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la Gazzetta NOTIZIE DALLA REDAZIONE Sponsor la G azzetta IL GIORNALINO della SCUOLA ELEMENTARE E MEDIA DEL COTTOLENGO Anno V - N. 2 - febbraio 2014 - COPIA OMAGGIO Scuola S. Giuseppe Cottolengo Primaria Paritaria e Secondaria di I grado Via Cottolengo 14 -10152 Torino Con il patrocinio della La scuola che NON fa la differenza 1 a puntata 2014 su Primantenna TV canale 14 digitale terrestre Sabato 8 marzo ore 13,50 dopo Prima News Domenica 9 marzo ore 20,50 dopo Prima News. Anche su: www.tgvistodanoi.it ILT G SCUOLA COTTOLENGO ILT G SCUOLA COTTOLENGO

La Gazzetta - Il Giornalino della Scuola elementare e media del Cottolengo - Febbraio 2014

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La Gazzetta - Il Giornalino della Scuola elementare e media del Cottolengo - Febbraio 2014

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Page 1: La Gazzetta - Il Giornalino della Scuola elementare e media del Cottolengo - Febbraio 2014

laGazzettaNOTIZIE DALLA REDAZIONE

Sponsor

laGazzettaIL GIORNALINO della SCUOLA ELEMENTARE E MEDIA DEL COTTOLENGO

Anno V - N. 2 - febbraio 2014 - COPIA OMAGGIO

Scuola S. Giuseppe CottolengoPrimaria Paritaria e

Secondaria di I gradoVia Cottolengo 14 -10152 Torino

Con il patrocinio della

La scuola che NON fa la differenza

1a puntata 2014

su Primantenna TV

canale 14 digitale terrestre

Sabato 8 marzo ore 13,50

dopo Prima News

Domenica 9 marzo ore 20,50

dopo Prima News.

Anche su: www.tgvistodanoi.it

ILTG SCUOLA COTTOLENGOILTG SCUOLA COTTOLENGO

Page 2: La Gazzetta - Il Giornalino della Scuola elementare e media del Cottolengo - Febbraio 2014

Cari lettori, eccoci pronti con il secondo numero del-l’anno de “La Gazzetta” e come sempre speriamo diaver centrato l’obiettivo di informarvi e divertirvi. In

redazione c’è sempre molto fermento durante le settimaneche precedono l’uscita e i ragazzi sono sempre entusiasti diveder pubblicate le loro storie. Piccoli racconti, storie vissuteo inventate in cui i giovani redattori mettono le loro fantasie,i sogni, i sentimenti e le emozioni senza pudore con molta sincerità e onestà. È questo l’aspetto che teniamoa sottolineare, la semplicità del nostro giornale che deriva dalla genuinità delle storie contenute. Vi auguriamobuona lettura e… al prossimo numero!

La Redazione

l’editoriale

laGazzetta

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DALLA REDAZIONE

Siamo arrivati a metà anno, certamente un annoche corre velocissimo ma come sempre con fa-tica, a volte difficoltà. Però non sarei io, il vostro

Billy, se non mi mettessi a scrivere di quello che suc-cede nel mondo attraverso gli occhi della vostrascuola. E così quale gioia a Natale quando avete de-ciso di rinunciare a qualche regalo per aiutare i vo-stri amici in Kenya… beh spero che voi nellevacanze passate alla tradizionale domanda… “cheregali hai fatto? Che regali hai ricevuto?” alla primadi queste abbiate voluto orgogliosamente dire: “horegalato una vita a un bambino!”. Si! Perché è statoproprio così e per questo non possiamo smettere diprendere un po’ della nostra fortuna per donarlaagli altri! E quale gioia per i ragazzi laggiù aver ri-cevuto le vostre lettere alle quali stanno rispon-dendo con entusiasmo! E allora accogliere,imparare, rispettare tutto ciò che avviene nella vo-stra scuola è un continuare il dono bellissimo fattoa Natale, imparare per chi non ha la fortuna di farloe se fosse al nostro posto…… rispettare per chi nonha mai avuto la fortuna di ricevere rispetto ma soloingiustizia e povertà e se fosse al nostro posto…..

accogliere tutte le diversità che ci possono arric-chire per chi ha subìto la diversità solo per un colore e conosce il significato della sofferenzain nocente e se fosse al nostro posto…. Beh alloraamici miei buon secondo quadrimestre perché…siete voi chiamati a coprire “questo posto” e nonpossiamo sprecarlo… soprattutto per loro.

Billy Spaccaossa

Abbiamo raggiunto oltre un milione e trecentocin-quantamila visitatori individuali. Il link del giorna-lino gratuito La Città nascosta on-line è:http://www.afnews.info/wordpress/speciali/la-citta-nascosta

Secondo quadrimestre…. Già stanchi?

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Ciao a tutti, vi voglio parlare di un gior no perme molto significativo e importante: il 27 gen-naio, giorno della memoria. Dovete sapere che

il 27 gennaio del 1945 i soldati sovietici liberaronouno dei più temuti campi di concentramento nazi-sti: il campo polacco di prigionia di Auschwitz. Oravi lascio immaginare la faccia di quei soldati, chepure essendo militari abituati a vedere da vicinomolte cose spiacevoli, rimasero lo stesso ammutolitinel trovarsi di fronte persone magre come chiodi e le “gabbie” che li rinchiudevano; in seguito videro anche le camere a gas eall’inizio non compresero bene a cosa ser-vissero, anche se da allora la loro funzione è ormai tristemente nota a tutti.Ora, dopo questa breve introduzione storica, molti mi potrebbero chiedere perché noi, nel 2014, dobbiamo ancora ricordarci di questagiornata, visto che molte cose sono cambiate e adesso è quasi inconcepibile il modo in cui furono trattati i deportati.Io risponderei a questa domanda in un modomolto semplice, dicendo che quelle persone che maltrattavano i deportanti (molti avevanoanche problemi fisici e mentali gravi) non erano alieni che venivano da chissà qualepianeta nell’universo, ma era gente come

laGazzettaDALLA REDAZIONE

27 Gennaioil giornodella memoria

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tutti noi, che però credeva fosse giusto seguire le ideedi un uomo che molti di noi adesso potrebbero rite-nere addirittura pazzo: Adolf Hitler.Quello che voglio fare capire è che le cose cheadesso noi riteniamo giuste e quelle sbagliate e cru-deli sono molto mutate nel tempo; ad esempio pernoi togliere la vita a una persona è una cosa ingiustae crudele, ma solo poco tempo fa non era così, per-ché se noi avessimo chiesto ai vari Himmler, Goe-ring e Göbbels se quel lo che facevano e dicevanoera giusto, loro, senza neanche rifletterci un secon -do, avrebbero subito urlato “sì”.Detto questo, bisogna comunque rilevare che anchein questi tempi bui e difficili alcune persone riusci-rono a mantenere un elevato senso morale, pagandocon la vita la difesa della verità e del bene come ilsacerdote polacco Massimiliano Kolbe morto nelcampo di prigionia di Auschwitz per salvare unpadre di famiglia.Sarebbe bello se questo 27 gennaio tutti noi potes-simo aver ben chiare nella nostra mente due sem-plici parole: MAI PIÙ.Queste due parole non ci fanno negare il nostropassato, che non si può cancellare, ma ci permet-tono di comprendere e vivere meglio il presente.

di Marco Visentin

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DALLA REDAZIONElaGazzetta

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Alla fine di novembre noi delle classi secondesiamo andati al… circo! Non era, però, un circonormale col tendone, animali, giocolieri, clowns

e pagliacci… Era un circo tutto nostro, dove eravamonoi le piccole star e gli spettatori d’eccezione erano imaestri e gli accompagnatori! Ah, sono state delle mat-tinate bellissime! Prima di tutto niente scuola (e ditese è poco) e poi l’ebbrezza di viaggiare in città sui busdella GTT: un’esperienza insolita per le orecchie deipasseggeri! Meno male che “Casa Circostanza” non èlontana dal Cottolengo… Si trova nel quartiere Bar-riera di Milano ed è un salone attrezzatissimo: assomi-glia alla pista di un vero circo! Attraverso le attività cheabbiamo sperimentato (giochi con i teloni, equilibri-smo, attenzione...) abbiamo cercato di esprimere noistessi sia da soli sia in gruppo. Mamma che fatica! Es-sendo per noi “l’anno dell’accoglienza” volevamo mi-gliorare la nostra attenzione verso gli altri… beh,qualche litigio e battibecco ci sono stati, ma ce l’ab-biamo messa veramente tutta. Sono state due mattinatebellissime che vorremmo rifare il più presto possibile.E ora in vero stile circense… 1… 2… 3… CIAOOOO!

Le classi seconde

Le seconde a“Casa Circostanza”

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Una farfallaun po’diversaA te o lucciolina che hai sempre aspettato con precisione il mese della Madonna.

Tanto tempo fa, sul prato fiorito di una splen-dida collina, c’era una farfalla che cercava ilposto migliore per deporre le uova. Individuò

un fiore appena sbocciato, profumato e lucido.Scelse il colore per tutte le sue farfalle, ma siccomele uova erano tante se ne dimenticò una. Il giorno seguente si dischiusero le uova e iniziaronoa volare nel cielo limpido tante farfalle con ali deicolori più belli e scintillanti. Tutte coloratissime,tranne una... e indovinate quale? Proprio lei, quelladimenticata dalla mamma che aveva le ali grige.Nessuno voleva giocare con lei, perché era diversadalle altre. Una notte la luna la vide piangere, na-scosta dietro una foglia. Le sue lacrime brillavano.Così la luna le diede un nuovo aspetto e la tra-sformò in una lucciola. Avrebbe illuminato le tenebre.

laGazzettaDALLA REDAZIONE

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di Alexandra Chiribau Il mio papà è davvero speciale!

C aro papà, ti scrivo qui sulla”Gazzetta” per dirtiquanto ti voglio bene e quanto sono fiera e or-gogliosa di avere un padre come te. Tu per me

sei davvero speciale, perché mi regali la serenità dipoter contare sempre su di te, posso rivolgermi a teper qualsiasi problema. Anche quando sto male e hola febbre, tu sei in ansia, preoccupato. Mi metti ilghiaccio sulla fronte, e quando ho la tosse, mi dai losciroppo e mi fai le coccole. Quando posso, cerco diricambiare, come quando torni stanco dal lavoro e sivede che sei di cattivo umore, allora io cerco di fartiritornare allegro e ti faccio sorridere. Ultimamentequando andiamo in montagna, non hai molto tempoper sciare con me, perché devi metterti a spalare laneve. Però in ogni caso sei il mio PAPÀ con la P ma-iuscola.

di Francesca Nizzi

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DALLA REDAZIONElaGazzetta

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CampionatoCalcio CSI Top Junior

Dopo il cammino trionfale della scorsa sta-gione terminatosi con il raggiungimentodelle finali regionali, la squadra si è ritrovata

a lavorare per preparare al meglio l’inizio della sta-gione. Per quanto riguarda lo staff tecnico, intanto,Mister Ivan sarà affiancato dal fratello Giancarlo perraggiungere altri obiettivi. In accordo con la societàsi è deciso di partecipare al campionato CSI TOPJUNIOR con i ragazzi che affrontano squadre conmaggiore esperienza. Nonostante la prima vittoriaottenuta con ampio scarto, la squadra inizia a faticaree nonostante il duro lavoro svolto negli allenamenti,la squadra ottiene pochi risultati ma rimanendo per

tutto il campionato imbattuta tra le proprie mura.Alla fine del campionato la squadra si colloca terzain classifica ottenendo un piazzamento inferiore alleattese ma contraddistinguendosi per comporta-mento, disciplina, educazione e compattezza. Lasquadra sta già lavorando in vista del prossimo cam-pionato con inizio previsto nei primi di Marzo 2014.Forza ragazzi! Continuiamo a crescere!

Scuola Calcio Giuco

Anche quest’anno le iniziative dei Giuco Calciounder 8, ha confermato l’adesione di unaquindicina di bambini… Lo spirito rimane

sempre lo stesso: far divertire i bambini e integrarliinsieme in un contesto diverso di quello che può es-sere l’ambiente scolastico… Abbiamo già fatto 2concentramenti raggiungendo ottimi risultati condelle partite vinte, pareggiate e qualcuna anchepersa… Tutto serve per farli crescere insieme conuno spirito diverso… Soprattutto con uno spiritodi Squadra…

Franco Miranda

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laGazzettaDALLA REDAZIONE

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di Edrin Rokaj

Come faccio a sapere chefunziona?L’avanzamento della tecnologia rispetto agli anni passati

Rispetto agli anni passati, la tecnologia si è evo-luta molto. Negli anni passati c’erano i telefonimolto grandi, oppure i computer grandi che

non si potevano portare in giro, e le macchine foto-grafiche con il rullino, i televisori che sembravanodei cubi. Ora, invece, c’è il telefono più piccolo conlo schermo con la tecnologia touch screen. Hamolte applicazioni, con la connessione a internet esi può accendere con le tue impronte digitali. Peresempio ci sono I-phone 5s, il Samsung galaxy S4.Io ho visto il galaxy S3, è molto bello, ha tanti giochi, fa delle foto e video. Poi ci sono i computerportatili, un po’ più ricco di programmi come il I-Mac. Ci sono le macchine fotografiche digitali e nonquelle con il rullino. Poi con le vecchie macchinefotografiche non si potevano cancellare le foto ve-nute male. Invece le macchine fotografiche digitaliti permettono di fare molte più foto e se sbagli puoicancellare, poi le nuove fanno le foto più belle,chiare, con i colori perfetti. Ci sono anche i televi-sori led che hanno persino internet, le immaginisono molto più chiare e che possono accendere espegnere con la tua voce. L’audio è come quellodel cinema, grazie alla tecnologia home theatre.

Anche nella nostraclas se è arrivata l’ul-tima tecnologia, adessoabbiamo il registroelet tronico, e la lavagnache eravamo abituati avedere è sta ta sostituitacon la lavagna multi-mediale. È appena sta -ta installata, nel pros -

simo numero ve ladescriverò meglio!

Chebella la scuola!La vera passione

per la conoscenza in uno studente è quella che

la scuola t’insegna

Penso che per molti bambini la scuola non siamolto divertente. Per me lo è. Non piacciono icompiti a casa, mi piacciono invece quelli svolti

a scuola, specie le operazioni matematiche chetrovo divertenti. Poi da quest’anno la scuola è an-cora più piacevole perché abbiamo le lavagne inte-rattive multimediali. Interattive vuol dire che noicon un giusto programma possiamo scriverci sopra,e fare tutto quello che una volta si faceva col gessoe con la lavagna classica, senza sporcarci le mani!Multimediale vuol dire che funziona come un com-puter, e quindi guardiamo dei documentari per im-parare la storia degli egizi, o delle canzoncine ininglese per memorizzare i giorni della settimana e imesi. Poi mi piacciono anche le verifiche, perché èuna bella sensazione prendere un bel voto e vederloscritto sul diario. Insomma, quello che vi consiglioè di divertirvi a scuola, anche perché ci attendonomolti anni tra libri e banchi ed è meglio affrontarlicon lo spirito giusto.

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laGazzetta DALLA REDAZIONE

La befana motorizzata alla Scuola

del Cottolengo

Cari amici, come ogni anno il 6 gennaio il cortile della scuola si è riempitodi moto e di bikers, per il tradizionale appuntamento con “La Befana Mo-torizzata”. Successo, come sempre, e grande divertimento per gli ospiti,

le suore e le famiglie dei bimbi della scuola, intervenuti molto numerosi comesempre. Un enorme ringraziamento ai nostri amici motociclisti, che ogni annoci regalano un pomeriggio così bello!

La Redazione

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a cura di Salvatore Acquas

Una storia di ieri… ma vera di oggi…per i ragazzi da 6 a 99 anni

IL MAGOECOLOGINO

C’era una volta in un paese vicino un principe.Si chiamava Peppino e abitava in un brutto evecchio castello, non era ricco e quindi doveva

lavorare. Aveva una vecchia carretta che chiamavaApe e con questa passava casa per casa a raccoglierei sacchetti di spazzatura. Quando il cassone del-l’Ape, vecchia come lui, era pieno, andava in unposto nascosto e metteva sottoterra tutti i sacchetti.Ben presto ce ne furono troppi e cominciò a bru-ciarli. Dal fuoco saliva un fumo nero che arrivavaal cielo, faceva tossire le persone, soprattutto i bam-bini, gli uccellini non cinguettavano più, tossivanoanche loro e non volavano più perché avevano le alisporche di fuliggine, nei campi non cresceva piùl’erba e neppure i fiori, e poi... l’odore... c’era sem-pre un brutto odore. Nel cielo non si vedevano più il sole né le stelle.Ogni giorno quel fumo e quell’odore diventavanopiù forti e così gli uccellini e gli altri animali che vi-vevano in quei posti, dove non cresceva più l’erba,i coniglietti, le pecorelle, le lumachine, le formi-chine e tanti altri andarono al castello dei maghi chesi chiamava Municipio, per raccontare loro che nonpotevano più vivere e chiesero loro di aiutarli.Solo i maialetti non andarono dai maghi perché,come sapete, quelli di loro che non possiedono unacasa, mangiano proprio la spazzatura e quindi eranoamici del principe Peppino.Il Capo dei maghi, Ecologino, decise di aiutare lepersone, i bambini e gli animaletti, e incaricò ilmago Cicchino di fare una magia.Il mago Cicchino con la sua bacchetta magica feceapparire moltissime scatole di diversi colori, unaverde, una marrone, una celeste, che regalò a cia-scuna famiglia. Insegnò alle persone a mettere i rifiuti umidi nellascatola marrone, il secco in quella verde, il vetro

nella blu, nel giallo la carta, e nell’azzurro la pla-stica. Mandò poi in tutte le case altri maghetti... Tonino, Paolino, Franco e tanti altri a svuotare lescatole quando erano piene.I maghetti poi, portarono l’umido nei campi, doveprima Peppino bruciava la spazzatura e lì pianpiano ricominciò a crescere l’erbetta, perché l’u -mido concimava la terra. Le lumachine ricominciarono a passeggiare, i coni-glietti a costruire le tane e le pecorelle a brucarequell’erbetta, gli uccellini a cantare e volare leggeri,le formichine a trovare il mangiare per l’inverno.Con la plastica, non più bruciata, i maghetti comin-ciarono a costruire giocattoli che regalarono ai bam-bini più poveri, vendettero il vetro e costruirono unparco giochi, e con la carta fecero dei libri di favoleche regalarono alla fatina Giusy la libraia che li dàoggi a voi (in cambio di una monetina perché la suacarrozza fatata è vecchia, non la revisionano più edeve cambiarla). Erano tutte belle favole, e in quelle favole il cielodiventò di nuovo celeste e si vedevano il sole e lestelle, nell’aria si sentiva di nuovo il profumo deifiori, i bambini poterono di nuovo uscire a giocaree correre nei prati.Voi vorrete sapere che fine fece Peppino, beh! Pep-pino andò in pensione, assieme ai maialetti suoiamici e a qualche altro maialone che continuava abuttare i sacchetti per strada, l’Ape di Peppino invece adesso la usano i maghetti di Giorgino perdivertirsi (facendo le impennate) quando passanoda vanti alle case di voi bambini.

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IL MAGOECOLOGINO

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biata per alcuni episodi che ho visto capitare negliultimi anni. Episodi che mi hanno indignato e mihanno convinto a prendere in mano la penna. “Cisono cose che vanno scritte”, ho pensato».

Quali episodi?

«Frasi che ho sentito, vicende che mi sono state ri-portate dalle amiche. Diversi casi che hanno resoevidente l’esistenza, oggi, di una grossa emergenzaeducativa. Per esempio, ho sentito numerosi geni-tori lamentarsi del comportamento delle insegnantidei loro figli: “Poverino, gli hanno dato troppi com-piti”; “Poverina, le hanno chiesto di imparare unapoesia di Carducci”; “Poverini, li hanno costretti avedere il film del brutto anatroccolo e si sono messia piangere”. Ho capito che i genitori sono semprepronti alla critica, ma non più nei confronti dei figli,bensì dei loro insegnanti! È come se il mondo sifosse capovolto».

laGazzetta

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DALLA REDAZIONE

C ari genitori e lettori, sonouna mamma della scuolaCottolengo. Ho letto di re-

cente su una rivista un articolo incui una mamma parlava del suorapporto con la scuola e gli inse-gnanti dei propri figli. Ha parlatodi quanto sbagliamo, noi genitori,nello schierarci incondiziona -tamente dalla parte dei nostrifigli. Mi sono ritrovata moltonelle parole di questa mamma epenso che sia importante che leg-giate tutti l’articolo. Riporto quiin tegralmente la lettera.

«La maestra ha ragione».

Quando eravamo piccoli e amavamo lamentarcidella scuola, i nostri genitori erano di solito irremo-vibili: «La maestra ha ragione», dicevano. Anchequando non erano del tutto convinti. Nonostantenon fosse vero. Oggi, invece, le cose sono cambiate.La maestra ha spesso torto. Hanno ragione i figli,sempre. O quasi. A porre l’accento su questo feno-meno è stata, alcuni giorni fa, Francesca Tricomicon una lettera inviata al direttore de La Stampa.Nella missiva Francesca rifletteva sul futuro di que-sti bambini, educati ad avere sempre ragione. Noil’abbiamo incontrata per capire perché è urgente ri-cominciare a dare ragione alla maestra.

Cosa l’ha spinta a scrivere questa lettera?

«Solitamente si scrive per due motivi: perché si èinnamorati di un’idea oppure perché si è arrabbiati.Nel mio caso valgono entrambe le regole. Sono in-namorata dei miei figli e dell’infanzia e sono arrab-

Diamo fiducia ai maestri

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laGazzetta

Una volta le maestre avevano sempre ragione, i figli torto.

«Esatto. La nostra generazione è cresciuta così, emolte altre prima di noi. Oggi, invece, è il contrario:i bambini sono perfetti. E devono avere sempre ra-gione. I genitori si arrogano il diritto di salire in cat-tedra e giudicare gli insegnanti, il loro com porta-portamento e persino il programma didattico.Anche se non è il loro mestiere e, in molti casi nonsanno di cosa parlano. L’importante è accondiscen-dere alle richieste e alle lamentele dei figli. Trasfor-mandosi da genitori in avvocati difensori».

Quali sono i rischi di questo comportamento?

«Il rischio è quello di crescere una generazione difigli seduti e inetti, oppure di prepotenti che cre-dono di sapere tutto. L’eccessiva accondiscendenzapriva i bambini di quelle sane critiche che li aiutanoa crescere. Li priva dell’esperienza, altamente edu-cativa di dover affrontare e accettare una visione del

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DALLA REDAZIONE

mondo diversa dalla propria. Li preserva ingiusta-mente dall’occasione di combattere per le proprieidee, di ambire all’emancipazione. Nel ten -tativo di proteggerli, in realtà li danneggiamo».

Che cosa possiamo fare per invertire la tendenza?

«Tornare a dire no. Perché, lo sappiamo, i no aiu-tano a crescere. E ricominciare a criticare i proprifigli quando è il caso, perché è utile prima di tuttoa loro, al percorso di crescita e di evoluzione chedevono compiere per diventare degli adulti consa-pevoli e intellettualmente onesti. Quando si trattadel rapporto scuola-famiglia, poi, dobbiamo asso-lutamente tornare a dare ragione alla maestra. Nonperché solo infallibile (sappiamo bene che non ècosì), ma perché i bambini devono comprendereche le loro azioni hanno delle conseguenze e che lamamma e il papà non saranno sempre pronti a co-prire loro le spalle. È una mia opinione, ovvia-mente, e non ho la pretesa di aver ragione. Sonoconvinta che ci sia una vera e propria emergenzaeducativa. Che dev’essere risolta al più presto».

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DALLA REDAZIONElaGazzetta

Un pacco inaspettato...La chiave della gioia è un regalo inaspettato in un momento inaspettato

Cari amici, immagino che a tutti voi sia capitato loscorso Natale, come ogni anno, di ricevere vari regaliinaspettati, sperati... A me e alla mia famiglia è suc-

cessa una cosa davvero singolare. Mancavano due giorni aNatale, era di mattina ed eravamo in casa a preparare la ta-vola per pranzare. All’improvviso suonarono il campanelloe ci dissero di scendere per ritirare un pacco. Eravamo con-vinti che fosse un pacco mandato dalla nonna che vive inRomania. Invece era anonimo, senza mittente. Dentro, unalettera di auguri, anch’essa anonima, e poi tanta roba: dolci,cibo, bevande, vestiti, giocattoli e anche un libro moltointeres sante che ho iniziato a leggere lo stesso pomeriggio.Beh, a voi potrà sembrare poco, ma ci siamo commossi acasa e abbiamo ringraziato il nostro amico durante la pre-ghiera del giorno di Natale.

Polly e Macchia, i due pappagalliI

nsegnerei loro a dire: pronto chi parla, dica... così lascerei lui ad ascoltare quelli dei call centers quandochiamano e non dovrò più distrarmi quando faccio i compiti. La scorsa settimana, mio nonno camminandoverso casa, a un tratto ha sentito un cinguettìo provenire da un cassonetto della spazzatura.

Si è avvicinato pensando di trovare un canarino, invece ha trovato un pappagallo della razza degli “inseparabili”.Con molta cautela è riuscito ad afferrarlo e l’ha portato a casa. Ci è piaciuto subito tanto, per la varietà deicolori: giallo, rosso, arancione, oro. Lo abbiamo chiamato Polly. Lui ormai riconosce il nostro fischio, e poi loliberiamo dalla gabbia, tenendo le finestre ben chiuse. Lui fa un giro in casa, svolazza tra le stanze e poi tornanella sua gabbia da solo. Abbiamo poi scoperto che era una femmina, in un negozio di animali. Il negoziante ciha detto che si tratta di animali che soffrono molto in solitudine. Così mio nonno in estate ha preso un maschioe lo ha chiamato Macchia. Poveri noi! Dal primo giorno hanno iniziato a stuzzicarsi, fischiare e cantare. Chebaccano! Mi hanno detto che si accoppiavano, per avere dei figli. Poi Polly ha cominciato a covare delle uova.Purtroppo le prime due covate sono andate male e le uova non si sono aperte. Perfortuna la terza covata, a dicembre è andata bene. Polly ha fatto un uovo ogni duegiorni. Poi mettono le uova in un nido creato da loro nella gabbia e si mettonosopra per covarli. E se ci si avvicina con la mano al nido, si arrabbiano e ti beccano.Nelle ultime due settimane si sono aperte due uova e sono venuti fuori due pap-pagalletti. Sono contento! Non ho ancora trovato i nomi, avete dei suggerimenti?

di Fabio Aquino

di Stefania Chiribau

...

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laGazzettaDALLA REDAZIONE

Intervista a Edoardo

Edoardo, uno dei nostri compagni “particolari”,un giocatore di rugby, un bravo studente… lovediamo correre per i corridoi, sempre sorri-

dente e sempre con uno sguardo da furfantello.Dei suoi compagni hanno voluto intervistarlo e luiha risposto con semplicità alle nostre domande, conla stessa semplicità con cui ci incontra, con cui ognigiorno affronta i suoi problemi e ci fa riflettere sulnostro modo di affrontare la vita

Come ti chiami?EdoQuanti anni hai?Ho 10 anniChe classe fai?La 4 BCome si chiamano le tue maestre?Chiara, Elisa, Francesca e Suor ClaudiaCosa ti piace fare a scuola?Fare le schede (i compiti) e fare musicaCome si chiamano i tuoi amici?Andrea e Don AndreaChe sport fai?RugbyCosa ti piace fare durante la ricreazione?Mi piace giocare a pallaQuando vai in biblioteca, quale dvd ti piace guardare?Il dvd di “Clifford”

Un bambinofortunato

Nell’infanzia (il paradiso è in noi)

Io sono un bambino come tanti. Mi lamento, vo-glio sempre di tutto dai miei genitori che cercanodi accontentarmi. Loro però cercano di farmi ca-

pire che non tutto è scontato. E che non devo esserefelice solo per i video giochi. Devo pensare a queibambini che non possiedono una casa, non hannovestiti nuovi, non mangiano nulla di buono... op-pure i bambini che non vanno a scuola. Ecco moltidi voi penseranno, che figo senza scuola. Questibimbi invece di andare a scuola lavorano nei campio nelle fabbriche. E quindi meglio stare a scuola, alcaldo, seduti, con l’intervallo e tutto il resto. Quindipensiamo a tutto questo e non diamo per scontatoquello che abbiamo.

di Giorgia Torres Espinoza

di Stefano Casafina

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DALLA REDAZIONElaGazzetta

La musica cheascolto

Quando ascoltiamo qualsiasi musica, sentiamo che le emozioni e sentimenti suscitati ci appartengono.

Ciao a tutti, come avrete notato dal titolo, vorreiparlarvi un po’ della musica che ascolto. A mepiacciono tanti generi fra i quali: il Metal, il

Rock, e il Pop italiano. So benissimo a cosa statepensando, e cioè che non tutti i 12enni ascoltanoquesta musica. Dovete sapere che io ho quattro fra-telli maschi e quindi loro hanno deciso di farmi cre-scere con questa musica. Facciamo un esempio:quando ero piccolo, non volevo mai andare a dor-mire la sera dopo cena e quindi il mio fratello mag-giore Matteo per addormentarmi ebbe un’ideabrillante. Quella di mettermi le cuffie con i Savatagesparati al massimo. Credete che sia stato sveglio omi sia addormentato? Bene la risposta è la seconda,che mi sono addormentato subito!E pensate che lo faccio ancora adesso che ho bendodici anni, mi metto con il telefono ad ascoltare iSavatage, Metallica, Clash, Black Sabbath ecc...Non ci crederete mai eppure riesco con questa mu-sica a dormire veramente bene! Allora alla pros-sima. Buon ascolto !

di Stefano Strabone

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di Giorgio Pari

La mia sorellalontana

Sento sempre la sua presenza, ovunque lei vada. Sento che è

sempre con me...

Ciao a tutti, questo è il primo articolo che scrivoper il giornalino, e siccome faccio solo la se-conda e sono piccolo... spero che sia pubbli-

cato. Mi piacerebbe parlarvi di mia sorella, lei sichiama Camilla, ha ventiquattro anni e da alcunianni vive in un paese lontano, in Danimarca permotivi di studio. Adesso Camilla è in Africa, perstudiare la popolazione e per fare esperienza nellemissioni. Mia sorella e i suoi compagni hanno aiu-tato gli abitanti della Nuova Guinea a piantare unmilione di alberi. Che bravi! Spero di avervi inte-ressato con la mia storia.

I Metallica

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laGazzettaDALLA REDAZIONE

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L’ANGOLO DEL SANTO COTTOLENGO

A cura di don Emanuele

Un valore importante che viveva San Giuseppe Cottolengoera: LA GIOIA. La gioiosità del santo traspariva nel suosereno ottimismo; la cordialità del tratto, la pazienza versogli sgarbati, la fiducia negli uomini, la semplicità del-l’agire, erano requisiti costantemente presenti della suacondotta. Dissero alcuni testimoni: “Il Cottolengo è sem-pre tranquillo e ilare, con lo stesso umore e con la mede-sima giovialità, senza lasciarsi abbattere dalle difficoltà edalle contrarietà”, “in mezzo a questo mare d’affari e disacrifici, il Cottolengo è sempre allegro sereno e faceto”.A chi era a servizio dei poveri, il santo spesso diceva: “IlSignore non bisogna servirlo di cattivo umore”, “Tuttisanno servire il Signore quando tutto va bene”, “operarele cose con santa allegria e senza infastidirsi”, “Non do-vete star malinconici, state con Dio, operate per Dio ed iltutto andrà bene”.

“Ricordiamo le tre parole-chiave per vivere in pace e gioiain famiglia: permesso, grazie, scusa. Quando in una famiglianon si è invadenti e si chiede “permesso”, quando in unafamiglia non si è egoisti e si impara a dire “grazie”, e quandoin una famiglia uno si accorge che ha fatto una cosa bruttae sa chiedere “scusa”, in quella famiglia c’è pace e c’è gioia.Ricordiamo queste tre parole: permesso, grazie, scusa”(Papa Francesco, Angelus 29 dicembre 2013)

Il mito più famoso di Siracusa è quello della ninfaAretusa. La ninfa al seguito di Artemide, cor-rendo libera tra i boschi del Peloponneso, fu

vista dal giovane Alfeo che si innamorò perduta-mente di lei. Ma Aretusa non ricambiava il suo sen-timento, anzi rifuggiva da lui, finché stanca delle sueinsistenze chiese aiuto ad Artemide. La Dea la av-volse in una spessa nube sciogliendo la giovane inuna fonte sul lido di Ortigia. Alfeo allora chieseaiuto agli dei, che lo trasformarono in un fiume chenascendo dalla Grecia e percorrendo tutto il MarIonio si unì all’amata fonte.Ancora oggi il mito rivive nell’isola di Ortigia graziealla cosiddetta Fonte Aretusa, uno specchio diacqua che sfocia nel Porto Grande di Siracusa. Laleggenda di Alfeo trae origine dal fiume omonimodel Peloponneso, in Grecia, e da una fonte di acquadolce (detta Occhio della Zillica) che sgorga nelPorto Grande di Siracusa a poca distanza dallaFonte Aretusa. Il viale che costeggia la Fonte Are-tusa si chiama proprio Lungomare Alfeo.Nello specchio d’acqua della Fonte Aretusa e lungole rive del fiume Ciane sono presenti gli unici papi-reti selvatici di tutta l’Europa. Il papiro cresce spon-taneo solo in Egitto.

La Fonte Aretusa di Siracusa

di Giulia Piana

Page 16: La Gazzetta - Il Giornalino della Scuola elementare e media del Cottolengo - Febbraio 2014

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