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CATALOGO LISTINO creazione France Air Italia 2010 - Ogni diritto di riproduzione riservato
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L’aria e la climatizzazione negli istituti sanitari
Costruzione e materiali secondo NFS 90-351 (FRANCIA):
Nelle reti di distribuzione d’aria, è necessario utilizzare dei materiali che non si disgregano nel tempo.
Materiali raccomandati:• Acciaio inossidabile.• Acciaio zincato assemblati per mezzo di sistemi ermetici.
Tutti i soffitti France Air sono in acciaio inossidabile compatibili con i prodotti chimici e con le esigenze operative dell’impianto.Materiali adatti ad una pulizia e ad una disinfezione frequenti ed efficaci.
8119
Locale tecnico10
Terrazza
12Cucina
6
Camerasterile/asettica
Corridoio
7
2Blocco operatorio
Rischio 3 o 4
2Blocco operatorio
Rischio 3 o 4
2Camera didegenza
1Blocco operatorio
Rischio 3 o 4
3Blocco operatorio
Rischio 3 5Corridoioasettico
5Sas
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I Criteri di CONFORT secondo NFS 90-351• Temperatura dell’aria (eccetto bisogni specifici): da 19°C a 26°C.• Percentuali di umidità dell’aria: dal 45% al 65%.• Pressione acustica massima:
- 40 dB(A): zone a rischio 2;- 45 dB(A): zone a rischio 3;- 48 dB(A): zone a rischio 4.
Controllo della pulizia dell’aria secondo NFS 90-351:
In mandata (3 stadi di filtrazione di aria sono raccomandati):• All’ingresso della CTA: F6 (aggiunta di un filtro sull’ingresso di aria nuova se necessario).• In uscita di CTA: F7.• All’immissione nella sala (zone a rischio 3 e 4): H13.
In ricircolo:• Protezione delle reti di estrazione: F5.Efficacia dei filtri secondo NF EN 779-2002.
Apparecchiature utilizzate per i blocchi operatori - Rischio 3 o 41. Soffitto Biovax 2 a filtrazione terminale e flusso unidirezionale.2. Soffitto Opair a flusso stabilizzato.7. Griglia di ripresa porta-filtro GFF MC.
Prodotti utilizzati per i blocchi operatori - Rischio 33. Cassone porta filtro diffusore a flusso diretto Windhop.7. Griglia di ripresa porta-filtro GFF MC.
Prodotti utilizzati nelle camere di degenza4. Unità terminale ad induzione Varilair.
Prodotti utilizzati per le camere di decompressione e le zone di sterilizzazione5. Cassone filtrante diffusore plafoniera FR Diffuse TB o 4D.7. Griglia di ripresa porta-filtro GFF MC.
Prodotti utilizzati per sala di risveglio e corridoi puliti (Rischio 2)5. Cassone porta-filtro diffusore plafoniera FR Diffuse 4D.
Apparecchiature utilizzate in camera sterile6. Soffitto filtrante BVX.7. Griglia di ripresa porta-filtro GFF MC.
Apparecchiature utilizzate nei locali tecnici8. CTA Mediflux.9. CTA Modulys TA Hygis.
Apparecchiature utilizzate in terrazza10. Gruppo di acqua ghiacciata AWA-E.
Prodotti utilizzati nei corridoi11. Bocchetta di evacuazione fumo e tagliafuoco.
Apparecchiature utilizzate in cucina12.
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Nozioni fondamentali
1. IgieneZone a contaminazione controllata (Z.E.C.)
• Terminologia e classe di contaminazioneZ.E.C. : Zona all’interno della quale la concentrazione di particelledell’aria ambiente è mantenuta sotto controllo. Le regole chedeterminano il massimo valore di contaminazione particellaresono fissate dalla norma NF EN ISO 14644-1.
• Principio di realizzazione di una Z.E.C.I parametri aeraulici da controllare per l’elaborazione di una ZECsono:
- La diffusione dell’ariaLa purezza dell’aria necessaria a livello di immissione maanche a livello della zona di lavoro da proteggere dipendeanche dalle modalità di diffusione dell’aria:
a) La diffusione con flusso turbolentoL’aria filtrata viene immessa nella camera sterile. Essa simiscela per induzione in maniera ideale con l’aria ambientee quindi si ottiene una diluizione delle impurità dell’ariaambiente della sala sterile.
b) La diffusione a flusso unidirezionale (flusso laminare)La zona viene totalmente interessata da uno scorrimentod’aria pulita a flusso rettilineo e parallelo.La stabilità del flusso laminare, si ottiene con una velocità media dell’aria di 0,45 m/s. Le impurità generate dal postodi lavoro sono direttamente spinte al di fuori della zonaprotetta.
- Il numero di ricambio ariaÈ il numero di volte/ora che il volume totale dell’aria della zonapassa attraverso i filtri ad altissima efficienza. Questo numerodeve essere sufficiente per eliminare la contaminazioneparticellare prodotta nel locale (processi di fabbricazione,persone che lavorano nella zona…) e di conseguenza deveessere tanto più elevato quanto più è piccola la classe dicontaminazione (a titolo indicativo 600 vol/h per una classeISO 5 contro 15 vol/h per una classe ISO 8).
Numero di ricambi e tipo di flusso in funzione della classe dicontaminazione in Z.E.C.
- La filtrazione dell’ariaPrima di entrare nella zona trattata, l’aria esterna deve esseredepurata dalle sue particelle inquinanti da un sistema difiltrazione. Occorrono almeno tre stadi di filtrazione conefficacia crescente.
Noi raccomandiamo di seguire le specifiche indicate nel seguenteschema:
- La sovrapressione o le pressioni in cascataPer assicurare una migliore ermeticità alla zona nei confronti deicontaminanti particellari esterni, si mantiene in questa unaleggera sovrapressione nei confronti dei locali adiacenti (inmedia da 15 a 20 Pa).Le pressioni sono sempre scalate (+, ++ o +++) dalle camerepiù sterili a quelle più contaminate.In alcuni casi ben specifici, si mantiene la zona in depressionerispetto ai locali adiacenti.
0,1 µm 0,2 µm 0,3 µm 0,5 µm 1 µm 5 µm
Concentrazioni massime ammesse per m3 d’aria in particelle didimensione uguale o superiore a quelle fornite qui sottoN° di
certificato
ISO 1 10 2 - - - -
ISO 2 100 24 10 4 - -
ISO 3 1000 237 102 35 8 -
ISO 4 10000 2370 1020 352 83 -
ISO 5 100000 23700 10200 3520 832 29
ISO 6 1000000 237000 102000 35200 8320 293
ISO 7 - - - 352000 83200 2930
ISO 8 - - - 3520000 832000 29300
ISO 9 - - - 35200000 8320000 293000
Numero diricambi
US FD 209 E ISO (V/H)
Classe dicontaminazione
100000 ISO 8 Turbolento da 15 a 30 D
10000 ISO 7 Turbolento da 30 a 50 C
1000 ISO 6 Turbolento da 50 a 100 -
100 ISO 5 Unidirezionale da 300 a 600 A & B
10 ISO 4 Unidirezionale fino a 600 -
1 ISO 3 Unidirezionale fino a 600 o più -
Tipo diflusso BPF
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2a. Esempi di Z.E.C.Industria agroalimentare
I prodotti alimentari, quando non sono sterilizzati, costituiscono degliapporti nutritivi per i biocontaminanti. Per evitare questa proliferazionebatterica durante la fabbricazione, vengono installate delle barriereper creare degli ambienti asettici, con un flusso d’aria unidirezionalein sovrapressione (protezione ravvicinata) e/o con abbassamentodella temperatura per rallentare lo sviluppo batterico.In questo campo, si cerca di non avere proliferazione di batteripiuttosto che togliere le particelle. La DLC (Data Limite di Consumo)è legata al livello di protezione dell’alimento al momento del suoconfezionamento e lo scopo per una industria agroalimentare è diavere una DLC notevole. Negli ambienti di lavoro, la temperatura raggiunge in genere i 3°C, anche meno, ciò pone dei problemi dicomparsa di ghiaccio sulle batterie fredde. Per evitare questa condensale temperature di lavoro si posizionano leggermente al di sopra delpunto di rugiada.
• Come operare:Nell’industria agroalimentare si opera con sistemi specifici nei limitiimperativi dettati dalle temperature di utilizzo e dalla igrometria.Il modo di diffusione in ambiente si effettua in genere tramitecondotti tessili porosi o a feritoie che hanno il vantaggio di esserelavabili con una filtrazione ad alto rendimento (da proteggere incaso di lavaggio). Per le zone estremamente delicate (quali:l’affettatura dei prosciutti, il riempimento di yogurt ecc.) un flussounidirezionale in classe ISO 5 protegge come supplemento la zonadi fabbricazione.I cassoni di trattamento dell’aria devono essere lavabili, a tenuta esenza rilascio di materiali. Inoltre, i pannelli sono generalmente adoppia pannellatura con interposti pannelli di poliuretano (esternoin inox o poliestere) per isolamento acustico e termico.I condotti sono a tenuta, doppia pannellatura con strato esterno inpoliestere per isolamento acustico e termico.
2b. Esempi di Z.E.C.Industria automobilistica
Nell’industria automobilistica si possono avere grossi problemiallorquando corpi estranei (polveri, ecc..) vanno a contaminaredelicati processi produttivi quali la verniciatura automatica e/o lafabbricazione di pezzi meccanici di alta precisione (iniettori, ecc.).Il processo automatico in un reparto di verniciatura, ad esempio,comporta diverse fasi correlate ad una ventilazione ed una diffusionedell’aria appropriate (aerosols, nebbie…) al fine di salvaguardare ilprodotto fabbricato da eventuali difetti e di proteggere la personaaddetta. La temperatura e l’umidità non sono dei fattori moltoimportanti, in media 25°C +/-2°C, Hr 50% +/-10%.
• Come operare:Il sistema di diffusione a dislocamento permette di ridurre leportate d’aria trattando solo la zona specifica della fabbricazionesoprattutto quando siamo in presenza di edifici di grande altezza.In altri casi, in una sala ISO 8, si possono posizionare nelcontrosoffitto dei diffusori porta-filtro ad altissima efficienza adinduzione. Un flusso unidirezionale per le zone più sensibili ha ilvantaggio di creare un “effetto pistone” con griglie di ripresa alsuolo per le cabine di verniciatura in classe 30000 (secondoUS FEDERAL 209 E).
2d. Esempi di Z.E.C.L’industria farmaceutica
Nell’industria farmaceutica e affini si cercheranno di evitare lecontaminazioni incrociate e/o la contaminazione del prodotto almomento della sua fabbricazione.In funzione del tipo di prodotto: polveri, liquidi o sterili, il tipo diprocesso e di trattamento dell’aria non sarà lo stesso.La normativa è chiara grazie alle raccomandazioni dei BPF chedefiniscono 4 classi di contaminazione da raggiungere secondo duestati di occupazione (in riposo e in attività) per 2 dimensioni diparticelle (0,5μ e 5μ).Ogni prodotto necessita delle condizioni particolari in termini ditrattamento. La produzione di compresse necessita di ambientirelativamente asciutti.
• Come operare:Per una classe A, per esempio, sarà necessario adottare un flussolaminare integrale (prodotti iniettabili).La manipolazione di polveri o di alcuni prodotti tossici richiede deibox specifici o anche dei box isolati che proteggano il prodotto,l’addetto e l’ambiente. Tenuto conto dei rischi, le problematichespecifiche impongono di utilizzare dei sistemi:- di protezione (barriera di pressione d’aria, barriera fisica come le
camere di decompressione doppie, ecc.)- di pulizia (pareti lavabili non aderenti)- di decontaminazione (acido peracetico, perossido di idrogeno o
formolo).Per le camere asettiche in classe ISO 8 o ISO 7, si utilizzeranno deidiffusori porta-filtri ad elevatissima efficienza con diffusori adinduzione. Per delle protezioni unicamente del prodotto, un flussounidirezionale permette di ottenere una classe in ISO 5.
• Classificazione:Gli obiettivi dei risultati da raggiungere in funzione del tipo di attivitàvengono forniti dai BPF.
Vedi tabella pagina seguente >>
2c. Esempi di Z.E.C.Microelettronica
La microelettronica è all’avanguardia della tecnologia ed il trattamentodell’aria deve seguire questa evoluzione. Allo scopo di miniaturizzarei componenti e sviluppare delle tecnologie sempre più microscopiche,è stato necessario fin dagli anni 60 risolvere i problemi connessi allacontaminazione particellare e alla contaminazione ionica, ed ora
contro la contaminazione molecolare. Queste rapide evoluzioni, sia delprocesso che delle tecnologie, impongono dei trattamenti dell’aria sem-pre più complessi e particolari. Un sistema di trattamento globale, chepermette di trattare tutti gli inquinanti, non è più possibiletecnicamente ed economicamente, ecco perché attualmente vengonocreate delle zone separate con stadi di filtrazione con efficienzacrescente.
• Come operare:I laboratori di fabbricazione (FAB) sono costruiti in genere suquattro piani sovrapposti ove vengono a posizionarsi gli impianti dicondizionamento e di trattamento d’aria così come le macchineproduttive. Le zone classificate ISO 4 o ISO 3, sono dotate disoffitti filtranti su tutta la superficie con ripresa al suolo tramitegriglie. Dei mini-ambienti possono avere prestazioni superiori inClasse ISO 2.
• Classificazione:Oltre alla classificazione EN ISO 14644-1 sui risultati particolari, laclassificazione SEMI F21-95 definisce 4 classi di contaminantimolecolari:Gli acidi A, le basi B (NH3, Ammina…), i condensabili C (i siliconi,gli idrocarburi), i dopanti D (boro, arsenico).
Classe Tipo di flusso
Categorie 1 10 100 1000 10000
Acidi (A) MA - 1 MA - 10 MA - 100 MA - 1000 MA - 10000
Basici (B) MB - 1 MB - 10 MB - 100 MB - 1000 MB - 10000
Condensabili(C)
Dopanti (D) MD - 1 MD - 10 MD - 100 MD - 1000 MD - 10000
MC - 1 MC - 10 MC - 100 MC - 1000 MC - 10000
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Senza presenza umana e in presenza di apparecchiature immobili
Zona 4 ISO 5 CP 10 B 10Zona 3 ISO 7 CP 20 B 10Zona 2 ISO 8 CP 20 B 100Zona 1 Locali non specifici
Classe particellaredella zona da
proteggere
Designazionedella zona
rischio
Livello obiettivo diclasse cinetica didecontaminazione
particellare a 0,5 µm
Livello obiettivo diclasse batteriologica
della zona daproteggere
Numero massimo di particellem3 per le dimensioni uguali o superiori a
Classe In riposo In attività
A 3500 0 3500 0B 3500 0 350000 2000C 350000 2000 3500000 20000D 3500000 20000 - -
<< segue da pag. 2
Come l’industria dei semi conduttori, l’industria spaziale è un poload alta tecnologia.Il trattamento dell’aria contribuisce all’affidabilità nella costruzionedei satelliti (telecomunicazioni, di osservazione, scientifici omilitari).
L’industria spaziale deve fare i conti con la contaminazioneparticellare e molecolare. La temperatura e l’umidità variano a secondadei prodotti da costruire.Gli edifici sono voluminosi (altezza superiore a 10 m) a causa delvolume dei satelliti, ciò impone delle portate di aria notevoli.
• Come operare:I satelliti vengono fabbricati in camere asettiche di classe da ISO 8a ISO 7. Alcuni componenti sensibili (specchi, telescopi) vengonofabbricati in classe ISO 4 o ISO 5.La diffusione sarà specifica con diffusori di grandi portate. Il sistemaa dislocamento può rappresentare un’alternativa quando non sivuole trattare tutto il volume.
2e. Esempi di Z.E.C.Industria spaziale
Igiene ospedaliera
Sempre più mediatizzate, le infezioni nosocomiali rappresentanooggi più che mai un problema di salute pubblica preoccupante (circa800000 persone interessate ogni anno cioè il 7% dellepersone ospedalizzate).Anche se non sono maggioritarie, le infezioni dovute ad unacontaminazione dell’aria (o aerobiocontaminazione) rappresentanouna percentuale non trascurabile di queste infezioni nosocomiali.Così, nell’igiene ospedaliera, e più precisamente nei blocchioperatori, il trattamento dell’aria svolge un ruolo primario poichéesso deve permettere da una parte di proteggere la zona a rischio (ilcampo operatorio per esempio) contro ogni contaminazionemicrobiologica, d’altra parte di mantenere un certo confort all’equipechirurgica.
France Air propone di conseguenza tutto un insieme di sistemi difiltrazione e di diffusione dell’aria per le zone a rischio di bioconta-minazione in ospedale. Queste soluzioni aerauliche hanno comepunto comune quello di essere perfettamente studiate e adatte alleaspettative degli istituti sanitari.
La nuova norma NF S 90-351Intitolata “Istituti sanitari - Camere asettiche e ambienti controllatiaffini - Esigenze relative per il controllo della contaminazioneaeroportata”, questa nuova norma molto attesa (uscita in giugno2003) sostituisce quella con lo stesso nome con data 1987 chetrattava allora solo la réception ed i controlli degli ambienti asettici.
Le zone a rischioUn concetto importante evidenziato da questa norma NF S 90-351 èquello delle zone a rischio. Per definizione, una zona a rischio dibiocontaminazione è un’area definita e limitata nella quale isoggetti e/o i prodotti sono particolarmente vulnerabili aimicroorganismi.
Si identificano 4 livelli di zone a rischio in funzione del rischio diinfezione:• Zona a rischio 4: rischio infettivo molto alto.• Zona a rischio 3: rischio infettivo alto.• Zona a rischio 2: rischio infettivo medio.• Zona a rischio 1: rischio nullo.
Nella pratica, per ogni progetto di sala chirurgica (nuova oin ristrutturazione), deve essere effettuata a priori un’analisi dei ris-
La classe particellare è quella definita dalla norma NF EN ISO 14644-1.
La classe cinetica di decontaminazione particellare è definita da “iltempo necessario per ottenere una decontaminazione del 90% rispettoal picco di inquinamento iniziale”.
Es.: CP 20= meno di 20 min sono necessari per ritrovare il 90% didecontaminazione.
La classe batteriologica definisce una concentrazione massima diparticelle vitali da non superare.
Es.: B 10= presenza di meno di 10 ufc/m3 di aria (UFC: Unità FormanteColonia).
Infine, questa procedura ci porta ad operare in modo sistematico condelle apparecchiature appropriate allo scopo di raggiungere gliobiettivi in termini di igiene e pulizia prefissati.
chi per ogni singola zona allo scopo di attribuire a ciascuna un livello di rischio in funzione del tipo di attività svolta dai medici, sensibilità delpaziente o del prodotto esposto.
Gli obiettivi da raggiungereLa norma definisce poi dei livelli di prestazione da raggiungere infunzione delle zone a rischio definite:
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1. Attuale stato dell’arte
2. Nuove tendenze per l’impiantistica
L’evoluzione dell’impianto di condizionamento delle sale chirurgichea seguito delle più recenti Norme internazionali
Tutte le Norme italiane ed estere sono concordi sui principi portantidella buona progettazione per gli impianti di condizionamento dellesale chirurgiche e degli ambienti annessi.
Le prescrizioni, comuni a tutte le Norme, sono infatti le seguenti:1. tanta aria esterna per diluire la contaminazione chimica da gas
medicinali che non può essere filtrata. Il quantitativo d’aria varia daPaese a Paese ma può essere delimitato tra gli 800 m3/h dellaSvizzera e i 1500 m3/h dell’Italia. Questa portata d’aria esterna deve essere costante anche se la perdita di carico dei filtri aumentaper via del loro sporcamento.
2. Filtrazione assoluta di questo grosso volume di aria esterna, perevitare che essa possa essere il fluido vettore di contaminazionebatteriologica dall’esterno. Il contenuto di particelle biologicamenteattive (unità formati colonia) nell’aria immessa deve essereinferiore a 1 UFC/m3.
3. Mantenimento in sovrapressione della sala rispetto agli ambientiadiacenti per evitare che della contaminazione batteriologica possaentrare da porte o fessure. Sappiamo comunque quanto difficilesia avere questa garanzia in quanto le porte delle sale chirurgichesono troppo spesso aperte.
4. Frequente filtrazione dell’aria interna per ridurre la contaminazionebatteriologica endogena dovuta al paziente stesso o alla equipechirurgica. Accanto a queste quattro indicazioni, alcune Normeformulano altre prescrizioni di carattere non specifico per le salechirurgiche ma costanti nel condizionamento dell’aria:
5. Controllo della temperatura tra 20° e 24°C.6. Controllo della umidità relativa tra il 40% e 60%.7. Massimo risparmio energetico nella gestione di tutti i punti
precedenti: stand-by notturno, ecc.
Alcune Norme prescrivono inoltre delle caratteristiche tecniche inparticolare per le unità di trattamento dell’aria:8. Tenuta stagna dell’involucro metallico sia per le parti in
sovrapressione che per quelle in depressione: certificazioneclasse B (EN 1886).
9. Certificazione della tenuta all’aria delle guarnizioni dei filtri ad altaefficienza (EN 1886).
10. Sterilizzabilità dell’interno della macchina: verniciatura protettivadelle alette della batteria, eliminazione della lamiera zincata ecc.
Tutte le Norme internazionali prevedono infine due livelli di qualità del-l’aria, e quindi di protezione per il paziente, a seconda dellacomplessità e delicatezza delle operazioni chirurgiche previste:11. Chirurgia generica: qualità dell’aria richiesta: ISO 7. 12. Chirurgia ortopedica, cardiochirurgia e neurochirurgia: qualità
dell’aria richiesta: ISO 5.
A titolo informativo si rimanda alla tabella alla fine del testo.
le operazioni di chirurgia specialistica ma in tutte le sale, qualsiasi siala loro destinazione.
Il motivo razionale di questa richiesta deriva dalle seguenti valutazioni:1. Vincolare delle sale alla chirurgia generica vuol dire ridurre la
flessibilità operativa del blocco chirurgico che notoriamente è ilprincipale centro di profitto della gestione economicadell’Ospedale.
2. Le operazioni ortopediche e cardiochirurgiche sono in certi casidi estrema e non prevedibile durata. Capita quindi che di frontealla necessità di una operazione di emergenza non sia disponibilela sala con adeguata qualità dell’aria e non sia prevedibile quandolo sarà. Questo porta a dover fare l’intervento in una sala di minorprotezione o doverlo ritardare anche di alcune ore con iconseguenti disagi e rischi per il paziente.Avere in tutte le sale una impiantistica in grado di garantire unlivello di qualità dell’aria ISO 5 permette di utilizzare per qualsiasioperazione, anche la più delicata, la prima sala che si rendedisponibile, senza essere obbligati ad aspettare la disponibilità diquella specifica.
3. L’extra costo di prima istallazione, per garantire la qualità dell’ariaISO 5 invece che ISO 7, può essere valutato in circa 70 - 90.000euro.
4. L’extra costo di gestione di una sala ISO 5 in confronto ad unaISO 7 è limitata al maggiore assorbimento elettrico dei ventilatoriper via della maggiore portata richiesta (tre o quattro kW) e almaggiore costo dei filtri dell’aria necessari per il flusso unidirezionale.Deve però essere considerato che i filtri dei soffitti unidirezionalivengono cambiati una volta ogni due, tre anni.Questi costi, pur non trascurabili, sono ben poca cosa rispetto alcosto economico delle operazioni chirurgiche che vengonoeffettuate nelle sale e che con questa impiantistica sonosicuramente meglio garantite.E questa considerazione, puramente economica, non tiene contodel disagio e della sofferenza del paziente.
5. Il flusso unidirezionale, grazie alla sua velocità, garantisce nel“nucleo asettico” una sicura sovrapressione dinamica dell’aria,non rendendo più necessaria quella della sala rispetto all’esternoche abbiamo visto essere vanificata dalla frequente apertura delleporte.
6. Grazie al sempre più frequente passaggio dell’aria attraverso i filtriassoluti, tipico dei soffitti a flusso unidirezionale, il “recoverytime” della sala, cioè il tempo necessario per eliminare ogni formadi contaminazione dovuta alla operazione precedente e renderlaquindi disponibile per la prossima, è molto più corto e quindil’operatività e la gestione economica del blocco operatorio diventamolto più efficiente.
7. Quale ultima considerazione, quella che è sicuramente lapiù importante, e cioè che in qualsiasi tipo di operazione con unflusso unidirezionale (laminare) la protezione del paziente èsicuramente maggiore di quella con un classico flusso turbolento.
Per una migliore comprensione del testo sopra riportato, consigliamodi visionare il disegno riportato nella pagina seguente.
Su questa attuale tecnologia si innestano le prescrizioni delle piùrecenti Norme emesse nel 2002 e 2003 ed in particolare di quellaSvizzera. Partendo da uno studio delle possibilità di contaminazionedei vari ambienti del blocco operativo durante le varie fasi interventistiche,la Norma individua la possibilità di limitazione della protezione inambienti non strategici quali i corridoi o gli spogliatoi riducendo laquantità di aria esterna e quindi il costo del trattamento.Di contro viene richiesto un aumento della protezione proprio nelpunto di maggiore necessità e cioè nelle sale chirurgiche.Viene infatti richiesto che la qualità dell’aria sia ISO 5 non più solo per
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3. Come ottenere un livello di qualità dell’ariaISO 5: il soffitto unidirezionale
Quali sono le spiegazioni di queste scelte:• Portata aria: la contaminazione più preoccupante è quella endogena
legata al paziente stesso o all’equipe chirurgica. È quindi intuitivoche più volte l’aria passa attraverso i filtri assoluti, più ogni formadi contaminazione aeroportata viene trattenuta da questi.
• Filtri aria: le efficienze di filtrazione non cambiano di molto. Anchequi è intuitivo che se un filtro lascia passare una particella su mille,facendo transitare due volte il flusso d’aria attraverso questo filtropassa solo una particella su un milione, per cui è più efficace l’aumento di portata piuttosto che quello della efficienza di filtrazione.
• Tipo di distribuzione: questa è la vera scelta vincente per ottenerela qualità dell’aria ISO 5. Il flusso turbolento infatti crea unadistribuzione uniforme della contaminazione all’interno della salapermettendo quindi al particolato, e quindi a germi e batteri spessostazionanti sul pavimento, di tornare sul punto operatorio.
• Il flusso unidirezionale dall’alto verso il basso, spesso definitoerroneamente “laminare”, garantisce che il flusso aria sia paralleloa sé stesso e quindi non crei la temuta turbolenza e ricircolo.
È ben noto ai Progettisti come garantire un livello di qualità dell’aria ISO 5:
4. Problematiche tecniche degl i impiantiunidirezionali
4.1 Il costo di un impianto che garantisca una portata d’aria almenodieci volte maggiore a quello di una sala ISO 7.Per contenere il costo dell’impianto si interviene su due parametri:la zona da proteggere e la massima riduzione del quantitativo diaria esterna.Per quanto riguarda la zona da proteggere la Norma svizzeradefinisce come “nucleo asettico” una zona di 2,8 m x 2,8all’altezza del lettino operatorio all’interno della quale stanno illettino stesso, il chirurgo e il tavolo degli strumenti. Per garantirela copertura del nucleo asettico è indispensabile un soffittounidirezionale un po’ più grande e cioè di circa 3,2 m x 3,2, quindi10 m2, in quanto una parte, la più esterna del flusso, quella più acontatto con l’aria della sala, può sfuggire alla unidirezionalità.Limitando quindi la zona protetta, possiamo limitare la portatache comunque resta molto più alta di quella del flusso turbolento,circa tre o quattro volte.
4.2 A questo punto ci può aiutare il ricircolo, permesso in tutte leNorme europee e nella “Linea Guida ISPESL”. Il quantitativo d’ariaeccedente, quello necessario per diluire la contaminazione chimicaa gas medicinali, e quindi i 1500-2000 m3/h, può essere ricircolatoalle seguenti condizioni:• L’aria ricircolata deve provenire dalla stessa stanza.• L’aria ricircolata deve avere livelli di filtrazione uguali a quella
dell’aria esterna.
Filtrazione Tipo diterminale distribuzione
ISO 7 20 - 25 H 13 TurbolentaISO 5 200 - 300 H 14 Unidirezionale
Qualità dell’aria Volumi ora
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In questa maniera il costo del flusso unidirezionale viene ridotto dimolto, in quanto viene ridotta la portata esterna il cui trattamento èestremamente costoso. La portata ricircolata non ha infatti bisogno ditrattamento termotecnico in quanto anche l’abbattimento del caricotermico endogeno, in questo caso incrementato dal calore deiventilatori di ricircolo, viene delegato all’aria esterna.
5. Quale deve essere la velocità dell ’ariaall ’uscita dal sistema di laminazione delsoffitto fi ltrante
La sperimentazione offre due diverse possibilità:• Velocità dell’aria in uscita di circa 0,15 – 0,2 m/s
- VantaggiLa bassa velocità dell’aria consente una bassa portata con tutti ivantaggi conseguenti:minore consumo elettrico, rumorosità, minore consumo deifiltri, ecc.
- Svantaggi1. È stato calcolato che la cupola termica sovrastante il lettino
chirurgico può creare una corrente d’aria ascensionale che,in caso di alto affollamento, può raggiungere una velocità diquasi 0,20 m/s. Pertanto questo sistema non è adatto adoperazioni di alta complessità che richiedono una equipechirurgica molto numerosa.
2. La bassa portata aria conseguente la bassa velocità di uscitafa si che per abbatterre il carico termico endogeno della salasoprattutto se con alto affollamento, normalmente 3 o 4 kW,sia necessario lanciare l’aria ad una temperatura di circa 3°Cpiù bassa di quella ambiente. Questo può creare fastidi alchirurgo soprattutto nella stagione invernale.Questa scelta è pertanto ottimale per sale a bassoaffollamento, quali oculistica, ecc.
• Velocità dell’aria in uscita di circa 0,3 m/s- Vantaggi
1. Il flusso aria non viene danneggiato dalla cupola termica inquanto è a maggiore velocità.
2. La alta portata permette un ∅t di circa solo 1,5°Cconsentendo un ottimo confort al chirurgo.
- SvantaggiQuelli relativi alla alta portata e cioè il rumore, il costo dei filtri ele problematiche collegate alla canalistica: cavedi per i passaggidei canali, ecc. Va evidenziato che la nuova Linea guida svizzeraper ovviare al problema del rumore aumenta, come pure faISPESL, il LPS accettabile al centro della sala dai precedenti 40ai più realistici 48 dB(A).
Questo sistema è quindi ideale per la nuova impiantistica e per sale adalto affollamento.Il soffitto unidirezionale è quindi di circa 10 m2 con velocità di 0,3 m/sper cui ha una portata di circa 3 m3/s = 10800 m3/h. Considerando cheal centro deve essere previsto l’attacco della lampada scialitica si puòcalcolare una portata ottimale di 10000 m3/h. Questa portata puòessere ulteriormente ridotta costruendo un soffitto filtrante ottagonaleanziché quadrato. La eliminazione degli angoli offre due vantaggi: lariduzione di circa il 20% dell’aria del soffitto e quindi parimenti dellaportata necessaria che scende così a 8000 m3 e la disponibilità diquesti spazi lasciati liberi per gli attacchi dei pensili.Delle cortine laterali, realizzate con cristalli stratificanti per nonostacolare la vista del chirurgo, e che scendono sino a 2,1 metri dialtezza da terra, garantiscono il massimo contenimento del flusso ariae quindi la migliore protezione del campo operatorio.In queste cortine laterali è consuetudine installare delle lampade perilluminare con luce radente il sistema di laminazione e consentire unaottima e uniforme illuminazione del nucleo asettico della salachirurgica senza alcun rischio di abbagliamento del chirurgo.Anche gli 8000 m3 sono però in certi casi troppi. Basta pensare cheper trasportare questa portata occorrono due canali (mandata e ripresa)di 1000 x 500 mm, troppo ingombranti in caso di ristrutturazione. Inquesto caso la soluzione è quindi quella di prevedere il trattamentoremoto per la sola aria esterna, abbiamo detto circa 2000 m3/h, e ilricircolo in sala chirurgica dei restanti 6000.È pertanto indispensabile installare in sala chirurgica quattroventilatori, uno per ogni angolo della sala, che prendono l’aria dalbasso, attraverso un filtro efficienza F9, e la immettono nel plenumsuperiore al filtro H 14, dopo averla fatta transitare attraverso duesilenziatori di dimensionamento tale da garantire i richiesti 48 dB(A)al centro della sala.Prevedere la ripresa in basso, al contrario di alcune installazioni oveessa è a soffitto, riduce l’effetto corto circuito che ha l’aria in questotipo di installazione e quindi ottimizza ulteriormente la protezione delcampo operatorio.Questo tipo di istallazione è inoltre ottimale per fare “l’up grade” diuna sala che già disponga di una buona impiantistica in flussoturbolento. È infatti sufficiente installare il soffitto unidirezionale e iventilatori di ricircolo per aumentare, e con poche opere murarie, laqualità dell’aria da ISO 7 a ISO 5.
Testo redatto da Alberto Monti - TECNAIR LB srl - Uboldo (VA)
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CATALOGO LISTINO creazione France Air Italia 2010 - Ogni diritto di riproduzione riservato
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