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POETI E SCIENZIATI: SI PUÒ? La poesia a tutela delle città, di un tempo e di oggi. Studiare il passato per capire il presente. Progetto SCUOLA21: un giardino biodiverso. Graffiti: leggere la città. Interviste agli autori Liceo Cairoli Editore | Numero 1 | 12/5/2011

La poesia a tutela delle città, di un tempo e di oggi ... · fossero state valutate solo le sue prove di fisica e matematica sarebbe risultato il migliore. Albert non si ... Come

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POETI E SCIENZIATI: SI PUÒ?

La poesia a tutela delle città, di un tempo e di oggi. Studiare il passato per capire il presente. 

Progetto

SCUOLA21:

un giardino biodiverso.

                                                                                        Graffiti: leggere la città.

Interviste agli autori

Liceo Cairoli Editore | Numero 1 | 12/5/2011 

Poiché questo numero di Focus scuola è il frutto dell’ispirazione e del lavoro di una classe di Liceo classico, qualcuno dei nostri lettori potrebbe trovarsi stupito nel leggere articoli di argo-mento scientifico scritti da ragazzi che hanno intrapreso un percorso spic-catamente umanistico. Qualcuno potrebbe persino pensare che sia assurda la nostra pretesa di trattare in modo serio e competente argomenti che, tradizionalmente, non sono alla base della formazione classicistica. Francamente, io e miei colleghi della redazione ci auguriamo che nessuno si ponga questioni di tal genere o che, per lo meno, le accantoni immediatamente per passare alla piacevole lettura dei nostri articoli. Infatti, è nostra convin-zione (lo abbiamo appreso durante il nostro percorso di studi) che la sepa-razione tra cultura scientifica e cultu-ra umanistica sia, riprendendo un’inte-ressante defin-zione di Piergiorgio Odifreddi, un anacronistico equivoco intellettuale, una divisione inesistente che ricorda l’antica compartimentazio-ne medievale del sapere e che deriva da uno storico fraintendimento del pensiero del filosofo Leibniz. È proprio con la convinzione che sia possibile (se non doveroso) conciliare studi classici e interessi scientifici che noi, classicisti, ci siamo voluti occupare di un giardino biodiverso e di immuniz-zazione, di evoluzione e di attualità non solo con puntualità ed entusiasmo, ma anche riuscendo a relazionare questi argomenti scientifici con il pensiero dei grandi letterati e con le nostre perso-nali riflessioni.

Eleonora Gallina

Sommario ‐  Curiosità pagg. 3-4

• Carboneria al femminile • Problemi… spaziali • Paure sconosciute

‐  Dossier: “Sulle orme dei grandi poeti per capire il nostro tempo” pagg. 5-9

• Lucrezio • Giuseppe Parini • Attualità • L’immunizzazione

‐  Evoluzione dell’alimentazione

pag. 10 • Dal neolitico ad oggi

‐  Perché graffitare? pagg. 11-14

• Tante foto e 3 inter-viste a graffitari del territorio

‐  Progetto Scuola21: un giardino biodiverso pag. 15

• Il perché del nostro lavoro

Editore: Liceo Ginnasio Statale “Benedetto Cairoli” con annessa sezione di Liceo Scientifico

Altre pubblicazioni curate dallo stesso editore: “The Cairoli Enquiror” (semestrale di attualità della scuola e del territorio); il Blog, nato per l’interesse degli studenti della 5a A scientifico e arricchito con

tutte le iniziative sostenibili della scuola, all’indirizzo www.scuola21.wordpress.comL’editore lascerà aperto questo canale di comunicazione con i lettori per eventuali contributi, richieste

o chiarimenti.  

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Sapevate che…

esisteva la Carboneria al femminile? Queste carbonare in gonnella avevano preferito al carbone dei loro colleghi lo scenario ben più delicato dei propri giardini; esse infatti erano chiamate Giardiniere, un selezionatis-simo gruppo di donne che si riunivano in segreto durante il Risorgimento con tanto di saluto in codice, nella segretezza più totale, per opporsi alle decisioni del Congresso di Vienna che consegnava l’Italia del Nord alla dominazione austriaca . Fra le altre, ricor-diamo la milanese Bianca Milesi, non abile giardiniera ma grande Giardiniera in nome dell’Italia.

Come fanno gli astronauti a grattarsi? Il problema si presenta soltanto con la tuta per l’attività extraveicolare, dato che quella indossata nelle fasi di decollo e rientro è morbida, e permette anche il… “grattamento”. Secondo le dichiarazioni degli astronauti il prurito più fastidioso è quello al viso, in particolare al naso. Alcuni risolvono il problema strofinando il naso su una valvola all’interno del casco, oppure sulla cannuccia dalla quale si dissetano durante l’attività extraveicolare. Per quanto riguarda il resto del corpo, la tuta è pressurizzata, quindi è abbastanza rigida da non permettere di esercitare una pressione sulla pelle. Gli astronauti possono però tentare di trovare sollievo strofinandosi su di essa dall’interno.

Lo sapevi che l'Italia ospita la Certosa più grande d'Europa, quella di San Lorenzo a Padula (SA)?

La parte emersa degli iceberg è sempre il 10% circa del volume totale

Di quanto salirebbe il livello dei mari se tutti gli iceberg si sciogliessero? Non salirebbe affatto:un iceberg alla deriva occupa lo stesso volume d’acqua che occuperebbe allo stato liquido. Il ghiaccio galleggia perché è meno denso d’acqua: questo significa, per il prin-cipio di Archimede, che il peso dell’acqua spo-stata dalla parte immersa è pari all’intero peso dell’iceberg. Il discorso vale anche per la calotta polare artica e per parti di mare ghiacciato che dovessero sciogliersi improvvisamente. Diverso è il caso degli iceberg che si staccano dall’Antartide. Precipitando in mare,ne fanno salire il livello ancora prima di sciogliersi. L’Antartide ha però temperature medie più basse dell’Artide e per questo iceberg dell’emisfero australe sono rari e non influenzano in modo significativo il livello globale degli oceani. Conta molto di più lo scioglimento dei ghiacciai e delle nevi perenni continentali.

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È vero che Einstein, a scuola, andava male in matematica? No, Einstein è sempre stato un buono scolaro, soprattutto in geometria, con la quale aveva dimostrato di saperci fare fin da piccolo. La diceria secondo la quale andava male in matematica nasce dal fatto che, a causa dei continui spostamenti dei genitori per lavoro, Albert non poté concludere il ginnasio. In Svizzera, però, gli fu offerta la possibilità di frequentare l’Eth (il prestigioso politecnico di Zurigo) senza il diploma. Purtroppo aveva solo 16 anni e non riuscì l’esame di ammissione, ma se fossero state valutate solo le sue prove di fisica e matematica sarebbe risultato il migliore. Albert non si diede per vinto: conseguì la maturità, e finalmente, circa un anno dopo, entrò al Politecnico, con risultati che furono definiti spettacolari.

Perché alcune donne alzano una gamba mentre baciano il loro compagno? La risposta sembrerebbe addirittura banale: una donna è, in media, più bassa di un uomo e per baciarlo deve “alzarsi”, oltre che sporgersi in avanti. La gamba alzata serve allora a bilanciare questi movimenti. Ma gli studiosi di comportamento sostengono che non si tratta di questo. Se così fosse, dovrebbe farlo anche una figlia che da al padre il bacio della buona notte. Invece è una cosa che in genere avviene con il proprio marito o fidanzato, e in genere in luoghi pubblici, non in privato. Questo fa pensare quindi che alzare la gamba si tratti di un segnale di possesso: la donna con la gamba alzata che bacia il suo compagno segnala inconsciamente alle altre donne che quell’uomo è “suo”. È lo stesso genere di messaggio che un uomo trasmette agli appartenenti al suo medesimo sesso quanto, passeggiando, cinge con un braccio le spalle o la vita della propria compagna.

Numeri mistici… Fin dall’antichità l’uomo ha attribuito ai numeri significati simbolici. 1 E’ Dio,secondo le grandi religioni monoteiste; 2 Sono gli opposti; 3 E’ il numero della Trinità,della perfezione; 7 Sono le sfere celesti,i giorni della settimana, i gradi di perfezione. Il sette indica la totalità dello spazio e del tempo. 13 Erano i convitati all’Ultima cena. Un numero considerato di cattivo augurio già nell’antichità. 17 In cifre romane(XVII), è l’anagramma di VIXI: in latino ”vissi”,cioè sono morto. 21 E’ il prodotto di tre per sette: la perfezione per eccellenza. Rappresenta la saggezza divina. 666 Nell’Apocalisse è il marchio dell’Anticristo. Il 6 indica l’opposizione della creatura al Creatore. Non si escludono altre combinazioni.

Alcune fobie poco conosciute: Gamofobia: Molti ne sembrano affetti,ma in pochi ne soffrono veramente: è la paura del matrimonio. Ergofobia: Esiste veramente ed è la paura del lavoro. Eisoptrofobia: E’ la paura degli specchi o di vedere se stesso riflesso in uno specchio.

Dossier

Sulle orme dei grandi poeti per capire il nostro tempo

randi uomini di lettere non hanno mancato di interessarsi alla scien-

za (tant’è che, fino alla Rivoluzione Scientifica com-presa, filosofia e scienza erano avvertite come un tut-t’uno), almeno nella misura in cui questa rispondeva alle esi-genze dell’uomo, oggetto della vera poesia, e tentava di risol-verne i problemi. Vediamo alcuni letterati esemplari che, attraverso i secoli, sono stati guidati dalla poesia a interes-sarsi a questioni scientifiche, e seguiamoli per capire meglio anche la nostra attualità, per guardare alla scienza con altri occhi.

Lucrezio. Fino al Settecento, la man-canza di adeguati strumenti non permetteva la verifica di teorie scientifiche, per quan-to brillanti fossero, attraver-so prove empiriche, impeden-do così la costruzione di un sapere rigoroso, matematica-mente esprimibile e verifi-cabile. Tuttavia, il desiderio umano di arrivare alle verità costitutive della natura, ai suoi fondamenti, ha saputo manifestarsi da sempre, a di-spetto dei limiti tecnici e del-le mentalità ostili. Come lo stesso padre della scienza moderna, Galileo Galilei, pur avendo sottoline-

ato l’importanza della verifica sperimentale, dovette ricor-rere a “esperimenti mentali”, così molti altri prima di lui hanno saputo approdare a conclusioni che noi oggi defini-remmo scientifiche usando prevalentemente ragionamenti filosofici. Emblematico in questo senso è il poema “De Rerum Natura” di Lucrezio, poeta e filosofo vissuto nella Roma del I secolo a.C. Nonostante dichiari egli stesso di stare stendendo un’opera di traduzione e divul-gazione delle teorie del filo-sofo greco Epicuro, Lucrezio non si limita a riportare acriticamente le dottrine del “Graecus homo”, ma spesso si cimenta nella ricerca di lucide argomentazioni che partano da un’esperienza verificabile per far capire concetti più complessi e si distacca perfi-no, a volte, dall’ortodossia epi-curea in materia di temi, oltre che fisici, anche psicologici, astronomici e soprattutto bio-logici, per arrivare a con-cezioni scientifiche che non sembrano poi tanto dissimili da quelle moderne.

Scuole Palatine, disegno di Carlotta Lagazzi

Lucrezio è consapevole di essere il primo poeta ad aver divulgato in esametri i principi di un sistema filosofico-scien-tifico fondato sulla materiali-tà dell’esistenza, una dottrina scevra di pregiudizi e di ossequi al senso comune e perciò contraria in molti punti al costume romano tradizio-nale, un pensiero che attacca violentemente la religione pragmatica romana e che e-sclude ogni aspetto dogmatico per focalizzarsi sui problemi

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dell’uomo (paura degli Dèi, dolore, morte) e su come risolverli razionalmente. Giuseppe Parini. Tralasciando figure minori di letterati attenti alla società e ai problemi della scienza, arri-viamo al Settecento, il secolo in cui Immanuel Kant auspicò un uso pubblico della ragione. Dopo un secolo di poesia svuotata di significati pro-fondi e volta solo alla ricerca di nuove associazioni di idee da immortalare con metafore scenografiche, con Giuseppe Parini si assiste al ritorno, citando il critico Francesco De Sanctis, di una scrittura di “un uomo”, caricata di conte-nuti morali, civili ed etici, che apre le porte ad una sottile e velenosa satira sull'attualità. Parini non si limita a mostrare, nella sua opera più celebre, “Il Giorno”, l’inconsistenza dei valori aristocratici della no-biltà del suo tempo, ma affronta anche, nelle “Odi”, temi di forte impegno civile, culturale e morale. Scrivere è, per Parini, comunicare contenuti che aiutino a capire il ruolo dell'uomo nella società; la scrittura non deve più essere mera decorazione e gioco retorico. Ne “Il giorno” e nelle “Odi”, il Parini rivela un'anima particolarmente sensibile e critica nei confronti della realtà contingente, denuncian-do problematiche di vario genere a testimonianza del suo ammirevole (e a volte oggi dimenticato) impegno sociale. Talvolta, come nel caso del-l’ode civile “La salubrità del-l’aria”, pubblicata nel 1759, la sua poesia arriva a toccare problemi destinati a persi-stere nei secoli, poiché a volte, purtroppo, quanto avanti rie-

sce a scorgere l’occhio inda-gatore del poeta, tanto inal-terata permane la realtà. Ne “La salubrità dell’aria”, Pa-rini mette a confronto le condizioni di vita in campagna con quelle in città, denun-ciando i gravi problemi (dovuti al sovrappopolamento e alle tecniche di coltivazione di allora) di inquinamento e de-grado ambientale che afflig-gevano le aree urbane dell’I-talia del Nord. Tali condizioni persistono tuttora, aggravate, nella nostra società: di triste rilevanza è il problema della gestione dei rifiuti urbani al Sud (in particolare a Roma, Napoli e Palermo) e l’inquina-mento dell’aria e delle acque nelle città maggiormente industrializzate come Milano, Genova, Venezia. Per quanto riguarda lo smaltimento dei rifiuti, fermo restando che una soluzione definitiva non è ancora stata trovata, le procedure usuali sono: stoccaggio in discariche, combustione nei termovalorizzatori, raccolta differenziata che si dovrebbe tradurre in riciclaggio.

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IL CONTESTO

Settecento, “secolo del lumi”

• 1740 – 1790: in

Lombardia, dispotismo illuminato di Maria Te-resa d’Austria e di suo figlio Giuseppe II.

• 1748: Montesquieu pubblica “Lo spirito delle leggi”, in cui deli-nea la teoria della se-parazione dei poteri alla base di tutti i sistemi politici moder-ni.

• 1750: Diderot da Lambert inizia a lavo-rare all’Enciclopedia.

• 1784: Immanuel Kant pubblica la “Risposta alla domanda: che co-s’è l’Illuminismo?”, in

i è contenuto il ce-lebre imperativo “sa-pere aude”, abbi il co-raggio di servirti della tua intelligenza, di ri-flettere senza pregiu-dizi dogmatici, di usci-re dallo “stato di mi-norità mentale che l’uomo deve a se stesso”.

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• 1764: Cesare Beccaria pubblica il trattato “Dei delitti e delle pe-ne”, in cui riflette sul diritto e sulla conce-zione di sovranità, non più teocratica ma po-polare.

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Punto della situazione PALERMO. La quinta vasca della discarica di Bellocampo ha ancora solo un anno di autonomia. Una sesta vasca potrebbe aumentare la vita dell’impianto di 4 anni, ma ancora non è stata realizzata. NAPOLI. L’esercito è inter-venuto a turni alterni diret-tamente nella raccolta dei rifiuti urbani e nel presidio dei luoghi di smaltimento. La Provincia denuncia la mancan-za di fondi per far fronte a queste spese e le infiltrazioni camorristiche nel sistema de-gli appalti. ROMA. La discarica di Malagrotta, che si estende per 240 ettari lungo la Via Aurelia, è ormai al collasso, e sta emettendo quantità supe-riori alla norma di nichel, ben-zene e ferro i quali, attraver-so il Rio Galeria, confluiscono nel Tevere. AL NORD, dove l’opinione pubblica lamenta l’ostruzioni-smo opposto per esempio dai napoletani alla costruzione di discariche e termovalorizza-tori, l’ambiente è pesantemen-te colpito dalla presenza di tali centri di smaltimento dei rifiuti, gravato anche dalla quota aggiuntiva proveniente dalla Campania. Unica nota positiva, è molto sentita la raccolta differenziata, che arriva a coprire in 50% del totale nei comuni più virtuosi. Un segnale che è sì un traguardo, ma di partenza, e che deve tradursi in un esempio per tutte le città.

Sul fronte dell’inquinamento atmosferico e delle acque, l’invito a un uso pubblico della ragione auspicato dal filosofo tedesco Immanuel Kant è stato meno accolto, o comun-que ha sortito effetti più modesti: ad oggi, i principali provvedimenti presi per contrastare questi tipi di inquinamento sono blocchi del traffico, incentivi sull’acquisto di mezzi ed elettrodomestici meno inquinanti, proposte di soglie massime di tollerabilità della concentrazione, nell’aria o nell’acqua, di sostanze tossi-che e limiti posti all’emissione di CO2. Tutti questi espedienti, quando sono accolti dai governi (è noto, ad esempio, che il protocollo di Kyoto non è stato accolto da USA, Cina e India, e che esso non impone alcun limite ai Paesi in via di sviluppo), non mirano che a limitare l’entità del problema senza pretendere di risolverlo. Ma l’impegno civile del Parini emerge bene anche da un’altra ode, “L’innesto del vaiuolo”, che tratta un problema fortu-natamente oggi risolto. Il vaiolo è una malattia infet-tiva contagiosa che nei primi giorni dopo il periodo di incu-bazione presenta sintomi come una forte febbre, ma-lessere e vomito; successiva-mente provoca una alterazione nella cute detta esantema. In un primo tempo interessa solo il viso per poi diffondersi nel resto del corpo, comprenden-do anche le strutture interne (enantema), soprattutto gli organi dell'apparato digerente e respiratorio, con possibili complicazioni emorragiche. Dal terzo giorno in poi, ogni 24 ore, si osserva una pro-gressione dell’esantema, che

passa dallo stadio di “macule”, a quello di “papule”, per finire in “vescicole”. Successivamente, le vescicole sono destinate a degenerare in pustole a causa della necro-si delle cellule epiteliali, re-sponsabili di un rilevante rial-zo febbrile e di un aggrava-mento della sintomatologia ge-nerale, tale da causare la morte. Dal quadro generale presen-tato finora, si differenziano due varianti di vaiolo in dipen-denza dalla resistenza natura-le o acquisita del paziente: vaiolo ipertossico e vaiolo ati-pico. Quest’ultimo può presen-tarsi o in una maniera emor-ragica talmente grave da ren-dere difficile la diagnosi, op-pure in modo così lieve da ren-dere difficile anche solo il ri-conoscimento dei segni classi-ci. I sintomi potrebbero veri-ficarsi però anche nei vac-cinati da tempo, con un “vaiolo senza eruzione”, che colpisce però gli organi interni. La cura. La vaiolizzazione consisteva nell'inoculare nel soggetto da immunizzare del materiale prelevato da lesioni vaiolose di pazienti non gravi. Tale intervento, in Italia, ven-ne chiamato anche “innesto” e fu trattato da Beccaria, da Verri e da Parini. L’incontro di un organismo con una scarsa quantità di antigene è in grado infatti di indurre una risposta immunitaria attiva. Tuttavia questa pratica fu avversata dalla cultura fran-cese, ancorata alla tradizione ippocratica secondo la quale la malattia era lo sfogo neces-sario della pelle per rendere immune il corpo; pertanto, per tale terapia si dovette aspet-tare il benestare della Facoltà di Teologia di Parigi.

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Solo successivamente si ebbe la definizione di una proce-dura standard per la profi-lassi del vaiolo ad opera di un medico inglese, Jenner. L’immunizzazione dalle origini a oggi L’immunizzazione artificiale attiva (o vaccinazione) contro le infezioni si ottiene intro-ducendo nell’organismo una piccola quantità di vi-rus/batteri uccisi o attenuati (o subunità degli stessi) e sti-molando così una risposta immunitaria senza causare uno stato di malattia. La vac-cinazione, dunque, stimola la risposta immunitaria primaria e sfrutta il principio della me-moria immunitaria, per il quale la produzione di anticorpi in risposta ad antigeni già incon-trati è molto più rapida e rilevante. Ma come è nata l’idea di un vaccino? Chi è stato il primo ad avere questa intuizione? Il padre della vaccinazione è tradizionalmente considerato il medico inglese Edward Jenner, ma le origini di questa idea sono di gran lunga precedenti. Infatti, i primi tentativi di immunizzazione risalgono all’antica Cina e al-l’India, dove era in uso la pro-filassi antivaiolosa con metodi che oggi sarebbero considera-ti quantomeno sgradevoli: si obbligavano le potenziali vitti-me ad indossare abiti prele-vati da un malato in piena fase di suppurazione, oppure a far-si introdurre nella narice (la sinistra per i maschi, la destra per le femmine) delle pustole conservate e disseccate. Altre testimonianze di intui-zioni al riguardo si trovato in Ippocrate, antico medico e geografo greco, che scrisse “Vomitus vomitu curantur” (“Il

vomito è curato dal vomito”), ma anche in Aetius di Antio-chia (V secolo d.C.), che af-fermava che “là dove c’è il male vi è anche il rimedio”, e in altri illustri intellettuali co-me Plinio o Tucidide. Le pratiche cinesi contro il vaiolo attraversarono l’Asia Minore e raggiunsero Costan-tinopoli, dove Lady Worhley Montague, moglie dell’am-basciatore inglese, se ne servì per far vaccinare il figlio, a cui fece innestare il con-tenuto di alcune pustole di ammalati di vaiolo. Nel 1768 Maria Teresa d'Austria fece inoculare i figli Ferdinando e Massimiliano. Sempre nel 1768, gli studiosi Sutton e Fewster fecero notare come coloro che mungevano le vacche, spesso affette da pu-stole di vaiolo in corrispon-denza delle mammelle, contra-evano un’eruzione pustolosa alle mani e, una volta guariti, non venivano contagiati dalle ben più gravi epidemie di vaiolo umano. Sulla scorta di queste scoper-te, il merito del passaggio dal-la variolizzazione (sinonimo di vaiolizzazione, consiste nell’i-noculazione del pus ricavato dalle pustole delle vacche) alla vaccinazione si deve a Edward Jenner, che alla fine del ‘700 riuscì a immunizzare diversi bambini utilizzando il pus di u-na ragazza affetta dall’infe-zione pustolosa alle mani. Jenner arrivò anche a inocu-lare direttamente il materiale delle pustole vaiolose delle vacche, la cui malattia si chia-ma vaccina (da qui il termine “vaccinazione”, coniato nel 1800 in Francia in tono deri-sorio). Questo metodo risul-tava particolarmente efficace, poiché al posto del virus

umano, potenzialmente letale, veniva usato lo stesso virus attenuato dal previo passaggio attraverso l’organismo della vacca. Tuttavia si trattava di un’at-tenuazione fortuita e naturale, che non trovava riscontro in altre malattie, per cui la sco-perta di Jenner rimase a lungo sterile. Un’ulteriore svolta, estrema-mente significativa, si ebbe quando, nel 1879, Louis Pasteur osservò che, mentre le colture più recenti di bat-terio del colera erano estre-mamente virulente e ucci-devano tutte le vittime (nel suo caso i polli), quelle tenute in laboratorio più tempo ten-devano a non far ammalare o a provocare infezioni molto blande. Egli ebbe allora l’idea di iniettare virus provenienti da colture recenti ai polli so-pravvissuti a una di queste in-fezioni leggere, scoprendo co-sì che essi riuscivano spesso a sopravvivere alla seconda malattia. Al contrario, i polli che si ammalavano per la pri-ma volta di batteri prove-nienti da colture recenti non resistevano alla malattia e morivano nel tempo abituale. A Pasteur non sfuggì il poten-ziale di questa scoperta, co-sicché egli rese pratico il principio di Jenner anche nelle vaccinazioni contro la rabbia e il carbonchio: Pasteur capì che era possibile blandire l’effet-to di un batterio tenendolo in laboratorio per un certo lasso di tempo, indebolendo così le sue capacità metaboliche. I vaccini di Jenner e di Pasteur furono detti vaccini viventi, mentre quelli elabo-rati dai successori Wright e Vincent furono chiamati vacci-ni in emulsione sterilizzati.

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Questi ultimi, ancora oggi in uso, possono essere costituiti da batteri già uccisi, attenuati (cioè modificati in modo da non essere più attivi), da componenti della superficie dei virus o dei batteri oppure, nel caso dei vaccini più innova-tivi, da proteine sintetiche, ottenute in laboratorio, che simulano le componenti trinci-

pali dei patogeni. La vaccina-zione è quindi il metodo più si-curo ed efficace per preve-nire l’insorgenza di alcune gra-vi malattie, non solo a livello individuale: infatti, se in una comunità si ha un alto grado di copertura vaccinale, l’infezio-ne tenderà a non diffondersi e quindi a scomparire del tut-to, proteggendo con una “co-

pertura di gregge” anche chi non è stato vaccinato. Una vol-ta ridotta l’incidenza di una malattia a livello locale, è poi possibile aspirare all’elimi-nazione a livello mondiale (eradicazione). Questo tra-guardo è stato raggiunto per il vaiolo nel 1980.

Incidenza del vaiolo, secondo i dati dell’OMS (Wkly Epidem. Rec. 55 del 1980) nel:

1967: il contagio è ancora esteso a quattro continenti.

1973: salvo contagi importati in Gran Bretagna, il contagio è circoscritto a due soli continenti.

1976: il vaiolo sopravvive solo nella zona del Corno d’Africa, per scomparire del tutto da lì a poco.

L’OMS ha dichiarato ufficialmente debellato il vaiolo nel maggio del 1979.

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L'evoluzione dell'alimentazione

Sicuramente nella preistoria procac-ciarsi il cibo svolgeva un ruolo fondamentale nei bioritmi dell'uomo, visto che era legato all'istinto di sopravvivenza. L'istinto è una componente innata che coinvolge meccanismi involontari, regolati dall'ipotalamo: agisce in associazione a effettive richieste energetiche. La seconda componente che contribuisce all'in-sorgere della sensazione della fame è il desiderio: una variabile di natura psicologica ed emozionale. Tornando ai nostri antenati, la dif-ficoltà nell'ottenere dei pranzi decenti permetteva loro di “ab-buffarsi”, cosa che invece oggi noi non siamo più tenuti a fare. Questa analisi riguarda il Paleolitico: infatti, la radice genetica più duravole e persistente dell'uomo appartiene a questo periodo,in cui la dieta era ricca di proteine e povera di carboidrati. Dal neolitico in poi, diversi fattori (come l'insorgere di nuove malattie e il calo dell'attività fisica dovuto alla pratica dell'allevamento e dell'agricoltura) portarono parados-salmente ad una diminuzione dell’e-

tà media, a causa di una dieta trop-po calorica rispetto alla richiesta energetica. Ai nostri giorni ci tro-viamo in una situazione analoga e ancor più marcata: il diffuso benessere nei paesi industrializzati ha posto nuovi problemi. Infatti, nella nostra epoca è sorto il grande problema della malnutri-zione, che può portare a due terribi-li opposte condizioni: obesità e ano-ressia. Questi disturbi sono quantificabili secondo l’indice di massa corporea (IMC): nei casi di sottopeso, un IMC basso segnalerà la diminuzione delle difese a livello polmonare e nell'ap-parato digerente; nei casi di sovrappeso, sarà la circolazione a essere compromessa, oppure il pancreas (insorgenza del diabete). Nella maggior parte dei casi, queste patologie alimentari possono essere evitate facilmente con uno stile di vita sano e una buona dieta, intesa come regime alimentare quotidiano equilibrato. Così facendo si raggiunge, secondo l' OMS, uno stato di salute inteso come “benessere fisico, psichico e sociale”.

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Perché graffitare? Da molto tempo ormai si sentono presunti esperti discutere riguardo un te-ma al quale sono quasi del tutto estranei: il graffi-tismo. Ma, poiché questo fenomeno è in crescita esponenziale anche nella nostra città, abbiamo de-ciso di intervistare alcuni writers per sentire cosa pensano LORO su questo argomento (le fonti pre-feriscono mantenere l’a-nonimato).

Domande

1) Come è nata la tua passione?

2) Cosa vuoi esprimere? 3) Come ti poni nei con-

fronti dell’illegalità? 4) Il graffitismo è ar-

te? Perché?

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FONTE ANONIMA N° 1

1) Ho iniziato a fare qualche disegno su carta e a guardare i graf-fiti, poi ho co-minciato a farne qualcuno ed ho continuato.

2) Non è una domanda

da fare, non c’è una ragione preci-sa, è solo una cosa che mi piace fare.

3) Sto attento. Anche se so che devo prestare attenzione,

la cosa non mi limita.

4) Assolutamente no. È un movimento a sé stante: se fosse un’arte ci si interesserebbe solo dello stile e della componente estetica, non della quantità delle scritte prodotte.

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FONTE ANONIMA N° 2

1) È nata alle medie, grazie agli amici che avevano già questa passione; soprattutto mi ha attirato l’adrenali-na costante.

2) Non è una domanda

da fare: non voglio esprimere qualcosa. In America è una forma di protesta, in Italia è una lot-ta contro lo stato, ma solo come di-vertimento.

3) La fascia d’età dei writer va dai 14

ai 17 anni: prima dei 18 la fedina penale non è fissa: si cancella appena fatti i 18. Da maggiorenni di solito si smette, quelli che continuano sono esagitati.

4) È sia arte che vandalismo: legalmente è arte, il-

legalmente è vandalismo. Chi cerca solo l’a-drenalina scrive nei posti più impensabili, come i tetti: per questo il writing illegale è spesso col-legato al Parkour1: in entrambi si cerca di supe-rare i propri limiti.

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FONTE ANONIMA N° 3

1) È nata da passioni comuni, grazie a dei miei amici e a un mio cugi-no, in quinta elementare. All’inizio è stato un gioco,ma poi ho rivalu-tato la cosa negli anni: da quando sono conosciuto ho cominciato a fare pezzi: in genere “flop”: un disegno semplice e colorato velo-ce, con solo la linea di contorno: è più veloce da fare, se se ne vogliono fare di migliori si deve trovare un posto più appartato, o nei muri legali (troppo pochi), o in posti privati con permesso.

2) L’idea di esprimere qualcosa è più da

street art (per esempio i di Banksy o di Bross in Italia; che esprimendo così tan-to diventano artisti e fanno addirittura mostre) ; il writing non è espressione, ma desiderio di essere dappertutto, di essere visto ovunque. Oltre a questo è l’adrenalina che attira, è come una dro-ga: ti senti sempre più pieno. La diffe-renza tra writing e street art è la le-galità: il primo si sviluppa soprattutto il-legalmente, addirittura sui treni; la se-conda è solitamente legale.

3) Senza l’illegalità il writing non esisterebbe, perché non

darebbe adrenalina. Tutti noi in fondo abbiamo una paura terribile dei posti di blocco.

4) No, non è arte. È solo voglia di essere visti dovunque grazie alle tag2. Nonostante ciò credo che i poliziotti potrebbero fare di meglio che tentare d’arrestarci.

1Parkour: nata in Francia alla fine degli anni ’80, questa pratica consiste nello svolgere attività fisiche pericolose in città. 2Tag: semplice firma del graffitaro, che usa sempre lo stesso soprannome.

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Progetto Scuola21: Un giardino Biodiverso

Il Liceo Classico e Scientifico Benedetto Cairoli in collaborazione con “Scuola 21” di Fondazione Cariplo, si è impegnato nella realizzazione di un progetto incentrato sull’importante tema della biodiversità, chiave di lettura della salute del nostro Pianeta ma, allo stesso tempo, “frutto” e “motore” di processi evolutivi e di equilibri spesso fragili. Il progetto, nel concreto, si è configurato come il recupero di uno spazio aper-to e inutilizzato della scuola per trasformarlo in un habitat capace di custodire e potenziare la vegetazione autoctona della Lomellina per favo-rire la nidificazione di avifauna e il popolamento della farfalle del territorio. Il progetto tuttavia non si propone solo di creare un'“oasi” per in-setti e volatili autoctoni, ma anche la realizza-zione di una cooperazione tra tutti gli attori della scuola e del territorio per raggiungere l’acquisizione di competenze di cittadinanza at-tiva e responsabili e la capacità di proiettare il proprio intervento nel futuro, pensando anche a nuove metodiche di conoscenza. Per essere an-cora più chiari sul processo messo in atto da questo progetto, trascriviamo qui un parte del-l’intervista rilasciata ad Aurora Alicino da una responsabile di Scuola21.

Aurora Alicino: Qual è l’importanza scientifica e quale quella educativa di questo “progetto biodi-versità”? Responsabile di Scuola21.: Il nostro piccolo spazio vuole ricreare una distribuzione per livelli della vegetazione locale con due aiuole che ga-rantiscono una fioritura continua da maggio a settembre. Desideriamo custodire e potenziare la vegetazione autoctona con l’intento di favori-re la nidificazione di avifauna del territorio e il popolamento delle farfalle. In particolare: il picchio verde, lo scricciolo, il pettirosso, la cinciarella, l’ortolano, il passero e le farfalle Lycaena dispar, Zerynthia polyxena, Vanessa atalanta e Vanessa antiopa.

Da un punto di vista educativo, il progetto ha avvicinato gli studenti alla pluridisciplinarietà e alle competenze di cittadinanza, tra le quali si sono volute sottolineare: collaborare e parteci-pare, progettare, risolvere problemi, individuare collegamenti e relazioni, acquisire ed interpre-tare l’informazione, competenze che garantisca-no la percorribilità concreta dei progetti.

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REDAZIONE IV B classico Liceo Cairoli

• Direttrice: Eleonora Gallina

• Vicedirettore: Filippo Villa

• Grafica & Art direction: Arianna Di Pietro, Carlotta Lagazzi

• Photo editors: Ada Bellazzi, Clara Ferrati, Miriam Molon

• Redattore: Davide Testa

• Inviati: Beatrice Asta, Emanuele Caputi, Elisabeth Scarpa

• Segretaria di redazione: Arianna Lucia Lax

Ringraziamenti

• Si ringrazia Cesare Botti per la creazione dell'immagine di copertina "Focus Scuola".

• Si ringraziano tutti gli insegnanti della IV B classico per il supporto indispensabile dato alla redazione; in particolar modo, vogliamo ringraziare le prof.sse Cristina Maggi e Maria Luisa Torlasco che hanno coordinato i lavori e le prof.sse Isabella Tacchini e Cipriana Gandolfi che hanno fornito indispensabile materiale.

• Ringraziamo la prof.ssa Paola Rossi dell'Università degli Studi di Pavia per la gentile concessione di riprodurre slides dalla presentazione "Alimentazione: tra istinto e desiderio" da lei realizzata.

Bibliografia e sitografia: La foto in copertina ritrae il murales nel giardino della scuola. Le foto della sezione graffiti, compresa l'immagi-ne in copertina, sono state scattate da Miriam Molon, Clara Ferrati e Ada Bellazzi. Per la sezione curiosità, le fonti sono: - Daniela Ferro, "Le grandi donne di Milano", Newton Compton editori, novembre 2007 - Piccola Enciclopedia delle Curiosità Scientifiche, vol. 4: "Scienza e vita quotidiana". - Sito della Fondazione Camillo Cavour http://www.fondazionecavour.it/- Sito del Comune di Padua http://www.comune.padula.sa.it/- Foto dell’iceberg tratta da http://www.bovefelice.it/- Walt Disney, “La Sirenetta”, scena tratta dal film - Libreria del Congresso, Fotografia di Oren Jack Turner, diritti decaduti, ritraente il prof. Einstein.

Per l'articolo sull'immu-nizzazione nel dossier:

http://www.epicentro.iss.it/problemi/vaccinazioni/vaccinazioni.asp http://www.epicentro.iss.it/temi/vaccinazioni/vaccinazioni.asp http://www.sponzilli.it/vaccinazioni.html Si segnala il blog del progetto scuola21, www.scuola21.wordpress.com , gestito dalla classe 5a A scientifico del Liceo Cairoli, per approfondimenti e/o richieste di chiarimen-ti riguardo al progetto del giardino biodiverso e alla sostenibilità am-bientale. Ricordiamo che, sem-pre sul blog, è dispo-nibile una versione più ampia del presente

o di FocuScuola con anche articoli sul rapporto tra Evoluzio-nismo e teorie alter-native, scienza e reli-gione;

numer

invitiamo pertanto caldamente i lettori a visitare il blog.

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