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Corso Istruttore di Base CANTALUPA - TORINO, 23-29/06/2013 Formatore: Marco Bussoli Direttore: Marco Lodetti Assistente: Stefano Comazzi Presidente CRA: Nino Ferraro Quaderno tecnico del corso ISTRUTTORE di BASE Giugno 2013 SOMMARIO

ISTRUTTORE di BASE - fip.it 2013-3-1-ridotto 3.pdf · Formatore Nazionale Pietro CARDILE Metodologo Loretta FABIANI Arbitro Federico BRINDISI Preparatore Fisico Manuel TORBOL Medico

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Corso Istruttore di Base

CANTALUPA - TORINO, 23-29/06/2013

Formatore: Marco Bussoli Direttore: Marco Lodetti Assistente: Stefano Comazzi Presidente CRA: Nino Ferraro

Quaderno tecnico del corso

ISTRUTTORE di BASE

Giugno 2013

SOMMARIO

Corso Istruttore di Base

CANTALUPA 23-29/06/2013

Formatore: Marco Bussoli Direttore: Marco Lodetti Assistente: Stefano Comazzi Presidente CRA: Nino Ferraro

Sommario Staff organizzativo e tecnico, elenco dei corsisti

Programma corso

1 contro 1 in attacco

Metodologia dell’insegnamento sportivo

1 contro 1 in difesa

Collaborazioni offensive

Preparazione Fisica I

Collaborazioni difensive

Collaborazioni offensive con utilizzo di blocchi

Collaborazioni difensive sui blocchi

Contropiede

Costruzione di un sistema difensivo

Concetti per costruzione di un attacco (uomo e zona)

Preparazione e gestione della gara

Area medica: Anatonia, Tramatologia, Fisiologia e Pronto soccorso

Area medica: nozioni antidoping legge vigente

Preparazione Fisica II

SOMMARIO1

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STAFF ORGANIZZATIVO E TECNICO

Direttore del Corso Marco LODETTI

Formatore Marco Bussoli

Assistente Stefano COMAZZI

Formatore Nazionale Pietro CARDILE

Metodologo Loretta FABIANI

Arbitro Federico BRINDISI

Preparatore Fisico Manuel TORBOL

Medico Roberto CARLIN

Presidente CRA Antonino Ferraro

Presidente CR Giorgio Mapelli

Segreteria Enrico Virone

                               

BAROSO TOMMASO CAMPANELLI LEONARDO D'AFFUSO GIUSEPPE DALMASSO MARCO DONGIOVANNI LUCA DURIN GIANFRANCO GABRIELE GIANLUCA GRANIERI STEFANO ITALIA FRANCESCO LANDRA ALESSIO LIPPOLIS GOIUSEPPE MARTINELLI STEFANO MASSUCCO DAVIDE MATTEA ALESSANDRO MENARDI ANDREA MONACO MARILDO MOSSO MATTEO QUERIO GIANPAOLO RIVELLA GIANCARLO SCAGLIA ALESSANDRO VARANI DAVIDE VERCELLI EDOARDO VILOIS MARCO ZABALDANO ENRICO

SOMMARIO2

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Prefazione  Al corso di Istruttore di Base del Piemonte che si è svolto presso il CONI, Scuola Regionale dello Sport di Cantalupa (TO), hanno partecipato oltre gli allievi allenatori che hanno completato il percorso di formazione nell’anno 2012-2013, secondo il Piano di Formazione Regionale stilato dai formatori in collaborazione con il CNA. L’obiettivo era quello di svolgere il programma così stabilito:

1° giorno Domenica 23.06.2013 09:00 - 10:30 arrivo e sistemazione 10:30 - 12:00 presentazione: corso – staff - corsisti; formazione gruppi 12:30 pranzo 1° argomento: 1 vs 1 dinamico in attacco + 1° intervento metodologo 14,15 - 14:30 introduzione 14:30 - 15:15 interazione 15:15 - 16:00 progettazione 16:00 - 17:30 attuazione 17:30 - 18.15 proposta formatore “1 vs 1 dinamico in attacco” 18.15 - 19:30 discussione + 1° intervento metodologo 20:15 cena 21:30 riunione 2° giorno Lunedì 24.06.2013 2° argomento: 1 vs 1 dinamico in difesa - metodologia dell'insegnamento 08:30 - 08:45 introduzione 08:45 - 09:30 interazione 09:30 - 10:15 progettazione 10:30 - 11:45 attuazione 11:45 - 12:30 discussione + 2° intervento metodologo 13:00 pranzo 3° argomento: metodologia dell'insegnamento 15:00 - 15:45 proposta formatore “1 vs 1 dinamico in difesa” 15:45 - 17:00 attuazione argomento 1 e argomento 2 17:00 - 18:45 discussione + 3° intervento metodologo 19:30 cena 21:00 – 22,30 4° argomento: principi di preparazione fisica 3° giorno Martedì 25.06.2013 5° argomento: Collaborazioni in attacco 08:30 - 08:45 introduzione 08:45 - 09:30 interazione 09:30 - 10:15 progettazione 10:15 - 11:15 attuazione 11:15 - 12:30 discussione + 2° intervento preparatore fisico 13:00 pranzo 6° argomento: Collaborazioni in difesa 15:00 - 15:15 introduzione 15:15 - 16:00 interazione 16:00 - 16:45 progettazione 16:45 - 17:30 attuazione 17:30 - 18:30 proposta formatore “Collaborazioni in attacco” “Collaborazioni in difesa” 18:30 - 19:30 discussione + 3° intervento preparatore fisico 20:30 cena 4° giorno Mercoledì 26.06.2013

7° argomento: Collaborazioni in attacco con uso dei blocchi 08:30 - 09:30 introduzione + interazione 09:30 - 10:15 progettazione 10:15 - 11:45 attuazione 11:45 - 12:30 proposta formatore “Collaborazioni in attacco con uso dei blocchi” 13:00 pranzo 8° argomento: Collaborazioni difensive su situazioni di blocco +1° intervento istruttore CIA 15:00 - 16:00 introduzione + interazione 16:00 - 16:45 progettazione 16:45 - 18:15 attuazione 18:15 - 19:00 proposta formatore “Collaborazioni difensive su situazioni di blocco” 20:00 cena 21:30 - 23:00 9° argomento: Regolamento 2° intervento istruttore CIA sala riunioni foresteria o altro 5° giorno Giovedì 27.06.2013 sala riunioni 11.00-13.00 palazzo 15.00-19.00 10° argomento: Area medica 09:00 - 11:00 Intervento medico sportivo 11:00 - 11:15 break + spostamento in palestra 11:15 - 12:30 attuazione 13:00 pranzo 11° argomento: Contropiede 15:00 - 16:00 introduzione + interazione 16:00 - 17:00 progettazione 17:00 - 18:00 attuazione 18:00 - 19:00 proposta formatore “contropiede” 20:00 cena 21:30 - 23:00 6° giorno Venerdì 28.06.2013 08:30 - 10:30 12° argomento Lezione/Proposta formatore “concetti per costruzione di una difesa a uomo e/o a zona” 10:30 - 12:00 tirocini 12:30 pranzo 14:30 - 16:00 13° argomento: Lezione/Proposta formatore “concetti per costruzione di un attacco (contro difesa uomo e/o a zona)” 16:00 - 17:30 tirocini 17:30 - 19:00 lezione tecnica: preparazione e gestione della gara 19:30 cena 21:00 – 22,30 Argomenti di esame sala riunioni 7° giorno Sabato 29.06.2013 08:30 - 11:30 tirocini 11:30 - 12:30 discussione 12.30 conclusione corso

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1VS1 ATTACCO

Introduzione

Il basket si basa sulla collaborazione di 5 giocatori all’interno del campo da gioco, l’essenza del gioco è definita dalla collaborazione e autonomia di un giocatore che si gioca il suo 1 vs 1 con palla e da 4 giocatori che giocano il loro 1vs1 senza palla. L’1vs1 in attacco significa acquisire un vantaggio spazio-tempo, giocando individualmente, autonomamente,

con o senza palla, e collaborando attraverso i movimenti di giocatori e palla in un contesto di 5 vs 5.

Obiettivi

L’1vs1 offensivo ha come obiettivo quello di battere il proprio difensore per andare a canestro: • PRENDERE / MANTENERE / CONCRETIZZARE UN VANTAGGIO

o Prendere un vantaggio significa andare ad occupare uno spazio vantaggioso nel minor tempo possibile, costringendo 2 difensori a marcare lo stesso attaccante.

1vs1 nella pallacanestro integrata

Nell’1vs1 offensivo ritroviamo i cinque postulati fondamentali: • Spazio: chi attacca deve trovare autonomamente lo spazio giusto leggendo la posizione del suo diretto

avversario e dei propri compagni (spazi vantaggiosi cambiano nel tempo. ESEMPIO: lo spazio vantaggioso di un 1 vs 1 ad inizio gara [A] è differente rispetto a un 1 vs 1 giocato negli istanti finali in vantaggio di 1 pt [B].)

• Tempo: l’attaccante deve trovare il tempo giusto per giocare e battere o anticipare l’avversario, per

creare una collaborazione con i suoi compagni ( tempo e spazio strettamente correlati). L’attaccante deve possedere la capacità di rubare il tempo al difensore: senso dell’anticipazione.

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• Autonomia: l’atleta con la palla e quelli senza devono essere in grado di giocare il proprio 1 vs 1 autonomamente, in base alle loro caratteristiche tecniche, a quelle dell’avversario che stanno fronteggiando e alla capacità di leggere la situazione del momento.

• Collaborazione: l’attacco si basa sulla collaborazione di tutti i giocatori che giocano il proprio 1 vs 1 ( 1 con palla e 4 senza).

• Equilibrio: non solo equilibrio fisico del singolo giocatore, ma anche equilibrio di squadra per permettere le collaborazioni.

È necessario leggere lo spazio MENTRE ricevo la palla per prendere un vantaggio sul difensore. Per conquistare un vantaggio il giocatore deve essere un atleta completo, quindi deve possedere i tre aspetti della pallacanestro integrata: • Aspetti tecnico/tattici: fondamentali individuali con e senza palla (ball handling, cambi di direzione, cambi

di ritmo, arresto, partenze, uso piede perno, finte, smarcamenti, conclusioni a canestro). • Aspetti fisici: forza, prontezza, velocità di piedi, controllo del corpo (equilibrio/riequilibrio), capacità di

anticipazione motoria. • Aspetti mentali: tempo di scelta, istinto, fiducia/consapevolezza nei propri mezzi, decisione e

aggressività. Ci sono diverse situazioni di 1vs1:

• Fronte canestro con / senza palla. • Spalle a canestro con / senza palla.

L’1vs1 si divide ulteriormente in:

• STATICO: situazione con spazio limitato (auto blocco, posizione in post basso o da palleggio aperto ma in posizione statica). Sia attaccante che difensore partono da fermi.

• DINAMICO: situazione in movimento, legato al concetto del mentre. Per un efficace 1vs1 il giocare deve essere a conoscenza dei punti del campo che utilizza come riferimenti: canestro, linea della palla e posizione difensore. Dopo aver ricevuto la palla il giocatore deve osservare quali spazi ho a disposizione. Gli spazi a disposizione possono essere:

• SPAZI CERTI o Difensore distante: tiro o Difensore vicino: partenza in palleggio

• SPAZI INCERTI o Utilizzo di finte e palleggio per capire quali spazi devo attaccare

Proposta del formatore

Esercizio 1: - mantenere un vantaggio con palleggio spinto • Tipo di palleggio ( spinta alternando le mani fino alla conclusione a canestro) • Variazione dello spazio (posizione/recupero difensore) • tipo di conclusione

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N.B. L’idea dell’esercizio è di attaccare il canestro leggendo il recupero difensivo. Si tratta di una progressione didattica di tipo cognitivo perché si elimina la certezza di chi attacca e di chi difende ( vedi esercizio 1b). Proposta stesso esercizio metà campo (1c).

Esercizio 2: - 1vs1 agonistico da palleggio fino tiro a canestro.

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A questo esercizio si arriva attraverso step precedenti:

Step 1 (2 a ) : assistente statico Step 2 (2 b) : movimento assistente (cambio di mano) Step 3 (2 c) : sbilanciamento difesa Esercizio 3 : -1vs1 da partenza in palleggio

Difesa passiva che obbliga l’attaccante per fare una scelta.

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Esercizio 4 : -1vs1 senza palla con appoggio Statico

Esercizio 5 : -1vs1 senza palla con appoggio Dinamico

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Esercizio 6: 1vs1 senza palla dinamico

Possibili soluzioni di lettura:

Soluzioni: 6 a – Back door 6 c – smarcamento a ‘v’ 6 d – taglio con presa di posizione spalle a canestro 6 e – 1vs1 spalle a canestro con 2 appoggi (concetto triangolo)

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Esercizio 7: - 1vs1 per giocatori interni da rimbalzo

7 – rimbalzo con successivo tiro a canestro. 7 a – due giocatori che lottano a rimbalzo chi subisce canestro rimane a lottare. 7 b/c – due giocatori che lottano a rimbalzo, successiva apertura e si gioca 1vs1 con 2/3 appoggi per la presa di posizione ( concetto mentre, triangolo). Queste sono le proposte di alcune progressioni didattiche su situazioni di 1vs1 in attacco fatte dal formatore. Il formatore ha utilizzato un metodo induttivo nell’esercizio 1, mentre negli esercizi 2, 3, 4, 5 viene adottato un metodo deduttivo. Negli ultimi due esercizi 6, 7 il formatore adotta un metodo induttivo per poi successivamente analizzare le possibili soluzioni.

Conclusioni

Quindi l’obiettivo dell’1vs1 in attacco è quello di battere l’avversario: • Attaccare la spazio vantaggioso al momento giusto • Ricevere il pallone in posizione vantaggiosa • Rubare lo spazio leggendo la situazione prima di ricevere ( concetto del MENTRE) • Riceve con un idea chiara: prendere – mantenere un iniziativa nei confronti della difesa, costringere a

farla reagire all’iniziativa dell’attacco.

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METODOLOGIA DELL’INSEGNAMENTO SPORTIVO Lezione tenuta dalla dott.sa Loretta Fabiani

Introduzione

La metodologia è la disciplina che ha come scopo individuare e suggerire strategie efficaci per l’apprendimento di tecniche e tattiche sportive. Il metodo è un insieme di procedimenti intenzionali ed organizzati allo scopo di raggiungere un obiettivo. Lo stile di insegnamento è la modalità globale con la quale viene svolto. Lo stile di insegnamento è influenzato da:

• Obiettivi didattici • Contesto • Tipo di compito • Caratteristiche degli atleti

Lo stile usato porta all’attivazione di determinate strategie didattiche, caratterizzate da: • Contenuti • Comunicazione del compito • Organizzazione delle attività • Feedback (esterni ed interni) e valutazione

Il metodo utilizzato può essere: • Deduttivo • Induttivo

Il metodo induttivo è centrato sull’esperienza dell’atleta (vasta gamma di stimoli, risoluzione dei problemi, scoperta guidata ed esplorazione). Il metodo deduttivo è centrato è centrato sul ruolo dell’allenatore (metodo direttivo/prescrittivo o misto, assegnazione dei compiti). I principi metodologici generali di riferimento sono:

• Individualità • Trasversalità • Regia • Variabilità • Contestualizzazione • Riconoscimento dei ruoli • Globalità

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Obiettivi

Perché programmare?

Senza programmazione non c’è efficacia, in quanto l’allenamento risulta fine a sé stesso, non persegue gli obiettivi, non è coerente con il modello teorico scelto e non si conforma alle capacità dei singoli atleti. La programmazione è necessaria per valutare i prerequisiti motori, incrementare qualitativamente le capacità senso-percettive, inserire gradualmente capacità coordinate e condizionali e sviluppare capacità di tipo relazionale e affettivo. La programmazione si suddivide in:

• Fase pre-attiva, dove si definiscono: obiettivo, attività, mezzi e metodo; • Fase interattiva, dove si definiscono: presentazione del lavoro, assegnazione dei compiti,

correzione degli errori e feedback; • Fase valutativa, dove si definiscono: verifica, valutazione e riprogettazione

Per una programmazione consapevole ed efficace è necessario: • Conoscere gli atleti (soggetti e contesto) • Fissare obiettivi didattici ed educativi (cosa sono in grado di fare gli atleti? In quali condizioni? Come

deve essere eseguito?) Questi obiettivi devono essere:

• Scanditi nel tempo • Individualizzanti • Difficili ma raggiungibili • Condivisi • Giustificati • Verificabili • Motivanti

Domande che un allenatore dovrebbe porsi: quali obiettivi generali e specifici definire? Quale stile di insegnamento adottare? Quale metodologia scegliere? Per un apprendimento significativo: Principio del carico motorio. Cioè l’obiettivo del superamento della soglia di quello che gli atleti sanno, sia per qualità che per quantità. Si basa sui concetti di Polivalenza (cambiare metodologia per incidere sul carico-significatività) e Multilateralità (aspetti didattici differenti per l’apprendimento del massimo numero possibile di attività motorie). Nella fase interattiva è necessaria la presentazione del compito:

• Assumendo una posizione sul campo; • Fornendo informazioni sintetiche e chiare; • Definire concetti chiari verbalmente, anche tramite modelli visivi;

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• Collegando immediatamente l’informazione fornita all’esperienza pratica; • Ponendo domande e chiedendo spiegazioni; • Facendo emergere la scansione temporale dell’azione.

Fare attenzione a: • Proposta adeguata a capacità/età degli atleti • Gruppi omogenei/eterogenei • Difficoltà crescente • Assegnazione di compiti differenziati • Incoraggiare il lavoro autonomo

Ricordarsi di: • Predisporre materiali • Presentare un compito • Accogliere le domande • Valutare i tempi di esecuzione • Valutare il tempo negli spostamenti • Sicurezza • Riprendere i compiti nella fase finale

Principi metodologici delle correzioni: • Correggere un elemento alla volta • Dare priorità agli errori principali • Correzione razionale (sussidi didattici) • Correzione positiva (non sottolineo l’errore) • Utilizzo dei rinforzi • Utilizzo di un linguaggio adeguato • Tempestività (tenendo conto che la M.B.T. ha durata di 1’) • Considerare gli aspetti emotivi e relazionali

Apprendimento

L’apprendimento è l’attività diretta specificatamente all’acquisizione e al perfezionamento di conoscenze e capacità. Gli elementi importanti per apprendere sono:

• Tempo di impegno motorio • Clima positivo • Informazione frequente e di qualità • Organizzazione del lavoro • La motivazione

L’apprendimento motorio è costituito da processi associati all’esercizio che determinano dei cambiamenti nella capacità di prestazione permanenti nel tempo. Gli indicatori di apprendimento sono: miglioramento, costanza, persistenza, adattabilità/plasticità.

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La fase dell’apprendimento motorio non è un processo continuo, ma dinamico, che può durare anche 10-12 anni dall’inizio dell’attività sportiva. L’apprendimento motorio è suddiviso in tre fasi:

1. Coordinazione grezza 2. Coordinazione fine 3. Coordinazione avanzata

La fase della coordinazione grezza è caratterizzata da movimento cosciente, privo di istinti e automatismi, segnata da movimenti grossolani e imprecisi, con errori molto frequenti e grande fatica. È fondamentale la comprensione del compito da parte dell’atleta, pertanto è necessario l’uso di poche parole e più esempi pratici. La fase della coordinazione fine è caratterizzata da maggiore qualità, maggiore scelta di tempo e fluidità nei movimenti. È necessario aumentare il livello di azione dell’atleta, motivare adeguatamente e lavorare sui particolari. La fase della coordinazione avanzata è una fase aperta caratterizzata da un movimento automatizzato e organizzato, i programmi motori sono adeguatamente organizzati, viene fatta un’attenta analisi del contesto. è presente una maggiore resistenza esterna a fattori disturbanti, maggiore carico di lavoro e possibilità di creare situazioni ideomotorie all’atleta.

Ruolo dell’allenatore

L’allenatore deve essere un educatore e un “facilitatore” dell’apprendimento, attraverso l’attivazione di strategie didattiche. L’allenatore è competente e cosciente del proprio ruolo. Ogni allenatore e un insegnate che deve avere una grande efficacia didattica perché controlla costantemente le abilità dell’atleta. Le competenze didattiche sono: indispensabili per escogitare soluzioni, insegnare e perfezionare varianti, ottimizzare vecchie tecniche ed accrescere la consapevolezza dell’atleta. Le competenze didattico metodologiche sono: strutturare metodologie didattico-operative, programmare scegliendo situazioni di allenamento adatte, analizzare il comportamento motorio, comunicare con efficacia, dare istruzioni idonee, lavorare sulle motivazioni, correggere ed incoraggiare, valutare l’efficacia dell’insegnamento. Le competenze pedagogiche, fondamentali per ogni allenatore, sono: saper motivare, saper comunicare, saper programmare, saper osservare, saper valutare. L’allenatore deve essere credibile:

• Far sapere ai suoi atleti cosa stanno facendo • Evidenziare abilità e carenze • Spiegare le ragioni di tecniche e strategie • Non fare promesse • Rispondere alle domande con competenza, sincerità e sensibilità • Mai dire frasi lapidarie

L’allenatore competente deve: • Programmare (per obiettivi)

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• Osservare (registrare informazioni per mezzo di un’interpretazione attiva e selettiva della realtà) • Analizzare l’obiettivo

Errore Definizione dell’errore: l’errore è lo scarto rispetto ad un movimento predefinito. Gli errori sono causati da insufficiente livello di preparazione coordinativa o condizionale, causati da poca esperienza, da una condizione psicologica inadeguata, da condizioni ambientali esterne o da combinazione di più fattori. Interpretazione dell’errore: porta all’efficacia delle correzioni. Perché le correzioni siano efficaci bisogna: conoscere il modello ideale, valutare se la discrepanza è personale e accettabile, rapportarle al livello di apprendimento, valutare le caratteristiche degli errori, conoscerli e prevenirli. La valutazione è indispensabile per valutare caratteristiche e prestazioni dell’atleta per la qualità della programmazione.

Buona leadership

La buona leadership di un allenatore si caratterizza da:

• Essere diretti • Essere competenti • Essere coerenti e chiari • Applicare disciplina • Separare fatti da opinioni • Essere focalizzati sugli obiettivi • Essere rapidi nelle risposte • Essere efficaci • Enfatizzare il lavoro di squadra • Valorizzare tutti • Conoscere la differenza tra intensità ed emotività • Motivare gli atleti • Rimproverare in privato e lodare in pubblico

Il punto di vista dell’atleta

Cause di demotivazione:

• Mancanza di divertimento • Mancanza di successo

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• Stress da competizione • Assenza di appoggio da parte dei genitori • Incomprensione con l’allenatore • Noia ed incidenti sportivi

Secondo un sondaggio svolto sugli atleti, le caratteristiche ideali dell’allenatore devono essere:

• Non urlare e non arrabbiarsi durante la partita • Far divertire • Incoraggiare • Non perdere l’entusiasmo

Quindi le possibili soluzioni sono: la padronanza delle emozioni, la crescita nella tecnica e nella didattica e nelle strategie motivazionali. La soddisfazione dell’atleta è dovuta a tre fattori:

1. Divertimento 2. Competenza: imparare quello che non so 3. Affiliazione: stare insieme agli altri

Perché ci sia divertimento è necessario variare, essere realistici, valutare e scegliere l’allenamento. Perché ci sia competenza efficace è necessario porre obiettivi accettabili e condivisi dall’atleta, dare riconoscimenti simbolici. Perché ci sia affiliazione è necessario ridurre l’ansia, puntare al compito e non alla prestazione. È fondamentale essere consapevoli di insegnare qualcosa a qualcuno! Lavorare sull’autostima, bisogni differenti, aiuto asimmetrico (mai alla pari), utilizzare i feedback. Il tutto per CREARE UNA SQUADRA.

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1 VS 1 DIFENSIVO

Introduzione

Quando si parla di 1vs1 bisogna ricordare che esso va inserito in un concetto di gioco di squadra e quindi di 5vs5 (concetto di autonomia e di successiva collaborazione). Sinteticamente possiamo descrivere la difesa sull’1vs1 come la capacità di togliere lo spazio vantaggioso prima che questo venga occupato dall’attaccante, questo va effettuato il più rapidamente possibile (concetto di spazio - tempo). Al fine di ottenere questo risultato, una buona difesa prevede la preparazione e il miglioramento di qualità fisiche, tecniche e mentali. Nel caso che l’attacco riesca a prendere vantaggio, l’obiettivo della difesa è quello di farglielo perdere nel minor tempo possibile.

Obiettivi

• Occupare spazio vantaggioso prima dell’attaccante • Recuperare spazio/tempo vantaggioso nel caso che questo sia stato perso in precedenza • Responsabilizzare il difensore sul concetto di non farsi battere dall’attaccante • Creare una mentalità “difensiva”, ovvero attribuirgli in concetto di voglia e motivazione • “Attaccare l’attaccante”, costringerlo o condizionarlo a fare il tipo di scelta voluta dal difensore • Passare da scelte autonome individuali a scelte collaborative (aiuti difensivi)

Cosa ci vuole:

• Qualità Fisiche

Quando parliamo di qualità fisiche nell’aspetto difensivo ci concentriamo nel dettaglio sulle capacità condizionali e quindi su forza, velocità e resistenza. Il difensore deve avere una buona reattività di piedi, una corretta padronanza della posizione fondamentale, il tutto condito da un buon equilibrio e la relativa capacità di recuperare tale situazione di equilibro qualora questa venisse persa.

• Qualità Mentali

Si parla del concetto di “prendere l’iniziativa”, “attaccare l’attaccante”, insegnare fin da subito a mettere le mani sulla palla inducendo l’attaccante a compiere la scelta voluta dal difensore. Si può inserire nel contesto anche una sviluppo della capacità mentale di anticipazione legata al concetto del “mentre”. Importante l’aspetto motivazionale, trasmettendo così l’orgoglio di non farsi battere.

• Qualità Tecniche

Le tecniche di una buona difesa si differenziano se eseguite su attaccante con palla o senza palla. In entrambi i casi sono fondamentali una corretta posizione ed una buona capacità di anticipo. Quando si parla della difesa sulla palla dobbiamo specificare l’uso corretto dello scivolamento e della corsa in caso di recupero.

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Tecnica

• Posizione fondamentale

Una corretta posizione fondamentale difensiva si basa sull’equilibrio e il rapido recupero delle stesso qualora questo venga perso durante l’azione. Partendo dal basso, l’appoggio è su tutto il piede ma con il carico sugli avanpiedi (“piedi pronti”), ginocchia flesse a circa 120°, baricentro al centro dell’appoggio (equilibrio), distanza tra i piedi di poco maggiore alla larghezza delle spalle, schiena dritta leggermente inclinata avanti, braccia aperte e mani pronte che seguono i movimenti della palla (traccio la palla) questo collegato ad un discorso di dissociazione di arti inferiori da quelli superiori. Ovviamente la mano più in anticipo è quella corrispondente alla palla.

• Scivolamento

In questo caso abbiamo due scelte tecniche da utilizzare: la prima prevede il primo passo lungo in direzione dello spostamento, il secondo un primo passo breve di attivazione del piede interno. In entrambi i casi si prevede un uso rapido e vicino al suolo dei piedi soprattutto sul passo di richiamo, ginocchia piegate e schiena dritta. Tutto ciò, nel caso che il difensore venga battuto, deve essere recuperato dopo una piccola corsa che possa permettere il ritorno in equilibrio nella posizione fondamentale. Nell’ultimo caso di recupero lo scivolamento viene alternato alla corsa attraverso l’uso di un passo incrociato, che prevede la torsione del busto.

• Su attaccante senza palla

Un difensore deve vedere sempre palla e uomo. Questo avviene attraverso una corretta posizione sulla linea della palla (parallela alla linea di fondo). Il caso di guardia chiusa ad un passaggio di distanza, prevede che piede e mano dello stesso lato del pallone siano in anticipo sulla linea di passaggio. In caso di difesa molto aggressiva anche la spalla è sulla linea di passaggio. L’avanbraccio sulle linea di passaggio è semiflesso e carico pronto all’anticipo, l’avambraccio opposto è flesso già a contatto con l’attaccante. Nel caso di una situazione a più passaggi di distanza la posizione in guardia chiusa è la stessa ma arretrata per consentire la visione di palla e uomo ma sempre pronta al recupero in caso di taglio o di rimpiazzo. In guardia aperta si ha una posizione meno aggressiva perché non c’è l’anticipo del braccio più vicino alla palla. In questo caso l’anticipo avviene con la mano più lontana dalla palla.

• Su attaccante in post basso

La difesa sul pivot, o più generalmente in post basso, ha come obiettivo il rompere l’allineamento palla-uomo-canestro che l’attacco cerca di creare per consentire il passaggio. Questo può avvenire attraverso l’uso di spinte col petto oppure attraverso il corretto uso dell’avambraccio a contatto con l’attaccante, sempre ovviamente nel limite del regolamento ma comunque in entrambi i casi adottando una posizione del corpo a ¾.

• Su tagli e tagliafuori

Importante in questa situazione un rapido cambio di guardia attraverso la torsione del busto, con l’obiettivo di occupare lo spazio prima dell’attaccante (chiudere il cancello) costringendolo così a cambiare la traiettoria del taglio. Nel tagliafuori è fondamentale prendere il contatto con l’attaccante appena partito il tiro, attraverso

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prima l’uso dell’avambraccio sul petto dell’avversario per poi utilizzare un giro dorsale o frontale escludendo così l’attaccante attraverso l’uso del proprio corpo, togliendogli lo spazio. Durante il tagliafuori assume importanza la comunicazione (urla “tiro”) per responsabilizzare i compagni.

Indicazioni tattiche e strategiche

Tatticamente parlando, bisogna specificare come la distanza del difensore dall’avversario è determinata: 1) in base al posizionamento della palla che preannuncia le intenzioni dell’attaccante (palla sopra la testa=tiro, palla bassa=partenza), oppure, in base alla scelta sulla quale si vuole invitare l’attaccante (leggermente spostato a lasciare maggiore spazio nella direzione in cui si vuole mandare l’attaccante). Questi concetti si riferiscono alla capacità di adeguarsi a seconda delle caratteristiche tecniche e fisiche dell’avversario e alla gestione del tempo, ad esempio indirizzando la palla su un lato oppure concedendo un maggiore spazio per un tiro dalla distanza. In situazioni di strategie avanzate l’atteggiamento del difensore può variare da aggressivo a contenitivo ricordando che l’obiettivo rimane sempre quello di restringere lo spazio. Aspetto rilevante è dato dall’importanza di guardare dove si sta muovendo la palla prevedendo così il lato forte e il lato debole.

Proposta del formatore

1vs1 DIF SU PALLA Esercizio didattico, difensore sempre a un braccio di distanza, con il naso davanti alla palla e braccia che tracciano la palla. OBIETTIVO: fare muro in difesa

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1vs1 DIF SU PALLA Il difensore deve impedire all'attaccante di entrare in palleggio all'interno della lunetta. Tempo max: 4” per l'attacco OBIETTIVO: fare muro in difesa

Progressione su tutto il campo: il difensore deve impedire all'attaccante di entrare in palleggio nei tre cerchi (tiro libero, metà campo, tiro libero). 1 punto al difensore (o all'attaccante) per ogni vittoria

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1vs1 DIF SU PALLA Il difensore deve rompere la linea di penetrazione dell'attaccante recuperando lo svantaggio in termini di spazio e tempo per impedire una facile conclusione. Tempo max: 8” per l'attacco OBIETTIVO: recuperare e fare muro in difesa

1vs1 DIF LONTANO DALLA PALLA Il difensore deve lavorare d'anticipo per un massimo di 5” impedendo la ricezione all'attaccante. Scaduti i 5” il coach lascia la palla a terra e il primo che la prende attacca il proprio canestro (contropiede del difensore) OBIETTIVO: difesa d'anticipo

1vs1 DIF LONTANO DALLA PALLA Il difensore deve lavorare d'anticipo per un massimo di 5” impedendo la ricezione all'attaccante. Scaduti i 5” il coach si sposta in palleggio e l'1vs1 si sposta spalle a canestro OBIETTIVO: difesa d'anticipo fronte e spalle a canestro

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1vs1 DIF LONTANO DALLA PALLA Il difensore deve inizialmente lavorare d'anticipo (palla ad un passaggio), per poi mettersi in posizione di aiuto (palla a due passaggi). OBIETTIVO: difesa a uno o più passaggi

1vs1 DIF DA RECUPERO CON/SENZA PALLA L'attaccante palleggia verso il cerchio di metà campo ed effettua un cambio di senso mentre il difensore va a toccare lo smile e sprinta per impedire una penetrazione o un tiro all'attaccante. L'attaccante ha la possibilità di utilizzare un appoggio e in tal caso il difensore deve modificare la propria posizione difensiva (saltare alla palla). OBIETTIVO: difesa su recupero

1vs1 DIF LONTANO DALLA PALLA Il difensore adatta la propria posizione difensiva a seconda della posizione dell'appoggio (anticipo o posizione d'aiuto) OBIETTIVO: difesa sulla linea di passaggio

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1vs1 DIF CON PALLA SU RECUPERO Il difensore fa rotolare la palla verso l'attaccante e corre a difendere a muro in maniera reattiva. Progressione: passaggio battuto a terra, passaggio diretto. OBIETTIVO: difesa su recupero

Conclusioni

Per una corretta difesa sull’1vs1 è importante sottolineare come questa sia la base di un sistema difensivo di squadra. L’allenatore deve essere in grado di trasmettere ai propri giocatori il concetto motivazionale del piacere del difendere, dell’orgoglio e della responsabilità individuale curando nei dettagli la posizione fondamentale del corpo nelle sua interezza al fine di ottenere la migliore risposta alle molteplici scelte e situazioni di attacco.

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PREPARAZIONE FISICA

Introduzione

L’aspetto della preparazione fisica è fondamentale nella formazione di un giocatore, allo stesso modo dell’aspetto tecnico e mentale. Negli ultimi anni il concetto di “preparazione fisica” e le metodologie di lavoro ad essa associate hanno subito profondi cambiamenti: se prima la metodologia di allenamento era presa in prestito o copiata da altri sport e applicata alla pallacanestro, ora invece si ricercano metodologie specifiche. Non si fa più “atletica”, ma si fa preparazione fisica alla pallacanestro.

Obiettivi

L’obiettivo della preparazione fisica attuale è: creare i presupposti fisici necessari per il miglioramento tecnico individuale. I punti di partenza per una preparazione fisica adeguata risultano in generale essere: - riconoscimento dell’utilità del lavoro (quindi credere nel “nuovo” concetto di lavoro fisico); - conoscenza del gioco; - apertura mentale con occhio critico verso le nuove indicazioni; - conoscenze di base dei sistemi energetici e dei diversi tipi di metabolismo: -anaerobico: che si divide in:

• lattacido (attività ad intensità massimale svolta per un tempo tra i 10” e i 3’, che porta all’accumulo di acido lattico; per es.: 200m, 400m, 800m)

• alattacido (attività di grande intensità svolta per 10”-15” che non comporta accumulo di acido lattico; per es.: 100m, lancio del peso, lancio del giavellotto)

- aerobico: che è implicato in sforzi di intensità media, prolungata nel tempo (per es.: ciclismo, maratona, sci di fondo). Da questo punto di vista la pallacanestro è un’attività ad impegno aerobico/anaerobico alternato senza accumulo di acido lattico, con alta richiesta di velocità ed esplosività muscolare, associate a forza specifica; la richiesta è quindi che la preparazione fisica contribuisca a produrre giocatori: - esplosivi e reattivi; - con elevati livelli di forza specifica; - con adeguato controllo del movimento e del corpo;

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- sani, nell’ottica di concepire la preparazione fisica anche come metodo preventivo dagli infortuni. Inoltre i giocatori di pallacanestro devono essere flessibili, cioè possedere movimenti di grande ampiezza, determinata da articolazioni e catene muscolari. Spesso problematiche fisiche possono comportare conseguenti deficit tecnici: uno scarso controllo del busto e blocchi articolari possono portare ad una scorretta posizione fondamentale, che può essere determinata anche da una retrazione della catena posteriore. Il valgismo delle ginocchia, invece, può portare ad un errato caricamento del tiro oltre ad aumentare il rischio infortuni. Di conseguenza, migliorando l’aspetto fisico può migliorare la tecnica e può diminuire la quantità e la frequenza degli infortuni. Per ogni categoria giovanile esistono obiettivi diversi da perseguire: UNDER 13: - Saper mantenere la posizione fondamentale in equilibrio -Saper mantenere la posizione di equilibrio con semplici movimenti dinamici in tutte le direzioni

• Allenare propriocettori e stabilizzatori statici • Saper utilizzare piccoli sovraccarichi in posizione bipodalica

UNDER 14- UNDER 15:

• saper mantenere la posizione fondamentale entro la propria soglia funzionale di equilibrio

• controllare il proprio corpo in situazioni dinamiche (corsa/scivolamento, accelerazione/frenata, aiuto e recupero)

• Allenare propriocettori e stabilizzatori statici • Utilizzare correttamente i sovraccarichi artificiali in appoggio bipodalico

(manubri, elastici, cavi, palle zavorrate, barre), comportando anche esercizi di coordinazione.

UNDER 17: • Controllo della posizione fondamentale in tutte le situazioni (anche con piccoli

disturbi come spinte, trazioni di elastici, sovraccarichi) • Saper utilizzare correttamente i sovraccarichi artificiali anche in appoggio

monopodalico • Avere un buon controllo posturale nelle esercitazioni di salti • Allenare stabilizzatori funzionali ai movimenti interessati

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UNDER 19:

• Controllo della posizione fondamentale anche contro resistenze funzionali e in appoggio monopodalico

• Utilizzare correttamente sovraccarichi artificiali anche in appoggio monopodalico in combinazioni (torsioni, tirate e spinte con disequilibrio, swissball…)

• Individualizzare il lavoro Altro concetto importante nell’ambito della preparazione fisica è quello del carico fisico delle esercitazioni tecniche: cioè valutare l’intensità in rapporto alla durata, tenendo conto delle fasi di recupero. Per stimolare il sistema aerobico possono essere, per esempio, proposti esercizi di fondamentali individuali con e senza palla a metà campo e a tutto campo, di collaborazioni a metà campo a 2/3/4 giocatori con e senza difesa, di continuità pari numero e sovrannumero, di tiro e di 5c5 più contropiede. Per stimolare, in alternativa, il metabolismo anaerobico alattacido, possono essere proposti esercizi:

• a metà campo, lavori individuali a coppie sulla difesa che prevedano una fase intensa da 10”- 15” con spostamento a massima velocità;

• ad un campo e mezzo, lavori a 3/4 giocatori con difesa (a metà campo più contropiede) che prevedano una fase difensiva molto intensa seguita da contropiede (5”max).

Infine per stimolare il metabolismo lattacido si possono proporre gare parziali a tutto campo (2c2 o 3c3 a tutto campo a massima intensità con recupero doppio o triplo rispetto al tempo di gioco) o difese ripetute (3c3 o 4c4 con difesa intensa per 20” ripetuta 2-3 volte consecutivamente, con recupero doppio, attivo con tiro per es.). In generale le fasi di una seduta di allenamento possono essere:

• Lavoro individuale • Attivazione (30’) • Fase centrale/agonistica (40’) • Fase conclusiva/agonistica (40’) • Defaticamento (20’)

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Esistono anche da un punto di vista fisico due tipologie di allenamento:

• l’allenamento lineare (attivazione, fondamentali individuali, argomento tecnico, tiro, situazioni di gioco, defaticamento);

• l’allenamento modulare che prevede moduli ripetuti con argomenti tecnici centrali diversi (lavoro a stazioni, prima sul tiro poi sul palleggio, fondamentali individuali, situazioni di gioco, TL, acqua e ripetizione del modulo).

PROPOSTA PRATICA Una corretta posizione fondamentale permette di essere in corretto equilibrio e di essere rapidi ed esplosivi nei movimenti di gioco. Sono interessati i muscoli della catena posteriore e del core. Di grande importanza sono anche l’angolo della caviglia, del ginocchio, la mobilità del bacino, la tenuta del tratto lombare e la fissazione delle scapole. Per migliorare la posizione fondamentale sono stati proposti esercizi di core stability in progressione:

• Plunch (decupito prono) su 6 appoggi: equilibrio tra gomiti a 90° e le punte dei

piedi;

• Plunch su 4 appoggi;

• Posizione di quadrupedia; • Plunch (decupito supino);

In tutte queste posizioni si possono variare le basi d’appoggio (Per esempio sollevando un piede o un braccio in modo da aumentare l’instabilità). Un altro tipo di lavoro, per migliorare il mantenimento della posizione fondamentale, può essere effettuato a coppie: un compagno cerca di mantenere la posizione

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fondamentale mentre l’altro crea disequilibrio con spinte (si possono utilizzare palloni, elastici,…). La posizione di lavoro può essere in bipodalico, divaricata sagittale e monopodalico. Un ulteriore tipo di lavoro può prevedere una fase di accelerazione e decelerazione (corsa avanti o corsa indietro) con arresto a un tempo o a due tempi, in cui è di grande importanza il mantenimento dell’equilibrio. PROPOSTE DI ATTIVAZIONE GENERALE Giocatori divisi in quartetti, su quattro stazioni. Ogni giocatore lavora 8’’ e recupera durante il lavoro dei compagni. Si effettuano due serie per ogni stazione. Nella prima stazione si effettua lavoro di stepping frontale (fig, 1); Nella seconda scivolamenti laterali a 8 fra due conetti (fig.3); Nella terza stazione stepping laterale (fig.2); Nella quarta stazione corsa avanti e indietro a 8 su due conetti (fig.3); Fig.1 Fig. 2 Fig. 3

Per i lavori di accelerazione/decelerazione esercitazioni di scivolamento alternato a fasi di corsa con cambi di senso e di direzione. Esempio1: con 3 conetti posti a triangolo in un quarto di campo sprinto da 1 a 2, scivolo da 2 a 3 e corro indietro da 3 a 1. (vedi fig4) Esempio 2: sprinto da 1 a 2, sprinto da 2 a 3 uscendo in close out e scivolo da 3 a 1. (vedi fig4) Esempio 3: su tre conetti posti in linea sprinto da 1 a 2, esco come da “show” difensivo da 2 a 3 e recupero da 3 a 1 correndo a braccia alte. (vedi fig4)

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Fig. 4 Tra i lavori di attivazione generale possiamo anche inserire:

• lavori in monopodalico, simili a tutti i lavori che vengono eseguiti in bipodalico in modo da aumentare il controllo del corpo (arresti, salti, etc).

• esercitazioni in torsione, che possono essere effettuate in posizione bipodalica, divaricata sagittale (split) e monopodalica (statiche) o in situazioni dinamiche di corsa alternata a torsioni. Anche qui per destabilizzare l’equilibrio possono essere utilizzate spinte con elastici, palloni, etc.

PROPOSTE DI LAVORO METABOLICO Il lavoro metabolico deve prevedere momenti ad alta intensità, bassa intensità e pause. Il rapporto tra lavoro e recupero deve essere pari a 1:1. Esempio 1: sono stati proposti lavori di corsa avanti per la durata di 20’’ totali (azione di gioco tipo) sulla distanza tra i 18 e i 22 m (a seconda del livello del gruppo di lavoro) . Bisogna impiegare 5’’ per percorrere l’intera distanza tra i due conetti (5’’x 4 = 20’’).

Esempio 2: in questa esercitazione si alternano momenti di alta intensità a momenti di bassa intensità. 5’’ per sprintare dal conetto 1 al 2 e ritorno, 5’’ da 1 a 3, 5’’ da 3 a 2 e ritorno, 5’’ da 3 a 1. Anche qui per un totale di 20’’. In questo tipo di esercizio c’è la possibilità di usare il pallone.

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PROPOSTA DI ATTIVAZIONE PRE GARA Il lavoro fisico prima di una partita dura solitamente circa 10’ e può prevedere:

• Movimenti di mobilità articolare, da fermi o in corsa:circonduzione braccia avanti, circonduzione braccia indietro, slanci alternati, slanci laterali, movimenti del bacino, rotazione delle ginocchia, dorsi flessione della caviglia, rotazione della caviglia, torsioni con movimento del ginocchio opposto e movimenti di affondo a 360°;

• Situazioni dinamiche: corsa avanti/indietro e arresti a un tempo, corsa avanti/indietro e arresti a due tempi;

• Situazioni dinamiche ad alta intensità: devono prevedere cambi di direzione, cambio di velocità, scivolamenti laterali e arresti

• Rapidità di piedi;

Conclusioni

In conclusione la preparazione fisica è tanto più adeguata quanto più si avvicina al modello prestativo: l’obiettivo è quindi lavorare attenendosi il più possibile a quello che un giocatore fa giocando in campo dal punto di vista fisico ed atletico. Il modello prestativo di riferimento risulta essere costituito dai seguenti fattori: - accelerazioni/decelerazioni; - appoggi, principalmente monopodalici( l’appoggio bipodalico è utilizzati raramente come nei casi del salto a rimbalzo e nell’arresto ad un tempo); - rapidità di piedi e baricentro basso; - instabilità indotta da contatti o autoprodotta (allenare a mettere “le mani addosso” ai compagni in allenamento)

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- torsioni (molto frequenti, che si realizzano girando una parte del corpo, tenendone un’altra ferma); - posizione fondamentale, attiva e non statica (angolo del ginocchio, mai gambe tese); - alternanza di alta e bassa intensità, intervallate da pause dettate da correzioni, fischi, TL, ecc. In una partita il 70% delle azioni dura meno di 1’ e il rapporto gioco:pausa è di 1:1. Inoltre la frequenza cardiaca massima per il 15% del tempo è superiore al 95%. Anche dal punto di vista fisico un buon allenatore dovrà quindi fare poche cose, ma semplici e fatte bene, proponendo: movimenti funzionali che coinvolgono più assi, più piani e più catene muscolari, evitando i movimenti analitici; esercitazioni che migliorino in modo specifico le capacità specifiche del giocatore, senza copiare esercizi visti fare in altri contesti; esercitazioni sempre ad elevata qualità, senza prolungare la durata delle singole ripetizioni al punto di farla scadere . Bisogna in definitiva allenare sempre di più quello che è utile per il giocatore di pallacanestro.

SOMMARIO31

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COLLABORAZIONI OFFENSIVE

Introduzione

Le collaborazioni offensive si basano sui principi dell' 1vs1. Il vantaggio ottenuto con l'azione di 1vs1 è mantenuto e concretizzato grazie all'aiuto dei compagni, che non devono per forza muoversi, ma anche semplicemente occupare uno spazio vantaggioso. E' fondamentale sottolineare come una collaborazione offensiva efficace sia basata sul rispetto di tutti i postulati:

• spazio (tra i giocatori, rispetto al canestro) • tempo (scelte esatte nei tempi giusti, timing) • equilibrio (di squadra e individuale) • autonomia ( 1vs1, muoversi negli spazi vantaggiosi) • collaborazione

Obbiettivi

La domanda principale che dobbiamo porci è quale obbiettivo dobbiamo perseguire con le collaborazioni offensive? L'obbiettivo è prendere un vantaggio attraverso l'1vs1 con o senza palla, in modo da portare due difensori a marcare lo stesso attaccante. Il vantaggio ottenuto si mantiene con l'utilizzo di passaggio, palleggio, tagli e spaziatura. Di fondamentale importanza è inoltre il concetto di anticipazione, che permette all’attaccante di occupare uno spazio vantaggioso prima della difesa. La concretizzazione è basata sull'autonomia del giocatore utilizzando nel modo corretto gli spazi aperti per concludere con tiro o attacco al ferro. Gli strumenti tecnici utilizzati sono i fondamentali offensivi più la collaborazione con i compagni di squadra. Non è sempre solo chi ha la palla che comanda l'azione; è fondamentale infatti, mantenere il corretto equilibrio di squadra ed individuale per ottenere dei corretti spazi tra i giocatori, aspetto indispensabile per una buona azione offensiva. Il fine ultimo della collaborazione offensiva è, dunque, il raggiungimento di un tiro aperto ad alta percentuale. Come ottenere una buona collaborazione? E' fondamentale il concetto dello spazio - distanza. Gli aspetti importanti da valutare sono:

• distanza tra i giocatori • posizionamento rispetto alle linee (linea della palla – linea di passaggio – linea di penetrazione) • concetto del “mentre” • visione periferica

Non esistono quindi regole prestabilite: tutto dipende dallo spazio e dal tempo. Dipende dai principi sopra elencati e dalla coerenza del mio sistema offensivo di gioco. L’importante è tenere sempre in considerazione le caratteristiche dei giocatori che alleno.

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Quali sono le collaborazioni offensive? Le collaborazioni offensive sono caratterizzate dal gioco tra:

• esterno - esterno • esterno - interno • interno - interno

Le collaborazioni offensive analizzate sono dai e vai (1c1 senza palla) e il penetra e scarica (utilizzo di palleggio e passaggio). Nel dai e vai e utilizzo del rimpiazzo, il vantaggio si ottiene con il movimento senza palla e con i tagli, mentre nel penetra e scarica si ottiene con il 1c1 con palla e si mantiene con il movimento senza palla. Proposta del formatore Esercizi in cui il possibile vantaggio generato da una collaborazione viene ottenuto grazie all’utilizzo di penetrazione e scarico.

2vs2 handicap Attaccante 1 in angolo con palla marcato da X1, attaccante 2 in angolo opposto senza palla, marcato da X2, che gioca flottato in area sul lato debole. Appoggio in ala sul lato della palla. 1 passa la palla all’assistente, poi corre a prenderla dalla sua mano esterna. Il difensore corre e va a toccare la mano interna dell’assistente. In questa situazione, avrà quindi un vantaggio per una penetrazione sul fondo. Attaccando il canestro, se trova X2 sulla linea di penetrazione, potrà collaborare con 2 che dovrà attaccare lo spazio vantaggioso, valutando il recupero di X1. 3vs3 handicap Giocatore 1 in angolo con palla marcato da X1, X2 flottato in area, X3 sul gomito. 2 e 3 uno in fila all’altro fuori dalla linea da 3 punti. Appoggio in ala sul lato della palla. 1 passa la palla all’appoggio e va a riprenderla dalla sua mano esterna. X1 va a toccare la mano interna dell’appoggio. 1 avrà un vantaggio per una penetrazione sul fondo. Al momento dell’inizio della penetrazione di 1, 2 “comanda” e decide lo spazio libero da attaccare (tiro libero o angolo). 3 si muoverà di conseguenza nello spazio lasciato libero. 3vs3 handicap

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Posizionamento analogo al precedente. A differenza del precedente, 1 va a prendere la palla dalla mano interna dell’appoggio, X1 andrà invece a toccare la mano esterna. Questa situazione di handicap favorirà una penetrazione di 1 sul centro. 2 e 3 si muoveranno di nuovo attaccando lo spazio vantaggioso.

3vs3 1 in angolo con palla marcato da X1, 2 sotto canestro marcato da X2, 3 in angolo opposto marcato da X3. X1 permette passaggio da 1 a 2, che poi passa all’appoggio posizionato in centro fuori dalla linea dei 3 punti. Una volta ricevuta la palla, 1 e 3 sprintano in ala per ricevere la palla. 2 uscirà dal lato opposto a cui l’appoggio ha passato la palla. Da qui si gioca 3vs3 agonistico (attacco con tre giocatori esterni). Una variante successiva prevede che 2 rimanga invece a giocare in post sul lato della palla invece di uscire (attacco con due giocatori esterni e uno interno).

3vs3 handicap 3 giocatori esterni, 1 posizionato in ala, 2 in punta e 3 nell’ala opposta, tutti marcati dai rispettivi difensori. I difensori iniziano a ruotare in senso orario, marcando a turno ogni attaccante. I difensori danno le spalle alla palla, che l’appoggio, posizionato sotto canestro, deciderà di passare ad uno qualunque dei tre attaccanti in qualunque momento. Da quel momento, si gioca 3vs3 agonistico, con un possibile vantaggio per l’attacco a seconda delle situazioni.

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Esercizi in cui il vantaggio generato da un’eventuale collaborazione tra attaccanti viene ottenuto con l’utilizzo di passaggio e movimento

2vs2 handicap 1 in punta con palla marcato da X1, 2 sotto canestro, marcato da X2 che da le spalle all’attaccante. 2 può scegliere di andare ad occupare qualunque spazio vantaggioso, ricevendo un passaggio da 1 con un leggero vantaggio su X2 per una possibile penetrazione.

3vs3 handicap Posizionamento analogo al precedente, con l’aggiunta di 3 marcato da X3 che gli da le spalle, posizionati all’altezza del tiro libero. Sarà in questo caso 3 a decidere lo spazio da andare ad occupare, 2 andrà ad occupare lo spazio lasciato libero. Da questa situazione si gioca 3vs3 agonistico.

2vs2 handicap + appoggio 1 in ala con palla ma rcato da X1, 2 nello stesso quarto di campo in angolo marcato da X2. 1 passa skip all’appoggio posizionato in ala sul lato opposto. Quando l’appoggio fa un palleggio a terra, X1 va a toccare uno dei due coni, lasciando una linea di taglio favorevole a 1 (davanti o back-door). Valutando il possibile aiuto di X2, 2 si muoverà rimpiazzando e occupando una spazio vantaggioso. L’appoggio può decidere indifferentemente a chi passare la palla

3vs3 handicap + appoggio

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Posizionamento analogo al precedente, con l’aggiunta di un giocatore in punta, in questo caso chiamato 1. La palla passerà da 2 a 1 e poi all’appoggio, che quando farà un palleggio darà il via a X2 che dovrà toccare uno dei due coni, provocando il taglio di 2 in uno spazio vantaggioso. 3 e 1 si comporteranno di conseguenza, andando ad occupare gli spazi lasciati liberi (come nel caso di 3 che rimpiazza) o restando fermi e permettendo una spaziatura agevole per 2 che ha un vantaggio sul suo difensore (come ad esempio può succedere a 1, che nel caso 2 non riceva può ricevere e giocare 1vs1 o ribaltare a 3).

3vs3 handicap + appoggio 1 in ala con palla marcato da X1, 2 nello stesso quarto di campo in angolo marcato da X2, 3 in posizione di post basso anticipato da X3. 1 ribalta la palla all’appoggio posizionato in ala sul lato opposto. Un assistente posizionato fuori dal campo oltre la linea di fondo mostra una mano. Il giocatore più vicino all’assistente (X2 o X3 a seconda della mano mostrata) andrà a toccare la mano, generando una situazione di vantaggio momentaneo per uno degli attaccanti, che dovrà trovare lo spazio vantaggioso da andare ad occupare. Una variante di questo esercizio, consiste nel posizionare un altro assistente fuori dal campo oltre la linea laterale. Se è lui

a mostrare la mano, allora sarà X1 a dover toccare la mano, causando un possibile vantaggio per 1.

Conclusioni

Concludendo una collaborazione offensiva efficace si basa sulla corretta occupazione degli spazi, sul prendere e mantenere il vantaggio, sulla corretta lettura degli spazi (scelte della difesa, posizione dei compagni) e dei tempi ( tempo corretto per il passaggio e per il movimento) al fine di concretizzare il vantaggio.

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COLLABORAZIONI DIFENSIVE

Introduzione

Una collaborazione difensiva, se escludiamo alcune scelte di carattere strategico, nasce normalmente dal fallimento di una situazione di uno contro uno difensivo, con conseguente richiesta di aiuto. Nelle collaborazioni in difesa occorre prestare molta attenzione ad un aspetto collegato alla sfera mentale. E’ importante che i difensori non si sentano autorizzati a difendere con sufficienza sul proprio uomo sapendo che comunque qualcuno interverrà in loro aiuto. Vale il principio che, se ogni giocatore non venisse mai battuto, non sarebbe necessaria alcuna collaborazione. Una componente importante nelle collaborazioni difensive è una corretta comunicazione verbale tra i difensori. Le collaborazioni difensive possono essere suddivise in tre tipologie:

• Aiuto e recupero • Aiuto e cambio • Aiuto e rotazione

Un altro tipo di collaborazione difensiva, in questo caso più riconducibile ad una scelta strategica che non ad una esigenza tattica, è il raddoppio.

Obiettivi

Obiettivo di una collaborazione in difesa è annullare, nel minor tempo e spazio possibile, un vantaggio preso dall’attacco. Per raggiungere questo obiettivo, la difesa dovrà cercare di spezzare il timing dell’attacco, ad esempio rompendo la linea di passaggio e/o l’allineamento palla – attaccante - canestro. Importante è la conoscenza delle tre linee a cui la difesa deve prestare attenzione.

• Linea della palla: linea immaginaria parallela alla linea di fondo che unisce la palla alle linee laterali del campo.

• Linea di penetrazione: linea immaginaria che unisce l’attaccante con la palla al canestro. • Linea di passaggio: linea che unisce l’attaccante con la palla ad un qualsiasi ricevitore.

Tipi di collaborazione

Aiuto e recupero

La tecnica dell’aiuto e recupero prevede che il difensore lontano dalla palla (lato debole) si stacchi momentaneamente dal proprio avversario per andare ad annullare il vantaggio conquistato dall’attaccante con palla mettendosi sulla sua linea di penetrazione. Una volta limitata la minaccia a canestro, dovrà però recuperare la posizione difensiva sul proprio uomo, effettuando un movimento di close out per evitare un tiro o una penetrazione. Aiuto e recupero viene utilizzato in situazioni di spazi ridotti , perché su spazi ampi il recupero sarebbe molto difficile.

Aiuto e cambio

La tecnica dell’aiuto e cambio prevede che il difensore lontano dalla palla si stacchi dal proprio avversario per andare a difendere sull’attaccante che ha preso vantaggio; il difensore battuto dovrà a sua volta andare a difendere sul giocatore lasciato libero dall’aiuto. Aiuto e cambio può essere utilizzato sia in spazi grandi che in spazi stretti a seconda delle situazioni.

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Aiuto e rotazione

E’ una collaborazione difensiva che interessa almeno 3 giocatori. Esistono diversi modi per effettuare una rotazione difensiva ; è compito dell’allenatore insegnare quella che ritiene maggiormente efficace e funzionale. Aiuto e rotazione si utilizza per coprire spazi grandi.

Esercizi proposti

COLLABORAZIONI DIFENSIVE Il difensore 1 passa la palla al difensore 2 e va a difendere su 1. Il difensore 2 fa rotolare la palla verso 2 e corre a difendere. nel caso di penetrazione sul fondo, il difensore 1 finge un aiuto e torna su 1, mentre nel caso di penetrazione sul centro il difensore 1 si stacca e aiuta. OBIETTIVO: difesa sulla palla/aiuto e recupero

COLLABORAZIONI DIFENSIVE Dalla stessa situazione di partenza dell'esercizio precedente aggiungiamo l'assistente sul lato debole, che riceve il passaggio. Il 2vs2 parte da una situazione senza palla. OBIETTIVO: aiuto e recupero

COLLABORAZIONI DIFENSIVE Dalla stessa situazione dei precedenti esercizi, aggiungiamo una terza coppia sul lato debole e adattiamo la difesa a seconda della posizione della palla. OBIETTIVO: aiuto e recupero

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COLLABORAZIONI DIFENSIVE L'attaccante con palla penetra a canestro sfruttando il vantaggio sul proprio difensore. Il difensore sul lato debole si stacca in aiuto sulla penetrazione. L'attaccante, riconosciuto l'aiuto scarica all'assistente, che passa in angolo a 2. Mentre la palla passa dall'assistente a 2 il difensore in aiuto recupera la posizione con un close out OBIETTIVO: aiuto e recupero

COLLABORAZIONI DIFENSIVE L'attaccante con palla penetra a canestro sfruttando il vantaggio sul proprio difensore. Il difensore sul lato debole si stacca in aiuto sulla penetrazione. L'attaccante, riconosciuto l'aiuto scarica a 2 o a 3. Mentre la palla è in volo il difensore 2 recupera la posizione con un close out su chi riceve il passaggio. A rotazione il difensore battuto dal palleggio recupera sul terzo attaccante ancora libero OBIETTIVO: rotazione difensiva a tre

COLLABORAZIONI DIFENSIVE L'attaccante con palla penetra a canestro sfruttando il vantaggio sul proprio difensore. Il difensore sul lato debole si stacca in aiuto sulla penetrazione. L'attaccante, riconosciuto l'aiuto scarica a 3. Il difensore di 3, visto lo spazio ridotto aiuta e recupera in close out. In alternativa, 3 può rimanere sull'uomo che ha penetrato e 1 può andare a cambiare su 3, mantenendo le spaziature sempre ridotte. OBIETTIVO: aiuto e recupero/cambio

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COLLABORAZIONI DIFENSIVE In maniera didattica gli attaccanti fanno circolare la palla e i difensori adeguano la propria posizione. Quando il coach mostra la mano al difensore 2, quest'ultimo gliela tocca favorendo la penetrazione dell'attaccante. Il difensore sul lato debole aiuta, il difensore 1 adatta la propria posizione per andare in close out su chi riceve il passaggio. Il difensore 2 ruota sull'attaccante libero, mentre il difensore 3 si stacca in posizione di aiuto sul nuovo lato debole OBIETTIVO: rotazione difensiva a 4

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COLLABORAZIONI OFFENSIVE CON UTILIZZO DI BLOCCHI

Introduzione

Alcune collaborazioni offensive prevedono l’uso di blocchi per aiutare un giocatore a smarcarsi per un passaggio o un tiro, per togliersi da una situazione di pressione o per creare una superiorità numerica (prendere/mantenere un vantaggio).

Obiettivi

I blocchi servono per: • prendere un vantaggio; • mantenere il vantaggio.

L’utilizzo del blocco

Esistono 2 grosse categorie di blocchi: • su palla (pick&roll/pick&pop); • lontani dalla palla.

Vengono coinvolti almeno 3 giocatori: • il bloccante: è colui che porta il blocco; • il bloccato: è colui che sfrutta il blocco; • il passatore: è colui che passa la palla.

N.B.: Nel pick&roll, bloccato e passatore coincidono. Perché si porta un blocco? Per creare un vantaggio di spazio, un vantaggio che il giocatore con, o senza, palla non è in grado di costruirsi da solo, per effettuare un tiro da liberi o quando c’è tanta aggressività. Come si porta un blocco?

• Ci vuole grande equilibrio e grande forza (posizione fondamentale): o piedi larghi larghezza delle spalle, o ginocchia piegate, o peso sugli avampiedi (le spalle sono in linea con i piedi), o braccia all’interno del cilindro

• Bisogna essere FERMI a una distanza tale che il difensore del bloccato abbia spazio e tempo per uscire dal blocco;

N.B.: posso compiere dei movimenti in allontanamento rispetto all’uscita del difensore per aumentare lo spazio e la difficoltà del recupero al difensore stesso.

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È necessaria una buona conoscenza del fondamentale dell’uso del piede perno da parte del bloccante, oltre che una buona abilità di lettura. • Dal punto di vista fisico bisognerà allenare gli arresti (a 1 o 2 tempi), i cambi di direzione e di

velocità, uso del piede perno (core stability). Dove si porta un blocco? Le spalle e la schiena indicano la direzione su cui portare il blocco (i blocchi cechi vengono portati sulla schiena del difensore). Come deve essere sfruttato un blocco?

• Condizionare il difensore sul lato opposto per fargli cambiare guardia in modo che non guardi da dove arriva il bloccante;

• stringere lo spazio tra attaccante e difensore; • effettuare un primo cambio di velocità in direzione del blocco puntando la spalla e il piede del

bloccante; • avere capacità di lettura sul blocco: su come esce la difesa (anche rallentando e utilizzando delle

finte); • effettuare un secondo cambio di velocità dopo la lettura; • dare un chiaro bersaglio al passatore (eventualmente anche già la mano pronta per un tiro!); • mettere il corpo verso la palla; • anche il bloccante gioca per dare una seconda linea di passaggio in direzione opposta al bloccato

giocando contro il suo diretto avversario. N.B.: I tempi di esecuzione sono fondamentali (timing). I blocchi sono classificati in 3 tipologie (blocchi diagonali, blocchi verticali e blocchi orizzontali); possono essere portati sul lato forte o sul lato debole e possono avvenire in situazione statica (posizione predeterminata scelta dall’allenatore) e dinamica (il blocco viene portato vicino al difensore del bloccato).

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Il pick&roll è un blocco su palla e a seconda di dove viene giocato può essere definito centrale o laterale (corsie esterne del campo). Il bloccante si dice che “rolla” a canestro quando attacca il ferro, viceversa se si apre per un tiro si dice “pick&pop”. Letture possibili del giocatore bloccato in base alla scelta del difensore:

• blocchi lontano dalla palla

1. uscita e tiro (con difesa

che rimane sul blocco)

2. ricciolo stretto (con difesa

che insegue)

3. ricciolo largo (con difesa

che insegue e aiuto del difensore del bloccante)

4. uscita in allontanamento

(con difesa che passa in mezzo à passaggio skip)

5. uscita in allontanamento

(con difesa che passa in 4^ posizione àpassaggio skip)

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• blocchi sulla palla

• penetrazione

• passaggio interno

• passaggio interno con sponda

Per prendere uno spazio vantaggioso e mantenerlo si possono utilizzare dei giocatori come sponda e formando un triangolo offensivo dal lato forte.

• passaggio fuori

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Proposta del formatore

Esercizio n.1: 2vs0: parte l’attaccante dietro, l’altro si muove nella direzione opposta, [no tiro].

• Inserisco il tiro • Inserisco un assistente che sceglie chi marcare, 1 deve passare la

palla a chi è libero. Esercizio n.2: Parte per primo il difensore 1, che difende su 3; il difensore 2 difende su 2. OBIETTIVO: creare spazi vantaggiosi e stimolare le letture. Esercizio n.3: blocco verticale 1vs1 [inizialmente evitare l’uscita a ricciolo]

• Inserire uscita a ricciolo • Inserire assistente che dà letture al

bloccante (vedi diagramma E) • 2vs2 con difensore su bloccante e

bloccato • 3vs3 con difensore anche su passatore

Conclusioni

Il blocco è uno strumento per prendere e mantenere un vantaggio utilizzando una collaborazione da un minimo di 3 giocatori a un massimo di 5. L’insegnamento dell’utilizzo dei blocchi è bene che avvenga dagli ultimi anni di categoria giovanile (dall’under 17 in su) per evitare che i giocatori in età più tenera non imparino a giocare in autonomia con o senza palla.

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COLLABORAZIONI DIFENSIVE SUI BLOCCHI

Introduzione

Le collaborazioni difensive si basano fondamentalmente sullo spazio e sul tempo. Nell'ambito dello spazio, la difesa deve occupare lo spazio vantaggioso prima dell'attacco, oppure recuperare uno svantaggio già creatosi. Nell'ambito del tempo è necessario rompere il timing dell'attacco, nell’ambito dello spazio è necessario giocare di anticipo per impedire la ricezione in spazi favorevoli.

Obbiettivi

Quali sono gli aspetti importanti per delle efficaci collaborazioni difensive sui blocchi ? Per delle collaborazioni difensive coi blocchi efficaci è fondamentale essere sempre a conoscenza della posizione della palla nel campo. La posizione della palla definisce il lato forte e il lato debole del campo. Definita una linea immaginaria che congiunge i due canestri, il lato in cui si trova la palla definisce i giocatori posizionati sul "lato forte", viceversa i giocatori che si trovano nel lato opposto alla palla definiranno il "lato debole". A seconda che ci si trovi a difendere sul lato forte o sul lato debole, saremo portati ad effettuare scelte differenti. Altri aspetti di "spazio" che occorre prendere in considerazione sono la linea di passaggio, la linea di penetrazione e quella della palla. Come ottenere una buona collaborazione difensiva sui blocchi? E' necessario dare alla difesa delle regole molto chiare. Queste regole devono essere definite in base alle caratteristiche fisiche, alle caratteristiche tecniche e di esperienza dei nostri giocatori, ed eventualmente degli avversari (ES. tipo di blocchi e di strategie utilizzate). Le collaborazioni devono essere coerenti, chiare e conosciute da tutti i giocatori. Un'altro aspetto da non sottovalutare è quello della comunicazione tra i difensori (parlare) e l'utilizzo degli strumenti tecnici individuali (fondamentali difensivi). Un altro punto fondamentale è il mantenimento del contatto tra attaccante e difensore: prima di scegliere quale scelta difensiva effettuare, è sempre necessario che il difensore prenda contatto con il proprio avversario prima del blocco, in modo da essere pronto a prendere qualunque decisione improvvisa, valutando spazi e tempi che la situazione di blocco crea. Un importante fattore da aggiungere alla nostra difesa di squadra è una costante pressione sulla palla, in modo da non favorire semplici linee di passaggio.

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Quali sono le collaborazioni difensive sui blocchi sul lato forte? Le collaborazioni difensive sul lato forte sono caratterizzate dal mantenimento di uno spazio ristretto tra il difensore e l'attaccante che sta sfruttando il blocco, possibilmente mantenendo il contatto. La prima scelta difensiva è quella di annullare il blocco passando tra attaccante e bloccante. Nel caso questo non avvenga, per motivi di spazio o di tempo, il difensore deve seguire "a treno" l'attaccante, rimanendo il più vicino possibile. In questo caso è importante la collaborazione del giocatore che difende sul bloccante che con un passo di aiuto può ritardare l'azione offensiva permettendo al difensore in ritardo di recuperare. Nel caso in cui il blocco sia particolarmente efficace impedendo al difensore di passare, si può ricorrere al "cambio difensivo". In questo tipo di collaborazione è fondamentale l'aspetto comunicativo, in quanto sarà il difensore "bloccato" ad invocare l'aiuto difensivo che si concretizza con il difensore del bloccante che si porta a difendere sull'attaccante che ha sfruttato il blocco, e il difensore "bloccato" che rimane sul bloccante. È una tecnica non così semplice, che va insegnata attentamente in quanto i difensori devono sempre trovarsi sopra la linea di passaggio, impedendo che gli attaccanti occupino prima una posizione vantaggiosa.

Quali sono le collaborazioni difensive con i blocchi sul lato debole? Le collaborazioni difensive sui blocchi sul lato debole, permettono al difensore che subisce il blocco, di sfruttare gli spazi maggiori caratteristici di questa situazione. La maggiore distanza tra la palla e il ricevente, quindi una linea di passaggio più lunga, permette una soluzione differente dalle precedenti. Il difensore "bloccato" può scegliere di tagliare il blocco tentando di anticipare il passaggio correndo con le braccia alte e recuperando sull’attaccante allargatosi probabilmente in angolo. Anche in questo caso è fondamentale l'aspetto comunicativo tra i difensori.

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Proposta del formatore

Lettura blocco di contenimento 1vs1 + appoggio 1 con palla in ala, passa all’appoggio posto in punta e va a bloccare in diagonale, all’altezza della tacca neutra, per 2 posizionato sotto canestro marcato da X2. 2 prende contatto con X2 che tenta di passare con 2 o di inseguire a treno sui 3 punti. Per il momento 2 non può né effettuare un curl né un fade. Se 2 riceve si gioca 1vs1.

Lettura blocco di contenimento 1vs1 + appoggio Posizionamento dei giocatori analogo al precedente. La differenza è che ora 2 può scegliere di giocare anche un fade o un curl a seconda della scelta di X2. In caso di fade, X2 deve cercare di recuperare su 2 correndo con le braccia alte per intercettare un passaggio skip, decelerando all’arrivo davanti a 2 nel caso fosse necessaria una situazione di close-out. Se 2 riceve si gioca 1vs1. Lettura blocco di contenimento 1vs1 con aiuto dell’assistente + appoggio Posizionamento dei giocatori analogo al precedente. Con l’aggiunta di un assistente che ricopre il ruolo di difensore del bloccante. In caso di curl l’assistente effettua un passo di aiuto, facilitando il rientro di X2. Se 2 riceve si gioca 1vs1. Lettura del blocco di contenimento 2vs2 + appoggio Posizionamento analogo al precedente. Ora però c’è anche X1 che segue 1 quando va ad effettuare il blocco dopo aver passato ad A. Collaborazione dei difensori sulla situazione di uscita di 2 dal blocco di contenimento. Se 1 o 2 ricevono si gioca 2vs2.

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Lettura del blocco di contenimento 2vs2+ coppia fissa in appoggio al centro Posizionamento analogo al precedente. Ora al posto di A c’è una coppia di attaccante-difensore. 3 non può però attaccare, solo spostarsi in palleggio. X3 avrà il compito di mettere una forte pressione difensiva sulla palla. Per la difesa sul blocco di contenimento, seguiamo la regola di forzare il blocco o inseguire se la palla si trova sul lato in cui viene effettuato il blocco. Se la palla si trova sul quarto di campo opposto, X2 taglierà il blocco, spingendo 2 ad effettuare un movimento di fade verso l’angolo. Lettura del blocco orizzontale 2vs2 + giocatore in appoggio (giocatori interni) 1 con palla in ala ricopre il ruolo di appoggio. X2 anticipa fortemente 2 in post basso, che andrà allora ad effettuare un blocco orizzontale a favore di 3, posizionato in post basso sul lato debole. X2 avrà il compito di rompere il taglio di 3 verso palla tramite un bump, favorendo il rientro di X3. Se uno dei due giocatori riceve si gioca 2vs2.

Conclusioni

Concludendo, una collaborazione difensiva sui blocchi efficace si ottiene rompendo il timing dell’azione offensiva, occupando lo spazio vantaggioso in anticipo rispetto all’attacco (recuperare o mantenere un vantaggio), con una comunicazione efficace tra bloccato e difensore del bloccante, che deriva anche da un’adeguata tecnica difensiva.

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ARGOMENTO DELLA RELAZIONE: CONTROPIEDE

Introduzione

Il contropiede è la conquista di spazi vantaggiosi nel minor tempo possibile, utilizzando al meglio tutte le parti del campo, sia in lunghezza che in larghezza. Si utilizzano tutti i fondamentali, ma la difficoltà consiste nel fatto che vengono utilizzati alla massima velocità possibile.

Obiettivi

Obiettivo di un contropiede è arrivare, nel minor tempo possibile, a prendere un buon tiro, vale a dire un tiro ad alta percentuale di realizzazione.

Caratteristiche del contropiede

Il contropiede • migliora la capacità di anticipazione dei giocatori, richiedendo loro massima attenzione e reattività per tentare

di rubare la palla all’attacco, sia dal palleggio mediante un’azione di disturbo , sia intercettando un passaggio • migliora le collaborazioni • da entusiasmo alla squadra

Per quanta intensità e velocità possa avere una squadra, non sempre si potrà utilizzare un contropiede, perché , affinché questo si verifichi, è necessario che la difesa possa essere colta in una situazione di non equilibrio. E’ comunque bene utilizzarlo ogni volta che si presenti l’opportunità, perché il risultato di un buon contropiede è un’alta probabilità di realizzazione. Viene utilizzato nelle seguenti situazioni

• palla recuperata • rimbalzo difensivo • canestro subito (rimessa veloce)

Può inoltre essere utilizzato in particolari situazioni di rimessa quando, sfruttando ad esempio l’utilizzo di blocchi, si creano situazioni momentanee di sopranumero. Nel contropiede sono interessati, dal punto di vista

• Tecnico o Il passaggio o Il palleggio , sia spinto che controllato o Il tiro, in particolare tiri in corsa, tiri di forza (arresti di potenza), arresto e tiro

• Fisico o Velocità o Reattività fisica (scatto)

• Mentale o Entusiasmo o Reattività mentale (capacità di anticipazione)

Tipi di contropiede

Il contropiede può essere di due tipi: • Contropiede primario: viene considerato primario un contropiede che coinvolge al massimo tre attaccanti. • Contropiede secondario: quando vengono coinvolti più di tre attaccanti. Si verifica raramente e in molti i casi

assume i connotati, più che del contropiede, di un attacco in transizione.

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Fasi del contropiede

Il contropiede è composto da tre fasi

• Apertura: Si parla di apertura dopo un rimbalzo o quando si effettua una rimessa veloce dopo un canestro subito. L’apertura consiste normalmente in un passaggio rapido ad un compagno pronto in ricezione in una zona del campo vicina al prolungamento della linea del tiro libero. Due varianti di apertura si possono avere quando il ricevitore o il passatore sono sottoposti a forte pressione. Nel caso di forte pressione in anticipo sul ricevitore, quest’ultimo dovrà cercare di portarsi verso il centro del campo per consentire al passatore un passaggio lungo per scavalcare il difensore in anticipo. Nel caso invece di forte pressione sul passatore, quest’ultimo potrà cercare spazio liberandosi con il palleggio in 1 vs 1, pronto ad effettuare il passaggio appena possibile. Un accorgimento tecnico che dovrà avere il giocatore che avrà preso il rimbalzo è quello di tenere la palla alta e fare una rotazione sul perno più rapida possibile per poter avere una immediata visione del campo e poter eseguire il passaggio nel minor tempo possibile. In caso di rimessa veloce su canestro subito, dovrà uscire dal campo più rapidamente possibile ed effettuare la rimessa sul compagno, che nel frattempo sarà andato in posizione di ricezione, prima di consentire alla difesa avversaria di riconquistare equilibrio in difesa.

• Conduzione:

La conduzione del contropiede, vale a dire la fase di transizione della palla dalla metà campo difensiva a quella offensiva, potrà essere centrale o laterale. Possono essere utilizzati sia il palleggio che il passaggio, in base alla posizione dei difensori. In caso di situazione di due contro 1, il giocatore senza palla, per scegliere lo spazio in cui posizionarsi, dovrà prendere come riferimento lo spigolo dell’area dei tre secondi. Nel caso in cui il palleggiatore effettui una penetrazione dal fondo, lo spigolo di riferimento sarò quello più vicino al palleggiatore; in caso di penetrazione centrale, quello opposto.

• Conclusione:

Il contropiede si conclude con l’azione di tiro e, se ben strutturato, dall’eventuale azione di rimorchio in caso di errore sul primo tiro.

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Esercizi proposti

CONTROPIEDE Passaggio diagonale in corsa dal palleggio e poi passaggio laterale (apertura). Il palleggio deve essere alternato spinto, per occupare lo spazio più ampio possibile nel minor tempo possibile OBIETTIVO: diversi tipi di passaggio

CONTROPIEDE 1 si smarca tagliando a canestro e tornando sulla linea dei 3 punti, mostrando sempre le mani pronte a ricevere il passaggio, X1 scivola, quando il coach lascia cadere la palla X1 la recupera e corre in palleggio verso il canestro opposto. 1 diventa difensore e recupera. OBIETTIVO: mentalità transitoria/palleggio

CONTROPIEDE Come precedente, ma il coach passa a 1, che va a tirare e diventa difensore. Intanto X1 riceve l'apertura e va il più rapidamente possibile verso l'altro canestro. OBIETTIVO: mentalità transitoria/palleggio/ricezione apertura

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CONTROPIEDE Gli attaccanti si passano la palla (passaggio laterale) e vanno in cosa nella fila opposta. Al “via” il primo di ogni fila attacca 2vs1. OBIETTIVO: 2vs1/passaggio laterale

CONTROPIEDE Andata 2vs1, ritorno 3vs2. I due difensori devono toccare la linea della pallavolo e poi difendere. Progressione: all'andata X1 e X2 difendono in recupero (2vs3). Ritorno 3vs2 invertendo attacco e difesa. OBIETTIVO: sovrannumero

CONTROPIEDE 4vs0 da rimbalzo. Dopo il tiro i 4 attaccanti occupano lo spazio libero e tornano di nuovo 4vs0. OBIETTIVO: spaziature in contropiede

CONTROPIEDE Tap-in al tabellone. Al “via” chi ha il pallone e il suo compagno attaccano e gli altri due difendono. OBIETTIVO: 2vs2 da rimbalzo

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COSTRUZIONE DI UN SISTEMA DIFENSIVO

Introduzione

La costruzione di un sistema difensivo si basa su un processo a più stadi dove per passare a quello

successivo, il precedente deve essere acquisito molto bene.

Si possono costruirsi sistemi difensivi a uomo oppure a zona.

Obiettivi

L’obiettivo di un sistema difensivo di squadra è quello di togliere spazi vantaggiosi all’attacco interrompendone il timing.

Costruzione di un sistema difensivo a uomo

Quando inizia la difesa? Quando la squadra avversaria entra in possesso della palla a seguito di un rimbalzo o di una palla recuperata. Teniamo presente che una buona transizione difensiva in equilibrio avviene in conseguenza di un attacco equilibrato (N.B.: prendere un buon tiro significa “il tiro che non sorprende nessuno in campo” – E. Messina), dove qualche giocatore va a rimbalzo e gli altri coprono secondo le proprie scelte difensive. Il bilanciamento difensivo stabilisce quanti giocatori debbano andare a rimbalzo e quanti debbano coprire la propria area pitturata; e deve essere molto chiara a tutti i giocatori la scelta dell’allenatore: esempio à 2 lunghi a rimbalzo e 3 esterni che bilanciano: uno dei 3 esterni (quello più vicino) rallenta la palla per rompere il timing del contropiede avversario e permettere ai lunghi di rientrare; gli altri 2 esterni anticiperanno la 1^ linea di passaggio sul lato forte o si posizioneranno adeguatamente sul lato debole; nel frattempo uno dei due lunghi che rientrano dovrà andare a occupare lo spazio vantaggioso vicino a canestro prima dei lunghi avversari, mentre l’altro si posizionerà in base al suo avversario

Una buona difesa deve cercare di non subire le seguenti situazioni:

1. conclusioni in 3° tempo (contropiede primario). 2. Tiri da fuori con piedi per terra; • è importante tenere il proprio 1vs1 per non creare un aiuto, uno scarico e un tiro, ma piuttosto

attuando un cambio difensivo per non creare rotazioni. 1. concedere rimbalzi d’attacco (aspetto mentale che influisce negativamente sulla difesa)

è importante fare il tagliafuori e non creare rotazioni perché si perderebbero gli accoppiamenti difensivi.

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Difesa a metà campo. La difesa può essere di contenimento quando il difensore è posizionato sulla linea di penetrazione (diagramma A); oppure aggressiva posizionando i suoi giocatori sulla linea di passaggio per cercare di anticipare. Una difesa aggressiva diventa di contenimento nel caso in cui è riuscita a far ricevere il diretto avversario in uno spazio non vantaggioso eliminando la possibilità di giocare un triangolo offensivo (diagramma B).

Ad esempio, nel caso in cui si formi un triangolo formato da 2 giocatori interni e uno esterno, una difesa aggressiva ha come principio guida quello di occupare la linea di passaggio: se uno dei due interni sale in posizione di post-alto, il suo difensore salirà con lui “in diagonale” per mettersi sulla linea di passaggio (diagramma C). Un esempio di difesa contenitiva si può vedere dal diagramma D.

Alcuni esempi di esercizi per allenare il posizionamento difensivo Un corretto posizionamento e una buona aggressività risolve il 90% dei problemi della difesa. Esercizio n.1: 3vs3

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Progressione didattica da guidato con attaccanti fermi (diagramma 1) e successivamente in movimento fino a una fase agonistica con contropiede se la difesa recupera la palla. I concetti che si vanno ad allenare sono: • il posizionamento dei difensore in base alla palla (IMP: insegnare a guardare); • salto la palla • movimento in diagonale da L.D. a L.F.

Esercizio n.2: 3vs3

Cambia la posizione dell’assistente; il quale passerà la palla a uno dei 3 attaccanti: in base a dove si trova la palla, i 3 difensori dovranno adeguarsi di conseguenza (anche qui è prevista una progressione da didattico ad agonistico).

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Esercizio n.3: 4vs4

Allenare il concetto di spazio - area mai vuota - e quello di evitare gli aiuti (tenere 1vs1). N.B. Indicatori di una difesa non buona sono l’area libera con palla su un lato (i difensori su lato debole non si sono staccati) o un difensore in ritardo quando arriva la palla. Se si organizza una difesa che prevede l’uso di raddoppi implica rotazioni difensive, mentre una difesa che evita le rotazioni deve occupare uno spazio in modo da non avere un recupero eccessivo. Esercizio n.4: Aiuto sul post

• interno-esterno: se il difensore dell’interno manda verso il fondo, il difensore dell’esterno andrà in aiuto sull’interno compiendo delle finte, magari non da subito, ma aspetta che il lungo palleggi in modo da provocare una chiusura del palleggio o una palla persa.

• Interno-interno: se il difensore dell’interno manda verso il centro, l’aiuto arriverà dal difensore dell’altro interno.

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Esercizio n.5: difesa sui tagli

• Su lato forte: su taglio backdoor la difesa può prendere o meno contatto con il suo attaccante in base allo spazio e al tempo tra loro.

• Su lato debole: la difesa ha quasi sempre lo spazio e il tempo per rompere il taglio dell’attaccante con un contatto (il contatto deve essere legale).

Costruzione di un sistema difensivo a zona

Per costruire una difesa a zona i principi fondamentali sono gli stessi della difesa a uomo: • 1vs1 con e senza palla; • Tagliafuori; • Posizionamento difensivo.

La zona si usa per: • rompere il ritmo dell’attacco e cambiarlo, • quando ci sono difficoltà a tenere l’1vs1, • per mascherare un giocatore con problemi di falli, • per creare più contropiedi, • o toglierli alla squadra avversaria.

Ma presenta alcuni rischi perché si espone a più tiri con i piedi a terra e a più rimbalzi in attacco non essendoci accoppiamenti difensivi. Esistono vari tipi di difesa a zona in base agli spazi che si vuole togliere all’attacco (ad esempio la zona 2-3 occupa meglio gli spazi interni, la zona 3-2 gli spazi perimetrali, zona 1-3-1, etc…).

2 - 3

3 - 2

1 - 3 - 1

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Costruzione di una difesa 2-3 La prima linea si dispone a “L” con un difensore che marca la palla e l’altro che esce sul 1° passaggio per aumentare l’aggressività. L’obiettivo è quello di rompere il timing dell’attacco occupando le linee di passaggio con gli stessi concetti della difesa a uomo (1vs1 pressione sulla palla, posizionamento, aiuto e recupero, recupero).

Una progressione didattica prevede l’allenamento distinto delle 2 linee o del quarto di campo. È possibile aggiungere dei sovrannumero all’attacco per allenare la difesa (esempio 6vs5, addirittura 8vs5).

• 1° linea: o 3 vs 2 didattico: attenzione finte di ribaltamento

4 vs 2 didattico

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2° linea: 4 vs 3 4 vs 4

o 6 vs 5 (posizionamento)

Conclusioni

Nella costruzione di una difesa a uomo o a zona è importante tenere fede ai soliti principi difensivi, tenendo presente che richiede grande sacrificio e una buona capacità di comunicazione tra i giocatori, soprattutto nelle rotazioni. Una buona squadra ruota pochissimo.

SOMMARIO60

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CONCETTI PER COSTRUZIONE DI UN ATTACCO (UOMO E ZONA)

Introduzione

La costruzione di un attacco contro una difesa a uomo o zona parte dai concetti di prendere, mantenere

concretizzare un vantaggio per fare ciò dobbiamo basarci sui postulati della pallacanestro.

Siccome col termine di costruzione si intende un processo a più stadi successivi e per passare da uno stadio

all'altro bisogna che il precedente sia consolidato per costruire un attacco i nostri giocatori dovranno

padroneggiare in maniera sicura sia i fondamentali individuali sia le collaborazioni offensive.

Obiettivi

Nel momento in cui una squadra entra in possesso della palla avrà inizio l'azione di attacco.

L'allenatore dovrà aver ben presente che tipi di sistema potrà utilizzare per far giocare in attacco i propri

giocatori mettendoli nelle condizioni migliori per evolvere da un punto di vista tecnico e tattico.

Si può scegliere se utilizzare un sistema di gioco basato su letture che a volte è erroneamente definito gioco

“libero” oppure scegliere un sistema di gioco organizzato che si basa su giochi a termine (schemi).

In entrambi i casi qualsiasi sia il sistema che si decide di utilizzare bisogna rispettare i canoni di spazio e

tempo che devono essere coerenti nella proposta che mettiamo in campo perché se decidiamo di giocare

con un sistema basato sui tagli dovremo mettere in campo delle spaziature corrette così da non permettere

ad un solo difensore di marcare due attaccanti.

L'attacco si può sviluppare in tre fasi :

• prima ondata del contropiede fino agli 6/8 secondi

• seconda ondata del contropiede o transizione fino ai 12/14 secondi

• gioco a metà campo che dura tra i 15 ed i 24 secondi

Una squadra che è in grado di gestire queste velocità sarà in grado di amministrare il ritmo della partita e

normalmente la squadra che comanda il ritmo del gioco vincerà la partita.

E' comunque raro che una squadra possegga la padronanza di tutte e tre le velocità ci sono squadre, ad

esempio, molto brave o a fare contropiede o a giocare negli ultimi secondi del possesso.

Un sistema di gioco per le squadre giovanili dovrà essere studiato per permettere ai giocatori di migliorare e

per costruire giocatori completi, mentre nelle squadre senior si utilizza principalmente un sistema che

evidenzi le caratteristiche dei giocatori e ne mascheri i difetti ma anche in questo caso non ci si deve

dimenticare di far comunque progredire i giocatori.

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Il gioco per letture ha dei tempi differenti rispetto al gioco organizzato perché i giocatori devono pensare di più a quello che devono fare adattandosi ogni volta alle situazioni che propone la difesa avversaria mentre il gioco organizzato si fonda su dei movimenti organizzati che fanno risultare i tempi di attacco più brevi perché tutti i giocatori in campo sanno come muoversi all'interno dello schema imparato in allenamento.. 3 aspetti fondamentali di gioco di attacco sono :

• se e come utilizzare i giocatori interni • se e come creare situazioni di 1vs1 • se e come utilizzare il pick and roll

Esempio di progressione didattica per un attacco alla difesa individuale che prenda vantaggio dall’1vs1 con palla.

2c0 penetra e scarica

Giocatore 1 con palla in posizione di guardia penetra verso il fondo e scarica a

2 che si spazierà sul perimetro per ricevere il passaggio. 1 si spazia nell’angolo

del lato dove ha passato la palla e 2 penetra verso il centro e conclude.

2c0 penetra e scarica

Giocatore 1 con palla penetra sul fondo e scarica a 2 che si spazia sul

perimetro, penetra verso il centro e ripassa la palla a 1 che nel mentre si è

allargato in angolo sul lato forte.

3c0 penetra e scarica

Giocatore 1 con palla in posizione di guardia penetra verso il fondo scarica a 2

che si spazierà sul perimetro e dopo aver ricevuto penetra verso il centro. 1

passa e si spazia in angolo, 3 che partirà in post basso sulla penetrazione

centrale giocherà con un movimento sulla linea di fondo per ricevere

un’eventuale scarico.

4c0 penetra e scarica

Giocatore 1 con palla in posizione di guardia penetra verso il fondo e scarica su

2 che si sarò spaziato sul perimetro. 1 passa e si allarga in angolo; 2 penetra

verso il centro e scarica a 4 che partito in posizione di ala sul lato opposta alla

palla si spazierà in angolo per ricevere e tirare. 3 partito in post basso, sulla

penetrazione centrale giocherò un taglio sulla linea di fondo per creare spazio.

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5c0 penetra e scarica

Situazione analoga alla proposta precedente con l’aggiunta del 5°

giocatore che parte in posizione di guardia.

Tutta queste serie di proposte sono un’idea di costruzione di sistemi offensivi per squadre di settore

giovanile basati sul penetra e scarica e sull’occupazione di spazi vantaggiosi generati dalle penetrazioni.

Partendo dal 2c0, gradualmente, quindi non in un solo allenamento, si arriva alla costruzione di un 5c5

lavorando per principi e concetti applicabili in tutte le situazioni.

Per quanto riguarda squadre senior la costruzione di un sistema offensivo avviene più spesso tramite

processi diversi. Risulta più utile proporre subito situazioni di 5c0 per poi andare ad analizzare in maniera

specifica i singoli movimenti.

5c0

Situazione possibile di partenza di un gioco offensivo organizzato. Dal

5c0 si andranno poi ad analizzare le singole situazione che messe

insieme costruiranno il gioco. Partendo da situazioni di 3v0 per poi

passare al 3c3, fino ad arrivare al 5c5

SOMMARIO64

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Principi di attacco contro la difesa a zona

Posizionamento contro una difesa a zona 2-3

Questo schieramento da adottare contro una classica difesa a zona 2-3 si baserà sugli stessi principi e

concetti che regolano l’attacco alla difesa a uomo: corrette spaziature

tra i giocatori per costringere la difesa a fare scelte che

avvantaggino l’attacco. Ad esempio è fondamentale che i

giocatori 1 e 4 giochino tra la prima e la seconda linea della

difesa in modo da obbligare la difesa (X4 e X5) a compiere degli

aiuto e recupero per non lasciare liberi tiratori sul perimetro.

Inlinea generale è preferibile che i giocatori conoscano e sappiano

applicare i principi che regolano un buon attacco alla zona,

piuttosto che cercare di far loro eseguire specifici giochi

organizzati.

Da evidenziare che sovente può essere produttivo anche utilizzare i giochi di attacco contro la difesa a uomo

anche per non creare una sorta di alibi nella testa dei giocatori dovuto al fatto di dover attaccare una difesa a

zona.

Conclusioni

Per concludere un sistema offensivo è il mezzo che l'allenatore fornisce alla squadra per prendere e

mantenere un vantaggio di spazio e di tempo con l'obiettivo di concretizzare il possesso con un canestro.

SOMMARIO65

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ARGOMENTO DELLA RELAZIONE

PREPARAZIONE E GESTIONE DELLA GARA

Introduzione

La preparazione di una partita non è uguale per tutte le squadre. Ogni allenatore ha una propria filosofia, coerente con gli obiettivi prefissati per la stagione e l’attività svolta nel corso della settimana. La partita di fatto è un elemento di verifica del lavoro svolto durante le sessioni di allenamento. A seconda del contesto in cui si opera e del livello della propria squadra, la preparazione della gara assume importanza diversa. Essa può essere fatta studiando la squadra avversaria e/o lavorando sul proprio gruppo. A livello giovanile normalmente non si studiano gli avversari dal punto di vista tattico/strategico, mentre a livello senior, in contesti medio alti, lo studio dell’avversario occupa uno spazio importante nella programmazione delle sedute di allenamento settimanale/annuale. Sarà l’allenatore a decidere quanto spazio riservare allo studio tecnico/tattico degli avversari e quanto al miglioramento della propria squadra, perseguendo la propria filosofia e mantenendo coerenza con le proprie idee. Per squadre senior di alto livello, lo staff tecnico utilizza alcuni strumenti necessari per lo studio delle partite, sia degli avversari che della propria squadra:

1. scouting: studio con analisi video degli avversari per capirne l’organizzazione offensiva e/o difensiva, selezionando i giochi e gli aspetti più importanti

2. statistiche: fase di scout della propria squadra e degli avversari dove vengono raccolti dati statistici di squadra e individuali

3. play-by-play: studio analitico dei possessi giocati dalla propria squadra e della loro efficacia durante i 40 minuti della gara.

Le analisi video aiutano a studiare diversi aspetti delle squadre avversarie quali:

• giochi offensivi • organizzazione difensiva • situazioni speciali

Sono inoltre di grande aiuto gli studi sulle caratteristiche individuali dei giocatori della squadra avversaria. Vengono ad esempio considerate:

• abilità di tiro • abilità di penetrazione • tendenze su mano forte / debole • capacità realizzative • utilizzo di situazioni particolari come pick and roll e/o contropiede

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Realizzare uno scout specifico della squadra avversaria può essere uno strumento ottimo di preparazione per l’impostazione della gara. L’analisi delle caratteristiche individuali degli avversari può essere utilizzata come strumento di aiuto per i giocatori della propria squadra al fine di trovare le soluzioni migliori per affrontare gli avversari. Va ricordato però che oltre alla raccolta di informazioni e al loro studio, è molto importante l’ interpretazione dei dati, da cui l’allenatore ed il proprio staff dovranno estrapolare solo gli aspetti veramente importanti e significativi per la propria squadra. Passare infatti eccessive informazioni ai propri giocatori potrebbe essere controproducente. Ad ogni singolo giocatore dovranno essere trasmesse solo informazioni essenziali e chiare, in modo che vengano recepite ed immagazzinate in maniera corretta e esaustiva. L’allenatore dovrà quindi effettuare una preparazione che possa rendere i giocatori efficaci in campo. Altro elemento importante per un allenatore, e in generale per tutto lo staff tecnico, è la gestione della partita. Anche in questo caso è difficile identificare regole generali da seguire poiché ogni coach segue un proprio metodo. In generale, soprattutto a livello giovanile, è buona norma evitare di utilizzare cambi a fini punitivi per evitare demotivazione nel giocatore; è anche vero però che, in talune situazioni, il cambio punitivo può risultare efficace per spronare il giocatore ad una maggiore attenzione e aggressività agonistica. Altro aspetto importante durante una partita per un allenatore è la gestione del time out. Alcune indicazioni di allenatori con grande esperienza danno le linee guida sui messaggi da trasmettere durante i time out, indicazioni che possono risultare utili consigli per i giovani coach. Eccone alcune:

• parlare di ciò che potrà succedere e non di quello che è già successo (futuro, non passato) • organizzare le spiegazioni su aspetti difensivi e/o offensivi evitando di dare istruzioni

contemporaneamente su entrambe le situazioni per evitare di creare confusione • cercare di rimanere fedeli, se possibile, al proprio stile e alla propria organizzazione di gioco per

essere coerenti con il lavoro svolto in allenamento.

Conclusioni Quando si parla di preparazione della partita va fatta una netta distinzione tra settore giovanile e squadre senior. A livello di settore giovanile, ad esempio, gli strumenti video possono essere utili non tanto per studiare gli avversari, quanto piuttosto come mezzo per verificare errori e aspetti da migliorare nella propria squadra. A livello senior invece la situazione cambia di molto a seconda del livello e del contesto in cui l’allenatore opera. Più il livello è alto, più sono i dettagli a fare la differenza, e lo studio e la preparazione della gara potrebbe risultare in molti casi un aspetto decisivo per il successo.

SOMMARIO67

NOZIONI DI

ANATOMIA FISIOLOGIA

TRAUMATOLOGIA PRONTO SOCCORSO

F.I.P. Regione PIEMONTE

NOZIONI DI PRONTO SOCCORSO relative a:

TRAUMI CRANIO-ENCEFALICI

LESIONI TRAUMATICHE DELLE ARTICOLAZIONI

FRATTURE DELL�ARTO SUPERIORE

FRATTURE DELL�ARTO INFERIORE

COMPLICANZE DELLE FRATTURE

PERDITA DI COSCIENZA TEMPORANEA

CEFALEE, EPISTASSI, NAUSEA, VOMITO…

TRAUMI CRANIO-ENCEFALICI

TRAUMI CRANIO-ENCEFALICI

Gli effetti sul cervello sono indipendenti

dalle fratture ossee potendosi avere marcata sintomatologia neurologica senza fratture

e vice-versa

SOMMARIO68

QUADRI PATOLOGICI ENCEFALICI

COMMOZIONE CEREBRALE CONTUSIONE CEREBRALE EMATOMA EPIDURALE EMATOMA SUBDURALE acuto e cronico EMORRAGIA SUBARACNOIDEA EMATOMA INTRACEREBRALE

COMMOZIONE CEREBRALE (tipico: KO nella boxe)

COMMOZIONE CEREBRALE quadro temporaneo e reversibile

caratterizzato da:

perdita di coscienza (dura qualche secondo con risveglio rapido seguito da vomito)

disturbi mnesici midriasi

flaccidità muscolare (nel risveglio molto graduale compaiono

agitazione psico-motoriae cefalee diffuse per qualche giorno)

CONTUSIONE CEREBRALE

69

CONTUSIONE CEREBRALE necrosi e piccole emorragie

è un processo lesionale (azione dell�edema) che talvolta tende a progredire sino all�aspetto di processo occupante spazio)

nel risveglio: disturbi psichici post-contusivi

(eccitamento psico-motorio, disorientamento temporo-spaziale)

nei casi più gravi: sindrome di Korsakoff

(il focolaio contusivo guarisce in cicatrice gliale: possibilità di crisi epilettiche tardive)

EMATOMA EPIDURALE (o extra) emorragie della cerebrale media

o dei suoi rami L�emorragia si raccoglie in uno spazio virtuale

tra la dura madre e la teca cranica

sintomatologia:

periodo iniziale intervallo libero periodo di stato

PERIODO INIZIALE transitori e modesti fatti commotivi

come: disturbi mnesici e amnesia retrograda

il danno anatomo-patologico è costituito da piccole emorragie capillari da brusco spostamento della massa encefalica per

effetto dell�urto

INTERVALLO LIBERO l�atleta è già a casa

e l�intervallo può durare anche qualche ora

70

PERIODO DI STATO La cefalea aumenta e cominciano i primi sintomi della ingravescente ipertensione

endocranica (l�ematoma si comporta come un processo occupante spazio: per

combattere l�anossiemia cerebrale si alza la pressione arteriosa con

conseguente aumento dell�ematoma = circolo vizioso)

EMATOMA SUBDURALE stravaso di sangue

nello spazio subdurale

EMATOMA SUBDURALE stravaso di sangue

nello spazio subdurale

forma acuta breve intervallo libero, cefalea, vomito, papilla da stasi, obnubilamento del sensorio, irregolarità del respiro, segni di irritazione meningea più tardi con l�instaurarsi di una sofferenza cerebrale, compare: midriasi dal lato del versamento

e crisi epilettiche

forma cronica (50-70 anni) intervallo libero (settimane o anni) abulia, cefalea, vomito, papilla da stasi

EMATOMA SUBDURALE stravaso di sangue

nello spazio subdurale forma cronica (50-70 anni) il trauma può essere minimo, così come l�ematoma: il sangue contenuto nell�ematoma post-traumatico va incontro a lenta coagulazione e ad organizzazione (tessuto fibroso) dopo circa un mese

71

EMORRAGIA SUBARACNOIDEA EMORRAGIA SUBARACNOIDEA versamento ematico

tra la meninge pia madre e aracnoide cause più comuni:

traumi cranici aneurismi congeniti o acquisiti

quadro clinico: cefalea intensissima, vertigini, vomito a getto, perdita di

conoscenza, saltuari segni di irritazione meningea

Se l�emorragia è massiva compare COMA Se è minima, meno grave è la compromissione del tessuto cerebrale

PROGNOSI DEGLI EMATOMI

Dipende dalla tempestività con cui giunge sul tavolo operatorio

McKissock su 125 casi di ematomi epidurali operati dice: mortalità 0% in pazienti operati in stato di coscienza lucida mortalità 9% in pazienti con obnubilazione della coscienza mortalità 33% in pazienti in stato di coma

COMA POST-TRAUMATICO 1° stadio coma LIEVE o obnubilazione

il paziente risponde 2° stadio coma MEDIO

il paziente non risponde 3° stadio coma PROFONDO

respiro di Cheyene-Stokes o Kussmaul 4° stadio coma DEPASSE�

morte del cervello EEG piatto

72

SINDROME APALLICA dal latino �pallium�

(caso più eclatante lo sciatore David)

nell�evoluzione: parte più recente del cervello che corrisponde alle

circonvoluzioni cerebrali

segue ad uno stato di coma che si è protratto per mesi

il paziente giace per lungo tempo passivo, acinetico, con gli occhi

aperti e non risponde; è un �essere mesencefalico�: è presente ritmo sonno-veglia e, come il neonato, reagisce allo

stimolo doloroso con movimenti diffusi di difesa senza focalizzare lo stimolo

Può restare in tale stato per mesi o anni prima della morte

NOZIONI DI PRONTO SOCCORSO

RELATIVE ALLE LESIONI TRAUMATICHE

DELLE ARTICOLAZIONI

LESIONI TRAUMATICHE DELLE ARTICOLAZIONI

LUSSAZIONI DISTORSIONI FRATTURE

LUSSAZIONI �perdita completa e permanente dei rapporti tra due capi articolari� (nella sub-lussazione è conservato un rapporto parziale) Si dividono in:

- sinartrosi - diartosi

73

LUSSAZIONI

- sinartrosi (non permettono alcun movimento articolare)

sutura (cranica)

sincodrosi (sterno-clavicolare)

sinostosi (costola-sterno)

LUSSAZIONI - diartrosi

ARTRODIA acromion-claveare

TROCLEARE radio-ulnare

CONDILOIDEA radio-carpica

A SELLA trapezioidale-metacarpale

ENARTROSI spalla, anca (con un segmento a sfera)

LUSSAZIONI -  quadro clinico:

DOLORE alla palpazione della sede di lesione con atteggiamento di difesa (segno della spallina) TUMEFAZIONE per il versamento articolare (idrarto e/o emartro) LASSITA� ARTICOLARE se vi è lacerazione completa di uno o più legamenti

LUSSAZIONI -  come comportarsi:

immobilizzare l�arto come si trova (la riduzione è difficilissima sia per la contrattura antalgica che per il dolore) usare molta attenzione per evitare le complicanze immediate avviare l�infortunato al più vicino Pronto Soccorso per la riduzione (molto più facile con l�uso di sedativi) e l�immobilizzazione

74

LUSSAZIONI - complicanze

immediate lesioni vascolo-nervose e miotendinee (es: lesione del n. sciatico nella lussazione posteriore dell�anca e rottura della cuffia dei rotatori nella lussazione anteriore di spalla) tardive rigidità articolare per periodi di immobilizzazione prolungati instabilità per tendenza cronica alla lussazione

LUSSAZIONI più frequenti nel basket: lussazione della SPALLA è una enartrosi caratterizzata dalla marcata sproporzione dei capi articolari: la testa dell�omero è 3 volte più grande della cavità glenoidea tale configurazione condiziona una instabilità intrinseca della spalla La lussazione anteriore è di gran lunga la più frequente

LUSSAZIONI più frequenti nel basket: lussazione della SPALLA come comportarsi un tempo si tentava la riduzione immediata (manovra di Ippocrate e/o Kocher per la lussazione anteriore) adesso: immobilizzazione avvio al Pronto Soccorso

DISTORSIONI

75

DISTORSIONI più frequente:

distorsione del GINOCCHIO Le strutture che possono essere lesionate includono: pivot legamentoso centrale crociato ant e post strutture capsulo-legamentose periferiche (collaterale med. e lat.) menischi (med e lat)

DISTORSIONI meccanismo: stress in valgo/rotazione est e varo/rotazione int La prima struttura coinvolta è l�LCA. entità: a livello microscopico (I grado) rottura parziale (II grado) rottura completa (III grado) Nell�adolescente la lesione del�LCA è particolare in quanto correlata al distacco della Spina Tibiale Anteriore

DISTORSIONI del pivot legamentoso centrale

quadro clinico: ginocchio tumefatto e in atteggiamento di lieve flessione a scopo antalgico, dolore, impotenza funzionale Se la tumefazione (o versamento) è precoce trattasi quasi sicuramente di emartro ed il danno è di regola maggiore di quello della tumefazione tardiva Se il versamento compare dopo 24 ore non è emartro ma idrartro.

DISTORSIONE delle strutture capsulo-legamentose periferiche

Stiramento dell�LCI isolato (Legamento Collaterale Interno) distorsione e rottura dei 2 fasci del LCI meccanismo traumatico in valgo-flesso-rotazione esterna

76

DISTORSIONE delle strutture capsulo-legamentose periferiche

stiramento dell�LCI isolato (Legamento Collaterale Interno) è la più frequente delle lesioni periferiche del ginocchio provocata da un traumatismo in valgo-rotazione esterna quadro clinico: dolore acuto, violento, sulla faccia interna del ginocchio in relazione al�inserzione femorale dell�LCI

altro tipo di DISTORSIONE (distorsione di II grado di gravità media)

quadro clinico: dolore istantaneo, intenso, la marcia procede a ginocchio flesso, il ginocchio è asciutto con limitazione tanto in flesso che in estensione. dopo 24 ore si forma il versamento.

altro tipo di DISTORSIONE

DISTORSIONE e ROTTURA dei 2 fasci dell�LCI

(distorsione di II grado di gravità media)

come comportarsi: immobilizzazione del ginocchio, ghiaccio, passaggio in Pronto Soccorso

DISTORSIONI lesioni meniscali Il menisco mediale detto �fragile� è più spesso colpito rispetto al menisco laterale detto �solido� Il segmento posteriore dei menischi è più spesso colpito La linea di rottura ha spesso una direzione longitudinale (a manico di secchia)

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DISTORSIONI lesioni meniscali quadro clinico Dolore, fenomeno di blocco (che può risolversi improvvisamente e spontaneamente) Cedimenti articolari fugaci Versamenti recidivanti con liquido non emorragico

DISTORSIONI lesioni del ginocchio nel bambino

mal. di OSGOOD e SCHLATTER mal. di SINDING LARSEN e JOHANSSON

DISTORSIONI

lesioni del ginocchio nel bambino

mal. di OSGOOD e SCHLATTER (apofisite di crescita)

Segno di sofferenza della cartilagine di accrescimento e dei nuclei di ossificazione dell�epifisi tibiale Bilaterale nel 25% dei casi Colpisce i maschi (75%) tra i 10 e i 15 anni Di origine micro-traumatica corrisponde ad una necrosi diffusa del nucleo apofisario tibiale

DISTORSIONI

lesioni del ginocchio nel bambino

mal. di OSGOOD e SCHLATTER quadro clinico: dolore alla palpazione e alla flessione passiva del ginoccchio. L�accovacciamento e il sollevamento sono difficili e dolorosi. L�evoluzione va verso la guarigione spontanea all�età di 14-16 anni, quando cioè vi è la fusione anatomica dell�epifisi tibiale con la diafisi. 78

Ferro
Highlight
Ferro
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Apofisite di crescita
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mal di SINDING LARSEN E JOHANSSON
Ferro
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DISTORSIONI

lesioni del ginocchio nel bambino

mal. di OSGOOD e SCHLATTER

come comportarsi: sospensione dall�attività sportiva sino ad 1 mese, ghiaccio e fanghi di argilla per 2-3 settimane

FRATTURE

FRATTURE discontinuità dell�osso

composte scomposte esposte comminute

FRATTURE CLAVICOLA

79

FRATTURE CLAVICOLA sono le più frequenti (50% di tutte le fratture del complesso articolare della spalla) e soprattutto al 3° medio (80%) spiccata tendenza alla guarigione spontanea (per ricca vascolarizzazione)

FRATTURE CLAVICOLA quadro clinico il frammento è dislocato superiormente e perciò palpabile, atteggiamento di difesa con sostegno dell�arto leso con la mano contro-laterale ed inclinazione del capo verso la lesione per detendere lo sterno-cleido-mastoideo Attenzione: nel bambino tali segni possono essere assenti per la presenza di frattura sottoperiostea a legno verde

FRATTURE CLAVICOLA complicanze possibile pneumotorace e/o lesione della vena succlavia e/o lesione nervosa del plesso brachiale come comportarsi Mantenere il braccio adeso al torace, avviare il paziente in pronto soccorso

FRATTURE POLSO comprendono le fratture dell�estremità distale del radio, incidenza maggiore fino a 30 anni, dopo i 50 anni netto incremento nel sesso femminile La più nota è la frattura di Colles che avviene nel bambino ed è a legno verde

80

FRATTURE OSSA DEL CARPO nel 75% di tutte le fratture è interessato lo scafoide è connesso saldamente al semilunare e al trapezio è il più importante stabilizzatore del polso la più importante complicanza è la necrosi ischemica per la sua particolare vascolarizzazione; secondariamente la pseudoartrosi per tendenza all�instabilità

FRATTURE ARTO INFERIORE

FRATTURE FEMORE molto comune è la frattura prossimale tra la testa e la regione sotto-trocanterica nella popolazione giovanile/adulta, la più comune è la frattura diafisaria

FRATTURE FEMORE quadro clinico: prossimale dolore in sede inguinale, impotenza funzionale, impossibilità alla deambulazione, arto in rotazione esterna, addotto e accorciato diafisaria intenso dolore, imptenza funzionale, deformità della coscia Importante la perdità ematica con possibilità di shock ipovolemico

81

FRATTURE GAMBA si distinguono in Fratture della TIBIA, del PERONE, e BI-OSSEE (che sono le vere fratture della gamba)

FRATTURE GAMBA quadro clinico: dolore, impotenza funzionale, gamba tumefatta e deformata complicanze importanti: L�esposizione della frattura provoca il pericolo di osteomielite La malattia tromboembolica con TVP ed embolia polmonare

FRATTURE come comportarsi: non muovere l�arto fratturato per possibili lesioni emorragiche e/o nervose Avviare l�infortunato in Pronto Soccorso

FRATTURE COMPLICANZE PRECOCI

locali cutanee capsulo legamentose vascolari e nervose

sindromi compartimentali sofferenza ischemica dei tessuti per ematomi, edemi, o compressione esterna (Volkmann)

patologie sistemiche TVP con possibile sindrome post-tromboflebitica

SOMMARIO82

FRATTURE COMPLICANZE TARDIVE

artrosi post-traumatica necrosi avascolare post-traumatica algodistrofia osteomielite

NOZIONI DI

PRONTO SOCCORSO GENERALI

F.I.P. Regione PIEMONTE

CONVULSIONI non cercate di frenare i movimenti convulsivi

sdraiate il soggetto sul pavimento possibilmente tra dei cuscini

girate la testa da un lato (per permettere alla saliva di uscire dalla bocca)

mettete tra i denti un fazzoletto arrotolato (per evitare che si morda la lingua)

spostate i mobili più vicini (per evitare che il soggetto si ferisca urtandoli)

quando le convulsioni cessano (in genere non durano che pochi minuti) mettete il paziente nella posizione che gli è più comoda

durante le convulsioni

le labbra del soggetto diventano blu egli volge in alto gli occhi e getta indietro la testa il corpo é scosso da contrazioni incontrollabili

EMORRAGIA premete con forza sulla zona sanguinante la �cosa� più pulita che avete a portata di mano (una compressa di garza sterile, un assorbente igienico, un asciugamano di bucato) se la �cosa� che avete usato si imbeve di sangue, aggiungetene un�altra direttamente sopra la prima e continuate a premere. se l�emorragia proviene da un arto e non si arresta

cercate di interrompere la circolazione comprimendo arto superiore: l�arteria ascellare (nel cavo ascellare) con le dita lunghe arto inferiore: l�arteria femorale (nella piega inguinale) con il pugno

quando l�emorragia si é arrestata fissate la compressa di garza con una fasciatura stretta

non tentate di usare un laccio emostatico se non siete stati addestrati a farlo

avviate l�infortunato in Pronto Soccorso

83

EPISTASSI (emorragia nasale) tenete il soggetto

seduto con la testa rovesciata indietro esercitate una modesta compressione, dall�esterno, sulla narice sanguinante

mantenete la compressione per almeno cinque minuti   se l�emorragia non si arresta avviate il soggetto al Pronto Soccorso   non usate cotone emostatico (forma una crosta al cui distacco l�emorragia riprende)

CORPI ESTRANEI: GOLA esortate l�infortunato a tossire per espellere il corpo estraneo   se ciò non é sufficiente

se é un bimbo: tenetelo con la testa in giù dategli qualche energico colpo sulla schiena, tra le scapole se é un adulto:

mettetevi alle sue spalle abbracciatelo all�altezza dei fianchi

poggiate un vostro pugno tra il suo sterno e il suo ombelico con l�altra mano afferrate il vostro pugno

e fate pressione contro il suo addome dando un colpo deciso verso di voi e verso l�alto

Se si è in presenza di arresto respiratorio: praticare la respirazione bocca a bocca

CORPI ESTRANEI OCCHI lasciate l�infortunato con gli occhi chiusi per qualche minuto   se le lacrime non hanno espulso il corpo estraneo: lavatevi con cura le mani esaminate l�occhio

- afferrando le ciglia della palpebra inferiore e tirandola in basso - afferrando le ciglia della palpebra superiore e tirandola in alto

  se il corpo estraneo é su una palpebra provate a rimuoverlo usando un batuffolo di cotone inumidito se il corpo estraneo é sull�occhio invitate l�infortunato a tenere l�occhio chiuso

accompagnate l�infortunato all�OSPEDALE OFTALMICO

PERDITA DI COSCIENZA TEMPORANEA sdraiate il soggetto sulla schiena con gli arti inferiori lievemente sollevati

se ha difficoltà a respirare tenetelo posizione semiseduta slacciategli gli indumenti stretti     telefonate al 118 (emergenza sanitaria)     se il paziente é un diabetico noto e se ha ripreso coscienza somministrategli zucchero o acqua molto zuccherata                           se vi accorgete che una persona ha la sensazione di stare per svenire: esortàtela a sdraiarsi e a respirare lentamente e profondamente

84

STATO DI INCOSCIENZA se non sapete perché la persona é in stato di incoscienza: se la persona non respira

praticate la respirazione bocca a bocca (vedi) se vomita

girategli la testa da un lato   in presenza di testimoni

esaminate i suoi effetti personali per cercare un eventuale documento dichiarante che la persona é affetta da qualche specifica malattia

  telefonate al 118 (emergenza sanitaria)           non cercate di somministrare per bocca alcunché muovete l�infortunato solo se é assolutamente necessario

FINE

F.I.P. Regione PIEMONTE

SOMMARIO85

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1

NUOVO REGOLAMENTO ANTIDOPING

in vigore dal

1° gennaio 2011

Il Comitato Olimpico Nazionale Italiano (CONI) è l’ente pubblico

che in Italia oltre all’organizzazione e al

potenziamento dello sport nazionale cura l’adozione, la prevenzione e la

repressione del doping sportivo

Il CONI ha adottato il codice della WADA (World Anti-doping Agency) ed è in Italia la NADO (Organizzazione Anti

Doping Nazionale, riconosciuta dalla WABA)

che si occupa dei controlli

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2

La NADO è l’ente nazionale al quale compete la massima autorità e responsabilità in materia di adozione ed attuazione delle NORME SPORTIVE ANTIDOPING ivi compresa la direzione dei prelievi, dei campioni, la gestione dei risultati dei test, la conduzione dei dibattimenti.

Gli affiliati, i tesserati, i licenziati, ivi compresi gli atleti minori, con la sottoscrizione del tesseramento, del consenso informato (per questi ultimi anche da parte dell’esercente la potestà genitoriale) accettano queste norme per partecipare alle attività sportive.

Definizione di DOPING

E’ doping il verificarsi della presenza di una sostanza vietata

o dei suoi metaboliti o dei marker nel campione biologico dell’atleta

ATTENZIONE!

SI RICORDA CHE SONO DOPING TUTTI I FARMACI NON APPROVATI DAL MINISTERO DELLA SANITA’

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3

Ciascun atleta deve accertarsi personalmente di non assumere alcuna sostanza vietata.

Gli atleti sono responsabili di qualsiasi sostanza vietata, metabolita o marker rinvenuto nei loro campioni biologici.

Di conseguenza non è necessario dimostrare l’intento, la colpa, la negligenza o l’utilizzo consapevole da parte dell’atleta per accertare una violazione delle norme antidoping.

TUTTI i farmaci assunti DEVONO essere dichiarati

dall’ATLETA in caso di controllo

antidoping

Chi effettua i controlli:

Chi effettua i controlli:

•  F.I.B.A.

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4

Chi effettua i controlli:

•  F.I.B.A. •  comitato controllo antidoping del CONI

Chi effettua i controlli:

•  F.I.B.A. •  comitato controllo antidoping del CONI •  F.I.P

Chi effettua i controlli:

•  F.I.B.A. •  comitato controllo antidoping del CONI •  F.I.P •  Ministero della Salute

Chi è soggetto a controlli antidoping?

89

TUTTI gli atleti di TUTTE le categorie

LISTA DELLE SOSTANZE 2011

SOSTANZE E METODI PROIBITI IN ED OUT

COMPETITION

QUANDO SI PARLA DI

SOSTANZE PROIBITE

90

SI INTENDE - AGENTI ANABOLIZZANTI - ORMONI PEPTIDICI, FATTORI DI CRESCITA E SOSTANZE CORRELATE (stimolatori dell’eritropoiesi inclusi gli stabilizzatori del fattore ipossia-inducibile) - E’ STATO ELIMINATO DALLA LISTA L’USO INTRAMUSCOLARE DI PREPARAZIONI CON DERIVATI PIASTRINICI - ANTAGONISTI E MODULATORI ORMONALI - DIURETICI ED ALTRI AGENTI MASCHERANTI (è stato ulteriormente chiarita la rilevazione di una sostanza esogena al valore soglia in presenza di un diuretico o di un altro mascherante) - BETA-2 AGONISTI (TERBUTALINA-FORMETEROLO)

                   METODI PROIBITI: - POTENZIAMENTO DEL TRASPORTO DI OSSIGENO - MANIPOLAZIONE CHIMICA E FISICA AUTOEMOTRASFUSIONE (COMPRESE LE INFUSIONI E.V. CHE QUINDI VANNO ESEGUITE IN AMBITO OSPEDALIERO DA MEDICO OSPEDALIERO)

- DOPING GENETICO

SOSTANZE E METODI PROIBITI IN COMPETIZIONE -STIMOLANTI -GLUCOCORTICOSTEROIDI -NARCOTICI -CANNABINOIDI (inclusi tutti i

cannabinomimetici)

ADRENALINA PER VIA SISTEMICA

N.B. ASSOCIATA AD ANESTETICI LOCALI O

SOMMINISTRATA PER VIA LOCALE NON E’ PROIBITA

91

PER TUTTE LE ALTRE SOSTANZE

(non inserite nell’elenco delle SOSTANZE PROIBITE)

E’ SUFFICIENTE LA DICHIARAZIONE IN CASO DI CONTROLLO

ANTIDOPING

TUTTI GLI ALTRI ATLETI DEVONO UTILIZZARE LA

NIT (NOTIFICA INTERVENTO TERAPEUTICO)

DA INOLTRARE NEI 7 GIORNI SUCCESSIVI AL

CONTROLLO ANTIDOPING

IMPORTANTE :

LA DOCUMENTAZIONE NECESSARIA PER LA NIT E’

LA STESSA DELLA TUE

92

DA DICHIARARE IN CASO DI PRELIEVO ANTIDOPING

•  SALMETEROLO •  SALBUTAMOLO •  CORTISONICI LOCALI (COLLIRI,GOCCE OTOLOGICHE, AEROSOL,INALATORI,POMATE,ECC)

(Prodotti farmacologici usati più frequentemente da atleti allergici)

LA NIT ANTICIPATA VIA FAX ALLO 0636857216 DEVE ESSERE INVIATA A MEZZO RACCOMANDATA A/R ALLA

PROCURA ANTIDOPING

UFFICIO ANTIDOPING

STADIO OLIMPICO-CURVA SUD GATE 23 2° PIANO STANZA 210 OO194 ROMA

Documentazione da inviare per TUE in caso di ASMA:

•  anamnesi completa •  relazione dettagliata della visita medica •  relazione dell’esame spirometrico con FEV1 •  ripetizione dell’esame con B2-agonista in caso di ostruzione delle vie respiratorie •  in caso di ostruzione reversibile viene richiesto un test di provocazione bronchiale per stabilire la presenza di ipersensibilità delle vie respiratorie •  nome, specializzazione, indirizzo (telefono, fax, e-mail) del medico esaminante

Alcuni consigli pratici per gli allenatori

di atleti minorenni

93

1)  Convincere gli atleti a non assumere farmaci consigliati da

-  amici (..in discoteca) -  ragazza e/o sue amiche -  compagni di scuola -  colleghi atleti -  conoscenti occasionali -  massaggiatori e/o fisioterapisti -  genitori/parenti

2) Conquistare la fiducia degli atleti e stimolare le loro domande

-  sui danni permanenti che i farmaci dopanti procurano alla salute

-  sulle nuove procedure utilizzate per gli accertamenti:

nuovi farmaci dopanti = nuove indagini attivate

-  sulla certezza della pena in caso di riscontro positivo

3) Diffondere la cultura di uno sport senza doping

imparare a vincere imparare a perdere

rispettare l’avversario per

rispettare se stessi

I documenti necessari per la TUE

si possono scaricare dal sito della FIP

94

VIOLAZIONI E

SANZIONI

l’atleta deve assicurarsi che nessuna sostanza vietata entri

nel proprio organismo

è VIOLAZIONE la presenza

di una sostanza vietata o dei suoi metaboliti

nei campioni dell’atleta

VIOLAZIONE DELLE CONDIZIONI PREVISTE DAL

CONTROLLO OUT OF COMPETITION

INCLUSA LA MANCATA PRESENTAZIONE E LE

INFORMAZIONI SULLA REPERIBILITA’

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MANCATA PRESENTAZIONE, RITARDO, O RIFIUTO

SENZA GIUSTIFICATO MOTIVO

DI SOTTOPORSI A PRELIEVO

POSSESSO DI SOSTANZE VIETATE IN o OUT OF COMPETITION

SOMMINISTRAZIONE o TENTATA

SOMMINISTRAZIONE e AVVALERSI PERSONALMENTE

DI SOGGETTI INIBITI o SQUALIFICATI

PRIMA VIOLAZIONE 2 ANNI

SECONDA VIOLAZIONE

DA 2 A 10 ANNI A VITA

FINE

SOMMARIO96

SOMMARIO97

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109

110

111

SOMMARIO112

Corso Istruttore di Base

CANTALUPA 23-29/06/2013

Formatore: Marco Bussoli Direttore: Marco Lodetti Assistente: Stefano Comazzi Presidente CRA: Nino Ferraro

Tommaso Barroso

Leonardo Campanelli

Giuseppe Andrea

D’affuso

Dalmasso Marco

Luca Dongiovanni

Gianfranco Durin

Gianluca Gabriele

Stefano Granieri

Francesco Italia

Stefano Landra

Giuseppe Lippolis

Stefano Martinelli

Davide Masucco

Alessandro Mattea

Andrea Menardi

Marildo Monaco

113

Corso Istruttore di Base

CANTALUPA 23-29/06/2013

Formatore: Marco Bussoli Direttore: Marco Lodetti Assistente: Stefano Comazzi Presidente CRA: Nino Ferraro

Matteo Mosso

Gianpaolo Querio

Giancarlo Rivella

Alessandro Scaglia

Davide Varani

Edoardo Vercelli

Marco Villois

Enrico Zabaldano

SOMMARIO114