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Spinello e Mainardi d’accordo: “casa di cura pubblica” Porto Viro pag. 8 Nel girone C di Serie D il Delta Porto Tolle è in piena lotta per guadagnarsi una storica promozione tra i professio- nisti. Secondo in classifica a soli due punti dalla capolista Sambonifacese, peraltro sconfitta nello scontro diretto di febbraio. BENE IL DELTA, IN DIFFICOLTÀ ANCORA IL TAGLIO DI PO pag. 21 Ancora una moria di vongole in laguna di Marinetta Rosolina pag. 14 pagg. 4-5 Porto Tolle, 26 e 27 maggio al voto per le amministrative Liste e schieramenti non ancora definiti. Certi i 2000 voti del M5S alle politiche D i sicure ci sono solo le date sul calenda- rio: 26 e 27 maggio. Quelli sono i giorni in cui i portotollesi saranno chiamati a scegliere la nuova amministrazione comunale. Per il resto le certezze sono ben poche a poco più di due mesi dall’apertura delle urne: liste e schieramenti sono ancora ben lontani dall’es- sere definiti con chiarezza e vige la più totale incertezza su chi saranno i candidati a succe- dere a Silvano Finotti. Ecco, forse è proprio il sindaco uscente a rappresentare uno dei po- chissimi punti fermi nel caotico quadro politico locale. Dopo un decennio speso nell’ufficio più spazioso di piazza Ciceruacchio il primo citta- dino ha fatto sapere che non prenderà parte in alcun modo alla corsa elettorale, nemmeno accettando incarichi esterni. Un proposito che sottende la volontà di dedicarsi ad altro, ma che solleva anche uno dei temi più scottanti sul piano elettorale, quello delle facce nuove. Sembra innegabile che a Porto Tolle serpeggi la voglia di vedere una nuova generazione oc- cuparsi dei problemi del territorio. Per questo lo sforzo di partiti e associazioni nella fase di pre-campagna si è concentrato soprattutto sul tema del rinnovamento della classe dirigen- te, ovviamente con eccezioni anche vistose. Come principale partito del Comune, il Partito Democratico sembra intenzionato a scegliere il proprio candidato con le primarie, mentre Mirco Mancin e Ivano Gibin si sono detti pronti all’alleanza ma distanti dai rispettivi partiti di provenienza. Tra i protagonisti ci sarà anche il Movimento 5 stelle in virtù del fatto che alle recenti politiche ha raccolto quasi 2000 voti. Periodico d’informazione locale. Anno XX n. 16 - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NE/PD www.lapiazzaweb.it del Delta Crivellari, Endrizzi e Munerato vanno in Parlamento Elezioni Politiche pag. 6 Pervenute le osservazioni relative al Piano del Parco. C’erano voluti quindici anni di attesa per vedere il documento messo nero su bianco. Pare, però che la vicenda sia destinata a non chiudersi tanto presto, il Comune di Porto Tolle presenterà ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale PIANO DEL PARCO, PORTO TOLLE RICORRERÀ AL TAR pag. 12 Entra in Rete con noi! www.lapiazzaweb.it il sito del giornale EDITORIALE La crisi dietro la protesta di Alessandro Abbadir* D alle urne del 24 e 25 febbraio scorso emerge una situazione davvero ine- stricabile, o perlomeno difficilmente risolvibile. Un caos politico che rischia di portare spediti a nuove consultazioni. Pro- prio quello che non ci voleva in una situa- zione economica del genere, caratterizzata da una recessione a cui dal 2008 non si vede fine. Il ciclone o tsunami (come lo definisce il suo capo Beppe Grillo) del Movimento 5 Stelle, si è abbattuto sui partiti, anche in Veneto, con una potenza per molti versi davvero inaspettata. Nella nostra regione però, quello che sorprende più che il boom dei grillini (che è stato un evento generalizzato su tutto il territorio italiano), è il crollo verticale di par- titi che hanno caratterizzato la vita politica delle nostre terre da 20 anni a questa par- te: il Pdl prima Forza Italia e la Lega Nord. Due partiti che fino a due anni fa ave- vano totalizzato oltre il 60% dei consensi con l’elezione di Luca Zaia a governatore del Veneto. La Lega crolla dal 35% a poco più del 10% di questa ultima tornata elet- torale. Il Pdl dal 2008 perde 10 punti e si assesta sotto il 20%. continua a pag. 3 *[email protected] continua a pag. 8 L’Intervento ENTRA IN RETE CON NOI! Troverai il nostro giornale prima che venga distribuito con nuove news che riguardano il tuo territorio C ome tanti e forse come tutti, sono rimasto senza parole! Lo sbi- gottimento e anche lo smarrimento di fronte al pronunciamento del Papa che dichiara di ritirarsi è stato totale e per molte ore non mi ha permesso alcun commento che non fosse la ripetizione di qualche luogo comune. Benedetto Papa… *Parroco Chioggia di Don Angelo Busetto* Delta Sorriso s.r.l. Ambulatorio Odontoiatrico Direttore sanitario: OSTI Dott. STEFANO www.deltasorriso.it ADDIO ALLA DENTIERA! denti fissi in giornata senza bisturi, tagli e punti di sutura. info e dettagli a PAG. 18 Aperto anche il sabato la risposta più giusta per la tutela dei tuoi diritti PORTO VIRO (RO) Piazza Garibaldi, 3 - Tel. 0426 631947 www.infortunisticablu.com

La Piazza del Delta - 2013feb n16

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La Piazza del Delta - 2013feb n16

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Page 1: La Piazza del Delta - 2013feb n16

Spinello e Mainardi d’accordo: “casa di cura pubblica”

Porto Viro

pag. 8

Nel girone C di Serie D il Delta Porto Tolle è in piena lotta per guadagnarsi

una storica promozione tra i professio-nisti. Secondo in classifica a soli due punti dalla capolista Sambonifacese,

peraltro sconfitta nello scontro diretto di febbraio.

Bene il Delta, in Difficoltà ancora il taglio Di po

pag. 21

Ancora una moria di vongole in laguna di Marinetta

Rosolina

pag. 14

pagg. 4-5

Porto Tolle, 26 e 27 maggio al voto per le amministrativeListe e schieramenti non ancora definiti. Certi i 2000 voti del M5S alle politiche

Di sicure ci sono solo le date sul calenda-rio: 26 e 27 maggio. Quelli sono i giorni in cui i portotollesi saranno chiamati a

scegliere la nuova amministrazione comunale. Per il resto le certezze sono ben poche a poco più di due mesi dall’apertura delle urne: liste e schieramenti sono ancora ben lontani dall’es-sere definiti con chiarezza e vige la più totale incertezza su chi saranno i candidati a succe-dere a Silvano Finotti. Ecco, forse è proprio il sindaco uscente a rappresentare uno dei po-chissimi punti fermi nel caotico quadro politico

locale. Dopo un decennio speso nell’ufficio più spazioso di piazza Ciceruacchio il primo citta-dino ha fatto sapere che non prenderà parte in alcun modo alla corsa elettorale, nemmeno accettando incarichi esterni. Un proposito che sottende la volontà di dedicarsi ad altro, ma che solleva anche uno dei temi più scottanti sul piano elettorale, quello delle facce nuove. Sembra innegabile che a Porto Tolle serpeggi la voglia di vedere una nuova generazione oc-cuparsi dei problemi del territorio. Per questo lo sforzo di partiti e associazioni nella fase di

pre-campagna si è concentrato soprattutto sul tema del rinnovamento della classe dirigen-te, ovviamente con eccezioni anche vistose. Come principale partito del Comune, il Partito Democratico sembra intenzionato a scegliere il proprio candidato con le primarie, mentre Mirco Mancin e Ivano Gibin si sono detti pronti all’alleanza ma distanti dai rispettivi partiti di provenienza. Tra i protagonisti ci sarà anche il Movimento 5 stelle in virtù del fatto che alle recenti politiche ha raccolto quasi 2000 voti.

Periodico d’informazione locale. Anno XX n. 16 - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NE/PD www.lapiazzaweb.it

del Delta

Crivellari, Endrizzie Munerato vanno in Parlamento

Elezioni Politiche

pag. 6

Pervenute le osservazioni relative al Piano del Parco. C’erano voluti quindici anni

di attesa per vedere il documento messo nero su bianco. Pare, però che la vicenda

sia destinata a non chiudersi tanto presto, il Comune di Porto Tolle presenterà ricorso al

Tribunale Amministrativo Regionale

piano Del parco, porto tolle ricorrerà al tar

pag. 12

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EDITORIALE

La crisi dietro la protesta di Alessandro Abbadir*

Dalle urne del 24 e 25 febbraio scorso emerge una situazione davvero ine-stricabile, o perlomeno diffi cilmente

risolvibile. Un caos politico che rischia di portare spediti a nuove consultazioni. Pro-prio quello che non ci voleva in una situa-zione economica del genere, caratterizzata da una recessione a cui dal 2008 non si vede fi ne.

Il ciclone o tsunami (come lo defi nisce il suo capo Beppe Grillo) del Movimento 5 Stelle, si è abbattuto sui partiti, anche in Veneto, con una potenza per molti versi davvero inaspettata.

Nella nostra regione però, quello che sorprende più che il boom dei grillini (che è stato un evento generalizzato su tutto il territorio italiano), è il crollo verticale di par-titi che hanno caratterizzato la vita politica delle nostre terre da 20 anni a questa par-te: il Pdl prima Forza Italia e la Lega Nord.

Due partiti che fi no a due anni fa ave-vano totalizzato oltre il 60% dei consensi con l’elezione di Luca Zaia a governatore del Veneto. La Lega crolla dal 35% a poco più del 10% di questa ultima tornata elet-torale. Il Pdl dal 2008 perde 10 punti e si assesta sotto il 20%.

continua a pag. 3*[email protected]

continua a pag. 8

L’Intervento

ENTRA IN RETE CON NOI! Troverai il nostro giornale prima che venga distribuito con nuove news che riguardano il tuo territorio

Come tanti e forse come tutti, sono rimasto senza parole! Lo sbi-gottimento e anche lo smarrimento di fronte al pronunciamento del Papa che dichiara di ritirarsi è stato totale e per molte ore

non mi ha permesso alcun commento che non fosse la ripetizione di qualche luogo comune.

Benedetto Papa…

*Parroco Chioggia

di Don Angelo Busetto*

Delta Sorriso s.r.l.Ambulatorio Odontoiatrico

Direttore sanitario: OSTI Dott. STEFANO

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Page 3: La Piazza del Delta - 2013feb n16

EDITORIALE

La crisi dietro la protesta Dietro lo smottamento del centrodestra il problema di fondo: la crisi economica devastante, le fabbriche del Nord Est che chiudono

ad una ad una, operai ed imprenditori disperati, e sullo sfondo la marea montante della rabbia per un sistema politico sprecone che viene percepito come solo produttore di tasse e ineffi cienze.

Non è un caso che Grillo con la sua offerta politica antisistema abbia pescato a piene mani fra le categorie che sono state più bastonate dalla crisi: da un lato gli operai e dall’altro imprenditori e lavoratori autonomi. Un tempo votavano proprio Pdl e Lega. Il richiamo dei “Vaffa day” si è fatto via via più forte, nel momento in cui tutti i partiti invece di dare l’impressione di capire il momento che stavano passando famiglie, giovani e pensionati, hanno continuato in un logoro teatrino, percepito ormai come dannoso e fuori tema. Sul territorio la grande delusione, l’ennesima grande occasione mancata (peraltro annunciata), è stato il risultato del Pd e dei suoi alleati. Ancora una volta il partito di Bersani ha dimostrato in Veneto di essere poco radicato, a parte Padova, Rovigo e soprattutto Venezia (dove tra l’altro i grillini hanno fatto il pieno dei voti).

Ancora una volta il centrosinistra interpreta con diffi coltà le dinamiche di una regione che fi no a pochi anni fa era la locomotiva d’Italia e ora è ferma. Bloccata anche dal suo stesso modello di sviluppo fatto di piccole e piccolissime imprese, che si sono rivelate e più vulnerabili con la crisi. Ora per uscire da questa impasse, ci vuole lo sforzo di tutti partiti e soprattutto dei cittadini. Un voto ravvicinato rischia di complicare ancora di più la situazione. Votare chi fa promesse facili insomma può dare una momentanea sensazione liberatoria, ma alla fi ne i problemi rimangono e adesso vanno affrontati realisticamente, se non si vuole andare a fondo tutti insieme.

segue da pag. 1

di Alessandro Abbadir

Delta Provincia Regioneporto Viro

pag. 10

Colonnina di Polesine Acque sotto accusa

porto tolle

pag. 13

Centrale, si sta per spegnere ogni speranza

taglio Di po

pag. 16

Obbiettivo recuperare il Rifugio Parco Delta del Po

È un periodico formato da 14 edizioni locali mensilmente recapitato a oltre 250.000 famiglie del Veneto.

Questa edizione raggiunge le zone di Rosolina, Porto Viro, Taglio di Po, Ariano, Porto Tolle per un numero complessivo di 15.457 copie. Iscrizione testata al Tribunale di Venezia n. 1142 del 12.04.1994; numero iscrizione ROC 15752

è un marchio registrato di proprietà della GIVE EMOTIONS Srl

DIREZIONE - AMMINISTRAZIONEe ConCessionaria di PubbliCità loCale

Padova, via Svezia 9Tel. 049 8704884 - Fax 049 6988054numero verde 800 [email protected]

REDAZIONE:Direttore responsabileMauro GaMbin [email protected] Jovane [email protected]

Chiuso in redazione il 27 febbraio 2013Centro Stampa: rotopreSS InternatIonalloreto, vIa breCCIa (an)

Questo periodico è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana

Porto Viroapre il nuoVo sportello epaca

Il patronato di Coldiretti si fa ancora più vicino ai cittadini e in queste settimane ha predisposto il funzionamento di un nuovo punto di consulenza per districarsi nel mondo delle pensioni e dell’assisten-za; potranno farne uso tutti i cittadini, gratuitamente, senza distinzione di settore o di tipologia di lavoro. Il nuovo sportello si trova nella sede dell’Ufficio pesca di Coldiretti, a Porto Viro, al palazzo delle associazioni, in piazza Matteotti. Sarà aperto tutti i mercoledì mattina, dalle 8.30 alle 12.30, dal collaboratore volontario Luigino Zanetti.

Il carcere e la scuola“Quattro passi in un percorso Di pace”

Sarà il 25 marzo l’ultima data di quest’anno di “Quattro passi in un per-corso di pace - il carcere entra a scuola”, l’iniziativa che promuove tra gli studenti degli istituti superiori della provincia momenti di confronto sull’esperienza carceraria. “Il carcere – riporta il pieghevole prodotto dall’assessorato Cooperazione decentrata, diritti umani e pace - è troppo spesso un mondo isolato nella nostra quotidianità, abitato da persone del tutto sconosciute, che go-dono dell’indifferenza collettiva…. con la speranza che si schiudano i cancelli del pregiudizio”.

“Potendo scegliere volontariamente”premiati stuDenti e

scuole

“Potendo scegliere volontariamente” ha premiato a Palazzo Celio gli studenti, i

giovani, gli istituti scolastici, le associazioni ed i gruppi chiamati dal bando ad espri-mersi, attraverso i diversi linguaggi della

comunicazione, sul volontariato. Nella categoria degli istituti scolastici il primo premio, un buono di 300 euro, al De

Amicis di Rovigo con il video “Un sorriso per i bambini dell’Africa” lavoro coordinato

dall’insegnantre Vincenza Candiloro. Per le associazioni e gruppi parrocchiali,

prima la Gea Mater di Rovigo con il fumetto “Un cuore in centro”, anche in

questo caso buono acquisto di 300 euro, referente Lorenza Baccaro. Nella categoria

singoli 18 – 25 anni, con in premio un viaggio studio al parlamento europeo di

Bruxelles: primo posto per Linda Zanforlin di Sara con il racconto “Nella tendopoli fai da te con due furgoni viveri” seguita

da Giacomo Stoppa di Ceregnano con le foto “La mia esperienza in Burundi”.

Infine premio originalità alla Gea Mater di Rovigo per il lavoro “Un cuore in centro”

e invecchiamento attivo e solidarietà tra le generazioni all’associazione Centro aiuto alla vita di Rovigo per il lavoro “Al centro

aiuto alla vita con mia nonna”. Fondazione Cariparo

finotti presiDente

Il Consiglio Generale della Fondazione Cariparo ha confermato Antonio Finotti

alla presidenza dell’Ente per il prossimo quinquennio. Finotti già Direttore Generale della Cassa di Risparmio di Padova e Rovi-go, della Cassa di Risparmio di Verona e di Unicredito, ha fatto parte di diversi consigli

di amministrazione di società bancarie (Mediovenezie, Banco di Napoli, Cassa di Risparmio di Udine e Pordenone). È stato

inoltre Sindaco effettivo della Cassa Depositi e Prestiti Spa, Sindaco della T.A.V. – (Treno

Alta Velocità di Roma), Consigliere di Amministrazione dell’Ente Fiera di Padova,

dell’Interporto di Padova, dell’Istituto Diocesano per il sostentamento del Clero,

della Fondazione Lanza e della Fondazione Girolamo Bortignon di Padova.

Fratta Polesine“trame...forme, apriti sesamo”

Ci sarà tempo fino al 7 aprile per visitare la mostra “Trame...Forme, apriti Sesamo”, ospitata nella palladiana Villa Badoer a Fratta Polesine. Si tratta di un’esposizione un po’ particolare che mette insieme le creazioni Meta di Miranda Greggio i tappeti Vintage di Paolo Sartori e la poesia “grammelot” interpretata da Barbara Cavallaro. L’esposizione sarà visitabile tutti i giorni dalle 10,00 alle 12,30 e dalle 15,00 alle 18,30. Info: Comune di Fratta Polesine: 0425 668030 - fax 0425 668607 www.comune.frattapolesine.ro.it

proVincia

pag. 22

A Palazzo Celio si riflette sull’età della popolazione

spazi aperti

pag. 27

L’idrovia è diventata europea, transitano navi di V classe

personaggio

pag. 30

Cake designer per hobby, aspettando la professione

occupazione

pagg. 34-35

Ecco il Veneto giovane delle “Start Up”

Voci Da palazzo

pag. 38

Comuni in fuga verso le provincie autonome

cultura

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Page 4: La Piazza del Delta - 2013feb n16

4 Argomento del mese

in corsa per il municipio

M5S. Il rinnovamento ha già 2000 voti

Non serve un fine osservatore per notarlo: il Movimento Cinque Stel-le costituisce senz’altro la novità

più eclatante sullo scenario politico por-totollese. Con i quasi duemila voti colti a livello comunale durante le ultime ele-zioni politiche (per la precisione 1.862) i cosiddetti “grillini” rischiano di fare il botto anche a livello amministrativo. Il

gruppo, costituitosi a inizio 2013 sull’onda lunga della campagna elettorale nazionale, punta con decisione all’appuntamento del 26 e 27 maggio per fare di Porto Tolle il primo comune “a cinque stelle”. Per farlo però serve passare attraverso la rigida selezione imposta dallo staff di Beppe Grillo, a cui i grillini portotollesi dovranno inviare lista e documenti entro il 28 marzo per ottenere la certificazione ufficiale. Per il momento un nome per il candidato sindaco non c’è, con il gruppo impegnato a fare quadrato senza esporre eccessivamente i singoli esponenti. Tanto che anche sul programma vige il più totale riserbo: “Sarà elaborato sulla base delle linee nazionali e tagliato sulla realtà di Porto Tolle come un abito ma per ora non vogliamo anticipare nulla perché non venga travisato”. Al.Or.

Di sicure ci sono solo le date sul calendario: 26 e 27 maggio. Quelli sono i giorni in cui i portotollesi sa-ranno chiamati a scegliere la nuova amministrazione

comunale. Per il resto le certezze sono ben poche a poco più di due mesi dall’apertura delle urne: liste e schieramenti sono ancora ben lontani dall’essere definiti con chiarezza e vige la più totale incertezza su chi saranno i candidati a succedere a Silvano Finotti.

Ecco, forse è proprio il sindaco uscente a rappresentare uno dei pochissimi punti fermi nel caotico quadro politico locale. Dopo un decennio speso nell’ufficio più spazioso di piazza Ciceruacchio il primo cittadino ha fatto sapere che non prenderà parte in alcun modo alla corsa elettorale, nemmeno accettando incarichi esterni. Un proposito che sottende la volontà di dedicarsi ad altro, ma che solleva anche uno dei temi più scottanti sul piano elettorale, quello delle facce nuove. Sembra innegabile che a Porto Tolle ser-peggi la voglia di vedere una nuova generazione occuparsi dei problemi del territorio. Per questo lo sforzo di partiti e associazioni nella fase di pre-campagna si è concentrato so-

prattutto sul tema del rinnovamento della classe dirigente, ovviamente con eccezioni anche vistose. Come principale partito del Comune, il Partito Democratico sembra inten-zionato a esprimere il favorito allo scranno più prestigioso del consiglio comunale. Purtroppo il percorso di selezione si sta facendo più intricato del previsto: in lizza ci sono due candidati molto diversi tra loro, espressione di vicende piut-tosto diverse tra loro. Da una parte Claudio Bellan, attuale assessore provinciale alla pesca ed ex segretario della Mar-gherita, dall’altro Roberto Pizzoli, assessore comunale con deleghe alla sicurezza e all’agricoltura. Fuori dalla sede del Pd però ci sono altri soggetti intenti a bussare alla porta e a chiedere che vengano fatte delle vere e proprie primarie del centrosinistra. In particolare il Partito Socialista e la frangia “renziana” del Pd sembrano essere in grado non solo di esprimere dei candidati (per esempio l’assessore Silvana Mantovani e il giovane Giacomo Bovolenta), ma anche di portare in dote un numero di voti che se dirottato altrove potrebbe influire non poco sull’esito del voto. Al momento di scrivere queste considerazioni non è ancora chiaro se

le primarie verranno svolte o meno. Nel frattempo sono in diversi a seguire con attenzione la situazione, a partire dal duo composto da Mirco Mancin e Ivano Gibin. I leader di Progetto Civico per Porto Tolle e Gruppo Indipendenti hanno passato gli ultimi dieci anni divisi tra banchi della maggioranza e della minoranza, ma ora sembrano inten-zionati a governare insieme. Se debba nascere una lista civica centrista con un candidato scelto di comune accordo ancora non è chiaro, ma non è da escludere che l’ibrido tra i due movimenti possa far parte di un’alleanza più ampia. Di sicuro non con i vecchi partiti di appartenenza di Mancin e Gibin, ovvero Pdl e Lega Nord: tutta da definire la situazione in casa dei principali soggetti di centrodestra, anche se le quotazioni per una candidatura dell’attuale assessore alla Pesca Raffaele Crepaldi sembrano alte. Alla partita prende-ranno parte anche la sinistra tradizionalmente considerata “radicale” e il Movimento Cinque Stelle: soprattutto i grillini rischiano di ottenere numeri rilevanti dopo l’exploit delle elezioni politiche.

di Alessandro Orlandin

In casa del Partito Democratico

si parla di primarie per scegliere

il candidato sindaco

Mancin e Gibin pronti all’alleanza

ma distanti dai rispettivi partiti

di provenienza

amministrativeAl momento di certo

c’è solo la data delle elezioni e il fatto che il sindaco

uscente non farà parte in alcun modo

dell’amministrazione di domani. Il vento

del cambiamento spira anche tra i protagonisti

della vita politica portotollese Porto Tolle si appresta al voto ma tutto è ancora molto incerto

Page 5: La Piazza del Delta - 2013feb n16

5Argomento del mese

di Alessandro Orlandin

Cala il numero dei consiglieri: da venti a dieciCosa cambia rispetto alle elezioni del 2008

Parlando di elezioni amministrative a Porto Tolle vale la pena anche riavvolgere il nastro del tempo e andare a vedere cosa accadde nel 2008, ovvero l’ultima volta in cui i portotollesi sono stati chiamati a scegliere i propri rappresentanti. Prima però c’è da chiedersi cosa sia cambiato rispetto a cinque anni fa: di sicuro il quadro politico ha subito delle variazioni, ma

l’aspetto più interessante sta nei numeri che serviranno per entrare nella sala consiliare di piazza Ciceruacchio. È infatti diminuito il numero di consiglieri da eleggere, si passa da venti a sedici, e di conseguenza è minore anche il numero di amministratori che effettivamente comporranno la nuova giunta: si passa da otto (sindaco compreso) a sei. Questo significa che gli aspiranti consiglieri dovranno ottenere almeno un centinaio di preferenze per sperare di essere eletti. Il 2008, si diceva: all’epoca erano tre gli schieramenti sulla linea di partenza. La lista civica “Finotti Sindaco” capeggiata ovviamente dal sindaco uscente Silvano Finotti; “Per il vero cambiamento” di Mirco Mancin e la lista “Sinistra Arcobaleno” di Claudio Bortolotti. La spuntò la prima con una percentuale del 61% in quello che fu una sorta di plebiscito: 4.449 voti totali colti dall’eterogenea alleanza che comprendeva Partito Democratico, Partito Socialista, Lega Nord, esponenti ex An ed ex forzisti. Mancin e i suoi candidati raccolsero 2.389 voti, pari al 32,9%, mentre per la Sinistra arrivarono 428 voti (5,9%), sufficienti a far entrare Claudio Bortolotti in consiglio comunale. L’affluenza si attestò all’86,1%, ben cinque punti percentuali sopra il dato della precedente elezione del 2003. I numeri delle elezioni politiche 2013 fanno pensare a scenari diversi sul piano numerico per la corsa di quest’anno, complice anche l’ingresso in scena del Movimento Cinque Stelle, capace di ottenere 1.862 voti nella recentissima tornata elettorale.

Campagna elettorale

Sondaggio tra i protagonisti Tra i temi si parla di rinnovamento Programmi e candidati per le elezioni amministrative sono ancora lontani dall’es-

sere messi nero su bianco. Così abbiamo scelto di porre alcune domande di ordine generale ai vari esponenti della politica portotollese, se non altro per ta-

stare il polso della situazione. Abbiamo interpellato Katiuscia Grandi (segretario Pd di Porto Tolle), Mirco Mancin (capogruppo di minoranza e rappresentante di Progetto Civico), Sandro Tessarin (consigliere per il Partito Socialista), Giacomo Bovolenta (esponente dell’ala renziana del Pd), Angelo Motta (Rifondazione Comunista) e il Movimento Cinque Stelle che ha preferito esprimersi… collegialmente. Prima di tutto abbiamo chiesto quali secondo loro saranno i tre temi principali dell’imminente campagna elettorale: quasi tutti gli interpellati – era facile immaginarlo – hanno in-cluso la questione del futuro della centrale Enel di Polesine Camerini nel novero delle questioni fondamentali, seppure con dei distinguo. C’è infatti chi cita direttamente la Centrale, chi invece preferisce includerla in un’ottica più ampia riguardante le future opportunità lavorative per Porto Tolle e chi infine non ne parla proprio come nel caso del Movimento Cinque Stelle che con i suoi rappresentanti propone un punto di vista allargato: “La nostra idea di sviluppo si ispira al modello elaborato dall’Associa-zione dei Comuni Virtuosi, una rete di amministrazioni pubbliche che promuo-ve progetti di sviluppo locale, orientati alla sostenibilità ambientale, sociale ed economica”. Tutti concordi comunque sulla necessità di valorizzare le risorse del territorio: “Pesca, agricoltura e turi-smo – fa sapere la Grandi - possono essere la risposta e l’opportunità per il rilancio dell’economia portotollese”. E poi c’è la questione Parco del Delta: “L’attuale im-postazione non ci sta bene – sottolinea il renziano Bovolenta - vogliamo un Parco al servizio delle persone e non viceversa”. Simile la posizione di Mirco Mancin: “Di sicuro il Parco come concetto, più che pensare ai vincoli e voler scegliere su territori altrui, dovrà proporsi come un plus spendibile nel turismo, nell’agricoltura e nella pesca”. In seconda battuta abbiamo chiesto ai nostri intervistati quanto peserà sul voto il generale sentimento di sfiducia nelle istituzioni e la sempre crescente richiesta di facce nuove. Per Angelo Motta il peso sarà rilevante: “Da un lato la sfiducia sarà colmata col fatto che in un piccolo Comune come il nostro i candidati saranno tutti conosciuti di persona. Però il bisogno di facce nuove c’è ed è giusto che ci sia”. Non dissimile la posizione del socialista Sandro Tessarin: “Non sono per la rottamazione a prescindere, penso che sia legittimo per chi ha già amministrato voler proseguire nel suo servizio alla comunità. Però di certo introdurre giovani e laureati con idee nuove non può che fare bene al nostro Comune”. Per Mancin invece le parole d’or-dine sono “rinnovamento e ringiovanimento”: “Spero che, come da noi più volte sollecitato, le liste che si presenteranno abbiano il coraggio di cambiare persone, chi ha amministrato da dieci anni deve avere la coscienza di lasciare il posto ad altri, soprattutto dai posti della eventuale giunta”.

Centrale e Parco sicuramente nei programmi dei candidati alla guida del Comune

Al.Or.

Porto Tolle si appresta al voto ma tutto è ancora molto incertoIn alto a sinistra Ivano Gibin, Mirco Mancin, sotto Silvana Mantovani e Claudio Bellan

Page 6: La Piazza del Delta - 2013feb n16

6 Territorio

Le ultime due date venete del PromoTruck “Rotta del buon pescato italiano”

sono finite proprio a Rovigo, lo scorso 27 e 28 febbraio. L’autoarticolato che sta pro-mozionando le sedici specie ittiche pescate nei mari di casa nostra ha preso la via della Puglia dove per tutto il mese di marzo continuerà nella sua attività di informazione, passando poi per la Campa-nia la Calabria e finirà il suo percorso a giugno in Sicilia. Il programma promozionale è stato finanziato con il Fondo Europeo della Pesca e promos-sa dal Ministero delle politiche agricole e con la partecipa-zione, per quanto riguarda le date venete, della Regione. La manifestazione principale nel territorio regionale, invece, si è tenuta nel Villaggio del Buon Pescato, allestito al Foro Boario di Treviso l’8, 9 e 10 marzo dove per tre giorni si sono succeduti labo-ratori del gusto, convegni, un mercato delle specie interessate, incontri con gli operatori della distribuzione, della ristorazione e del catering e un concorso tra ristoranti. Si è trattato di un’importante opportunità che ha permesso di far conoscere le caratteristiche di 16 specie tipiche nostrane spesso trascu-rate ma che oltre ad avere ottime qualità

organolettiche hanno un costo contenuto e si prestano a moltissime proposte cucinarie. Oltre al Sugarello, mascotte dell’iniziativa, continueranno a venire presentati l’Aguglia, l’Alaccia, l’Alalunga, la Costardella, il Faso-laro, la Lampuga, il Lanzardo, il Pagello, la Palamita, la Patella, il Pesce Sciabola, il Pesce Serra, lo Spratto, il Tomabrello e il Tonnetto. Si tratta per la maggior parte di pesce azzurro, a torto considerate povere, ma che sono abbondanti e anche per questo spuntano prezzi bassi in un mercato, quello italiano, dove circa il 70 per cento del pesce venduto è di origine estera.

LA “ROTTA DEL BuON PESCATO” LASCIA IL VENETO

Le recenti elezioni politiche hanno regalato molte sor-prese. Berlusconi, come si prevedeva, ha perso milioni di elettori ma è riuscito a mantenere uno “zoccolo

duro” di adepti e la vittoria gli è sfuggita appena di un soffio a vantaggio del Partito Democratico che gli è rimasto davanti di un’incollatura. Partiva davanti e con un distacco importante il partito di Bersani ma alla fine non ha trova-to i voti per la maggioranza al senato. La sensazione è quella di aver fallito. Pensava di vincere, non ha vinto ma neanche perso. Il pareggio però in politica non conta, anzi è il peggiore risultato possibile perché porta all’ingoverna-bilità. Ma nel novero dei delusi va inserita anche Sinistra e Libertà, con un risultato assolutamente sotto le aspettative, e la Lega che ha perso moltissimi consensi (Lombardia a parte). Grillo è risultato essere l’unico, indiscusso vincitore. Il paese traballa, vacilla come detto a causa di un’ingover-nabilità che ne mina la stabilità. In questo scenario, che ci è costata la messa alla berlina da parte di molti tra i più prestigiosi giornali internazionali, i polesani hanno eletto tre rappresentanti territoriali. Per i rodigini (di cui uno di “adozione”) si sono aperte le porte del Parlamento: il gio-vane, ma politicamente esperto, Diego Crivellari, è stato eletto alla Camera in quota Pd, mentre Giovanni Endrizzi e Manuela Munerato, sono stati eletti al Senato, rispetti-

vamente per il Movimento Cinque stelle e la Lega Nord. -A tutti e tre abbiamo rivolto delle domande.

Il Pd perde consensi, nonostante un Berlusconi molto debole. Come mai?

“Siamo forse apparsi troppo conservatori e troppo poco innovatori - sostiene Crivellari - basti pensare al voto dei giovani. Ho l’impressione - dice a proposito - che il Pd abbia fatto una campagna elettorale alla rincorsa, di volta in volta, dei proclami di Grillo o di Berlusconi, faticando a rivelare una propria chiara identità di forza riformista e di cambiamento”.

Quali sono le prime istanze che Crivellari porterà in Parlamento?

“La prima emergenza per il Paese e per il Polesine si chiama lavoro: mi adopererò da subito per misure e pro-poste concrete che mettano al centro il sostegno al lavoro e l’economia reale delle persone e delle imprese. Ma non solo: un altro fronte su cui mi spenderò sarà quello dei dirit-ti civili. Serve però un governo stabile. Spero che in questo periodo di grave incertezza si possa varare un governo di cambiamento. Su molti di questi temi si possano incrociare le sensibilità nostre e quelle dei 5Stelle.

Anche Giovanni Endrizzi, neo senatore per il Movimen-to cinque stelle, interpellato commenta la sua candidatura.

Il Movimento che fa capo a Beppe Grillo, ha aumentato vertiginosamente i propri consensi in tutta Italia; il territorio polesano, in linea con l’andamento nazionale, rispetto alle ultime elezioni amministrative (svoltesi due anni fa) ha quadruplicato i consensi (passando dal 7% al 27%). Se-condo Endrizzi, il polesine ha accordato fiducia ad una rete di persone che lo rappresenteranno in Parlamento. Il risul-tato inoltre? da imputare anche “alle proposte innovative, alla credibilit? conquistata dalle nostre consigliere comunali e dagli attivisti”. Per il territorio, diverse idee: “banda lar-ga, sviluppo all’agroalimentare di qualit?, turismo verde, e l’abbandono delle scelte che mutilano le nostre eccellenze. Bloccare la spesa inutile e le opere in finanza di progetto pu? liberare risorse; da l? potremmo partire”.

Per quanto riguarda la possibile apertura al Pd, il se-natore è categorico: “Ho incontrato diversi Ex elettori del centrosinistra che hanno votato per noi. Non hanno alcuna

nostalgia, non vogliono appiattimenti, altrimenti -dicono- restavano dove stavano”.

L’unico risultato utile che la Lega è riuscita a persegui-re in Polesione è l’elezione di Emanuela Munerato. L’ex deputata e ora senatrice è anche l’unica rappresentante della coalizione Pdl-Carroccio a sedere a Roma, i polesa-ni candidati nella lista del partito di Berlusconi sono stati lontanissimi dalla soglia dell’eleggibilità. Troppo bassi nelle liste redatti dalle segreterie per poter ambire ad un posto in Parlamento seppur l’orientamento politico del Veneto rimanga a tinte azzurro-verdi. “La batosta è arrivata anche qui da noi – ha spiegato la Munerato – dobbiamo ricostru-ire il partito da subito”. Tra gli obbiettivi della neo senatrice la difficile situazione delle colleghe della Contifil, in cassa integrazione, e la riconversione a carbone della centrale di Polesine Camerini per la quale - ha dichiarato – continuerà a lottare.

di Francesca De Luca

Pd, M5S e Lega sono riusciti a far eleggere i propri candidati

Elezioni politiche

In Parlamento Crivellari, Endrizzi e Munerato

Diego Crivellari, Manuela Munerato e Giovanni Endrizzi

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segue da pag. 1

Poi si è andato affermando in modo sempre più evidente il senso di una perdita, come chi è stato abituato fi n da fanciullo ad avere sotto gli occhi la fi gura paterna del Papa. La solennità ieratica di Pio

XII, l’amabilità audace di Giovanni XXIII, l’intelligenza e la decisione di Paolo VI, la semplicità di Giovanni Paolo I, l’irruenza multiforme di Giovanni Paolo II, e infi ne la squisitezza umana di questo Papa, Benedetto XVI. Con ciascun Papa, in tempi diversi della vita, è avvenuta una sorta di immedesimazione, non solo nei riguardi dei contenuti e delle modalità della funzione papale, ma anche per un apprezzamento dello stile personale di ciascuno. Un Papa, un nome: ciascun Papa con il suo nome, il suo volto, la sua anima. Con Bene-detto è fi orito un rapporto certamente speciale. Ben prima che fosse Papa l’avevo frequentato come limpido teologo, capace di entrare nelle questioni della modernità con uno sguardo alla storia svolto in un’esposizione piana e scorrevole; un teologo che si poteva leggere con immediata scioltezza, senza dover ansimare dietro concetti invo-luti o frasari complicati. Ne ricavavo soddisfazione per l’intelletto e feconda apertura per l’esperienza, nella scoperta di questioni attuali o nella nuova ripresa di tematiche tradizionali. Egli affrontava tutto nell’orizzonte di una fede incarnata nel tempo, nel contesto di una ragione aperta e viva. Quando questo teologo è diventato Papa, il suo insegnamento è stato proclamato nella barca di Pietro e dalla riva della Chiesa incrociando folle attente in tutto in mondo, soprattutto attraverso gli Angelus festivi, le omelie, le udienze del mercoledì, i dialoghi diretti con bambini o sacerdoti. Papa Benedetto si è proposto con la sua fi gura tenue e lieta, decisa ma non arrogante, e persino con il suo accento così caratteristico. Un uomo timido, meravigliato di trovarsi nella piazza del mondo, e nello stesso tempo così desideroso di ‘cercare Dio’, a imitazione dei monaci nel silenzio. Un uomo di Chiesa, che ama Gesù e riconosce in Lui, per sé e per tutti, l’attrattiva e lo specchio della felicità. Quante volte notavo che diceva con profon-dità e chiarezza le cose che mi sarebbe piaciuto dire e quelle che mai avrei immaginato di pensare e di dire. Ero tentato di trascrivere interi brani delle sue omelie, fi ssando perle di concetti e di linguaggi. Ora ho quasi l’impressione che un grande tesoro venga sepolto, senza più questa possibilità di proseguirne l’annuncio e il prezioso dialogo con il mondo. O forse si tratta di una paternità divenuta una semente che, a suo tempo e come vorrà il Signore, può ancora germogliare per tutti.

*Parroco Chioggia

L’Intervento

di Don Angelo Busetto*

Benedetto Papa…

8 Porto Viro

Della sorte della casa di cura portovirese “Madonna della salute” si è tornato ancora a parlare nell’ul-timo mese in un botta e risposta tra le parti poli-

tiche del territorio. A far tornare sull’agenda pubblica la struttura, ci ha pesato il senatore adriese del Pd, Sandro Gino Spinello, auspicando che la casa di cura potesse passare da privata a pubblica. Inevitabilmente, a seguito della sua presa di posizione, si è scatenato il dibattito su più fronti che ha visto il consigliere regionale del Pdl Mauro Mainardi appoggiare l’idea che proprio lui qualche mese prima aveva anticipato. “Sono contento che un politico non del mio schieramento – ha consi-derato - ma che allo stesso tempo conosce il territorio, abbia capito le ragioni della mia linea che in un primo momento quasi tutti hanno contrastato. La casa di cura di Porto Viro costa alla Regione mediamente 30 milioni di euro all’anno, cifra che con una gestione diretta po-trebbe diventare addirittura inferiore, senza contare che ci sarebbe un migliore coordinamento con i servizi offerti dall’Ulss di Adria. In tema di sanità e di diritto alla salute – ha proseguito - sono fermo sostenitore della necessità di un sistema pubblico forte e prevalente. Un conto è una città o una metropoli che può offrire un’offerta varie-gata, un altro è un territorio decentrato e poco popolato dove queste strutture devono essere intese come nuclei fondamentali di assistenza. Spinello ha aperto un’impor-tante finestra di dialogo e io sono a disposizione per portare avanti un ragionamento serio e trasver-sale anche a tutela dei lavoratori della casa di cura di Porto Viro”. Considerazioni che però hanno visto il totale disappunto da parte del primo cittadino portovirese Geremia Gennari, che ha ribadito una contrarietà, poi condivisa dal capogruppo di minoranza Thomas Giacon, nei confronti di una casa

di cura pubblica accusando i due adriesi di puro campa-nilismo. “Con la proposta di acquisto del pubblico - ha

spiegato Gennari - Spinello vuole tranquillizzare l’ambiente adriese e i dipendenti, il disegno vero poi è quello della sofferenza di Adria per la concorrenza della casa di cura di Porto Viro; lo dicono i fatti, i numeri e il tasso di gradi-

mento. L’unico dato a supporto della tesi di Mainardi è che i servizi della casa di cura costano alla regione 30 milioni di euro l’anno, ma non cita quanto verrebbe a

costarne l’acquisto in questi momenti di chiari di luna. Un’informazione più corretta e onesta dovrebbe passare con il confronto sui costi e sul valore dell’offerta per un territorio che non è solo il Delta del Po ma che raggiunge altri cittadini da Comuni fuori regione e che si rivolgono a Porto Viro. Un servizio più utile e intelligente sarebbe una Usl unica a livello di provincia che permetterebbe una razionalizzazione dei servizi, ma anche in questo caso prevale il senso clientelare a fronte del bene comu-ne. L’obiettivo è chiudere in tutto o in parte la struttura privata per dare più forza a quella adriese, senza consi-derare i disagi che la popolazione subirà”.

di Elisa Cacciatori

Sanità Continua il botta e risposta trasversale ai partiti sul futuro del “Madonna della salute”

Spinello e Mainardi d’accordo: “casa di cura pubblica”

La casa di cura portovirese “Madonna della salute”

Chi si è detto contrario all’ipotesi è stato il sindaco Gennari secondo il quale l’intenzione vera sarebbe quella di privilegiare l’ospedale di Adria

“Spinello ha aperto un’importante finestra di dialogo e io sono a disposizione”

Sono quattro le nuove socie presentate in occasione della celebrazione annuale della cerimonia delle candele a cura della Fidapa –

BpwItaly – sezione di Porto Viro Delta del Po. Nella cornice della locanda “7 mari”, scelta come sede so-ciale del sodalizio, è stato sancito ufficialmente l’in-gresso dell’imprenditrice con la passione per la pittura Rita Riganello, di Lorella De Bei, collaboratrice nell’at-tività di Rita e amante della poesia, della ristoratrice

di Barricata, Katia Bellan, e di Sabrina Marchi. Ogni anno, nello stesso periodo, le sezioni Fidapa organiz-zano, infatti, “la cerimonia delle candele”, momento durante il quale vengono accese alcune candele di diversi colori atte a simboleggiare ogni federazione nazionale affiliata e ogni club associato alla BpwItaly, unendo idealmente tutte le sezioni del movimento femminile. A fare gli onori di casa per l’occasione, la presidentessa Giorgia Fonsatti in presenza della pre-

sidente distrettuale Anna Giovannoni. Nel cerimonia-le, le nuove socie coadiuvate dalle veterane, hanno acceso la candela bianca più alta che rappresenta la federazione internazionale, le altre candele bianche che simboleggiano le federazioni fondatrici della Bpw interantional quali Austria, Canada, Francia, Italia, Regno Unito, Stati Uniti d’America, la blu per onorare i club associati, la rosa per le socie individuali e la verde che simboleggia il futuro.

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9Porto Viro

Pervenute le osservazioni relative al pia-no del parco di recente approvazione (ne avevamo dato larga informazione

nel numero di dicembre), che ha visto la luce dopo un percorso durato ben 15 anni, è ora tempo di analisi. Non si sbilancia più di tanto il presidente dell’ente Geremia Gennari nell’entrare nel particolare di quel-le osservazioni presentate dal sindaco di Ariano, Giovanni Chillemi, ma spiega che in merito è in corso d’opera un procedimento a cura di un team tecnico che sta analizzando sotto vari aspetti le proposte presentate.

“Ho incaricato il direttore dell’ente, Mar-co Gottardi, di riattivare lo stesso gruppo di tecnici che ha seguito l’iter procedurale che ci ha portati fin qua – ha spiegato il presidente dell’ente Parco Geremia Genna-ri – al fine di esaminare dal punto di vista tecnico-legale le osservazioni pervenute e

per dare espressione per quanto riguarda le competenze specifiche”. Un procedimento che dovrà essere seguito in modo da poter ottenere dal punto di vista tecnico e legale dei chiarimenti e dei pareri sul contenuto delle osservazioni pervenute. “Questo lavoro dovrebbe esaurirsi in circa un mese – ha continuato - dopodiché sarà mia cura confrontarlo con i sindaci, i componenti del comitato esecutivo ed, eventualmente, con i rappresentanti dei portatori di interesse che hanno presentato le osservazioni. Si tratta di un periodo di confronto e, a con-

clusione di questo lavoro, si procederà poi alla presentazione, come previsto per legge, al consiglio dell’ente per esprimere i pareri di competenza sulle singole osservazioni e successivamente sarà inviato poi tutto alla Regione per ciò che concerne il piano adot-tato e i relativi pareri per l’ obbligatorio e definitivo procedimento preliminare all’ap-provazione del consiglio regionale”. Come più volte precisato dal presidente, il piano è frutto della pianificazione tra l’ente Parco e la Regione del Veneto e tutto il percorso che ha portato alla definizione della proposta re-

lative alle norme, alla perimetrazione e agli allegati di competenza previsti sono frutto di un lavoro di squadra.

di Elisa Cacciatori

In un mese dovrebbe concludersi questa fase, seguirà l’incontro con i Sindaci, il Comitato Esecutivo e i portatori d’intersse

Territorio Ulteriore passo in avanti per il documento che il Delta aspetta da 15 anni

Piano del Parco, pervenute le osservazioni

Il presidente dell’Ente Parco Geremia Gennari

L’approvazione definitiva del documeto spetterà poi alla Regione

Gianfranco Bressano, Diego Fregnan, Maurizio Mantovan e Fania Fanton sono i quattro agenti della Polizia locale portovirese che hanno superato positivamente il corso Basic

life support defibrillation organizzato dall’Ulss 18 e che sono stati formati per intervenire autonomamente nel caso in cui si presenti

loro un caso di malore o infarto. L’Ulss 18 in merito ha inoltre for-nito gratuitamente in dotazione al comando un defibrillatore che sarà utilizzato nei casi di emergenza o nel caso in cui i soccorsi tardassero ad arrivare sul posto in cui si presenti necessità d’in-tervento. Gli operatori del 118 dell’Ulss 18 sono impegnati da tempo nella sensibilizzazione a 360° della popolazione in mate-ria di massaggio cardiaco e di defibrillazione precoce. Attraverso il progetto “pad” l’obiettivo è stato così ampliato inserendovi an-

che dieci comandi di Polizia locale della provincia rodigina, punto di partenza da cui i quattro agenti del comando portovirese hanno superato il corso. Entusiasta per l’obiettivo raggiunto, l’assessore Virginio Mantovan. “La nuova competenza dei nostri agenti è motivo di vanto e compiacimento per tutta l’Amministrazione. La loro preparazione in fatto di crisi cardiache e arresti cardiorespira-tori può infatti salvare la vita di un soggetto o evitare che questo subisca danni neurologici permanenti”. El.Ca.

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10 Porto Viro

“Doveva essere un esempio di efficienza della pubblica ammi-nistrazione nella gestione dei

rapporti con gli utenti del servizio idrico... siamo sicuri lo sia? Avrebbe dovuto per-mettere il pagamento con il bancomat delle bollette dell’acqua o di contattare gli uffici di Polesine Acque come sportello virtuale; dovrebbe gestire reclami o modulistica stampandoli sul luogo in carta chimica. Car-ta chimica? Nel 2013?”. E’ il capogruppo di Uniti per Porto Viro, Thomas Giacon a intervenire sull’utilità della colonnina di Polesine Acque, da qualche mese nell’atrio municipale, auspicando che venga disinstal-lata per garantire più risparmi. “Nell’era d’internet, perché utilizzare tecnologia anni 80 non collegata via web? Perché Polesine Acque non ha investito su una piattaforma web con pagamenti online? Considerato che il noleggio dell’apparecchiatura è di 540 euro mensili, ci si sarebbe aspettato qualche centinaio di accessi al mese dagli utenti. 2 soli accessi in 4 mesi non si giusti-ficano con la scarsa pubblicità, come asseri-to dai dirigenti. Meglio togliere un marchin-gegno superato e non utilizzato. Insensato perseverare, installandone un altro a Castel-massa e, si vocifera, in altri 8 Comuni. La spesa schizzerebbe a quasi 60.000 euro l’anno!”. Nella diatriba politica che ne è scaturita, a prendere le parti di Polesine Acque è stato il consigliere di maggioran-za con delega Pierlugi Bagno. “Il sistema supporta le moderne applicazioni Web ed utilizza la rete internet per l’erogazione dei

servizi al cittadino – ha chiarito - attraverso la video-conferenza. E’ dotato di schermo touch-screen e di una webcam nonché di una stampante termica per la produzione di ricevute e certificati. In particolare, que-sto sportello consente di pagare fatture del servizio idrico, attivare una videochiamata con gli uffici, ricevere in loco documenti contrattuali personalizzati e precompilati, inserire i dati del consumo, stampare mo-dulistica disponibile. Dunque un servizio tutt’altro che inutile! Per quanto riguarda gli accessi non sono 2, come erroneamente dichiarato dal consigliere Giacon, ma bensì 197. Dunque, una sensibile differenza che posso interpretare solo come disinformazio-ne creata per la future elezioni comunali del 2014. Per quanto riguarda l’utilizzo della stampante con carta chimica non si tratta di una scelta antiquata, ma ha una sua ra-gione pratica per evitare gli inceppamenti

di Elisa Cacciatori

Per il consigliere Giacon è uno strumento inutile e antiquato per Bagno uno sportello all’avanguardia

Servizi Confronto in Consiglio sull’utilità dello sportello nell’atrio municipale

Colonnina di Polesine Acque sotto accusa

Un momento dell’inaugurazione

nelle stampe, molto frequenti con altri tipi di carta. Il canone mensile di 540 euro è completamente carico della Polesine Acque e comprensivo di noleggio dell’attrezzatura e di manutenzione”. A quanto pare, spette-rà ora al tempo e all’eventuale utilizzo da parte dell’utenza di Polesine acque decreta-re l’utilità e l’efficacia della colonnina.

Giacon si chiede: “Nell’era internet vengono ancora usati i moduli in carta chimica?”

Bagno: “La carta chimica ha una ragione pratica, non inceppa la stampante”

Sessant’anni di vita vissuta sempre insieme. E’ la bella storia che lega Filippo Pullara e Fernanda Allegri,

lui ottantadue anni e lei settantasei, uni-ti in matrimonio dal febbraio del 1953 e che oggi possono vantare quello che senz’ombra di dubbio è un traguardo invidiabile. Ad aver festeggiato con loro la celebrazione delle nozze di diamante sono stati i quattro figli con le rispettive famiglie, i sette nipoti e i tre pronipoti. Filippo e Fernanda si incontrarono a se-guito dell’alluvione, lei aveva 13 anni e lui, di leva, era giunto in servizio dalla Sicilia per portare aiuto alle popolazio-ni del territorio. Qualche tempo dopo il matrimonio li ha portati a vivere per quindici anni nella terra natale di lui, Santo Stefano Quisquina in provincia di Agrigento ma, più tardi la famiglia si tra-sferì al nord, dapprima ad Adria e poi a Contarina, oggi Porto Viro, dove tutt’ora risiede.

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PORTO VIRO INFORMAPORTO VIRO AGGREDISCE LA CRISIPresto la realizzazione di un progetto di 4 milioni e mezzo senza indebitare il ComuneE’ stato presentato dal sindaco Ge-remia Gennari e dal responsabile del settore lavori pubblici Andrea Portieri il progetto composto da sei opere pubbliche che, a partire da quest’estate, riqualifi cherà e renderà più fruibili diversi quar-tieri portoviresi. “Si tratta di un ambizioso progetto e crediamo nella nostra capacità di voler dare un’opportunità e slancio all’eco-nomia e all’occupazione – spiega il sindaco Geremia Gennari - con-ferendo valore al territorio attra-verso la realizzazione di progetti distribuiti nel territorio comunale”.L’intervento nel quartiere di Taglio di Donada prevede la riqualifi -cazione di Piazza Garibaldi, ulte-riore ma non ultimo step relativo all’ammodernamento delle piazze nel territorio comunale, oltre agli interventi che permetteranno la realizzazione dei marciapiedi in via Luigi Siviero e via Malipiera con re-lativi interventi alle strade e all’im-pianto di illuminazione. Il progetto relativo al Collettore Padano è sta-to oggetto del concorso di idee e progettazione nazionale nel 2008 “il fi ume e la città”, e prevede tut-ta una serie di soluzioni atte a ren-dere fruibile il Collettore, compreso l’argine sinistro, grazie alla propo-sta progettuale curata dal team di architetti toscani capitanati da Gianfranco Franchi. Dalla sala Era-cle fi no a ponte Gramignara saran-no create delle piste ciclabili e, nei pressi della cittadella dello sport, un campo di gara kayak e una club house a servizio dei canoisti, oltre a diverse postazioni per la pesca sportiva. Sarà messo in sicurezza l’incrocio (pentavia) attraverso la realizzazione di una rotatoria che regolamenta il traffi co tra via Mantovana e Corso Risorgimento e successivamente si realizzeranno i marciapiedi in via Torino con il re-lativo rifacimento dell’asfalto, oltre all’intervento specifi co per rende-re il parcheggio nei pressi delle scuole Aldo Moro usufruibile con l’asfaltatura e l’illuminazione pub-

blica. Saranno completati i lavori dello stadio nella cittadella dello sport con la copertura delle tribu-ne e l’ultimazione degli spogliatoi e dei servizi. Infi ne, si procederà con la manutenzione straordina-ria di alcune strade, un interven-to programmato per il 2012, ma spostato per il patto di stabilità al 2013. Da giugno si procederà con gli interventi lungo via Argine Po, Piazza Matteotti, via Contarini, via Siviero, via I maggio, via Collettore destro, via VII mari, borgo Rivoli, va Mazzini, via del Gelso, via Manzo-ni, via dei Frassini, via Pioppa, via Savoia, via delle Querce, via Mu-razze, via delle Industrie. Il project manager è l’ingegner Andrea Portieri e il direttore dei lavori è il geometra Antonio Laz-zarini. Tra le particolarità, il par-

ziale fi nanziamento dei lavori con la permuta di un bene immobile di proprietà comunale, quale l’ex campo da calcio di Contarina del-la superfi cie di circa 13.000 metri quadri situato tra via Rossini e via Cesare Battisti, è stato adibito con apposita variante al piano, ad area a destinazione residenziale. Gli offerenti dovranno presentare un’offerta congiunta che prevede il ribasso lavori su 3 milioni e mez-zo e l’aumento in offerta del valore dell’immobile fi ssato in 1.030.560 euro. Inoltre, vi è da sottolineare che l’intero pacchetto è fi nanziato, oltre che dal valore del campo da calcio, da contributi regionali già concessi, da fondi comunali e pri-vati. E’ importante evidenziare, in merito, che per le suddette opere non è stato contratto alcun mutuo.

Nel bando è stato inserito il docu-mento di “cash fl ow”, ovvero un crono programma dei pagamen-ti che impegna, da una parte, la ditta appaltatrice a procedere di progetto in progetto secondo le tempistiche stabilite e, dall’altro, il Comune a pagare in relazione alle scadenze della maturazione dei lavori. L’amministrazione si è già aggiornata per la nuova modalità di pagamento fattura a 30 giorni, divenuta obbligatoria da gennaio anche per i pagamenti nelle ammi-nistrazioni pubbliche. “In questo momento il Comune di Porto Viro dimostra nell’attuale crisi econo-mica di avere predisposto un ap-palto in controtendenza – spiega il sindaco - in effetti nella provincia di Rovigo rappresenta in termini economici l’importo dei lavori più

consistente, basta considerare che si parla di un insieme di progetti pari a circa 4 milioni e mezzo di euro per un importo lavoro a base d’asta di circa tre milioni e mez-zo”. La durata dei lavori che dalla prossima estate interesseranno i diversi quartieri portoviresi è stata calcolata in un arco di 480 giorni, con inizio a giugno e termine a set-tembre 2014.

Il sindaco di Porto ViroGeremia Giuseppe Gennari

publiredazionale cura del comune

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12 Porto Tolle

E venne il giorno in cui i pescatori rima-sero a terra. Non per il maltempo, né per pigrizia. Per protesta. È sorta auto-

matica l’indignazione dei lavoratori del porto di Pila dopo che lo scorso 27 febbraio uno dei pescherecci della flotta locale è rimasto incagliato nel canale di Barbamarco durante il rientro, bloccando l’accesso a tutte le altre imbarcazioni. La causa? Il continuo accumu-lo di sabbia sui fondali a causa delle mareg-giate e del maltempo, un disagio cronico che ha già provocato diversi disagi anche per i pescatori di Scardovari. “Eravamo rimasti bloccati anche alla mattina – ha raccontato il comandante Johnny Azzalin - poi siamo riusciti a pescare. Al ritorno in porto ci siamo incagliati nel canale ed altri ventidue battelli sono rimasti fuori e non potendo passare han-no perso la giornata lavorativa. Vogliamo che scavino il canale in via definitiva”. Un proble-ma non solo logistico ma anche economico: rientrare in grande ritardo può costituire una perdita significativa sul mercato dei prodotti ittici. Così i pescatori, circa duecento, hanno deciso di fermarsi per un giorno, in attesa che le istituzioni intervenissero con misure concrete. Risultato raggiunto con l’ingresso in scena del prefetto Francesco Provolo che ha autorizzato Sistemi Territoriali a un inter-vento di emergenza. Per il momento suffi-

ciente, ma che sul lungo termine potrebbe non bastare, come ha fatto notare Fabrizio Boscolo della Coop Villaggio: “Va fatta ma-nutenzione continua con mezzi sul posto”. Sul posto nel giorno dello sciopero anche il sindaco Silvano Finotti e l’assessore alla pesca Raffaele Crepaldi, oltre al consigliere di minoranza Virginio Tugnolo, che peraltro è presidente di una delle cooperative operan-ti a Pila: “I commercianti in caso di ritardi non aspettano molto, devono avere il pesce presto. Il che vuoi dire deprezzare il valore del pescato, dunque non è concepibile che i nostri pescatori abbiano così gravi danni”.

Il prefetto Provolo ha autorizzato Sistemi Territoriali a un intervento di emergenza

PROTESTA DEI PESCATORI IL CANALE DI BARBAMARCO DEVE ESSERE SCAVATO

Al.Or.

C’erano voluti quindici anni di attesa per vede-re messo nero su bianco il Piano Ambientale del Parco del Delta del Po, un piano frutto di

discussioni, scontri e polemiche varato nello scorso mese di dicembre. Pare che la vicenda sia destinata non chiudersi tanto presto, visto che il Comune di Porto Tolle – sul cui territorio sorge la maggior parte del Parco - presenterà ricorso al Tribunale Amministrativo Regiona-le per far sì che vengano tutelate le ragioni dell’amministrazione guidata da Silvano Finotti. La delibera ufficiale è giunta a fine febbraio: “Abbiamo conferito l’in-carico allo studio legale Sardos e Albertini di Verona per un ricorso al Tar, – ha confermato l’assessore Roberto Pizzoli - ci siamo tutelati portando anche le nostre osservazioni, con due schemi di progetto per gli scanni di Barricata e Boccasette, per sostenere il settore turistico”.

In altre parole Porto Tolle chiede di considerare le attività turistiche alla stregua di quelle agricole e di pesca sportiva e professionale. Non solo: tra gli obiettivi dell’amministrazione anche il completo re-cepimento del Piano di Assetto del Territorio (quello che una volta si chiamava Piano Regolatore). Tra le osservazioni presentate all’Ente Parco anche un riferi-

mento alla mancata inclusione dei porti turistici già progettati a Pila, Scardovari, Scanno Palo e Scanno del Canarin. Il braccio di ferro tra l’Ente Parco e il l’amministrazione portotollese è quindi ben lungi

dall’essere concluso: vale la pena di ricordare come negli scorsi mesi diversi esponenti della giunta Finotti fossero arrivati a ipotizzare l’uscita del Comune dopo appena sette anni dall’ingresso.

Lo stesso sindaco pronunciò parole molto signi-ficative nei giorni caldi dell’approvazione del piano:

“Non è Porto Tolle a mettersi fuori dal Parco, bensì il Parco che ha scaricato sul mio Comune ogni tipo di vincolo e restrizione, liberando gli altri municipi di questo peso: non è questo il modo di concertare la crescita del Delta del Po”. Vale la pena di ricorda come il Piano Ambientale dovrà essere approvato anche dalla Regione Veneto prima di diventare ef-fettivo.

di Alessandro Orlandin

“Le attività turistiche dovranno essere contemplate alla stregua di quelle agricole e di pesca professionale”

Territorio Continua il braccio di ferro tra l’Ente Parco e l’Amministrazione portotollese

Piano ambientale, il Comune si tutela ricorrendo al Tar

L’incarico è stato affidato allo studio legale Sardos e Albertini di Verona

L’inaugurazione della nuova e scintillante palestra di Ca’ Tiepolo, parte del complesso

scolastico di via Brunetti, ha rispet-tato tutti i canoni tradizionali che si convengono a un’opera dal costo di 650mila euro. Il taglio del nastro, l’inno nazionale, gli stu-denti, i sorrisi, i palloncini e un’interminabile lista di autorità a ingrossare il nutrito gruppo di cittadini presente sul posto. Considerato che 260mila euro di finanziamento sono arrivati dalla Regione Veneto non poteva mancare l’assessore Maria Luisa Coppola: “Questo è l’unico progetto di palestra in tutta la provincia finanziato tra quelli presentati nel 2007, perché puntuale e meritevole. Un traguardo non facile di questi tempi da raggiungere, per cui la comunità può essere veramente gra-ta a questa amministrazione”. Decisamente orgoglioso anche l’assessore ai lavori pubblici Ivano Gibin: “Finalmente dopo dieci anni abbiamo raggiunto l’obiettivo e l’abbiamo fatto otte-nendo un’opera efficiente, funzionale e tecnologica”. Difficile dargli torto visto che tra le tante altre cose la palestra può vantare un’alimentazione energetica a pannelli solari. Sorge però un dubbio: i tanti rappresentanti dello sport polesano e locale presenti nella giornata di festa (delegati di Coni, Panath-lon, Fipav e molti altri) avranno lanciato uno sguardo oltre la rete di recinzione che divide l’avveniristica struttura dai vecchi campi di calcio di via Brunetti? Perché le disastrose condizioni del vecchio impianto comunale, su cui si allenano ogni giorno i ragazzi del settore giovanile della Porto Tolle 2010, creano una contraddizione piuttosto stridente con la nuova realtà di cui Porto Tolle fa (giustamente) vanto.

neWs

Ca’ Tiepoloinaugurata la nuoVa palestra

Al.Or.

Un’imbarcazione è rimasta bloccata a causa dell’accumulo di sabbia. Nessuno è più riuscito ad uscire per pescare

Page 13: La Piazza del Delta - 2013feb n16

13Porto Tolle

Per dieci anni il destino della centrale Enel di Po-lesine Camerini è stato l’argomento principale in sede politica, a prescindere dalla scadenze

elettorali. Un altro voto amministrativo si avvicina e la situazione non è cambiata di molto. Anzi, sembra non essere cambiata proprio per niente: la centrale rimane lì dov’è, così com’è, destinata a far parlare ancora durante la corsa per il nuovo consiglio comu-nale. Di diverso c’è solo l’atteggiamento con cui le forze politiche dovranno approcciare il problema, in un momento in cui l’ottimismo sembra essere ridotto ai minimi termini. A testimoniarlo ci sono le malinco-niche dichiarazioni di Emilio Oriboni, di Consorzio Polesine: “Se le cose non cambiano entro il mese di aprile non avremo più la possibilità di accendere la luce al mattino negli uffici del Consorzio e mise-ramente diremo addio al progetto riconversione a carbone di Porto Tolle, buttando la spugna dopo nove anni di battaglie. Siamo a marzo 2013 e tutto è an-cora fermo immobile nel pantano. Continuo a crede-re, forse sarò ormai l’unico nella Provincia se non nel Veneto, che oggi non ci sono alternative: l’avvio del cantiere Enel per la trasformazione a carbone della centrale di Polesine Camerini potrà davvero risolvere i problemi cronici dell’economia Polesana, avviando un ciclo virtuoso che porterà uno sviluppo di cui godrà tutta la popolazione”. Nel frattempo la notizia riguar-dante l’archiviazione (riguardante alcuni alti dirigenti di Enel) delle accuse di abuso d’ufficio per i com-missari regionali e del ministero dell’Ambiente per la Valutazione di impatto ambientale (Via), ha riacceso le polemiche. Secondo il Comitato lavoratori della cen-trale le indagini hanno contribui-to a far perdere tempo prezioso per la possibile riconversione: “Era il 2009 quando il presidente della commissione ministeriale Via, Clau-dio De Rose, lamentava al ministero dell’Ambiente la persistenza di ‘condizionamenti esterni che rendono

impossibile esprimere il parere’ sul progetto di conversione a carbone della Centrale di Por-to Tolle, sottolineando così ‘la gravita dell’intervento esterno’ della Procura di Rovigo. Nel frattempo noi lavoratori vivia-

mo i trasferimenti in altre sedi, i pre-pensionamenti si avvicinano e intanto guardiamo crescere le importa-zioni di carbone in Italia e nel resto d’Europa, perché le centrali a carbone sono le uniche a funzionare a

pieno regime, nonostante la crisi. Ci sentiamo presi in giro, da un Paese che toglie opportunità invece di farle crescere”. Di recente anche il sindaco, Silvano Finotti, giunto agli sgoccioli del suo secondo e ultimo mandato, è tornato a esprimersi sul capitolo Polesi-ne Camerini, non nascondendo un certo sconforto: “Siamo al palo e non sappiamo più in che modo fare capire ad Enel che se non partono i lavori di demolizione o manutenzione, chiuderanno consorzi ed imprese e saranno buttati i soldi delle qualifiche pretese dall’azienda energetica”.

di Alessandro Orlandin

Centrale di Polesine Oriboni indica in aprile un termine oltre al quale non si potrà andare

Ultime speranze per la riconversione

Nella foto sopra Emilio Oriboni del Consorzio Polesine, a fianco la centrale

Finotti: “Siamo al palo e se non partono i lavori di demolizione o manutenzione chiuderanno i consorzi”

I lavoratori: “Ci sentiamo presi in giro, da un Paese che toglie opportunità”

Mancano poco meno di due mesi alla fine del-la legislatura a Porto Tolle e inevitabilmente partiti e movimenti stanno già facendo i con-

ti con i preparativi per le elezioni. Il motore dell’atti-vità amministrativa è inevitabilmente al minimo dei giri, ma nonostante questo c’è ancora chi chiede risposte alla giunta. Si tratta del capogruppo di mi-noranza Claudio Bortolotti che ha presentato due interpellanze che probabilmente saranno oggetto di

discussione nell’ultimo consiglio comunale prima del voto. “Si tratta – ha spiegato lo stesso Bortolotti – di domande di chiarimento su situazioni a mio parere poco limpide”. La prima si riferisce all’attività di re-cupero dell’evasione ICI a livello comunale, mentre la seconda ha come oggetto la controversa opera di riqualificazione dell’ex zuccherificio di via Matteotti: “A maggio 2012 avevo chiesto copia della nuova convenzione stipulata con la proprietà dell’area,

ma nonostante le sollecitazioni ancora non è stata prodotta la documentazione richiesta”. Circostanze che portano l’esponente di Rifondazione Comunista a conclusioni lapidarie: “Le mie richieste servono a dimostrare come questa amministrazione governi fino all’ultimo con arroganza e poco rispetto della minoranza, nonostante il diritto di quest’ultima di controllare l’operato della maggioranza. Serve tra-sparenza nell’interesse di tutti i cittadini”.

il caso Consiglio comunale Bortolotti Da un anno attenDe una copia Della conVenzione per la riQualificazione Dell’ex zuccherificio

Al.Or.

Claudio Bortolotti

Chi ricorda lo spettacolare blitz di Greenpeace dalle parti del-la centrale Enel di Polesine Camerini? L’azione degli attivisti ambientalisti si risolse in poco più di quarantotto ore, ma a

sei anni e mezzo di distanza il ricordo riecheggia ancora dentro le aule di tribunale, non fosse altro perché il procedimento contro i venticinque imputati è ancora in corso. È il caso di riassumere i fatti di quel dicembre 2006 per chi non li ricordasse: in una fredda notte di fine anno un gruppo di eco-attivisti si introdusse furtivamente nel perimetro della centrale e salì fino alla sommità della ciminiera alta 250 metri. Nelle prime ore del mattino due di loro si calarono con corde e imbragature per dipingere un enorme scritta verticale recitante “No Carbone”, mentre altri dispiegaro-no un grosso striscione con la dicitura “Clima Killer”, lasciando di stucco dipendenti e forze dell’ordine. Una volta terminato il lavoro, il gran finale con uno dei ragazzi a lanciarsi col paracadu-te dalla cima del camino. A oggi la notizia sta nell’ampliamento del capo d’accusa per i protagonisti di quella azione, in seguito alle testimonianze di tre agenti di polizia ascoltati dal pubblico ministero durante la seconda udienza del procedimento. La prima si era tenuta nel maggio 2012. Gli attivisti sono accusati di inva-sione di area industriale, danneggiamento e imbrattamento. Altri due testimoni chiamati dall’accusa saranno sentiti il prossimo 19 aprile, assieme a quelli nominati dalla difesa. La sentenza proba-bilmente entro l’estate.

neWs

Blitz del 2006 Greenpeacesentenza entro l’estate

Al.Or.

Page 14: La Piazza del Delta - 2013feb n16

14 Rosolina

Tassa di soggiorno, questa sconosciu-ta. Non se ne conosce l’importo effet-tivo, né tantomeno se e quando verrà

applicata, ma sta di certo che la notizia dell’eventuale adozione dell’imposta ha destato scalpore e sconcerto tra gli ope-ratori della località balneare di Rosolina mare. Da una parte l’amministrazione ta-sta il terreno e cerca di capire come sfrut-tare l’evenienza, dall’altra albergatori, agenzie immobiliari, campeggi, ma anche le altre attività, temono la fuga dei turisti. Nel mezzo c’è il Cob, che da agente più o meno estraneo all’applicazione diretta dell’imposta, valuta pro e contro per la località turistico balneare nella speranza che gli eventuali proventi vengano poi adoperati per opere da compiersi nel lido rosolinese. Gli agenti immobiliari che ge-stiscono quattordici attività nel territorio, si schierano contro la possibile decisione temendo che il target medio dei turisti, ve-dendo la tassa come un deterrente, scelga piuttosto le vicine mete balneari magari più appetibili e dove non viene applicata la tassa. Tra i rischi, anche la possibilità

che i turisti riducano la spesa nelle attività dislocate sul territorio, tra queste anche la scelta di preferire le spiagge libere a quelle attrezzate, a fronte della contrazione delle proprie disponibilità destinate all’imposta. Dati alla mano, gli agenti, che preferireb-bero di gran lunga schivare l’immagine di esattori che verrà loro conferita quando dovranno applicare l’imposta di soggior-no, spiegano che vi già un calo del 10% sulle prenotazioni per la prossima estate e il timore è che la tassa possa influire maggiormente sulla perdita. Dello stesso avviso e crucciati da simili preoccupazioni, sono gli albergatori che guardano con in-quietudine lo scenario estivo già messo a dura prova dalla crisi economica. Ad ogni modo, nel caso in cui fosse inevitabile l’applicazione, la speranza diffusa tra gli operatori prossimi all’apertura della sta-gione turistica è che i proventi vengano quantomeno utilizzati per opere necessa-rie all’ottimizzazione della località e non, come in realtà si teme, che vengano spal-mati su tutto il territorio comunale.

Albergatori, agenzie immobiliari, campeggi temono la fuga dei turisti nel caso venisse applicatapreoccupazioni per la tassa Di soggiorno

El.Ca.

E’ allarme tra gli acquacoltori locali per la moria di vongole che sta interessando la la-guna di Marinetta. Si tratta di un fenomeno

che rischia di vanificare il lavoro dei produttori messi in ginocchio ancora una volta dopo la moria verificatasi nel 2009. Il problema è che la laguna Marinetta si sta interrando a causa dell’ap-porto dei sedimenti dalla bocca a mare di Albarella e le vongole muoiono sof-focate a causa della scarsa ossigenazione dell’acqua. Per discutere la problematica è stata convocata una riunione d’urgenza nella sede della sezione Pesca Coldiretti di Porto Viro, cui hanno parteci-pato i presidenti dei consorzi, delle cooperative e delle imprese molluschicole di Coldiretti. Ampie aree dello specchio d’acqua non sono più idonee all’allevamento e ne è prova la recente moria di

vongole veraci, che sta assumendo dimensioni sempre più preoccupanti. “Sono mesi – dichiara Alfieri Baruffaldi, presidente della sezione Pe-sca – che chiediamo alle istituzioni competenti, i necessari interventi di salvaguardia e di messa in sicurezza della bocca a mare della laguna di

Marinetta. Gli acquacoltori non possono più permetter-si di veder perdute intere produzioni e, contempo-raneamente, non hanno la possibilità di spostarsi in aree più vocate, poiché

in Marinetta il rilascio di concessioni è bloccato da anni. Anche il trasferimento della propria at-tività in Laguna di Caleri è bloccato nonostante la delibera della Regione risalente al 2010 ed il successivo intervento dell’Agenzia del dema-nio, che invitava gli enti preposti a procedere al rilascio delle concessioni”. L’intenzione è di

sollecitare ancora una volta il rilascio di nuove concessioni in tutta la laguna di Caleri, la mes-sa in sicurezza e la vivificazione della laguna di Marinetta ed il prosieguo della delimitazione delle lagune polesane per il riconoscimento della demanialità, così come è già avvenuto a Caleri, creando qualche centinaio di nuovi posti di la-voro, una possibilità di certo non trascurabile, vista la grave crisi economica ed occupazionale in atto nel Paese.

di Elisa Cacciatori

Lo specchio d’acqua si sta interrando a causa dell’apporto dei sedimenti dalla bocca a mare di Albarella

Pesca Le preoccupazioni degli acquacoltori locali

Ancora una moria di vongole in laguna di Marinetta

Dal 2009 il problema della scarsa vivificazione delle acque non viene risolto

La rosolinese Emma Vianello ha soffiato su 102 candeline riconfermandosi come la si-

gnora più anziana del’intera Ro-solina. Nel caldo abbraccio dei fa-miliari, Emma è madre di sei figli, nonna di dieci nipoti e bisnonna di sedici pronipoti, la longeva signora ha festeggiato il nuovo anno di una vita trascorsa tra la dedizione al lavoro e l’amore per la famiglia. La sua ottima memoria e la salute di ferro ingannano chi, vedendola per la prima volta, mai penserebbe di trovarsi di fronte ad una donna che racconta con ricordi vividi più che mai l’esperienza della Prima guerra mondiale. Quan-do la Grande guerra esplose, Emma aveva infatti soli cinque anni, ma se le si chiede qualche aneddoto in merito, racconta con un’incredibile minuzia di particolari di come la sua famiglia avesse ospitato alcuni soldati sotto il proprio tetto. Ma quel che ancor più riesce a sorprendere è che la rosolinese spieghi, con un certo orgoglio, di non aver mai dovuto ricorrere a medicinali o a ricoveri ospedalieri durante la sua lunga esistenza. “Mai una pastiglia – racconta – perché come il male è arrivato, così se ne dovrà andare”. La nuora Rossana che vive col marito Gianfranco, i figli ed Emma, racconta che le prime analisi del sangue di controllo, la signora le ha fatte a 97 anni. Cresciuta in una famiglia di pescatori, dopo due anni di fidanzamento Emma si è sposata con Gelindo Bonafè, il ragazzo che quotidianamente passava da-vanti a casa sua per recarsi al lavoro e che proprio per questo, ha conosciuto. Grande lavoratrice nei campi, che l’hanno portata anche per un periodo in Germania, la signora negli ultimi anni ha dedicato anima e cuore alla cura dei famigliari accudendo i nipoti prima e i pronipoti poi.

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Page 15: La Piazza del Delta - 2013feb n16

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16 Taglio di Po

Si sono conclusi recentemente i lavori di risanamento dell’antica torre cam-panaria in piazza Venezia a Taglio di

Po. Stormi di piccioni ne avevano fatto da tempo il loro nido e l’antica torre era diventa-ta una voliera, coperta all’interno dal guano dei volatili. Il lavoro di bonifica è avvenuto grazie all’assessore Doriano Moschini, aiu-tato da qualche dipendente comunale, che ha riconsegnato al paese un edificio storico finalmente dignitoso, togliendo gli escremen-ti all’interno, posizionando le reti protettive nelle otto arcate della cella campanaria, ren-dendo funzionante il portoncino e collocando una targa con i loghi del Comune di Taglio di Po, dell’Emas, dell’Ente Parco ed una fotogra-fia scattata nel 1910, oltre ad una completa descrizione della storia della torre: “La sua costruzione, - si legge nella targa – risale al 1882 ... È uno degli edifici più antichi del paese, precedentemente erano state edifica-te soltanto la chiesa, un’abitazione privata, la nuova casa municipale, la casa del medico e del farmacista. La struttura è a pianta quadra-ta, realizzata completamente in mattoni pieni a facciavista lavorati a due teste. Le pietre furono donate dall’allora medico del paese dottor Maddalena. Ai quattro angoli sono presenti dei contrafforti … All’interno, un’in-telaiatura di travi in legno grossolanamente squadrate, ... La torre presenta attualmente l’entrata principale ad ovest, … ma sul lato sud, … è presente un’apertura ad arco di mattoni tamponata, indicante l’originaria entrata alla torre. Le campane furono fuse per realizzare quelle del nuovo campanile

completato nel 1969”. “Si è trattato di un lavoro che la torre meritava, - afferma l’as-sessore Moschini – al pari di quelli di restauro effettuati nel 2003 grazie a Luigi Crivellari, titolare dell’ex mobilificio Crivellari Office For-niture, che aveva sponsorizzato i lavori, quasi giunti alla fine, ma poi interrotti per problemi che ne avevano impedito la conclusione”. L’Amministrazione Comunale sta inoltre esaminando la possibilità di dotare la torre campanaria di un sistema di illuminazione ed eventualmente di realizzare al posto del giardino una piccolissima piazzetta, quasi un angolo dei ricordi per Taglio di Po.

La sua costruzione risale al 1882, è uno degli edifici più antichi del paese

RIPuLITA LA TORRE CAMPANARIA

Si.Bo.

La negligenza e la noncuranza sono stati, nell’ultimo periodo, la causa della decadenza dell’ostello della gioventù

Rifugio Parco Delta del Po, situato nella frazione di Gorino Sullam. La struttura, ani-mata negli anni precedenti e capace di ac-cogliere numerosi turisti, giovani e studenti da ogni parte d’Italia e anche dall’estero, si trova ora in una situazione di forte abban-dono. L’assessore al turismo del Comune di Taglio di Po, Alberto Fioravanti, spiega: “L’ostello, di proprietà comunale ed in ge-stione, fino a pochi mesi fa, ad una ditta

esterna è composto da una sede principa-le “Rifugio Parco Delta del Po” con nove stanze per complessivi 54 posti letto, bagni privati e bagni comuni, un’ampia sala risto-rante con cucina, un soggiorno, reception e direzione. Questa struttura versa in cattivo stato di conservazione e necessita di diversi

lavori di ristrutturazione per adeguarlo alle norme in materia di prevenzione incendi e eliminazione barriere architettoniche. Esiste anche una dipendenza “Rifugio Parco Delta del Po – La Dimora delle Nobili Famiglie”, arredato e ristrutturato nel 2005, composto da nove stanze per 23 posti letto, bagni privati e comuni e una sala per la colazione con angolo cottura, in buono stato di con-servazione. Nell’agosto 2012 si è chiusa la convenzione con i titolari della concessione e la struttura è stata liberata”. “Dall’analisi condotta, - prosegue Fioravanti affiancato

dall’architetto comunale Paola Dian – la rimessa a norma non poteva pesare nelle tasche del Comune, data l’onerosità degli interventi necessari, ma l’obiettivo era co-munque che l’ostello restasse di proprietà comunale data la sua importante funzione. Scartata l’ipotesi della vendita, si è pen-sato di indire una gara in cui chiederne la ristrutturazione anziché l’affitto annuale. Il

Comune quindi lo cede temporaneamente, per un massimo di 25 anni, e gratuitamen-te, a fronte di interventi di messa a norma, manutenzione ordinaria, custodia dei beni immobili e mobili ed, in generale, gestione della struttura. I ricavi derivati della gestio-ne rimarranno alla ditta affittuaria”. Ora non resta che attendere le adesioni delle ditte interessate.

di Silvia Boscaro

Con una perequazione verrà affidata la gestione in cambio della sistemazione dell’immobile

Amministrazione Un progetto dell’assessore al turismo Alberto Fioravanti

Obiettivo recuperare il Rifugio Parco Delta del Po

Nell’agosto 2012 si è chiusa la convenzione con i titolari della concessione

Una nuova ottima prestazione sportiva per Emanuele Pavanel-lo, il 26enne atleta tagliolese, classe ‘86, istruttore di fitness, personal trainer e preparatore atletico, con all’attivo diversi

successi che ne hanno comprovato la carriera sfolgorante iniziata nel 2004 con il Campionato Italiano Esordienti, e poi culminata con diverse vittorie a livello nazionale e mondiale. Si è svolto a Brescia, lo scorso 23 febbraio, l’VIII Supermatch, competizione di livello in-

ternazionale con la presenza di atleti provenienti anche da Spagna, Svizzera, Slovacchia, Armenia, Ucraina e Moldavia. “Questa gara, - afferma Pavanello – si è rivelata molto difficile dato il livello inter-nazionale ma soprattutto la non suddivisione classica delle categorie: difatti, normalmente gareggio nella categoria 80 kg, mentre in que-sta competizione, la categoria spaziava dai 75 ai 90 kg sinistra e dai 75 agli 85 kg destra. Ritengo di aver fatto una buona prestazione, considerando la gara con atleti più pesanti, classificandomi al terzo posto per la sinistra e al primo posto per la destra. Inoltre, al termine

della competizione, ho gareggiato in una sfida senza distinzioni di peso, per la determinazione del campione assoluto, classificandomi secondo battendo un atleta rumeno che aveva trionfato nella cate-goria 95 kg. L’incontro è stato davvero impegnativo e spettacolare”. Presenti al torneo anche due atleti di Porto Viro Marco Finotto e Andrea Fonso e un atleta di Rovigo Enrico Furegato, che non sono arrivati al podio nonostante l’ottima preparazione. È possibile vedere on line alcune gare disputate da Pavanello, sul sito You Tube, alla voce “braccio di ferro Pavanello”. Si.Bo.

paVanello trionfa all’Viii supermatchBraccio di ferro

L’ostello versa in cattivo stato di conservazione e necessita di diversi lavori di ristruttura-zione

Page 17: La Piazza del Delta - 2013feb n16
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18 Taglio di Po

Particolarmente contrastato e spesso oggetto di accesi dibattiti e critiche, il maxischermo, voluto dalla precedente Amministrazione Ferro e po-

sizionato fino a pochi mesi fa di fronte al municipio in piazza IV novembre, non ha mai avuto vita facile, dato il poco utilizzo e comunque il continuo pagamen-to delle rate di acquisto. Con la rimozione effettuata nell’agosto 2012, lo schermo è stato poi temporane-amente posizionato nel magazzi-no comunale. L’Amministrazione Comunale, per sbloccare tale situazione, ha quindi proposto alle eventuali ditte interessate la concessione della gestione del display: “Non era intenzione di questa Amministrazione - spiega Alberto Fioravan-ti, vicesindaco – continuare a pagare le rate restanti senza poter vedere un minimo introito; difatti, per altri tre anni dovremmo pagare ancora circa 1200 euro al mese”. “In essere, - spiega la segretaria comunale Emanuela Finesso - ci sono due contratti con la ditta che precedentemente gestiva il tutto: uno di fornitura

del bene, gestione maxischermo e fornitura di pubbli-cità con la ditta Atvision e un contratto di leasing, con Monte Paschi di Siena. Con i contratti fermi da anni, la ditta è stata diffidata per obbligarla a fare il suo dovere, ma non c’è mai stata risposta. Un contatto recente ha fatto intendere un non interesse da parte della stessa di proseguire con la gestione. Il contratto si è poi risolto, seguendo anche il consiglio di un legale,

per loro gravi inadempimenti e co-munque a seguito di una diffida”. “Il maxischermo, - specifica Fiora-vanti – sarà posizionato su viale Kennedy e più precisamente sotto il ponte con lo schermo rivolto verso il centro di Taglio di Po. Tale

posizione è stata decisa per limitare l’inquinamento visivo, nel rispetto comunque del codice della strada e in spazi comunali non privati”. La ditta vincitrice del bando, il cui procedimento si concluderà entro fine marzo, oltre ad avere interesse all’attività di gestio-ne, valorizzazione del bene mediante l’attivazione di servizi pubblicitari e di promozione del territorio, avrà

la totale gestione dello schermo e l’acquisizione dei proventi derivanti dall’attività pubblicitaria (una parte dell’introito andrà comunque al Comune di Taglio di Po). “Proveremo ad incassare qualcosa, - spiega infine Fioravanti – più che altro per diminuire il peso della rata mensile. Specifico che non c’è assolutamente un guadagno ma una riduzione delle spese. Ovviamente il Comune e le associazioni avranno un proprio spazio per i propri eventi”.

di Silvia Boscaro

Con un nuovo bando verrà affidata la gestione del traffico pubblicitario

Il caso L’amministrazione ha sbloccato la situazione

Il Maxischermo verrà posizionato su viale Kennedy Grande festa per i

gruppi Scout Agesci di Taglio di Po e Por-

to Tolle, fusi ufficialmente per formare un gruppo unico, sebbene negli ulti-mi quattro anni, le attività, i campi di formazione e l’organizzazione generale degli eventi era divenuta un tutt’u-no tra i due gruppi. L’ufficializzazione è avvenuta in occasione dell’anniversario della nascita del fondatore scout, l’inglese Baden Powell, domenica 24 febbraio, presso il Museo Regio-nale della Bonifica di Cà Vendramin. Dopo i giochi del mattino è seguito un momento emozionante con il ricordo della na-scita dei due gruppi e degli eventi che hanno caratterizzato l’intera storia. Dopo il pranzo, è stata celebrata la Santa Mes-sa presieduta da don Alberto Ferro, padre Adriano Contran e padre Giovanni Vicentini. Presenti i genitori dei ragazzi oltre a numerosi capi scout di oggi e del passato. Al termine, con una toccante cerimonia, i capi hanno sostituito i due fazzolettoni, diversi finora per i due gruppi, con uno nuovo, unico per tutti e creato con i toni del rosso sacrificio, bianco e blu. E’ stato poi il turno delle promesse per i nuovi esploratori e guide e per il rinnovo di tutti gli scout presenti. Particolarmente toccante il ricordo finale per gli amici scout scomparsi appartenenti ai due gruppi. Il neonato gruppo si chiamerà Isole Delta del Po e sarà composto da 14 capi, 26 lupetti, 27 esploratori (branca Reparto) e 16 guide (branca Rover e Scolte).

e’ nato il nuoVo gruppo, si chiama isole Delta Del po

Si.Bo.

Fino a qualche mese fa il maxischermo era stato collocato di fronte al municipio in piazza IV novembre

L’importo della rata di ammortamento dello schermo ammonta a 1200 euro mensili

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19Società

Nel Bassopolesine sono già 13 le scuo-le libere dal fumo, dalle primarie alle medie superiori. La prevenzione al

fumo inizia proprio da piccoli: questa impor-tante verità è stata fatta propria dall’Ulss 19, tramite il Dipartimento per le dipen-denze. E’ partito infatti il progetto “C’era una volta… e poi vissero sani e contenti” finalizzato a sviluppare le abilità di vita necessarie per proteggersi da stili di vita a rischio per la salute, quali la dipendenza dal fumo. In quest’anno scolastico l’iniziativa coinvolge circa duecento bambini di quarta e quinta elementare degli istituti compren-sivi di Porto Viro, Loreo, Adria Uno e Adria Due, per affrontare, con attività mirate, di-versi temi, dal rapporto con i genitori e con i propri amici, alle pressioni sociali verso il consumo di alcol e sigarette.

Assieme agli insegnanti, che partecipa-no attivamente al progetto, vengono coin-volti anche i genitori dei bambini mediante incontri di sensibilizzazione e informazione finalizzati a diffondere la cultura degli am-bienti, quali case e scuole, liberi dal fumo. Il coinvolgimento dei genitori ha lo scopo di mantenere la continuità educativa offrendo inoltre, a chi fuma, la possibilità di accedere all’ambulatorio per smettere di fumare, un servizio dell’Ulss 19 che realizza trattamen-ti di disassuefazione per tutti quei fumatori che non riescono a smettere da soli.

Purtroppo la dipendenza dalla sigaret-ta è una piaga che affligge la provincia di Rovigo. Una recente indagine europea sugli stili di vita dei ragazzi ha evidenziato che

nel Bassopolesine circa la metà dei ragazzi quindicenni fuma occasionalmente, mentre il 20% invece fuma abitualmente. All’e-vidente aumento potrebbe contribuire la sigaretta elettronica che, commercializzata come strumento per smettere di fuma-re, potrebbe attrarre proprio i più giovani affascinati dall’uso di questo prodotto di tendenza. Si inizia, infatti, a fumare per sentirsi più grandi ma per finire poi col di-ventarne dipendenti.

Tra le azioni di prevenzione più effica-ci per evitare o ritardare l’inizio al fumo, suggerite dall’Organizzazione mondiale della sanità, c’è quella di sensibilizzare i giovani sin da piccoli in modo che acqui-siscano quelle abilità di vita necessarie a resistere alle pressioni negative dei pari e alle situazioni di rischio. A questo obiettivo mira proprio il progetto “C’era una volta… e poi vissero sani e contenti”.

di Melania Ruggini

L’iniziativa promossa dall’Ulss 19 ha coinvolto circa duecento bambini di quarta e quinta elementare

Salute E’ partito il progetto “C’era una volta… e poi vissero sani e contenti”

La lotta al fumo inizia in classe

Nel Basso Polesine circa la metà dei ragazzi quindicenni fuma occasionalmente

All’evidente aumento potrebbe contribuire la sigaretta elettronica

L’indagine Doxa, commissionata dall’Osservatorio fumo, alcol e droga dell’Istituto superiore di sanità, in

collaborazione con l’Istituto Mario Negri, ha scattato un a fotografia del rapporto tra gli italiani e il fumo di tabacco. Questi alcuni dei dati più significativi presentati nel corso del XIV Convegno nazionale sul tabagismo e SSN, alla presenza del Ministro della salute Renato Balduzzi.Di-minuiscono in Italia i fumatori: nel 2011 erano il 22,7% della popolazione che ha più di 15 anni, nel 2012 ne rappresenta-no il 20,8% per un totale di 10,8 milioni di persone. Un calo quindi di quasi 2 punti percentuali, con un picco in discesa per le fumatrici, diminuite di 2,4 punti percentuali. Fumano in media 13 siga-rette al giorno - un trend anche questo in discesa - per un totale di 140 milioni di sigarette ‘bruciate’ quotidianamente in tutto il Paese. Una flessione analoga si registra anche nelle vendite complessive del tabacco (-1,8% nel 2011 rispetto al 2010) a scapito soprattutto delle marche più costose. Tuttavia, nonostante la crisi economica, il 76,2% di coloro che conti-nuano a fumare non ha cambiato le sue abitudini, si sente in buona salute – e per questo non pensa di smettere - e le siga-rette sono al penultimo posto della lista di cose a cui si rinuncia per effetto appun-to della crisi. E se diminuisce comunque la vendita delle sigarette, aumenta però di due volte quelle del tabacco sfuso. Così l’8,5% degli italiani, soprattutto tra i giovani, costruisce a mano la sigaretta riuscendo a risparmiare circa la metà del costo (nel 2011 il consumo dei cosiddet-ti “trinciati” era del 3,4%).

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Page 20: La Piazza del Delta - 2013feb n16

20 Cultura

Chi non conosce Paolo De Grandis, lo speaker del mattino di Delta Radio, il presentatore delle serate che accol-

gono sfilate e spettacoli estivi nelle piazze del nord-est e, fino a qualche tempo fa, il vocalist che animava le nottate nelle disco-teche?

Una figura eclettica che nel tempo ha di certo saputo reinventarsi e che oggi si riscopre nelle nuove vesti di scrittore con le 50 pagine di “Tanto è lo stesso”. Pren-dendo come spunto la stessa frase che si pronuncia quando si decide di lasciar correre e di non dar peso a qualcosa che a prima vista la nostra attenzione l’aveva catturata. De Grandis decide invece di dare al prota-gonista la possibilità di riscattarsi. “Il libro è basato su una storia vera – racconta De Grandis - nell’estate 2006 mi trovai nel bel mezzo di un incidente (senza conseguenze per gli automobilisti) in cui si rovesciò un camion pieno di...galline, una di questa mi passò accanto: aveva un’ala spezzata e camminava senza sapere dove andare... Mi sembrò di vedere un bambino indifeso. Le soluzioni furono due: la più complicata (prenderla con me, portarla da un vete-rinario e liberarla..ma dove??) e la più

semplice..andarmene via. Scelsi questa. Sbagliai”.

Per promuovere il libro, l’autore ha organizzato una formula del tutto nuova di interpretazione attraversando l’intero Po-lesine, ma approfittando anche di qualche serata fuori regione.

Oltre ad un presentatore, De Grandis porta sempre con se due pittrici, Gabriella Dumas e Margherita Rancura, con le loro opere ispirate al titolo e alle storie del libro. Con loro anche i Motel Siffredi liveband che interpretano unplugged, la canzone “Tanto è lo stesso” con la proiezione del video postato su YouTube in quello che, comples-sivamente, è uno spettacolo della durata di un’ora.

“La formula degli incontri è una sorta di 3D – considera De Grandis - letteratu-ra, pittura e musica, con Gabriella Dumas Burgato e Margherita Rancura a presentare

di Elisa Cacciatori

Basato su una storia vera, l’autore offre la possibilità di un riscatto a coloro che per sufficienza lasciano correre le cose

Letteratura Il celebre speaker ha dato alle stampe il suo primo libro

De Grandis, in veste di scrittore con “Tanto è lo stesso”

Paolo De Grandis, lo speaker del mattino di Delta Radio

i loro quadri, le loro opere ispirate al libro, e i Motel Siffredi che, zigzagando tra i loro impegni, presentano il brano dal titolo “Tan-to è lo stesso” scritto da me e da Gianluca Casazza negli incontri che sino ad ora ho tenuto in giro per le province di Rovigo, Venezia e Padova, ma anche a Roma, Bolo-gna, Mantova, Merano e Torino”.

Nelle nuove vesti Paolo De Grandis si trova parecchio a suo agio e non intende cambiare direzione. A quanto pare, infatti, sta lavorando al suo secondo lavoro da scrittore.

“Sto scrivendo un secondo romanzo – chiude – ma questa volta sarà un thril-ling ambientato tra Roma e Bologna, con puntatine a Vicenza e Modena. Il titolo top secret. Uscita probabile: 31 ottobre 2013”.

Il titolo del libro è anche quello di una canzone dei Motel Siffredi liveband

Già al lavoro per un secondo romanzo, questa volta un thriller

As-semo tornà da Ivo e la signora Ernesta per far na bela festa e gustar la cacciagione giusta e adatta a la stagione in compagnia de do grasiose done dal semplice soriso vissin al Bersaliere Moretto Iso:

la giornalista di Ferro signora Guendalina assieme a la nostra Olga pensionata maestrina.

E di questa afetuosa presensa as semo onorati e contenti perché la porta alegria e tien luntan la malinconia.

di Mario Naia

PoesiaDa Napa

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21

In questo primo scorcio di 2013 a recitare la parte del protagonista nei campionati calci-stici del Delta è stato il maltempo: pioggia e

neve hanno condizionato in maniera significa-tiva i vari campionati, costringendo le squadre a rinvii o a partite in condizioni non certamente ideali. Questo comunque non ci impedisce di procedere con la consueta carrellata sulla situazione nei rispettivi gironi di competenza. Come di consueto si parte dalla cima, ovvero dal girone C di Serie D dove il Delta Porto Tolle è in piena lotta per guadagnarsi una storica promozione tra i professionisti. Al momento di andare in stampa la squadra di mister Zuccarin è seconda in classifica a soli due punti dalla capolista Sambonifacese, peraltro sconfitta nello scontro diretto di febbraio. La corsa per la Seconda Divisione comprende anche Real Vi-cenza e Virtus Vecomp, praticamente appaiate ai biancoblu. Il calendario però è favorevole, si annuncia un finale di stagione estremamente emozionante. Due gradini più sotto, in Promo-zione, Scardovari e Porto Viro conducono un

(quasi) tranquillo campionato di metà classifi-ca. I gialloblu di mister Maistrello vengono da un mese positivo, con otto punti in quattro par-tite e con solide prospettive di salvezza a meno di clamorosi cali di tensione. A due punti dai pescatori naviga la compagine di mister Anali, il terzo allenatore in stagione per i rossoverdi. Squadra che continua a dimostrarsi imprevedi-bile, capace di mettere insieme grandi vittorie e clamorose sconfitte. In Prima Categoria c’è chi sorride e chi invece guarda al presente con una certa preoccupazione. Nel primo caso tro-viamo il Loreo, secondo in classifica e lanciato

all’inseguimento della Fiessese distante solo tre punti. L’undici di Augusti è quello che ha subito meno sconfitte nel girone. Decisamente più preoccupante la situazione a Taglio di Po, dove i giallorossi rischiano grosso: i ragazzi di Gregnanin sono impantanati in piena zona pla-yout dopo un mese assolutamente orribile con un punto raccolto in quattro partite. Nel girone H di Seconda Categoria i Blucerchiati di mister Bortolotti sono in corsa per i playoff dopo un inizio di campionato problematico: sesto posto a quota trentatre.

di Alessandro Orlandin

Il Delta in lotta per la promozioneautomoBilismo

Il pilota adriese Matteo Luise, alla guida della Renault Clio super 1600 ha vinto la settima edizione del Ronde Valtibe-

rina, quarto appuntamento del Challenge Csai Raceday Ronde Terra, a Sansepolcro in provincia di Arezzo.

Il portacolori del team Pascoli – PR Group ha vinto tutti e quattro i passaggi della prova speciale “Cerbaiolo” portando quindi la Renault Clio Super 1600 alla vittoria di classe.

“E’ stata una gara molto dura e selettiva – racconta Matteo Luise – ma questa vittoria ci dà molta fiducia perchè le ultime apparizioni, seppur non avessero fiaccato il nostro morale, di certo non potevano renderci felici”.

Un primato netto per l’adriese, affiancato dal copilota Daniel Taufer, con l’unico vero rivale Landini costretto ad alzare bandiera bianca per un’uscita di strada nel tentativo di mantenere il passo del leader.

L’unica nota dolente nella trasferta aretina proviene dalla classifica di campionato riservata alle vetture due ruote motrici che, anche in questa occasione, ha visto pri-meggiare il giovane Marchioro alla guida di una Renault Clio R3. In questa ottica Luise giunge secondo chiudendo quasi definitivamente la partita per la rincorsa al titolo tra le vetture a trazione anteriore.

“E’ davvero un peccato – aggiunge Luise – che i primi round della serie siano stati così difficili per noi. Oramai Marchioro detiene saldamente la testa del campionato. Possiamo solamente ambire alla seconda posizione cercando di ottenere un’altra buona prestazione al Ronde Liburna che chiuderà di fatto il challenge.”

luise Vince la settima eDizione Del ronDe ValtiBerina

Cr.Ag.

Nuoto, campionati interregionali di Lignanoal team aDriese: 3 titoli e 13 meDaglie

Cr.Ag.

Calcio Le squadre del delta impegnate nei rispettivi campionati

LO SPORT in PRIMO PIANO

Un momento di esultanza della compagine bianco-blu

Tre titoli re-gionali e ben tredici meda-

glie è il bottino dei master dell’Adria Nuoto che hanno partecipato, a Lignano Sabbia-doro, ai campio-nati interregionali master di nuoto. La manifestazio-ne ha registrato un grande successo di partecipanti, con un record di iscrizioni (1175 atleti) e con 246 staffette. Alta la percentuale di nuotatori under 25 e M 25 che ha de-terminato un notevole innalzamento del livello medio agonistico. A conferma di ciò si segnalano 5 nuovi record italiani e uno europeo stabiliti nelle gare individuali e nelle staffette. In particolare, il record europeo è stato ottenuto nella staffetta 4 x 50 mista, categoria M100-119, dagli atleti della società Gymnasium Spilimber-go: Marian Alessandro (27”53 a dorso), Cecchin Mirko (29”06 a rana), Bonistalli Simone (26”47 a delfino), Sacilotto Mar-co (24”62 a stile libero). Anche gli atleti della società Adria Nuoto Master, allenati dal coach Marco Piva, si sono contraddi-stinti in questa manifestazione sportiva di elevato livello tecnico-agonistico, conqui-stando tredici medaglie, tra cui tre titoli di campione regionale, nelle seguenti specia-

lità: 100 stile libero, categoria M30: 1° Ilaria Crepaldi, categoria M55: 3° Paola Guerrini, categoria M60: 2° Dino Barboni; 800 stile libero, cat. M45: 3° Bruno Man-tovan; cat. M50 3° a pari merito Michele Capanna e Riccardo Sciuto; 1500 stile libero, cat. M50: 3° Riccardo Sciuto; 200 Rana: cat. U25: 1° Giulia Benazzi, cat. M45: 2° Beatrice Guerzoni; 200 dorso, cat. U25: 3° Giulia Benazzi; cat. M45: 2° Beatrice Guerzoni; cat. M55 2° Bruno Roccato; 50 delfino, cat. M60: 1° Dino Barboni. Una bella soddisfazione, quindi per i master adriese che, anche se otten-gono spesso ottimi risultati, gli obiettivi cronometrici non sono i soli ricercati dai nuotatori master; il loro scopo principale è quello di praticare un’attività sportiva benefica per la propria salute, in compa-gnia di amici che condividono la stessa passione.

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2222

VIAGGIO IN PROVINCIAROVIGO

Si è rifl ettuto sull’età della popolazione in Provincia. I dati diffusi qualche settimana fa dall’uffi cio Statistica di Palazzo Celio, del resto, non lasciano scampo, tra le sette province venete è il rodi-

gino a detenere la media più elevata. Nella sezione dedicata all’indice di vecchiaia, il rapporto percentuale tra la popolazione con più di 65 anni e quella con meno di 14, Rovigo occupa il primo posto con l’indice più elevato 203,2%; ciò signifi ca che per ogni persona con meno di 14 anni ce ne sono 2 con più di 65 anni. Un primato non certo incoraggiante ma che il Rapporto della Fondazione Emanuela Zancan aveva già messo in evidenza lo scorso ottobre in occasione degli appuntamenti dedicati al mese dell’anziano. Anche dai grafi ci riportati nello specifi co dello studio condotto, risulta che la piramide dell’età, che in genere dovrebbe avere una forma appunto piramidale con una larga base costituita dai nuovi nati e un vertice che con l’avanzare dell’età si assottiglia per effetto della mortalità, nel rodigino ha invece la forma di una botte. Come si desu-me nella foto in alto è la fascia di età tra i 40 e i 49 anni ad essere la preponderante. Se la tendenza di bassa natalità dovesse mantenersi invariata anche per i prossimi anni la piramide risulterà rovesciata. “Di per se – viene commentato nel rapporto – l’invecchiamento non è un fenomeno negativo, visto che è il risultato di un continuo miglioramento delle condizioni di vita delle persone. Non si può negare tuttavia che l’in-vecchiamento della società non comporti un aumento della domanda di assistenza sanitaria e sociale e della spesa per i servizi di lungo degenza”. Questo è il punto che interessa anche all’assessore alle Politiche Sociali di Palazzo Celio, Marinella Mantovani che nelle scorse settimane ha dato avvio ad una rifl essione che riguarderà l’intero territorio. Lo scorso 21 febbraio infatti sono stati invitati a Palazzo Celio tutte le istituzioni, as-sociazioni, enti e strutture che si occupano di non autosuffi cienza e sono stati attivati tre i gruppi di lavoro coordinati da tecnici della Fondazione Emanuela Zancan. “L’analisi demografi ca del nostro Polesine – spiega l’assessore Mantovani- evidenzia una situazione estremamente critica.

L’indice di vecchiaia in provincia di Rovigo ha un valore particolarmente elevato (199 anziani ogni 100 giovani) rispetto alla media regionale (140) e nazionale (144). Le rifl essioni che dobbiamo fare vertono su alcuni aspetti: il nuovo contesto di crisi economica ha rivalutato il ruolo della famiglia, negli anni del boom economico la cura degli anziani non autosuffi cienti era affi data alle case di riposo. Da due anni circa gli anziani rimangono in casa per ragioni economiche, infatti l’assegno di cura, che arriva con notevole ritardo, soccombe alle minori o mancanti entrate di stipendi da lavoro e le rette delle case di riposo stanno diventando troppo onerose. Le case di riposo devono ripensare il loro ruolo, devono aprirsi al territorio con nuovi servizi domiciliari che vanno proprio incontro alle per-sone curate in case. La programmazione sociale della cura delle persone non autosuffi cienti deve essere coordinata e concertata con la program-mazione sanitaria, una persona assistita in casa costa 1/3 rispetto al rico-vero in casa di riposo e 1/10 rispetto all’ospedale. Questo deve spingere la politica a rivedere le risorse spese per le persone anziane e a sostenere le famiglie che più di tutti sono occupate nell’assistenza domiciliare. Un ulteriore fattore negativo è il forte calo delle nascite che inizierà a farsi sentire, con una conseguente forte diminuzione delle risorse familiari a disposizione dei nuovi anziani. Di fronte a questi scenari rispetto alla non autosuffi cienza il sistema di offerta dei servizi pubblici del Polesine, così com’è oggi, è in grado di reggere e di rispondere a un aumento di alme-no il 30% delle persone non autosuffi cienti stimato per il 2020? Come portavoce di queste esigenze e problematiche il 18 marzo, nella sede della Provincia, tutti gli attori sociali che gravitano attorno agli anziani non autosuffi cienti, si incontreranno con la Va commissione consigliare Regionale, col Presidente Leonardo Padrin. In quell’occasione auspico che la consapevolezza di un cambiamento si trasformi in atti concreti di risoluzione delle sofferenze che le famiglie si trovano quotidianamente ad affrontare, perchè la sofferenza non può più aspettare una politica fuori tempo massimo”.

Mantovani: “Le case di riposo devono ripensare il loro ruolo e aprirsi ai servizi domiciliari”

Società I servizi di domani in una provincia sempre più vecchia

Il grafi co mostra come sia la fascia di età tra i 40 e i 49 anni ad essere preponderante

Finito lo spoglio delle schede votate per l’elezione del nuovo Parlamento italiano, all’orizzonte ora si profi lano le elezioni amministrative. Sono solamente due i comuni

polesani che il prossimo 26 e 27 maggio andranno al voto per il rinnovo del Consiglio comunale. Il quinquennio sta infatti per scadere per il primo cittadino di Porto Tolle, Silvano Finotti, al secondo mandato e quindi non più ricandidabile e per Antonio Laruccia che invece ha perso la sua maggioranza. A Trecenta infatti il consiglio è stato eletto solo lo scorso anno ma è fi nito commissariato qualche settimana fa a causa delle dimissioni in blocco della maggioranza, in quanto in precedenza una sen-tenza di primo grado del tribunale aveva dichiarato ineleggibi-le il primo cittadino. La denuncia era partita già al momento dell’elezione del sindaco da parte del suo contendente alla carica, Guglielmo Brusco, e da Genny Azzolini in quanto al momento della sua candidatura Laruccia risultava occupare ancora la poltrona del vicepresidente del Consorzio Rsu, ente preposto allo smaltimento in Polesine dei rifi uti solidi urbani. Ad ottobre la sentenza del tribunale dava ragione ai due fi rmatari dell’esposto alla Procura e qualche settimana fa risale l’epilogo dell’intera maggioranza convinta che il ritorno alle urne sia l’unica iniziativa possibile per restituire al comune di Trecenta una guida stabile in municipio. “Il ricorso alla Corte d’appello e l’eventuale terzo grado di giudizio in Cassazione – hanno spie-gato i consiglieri dimissionari in una lettera rivolta ai cittadini - avrebbe prorogato oltre misura il tempo dell’incertezza ingessando l’attività amministrativa dell’ente.

Elezioni amministrative

porto tolle e trecenta al Voto

Rifl essione sull’età della popolazione

Nelle foto i due municipi dove in primavera verrà

rinnovato il consiglio comunale

E’ stato recentemente pubblicato il bollettino predisposto dalla Direzione generale sullo stato patrimo-niale degli amministratori di palazzo Celio, relativo all’anno 2011. Come previsto dalla legge 411 del 1982 e dal regolamento di funzionamento del consiglio sono stati resi noti i redditi di assessori e consiglieri provin-

ciali. Dalla rilevazione degli scorsi anni gli importi si discostano leggermente verso l’alto e il consigliere più ricco è risultato essere ancora il medico Monica Moro con 100.845 euro di reddito complessivo, non se la passa male nemmeno Filippo Carlin in virtù dei suoi 83.920 euro di guadagni seguito ad una certa distanza da Angelo Sivier, 71,111 euro. Nella fascia tra i 60 e i 70 mila euro annui si collocano nell’ordine: Franco Grotto, 69.866 euro; Claudio Marzolla, 69.777 euro, l’assessore Giuliana Gulmanelli, 67.804 euro, Giuseppe Boscolo, 66.364 euro e l’assessore Claudio Ballan con 66.125 euro annui. Mentre al di sotto si colloca la presidente Tiziana Virgili con 58.948 euro. 43.442 euro annui per il vicepresidente Guglielmo Brusco e 38.584 per l’assessore Laura Negri. Chiudono la classifi ca i consiglieri della Lega con Stefano Falconi che ha dichiarato 4.764 euro e il segretario del Carroccio Antonello Contiero con 2.123 euro.

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Avvicendamento tra i banchi di Palazzo Celio. Il consigliere dell’Idv Laura Pellegrini in totale disac-cordo con le scelte messe in campo dalla segreteria nazionale ha abbandonato il partito e anche il posto conquistato in consiglio provinciale. Un gesto che è stato apprezzato dal coordinatore regionale, Gennaro

Marotta, tanto da sottolinearne la correttezza. “In questo frangente, in cui molti scappano con le sedie attaccate al sedere – ha commentato il coordinatore – voglio sottolineare invece l’onestà etica e politica di Laura Pellegrini che, pur non volendo più far parte del partito, ha dato le dimissioni non solo da IdV, ma anche dal posto di consigliere provinciale permettendo, con la sua correttezza e sensibilità, l’ingresso in consiglio provinciale di Rovigo proprio al neo coordinatore IdV”. Infatti il suo posto è stato preso da Tommaso Rossi che dal 9 gennaio di quest’anno ha assunto anche la carica di coordinatore provinciale dell’Idv. Il neo consigliere è nato a Rovigo il 26.10.1977 ma risiede ad Adria, laureato in legge all’università di Bologna nel 2002 esercita la professione di avvocato, sia in ambito civile che penale, con recapito professionale a Rosolina.

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Page 27: La Piazza del Delta - 2013feb n16

27Spazi aperti 23Spazi aperti

Parlare di agricoltura polesana, non vuol dire solo assaporare prodotti di tradizione e pas-sione, ma anche d’innovazione e crescita.

Tutti questi ingredienti mescolati assieme porta-no a derrate alimentari un territorio ricco e fertile in grado di dar vita ad articoli marchiati Dop e Igp come l’insalata di Lusia e l’aglio bianco Polesa-no. Ma qual è il reale valore aggiunto che questi marchi donano ai prodotti? Cosa si può fare per migliorare la visibilità del prodotto e di conse-guenza del territorio? Queste domande trovano risposta interpellando tutta la fi liera produttiva, ovvero produttori, distributori e consumatori, in un convegno dal titolo “Essere Dop: attese e pro-spettive… la fi liera dell’Aglio Bianco Polesano Dop a confronto”. “Essere dop cosa signifi ca?” Domanda il professor Corrado Giacomini docente alla facoltà di economia agraria dell’università di Parma. “Innanzitutto per avere questa certifi ca-zione il prodotto deve avere una certa specifi cità, ovvero essere facilmente distinguibile dagli altri. Per quando riguarda l’aglio polesano le differen-ze con l’aglio proveniente da altre zone sono il sapore, l’aroma e la maggior conservabilità. Una volta appurate queste caratteristiche bisogna avere un mercato di riferimento, in questo caso quello culinario. E infi ne, perché il prodotto possa benefi ciare appieno del valore aggiunto attribui-togli dalla certifi cazione, è necessario realizzare un’azione collettiva. Questo vuol dire unire tutta la fi liera sotto un’unica direzione. Non ci devono essere singole aziende che producono l’aglio polesano, ognuna con il proprio nome. Ma una sola grande impresa con una denominazione comune. Così si gestisce meglio il mercato e si migliora la performance d’impresa. Un esem-

pio famoso è quello di Melinda: il successo sta nell’avere una strategia di branding unitaria e di aver unito l’intera la fi liera. Ricordiamoci sempre che la certifi cazione di qualità non crea l’afferma-zione del prodotto, ma è la marca come fattore psicologico e un’effi cace comunicazione a favo-rirne il successo”. Perciò, i problemi principali del Polesine sono principalmente due: l’individuali-smo e la comunicazione del prodotto come sot-tolinea anche Claudio Gamberini, responsabile dell’uffi cio acquisti ortofrutta Conad Italia: “Co-nad ha creato il marchio Sapori e Dintorni che raccoglie i prodotti di nicchia dei territori italiani. Abbiamo in programma di inserire anche l’aglio bianco in questo tipologia di articoli. Anche se ci troveremo ad affrontare alcuni problemi: l’aglio di Voghiera ha delle caratteristiche molto simili a quello polesano. Noi auspichiamo che ci sia un’unione di marchio tra tutti quei prodotti che hanno caratteristiche simili per evitare spiacevoli esclusioni dal mercato. Un altro problema è la scarsa conoscenza da parte dei consumatori del prodotto: serve più comunicazione”. Un orga-nismo che potrebbe fare da trait d’union tra le varie aziende è il Consorzio di tutela dell’Aglio Bianco polesano DOP: “Il nostro progetto -rac-conta il presidente Massimiliano Tovo- è quello di posizionare il prodotto sul mercato, in modo tale che il consumatore possa trovarlo e poi di creare una comunicazione per farlo conoscere. Abbiamo però pochi fondi per fare ciò e prima dobbiamo pensare a creare collaborazione e sinergia tra tutta la fi liera. Solo così potremmo creare un brand vincente e una comunicazione effi cace per vendere il nostro prodotto”.

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Infrastrutture Realizzate due nuove conche a Cavanella d’Adige

Dopo quasi 70 anni dai primi progetti, l’idrovia Fissero-Tartato-Canalbianco diventa europea. Questo signifi ca che anche le navi di V° classe, quelle cioè, che posso-

no portare un carico equivalente a 50 Tir potranno solcare i 130 km di asta fl uviale che vanno dai laghi mantovani fi no a Venezia. Con la realizzazione delle due conche a Cavanella d’Adige, progetto alla quale la Regione ha partecipato con uno stanziamento di 29,6 milioni di euro, è stata reso possibile alle navi di attraversare un incrocio tra due corsi d’acqua (l’Adige e il canale Po-Brontolo) che hanno livelli differenti.

“Questa è un’opportunità non solo per il Polesine, ma anche per tutta l’Europa – ha affermato il presidente del Consvipo Angelo Zanellato– visto che abbiamo la pos-sibilità di gestire l’area Adriatica. Ora le navi commerciali che devono trasportare le merci in Europa sono costrette ad attraccare al porto di Rotterdam. Con questa nuova opera potremmo creare un’autostrada fl uviale che parte dal Pole-sine, passa da Mantova, Cremona e Milano per arrivare al

centro dell’Europa”.Ma questo non è l’unico vantaggio che il Polesine offre:

“Nel nostro territorio – continua Zanellato – le navi percorro-no la tratta con una minor resistenza dell’acqua in quanto la corrente è meno forte permettendo così un minor consumo di carburante”. Però ci sono anche moltissimi problemi da

risolvere per rendere effi ciente il siste-ma di navigazione fl uviale: “Manca in Polesine un sistema integrato che per-metta di offrire una struttura logistica veloce alle navi che attraccano.

Si sta pensando, infatti, alla rea-lizzazione di un porto offshore che sia

in grado di scaricare e far ripartire le navi in breve tempo. Ma tutto questo non basterà se tutte le provincie e le regioni interessate dalla tratta non si uniranno per offrire i servizi necessari a queste chiatte”.

I problemi non si fermano alle mancanze infrastruttu-rali: “Ci sono due ponti a Rosolina e ad Arquà Polesine che sono troppo bassi per permettere il passaggio delle navi più grandi. Sistemi territoriali ha già pianifi cato e stanziato i fon-

di per creare un ponte levatoio a cui, però, le Ferrovie dello stato si oppongono”.

Insomma, nonostante il traguardo raggiunto con la realizzazione di queste due conche, c’è molto ancora da fare per rendere veramente funzionale il sistema fl uviale po-lesano. Soprattutto se si vuol far conoscere il nostro territorio

al mondo: “Sarebbe profi cuo –conclude Zanellato– poter presentare all’Expo 2015 di Milano, un’offerta turistica lun-go queste aste fl uviali a tutto il mondo. Così come sarebbe interessante offrire ai nuovi paesi emergenti, quali Russia, Cina e India, un trasporto via nave molto più veloce di com’è ora per far arrivare anche i nostri prodotti agricoli”.

Idrovia fi nalmente europea

A sinistra la planimetria con l’intervento realizzato a Cavanella d’Adige e in alto un dettaglio dell’impianto (fonte: www.vero-naeconomia.it)

Anche le navi di V classe potranno solcare i 130 km di asta fl uviale che vanno dai laghi mantovani fi no a Venezia. Zanellato: “Grande risultato ma ci sono ancora molti problemi”

A Rosolina e ad Arquà due ponti troppo bassi per permettere il passaggio delle navi

Page 28: La Piazza del Delta - 2013feb n16

28 Mondo scuola 25Mondo scuola

Dallo scorso febbraio fi no al prossimo 18 aprile circa 3100 bambini e ragaz-zi di 60 istituti polesani, dalla scuola

d’infanzia alla scuola secondaria di primo grado, sono coinvolti nell’iniziativa “Libri infi niti”: da Porto Tolle a Bergantino, sono previsti 77 appuntamenti. Per i più grandi sono stati organizzati degli incontri con alcuni scrittori tra i più attivi e apprezzati nel panorama della letteratura per ragazzi: Enzo Carabba, David Conati ed Emanuela Da Ros, oltre a Stefano Bordiglioni e Maria

Loretta Giraldo, che sono ormai presenze costanti dell’iniziativa. Per i bambini della scuola d’infanzia, invece, sono previsti dei laboratori di lettura, legati al progetto nazio-nale “Nati per leggere” e diretti da esperte operatrici come Silvia Fiocco, Giovanna Gaz-zi e Sandra Trambaioli. Grazie alle attività in calendario, “Libri infi niti” si propone come un progetto di promozione della lettura, che da anni la Provincia di Rovigo promuove con successo. Attualmente il Sistema biblioteca-rio provinciale è collegato anche a quattro

diverse realtà scolastiche: le biblioteche del Conservatorio “A. Buzzolla” di Adria, degli istituti “De Amicis” e “Marco Polo” e del liceo “Paleocapa” di Rovigo. Ma l’ultimo report relativo all’attività delle biblioteche polesane, risalente al 2010, segnala la

presenza di ulteriori biblioteche presso i li-cei “Galilei” di Adria, “Balzan” di Badia e “Celio” di Rovigo. Tutti questi istituti da soli, senza considerare le biblioteche presenti in quasi tutte le altre realtà a cominciare dalla scuola primaria, nel 2010 disponevano di un patrimonio librario di oltre 15 mila volumi. L’assessore provinciale alla cultura, Laura Negri, ha sottolineato che la nona edizione di “Libri infi niti” è stata resa possibile grazie alla sinergia di operatori culturali, biblioteca-ri, insegnanti, nella convinzione che la lettu-

ra sia uno strumento di crescita personale indispensabile. L’iniziativa è realizzata gra-zie al sostegno della Fondazione Cariparo e alla collaborazione della Fondazione Aida, di Alberto Brigo editore e dell’associazione Movimentis. Nel calendario di “Libri infi niti” è stata inserita anche la mostra itinerante di illustrazione per l’infanzia “Castelli per aria”, che dal 6 al 14 aprile sarà ospitata dal comune di Castelguglielmo.

di Mattia De Poli

77 gli appuntamenti. Per i più grandi incontri con gli scrittori della letteratura per ragazzi mentre per i più piccoli letture animate

Leggere Dalla scuola d’infanzia alla scuola secondaria di primo grado

Fino ad aprile “Libri infi niti”

neWs “un campione a scuola” QuanDo lo sport È anche materia DiDattica

Anche quest’anno l’Amministrazione provinciale, in col-laborazione con il Panathlon, ha promosso l’iniziativa “Un campione a scuola”, che ha visto il coinvolgimen-

to di due scuole primarie e quattordici scuole secondarie di primo grado del Polesine. Gli studenti hanno incontrato alcuni giocatori della squadra di rugby FemiCz Rovigo Delta e tredici atleti di discipline diverse: nuoto, automobilismo,

motociclismo ma anche baseball, golf, motonautica e patti-naggio artistico. Leonardo Raito, assessore provinciale allo sport e all’istruzione, ha sottolineato la volontà di far cono-scere ai ragazzi anche discipline sportive generalmente con-siderate “minori” perché non trovano spazio sui media na-zionali. I campioni polesani hanno richiamato l’attenzione sui valori che lo sport contribuisce a promuovere: la pratica

sportiva è un’occasione importante per la formazione delle persone e soprattutto dei giovani, che guardano gli atleti come modelli da seguire ed imitare. In uno degli incontri conclusivi Andrea Scanavacca, icona del rugby locale e na-zionale, ha ricordato che fare sport fa bene alla salute, aiuta a costruire rapporti di amicizia solidi e insegna a rispettare le regole, in campo ma anche fuori.

Nel calendario anche la mostra di illustrazione per l’infanzia “Castelli per aria”

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26 Personaggio

Il lavoro nell’Italia della crisi è diventato un’assolu-ta rarità. Sono in molti quelli che lo cercano, molti meno quelli che lo trovano, decisamente pochi quelli

che lo creano. Eppure la passione di Arianna Faggion potrebbe tradursi in una concreta opportunità professio-nale. Lei ci spera ma per ora il cake designer, ovvero l’artista delle torte, è solo un hobby. Badiese di 21 anni ci ha raccontato i segreti della sua creatività.

“Mi è sempre piaciuto fi n da piccola cucinare torte di tutti i tipi –racconta Arianna - e un giorno, dopo aver visto delle foto su Facebook, ho deciso di preparare in casa la pasta di zucchero, cioè un tipo di decorazione per torte. Però all’interno degli ingredienti c’era la colla di pesce: non sapevo cosa fosse e ho sempre pensato fosse introvabile. Invece, un anno fa, passando per un supermercato mi sono ritrovata davanti a questo ingre-diente. Così l’ho comprato, sono andata a casa e ho fat-to la mia prima torta con pan di spagna e marmellata. Niente di speciale, ma so che da quel giorno non ho più smesso di fare dolci”. Le prime persone ad aver avuto l’opportunità di assaggiare le torte di Arianna sono state i suoi familiari: “Ringrazio moltissimo i miei genitori non

solo perché hanno fatto da “cavie” ai miei esperimenti, ma anche perché mi hanno sempre sostenuta in que-sta mia passione e hanno contribuito al mio successo avvenuto grazie al passaparola tra parenti e amici. Ho realizzato molte torte per compleanni, lauree, battesimi e matrimoni di cugini, zii e amici. Una grande occasione che mi ha portato a sperimentare torte nuove dalle for-me improbabili. Come quella a forma di “sedere” com-missionatami da un amico. La richiesta era di ricreare il sedere più brutto che potessi immaginare. Mi sono divertita moltissimo”.

Una passione nata per caso che richiede, però, delle doti particolari come fantasia e manualità soprattutto per creare i vari personaggi che le vengono commissio-nati: come Spongebob, fate, coccinelle, orsetti, borse di particolari marche, Hulk e tantissimi altri. “Il tempo di realizzazione delle torte varia a seconda della comples-sità dei soggetti richiesti per decorarla. Di solito preparo prima la torta e poi i personaggi, se sono semplici, e questo mi richiede circa 8 ore. Se invece i personaggi sono complessi ci metto anche 2 giorni”. Arianna, però, non è appassionata solo di torte, realizza anche altri dol-

ci particolari: “I cupcakes sono i pasticcini del cake desi-gner e si possono realizzare con infi niti gusti e possono essere abbinati anche alle torte. Di mia invenzione sono quelli ai cantucci: sono veramente buoni. Ho iniziato a prepararli lo scorso ottobre dopo un viaggio in Scozia. Ero andata a trovare una mia amica e la sua coinquilina mi ha fatto assaggiare questo tipo di dolce. Mi è piaciuto talmente tanto che mi sono copiata la ricetta. Una volta tornata ho sfornato cupcakes per mesi”.

Ma per creare buone torte non basta solo passio-ne, serve anche molta tecnica: “Ora sto frequentando

l’università del gusto a Vicenza, ovvero un corso di pasticceria base. Purtroppo in Italia, quella del cake designer non è ancora una disciplina uffi ciale quindi non esiste una scuola. Bisogna basarsi sull’esperienza ed essere molto pignoli per riuscire a realizzare delle torte perfette”. Insomma una passione che speriamo possa diventare una professione: “Vorrei aprire una pasticceria o lavorare per un pasticciere. Penso, infatti, che accanto alla tradizione una buona dose di creatività possa essere un vero successo”.

di Denise Formigaro

Dalla scoperta delle colla di pesce alla consapevolezza di avere del talento per la decorazione e realizzazione di dolci

Arianna Faggion Si diverte a creare torte. Un giorno vorrebbe diventare pasticcera

Cake designer per hobby aspettando la professione

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32 Guida alla mostra 28 Guida alla mostraSPECIALE MOSTRA

di Mattia De Poli

Adolphe Goupil riuscì ad interpretare i cambiamenti sociali del suo tempo, contribuì alla “popolarizzazione” dell’arte, attraverso la continua ricerca del gusto del pubblico in rapporto alle possibilità economiche della classe borghese emergente

Il 23 febbraio è stata inaugurata la muova esposizione

Pittori italiani e Maison Goupil, binomio di successo

De Nittis, apripista degli italiani

Il percorso

La seconda sala è dedicata a Giovanni Boldini e

al decennio compreso tra il 1872 e il 1882, in cui lavorò per Goupil: queste opere rispecchiano il gusto borghese e la vita parigina dell’epoca. Il soggetto preferito è la donna, da sola o in coppia, dedita ad attività oziose. I salotti eleganti di Parigi offrono l’opportunità di rilassarsi su raffi nati divani, di chiacchierare o di ascoltare un’amica che suona, come si vede in “Indolence”, “Confi dences” e in “Suonatrice di lira e ascoltatrice”. L’atmosfera spensierata di una visita (“Visita”) o di un’uscita (“Berthe esce per la passeggiata”) fotografa la donna sull’uscio della casa. Infi ne, la donna immersa nella natura, durante una passeggiata solitaria lungo un sentiero in collina (“Passeggiata solitaria”) o in compagnia di un cagno-lino lungo stradine di campagna (“Primavera”). In qualsiasi contesto la fi gura femminile è presentata in abiti raffi nati: sono gli anni della moda e la pittura rifl ette puntualmente quest’attenzione per il modo di vestire. La ricchezza dei det-tagli e lo sfarzo degli ambienti domestici e l’architettura delle dimore urbane cozza con la semplicità della natura e della vita quotidiana fuori dalla città (“In campagna” e “Strada maestra a Combes le ville, dintorni di Parigi”): qui l’uomo riscopre la dimensione familiare e l’importanza del lavoro, quasi la sacralità della fatica, richiamando l’esperienza artisti-ca di Courbet. Ma i colori sono limpidi, l’atmosfera è serena: su tutto vince la serenità del quotidiano, senza idealizzazioni o simbologie particolari. La semplicità delle immagini non nasconde, o almeno non costringe a cercare, un messaggio altro rispetto all’evidenza del soggetto ritratto.

Boldini, la donna, la bellezza La moda della villeggiatura e dei soggiorni balneari

C’è tempo fi no al 23 giugno per visitare la nuova mostra “Il successo italiano a Parigi negli anni dell’Im-pressionismo. La Maison Goupil”, inaugurata a Rovigo

nelle sale di palazzo Roverella lo scorso 23 febbraio. Aperta dalle 9 alle 19 nei giorni feriali e fi no alle 20 il sabato e nei giorni festivi, in occasione dei “Notturni d’arte” è visitabile anche a partire dalle 21.30 a prezzo ridotto, previa preno-tazione: venerdì 26 aprile, 24 maggio e 14 giugno il ritro-vo presso la biglietteria è previsto alle 21.15. Una mostra come non si è mai vista: così è stata annunciata. E la realtà non delude le aspettative, non solo perché molte opere sono qui accessibili al pubblico per la prima volta ma anche per l’impostazione che è stata data all’esposizione. Non sono state scelte le tele di un artista e neppure di una scuola o di un movimento, almeno non di quelli che si studiano di solito nei manuali. Ci sono opere di grandi fi rme, da Boldini a De

Nittis, ma il vero fi lo conduttore è rappresentato dall’attività della Maison Goupil nei decenni compresi tra il 1872 e il 1921. Fondata da Adolphe Goupil nel 1829, la Maison si dedicò inizialmente alla realizzazione di incisioni e litografi e, che riproducevano opere d’arte antiche e contemporanee, presenti nel Salon parigino. A partire dagli anni ’40 dell’Ot-tocento, Goupil aprì alcune sedi anche fuori dai confi ni fran-cesi: prima a Londra (1841) e a New York (1846), poi a L’Aja (1861), Berlino e Vienna (1865), e infi ne a Bruxelles (1866). Nel frattempo, dal 1850 la Maison incominciò ad occuparsi della vendita di opere d’arte originali: attorno alla galleria francese gravitarono pittori di diversa provenienza e di diversa formazione ma essi condividevano un progetto e un sentimento comune, tanto da poter essere considerati come gli esponenti di un’autentica “scuola”. Realizzarono soprattutto quadri di piccolo formato ma di grande effetto,

piacevoli e di facile comprensione, che riproducevano scene della vita quotidiana e scene in costume, vedute urbane e paesaggi naturali. Ben presto queste opere divennero mol-to apprezzate e richieste da critici, mercanti e collezionisti, sia in Europa che in ambito internazionale. Il successo della Maison Goupil, soprattutto oltreoceano, è testimoniato dalla vendita di oltre 31 mila opere, tutte censite nei registri della galleria, e al raggiungimento di questo risultato contribuiro-no in modo signifi cativo i pittori italiani, circa un centinaio. Parallelamente la Maison proseguì nell’attività di incisione e riproduzione delle opere d’arte: Goupil cercò di sfruttare molteplici tecniche per rendere le opere d’arte accessibili a un pubblico molto vasto attraverso la realizzazione di nume-rose copie, ottenendo prodotti di alta qualità a basso costo. Talvolta la Maison stipulò dei contratti con gli artisti per avere l’esclusiva sulla loro produzione. Spesso la galleria, insieme

al quadro, ne acquistava anche i diritti di riproduzione. Altre volte Goupil si preoccupò di garantirsi solo questi ultimi, che costituivano comunque un interesse primario per la Maison. Alla morte di Adolphe Goupil, avvenuta nel 1884, i suoi suc-cessori e collaboratori portarono avanti l’attività della galleria fi no al 1919, mentre la vendita di riproduzioni proseguì fi no al 1921: in quest’ultimo periodo l’azienda di avvalse del la-voro accurato di Michel Manzi, che adottò metodi innovativi come la foto-acquatinta e un tipo particolare di typogravure, che gli meritò la medaglia d’oro della Società per l’incorag-giamento dell’industria nazionale. La mostra rodigina di pa-lazzo Roverella dà conto di entrambe le attività della Maison Goupil, la compravendita di opere originali e la riproduzione di tele, focalizzandosi sull’importante contributo degli artisti italiani. Alcune tele sono accompagnate dalle riproduzioni artistiche realizzate dalla stessa galleria: l’abbinamento

La mostra prende le mosse da Giuseppe De Nittis, che arrivò a Parigi nel 1867

e qui assunse il ruolo di caposcuola fungendo da apripista per altri artisti

italiani. Nel 1872 egli stipulò un con-tratto con la Maison Goupil: la galleria

si assicurava l’esclusiva sulla produzione dell’artista e sui diritti di riproduzione

in cambio di un compenso annuo corrisposto in mensilità. Tra i quadri,

che l’artista pugliese realizzò nei due anni in cui rimase legato alla galleria

parigina, fi gurano anche le prime due tele esposte a palazzo Roverella, provenienti dal Museo di Indianapolis: “La strada da Napoli a Brindisi” e “La

discesa dal Vesuvio”. L’aria rarefatta, il cielo terso, l’atmosfera tranquilla sono gli aspetti che caratterizzano scene di

vita quotidiana. Le due opere, di piccole dimensioni, sono state riprodotte dalla Maison anche in eleganti libri illustrati,

di cui la mostra fornisce un esempio.

Tra gli artisti italiani che ebbero contatti con Goupil, molti proveni-vano delle regioni del centro-sud. Nella quarta stanza della mostra di palazzo Roverella sono testimoniati soprattutto i numerosi rapporti con pittori romani e napoletani, che rifl ettono le tradizioni fi gurative locali: per questo questa è proba-bilmente la stanza più singolare dell’intera esposizione. Oreste Cortazzo rappresenta “L’arrivo del nuovo signore (Il nuovo signore del villaggio)”, evocando atmosfere feudali basso-medievali, mentre Attilio Simonetti ritrae alcuni soldati nei costumi sei o settecenteschi (“Araldo”, “Tamburo”). Quest’ul-timo, antiquario e pittore romano, intrattenne stretti rapporti, anche epistolari, con la Maison Goupil ed aprì la via non solo a Cortazzo ma anche a Giuseppe Castiglione e a Cesare Augusto Detti. A sua volta artista e antiquario, Vincenzo Capobianchi propone dei soggetti più vicini al gusto borghese di fi ne Ottocento: in “Chez le marchand de guitares” due donne provano alcuni strumenti nella bottega di un liutaio. Sulla parete una locandina segnala una rappresentazione in programma presso il teatro Alibert di Roma.

Gli italiani del Centro-Sud

All’inizio del Novecento Giovanni Boldini non ha più rapporti diretti

con la Maison Goupil, ma la galleria parigina continua ad acquistare alcune sue opere,

confermando il favore che esse incontravano all’epoca. Ne dà

conto la terza sala della mostra, in cui spicca il grande “Ritratto di Marthe Requier”: la donna

vestita alla moda è la sola pro-tagonista del quadro. La società borghese esalta la bellezza ma

traccia anche dei confi ni netti tra il mondo femminile e quello

maschile. Un’altra coppia di donne intente a ricamare è rappresentata in “A Aix le Bains”. Entrambe le opere furono riprodotte, in bianco e nero

o a colori, dalla Maison Goupil che in quegli anni sempre più spesso rinunciava ad acquistare le tele esposte nei Salons parigini e preferiva

realizzare fotografi e assicurandosi solo i diritti di riproduzione: ne danno testimonianza le fotoincisioni a colori di “Femme au chapeau” e di

“Femme à la turquoise (Clio de Merode)”. Co-protagonista della terza sala è Vittorio Corcos, a sua volta raffi nato interprete della bellezza,

dell’eleganza e della sensualità femminile, particolarmente apprezzato dai collezionisti americani. La mostra ha preso come immagine di

copertina una parte del quadro “Le istitutrici ai Campi Elisi”: nonostante il colore nero, i loro vestiti sono elegantemente rifi niti e le due donne

si distinguono per la cura nell’acconciatura e nella scelta degli accessori (spille e guanti). Mentre chiacchierano in pose vezzose, ai loro piedi

una bambina gioca spensierata con la sabbia. Alcune fotoincisioni a co-lori testimoniano anche la predilezione di Corcos per scene ambientate su balconi e terrazze affacciati sul mare: le donne conversano tra loro

oppure guardano sognanti il mare. Sono gli anni in cui si afferma la moda della villeggiatura e dei soggiorni balneari.

Page 33: La Piazza del Delta - 2013feb n16

33Guida alla mostra 29Guida alla mostra

In attesa di verifi care i dati della biglietteria, ancora pri-ma di aprire i battenti, la mostra attualmente allestita a palazzo Roverella ha già riscontrato un certo interesse a

livello internazionale: una selezione delle opere, qui riunite dall’ideatore e curatore Paolo Serafi ni, sarà esposta nuova-mente dal 23 ottobre al 2 febbraio del prossimo anno alla “Galérie des beaux arts” di Bordeaux, che per l’occasione ha addirittura modifi cato la programmazione preesistente degli eventi. Proprio a Bordeaux, quarta area metropolitana della Francia, ha sede il “Musée Goupil”, che conserva molti mate-riali importanti della galleria parigina. I registri della Maison, invece, con le note di tutte le operazioni di compravendita sono oggi patrimonio del “Getty Museum” di Los Angeles. Spostandosi pertanto tra la Francia e l’America, Paolo Serafi ni ha cercato di ricostruire l’esatta consistenza delle opere degli artisti italiani che lavorarono per la galleria di Adolphe Goupil. E il risultato è interessante. Una decina dei quadri raccolti a palazzo Roverella non sono mai stati esposti al pubblico, e tra questi “Indolence” e “Confi dences” di Giovanni Boldini e “Rhea” di Raffaello Sorbi. “Adieu Paris” di Antonio Mancini non è mai stata visibile in Italia prima d’ora. La “Suonatrice di lira e ascoltatrice” di Boldini, esposta a Los Angeles nel 1959, e due tele di Mancini, “Acque basse” e “Saltimbanchi. Suonatore di violino, suonatore di chitarra”, esposte a Roma nel 1953, sono rimaste lontane dagli sguardi del pubblico per oltre cinquant’anni. Gli anni sono addirittura centotren-

tasei nel caso dello “Sposalizio in Basilicata” di Giacomo Di Chirico: inseguito dal curatore attraverso diversi passaggi di mano, il quadro è stato fi nalmente ritrovato in Messico. La parte sinistra di questa tela è stata tagliata: lo testimonia una delle riproduzioni realizzate dalla stessa Maison Goupil, che è puntualmente proposta dalla mostra rodigina. La stessa sorte è toccata ad altri quadri, che passarono attraverso la galleria parigina e che furono da essa riprodotti prima che qualcuno li tagliasse e li rivendesse separatamente. La “Marche à Con-stantinopole” di Alberto Pasini, infi ne, è nota solamente gra-zie all’incisione che ne è stata ricavata. “Il successo italiano a Parigi negli anni dell’Impressionismo. La Maison Goupil” si conferma così una mostra internazionale e inedita sotto molti aspetti. Orgoglioso di questi risultati, Antonio Finotti, presiden-te della fondazione Cariparo, ha sottolineato l’alto livello di qualità e di interesse raggiunto in pochi anni dalle iniziative di palazzo Roverella, che contribuiscono a promuovere sul piano turistico non solo la città di Rovigo ma tutto il territorio polesa-no fi no al Delta del Po.

Una mostra internazionale e inedita

Opere inedite, dieci quadri mai esposti al pubblico

La quinta sala è dedicata in

particolare a Edoardo Tofano e a

Raffaello Sor-bi. Il pannello

illustrativo racconta un

curioso aned-doto relativo

al titolo di un quadro di Tofano: l’ar-tista ritrasse

una coppia di giovani sposi teneramente abbracciati al termine

dei festeggiamenti nuziali e intitolò la tela “Soli”. Il titolo non piacque ad Adolphe Goupil, perché evocava un senso di malinconia, e lo modifi cò nel motto liberatorio “Enfi n … seuls!”, quel

“fi nalmente soli” che esprime la gioia e il sollievo di poter trovare fi nalmente un momento di intimità al termine di una giornata movimentata e affollata.

Il grande successo di quest’opera è testimoniato dal numero elevato di riproduzioni realizzate dalla

Maison mediante l’utilizzo di tecniche diverse, dall’incisione alla fotografi a e alla fotoincisione: in

mostra accanto alla tela è proposta una riprodu-zione fatta come incisione acquerellata. Di Sorbi e di Alfredo Savini, invece, sono esposte alcune tele

con soggetti di ambientazione pompeiana, che evoca il mondo classico e in particolare romano,

o in costume fi orentino, che richiama l’atmosfera quattrocentesca del Decamerone di Boccaccio.

“Enfi n … seuls!”

Antonio Mancini

lavorò per la Maison

Goupil negli anni

’70 dell’Ot-tocento:

i due soggiorni

a Parigi risalgono al 1875

e al 1977 ma l’artista

inviò alla galleria molte sue opere da Napoli. Nei suoi quadri

presenti nella sesta sala della mostra l’atmosfera è decadente. In “Adieu Paris”, proveniente dalla National Gallery di Londra e mai esposto in Italia

prima d’ora, una donna sola e malinconica è seduta sulle valigie in attesa di partire. A palazzo Roverella,

inoltre, sono riuniti per la prima volta insieme i dipinti della serie dei “saltimbanchi”: i protagonisti sono dei bambini, fi gli di saltimbanchi e a loro volta saltimban-

chi, che si misurano con gli strumenti di un mestiere da adulti (“Saltimbanchi. Suonatore di violino,

suonatore di chitarra”) o si scontrano con le diffi coltà dello studio scolastico (“I fi gli del saltimbanco (Acque

basse)”). In “Saltimbanco con cesto di frutta” il bambino è ritratto di profi lo e da una corda pende un cesto con la sua colazione. Musica e intrattenimento

sono visti dal punto di vista meno spettacolare, da dietro le quinte, al confi ne con la vita vera.

Antonio Mancini, la malinconia dei saltimbanchi

L’oro di Napoli

L’ottava sala della mostra è riservata ad un gruppo di artisti dell’Italia meridionale, con cui Adolphe Goupil entrò in contatto soprattutto grazie a Giuseppe De Nittis. D’altra parte, su invito di Domenico Morelli, il titolare della galleria parigina si recò personalmente a Napoli nel 1877 per l’annuale Salon: qui Goupil incontrò tra gli altri Giacomo Di Chirico, ne acquistò “Lo sposalizio in Basilicata” e lo riprodusse. Molti quadri di questa sezione hanno per soggetto scene di vita paesana oppure ritraggono soggetti pastorali, di cui sono protagonisti giovani pastorelli e greggi di pecore al pascolo: gli artisti manifestano così la loro provenienza geografi ca. In questa sala di palazzo Roverella sono esposte, inoltre, per la prima volta cinque opere di Alceste Campriani, che negli anni ’70 dell’Ottocento entrò uffi cialmente nel gruppo della Maison Goupil e che fu autore di scene raffi nate e luminosissime, quali “Il foro di Pompei” e “La visita elettorale”, oggi provenienti da collezioni private e identifi cate in occasione della mostra grazie ai timbri della Maison presenti sul retro.

Artisti senza esclusiva

Alberto Pasini l’orientalista

L’artista italiano più presente nei registri della Maison Goupil è Alberto Pasini con oltre trecento opere e a lui la mostra dedica l’ultima sala. Se già nelle opere di altri artisti si può cogliere un certo gusto per l’esotico, Pasini fu il vero maestro dell’orientalismo: per la galleria parigina egli dipinse numerose scene di vita quotidiana di ambientazione orientale, con scene di interni animati, di giardini lussureggianti o di piazze antistanti palazzi sfarzosi. Una delle sue tele più grandi con un soggetto di ambientazione costantinopolitana, fu esposto da Goupil al Salon del 1873, prima di essere diviso in tre quadri venduti separatamente ad altrettanti acquirenti.

permette di apprezzare l’alta qualità delle copie, realizzate sia a colori che in bianco e nero. Nelle otto sale della sede espositiva si passa da fi rme eccellenti, come quelle di Giuseppe De Nittis e di Giovanni Boldini, ad altre di artisti meno noti, come Attilio Simonetti e Vincenzo Capobianchi. Le diverse tecniche pittoriche e i diversi soggetti danno a volte l’impressione che la mostra manchi sotto il profi lo della coerenza: cosa possono avere in comune i salotti parigini con i paesaggi pastorali dell’Italia meridionale? La cronologia delle opere non basta: il fi lo conduttore è dato solo dal legame dei vari artisti con la Maison Goupil e con la sua duplice attività nella compravendita delle tele e nella loro riproduzione. I quadri sono riuniti per au-tore o per ambito culturale e i pannelli illustrativi, talvolta troppo sintetici e poco chiari, si focalizzano quasi esclusivamente sul rapporto tra il pittore e la galleria. Il curatore della mostra, Paolo Serafi ni, accenna appena al contesto storico e artistico, evi-tando il rischio di un sovraccarico di informazioni che potrebbe distrarre il visitatore o appesantire eccessivamente un’esposizione abbastanza equi-librata. Parlare solamente degli eventi accaduti tra il 1850 e il 1920 in Francia non avrebbe avuto senso: sarebbe stato necessario dire anche dell’Ita-lia e magari dell’America, perché tale è l’orizzonte in cui furono prodotte. Analizzare le caratteristiche della “New Venetian School” piuttosto che dei soggeti di ambientazione pompeiana o in costume fi orentino sarebbe stato inutile. La mostra dà conto piuttosto della spinta data dalla Maison Goupil alla “popolarizzazione” dell’arte, attraverso la conti-nua ricerca del gusto del pubblico e in rapporto alle possibilità economiche della classe borghese emergente.

Nei registri della Maison Goupil sono censite opere di numerosi artisti, che non furono mai

legati da un contratto con la galleria parigina. Tra questi fi gurano anche degli italiani, come Mosè Bianchi, Teofi lo Patini, Eugenio de Blaas, e Guglielmo Innocenti: la mostra di Rovigo dedica loro la settima sala. Essi furono esponenti di correnti pittoriche differenti, fra cui la “New Venetian School”, ma tutti entrarono in contatto con la galleria parigina: poche delle loro opere furono acquistate da Goupil e quest’ultimo, quando si limitò ad acquistare i diritti di riproduzione, non cercò neppure di ottenere l’esclusiva. La maison si preoccupò, piuttosto, di realizzare un numero elevato di riproduzioni utilizzando tecniche differenti, per offrire un prodotto di massa di alta qualità e a basso costo.

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348

IL VENETOin PRIMO PIANO

La passione per lo sport e la musica abbinata all’informatica, l’amore per il proprio territorio veicolato sul web,

l’ingegno dell’inventore abbinato alle nuo-ve tecnologie.

Non si può certo dire che ai giovani ve-neti le idee manchino, soprattutto quando si tratta di svilupparle sfruttando le poten-zialità di internet e i progressi quotidiani dell’informatica.

Ora otto di queste buone idee hanno trovato anche l’occasione di spiccare il volo grazie a “Rebound” iniziativa rivolta agli aspiranti imprenditori veneti under 35 messa a punto da Confi ndustria Padova e Camera di Commercio per favorire l’incontro con la fi nanza privata. Sono state ben 76 idee d’impresa nei servizi digitali, mobile e tlc, marketing, web e social network, pre-sentate da oltre 170 giovani, che hanno scelto anche di giocare in squadra. Gli 8 fi nalisti hanno seguito un percorso di forma-zione e consulenza affi ancati da esperti di sviluppo d’impresa per trasformare le idee in business plan completi di analisi dei costi, mercati e concorrenza.

C’è il software che sintetizza la voce riproducendo le emozioni, la web-utility per costruire il viaggio ideale, la piattaforma social sui sentieri escursionistici, l’ambien-te web per condividere appunti e lezioni tra studenti, le riprese foto-video aeree dal pallone a elio.

E poi un portale wiki-based per le squa-dre minori di basket, prodotti a km 0 a por-

tata di touch, un web music store per vende-re offl ine la musica di band underground. Le idee migliori hanno potuto svilupparsi sulla piattaforma web di Ban Veneto, il network coordinato dal Parco Scientifi co Galileo. “Rebound conferma che il Veneto pulsa di energie creative nei settori innovativi - sot-tolinea Gianni Potti, vice presidente di Con-fi ndustria Padova -. Si tratta di coltivarle e indirizzarle perché possano diventare nuove imprese, linfa per la crescita. Il vero tema è però farle decollare e resistere nel tempo. Af-fi ancare le start up con esperienza e metodo per emergere in un mercato iper selettivo, è

quello che noi imprenditori dobbiamo fare per coglierne le opportunità. Il vero premio è stato l’affi ancamento a questi giovani di professionisti di sviluppo d’impresa. L’altro tema cruciale è l’accesso al credito per le buone idee d’impresa”.

Fra le più interessanti spicca Crevel,ora in faste di test con il sostegno di H Farm, ideata da Claudio Floreani, 34 anni, ap-passionato di informatica, dopo aver orga-nizzato un viaggio tra amici da Monaco a Berlino.

Ne è nata una utility web-based che permette di esprimere preferenze di viaggio

e tradurle in progetti da condividere con gli amici.

Tutte le informazioni vengono inter-pretate, localizzate e organizzate su una mappa, collaborando con i compagni di viaggio, operatori e agenzie turistiche. Dalla passione per le escursioni di Thomas Bertani e Giovanni Masarà, 22 anni, studenti di in-gegneria e fi losofi a del collegio Don Mazza di Padova, è nata una piattaforma web per consultare dati geografi ci sui sentieri e con-dividere itinerari. Pensata per appassionati, enti locali e chiunque si occupi di promozio-ne turistica, ne esiste già un prototipo con dati forniti da Trentino Alto-Adige e Friuli Venezia-Giulia.

Moku promette invece di rivoluzionare il “mondo” degli appunti. Gli studenti po-tranno organizzare in un ambiente web gli appunti di lezioni e le registrazioni, condivi-dendoli con amici e colleghi e rendendone possibile l’aggiornamento in ogni luogo e momento.

L’idea è di Simone Pozzobon, 27 anni, trevigiano e di tre amici ingegneri e designer ed è già entrata nella scuderia di H-Farm.

Da un’intuizione maturata al liceo, il team dei vicentini Matteo Scapin, Tommaso Grotto, Maria Cristina Malavolta, Luca Gu-glielmi - età media 28 anni - ha sviluppato un’applicazione web di supporto alle band indipendenti per distribuirne la musica in formato digitale durante i concerti.

Alberto e Riccardo Tentori, 33 e 28 anni, di Camposampiero, un ingegnere e un

di Nicola Stievano

Ecco il Veneto giovane delle “start up”La tecnologia e il web protagonisti delle iniziative imprenditoriali under 35

Partire con una buona idea

laureato in economia, hanno creato Playba-sket.it, portale web dedicato alle categorie agonistiche minori del basket in Italia con 35.000 visitatori unici al mese.

I veronesi Nicola Galetto, Marco Grumo-

lato, Alessandro Vaccaro, 27 anni, hanno messo a punto un’applicazione mobile dedi-cata a tutte le piccole e medie imprese che vogliano vendere cibi a km 0 direttamente ai clienti fi nali scavalcando la distribuzione. Infi ne Stefano Pagur, 24 anni, ha ideato un sistema per riprese foto-video sopraelevate con pallone ad elio.

Il prototipo è già realizzato con costi competitivi e la possibilità di fare riprese particolari in movimento.

Dalle riprese con il pallone ad elio ai prodotti a “km 0” scelti con il tocco delle dita

Otto i giovani vincitori del progetto Rebound pronti a mettersi in gioco

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35Il Veneto in primo piano 9Il Veneto in primo piano

Davide e Daniela, giovani pastori dell’Alpago, usano il pc e internet per avere informazioni tecniche, Stefano

viticoltore della Valpolicella, vende in inter-net le sue bottiglie di Amarone d’alta quota, ma anche Sara allevatrice di Cortina si sta attrezzando per presentare ai consumatori i prodotti della sua azienda, mentre il neo pescatore Gabriele del Cavallino lo utilizza per programmare le consegne porta a porta dei frutti di mare freschi, senza dimenticare Alinor che dal Bangladesh a Chioggia coltiva ortaggi per destinarli alle famiglie della sua terra d’origine trasferite a Londra e a Parigi.

Alcuni esempi che si moltiplicano ogni giorno e che grazie alla nuova piattafor-ma informatica potranno essere visibili e compresi non solo da tutti gli avventori dei social network ma anche dagli addetti ai lavori: protagonisti e spettatori di un nuovo modo di praticare l’attività agricola. È per loro e per altri duemila giovani agricoltori veneti che la Regione ha messo a punto la “community della zappa”, sul portale www.piave.veneto.it., una piattaforma on line per raccontarsi, scambiarsi esperienze, per conoscere le strategie politiche, per in-cidere sul sistema economico. Il “tesoretto”

dell’agricoltura che ha fatto del Veneto la regione leader nella geografi a agroalimen-tare nazionale, per numeri e qualità, si integra sempre di più nel web all’insegna della bellezza della campagna come scelta professionale e di vita.

“Grazie alla piattaforma informatica – spiega Sandra Chiarato di Coldiretti Ve-neto, che segue da vicino proprio i giovani agricoltori – le esperienze imprenditoriali potranno essere visibili e compresi non solo da tutti gli avventori dei social network ma anche dagli addetti ai lavori: protagonisti e spettatori di un nuovo modo di praticare

l’attività agricola. Che cosa accomuna questi ragazzi ?

La scommessa di un futuro nei campi che deve fare i conti con opportunità di investi-menti, con misure comunitarie ambientali, l’accesso al credito, le nozioni di fi nanza, ma anche solo per scambi di esperienze che possono diventare una partecipazione atti-va alle decisioni politiche o addirittura solo per fi ssare un appuntamento al mercatino a kmzero o semplicemente un aperitivo “tra colleghi” che sanno divertirsi con impegno responsabile”.

di Nicola Stievano

Duemila agricoltori in Rete, ecco la “community della zappa”

Duemila agricoltori in Rete, ecco la “community della zappa”

neWs

In Italia più di uno su tre dei giovani attivi è disoccupato. Uno su 4 non studia e non lavora per un totale di oltre 2 milioni di giovani Neet (not in education, employment, training). Negli altri Paesi europei gli studenti che alternano studio e lavoro sono una

media del 20-30%, in Italia solo 3 su 100. Invertire questa tendenza e permettere ai giovani di acquisire competenze subito

spendibili nel mondo del lavoro è l’obiettivo del progetto ASL Alternanza Scuola lavoro realizzato dalla Sezione Metalmeccanici di Confi ndustria Padova in collaborazione con la Camera di Commercio di Padova. L’iniziativa, nata nell’ambito del protocollo d’intesa tra Regione Veneto, Uffi cio Scolastico Regionale e Confi ndustria Veneto, punta a diffon-

dere una metodologia didattica in cui l’azienda diventa, anche formalmente, “impresa formativa” in grado di stipulare convenzioni con le scuole, proporre percorsi formativi e orientamento, formare risorse interne come tutor per gli studenti.

Da qui anche la realizzazione di un vademecum per le imprese su come stringere questo “patto” didattico con gli istituti.

Il progetto è stato presentato a 50 dirigenti scolastici e imprenditori nel corso dell’in-contro “Alternanza scuola-lavoro: il ruolo attivo delle imprese” organizzato dalla Sezione Metalmeccanici di Confi ndustria Padova fi ne gennaio.

La sezione Metalmeccanici di Confi ndustria Padova mette a punto un vademecum che presenta a 50 dirigenti scolasticicon l’alternanza scuola-laVoro le azienDe DiVentano “imprese formatiVe”

La Regione mette a punto una piattaforma on line che permette lo scambio di idee

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Page 36: La Piazza del Delta - 2013feb n16

36 Il Veneto in primo piano10 Il Veneto in primo piano

Un turismo religioso e devozionale, fatto di itinerari di fede che coniuga-no spiritualità, tradizione ma anche

cultura e arte. Nell’ Anno della Fede il Veneto si collo-

ca tra i protagonisti degli itinerari regionali, con ben quattro differenti proposte.

Il primo comprende la Via del Santo e i Santuari Antoniani, da Camposampiero a Padova, lungo il percorso terreno di sant’An-tonio. Si tratta di un pellegrinaggio votivo che tocca i principali santuari antoniani in provincia di Padova, ma che si inserisce in un più lungo percorso sui passi della vita itinerante di frate Antonio da Lisbona: dall’eremo di Montepaolo, dimora iniziale di frate Antonio in Italia, alle strade dell’Italia settentrionale e del sud della Francia, sino ai giorni di Padova e Camposampiero dal 1221 al 1231.

La seconda proposta è stata battezzata

la “Via dei papi”: ripercorre gli antichi itine-rari di pellegrinaggio lungo la Via Francigena Orientale, da Feltre a Lorenzago di Cadore e Canale d’Agordo, passando per Belluno. I luoghi interessati hanno dato i natali a tre Papi (Papa Luciani, Giovanni Paolo I; Papa Cappellari, Gregorio XVI; Papa Sarto, Pio X) ed hanno ospitato papa Giovanni Paolo II e Benedetto XVI nei diversi soggiorni estivi . Sono costellati di numerosi santuari, con-

venti, abbazie e chiese.Le “Grandi Rogazioni” dell’Altopiano

di Asiago rappresentato il terzo itinerario. Si tratta di un antico cammino di fede che da più di tre secoli si ripete il giorno prima dell’Ascensione e che si snoda lungo un circuito di 33 chilometri, percorso a partire dall’alba dai residenti ma anche da fedeli provenienti da paesi lontani.

Nell’Anno della Fede sono stati inseriti gli itinerari religiosi di Valpolicella, strade che collegano gli insediamenti di più antica origine, fi no a porre tra loro i luoghi di fede testimoni della prima evangelizzazione del territorio. In luoghi suggestivi sorgono bel-lissimi santuari come la la Chiesa di Santa Maria di Valleverde, la Chiesa Vecchia di Ca-valo, la Chiesa di Santa Maria del Degnano, la Chiesetta di San Pietro a Torbe, la Pieve di San Giorgio VIII, l’Oratorio di San Zeno in Poja, la Pieve di San Floriano.

di Giovanni Giovetti

Turismo religioso

Il Veneto propone quattro itinerari nell’Anno della Fede

I quattro percorsi veneti, protagonisti degli “Itinerari regionali nell’Anno della Fede” sono stati presentati alla Borsa

internazionale del Turismo a Milano lo scorso febbraio. Gli itinerari sono stati og-getto di un’intesa sottoscritta tra l’Opera Romana Pellegrinaggi e la Regione Vene-to fi nalizzata a valorizzare l’Anno della fede e a diffondere la conoscenza dei tantissimi luoghi della fede disseminati nel territorio ragionale.

“Attraverso questi progetti – ha dichiarato infatti monsignor Liberio An-dreatta, vicepresidente dell’Orp – l’O-pera Romana Pellegrinaggi favorisce uno strumento di conoscenza e di approfon-dimento partendo dalla premessa fonda-mentale che il cristianesimo ha innervato profondamente la storia la cultura e l’arte di questo paese. In particolare, gli itinerari proposti per la Regione Veneto sono foca-

lizzati sulla storia di spiritualità mariana di cui questa regione è intrisa e ovviamente sulle tracce di grandi santi quali Sant’An-tonio da Padova”.

“Gli itinerari della fede non sono solo un’occasione per conoscere i luoghi per-corsi dai viandanti che si recavano a Roma – gli ha fatto eco l’assessore regionale al Turismo Marino Finozzi – ma anche motivo di consolidamento dei rapporti e di amicizia tra le genti. Le radici cristiane del territorio si respirano in ogni angolo del Veneto, dalle grandi chiese di Venezia alle croci in cima alle vette più alte delle Dolomiti. La tradizione dell’accoglienza ai pellegrini si rinnova ancora di più grazie a questi quattro percorsi, quattro “Itinerari nell’Anno della Fede”, indetti in occasione del cinquantesimo anniversario dell’aper-tura del Concilio Ecumenico Vaticano II”.

I quattro percorsi veneti presentati alla Bit di Milanole raDici cristiane si respirano in ogni angolo Del Veneto

Il Castello Carrarese a Padova, il Giardino Jacquard a Schio, Villa Serego a Veronel-la, la Chiesa di San Giovanni a Bassano

del Grappa, l’Oratorio Santa Maria delle Grazie a Fontaniva nel Padovano sono i cin-que siti veneti segnalati alla sesta edizione de “I luoghi del cuore”, il censimento del Fondo Ambiente Italiano promosso in colla-borazione con Intesa Sanpaolo.

Giunta alla sesta edizione l’iniziativa, che quest’anno ha registrato la partecipa-zione di un milione di italani, ha lo scopo di segnale luoghi in pericolo, da tutelare o semplicemente da non dimenticare, solleci-tando una testimonianza diretta per aiutare le località indicate e raccomandate a soprav-vivere o, in alcuni casi, a tornare a vivere.

Avviato l’ultimo censimento lo scorso maggio, nel Veneto ha raccolto 15.611 segnalazioni, posizionandosi al 15° posto della graduatoria nazionale il Castello Car-rarese (in foto) a Padova. Nato come sem-plice muro in pietra e terrapieno, diventò un vero e proprio castello all’epoca di Carlo Magno. Conobbe il suo periodo di maggior splendore nel XIV secolo con la dinastia dei Carraresi, decaduta la quale iniziò la fase di degrado: divenne dapprima caserma, quin-di deposito dei Veneziani e, infi ne, carcere su iniziativa dei Francesi nel 1807. Oggi il Castello è chiuso ad eccezione della Torre della Specola, un osservatorio affi dato all’U-niversità di Padova. L’edifi cio è comunque al centro di numerosi progetti di valorizzazio-ne e restauro che hanno come obiettivo di renderlo fruibile.

Al 18° posto con 11.144 voti il Giardi-no Jacquard a Schio nel Vicentino. Nacque per volontà dell’industriale Alessandro Rossi che, nel 1860, fece trasformare l’area di fronte al lanifi cio Francesco Rossi in uno splendido giardino tardo-romanico aperto agli operai dell’opifi cio.

Oggi il Giardino è chiuso al pubblico e apre soltanto in occasione di eventi. Il de-siderio della cittadinanza è che venga reso fruibile in modo costante.

Villa Serego, detta “Corte Grande” a Veronella ha ottenuto, posizionandos al 19° posto, 10.920 segnalazioni. Pro-gettata da Andrea Palladio nel 1565 è un importante esempio di villa veneta. Dal 1996 è iscritta nelle Liste del Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco, insieme alle altre ville palladiane del Veneto. La Corte Grande versa oggi in condizioni di abbandono: è chiusa da circa 10 anni, pericolante, e in stato di degrado. La Chiesa di San Giovan-ni Battista a Bassano del Grappa si colloca al 43° posto della classifi ca nazionale con 5.784 segnalazioni e al 131° posto con 928 preferenze si colloca l’ultimo luogo del cuore segnalato in Veneto, l’Oratorio di Santa Maria delle Grazie a Fontaniva.

I “LuOGHI DEL CuORE” VENETI DA SALVARE

G.G.

La via del Santo, quella dei Papi, le “Grandi Rogazioni” e gli itinerari di Valpolicella sono i 4 percorsi regionali

L’assessore veneto al Turismo Marino Finozzi con Monsignor Andreatta. In basso gli itinerari

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38 Voci da palazzo 13Voci da palazzo

La Giunta veneta ha recentemente approvato lo schema di protocollo d’intesa che disciplina i rapporti tra la Presidenza del Consiglio dei Ministri e la Regione del Veneto in riferimento agli adempimenti previsti per l’attuazione del “Fondo per la valorizzazione e la promozione delle aree territoriali svantaggiate confi nanti con le Regioni a statuto speciale”. “Si tratta di un fondo istituito nel 2007 presso la Presidenza

del Consiglio dei Ministri che ammonta a 39 milioni e 408 mila euro. I Comuni veneti che hanno presentato istanza di fi nanziamento sono 63 e già da alcuni mesi hanno la disponibilità le risorse loro assegnate per la realizzazione dei relativi progetti: 16 milioni e 221 mila euro sono andati alla macroarea confi nante con il Trentino Alto Adige (34 Comuni, di cui 14 della provincia di Belluno, 12 della provincia di Vicenza, 8 della provincia di Verona) e 23 milioni 187 mila euro alla macroarea confi nante con il Friuli Venezia Giulia (29 Comuni, di cui 14 della provincia di Belluno, 8 della provincia di Treviso, 7 della provincia di Venezia).

focus Quasi 40 milioni Di euro per i comuni confinanti

“Ho votato a favore delle mozioni referendarie, perché, in un momento storico come questo, era importante dare un messaggio forte e ine-quivocabile a Roma. Non c’è storia: il nuovo Parlamento dovrà tenere in considerazione

questo nostro grido d’allarme. E’ il momento giusto per parlare di autonomia e attuazione concreta del federalismo. In questi ultimi mesi le autonomie locali sono state attaccate su più fronti, adesso dobbiamo riscattarci. Sono convinto che una presa di posizione chiara e netta metta il Parlamento con le spalle al muro. Adesso sarà più diffi cile per Roma non mettere mano alle disparità di trattamento tra Regioni a statuto speciale e Regioni ordinarie. La Regione del Veneto si è assunta la propria responsa-bilità con questo atto coraggioso, il Parlamento dovrà fare altrettanto”.

Dario Bond, Popolo delle Libertà“segnale politico forte e ineQuiVocaBile a roma”

L’opinione

“L’aver votato in Consiglio la nostra risoluzione, dopo che proprio la Lega è riuscita a far convocare una seduta straordinaria sul tema dei Comuni secessionisti, è un passo fondamentale per l’autodeterminazione di quei cittadini di monta-

gna che hanno scelto con referendum il passaggio al vicino Statuto Speciale. La risoluzione impegna chiaramente il Governo e il Parlamento ad approvare defi nitivamente l’iter di secessione: in questo modo diamo una risposta forte a quelle popolazioni che da troppi anni la attendono. Mentre le giuste rivendicazioni dei nostri Comuni secessionisti sono impaludate nelle Commissioni parlamentari, Luis Dürnwalder usa le risorse della propria Autonomia per attrarre le nostre aziende venete oltre confi ne. Questo dimostra anche che lo Statuto speciale non serve più, come 60 anni fa, per colmare un gap di una minoranza rispetto al resto del Paese, ma per attivare politiche economiche fortemente competitive verso aree limitrofe a specifi cità ridotta. E’ necessario perciò rivedere queste discrasie. Se il modo scelto dalle popolazioni di confi ne è il passaggio alla Provincia o Regione vicina, non bastando più neanche l’elemosina del Fondo Brancher, la Lega Nord appoggia la loro scelta ed oggi conferiamo alla Giunta un mandato forte per portare a Roma le istanze di queste genti di montagna. La subalternità rispetto alle Autonomie speciali e le ingiustizie quotidiane che gli abitanti della nostra montagna vivono sulla propria pelle, devono trovare una risposta e una soluzione anche da parte del Veneto. Ben si comprende quindi la loro voglia di passare dall’altra parte, una scelta che per le 16 comunità referendarie signifi cherebbe più risorse, più agevolazioni, meno imposte locali. C’è sicura-mente una ragione culturale ma anche una economica che non è meno importante. Come Lega, pur non contenti che i confi ni territoriali si sfaldino, siamo convinti che questa causa referendaria porterà a Roma il dibattito sulla necessità di autonomia di tutto il Veneto, regione che versa 17 miliardi di residuo fi scale l’anno ma che è ultima in Italia per trasferimenti statali pro-capite”.

Federico Caner, Lega Nord “le risorse Di Bolzano attraggono le nostre azienDe oltre confine”Giancarlo Galan, nel 2005 non l’aveva presa bene la decisione di

Lamon di staccarsi dal Veneto. L’allora governatore del Veneto era arrivato a scontrarsi con la sua stessa Giunta. A minacciare le di-

missioni, per giunta. Con veemenza si era scagliato contro il parere favo-revole espresso della Commissione bicamerale per le questioni regionali al disegno di legge costituzionale sul distacco del piccolo comune bellu-nese dalla Regione del Veneto. “Se il Parlamento dovesse approvare il provvedimento legislativo con il quale si consentirà l’effettivo distacco di Lamon dal Veneto, la Regione – spiegava Galan - impugnerà la legge di fronte alla Corte Costituzionale e questo perché, in buona sostanza, noi riterremmo il provvedimento basato sulla più plateale violazione delle regole costituzionali che disciplinano la distribuzione delle risorse nell’ambito della Repubblica”. Come andò lo sappiamo tutti, lo scorso settembre (dopo sette anni dal referendum) la Camera ha rinviato in commissione la proposta di legge costituzionale per il passaggio del comune dalla provincia di Belluno a quella di Trento. Il Governo della crisi sollevò dubbi sulla copertura economica dell’operazione e al piccolo comune diventato famoso, oltre che per i fagioli, per essere stato il primo fra i comuni bellunesi a percorrere la strada del referendum, non è rimasto altro che vedere andare in fumo ogni aspirazione separati-sta. La strada però era aperta e con il governo regionale sensibile al secessionismo deve essere parsa addirittura quasi in discesa. Del resto il tema delle risorse per i comuni di montagna della provincia bellunese è un tema di sopravvivenza che da sui nervi appena guardano oltre il confi ne regionale. Le stesse pietre e le stesse diffi coltà, infatti, ottengo-no ben altra considerazione nelle vezzeggiate province autonome di Trento e di Bolzano dove la maggiore disponibilità di risorse e contributi, garantiti costituzionalmente, consente alla popolazione di montagna l’erogazione di quei servizi pubblici oggi indispensabili per mantenere vive le loro comunità. Su questo punto ogni volta si apre il dibattitto se sia ancora necessario mantenere immutate le prerogative speciali di cui godono Valle d’Aosta, Sardegna, Sicilia, Trentino-Alto Adige e Friuli ma in mancanza di risposte convincenti (non c’è stato altro oltre al parziale recupero delle Regioni a statuto ordinario consentito dalla modifi ca del Titolo V della Costituzione che ormai risale al 2001) rimangono comun-que in molti a volerne benefi ciare. Lamon non è stato l’unico. Lo scorso mese Rocca Pietore, Canale D’Agordo, Cesiomaggiore, Falcade, Feltre, Gosaldo e Arsiè hanno aperto i seggi per consentire una consultazione referendaria tra i propri cittadini, sull’opportunità di cambiare provincia e passare al trentino. Ma non c’è stato un plebiscito. Tutt’altro: in nes-suno dei comuni al voto è stato raggiunto il quorum. Un peccato per il governatore Luca Zaia che invece aveva sperato in una partecipazione molto forte e suffi cientemente agguerrita da richiamare sull’argomento l’attenzione del Governo, ammesso che ce ne sarà uno. L’occasione, tut-tavia, è stato presa come una palla al balzo dal Consiglio Regionale che ha portato al voto, poi approvata, una risoluzione con la quale è stato chiesto l’impegno della Giunta regionale ad “attivarsi presso il Governo

e il Parlamento affi nché la Regione Veneto ottenga quelle prerogative necessarie ad attuare adeguate e più effi caci politiche perequative a favore dei territori di confi ne, al fi ne di ridurre le attuali differenze con Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia e arrestare così l’emorragia delle comunità venete”. Nella stessa occasione, inoltre, la Giunta è stata invitata ad attivarsi presso il Parlamento nazionale affi nché sia possibile procedere, come stabilito dall’articolo 132 della Costituzione, all’esame e all’approvazione di una legge che defi nisca il passaggio dei Comuni di Lamon, Sovramonte, Asiago, Conco, Enego, Foza, Gallio, Lusiana, Roana, Rotzo, Cortina d’Ampezzo, Colle Santa Lucia, Livinallongo del Col di Lana e Pedemonte dal Veneto al Trentino Alto Adige, accogliendo così la richiesta inequivocabile delle popolazioni locali. Avvincente è stato il dibattito tra gli scranni di Palazzo Ferro Fini. Il capogruppo leghista Federico Caner ha osservato che le motivazioni che hanno spinto al referendum i Comuni, in prevalenza bellunesi, sono di ordine culturale - identitario ma anche economico. Secondo Sergio Reolon del Partito Democratico al centro dell’attenzione sarebbe dovuta essere posta l’in-tera questione alpina perché i referendum sono stati una scelta di so-pravvivenza di una montagna veneta altrimenti destinata ad una morte annunciata. A suo giudizio il vero obiettivo è realizzare il rafforzamento dell’autonomia delle province montane così come stabilito dall’art. 15 del nuovo Statuto veneto. Per Pietrangelo Pettenò della Federazione della Sinistra e fi rmatario di uno dei documenti in discussione la politica delLA Regione Veneto, dal 2005 non ha saputo dare risposte convincen-ti. “Non serve - ha detto - inseguire il mito della Provincia di Belluno, ma decentrare agli enti locali di tutta le zone montane competenze e risorse affi nché possano garantire servizi essenziali in sanità e nell’istruzione”. Secondo il vicepresidente leghista del Consiglio Matteo Toscani non si può dire di no alla volontà liberamente espressa dai cittadini dei Comuni che hanno organizzato i referendum, recuperare il tempo perduto e dare attuazione allo Statuto. Antonino Pipitone di Italia dei Valori ha invitato ad analizzare il fenomeno dei referendum osservando inoltre che non è normale per una Regione accettare l’amputazione del proprio territorio. Le disparità con le Regioni limitrofe sono indubbie - ha concluso - l’as-semblea veneta deve, quindi, legiferare per dare le giuste risposte alla montagna a partire dal bilancio di previsione 2013. Stefano Fracasso del Pd ha ribadito che l’obiettivo deve essere l’autonomia differenziata per la montagna previsti dalla Costituzione e dallo Statuto veneto per garantire i servizi ai cittadini di queste aree. Mariangelo Foggiato di Unione Nordest invece si è detto convinto che qualsiasi documento non servirà a nulla. “Passando la palla al Parlamento nazionale - ha conclu-so - il Parlamento veneto abdica al proprio diritto-dovere di legiferare in queste materie”.

di Fortunato Marinata

Enti locali Niente quorum a Rocca Pietore, Canale, Cesiomaggiore, Falcade, Feltre, Gosaldo e Arsiè

Comuni in fuga verso le province autonome Il referendum dei comuni bellunesi è fallito ma la Regione incalza il Governo per l’autonomia fi scale, amministrativa e legislativa

“Qualsiasi documento non servirà a nulla. Passando la palla al Parlamento nazionale il Parlamento veneto abdica al proprio diritto-dovere di legiferare in queste materie”.

la regione ha aBDicato al parlamento

“Non serve - ha detto - inseguire il mito della Provincia di Bel-luno, ma decentrare agli enti locali di tutta le zone montane competenze e risorse affi nché possano garantire servizi es-

senziali in Sanità e nell’Istruzione”.

“occorre Decentrare alle zone montane competenze e risorse”

Mariangelo Foggiato, unione Nordest

Pietrangelo Pettenò

Pietrangelo Pettenò, Federazione della Sinistra

Dario Bond

Mariangelo Foggiato

Federico Caner

“La Lega Nord ha fatto bene a chiedere la convocazione straordi-naria del Consiglio Regionale. Se non lo avesse fatto, i Comu-ni referendari sarebbero ancora in attesa, e chissà per quanto

tempo ancora, di una risposta. Il Consiglio non può che scusarsi per gli anni trascorsi senza affrontare lo scottante argomento. Tuttavia, la risoluzione della Lega Nord approvata, seppur tardivamente, è un capitolo importante nel rapporto tra Regione e territorio. Il Veneto ha fatto la sua parte, ha adempiuto al suo dovere: ora Governo e Parlamento non avranno ulteriori alibi per tenere bloccate le aspettative di migliaia di cittadini espresse con regolari e partecipati referendum consultivi.

I temi della parità di condizioni delle Regioni, con il ‘livellamento’ verso l’alto della caren-za di risorse della nostra Regione e l’applicazione dell’art. 15 dello Statuto per la provincia di Belluno e la montagna veneta, sono oltremodo attuali e sentiti.

Matteo Toscani, Lega Nord“il Veneto ha fatto la sua parte, il parlamento non ha piÙ aliBi”

Matteo Toscani

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41Cultura veneta 17Cultura veneta

La mostra “Fortuny e Wagner. Il wagneri-smo nelle arti visive in Italia” a Venezia presso Palazzo Fortuny fi no all’8 aprile

onora il bicentenario della nascita di Richard Wagner (Lipsia 1813 – Venezia 1883) par-tendo da una constatazione di base: in Italia, terra della musica lirica e di Giuseppe Verdi, è esistita un’infl uenza tra la fi ne dell’800 e l’inizio del ‘900 del wagnerismo nelle arti visive. Il luogo scelto per dimostrare tale tesi è la dimora di Mariano Fortuny che in questi anni ha unito, in numerose mostre, contem-poraneità con ambiti del Simbolismo e del Liberty. Anche in questa esposizione si posso-no scorgere lavori di Antoni Tàpies, Bill Viola, Anselm Kiefer e Joan Brossa ma in tale sede non sono il soggetto principale. Infatti le oltre 150 opere, composte da dipinti, sculture, di-segni, incisioni, cartoline, illustrazioni, riviste e libri evidenziano la vasta diffusione in Europa, tra Simbolismo e Art Nouveau, di tematiche quali per esempio Parsifal, Sigfrido, Tristano, le valchirie e le così chiamate fanciulle-fi ore.

Un fascino che partì dal movimento del Ro-manticismo e soprattutto dalle sinfonie di Wagner. Una continua evocazione a vari livelli visivi, che tramite un’iconografi a istituzionale e una compenetrazione di diversi signifi cati ha trovato un’assimilazione in fasi artistiche, quali il movimento culturale simbolista e del Jugendstil. In questo periodo pervade dunque una sensualità musicale che coglie le remote radici dell’essere. Ecco che Mariano Fortuny (Granada 1871 – Venezia 1949), a livello postumo come anni del suo agire, trova in tut-te queste infl uenze una base di partenza, per elaborare nel suo cammino artistico un ciclo di lavori prettamente wagneriani. Come un predestinato, quando Wagner morì a Venezia il 13 febbraio 1883, Mariano all’età di dodi-ci anni era con Giovanni Boldini a Parigi che poneva le basi a quei semi di passione per il teatro e per le scenografi e che si svilupperan-

di Alain Chivilò

In Italia, terra della musica lirica e di Giuseppe Verdi, è esistita un’infl uenza tra la fi ne dell’800 e l’inizio del ‘900 del wagnerismo nelle arti visive

Grandi mostre A Palazzo Fortuny fi no all’8 aprile

L’infl uenza di Wagner ante e post mortem nelle arti tra ‘800 e ‘900

In mostra i lavori di Antoni Tàpies, Bill Viola, Anselm Kiefer e Joan Brossa

no successivamente in abbinamento ad altre arti. Fu l’incisore e scultore spagnolo Rogelio de Egusquiza a trasmettere al giovane l’ado-razione per la musica di Wagner, prendendo corpo nell’ultimo decennio dell’ottocento con i viaggi a Monaco di Baviera e Bayreuth. I primi lavori di Mariano abbandonano dunque l’acca-demismo iniziale per entrare in area simboli-sta associando luoghi e personaggi del compo-sitore tedesco. Ulteriori disamine lo conducono a elaborare la “Cupola”, ossia una nuova con-cezione dell’illuminazione scenica che innova i fondali dipinti che campeggiavano nei teatri dell’epoca. Così affermava: “Tutto quello che vidi e sentii, mi accese maggiormente nel desiderio di realizzare nuovi mezzi, forme e nuovi aspetti per accrescere gli effetti generali del teatro. Ricordo ancora qualche particolare della scena dell’Oro del Reno che scontentava la mia fantasia giovanile. L’effetto del fi ume in lontananza mancava di effi cacia per un gioco di luce non bella”. Dunque Palazzo Fortuny, visitabile nella sua completa interezza data dalle stanze aperte, crea percorsi di dialogo tra le opere di Mariano e altri artisti quali per esempio Eugenio Prati, Adolfo Wildt, Gaetano Previati e Lionello Balestrieri. Un’esposizione complessa ma godibile, che permette d’inizia-re una disamina di quel percorso dell’Ottocen-to che ha trovato nei primi decenni del secolo successivo elementi d’infl uenza e di rimandi.

Alcune opere presenti alla mostra

60 giorni

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15Cultura veneta

di Vesna Maria Brocca

Forti del successo delle precedenti edizioni ritorna-no, dal 5 al 26 marzo, gli appuntamenti con “La Regione del Veneto per il Cinema di Qualità – La

Regione ti porta al cinema con due euro - I martedì al Cinema”. L’iniziativa coinvolge tutti i martedì (5, 12, 19, 26) di marzo delle provincie venete che ospiteranno nelle 14 sale d’essai aderenti dislocate sul territorio Veneto, proiezioni di pellicole molto spesso alternative ai circuiti commerciali, con produzioni indipendenti, distribuite con diffi coltà ma di grande qualità artistica. Per promuovere il cinema d’autore, il costo del biglietto, volutamente contenuto, è di due euro. Le sale cinematografi che che aderiscono al progetto sono: Cinema Italia a Belluno; Multisala PortoAstra e Lux a Padova; Multisala Cinergia a Rovigo e Multisala Politeama a Badia Polesine; Multisala Corso a Treviso, Multisala Italia a Montebelluna e Cinema Cristallo a Oderzo; Cinema Dante a Mestre, Cinema Teatro Mirano a Mirano e Multisala Verdi a Cavarzere; Ci-nema Alcione a Verona; Cinema Araceli a Vicenza e Multisala Me-tropolis a Bassano del Grappa. Non è possibile conoscere con anticipo i fi lm che saranno in programmazione; a tal

riguardo, però, si può accedere al link www.spettacolo-veneto.it/cinema, cliccare sul banner de “I martedì al Cinema” e accedere, in questo modo, alle pagine che

riportano la programmazione delle sale. L’aggiornamento viene fatto entro il giovedì che precede il mar-tedì di proiezione. La promozione è aperta a tutti. Rimanendo ancora in tema di cinema, ricordiamo che ormai è alle porte la quarta edizio-

ne del Vittorio Veneto Film Festival (Teens and Kids Inter-national Film Festival), che si terrà dal 17 al 20 aprile.

Organizzato dall’associazione no profi t “400colpi”, si rivolge ad una fascia d’età compresa fra gli 8 e i 21 anni e agli studenti universitari. Il festival si presenta organiz-zato in sezioni diverse e autonome. 1.000 ragazzi della giuria, provenienti dall’Italia e dall’estero, condivideranno quattro giornate immersi nel mondo del cinema, visionan-do 15 lungometraggi nazionali ed internazionali. Novità di quest’anno è la giuria degli “+Alti”, composta cioè da giurati tra i 28 e i 100 anni e che avrà il compito di premiare il miglior fi lm tra quelli loro proposti. Info: www.vittoriofi lmfestival.com

Coinvolte tutte le province venete con una programmazione distribuita su 14 sale per tutto il mese di marzo

Iniziativa della Regione I martedì al Cinema dal costo del biglietto volutamente contenuto

Due euro per il cinema d’autore

La città di Treviso, dal 21 aprile al 30 giugno, dedica al Mae-stro Carmelo Zotti (Trieste 1933- Treviso 2007) una mostra antologica, nell’anno in cui avrebbe compiuto ottant’anni.

Si tratta della ricomposizione di un universo intimo di fi gure, gesti, colloqui. Una cinquantina di opere su tela e carta, di in-gente mole e di complessa, variegata narratività che troveranno momentanea casa al Museo civico di Santa Caterina. Si tratta di un percorso che unisce gli echi espressionistici nei ritratti dei primi anni Cinquanta alla narrazione fi tta di geometrie dense di fi gurativismo e colore, per giungere negli anni Settanta alla ma-turazione dei simboli-marchio della sua poetica, forti di campiture di acceso cromatismo. Del successivo ventennio, fi no agli esordi del Duemila, verrà esposta una selezione di tele tra le più intime e enigmatiche della sua opera, incentrate sul dialogo/gesto tra fi gure, ossessione e meraviglia di tutta la vita. Nella Galleria del Liceo Artistico di Treviso, affacciato sulla piazzetta del Museo, dal 3 al 25 maggio 2013, inoltre, verrà esposta una sezione di opere su carta: una trentina di lavori di piccolo formato insieme alla grande carta “Figure e putto” del 1986 (151x273 cm.).

a treViso

omaggio a carmelo zotti

Per conoscere i fi lm in proiezione accedere al link www.spettacolo-veneto.it/cinema

Dal 17 al 20 aprile si terrà il Vittorio Veneto Film Festival. 1.000 ragazzi in giuria

42 Cultura veneta

L’ipovisione è una condizione di acutezza visiva molto limitata che ha notevoli conseguenze sulla vita quotidianaduce, mediante trattamento chi-rurgico (il più comune è detto ‘trabulectomia’).BIBLIOGRAFIA: Wikipedia

Valentino Micaglio

OTTICA MICAGLIO NOALE >[email protected]<

IpovisioneL’OTTICO

MESSAGGIO PUBBLICITARIO

DOTT. VALERIO CREPALDI Ospedale S.Antonio Padova [email protected]’occhio ha la necessità di essere regolarmente e suffi cientemente lubrifi cato. Perché ciò avvenga è necessario che vi sia un normale quantitativo di lacrime che ad ogni chiusura di palpebre viene distribuito sulla superfi cie oculare. Questo equilibrio fra produzione, distribuzione e smaltimento del “fi lm” lacrimale può rompersi e causare non pochi disturbi. Genericamente possiamo defi nire questa patologia come “occhio secco” dove si ha un danno a carico della superfi cie oculare per scarsa produzione di lacrime o per aumentata evaporazione delle stesse per perdita della sua componente acquosa. Spesso le due forme coesistono tra di loro rendendo diffi cile la diagnosi. E’ frequente e conosciuta l’associazione tra occhio secco e malattie autoimmuni reumatologiche più frequenti nei giovani e nelle femmine; in questo gruppo, tra i quadri più gravi, ricordiamo la sindrome di Sjogren caratterizzata da artrite, secchezza della bocca, del naso e dell’occhio. Altro fattore importante che causa occhio secco per riduzione della secrezione lacrimale è l’invecchiamento: sopra i 60 anni è quasi nella norma soffrire per un defi cit della secrezione lacrimale. E’ alta l’incidenza del disturbo nelle donne che raggiungono l’età della menopausa per modifi cazioni indotte dalle condizioni ormonali caratteristiche di questo periodo della vita di una donna. Spesso sono le condizioni ambientali che ogni giorno ci circondano che determinano defi cit della parte acquosa del fi lm lacrimale. Pensiamo all’uso della aria condizionata in auto o nell’ambiente di lavoro o in casa. In queste situazioni l’evaporazione della parte acquosa aumenta considerevolmente. Ruolo importante gioca anche l’inquinamento atmosferico, sia ambientale che nel posto di lavoro, che porta l’occhio a contatto con sostanze irritanti responsabili di patologie acute che possono anche cronicizzare. La scarsa lacrimazione interessa chi sta molto tempo davanti al videoterminale. In questo caso si verifi ca un aumento dell’evaporazione lacrimale per scarso ammiccamento. Non va sottovalutata la secchezza oculare legata ad assunzione di farmaci per via sistemica come certi antiipertensivi, diuretici, miorilassanti, ansiolitici. Inoltre, alcune patologie della superfi cie oculare sono responsabili di occhio secco, come ad esempio le blefariti (infi ammazioni del bordo palpebrale), in cui si ha produzione di secrezione lipidica (grassa) che altera il fi lm lacrimale, o le congiuntiviti allergiche, o le infi ammazioni da virus della cornea o della congiuntiva. L’ occhio secco può manifestarsi per uso improprio delle lenti a contatto quando queste sono indossate per troppe ore o quando ci si ostina al loro utilizzo in mancanza di un fi lm lacrimale abbondante. I sintomi da occhio secco classici sono sensazione da corpo estraneo, palpebre pesanti, bruciore, a volte prurito con diminuzione del visus. All’inizio i sintomi sono poco apparenti ed il paziente spesso li trascura. Se la patologia peggiora, il sintomo più importante è il dolore, per l’ insorgere di una cheratite. In questo caso si ha un rifl esso associato di lacrimazione creando un apparente controsenso nella diagnosi.

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La terapia dell’ occhio secco nonostante la presenza in commercio di oltre 100 tipi di lacrime artifi ciali è sconfortante. Le lacrime cercano di ristabilire un normale fi lm lacrimale attenuando la sintomatologia. L’instillazione delle gocce può variare dalle 4 volte al giorno, nei casi cronici, ad una instillazione ogni ora, nei casi acuti. Nei pazienti gravi si può ricorrere alla chirurgia con l’occlusione dei puntini lacrimali che sono le normali vie di scarico per le lacrime. Si può ricorrere anche a farmaci per via orale contenenti aminoacidi e acidi grassi insaturi in grado di migliorare la sintomatologia.

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43I nostri esperti

a confermare la percezione di se stesso. Per fare un esempio, supponiamo di percepire noi stessi come persone estroverse e di essere inviatati a una festa: tenderemo a dimostrarci socievoli e aperti, così da confermare l’immagine che abbiamo di noi. Se notiamo un’incongruenza tra il sé percepito e un’esperienza reale, possiamo attivare meccanismi di difesa, come la negazione dell’accaduto.L’autostima è un costrutto complesso, che coinvolge l’emotività, le relazioni interpersonali, il vissuto corporeo, la propria capacità di intervenire nell’ambiente circostante, il successo scolastico e lavorativo, la vita familiare.Il modo in cui valutiamo noi stessi si basa sull’assegnazione di attributi da parte degli altri, sull’identifi cazione di attributi tramite il confronto con persone che giudichiamo simili a noi, e sull’auto-osservazione.L’autostima si forma fi n da piccoli, in base alle esperienze vissute, e a come gli altri, genitori in primis, hanno risposto ai nostri successi e insuccessi. Persone con buona autostima, infatti, hanno spesso avuto genitori accoglienti, che mettevano il bambino a confronto con compiti stimolanti, ma alla sua portata; genitori in grado di valorizzare i risultati positivi, e di non stigmatizzare gli errori.Persone con bassa autostima, invece, hanno spesso avuto genitori con aspettative troppo elevate, che portano il bambino a confrontarsi con compiti troppo complessi, aumentando così le probabilità di errori e insuccessi.Chi ha una buona autostima, non ha il timore di sbagliare, poiché è sicuro delle proprie qualità, indipendentemente dal risultato. Chi, invece, ha problemi di autostima, tende a vedere l’errore come la dimostrazione delle proprie incapacità: ciò attiva un circolo vizioso, per cui la persona tende a evitare compiti, esperienze, relazioni.Un ambiente familiare che trasmette calore, gradimento e accettazione è la base per lo sviluppo della stima in se stessi. L’autostima non è statica, ma può cambiare anche attraverso un percorso personale, che porta a concentrarsi sulle proprie emozioni, percezioni, valori. Spesso siamo insoddisfatti perché cerchiamo di essere ciò che vogliono gli altri, e non ciò che desideriamo noi.

DOTT. LARA TASSO - Psicologo del Lavoro – Tel. 3381151335 – e-mail: lara.

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L’autostimaPSICOLOGIA DEL LAVORO

Dott. Lara Tasso

L’autostima può essere defi nita come l’amore che abbiamo per noi stessi, e deriva dal confronto tra i successi ottenuti e le aspettative corrispondenti (James, 1890).Rogers (1951), sostiene che l’autostima consiste nel bisogno di essere considerati positivamente, e si concretizza nell’autorealizzazione, in contrapposizione all’insicurezza. L’autostima deriva dal confronto tra il sé ideale e il sé percepito. Il primo si riferisce a come una persona vorrebbe essere, mentre il secondo è come la persona pensa di essere. Negli individui con bassa autostima si riscontra una notevole distanza tra il sé ideale e quello percepito. Ognuno di noi cerca di comportarsi in maniera coerente con il proprio concetto di sé, e cerca di indurre gli altri

DOTT. VALERIO CREPALDI Ospedale S.Antonio Padova [email protected]’occhio ha la necessità di essere regolarmente e suffi cientemente lubrifi cato. Perché ciò avvenga è necessario che vi sia un normale quantitativo di lacrime che ad ogni chiusura di palpebre viene distribuito sulla superfi cie oculare. Questo equilibrio fra produzione, distribuzione e smaltimento del “fi lm” lacrimale può rompersi e causare non pochi disturbi. Genericamente possiamo defi nire questa patologia come “occhio secco” dove si ha un danno a carico della superfi cie oculare per scarsa produzione di lacrime o per aumentata evaporazione delle stesse per perdita della sua componente acquosa. Spesso le due forme coesistono tra di loro rendendo diffi cile la diagnosi. E’ frequente e conosciuta l’associazione tra occhio secco e malattie autoimmuni reumatologiche più frequenti nei giovani e nelle femmine; in questo gruppo, tra i quadri più gravi, ricordiamo la sindrome di Sjogren caratterizzata da artrite, secchezza della bocca, del naso e dell’occhio. Altro fattore importante che causa occhio secco per riduzione della secrezione lacrimale è l’invecchiamento: sopra i 60 anni è quasi nella norma soffrire per un defi cit della secrezione lacrimale. E’ alta l’incidenza del disturbo nelle donne che raggiungono l’età della menopausa per modifi cazioni indotte dalle condizioni ormonali caratteristiche di questo periodo della vita di una donna. Spesso sono le condizioni ambientali che ogni giorno ci circondano che determinano defi cit della parte acquosa del fi lm lacrimale. Pensiamo all’uso della aria condizionata in auto o nell’ambiente di lavoro o in casa. In queste situazioni l’evaporazione della parte acquosa aumenta considerevolmente. Ruolo importante gioca anche l’inquinamento atmosferico, sia ambientale che nel posto di lavoro, che porta l’occhio a contatto con sostanze irritanti responsabili di patologie acute che possono anche cronicizzare. La scarsa lacrimazione interessa chi sta molto tempo davanti al videoterminale. In questo caso si verifi ca un aumento dell’evaporazione lacrimale per scarso ammiccamento. Non va sottovalutata la secchezza oculare legata ad assunzione di farmaci per via sistemica come certi antiipertensivi, diuretici, miorilassanti, ansiolitici. Inoltre, alcune patologie della superfi cie oculare sono responsabili di occhio secco, come ad esempio le blefariti (infi ammazioni del bordo palpebrale), in cui si ha produzione di secrezione lipidica (grassa) che altera il fi lm lacrimale, o le congiuntiviti allergiche, o le infi ammazioni da virus della cornea o della congiuntiva. L’ occhio secco può manifestarsi per uso improprio delle lenti a contatto quando queste sono indossate per troppe ore o quando ci si ostina al loro utilizzo in mancanza di un fi lm lacrimale abbondante. I sintomi da occhio secco classici sono sensazione da corpo estraneo, palpebre pesanti, bruciore, a volte prurito con diminuzione del visus. All’inizio i sintomi sono poco apparenti ed il paziente spesso li trascura. Se la patologia peggiora, il sintomo più importante è il dolore, per l’ insorgere di una cheratite. In questo caso si ha un rifl esso associato di lacrimazione creando un apparente controsenso nella diagnosi.

Occhio seccoL’OCULISTA

La terapia dell’ occhio secco nonostante la presenza in commercio di oltre 100 tipi di lacrime artifi ciali è sconfortante. Le lacrime cercano di ristabilire un normale fi lm lacrimale attenuando la sintomatologia. L’instillazione delle gocce può variare dalle 4 volte al giorno, nei casi cronici, ad una instillazione ogni ora, nei casi acuti. Nei pazienti gravi si può ricorrere alla chirurgia con l’occlusione dei puntini lacrimali che sono le normali vie di scarico per le lacrime. Si può ricorrere anche a farmaci per via orale contenenti aminoacidi e acidi grassi insaturi in grado di migliorare la sintomatologia.

L’ipovisione è una condizione di acutezza visiva molto limitata che ha notevoli conseguenze sulla vita quotidianaduce, mediante trattamento chi-rurgico (il più comune è detto ‘trabulectomia’).BIBLIOGRAFIA: Wikipedia

Valentino Micaglio

OTTICA MICAGLIO NOALE >[email protected]<

IpovisioneL’OTTICO

MESSAGGIO PUBBLICITARIO

DOTT. VALERIO CREPALDI Ospedale S.Antonio Padova [email protected]’occhio ha la necessità di essere regolarmente e suffi cientemente lubrifi cato. Perché ciò avvenga è necessario che vi sia un normale quantitativo di lacrime che ad ogni chiusura di palpebre viene distribuito sulla superfi cie oculare. Questo equilibrio fra produzione, distribuzione e smaltimento del “fi lm” lacrimale può rompersi e causare non pochi disturbi. Genericamente possiamo defi nire questa patologia come “occhio secco” dove si ha un danno a carico della superfi cie oculare per scarsa produzione di lacrime o per aumentata evaporazione delle stesse per perdita della sua componente acquosa. Spesso le due forme coesistono tra di loro rendendo diffi cile la diagnosi. E’ frequente e conosciuta l’associazione tra occhio secco e malattie autoimmuni reumatologiche più frequenti nei giovani e nelle femmine; in questo gruppo, tra i quadri più gravi, ricordiamo la sindrome di Sjogren caratterizzata da artrite, secchezza della bocca, del naso e dell’occhio. Altro fattore importante che causa occhio secco per riduzione della secrezione lacrimale è l’invecchiamento: sopra i 60 anni è quasi nella norma soffrire per un defi cit della secrezione lacrimale. E’ alta l’incidenza del disturbo nelle donne che raggiungono l’età della menopausa per modifi cazioni indotte dalle condizioni ormonali caratteristiche di questo periodo della vita di una donna. Spesso sono le condizioni ambientali che ogni giorno ci circondano che determinano defi cit della parte acquosa del fi lm lacrimale. Pensiamo all’uso della aria condizionata in auto o nell’ambiente di lavoro o in casa. In queste situazioni l’evaporazione della parte acquosa aumenta considerevolmente. Ruolo importante gioca anche l’inquinamento atmosferico, sia ambientale che nel posto di lavoro, che porta l’occhio a contatto con sostanze irritanti responsabili di patologie acute che possono anche cronicizzare. La scarsa lacrimazione interessa chi sta molto tempo davanti al videoterminale. In questo caso si verifi ca un aumento dell’evaporazione lacrimale per scarso ammiccamento. Non va sottovalutata la secchezza oculare legata ad assunzione di farmaci per via sistemica come certi antiipertensivi, diuretici, miorilassanti, ansiolitici. Inoltre, alcune patologie della superfi cie oculare sono responsabili di occhio secco, come ad esempio le blefariti (infi ammazioni del bordo palpebrale), in cui si ha produzione di secrezione lipidica (grassa) che altera il fi lm lacrimale, o le congiuntiviti allergiche, o le infi ammazioni da virus della cornea o della congiuntiva. L’ occhio secco può manifestarsi per uso improprio delle lenti a contatto quando queste sono indossate per troppe ore o quando ci si ostina al loro utilizzo in mancanza di un fi lm lacrimale abbondante. I sintomi da occhio secco classici sono sensazione da corpo estraneo, palpebre pesanti, bruciore, a volte prurito con diminuzione del visus. All’inizio i sintomi sono poco apparenti ed il paziente spesso li trascura. Se la patologia peggiora, il sintomo più importante è il dolore, per l’ insorgere di una cheratite. In questo caso si ha un rifl esso associato di lacrimazione creando un apparente controsenso nella diagnosi.

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Page 45: La Piazza del Delta - 2013feb n16

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ESECUZIONE METTERE CON UN GIORNO DI ANTICIPO LA CARNE DI ASINELLO A BAGNO CON LE VERDURE, IL LAURO, IL PEPE IN GRANI E IL GINEPRO CON 3/4 DEL VINO. TENERE IN FRESCO PER 12 ORE. IL GIORNO DOPO, IN UNA CASSERUOLA METTERE 150 GR. DI BURRO E LE VERDURE DELLA MARINATA, FARE ROSOLARE E AGGIUNGERE LA CARNE. CONTINUARE A CUOCERE PER QUALCHE MINUTO E VERSARE IL VINO DELLA MARINATURA, FARE EVAPORARE E AGGIUNGERE 1 LITRO DI ACQUA, FARE CUOCERE A FUOCO MOLTO LENTO PER 5 ORE AGGIUNGENDO ACQUA SE NECESSARIO. METTERE IL RESTANTE VINO IN UNA CASSERUOLA ALTA DI RAME E FARE RIDURRE DI 2/3, AGGIUNGERE BRODO E ADDENSARE CON UN CUCCHIAIO DI ROUX. CUOCERE LE LASAGNE E DISPORLE SU UNA TOVAGLIA, PREPARARE DEI CANNELLONCINI CON LO STRACOTTO DOPO AVERLO MESCOLATO CON BUONA ENERGIA PER RIDURLO A UNA CREMA, MONTARE 150 GR. DI BURRO FUSO CON POCO BRODO E SE NECESSARIO LEGARE CON POCHISSIMO ROUX. SCALDARE I CANNELLONCINI A VAPORE NAPPARLI CON IL BURRO MONTATO, DECORARE CON LA SALSA AL VINO E SPOLVERIZZARE CON TIMO TRITATO.

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Elettro - Sidi’s si amplia e cambia sede. Il nuovo negozio di ben 500 metri quadrati, nel suo venticinquesimo di attivi-tà, passa dal palazzo di vetro di via Lupati al nuovissimo edificio di Monsignor Pozza-to, quasi difronte al comando della compagnia Carabinie-ri di Adria, sulla provinciale che porta al mare. Il motivo di questa scelta lo spiega Sil-vano Nonnato, che in società con il cognato Renzo Finotto, gestisce l’importante azien-da in cui lavorano Lorenzo, figlio di Renzo e l’impiegata Romina Crivellari. “Abbia-mo deciso di ampliarci per due motivo- racconta Silva-no- il primo per rendere visi-bile tutta la vastissima scelta dei nostri articoli, il secondo perché in un clima di crisi c’è bisogno di investire guar-dando con fiducia al futuro”. Elettro-Sidi’s fa parte di Pro-fessional Group, un gruppo di acquisto specializzato in elettronica, proponendo quin-

di una vastissima gamma di accessori e ricambi per tivù, elettrodomestici, antennistica quale rivenditore Televes, ot-timo in qualità e prezzo e mi-nuteria elettronica. Oltre ad essere rivenditore di Midland, azienda specializzata in rice-trasmettitori, Elettro-Sidi’s è altresì Sky service per la pro-vincia di Rovigo, motivo di allora abbonarsi con le nuo-ve proposte che partono ora in concomitanza delle gare

dei bolidi di Formula Uno. “Siamo rivenditori specializ-zati anche in sistemi di video sorveglianza e antifurto e pro-prio in questo periodo, sino a giugno - sottolinea Lorenzo Finotto- con l’acqusito si può detrarre addirittura il 50%”. Ma Elettro-Sidi’s, attraverso la Tooway, è pure rivendito-re di impianti satellitari della nota azienda Fracarro per l’u-tilizzo di internet e ricezione via satellite. Vasta la gamma

anche degli impianti di con-dizionamento e qui Elettro-Sidi’s è distributore di Mitsu-bischi Electric. In momenti di risparmi, quello energetico è senza dubbio tra i più richie-sti e qui ad Elettro-Sidi’si possiamo trovare ogni tipo di lampadine a led dove è mag-giore la resa in luce, maggiore è il risparmio di energia ed è lunghissima la durata di vita della lampada. Il taglio del na-stro per l’inaugurazione della

nuova sede è avvenuto alla presenza del primo cittadino Massimo Barbujani che non ha voluto mancare, nonostan-te i vari impegni istituzionali. Il sindaco, nel suo intervento, si è vivamente congratulato con i proprietari, presenti ad Adria sin dal 1987 e che, in momenti come questi, han-no scelto coraggiosamente di ampliarsi ed investire sul ter-ritorio, auguarando loro ogni meritato successo.

Messaggio pubbliredazionale

ADRIA: NUOVA SEDE DI ELETTRO SIDI’S

Nelle foto: I proprietari dell’azienda adriese Elettro- Sidi’s e l’interno della ditta

Page 46: La Piazza del Delta - 2013feb n16

46 Oroscopo

BILANCIADAL 2 3/09AL 22/10FASCINO IL SENTIMENTO

DOMINA IL RAPPORTO DI COPPIA E VI FA RAGGIUNGERE

CIELI ALTI. UN PO’ MENO ENTUSIAS-MANTE L’EROS · SALUTE ATTENZIONE PERCHÈ I JEANS SI FANNO PIÙ STRETTI! SIETE ATTIRATI TROPPO DALLA TAVOLA E POCO DALLA PALESTRA. FORZA!

SCORPIONEDAL 23/10AL 22/11FASCINO TER-

REMOTI AFFETTIVI IN VISTA NEL RAPPORTO

DI COPPIA PIÙ CONSOLIDATO. PER CHI È SINGLE INTIMITÀ VULCANICA · SALUTE E’ UN TEMPO ENERGICO QUELLO CHE STATE VIVENDO E SE SAPRETE APPROFIT-TARNE VI TROVERÀ TONICHE, CARICHE, IPERATTIVE

SAGITTARIODAL 23/11AL 21/12

FASCINO DIALOGO E TE-NEREZZA SOSTITUISCONO I BRIVIDI CHE VI MANCANO

TANTO. STUZZICATE UN CON LA PRIMAVERA POTRESTE ANDARE INCONTRO AD ALLERGIE E PROBLEMI RES-PIRATORI. DEBOLEZZA GENERALIZZATA

CAPRICORNODAL 22/12AL 20/01FASCINO LA GELO-SIA È SPESSO CAT-TIVA CONSIGLIERA.

MODERATE I SOSPETTI E GODETEVI INVECE UN’INTIMITÀ PEPA-TISSIMA · SALUTE FORMA FISICA AL TOP, ADATTA AL LAVORO IN PALESTRA O PISCINA PER MODELLARE IL CORPO COME PIÙ VI PIACE

ACQUARIODAL 21/01

AL 19/02FASCINO I PIANETI VI INVI-TANO ALLA RIFLESSIONE AN-CHE SE PER VOI È TEMPO DI

PASSI EPOCALI CONDITI DA ENTUSIASMO · SALUTE RALLENTATE IL RITMO CON BACCO E TABACCO, FRE-

NATE GLI ECCESSI E SCEGLIETE UNA DIETA DISINTOSSICANTE, UN TOCCASANA

PESCI DAL 20/02 AL 20/03FASCINO MALIN-TESI E PETTEGOLEZZI POTREBBERO ROVIN-

ARE UN’INTESA DESTINATA A CRESCERE E A DIVENTARE AMORE. SIATE SAGGI · SALUTE EVITATE LE DIETE TROPPO DRASTICHE, IN QUESTO PERIODO VI BASTERÀ FARE ATTIVITÀ FISICA, SPORT, E SARETE SPLENDIDI

ARIETEDAL 21/03

AL 20/04FASCINO L’EROS VIENE

U N PO’ AFFOSSATO DALLA POSIZIONE DEI PIANETI MA L’INTESA AF-FETTIVA NON NE RISENTE. GODEVI GLI ABBRACCI · SALUTE SFOLTITE GLI IM-PEGNI E NON SOTTOVALUTATE PICCOLI MALESSERI. RISPARMIATE ENERGIE: IL CAMBIO DI STAGIONE VI AFFATICA

TORO DAL 21/04

AL 20/05FASCINO VI

ATTENDONO LITI P R E - TESTUOSE E POLEMI-CHE A NON FINIRE. ANCHE SE LA PAS-SIONE NON VI ABBANDONA NON VI BASTA · SALUTE CORSE ALL’ARIA APERTA E PIEGAMENTI RINFORZANO IL FISICO E IL VOSTRO GIROVITA NE RISENTE IN POSI-TIVO. METTETECELA TUTTA

GEMELLIDAL 21/05AL 21/06FASCINO LA VITA DI

COPPIA È IMMERSA IN UNA NU-VOLA DI ZUCCHERO E ANCHE SE MANCA UN PO’ DI PICCANTE TUTTO VA BENE · SALUTE DECISAMENTE MANCATE DI TONICITÀ E DOVETE CORRERE AI RIPARI. ATTENTI PERÒ A NON ESAGERARE SUL TAPIS ROULANT

CANCRODAL 22/06AL 22/07

FASCINO SARETE OGGETTO DI CALDE ATTENZIONI E NE

DISPENSERETE ANCHE MOLTE. IL PARTNER VE NE SARÀ GRATO E ANCHE VOI GODRETE · SALUTE LA PRIMAVERA VI PORTA AD ESSERE IPERATTIVE MA ANCHE GOLOSE. LE CALORIE PERÒ SEMBRANO EVAPORARE GRAZIE ALL’ESERCIZIO

LEONEDAL 23/07

AL 23/08FASCINO LA COPPIA È SOTTOPOSTA A FORTI TENSIONI. DIFFICILE RICUCIRE GLI STRAPPI. A VOLTE È PREFERIBILE

VOLTARE PAGINA · SALUTE LO STRESS IN AUMENTO VI PORTERÀ A SOFFRIRE D’INSONNIA. SDRAMMATIZZATE IL PIÙ POSSIBILE, È TEMPO DI CAMBIAMENTI

VERGINEDAL 24/08

AL 22/09FASCINO IL ROMANTI-CISMO VIENE SOFFOCATO DALLA ROUTINE. CORRETE

SUBITO AI RIPARI CON FANTA-SIA E IL BUON GUSTO CHE VI APPARTIENE · SALUTE L’ATLETA CHE C’È IN VOI VI-ENE ASSOPITO DAGLI EVENTI DELLA VITA E ANCHE LA SOCIALITÀ SCENDE AI MINIMI STORICI

OroscopoL’ILLUSIONE È UN ERRORE DEI SENSI,

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