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Bruno ManlisaIII°E2004/2005
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diMarilisa Bruno
Agli inizi del 1300 Enrico Scrovegni chiamò Giotto a Padova per decorare la sua cappella
privata. La decorazione ha inizio nel 1303 ed è ultimata nel 1305.
Enrico Scrovegni Giotto
La cappella è un piccolo edificio, semplicissimo all’esterno e all’interno. Le pareti sono quasi completamente
libere (vi sono finestre solo sulla facciata e sul lato destro); gli affreschi possono quindi essere organizzati liberamente, senza essere subordinati alle strutture
architettoniche
Il tema principale trattato pittoricamente è la storia di Cristo
cominciando dalla sua nascita, dagli eventi che la preparano e terminando,
dopo la morte, con la conseguenza spirituale della sua incarnazione.
L'adorazione dei MagiGuidati da una stella, dei Magi venuti dall'Oriente trovano il
bambino con Maria e Giuseppe e lo adorano, offrendogli in dono oro,
incenso e mirra
La narrazione si svolge in tre fasce, una sotto l’altra, con inizio in alto a destra. •In basso, sopra lo zoccolo, è una balza decorata in monocromo, con le allegorie delle Virtù e dei Vizi e le loro conseguenze. •La parete interna è interamente occupata dal Giudizio Universale.•Nella fascia superiore sinistra sono riprodotte le storie di Gioacchino (padre della Vergine).•Nella fascia superiore destra le storie della Madonna.•Ai lati dell’ingresso l’Annunciazione.•Nelle due fasce intermedie Giotto lavora alla storie di Gesù.•La volta presenta, sul fondo azzurro stellato, dieci medaglioni con Maria, Gesù e i Profeti.
LA TECNICA FINE
La Temperanza
La prudenza
La Fortezza
La Giustizia
La Carità
La Fede
L’Ingiustizia
L’Infedeltà
L’Invidia
Offerta alla Cappella
Croce sorretta da due angeli
Dannati e Demoni
Cristo giudice
Figure dei
Santi, della
Madonna e degli eletti
La Trifora
Illustra il momento nel quale Enrico Scrovegni,
ritratto a sinistra, consegna il modello della Cappella, sorretto da un
frate, alla Vergine affiancata da un angelo e
da una santa.
Inserito in una mandorla, di reminiscenza bizantina, circondato dagli angeli e
sulla destra e sulla sinistra dalle figure degli Apostoli
seduti sui troni. Dalla mandorla si espande una
striscia di fuoco al cui interno è dipinto il regno infernale popolato da una schiera di
dannati e demoni
Unica fonte di luce della cappella che separa le
due schiere degli angeli guidate dagli arcangeli
con gli stendardi.
Ritiro di Gioacchino tra i pastori
L’incontro fra Gioacchino e Anna
Il sogno di Gioacchino
Il sacrificio di Gioacchino
Approfondimenti
Cacciato dal tempio, perché privo di figli, Gioacchino, lasciata la propria casa in città, si rifugia fra i pastori per fare penitenza. Malgrado l’età avanzata, Gioacchino e sua moglie Anna avranno in seguito, per volontà divina, una figlia, Maria, destinata ad essere la Madonna.Il dolore del Santo è espresso dalla sua postura, mentre i due pastori si guardano meravigliati per ciò che sta accadendo. Il paesaggio appare spoglio, privo di particolari, per mettere in evidenza la meditazione profonda di Gioacchino.
Mentre Gioacchino offre un agnello a Dio in segno di purificazione, gli appare un angelo che gli annuncia il perdono e gli comunica che Anna avrà un discendente dal suo seme.
Gioacchino si avvia sulla strada del
ritorno, fermandosi in
una capanna di pastori per
riposare. Un angelo appare
in sogno a Gioacchino, lo
esorta a ritornare a
Gerusalemme da Anna sua sposa e gli
annuncia la sua prossima paternità.
Gioacchino ritorna dal deserto ed incontra Anna e le
sue ancelle presso la
Porta Aurea di
Gerusalemme
Approfondimenti
Giotto organizza lo spazio pittorico con ordine e razionalità grazie
all’inserimento del tempio; il pittore inserisce le scale su una linea diagonale
che dal servitore, dipinto di spalle, giunge alle braccia del sacerdote pronto ad accogliere la giovane Maria. Giotto
cerca di rendere il momento della separazione con estrema umanità e
partecipazione emotiva: infatti, il sacerdote riceve con serenità la
giovane accompagnata dalla madre fin quasi all’ingresso del tempio.
Le nozze di Cana Compianto sul Cristo morto
La Pentecoste
La strage degli innocenti
La fuga in Egitto
Cristo deriso
Noli me tangere
Affrescato al centro della parete di destra. In primo piano sono collocate due figure femminili sedute, viste di spalle. Anche se non si vedono i loro volti la loro tristezza traspare dalla pesantezza delle due figure. La presenza delle due donne di spalle ha un duplice fine: quello di indicare il limite spaziale e quello di introdurre al tono doloroso della rappresentazione che, al di la di loro, si dispone per piani trasversali paralleli: quello del corpo giacente e della santa che, sostenendone i piedi, ne osserva piangente le ferite lasciate dai chiodi; quello della Madonna (che ne abbraccia la testa) e dall’altra santa che lo tiene per una mano; quello delle figure in piedi; l’ultimo, infine, costituito dalla montagna che chiude la scena.La striscia rocciosa scende conducendoci all’abbraccio di Maria che fissa il volto senza vita di Gesù.
Giovanni in piedi al centro, allarga le braccia in un atteggiamento disperato, espressione che vuole impartire un giudizio morale che nasce dalla constatazione della bassezza cui giunge l’uomo quando crede di poter far tacere la voce della verità con la violenza.
Al dramma terreno corrisponde quello celeste, rappresentato dagli angeli che ruotano in cielo aumentando il senso di movimento dell’intera scena: Giotto si sofferma con particolare attenzione sulla raffigurazione delle loro espressioni che rivelano un profondo dolore per la morte del Cristo
A Cana, in Galiea, Gesù e Maria vengono invitati a una cerimonia nuziale assieme ad alcuni discepoli. Poichè viene ad un tratto a mancare il vino in tavola, Gesù, per esortazione di Maria, tramuta in vino l'acqua che si trova in sei idre di pietra e compì così il primo miracolo della sua vita pubblica.
Cinquanta giorni dopo Pasqua lo Spirito Santo discende in forma di raggi e di lingue di fuoco sugli Apostoli, il cui numero è nuovamente dodici, dopo la scelta di
Mattia al posto di Giuda Iscariota.
Pilato fa flagellare Gesù nel cortile del
pretorio. I soldati scherniscono
Gesù, lo schiaffeggiano e
gli mettono in testa la corona
di spine.
Pilato fa flagellare Gesù nel cortile del pretorio. I soldati
scherniscono Gesù, lo schiaffeggiano e gli mettono in testa la corona di spine.
Un angelo appare a Giuseppe in sogno e lo avverte che il re Erode vuole uccidere Gesù. Giuseppe prende Maria e Gesù e fugge in Egitto.
Il re Erode, dopo aver atteso
invano il ritorno dei Magi, decide di far trucidare
tutti i bambini al di sotto dei due
anni, nella speranza di
colpire così il bambino Gesù.
Cristo è risorto e due angeli indicano il sepolcro vuoto ai cui piedi stanno addormentate le guardie. Il Risorto appare a Maddalena nel giardino attiguo al sepolcro e le ingiunge di non toccarlo in quanto non è ancora salito presso il Padre.
L’esigenza di rendere la rappresentazione pittorica più aderente alla realtà porta Giotto a soffermarsi con cura e precisione su ogni zona dell’affresco: a lui spetta il merito di aver introdotto nel ciclo di Assisi la sinopia e la tecnica della lavorazione a
“giornate” , che sostituisce definitivamente quella “a pontate” . Per aumentare la luminosità e la
brillantezza dell’affresco il pittore fiorentino stende il colore non più per sovrapposizione, come avveniva
con gli artisti bizantini, ma per accostamento, definendo inizialmente le ombre e le zone più chiare e passando in una seconda fase alle mezze tinte e ai
toni vivi.
Giotto sceglie giorno per giorno la zone da decorare, tracciando sull’arriccio( uno strato di intonaco
costituito da calce e sabbia) il disegno della sinopia. Nelle parti più difficili da eseguire, come i volti dei
personaggi, Giotto lavora su una superficie particolarmente ridotta, in modo da potersi
soffermare con tempi più lunghi sulla coloritura di ogni dettaglio della raffigurazione.
In epoca bizantina l’artista preparava la parete da decorare secondo la posizione
delle impalcature (da qui il termine lavorazione “ a pontate”: di conseguenza la
superficie da portare a termine nell’arco della giornata era notevolmente ampia, tanto da non permettere al pittore di soffermarsi con
sufficiente attenzione sulla resa dei particolari, la cui esecuzione avrebbe comportato tempi più lunghi di quelli
concessi da questo tipo di lavorazione.
Informazioni tratte da:
Internet
ARTE Correnti e Artisti (vol. 1)
Dal testo alla storia, dalla storia al testo (vol. 1a)
GRAZIE A TUTTI PER L’ATTENZIONE