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L'Elisir d'amore Melodramma giocoso in due Atti, musicato da Gaetano Donizetti nella primavera del 1832, su libretto di Felice Romani, tratto da Le philtre (Parigi, 1831) di Eugène Scribe. L'Elisir d'amore venne rappresentato per la prima volta a Milano, al Teatro alla Canobbiana, il 12 maggio 1832.

L'elisir

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L'Elisir d'amore Melodramma giocoso in due Atti, musicato da Gaetano Donizetti nella primavera del 1832, su libretto di Felice Romani, tratto da Le philtre (Parigi, 1831) di Eugène Scribe. L'Elisir d'amore venne rappresentato per la prima volta a Milano, al Teatro alla Canobbiana, il 12 maggio 1832.

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Gaetano nasce il 29 novembre del 1797 da una poverissima famiglia bergamasca, i primi anni di vita li passa in una specie di scantinato buio.

A nove anni è ammesso alle "Lezioni caritatevoli di musica" dirette da Mayr che lo prende a benvolere, cura personalmente la sua istruzione in clavicembalo e composizione fino al 1815, inviandolo poi al liceo musicale di Bologna a perfezionarsi in contrappunto con padre Mattei.

L'ottima educazione musicale ricevuta si ritrova, accanto ai primi tentativi teatrali, in sinfonie, cantate, quartetti e quintetti ben costruiti, alla maniera di Haydn e Mozart, Gluck.

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In uno dei primi soggiorni romani, Gaetano conosce Virginia Vasselli, giovane di famiglia benestante, bella e gentile. Sogna di sposarla, ma deve consolidare la propria posizione. Memore della propria infanzia povera, si sottopone ad un lavoro massacrante, s'impegna con l'impresario napoletano Barbaja a scrivere dodici opere in tre anni, accetta ogni incarico pur di allontanare lo spettro della povertà.

Nel 1828 sposa Virginia. Sarà una tragedia poiché Donizetti, innamorato ma non fedele, ha contratto la sifilide e involontariamente contagia l'adorata moglie. Dopo un anno Virginia dà alla luce un bimbo deforme nato morto. La stessa cosa accade nel 1836 e l'anno seguente, per una nuova gravidanza, moriranno sia Virginia, che ha solo ventotto anni, sia il bambino che stava dando alla luce. Gaetano reagisce buttandosi nel lavoro.

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•  Ha già alle spalle successi, tanto per fare un paio d'esempi, come Lucrezia Borgia del 1833 e l'Elisir d'amore del 1832. A proposito della nostra opera c'è un curioso aneddoto che ci indica già la produttività di Donizetti (compositore di più di 70 opere) : l’ha composta in sei settimane, delle quali una utilizzata da Felice Romani per scrivere il libretto. La commissione era arrivata dal teatro della Canobbiana, per rimediare alla mancanza di parola di un altro musicista che non aveva consegnato in tempo il lavoro.

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•  Nel 1838 Donizetti si trasferisce a Parigi dove fra l'altro compone il Duca d'Alba, cura la versione francese del Poliuto, compone La figlia del reggimento e la Favorita e altre che lo fanno più che mai grande, fino ad arrivare al capolavoro giocoso del Don Pasquale nel 1843, critica e pubblico parigini lo trovarono "un capolavoro da cima a fondo".

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•  Nell'agosto del 1845 la sua mente comincia a vacillare, si dice colpito da ictus, in realtà sono le lesioni al cervello dovute alla sifilide giunta all'ultimo stadio, ha vaneggiamenti e allucinazioni. Con un inganno è rinchiuso nel manicomio di Ivry, alla periferia di Parigi. I suoi amici bergamaschi si mobilitano e lo fanno rimpatriare nell'ottobre del 1847, ospitato nella casa dei Basoni Scotti dove muore l'8 aprile del 1848.

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•  Già in una lettera indirizzata al suo Maestro Giovanni Simone Mayr, figura dominante e fondamentale nella sua educazione musicale, Gaetano Donizetti espresse tutto il suo stupore per il grande e inatteso successo dell’Elisir all'indomani della première, il 12 maggio 1832.

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•  A partire dal 1822, quando debuttò al Teatro alla Scala con Chiara e Serafina, Milano spesso aveva accolto i lavori di Donizetti con un misto di indifferenza e diffidenza, fatta eccezione per due titoli comici, L'ajo nell'imbarazzo e Olivo e Pasquale:

•  fu proprio per questo che il caloroso benvenuto all'Elisir d'amore da parte della città si rivelò una grande sorpresa per lo stesso compositore.

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•  Sulla scena lirica di quel periodo la figura di Rossini dominava di fatto in modo pressoché assoluto, ma già nel 1830 si presentò comunque anche per Donizetti una prima occasione di riscatto: gli venne commissionata un'opera seria per l'apertura della stagione al Teatro Carcano, in concorrenza con il Teatro alla Scala. Quando Donizetti trionfò il 26 dicembre 1830 con Anna Bolena, la sovranità di Rossini iniziò a vacillare.

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•  Il successo di Anna Bolena si rivelò infatti un vero e proprio trampolino di lancio, proprio in questo periodo avvenne l'incontro determinante con l'impresario Alessandro Lanari che gli propose di comporre un'opera comica per quella stessa stagione per un altro teatro milanese, il Teatro della Canobbiana. Venne deciso che il libretto sarebbe stato scritto da Felice Romani, il librettista più famoso del tempo, con il quale Donizetti aveva già collaborato per molte delle sue opere precedenti.

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•  L'opera doveva essere realizzata in un lasso di tempo piuttosto breve Romani, il librettista, trovandosi nell'impossibilità di scrivere un libretto ex novo, decise di tradurre quasi alla lettera un testo del francese Eugène Scribe dal titolo Le philtre e

•  Donizetti, da parte sua, abituato a comporre sempre con notevole celerità, completò la partitura in un periodo di circa sei settimane.

•  Persino i censori, che normalmente davano il loro benestare prima che iniziasse il periodo delle prove, in questo caso parteciparono alla prova costumi per dare la loro approvazione finale.

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•  Ispirandosi al filone semiserio larmoyant dell'opéra-comique francese, con L'Elisir d'amore Donizetti riuscì finalmente a trovare una propria elaborazione personale dello stile comico tramite l'immissione dell'elemento sentimentale, superando così il modello rossiniano.

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•  La prima dell'Elisir d'amore, andata in scena il 12 maggio 1832 al Teatro della Canobbiana, fu un successo clamoroso.

•  A poco più di un anno di distanza dal trionfo della Bolena, con il suo Elisir Donizetti non solo riuscì ad appagare il gusto milanese, ma in brevissimo tempo riuscì anche a conquistare il pubblico di numerosi teatri sia in Italia che all'estero.

•  Solo dal 1834 al 1839 L'Elisir d'amore venne rappresentato a Napoli, al Teatro alla Scala di Milano, a Berlino, a Vienna, a Londra, a New York e a Parigi.

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•  Nell’Elisir d’amore agiscono quattro prime parti (soprano, tenore,baritono, basso buffo), più una seconda parte (Giannetta, soprano) che non può vantare alcun numero solistico, né duetti, anche se interviene spesso durante l’opera, nei cori e nei concertati.

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•  Quanto alle prime parti, c’è da dire innanzitutto che Donizetti non gradiva molto i cantanti per i quali scrisse l’opera; egli scrisse infatti al padre: «il solo tenore [Giambattista Genero] è discreto, la donna [Sabine Heinefetter, Adina] ha bella voce ma ciò che dice lo sa lei. Il buffo [Giuseppe Frezzolini, Dulcamara] è canino». Sul baritono, Henri-Bernard Dabadie, c’è la testimonianza indiretta della moglie di Romani, Emilia Branca: «un basso che val poco». Non era comunque una novità che un’opera buffa fosse affidata ad un cast di second’ordine, vocalmente non eccelso.

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•  Ecco i protagonisti dell’opera rappresentata a Coccaglio : •  Adina – Soprano : Julia Demenko

•  Nemorino - Tenore : Giuseppe Lancini •  Belcore – Baritono : Gianfranco Montresor •  Il dottor Dulcamara – Basso : Orazio Mori

•  Giannetta - Soprano : Grazia Montanari

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•  LA TRAMA L'azione è si svolge in un villaggio del paese dei

Baschi Atto I La vicenda è ambientata alla fine del 1700. Dopo

la mietitura, Nemorino, contadino timido e impacciato, ammira da lontano la ricca e capricciosa Adina, e non osa dichiararle il suo amore (Quanto è bella, quanto è cara!).

Quando trova il coraggio di farlo, ne riceve un rifiuto (Chiedi all'aura lusinghiera). Arriva al villaggio Dulcamara, un ciarlatano (Udite, udite , o rustici) che, messo al corrente della disperazione di Nemorino, gli offre un elisir magico che gli permetterà di conquistare Adina in meno di ventiquattro ore.

Nemorino, più sicuro di sè, innervosisce la ragazza, che per puntiglio decide di sposare il generale Belcore. Egli le chiede almeno di rinviare le nozze d'un giorno, perchè l'elisir abbia effetto.

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•  Atto II •  Nemorino, il giorno delle nozze,

chiede a Dulcamara una seconda bottiglia di elisir e per pagarla si arruola nell'esercito di Belcore.

•  Nemorino si lusinga intanto d’essere corteggiato da tutte le ragazze del paese. Attribuisce all’Elisir questa novità , senza sapere che suo zio è morto e lo ha lasciato erede di una fortuna.

•  Adina comincia ad amarlo, ora che s'è fatto soldato per lei, e ricompra da Belcore l'atto d'arruolamento, che consegna a Nemorino, dichiarando il proprio amore.

•  Certo merito dell’Elisir è la felice conclusione della vicenda (Viva il grande Dulcamara).

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