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IV Obiettivo di sviluppo del millennio

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Ridurre di 2/3 la mortalità infantile

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Page 1: IV Obiettivo di sviluppo del millennio

...scegli la giustizia...scegli la giustizia

MORIRE con la voglia di crescere

MORIRE dalla voglia di crescere

RIDURRE DI 2/3 LA MORTALITA' INFANTILE

MORIRE con la voglia di crescere

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Il punto di partenza: la dichiarazione del MillennioNel 2000, adottando la Dichiarazione del Millennio, 189 leadermondiali si sono impegnati ad eliminare la povertà estrema. Lohanno fatto impegnando i propri governi a raggiungere 8 Obiettiviconcreti entro il 2015: dimezzare la povertà estrema e la fame; rag-giungere l’istruzione primaria universale; promuovere l’uguaglianzadi genere; diminuire la mortalità infantile; migliorare la salute mater-na; combattere l’HIV/AIDS, la malaria e le altre malattie; assicura-re la sostenibilità ambientale, sviluppare un partenariato globaleper lo sviluppo.

Si tratta di obiettivi in cui, paesi del Nord e del Sud del mondo sisono impegnati a portare al raggiungimento.

Per la prima volta infatti poveri e ricchi hanno deciso di lavorareinsieme non solo identificando le azioni da compiere ma anche esoprattutto unendo in modo chiaro ruoli e responsabilità dei variattori e paesi coinvolti.

I paesi poveri si sono particolarmente impegnati a raggiungere iprimi 7 Obiettivi, promuovendo riforme a livello nazionale che met-tano al centro la lotta contro la povertà e il raggiungimento degliObiettivi del Millennio realizzando strategie politiche che incentivi-no l’attivazione di servizi di base accessibili ai più poveri, miglio-rando la governance ed eliminando la corruzione.

I paesi ricchi, oltre ai primi 7 obiettivi, si sono impegnati in un par-tenariato globale per lo sviluppo ossia:

• incrementare l’Aiuto Pubblico allo Sviluppo (APS) - sino a porta-re allo 0,7 la percentuale del Prodotto Interno Lordo (PIL) destina-ta all’APS

• migliorare la qualità degli aiuti, almeno allineandosi con le rac-comandazioni e i principi stabiliti nella Dichiarazione di Parigieliminando ad esempio distorsioni quali l’aiuto legato che favori-sce le imprese del paese donatore anziché aiutare a far cresce-re le strutture locali

• promuovere la cancellazione del debito

• giocare un ruolo di leadership per la realizzazione di nuoveregole del commercio internazionale più eque, fondate su princi-pi di giustizia e sostenga le economie dei paesi più poveri

www.millenniumcampaign.it

Obiettivo 4: RIDURRE DI 2/3 LA MORTALITÀ INFANTILEIl quarto Obiettivo di Sviluppo del Millennio è finalizzato alla ridu-zione di due terzi entro il 2015 - rispetto ai valori del 1990 - deltasso di mortalità infantile, definito come il numero di decessi dibambini tra 0 e 5 anni ogni mille nati vivi.Un impegno doveroso, imprescindibile, non solo per il suo valoremorale ed etico, ma anche perché all’origine della mortalità infanti-le vi sono per lo più cause prevenibili e trattabili con interventi sem-plici, efficaci e poco costosi.Questo rende ancora più inaccettabile il dato odierno che, nono-stante i miglioramenti registrati, è di 9,6 milioni di bambini che muo-iono ogni anno (Unicef, OMS-2008). Dati che rimandano a un tra-guardo, quello della riduzione dei 2/3 della mortalità infantile,ancora lontano da raggiungere. Il mondo potrà essere fedele all’impegno preso nel 2000, solo se trail 2008 e il 2015 sarà capace di ridurre i decessi infantili a un ritmomolto più rapido di quello che è riuscito a raggiungere dal 1990 adoggi, che ha comportato una riduzione della mortalità del 23%.

I dati della mortalità infantile nel mondo:9,6 milioni di bambini muoiono ogni anno, più di 26 mila al giorno.2 milioni sono quelli che muoiono il giorno stesso in cui sono nati. Quasi 11 milioni di bambini muoiono prima di compiere il quintoanno di età.Più di 200 milioni di bambini sotto i cinque anni non ricevono le curesanitarie di base.Molti di coloro che sopravvivono oltre i 5 anni portano con sé leconseguenze delle privazioni sofferte: malnutrizione, ritardi nellosviluppo fisico e psichico, disabilità, vulnerabilità socialeOgni minuto al mondo c’è una mamma che muore dando alla luceil proprio figlio.

Strade di vita... interrotte

Un diritto umano ampiamente sancito e proclamato: il DIRITTO ALLA SALUTE

E’ riconosciuto:

nella Costituzione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità del 1946nella Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo del 1948nella Convenzione sui Diritti dell’Infanzia del 1989

ed anche

nella Costituzione della Repubblica Italiana del 1948nella Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea del 2000

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Ci sono 4-5 cause principali di morte: malattie respiratorie e infetti-ve del tratto inferiore, diarree, malaria, morbillo, Aids, cause peri-natali e una serie di altre cause miste che variano da paese apaese. Ancora oggi la denutrizione riguarda circa il 50% di tuttele morti sotto i 5 anni di età.Pur essendo vero che oggi muore qualche bambino in meno rispet-to agli anni passati, che certe malattie (come ad esempio la polio-mielite) sono state eradicate, che ci sono molti più bambini che pren-dono la vitamina A, questi risultati sono tutt’altro che soddisfacentianche perché, nel frattempo, sono emersi una serie di fenomeninuovi, o prima in ombra, capaci di minare la salute dei bambinicome le situazioni di violenza, il problema degli orfani e dei bam-bini in condizione di grande vulnerabilità perlopiù in conseguenzaall’epidemia di Aids e dei conflitti e l’incremento dei problemiambientali (Medici con l’Africa CUAMM, 2008).

UNICEF, La condizione dell’infanzia nel mondo 2008 – Nascere e crescere sani, Rapporto 2008.

Edizione italiana a cura di Michele Mazzone e Maria Vittoria Ieranò, Primegraf, Roma, 2008.

In questo grafico possiamo vedere come le cause di morte dei bam-bini, in alcuni casi, comprendono malattie ormai superate e quasidel tutto debellate nel Nord del mondo…

fermiamoci un attimo a pensare: e se qui da noi, in Italia, inostri figli morissero ancora per malattie quali il morbillo o la diar-rea?...sicuramente non sarebbero cose che ci lascerebbero indiffe-renti. Per questo dobbiamo lottare, con la stessa forza e determina-zione sia che questo avvenga in paesi lontani dal nostro sia che que-sto avvenga nella nostra stessa città.Dobbiamo renderci conto che è veramente uno scandalo che l’Italianon mantenga gli impegni presi. Come possiamo considerarci unpaese “civile” con il peso di queste dirette o indirette responsabilità?

Nel nostro paese ci si scandalizza per tanti fatti di cronaca ma,invece diamo quasi per scontato, quasi per normale la morte dimilioni di bambini.

E’ come sei i loro sguardi siano lontano dai nostri occhi e,pertanto, lontano dai nostri cuori.

IL VERO SCANDALO È L’INDIFFERENZA.

I responsabili fondamentalmente sono sempre gli stessi e lasituazione non è mutata se non per la crescita della parte rela-tiva all’Aids soprattutto nei paesi dell’Africa sub-sahariana.

MA FORSE IL VERO RESPONSABILE È L’INDIFFERENZA DEIPAESI RICCHI.

Quante di queste morti potremmo evitare?Ci sono una quindicina di interventi preventivi che vanno dall’allat-tamento al seno, alle zanzariere medicate, ad alcuni vaccini, adalcune supplementazioni (vitamina A e zinco), ad alcuni aspetti dicure neonatali, alla terapia contro la trasmissione verticale (damadre e figlio) dell’Aids, al parto pulito e al trattamento preventivointermittente della malaria nelle donne gravide. Ci sono, poi, unaserie di interventi terapeutici, come gli antibiotici per la polmonite,gli antimalarici.Si sostiene che se si riuscisse a distribuire questi interventi a tutti ibambini si potrebbero prevenire la gran parte delle morti.

Gli interventi chiave necessari per affrontare le principa-li cause di decessi infantili sono comunemente ricono-sciuti e accettati. La ricerca rivela che soltanto l’1% deidecessi tra i bambini sotto i 5 anni ha cause sconosciutementre più del 70% delle morti dei bambini tra gli 0 e i5 anni d’età sarebbe prevenibile e trattabile con inter-venti semplici, efficaci e poco costosi.

Allora, perché oggi, nel 2008... Ô quando la quantità di beni e di servizi non è mai stata così alta

e potenzialmente garantita in tutto il MondoÔ in un contesto di impegni sottoscritti da parte dei paesi del

mondo per combattere la mortalità infantile, Ô con interventi di tipo sanitario in grado di curare con efficacia le

principali cause di mortalità dei bambini ...ancora si muore?

P E R C H É ?

Cause della mortalità infantile sotto i cinque anni

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Le prospettive di sopravvivenza dell’infanzia sono anche modellatedal contesto istituzionale e ambientale in cui vivono i bambini e leloro famiglie.- Degli 11 paesi (Afghanistan, Angola, Burkina Faso, Ciad,

Repubblica democratica del Congo, Guinea equatoriale, GuineaBissau, Liberia, Mali, Niger e Sierra Leone) in cui più del 20%dei bambini muoiono prima di raggiungere i 5 anni di vita, piùdella metà ha vissuto dal 1989 ad oggi almeno un grosso con-flitto armato

- Gli stati caratterizzati da istituzioni deboli, altamente corrotte, dainstabilità politica e legalità precaria, risultano essere quelli mag-giormente incapaci di fornire e garantire i servizi fondamentaliai loro bambini

- Dove l’AIDS ha raggiunto livelli epidemici la percentuale di mor-talità infantile raggiunge tassi elevatissimi

- I paesi che soffrono di insicurezza alimentare e quelli soggetti asiccità, riportano esiti più insoddisfacenti in materia di sopravvi-venza dell’infanzia

Per combattere la mortalità infantile occorre oltre a garantire il pieno godimento del diritto alla salute:• Migliorare le condizioni alimentari anche sostenendo

i piccoli agricoltori• Salvaguardare l’ambiente garantendo l’uso di acqua

potabile sicura • Migliorare la salute materna attraverso anche l’educazione

e la promozione della donna• Combattere le malattie e garantire servizi igienico sanitari

di base• Garantire contesti di sicurezza e di pace

La situazione è ancora così perché a mancare è la cosa più impor-tante: l’impegno, la volontà che le cause della mortalità infantilevengano eliminate. Interesse per l’accumulo di ricchezza e non per la giustizia e l’equi-tà, fanno si che la situazione ad oggi sia ancora emergenziale tantoda vedere a rischio il raggiungimento dell’Obiettivo.

Solo 5 Paesi su 22 donatori hanno raggiunto o superato lasoglia fissata in ambito ONU dello 0.7% del ProdottoInterno Lordo devoluta alla cooperazione allo sviluppo.

I TAGLI ALLA COOPERAZIONE PERMETTONO QUESTO SCANDALO... NOI NOPreoccupanti i dati dell’Italia in tal senso. Oggi il nostro paese siattesta allo 0,19% del PIL in Aiuto Pubblico allo Sviluppo, dato chefa dell’Italia il paese fanalino di coda dell’Unione Europea dove nonsono pochi i paesi che hanno già raggiunto o superato lo 0,33%del PIL, obiettivo fissato dall’UE per il 2006 .

Se dovessero intervenire ulteriori tagli alla cooperazione sarebbepesantemente e quasi irrimediabilmente compromesso il contributodell’Italia al raggiungimento degli Obiettivi del Millennio. La grande parte dei Paesi industrializzati non ha onorato e non staonorando i propri impegni per finanziare un “partneriato globaleper lo sviluppo” (Obiettivo 8) per politiche coerenti di lotta allapovertà (commerciali, finanziarie…) e, come affermava l’Enciclicadi Paolo VI Populorum Progressio “si toglie loro con una mano quelche si porge con l’altra”. (PP n° 56)

Non possiamo rimanere passivi. In quanto cittadini italiani attivi esolidali, cittadini del mondo, dobbiamo essere protagonisti del cam-biamento. Abbiamo il dovere di far conoscere questa realtà di pro-fonda ingiustizia; prima di esercitare il nostro diritto di voto capirequale partito o coalizioni si proponga di mettere veramente in agen-da serie e coerenti politiche di cooperazione allo sviluppo e vigila-re che non restino solo promesse; unirsi alle campagne e mobilita-zioni della società civile; avere un approccio critico ai media tradi-zionali e volgere lo sguardo verso un’informazione alternativa; con-dividere in prima persona le fatiche di chi sta portando il peso delleingiustizie, sia vicino a noi (vedi di seguito la proposta della nostraGuida) che nei Pesi lontani (servizio civile, volontariato internazio-nale); avendo uno stili di vita coerente con i cambiamento che vor-remo vedere nel mondo...

Gli Obiettivi parlano di infanzia. Non solo il quarto Obiettivo maben 6 degli 8 Obiettivi fanno esplicitamente riferimento all’infan-zia. La varietà, complessità e interdipendenza delle cause dellamortalità infantile non fanno altro che confermare la necessitàdel raggiungimento di tutti gli 8 Obiettivi per garantire un desti-no di giustizia, e ancor prima di vita, ai bambini del mondo.

Piste concrete tra Nord e Sud. E’ il tempo di rivedere ed eviden-ziare“il solco dell’azione possibile, ponendosi essenziali riferi-menti morali ed etici ed utilizzando quel criterio della sussidia-rietà che vede le risposte ai problemi dell’uomo date attraversolivelli concentrici: dalla persona, alla comunità, allo Stato, alleIstituzioni internazionali. Un solco capace di distinguere la meracrescita economica dallo sviluppo integrale, la tecnica dallaconoscenza, l’aiuto isolato dall’azione continuativa di una soli-darietà strutturata.” (Nuntium, anno XI numero 31/32, 2007)

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Agire locale e pensare globale, partire dalle nostre città dalle e legare lediverse situazioni di povertà ed ingiustizia nel Nord e nei Sud del Mondo perun approccio critico al modello di sviluppo, alla luce della Dottrina Socialedella Chiesa.

In tutto il mondo l’infanzia è spesso vittima delle disattenzioni e delle ingiusti-zie dei grandi.Se nei Sud del mondo, come ampiamente descritto, la situazione è inaccetta-bile e chiede interventi concreti e urgenti, anche nel Nord, nonostante i biso-gni basilari dei bambini siano in genere soddisfatti, vi sono dei segnali di cre-scente difficoltà dell’infanzia così come aree di estremo disagio e rischio disalute (fisica e psichica) per i bambini. Bambini che nascono in contesti di dif-ficoltà relazionale oppure in condizioni di disagio psico-sociale; bambinimolto piccoli, da pochi mesi fino a tre anni, che vivono con le madri l’espe-rienza della detenzione. Ma anche sovrappeso, obesità, eccesso di farmaci.Condizioni di “possibilità” di cibo e di cure che sembrano però non giovareall’infanzia. E ancora due fenomeni emergenti, il rapporto salute infantile eambiente e la preoccupante crescita della povertà che coinvolge sempre piùanche i paesi del Nord dove si stima che un sesto dei bambini viva al di sottodella soglia di povertà nazionale. Evidenziandosi inoltre in tema di benesse-re dell’infanzia profonde disuguaglianze etniche (bambini stranieri e di mino-ranze) e geografiche.

La GUIDA sul Quarto Obiettivo del Millennio è un viaggio attraverso la condi-zione dell’infanzia nei paesi dei Sud del Mondo e in Italia, in particolare un“muoversi” tra i problemi e le difficoltà che colpiscono i bambini 0-5 anni,tanto da mettere a rischio la loro crescita fisica e psichica. La guida vuoleessere una via di conoscenza e un facile strumento per accompagnare in per-corsi di riflessione ed azione soprattutto i giovani. Percorsi concreti, essendoillustrate nella guida alcune “piste”, positive, di chi nel Nord e nei Sud delmondo, ha scelto la giustizia decidendo nei fatti, con il proprio impegno, diattivarsi per il contrasto alla povertà, per il riconoscimento, il rispetto e la tute-la dei diritti umani e nello specifico dei diritti dell’infanzia.

Per informazioni sulla Guida e su come richiederla: [email protected]

GUI

DA

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Organismi Associati a Volontari nel mondo - FOCSIV:

A.B.C.S., A.C.A.V., ACCRI, A.D.P., A.E.S. - C.C.C., Ai.Bi., AIFO, A.L.M., AMAHOROOnlus, A.M.G., ASAL, A.S.I., A.S.P.Em., A.U.C.I., AVAZ, AVSI Fondazione, CEFA,CELIM BERGAMO, Ce.L.I.M. Milano, Centro Mondialità Sviluppo Reciproco, C.I.S.V.,C.L.M.C., C.O.E., CO.M.I., CO.MI.VI.S, COMUNITA’ IN DIALOGO, Cooperazione eSviluppo, CO.P.E., C.P.S., C.V.C.S., C.V.M., EsseGiElle, FON.SIPEC, FON.TOV.,GVS, I.B.O. Italia, INSIEME SI PUO'..., IPSIA, LABOR MUNDI, Medici con l'AfricaC.U.A.M.M., L.V.I.A., ProgettoMondo MLAL, M.L.F.M., M.M.I., MO.C.I., M.S.P.,O.S.V.I.C., O.V.C.I. La Nostra Famiglia, OVERSEAS, PdF, PRO.DO.C.S.,PRO.MOND., R.T.M., SCAIP, Senzaconfini Onlus, SOLIDAUNIA – La Daunia nelmondo, S.V.I., U.C.S.E.I., U.M.M.I., U.V.I.S.P. – Assisi, V.I.D.E.S., V.I.S.B.A., V.I.S.P.E.

Via San Francesco di Sales, 18 - 00165 ROMA - tel. 06 6877796 - 867 - fax 06 6872373 - [email protected] Acu

radi

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Volontari nel mondo - FOCSIV, 35 anni per una storia di pace

Cooperazione, volontariato, giustizia...l’impegno che da 35 anni caratterizza la FOCSIV nelle sue attività di cooperazione allo sviluppo, lobbying e advocacy, educazione allo sviluppo, volontariato e formazione.

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metti nell’oggetto: CI SONO ANCH’IO

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Realizzato con il contributo del Ministero degli AffariEsteri, Direzione Generale per la Cooperazione alloSviluppo, nell'ambito del progetto"Campagna NazionaleTarget 2015: un serio impegno contro la mortalitàinfantile". I punti di vista esposti in questo sussidio nonrappresentano quelli ufficiali dell’ente finanziatore.

Ringraziamo Damiano Sabuzi Giuliani che ha “scelto la giustizia” con il servizio civile volontario nelle Campagne FOCSIV