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vol. 7 Il magazine online della lega basket femminile - uscita quindicinale Brooque Williams “Condurrò Battipaglia ai Playoff” CACCIA ALLA COPPA ITALIA

LBF Magazine VII

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La settima uscita del quindicinale della LegA Basket Femminile

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I LOVE RAGUSA

vol. 7Il magazine online della lega basket femminile - uscita quindicinale

Brooque Williams“CondurròBattipaglia ai Playoff”

CACCIA ALLA COPPA ITALIA

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LA STELLA DELLA PB63Brooque Williams si racconta

a cura di Enrico Vitolo

SPECIALE COPPA ITALIAPresentazione delle squadre

protagoniste della Final 4a cura di Nicolò Dalle Molle

in collaborazione con gli addetti stampa delle società

INSTAGRAM#LBFlive

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SOMMARIO

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LA STELLA DELLA PB63

“Sono pronta per questa sfida, è un sogno che si realizza”, firmato Brooque Williams. Era il 4 giugno scorso quando la guardia americana si presentava ufficialmente alla Tech-mania Battipaglia e al mondo della palla a spicchi italiana. Da allora, giusto il tempo di conoscere le nuove com-pagne e di smaltire un problema alla caviglia, che l’ex Friburgo ha conquistato tutto e tutti. Perché, se le prime giornate sono servite per iniziare a stropicciarsi gli oc-chi e scoprire passo dopo pas-so il talento della cestista nativa di Pittsburgh, le quindici che sono o r m a i

a n d a t e in archivio rappresen-tano una prova evidente della scommessa vinta dalla PB63Lady. 276 punti realizzati che significano secondo posto nella classifica marcatrici e sei doppie-doppie che hanno ripor-tato quella ventata d’oltreoceano che, a Battipaglia, mancava dal 1996-1997 quando Darryl Johnson fu l’ultima stella in ordine di tempo giunta dagli Stati Uniti (serie A2 maschi-le). Epoche diverse ma stesso entusiasmo in città, proprio come quello di una Broo-que Williams che ora vuole vivere da assoluta protagonista il proprio sogno.

Domenica dopo domenica l’Italia ce-stistica sta scoprendo sempre di più le qualità di Williams, sei contenta di questo inizio di stagione?Assolutamente si. Ma abbiamo ancora biso-gno di migliorare in molti aspetti, soprattutto se vogliamo raggiungere i playoff. Ma ogni gior-no va sempre meglio, e sono convinta che tutti nel nostro team sono disposti a combattere per raggiungere questo grande traguardo.

I numeri dicono che sei una delle principali pro-tagoniste nelle classifiche dedicate ai punti rea-lizzati, agli assist, ai rimbalzi e alle palle recupe-

rate, ma dove devi ancora migliorare?Sto dando tutta me stessa per aiutare la squadra a

vincere, di certo ci sono partite in cui va meglio rispetto ad altre. Ma finché lascio il campo

dando sempre il massimo sono comun-que felice. Questo, però, non toglie

il fatto che devo migliorare ad esempio nelle palle perse. In

alcuni frangenti devo gestire meglio il pallone, e devo

ammettere che attual-mente potrei fare

meglio.

Da quasi quat-tro mesi sei arrivata a Bat-

tipaglia, contenta della scelta fatta?

Sì, sono molto contento della decisione presa. Sto davvero a Bat-

tipaglia, amo la squadra, gli allenatori e la società. Poi ci sono i tifosi che sono

incredibili. In più il campionato è mol-to competitivo, con tantissime grandi giocatrici. Amando la concorrenza e le sfide, devo ammettere che mi piace giocare in Italia.

E della città cosa ti piace?Battipaglia è una città piuttosto interes-sante. Al tempo stesso molto piccola, ed

a questo non sono abituata. Ma nel com-plesso è una città piacevole.

Da qualche anno il Pala Zauli è ormai sempre gremito in ogni ordine di po-sto, quanto è importante per la squadra il calore dei tifosi?I tifosi sono straordinari, li amo ed apprezzo il loro

sostegno. Credo sia doveroso ringraziarli per tutto quello che fanno.

Il passato dice Germania ed il presente Italia, quali sono le differenza maggiori tra i due campionati?Nel complesso il campionato italiano è molto più forte. Tutte le squadre hanno spessore e sono ricche di grandi giocatrici. Ma è anche molto più fisico e veloce, aspetti che calzano a pennello con le mie caratteristiche.

Quale giocatrice di serie A1 ti ha impressionata di più?Devo fare il nome di Chineye Ogwumike, è una grandissima atleta. E’ emozionante vederla giocare, fa sembrare tutto così facile.

Cosa ti manca di più dell’America?Mi manca stare con la mia famiglia e con gli amici, ma anche gli spuntini americani. Devo confessare, però, che mia mamma di solito mi invia sempre un paio di pacchetti nell’arco di una stagione.

Quando non sei impegnata con il basket cosa ti piace fare?Mi piace rilassarmi e guardare film, ma anche fare shop-ping.

Tre parole per descriverti?Umile, divertente, combattente.

Quale genere di musica ti piace ascoltare?Ascolto una varietà di musica: Pop, Rap, RnB e Hip Hop. La mia canzone preferita in questo momento è Disclosure from Latch.

L’ultimo libro letto?50 sfumature di grigio.

E gli studi?Ho una laurea BS in Business Administrative Management Meantime.

Intanto stai studiando anche l’italiano, cosa ha imparato fino ad ora?Principalmente sto cercando di ricordare tutti i termini lega-ti alla pallacanestro. La mia compagna di squadra Monique Ngo Ndjock mi insegna quotidianamente qualche parole d’italiano. Penso che entro la fine della stagione il mio vocabolario sarà molto ricco, lei è realmente una grande maestra.

Una volta terminata la carriera da cestista cosa ti piacerebbe fare?Dopo mi piacerebbe allenare. Già ora, quando la stagione si conclude, alleno tutti i ragazzi che hanno dai cinque ai diciotto anni. Mi piace insegnare a loro tutto quello che co-nosco ed anche le tecniche individuali della pallacanestro.

Ritornando, però, al presente, dove può arrivare la Techmania Battipaglia?Penso che abbiamo le potenzialità per centrare i playoff. Abbiamo già dimostrato che possiamo competere con i top team del torneo, ma ora bisogna anche dimostrare che possiamo vincere contro di loro. Non vedo l’ora di giocare il resto della stagione. Let’s go PB63Lady.

A cura di Enrico Vitolo

I tifosi sono entusiasti delle sue qualità e del valore aggiunto che si sta dimostrando per la neo promossa Battipaglia. Con lei la PB63 può puntare in alto e regalarsi molte altre soddisfazioni nel corso di questa stagione, guardando con grande fiducia al futuro.

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PROVA DI MATURITÀ

Leggevo da qualche parte che, sul sito della NBA, esistono ben 43 pagine di dati statistici dedicate ai San Antonio Spurs del “nostro” Beli. Probabilmente ne esistono altrettante per ciascuna squadra della National Basketball Association. Se amassimo i nu-meri tanto quanto gli statunitensi, per parlare del

duello tra Ragusa e Schio ci basterebbero grafici e tabelle. Perché è dalla stagione 2011/12 che Schio non perde la te-sta della classifica; la capolista quell’anno era il Cras Taranto che poi si sarebbe laureato campione d’Italia per la quarta volta nella sua storia. Alla fine del girone d’andata, però, le pugliesi avevano perso per strada due punti preziosi con Lucca che avrebbero potuto rimettere in discussione la lea-dership in classifica.

Un cammino perfettoRagusa, invece, quest’anno si sta rivelando una strepitosa macchina di successi. Certo, mi si potrà far notare che tre anni fa il livello del basket italiano era più alto e le sconfitte per le big che erano impegnate anche in Eurolega, erano più frequenti. Resta il fatto, però, che anche quest’anno la Virtus Eirene ha affrontato gare difficili contro avversa-rie che hanno tenuto saldamente le redini della partita in mano per quasi 40 minuti, su tutte Schio e Venezia, salvo poi arrendersi nel finale. Prove di grande maturità da parte

della squadra siciliana che dimostra di essere formazione più solida ed esperta rispetto allo scorso campionato. Ca-ratteristiche acquisite in parte con l’esperienza maturata sul campo nella scorsa stagione: le delusioni delle sconfitte pa-tite in semifinale di Coppa Italia contro Lucca e in gara 4 di finale scudetto al PalaMinardi contro il Famila hanno sicu-ramente aiutato Mauriello e compagne a crescere. In parte il miglioramento è arrivato grazie anche agli investimenti del patron Gianstefano Passalacqua che ha permesso a coach Molino di costruire una squadra completa in tutti i reparti.

Esperienza e talento La formazione, rispetto a quella dello scorso anno, è stata in parte rivoluzionata. Cambio importante in regia con le partenze di Soli e Gatti e gli arrivi di Gorini e Gonzalez che hanno portato esperienza e classe nell’impostazione del gioco della squadra. Due innesti, uno per parte, nei ruoli di guardia e di ala piccola con gli acquisti della croata Ivezic e del ritorno in patria di Cinili che sono andate ad affiancare le confermate Galbiati e Valerio. Rivoluzionato, invece, il reparto lunghe con la conferma della sola Walker, miglior straniera della scorsa stagione, e l’arrivo della stella della WNBA Plenette Pierson e, direttamente da Schio, di Jenifer Nadalin. A completare il roster la grintosa capitana Paola Mauriello.

Caccia ai trofeiCon tredici vittorie in altrettante gare disputate è innegabile che la Passalacqua si sia guadagnata e meritata il titolo di campionessa d’inverno e, salvo clamorose sorprese, anche la vittoria della regular season che consentirà alla truppa di coach Molino di avvalersi del fattore campo ai playoff. Nel 2015 le siciliane saranno chiamate a due prove di grande maturità. La prima risponde al nome di Final 4 di Coppa Italia: due partite nel giro di 24 ore, almeno una delle quali da affrontare con il favore dei pronostici e con il sogno di mettere in bacheca il primo trofeo della giovane storia della società ragusana. La seconda, invece, è più complessa ed è la postseason. No-nostante il campionato italiano non possa reggere confronti con l’NBA, dove pronosticare la squadra che conquisterà l’anello è assai complicato visto il perenne equilibrio domi-nante, anche i playoff del basket in rosa nostrano possono riservare grandi sorprese. Alcune si sono viste già l’anno scorso con le sconfitte in gara 1 di semifinale di Schio e Ra-gusa e con il fattore campo ribaltato dalla Passalacqua in gara 3 di finale scudetto. Tutto questo non può che far bene alla serie A1 e al movimento perché l’equilibrio e l’incertezza garantiscono spettacolo e passione.

Nicolò Dalle Molle

Vince e convince la Passalacqua. Ancora imbattuta in campionato, dopo aver conquistato il titolo onorifico di Campione d’inverno, le vice campionesse d’Italia vogliono mettere in bacheca il primo trofeo della loro storia. Le Final 4 di Coppa Italia diventano così un obiettivo imperidibile per la Virtus Eirene Ragusa.

Non so veramente da dove cominciare, è la mia prima Final Four di Coppa Italia da quando sono arrivata in Italia, e da quando sono arri-vata qui ho sempre voluto giocarla, non posso dunque nascondere la mia emozione. Dopo 7 anni e tanto duro lavoro sto per coronare

uno dei miei sogni sportivi: so che i nostri tifosi si aspettano molto da noi e spero di arrivare quindi al massimo insieme a tutta la squadra e dare questa gioa a tutte le persone che ci seguono e ci danno il loro sostegno ogni weekend.

In tutti questi mesi ho sempre sentito il calore dei tifosi, penso Ragusa sia una delle piazze più calde di tutto il basket femminile e ho già saputo che molti hanno acquistato il biglietto per seguirci in trasferta e vivere la due giorni di Perugia. In città si parla molto di questo imminente even-to che l’anno scorso venne organizzato proprio in Sicilia, non posso che prendere quindi ancora più consapevolezza dell’importanza di questa Coppa e posso assicurare che daremo il 120% perchè vogliamo tutti portare a Ragusa un bel risultato.

A cura dell’ufficio stampaPassalacqua Ragusa

L’EMOZIONE DI GONZALEZ

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CACCIA AI RECORDLe campionesse in carica si presenteranno a Perugia con i favori del pronostico nonostante quest’anno stiano riscontrando maggiori difficoltà rispetto alla scorsa stagione. Le Final 4 saranno l’occasione giusta per dimostrare di essere ancora le più forti o, dopo tre vittorie consecutive, le scledensi saranno costrette ad abdicare?

Con 8 Coppe Italia in bacheca il Famila Schio è la società che, nella breve storia di questa manife-stazione (si disputa “solo” dal 1993), si è aggiu-dicata più volte il trofeo. Pensate che la gloriosa Pool Comense ne vinse solo 5 nonostante nello stesso periodo di tempo si cucisse al petto ben 9

scudetti. In totale sono 13 le apparizioni in finale di Coppa Italia per la società scledense che, quindi, dimostra di avere da sempre un certo feeling con questa competizione.

Le insidie delle Final 4Nonostante Ragusa sia la regina incontrastata del cam-pionato probabilmente sarà Schio a godere dei favori dei pronostici in queste Final 4. A differenza della regular se-ason e molto più similmente ai playoff, infatti, giocare due partite in poco più di 24 ore richiede sicuramente talento e grinta, ma anche grande esperienza nel dosare le forze. Non dimentichiamo poi che anche l’emozione può giocare pesanti tiri mancini. Rimane, infatti, ancora inviolato il tabù secondo il quale la società che organizza la manifestazione non riesce poi a vincerla. Perché giocare davanti ai propri ti-fosi può sicuramente rappresentare un vantaggio ma in una gara secca può anche diventare un fattore di tensione. E’ vero anche che, almeno negli ultimi 4 anni, ha sempre vinto la squadra più forte (la stessa che poi avrebbe conquistato anche lo scudetto a fine stagione). Insomma, l’incertezza regna sovrana.

La profondità del rosterSchio è reduce da una prima parte di stagione piuttosto deludente. L’infortunio di Ogwumike pesa più del previsto sulle campionesse d’Italia che, l’anno scorso, pur giocando senza un pivot di ruolo e con Anderson infortunata, otten-nero risultati strabilianti. In questa prima metà di stagione, invece, le cose non sembrano procedere per il verso giusto. Certamente, alla società preme sottolineare che è in corso un improrogabile ricambio generazionale che necessita di tempo per produrre gli effetti desiderati. Il Famila si sta tu-telando in previsione degli inevitabili futuri addii a Chicca Macchi e Raffaella Masciadri che devono fare i conti con l’età che avanza nonostante le due campionesse si dimostri-no puntualmente evergreen sul campo. I primi inserimenti sono stati, quindi, quelli di Giulia Gatti e Cecilia Zandalasini. Se la prima ha pagato alcune volte la mancanza di esperienza, soprattutto in campo internaziona-le, la seconda, invece, ha dimostrato di trovarsi sempre a proprio agio indossando la camiseta orange e di non patire il balzo dalla serie A2 all’Eurolega. Al loro fianco un’altra az-zurra sta crescendo costantemente in questa prima parte di stagione e risponde al nome di Laura Spreafico: la guardia di Erba si è guadagnata la fiducia di Miguel Mendéz e ha fornito con maggiore costanza il proprio prezioso contribu-to alle compagne. La giocatrice italiana che, però, è finora maggiormente migliorata è sicuramente Giorgia Sottana: il play di Treviso ha acquisito grande maturità caricandosi

più volte la squadra sulle spalle per condurla alla vittoria. Sicuramente il numero 6 azzurro è uno dei valori aggiunti del Famila. Ultima della folta schiera di italiane è Kathrin Ress: più incostante rispetto allo scorso anno, la lunga az-zurra paga l’alto minutaggio dovuto alla perdita di Ogwu-mike. Sicuramente il reparto lunghe è quello in cui Schio ha maggiormente sofferto finora anche perché Sliskovic spora-dicamente è riuscita a non far rimpiangere ai tifosi scledensi la partenza di Elodie Godin. Nel vasto pacchetto esterne, invece, la straniera che maggiormente sta facendo la diffe-renza è Jolene Anderson: la guardia americana ha recupe-rato completamente dall’infortunio al ginocchio patito nella scorsa preseason e sta mostrando tutte le proprie qualità al pubblico. Kata Honti, invece, sembra fare tanta fatica nel replicare la straordinaria stagione scorsa nella quale si ri-velò fondamentale nella serie di finale scudetto per Schio. Ultima arrivata in casa Famila è Isabelle Yacoubou: il ritorno della stella francese, amata alla follia dai propri tifosi, non sarà di certo la panacea di tutti i problemi ma potrà sicura-mente dare una svolta importante alla stagione orange. A cominciare proprio dalla conquista della Coppa Italia. Insomma, nonostante il ridimensionamento del budget e il ringiovanimento della rosa, a Schio non vogliono perdere l’abitudine a vincere e a depositare nella già ricca bacheca altri numerosi trofei.

N.D.M.

Se non segna, fa segnare. Non fa i seflie come Totti ma è lei la “Pupona” del basket italiano. Chicca Macchi from Varese, orange dal 2007, 358 par-tite giocate in A1 condite da 5.304 punti e 589 assist. Quando non va in doppia cifra, piazza assist come le 8 palle-punto regalate nell’ultimo

turno di campionato contro Lucca. In generale: tanta classe, esperienza a sacchi, ironia (spesso autoironia, virtù rara) straripante.

Coppa Italia a Perugia: che ne pensi?

Non voglio tirarla a nessuno (ride ndr), ma quando ce l’han-no detto, a me e alle altre 2 reduci del 2011 (Masciadri e Yacoubou, ndr) si sono illuminati gli occhi. La scaramanzia è scaramanzia ma il dato ha una costanza innegabile. Certo, giocarla a Schio sarebbe stata una bella cosa per i nostri tifosi e il presidente, ma siamo contenti di andare a Perugia.

Che ne dici delle altre tre partecipanti? Sei sor-presa?

Non credo ci fossero grandi dubbi sulla partecipazione no-stra e di Ragusa. Umbertide ormai è una squadra che ha una tradizione conquistata sul campo e quindi non sono

sorpresa nemmeno di questa presenza. Per quanto riguar-da San Martino, devo dire che appena visto il team al tor-neo di Vigarano in pre season, io ho subito detto che era squadra forte e che avrebbe fatto bene. E’ cresciuta molto, può crescere ancora, hanno ambizioni come testimonia l’ar-rivo di Putnina. Mi aspetto una bella Final Four.

Cosa ricordi dell’edizione di Perugia 2011?

Sandro in panchina in primis. E poi la nostra squadra che era una “signora” squadra con individualità di assoluto spessore come McCarville, Yacoubou e Cohen. Ecco, un altro bel ricordo che ho è il titolo di MVP a Liron. Una cosa che ancora oggi mi fa piacere ricordare soprattuto adesso che si è ritirata. Le si leggeva in volto la felicità per quel ri-conoscimento.

Sei scudetti, cinque Coppa Italia, cinque Supercoppa in bacheca e un pensiero per gli altri che non manca mai: è Chicca “Pupona” Macchi.

A cura dell’ufficio stampaFamila Wuber Schio

CHICCA “PUPONA” MACCHI: “FELICI DI ANDARE A PERUGIA”

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La Final Four di Coppa Italia rappresenta da sempre per Acqua&Sapone Umbertide uno dei massimi obiettivi stagionali, non ha caso anche quest’estate in sede di presentazione dell’annata il presidente Paolo Betti aveva sottolineato come la sua prima ambizione fosse proprio quella di confermarsi per il

quinto anno consecutivo tra le partecipanti all’appuntamen-to cui è ammessa solo l’élite del basket femminile italiano. “È come aver vinto lo scudetto della prima fase di stagione – afferma oggi il presidente – Per noi è un onore, abbia-mo anche presentato la candidatura per l’organizzazione (intervista realizzata prima dell’assegnazione della sede delle Final 4 n.d.r.) e speriamo che sia accettata per poter ripetere un evento come quello di quattro anni fa che riuscì molto bene”.“Per una cittadina di 15000 abitanti come Umbertide – af-ferma coach Serventi – rimanere tra le prime 4 d’Italia per 5 anni di fila è un vero e proprio record. È sempre una grande emozione raggiungere un traguardo del genere, ottenere l’invito al gran ballo delle prime della classe è un onore e allo stesso tempo un piacere. Sono particolarmente sod-disfatto e dedico il risultato alle mie giocatrici, alla società, ai tifosi e agli sponsor”. Il lavoro come sempre ineccepibile del coach reggiano anche quest’anno è stato fondamentale per raggiungere quest’obiettivo, che a inizio stagione appa-riva tutt’altro che semplice e scontato, visto che la squadra si presentava al via rinnovata al 70% e con molte giocatrici reduci da lunghi stop per gravi problemi fisici, con tutte le incognite che situazioni del genere comportano. L’assunto si era ancor più complicato dopo l’infortunio che ha privato

la formazione praticamente fin da subito di Ilaria Milazzo e soprattutto dopo lo 0-3 nelle prime tre partite casalinghe contro Venezia, San Martino e Ragusa. Invece, nonostante la strada sia stata irta e tortuosa, alla fine il traguardo è stato raggiunto, grazie alle belle imprese di Napoli e Cagliari e al finale su note elevate, con cinque vittorie in sei partite per chiudere l’andata e soprattutto lo storico trionfo contro Schio, che per l’ambiente ha rappresentato il coronamento di un vero e proprio sogno.“Il nostro obiettivo era qualificarci, ce l’abbiamo fatta e an-che bene – commenta Giulia Pegoraro – perché il gruppo è unito, sta lavorando bene e sta funzionando tutto. Abbiamo ancora molti alti e bassi, dobbiamo ancora crescere, però vincere aiuta a vincere e ottenere questi successi arrivando alla FInal Four è ancora più bello”.La tifoseria è già in fibrillazione in vista dell’evento del 21-22 febbraio. Emozionati e felici per tornare a calcare di nuovo un palcoscenico tanto prestigioso, negli ultimi giorni hanno sostenuto a gran voce la candidatura di Umbertide per or-ganizzare a Perugia la Final Four aprendo un’apposita pagi-na Facebook che ha già raggiunto i 278 likes. Inoltre, hanno preparato una speciale maglietta, in stampa proprio adesso e che è già possibile prenotare, dedicata al condottiero uni-co di Umbertide nella sua straordinaria cavalcata in serie A1 che ormai dura da sette stagioni. #lollodipendenti il motto che campeggia nella T-shirt preparata dal Gruppo ‘Ndiamo, che assieme ai Supporter Fratta ogni domenica non fa mai mancare il proprio appoggio alle ragazze, non tirandosi in-dietro neppure di fronte alle trasferte meno agevoli. Non mancheranno quindi di sicuro neppure fra quaranta giorni,

quando aiuteranno creando la giusta cornice le giocatrici sul parquet a dar vita al più grande spettacolo annuale del basket femminile in Italia.

a cura dell’ufficio stampaAcqua & Sapone Umbertide

UNA CITTÀ IN FIBRILLAZIONE

UMBERTIDE PER SFATARE IL TABÙQuinta Final 4 consecutiva per l’Acqua & Sapone Umbertide che ha ottenuto anche la soddisfazione di organizzare la mani-festazione che renderà Perugia e l’Umbria capitali del basket in rosa nazionale.

Che sia questa la volta giusta? E’ quello che si chiedono, con ogni probabilità, i tifosi umbri la cui squadra si è qualificata per la quinta volta consecutiva alle Final 4 di Coppa Italia. I risultati ottenuti fin qui dalla truppa di coach Serventi fanno ben sperare. Non tanto per il terzo posto

in classifica, non solo almeno. Quanto più, forse, per la sto-rica vittoria ottenuta in casa all’undicesima giornata contro lo Schio. Quel Famila che era la bestia nera delle umbre e che Consolini e compagne affronteranno per l’ennesima volta in semifinale di Coppa Italia. Il primo tabù è stato quindi sfatato ma ne resta un altro alla società di Paolo Betti, il più grande forse: vincere la Coppa Italia davanti al pubblico amico. Mai nessuna squadra è riuscita a centrare questo obiettivo finora. Che sia questa la volta giusta?Prima di preoccuparsi di ciò, però, nella cittadina umbra si pensa a festeggiare l’assegnazione dell’organizzazione delle Final 4. L’ufficialità è arrivata sabato 10 gennaio per la gioia dei tifosi. Si giocherà, come nel 2011, al Palaevangelisti di Perugia, impianto di grande capienza attrezzato per il cam-pionato di Superlega di volley maschile. Nel 2011 vinse il

Famila di Masciadri, Macchi e Yacoubou superando in fina-le proprio la squadra di casa nella quale militava già Chiara Consolini.Rispetto a quell’edizione, però, quella di quest’anno sem-bra preannunciarsi più equilibrata con 4 squadre di alto livello in grado di farsi lo scalpo l’un l’altra. Umbertide può contare su un trio di straniere che garantisce una media di 43 punti a partita sui 70 totali di squadra. Alle tre fuoriclasse Robbins, Swords e Gemelos si affianca un gruppo di italiane piuttosto giovane ma di grande valore. In cabina di regia le redini sono affidate a Caterina Dotto e Giulia Pegoraro, arrivata quest’estate da San Martino di Lupari, che devono essere utilizzate più del previsto a causa dell’infortunio che ha messo fuori causa il playmaker della nazionale U20 Ilaria Milazzo. Oltre a Jacki Gemelos, l’altro punto di forza sulle esterne è l’azzurra Chiara Consolini, capitano della squadra e inesauribile fonte di energia e grinta per le compagne. Accanto a loro le giovani Ortolani e Cabrini, rispettivamente classe 1997 e 1996. Roster mediamente molto alto quello umbro tanto che nel ruolo di ala troviamo due giocatrici oltre i 180 cm come Serena Bona, proveniente da Lucca, e

Lavinia Santucci. Reparto lunghe, quindi, molto profondo e completato dalle già citate Robbins, anche lei l’anno scorso alla Gesam Gas, e Swords a cui si affianca un’altra giova-nissima, Chiara Villarini classe 1996. Artefice principale dei successi dell’Acqua & Sapone e idolo indiscusso della tifo-seria umbra il tecnico reggiano Lorenzo “Lollo” Serventi che è riuscito a regalare a Umbertide, come già detto, la quinta partecipazione consecutiva alle Final 4 di Coppa Italia.Nel weekend del 21-22 febbraio, quindi, Perugia e l’Umbria torneranno a essere il centro del basket in rosa naziona-le ospitando l’evento che assegnerà il primo trofeo della stagione. L’Acqua & Sapone vorrà, sicuramente, provare a regalare ai propri tifosi la gioia più grande con capitan Consolini che sogna di alzare al cielo la Coppa Italia e de-positarla poi nella bacheca della sede della società di Paolo Betti. Il conto alla rovescia è partito e, oltre a organizzarsi per ospitare i tifosi provenienti da tutta Italia e regalare loro un’esperienza indimenticabile, anche Umbertide si sta preparando per presentarsi al meglio alla manifestazione di fine febbraio.

N.D.M.

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IL SOGNO DELLE FINAL 4 CONTINUA

L’anno scorso si presentava un po’ come la Cene-rentola del campionato. Ma, come nella fiaba popolare resa famosa dalla Disney, così anche le lupe di San Martino hanno trasformato la loro recente storia in una meravigliosa favola.Dopo avere affrontato un finale di stagione

complicato con la qualificazione ai playoff mancata per un soffio e la spaccatura tra squadra e allenatore, la dirigenza padovana ha saputo gestire al meglio la situazione delica-ta che si era venuta a creare. Gli alti gradi della Fila hanno riposto piena fiducia nell’allenatore Abignente e gli hanno dato la possibilità di costruire un roster che rispondesse al suo modo di interpretare il basket.

Il cammino fin quiIl debutto è stato, a dirla tutta, un po’ traumatico. Perdere all’ultimo secondo contro La Spezia nella gara di chiusura dell’Opening Day davanti al proprio pubblico poteva cau-sare già qualche malumore. Invece le lupe hanno saputo fare branco e con tenacia e grandi sacrifici hanno affrontato le successive gare come se nulla fosse accaduto. E così è arrivata la grande gioia della vittoria nel derby con la Reyer al Taliercio, il dirompente successo in casa con Napoli e poi la sconfitta, ancora di misura, in casa del CUS Cagliari in uno dei migliori momenti di forma delle isolane. Una sconfitta tutto sommato accettabile visto che la squadra di coach Re-

stivo stava mettendo in mostra un basket frizzante, diverten-te ed efficace. Anche questa caduta, però, non ha in alcun modo demoralizzato le giallonere che, anzi, la settimana successiva hanno fatto il colpaccio in Umbria, espugnando il Palamorandi e lasciando Umbertide a bocca asciutta. La striscia positiva è durata per 4 gare con le vittorie su Or-vieto, Trieste e Lucca salvo poi arrestarsi malamente con la sconfitta casalinga patita per mano della corazzata Passalac-qua Ragusa, attualmente prima forza del campionato, e lo scivolone sul campo della Techmania Battipaglia. Sconfitte che potevano pregiudicare quanto di buono fatto fino a quel momento dalla squadra di coach Abignente che, dopo aver agevolmente archiviato la pratica Vigarano, si è recata a Schio per cercare di espugnare il fortino del Palacampa-gnola, attualmente inviolato in regular season da quasi tre anni. Un derby spumeggiante e ricco di emozioni che ha visto, però, il Famila prevalere proprio nel finale dopo aver rincorso per larghi tratti di gara. Si è giunti così all’ultima giornata di campionato con San Martino costretto a vincere al Palalupe contro il Lavezzini Parma. Le giallonere hanno patito la pressione sulle loro spalle e i primi minuti di gara si sono trovate a rincorrere le ospiti. Poi, però, è emersa la maturità di una squadra sempre più affiatata e San Martino ha conquistato la vittoria che aveva un solo significato: qualificazione alle Final 4 di Coppa Italia.

La forza del collettivoUn traguardo storico per il piccolo centro del padovano che risulta essere ad oggi la quarta squadra più forte della serie A1. Un roster costruito su due stelle straniere, Bailey e Pye, e su giocatrici in cerca, se non di riscatto, quantomeno di affermazione, su tutte Filippi e Favento. L’esperienza della veterana Gianolla in cabina di regia, affiancata alla spre-giudicatezza di Tonello e Amabiglia, aggiunta alla grinta del capitano Sbrissa, hanno creato l’amalgama vincente. Un pensiero a parte lo vorrei esprimere su Valentina Fabbri, grande scommessa non solo di San Martino, ma anche di Schio. Valentina, nota ai più, purtroppo, per le tristi vicende che l’hanno vista coinvolta con Priolo, ha colto nel migliore dei modi la grande occasione che il Famila prima, e il Fila poi le hanno concesso per rimettersi in gioco. Valentina è il migliore esempio, per me che ho avuto il piacere di co-noscerla, di come la dedizione, l’impegno, il desiderio di riscatto ma soprattutto l’amore per questo meraviglioso sport, permettano di aprire ogni porta. E la storia è solo all’i-nizio. Abbiamo già compiuto il giro di boa di questa stagione e, con una Putnina in più, chissà quali sorprese attendono le lupe in questo 2015.

N.D.M.

È senza dubbio la squadra rivelazione del campionato. Una formazione che fa del collettivo il proprio punto di forza e che, al secondo anno di presenza nella massima serie, è già la quarta squadra più forte della serie A1. Le lupe partono ora alla caccia del primo trofeo della loro storia.

Al ballo delle final four, il Fila San Martino si presenterà con il ruolo di Cenerentola. Si è qualificata a sorpresa, al termine di un’emozio-nante duello con le cugine della Reyer, ma alla formazione di coach Abignente va riconosciuto fra tutti il merito di averci creduto fino in fondo,

domenica dopo domenica. «Ho pensato per la prima volta che potevamo davvero farcela dopo la vittoria di Lucca - rac-conta il capitano Mary Sbrissa - Era la terza affermazione esterna di grande valore dopo quelle di Venezia e Umberti-de. Però poi il cammino è sempre difficile e ricco di insidie, la classifica è corta, perciò fino all’ultima gara era davvero impossibile fare previsioni. Questo quarto posto ha stupito un po’ tutti, ma ci ha resi veramente felicissimi».Per le Lupe è la seconda presenza a una final four dopo quella di A2 raggiunta nel 2012. E così come il coach, an-che allora Sbrissa era tra i protagonisti: «Anche in quel caso era stata una grandissima soddisfazione, si tratta di due situazioni per certi versi molto simili. Tuttavia all’epoca la qualificazione alle final four era un obiettivo sin da inizio stagione, mentre quest’anno siamo partite per ottenere principalmente la salvezza, e questo forse ha reso ancora più bello questo risultato. Sarà un’esperienza stupenda per ognuna di noi, per quasi tutte sarà la prima apparizione alla Coppa Italia di A1, per cui è una soddisfazione unica».Anche quest’anno, proprio come nel 2012, l’avversaria in

semifinale sarà Ragusa: «Mi ricordo che in quell’occasione eravamo molto tese, ma abbiamo giocato comunque una bella partita, nonostante la sconfitta - continua Sbrissa - Ragusa è un po’ una bestia nera per noi, ma affronteremo l’impegno con il desiderio e la convinzione di poter fare meglio rispetto alla gara di stagione regolare (persa 96-52, ndr). Quella è stata la prestazione più incolore della nostra stagione, l’unica partita in cui non abbiamo mai dato l’idea di poter vincere. Ragusa è fortissima ma cercheremo di metterla in difficoltà, dopotutto si parte sempre dallo 0-0».Quella che sta vivendo San Martino è una vera favola? «Ci penso spesso, ricordo in maniera vivida il mio esordio in serie C a 15 anni, così come le varie promozioni nel corso delle stagioni, e mi rendo conto dell’eccezionalità del nostro caso. Vedo che in Italia purtroppo ci sono tante situazioni complicate, con società in crisi o costrette a chiudere. Qui a San Martino si sta bene, quest’anno riusciamo addirittura a tenere testa a compagini che hanno una grandissima tradi-zione. Anche le mie compagne raccontano sempre quanto si trovano bene qui, significa che la società e lo staff tecnico sono bravi a metterci nelle migliori condizioni possibili. E anno dopo anno, l’obiettivo rimane sempre quello: crescere e migliorarsi».

A cura dell’ufficio stampa FILA San Martino di Lupari

LA SODDISFAZIONE DEL CAPITANO

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CREDITSEDIZIONE A CURA DI

Nicolò Dalle Molle

COORDINAMENTO E GRAFICAStudio375

HANNO COLLABORATOAlessandro Minestrini

Enrico VitoloFrancesca Maria Scarponi

Gianfranco GalantiMatteo RomanelliMichele FarinaccioRiccardo Andretta

FOTO DI COPERTINABenedetto Battipede