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Torniamo in picchiata con il secondo numero, carichi di felicità e soddisfazione per l'esperienza maturata nelle ultime iniziative, dal Congresso Nazionale alle commemorazioni dei 68 Martiri, passando per il 25 Aprile davvero strabiliante in cui abbiamo dato vita a un corteo colorato e allegro, alla grigliata partigiana con oltre 100 persone e al concerto giovanile! Il nostro viaggio in questo cielo ribelle continua, sono tante le avventure in fase di organizzazione: uscite in montagna, campeggio al Col del Lys, attività con il Comitato Provinciale… partecipa anche tu, spicca il volo insieme a noi, la vista è splendida e permette di guardare lontano un paesaggio di terra e libertà! La nostra attenzione oggi è rivolta ai referendum del 12 e 13 giugno, a cui dovremo partecipare tutti per restituire all'Italia dignità, futuro, giustizia e libertà: sono in gioco i nostri diritti fondamentali, sono battaglie antifasciste, dobbiamo riconquistare la democrazia, anche perché il regime governativo sta oscurando e censurando ogni comunicazione mediatica in merito: il 12 e 13 giugno SI VOTA, VOTA 4 SI! Rivolgiamo infine un pensiero affettuoso al compagno Vittorio Arrigoni, attivista italiano per i diritti umani ucciso a Gaza a metà aprile, da circa tre anni impegnato a documentare il genocidio del popolo palestinese: lo abbiamo salutato cantando Bella Ciao in ogni parte del mondo e addirittura una sezione ANPI di Ferrara è stata intitolata a suo nome. Ti portiamo con noi, caro Vik Utopia, per la passione e l'impegno civile profuso contro la guerra e il genocidio, per quelle tue parole intrise d'amore e di lotta che noi dell’ANPI facciamo nostre: RESTIAMO UMANI! Sommario a pagina 2 Anno 1 Periodico della Sez. A.N.P.I. Grugliasco “68 Martiri” n° 2, maggio 2011

La Gru Partigiana n° 2, Maggio 2011

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Periodico della Sezione ANPI "68 Martiri" Grugliasco

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Page 1: La Gru Partigiana n° 2, Maggio 2011

Torniamo in picchiata con il secondo numero, carichi di felicità e soddisfazione per l'esperienza maturata nelle ultime iniziative, dal Congresso Nazionale alle commemorazioni dei 68 Martiri, passando per il 25 Aprile davvero strabiliante in cui abbiamo dato vita a un corteo colorato e allegro, alla grigliata partigiana con oltre 100 persone e al concerto giovanile! Il nostro viaggio in questo cielo ribelle continua, sono tante le avventure in fase di organizzazione: uscite in montagna, campeggio al Col del Lys, attività con il Comitato Provinciale… partecipa anche tu, spicca il volo insieme a noi , la vista è splendida e permette di guardare lontano un paesaggio di terra e libertà! La nostra attenzione oggi è rivolta ai referendum del 12 e 13 giugno, a cui dovremo partecipare tutti per restituire all'Italia dignità, futuro, giustizia e libertà: sono in gioco i nostri diritti fondamentali, sono battaglie antifasciste, dobbiamo riconquistare la democrazia, anche perché il regime governativo sta oscurando e censurando ogni comunicazione mediatica in merito: il 12 e 13 giugno SI VOTA, VOTA 4 SI! Rivolgiamo infine un pensiero affettuoso al compagno Vittorio Arrigoni , attivista italiano per i diritti umani ucciso a Gaza a metà aprile, da circa tre anni impegnato a documentare il genocidio del popolo palestinese: lo abbiamo salutato cantando Bella Ciao in ogni parte del mondo e addirittura una sezione ANPI di Ferrara è stata intitolata a suo nome. Ti portiamo con noi, caro Vik Utopia, per la passione e l'impegno civile profuso contro la guerra e il genocidio, per quelle tue parole intrise d'amore e di lotta che noi dell’ANPI facciamo nostre: RESTIAMO UMANI!

Sommario a pagina 2 �

Anno 1 Periodico della Sez. A.N.P.I. Grugliasco “68 Martiri” n° 2, maggio 2011

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SSOOMMMMAARRIIOO

33 –– DDaa tteemmppoo nnoonn ssii ffeesstteeggggiiaavvaa uunn 2255 aapprriillee ccoossìì ddii FFrraanncceessccaa

44 –– DDiissccoorrssoo ddeell 2255 aapprriillee ddii GGaabbrriieellee PPaaccee 55 –– DDiissccoorrssoo ddeell 3300 aapprriillee ddii AAlleessssiiaa TTeeooffiilloo 66 –– DDaall PPaarrttiiggiiaannoo PPaaoolloo RRuuffffiinnoo,, AANNPPII NNiicchheelliinnoo 77 –– AArrttee RReessiisstteennttee ddii FFeeddeerriiccoo

IIIIIIIINNNNNNNNIIIIIIIIZZZZZZZZIIIIIIIIAAAAAAAATTTTTTTTIIIIIIIIVVVVVVVVEEEEEEEE 88 –– II ffiioorrii ddeeii PPaarrttiiggiiaannii,, nnaattii ppeerr llaa lliibbeerrttàà ddii AAlleessssiiaa

99 –– 1122 mmaarrzzoo:: llaa RReessiisstteennzzaa ccoonnttiinnuuaa ddii FFuullvviioo 1100 –– 1199 mmaarrzzoo:: vveerriittàà ee ggiiuussttiizziiaa iinn tteerrrraa ddii lluuccee ddii TTaanniiaa 1111 –– DDoonnnnee:: llaa ssttoorriiaa ssiiaammoo aanncchhee nnooii ddii AAlleessssiiaa 1122 –– UUnn ppeennssiieerroo ddaa EEcchhiirroolllleess ddii LLaauurrlliinnee RRoocchhaass 1144 –– AArrttee RReessiisstteennttee ddii FFeeddeerriiccoo NNNNNNNNOOOOOOOOTTTTTTTTIIIIIIIIZZZZZZZZIIIIIIIIEEEEEEEE DDDDDDDDAAAAAAAALLLLLLLLLLLLLLLL’’’’’’’’ AAAAAAAA........NNNNNNNN........PPPPPPPP........IIIIIIII........ 1155 –– DDaall XXVV CCoonnggrreessssoo NNaazziioonnaallee ddii FFuullvviioo 1166 –– AANNPPII PPrroovviinncciiaallee:: SSII aallll’’aaccqquuaa bbeennee ccoommuunnee ddii FFuullvviioo

CCCCCCCCUUUUUUUULLLLLLLLTTTTTTTTUUUUUUUURRRRRRRRAAAAAAAA 1177 –– IIll ppiiùù ccrruuddeellee ddeeii ggiioorrnnii ddii GGlloorriiaa 1188 –– FFaannggoo ssuullllaa lloottttaa ppaarrttiiggiiaannaa ddii GGaabbrriieellee

1199 –– CCaalleennddaarriioo pprreessiiddiioo aannttiiffaasscciissttaa

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“Da tempo non si festeggiava un 25 aprile così”

Ebbene sì, la Festa di Liberazione quest’anno ha sorpreso tutti, un revival delle feste dell’Unità di un tempo, quando l’intento principale era fare politica e divertirsi insieme . Per descrivere questa giornata userò tre colori: il Bianco , come il monumento con incisi i nomi dei 68 Martiri a Grugliasco; il Rosso , come il vino che ha innaffiato le nostre tavole (con la speranza di una crescita popolare); il Verde , noto come il colore della speranza e della solidarietà, ma che a me, in questo contesto, fa pensare al prato sul quale abbiamo ascoltato il concerto organizzato dai nostri giovani musici militanti. La giornata è iniziata alla 10 circa quando, nel centro di Grugliasco, è partito il piccolo ma vociante corteo che ci ha visti attraversare la città per poi arrivare al cimitero, dove sulle lapidi commemorative dei martiri abbiamo posto una nuova e fresca corona di fiori al suono di una tromba, unico elemento di svago al silenzio rispettoso ed inevitabile che regna nel Campo Santo.

Abbiamo continuato la nostra marcia fino in piazza 66 Martiri; lì davanti al bianco monumento hanno parlato: Pippo Rizzo del Comitato per la valorizzazione della medaglia d’argento, Antonio Falbo, Presidente ANPI, che con sentimento ed un po’ di commozione ha raccontato a tutti noi le vicende sue e dei suoi compagni partigiani; Gabriele Pace, militante ANPI, che con la forza e la determinazione che contraddistingue le nuove generazioni ha incitato tutti noi, nel nostro piccolo, a ricordare e mettere in pratica gli insegnamenti che la storia ci impone con in una mano la Costituzione e nell'altra le

speranze; infine è stato il turno del vicesindaco Luigi Montiglio. A renderci ancora più uniti e solidali c’erano due striscioni: il consueto rappresentativo della Sezione 68 Martiri di Grugliasco e, davvero importante, è stata la presenza dello striscione “Palestina. Restiamo umani“ con l’audace volto di Vittorio Arrigoni e il solare sorriso di Rachel Corrie. Altrettanto significativa e, forse, più vicino a noi è stata la partecipazione delle bandiere inneggianti al Sì al referendum per l’abrogazione della legge sulla privatizzazione dell’acqua. Giunti al termine della mattinata con un certo languorino, siamo letteralmente corsi al circolo “Nello Farina”. Ad attenderci c’erano le premurose mamme dell’ANPI con tanto di tavolate tricolori ed enormi e gustosi piatti per tutti i gusti: infatti si è deciso di andare incontro alle esigenze dei partecipanti alla grigliata, fornendo un menù alternativo per chi preferisse verdure e cereali piuttosto che carne. Come dicevo il tutto è stato accompagnato da una buona dose di vino sia bianco che rosso e, dulcis in fundo, nel vero senso della parola, l’attesissima pannacotta tricolore, andata a ruba. Quando ormai, rimpinzati, si cominciava una lenta e soddisfatta digestione si sono cominciati ad udire coinvolgenti accordi e ritmate percussioni: è bastato sporgersi un po’ dalla sala per scorgere sul palco, in mezzo al verde prato, giovani militanti (e non) esibirsi nei più famosi canti partigiani e non solo. Inoltre tra una canzone ed un’altra sono stati estratti i numeri vincenti alla lotteria dove sono stati ben in pochi i perdenti… insomma bene o male tutti si sono portati a casa qualcosa da questa giornata! Io non ho partecipato alla lotteria ma posso dire di esserne uscita più che mai ricca, sì, piena di emozioni e sentimenti condivisi, ed è proprio quest o a renderli particolari ed importanti: la semplicità di sorridere e cantare, mangiare, ballar e e parlare insieme , ma non solo, ricordare e letteralmente fare tesoro di queste giornate. Nel 45 fu una giornata gioiosa e speranzosa, nel 20 11, a differenza di 66 anni, è stata una giornata gioiosa e speranzosa per motivi diversi, ma ciò che ci unisce è il festeggiare le nostre piccole vittorie sul territorio e lo sperare nell’attuazione di un progetto comune, migliore per tutti, chiamato futur o. Questa giornata non sarebbe andata così senza l’aiuto e la partecipazione di tutti. Dal più piccolo al più anziano, collaborando, migliorandoci e soprattutto divertendoci. Questo è lo spirito del 25 aprile, costruire insieme.

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Discorso del 25 aprile di Gabriele Pace

Porgo i miei saluti a tutti voi, istituzioni, amici, simpatizzanti e compagni. Si oggi nel 2011 uso ancora la parola compagni, e la uso con il suo significato vero: dal latino medievale companio, colui con cui si spezza insieme il pane; o come diceva il filosofo Jean-Paul Sartre: si è compagni solo se si ha un progetto comune da compiere insieme. Io sono qui in rappresentanza dell'A.N.P.I., ente morale dal 1945, e non voglio paragonare le mie parole a quelle del presidente Antonio Falbo. L'A.N.P.I. da pochi anni ha aperto le porte ai giovanissimi creando così il ricambio di nuove menti e nuove forze. Qui a Grugliasco la Nuova Stagione è

arrivata carica di ragazzi con buoni propositi e buone intenzioni, così accanto ai partigiani stanno crescendo una decina di giovani ragazzi, che negli ultimi due anni si sono impegnati in numerose attività nell'ambito della Nuova Stagione: hanno aumentato gli iscritti giovani; affiancato i Partigiani nelle scuole; mantenuto un Presidio Antifascista sul territorio grugliaschese con un gazebo, foto e pubblicazioni sulla Resistenza; presenziato alle commemorazioni dei Caduti in città e nei comuni vicini; animato la Festa di Liberazione e il 30 Aprile; creato un sito internet, una casella di posta elettronica e un gruppo su facebook per rendere possibile la comunicazione; raccolto oltre 2.500 firme per il referendum sull'acqua pubblica; si sono recati nel comune di San Giorio per la rievocazione del giuramento del Garda; dato vita a un sentiero di serate sui temi della resistenza, antifascismo e il ruolo delle donne di ieri e di oggi; partecipato al treno della memoria 2011 un'esperienza toccante e emozionante; dato vita al bimestrale di sezione dal titolo “la gru partigiana”. Tutto ciò è stato possibile grazie alla fiducia che i partigiani, i militanti e il comune ha riposto in loro; anche quando gli sono stati messi i bastoni tra le gambe. Il giorno della liberazione, il 25 aprile, è il giorno del rimpianto dei caduti, molti giovanissimi, è il giorno per il ritorno all'identità umana, è il giorno della certezza che si è chiusa un 'epoca in cui la persona umana è stata umiliata come non mai, è il giorno in cui si sperava che si aprisse un'epoca nuova che ridesse la libertà alla società. Molti dei giovani nomi che sono impressi su questo monumento speravano in una vita migliore, in una giustizia equa, e per questo alcuni hanno combattuto. Ma guardiamo oggi cos'è diventato quel mondo!! Vizio e denaro hanno violato i loro sogni, i sogni di quei giovani: l'amore per la patria sembra si venda per pochi euro sopra i marciapiedi a politici, a borghesi ipocriti e a faccendieri. La Pace è stata assassinata dall'egoismo che finge di piangere la sua salma. La Giustizia è stata più fortunata perché si è soltanto smarrita nell'aula di un tribunale. La libertà, per cui hanno dato la vita, forse non è mai esistita ed è stata immaginata per rifugiarci illusioni e speranze. Ma ora posso solo sperare in un nuovo nascituro: quando verrà alla luce, questo figlio, si chiamerà Futuro. Un futuro che è già presente poiché la cittadinanza italiana sta riprendendo coscienza, vuole riscattarsi da una politica che è solo far carriera, da una maggioranza fascista, xenofoba e razzista e da un'opposizione che non ha valori, se non dar contro al Cavaliere! Così scende in piazza, si riprende le piazze, diventa cittadinanza attiva; a farlo sono studenti, docenti, operai, ma anche i genitori, i nonni, le donne e gridano a gran voce che la costituzione è il fondamento della Repubblica Italiana e non va riposta sotto i piedi o in una libreria, ma va letta, acquisita e applicata così com'è. Mentre difende la costituzione si avvolge nel tricolore italiano,si avvolge nei colori dell'identità italiana; fa suo il tricolore che per anni è diventato il simbolo della propaganda politica, fa suo il tricolore che troppo spesso è stato sventolato in curva e tanto bastava per sentirvi patrioti, fa suo il tricolore che troppe volte è stato rimboccato sulle bare per addormentare ogni senso di colpa. Noi, voi e loro cittadini italiani stiamo riportando in vita i valori uccisi o perduti dei partigiani che hanno combattuto per volontà propria, non per odio, decisi a riscattare la vergogna e il terrore del mondo; su queste strade che abbiamo percorso, in questa piazza ogni anno si ritrovano morti e vivi con lo stesso impegno: essere popolo serrato intorno al monumento... che si chiama ora e sempre resistenza! Buona festa della Liberazione, Viva la Costituzione, Viva l’Italia unita, pacifica e democratica!

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Discorso del 30 aprile di Alessia Teofilo

Amici e compagni, Io mi chiamo Alessia, e sono qui in rappresentanza dell’A.N.P.I. di Grugliasco. Il 25 Aprile, pochi giorni fa, la mia tessera A.N.P.I. ha compiuto un anno: esattamente un anno fa ho preso l’impegno di diventare partigiana, ho deciso di scegliere, sempre, di informarmi e decidere, di chiedere, di provare a capire e a prendere una posizione: in poche parole, di parteggiare. Ho deciso di impegnarmi perché non volevo far parte di quell’enorme schiera di persone che troppo spesso rimane indifferente (ammiro troppo Gramsci per accettare di essere odiata da lui), perché mi sono accorta che allontanarsi dalla politica adducendo scuse come “è una cosa sporca” e “non mi riguarda” è un comportamento opportunista che non solo non migliora le situazioni, ma le aggrava terribilmente. Giacomo Ulivi, partigiano, diceva “non dite di essere scoraggiati e di non volerne più sapere, pensate che tutto è successo perché non ne avete più voluto sapere”. È per questo che io continuo a volerne sapere, e continuo a credere nella politica, quella vera, in quanto, come ci svela la sua etimologia, è “arte di governare una polis, una città”, perché credo che ognuno di noi possa fare qualcosa per migliorare il mondo in cui viviamo.

Io, insieme a tanti altri giovani e meno giovani dell’A.N.P.I., di Libera, di Emergency e di altre associazioni resistenti, decido di non rimanere indifferente ai continui attacchi alla nostra Costituzione, decido di schierarmi contro chi vuole cancellare il nostro passato e il nostro futuro coprendoci bocca, occhi e orecchie, decido di stare dalla parte della legalità, della democrazia e della pace. Qualche giorno fa sono andata con Silvio, un altro militante della sezione, a parlare in una scuola media di Collegno, l’Anna Frank, poiché abbiamo partecipato al Treno della Memoria. Dopo aver discusso con i ragazzi su alcuni temi a cavallo tra storia e attualità, come razzismo e discriminazione, abbiamo chiesto perché, secondo loro, era importante la cittadinanza attiva. Uno di loro, un ragazzo di 14 anni ha risposto, come se fosse una cosa normale, scontata: “perché l’Italia, alla fine, dobbiamo farla noi cittadini italiani”. Questa risposta mi ha emozionata perché, oggi come è oggi, non sono parole né scontate né banali. Molti Italiani dovrebbero imparare a essere cittadini. La nostra Costituzione, dice Calamandrei, è solo un pezzo di carta, non va avanti da sé, serve il combustibile: il nostro impegno, la responsabilità. L’indifferenza alla politica è un offesa enorme alla Costituzione. Essa descrive, certo, le caratteristiche fondamentali della nostra Repubblica, ma soprattutto le prescrive: ci dice come deve essere ma ci dice anche e soprattutto come noi dobbiamo fare in modo che sia. Solo lottando, giorno dopo giorno, per la sua applicazione, potremmo rendere omaggio a questi 68 ragazzi, e a tutti quelli che, come loro, hanno combattuto perché noi potessimo vivere in un mondo migliore. Non restiamo indifferenti, non rendiamo vano il loro sacrificio. Chiudendo, vorrei quindi ringraziare l’A.N.P.I., per aver aperto le porte alle nuove generazioni e aver reso così possibile la nostra nuova resistenza, il nostro presidente Antonio Falbo, Antonio Bauducci e gli altri “meno giovani” della mia sezione, ma anche di tutte le altre, che, invece di frenare l’entusiasmo, a volte magari un po’ esuberante, di noi ragazzi, lo condividono e lo indirizzano, guidandolo verso le scelte migliori. In ultimo, un grande ringraziamento va ai miei compagni, giovani militanti antifascisti, che rendono questa nuova resistenza un meraviglioso viaggio.

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Dal Partigiano Paolo Ruffino, ANPI Nichelino Cittadini, amici e compagni, un caloroso saluto per tutti. Sessantasei anni fa, mentre le armate anglo-americane mettevano in rotta l'esercito di Hitler sulla linea Gotica, le città del Nord insorgevano, i partigiani calavano dalle montagne e veniva così riconquistata la libertà. E l'insurrezione dell'Aprile 1945 ha segnato la fine della fase militare della Resistenza partigiana. Può piacere o non piacere, ma sarà per sempre ricordata come il ritorno alla libertà. E oggi in questa piazza, fra questo popolo che coltiva ancora degli ideali, aleggia sempre il leggendario “vento del Nord” che vide in fuga, attraverso il Brennero, il più potente esercito d'Europa ed umiliata la tracotanza del terzo Reich nazista. La potente Wermacht germanica, affiancata dalle canaglie SS naziste hanno considerato il nostro territorio come terra da conquistare e da domare, da umiliare e da saccheggiare. E dietro di loro restava sterminio e terra bruciata, l'ombra cupa della svastica. Il nostro popolo però non ha chinato il capo, non ha alzato le braccia, non si è arreso: ha iniziato la disobbedienza e tanti figli di questo popolo sono saliti sui monti a ingrossare le file dei ribelli. La fonte del 25 aprile 1945 si trova a monte, precisamente all'8 settembre 1943. in quella data l'Italia aveva già abbattuto il regime fascista e si ritirava dalla guerra firmando l'armistizio con gli anglo-americani. Ma anziché la pace, la lotta armata si estese a tutto il Paese, ora in balia del tedesco. Ecco come iniziò la Resistenza contro il nazifascismo. I montanari videro arrivare gente straniera, uomini in divisa militare, molti armati e riuniti in bande. Li chiamavano ribelli: la quiete dei monti diventò una tormentata “terra ribelle”, per 20 lunghi mesi di guerriglia partigiana. Da quel periodo storico ci dividono 66 anni, ma è bene celebrarlo sempre per conservarne la memoria, di quell'epoca solidale cresciuta attorno ai CLN. Nichelino ha pagato a caro prezzo la lotta di liberazione, col sangue dei suoi 18 caduti a Paesana e in altre vallate alpine. Erano giovani volontari che hanno scelto da che parte stare e contro chi combattere. Se avessero trionfato i

nazifascisti noi oggi non avremmo una scheda elettorale da mettere liberamente in un'urna. Certo, i partigiani non erano né santi né angeli e la guerriglia ha le sue dure regole, ma non hanno mai impiccato, trucidati civili inermi e incendiato interi paesi come in uso dai nazisti. Il partigiano era sicuramente un volontario della libertà per tutti: quelli che c'erano, quelli che ancora non c'erano ma anche per quelli che allora ci sparavano contro. Nelle nostre file militavano uomini e donne diversi per età, classi sociali, ideologie e fedi religiose, ma con un comune denominatore: libertà e giustizia per tutti. E se l'Italia del dopoguerra ha acquisito come nazione dignità e rispetto

internazionale, il merito va alla Resistenza , ma non solo. Non dimentichiamo i 600.000 IMI (Internati Militari Italiani) che dai campi di concentramento in Germania rifiutarono l'arruolamento al fianco dei tedeschi. Voglio citare le divisioni italiane, che a Corfù e a Cefalonia opposero resistenza ai tedeschi, e furono spietatamente sterminate. Anche le truppe italiane che occupavano la Jugoslavia, che sfuggite alla deportazione tedesca si unirono ai partigiani del

maresciallo Tito. Ulteriore contributo alla disfatta hitleriana è venuta dal Sud d'Italia con reparti militari italiani, inquadrati nelle armate anglo-americane. E non vorrei dimenticarmi degli operai nelle grandi fabbriche che scioperavano nonostante i panzer tedeschi che presidiavano i cancelli. La maggioranza di voi qui presenti non ha conosciuto la Resistenza e i giovani la vivono così come hanno sentito parlare dei Mille di Garibaldi. Ma il Risorgimento Italiano e la Lotta di Liberazione partigiana sono le due facce di una stessa medaglia del nostro Paese, oggi unito e libero. Io dico a tutti: fate vostro il 25 Aprile del lontano 1945, con la sua rabbia e i suoi entusiasmi, seguitate la nostra lotta per una società più giusta, più forte e più umana, schieratevi sempre dalla parte degli umili e dei diseredati, con gli ultimi della fila e lontani dagli opportunisti al seguito sempre del vincitore di turno. Durante i duri anni della guerra, mancava la libertà e mancava anche il pane, potremmo

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ancora sopportare la mancanza del pane, mai più la mancanza del pane di libertà. Sul muro di cinta di un cimitero, su una lapide sbiadita dal tempo, sono incisi i nomi di partigiani falciati dal piombo nemico e vi sono scritte 3 semplici parole: grazie partigiani

caduti . Io vi aggiungo: grazie per il vostro sangue in cambio della nostra libertà. Nessun dittatore e nessun esercito straniero oserà più opprimere e calpestare la nostra terra, memore sempre del nostro radioso 25 aprile!

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I FIORI DEI PARTIGIANI NATI PER LA LIBERTÀ Maggio 2010, raccolta firme per l’acqua pubblica

Giugno 2010, Col del Lys

Luglio 2010, corteo CGIL

Gennaio 2011,

“Sentieri di Memoria e Cittadinanza”, incontro con Alessandro Roncaglio, ex deportato a Mauthausen

Marzo 2011, manifestazione in difesa della Costituzione Queste sono solo alcune delle attività che, noi giovani dell’A.N.P.I. di Grugliasco, abbiamo organizzato, o a cui abbiamo partecipato, in questi ultimi mesi. Ogni giorno noi scegliamo di informarci, di discutere, di prendere parte, di “parteggiare”, di scegliere. Ma perché? Perché decidere di essere, adesso, dei giovani partigiani?

Noi siamo stati fortunati, quando siamo nati non c’era la guerra, non siamo stati costretti a imbracciare le armi. Quando siamo nati noi la Costituzione era già stata scritta, da tempo era già nata la nostra “Repubblica fondata sul lavoro”. E allora? Non dovrebbe esserci il bisogno di lottare ancora per i nostri diritti, per la pace, per l’uguaglianza, per il lavoro, quando questi sono, ormai, riconosciuti. Già, “dovrebbe”, perché in realtà questo bisogno c’è. Ogni giorno siamo spettatori di episodi di violenza, intolleranza, razzismo, ascoltiamo le parole di revisionisti che vogliono cancellare il nostro passato, la nostra memoria, vediamo svastiche disegnate sui muri, sedicenni che inneggiano a Mussolini. Tutto questo ci spaventa e ci aspetteremmo che il nostro Governo intervenisse. Già, “aspetteremmo”, un altro condizionale. Perché invece vediamo una politica indifferente ai problemi dei cittadini perché troppo impegnata a inseguire il proprio interesse, e siamo costretti ad assistere a continui attacchi, più o meno velati, alla Carta che, di questo Governo, dovrebbe essere la guida, la Costituzione. L’ultimo di questi vergognosi attacchi è il Disegno di Legge costituzionale, depositato alla Segreteria di Palazzo Madama da cinque senatori della destra, volto ad abolire la XII Disposizione transitoria della Costituzione Repubblicana che vieta “la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del partito fascista”. In merito, ci associamo alle parole del Comitato Nazionale dell’A.N.P.I.: “Contro l’esecrabile tentativo di riaprire la porta alla costituzione del partito fascista e di abolire il reato di apologia del fascismo, l’ANPI chiede la mobilitazione unitaria in tutto il Paese dei partigiani, degli antifascisti e delle loro associazioni insieme alle forze della politica, della cultura, dei sindacati e dell’associazionismo democratico.”

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La Costituzione Italiana non è solo DESCRITTIVA, è anche e soprattutto PRESCRITTIVA: l’Italia non solo è una Repubblica fondata sul lavoro, ma DEVE esserlo, la Repubblica DEVE riconoscere e garantire i diritti inviolabili dell’uomo, tutti i cittadini DEVONO avere pari dignità sociale, l’Italia DEVE (ed è bene ricordarlo, soprattutto in quest’ultimo periodo) e non “dovrebbe” o “può” ripudiare la guerra. Noi crediamo nell’Antifascismo, nella Resistenza e nella Liberazione su cui si fondano la Costituzione, la Repubblica e la Democrazia . E’ questo che ci spinge a lottare, giorno dopo giorno. E’ questo che ci spinge a essere partigiani a 20 anni.

12 Marzo: la Resistenza continua per la Costituzion e Conoscere, difendere, attuare la Costituzione, cost ruire la Democrazia

Oggi in piazza Castello a Torino ho partecipato come militante dell’A.N.P.I. alla manifestazione convocata da tre gentili fanciulle, Elena, Ranusia e Gabriella, per la difesa e l’attuazione della Costituzione della Repubblica, nata dalla Resistenza. Abbiamo bisogno di esempi di lotta spontanea come le tre mamme, partigiane d’assalto, soprattutto noi giovani. Erano presenti i Partigiani d’Italia, Diego Novelli Presidente A.N.P.I. Provinciale, diversi compagni e compagne dall’A.N.P.I., l’orchestra del Teatro Regio, Daniele Contardo dei Modena City Ramblers, il prof. Angelo D’Orsi e moltissime altre persone con bandiere e foulard tricolori, nonostante la pioggia e il freddo. Un oceano di passione costituzionale! Io ero insieme a compagne e compagni di lotta ormai inseparabili, i giovani militanti della Sezione A.N.P.I. “68 Martiri di Grugliasco”: Gloria, Silvio, Alessia, Laura, Cinzia, Maria, Tania, Gabriele, Livio. Ci siamo mischiati alla folla dell’Italia più dolce, semplice e spontanea: bambini, ragazzi, mamme, papà, nonni e nonne, un po’ come ai concerti di Francesco Guccini. I temi affrontati nei vari interventi, tutti preziosi e carichi di emozione, di esperienze concrete, di vita reale, di umanità, sono stati molti: Costituzione, cittadinanza attiva, democrazia, separazione dei poteri, indipendenza dell’informazione, tutela dei beni comuni quali la scuola pubblica e la cultura, rafforzamento dell’Unità Nazionale, respingimento del revisionismo storico per uso politico. Pensando alla giornata di oggi, la scena che porterò sempre nel cuore è questa: una coppia di Partigiani d’Italia , capelli d’argento e occhiali spessi, che camminano tenendosi a braccetto sotto la pioggia, con la Costituzione in mano, condividendo uno dei tanti ombrelli tra i migliaia presenti in piazza, un po’ defilati, lenti ma determinati e inesorabili tra le pozzanghere e le altre persone che sfrecciano loro accanto: lei con una stampella e al collo un foulard tricolore recante la scritta A.N.P.I., lui con il bastone e un foulard rosso (probabilmente della sua Brigata). Una fierezza e una dignità autentiche, profonde, immense, come le montagne. Dietro di loro c’eravamo noi giovani militanti A.N.P.I. , studentesse e studenti impegnati nelle lotte studentesche e nelle occupazioni universitarie, a gridare che la scuola deve essere pubblica statale e accessibile a tutti, come sancito dagli articoli 33 e 34 della Costituzione. Poi abbiamo intonato Bella Ciao e tutti intorno i manifestanti hanno cantato con noi, ognuno con la propria voce, ma tutti insieme, come le brigate dei Partigiani durante la Guerra di Liberazione dal nazifascismo, diverse e unite per il bene comune, la Libertà. Abbiamo bisogno di una nuova Resistenza , di una partecipazione intrisa d’impegno civile e diffusa sul territorio, mossa dalla passione per la Costituzione e la Democrazia, perché noi siamo innamorati dell’Italia e vogliamo viverla tutta fino in fondo. Se ci muoviamo uniti per un nuovo rinascimento culturale e sociale, ne deriverà certamente un nuovo risorgimento politico. Dobbiamo tornare a cantare e a lottare tutti insieme, a partire dal prossimo 25 Aprile, Festa di Liberazione Nazionale dal nazifascismo, per la Costituzione , per il nostro presente e per il nostro futuro: dobbiamo promuovere il radicamento di una rinnovata coscienza costituzionale collettiva. Sarà un percorso lungo e probabilmente ci vorranno molte stagioni, ma come ci insegna l’antica saggezza contadina, un buon albero impiega molti decenni per crescere e un buon bosco impiega secoli a diventare tale: l’importante è fare la propria parte, seminando nel solco della Costituzione.

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19 marzo 2011, Verità e giustizia in terra di luce Nel pomeriggio del 18 marzo circa una decina di pullman -uno dei quali con a bordo un gruppetto di noi giovani dell'A.N.P.I.- sono partiti da Torino alla volta di Potenza, in occasione della XVI giornata della memoria e dell'impegno contro le mafie. Al nostro risveglio, dopo l'intera nottata di viaggio, oltre i finestrini del pullman si apre un paesaggio di indescrivibile bellezza; siamo ora in Lucania, letteralmente "terra di luce", anche se il sole sembra non volerci degnare della sua presenza. Ma è proprio al significato del nome di questa terra che intende riallacciarsi il significato di questo 19 marzo: è necessario liberarsi dall'ombra delle mafie, dalle ombre dell'illegalità e della corruzione per giungere alla luce della verità e della giustizia. La Basilicata, pur trovandosi nel cuore del Mezzogiorno, non è considerata tradizionalmente terra di mafia: ne è dimostrazione, per esempio, il titolo del libro di don Marcello Cozzi (leader lucano di Libera), "Quando la mafia non esiste", pubblicato nel 2008. La Basilicata è quella regione "invisibile", periferia dimenticata dell'Italia (dopotutto, "Cristo si è fermato ad Eboli"), che di tanto in tanto viene alla ribalta nei tg nazionali per fatti di cronaca nera; viene automatico pensare al ritrovamento, nel marzo dell'anno scorso, del corpo di Elisa Claps, scomparsa a Potenza nel 1993. Non solo terra di luce, dunque, ma anche di ombre, di delitti e di punti oscuri. Arrivati a Potenza, la prima cosa che salta all'occhio sono gli enormi palazzi di cemento della periferia, del tutto in contrasto con la bellezza del paesaggio circostante; mi viene da pensare ad un punto del film "I cento passi", in cui Peppino fa un discorso sulla bellezza: «[...]Fanno ‘ste case schifose con le finestre in alluminio e i muri di mattoni finti, i balconcini, la gente ci va ad abitare e ci mette le tendine, i gerani, la televisione. Tutto fa parte del paesaggio, c’è, esiste. Nessuno si ricorda più di come era prima. Non ci vuole niente a distruggere la bellezza. [...]..Bisognerebbe ricordare alla gente che cosa è la bellezza, aiutarla a riconoscerla, a difenderla. È importante la bellezza, da quella scende tutto il resto». Solitamente si abusa della parola "bello", e proprio per questo la si considera banale, ma partecipare ad un evento del genere è un qualcosa di veramente bello, nel significato più profondo del termine; ci si sente pervasi da una sorta di energia positiva, tutta da incanalare nell'impegno sociale e in quelle attività che arricchiscono culturalmente e socialmente la comunità. Il corteo, aperto dai familiari di Elisa Claps, da don Luigi Ciotti, fondatore di Libera, dal sopracitato Marcello Cozzi e dai parenti delle 900 vittime delle mafie, parte da Piazza Bologna, e sotto il cielo plumbeo cominciano a sventolare le bandiere di Libera: un trionfo di colore e musica si snoda per le strade del capoluogo lucano. Le stime parlano di 80.000 persone che hanno preso parte al corteo, provenienti da ogni regione dello stivale, dalla Val d'Aosta alla Sicilia; una folla che canta, balla e grida, che non vuole cedere al silenzio, all'indifferenza, all'omertà. Al termine della manifestazione Gino Strada, fondatore di Emergency, comincia la tradizionale lettura dei nomi delle vittime, e quasi a sottolineare la tragicità delle circostanze in cui queste 900 persone hanno perso la vita inizia a piovere, ma questo non scoraggia la folla, che si arma di ombrelli e rimane poi ad ascoltare il discorso di don Ciotti, che afferma: «Non esiste un posto preciso dove collocare oggi le mafie perché la loro vera forza sta fuori, e le radici affondano nei silenzi, nel bacino delle connivenze e delle complicità, nell’indifferenza, nella rassegnazione. Non dobbiamo parlare solo e sempre di mafie, non basta più. Bisogna ampliare lo sguardo e riconoscere la lunga mano delle mafie nelle pieghe della società con la minaccia all’uguaglianza, ai diritti, al lavoro, alla cultura, all’informazione libera». Inoltre don Ciotti ricorda agli ascoltatori il referendum di giugno, in cui si voterà per l'abrogazione delle leggi sulla privatizzazione dell'acqua, sul nucleare e sul legittimo impedimento. Nel pomeriggio si sono svolti numerosi seminari tematici, dalla corruzione alle mafie internazionali, dall'informazione ai beni confiscati. Al termine di quest'intensa giornata ci prepariamo ad affrontare una nuova nottata di viaggio, stanchi, ma con nuove idee e nuove prospettive, dopo aver rivolto lo sguardo sì al passato, nel ricordo delle vittime delle mafie, ma abbandoniamo la "terra di luce" con tanta voglia di continuare a combattere dalla parte della "luce", dalla parte della legalità, dell'onestà, della Costituzione, dalla parte di tutto ciò che molto spesso chi è al potere calpesta e umilia, e, citando un altro passaggio del discorso di don Ciotti, "ricordiamoci che la Costituzione è il primo testo antimafia, sta a noi farla diventare cultura e costume del paese".

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Donne: la storia siamo anche noi

La sera del 7 marzo, in onore della Giornata Internazionale della Donna, l’ANPI “68 Martiri” di Grugliasco ha organizzato un incontro all’insegna del Ricordo e della celebrazione di tutte quelle Donne che, unitesi alla grande famiglia della Resistenza, hanno contribuito a realizzare quel sogno, quelle speranze di Libertà, Uguaglianza e Solidarietà che dovrebbero ancora governare in questa nostra Italia. Ci siamo riuniti nella Sala Consiliare Pertini, nel Municipio grugliaschese, per ricordare, informare e soprattutto per confrontarci , sulle nostre più remote e recenti vicende femminili italiane. A tenerci compagnia hanno partecipato, numerosi, sia coloro i quali hanno vissuto in prima persona gli anni di quest’onda riformista, sia le nuove generazioni, che si sono mostrate più che mai curiose e aperte alla scoperta di un altro capitolo della nostra Storia. Ad aprire l’evento è stato l’assessore alle pari opportunità Federica Petrucci, per poi lasciare la parola a noi che, con l’ausilio di testimonianze-video e parti tratte da libri e famosi manifesti, abbiamo ripercorso gli anni della Resistenza sotto un “roseo” punto di vista. Abbiamo colorato la serata narrando di: coraggiose staffette che hanno portato a termine la loro missione usando l’ingegno, e la scaltrezza; forti madri, sorelle, mogli e fidanzate pronte ad aiutare, coprire, assistere i compagni senza temere ripercussioni e conseguenze e traendo ogni nuovo giorno sempre più forza, più voglia di riscatto, dalle sofferenze e dai dolori del giorno prima; contadine, operaie, amministratici d’aziende, casalinghe, medici che si sono costruite un lavoro, una famiglia , un posto nella società per le loro capacità e professionalità e non per “la qualità del loro scollo” o per “la lunghezza delle loro gambe”. L’ 8 marzo è popolarmente festeggiato come “la festa della donna” durante la quale si è soliti donare alle “festeggiate” di tutte le età un rametto di mimose. Ma perché proprio le minose? Festeggiando in tal maniera, non vi è mai parso che “la festa”, in realtà, ce la stesse facendo la società, il governo, l’ignoranza di oggi? La mimosa simbolicamente rappresenta la primavera perché è il primo fiore a nascere allietandoci con il suo splendente colore. Con questa metafora ci si vuole riferire alla nascita di un nuovo modo di vivere che è la conseguenza di spiacevoli e disgustosi fatti, come quello che

avvenne proprio l’8 marzo 1908 a New York quando alcune operaie di una fabbrica tessile, scioperando, vennero chiuse dentro lo stabilimento e “messe al rogo” dal loro padrone. Abbiamo voluto festeggiare a modo nostro ricordando alcune tra le grandi madri d’Italia, come ad esempio Tina Anselmi, NiIde Iotti, Franca Viola e tante altre: resistenti, lottatrici, madri, mogli, lavoratrici, politiche, paesane… insomma, grandi Donne dalle quali più spesso dovremmo prendere spunto per svolgere anche il più semplice dei gesti, non adagiandoci al ruolo e all’immagine che ci viene imposta, che ci fa sembrare tutte tante piccole “grechine” uguali senza personalità e pronte a soddisfare i bisogni di quegli uomini che ci ritengono utili solo per l’estetica. A tal proposito a chiudere l’incontro è stata una tra le tante mamme dell’ANPI che, con convinzione ed anche un pizzico di ironia, ci ha elencato i motivi per i quali è stato importante partecipare al corteo tenutosi il 13 febbraio in tutte le piazze Italiane: se non ora, quando? Adesso! Al ritmo di questo slogan hanno sfilato migliaia, anzi milioni di donne e di uomini decisi a dire che “l’Italia oggi non è un paese per donne” e pronunciare il loro BASTA contro un immagine ed un nome che ci sono stati dati e non ci appartengono, anzi li troviamo piuttosto stretti tanto da toglierci il fiato. Ma non dobbiamo lasciarci sopraffare: respiriamo a pieni polmoni e con tutta l’aria che abbiamo in corpo urliamo il nostro NO a questo governo. E chi vuole continuare a tacere lo faccia assumendosene la pesante responsabilità. La serata si è conclusa con la visione di alcune parti di un documentario, di Lorella Zanardi, intitolato: “IL corpo delle donne”. È proprio per toglierci la delusione dei nostri tempi di dosso e darci una “svegliata” che partecipiamo a serate come questa. per riscattarci nel nostro piccolo sperando di poter incidere qualcosa di più grande tutti insieme.

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Un pensiero da Echirolles Discorso di Laurline Rochas, nipote di un partigiano francese

Il y a un peu moins d'un an, j'ai eu la chance d'accueillir mon grand père, Paul Rochas, dans mon lycée, pour une rencontre autour de son histoire de résistant. L'Histoire est une matière qui doit nous aider à comprendre et à intégrer notre passé. En terminale Elle, cette matière, a une place importante et traite essentiellement du XXème siècle. J'ai donc étudié cette année les deux guerres mondiales, la guerre froide et le récents bouleversements mondiaux. Mais, si en cours on en traite les grandes lignes, j'ai souvent du mal à comprendre réellement en quoi ça m'implique. Comment imaginer ce qu'a pu être la vie pendant la première guerre mondiale, ou pendant l'occupation

allemande? J'en ai parlé avec beaucoup d'ami(e)s, et nous sommes tous devant la même conclusion: combien il est difficile de comprendre notre Histoire, et pas seulement connaître... Le témoignage de mon grand père m'a énormément touché. On ne se rend jamais assez compte de ce qu'il s'est vraiment passé. On nous dit que beaucoup de résistants ont donné leur vie pour la liberté, que beaucoup ont frôlé la mort et ont prit d'énormes risques... Comment mieux le comprendre, que quand la personne en face de vous l'a vécu et vous le raconte. Je me souviens d'une histoire en particulier. Paul nous racontait comment la peur était forte. Ainsi, une fois, l'un de ses compagnons s'est enfui, emmenant avec lui les provisions de tout le groupe. Cette histoire a fait vivre pour moi ces hommes, leur a donné corps, m'a fait voyager dans cette époque, ce n'était plus du cinéma ni une histoire, c'était vrai! ...C'était l'histoire de nos grands-parents, de nos arrières grands-parents, c'est l'histoire de notre pays, et cette histoire fait aussi partie de nous. Ce travail de mémoire est primordial. Que se passerait-il si on oubliait tout ça? Les cours d'histoire ne sont malheureusement pas toujours suffisants pour se rendre compte de tout ce qu'il s'est passé. Je me rappelle que les histoires de Paul avait marqué ma classe. Il était aussi venu, quelques années avant, dans la classe de ma petite soeur. Il suffit d'en parler à ceux qui ont vécu cette expérience pour voir combien ça les a touché. Dans ma classe, on en parle encore. Et quand notre prof d'Histoire nous parle de ces périodes de guerre et de résistance, on a l'impression de mieux savoir de quoi on parle. C'est pour moi une chose importante. Ce travail de mémoire ne peut pas s'arrêter et ne doit pas s'arrêter. Il apporte énormément aux jeunes, et même aux moins jeunes. Je me rappelle de ma mère, venue dans la classe de ma soeur, qui pleurait en écoutant les histoires de Paul, touchée par son témoignage. J'ai eu la chance d'entendre les témoignages de différents résistants, et quand je vois tout ce que cela m'a permis de comprendre, j'ai envie que tout le monde puisse avoir la même chance que moi. C'est aux plus âgés de parler aux plus jeunes, vous avez tellement de choses à nous apprendre. Nous avons besoin de ces témoignages. Je vous remercie.

Laurline Rochas

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Poco meno di un anno fa ho avuto la possibilità di accogliere mio nonno, Paul Rochas, nella mia scuola, per un incontro sulla sua storia di Resistente. La Storia è una materia che deve aiutarci a comprendere e ad integrare il nostro passato. Nel programma questa materia ha un posto importante e tratta essenzialmente del ventesimo secolo. Quest'anno ho così potuto studiare le due guerre mondiali, la guerra fredda e i recenti sconvolgimenti globali. Se però durante le lezioni si tratta degli eventi a grandi linee, faccio spesso fatica a comprendere in cosa questi mi coinvolgano realmente. Come immaginare ciò che ha potuto essere la vita durante la Prima Guerra Mondiale, o durante l'occupazione tedesca? Ne ho parlato con molti amici ed amiche, siamo tutti giunti alla stessa conclusione: quanto è difficile comprendere la nostra Storia, e non solo conoscerla... La testimonianza di mio nonno mi ha enormemente colpita. Non ci si rende mai abbastanza conto di ciò che è davvero successo. Ci dicono che molti Resistenti hanno dato la loro vita per la libertà, che molti hanno sfidato la morte e affrontato enormi rischi... Quale modo migliore di capirlo, se non guardare in faccia chi l'ha vissuto e ve lo racconta. Mi ricordo una storia in particolare. Paul ci raccontava quanto fosse forte la paura. Così, una volta, uno dei suoi compagni è fuggito, portando con sé le provvigioni di tutto il gruppo. Questo episodio ha reso vivi ai miei occhi questi uomini, ha dato loro corpo, mi ha fatto ritornare a quell'epoca, non era più il cinema o un romanzo, era vero! Era la storia dei nostri nonni, dei nostri bisnonni, è la storia del nostro Paese, e anche questa storia fa parte di noi. Questo lavoro sulla memoria è fondamentale. Che succederebbe se si dimenticasse tutto ciò? Sfortunatamente i corsi di storia non sono mai sufficienti per rendersi conto di tutto ciò che è successo. Ricordo che le storie di Paul avevano lasciato il segno tra i miei compagni di classe. Qualche anno fa era anche venuto a parlare nella classe della mia sorella minore. Basta parlarne a coloro che hanno vissuto questa esperienza per capire quanto questo li abbia colpiti. Nella nostra classe, se ne parla ancora. E quando il nostro professore di Storia ci parla di questi periodi di guerra e di resistenza, si ha l'impressione di sapere meglio ciò di cui sta parlando. Per me è una cosa importante. Questo lavoro di memoria non può e non deve fermarsi. Può arricchire enormemente i giovani e anche i meno giovani. Ricordo mia madre, nella classe di mia sorella, che piangeva ascoltando i racconti di Paul, colpita dalla sua testimonianza. Ho avuto la fortuna di ascoltare le testimonianze di diversi Resistenti e quando vedo tutto ciò che quest'esperienza mi ha permesso di comprendere, vorrei che tutti potessero avere la stessa possibilità. Tocca a voi più anziani di parlare ai più giovani, avete così tante cose da insegnarci! Abbiamo bisogno di queste testimonianze. Vi ringrazio.

Laurline Rochas

Traduzione ad opera di Ilaria Mardocco, ANPI Nichelino

Dal 1967, Grugliasco è gemellata con la città francese di Echirolles, vicino a Grenoble. Ogni anno una delegazione francese viene a farci visita il 30 aprile, mentre la nostra delegazione raggiunge la cittadina d’oltralpe l’8 di maggio. Quest’anno nella delegazione italiana l’ANPI era presente con numerosi suoi iscritti, tra cui il Presidente Falbo e quattro giovani: Gabriele Pace, Gloria Fabbri, Federico Naso e Fabrizio Grandinetti.

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Dal XV Congresso Nazionale Il XV Congresso Nazionale ANPI, svolto a Torino tra il 24 e il 27 Marzo 2011, ha portato molte novità e molta più consapevolezza sul percorso da seguire per la Nuova Stagione. Su 350 delegati circa, solo 14 Partigiani presenti e una cinquantina di giovani sotto i 30 anni, molto attivi e carichi di passione e di entusiasmo. Una novità assoluta riguarda il sud Italia, entrato ufficialmente anche agli organi nazionali. È stato allargato il massimo organo dirigente, il Comitato Nazionale, del quale fanno parte ora anche alcuni giovani: la più giovane è Chiara Gribaudo, 28 anni, del Comitato Provinciale di Cuneo, fanciulla molto combattiva e dallo spirito ribelle. Anche il nostro Presidente Provinciale Diego Novelli è stato eletto nel Comitato Nazionale. In generale, si è discusso molto sul revisionismo storico, sull’attuale degenerazione morale e politica del Paese, che sta facendo risorgere nuove ondate di razzismo e di xenofobia violenta, contro tutti coloro ritenuti diversi, sulla guerra in Libia che è stata condannata senza mezze misure e considerata, come afferma lo storico Angelo Del Boca, di”dubbia legalità”. È stata anche un’occasione mancata per aprire le iscrizioni ai minorenni e per avviare una seria riflessione sulla questione democratica legata all’immigrazione, alla guerra, alle risorse naturali, all’energia e quindi al nostro stile di vita “occidentale”, sulla sostenibilità e la decrescita. Molti interventi si sono anche spesi sul tema "attenzione perché questo delicato momento di passaggio generazionale e organizzativo rende l’ANPI bersaglio ghiotto per i trombati dei partiti che trasformerebbero l'ANPI nel loro harem personale o del loro partito puntando solo alla poltrona"; forse significa che è una preoccupazione diffusa a livello nazionale, occorre vigilare seriamente anche a livello locale affinché ciò non avve nga, attraverso la formazione dei militanti e quindi dei dirigenti.

Per me è stato formativo, utile per stringere contatti con altri giovani dell’ANPI sparsi in tutta Italia e per conoscere direttamente chi ha combattuto con Arrigo Boldrini, Barbato, Cino Moscatelli, Armando Valpreda e molte altre vere e proprie leggende della Resistenza e della storia d’Italia. Dopo questo Congresso Nazionale, avremo una carica in più per proseguire e moltiplicare l’attività di radicamento territoriale necessaria alla Nuova Stagione.

Il compagno Giuseppe Capozio della sezione di Venaria. ha partecipato come delegato al Congresso Nazionale del 24-27 marzo, ecco un breve report: “È stato importante partecipare per sapere e capire meglio il presente e il futuro dell'ANPI; in particolare, ha colpito la forte crescita delle sezioni del Sud Italia e della partecipazione giovanile e femminile; sono stati affrontati molti temi del dibattito politico attuale, come l'appoggio ufficiale dell'ANPI a votare e far votare SI ai referendum abrogativi del 12 e 13 giugno su privatizzazione dell'acqua, ritorno al nucleare e legittimo

impedimento: l'impegno per gli obiettivi fissati dal Congresso sarebbe già sufficiente a portarci fino al prossimo nel 2016. È stata ribadita la necessità di autonomia di iniziativa dai partiti e dalle istituzioni, unitamente all'impegno nella società e l'importanza del radicamento territoriale, c'è molto da fare; in particolare una riunione informale tra i giovani presenti (under 35) è stata un'ottima occasione per prendere contatto a livello nazionale, fare rete e confrontarsi sulle differenti esperienze per trarne reciproco spunto per le attività sul proprio territorio; abbiamo il dovere di conoscere e trasformare in fatto compiuto il documento politico nazionale approvato al XV, Congresso dobbiamo discuterne tutti insieme”.

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A.N.P.I. Provinciale di Torino: SI all’acqua bene c omune! SI scrive acqua, SI legge democrazia

“L’acqua non può diventare fonte di profitti. È un b ene comune e come tale deve essere salvaguardato con forza. In virtù di questo l’ANPI sostiene la battaglia avviata dal Forum italiano dei movimenti per l’acqua e impegna a tal fine tutte le sue strutture.” Segreteria A.N.P.I. Nazionale, 9 Aprile 2010 L’acqua è un diritto, non una merce . L’acqua deve restare fuori dal mercato, non può ess ere assoggettata a logiche di profitto , perché l’acqua è fonte di vita e costituisce un bene comune irrinunciabile dell’umanità. Il diritto all’acqua è un diritto umano inalienabile: dunque l’acqua non può essere proprietà di nessuno, bensì bene condiviso equamente da tutti. Come ha dichiarato Wladimiro Settimelli, direttore di Patria Indipendente, rivista ufficiale dell’A.N.P.I. Nazionale, sul numero di settembre 2010: “i Partigiani si sono battuti per la democrazia, la giustizia sociale e la libertà. Privatizzare un bene collettivo come l’acqua è davv ero da fascisti e, dunque, un atto di un egoismo sconvolgente e ingiusto verso la collettività e l’intero Paese”. L’acqua è un simbolo dietro il quale risiede un rag ionamento profondo sullo stato attuale e futuro della nostra società : abbiamo il dovere di garantire i diritti fondamentali dei cittadini, di lottare per la dignità delle persone e contro la deriva autoritaria in atto nel nostro Paese, che mira a trasformare definitivamente la democrazia sancita dalla Costituzione, nata dalla Resistenza, in una frammentazione territoriale di tante democrazie autoritarie. La Resistenza non è finita nel 1945, continua ancor a oggi attraverso la difesa dei diritti dei cittadini e la tutela dei beni comuni : l’A.N.P.I. intende promuovere la partecipazione dei cittadini per l’attuazione della Costituzione e la transizione consapevole a stili di vita più sostenibili, come già ampiamente indicato da Aurelio Peccei , intellettuale antifascista torinese arrestato e torturato nel 1944 dai fascisti nelle famigerate carceri di via Asti a Torino. Nel 1972 Peccei fondò il Club di Roma, aprendo la strada allo studio e alla critica dei limiti dello sviluppo e alla pratica della sostenibilità della vita umana in equilibrio con le risorse finite del pianeta, affermando che “la nonviolenza deve essere considerata non solo come caratteristica necessaria della società umana a tutti i livelli e in tutti i settori, ma anche come elemento cruciale delle rela zioni tra la società umana e la natura ”. Sulla base di queste considerazioni, in Italia si è attivata un'ampia coalizione sociale in difesa della gestione pubblica del servizio idrico, che ha promosso due referendum abrogativi, per i quali sono state depositate in Cassazione oltre 1.400.000 di firme , record assoluto nella storia della Repubblica, circostanza che sottolinea la grande sensibilità dei cittadini su questo tema. L’A.N.P.I. Provinciale di Torino appoggia e sostiene il Comitato “2 SI per l’Acqua B ene Comune” , costituito dalla società civile nella sua colorata pluralità, dalle associazioni dei consumatori a quelle ambientaliste, dal mondo cattolico alle forze anticapitaliste, dai movimenti sociali al mondo sindacale, dai comitati spontanei alle strutture organizzate, ricordando come anche lo spirito del C.L.N. – Comitato di Liberazione Nazionale – durante la Guerra di Liberazione dal nazifascismo fosse fondato sul principio dell’unità nella diversità . L’A.N.P.I. Provinciale di Torino condivide la battaglia di civiltà per la difesa dell’acqua come bene comune: pertanto aderisce ai due referendum per l'acqua pubblica e si impegna a dare mandato a tutte le proprie Sezioni locali affinché prendano immediatamente contatto con i comitati locali “2 SI per l’Acqua Bene Comune” e li sostengano attivamente, per attuare sul proprio territorio sinergia organizzativa e dare luogo a ogni iniziativa volta a sensibilizzare i cittadini sul tema. L’A.N.P.I. Provinciale di Torino ritiene che l’acco rpamento della data di svolgimento dei referendum con quella di svolgimento delle elezioni amministrative sia doveroso per almeno due motivi: in primo luogo perché sia garantita la partecipazione democratica a scelte fondamentali per la vita del Paese, contro la strategia del silenzio e dell'astensionismo; in secondo luogo, è scandaloso e

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inaccettabile che in un periodo di crisi come quello che stiamo vivendo vengano indetti tre appuntamenti elettorali nel giro di un mese e mezzo con un aggravio per la spesa pubblica di più di 350 milioni di euro. Buon lavoro, dunque, a tutti i Partigiani dell’Acqua che stanno lottando per vincere questa importante battaglia di civiltà, per raggiungere il quorum al referendum e per la vittoria dei SI.

Fuori l’acqua dal mercato, fuori il profitto dall’a cqua! SI ALL’ACQUA BENE COMUNE!

A.N.P.I. – Associazione Nazionale Partigiani d’Itali a Ente Morale D.L. n°224 del 5 Aprile 1945 Comitato Provinciale di Torino via Del Carmine, 14 – 10122 Torino Tel e Fax. 011/52.13.926 Corrispondenza: via del Carmine 13 (custode)

Il più crudele dei giorni

Questa pellicola di Ferdinando Vicentini del 2003 è stato considerato di interesse culturale nazionale, racconta gli ultimi mesi di vita della giornalista Ilaria Alpi e del suo Cameraman Marian Hrvatin, assassinati il 20 marzo 1994 per le strade di Mogadiscio. Ilaria Alpi fu uccisa mentre si trovava in Somalia come reporter per il TG3 per documentare la guerra civile che stava imperversando nel paese; la giornalista, che era già stata in Somalia precedentemente stava indagando su un traffico di rifiuti tossici illegali in cui probabilmente erano coinvolti anche l'esercito, i servizi segreti ed altre istituzioni italiane che avevano usato i soldi di un progetto per la cooperazione internazionale pe costruire un inutile strada per nascondervi sotto i rifiuti. Nel novembre precedente era stato ucciso sempre in Somalia, in circostanze misteriose il sottufficiale del SISMI Vincenzo Li Causi, informatore della stessa Alpi sul traffico illecito di scorie tossiche nel paese africano. La perizia della polizia scientifica ricostruì la dinamica dell'azione criminale, stabilendo che i colpi sparati dal commando somalo erano indirizzati alle vittime, poiché l'autista e la guardia del corpo rimasero indenni. La commissione non ha però approfondito la possibilità che l'omicidio possa essere stato commesso per le informazioni raccolte dalla Alpi sui traffici di armi e di rifiuti tossici, che avrebbero coinvolto anche personalità dell'economia italiana, resta il fatto che i taccuini con gli appunti e le registrazioni effettuate dai due giornalisti sono spariti dalle loro camere

d'albergo, e personalmente dubito che un commando somalo intenzionato a una "semplice" vendetta contro gli italiani si prenderebbe un tale disturbo.

Sulla "scena del delitto" erano presenti due troupes televisive: quella della svizzera-italiana ed una americana; le immagini che ci sono giunte, di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin colpiti ed accasciati nell'abitacolo del loro fuoristrada, sono state girate dall'operatore americano, trovato ucciso qualche mese dopo a Kabul in una stanza d'albergo. Vittorio Lenzi, operatore della troupe svizzera-italiana è rimasto vittima di un incidente stradale sul lungolago di Lugano (mai chiarito del tutto nella dinamica). Per concludere

vorrei lasciarvi con un pezzo di un articolo di Pasolini scritto sul coriere il 14 novembre 1974 e che fa da apertura a quest'emozionante film: Io so. Io so i nomi dei responsabili [...] Io so i nomi dei responsabili della strage di Milano[..]di Brescia e di Bologna [..] io so i nomi del gruppo di potenti [..] Io so tutti questi nomi e so tutti i fatti [..] di cui si sono resi colpevoli. [..] Io so perché sono un intellettuale, uno scrittore, che cerca di seguire tutto ciò che succede, di conoscere tutto ciò che se ne scrive, di immaginare tutto ciò che non si sa o che si tace; che coordina fatti anche lontani, che mette insieme i pezzi disorganizzati e frammentari di un intero coerente quadro politico, che ristabilisce la logica là dove sembrano regnare l'arbitrarietà, la follia e il mistero.Tutto ciò fa parte del mio mestiere e dell'istinto del mio mestiere.

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Fango sulla lotta partigiana Bimbi Luigia è nata a Milano (08/05/1927) ed è residente a Pianoro (Bo). In giovinezza ha collaborato con la casa editrice Carroccio scrivendo racconti per ragazzi, e dopo essersi dedicata per lungo tempo ad altra attività, ha ripreso a scrivere e pubblicare racconti, articoli e poesie. Il suo primo romanzo, edito da Andrea Oppure Editore, porta il titolo “Odore di agnello arrosto al rosmarino”. È la storia romanzata dell’Italietta fascista. La poesia condanna tutti coloro che operano il cosidetto revisionismo storico, ma condanna anche coloro che sulla Resistenza hanno straparlato e l'hanno strumentalizzata per fini personali o politici.

Duro l’inverno agghiaccia il sangue cristallizza le budella Sulle montagne gambe smagrite affondan nella neve stomaco lacunoso piange L’Alexsander americano propone ai partigiani d’Italia di smettere le armi Invece la lotta continua si combatte ancora e ancora (Alexsander può andare a quel paese) Sarebbe facile ritornare a casa far finta di nulla lasciare che la vada come vada ma no non si può fare te lo impedisce la rabbia la ragione Rivuoi l’Italia libera te l’hanno depredata violata saccheggiata Voi detrattori sciocchi dite quel che volete che abbiamo ucciso abbiamo vendicato

ma era guerra… forse non lo sapete? la guerra giusta di emancipazione guerra di Fede Se oggi potete vivere senza la dittatura senza tallone nazista sopra le vostre schiene lo dovete anche a noi ai molti che han lasciato il collo sulla forca il corpo inanimato nelle fucilazioni han sofferto torture nelle patrie galere si son persi nei campi di sterminio hanno mangiato fango quello vero E allora non sparlate di noi del nostro sacrificio! Usate il vostro senno (se l’avete) le parole la penna per trattare ben altre controversie I morti partigiani vi chiedono rispetto non foss’altro che per l’estremo dono di libertà e di Fede

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Calendario Presidio Antifascista per la Pace e la Democrazia (meteo permettendo e salvo imprevisti)

I cittadini potranno trovare: pubblicazioni sulla Resistenza, volantini dell’ANPI Nazionale e Provinciale, notizie sulle attività della Sezione, materiale informativo sull’eccidio dei 68 Martiri, informazioni sul referendum per l’acqua pubblica e in particolare copie della Costituzione della Repubblica. Sarà inoltre possibile, soprattutto per i più giovani purché maggiorenni, iscriversi all’ANPI.

Sabato 14 maggio all'inizio di viale Gramsci dalle 15.00 alle 17.30 Sabato 28 maggio presso il parco Le Serre alla “Festa dei giovani” dalle 15.00 alle 18.30

Domenica 29 maggio in piazza 66 Martiri dalle 9.30 alle 12.00 Sabato 4 giugno all'inizio di viale Gramsci dalle 15.00 alle 17.30 Domenica 5 giugno , per il Palio, in via Lupo dalle 9.00 alle 18.00

Sabato 11 giugno all'inizio di viale Gramsci dalle 15.00 alle 17.30 REFERENDUM Domenica 12 giugno in piazza 66 Martiri dalle 9.30 alle 12.00 REFERENDUM

Passa a trovarci!

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A.N.P.I. Associazione Nazionale Partigiani d'Italia Ente Morale D.L. N°224 del 5 Aprile 1945

Sezione “68 Martiri” di Grugliasco

DIFENDI LA DEMOCRAZIA!

ADERISCI ALL’A.N.P.I.!

Cos’è l’A.N.P.I.? L’A.N.P.I. è l’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, nata nel 1944 e aperta a tutti i cittadini democratici e antifascisti che si riconoscono nei valori della Costituzione nata dalla Resistenza e si impegnano a continuarne il cammino.

Cos’è la RESISTENZA? La RESISTENZA è il termine che indica l’impegno comune di liberi individui, partiti, movimenti e forze armate che si opposero politicamente e militarmente alla costituzione della Repubblica Sociale Italiana di Benito Mussolini e all’occupazione nazista del Terzo Reich. La Resistenza costituisce il fenomeno storico in cui si individuano le origini della Democrazia e della Repubblica italiana .

Perché aderire all’A.N.P.I.? Per vivere attivamente il proprio impegno civile quotidiano. Per tutelare la Costituzione dai tentativi di stravolgimento.

Per condividere i valori di Libertà , Democrazia e Antifascismo . Per la Giustizia e per la Pace, per la tutela dei Beni Comuni .

Per essere Cittadini del Mondo .

GENERAZIONE DOPO GENERAZIONE

GLI STESSI VALORI

Info e contatti: Fulvio 349/8880282

Sede: riunione venerdì 15.30-18.00 e 21.00-23.00 in via La Salle 4 a Grugliasco

Sito web: www.anpigrugliasco.blogspot.com

Facebook: ANPI Grugliasco e-mail: [email protected]