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LA V OCE DELLA C OMUNITÀ MEDA APRILE 2016 26 CROCI PER VARCARE LA PORTA SANTA DELLA MISERICORDIA DOMENICA 17 APRILE 2016 - ORE 15.30 PROGRAMMA ore 15.30: Ritrovo a Seveso (Piazza Rimembranze - cimitero) Breve Pellegrinaggio verso il Santuario S. Pietro da Verona ore 16.00: Entrata in Santuario varcando la Porta Santa Preghiere per l’indulgenza del Giubileo Omaggio al luogo del “martirio” La Comunità Pastorale Santo Crocifisso di Meda inizierà il pellegrinaggio a piedi già dalle rispettive tre chiese parrocchiali confluendo tutti a Meda Sud per proseguire insieme a Seveso (vedi p. 28). DOPO IL CAMMINO PENITENZIALE PASQUALE NELLE PARROCCHIE COMPIAMO INSIEME L’ULTIMO TRATTO DEL PELLEGRINAGGIO GIUBILARE DECANATO SEREGNO - SEVESO SANTUARIO S. PIETRO DA VERONA, CHIESA PENITENZIALE E GIUBILARE

LA Voce DELLA Comunità - parrocchiemeda.it · di marzo riguarda la vicenda di una don-na afghana che, esule, ha fondato una scuola per ragazze in un campo profu-ghi del Pakistan

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LA Voce DELLA

ComunitàMEDAAPRILE 2016

26 CROCI PER VARCARE LA PORTA SANTA DELLA MISERICORDIA

DOMENICA 17 APRILE 2016 - ORE 15.30

PROGRAMMA

ore 15.30: Ritrovo a Seveso (Piazza Rimembranze - cimitero) Breve Pellegrinaggio verso il Santuario S. Pietro da Veronaore 16.00: Entrata in Santuario varcando la Porta Santa Preghiere per l’indulgenza del Giubileo Omaggio al luogo del “martirio”

La Comunità Pastorale Santo Crocifisso di Meda inizierà il pellegrinaggio a piedi già dalle rispettive tre chiese parrocchiali confluendo tutti a Meda Sud per proseguire insieme a Seveso (vedi p. 28).

DOPO IL CAMMINO PENITENZIALE PASQUALE NELLE PARROCCHIE COMPIAMO INSIEME L’ULTIMO TRATTO

DEL PELLEGRINAGGIO GIUBILARE

DECANATO SEREGNO - SEVESOSANTUARIO S. PIETRO DA VERONA, CHIESA PENITENZIALE E GIUBILARE

COMUNITÀ PASTORALE SANTO CROCIFISSO | MEDA2

LA PAROLA DEI SACERDOTI

SIAMO NELLE MANI DI DIO Omelia del Giovedì Santo

Mi è stato chiesto di pubblicare l’omelia tenuta durante la celebrazione vesperti-na del giovedì santo, che riprende uno scritto di don Davide Caldirola, parroco a Milano e mio caro amico.

Questa solenne celebrazione, uni-ca per tutta la nostra Comunità

Pastorale, è frutto della convinzione che solo attorno alla mensa eucaristica nasce la comunione tra noi e la carità verso tutti i nostri fratelli, il nostro “farsi prossimo” verso i più bisognosi, come “missionari della misericordia”.Questa sera riviviamo l’Ultima Cena di Gesù, cioè il suo donarsi per amore a noi, fino alla morte, nel segno del pane spezzato e del vino condiviso.Dialogando con le persone,soprattutto se anziane, capita di sentire talvolta l’e-spressione: «Siamo nelle mani di Dio». Qualche volta lo si dice con un senso di serenità e di sollievo: alla fine ci pen-serà lui, saprà lui cosa fare. Altre vol-te, invece, quando il cuore è colmo di amarezza e sofferenza, queste parole esprimono la speranza che Dio ci aiuti, non ci lasci soli, non ci abbandoni. In re-altà a pensarci bene non c’è luogo più sicuro che nelle mani di Dio, mani a cui nulla sfugge, che accarezzano, stringo-no, curano e guariscono, proprio come le mani di Gesù.Ma questa sera nelle sue mani c’è solo un pezzo di pane. Allora se vogliamo restare nelle sue mani dobbiamo pre-pararci ad essere come Lui, a diventare come quel pane: benedetto per essere spezzato, distribuito, mangiato. Essere nelle mani di Gesù, stasera, significa ac-cettare che qualcuno prenda la nostra vita, la raccolga con una benedizione e ne faccia dono per gli altri. Un pane che non viene consumato diventa duro e secco, immangiabile. Anche noi, come il pane, siamo fatti per essere consuma-ti, mangiati; perciò la nostra sicurezza sta nel perdersi: «Chi perderà la propria vita per causa mia la troverà» (Mt 16,25).Ma il Signore, stasera, ci regala un’altra sorpresa. ‘‘ìE a pensarci bene è proprio così. Ogni volta che celebriamo l’Euca-ristia “in memoria di Lui” lo stringiamo

re. Ma Lui non la pensa così e continua ad aver fiducia di povere mani come le nostre. Anche stasera il Signore si consegna nelle nostre mani: un piccolo pezzo di pane. Eppure le nostre sono mani tremanti, paurose, che si stancano presto di vivere da testimoni del Van-gelo. Sono mani che afferrano quando c’è da lasciar andare, che si nascondo-no quando c’è bisogno di donare. Mani talvolta strette a pugno, che non soc-corrono non accolgono; mani imprepa-rate a custodire la tenerezza dell’amo-re. Cosa fare di queste nostre povere mani, o Signore, in cui riposano la tua vita e il tuo dono?Ci resta solo di congiungerle in una pre-ghiera.Ti terremo ancora tra le mani e tu ci ter-rai al sicuro nelle tue, o Signore. Amen.

don Piero

Noi gli diciamo: «Siamo nelle tue mani»,

ma Lui ci risponde: «Non sei tu a essere

nelle mie mani, sono io a essere nelle tue».

nelle nostre mani, così come ogni vol-ta che ci accostiamo alla comunione lo riceviamo nelle nostre mani. È di mani come le nostre che il Signore si fida. Eppure non è incoraggiante rilegge-re a questo riguardo il racconto della passione. Ogni volta che si parla delle mani dell’uomo succede qualcosa di male. C’è la mano di Giuda, il traditore che prende il cibo dal medesimo piat-to del Maestro. C’è la mano di Pietro, che impugna una spada per difendere Gesù con la forza e la violenza. Ci sono le mani della folla, armate di spade e bastoni, mani che afferrano Gesù senza troppi riguardi per arrestarlo e condur-lo ad un ingiusto processo e alla mor-te. Ci sono mani che lo percuotono, lo spintonano, lo schiaffeggiano. Gesù non finisce in buone mani; il suo con-segnarsi nelle mani dell’uomo sembra proprio una scelta sbagliata, fallimenta-

COMUNITÀ PASTORALE SANTO CROCIFISSO | MEDA3

PER RIFLETTERE

A me piace cercare sulle riviste alle quali sono abbonato articoli che

per il loro contenuto mi edificano e mi spronano al bene.Quello che ho letto di recente su Mon-do e Missione (rivista del Pime) del mese di marzo riguarda la vicenda di una don-na afghana che, esule, ha fondato una scuola per ragazze in un campo profu-ghi del Pakistan. Si chiama Aqeela Asifi e lo scorso 5 ottobre a Ginevra è stata insignita del prestigioso premio Nan-sen per il suo coraggioso ed instancabi-le impegno nell’istruzione delle bambi-ne afghane rifugiate in Pakistan.«La preoccupazione di chi si prende cura degli sfollati — dice Aqeela — è di dar loro una casa e del cibo; per tut-ti l’istruzione è l’ultima delle priorità». Aqeela si ritiene fortunata ed è grata alla sua famiglia perché le ha dato una bella istruzione. Diventata professores-sa di Storia e Geografia, la donna inizia ad insegnare. Ma nel 1992 — a ventisei anni — è costretta con la sua famiglia a lasciare l’Afghanistan a causa dello scoppio della guerra. Si rifugia in un villaggio a Nord del Pakistan e decide di fondare una scuola per ragazze alle quali non era garantita alcuna educa-zione anche per la rigidissima tradizio-ne dell’Islam locale. Aqeela deve con-vincere i capi della Comunità e i genitori

fronte del 97% di religione musulmana — commenta Marco Impagliazzo in un articolo su Avvenire del 29 marzo scor-so — ma sono una minoranza viva, vi-brante, non silenziosa e non nascosta. I cristiani sono cittadini pakistani e lo riaf-fermano in ogni circostanza. Non sono e non si sentono stranieri, sono presenti nella vita pubblica del Paese. L’esempio più noto è quello del Ministro federale per le minoranze Shabhaz Bhatti, ucciso dagli estremisti cinque anni fa. I cristiani hanno scuole, ospedali, centri di carità aperti a tutti. Sono luoghi di convivenza pacifica, dove si mostra la possibilità di abitare insieme».Tutto questo perché, nonostante la fol-lia degli estremisti, i cristiani credono al dialogo e al valore della formazione culturale come mezzi per crescere fra-ternamente e in pace.È questo il messaggio della Pasqua e la speranza che ci sostiene nonostante gli attentati. Questi esempi sono anche uno stimolo per noi cristiani dell’Occi-dente ad assumere con entusiasmo la nostra responsabilità di credenti.

Don Angelo

ad affidarle le figlie. Con il marito inizia a passare di porta in porta parlando del progetto. Alla fine, non senza difficoltà, riesce ad ottenere il permesso. Inizia con una classe di dodici ragazze raccol-te in una tenda. Deve pensare lei ad ac-quistare il materiale scolastico ed inizia ad insegnare economia domestica ed igiene personale. L’istruzione è fonda-mentale per trovare lavoro, diminuire lo sfruttamento e favorire l’integrazione o il ritorno in Patria, oltre che per frenare i conflitti del Paese. In ventitre anni di professione Aqeela (oggi ha quaranta-nove anni) ha permesso a più di mille ragazze di ottenere il diploma di scuola primaria.

PERCHÉ HO PARLATO DELL’OPERA DI QUESTA DONNA?Primo perché in mezzo alla violenza che ci lascia sgomenti e rischia di chiuderci in una sterile protesta si può capire che ci sono fatti che ci aprono alla speranza: bisogna saperli individuare.Secondo perché fatti simili ci conforta-no, ci rendono ottimisti e ci spronano all’imitazione.Terzo perché è un invito a non pascer-si solo di frivolezze vuote di contenuto, ma ad accostare e conoscere fatti ricchi di bene che fanno gioire.«In Pakistan i cristiani sono solo il 2% a

GLI ATTENTATI CRIMINALI NON SPENGONO LA SPERANZAAqeela Asifi è stata insignita del prestigioso premio Nansen

COMUNITÀ PASTORALE SANTO CROCIFISSO | MEDA4

Riceviamo e pubblichiamo (nella versione originale — ricava-ta da tre piccoli foglietti di agenda scritti a mano — poi rivista dall’autore) questa testimonianza in occasione dei funerali di Maria Frigerio celebrati lo scorso mese di gennaio. Un appas-sionato inno di gratitudine e di amicizia (E.N.)

V oglio fare una testimonianza. Questa testimonianza ha tante identità. Grande gratitudine per Maria e la sua fa-

miglia. Chi sono io? Come ho conosciuto Maria? Perché sono qui? Non so da dove cominciare. Un giorno un ragazzo alba-nese di 31 anni si presenta nell’azienda di Maria e Dante, a Saronno, per cercare lavoro. Dice che è un ingegnere, sposa-to con due figli piccoli. Era due volte più alto di Dante. Dante si rivolge a Maria: «Qua c’è uno che chiede lavoro… dice che è un ingegnere…». La Maria vede un bel ragazzo sorridente. Non avevano bisogno… ma non poteva dire di no a questo ragazzo. Chi entrava nel cuore di Maria non ne usciva mai più anche se la faceva arrabbiare o sbagliava. Perché Lei aveva un dote: sapeva perdonare. Così è entrato Vilson… ma non da solo… Dopo di lui sua moglie Roberta, suo fratello, Arian, poi il primo cugino Altin, poi i cognati Max e Adi, poi un amico, poi un altro… e poi e poi… Morale della favola: più di dodici persone di cui alcune lavoravano in azienda, altre vi dormi-vano. I poliziotti un giorno bussano per un controllo… Maria cerca di spiegare… «Io non riesco a mandarli via, sono bravi e hanno bisogno», dice Dante. Interviene lei: «Loro non rubano, sono in fase di regolarizzazione… Non possiamo mandarli via, la maggior parte di loro sono laureati e sposati. No, no, io non lo faccio… se lo fate Voi…». I poliziotti, messi in difficoltà dal modo e dalle parole di Maria e Dante, sono andati via guar-dandosi uno con l’altro in faccia… c’era troppo affetto e amo-re in quelle parole. Maria si occupava dei vestiti, del mangiare e anche di domenica erano invitati a casa Sua. Due di loro sono qui presenti insieme a me. Io ho conosciuto Maria in Al-bania nel 1992 a casa mia: era previsto un pranzo di famiglia, sette/otto persone, alle fine sono venuti anche altri parenti e siamo diventati più di venti persone (zii e parenti). Le donne che cucinavano chiedevano a Maria come fare… le parlavano in albanese e con qualche parola in italiano e Lei intende-va tutto, comprendeva la lingua dei sentimenti. Morale della favola: dopo tante domande, la Maria si è messa a cucinare per tutti quanti e mia moglie e le altre donne facevano quello che diceva Lei. Come tradizione per gli ospiti importanti, io e il mio amico Vilson abbiamo comprato un agnello, lo abbia-mo fatto fare alla griglia e lo abbiamo messo tutto per intero in tavolo. Dante, rimanendo sorpreso, gridava: «Gli Albanesi sono pazzi…». E rivolgendosi a me: «Spiro, sei pazzo, sei paz-zo, un agnello intero solo per noi… Guarda, Maria…». Maria sorrideva e non parlava… Siamo seduti tutti quanti nelle ta-vole improvvisate nella veranda della casa bevendo grappa albanese. Alla fine la Maria dice: «Sono stanca, ma mi sento

una Regina». Ha portato un abito bellissimo per me (preso dal guardaroba di un ingegnere), vestiti, magliette per mia moglie, per i genitori e poi per gli altri. Qui ho una maglietta che mi è stata regalata ventiquattro anni fa, l’ho messa anche stamattina. «Questa maglietta di chi è? Chi la conosce? Maria mi ha detto che è stata regalata da qualcuno di voi…». Poi, dopo il pranzo, parlando con mia moglie l’ha invitata a venire in Italia per risolvere i problemi di salute. Così abbiamo fatto: nel mese di maggio del 1993 siamo venuti in Italia. Ci siamo stabiliti a Saronno nella casa del nostro amico Vilson. A Maria e Dante non abbiamo detto niente. Lei voleva che noi an-dassimo a casa loro… La Maria aveva già la sua comunità… Dopo un mese Lei ha saputo che io e mia moglie Anida era-vamo arrivati ed è rimasta male. Ci siamo scusati dicendo che per i problemi di salute dovevamo stabilirci a Milano e così abbiamo fatto: ci siamo appoggiati a un’altra Santa, Giuliana Berretta (oggi 85 anni), ex pasticciera di via Leon Tolstoj a Mi-lano, la quale è stata conosciuta sempre dal mio amico Vilson sulla linea 61 a Milano. Anche con Lei sia io che il mio amico Vilson abbiamo rapporti familiari ancora oggi. Gli ultimi giorni della Sua vita la Maria è stata in ospedale a Monza e in uno di quei giorni il mio amico Vilson è andato a trovarla. Era luci-da… lo ha riconosciuto e gli ha detto: «Dammi un bacio». Lui l’ha baciata diverse volte… Era l’ultimo bacio… Ma che fine hanno fatto i ragazzi di Maria? È una storia lunga e sarebbe bello dedicarvi un libro o un film… Noi Albanesi amiamo l’I-talia e gli italiani perché l’Italia è bella, perché è fatta di gente come Maria e come Voi. Vi siamo grati. La Maria è solo la punta dell’iceberg… di bellezza, amore, altruismo e affetto che tante persone come noi hanno trovato e trovano ancora in Italia. Nasce la domanda: “Ma che cosa aveva di speciale la Maria?”. Parlava con le mani ed accarezzava con gli occhi. Dava l’amore con le sue parole. Maria ha lasciato un grande patrimonio spirituale in noi e siamo grati. Grazie Maria. Grazie a tutti voi. Vi voglio tanto bene.Ave Maria. Con gratitudine.

Spiro Profka

IN MEMORIA DI MARIA FRIGERIO IN TORRISI

Da destra: Maria, Dante, Vilson e la moglie Roberta a Fier in Albania, 2006

ESEMPLARE TESTIMONIANZA DI UN CONOSCENTE ALBANESE Un inno di gratitudine e di amicizia per una storia di intensa umanità e solidarietà

COMUNITÀ PASTORALE SANTO CROCIFISSO | MEDA5

Il cammino catechetico per la Quare-sima di quest’anno, guidato in Duo-

mo dall’arcivescovo Angelo Scola, si è svolto attraverso una Via Crucis in quattro tappe.

Nella prima serata, dal titolo L’INNO-CENTE CONDANNATO, l’arcivescovo ha sottolineato che Gesù «non è uno che ci dà il perdono, ma è il perdono vivente». L’umiliazione del Crocifisso esprime una «potenza di amore. Quel che è accaduto a Gesù accade nel cor-so della storia a coloro che portano in sé un riflesso dell’innocenza eterna: li si sopprime. Ciò può essere fatto con la violenza, con l’astuzia, con il disordine stabilito». In Gesù libertà e verità si in-contrano. Liberamente, anche se nella sofferenza, Gesù accoglie la volontà del Padre, si lascia caricare della croce, su-perando così la paura. Una «libertà che libera dalla paura» alla quale anche noi battezzati siamo chiamati.

La seconda tappa, dal titolo I VOLTI DELLA MISERICORDIA, si è riflessa nei volti di Maria, madre di Gesù, di Simo-ne di Cirene e della Veronica, che hanno fatto dell’amore gratuito e disinteressa-to il loro stile di vita. È giunto forte e impegnativo ai cristiani di oggi l’invito

dell’arcivescovo: «Amate i vostri nemi-ci e pregate per i vostri persecutori… come sarebbe diverso il mondo se i cristiani tentassero di praticare questo invito — comando di Gesù». Ne sono una testimonianza attuale «i cristiani di Nigeria che per andare a Messa la do-menica devono mettere in conto di ri-schiare la vita. E noi che ci andiamo per abitudine…». Sono risuonate ammoni-trici le parole di Lucia all’Innominato: «Cosa posso pretendere io meschina se non che lei mi usi misericordia? Dio per-dona tante cose per un’opera di miseri-cordia!», così come ha colpito l’elogio alla capacità della donna «di svettare sull’uomo in compassione».

Il terzo appuntamento, intitolato L’A-MORE CROCIFISSO, ha colto il mo-mento attuale dei cristiani sottoposti in tante parti del mondo al martirio, non solo quello del sangue. Il ricordo com-mosso dell’arcivescovo è andato alle quattro suore missionarie di Madre Te-resa (e ai loro collaboratori musulmani) uccise spietatamente ad Aden, testimo-nianza che l’abbraccio dell’Amore Cro-cifisso feconda e illumina «la sofferenza, il sacrificio, le prove della vita». Ma ciò è possibile — ammonisce l’arcivescovo — solo se Cristo non è un passato che al massimo ti può ispirare, commuove-re, ma non salvarti. «Solo un Cristo con-temporaneo ti salva!».

La quarta e ultima tappa, con tema IL VOLTO DELLA MISERICORDIA, è stata presieduta dal vicario generale mons. Mario Delpini, che si è rivolto al mon-do d’oggi dominante rappresentato dai «cultori del pensiero beffardo» che ri-dono dei cristiani e li disprezzano. «Non siamo ingenui, non siamo spavaldi, non siamo presuntuosi: abbiamo fatto an-

che errori, ci aspettano anche sconfitte, torniamo talora feriti e umiliati dal con-fronto con gli abissi, con l’insulto e con i beffardi che ci coprono di ridicolo. Ma noi abbiamo dentro una forza, un fuoco, un ardore che non si spegne, perché è la nostra gioia di stare con Gesù, e sia-mo vivi, vivi della vita di Dio!». E il pen-siero non può non andare ai tanti mar-tiri nel mondo, ma anche alle persone in Italia che pagano con l’isolamento e lo sberleffo la loro coerenza e testimo-

nianza di vita. Facciamo nostre le parole conclusive di auspicio e di incoraggia-mento di mons. Delpini: «Ardenti di una speranza di vita eterna, la vita di Dio, ci piacerebbe che ardesse di questa speranza anche la casa che abitiamo, il lavoro che facciamo, il vicinato che in-contriamo e anche i cultori del pensiero beffardo perché la smettano di incorag-giare, ridendo e scherzando, il suicidio di questa splendida civiltà e intraveda-no la gloria di Dio che riempie il cielo e la terra. È venuta l’ora che il Figlio dell’uomo sia glorificato e noi ci appas-sioniamo per la promessa di partecipa-re alla sua gloria, la gloria del Crocifisso, il volto della misericordia».

E.N.

QUARESIMA 2016

«LA NOSTRA GIOIA DI STARE CON GESÙ, VIVI DELLA VITA DI DIO!»Via Crucis in Duomo (23 febbraio, 1, 8, 15 marzo)

GESÙ «NON È UNO CHE CI DÀ IL PERDONO,

MA È IL PERDONO VIVENTE».

COMUNITÀ PASTORALE SANTO CROCIFISSO | MEDA6

ADOLESCENTI

VITA COMUNE: UN’ESPERIENZA DA NON PERDERE!Stare insieme imparando a condividere con generosità e facilità

Anche quest’anno l’oratorio ha pro-posto agli adolescenti la Vita Co-

mune: è un periodo di quattro giorni in cui abbiamo vissuto insieme ad un gruppo di altri ragazzi ed educatori nella casa in oratorio.Giovedì sera siamo arrivati in OSC con le nostre valige e con prelibatezze prepara-te a casa per compiere il primo gesto di condivisione. Dopo essere stati accolti, abbiamo cenato insieme agli altri ragaz-zi, don Mattia, suora Gianfranca e alcuni educatori. Ogni giorno dopo cena ave-vamo un po’ di tempo libero per cono-scerci e per giocare assieme prima delle attività organizzate dagli educatori, che avevano sempre un messaggio ben preciso da comunicarci. Per esempio, giovedì abbiamo giocato a Risiko, ma con obiettivi modificati e più complessi: ognuno doveva far vincere un avversa-rio, in modo da imparare a non pensare solo a noi stessi. In conclusione di serata abbiamo fatto un momento di preghie-ra, che si sarebbe ripetuto anche ogni

mattina prima di colazione e ogni sera prima di dormire, perché la convivenza mostra anche come applicare il Vangelo nella vita quotidiana.Venerdì, dopo essere tornati da scuola, aver mangiato tutti insieme e aver fatto i compiti, abbiamo preparato la Via Crucis per i bambini nella cappella dell’OSC. La sera ci siamo divisi in gruppi e ogni grup-po doveva ideare, ispirandosi ad uno dei cinque sensi, un modo originale per ren-dere felice il “giudice del gioco”. Vince-va la creazione più divertente!Per sabato pomeriggio, invece, è sta-ta organizzata un’uscita al lago: dopo una camminata a Valmadrera fino a San Tomaso, da cui si godeva di una vista fantastica, siamo tornati a Lecco, dove abbiamo giocato girando per la città! Dopo la cena in un’hamburgeria, stan-chi ma felici siamo rientrati a Meda e, dopo qualche chiacchiera e il momento di preghiera, siamo andati a letto.Domenica mattina S. Messa alle 10, poi in OSC con gli educatori abbiamo fatto

un bilancio della nostra esperienza. Infi-ne pranzo, pulizia della casa e a malin-cuore abbiamo preparato le valige per tornare a casa.I ragazzi del secondo turno di convi-venza hanno però vissuto un weekend diverso: sabato sera hanno partecipato al Cammino del Giubileo della Miseri-cordia con gli altri oratori della diocesi e sono andati a Lecco domenica mattina dopo la S. Messa.La Vita Comune è un’esperienza fan-tastica che offre molti lati positivi. È un modo semplice e divertente per impa-rare a stare insieme anche con persone che non si conoscono e stando insie-me si ha anche più voglia di aiutarsi a vicenda. Inoltre induce sempre più alla condivisione e all’organizzazione, infatti si hanno dei turni per la pulizia dei ba-gni, dei piatti e per l’apparecchio/spa-recchio.Concludendo, ci sentiamo di consigliar-la a tutti!

Lucia, Camilla, Vittoria

COMUNITÀ PASTORALE SANTO CROCIFISSO | MEDA7

ADOLESCENTI E GIOVANI

COMUNITÀ PASTORALE SANTO CROCIFISSO | MEDA7

«PELLEGRINO È COLUI CHE CERCA QUALCUNO CHE GLI CAMBIA IL CUORE»Il cammino giubilare dedicato ad adolescenti e giovani per l’Anno Santo della Misericordia

5 marzo 2016: la sera è fredda, piovo-sa, non invita ad uscire, ma l’appun-

tamento con gli amici del decanato per percorrere insieme il cammino del Giu-bileo della Misericordia è irrinunciabile.Il percorso, purtroppo, è stato “tagliato” proprio a causa delle condizioni atmo-sferiche: non si parte più dalla chiesa di Novedrate, ma dall’oratorio di Lentate.Così dall’oratorio Santo Crocifisso, con il pullmino, ci rechiamo a Lentate, dove ceniamo al sacco. Passiamo poi nella vi-cina chiesa e qui il seminarista don Simo-ne Sormani, che sarà sacerdote tra poco, tiene il primo incontro della serata.Come spunto per la riflessione in que-sto cammino ci viene proposta la lettura di alcuni cartelli stradali, perché la vita è un pellegrinaggio e bisogna saper inter-pretare i segnali che incontriamo sulla strada: caduta massi, salita ripida, divie-to di sosta, strada senza uscita, incrocio pericoloso…. Questi cartelli ci invitano a non fermarci davanti a nulla, a puntare sempre in alto, a chiederci il perché del-le esperienze che noi viviamo, ad essere “sul pezzo”. Tutto questo implica certo un po’ di Sacrificio, una delle tre S che il futuro don Simone ci invita a tenere sempre in mente, insieme a Silenzio e Speranza, per poter arrivare alla vetta. A nessuno, poi, viene indicata una dire-zione obbligatoria: per ognuno c’è solo un cartello “Tutte le direzioni”, perché ognuno per Dio è degno di fiducia, come ricorda San Paolo.Usciamo, non piove più, possiamo con-tinuare il nostro viaggio senza dare e ricevere ombrellate a destra e sinistra. Siamo un centinaio. Camminiamo di buona lena; c’è chi ascolta grazie agli auricolari le tracce per la riflessione inviate dai nostri don e chi condivide esperienze di vita con suore, sacerdoti o educatori dei vari oratori del decana-to. Arriviamo così alla chiesa di Barlassi-na. Qui noi che facciamo parte del coro lasciamo il gruppo per raggiungere la chiesa di Seveso e preparare i canti per la riflessione di chiusura. Ci viene però affidato un compito per il tratto finale

del cammino: ripensare a quanto acca-duto nell’ultimo periodo, una sorta di esame di coscienza a cui dedicare un momento ogni sera, per evitare le raf-fiche di vento che in qualche giornata soffiano sulla nostra strada, gli scossoni e gli sbandamenti delle emozioni. Le parole chiave per non farci trascinare dai vortici? Grazie – Scusa – Mi impe-gno. Con queste parole nelle orecchie e nella mente si compie l’ultimo atto del nostro cammino, con l’arrivo al Santua-rio di San Pietro Martire di Seveso. La Porta Santa è spalancata per accoglie-re il gruppo dei giovani. Il nostro coro, piccolo ma ben affiatato, accompagna la celebrazione con numerosi canti; la musica del flauto, del clarinetto e della chitarra arricchisce questo momento e invita tutti ad una completa partecipa-zione.È una serata molto bella, che ci fa sentire parte di un oratorio più grande, di un gruppo di giovani più vasto, che condividono con noi quelle esperienze che ci aiutano a crescere e a migliorare.

Alessandra Bianco & Giulia Bianco

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Il Consiglio Pastorale della Comunità S. Crocifisso si è ri-unito mercoledì 3 febbraio 2016 alle ore 21,15 presso la Parrocchia Madonna di Fatima per discutere, dopo la recita di Compieta, il seguente odg:• Indicazioni e proposte dopo l’incontro di mercoledì 27

gennaio Profughi: le ragioni dell’accoglienza• Osservazioni dopo l’incontro con l’Arcivescovo durante

la sua visita Pastorale Decanale• Presentazione delle proposte per il tempo di Quaresima• Varie ed eventuali

Dopo la recita di compieta, il moderatore ha invitato a pas-sare alla trattazione del primo punto all’ordine del giorno. Ha preso la parola Adolfo Meda, proponendo considera-zioni personali relative all’esperienza maturata negli Anni Settanta, quando le tre parrocchie di Meda hanno accolto tre famiglie vietnamite. Allora si sono trovati senza difficoltà alloggio, arredi, lavoro. Nessuno si è lamentato del tempo che si doveva impiegare, dei soldi da spendere, delle diffi-coltà linguistiche, della religione diversa. A quarant’anni di distanza ci si ritrova con poco tempo, pochi soldi, nessuna voglia di mettersi in discussione e cambiare un po’ se stessi per aiutare gli altri. Il consigliere ha chiuso il suo intervento comunicando che il Movimento Terza Età, per conoscere, confrontarsi e favorire il processo di integrazioni con gli im-migrati, ha organizzato per il 18 febbraio un incontro con l’associazione marocchina Concordia.Don Angelo, ricollegandosi a questo intervento, ha sotto-lineato che quarant’anni fa si era tutti meno esigenti, ci si accontentava di quello che bastava per vivere e c’era meno indifferenza. Si aiutavano anche gli italiani, c’era sempre un aiuto da dare a chiunque.Marco Crippa ha spostato invece l’attenzione oltre l’incon-tro avvenuto con don Augusto Panzeri e ha messo in luce come la nostra società fa circolare in continuazione mes-saggi che invitano ad arrangiarsi, ad essere autosufficienti, a pensare a se stessi. Ritiene che questo modo di operare sia un aspetto della guerra a pezzi di cui parla anche il Papa e che porta all’indifferenza verso gli altri. Il mettere poi con-tinuamente la gente di fronte alla paura porta a chiudere le porte a tutti. Le stesse guerre finanziarie che subiamo ci fanno percepire tutta la precarietà della nostra vita. In-fine, leggendo lo stralcio di un rapporto redatto nell’otto-bre 1912 dall’Ispettorato per l’immigrazione del Congres-so Americano relativo agli immigrati italiani, ha invitato il Consiglio a ripensare a quando gli immigrati eravamo noi.Marcella Rocca ha riferito di aver percepito negli interventi seguiti all’incontro del 27 gennaio un senso di ingiustizia verso le fasce deboli italiane. Oltre alla paura, a frenare è anche questo. Se accogliamo i profughi, ma il contesto cit-tadino li rifiuta o subisce la decisione, che accoglienza è la nostra?Silvia Asnaghi ha fatto riferimento al capitolo 25 del Van-

gelo di Matteo e alla spontaneità con cui i giusti hanno compiuto le opere di misericordia, concludendo che oggi ci si deve muovere con la stessa modalità perché è moral-mente giusto farlo. Conoscere le cause di queste migrazio-ni è importante, ma per la comunità cristiana l’accoglienza è comunque dovuta.Denis Ceccon ha invitato a recuperare il faccia a faccia. Che lo vogliamo o no, i profughi ci sono: dobbiamo guardarli in faccia e creare una relazione con loro. Mettersi in relazione è l’unica soluzione.Silvana Viganò ha invitato ad uscire dalla dimensione del rischio per considerare quella dell’opportunità. Si tratta in-fatti di un’accoglienza strutturata, in cui la comunità cristia-na deve fare da ponte verso la comunità civile. La prudenza va bene, ma va anche ricondotta alla proposta che ci è sta-ta fatta, che è quella di una seconda accoglienza di uomini giovani che sono qui perché l’iter del loro riconoscimento durerà ancora molto.Don Piero è intervenuto comunicando che il 02 febbraio 2016 avrebbe incontrato la persona che avrebbe messo a disposizione l’appartamento. In quel momento avrebbe visto le condizioni dell’immobile e avrebbe avuti deluci-dazioni relative alle richieste, economiche e non solo, del locatario.Diana Villa ha chiesto che possa essere messo a disposi-zione un appartamento di proprietà delle parrocchie, ma viene chiarito che l’appartamento dell’OSC dovrà essere occupato dal coadiutore che arriverà nella Comunità.Don Mattia, in proposito, ha precisato che i sacerdoti dio-cesani non hanno il voto della fraternità, per cui possono anche vivere insieme, ma solo per scelta personale.Angela Dentoni ha sostenuto come la casa non sia suffi-ciente. Occorrono persone che poi si mettano tutti i giorni in gioco e siano capaci di farlo dentro un’accoglienza strut-turata. Inoltre mettere in atto una accoglienza così per mol-ti membri del Consiglio che hanno già più di un impegno significa contare su altri, impegnare altri. Ma questi altri ci sono? E sono formati o disposti a lavorare come chiedono, in questi casi, Prefettura, Caritas, cooperativa…?In proposito Suor Gianfranca ha fatto riferimento alla sua esperienza a Lissone, dove la comunità ha fatto fatica a ca-pire, ma l’accoglienza è scattata quando una persona si è presa l’impegno di farla decollare. Allora si sono recuperati gli appartamenti e si è messa in moto tutta l’attività.Grazia Colombo ha ricordato che in S. M. Nascente da anni si sta chiedendo la disponibilità per un turno al bar dell’O-ratorio e nessuno si è fatto avanti e Fabio Sgària ha chiesto conto della disponibilità degli operatori del Centro d’A-scolto. Silvana Viganò ha risposto che il Centro d’Ascolto attende indicazioni dal Consiglio Pastorale. Se c’è disponi-bilità si inizia a contarsi.Tina Cairoli ha proposto un incontro aperto a tutti, a cui partecipino anche quanti hanno già dato la loro disponibi-

CONSIGLIO PASTORALE DEL 3 FEBBRAIO 2016

CONSIGLIO PASTORALE DELLA COMUNITÀ

COMUNITÀ PASTORALE SANTO CROCIFISSO | MEDA

COMUNITÀ PASTORALE SANTO CROCIFISSO | MEDA9

Con il mese di aprile riprendono gli incontri dei Gruppi di Ascolto dopo

la pausa che ha visto la nostra parteci-pazione rivolta alle proposte della Qua-resima.Negli ultimi tre appuntamenti incontre-remo altri personaggi con la parabola del fariseo e del pubblicano (Lc 18,9-14) e gli incontri con Zaccheo (Lc 19,1-10) e il buon ladrone (Lc 23,32-43).

Attraverso questi ultimi approfondi-menti della parola di Dio comprendere-mo ancora meglio come la misericordia del Padre si manifesti nella misericordia di Gesù.

Nel mese di giugno al termine di questo cammino ci sarà un momento comunita-rio conclusivo di tutti i Gruppi di Ascolto della Comunità.

GRUPPI DI ASCOLTO DELLA PAROLA - TERZO INCONTRO

RIPRESA DEI GRUPPI DI ASCOLTOIl Vangelo della Misericordia

XXXXXX

lità e dovrebbero confermarla. Dall’incontro si deve uscire con un gruppo disposto ad impegnarsi.Il Consiglio Pastorale ha deciso di aspettare l’esito dell’in-contro di don Piero del 02 febbraio 2016 per dare indica-zioni precise.Passando al secondo punto all’odg, don Mattia si è detto sorpreso dal fatto che il Decano abbia chiesto ai Consi-gli Pastorali di relazionare sul loro modo di operare ed il Cardinale Scola abbia sostanzialmente risposto, col suo di-scorso, alle domande dei fedeli. Ciò ha reso difficile capire il senso del lavoro fatto a partire dal documento del Deca-no e quale ricaduta possa avere il discorso del Cardinale sul lavoro futuro del Consiglio Pastorale.Anche Angela Dentoni ha sottolineato la difficoltà ad indi-viduare una possibile ricaduta sul proseguimento del lavo-ro a partire dal discorso del Cardinale. Ha precisato, però, che al Consiglio Pastorale Decanale è stato chiesto di tro-vare un modo per presentare al Cardinale Scola una “foto-grafia del Decanato” a partire da come le singole Comuni-tà hanno utilizzato gli strumenti diocesani, in particolare le Lettere Pastorali, da come sono stati tradotti nella pasto-rale, da quale ricaduta questi documenti hanno avuto nel quotidiano. Per questo si è deciso di inviare alle Comunità e alle Parrocchie una traccia comune su cui ciascun consi-glio ha lavorato e prodotto il suo documento. Il Decano lo ha assemblato e consegnato al Cardinale. Probabilmente è emersa una realtà così variegata che ha reso impossibile al Vescovo un discorso generale. Certo sarebbe stato inte-

ressante sapere se effettivamente è stata questa la ragione per cui il discorso non ha risposto al lavoro richiesto.Don Piero ha affermato che il Cardinale ha ribadito quelli che ritiene i temi fondamentali, in particolare il tema del rapporto fede/cultura.Gianni Paccagnella si è soffermato sull’introduzione del Cardinale, che ha parlato dell’importanza della partecipa-zione all’Eucarestia e dell’ascolto della Parola di Dio. Se ci sono questi due momenti tutto il resto viene di conseguen-za. Il vero problema è che facciamo fatica noi per primi a convertirci e a essere testimoni credibili anche con le opere di misericordia.A questa riflessione si è collegato Fabio Sgària, sottoline-ando come il Cardinale abbia invitato al cambiamento. Non si deve per forza continuare a fare quello che si è sempre fatto anche al prezzo di sfibrare la Comunità. Non si deve per forza preparare il progetto della Comunità Pastorale come si è fatto finora. Si può anche aspettare il documento del Vescovo e concretizzare quello che chiede.Per il terzo punto all’odg si sono segnalate tutte le inizia-tive quaresimali (esercizi, Via Crucis, celebrazioni domeni-cali…).Fra le varie ed eventuali Mirko Schiavolin ha segnalato gli incontri organizzati dal circolo Acli sul tema dell’Alzheimer e Silvia Asnaghi lo spettacolo teatrale sulla Misericordia in Manzoni, organizzato dalla Commissione Scuola della Co-munità e tenutosi presso il Salone Teatro di via Verdi.Alle 23.40 la seduta è tolta.

CONSIGLIO PASTORALE DELLA COMUNITÀ

COMUNITÀ PASTORALE SANTO CROCIFISSO | MEDA10

Niente paura, con le Acli attraversiamo il cambiamento è stato lo slogan del 30mo Congresso delle Acli milanesi svoltosi il 12 e 13 marzo scorso. Un con-gresso che si è svolto nell’anno giubi-lare della Misericordia voluto da papa Francesco nel tentativo di risvegliare in ciascuno di noi una «compassione atti-va verso l’infelicità altrui».Ma cosa significa essere aclisti? Don Al-berto Vitali, assistente spirituale delle Acli milanesi, ci ha portato a una rifles-sione semplice, ma profonda. Dobbia-mo essere prima di tutto semi di spe-ranza, testimoni della gloria di Dio che non è più relegata nello spazio del Sa-cro, ma è motore di cambiamento.

Nella sua relazione il Presidente Paolo Petracca ha richiamato l’enciclica Lau-dato si’ e ha sottolineato come oggi ci troviamo di fronte ad una crisi socio-ambientale molto complessa, per la cui soluzione occorre un approccio integra-le: «Combattere la povertà, per restitui-re la dignità degli esclusi e nello stesso tempo per prendersi cura della natura» (Laudato si’, n. 139). Questo è il cam-biamento che papa Francesco ci indica, questo è il senso dell’agire cristiano e in particolare di una realtà associativa come le Acli.Occorre fare la propria parte per ela-borare modelli culturali ed intrapren-dere azioni conseguenti per combatte-re la povertà, promuovere ogni donna e ogni uomo, porre fine alle guerre e custodire il creato; indicazioni che si possono riassumere nel richiamo alla «ecologia integrale». […] E ancora: come non porre attenzione sulla Mila-no e la sua Area metropolitana? Pos-sono essere il motore trainante per il Paese solo se saranno capaci di tene-re insieme innovazione e inclusione. Il metodo-Expo — che ha portato tutte le forze vive della metropoli a collabo-rare a un progetto di alto significato per il suo potenziale di cambiamento culturale positivo — non deve rimane-

re un episodio isolato. […] Di fronte al dramma dei profughi e all’estensione della guerra fino ai confini dell’Europa occorre un salto di qualità nella pro-posta e nella mobilitazione politica, mettendo al centro dell’agenda la con-quista della pace e della libertà; l’affer-mazione dei diritti umani dovrà essere l’impegno internazionale della nostra area metropolitana. […]In questi anni le Acli milanesi hanno cercato di essere protagoniste attive. E riguardo a questo Paolo Petracca ha fatto riferimento ancora alle parole di papa Francesco: «A volte mi domando chi sono quelli che nel mondo attuale si preoccupano realmente di dar vita a processi che costruiscano un popo-lo, più che ottenere risultati immedia-ti che producano una rendita politi-ca facile, rapida ed effimera, ma che non costruiscono la pienezza umana» (Evangelii gaudium, n. 224). Ancora una volta il Pontefice invita tutti ad af-frontare un’altra sfida impegnativa, che le Acli Milanesi vogliono raccogliere: attivare processi che costruiscano un popolo, partendo dai circoli, che costi-tuiscono la spina dorsale della nostra associazione, ed estendendo la rete di relazioni buone alle varie realtà — sia cristiane sia laiche — che operano sui nostri territori.

GIUBILEO dei LAVORATORIpresieduto dal card. Angelo Scola

giovedì 28 aprile 2016ore 20,45

Basilica di Sant’ambrogioPiazza Sant’Ambrogio, 15 - Milano

Come raggiungerci• MetropolitanaMM2 (linea verde) fermata S. Ambrogio• BUSATMn°50–58–94

ServizioperlaPastoraleSocialeeilLavoroTel.028556430

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manifesto2.indd 1 17/03/2016 16:13:15

ACLI MEDA

GIUBILEO DEI LAVORATORI La presenza dell’Arcivescovo Angelo Scola al XXX Congresso Provinciale delle Acli milanesi

CHE COSA VALE NELLA

VITA? AVER CERCATO,

AVER CREDUTO, AVER

TENTATO DI VOLER BENE,

AVER CHIESTO PERDONO

PER QUANTO NON SI È

SAPUTO O VOLUTO DARE

(Don Raffello Ciccone)

COMUNITÀ PASTORALE SANTO CROCIFISSO | MEDA11

ACLI MEDA

Le diverse risonanze che ha suscitato l’incontro — guidato dalla Caritas di

Monza — sulle “ragioni dell’accoglien-za” di persone profughe e richiedenti lo status di rifugiato hanno animato l’ulti-mo incontro Caritas. Risonanze che ora lasciano lo spazio solo ad una immagi-ne e ad una riflessione che Caritas vuole condividere con la Comunità:«A seguito degli attacchi terroristici di Bruxelles, Caritas Europa piange la per-dita di inutili vite e prega per la pronta

guarigione dei feriti e per le famiglie e gli amici che hanno perso una persona cara.Caritas Europa si oppone all’odio cieco di alcune persone smarrite e confuse con un messaggio di amore, di solida-rietà, di misericordia e di pace. Gli atti di Bruxelles, che rifiutano la bellezza della fede, non ci trattengono dal continua-re a lavorare verso la nostra visione di una società più giusta, aperta, inclusiva, che si preoccupa per la dignità di tutti. Una società che promuove ciò che tut-

ti abbiamo in comune e che rispetta e protegge le singolarità che ci rendono diversi e unici.La violenza di fronte alla quale ci trovia-mo è la stessa che spinge milioni di per-sone a fuggire dai loro paesi e tentare disperatamente di raggiungere le coste con qualsiasi mezzo. L’innalzamento di muri, la chiusura delle frontiere, la de-portazione in massa di gente che ha bi-sogno di sicurezza sono solo alcune del-le reazioni vergognose e inefficaci che l’Europa è stata in grado di presentare fino ad ora. Queste false soluzioni non risolveranno nulla. Al contrario, si po-trebbe aggravare il sentimento di odio verso l’Europa e ciò che rappresenta.Caritas incoraggia i responsabili delle decisioni di proteggere la vita, la digni-tà e i diritti di tutti coloro che stanno cercando di arrivare in Italia per sfug-gire al terrore e alla miseria nelle loro terre d’origine». Mons. Luc Van Looy — Presidente Caritas Europa

La Commissione Caritas

Il Cardinale Scola, intervenendo al Con-gresso la domenica mattina, ha sotto-lineato in modo particolare tre campi privilegiati di azione delle Acli:

1. CASA, LAVORO ED EDUCAZIONECi ha esortati ad approfondire, vivere e comunicare la visione (il pensiero) ed i sentimenti di Cristo in questi ambiti. Da sempre le Acli si sono distinte per l’im-pegno profuso in questi tre settori con cooperative edilizie, centri e scuole di formazione professionale, con i circoli e con i numerosi servizi di assistenza ai la-voratori e alle loro famiglie. Il Cardinale ci ha spronati ad intensificare il nostro impegno perché in questo momento storico sia il lavoro che la famiglia stan-

no conoscendo forti trasformazioni che minano l’identità profonda.

2. STILI DI VITA INTEGRALIIl Cardinale ha posto l’accento sull’im-pegno delle Acli durante il periodo di EXPO nel campo dell’ecologia, dell’at-tenzione e dell’educazione agli stili di vita, della lotta alla globalizzazione del-lo scarto e dell’indifferenza. Se si vuole davvero cambiare il modo di pensare delle persone per incidere sugli stili di vita non si può far altro che agire per contagio, gomito a gomito, da persona a persona. «Solo così il pensiero di Cri-sto potrà trasfigurare il pensiero di ogni uomo e donna, rendendolo capace di altruismo e di solidarietà, pronto a vive-

re nella giustizia, costruendo cammini di pace, salvaguardando ogni dono che Dio ci ha fatto, a partire dal creato».

3. LA CITTÀ METROPOLITANAIl Cardinale ha concluso il suo interven-to indicando alle Acli un terzo e ultimo campo nel quale impegnarsi: la “città metropolitana”, che rappresenta per Milano una vera e propria sfida. È im-portante entrare in sintonia con tutta questa riflessione: è necessario che i cristiani tornino ad interessarsi in modo fattivo della politica, della custodia, ma soprattutto della promozione del bene comune in questa Milano che cambia.

Giusy Mariani — Circolo Acli Meda

CARITAS

CONTRO L’ODIO UN MESSAGGIO DI AMORE, DI SOLIDARIETÀ, DI MISERICORDIA E DI PACEGli atti di terrorismo non ci trattengono dal continuare a lavorare verso la nostra visione di una società più giusta

COMUNITÀ PASTORALE SANTO CROCIFISSO | MEDA12

GLI AUGURI PASQUALI DI DON DAVIDEIl nuovo impegno pastorale che lo attende

Carissimi amici,mentre stavo preparandomi a scrivere questa lettera

sono giunte le notizie dell’attentato a Bruxelles. L’Europa e il Medio Oriente sono molto distanti dal Brasile. Lo Stato isla-mico, la tensione in Medio Oriente, gli stranieri che chiedono di essere accolti in Europa, la minaccia di terrorismo… sono notizie che riguardano una realtà molto lontana dal Brasile. Qui la preoccupazione principale è quella dell’epidemia Zika, che colpisce soprattutto le mamme incinte e i loro bambini, e quella degli scandali politici (corruzione, spreco di dena-ro pubblico, lavaggio di denaro sporco) che non risparmiano nessuno (nemmeno, pare, l’ex presidente Lula!).Qui non esiste terrorismo. Esiste, però, il “terrore” per la vio-lenza quotidiana. E la banalizzazione della vita spaventa! Ho scoperto che in Brasile una delle principali cause di morte di adolescenti di 16-17 anni è l’omicidio. Nel “ranking” mondia-le della mortalità di giovani (da 15 a 19 anni) il Brasile occupa il terzo posto (sorpassato solo dal Messico e da El Salvador), con un tasso di mortalità pari al 54,9% (per 100 mila abitan-ti). Solo in questa Quaresima ho celebrato un “velório” (ce-lebrazione funebre in casa del defunto) di un ragazzo di 16 anni, ucciso a bastonate (molto probabilmente era coinvolto in spaccio di droga); e due volte ho celebrato la “missa de 7° dia” (è più o meno il nostro funerale, sette giorni dopo la morte). La prima di un giovane di 20 anni, morto in un inci-dente di moto (tornava a casa dopo una festa di Carnevale). La seconda di una ragazza di 21 anni, uccisa brutalmente, a poche decine di metri da casa, durante una rapina. Alcool, droga, rapina… consumano i giovani, soprattutto adolescen-ti! E sorprende la freddezza degli omicidi. Qualsiasi rapina può trasformarsi in omicidio! Qualsiasi orario (soprattutto la notte — ma ricordate che qui alle 18.30 è già buio pesto — e nel primo pomeriggio quando non c´è quasi nessuno in stra-da) e qualsiasi luogo (fuori di casa, conversando con gli amici, nell’autobus di linea o addirittura dentro le scuole durante le lezioni!) possono diventare scenario di rapina. È indubbio che la crisi economica abbia aumentato drammaticamente la violenza! In questi giorni una ragazza di 16 anni, rassegnata, mi raccontava di essere stata rapinata per la sesta volta! I ra-pinatori sono giovanissimi, molti minorenni. Arrivano in moto (spesso rubata), dichiarano la rapina e rubano soldi e, soprat-

tutto, cellulari, biciclette e motorini! Sullo sfondo si intuisce una realtà umana di estrema povertà, la maggior parte (a livel-lo nazionale) sono “neri”, con un bassissimo livello scolastico e una famiglia totalmente destrutturata o assente. La situazio-ne è molto complicata. E l’urbanizzazione sfrenata — senza un piano regolatore — favorisce la povertà e la violenza. Nelle zone interne dell’Amazzonia è difficile incontrare scuole (oltre le elementari), ospedali, servizi pubblici… la gente si riversa in città o, meglio, in quartieri di periferia, poveri e violenti, con la speranza di trovare un lavoro. Oggi, però, l’attuale crisi economica del Brasile spegne qualsiasi speranza di lavoro. Anche quei “trabalhos temporários”, cioè quelle assunzioni temporanee nei periodi dell’anno di maggior consumo (il Natale!), diminuiscono drasticamente. La scuola, che dovreb-be essere una porta per un futuro migliore, spesso delude le attese. L’anno scorso (ma succede tutti gli anni!) i professori sono entrati in sciopero… per tre mesi! Tre mesi di vacanza, tre mesi senza far nulla. Pensate che all’inizio dell’anno ero anche riuscito a convincere alcune giovani mamme (di 16, 20, 21 anni) a riprendere gli studi interrotti (ancora a livello ele-mentare!) a causa di una gravidanza… ma, quando sono ini-ziati gli scioperi (una settimana dopo l’inizio delle lezioni), tut-te e tre hanno desistito! Ancora adesso, a fine marzo, ci sono scuole che stanno recuperando le lezioni dell’anno passato, sovrapponendole a quelle del nuovo anno scolastico che qui sempre incomincia (o almeno dovrebbe) a fine gennaio! Un proverbio brasiliano recita: «Mente vazia, oficina do diabo» che potremmo tradurre così: «Una mente vuota, non occupa-ta, si trasforma in una fabbrica di tentazioni».Sono convinto che una delle cause di questa situazione (e forse la principale) è la condizione della famiglia e, soprat-tutto, in molti casi l’assenza del padre. Il fatto di non sentirsi amati dentro la propria famiglia spinge molti figli (soprattutto le ragazze) a voler uscire di casa. E nel “mondo” quello che incontrano subito è la droga, l’alcool, il sesso. Soprattutto le ragazzine cercano fuori di casa quell’affetto che non hanno trovato nel padre e, a volte, in nessuno dei due genitori. Cre-dono, illudendosi, nell’amore di un uomo. Convivono molto presto, alcune già a 15, 16 anni. E, quando una ragazza “trova un marito”, la sua famiglia si sente libera da qualsiasi respon-La chiesa della comunità di Madre Teresa di Calcutta, nel quartiere “Ipê”

DON DAVIDE DAL BRASILE

COMUNITÀ PASTORALE SANTO CROCIFISSO | MEDA13

DON DAVIDE DAL BRASILE

sabilità: «Adesso ha un marito che la mantiene». Il problema è che il “marito” spesso è poco più che adolescente, senza lavoro e “tentato” dall’alcool e dalla droga. Quando nasce il primo figlio nascono i primi problemi seri. Il papà (poco più che adolescente!) abbandona la ragazza o, anche con-vivendo, non rinuncia ai suoi amici, al divertimento e ad altre donne, mentre la “moglie” resta in casa prendendosi cura del figlio. La maggior parte delle giovani mamme sente una solitudine mortale! Quando resta sola, senza appoggio dal “marito”, senza poter lavorare né studiare a causa del bambi-no, è tentata di consegnare il figlio alla “nonna”, che cresce il nipotino o la nipotina come se fosse un figlio fin quando la mamma sarà in grado di prendersene cura. Ci sono però figli che chiamano la nonna “mamma” e vivono con lei tutta la vita! Quante volte ho già ascoltato bambini e adolescenti tristi perché si sono sentiti abbandonati dalla mamma o dal papà! E, ciò nonostante, continuano a sognare la mamma o (molto più spesso) il papà che non hanno mai conosciuto o che li ha abbandonati. La prima convivenza a 15, 16, 17 anni… è sempre molto precaria. Litigi, gelosia, bugie… sciolgono queste relazioni con molta facilità, soprattutto quando non c’è ancora un figlio. Quando una convivenza si rompe è mol-to difficile per una ragazza tornare a casa. Le ragazze sono sempre colpevolizzate, anche dalla mamma, per non aver saputo prendersi cura del “marito” (anche nel caso che sia lui a tradirla o ad abbandonarla). Questo è uno dei momenti più difficili. È adesso che una mamma, sola e senza condizio-ni economiche, sente la tentazione di “dare” il figlio ai suoi genitori, ai padrini di battesimo o anche a altre persone. Op-pure la tentazione di cercare un altro “marito”, questa volta però senza grandi sogni di amore, basta che sia in grado di mantenerla. I ragazzi, del resto, sembrano disprezzare queste giovani mamme come se non avessero più “valore”, mentre una ragazza poco più che adolescente è “desiderata” da uo-mini adulti (anche già sposati!). Tutto questo destruttura la famiglia o genera famiglie con la presenza di patrigno o ma-trigna che, molto spesso, non amano i figli del compagno/a, avuti da una precedente relazione. Qualche volta, purtroppo, ci sono casi di violenza familiare, di veri e propri abusi sessuali commessi dal patrigno ai danni dei figli della convivente. E (anche questo mi è capitato di sentire) la mamma a volte (per paura del marito violento o di restare sola) si trova complice, non denunciando il compagno o accettando semplicemente la violenza ai danni dei figli. Ci sono anche donne che, deluse e arrabbiate a causa di molta violenza e umiliazioni, scelgono relazioni omosessuali! In questi giorni celebriamo la Pasqua. Le celebrazioni di que-sta settimana santa sono bellissime. Molto partecipate. La “mia” parrocchia è la parrocchia del Beato Paolo VI (la prima al mondo dedicata a questo Papa). È una parrocchia nuova, comprende otto comunità: cinque urbane e tre rurali. La mag-gior parte sono comunità che accompagnavo già l’anno scor-so. A fine gennaio è arrivato il nuovo parroco: padre Paulo Vito. È giovane (sui trent’anni). Mi piace molto perché sembra molto sensibile, disponibile e collaborativo. Abbiamo cele-brato insieme la “missa de lava-pés”, il giovedì santo. Venerdì abbiamo incominciato presto la giornata, con la “via sacra” (via crucis) alle 7.00 di mattina, rappresentata dai gio-

vani di diverse comunità. La rappresentazione è stata davve-ro bella. Molti si sono commossi e hanno pianto. Abbiamo percorso in lungo e in largo le vie di due quartieri della no-stra parrocchia: Ipê e Tangarais, molto poveri e violenti. Mol-ti hanno partecipato, molti ci hanno accompagnato lungo il percorso o dalla finestra. Strade sporche, piene di buchi, te-atro di violenza, ma anche dei giochi dei bambini… si sono trasformate nello scenario della passione di Gesù! A mezzo-giorno, in chiesa, il “Sermão das sete palavras”. Si tratta di un “sermone” di commento alle ultime sette parole di Gesù. Alle 15.00 la celebrazione della morte, seguita subito dalla “procissão do Senhor morto” (un’altra processione con Gesù deposto dalla croce). A notte in molti abbiamo assistito alla rappresentazione teatrale della “Paixão de Cristo” nell’anfi-teatro all’aperto dietro alla Cattedrale. È stato molto, molto bello. Un’opera inscenata con centotrenta giovani della città che, guidati da un regista, hanno lavorato per cinque mesi! In un certo senso vi ho preso parte anch’io perché, insieme a un amico, ho scritto il copione e ho spiegato agli attori il senso di molte scene. Quello che, però, più mi colpisce è la gioia di tutti questi momenti. Questa gente semplice ama prega-re, pregare insieme, ascoltare la Parola di Dio, partecipare, celebrare, incontrarsi, camminare in processione, cantare. Questa gioia è contagiosa, fa molto bene. A tutti. E credo sia la vera risposta, la risposta cristiana, a tanta violenza. Una comunità fraterna che si sforza di essere accogliente, aperta a tutti, è una vera e propria “benção” (benedizione) per tutti noi che sentiamo solitudine, umiliazione, tristezza, bisogno di

COMUNITÀ PASTORALE SANTO CROCIFISSO | MEDA14

“carinho” (affetto) e di accoglienza. Una comunità così è una comunità viva, pasquale, frutto della Pasqua di Gesù risorto, testimone della sua presenza tra noi. Che le nostre comunità siano così! Questo è il mio augurio di Pasqua!Feliz Páscoa a todos!E grazie delle vostre preghiere!

PS. Da qualche settimana ho lasciato il km 7. Mi sono conge-dato, salutando tutti (i pochi presenti) nell’ultima messa che ho celebrato e conversando con i professori a scuola. In que-sto momento mi trovo in casa del vescovo, dove ho abitato al mio arrivo nel 2011. Quando termineranno i lavori, mi tra-sferirò nella casa parrocchiale della parrocchia beato Paolo VI. Sento molta riconoscenza per i quattro anni che ho trascorso al km 7, che considero importanti quanto lo sono i primi quat-tro anni di vita di un bambino. Tutto quello che ho imparato in Brasile l’ho imparato là: il ritmo di vita del popolo brasiliano, la lingua, le ricette di cucina, i giochi e il sorriso dei bambini, la

fede della gente, il coraggio eroico delle mamme, il “carinho” spontaneo delle persone semplici, la generosità di chi non ha nulla e ti offre tutto, la gratitudine immensa per un piccolo gesto di attenzione… Sento molta riconoscenza, ma, insieme a tante cose belle, non posso nascondere di aver conosciuto anche cattiveria, inganno e bugie. E ho imparato anche a di-stinguere povertà ed egoismo. Adesso sento (da molto tem-po a dire il vero) che la mia missione al km 7 sia terminata; anzi, compiuta! Ho appoggiato suor Francesca animando la scuola e la comunità, accompagnando molte mamme abban-donate, aiutando i poveri, favorendo la riconciliazione, il per-dono e la pace (ricordate l’omicidio?), sostenendo la Samari-tana nel suo momento più difficile… Molto è stato seminato. Crescerà. Ed è giusto così, è giusto aspettare il tempo della crescita, senza pretendere di vedere il frutto. Ora il desiderio di accompagnare più da vicino la realtà di una parrocchia e i nuovi impegni accademici e diocesani mi hanno mostrato, di fatto, un nuovo cammino. Ma di questo vi parlerò nella pros-sima lettera. •

Nel giorno che ricorda l’uccisione di Mons. Oscar Arnul-fo Romero (24 marzo 1980) la Chiesa Italiana si ritrova

per celebrare una giornata di preghiera e digiuno, facendo memoria ogni anno dei missionari martiri e di quanti hanno dato la vita per Cristo. La ferialità della loro fede fa di questi testimoni delle persone a noi vicine.Essendo il 24 marzo nella settimana santa (giovedì santo con S. Messa In coena Domini) la Veglia di Preghiera — che vede coinvolte tutte le Commissioni Missionarie del Decanato, ma è aperta a tutti — è stata anticipata a domenica 20 marzo alle ore 16 in parrocchia S. Maria Nascente.La Commissione Missionaria della Comunità S. Crocifisso ha preparato un libretto dal titolo Donne e Uomini di Misericor-dia, testo proposto dalle Pontificie Opere Missionarie per po-ter seguire e partecipare ai vari momenti della celebrazione.Ha celebrato don Luigi Pedretti, assistente della Commissio-ne Missionaria di Meda, che nella riflessione dopo il brano di Vangelo (Mt 5, 38-48) ha sottolineato i gesti concreti (come l’accoglienza, il rispetto, la solidarietà, il perdono, la non vio-lenza corporale e del linguaggio) che siamo invitati ad usare alla maniera dei Missionari della Misericordia, facendo riferi-mento alle Opere di Misericordia Spirituali e Corporali.Momento particolare è stato lo scambio di un segno di pace, proposto con un abbraccio, una carezza, un bacio, un sorriso, con il brano musicale di Luciano Ligabue Metti in circolo il tuo amore come sottofondo.Toccante e drammatica la testimonianza, letta durante la ve-glia stessa, di suor Sally (superiora di una casa per anziani e disabili), unica sopravvissuta alla strage di Aden nello Yemen,

compiuta da un gruppo di miliziani dello Stato Islamico, che ha assassinato le quattro suore di Madre Teresa di Calcutta e trucidato insieme a loro altri presenti, ma la Provvidenza ha voluto che Lei fosse la Testimone vivente di quanto è accadu-to. È stata una strage decisa e attuata contro la sola presenza cristiana nello Yemen. Le suore uccise, gli undici collaboratori tutti finiti con un colpo alla tempia, la cappella, il crocefisso e il tabernacolo, tutto metodicamente distrutto, in odio alla fede (Avvenire).Sono stati letti i nomi dei Missionari Martiri per l’anno 2015 (ventidue ufficialmente: tredici Sacerdoti, quattro Religiose, cinque laici), con appartenenza a istituto o associazione e luogo/città dove sono stati uccisi; per ognuno è stato portato un cero all’altare a memoria del martirio.«Tuttavia la morte, anche brutale, non ha l’ultima parola: l’A-more vince sempre e Loro lo hanno testimoniato con la vita e sono morti servendo, sui passi del Maestro. È l’Amore di Dio che spinge i missionari a lasciare tutto — famiglia, ami-ci, sicurezze — per vivere una vita di nascondimento, lontano dalla loro terra, in terre lontane… una vita, però, piena, colma della fragranza del Vangelo, della Gratuità, del Servizio, del Dono… e grazie all’Incontro con Dio, che hanno vissuto su di sé e che ha cambiato, trasformato la loro vita, diventano ca-paci di portare a tutti la Misericordia incontrata fino alla fine, fino agli estremi confini della Terra, fino alla dimenticanza di sè per Amore del Vangelo e dei poveri».Al termine di un momento di preghiera davvero speciale la conclusione, con la benedizione ed il canto Tu sei la mia vita, altro io non ho. •

DON DAVIDE DAL BRASILE

MISSIONARI DELL’AMORE DI DIOIl ricordo e la preghiera dei missionari colpiti dalla violenza dell’uomo

GIORNATA MISSIONARI MARTIRI — 20 MARZO 2016

COMUNITÀ PASTORALE SANTO CROCIFISSO | MEDA15

Settant’anni sono tanti, proprio un bel periodo. Nel mio caso, per esem-

pio, più di quanto ho vissuto. Rosanna Favè canta nel coro della parrocchia di Santa Maria Nascente da settant’anni, da prima che io nascessi.Portare avanti un impegno così, per tut-ti questi anni, vuol dire avere una bella costanza, ma prima di tutto una gran-de, grandissima passione. E certamen-te Rosanna ha la passione per il canto, basta vederla “all’opera” sia nelle pro-ve che nelle occasioni ufficiali. La sua è una voce sicura, che aiuta anche gli altri nell’intonazione e negli attacchi. Ma soprattutto è una voce forte, che, come si dice in gergo, “buca”; è una voce, cioè, che, anche se tutti gli altri cantano a gran voce, riesce, se vuole, ad emergere. Per l’unico che mi sta leg-gendo e che non la conosce, basta un esempio: quando un cantore, all’inizio della Messa, si mette davanti al leggio, aggiusta il microfono posizionandolo il più possibile davanti alla propria bocca.

Rosanna, arrivata al leggio, allontana il microfono: non le serve per farsi sentire.Rosanna adesso ha deciso che, dopo così tanto tempo, è arrivata l’ora di far riposare le sue corde vocali (e… le no-stre orecchie!!!).È parso quindi giusto e doveroso a noi suoi “colleghi” del coro, dopo aver pas-sato tanto tempo assieme, salutarla con una piccola festa (cena, canti, balli) l’al-tro sabato all’oratorio maschile. Ci pen-sate? Facendo un rapido calcolo, fra prove (circa una alla settimana), Messe cantate e serate varie il coro canta mini-mo settanta volte all’anno; moltiplicato per settant’anni fanno quattromilanove-cento volte!!! Rosanna ha cantato nel coro circa cinquemila volte, forse di più: mica da ridere.I suoi amici del coro hanno anche pen-sato bene di donarle una targa per ri-cordarle il loro affetto (mi è parso anche un po’ ironico dare una “targa” a qual-cuno che gira sempre in bicicletta, ma non è stato certo intenzionale).

Scherzi a parte, Rosanna ci mancherà, mi mancherà; fisicamente infatti, per come siamo posizionati quando cantia-mo, Rosanna è proprio davanti a me ed oltretutto mi mancheranno anche quei particolari (cappello, sciarpa, abito) di colore rosso che lei ama indossare so-prattutto nei giorni di festa.Ciao Rosanna, un grazie ed un abbrac-cio: stammi bene.

Una voce del coro

Queste sono le “famose” parole che Papa Francesco ci chiede di pro-

nunciare ogni tanto nella nostra giornata.

GRAZIE: questa parola è quasi dimenti-cata nel nostro linguaggio, non è più di moda, è scontata, non si usa più. Mia ma-dre mi ha educata a ringraziare e a me viene spontaneo farlo. Al giorno d’oggi con rammarico constato invece che que-sto atteggiamento è passato in secondo piano o viene addirittura delegato (ossia: ringrazia tu per me), quasi non si avesse il tempo di prendere il telefono e chiamare la persona a cui vanno i ringraziamenti. Generalmente si ringrazia per un dono, per un gesto di cortesia, per un lavoro fatto e per me il ringraziare è un momen-

to di grande gioia perché presuppone che qualcuno si sia ricordato di me, della mia esistenza e del mio fare. Quindi, se vogliamo essere felici, torniamo a ringra-ziare: vi assicuro che fa bene al cuore.

PERMESSO e SCUSA richiedono umil-tà e anche queste parole impongono una fatica psicologica: fatichiamo infat-ti a riconoscere i nostri sbagli perché ci consideriamo perfetti, convinti che tutto quello che facciamo sia giusto e perfetto, anche se a volte facciamo esattamente l’opposto. Quindi quando ci accorgiamo dei nostri sbagli, anche di quelli fatti a fin di bene, dobbiamo umil-mente chiedere scusa. Torniamo quindi ad esercitare la qualità dell’umiltà, che

ai nostri giorni quasi non è più pratica-ta, ma che invece fa grande una perso-na; guardiamo alla vita di S. Francesco, umile e grande allo stesso tempo.Spero di non avervi annoiato con que-ste righe e mi auguro che la vostra vita sia umile e gioiosa allo stesso tempo.

Renata R.

IL CORO DI SANTA MARIA NASCENTE

IL PASSO D’ADDIO DI ROSANNA FAVÈPortare avanti un impegno così, per tutti questi anni, vuol dire avere una grande, grandissima passione

PER RIFLETTERE

PERMESSO, SCUSA, GRAZIEAlcune pillole di saggezza quotidiana

COMUNITÀ PASTORALE SANTO CROCIFISSO | MEDA16

MOVIMENTO TERZA ETÀ

RITIRO SPIRITUALE A NIBIONNODio è Padre e Madre: comportiamoci da figli di Dio

Sabato 12 marzo: bella giornata tiepida e soleggiata, ide-ale per un’uscita dalla nostra Meda. Don Luigi Bianchi ci

aspettava a Tabiago, frazione di Nibionno, per una catechesi quaresimale in preparazione alla Pasqua, seguita dalla Santa Messa celebrata nella chiesa dedicata ai Santi Simone e Giuda.Don Luigi, compagno di messa di don Luigi Pedretti (che nel frattempo ci ha raggiuto), cordialmente ci accoglie nell’orato-rio adiacente alla chiesa e ci fa una breve storia del suo man-dato: le opere intraprese per la ristrutturazione della chiesa e dell’oratorio, con l’aiuto della popolazione, ma anche «la sco-perta del “campanilismo” tra le varie frazioni di Nibionno, dove si parlano dialetti diversi tra una frazione e l’altra, e la difficoltà a creare “unità” tra i fedeli delle diverse parrocchie, special-mente fra le persone più anziane».La catechesi che ha proposto è stata una riflessione sui passi dei Vangeli delle domeniche di Quaresima: La “Samaritana”, “Abramo”, il “Cieco nato” e Lazzaro”, tutta incentrata sulla Parola di Dio e «sulla Luce che essa propaga nell’anima del credente, portandola a cercare la salvezza che il Signore dona a tutti quelli che la desiderano… Dio è anche “Madre”, se si legge bene la Bibbia. Dio è Madre, ad esempio, in Osea dove si dice: “Ti ho preso dall’Egitto, ti ho portato in braccio, guan-cia contro guancia… ti ho insegnato a camminare, ti prendevo sulle mie ginocchia…”. Questo non è un Padre, è una Madre! … Una madre è un grande dono… È per questo che Dio, di-cendo di essere un Padre, in realtà è una Madre e ci perdona sempre. Sentire che Dio è misericordioso ci fa capire che Dio ci ama come una mamma».La presenza di alcuni confessori ha dato modo ai partecipanti di accostarsi al Sacramento della Riconciliazione preparandosi alla Pasqua.Dopo la catechesi, don Luigi ha celebrato la Messa e nell’O-melia ha ricordato che «… è tutta una liturgia battesimale, che serviva a Sant’Ambrogio per preparare i catecumeni, quelli che si stavano preparando al Battesimo. Nel nostro Battesimo non

ci sono più né greci né ebrei, né schiavi né schiave, né uomo né donna, ma siamo figli di Dio… Il nostro Battesimo ci fa tutti figli di Dio e noi chiamiamo Dio col nome di Padre con molta confidenza… dobbiamo avere un po’ di confidenza con Dio, è nostro Padre! … Non Altissimo, Eterno, Onnipotente… lo è anche, però… Padre! Perché abbiamo lo Spirito di Dio dentro di noi e la vita di Dio… Però, dice San Paolo, se siamo figli di Dio perché abbiamo lo Spirito, comportiamoci da figli di Dio, viviamo proprio con lo Spirito, non vivete secondo la carne, … voi siete guidati dallo Spirito, siete figli di Dio, quindi compor-tatevi da figli di Dio».Dopo l’anima abbiamo ristorato anche il corpo presso il Risto-rante “Rigamonti”, dove è stato servito un pranzo “ottimo e abbondante”.Nel pomeriggio, presso il Santuario Madonna della Noce di Inverigo, abbiamo meditato la Via Crucis con le riflessioni del Passionista Padre Antonio Rungi. La Via Crucis è stata condotta dalle rappresentanti delle tre parrocchie di Meda, cinque sta-zioni per ogni gruppo; ne è uscita, così, una bella testimonian-za della nostra Comunità Pastorale. Dopo la preghiera di Papa Francesco per il Giubileo della Misericordia, siamo tornati alle nostre case con la serena consapevolezza di aver fatto un pas-so in più nel nostro cammino di fede e di essere protagonisti nella costruzione della nostra Comunità Pastorale.

Carla

I PROSSIMI INCONTRI

GIOVEDÌ 14 APRILE ORE 14,30 Parrocchia S. Giacomo: Catechesi e incontro con don Tommaso sul tema: Vivere i sacramenti. Al termine auguri ai compleanni di marzo e aprile.

MARTEDÌ 10 MAGGIO ORE 14,30 Parrocchia S. Giacomo: Gruppo di ascolto (VII incontro).Domenica 15 maggio ore 14,45 Parrocchia Madonna di Fatima: incontro di preghiera e di festa.

GIOVEDÌ 26 MAGGIO ORE 14,30 Parrocchia S. Maria Nascente: incontro in Oratorio S. Crocifisso.

SABATO 11 GIUGNO: pellegrinaggio al Santuario della Misericordia a Savona e visita della città in occasione dell’Anno Giubilare della Misericordia (per il programma vedi locandine).

COMUNITÀ PASTORALE SANTO CROCIFISSO | MEDA17

ADORAZIONE EUCARISTICA (Seconda parte)Sotto lo sguardo della Vergine di Guadalupe. La “tilma” di Juan Diego

Rincuorato dalla Vergine, Juan Diego ubbidisce prontamente. Scende in

città e si reca dal Vescovo per mostrar-gli il segno prodigioso che aveva chiesto per credere: i bellissimi fiori di Castiglia. Apre il suo mantello e, all’istante, sulla tilma si imprime — e diventa manifesta a tutti i presenti nello studio — l’imma-gine della Santa Vergine. Di fronte a tale prodigio, il Vescovo cade in ginocchio e La venera con intensità. Poi chiede a Juan Diego di essere accompagnato sul Tepeyac e di indicargli il luogo in cui la Madonna ha chiesto che Le sia innalzato un tempio. Nel frattempo l’immagine, collocata nella Cattedrale di Città del Messico, diventa presto oggetto di una devozione popolare ininterrotta fino ai nostri giorni. Sono circa venti milioni i pellegrini che ogni anno si recano a ve-nerarLa nel Santuario più frequentato ed amato del Centro e Sud America, perché la Vergine non ha sembianze straniere, ma di una meticcia, una di loro. Sotto la Sua materna protezione nel 1999 — dal 27 al 31 ottobre — qui si svolse l’impor-tante Congresso scientifico internazio-nale Dignità e statuto dell’embrione umano e fu lanciata la famosa richiesta The Guadalupan Appeal a cura dei Pro Life perché sia data dignitosa sepoltura ai bambini abortiti. È secolare consuetu-dine che le donne incinte mettano sotto la protezione della Madonna di Guada-lupe la loro gravidanza.

LA TILMAÈ veramente incredibile ciò che la scienza ha scoperto su questa tilma che avrebbe dovuto distruggersi entro ven-ti/trent’anni!Studi oftalmologici realizzati sugli Oc-chi di Maria hanno scoperto che, se si avvicina loro la luce, la retina si contrae e, ritirando la luce, essa torna a dilatarsi come accade ad un occhio vivo.La temperatura della fibra di maguey con cui è costruita la tilma mantiene una temperatura costante di 36,6°, come quella di una persona viva.Uno dei medici che analizzò il mantel-lo collocò lo stetoscopio sotto il nastro con i fiocchi che Maria ha intorno alla

vita — segno della gravidanza — e rile-vò dei battiti che si ripetevano ritmica-mente e contò 115 pulsazioni al minuto, quelle di un bimbo nel ventre materno.Non si è scoperto nessun tratto di pittu-ra sulla tela, ma, alla distanza di 10 cm dall’immagine, i colori scompaiono e si vede solo la tela cruda. Gli scienziati della Nasa affermano che ciò che origi-na i colori non è un elemento conosciu-to sulla Terra.Un raggio laser, fatto passare lateral-mente sopra la tela, ha evidenziato che i colori non stanno né sul diritto né sul rovescio, ma fluttuano sopra la tilma a una distanza di 3 decimi di millimetro senza toccarla.La fibra di maguey (che costituisce la tela dell’immagine) non può durare più di venti/trent’anni, mentre quella della tilma di Guadalupe è ancora intatta, come il primo giorno dopo cinquecento anni. È incorruttibile e nessuno sa spie-gare il perché.Nel 1791 è stato rovesciato accidental-mente dell’acido muriatico sul lato supe-riore destro della tela. Senza alcun tratta-mento il tessuto danneggiato si ricostituì miracolosamente dopo trenta giorni.Le stelle visibili sul Manto di Maria riflet-tono l’esatta configurazione e posizione del cielo che il Messico presentava il 12 dicembre 1531.La scienza scoprì che gli occhi di Ma-ria possiedono i tre effetti di refrazione dell’immagine di un occhio umano.Nelle pupille di Maria (di soli 7,8 mm.) si sono scoperte minute immagini umane che nessun artista avrebbe mai potuto dipingere. Sono due scene e si ripetono in entrambi gli occhi. L’immagine del Ve-scovo Zumàrraga negli occhi di Maria fu ingrandita mediante tecnologia digitale che ha rivelato che negli occhi è ritratta l’immagine di Juan Diego che apre la sua Tilma davanti al Vescovo. La misura di questa immagine corrisponde alla quarta parte di un milionesimo di millimetro.Questi fatti inspiegabili ci sono stati dati per provocare la ragione e rafforzare in tutti noi la fede nella materna presenza della Vergine Madre quale Mediatrice di grazia tra Dio e gli uomini.

E, per finire, tre spunti di riflessione:“Guadalupe” significa nella lingua degli Indios “schiaccia la testa al serpente” (Gn. 3,15: Maria, Vincitrice del Maligno)L’immagine richiama Apocalisse 12: «Apparve nel cielo un grande segno, una donna avvolta nel sole, con la luna sotto i suoi piedi»La Vergine appare con l’abito e i fioc-chi sul ventre perché Juan Diego com-prenda in modo chiaro che Lei “porta” il Signore nel grembo come dono del Padre per lui e per tutto il Continente.Ella è l’Arca della Nuova Alleanza, il Ta-bernacolo di carne di Gesù, l’Ostenso-rio della divina Presenza!Venerando a Guadalupe l’immagine mi-racolosa della Vergine sulla tilma, Papa Francesco ha detto: «Per questo credo che oggi ci farà bene un po’ di silenzio, e guardarla, guardarla molto e con cal-ma, e dirLe come fece quell’altro figlio che l’amava molto:Guardarti semplicemente, Madre,tenendo aperto solo lo sguardo;guardarti tutta senza dirti nulla,e dirti tutto, muto e riverente. […]Guardarti, Madre; contemplarti appena,il cuore tacito nella tua tenerezza,nel tuo casto silenzio di gigli».

(Fine) Cesarina Ferrari Ronzoni

5 MARZO - SANTUARIO DI SAN PIETRO MARTIRE

MEDA? UN PERIODO BELLO DELLA MIA VITA SACERDOTALE…Il ricordo di don Massimo, coadiutore a Meda negli anni 1994 - 1998

Io a Meda sono stato semplicemente una cerniera, una meteora. Due anni con don Giovanni, due anni con don Silvano. Poi via, da un’altra parte. Cio-nonostante ho molti cari ricordi. L’amo-re che ho donato a Meda — credetemi — è stato profondo. Tanto da patirci nell’obbedire a chi mi ha voluto da un’altra parte.Sarà perché arrivando al Santo Crocifis-so ho potuto dare ciò che al Laterano non mi era chiesto. Il card. Martini ordi-nandoci ci disse: «Non vi mando ai muri, vi mando alle persone». L’oratorio non sarà mai fatto di edifici. Sta in piedi solo se sai curare le relazioni. Io per sei anni a Milano feci l’oratorio senza un metro quadrato all’aperto, poiché il Laterano metteva a disposizione solo la ex-cripta della chiesa. E là sotto dovevamo fare tutto. Ecco perché arrivando in un gran-de oratorio della Brianza mi è parso di rinascere!!!Arrivavo subentrando a grandi figure di coadiutori che avevano lavorato tanto e mi consegnavano una pastorale gio-vanile molto attiva. Ricordo la catechesi giovani con un centinaio fra ragazzi e ra-gazze tutti impegnati chi nella liturgia, chi nello sport, chi nell’animazione, chi nelle missioni, chi nel progetto educa-

UN SALONE POLIFUNZIONALE PER IL CENTRO GIOVANILE DI MEDA – OSCCi scrive don Massimo Gaio: quanti ricordi!

COME PROCEDONO I LAVORI?

I lavori di riqualificazione della Sala Polifunzionale procedono con dinamicità secondo quanto programmato: a vista il can-tiere offre un’ottima impressione sullo stato dell’opera.

Sono state ultimate le nuove strutture e consolidate quelle esistenti, l’impianto di riscaldamento a pavimento, con i relativi sottofondi, e la predisposizione dell’impianto elettrico, di trasmissione dati audio-video ed antintrusione.Dalla fine del mese di marzo, in attesa di procedere con le finiture interne, sono iniziati i lavori di sbancamento, di posa della rete di smaltimento acque piovane e di predisposizione dell’impianto di illuminazione della corte.Nel mese di aprile, unitamente alla posa del pavimento della rampa e della piazza d’ingresso alla sala, saranno iniziate le opere di isolamento termico e di protezione e prevenzione degli incendi sulle pareti interne.

COMUNITÀ PASTORALE SANTO CROCIFISSO | MEDA18

MOVIMENTO TERZA ETÀ

tivo. Forse con me è iniziato il declino. Lascio giudicare ad Altri. Anche il bar dell’oratorio venne chiuso per parecchi mesi e, riaprendo, non fu più come pri-ma. Seguirono anche alcuni problemi. L’importante è avere la coscienza a po-sto e delle mie scelte di quel periodo non ne rinnego nessuna. Per ogni deci-sione mi garantivo l’appoggio del par-roco e dei superiori.Ricordo di non aver trovato le strutture in disordine. Anzi. Fra l’altro non avevo il tempo di stare dietro agli edifici. Ho cercato di mantenerli. Ricordo di aver sistemato la sacrestia, fatto lucidare il pavimento della cappella, realizzato il bellissimo mosaico di Borgonovo per i cento anni dell’Oratorio… Mi piaceva

molto la cappellina voluta da don Italo, dove su un tronco riposava il Santissi-mo, con quelle vele a ricordare la for-za dello Spirito capace di fare meglio di noi, prima di noi e nonostante noi. Ogni domenica sera con almeno una cinquantina di adolescenti e giovani impegnati nella domenica oratoriana ci ritrovavamo lì per i vesperi, gli avvisi e il punto della situazione.Ricordo anche la collaborazione forte fra l’Oratorio e le contrade. Io ci tenevo parecchio. Non ho fatto nulla di specia-le, ho solo proseguito il cammino. La scelta del tema del Palio con i capita-ni, i suggerimenti per i presepi, le cene con i contradaioli. È qualcosa che mi è rimasto dentro. Nei miei anni il Palio di-

ventava maggiorenne. E allegramente posso dire che nei quattro anni a Meda hanno vinto tutte e quattro le Contrade, un anno — se non ricordo male, la Fa-meta e il Bregoglio a pari merito.Ricordo anche il baretto sotto la cappel-lina. Ecco, quel salone non versava in buone condizioni e mi ricordo la fatica con cui si dovevano allestire gli scaffali per la pesca di beneficenza. C’era biso-gno anche di spazio. Un aneddoto: la primissima volta che mi affacciai in Ora-torio assistetti ad una tremenda litigata fra la carissima Gilia, indiscussa signora della Pesca, e il presidente della Banda. Galeotto fu il passaggio fra i due preti. Approfittando della vacanza, i concerti-sti ristrutturarono e si stanziarono nel ri-postiglio dove c’erano gli oggetti rima-sti dalla Pesca dell’anno precedente e furono… fuoco e fiamme! Io, new-entry fresco fresco, non sapevo che dire e… lasciai che si azzuffassero!Questo per riaffermare con forza quan-to sia importante avere degli spazi. Non siamo più nell’epoca in cui gli Oratori si riempivano ogni giorno fino a tarda sera. Al sabato e alla domenica le fa-miglie preferiscono altro. Ma se una comunità cristiana investe ancora ne-gli spazi per renderli sempre più sicuri, funzionali, razionali e anche belli… non sperpera risorse, al contrario investe sulla possibilità di annunciare il Vange-lo, di aggregare e accogliere le nuove generazioni, di vivere bene opere di carità… Certo bisogna essere profetici nella stesura dei progetti. Questo augu-ro all’OSC e alla Comunità Pastorale di Meda: riuscire a trasmettere alle gene-razioni future il senso dell’appartenenza a Gesù, alla Chiesa. Che oggi manca. Manca sempre di più.Quando per il centenario dell’Oratorio organizzammo una rassegna teatra-le dove per quattro o cinque sabati di fila le varie generazioni si succedettero nell’intrattenimento, fummo molto felici nell’assistere ad una rappresentazione anche dei “vecchi oratoriani” di un tem-po che erano ancora lì, freschi, giovanili, simpatici… a testimoniare quanto sia im-portante la vita in oratorio. In apparenza pochi lo sostengono, ma poi quando manca tutti ne sentono la nostalgia.Medesi, siate generosi! Ne vale la pena…

don Massimo Gaio

COMUNITÀ PASTORALE SANTO CROCIFISSO | MEDA19

RISTRUTTURAZIONE OSC

LA VOCE DEI PICCOLI

UN MOMENTO BELLISSIMO!Sabato 19 marzo i bambini della parroc-chia di San Giacomo hanno ricevuto la loro prima Confessione.Attraverso la riflessione sulla Parabola del Padre Misericordioso hanno potu-to fare esperienza dell’abbraccio di Dio ricco di Misericordia, sempre pronto ad accogliere i suoi figli che tornano a Lui.La funzione penitenziale da loro vis-suta è stata ricca di molti segni. In primo luogo c’è stata la memoria del proprio battesimo: don Tommaso ha fatto vedere la veste bianca e la cande-la accesa dal papà il giorno del battesi-mo con l’acqua benedetta. Al momento della Confessione individuale, dopo un attento esame di coscienza, ogni bam-bino si è recato dal sacerdote e dopo l’assoluzione ha ricevuto dalla catechi-sta una croce, simbolo dei cristiani, da portare anche il giorno della Prima Co-munione. Ogni bambino ha attaccato un fiore sulla bella immagine del Padre Misericordioso presente sull’altare e poi ha ricevuto l’abbraccio dei genitori, visibilmente emozionati. Alla fine una bella foto di gruppo con don Tomma-so e le catechiste e poi via in salone per una festa gioiosa tutti insieme.Ai nostri bambini un augurio perché la Prima Confessione sia per loro l’inizio di una vita piena d’amore, dove il cuore di ciascuno custodisca un giardino da col-tivare, attento ad ascoltare ciò che Dio ha da dirci.Aiutiamo questi bambini a far sì che, nonostante le difficoltà, crescendo ri-mangano sempre vicini al sacramento della Confessione in modo che possano sperimentare l’amore di Dio. Le catechiste Ivana, Mariapia, Lucia, Chiara e Giusy

PENSIERO DEI GENITORISiamo molto contenti di aver potuto accompagnare nostra figlia Michela in questa tappa così importante nella pro-secuzione del suo cammino di iniziazio-ne cristiana.Crediamo infatti che questo sacramen-to, istituito direttamente da Gesù nella sua vita terrena, sia fondamentale per una esistenza vissuta in pienezza.Gesù Cristo con questo sacramento ha dimostrato di conoscere fino in fondo la nostra umanità e ci ha dato questo “dono”, segno della sua attenzione alla nostra felicità. I genitori di Michela

AVVOLTI NELLA MISERICORDIA DI DIO — UN GRANDE ABBRACCIO SENZA LIMITIEmozioni indescrivibili, riflessioni e poi noi genitori prendiamo coscienza del fatto che, malgrado tutto ciò che avvie-ne nel mondo, il dono più grande che Dio ci ha fatto è la nostra vita, ma anco-ra di più la vita dei nostri figli. Durante la cerimonia della vestizione dei chieri-chetti la nostra mente era tornata al mo-mento del battesimo, quando abbiamo chiesto per nostro figlio l’amore e la mano di Dio, che il Signore fosse per lui guida senza ostacoli e che gli donasse un cuore sempre aperto a tutti, come in un grande abbraccio senza limiti. Nel giorno della sua prima confessione il nostro cuore era colmo di gioia, una lacrima ci è sfuggita vedendolo andare verso il sacerdote, un po’ emozionato e un po’ intimorito nel non sapere cosa lo aspettava; ma quando poi è uscito dal confessionale, con un sorriso sul volto, e ci ha dato un tenero abbraccio, noi ci siamo sentiti avvolti nella misericordia immensa di Dio. Marco, mamma e papà

E MI CORSE INCONTRO…Fra tutte le cose belle del catechismo ce n’è una speciale: la confessione. In-fatti sabato 19 marzo ho confessato per la prima volta i miei peccati. Ci siamo trovati in chiesa con le catechiste e i ge-nitori e lì don Tommaso e don Piero ci hanno accolto e spiegato come vivere questo momento importante. All’inizio ero molto emozionata e preoccupa-ta perché avevo paura che il prete mi sgridasse per i peccati non troppo belli. In realtà, dopo la confessione, mi sono sentita più “leggera”, perché ho avver-tito l’abbraccio del Padre che, perdo-nandomi, ha fatto rifiorire il mio cuore. Arianna

Ero spaventato all’idea di parlare di me, da solo davanti al prete, ma è stato tut-to facile e alla fine mi sono sentito forte e felice. Alessio

20 COMUNITÀ PASTORALE SANTO CROCIFISSO | MEDA

SABATO 19 MARZO I RAGAZZI DI IV ELEMENTARE SI SONO ACCOSTATI PER LA PRIMA VOLTA AL SACRAMENTO DELLA CONFESSIONE

CON IL PERDONO LA VITA FIORISCE!

COMUNITÀ PASTORALE SANTO CROCIFISSO | MEDA2121COMUNITÀ PASTORALE SANTO CROCIFISSO | MEDA

Già da quando mi sono svegliato al mat-tino sentivo che sarebbe stato un giorno speciale, poi una volta in chiesa mi sen-tivo molto emozionato e il cuore mi bat-teva forte. Quando è toccato a me sono andato da don Angelo e mi so no sentito più tranquillo, calmo e felice. È stato bel-lo attaccare il fiore nel quadro e ricevere la croce che metterò alla prima comunio-ne. È stato un giorno che ricorderò per sempre. Grazie Gesù. Ariunbold

Dopo essermi confessato mi sono sentito come liberato: ci voleva proprio. Filippo

Sabato ho avuto un po’ di paura, timi-dezza ed emozione. Gabriele

È stato emozionante. Camilla

Mi sono emozionato ed è stato bellissi-mo. Andrea

Ero molto emozionato, ma don Ange-lo mi ha aiutato e dopo ero contento. Alessandro

Ero emozionato e spaventato per-ché non sapevo cosa dire, ma dopo aver parlato con il don mi è venuto un sentimento di pace. Thomas

Ero emozionato e mi tremavano le gam-be, ma dopo che mi sono confessato mi sono calmato. Mi è piaciuto tanto il pannello dove hanno appeso i fiori. Alessandro

Quando ero vicino al prete mi sentivo felice, pieno di gioia, ma anche un po’ impaurito. Matteo

Ero emozionato e agitato. La confessio-ne però è stata più semplice del previ-sto e alla fine ero contento. Alessandro

Mi sono emozionato molto. Alessandro

Avevo un po’ di paura ed ero emoziona-to, poi quando tutto è finito ero conten-to ed il cuore era più felice. Alessandro

Ero emozionato, agitato. Grazie, Gesù, per avermi sollevato e grazie, don Mat-tia, per avermi ascoltato.Niccolò

Per me la confessione è stata molto im-portante perché mi ha avvicinata a Dio e io considero Dio una persona impor-tante, che mi aiuta nelle difficoltà. Mi hanno accompagnato la catechista e i miei genitori che mi hanno fatto capire l’importanza della confessione. Aurora

È stato davvero un momento molto emozionante, mi sono sentita vicina a Gesù. Gaia

Sabato ho vissuto una grande emozio-ne: la mia prima confessione. Ero agita-ta, piena di gioia, ma timorosa perché non sapevo cosa mi aspettava. Alla fine mi sentivo un’altra persona e ho prova-to un grande senso di pace. Michela

Partecipare alla prima confessione nella chiesa di San Giacomo è stato bello ed emozionante perché, dopo essermi con-fessato con don Angelo, mi sono sentito più libero e leggero. Il gesto per me più bello è stato quello di attaccare i fiori che rappresentavano la rinascita dai nostri peccati sulle braccia del padre misericor-dioso che abbracciava il figlio, cioè lo per-donava e perdonava tutti noi. Francesco

All’inizio ero un pochino agitato, ma poi don Tommaso mi ha tranquillizzato, ho detto i miei peccati e mi sono sentito più libero e contento. Stefano

Ero emozionata di parlare con il prete, però lui è riuscito a farmi sentire bene. Avevo le lacrime agli occhi quando ho finito e sono andata verso mamma e papà. Chiara

Quel giorno ero emozionatissima: mi sono sentita molto felice di avvicinarmi piano piano a Gesù facendo la mia pri-ma confessione. Non sapevo cosa dire al parroco, ma una volta davanti a lui mi sono tranquillizzata ed ho cominciato a dirgli tutto quello che sentivo; aspetto con ansia il giorno della comunione e sarò felice di prendere per la prima vol-ta l’ostia, così mi sentirò ancora di più vicino a Gesù. Giorgia

Ho provato entusiasmo e felicità, ho li-berato quasi tutte le paure che avevo, mi sono sentito sollevato di aver potuto esprimere i miei sentimenti. Davide

Il giorno della mia prima confessione ero molto emozionata e felice. È stata una bella esperienza e ho capito che era l’inizio di un nuovo cammino con Gesù. Grazie. Elisa

Ero molto emozionato, ma soprattutto molto contento dell’incontro avuto in chiesa con Gesù. Edoardo

Quando ho fatto la confessione mi sono sentito abbastanza tranquillo, non ero agitato, mi è piaciuto. Ivan

Il giorno della mia prima confessione mi sentivo molto agitato perché incontravo finalmente Gesù attraverso la figura del sacerdote… ero ansioso perché sicura-mente sarebbe stato un momento indi-menticabile… infatti lo è stato. Nicolò

COMUNITÀ PASTORALE SANTO CROCIFISSO | MEDA22

XXX

LA VOCE DEI PICCOLI

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LA DOMENICA DELLE PALME DEI RAGAZZI DI QUINTA ELEMENTARE RACCONTATA A PIÙ VOCI

LA LIBERTÀ DEI RAGAZZI... DIVENTA TESTIMONIANZA

Domenica delle Palme. Ragazzi, genitori, catechisti tutti pronti nel cortile dell’o-ratorio di Madonna di Fatima per prendere un ramo di ulivo e poi tutti in pro-

cessione fino alla Chiesa per la Santa Messa. Don Tommaso ci ha ricordato il significato della festa: Gesù entra in Gerusalemme cavalcando un asino segno di umiltà, umiltà che interpella anche noi. Con l’entrata in Gerusalemme inizia la Settimana Santa, la Passione di Gesù.Dopo la Messa i ragazzi di quinta elementare, accompagnati da noi catechisti, sono andati a portare l’ulivo nelle case divisi in vari gruppi..Mi ha molto colpito la gioia e la grande semplicità dei ragazzi nel fare questo gesto e mi rendo conto che questa esperienza è stata un gesto missionario per loro e per me. L’accoglienza delle persone è stata veramente grande. Flavia

Mi è piaciuto stare assieme con gli amici ed andare per le case a distribuire l’ulivo.Le persone ci hanno accolto con gentilezza e tutti hanno lasciato un’offerta

per la Chiesa. Nel pomeriggio è venuta a trovarci in oratorio suor Luisa, che ci ha raccontato la sua interessante vita nel monastero.Infine ci siamo divisi in gruppi in base al mese di nascita e ci siamo preparati alla Via Crucis facendo delle riflessioni di gruppo sulla lettura fatta. È stata una giornata ricca di emozioni. Tommaso

Portare l’ulivo domenica scorsa nelle case è stata per me un’esperienza molto bel-la e interessante. Mi è piaciuto molto andare con le mie amiche e la catechista

a portare questo segno nelle case di chi non poteva uscire per andare a prenderlo.Mi hanno colpito soprattutto la gioia e la simpatia con cui le signore ci hanno ac-colto. Si vedeva che erano davvero molto felici di vederci. La cosa che mi è rimasta più impressa è stata una signora che aveva preparato apposta per noi, dei pasticcini molto belli e molto buoni. È stata veramente una bellissima giornata. Carola

COMUNITÀ PASTORALE SANTO CROCIFISSO | MEDA

Questa biografia di Papa Albino Luciani, scritta nel 2002, raccoglie i ricordi personali della sorella Anto-

nia, la Nina, e sono la cronaca della vita ordinaria della fa-miglia di un semplice cristiano, sempre capace di stupore davanti alle mirabili opere del Signore.Nato il 17 ottobre 1912 a Forno di Canale, ora Canale d’A-gordo, nel Bellunese, un paesino circondato dalle cime dolomitiche dove la vita è sempre scandita dal ritmo delle stagioni e dal duro lavoro nei campi, Albino trascorre la sua fanciullezza nelle sofferenze della Prima Guerra Mon-diale e nella povertà. Ha sempre conservato la lettera in cui il padre, emigrante, scrivendogli dalla Francia dove lavorava dava il suo consenso al figlio per entrare in Semi-nario: «Spero che quando sarai prete starai dalla parte dei poveri, perché Cristo era dalla loro parte». Semplici anche le parole della mamma: «Guarda, io sono contenta che tu vai, ma se non ti trovi torna subito a casa. Meglio un bravo ragazzo che un cattivo prete».Le sue umili origini, da cui trasse il motto vescovile Humili-tas, nascondevano i tratti però di una persona di profonda cultura, malgrado il suo schernirsi: il linguaggio semplice si arricchiva spesso di una vena di saggio umorismo.Il 7 luglio 1935 Albino ricevette l’Ordinazione Sacerdotale e nel 1959, rivestito delle insegne episcopali a Canale nella sua Chiesa, disse: «Io sono il piccolo di una volta, io sono

MIO FRATELLO ALBINORICORDI E MEMORIE DELLA SORELLA DI PAPA LUCIANIStefania Falasca e Massimo Quattrucci —Trenta Giorni

UN LIBRO AL MESE IN MEDATECA

colui che viene dai campi, io sono la pura e povera polve-re. Se qualcosa di bene uscirà è solo il frutto della bontà e della misericordia del Signore». Racconta la sorella Nina: «Mi ricordo quando era Patriarca a Venezia. Per lui quello è stato un periodo molto duro, per i contrasti e le situa-zioni che doveva affrontare». La risposta del fratello: «Stai tranquilla, Nina… perché è il Signore che guida la Chiesa, Lui c’è sempre».Eletto Papa il 26 agosto 1978 con il nome di Giovanni Pao-lo I, a significare la continuità con l’orientamento pastorale dato dai precedenti pontefici, morì il 28 settembre dopo soli trentatré giorni di pontificato. Di Papa Luciani colpi-scono tutt’oggi il suo indimenticabile sorriso e la sua sem-plicità, grazie alla quale ha saputo parlare ed aprire i cuori a tanti fedeli e a tanti che cristiani non erano.E questo è il desiderio poi realizzato da Nina. «Mi piace-rebbe ritornare su in Val Garès. Lì, da giugno a settembre, si andava a falciare l’erba. È la valle delle nostre estati e della nostra infanzia… Io l’Albino me lo ricordo così, men-tre falciava nel chiarore dell’alba…».In queste settimane dopo la Pasqua ci sorregge l’invito alla speranza di Papa Luciani: «La speranza è il sorriso della vita cristiana. La speranza vuol dire aspettare. Noi cristiani sia-mo gente che aspetta qualche cosa di bello, qualche cosa di straordinario dal Signore…».

Rosangela M.

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COMUNITÀ PASTORALE SANTO CROCIFISSO | MEDA24

SCUOLA SAN GIUSEPPE

IL CAMPUS ALLA SCUOLA SAN GIUSEPPE SI FA IN TRE UN’ESTATE DA PASSARE INSIEME

Quest’anno il campus estivo presso la scuola San Giuseppe verrà proposto per tre settimane:

due a luglio e una a settembre.Le attività del mattino saranno incentrate sullo svolgimento dei compiti estivi con la supervisione di insegnanti scelti dalla scuola; per i bambini dell’ultimo anno dell’infanzia sono previste attività in preparazione alla scuola primaria: giochi fonologici, giochi logici, pregrafismo, ascolto di storie…. Le attività del pomeriggio alterneranno invece giochi organizzati, attività laboratoriali e una gita nel bosco.

IN SINTESIDATE: 11 — 15/7; 25 — 29/7; 1,2, 5, 6 e 7/9ORARI: 8.30 — 16.30 con possibilità di prescuola dalle 7.30 e doposcuola fino alle 17.30 a pagamentoCOSTI: 90 euro per una settimana; 170 euro per due settimane; 260 euro per tre settimane.MENSA compresa.A CHI È RIVOLTO: bambini e ragazzi di Meda e dintorni da 5 a 11 anni (dall’ultimo ultimo anno della scuola dell’infanzia fino alla 5a primaria).ISCRIZIONI entro il 29/4; dopo tale data si accetterà l’iscrizione ogni venti adesioni; massimo cento iscritti.

Scuola san Giuseppe, via Orsini 35 — 0362/70436 — www.scuolasangiuseppe.com

Mamma, questa parola piccola ma dolce, pronunciata anche da

Gesù bambino verso sua madre Maria, la madre di tutti noi.Grande cosa è essere mamme e un grande compito da svolgere, in quan-to prime educatrici dei doni — i figli — che Dio ci ha dato e infatti a noi mamme è chiesto di avere cura dei no-stri figli. Io ringrazio mia madre, anche se molte volte non la pensavamo allo stesso modo, perché mi ha educato alla solidarietà, alla cura della famiglia e all’amore verso gli altri. È bello vede-re giovani mamme che spingono car-rozzine, magari parlando al telefono, sempre di corsa per le mille faccende da svolgere.Nella mia avanzata età mi permetto di

dare questi piccoli consigli oltre agli auguri: ricordare che i figli sono spu-gne che assorbono tutto, sembrano assenti e invece attenti, preferiscono l’esempio a mille parole, sono sem-

pre pronti a giudicare. Nella relazione mettere dei paletti, fargli capire che voi siete amiche ma soprattutto mamme, che l’amicizia va correlata con persone della stessa età.Se penso al mio essere mamma, mia fi-glia la vedo sempre piccola; forse sono io che non amo invecchiare, penso con nostalgia a quando, neonata, si affida-va a me ed io ero invasa di tenerezza: mi sembrava di avere tra le braccia un pulcino.Giovani mamme, custodite nei vostri cuori i vari momenti di tenerezza, amore e gioia che i bimbi piccoli offrono: vi as-sicuro che si faranno vivi quando i vostri capelli imbiancheranno.

Renata Rancati

DEDICATO A TUTTE LE MAMME

AUGURI MAMMAUn pensiero da mamma a tutte le mamme

COMUNITÀ PASTORALE SANTO CROCIFISSO | MEDA25

UN PO’ DI STORIA

AGENDA - REGOLE GENERALIUfficio semplice e funerale con tre preti suonare la prima, la seconda e la terza campana.Ufficio mezza tomba, quello della con-fraternita, funerale con quattro preti. Suonare la prima, la seconda, la terza e la quarta campana.Ufficio mezza tomba speciale e funerale con cinque preti. Suonare la prima, la seconda, la terza e la quarta campana.Ufficio di prima, sei campane e funerale con sette preti. Suonare la seconda, la terza, la quarta e la quinta campana.Ufficio di prima con sette campane e fu-nerale con dieci preti. Suonare la prima, la seconda, la terza, la quarta e la quinta.Ufficio di prima con otto campane e funerale con dodici preti compreso il prevosto. Suonare la prima, la seconda, la terza, la quarta, la quinta e la sesta (N.d.A. questo testo è scritto da un’altra persona).

Il giorno 19 gennaio 1943 levate dal campanile le campane sette e otto.Gennaio 1943. Cambiamento dei segni delle campane.Funeraletto con un prete, suonare la se-conda campana.Funeraletto con due preti, suonare la seconda e la terza.Benedizione col Santissimo il venerdì sera. Suonare la prima, la seconda, la terza e la quarta.Il segno della benedizione con la sesta campana.Benedizione con la reliquia il sabato sera. Suonare la prima, la seconda, la terza e la quarta.Il segno della benedizione con la quinta campana.Il venerdì ore 14:00 – 14:05 suonare la prima, la seconda, la terza e la quarta campana per la Via Crucis delle donne. Anche il primo venerdì del mese alle ore 15:00.

SEGNI DELLE CAMPANE GENNAIO 1943Sposalizio di terza. Suonare la prima, la seconda, la terza e la quarta campana.Sposalizio di terza. Suonare la prima, la seconda, la terza e la quarta campana e

benedizione con la reliquia.Sposalizi di seconda. Suonare la prima, la seconda, la terza, la quarta e la quinta campana.Sposalizi di prima. Suonare la prima, la seconda, la terza, la quarta, la quinta e la sesta.Messa distinta officiata dal parroco. Suonare la terza, la quarta e la quinta campana.Messa distinta con altri preti e per la messa di San Vittore suonare la terza e la quarta.Messa in canto alla festa il primo vener-dì del mese suonare, prima e dopo, la prima, la seconda, la terza, la quarta.

REGOLE ULTERIORI PER GLI SPOSALIZISposalizio di prima classe. Mettere i paramenti, i santi, i mezzi busti con le cassette delle reliquie, il tappeto bian-co, l’inginocchiatoio, le sedie della sala del parroco, la passatoia bella con la panchetta con il tappeto rosso fiorato e balaustre belle. Se c’è tempo si pos-sono mettere la parata dei candelabri con i santi. I paramenti di seconda del colore liturgico, il “palio” come il colore della pianeta del giorno. Suonare sette campane. I “sediari” devono mettere le panche alla lunga. Abbisognano due candele grosse e due cuscini per gli sposi durante la cerimonia. La benedi-zione con le reliquie in forma della terza classe in bianco. Per la cerimonia il par-roco deve indossare la mozzetta, anche se dovrebbe usare il piviale secondo il colore liturgico.Sposalizio di seconda. Panchettina a bosso con tappeto fiorato e sull’altare due tappeti, quattro inginocchiatoi e

“palio”, le balaustre rosse. Il celebrante è il parroco che deve indossare la moz-zetta, il rocchetto, la stola colore del giorno. La benedizione con la reliquia della Madonna.Sposalizio di terza. Panchettina, ingi-nocchiatoi di bosso con tappeto fiorato, rocchetto e stola color del giorno.

I SEGNI DELLE MESSE COME PRIMANel caso del parroco, suonare la quar-ta e la quinta; con altri preti la terza e la quarta; durante le solennità suonare sei campane, mentre nelle altre feste, cinque.Per la festa semplice suonare la prima, la seconda, la terza e la quarta.Benedizione col Santissimo e per le agonie suonare la sesta.Benedizione con le reliquie e segno dell’i-nizio della compieta, suonare la quinta.Messa in canto suonare la prima, la se-conda, la terza e la quarta.Per la messa in canto solenne suonare la prima, la seconda, la terza, la quarta e la quinta.

ALTRE NORME GENERALISuonare tre segni (tocchi) e cinque cam-pane al primo venerdì di ogni mese.La Via Crucis è alle ore 15:00, alla sera invece non c’è la benedizione.Gli altri venerdì alle ore 15:00 suonare solo una volta le cinque campane.La sera (suonare) all’elevazione del San-tissimo per tutta la durata della guerra, le campane 1-2-3-4.Il sabato, dopo il primo venerdì del mese, messa distinta, solo al terzo se-gnale suonare la quarta campana.Tutti i sabati sera la benedizione e (suo-nare) le campane 1-2-3-4, mentre si mo-strano le reliquie della Madonna.Al primo sabato del mese, la mattina alle ore 6:00, messa distinta all’altare della Madonna, con benedizione me-diante la reliquia e suonare solo la terza e la prima campana.Avvisare il paratore Gaetano Dell’Orto di Seregno, vicolo Sant’Ambrogio, te-lefono 28146, per addobbare in nero la chiesa, compreso le lesene della faccia-ta per l’ufficio generale. (continua)

IL DIARIO DEL SACRESTANO (TERZA PARTE)di Felice Asnaghi

4. Copertina 5. Frontespizio dell’agenda

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I PROSSIMI APPUNTAMENTI

FESTA PATRONALEPARROCCHIA MADONNA DI FATIMA

MAGGIO 2016

GIOVEDÌ 5 MAGGIO SOLENNITÀ DELL’ASCENSIONEore 20.45 S. Messa solenne; seguirà l’esposizione del SS. Sacramento e l’Adorazione. Si invita tutta la Comunità Pastorale a partecipare

VENERDÌ 6 MAGGIOore 20.45 Misericordia e perdono — prima serata Proiezione del docufilm Tempo libero presso il Salone Polivalente. A seguire interviste e conversazione con i volontari del carcere di Monza. Coordinatore della serata Don Augusto Panzeri, Cappellano del carcere di Monza.

SABATO 7 MAGGIOore 14.30 Biciclettata per le vie del quartiere; a seguire giochi per i ragazzi di ogni età e gustosa merenda in oratorioore 18.00 S. Messa prefestivaore 19.00 La cucina vi attende con molte delizie a prezzi accessibili a tutti!ore 21.00 Serata musicale con il gruppo Geriatrix & Friends ed esibizione della scuola di ballo Three Generation Dance

DOMENICA 8 MAGGIOore 09.00 S. Messa; a seguire benedizione delle auto sul piazzale della chiesaore 10.45 Accoglienza della Fiaccola Votiva proveniente dalla Chiesa S. Teresa del Bambin Gesù di Milanoore 11.00 S. Messa solenneore 12.30 Pranziamo insieme! Prenotazioni presso la segreteria dell’oratorio entro giovedì 5 maggioore 15.30 Riviviamo i pomeriggi in oratorio con giochi, sport, animazione e palloncini con il clownore 17.00 S. Messaore 19.00 La cucina vi attende con molte delizie a prezzi accessibili a tutti!ore 21.30 Estrazione dei biglietti vincenti della sottoscrizione a premiore 22.30 Chiusura della Pesca di beneficenza e del Banco vendita

Sabato e domenica Mostra di opere dell’artista Graziano Ferrari nella saletta adiacente al Salone Polivalente

Banco gastronomico, Pesca di Beneficenza e Banco vendita aperti sia sabato che domenica

Davanti alla Chiesa al termine di ogni S. Messa vendita di torte

LUNEDÌ 9 MAGGIOore 20.45 Misericordia e perdono — seconda serata Incontro con Agnese Moro e Franco Bonisoli presso il Salone Polivalente. «Il perdono ti fa sentire piccolo, ma dà giustificazione, non mette il cuore in pace» GIOVEDÌ 12 MAGGIOore 20.45 S. Messa a suffragio dei defunti della Parrocchia

VENERDÌ 13 MAGGIO ANNIVERSARIO PRIMA APPARIZIONE NOSTRA SIGNORA DI FATIMAore 20.45 S. Messa in Via Ticino n°4. Seguirà la Solenne Processione con la statua della Madonna di Fatima per le vie del quartiere: Via Ticino, Via Adda, Via Tevere, Via Arno, Via Po, Via Udine fino alla Chiesa.

Presenza della Banda Santa Cecilia Si invita la Comunità Pastorale a partecipare In caso di mal tempo il tutto si svolgerà in Chiesa.

FESTA ANNIVERSARI DI MATRIMONIO(1 - 5 - 10 - 25 - 40 - 50 E OLTRE)

DOMENICA 17 APRILE 2016

COMUNITÀ PASTORALE SANTO CROCIFISSO | MEDA27

I PROSSIMI APPUNTAMENTI

MESE MARIANONEL NOME DI MARIA

I PRINCIPALI APPUNTAMENTI DEL MESE MARIANO

DOMENICA I MAGGIO ORE 20.30per tutta la Comunità Pastorale S. Rosario di apertura del mese mariano presso la Grotta di piazza Cavour

DOMENICA 8 MAGGIO ORE 20.30S. Rosario al RIONE BREGOGLIO

VENERDÌ 13 MAGGIO ANNIVERSARIO DELLA PRIMA APPARIZIONE DELLA VERGINE MARIA A FATIMAPER TUTTA LA COMUNITÀ PASTORALE a Madonna di Fatima solenne Processione con la statua della Madonna dopo la Messa delle ore 20.30

DOMENICA 15 MAGGIO ORE 20.30S. Rosario al RIONE BELGORA

DOMENICA 22 MAGGIO ORE 20.30S. Rosario al RIONE FAMETA

VENERDÌ 27 MAGGIO ORE 20.30per SAN GIACOMO S. Messa a chiusura del mese mariano

SABATO 28 MAGGIO ORE 20.30S. Rosario al RIONE SAN GIUANN

MARTEDÌ 31 MAGGIO ORE 20.30PER TUTTA LA COMUNITÀ PASTORALE S. Rosario di chiusura del mese mariano presso la Grotta di piazza Cavour

PARROCCHIA S. GIACOMO APOSTOLOLa parrocchia di S. Giacomo rinnova la tradizione del culto mariano di maggio attraverso le funzioni serali del S. Rosario nei cortili e nei caseggiati. Chi desidera organizzare la funzione mariana è pregato quindi di prendere accordi in segreteria.Inoltre, per tutto il mese di maggio dal lunedì al venerdì recita del S. Rosario alle ore 18.00 in chiesa parrocchiale.

Domenica 17 aprile 2016 festeggiamo insieme gli sposi che quest’anno compiono un anniversario di matrimonio significati-vo (1, 5, 10, 25, 40, 50 e oltre)!Gli anniversari saranno ricordati durante le seguenti celebrazioni:S. Messa delle ore 10.30 a San GiacomoS. Messa delle ore 11.00 a Madonna di FatimaS. Messa delle ore 11.30 a Santa Maria Nascente Alle SS. Messe sono invitate tutte le coppie della Comunità per-ché ogni anno trascorso insieme è un dono da riconoscere e per cui ringraziare il Signore.Per le coppie festeggiate farà seguito un momento di gioia e di condivisione con un pranzo presso il salone della Parrocchia Madonna di Fatima alle ore 12.30.

Nel pomeriggio alle ore 15,30 si può continuare a stare insieme con la visione del film Le nevi del Kilimangiaro presso il Teatro della Scuola San Giuseppe.Domenica 10 aprile alle ore 15 presso la Cappella dell’Ora-torio S. Crocifisso si terrà un breve incontro di riflessione in preparazione alla festa per tutte le coppie festeggiate.

Per motivi organizzativi si chiede agli sposi di confermare la propria presenza alla Santa Messa e/o al pranzo presso le se-greterie delle rispettive parrocchie entro domenica 10 aprile.Per il pranzo è richiesto un contributo spese di 25 euro a coppia, 7 euro per i bambini fino alla quinta elementare e 13 euro per i ragazzi oltre la quinta elementare e gli adulti. Nessun contribu-to è richiesto per i bambini entro i 3 anni.

Maria, MATER MISERICORDIOSA. dipinto che si trova in Via Garibaldi

PELLEGRINAGGIO GIUBILARE DEL DECANATO

DOMENICA 17 APRILE

PELLEGRINAGGIO GIUBILARE DEL DECANATO DI SEREGNO — SEVESO AL SANTUARIO DI S. PIETRO MARTIRE

26 CROCI PER VARCARE LA PORTA SANTA DELLA MISERICORDIA

Domenica 17 aprile pellegrinaggio giubilare per l’intero Decanato di Seregno — Seveso al Santuario di S. Pietro da Verona a Seveso. Ritrovo per tutte le ventisei parrocchie del decanato in Piazza Rimembranze a Seveso: alle ore 15.30 inizio del pellegrinaggio verso il Santuario, passaggio per la Porta Santa, preghiere per l’indulgenza del Giubileo e omaggio al luogo del “martirio” di Pietro da Verona. La nostra Comunità pastorale propone di iniziare questo pel-legrinaggio a piedi già dalle rispettive chiese parrocchiali di SG (partenza ore 14.00 lungo Viale Lombardia, Via San Fedele, Viale Cimitero, cavalcavia ciclo-pedonale Ferrovie dello Stato), SMN (partenza ore 14.20 lungo Viale Cipressi, cavalcavia Ferrovie dello Stato) e MdF (partenza ore 14.30 lungo Via Tre Venezie), dirigendoci tutti presso la rotonda di Meda Sud (confluenza di Via Marco Polo e Via Tre Venezie) per proseguire insieme con le rispettive croci al ritrovo di

Piazza Rimembranze a Seveso attraverso via Marco Polo, Via Vignazzola, Via Giosuè Carducci, Via Padre Giovanni Mascia-dri, Via Eritrea e Via Certesa. Per vivere questo momento comunitario sarà possibile arrivare al Santuario anche con mezzi propri, usufruendo del posteggio interno al Santuario provenendo dal retro di Via San Francesco D’Assisi.Papa Francesco ci ricorda che «Il pellegrinaggio è un segno peculiare dell’Anno Santo, perché è icona del cammino che ogni persona compie nella sua esistenza. La vita è un pelle-grinaggio e l’essere umano è viator, un pellegrino che per-corre una strada fino alla meta agognata. Il pellegrinaggio, quindi, sia stimolo alla conversione: attraversando la Porta Santa ci lasceremo abbracciare dalla misericordia di Dio e ci impegneremo ad essere misericordiosi con gli altri come il Padre lo è con noi» (Misericordiae Vultus).

(E.N.)

COMUNITÀ PASTORALE SANTO CROCIFISSO | MEDA28

I PROSSIMI APPUNTAMENTI

Ricordiamo che con il mese di aprile si ripropone, inizialmente attraverso il

modello 730-1 e la CU 2016 e poi con il modello Unico 2016, la possibilità di de-stinare alla Chiesa cattolica l’8 per mille dell’Irpef dovuta per l’anno 2015, contri-buendo così al sostegno economico del clero, ma soprattutto al finanziamento di migliaia di iniziative di aiuto e intervento in Italia e nel mondo.Per l’undicesimo anno è poi confermata la possibilità di destinare un altro cinque per mille a favo-

re di organizzazioni senza scopo di lucro, di volontariato, di promozione sociale e di ricerca di cui si condividono l’azione e i valori, apponendo un’altra firma sullo stesso modello unitamente al codice fi-scale dell’ente prescelto.Il tutto seguen-do un cammino volto a responsabilizzare il cittadino per renderlo artefice e corre-sponsabile di come indirizzare una parte del proprio contributo fiscale secondo un principio di sussidiarietà orizzontale.

E.N.

DICHIARAZIONE DEI REDDITI

IL SOSTEGNO AL CLERO E AL VOLONTARIATOL’Otto per mille alla Chiesa Cattolica e il Cinque per mille al volontariato, due firme per raddoppiare la solidarietà e alimentare la speranza

PELLEGRINAGGIO PER L’ANNO SANTO

SABATO 11 GIUGNO

In occasione dell’Anno Santo della Misericordia indetto da Papa Francesco, il Movimento Terza Età propone a tutti un Pellegrinaggio al Santuario Nostra Signora della Misericordia a Savona, con il Rito del passaggio della Porta Santa per ottenere l’Indulgenza Plenaria.

PROGRAMMAore 7,30: ritrovo e partenza dal piazzale della Chiesa di S. Giacomo;

ore 7,40 ritrovo e partenza dal piazzale dell’Oratorio S. Crocifisso

ore 10,30: arrivo al Santuario, Rito del passaggio della Porta Santa e S. Messa in Santuario

ore 12,30: pranzo presso ristorante “Barbarossa” a Savona; al termine visita guidata di Savona:

Cattedrale, Cappella Sistina voluta da Papa Sisto IV e Oratorio del Cristo Risorto

ore 18,00: p.za Mameli per l’ascolto della Campana del Monumento ai Caduti

ore 20,30: arrivo a Meda

QUOTA DI PARTECIPAZIONE€ 43,00

ISCRIZIONI fino ad esaurimento posti disponibili (n° 54) presso

Meda Adolfo t. 0362.73171; Galimberti Anna t. 0362.344901;

Paccagnella Graziella cel. 347.2200251.

COMUNITÀ PASTORALE SANTO CROCIFISSO | MEDA29

I PROSSIMI APPUNTAMENTI

Secondo la tradizione popolare la nascita del Santuario è legata ad un’apparizione della Madonna al contadino An-tonio Botta la mattina del 18 marzo del 1536. Maria chiese ad Antonio di recarsi dal suo confessore e, tramite le parole di quest’ultimo, di indire tre sabati di digiuno e di compiere tre processioni in onore di Dio e di Maria. La Vergine invitò il contadino a ritornare nello stesso luogo il quarto sabato poiché altri messaggi dovevano essere comunicati.Obbedendo alle parole della Madonna, Antonio comunicò al vescovo della locale diocesi quanto proferito da Maria e le richieste da lei espresse. Creduto dalla curia e dal popolo savonese, si esaudirono le volontà di Maria.La seconda apparizione avvenne l’8 aprile, vigilia della Do-menica delle Palme. Ad Antonio Botta, dopo la preghiera,

apparve nuovamente la Vergine con la stessa luce abba-gliante e nel punto esatto della prima apparizione; il con-tadino la ricorda con le mani tese verso il basso e allargate in un gesto di misericordia. Ancora una volta la Madonna chiese all’uomo tre sabati di digiuno e una nuova processio-ne della popolazione, in special modo delle confraternite disciplinanti. La Madonna finì il suo messaggio e scomparve con le parole di benedizione: «Misericordia, Figlio, voglio e non giustizia».Il 17 maggio 2008 il Santuario ha ricevuto la visita di papa Benedetto XVI durante il viaggio pastorale a Savona e Ge-nova; in tale occasione il pontefice ha insignito il Santuario dell’onorificenza della Rosa d’oro, la seconda in Italia dopo il santuario di Loreto insignita da papa Giovanni Paolo II.

COMUNITÀ PASTORALE SANTO CROCIFISSO | MEDA

NOTIZIARI PARROCCHIALI

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_______ANAGRAFE PARROCCHIALE (MARZO 2016)

BATTESIMI (DAL 1 GENNAIO AL 31 MARZO 2016: N. 9) Beatrice PirasXiao Rui Melissa CrippaFrancesco DamianiLorenzo Tettamanzi

MATRIMONI (DAL 1 GENNAIO AL 31 MARZO 2016: N. 1)--

DEFUNTI (DAL 1 GENNAIO AL 31 MARZO 2016: N. 27)Giovanni Galimberti (a. 74)Sergio Dalle Vedove (a. 83)Angela Tmasini (a. 72)Agostino Gattei (a. 80)Vincenza Borruso (a. 91)Rosalinda Pifferi (a. 87)Maria Marchioro (a. 89)

_______ENTRATE (MARZO 2016)Offerte messe domenicali e festive € 6.629,77Offerte celebrazione Sacramenti € 320,00Offerte candele e lumini € 2.698,70Offerte varie € 500,00Offerte per restauro ORGANO Santuario € 261,50 Offerte per ristrutturazione SALONE POLIVALENTE OSC € 12.446,97 *Offerte Pasquali (Messe, buste e ulivo) € 11.541,11Lascito testamentario € 12.190,00TOTALE ENTRATE MESE DI MARZO € 46.588,05

*di cui euro 9.380,97 per oro e argento usato

Totale offerte per Organo al 31.3.2016 € 57.466,68Totale offerte per salone OSC al 31.3.2016 € 40.301,97

La Regione Lombardia ha versato la prima trance del finanziamento

per la ristrutturazione del salone polivalente OSC di euro 127.308,01

da rendere in venti anni senza interessi.

_______USCITE (MARZO 2016)Spese elettricità, gas e acqua € 16.595,87Spese bancarie, postali, telefoniche e cancelleria € 799,93Spese liturgiche (paramenti, lumini, fiori, particole e vino) € 2.297,54Spese varie € 2.056,40Spese manutenzione ordinaria € 5.425,75Spese ristrutturazione SALONE POLIVALENTE OSC € 68.010,51TOTALE USCITE MESE DI MARZO € 95.186,00

SANTA MARIA NASCENTE

_______USCITE (MARZO 2016) Remunerazione sacerdoti (6), suore (5), dipendenti (2) € 6.339,80

COMUNITÀ PASTORALE SANTO CROCIFICSSO

MARZO 2016offerte particolari versate in curia

GIOVEDÌ SANTO(Aiuto Fraterno)

VENERDÌ SANTO(Terra Santa)

QUARESIMA DI FRATERNITÀ(Cristiani perseguitati in Iraq) TOTALE

Santa Maria Nascente euro 1.730,00 euro 1.639,60 euro 3.369,60

Madonna di Fatima euro 250,00 euro 714,95 euro 964,95

San Giacomo Apostolo euro 160,00 euro 509,24 euro 669,24

S.Maria Nascente, Madonna di Fatima e San Giacomo

euro 702,00 euro 702,00

Funzione per Missionari Martiri Comunità Pastorale 20/3/16 euro 325,00 euro 325,00

Cena Povera Pre - Adolescenti C.P. euro 476,00 euro 476,00

Salvadanaio Ragazzi/e C.P. euro 736,15 euro 736,15

TOTALE euro 702,00 euro 2.140,00 euro 4.400,94 euro 7.242,94

COMUNITÀ PASTORALE SANTO CROCIFISSO | MEDA31

NOTIZIARI PARROCCHIALI

SAN GIACOMO

_______ANAGRAFE PARROCCHIALE (MARZO 2016)

BATTESIMI (DAL 1 GENNAIO AL 31 MARZO 2016: N. 4) Lorenzo Ronzoni

MATRIMONI (DAL 1 GENNAIO AL 31 MARZO 2016: N. --)--

DEFUNTI (DAL 1 GENNAIO AL 31 MARZO 2016: N. 11)Amelia Belloni in Besana (a. 79)Mario Caronni (a. 81)Adele Belloni in Colombo (a. 72)Enrico Mascheroni (a. 86)Ugo Anconetti (a. 85)

_______ENTRATE (MARZO 2016)Offerte Messe domenicali e festive € 3.158,62 Offerte celebrazioni Sacramenti € 280,00 Offerte caritative e missionarie € 768,39 Offerte ulivo € 837,38 Offerte Buste € 1.660,00 Offerte varie € 380,00 TOTALE € 7.084,39 _______USCITE (MARZO 2016)Spese elettricità, gas, acqua € 72,00 Spese bancarie, postali, telefoniche e cancelleria € 197,49 Spese liturgiche (fiori, particole, sussidi vari…) € 665,11 Attività caritative e missionarie € 815,44 Spese manutenzione ordinaria € 1.165,16 TOTALE € 2.915,20

MADONNA DI FATIMA

_______ANAGRAFE PARROCCHIALE (MARZO 2016)

BATTESIMI (DAL 1 GENNAIO AL 31 MARZO 2016: N. 2) Matilde Del Giudice

MATRIMONI (DAL 1 GENNAIO AL 31 MARZO 2016: N. --)--

DEFUNTI (DAL 1 GENNAIO AL 31 MARZO 2016: N. 4)Caterina Modica (a. 79)

_______ENTRATE (MARZO 2016)Offerte SS. Messe € 3.106,00Offerte Celebrazione Sacramenti € 100,00Offerte varie € 1.550,00TOTALE € 4.756,00

MADONNA DI FATIMA

SABATO 16 APRILE RACCOLTA TAPPI

Usate spesso bottiglie di plastica? Anziché

buttarne i tappi, raccoglieteli e metteteli fuori

dai cancelli, in un sacchetto chiuso, il terzo

sabato del mese: gli incaricati passeranno

a ritirarli dalle ore 14.30.

Il ricavato della raccolta sarà destinato a progetti di

accoglienza per bambini di strada in Brasile, tramite

l’associazione Senza Frontiere.

Foglio ad uso interno della Comunità Pastorale Santo Crocifisso di Meda, stampato in 810 copie da Salvioni Stampe. Questo numero è stato chiuso il 6 aprile 2016.Progetto grafico e impaginazione: Daniela Meda_________________________________________________________________________________

Orari Sante Messe

GIORNI FERIALI

_____ LUNEDÌ 8.00: Santa Maria Nascente 8.45: San Giacomo 8.45: Madonna di Fatima 15.30: Casa di Riposo 20.30: Santa Maria Nascente (Oratorio Santo Crocifisso) (dal primo lunedì di giugno all’ultimo lunedì di settembre verrà celebrata in Santuario) _____ MARTEDÌ 8.00: Santa Maria Nascente 8.45: San Giacomo 8.45: Madonna di Fatima 20.30: Santa Maria Nascente _____ MERCOLEDÌ 8.30: Santa Maria Nascente 8.45: San Giacomo 8.45: Madonna di Fatima 15.30: Casa di Riposo 20.30: Santa Maria Nascente (in Santuario) _____ GIOVEDÌ 8.00: Santa Maria Nascente 8.45: San Giacomo 15.30: Casa di Riposo 18.00: Santa Maria Nascente 20.45: Madonna di Fatima _____ VENERDÌ 8.00: Santa Maria Nascente 8.45: San Giacomo 8.45: Madonna di Fatima 15.30: Casa di Riposo 20.30: San Giacomo (sospesa in luglio e agosto) _____ SABATO 8.00: Santa Maria Nascente 8.45: San Giacomo

GIORNI FESTIVI

_____ SABATO VIGILIARE 17.00: Santa Maria Nascente (in Casa di Riposo) 18.00: Madonna di Fatima 18.30: Santa Maria Nascente 20.30: San Giacomo _____ DOMENICA 8.00: Santa Maria Nascente 8.30: San Giacomo 9.00: Madonna di Fatima (nei mesi di luglio e agosto viene celebrata alle 10.00) 9.00: Santa Maria Nascente (Santuario) 10.00: Santa Maria Nascente (nei mesi di luglio e agosto viene celebrata alle 11.00) 10.30: San Giacomo 11.00: Madonna di Fatima (nei mesi di luglio e agosto viene celebrata alle 10.00) 11.30: Santa Maria Nascente (nei mesi di luglio e agosto viene celebrata alle 11.00) 17.00: Madonna di Fatima 18.30: San Giacomo (sospesa in luglio e agosto) 18.30: Santa Maria Nascente

COMUNITÀ PASTORALE SANTO CROCIFISSO | MEDA

INFO

COMUNITÀ PASTORALE SANTO CROCIFISSO | MEDA

SANTA MARIA NASCENTEUfficio Parrocchialepiazza della Chiesa 9tel / fax: 0362 341425e-mail: [email protected]

orari di apertura:lun: 16.30-18.00mar: 18.00-20.00mer: 9.00-11.00gio: chiusoven: 16.30-18.00sab: 9.00-11.00dom. e festivi: chiuso

MADONNA DI FATIMAUfficio Parrocchialevia Madonna di Fatima 5tel: 0362 70398cell. don Angelo: 349 8467813

orari di apertura:mar. mer. gio. ven: 16.00-18.00lun. sab. dom. e festivi: chiuso

SAN GIACOMOUfficio Parrocchialevia Cialdini 138tel: 0362 71635e-mail: [email protected]

orari di apertura:lun: 17.00-18.30mar: 17.00-19.00mer: 9.30-10.30gio: chiusoven: 17.00-18.30sab. dom. e festivi: chiuso

ORATORIO SANTO CROCIFISSOpiazza del Lavoratore 1tel: 0362 70688e-mail: [email protected]

orari di segreteria:lun. mer. gio. ven: 16.00-19.00sab: 10.00-12.00

WWW.PARROCCHIEMEDA.IT- per inviare avvisi, articoli, contributi: [email protected] (o presso gli uffici parrocchiali),

consegna entro il 27 di ogni mese, indicare nominativo e numero di tel.

- per inviare commenti: [email protected]

DON PIERO ALLEVIResponsabile della Comunità Pastoralepiazza della Chiesa 9tel: 0362 70632 - cell: 347 6746581e-mail: [email protected]

DON TOMMASO CASTIGLIONIVicario della Comunità Pastoralevia Cialdini 138tel: 0362 71635 - cell: 333 3862435 e-mail: [email protected]

DON MATTIA COLOMBOVicario della Comunità Pastoralevia Cialdini 138tel: 0362 71635 - cell: 333 9576797e-mail: [email protected]

DON ANGELO FOSSATIVicario della Comunità Pastoralevia Madonna di Fatima 5tel: 0362 70398 - cell: 349 8467813

DON ERNESTO CARRERAResidente con incarichi pastoralivia Cialdini 128 - tel: 0362 344924

DON LUIGI PEDRETTIResidente con incarichi pastoraliSantuario Santo Crocifissopiazza Vittorio Veneto - tel: 0362 343248

SUORE DI MARIA BAMBINAsuor Gianfranca Dessilani, superioracell: 355 7119269e-mail: [email protected]

suor Costantina Terrenisuor Domitilla Bonardisuor Gemma Medicisuor Michela Ventrella via Matteotti 21- tel: 0362 347293e-mail: [email protected]

SUORE SERVE DI MARIA SANTISSIMA ADDOLORATAVia L. Rho, 31 - tel: 0362 71723

SCUOLA PRIMARIA PARROCCHIALE SAN GIUSEPPEvia Orsini 35tel: 0362 70436 - fax: 0362 [email protected] [email protected] di segreteria:lun. mer. ven: 12.30-15.00mar: 8.10-9.00 / 15.00-16.30gio: 8.10-9.00

CENTRO DI ASCOLTO CARITASvia General Cantore 6 - tel: 346 6263971

orari di apertura:martedì mattina: 9.00-11.30giovedì pomeriggio: 16.00-18.30