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Le esperienze dei cluster industriali hi-tech Spunti di riflessione per il Trentino Prof. Fausto Giunchiglia

Le esperienze dei cluster industriali hi-tech Spunti di riflessione per il Trentino Prof. Fausto Giunchiglia

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Page 1: Le esperienze dei cluster industriali hi-tech Spunti di riflessione per il Trentino Prof. Fausto Giunchiglia

Le esperienze dei cluster industriali hi-tech

Spunti di riflessione per il Trentino

Prof. Fausto Giunchiglia

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Struttura presentazione

Hi-tech cluster: gli abilitatori fondamentali Analisi di alcuni distretti hi-tech:

– Casi di studio:• Silicon Valley• Israel’s Silicon Wadi• Cambridge Cluster• Taiwan’s Hsinchu cluster

– Parametri utilizzati:• Dati sintetici• Cenni storici• Università• Aziende e VC• Pubblico• Lezioni

Fattori per la crescita di un distretto• Tabella riassuntiva

Trentino:– Università– Pubblico– Conclusioni e open issues

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Hi-tech cluster: gli abilitatori fondamentali

Hi-tech Cluster

Università: ricerca ed alta formazione

Pubblico: committenza, finanziamento,

deregolamentazione, strategia

Azienda: management, competenza di business,

capitali privati

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Silicon Valley: dati sintetici

Composizione: sistema industriale frammentato e specializzato; coesistenza di grandi e piccole aziende; le aziende più grandi sono fonte di start-up

Estensione: un raggio di 60 Km

Popolazione: 1.600.000 abitanti nell’area della SV; in USA, 82 tra scienziati, ingegneri e tecnici della R&S per 10.000 unità di forza lavoro; in SV, 29.3% lavoratori hi-tech sul totale forza lavoro

Aree di sviluppo: semiconduttori, elettronica, PC, ICT

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Silicon Valley: cenni storici

anni ’30-’50: finanziamenti dal governo a università e imprese hi-tech per ricerche nella Difesa; fondazione dello Stanford Research Institute; nascono le prime start-up e i primi imprenditori tecnologici (HP, Shockley-Transistor)

1957/58: nascono Fairchild Semiconductor e Intel

anni ’60: nascono le prime aziende hi-tech (Intel e 40 aziende di semiconduttori); iniziano a trasferirsi talenti e aziende hi-tech (Eastman Kodak, IBM, ITT, GE, Westinghouse); nascono i primi VC

anni ’70-’80: VC privati (oltre 150) sostituiscono il governo e finanziano la maggioranza delle start-up; le grandi aziende generano nuove start-up (tra cui Apple, Silicon Graphics, Sun Microsystems e Cisco); oltre 100.000 addetti hi-tech nella regione; si sviluppa l’infrastruttura di supporto (reti, aziende, VC,…)

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Silicon Valley: università

Il contributo della Stanford University fu necessario; Stanford ha orientato la formazione verso le esigenze espresse dal mercato. In particolare:

– ha fornito ai ricercatori importanti supporti finanziari, utilizzando gran parte dei fondi

federali messi a disposizione dal Governo per la ricerca nella Difesa

– ha fornito alle aziende capitale intellettuale altamente specializzato (Stanford avvia progetti di ricerca avanzata nel campo dell’elettronica e dei semiconduttori; nel 1960 crea Dipartimenti di Scienze dei Materiali e Ingegneria chimica che diventano il centro della ricerca per i semiconduttori)

– ha favorito la comunicazione tra aziende e mondo accademico (Stanford crea Honors Cooperative Program, corsi di formazione continua per ingegneri già occupati nelle aziende della Silicon Valley)

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Silicon Valley: aziende e VC

La spinta iniziale alla nascita di aziende fu data dal settore militare (i primi lavori commissionati alla Fairchild furono da parte del settore pubblico per la ricerca militare)

Le aziende grandi sono fonte di start up (da Intel e Fairchild sono nate 80 aziende di semiconduttori; il 70% di fondatori di società a rapida crescita provengono da società già affermate)

La maggioranza delle start up sono finanziate da Venture Capital (i fondi raccolti in USA grazie a VC sono 48 miliardi di $, di cui 20 di Silicon Valley,che hanno un’incidenza sul PIL USA del 0.5%)

La ricerca delle aziende è più mirata alla sperimentazione e all’ “hands-on engineering” che agli aspetti teorici (ricerca applicata per lo sviluppo di semiconduttori)

Caratteristica peculiare è stata quella di imparare a gestire la scienza e le scoperte scientifiche per scopi commerciali (attraverso l’esperienza Fairchild si crea una classe di “technology managers” capaci di coniugare le esigenze della scienza con quelle di profitto)

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Silicon Valley: pubblico

L’intervento del Governo fu significativo in molte decisioni di investimento e di successi commerciali.In particolare, lo Stato fu:

– finanziatore della ricerca: fece fluire verso l’industria molti finanziamenti per la R&S (incentivi governativi per la ricerca nell’ambito della Difesa; nel 1999, 34.5 miliardi di $ fu il budget del Governo per la R&S)

– committente: attraverso commesse militari ad aziende hi-tech (es. miniaturizzare i circuiti elettronici per scopi militari)

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Silicon Valley: lezioni

Lo sviluppo della tecnologia attraverso grandi aziende ha consentito la formazione di una classe di manager della scienza (“Technology Manager”) e lo sviluppo della capacità di trasformare la scienza in business

Ingenti finanziamenti iniziali da parte del settore pubblico (per ricerche nella Difesa: in California nel 1998 29 miliardi di $ di investimento nella Difesa con un’incidenza dell’11.0% sul PIL) che ha agito come cliente e promotore di ricerca (non sui costi delle aziende ne creando barriere)

Ampio spazio alla formazione di talenti tecnologici (Stanford University, Stanford Reseach Institute)

Fu importante per SV aver puntato, grazie al committente militare, su un settore commercialmente strategico negli anni a venire (semi conduttori) creando i presupposti per un forte vantaggio competitivo

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numero aziende: nel 2000, 4000 aziende hi-tech e un tasso di nascita delle start-up pari a 500 ogni anno

composizione: coesistenza di grandi e piccole aziende (situazione simile a SV)

estensione: un raggio di 90 Km

popolazione: nel 1997, su 10.000 occupati il 28% ha una laurea, l’ 1.35% della popolazione è costituita da ingegneri e scienziati (tale % è maggiore di quella di tutte le altre nazioni OECD)

aree di sviluppo: ICT, data comunications, hardware design, internet techologies, medical e bio-technology, agricoltural e materials technology e military technology.

Israel’s Silicon Wadi: dati sintetici

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1961/1962: nascono ECI Telecom e Elron Eletronics (Elron in SW è paragonabile a Fairchild in SV)

fine anni ’60 (1967): embargo dell’esercito francese con l’inizio della guerra nel Medio Oriente; Israele investe nell’industria militare locale

anni ’70: parte dell’industria tecnologica militare comincia ad utilizzare il know-how militare anche per applicazioni civili; la ricerca comincia ad esplorare un nuovo campo tecnologico: il PC; Israele diventa una tra le prime nazioni a competere nel mercato globale del software

anni ’80: aziende software israeliane riescono a conquistare nicchie di mercato internazionale non ancora scoperte da aziende americane; dal 1984 al 1991, le esportazioni nell’ambito dei software aumentarono da 5 milioni a 110 milioni di $; primi investimenti dei VC

anni ’90: l’industria ICT di Israele raggiunge l’apice del successo (esportazioni ICT passano da 2424 milioni di $ del 1990 a 14993 milioni di $ nel 2000);Israele diventa la principale destinazione dei finanziamenti delle Venture Capital americane (nel 1999, i fondi raccolti in Israele tramite VC sono pari a 1.469 milioni di $)

Israel’s Silicon Wadi: cenni storici

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Israel’s Silicon Wadi: università

l’equivalente di Stanford in Israele è Talpiot, la scuola delle Forze Armate che seleziona il 5% dei diplomati con i migliori risultati scolastici e che permette loro di conseguire una laurea di primissimo livello in matematica, fisica e ingegneria, studiando con i più autorevoli scienziati del paese.

Talpiot si fa anche carico dell’inserimento dei laureati in speciali unità dell’esercito (intelligence, marina,..); intorno ai trent’anni, questi talenti lasciano le Forze Armate e diventano imprenditori tecnologici (atteggiamento non protettivo)

un grande contributo alla formazione è stato fornito anche dall’Istituto di Tecnologia di Israele che per molti anni ha creato un’elite di scienziati ed ingegneri

Silicon Wadi attrae un numero elevato di profughi russi altamente qualificati, che lo Stato, attraverso progetti significativi dal punto di vista sociale, ha poi inserito nel mercato del lavoro del distretto (secondo alcune stime, il 20% del milione di russi immigrati in Israele nell’ultimo decennio possiede un diploma di istruzione superiore, in gran parte di tipo scientifico)

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Israel’s Silicon Wadi: aziende

preponderanza di aziende software e di telecomunicazioni (nel 1999, occupavano rispettivamente il 39% e il 21% delle aziende facenti parte del distretto)

molte aziende israeliane creano divisioni di R&S in USA (Silicon Valley)

molte aziende americane spostano divisioni di R&S in Israele: questo spostamento risulta vantaggioso in termini di qualità del capitale umano, incentivi governativi, bassi costi di manodopera (Motorola fu una delle prime a creare una unità di ricerca in Israele con 2000 ingegneri impiegati; IBM’s Haifa Research Lab è il più grande laboratorio di ricerca dell’IBM all’estero)

numerosi finanziamenti da parte di grandi aziende americane (negli ultimi anni, Intel ha investito 25 milioni di $ in 10 società hi-tech israeliane, 40 milioni di $ per finanziamenti industriali e al giorno d’oggi contribuisce per più di un miliardo di dollari di esportazioni alla bilancia commerciale israeliana)

la quotazione al Nasdaq: oggi, Israele ha più aziende hi-tech quotate al Nasdaq dell’intera Europa (nell’Aprile 2001, su 122 aziende israeliane, più della metà sono società hi-tech quotate al Nasdaq); la quotazione al mercato tecnologico è piuttosto vantaggioso per le aziende del distretto in quanto permette un maggiore accesso a clienti, partners e investitori

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Israel’s Silicon Wadi: pubblico

Il Governo Israeliano ha dato un grande contributo, finanziario che di formazione culturale, alla creazione del distretto. In particolare, attraverso:

– politiche di incentivi che favorissero le aziende locali ed agevolassero i finanziamenti da parte di aziende estere (riduzione del 10% delle tasse per le aziende aventi lo status di “Approved Enterprise”, assegnato quasi automaticamente alle aziende hi-tech, per 7 anni dal momento in cui cominciano a fare profitti)

– una liberalizzazione economica tra gli anni ’80 e gli anni ’90, caratterizzata da una riduzione delle tasse doganali e di altre transazioni di costo per fare business in Israele

– investimenti nella Difesa e nella R&S (nel 1999, 9 miliardi di $ con un’incidenza del 9.4% sul PIL nazionale mentre il budget fornito dal governo per la R&S è di 2 miliardi di $ con incidenza del 2.2% sul PIL)

– contributo significativo alla nascita dei primi Venture Capital (es. Yozma, da cui poi si sono generati tutti i principali VC israeliani; lo Stato ha finanziato 800 progetti di ricerca all’interno di incubatori, il 28% dei quali, dopo aver ricevuto un budget statale di 60 milioni di $, ha attirato 320 milioni di $ da finanziatori privati)

– sussidi mirati a multinazionali americane per agevolare la presenza in SW (negli ultimi anni, 600 milioni di $ di sussidi a Intel)

– contributi dal punto di vista della formazione (attraverso le Forze Armate)

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Israel’s Silicon Wadi: lezioni

una politica di governo finalizzata a favorire il distretto (agevolazioni per le aziende, finanziamenti e contributi per la formazione di capitale umano altamente specializzato)

rilevante imprenditorialità e capacità organizzative (derivate dal tipo di formazione impartita attraverso le Forze Armate)

alla base del distretto c’è una società collettivista, abituata a lavorare in team, che dà molta importanza ai valori della fedeltà e della collaborazione

stretta collaborazione tra clusters: SV e SW sono in interdipendenza tra loro grazie ad un vantaggioso scambio tra aziende americane e aziende israeliane (attraverso divisioni R&S e ingenti finanziamenti)

grande importanza assegnata all’istruzione e alla formazione (derivata da motivi storico-culturali: le condizioni degli ebrei all’estero)

formazione e finanziamenti mirati verso un obiettivo specifico in base alle esigenze di un committente particolare (Forze Armate). Indirizzamento degli sforzi tecnologico-strategici su un settore molto promettente (sistemi di comunicazione, wireless, sicurezza), creando i presupposti per un forte vantaggio competitivo

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Cambridge Hi-tech cluster: dati sintetici

numero aziende: nel 1986 il distretto era costituito da circa 300 aziende hi-tech; negli anni ’90 il numero si è triplicato, raggiungendo, a fine ’99, le 959 aziende, con un impiego di circa 31.000 occupati; l’area di Cambridge è caratterizzata dal 60% di tutte le aziende hi-tech del Cambridgeshire County

composizione: sistema industriale costituito da piccole aziende (nell’area di Cambridge, nel 1998, su 353 aziende, il 31.1% impiega un numero di lavoratori che varia da 0 a 5, il 6.8% da 50 a 99 e solo l’1.1% occupa un numero di lavoratori superiore a 500)

popolazione: Cambridgeshire County conta 543.000 abitanti; l’area di Cambridge impiega più del 70% di tutti gli occupati in aziende hi-tech del Cambridge County

aree di sviluppo: biotechology, hardware, elettronic engineering, sofware

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Cambridge Hi-tech cluster: cenni storici

1978: nasce Acorn (paragonabile alla Fairchild della SV), da cui poi derivano più di 30 start-up tra le quali ARM (come da Fairchild derivò Intel)

prima metà anni ’80: le prime aziende nate (Acorn, Sinclair Research, Amstrad, Apricot) falliscono a causa di sbagliate strategie di management (es. Acorn rifiuta numerose richieste di licenza per le sue tecnologie) e per l’incapacità di fronteggiare la competizione con giganti americani quali Apple e IBM

anni ’90: ARM si specializza nel design dei chips, avendo un modesto successo (in un arco di tempo di circa 16 anni, ARM ha prodotto e venduto circa 175000 di unità produttive, occupando 250 persone); imitando il modello di business della ARM, ebbero successo anche altre aziende quali Autonomy, Zeus, Vocalis e Virata

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influenza il trasferimento della conoscenza alle aziende hi-tech dando la possibilità agli accademici di venire impiegati nelle aziende (nel 1998, su 35 fondatori di nuove start-up, 8 provenivano dall’università, 24 da altre aziende, 1 dalla Ricerca e solo 2 erano imprenditori; nel 2000, più del 31% delle innovazioni tecnologiche provengono dall’università)

una continua e consolidata interazione tra università (Cambrdige) e azienda, attraverso progetti di collaborazione nei quali lo staff universitario funge da consulente, consorzi di ricerca, licenze per invenzioni universitarie, corsi di formazione continua (nel 1998, 42 su 50 aziende gode di questa stretta collaborazione tra azienda e università: il 24% attraverso la consulenza, il 10% attraverso consorzi di ricerca, il 14% attraverso il lavoro part-time degli accademici nelle aziende). L’università favorisce l’inserimento dei suoi stessi studenti nelle start-up del distretto (nel 1998, il 46% del personale di ricerca impiegato nelle aziende proviene dall’Università di Cambridge e da altre università inglesi)

Cambridge Hi-tech cluster: università

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Cambridge è un caso di attività imprenditoriale di successo sviluppatasi senza aiuto da parte della politica di governo: comportamento self-organising da parte di numerosi accademici ed imprenditori locali (il 60% delle aziende sono nate per un semplice desiderio di imprenditorialità mentre il 44% incentivate dalle nuove opportunità di mercato)

il distretto è costituito da aziende di piccole dimensioni: questo ha portato a dei vantaggi quali una più efficiente risposta alla domanda del mercato e un continuo scambio di informazioni su nuove tecnologie e metodi, attraverso meeting informali tra dipendenti di aziende diverse ( ogni azienda osserva e impara dalle business practices delle altre)

il mercato locale ha contribuito in minima parte al successo delle aziende del distretto (nel 1995, il 46% delle aziende hi-tech esportavano più del 40% del proprio output mentre il mercato locale assorbiva meno del 10% delle vendite delle stesse aziende); mercato fuori Cambridge e oltremanica

La maggior parte delle più importanti aziende nell’area di Cambridge quali Acorn, Sinclair Research, Cambridge Consultants hanno radici universitarie)

Cambridge Hi-tech cluster: aziende

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il governo nel distretto di Cambridge è del tutto assente: non ha infatti contribuito né alla nascita né alla crescita del cluster (nessun programma di governo che facilitasse o aiutasse le aziende del distretto)

il governo non è stato né investitore, né committente per il distretto di Cambridge

Cambridge Hi-tech cluster: pubblico

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la caratteristica principale del distretto di Cambridge (che lo distingue dagli altri casi di distretto analizzati) è la presenza di tante aziende di piccole dimensioni: il cluster è nato e si è sviluppato come un sistema frammentato in tante piccole unità, fortemente legate tra loro sia dal punto di vista produttivo che informativo (tra aziende c’è un continuo scambio di informazioni)

Cambridge Cluster è uno tra i pochi esemplari di distretto nato e sviluppato senza alcun tipo di contributo da parte del settore pubblico

il distretto di Cambridge non ha ottenuto gli stessi risultati economici della Silicon Valley. I motivi sono:

– nonostante Cambridge County e SV si estendano in un’area geografica piuttosto simile, la

popolazione del Cambridge County è nettamente inferiore rispetto a quella della SV;

– le aziende del distretto non hanno raggiunto le stesse grandi dimensioni di quelle della SV in quanto il cluster si è sviluppato più nel numero delle aziende che nella dimensione delle stesse;

– l’ area di Cambridge non è regione particolarmente specializzata nell’hi-technology (Cambridge ha la stessa percentuale di knowledge-based system dell’intera UK)

Cambridge Hi-tech cluster: lezioni

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numero aziende: circa 10.000

composizione: coesistenza di grandi e piccole aziende (il distretto è costituito prevalentemente da grandi aziende estere che convivono con più piccole aziende locali con le quali hanno un rapporto di collaborazione/competizione)

estensione: circa 50 miglia in una regione che si estende dall’area metropolitana di Tapei all’Hsinchu Science-based Industrial Park a nord-ovest di Taiwan

aree di sviluppo: PC e ICT

Taiwan’s Hsinchu cluster: dati sintetici

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anni ’80: due tipi di imprenditorialità (piccole aziende nate negli anni ’60 e ’70 come succursali di grandi multinazionali americane e nuove start-up emergenti nel campo dell’ ICT grazie a una nuova conoscenza di ricerca finanziata dal governo); National Science Council sponsorizzò la creazione di Hsinchu Science Park allo scopo di attirare investimenti stranieri e di Comunità cinesi oltreoceano per la ricerca; il Ministero della Finanza creò un’industria di Venture Capital per Taiwan con l’obiettivo di accumulare dei fondi per una produzione connessa alla ricerca (in collaborazione con il Science Park) e di promuovere lo sviluppo di un mercato di VC

1989: nasce Macronix Co (fondata da Miin Wu, rimpatriato a Taiwan dopo aver conseguito una laurea in Ingegneria Elettronica alla Stanford University (USA) e aver lavorato per un decennio in grandi aziende di semiconduttori nella Silicon Valley)

anni ’90: le aziende locali cominciano a differenziarsi sulla base dell’innovazione e della qualità piuttosto che per i bassi costi di manodopera (grazie ad un’esperienza learning by doing e ad un massiccio rimpatrio di ingegneri cinesi che dopo aver studiato e lavorato in USA, fondano nuove aziende a Taiwan); l’industria del VC prende quota; la conoscenza tecnica-scientifica e manageriale portata dagli USA diventa basilare per il successo del distretto

Taiwan’s Hsinchu cluster: cenni storici

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la formazione universitaria viene conseguita per la quasi totalità dei casi in USA (gli studenti si spostano per studiare in università straniere e soprattutto americane: il numero dei laureati passò da 10.000 nel 1961 a 200.000 nel 1996, il 40% dei quali in Ingegneria)

in Taiwan vengono creati, grazie a finanziamenti governativi, numerosi centri di ricerca specializzati, dove una volta tornati dagli USA, gli studenti possono approfondire le proprie conoscenze (es. Industrial Technology Research Institute nel 1973)

poiché una delle priorità secondo il governo sia dal punto di vista conoscitivo che strategico-commerciale (in quanto molte grandi aziende di semiconduttori americane avevano stabilito parte della propria catena produttiva in Taiwan), era la ricerca nel campo dei semiconduttori, fu creato l’Electronic Research and Service Organization, un laboratorio specializzato nella ricerca per la produzione e la commercializzazione dei semiconduttori

l’interazione tra aziende e ricerca è molto forte (spesso i laboratori svolgono ricerche per conto delle aziende stesse)

Taiwan’s Hsinchu cluster: università

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sistema industriale è frammentato e specializzato (es. nel campo dell’ IT, c’è una forte disintegrazione verticale nell’industria dei semiconduttori: nel 2000, il numero delle aziende specializzate in semiconduttori è 224, delle quali 115 sono specializzate nell’IC design, 5 nell’IC mask-makers, 6 nella produzione chimica, 20 nell’IC testing plants, 36 nell’IC packaging,…)

il distretto è caratterizzato da una presenza massiccia di VC (nel 1999, a Taiwan vi sono 153 private venture capital che investono $1.08B nei business relativi all’IT; il governo , inoltre, organizza numerose collaborazioni con facoltose banche americane)

all’interno del distretto viene data molta importanza allo scambio di informazioni: c’è una comunità di senior engineers che si incontra regolarmente attraverso convegni e meeting professionali, con un conseguente flusso di informazioni sia da azienda ad azienda che da settore a settore

c’è una stretta collaborazione tra ricerca e aziende (la R&S delle aziende molto spesso viene svolta in laboratori di ricerca al di fuori delle aziende stesse)

Taiwan’s Hsinchu cluster: aziende

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il governo investì in modo sostanziale nell’istruzione, nella specializzazione e nella ricerca (creò centri di ricerca quali l’Industrial Research Institute nel 1973 e successivamente l’Electronics Research and Service Organization; il National Science Council finanziò la creazione dell’Hsinchu Science Park nel 1980)

il governo promosse lo sviluppo di un mercato pubblico di capitali (organizzò collaborazioni con facoltose banche americane per trasferire un “bagaglio” sia finanziario che manageriale in Taiwan)

attuò, inoltre, una politica di governo mirata a facilitare le operazioni di investimento in Taiwan (offrì una riduzione del 20% delle tasse per gli investitori, privati ma anche corporate, nei fondi di VC che erano indirizzati a industrie tecnologiche ad elevato valore strategico)

Taiwan’s Hsinchu cluster: pubblico

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cooperazione e l’interdipendenza con la Silicon Valley sia dal punto di vista della formazione professionale-tecnico-scientifica che per quello finanziario e commerciale (il distretto di Taiwan è nato come distretto complementare alla SV; gli ingegneri cinesi hanno studiato in USA e lavorato nella SV, le aziende americane sono facilitate dal governo stesso di Taiwan ad investire nel distretto e molte aziende americane sono clienti OEM delle aziende del distretto di Taiwan: es. la Mitac produce per HP Compaq)

importante per il distretto è stato anche il grande contributo finanziario e per la ricerca fornito dal governo di Taiwan attraverso una politica mirata alla R&S e allo sviluppo di particolari settori dell’industria

Taiwan’s Hsinchu cluster: lezioni

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RUOLO DEL PUBBLICO

Politiche di governo mirate a favorire le aziende in termini di costi ma anche ad investire nell’istruzione e nella formazione (SV, SW, Taiwan)

La capacità e la possibilità di indirizzare lo sviluppo del distretto su un settore commercialmente strategico negli anni futuri (come finanziatore ma soprattutto come committente), creando così i presupposti per un forte vantaggio competitivo (semiconduttori in Silicon Valley, sistemi di comunicazione in Silicon Wadi, ICT “incrementale” in Taiwan)

RUOLO DELL’UNIVERSITA’

Approfondita formazione universitaria e di ricerca (in tutti i casi analizzati, questa componente è risultata fondamentale: Stanford in SV, Taploit, scuola delle Forze Armate in SW, Cambridge University in Cambridge cluster, formazione USA in Taiwan)

Fattori per la crescita di un distretto

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RUOLO DELLE AZIENDE

Sviluppare capacità imprenditoriali e organizzative (può essere l’elemento trainante nel caso in cui non vi sia alcun tipo di aiuto da parte del governo: Cambridge cluster) o possono essere attinte da settori diversi (si veda il caso Israele e il management militare, o Fairchild in SV, rete di aziende in Taiwan)

Ingenti fondi di finanziamento iniziali che vengono concentrati su un unico obiettivo specifico e vincente (!) (Silicon Valley: industria dei semiconduttori; Silicon Wadi: wireless e sistemi di comunicazione; Taiwan: efficenza di progettazione incrementale nell’ICT)

La presenza di intermediari (VC, consulenti, facilities) che agevolano lo scambio di informazioni tra le aziende del cluster e da queste con entità esterne rendendo variabili molti costi tradizionalmente fissi (ad es. consulenza legale, outsourcing amministrativo)

La presenza di una industria rilevante che in fase iniziale svolge il ruolo di catalizzatore (Fairchild in SV, Elron in SW, Acorn (???) in Cambridge)

Fattori per la crescita di un distretto

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RUOLO DELLA RETE

La cooperazione e l’interdipendenza con distretti già esistenti (Silicon Valley-Silicon Wadi e Silicon Valley-Taiwan, una delle cause del “non decollo” di Cambridge)

La prossimità geografica del mercato di riferimento (la California e gli USA per la Silicon Valley; la mancanza di un mercato locale è lo svantaggio competitivo principale del distretto di Israele)

Un sistema industriale tendenzialmente frammentato e specializzato che riduce le barriere all’entrata e incoraggia la sperimentazione (Silicon Valley, Taiwan) e che d’altra parte vede l’emergere di alcune grandi aziende capaci di aumentare l’effetto moltiplicatore (brand della zona, creazione di una classe di managers, stabilizzazione della domanda)

Fattori per la crescita di un distretto

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Tabella riassuntiva

Silicon Valley Silicon Wadi Cambridge Taiwan

Investimenti iniziali nella ricerca

Settore militare Settore militare e governo

no Governo

Investimenti iniziali nelle aziende

Settore militare Settore militare e governo

No Governo e Aziende USA

Alta Formazione

Domestica Domestica e di importazione

Domestica Di importazione

Capacità imprenditoriali

Scienziati diventano manager, grandi aziende

Management militare e cultura collettivista

Spirito imprenditoriale

Emigrazione di ritorno da USA

Network umano

Ambiente universitario

Commilitoni Ambiente universitario

Comunità cinese USA

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Tabella riassuntiva

Silicon Valley Silicon Wadi Cambridge Taiwan

Presenza grande industria

Molto Abbastanza No Molto, estere

Investimento su settore commerciale strategico

Molto, semiconduttori confluiti nel mercato PC

Molto, sistemi di comunicazione, confluiti nel mercato Internet

Abbastanza, elettronica e ingegneria per mercato ICT

Molto, elettronica e semiconduttori per mercato ICT

Politiche di governo

No Abbattimento barriere entrata, contributi su costi, defiscalizzazione utili, Favorisce creazione mercato capitali

No Favorisce creazione mercato capitali, defiscalizzazione utili

Cooperazione con altri Cluster

Provider di know how con SW e Taiwan

Scambio di R&D con SV

No Come fruitore con SV

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Trentino: Pubblico (visto dall’Universita’)

Finanziamento alla ricerca– ITC-IRST, Istituto S.Michele– Creazione del Fondo Unico– Accordo di programma con l’università– Istituto Italo-Germanico per la ricerca– Accordi con CNR, Fraunhofer,……

Supporto per la formazione e la formazione avanzata– Nuovi corsi di laurea (informatica, TLC, Mecatronica…)– Spinta per la creazione di nuovi diplomi di scuola media superiore (informatica, design,

multimediale)– Apprendistato,…..

Supporto alla creazione di imprenditorialità– BIC e Polo Innovativo– Attrazione di nuove aziende (CRF, VBC Genomics, Fraunhofer,….)– Legge 6 per la nuova imprenditorialità– Creazione (assieme all’università) di una prima rete di VC– Creazione (assieme all’università) di una rete di rapporti con i paesi dell’Europa dell’est

(ICT in particolare)

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Trentino: Pubblico

Tuttavia:

– pubblico ovunque

– in ICT è solo in minima parte mercato della ricerca e delle aziende avanzate– non esiste una correlazione evidente fra creazione di parchi scientifici o BIC e VC

pubblico e la partenza di un distretto hi-tech (es. Singapore)

– il sistema italiano è molto arretrato (Trentino è “mosca bianca”)

– Quale e’ il settore (di mercato e tecnologico) su cui dovremmo puntare?

Page 35: Le esperienze dei cluster industriali hi-tech Spunti di riflessione per il Trentino Prof. Fausto Giunchiglia

Trentino: Università

Alta formazione:

– Inizialmente pochi corsi di laurea nei settori high-tech (fisica, ing. dei materiali, …) con ritardo rispetto ad altre università

– Partiti o in partenza corsi di studio high-tech o comunque molto innovativi: informatica, TLC, Scienze Cognitive Applicate, Mecatronica, Biotecnologie e Bioinformatica, Scienze Internazionali

– Forte enfasi sul dottorato come sorgente di persone formate per creare e gestire l’innovazione e i suoi risultati

– Stiamo cominciando a creare corsi ed esperienze formative per la creazione di competenze utili alla figura di “manager dell’innovazione” (project management, business modeling and planning…)

Page 36: Le esperienze dei cluster industriali hi-tech Spunti di riflessione per il Trentino Prof. Fausto Giunchiglia

Trentino: Università

Ricerca:– Creazione di gruppi di ricerca in tutte le aree dove sono state attivate le nuove iniziative

didattiche e rafforzamento delle aree esistenti

– Enfasi su una ricerca non solo teorica ma applicativa con capacità di acquisire finanziamenti istituzionali (MIUR, EEC) e industrie (creazione di uffici appositi)

– Politica di incentivazioni

– Valutazione della ricerca (e della didattica)

– Rafforzamento delle collaborazioni con IRST e San Michele

– Ricerca di una collaborazione nell’asse Nord-Sud Trento-Bolzano-Innsbruck come mezzo per acquisire massa critica in un’area strategica dell’Europa anche in ottica di creazione di un distretto high-tech

– Internazionalizzazione e nuovi professori di riconosciuta leadership internazionale

– Università Italo-Tedesca

Page 37: Le esperienze dei cluster industriali hi-tech Spunti di riflessione per il Trentino Prof. Fausto Giunchiglia

Trentino: Università

Trasferimento tecnologico:

– Si sconta l’arretratezza del sistema Italia ed in particolare del rapporto Università-impresa che a livello nazionale è basato su un mero rapporto di “fornitura di laureati”

Tuttavia molte iniziative sono state attivate o sono in corso di attivazione:

– Forte rinnovamento organizzativo (contabilità economico patrimoniale)– È stato avviato un ufficio rapporti con le imprese– Stage consigliato e talvolta obbligatorio (economia, informatica, …)– Alumni (creazione di una rete di persone e di competenze - dati da sito web)– Dottorato in informatica e telecomunicazioni molto orientato alle aziende– Ricerca di un rapporto “strutturale” con le aziende che vada oltre gli stage e la

“produzione” di laureati della laurea breve (richiesta al momento maggioritaria)– Codice etico-comportamentale– Creazione di un “braccio armato” per l’utilizzo dei sui IPR– Politica di incentivo alla creazione spin-off– Incubatore e scouting di tecnologie– Definizione in corso di una strategia “di alto profilo” nel settore della formazione

continua (didattica on-line come uno dei mezzi)

Page 38: Le esperienze dei cluster industriali hi-tech Spunti di riflessione per il Trentino Prof. Fausto Giunchiglia

Conclusioni e open issues

Stiamo facendo ora quello che gli altri cluster analizzati hanno fatto 10-20-30 -… anni fa: ponendo le fondamenta sul capitale umano e sulla costruzione di una rete

Il network delle persone sembra essere particolarmente promettente rispetto alle altre realtà italiane

E’ necessario il coinvolgimento dell’operatore privato e il consolidamento di una strategia sul dominio dell’innovazione

Non abbiamo forti legami con altri cluster: è importante fare rete e imparare dalle esperienze degli altri per accelerare i tempi

La massa non è ancora critica: il pubblico ha investito risorse ma il privato deve raccogliere il testimone generando l’effetto moltiplicatore; manca la Fairchild del Trentino

E’necessario sviluppare una classe di manager della scienza e scienziati manager

Deve essere uno sforzo di lungo periodo

Page 39: Le esperienze dei cluster industriali hi-tech Spunti di riflessione per il Trentino Prof. Fausto Giunchiglia

Ed il futuro?

Quale settore di mercato?

Quali tecnologie?

Page 40: Le esperienze dei cluster industriali hi-tech Spunti di riflessione per il Trentino Prof. Fausto Giunchiglia

Lavoratrori high tech sul totale forza lavoro. Anno 2000.

29,3%

11,4% 10,7%

0,0%

5,0%

10,0%

15,0%

20,0%

25,0%

30,0%

35,0%

Silicon Valley Dallas Boston

Media USA 1%

Fonte: Thompson Finacial Datastream.

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Page 41: Le esperienze dei cluster industriali hi-tech Spunti di riflessione per il Trentino Prof. Fausto Giunchiglia

*-Dati 1998 corretti con inlfazione 1999

Fonte: CIA World Factbook, WEFA World Economic Outlook

Investimenti nella difesa (miliardi di USD, 1999)

277

43 40 38 33 29

10 9 85 4

32

11

10

100

1000

USA

Giapp

one

Franc

ia*

UK*

Germ

ania

*

Califo

rnia

*Ind

ia

Israe

le*

Taiw

an

Svezia

*

Singap

ore

Norve

gia*

Finlan

dia*

Irland

a

B$

Investimenti nella difesa: incidenza in % sul PIL

11,0%

9,4%

4,9%

3,2% 2,8% 2,7% 2,5% 2,5% 2,1% 2,1% 2,0%1,5%

0,9% 0,9%

0,0%

2,0%

4,0%

6,0%

8,0%

10,0%

12,0%

Califo

rnia

Israe

le

Singap

ore

USA

Taiw

an UK

Franc

iaInd

ia

Svezia

Norve

gia

Finlan

dia

Germ

ania

Giapp

one

Irland

a

Fonte: CIA World Factbook, WEFA World Economic Outlook

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Page 42: Le esperienze dei cluster industriali hi-tech Spunti di riflessione per il Trentino Prof. Fausto Giunchiglia

Budget R&D dei governi (miliardi USD, 1999)

34,5

18,8

14,3

9,75,5

2 1,5 1,2 0,9 0,20

5

10

15

20

25

30

35

40

USA

Giapp

one

Germ

ania

Franc

ia UK

Israe

le

Svezia

Finlan

dia

Norve

gia

Irland

a

Fonte: OECD, Israel Central Bureau of Statistics (CBS) Budget R&D dei governi (percentuale sul PIL, 1999)

0,0%

0,5%

1,0%

1,5%

2,0%

2,5%

Israe

le

Finlan

dia

Franc

ia

Germ

ania

Svezia

Norve

gia

Giapp

one

UKUSA

Irland

a

Fonte: OECD, Israel Central Bureau of Statistics (CBS)

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Page 43: Le esperienze dei cluster industriali hi-tech Spunti di riflessione per il Trentino Prof. Fausto Giunchiglia

Società internazionali quotate al NASDAQ (numero, Aprile 2001)

0

20

40

60

80

100

120

140

Canad

a

Israe

le UK

Olanda

Franc

ia

Svezia

Irland

a

Germ

ania

Singap

ore

Taiw

anInd

iaIta

lia

Fonte: Thompson Financial Datastream; analisi McKinsey.

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Page 44: Le esperienze dei cluster industriali hi-tech Spunti di riflessione per il Trentino Prof. Fausto Giunchiglia

Incubatori8%

Consorzi di ricerca13%

Altri sussidi statali79%

Politica di Ricerca e Sviluppo in Israele (milioni USD)

3.2502.503

747

0

500

1.000

1.500

2.000

2.500

3.000

3.500

4.000

Sussudi per R&D Lordi1991-2000

Royalties Sussudi per R&D Netti1991-2000

23%

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Page 45: Le esperienze dei cluster industriali hi-tech Spunti di riflessione per il Trentino Prof. Fausto Giunchiglia

Fondi raccolti in Israele da VC* (milioni USD)

49 81204

112 60264

626479

1469

2200

0

500

1000

1500

2000

2500

1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000

*Escluso private equity

Fonte: Israel Venture Association 2000 Yearbook

Composizione investimenti VC (anno 2000)

Computer/Elettronica10%

Tele-comunicazioni

30%

Software/Infrastrutture internet

50%

Biotecnologie/ Apparecchiatur

e medicali10%

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Page 46: Le esperienze dei cluster industriali hi-tech Spunti di riflessione per il Trentino Prof. Fausto Giunchiglia

Numero scienziati, ingengeri e tecnici Ricerca e Sviluppo (per 10.000 unità di forza lavoro)

140

82 7865 59 58 57 57 57

45 42 37 37 32 32 3121 21 21

0

20

40

60

80

100

120

140

160

Israe

le US

Giappo

ne

Olanda

Germ

ania

Svezia

Canad

a

Austra

lia

Svizze

ra

Taiw

an UK

Danim

arca

Corea

del

Sud

Irland

aIta

lia

Singap

ore

Argen

tina

Spagn

a

Egitto

Page 47: Le esperienze dei cluster industriali hi-tech Spunti di riflessione per il Trentino Prof. Fausto Giunchiglia

Paesi con maggiore incidenza di venture capital * (1999, milioni USD)

48.046

2.763 1.830 1.604 1.469797 758

368 320 257147

1

10

100

1.000

10.000

100.000

USA UK

Germ

ania

Franc

ia

Israe

le

Svezia

Taiw

an

Finlan

dia

India

Irland

a

Norve

gia

*Escluso private equity

** Silicon Valley 20,663

Fonte: Israel Venture Association 2000 Yearbook, EVCA

In percentuale del PIL, tutti i paesi oscillano tra lo 0,5 e lo 0,1 tranne Israele con l’1,5%.

**

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Page 48: Le esperienze dei cluster industriali hi-tech Spunti di riflessione per il Trentino Prof. Fausto Giunchiglia

Spese R&D, occupazione, produzione ed esportazione settore ICT (1997)

Fonte: Israel Central Bureau of Statistics 2001

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Page 49: Le esperienze dei cluster industriali hi-tech Spunti di riflessione per il Trentino Prof. Fausto Giunchiglia

Distribuzione delle aziende top 100 in Israele per tipologia (1999)

Distribuzione delle aziende Israeliane quotate a Wall Street per tipologia (2001)

Fonte: Dun and Bradstreet Top 100 Israeli firms by 1999 Sales

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Page 50: Le esperienze dei cluster industriali hi-tech Spunti di riflessione per il Trentino Prof. Fausto Giunchiglia

Distribuzione di 249 nuove aziende High Tech in Israele per tipologia (2001)

Fonte: Israel Venture Capital OnLine (IVC)Torna a SW-aziende

Page 51: Le esperienze dei cluster industriali hi-tech Spunti di riflessione per il Trentino Prof. Fausto Giunchiglia

Programma incubatori del governo israeliano (milioni USD, numero)

800

225

200

95

280

0

100

200

300

400

500

600

700

800

900

Numero progetti Ancora incubati Progetti che hannolasciato l'incubatore

Fonte: Israel Ministry of Industry and Trade, Analisi McKinsey

60

320

130

Budget finanziato dagli incubatori 1991-2000

Fondi privati

Terminati

In negoziazione

Hanno attratto fondi

190

Fondi

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Numero scienziati, ingengeri e tecnici Ricerca e Sviluppo (per 10.000 unità di forza lavoro)

140

82 7865 59 58 57 57 57

45 42 37 37 32 32 3121 21 21

0

20

40

60

80

100

120

140

160

Israe

le US

Giappo

ne

Olanda

Germ

ania

Svezia

Canad

a

Austra

lia

Svizze

ra

Taiw

an UK

Danim

arca

Corea

del

Sud

Irland

aIta

lia

Singap

ore

Argen

tina

Spagn

a

Egitto

Fonte: OECD, 2000

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