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PROGETTO FSE "Animatore musicale - Musikanimateur" fascicolo n. 2/143/2013 codice CUP B56G13001690001 L’ANIMAZIONE SOCIO-CULTURALE

L’ANIMAZIONE SOCIO-CULTURALE · 18/10/14 Progetto FSE "Animatore Musicale" 2 PROFESSIONI DI AIUTO ALLA PERSONA Folgheraiter F., Teoria e metodologia del servizio sociale, FrancoAngeli,

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PROGETTO FSE

"Animatore musicale - Musikanimateur" fascicolo n. 2/143/2013 codice CUP

B56G13001690001

L’ANIMAZIONE SOCIO-CULTURALE

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18/10/14 Progetto FSE "Animatore Musicale" 2

PROFESSIONI DI AIUTO ALLA PERSONA Folgheraiter F., Teoria e metodologia del servizio sociale, FrancoAngeli,

Milano, 1998, pag.79

PROFESSIONI DI AIUTO Attività specializzate volte a “prevenire e rimuovere stati di

disagio o di problema presenti nelle persone interessate". PROFESSIONI CLINICHE PROFESSIONI SOCIALI “Nell’affrontare una difficoltà o un “Per affrontare un problema u- problema umano si concentrano mano, si concentrano sul pro sulle patologie costituenti”. blema come tale, consideran- dolo nei suoi aspetti relaziona Utilizzo del “modello medico” li e dinamici, e non nei suoi (diagnosi e trattamento). aspetti patologici, anche qualo

ra alla base del problema vi sia davvero una patologia”.

MUSICOTERAPISTA ANIMATORE MUSICALE

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18/10/14 Progetto FSE "Animatore Musicale" 3

PROFESSIONE SOCIALE Folgheraiter F., Bortoli B., “Il lavoro sociale postmoderno:

introduzione ai concetti”, in Folgheraiter F. (a cura di), Il servizio sociale postmoderno. Modelli emergenti, Erickson, Trento, 2004 ,

pagg. 19-20

LAVORO SOCIALE = Modo di guardare ai problemi sociali senza il filtro della patologia

IL SOCIALE = Azione finalizzata di più persone, interconnesse nel perseguimento di scopi condivisi, che gli agenti considerano degni di essere raggiunti in vista del loro stesso benessere

L’AZIONE DEI PROFESSIONISTI DEL SOCIALE si esplica nel sostenere e potenziare (empower) la capacità di azione naturale delle persone direttamente o indirettamente interessate allo stato di benessere di cui il professionista, per dovere d’ufficio, deve occuparsi.

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LAVORO SOCIALE DI RETEFolgheraiter F., Operatori sociali e lavoro di rete, Erickson, Trento 1990, pagg. 149-154; Teoria e metodologia del servizio sociale, Angeli, Milano 1998, pagg.

72-80; L’utente che non c’è, Erickson, Trento 2000, pagg. 25-26 e 220-224

MODELLO DI RETE

SOGGETTO - con problemi disagio/patologie e risorse - in relazione con altri soggetti AZIONE Al centro dell’attenzione vengono poste: - la capacità di produrre un’azione per il benessere

della persona - in prospettiva relazionale - con approccio globale e integrato fra risorse informali e

formali

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LAVORO SOCIALE DI RETEFolgheraiter F., Operatori sociali e lavoro di rete, Erickson, Trento 1990, pagg. 149-154; Teoria e metodologia del servizio sociale, Angeli, Milano 1998, pagg.

72-80; L’utente che non c’è, Erickson, Trento 2000, pagg. 25-26 e 220-224

MODELLO CLINICO MODELLO DI RETE UTENTE portatore di problemi/ SOGGETTO con problemi disagio/patologie e risorse UTENTE isolato dal contesto SOGGETTO in relazione relazionale con altri soggetti PATOLOGIA/DISAGIO Non è la patologia da individuare, curare e al centro dell’attenzione risolvere da parte dell’operatore ma la CAPACITA’

D’AZIONE PER IL BENESSERE

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LAVORO SOCIALE DI RETE Folgheraiter F., Operatori sociali e lavoro di rete, Erickson, Trento1990,pagg. 149-154; Teoria e metodologia del servizio sociale, Angeli, Milano 1998, pagg.

72-80; L’utente che non c’è,Erickson, Trento 2000, pagg. 25-26 e 220-224

MODELLO MODELLO DI RETE CLINICO - in prospettiva

RELAZIONALE - con approccio GLOBALE

(integrato) che rifiuta la separatezza fra risorse informali e formali

L'attività dell'operatore è di:

- PROMUOVERE LE RISORSE - POTENZIARE LE

CAPACITÀ’ di risposta - COSTRUIRE SINERGIE

concentrandosi sui PUNTI DI FORZA

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LAVORO SOCIALE DI RETE Folgheraiter F., Operatori sociali e lavoro di rete, Erickson, Trento 1990, pagg. 149-154; Teoria e metodologia del servizio sociale, Angeli, Milano 1998, pagg.

72-80; L’utente che non c’è,Erickson, Trento 2000, pagg. 25-26 e 220-224

MODELLO CLINICO MODELLO DI RETE

L'operatore non cura, ma SOSTIENE, COLLEGA, PROMUOVE le risorse materiali e umane

CURA della patologia Punta alla “NORMALITA'” in ambiti SPECIFICI La "cura" deve avvenire il

più possibile nei CONTESTI ORDINARI DI VITA

La“CURA” è FUNZIONE

DELLA QUALITA’ DELL’ AMBIENTE DI VITA

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18/10/14 Progetto FSE "Animatore Musicale" 8

DAL LAVORO SOCIALE DI RETE: “EMPOWERMENT RELAZIONALE”

Bortoli B., Folgheraiter F., “Empowerment”, in Lavoro sociale, n. 2, settembre 2002, pagg. 273-281

Nella collaborazione e partnership tra utenti, carer, cittadini e operatori, anche gli animatori musicali sanno pensare i propri interlocutori capaci di:

- DECIDERE CHE COSA E’ BENE PER SE’ - PERCEPIRSI COME AGENTI DI CAMBIAMENTO - ACQUISIRE/RAFFORZARE LE PROPRIE COMPETENZE

¡  NON SI SOSTITUISCONO all’azione degli interlocutori ma la ATTENDONO e la SOSTENGONO

¡  Traggono dall’EMPOWERMENT dei propri interlocutori apprendimento e aiuto per esercitare la propria competenza di “esperti”, in una relazione di RECIPROCITA’

¡  ASSECONDANO i processi che estendono l’azione degli interlocutori OLTRE LA SFERA PRIVATA (azioni collettive rivolte al sistema socio culturale e politico).

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DEFINIZIONI STORICHE DI ANIMAZIONE

GUIDO CONTESSA 1983 (Animazione sociale) L'animazione è una pratica sociale finalizzata alla presa di coscienza ed allo sviluppo del patrimonio represso, rimosso e latente di individui, piccoli gruppi e comunità. DON ALDO ELLENA 1997 (Gruppo di lavoro nazionale sull’animazione, Torino) L'animazione è una pratica sociale finalizzata al cambiamento attraverso la partecipazione, con due funzioni:la presa di coscienza dei dinamismi interni del nostro agire, il potenziamento del tessuto connettivo sociale

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ANIMAZIONE Regoliosi L, La prevenzione del disagio giovanile, La Nuova Italia Scientifica,

Roma, 1996, pag. 60

PUNTI QUALIFICANTI DALLA PRATICA DELL’ANIMAZIONE ¡  APPROCCIO: ATTIVO E MAIEUTICO (persona/

comunità) ¡  GRUPPO: AMBITO PRIVILEGIATO DI LAVORO ¡  CENTRALITA’ DELL’ESPERIENZA (CORPOREITA’) ¡  ATTENZIONE A: CREATIVITA’, ESPRESSIVITA’,

COMUNICAZIONE ¡  SOLLECITAZIONE DELLA PARTECIPAZIONE E DEL

PROTAGONISMO ¡  ATTENZIONE AL PROCESSO :

- ESPERIENZA CHE SI COMPIE - RELAZIONI CHE SI SVILUPPANO - CAMBIAMENTI CHE SI COSTRUISCONO

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ANIMAZIONE GILLET J.C., “Il senso e l’agire sociale dell’animazione” , in Animazione

sociale, giugno-luglio 2000, pag. 43

“E’ una funzione collettiva e non un attributo riservato al solo animatore di un gruppo. E’ l’insieme dell’articolazione dei ruoli giocati dall’insieme dei partecipanti del gruppo che permette la piena realizzazione della funzione dell’animazione. La responsabilità è dunque collettiva, anche se l’animatore gioca un ruolo specifico in certi momenti della vita del gruppo come garante dell’esperienza comune.” “Pensare o praticare l’opposto, cioè attribuire il mono- polio dell’animazione ai soli tecnici/animatori, signifi- cherebbe, in una visione tecnicistica dell’animazione, che gli altri dovrebbero accontentarsi di essere animati”.

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ANIMAZIONE SOCIO CULTURALE FLORIS F., “Quando si puo’ parlare di animazione con gli

adolescenti?”, in ANIMAZIONE SOCIALE, ottobre 1998

SIAMO DI FRONTE A UN EVENTO DI ANIMAZIONE? quando:

¡  “Si esce dall’isolamento individuale e si accetta l’interdipendenza, si sperimenta l’appartenenza, il far parte di un gruppo, la convivenza e l’arricchimento dell’essere io e dell’essere noi”

¡  “Ci si immerge nell’azione, in un fare significativo e di gruppo, da cui si apprende”

¡  “Si rielabora ciò che si è sperimentato, alla ricerca di nuovi significati e nuove passioni sociali, in cui si ha cura di altro da sé”

¡  “La soluzione ai problemi è ricercata insieme, e le azioni sono progettate, attuate e valutate insieme, in un rapporto con la comunità locale che si ridefinisce, attraverso l’acquisizione di consapevolezza critica dei modelli culturali e di vita della comunità stessa”

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ANIMAZIONE SOCIO CULTURALE Associanimazione (a cura di), “Ipotesi sul senso e sui significati dell’agire

animativo”, in Animazione sociale, Maggio 2003, pagg. 22-23

QUOTIDIANO ¡  Riscoprire la capacità di abitare il tempo di vita, e il

quotidiano come “luogo in cui ciascuno, in relazione con gli altri, può contribuire alla manifestazione del sacro, alla costruzione della leggerezza, alla definizione del senso”

¡  “Aiutare le persone a scoprire e costruire sinergicamente nuove prospettive di incontro”, attraverso “la costruzione di uno sguardo altro, capace di portare luce laddove l’arroccamento sterile su posizioni precostituite rischia di rendere miopi.”

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ANIMAZIONE SOCIO CULTURALE Associanimazione (a cura di), “Ipotesi sul senso e sui significati dell’agire

animativo, in Animazione sociale, Maggio 2003, pagg. 23-25

CONFLITTO ¡  Urgenza “dell’alfabetizzazione emotiva” per la

gestione generativa dei conflitti”

¡  “Conoscere non solo la dimensione distruttiva del conflitto, ma anche la sua parte sana e potenzialmente evolutiva”

COMUNITA’ ¡  “No all’io onnipotente e all’individualismo

imperante, ma riscoperta della relazione e della costruzione di legami sociali e soggetti collettivi quali fonti reali di capitale sociale”

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ANIMAZIONE MUSICALE AD ORIENTAMENTO PEDAGOGICO E SOCIALE

- TRATTI DISTINTIVI -

si qualifica rispetto ad altre pratiche pedagogico musicali per: ¡  l’integrazione tra teoria e prassi (secondo il processo prassi-

teoria-prassi), rispetto alla separazione di teoria e prassi. ¡  il coinvolgimento attivo rispetto alla fruizione passiva ¡  l’apprendimento come opportunità piuttosto che come

finalità/obiettivo dominante ¡  la rappresentazione simbolica dell’esperienza piuttosto

che l’esibizione ¡  la relativizzazione di tecniche e tecnologie rispetto alla loro

assolutizzazione ¡  la reciprocità relazionale piuttosto che l’incentivazione

dell’individualismo ¡  la valorizzazione di ogni capacità/potenzialità musicale

delle persone in vece dell’imposizione dell’insegnamento del codice musicale.

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ANIMAZIONE MUSICALE AD ORIENTAMENTO PEDAGOGICO E SOCIALE

- PAROLE CHIAVE -

¡  CRESCITA. AM intesa come cambiamento evolutivo,

positivo e partecipato. ¡  RECIPROCITA’. Nell’AM La dialogica del cambiamento

riguarda sempre, nella differenza di ruolo, anche l’animatore.

¡  PIACERE (CREATIVITA’, DESIDERIO). L’AM assume la dimensione del piacere, del divertimento, anche dell’evasione in una prospettiva di crescita, senza perdere di vista le proprie finalità e il proprio metodo.

¡  INTENZIONALITA’ – CONSAPEVOLEZZA. L’AM promuove progettualità educativa, in prospettiva di ricerca (riflessione consapevole sul significato) e presuppone spiccata sensibilità autoformativa.

¡  SINERGIA. Il contesto (sistema) si estende al territorio e alla comunità, avvalendosi dell’approccio del lavoro di rete.

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18/10/14 Progetto FSE "Animatore Musicale" 17

ANIMAZIONE MUSICALE AD ORIENTAMENTO PEDAGOGICO E SOCIALE

- FUNZIONI -

¡  sviluppa le capacità di fare e produrre musica,

promuovendo il coinvolgimento attivo e potenziando l’intelligenza musicale individuale e di gruppo

¡  propone occasioni per esplorare e sperimentare modelli relazionali personali e di gruppo, favorendo l’integrazione e la cooperazione.

¡  promuove le dimensioni del creativo, del simbolico e del fantastico.

¡  favorisce divertimento-scarico-compensazione in relazione dialettica con le altre funzioni. Rientra qui anche il concetto di AM come spazio-tempo di festa.

¡  fa esprimere comportamenti multiculturali e favorisce un approccio aperto ai diversi linguaggi musicali.

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18/10/14 Progetto FSE "Animatore Musicale" 18

ANIMAZIONE MUSICALE Maurizio Vitali, “Porsi in ascolto per progettare”, in AA.VV., Farsi sentire. La

musica nei progetti socio-educativi, Centro Studi Musicale e Sociali Maurizio Di Benedetto – Franco Angeli, Milano 2005 – pag. 126

CON I RAGAZZI… “La musica è uno strumento potente che attiva processi educativi totalizzanti e fortemente legati alla realtà in cui i giovani si trovano a vivere: nella musica passano i valori, gli ideali, passano le emozioni legate all’esperienza dell’amore, al conflitto, passa il desiderio di essere social- mente riconosciuti, passano i piaceri e le fatiche di vivere quotidianamento l’evoluzione della propria identità: una identità quasi adulta, ma ancora incerta. Avere consapevolezza di queste dimensioni e di come un lavoro specifico di animazione musicale può svilupparle, diventa essenziale per dare un senso sempre maggiore alla propria funzione educativa.”

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18/10/14 Progetto FSE "Animatore Musicale" 19

ANIMAZIONE MUSICALE Maurizio Vitali, “Porsi in ascolto per progettare”, in AA.VV., Farsi sentire. La

musica nei progetti socio-educativi, Centro Studi Musicale e Sociali Maurizio Di Benedetto – Franco Angeli, Milano 2005 – pag. 112

CON I BAMBINI… “Giocare con la materia sonora,prestare attenzione alle sonorità quotidiane dell’ambiente, alle sonorità del corpo e poi, ancora, cantare, muoversi, giocare con la musica e la fantasia, le fiabe, le feste, fino a coinvol- gere bambini e genitori nella composizione di una canzone che diventa la sigla di un anno di parteci- pazione al nido, un anno dedicato al tema delle emozioni, in questo caso suonate, cantate e registrate, per poterle riascoltare ognuno a casa propria e fare sentire ad amici e parenti…..”

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18/10/14 Progetto FSE "Animatore Musicale" 20

ANIMAZIONE MUSICALE Chiara Morandi – Quel filo invisibile, Elaborato sull’esperienza di tirocinio per il

conseguimento del diploma di animatrice musicale – S.A.M. - Centro Studi Musicali e Sociali M. Di Benedetto – Lecco – A.F. 2004-2005

CON PERSONE DISABILI ¡  “Nell’incontrare i ragazzi attraverso la musica che, come

un filo invisibile ha unito pian piano il gruppo, ho visto una volta ancora, come la musica riesce sempre ad incontrarsi con la soggettività di ogni persona.

¡  Essa, infatti, col rispetto di una mano amica, può far emergere le caratteristiche che rendono speciale ciascuno di noi e che ci rendono una “perla preziosa”

¡  Ecco allora che la musica quando s’incontrava con M. faceva emergere quel desiderio di tenerezza spesso celato da un atteggiamento “appesantito”: quando toccava S. rendeva più visibile la sua sensibilità, la sua volontà e dolcezza.

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Metodologie e pratiche

dell’animazione musicale

ANIMAZIONE MUSICALE AD ORIENTAMENTO

PEDAGOGICO E SOCIALE

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18/10/14 Progetto FSE "Animatore Musicale" 22

ANIMAZIONE MUSICALE Chiara Morandi – Quel filo invisibile, Elaborato sull’esperienza di tirocinio per il

conseguimento del diploma di animatrice musicale – S.A.M. - Centro Studi Musicali e Sociali M. Di Benedetto – Lecco – A.F. 2004 - 2005

CON PERSONE DISABILI… ¡  E’ stato bello vedere come P. si è lasciata attrarre dalla

musica soprattutto a livello corporeo e, incontrando la musica, ha incontrato parte della sua dimensione affettiva.

¡  B.F.e G. hanno ritrovato nella musica la possibilità di essere protagonisti, il piacere della leggerezza, del gioco come modalità di relazione, dell’attenzione all’altro.

(…) Penso che la musica – giocata, trasformata, destrutturata – abbia dato ad ognuno la possibilità di incontrarsi e di essere incontrato e l’occasione di sperimentare un fare legato non al prodotto finale, ma all’ESSERCI…così: semplicemente, ognuno con la propria unicità che aspetta solo di essere svelata, vissuta e accolta.”

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18/10/14 Progetto FSE "Animatore Musicale" 23

ANIMAZIONE MUSICALE Evelin Baldo, Dagli occhi dei vecchi, Elaborato sull’esperienza di tirocinio per il

conseguimento del diploma di animatrice musicale – S.A.M. - Centro Studi

Musicali e Sociali M. Di Benedetto – Lecco – A.F. 2005 - 2006

CON PERSONE ANZIANE “Gli occhi degli anziani sono profondi come una vita, raccontano storie. Sono occhi che cercano occhi che sappiano ascoltarli. Sono occhi non più abituati a guardare, a dire, ad incuriosirsi, inariditi dalla solitudine, dalla paura e dal tempo, che invece hanno un grande bisogno di dire, di fare, di essere. La musica con gli anziani vuole andare incontro a queste esigenze, vuole aiutare l’anziano ad allontanarsi per un po’ dalla quotidianità e dal dolore. Vuole riportare alla memoria ricordi lontani e sempre presenti, punti di riferimento. Il ricordo diventa l’occasione per rimettersi in gioco, sentirsi attivi e favorire la comunicazione e la relazione,

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ANIMAZIONE MUSICALE Evelin Baldo – Dagli occhi dei vecchi, Elaborato sull’esperienza di tirocinio per il

conseguimento del diploma di animatrice musicale – S.A.M. - Centro Studi Musicali e Sociali M. Di Benedetto – Lecco – A.F. 2005 - 2006

CON PERSONE ANZIANE “contro una quotidianità di solitudine. E’ il ricordo musicale che a noi interessa di più, perché la musica è il nostro metodo, obiettivo e mezzo comunicativo e relazionale. (…) L’animazione musicale per andare oltre l’assistenziali- smo e la fruizione passiva della musica o di altre attività artistiche, per rispondere a bisogni profondi primo tra tutti l’espressione di sé e la consapevolezza di sé. L’animazione per stimolare la curiosità e per creare momenti musicali significativi, nati da emozioni del passato ma che facciano qualche passo in avanti verso il nuovo e lo sconosciuto, in modo che possano dare valore e senso al presente.”

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18/10/14 Progetto FSE "Animatore Musicale" 25

ANIMAZIONE MUSICALE AD ORIENTAMENTO PEDAGOGICO E SOCIALE

- TECNICHE -

Relativizzazione delle tecniche Non si può ridurre l’animazione musicale alla semplice conoscenza di tecniche. Le tecniche non sono mai neutre. Indispensabilità delle tecniche Senza tecniche non esiste nessuna animazione, tanto meno quella musicale. TECNICHE SPECIFICHE Le tecniche che caratterizzano lo specifico, basate su precise competenze musicali e il cui possesso definisce il bagaglio tecnico di un animatore musicale esperto. TECNICHE ASPECIFICHE Le tecniche mutuate da altri campi dell’animazione e non, riconvertite al campo dell’animazione musicale o in cui il musicale sia comunque presente insieme ad altri linguaggi. Di tali tecniche può avvalersi anche un animatore socio-culturale formato in animazione musicale.

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18/10/14 Progetto FSE "Animatore Musicale" 26

ANIMAZIONE MUSICALE AD ORIENTAMENTO PEDAGOGICO E SOCIALE

- TECNICHE SPECIFICHE -

Prima classificazione di tecniche specifiche o  Ascolto attivo o  Corporeità musicale o  Vocalità, coralità, uso espressivo della voce o  Esplorazione e manipolazione degli strumenti musicali (anche autocostruiti) o  Tecniche di sonorizzazione acustiche e multimediali o  Tecniche della comunicazione sonoro-musicale o  Musica d'insieme (orchestrazione ed esecuzione) o  Improvvisazione musicale o  Composizione empirica acustica ed elettronica o  …

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ANIMAZIONE MUSICALE AD ORIENTAMENTO PEDAGOGICO E SOCIALE

- TECNICHE ASPECIFICHE -

Prima classificazione di tecniche aspecifiche ¡ - tecniche socializzazione di esperienze musicali (autobiografie, racconti di esperienze). ¡ - tecniche di animazione per promuovere la relazione, la cooperazione e la soluzione non violenta dei conflitti. ¡ - tecniche ludiche e ricreative con la musica. ¡ - tecniche di sensibilizzazione e organizzazione di eventi o situazioni musicali (mostre, rassegne musicali, concerti, gestione di sale prove...). ¡ - tecniche del ballo e della danza. ¡ - tecniche di drammatizzazione in particolare del teatro musicale. ¡ - tecniche multimediali (musica-immagine, scultura, video musicale, videoclip, cinema, pubblicità, documentario, computer art.). ¡ - tecniche dell’happening (costruzioni, ambienti, scenografie sonore). ¡ - tecniche dalla musicoterapia.

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18/10/14 Progetto FSE "Animatore Musicale" 28

ANIMAZIONE MUSICALE AD ORIENTAMENTO PEDAGOGICO E SOCIALE

- CONCETTO DI LABORATORIO -

Laboratorio è uno spazio/tempo: ¡  in cui il lavoro convive con le dimensioni del piacere, del desiderio, e

del gioco. ¡  in cui le dinamiche relazionali sono orientate alla ricerca di una

condizione di benessere condivisa; ¡  che si fonda su una visione unitaria di corpo e mente, su una

dimensione plurisensoriale della musica e della cultura, attivando, a partire dalla relazione persona-musica, percorsi/esperienze di ricerca, esplorazione, sviluppo di tracce, segni, simboli;

¡  che riconosce, accetta e valorizza la compresenza di musiche, punti di vista, progetti, competenze, gusti, vissuti musicali, promuovendo identità e autonomie;

¡  che privilegia una progettualità in situazione, che non si arrocca dietro un sapere disciplinare, che non rinuncia ad affrontare le dimensione della casualità, dell’imponderabilità, del dubbio, che non pone in secondo piano i contenuti ma tenta di aprirli – e quindi trasformarli, ripensarli, riconvertirli, condizionarli – alle relazioni, alla quotidianità, alle risorse e ai desideri.

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18/10/14 Progetto FSE "Animatore Musicale" 29

ANIMAZIONE MUSICALE AD ORIENTAMENTO PEDAGOGICO E SOCIALE

- MODELLO DI RICERCA 1 -

C

S OP

C (Campo) - Scuola di animazione musicaleS (Soggetto) - Animatori musicali in formazioneO (Obiettivo) - Sviluppare la conoscenza dell’oggetto A.M.P (Percorso) - Ricerca condivisa (P=R)

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18/10/14 Progetto FSE "Animatore Musicale" 30

ANIMAZIONE MUSICALE AD ORIENTAMENTO PEDAGOGICO E SOCIALE

- MODELLO DI RICERCA 2 -

OGGETTOAnimazioneMusicale

SOGGETTOAnimatoriMusicali

ESPERIENZA

MANIFESTAZIONE

ANALISI

TEORIA