, Florido ha spiegato diavere una conoscenza pluriennalema che la Provincia non era cer-tamente casa sua. Le dimissioni e ichiarimenti offerti nelle tre ore di

interrogatorio, evidentemente per ipubblici ministeri sono sufficienti arendere non più adeguata la misuradella custodia cautelare in carcere.

I pubblici ministeri, invece, lapensano diversamente riguardo aMichele Conserva che nel corsodell’interrogatorio di garanzia si è

avvalso della facol-tà di non risponde-re, affidando le sueragioni ad una me-moria depositatadai suoi legali.Conserva finì ai do-miciliari il 26 no-vembre scorso, inoccasione del pri-mo round di «Am-biente svenduto».Fu scarcerato il 20aprile scorso, percessate esigenze

cautelare ed è stato nuovamente ar-restato mercoledì, finendo peraltroin carcere. Il «no» espresso dai pub-blici ministeri alla revoca o allaattenuazione della misura cautela-re nei suoi confronti rappresenta ilsegno evidente che nei confrontidell’ex assessore provincialeall’ambiente ci sono ancora altriaspetti da approfondire.

[Mimmo Mazza]

PRIMO PIANO PRIMO PIANO

l TA R A N TO. Vincenzo Spec-chia e Michele Conserva comeFrancesco Schettino. L’ex di-rettore generale della Provin-cia di Taranto e l’ex assessoreprovinciale all’ambiente nellestesse condizioni dell’ex co-mandante della Costa Concor-dia, schiantatasi contro gli sco-gli dell’isola del Giglio il 13gennaio del 2012.

A tracciare il parallelo, ov-viamente solo e soltanto dalpunto di vista giuridico, è statoil gip Patrizia Todisco nell’or -dinanza di custodia cautelareeseguita dai finanzieri mer-coledì scorso. Specchia e Con-serva non hanno ormai datempi più incarichi in Pro-vincia (Specchia ha lasciatol’ente nel 2009, passando alComune di Lecce; Conserva siè dimesso dalla Giunta nelsettembre 2012) e dunque ilgiudice per valutare le esi-genze cautelari nei loro con-fronti, in particolare quella direiterazione dei reati loro con-testati (tentata concussioneper Specchia e Conserva; con-cussione consumata per il soloConserva), ha fatto ricorso allasentenza con la quale la Cortedi Cassazione il 10 aprile del2012 confermò gli arresti do-miciliari per Schettino pur selo stesso non aveva più rap-porti di lavoro con la CostaCrociere, né tantomeno c’era -no armatori disposti ad af-

fidargli il comando di una na-v e.

Secondo la Cassazione, e nelcaso che riguarda l’i n ch i e s t atarantina «Ambiente svendu-to», però, «in tema di misurecautelari personali, la progno-si sfavorevole circa la com-missione di reati della stessaspecie per cui si procede - silegge nella sentenza Schettino -non è impedita dalla circo-stanza che l’incolpato abbiadismesso l’ufficio o la funzio-ne, nell’esercizio dei quali,abusando della sua qualità odei suoi poteri o altrimente

illecitamente determinandosi,ha realizzato la condotta cri-minosa» giacché la norma delcodice di procedura penale ri-guardante la reiterazione deireati «fa riferimento alla pro-babilmente commissione direati della stessa specie, cioè direati che offendono lo stessobene giuridico, e non già difattispecie omologhe a quellaper cui si procede». Nel caso diSpecchia e Conserva, il rife-rimento è alla possibilità dicommettere altri reati controla pubblica amministrazio-ne. [M.Maz.]

borarono una copertura che prevedeva unparco sul parco, un parco della ricercasostenibile realizzato sulla copertura delparco minerali, una struttura, nella qualeavrebbero potuto essere collocati impiantieolici e fotovoltaici. Tale copertura avreb-be anche favorito il problema del recuperodell'acqua piovana (aspetto tecnico che suuna copertura così estesa rappresenta unproblema enorme), zone dedicate alle bio-diversità autoctone, raccordata diretta-mente con il quartiere Tamburi. Un gran-de parco urbano (grande perché l'area deiparchi minerali dell’Ilva occupa lo stessospazio di Villa Borghese a Roma) dove orac'è polvere rossa e desolazione. Quel pro-getto, che segnava un vero spartiacque col

passato è però rimasto senza alcun seguito,perché poi l'Ilva ha scelto un'altra strada.Quella della copertura classica, con quat-tro arcate, almeno a guardare il disegnopresentato dalla Paul Wurth, senza alcunsegnale ambientale e architettonico neiconfronti della città. Una scelta sicura-mente legittima (anche se i costi maggioriderivante da una soluzione come quella delparco sul parco sono trascurabili rispettoall'importo globale per le opere richiestadall'Aia), una ulteriore occasione persaper unire e rinsaldare due realtà – la gran-de fabbrica e la città dei due mari – cosìvicine, così distanti. Ammenocché chi do-vrà esaminare il progetto non decida dichiedere all’Ilva uno sforzo in tal senso.

PA R C OMINERALI Inalto a destrala soluzioneprogettualerealizzatadalla PaulWurth esceltadall’Ilva, inbasso quellainveceproposto dalloStudioZucchiniAssociati edall’Atelierdell’Architetturacheprevedeva un«parco sulparco» condelle vie verdidi raccordotra la fabbricae il quartiereTamburi, asinistra comeè la zona delparcominerali ora

.

LO SCHEMA CLASSICOÈ quello che l’azienda sembraintenzionato a scegliere: unacopertura con quattro arcate

EX PRESIDENTE Gianni Florido EX ASS. Michele Conserva

IL GOVERNATORE PUGLIESE SUL SIDERURGICO

Vendola: ora la pallaè nelle mani dell’azienda

«La palla è in mano all’azienda chedeve mostrare un comportamento piùserio. Credo che a nessun essere umanosi debba dover dire “vuoi ildiritto al lavoro o vuoi ildiritto alla salute”. Ci sonodue diritti che integranouna forma di civiltà». Lo hadetto il presidente della Re-gione Puglia, Nichi Vendola,intervistato da Massimo Gi-letti su Rai1, parlandodell’Ilva di Taranto.

«C'è benzoapirene e dios-sina in quantità cinque voltesuperiore a quelle che cisono nei quartieri più inquinati di Ta-ranto - ha detto ancora Vendola – inalcuni quartieri di Brescia o in tantaparte della Pianura Padana. Noi siamoun Paese che ha rinviato decenni e de-

cenni di conti con la crisi ambientale econ la necessità di vivere un modelloecosostenibile».

E la Regione? «Noi – harisposto il governatore pu-gliese Vendola - abbiamo fat-to tutto quello che potevamofare. Noi dopo 50 anni di Ilvaabbiamo scoperchiato il sar-cofago. Io ho voluto - pro-segue - che la Puglia avessel’unica legge che c'è in Italiacontro le diossine e i furani,l’abbattimento da 8-9 nano-grammi per metro cubo a 0,4nanogrammi per metrocu-

bo».«Noi Regione Puglia - conclude il pre-

sidente della giunta pugliese - abbiamol’unica legge in Italia contro il ben-z oapirene».

PUGLIA Nichi Vendola