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La comunicazione non verbale I gesti, le espressioni, le posture, i movimenti e le azioni, gli atteggiamenti,le distanze, l’intonazione della voce, gli odori, l’abbigliamento, etc. La comunicazione non verbale è continua, per lo più involontaria e prodotta dalla semplice presenza di una persona da cui “trasuda” senza sosta: la si può chiamare “espressione

La comunicazione non verbale

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La comunicazione non verbale. I gesti, le espressioni, le posture, i movimenti e le azioni, gli atteggiamenti,le distanze, l’intonazione della voce, gli odori, l’abbigliamento, etc. - PowerPoint PPT Presentation

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La comunicazione non verbale

I gesti, le espressioni, le posture, i movimenti e le azioni, gli atteggiamenti,le distanze, l’intonazione della voce, gli odori, l’abbigliamento, etc.

La comunicazione non verbale è continua, per lo più involontaria e prodotta dalla semplice presenza di una persona da cui “trasuda” senza sosta: la si può chiamare “espressione”

La cinesica

La cinesica si occupa di analizzare i gesti e il loro significato

La classificazione della gestualità proposta da Ekman e Friesen è orientata ad analizzare il comportamento motorio come frutto di un’unica espressività, trovando i collegamenti esistenti tra i singoli gesti, la loro condizione d’uso, la codificazione e la loro origine

Segnali non verbali

Secondo Ekman e Friesen (1969) esistono 5 categorie di segnali non verbali:

I gesti simbolici o emblemi I gesti illustratori I gesti indicatori dello stato affettivo I gesti regolatori dell’interazione: Gesti d’adattamento

Gesti simbolici

I gesti simbolici o emblemi: hanno la capacità di sostituire la comunicazione verbale e possono essere utilizzati quando la comunicazione verbale è impedita o per rafforzare lo scambio comunicativo.

Gesti illustratori

I gesti illustratori: tutti i vari movimenti che accompagnano la comunicazione verbale, illustrando ciò che si dice.

Servono per ampliare, sottolineare la comunicazione; per esempio vengono accentuati quando non si parla bene la lingua dell’interlocutore per favorire la comunicazione che altrimenti sarebbe scarsa.

Gesti affettivi

I gesti indicatori dello stato affettivo: sono segnali che di solito manifestano gli stati di tensione psicologica attraverso movimenti tipici che possono essere ad esempio lo stringere forte i pugni per sottolineare uno stato di rabbia. Questi gesti competano l’espressione del volto.

Gesti regolatori dell’interazione

I gesti regolatori dell’interazione: determinano, durante un dialogo, l’ordine dei vari interventi di ogni parlante. Usando questi gesti, che possono essere cenni con il capo o inarcamento delle sopracciglia, si può orientare il flusso della conversazione stessa.

Gesti adattivi Gesti d’adattamento: sono quei gesti che

rappresentano un modello di comportamento adattivo, che di solito viene appreso nell’infanzia e si manifesta attraverso segnali abituali non intenzionali, che vogliono indicare un dato messaggio.

Per questa categoria Ekman e Friesen hanno individuato tre diverse tipologie: i segnali non verbali di tipo auto-adattivo, i gesti”d’adattamento incentrati sull’altro”

(contatti con altre persone) i gesti”d’adattamento orientati sugli oggetti”.

Gesti adattivi

i segnali non verbali di tipo auto-adattivo, sono quei segnali che riguardano tutti i movimenti del corpo che gli individui fanno durante l’interazione comunicativa (automanipolazione);

i gesti”d’adattamento incentrati sull’altro” sono, per esempio i contatti con altre persone.

i gesti ”d’adattamento orientati sugli oggetti”, prevedono la manipolazione di oggetti esterni durante lo scambio comunicativo

ALCUNE RICERCHE AFFERMANO CHE IL DIALOGO E’ FORMATO DA:

PAROLE VOCE GESTUALITA’

OGNI COMUNICAZIONE AVVIENE CONTEMPORANEAMENTE SU

DUE PIANI, QUELLO DEL CONTENUTO E QUELLO DELLA RELAZIONE:

MEDIANTE LE PAROLE TRASMETTIAMO DELLE INFORMAZIONI E CON I

SEGNALI DEL CORPO DIAMO “INFORMAZIONI ALLE INFORMAZIONI”

Watzlawick

IL PARAVERBALE, CIOE’

I SEGNALI DELLA

VOCE (VOCE ACUTA,

PARLARE VELOCEMENTE,

ECC.)

LA MIMICA, CIOE’ I SEGNALI DEL VISO

(SORRISO, SOPRACCIGLIE

AGGROTTATE, ECC.)

I SEGNALI AUTOMATICI, COME L’ ARROSSIRE,

IL SOSPIRARE, IL SUDARE,

LA DILATAZIONE DELLA PUPILLA

LA POSTURA, CIOE’ I SEGNALI DEL BUSTO, DELLE GAMBE E DEI

PIEDI (ACCAVALLARE LE GAMBE, BUSTO

PROTESO IN AVANTI, ECC.)

LA GESTUALITA’, CIOE’ I SEGNALI DELLE

BRACCIA E DELLE MANI (GRATTARSI, STARE A BRACCIA CONSERTE, ECC.)

IL CONTATTO FISICO: LA PELLE CALDA, FREDDA,

SUDATA

I SEGNALI SOCIALI, COME

L’ ABBIGLIAMENTO,LA COSMESI

I SEGNALI DEL

CORPO

LA PROSSEMICA: LA DISTANZA,

VICINANZA CONL’ INTERLOCUTORE

PARAVERBALE

MIMICA

SEGNALIAUTOMATICI,

POSTURA

GESTUALITA’,

CONTATTO FISICO

SEGNALI SOCIALI,

I SEGNALI DEL

CORPO

PROSSEMICA

LINGUAGGIO DEL CORPO: I SEGNALI

EMOZIONI FONDAMENTALI:

- FELICITA’ - RABBIA

- INTERESSE - TRISTEZZA

- SORPRESA - DISGUSTO

- PAURA - DISPREZZO

– MIMICA: TUTTO CIO’ CHE SI OSSERVA DAL VOLTO DI UNA PERSONA

(PUPILLE DILATATE, MOVIMENTI DEGLI OCCHI, POSIZIONE

DELLE LABBRA, DELLE SOPRACCIGLIA, ECC.)

LINGUAGGIO DEL CORPO: I SEGNALI

OSSERVARE COME, AL VARIARE DI UNO STATO D’ ANIMO, PUO’

VARIARE:

LA POSIZIONE (AD ES. BRACCIA INCROCIATE, GAMBE

ACCAVALLATE, SONO SEGNALI DI DIFESA, DI CHIUSURA);

SE CI SI AVVICINA (SE CI SI PINGE IN AVANTI VERSO L’

INTERLOCUTORE E’ UN SEGNALE DI INTERESSE);

ASSENTIRE CON IL CAPO RINFORZA CIO’ CHE STIAMO

DICENDO O CIO’ CHE STIAMO ASCOLTANDO.

– POSTURA: POSIZIONE E MOVIMENTI (COME SI SISTEMA IL CORPO NELLO SPAZIO)

Postura

1. Portamento, posa, o posizione del corpo e della sue parti: ad es., una postura rannicchiata.

2. Una posizione del corpo fissa e stazionaria, contrapposta a un movimento fluido del corpo.

Uso: Se sostenuto (tenuto per più di due secondi) un movimento del corpo come il reclinamento della testa può essere considerato una postura. Anche se la durata varia, la postura solitamente esprime atteggiamenti, emozioni e stati d’animo più di brevi gesti e fugaci movimenti del corpo.

Postura (2)

Postura, ruolo e atteggiamento personale Dominanza – sottomissione Rilassamento – tensione

Interpretazione della postura dipendente dal contesto interattivo

Fenomeni di “accomodamento” posturale

Postura poco sottoposta al controllo volontario

Postura come censura discorsiva

La postura

Il primo elemento da osservare per una teoria del linguaggio del corpo è lo spostamento del peso, sia in posizione eretta, che seduta, che durante la camminata:

quanto più un soggetto sta ben dritto, tanto più retto è il suo atteggiamento interiore.

L’inclinazione in avanti è, invece, indice di insicurezza,

mentre l’inclinazione indietro è indice di supponenza

La postura: la posizione eretta

La postura: il modo di stare seduti

STARE ATTENTI A CHI STA COMPLETAMENTE IMMOBILE (NON

VOLER ESPRIMERE O TRADIRE LE PROPRIE EMOZIONI,

SPECIALMENTE SAPENDO DI MENTIRE)

– GESTUALITA’: I GESTI ESPRIMONO EMOZIONI:

• SGUARDO/TOCCARSI I CAPELLI: TENDENZA SEDUTTIVA

(MANIFESTAZIONE DI INTERESSE)

• GIOCARE CON GLI ANELLI, CON LA PENNA, STROPICCIARSI

LE MANI : NERVOSISMO, ANSIA, ECC.

• STROFINARSI: - IL NASO (PUO’ INDICARE PROBABILE

MENZOGNA)

- LE SOPRACCIGLIA/PALPEBRE (DISAGIO)

LINGUAGGIO DEL CORPO: I SEGNALILINGUAGGIO DEL CORPO: I SEGNALI

Gesti Def: azioni motorie coordinate e circoscritte volte a

generare un significato e indirizzate ad un interlocutore, al fine di raggiungere uno scopo.

Tipologia dei gesti

insieme assai eterogeneo e differenziato idoneo a svolgere funzioni anche molto diverse fra loro

Gesti iconici o lessicali: gesti illustratori Pantomima: rappresentazione motoria e imitativa di scene

o situazioni Emblemi: chiamati anche gesti semiotici o simbolici es ok Gesti deittici: gesti di indicazione Gesti motori: movimenti ritmici linguaggio dei segni: linguaggio vero e proprio

Mano dietro la nuca

Gesto 1. Toccare, grattare, o reggere il dorso del collo o della testa con il palmo aperto. 2. Varianti a. sollevare una mano per grattarsi un orecchio, afferrare un lobo auricolare, o stimolare un canale auricolare: e b. toccare, grattare o strofinare la guancia o il lato del collo.

Uso: durante una conversazione, la mano dietro la nuca può essere letta come potenziale segno di incertezza conflitto, disaccordo, frustrazione, rabbia, o antipatia (avversione sociale). Solitamente riflette pensieri, sentimenti, o stati d’animo negativi. Nel counseling, nei colloqui (lavoro, ecc.) e negli esami questo gesto è spesso un indizio di una questione non risolta che deve essere verbalizzata ed esplorata.

Volto

Sguardo e contatto visivo Espressione del volto

Sguardo

Rappresenta un potente segnale comunicativo. Contatto oculare: alto valore di sopravvivenza e per

l’avvio di qualsiasi rapporto interpersonale e poi come feedback sulla situazione relazionale in atto.

Sguardo e conversazione: segnale efficace per la regolazione dei turni e come segnale di appello (comunicazione all’altro della propria disponibilità a iniziare un’interazione).

Sguardo e gestione dell’immagine personale e per regolare i rapporti di distanza e vicinanza

favorisce la cooperazione facilitando la comunicazione di intenti positivi di condivisione

la fissazione oculare: può assumere valore di pericolo o minaccia

Sguardo e contatto visivo

Sguardi reciproci durante l’interazione Regolazione Percezione di sé e degli altri Richiesta di consenso Potere/status

Intensità delle emozioni Sguardi frequenti = emozioni positive Distoglimento/evitamento = emozioni

negative Frequenza e durata dello sguardo

CLEM

Direzione dello sguardo. 1. CLEM: Acronimo per "conjugate lateral eye movement." 2. Reazione non verbale, spesso a una domanda verbale, in cui gli occhi si muovono insieme lateralmente (verso destra o verso sinistra).

Uso: Movimenti involontari degli occhi (CLEM) segnalano elaborazione delle informazioni, riflessione e pensiero. Poiché spesso riflettono anche un dubbio non verbalizzato, i CLEM possono essere usati come indizi significativi per l’analisi.

Espressioni del volto

Segnale. L’atto di comunicare un sentimento, opinione, emozione, atteggiamento o altro messaggio contraendo i muscoli del volto

Uso: La forza espressiva combinata dei muscoli del mento, delle labbra, degli occhi, delle sopracciglia è senza pari nel regno animale. Più di ogni altra parte del corpo la nostra faccia rivela emozioni, opinioni e stati d’animo. Mentre possiamo imparare a manipolare alcune espressioni (ad es. il sorriso), alcune espressioni facciali inconsapevoli (ad es. sporgere le labbra, tendere la bocca, mostrare la lingua) riflettono i nostri veri sentimenti. Molte espressioni facciali sono universali, altre dipendono da regole e usanze culturali.

Sopracciglia

L’abbassamento delle sopracciglia è un sensibile indicatore di disaccordo, dubbio, o incertezza.

1. Innalzare le sopracciglia aggiunge intensità a un’espressione facciale. Può servire a rafforzare uno sguardo dominante, un broncio di sottomissione o l’energia di un sorriso. I muscoli occipitali elevano le sopracciglia aggiungendo intensità a qualsiasi gesto. 2. Innalzare una o entrambe le sopracciglia Insieme a un movimento all’indietro della testa suggerisce un’aria di sdegnoso disprezzo, arroganza o superbia. E’ possibile che alziamo le sopracciglia mentre diamo ordini, argomentiamo passaggi importanti o facciamo delle richieste.

Reazioni inconscie

Scuotere le spalle Schiarirsi la voce Fare il broncio Sollevare le sopracciglia

Sorriso

È uno dei segnali fondamentali della specie umana. A livello filogenetico ritroviamo un omologia con

l’espressione facciale delle scimmie consistente nel “mostare i denti in silenzio”come atto di difesa o sottomissione.

In ambito umano il sorriso non è un segnale uniforme e univoco:

sorriso spontaneo o di Duchenne: coinvolgimento di tutto il volto

sorriso simulato o sorriso miserabile Non sempre legato alle emozioni ma spesso connesso con

l’interazione sociale e come promotore dell’affinità relazionale

Regolatore dei rapporti sociali.

Sorriso

Espressione facciale1. Un vero sorriso di felicità o gioia. 2. Un’espressione in cui gli angolidelle bocca curvano verso l’altoe si formano delle pieghe agli angoli degli occhi.

Uso: Anche se possiamo produrre sorrisi di cortesia e sorridere alla macchina fotografica, il sorriso zigomatico o sincero è difficile da produrre a richiesta. Mentre il primo può essere consapevolmente manipolato (ed è soggetto di manipolazione) il secondo è controllato dalle emozioni. Il sorriso zigomatico è un riflesso più accurato dello stato d’animo.

Sorriso (2)

Promotore e facilitatore delle relazioni Segnale di conferma Segnalatore di potere/status Differenze di genere Culturalmente codificato

LINGUAGGIO DEL CORPO: I SEGNALI

DICONO DI NOI, DELLA NOSTRA PERSONALITA’ AGLI ALTRI:

L’ ABITO FA ANCHE IL MONACO

– SEGNALI SOCIALI

ABBIGLIAMENTO:

• FORMALE

• SPORTIVO/CASUAL

• CURATO

• ECCESSIVAMENTE CURATO (DETTAGLI MANIACALI)

•TRASANDATO/SCIATTO

COSMESI:

• CAPELLI (PULITI, CURATI, PETTINATI, TAGLIATI)

• CURA DELLA PELLE (IMPURITA’, TATUAGGI, PIERCING

DENOTANO LA CURA, IL RISPETTO, L’ AFFETTO VERSO SE STESSI)

LINGUAGGIO DEL CORPO: I SEGNALI

FONDAMENTALE LA STRETTA DI MANO:

- VIGOROSA/ENERGICA

- BREVE

- INTENSA

– CONTATTO FISICO: FORMA PRIMARIA DI RELAZIONE

E DI SCAMBIO ENERGETICO

(LIVELLO PELLE):

- ASCIUTTA

- SUDATA: DISAGIO

- CALDA

- FREDDA: PAURA

LINGUAGGIO DEL CORPO: I SEGNALI

FONDAMENTALE LA CAPACITA’ DI

OSSERVARE E DI RECEPIRLI

– I SEGNALI AUTOMATICI:

- ARROSSIRE

- SOSPIRARE

- SUDARE

- DILATAZIONE DELLA PUPILLA, ECC.

………………ESEMPIO….ESEMPIO….

DURANTE UNA CONVERSAZIONE DA SEDUTI E’ IMPORTANTE

NOTARE L’ ACCAVALLAMENTO DELLE GAMBE E I CAMBIAMENTI

DI POSIZIONE DEL CORPO, IN RELAZIONE AGLI ARGOMENTI

CHE SI STANNO AFFRONTANDO. SE LA CONVERSAZIONE

AVVIENE STANDO IN PIEDI, OCCORRE OSSERVARE SE

L’ INTERLOCUTORE SI AVVICINA A NOI CON PICCOLI PASSI,

PERCHE’, IN TAL CASO, DIMOSTRA, SENZA VOLERLO, DI ESSERE

INTERSSATO AD ESSA, MENTRE SE SI ALLONTANA MANIFESTA

MINORE INTERESSE.