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Intervista a D'Alema - Corriere della Sera - 01 maggio 2013

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Page 1: Intervista a D'Alema - Corriere della Sera - 01 maggio 2013

ROMA — «Questo governo deve ri-solvere problemi che in tanti anni nonsono stati affrontati e non sarà facile.Ma era una via obbligata dal risultatoelettorale»: parla così, Massimo D’Ale-ma, mentre è seduto alla sua scrivania,al primo piano del palazzo che ospita laFondazione Italianieuropei.Ci avete messo un po’ di tempo per

capirlo.«Ci siamo arrivati in un modo un po’

tortuoso e lungo. Ma il risultato non da-va un vincitore e i 5 Stelle non erano di-sposti a collaborare. Questo purtroppolo si è capito quasi subito. Al di là delleillusioni che qualcuno ha coltivato, erachiaro che c’era un disegno politico daparte di Grillo che era quello di spinge-re per questo tipo di accordo tra noi e ilPdl».E voi avete fatto quello che voleva

Grillo.«Bè, o si accettava questa sfida o si

tornava a elezioni, probabilmente inutil-mente, con questa legge elettorale».Avete preferito la prima che ha det-

to.«E non è una strada facile: non è una

collaborazione ordinaria. Si tratta diuna collaborazione straordinaria chetanta parte dei nostri elettori vive consofferenza quindi è anche comprensibi-le un certo atteggiamento di diffidenza.Vedo però che i santoni dell’anti-inciu-cio sono talmente contenti di quellache a loro sembra la liquidazione delgruppo dirigente storico del centrosini-stra, che persino loro sono passati tra isostenitori di questa nuova fase».Il Pdl vuole l’abolizione dell’Imu co-

me prima cosa, il Pd no.«Per noi bisogna intervenire per af-

frontare il dramma sociale di tante fami-glie italiane e per sostenere la crescita,le imprese... Occorrerà una discussio-ne, naturalmente, all’interno della mag-gioranza che sostiene questo governo,perché la riduzione della pressione fi-scale deve essere finalizzata a ridurre lediseguaglianze e a sostenere l’occupa-zione. A mio giudizio non lo si può farein modo generalizzato: bisogna che chiha di più dia un contributo maggiore».Anche la politica dovrà ridurre qual-

cosa.«Certo: bisogna abolire l’attuale siste-

ma di finanziamento, e nello stesso tem-po occorre una legge per garantire tra-sparenza e carattere democratico deipartiti. Ma c’è un altro punto che secon-do me è importante».Cioè?«Sono preoccupato dall’idea che è

emersa nel dibattito dell’altro ieri, se-condo cui la riforma della legge elettora-le può avvenire solo dopo aver sciolto ilnodo costituzionale della forma di go-verno. Lamia proposta è quella di aboli-re immediatamente e preliminarmente

il Porcellum. Dopo si potrà discuterecon serenità di tutto, ma intanto darem-mo ai cittadini la certezza che potrannocomunque votare con un sistema diver-so, scegliendo i propri parlamentari. Sec’è un’intesa, il governo può anche vara-re un decreto a riguardo. In questo mo-do, anche se la legislatura non dura iltempo necessario per fare tutte le rifor-me, si può andare lo stesso alle elezionisenza problemi».Lei parla di legge elettorale perché

dovrebbe fare parte della Convenzio-ne...«Non intendo far parte di alcuna con-

venzione, io ho già dato, da questo pun-to di vista, adesso ho altro da fare».Può almeno dire se è d’accordo sul

fatto che Berlusconi la presieda.

«Mi sembra una forzatura inopportu-na ma non spetta a me decidere».Le sembra normale che il Pd fa un

governo con Berlusconi e poi deve rite-nere inammissibile che il Cavalierepresieda la Convenzione?«Non ho detto inammissibile: ho par-

lato di forzatura inopportuna. Ho sem-pre condiviso la necessità del dialogo edell’impegno per fare le riforme con glialtri, anche se con Berlusconi è risultatodavvero molto difficile. Posso dirlo an-che perché ho pagato un prezzo perso-nale e politico molto alto per la coeren-za del mio impegno».Allora le pesa la nomea dell’inciuci-

sta?«Voglio rivelarle che, durante l’elezio-

ne per il capo dello Stato, il presidente

Berlusconi ha avuto la cortesia di chia-marmi al telefono per spiegarmi le ra-gioni per le quali non riteneva possibilela convergenza sul mio nome. "La mag-gior parte dei nostri elettori non capi-rebbe, perché la considerano uno deinostri avversari più pericolosi"».E lei che gli ha risposto?«La ringrazio: se volesse fare un’inter-

vista per spiegare questo concetto an-che a qualche elettore di sinistra...».Tornando a questo strano governo

che voi per pudore non chiamate go-vernissimo...«Che dire? Ci stiamo incamminando

in un’esperienza di governo molto im-pegnativa. Dovremo badare al giornoper giorno. Basta vedere le polemichedi queste ore sull’Imu. C’è poco da fare,"noi" e "loro" siamo diversi e questa di-versità si manifesterà nel tempo. Amag-gior ragione, abbiamo bisogno di rilan-ciare il nostro partito e il nostro proget-to, dopo la crisi del gruppo dirigente.Proprio perché il nostro elettorato èmolto sofferente, dobbiamo riprenderea parlare dei contenuti e dei valori diuna grande forza di centrosinistra. Edobbiamo progettare il futuro, perchéla vita non finisce con questo governo.Guardi Berlusconi con quanta attenzio-ne parla tutti i giorni all’opinione pub-blica...».C’è una grande discussione nel Pd

sul post Bersani: reggente, comitatodi reggenza... o che?«Lo statuto prevede che nel momen-

to in cui si dimette il segretario del parti-to se ne elegge un altro. Quindi inutileparlare di reggenti o simili. Poi, il con-

gresso è sovrano nel decidere se confer-mare o cambiare la leadership. Non ve-do perché ora non dovremmo fare ciòche facemmo quando si dimise Veltronie l’assemblea nazionale elesse France-schini segretario. In ogni caso non pos-siamo andare avanti così: dobbiamo ri-cominciare a parlare al Paese».Avete fretta di stoppare Renzi.«Io credo che la guida del partito non

debba essere concepita in funzione antiRenzi, anche perché il segretario del par-tito e il candidato premier non devononecessariamente coincidere. Con Renziho voluto ricostruire un rapporto perso-nale dopo le polemiche delle primarie,perché lo considero una risorsa vera eimportante del nostro partito».Barca?«Barca hamesso in campo idee inno-

vative. Certamente può aiutare il Pd atrasformarsi e a rendere più moderno ilsuo rapporto con la società italiana. Malui stesso ha dichiarato che non intendecandidarsi alla guida del partito».Quindi no a Epifani reggente?«Ho appena detto che è necessario

eleggere un segretario».Allora segretario: Zingaretti, Cuper-

lo, Fassina?«Non voglio fare danni: giàmi imma-

gino che cosa direbbero se io facessi ilnome del segretario ideale. Fatemi starefuori da queste schermaglie: al momen-to opportuno esprimerò, da militante,il mio punto di vista».Tornando al governo: voi ex pci sta-

te fuori, non sentite il carico del vo-stro fallimento?«Noi non abbiamo fallito. Abbiamo

dato esempio di moralità politica e ab-biamo favorito l’opera di rinnovamentocon generosità, e per questo non abbia-mo ricevuto tanti ringraziamenti, né ab-biamo avuto uno stuolo di imitatori.Francamente, però, mi sembrerebbeun’analisi sbagliata dire che gente comeVeltroni e io non siamo più nella vita po-litica italiana. Io continuerò a esercitareun ruolo politico e anche Walter. E nonè neppure vero che noi ci siamo brucia-ti per la nostra litigiosità: noi non rap-presentiamo più la leadership, ma nonper questo nel Pd si è smesso di litigare.Forse il problema non eravamo noi...».Ma secondo lei questo è un governo

di legislatura?«Non lo so. Nessuno può dirlo in que-

sto momento. Mi auguro che il governopossa realizzare gli obiettivi ambiziosiche si è prefisso per il bene del Paese».E poi ci sono sempre i franchi tirato-

ri. Sulla presidenza della Repubblicahanno accusato anche lei, come man-dante.«Figuriamoci, non ho mai fatto il

franco tiratore in tutta la mia vita parla-mentare. Prima della votazione su Pro-di ho parlato con lui e gli ho spiegatoche a mio avviso la situazione, dopol’esito del voto suMarini, eramolto con-fusa e tesa e che secondo me anche alquarto scrutinio bisognava votare sche-da bianca e verificare la possibilità diun’intesa più ampia sul suo nome. Poi,si è deciso altrimenti... Io sono spigolo-so ma trasparente, spigolosamente tra-sparente».

Maria Teresa Meli© RIPRODUZIONE RISERVATA

Renzi risorsaverae importante

Bene Barca, maha detto chenon è in corsa

Il leader: inutile parlare di reggenti, è necessario eleggere un segretario

Bisogna riparlare dei contenuti e dei valori di una forzadi centrosinistra. Basta guardare con quanta attenzione il leaderdel Pdl parla tutti i giorni all’opinione pubblica

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«Subito via il Porcellum per essere pronti al voto anche se la legislatura non dura il tempo necessario per tutte le riforme»

D’Alema: «Noi e loro siamo diversiIl Pd deve progettare il suo futuro»

Noi ex pci non abbiamo fallito. Abbiamo dato esempio di moralitàpubblica e abbiamo favorito l’opera di rinnovamento con generositàe per questo non abbiamo ricevuto tanti ringraziamenti

L’intervista

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A Prodi primadel voto dissi: lasituazione è tesa

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Dice di loro

Chi èMassimoD’Alema,nato a Roma64 anni fa,diplomato alliceo classico,si è poi iscrittoa Lettere eFilosofia allaNormale diPisa. Dal 13marzo 1991è iscrittoall’ordine deigiornalisti,elencoprofessionistiLa politicaPresidente delConsiglio dal21 ottobre1998 — dopola caduta delprimo governoProdi — finoal 25 aprile2000.È statoministro degliEsteri evicepresidentedel Consiglionel secondogoverno Prodi(17 maggio2006 - 8maggio 2008).Ma è statoanchesegretarionazionale dellaFederazioneGiovanileComunistaItaliana dal1975 al 1980,segretarionazionale delPartitoDemocraticodella Sinistradal 1994 al1998 epresidente deiDemocratici diSinistra dal2000 al 2007In totaleè statodeputatoper settelegislatureÈ ilvicepresidentedell’Internazio-nale Socialista,e dal 26gennaio 2010al 15 marzo2013 haricopertola caricadi presidentedel Copasir

Epifani, Cuperlo, Fassina: tre nomi per l’«interregno»

(fotoPhotoviews)

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Il Partito democratico deve darsi una guida in attesa del congresso di ottobre

ROMA— Reggente, comitato di reggenzao segretario pro tempore? Il dilemma nonè solo terminologico, perché dietro lascelta che dovrebbe compiere l’assembleanazionale sabato 11 maggio, si cela ladirezione che prenderà il Partitodemocratico. Una scelta difficile,necessaria dopo le dimissioni delsegretario Pier Luigi Bersani, che halasciato il suo incarico dopo la bocciaturadelle candidature di Franco Marini eRomano Prodi per il Colle da parte deifranchi tiratori. A settembre-ottobre sisvolgerà il congresso, che deciderà ilnuovo segretario. Ma nel frattempo

occorre trovare una guida.Tra i nomi che circolano con piùfrequenza ci sono Guglielmo Epifani,Gianni Cuperlo e Stefano Fassina. Storie elinee politiche diverse che entrerebberoin campo a seconda della scelta che faràl’assemblea, rinviata di una settimanaproprio per l’impasse. Il primo nodo dasciogliere è se si sceglierà un reggente,destinato a lasciare il campo al congresso,o una persona che potrebbe ripresentarsia ottobre. Nodo importante,considerando anche che i renzianivorrebbero modificare lo statuto,scindendo la figura del candidato premier

da quella del segretario di partito. Epifani,molto applaudito per il suo interventoall’assemblea del gruppo, potrebbe essereun candidato per la segreteria. Ma la suacandidatura non è apprezzata da tuttinell’area ex diessina, perché l’exsegretario Cgil è visto come un «papastraniero», considerata la provenienzasocialista, e il suo nome potrebbe portaread accuse di collateralismo con isindacati. Più chance, se la chiave sceltasarà quella di premiare qualcuno diquest’area politica, le ha Gianni Cuperlo,che però non sarebbe proprio entusiastaall’idea di fare il reggente in questa fase.

Meno probabile il nome di Fassina,considerato un candidato che non uniscee che avrebbe dalla sua soprattutto laquestione generazionale. Ma c’è ancheun’ipotesi di comitato di reggenza,soluzione collettiva che servirebbe agarantire le diverse aree del partito, acominciare da quelle rappresentate daRosy Bindi e da Beppe Fioroni. Perl’autunno, invece, è difficile azzardareprevisioni. Sembra ridimensionata, senon accantonata, l’ipotesi di unacandidatura di Fabrizio Barca, incontrapposizione a Matteo Renzi. Epotrebbe spuntare quella di NicolaZingaretti, che però sarebbe costretto adabbandonare la Regione Lazio.

Al. T.© RIPRODUZIONE RISERVATADeputato Stefano Fassina, 47 anni, del Pd

La carriera

11Primo PianoCorriere della Sera Mercoledì 1 Maggio 2013

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