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Le Religioni Dell'Iran Antico

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Iran Antico, Persiani, Zoroastro, notizia di Erodoto, i Magi

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LE RELIGIONI DELL'IRAN ANTICO

LE RELIGIONI DELL'IRAN ANTICO

Poco possibile dire riguardo le religioni dell'Iran antico fatta eccezione per lo zoroastrismo. Poggiandosi per tale religione su elementi pi arcaici stato possibile individuare somiglianze tra la religione iranica e quella indiana che fanno pensare ad un comune fondo di idee, credenze e pratiche rituali indoario. Esempi lampanti sono l'assorbimento di una divinit come Mithra (Mitra in India), dio principale di una religione concorrente a quella di Ahura Mazda, e quella di Zurwan, dio del tempo e del destino e capo del pantheon di un'antica religione iranica il cui sacerdozio era originariamente costituito dalla trib sacerdotale meda dei Magi (che in seguito alla riforma di Zoroastro avrebbero adattato tali divinit all'insegnamento del profeta).

Mazda potrebbe essere esistito prima dello zoroastrismo, ma non nell'accezione in cui ce lo presenta Zoroastro nelle Gatha, unico e creatore, caratterizzato da un particolare rapporto con Asa (la verit), sua emanazione.

Per quanto riguarda gli yazata, le entit degne di culto venerate negli yast (una collezione di 21 "preghiere" o "venerazioni", ognuna dedicata ad una divinit), esse non sono altro che antiche divinit appartenenti al politeismo prezoroastriano (come dimostra l'inno a Mithra) che i sacerdoti zoroastriani si adoperarono a integrare nella nuova religione, dando vita a quella miscela religiosa tipica dell'Avesta recenziore alla cui formazione non dovettero essere estranei il clero dei magi e l'influenza della corte persiana nel V sec a.C.

La religione dell'Avesta per si dimostra essere molto differente da quella persiana, cosa dimostrata dalla notizia di Erodoto sui costumi dei persiano. Mentre lo zoroastrismo si presenta come una religione enoteistica modificata da una concezione dualistica che si fonda su un politeismo pi arcaico, la religione persiana passa da uno stato di monoteismo sotto Dario I ad un politeismo governato sempre da Ahura Mazda durante il quale, come attesta Erodoto, viene reso culto ad elementi del cosmo come l'acqua, il fuoco, la luna, il sole ecc.; bisogna quindi studiare la religione iranica senza appiattimenti cronologici e considerarla una religione con una storia secolare. Speculazioni hanno visto lo zoroastrismo come la faccia pi esoterica di una religione pi "estesa", speculazione fondata su alcune fonti pahlaviche che parlano di 3 livelli di religione, quello pi interno ed iniziatico, quello medio e quello esterno cui si riferisce probabilmente la notizia di Erodoto. Tale interpretazione si appoggia anche sull'idea di collaborazione tra regalit e religione al fine di preparare l'avvento del regno di Ohrmazd (al fine utopistico di appianare l'aspra la dialettica trono/religione, ma tale idea di epoca sassanide (primi secoli d.C.).

Tutte queste fonti, le Gatha, gli yast, Eordoto, l'Avesta pi recente, non riflettono un quadro omogeneo ma una realt complessa che pu essere compresa e ricostruita se si ammette che nella prima met del I millennio a.C. una figura profetica, Zoroastro, abbia ideato una nuova dottrina religiosa contrapposta alla religiosit tradizionale, accentuatamente ritualistica. Di tale religiosit sono evidenti tracce negli inni e nelle varie divinit considerate degne di culto assorbite dalla nuova religione.

Possibili tracce di un sostrato indoario sono proprio le divinita: prendiamo ad esempio Yima, nome avestico della divinit sovrana degli inferi indiana Yama che fin dalle Gatha presentata come diretta avversaria di Ahura Mazda.

Per quanto riguarda l'ambiente in cui si svilupp la dottrina di Zoroastro, un ruolo non secondario ebbe l'etica guerriera-aristocratica della societ al suo tempo. Sebbene ci fossero una quantit di culti differenti a causa delle diverse condizioni sociali e culturali, improbabile che vi fossero delle vere e proprie religioni differenti ciascuna con un proprio pantheon e un proprio dio supremo (teoria degli Hochgotter).

La comparazione indoiranicaIl primo campo su cui basarsi per effettuare una comparazione quello del rito, del culto e del sacrificio; il messaggio di Zoroastro si afferm come protesta ad una societ dominata da un'aristocrazia guerriera. Il rito al tempo si svolgeva nella sfera privata ed era finalizzato agli interessi dell'individuo, che affidava ai sacerdoti il compito di compierlo. questa l'immagine che le fonti ci lasciano del clero medo dei Magi, soprattutto in Persia, dove Erodoto ci informa che non era possibile praticare un sacrificio senza la presenza di uno di loro. Lo stesso Zoroastro era stato iniziato come un esperto del sacro, uno zaotar, e tale appare nelle Gatha.

La notizia di Erodoto sembra contraddire quanto detto a proposito del sacrificio svolto per il benessere individuale, in quanto afferma che ognuno era tenuto a pregare per la prosperit di tutti e del re (probabilmente questa fu una vera e propria norma risalente all'et monarchica).

Quanto ai riti, libagioni erano offerte all'acqua e al fuoco; tali offerte erano previste anche durante il sacrificio animale, durante il quale gli spiriti degli animali benefici venivano assorbiti dalle divinit.

Evidente del sostrato indoiranico il simbolismo del fuoco, principale manifestazione del dio di Zoroastro (teofania) ritenuto origine del seme umano e animale, amico dell'uomo, che scalda, simbolo terrestre del sole, potere vitale che sempre si rinnova. Insieme al fuoco, l'elemento pi importante del culto indoiranico era quello dell'haoma (indiano soma) pianta dalle propriet allucinogene il cui succo, mischiato al latte, veniva bevuto dai sacerdoti e dai partecipanti al rito.

Prima del rito avveniva quindi un "rito preparatorio" durante il quale i vari strumenti del rito venivano purificati con acqua e veniva estratto l'haoma. Anche i riti purificatori zoroastriani prendono spunto dal culto indoiranico, che riteneva ad esempio disinfettatne l'urina di vacca e che impiegata nel rito zoroastriano della grande purificazione.

Troviamo numerosi elementi comuni anche in relazione al pantheon, anche se non si mettono in dubbio sviluppi indipendenti; il tratto pi evidente di questa antica comunione la divisione del pantheon in due tra ashura (che includono gli yazata) e daeva; queste due categorie sono inversamente speculari a quelle delle divinit indiane deva e asura: i daeva sono positivi in India e negativi in Iran e gli ashura sono positivi in Iran e negativi in India: questo un tratto evidente della matrice comune delle due religioni e diretta conseguenza delle protesta che Zoroastro muoveva alla religiosit tradizionale. Il termine daeva indoiranico deriva dalla stessa radice indoeuropea da cui deriver il latino deus e significa infatti "dio", mentre il termine ahura ("signore") usato non col significato attribuitogli in India per designare le divinit opposte ai deva ma col significato originario di titolo onorifico attribuito al dio per eccellenza, Ahura.

Riguardo le divinit dei persiani di cui ci riferisce Erodoto come l'acqua, il fuoco, la terra, la luna e i venti, possiamo notare come a tali elementi corrispondano divinit sia in India che in Iran, mettendo in luce la comune matrice indorianica. Nell'Avesta sono dedicati specifici inni (yast) a divinit dei venti o della luna. Tra gli yast ricordiamo anche alcuni dedicati a divinit che prima erano inoiraniche, come a Mithra e ad Haoma (che oltre ad essere il succo dell'omonima pianta anche divinit dalla doppia natura di materia sacrificale e, appunto, divinit).

Di tutte queste divinit la pi importanti sono Mithra e Anahita. Mithra il dio del contratto e del patto, dio "giudice", nemico dei nemici della Verit, il dio della luce e ha anche uno stretto rapporto col sole (ritenuto, nelle religioni antiche orientali, garante dei patti); Anahita la principale divinit femminile dell'Iran antico, connessa alla fertilit, alla fecondit e alle acque. Il dio Indra, figura del guerriero vittorioso, promosso a divinit suprema della religione vedica, fu demonizzato in seguito al capovolgimento di valori legato all'aristocrazia guerriera (Zoroastro si rivolgeva a pastori e allevatori) e al fatto che era al centro di un rituale basato sul sacrificio animale e sul consumo di haoma.

Particolare il caso di divinit conosciute come Fravasi, nate certamente prima dello zoroastrismo, non accennate nelle Gatha ma introdotte successivamente nell'Avesta recenziore. Queste sono entit che assistono proteggono gli individui, oltre a essere guardiane del sacro haoma. Costituiscono una parte immortale dell'individuo, al quale non solo sopravvivono ma preesistono anche, ricordando in qualche modo gli spiriti dei defunti, gli antenati, che dovevano essere placati con delle offerte; per la loro natura si riconosce nelle Fravasi un'arcaica credenza nell'immortalit, probabilmente connessa all'etica aristocratico-guerriera, che furono poi adattate allozoroastrismo.

Anche per quanto riguarda il mito possibile cogliere similitudini con la religione vedica e quindi con una religiosit iranica precedente a Zoroastro, come dimostrano le concezioni sul primo uomo, Gayo maretan "vita mortale" confrontato col vedico Martanda "Seme Mortale" cos come anche eroi come Keresapa.

Lo Zoroastrismo quindi assimil e rielabor il patrimonio mitologico/leggendario dell'Iran antico e dell'India e li adatt ai suoi motivi.

La notizia di Erodoto sui costumi dei Persiani collega concezioni cosmologiche iraniche ad un comune fondo indoiranico. Costui ci informa che i Persiani, a differenza dei Greci, non innalzavano templi o statue ritenendo folli coloro che ritenevano che gli dei avessero la stessa natura degli uomini; per questo, per offrire i loro sacrifici, i Persiani si recavano sulle vette dei monti pi alti, che nell'ideologia iranica costituivano i posti pi vicini al cielo, sedi di ispirazioni sovrannaturali.

Considerando che nel calendario iranico zoroastriano c' un giorno del mese consacrato alla Terra e alle montagne, notiamo come l'idea di una montagna cosmica come Axis Mundi sia un eredit indoiranica comune; basti pensare che gli Iranici collocavano al centro del mondo una montagna chiamata Hara e gli indiani il monte Meru e che entrambe queste vette sono collocate al centro di una "regione centrale" circondata da 6 regioni o continenti nei quali viene divisa la Terra. L'idea della settuplice suddivisione della terra gia presente nelle Gatha.

Per quanto riguarda le concezioni relative al post mortem e alle pratiche funerarie, anche qui troviamo somiglianze, infatti si ritiene che sia in India che in Iran si praticasse l'inumazione, nonostante queste pratiche siano andate differenziandosi in India con la cremazione e in Iran con l'esposizione dei cadaveri sulle Torri del Silenzio (la parola in lingua originaria dakhma, che sembra derivare da una radice che vuol dire "seppellire"). Cremazione ed esposizione avevano probabilmente ambedue lo scopo di favorire un rapido distacco dello spirito del defunto per permettergli di ascendere al cielo, dimostrando che l'idea di un'esistenza paradisiaca non era estranea alle due culture, anche se non doveva essere basata su valori propriamente etici: una felice esistenza dopo la morte era riservata solo a sacerdoti e guerrieri, tutti gli altri avrebbero condotto un'esistenza grigia in una dimora sotterranea n bella, n brutta, n buona, n cattiva. Tale dimora sotterranea si trasform nello zoroastrismo in una zona intermedia tra Paradiso e Inferno per coloro che non hanno n troppo meritato n troppo demeritato in vita; per i possessori della Verit invece la beatitudine garantita.