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Libri consigliati al ritorno F. Rossi de Gasperis, A. Carfagna, Terra Santa e Libro Santo, EDB, Bologna 2000, pp. 199. La Terra di Dio è la migliore scuola della fede e della prassi biblica e cristiana. La Terra d’Israele (Mt 2,21) ci ha cambiato la vita e il cuore, in quanto “Terra di Dio”. Una peculiarità del nostro approccio al paese della Bibbia è la pretesa di farvi una “lectio divina canonica” non solo della “sacra Pagina”, ma della stessa Terra Santa. Si tratta di una “lectio” pregata, che è possibile solo qui e che per questo potrebbe essere privilegiata da chi esce dal proprio paese per trascorrere giornate di “cammino-credente” nella terra-dono del Signore, guidato dalla meditazione della coscienza del Popolo della fede, Israele e Chiesa. Francesco Rossi de Gasperis SJ, dal 1977 fa parte della comunità del Pontificio Istituto Biblico di Gerusalemme, dove si interessa alla lectio divina delle Scritture, alle radici ebraiche della fede cristiana e alla teologia cristiana di Israele. Autore di numerosi volumi, articoli e saggi. Antonella Carfagna aiuta nella lectio divina diversi gruppi e comunità in Italia e a Gerusalemme. Da anni si dedica specialmente alla lectio biblico-spirituale della Terra d’Israele e accompagna pellegrinaggi nella Terra del Santo, che siano veri e propri esercizi spirituali. F. Rossi de Gasperis, A. Carfagna, Prendi il Libro e mangia! Dalla creazione alla Terra promessa, EDB, Bologna 1997, pp. 388. Questo “racconto” biblico ha una lunga storia. E’ nato come un “Campo-cantiere Bibbia” per l’Associazione Guide Italiane. E’ diventato un corso di teologia spirituale all’Istituto di Scienze Religiose alla Pontificia Università Gregoriana. Ha funzionato come intelaiatura durante le visite della terra d’Israele e le lezioni guidate per gruppi di gesuiti e di altri ospiti, che trascorrevano un periodo di formazione permanente nella Terra Santa. Riproposto a diversi gruppi in Italia e in altri paesi, trova ora la sua forma definitiva in questo volume.

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Libri consigliati al ritorno

F. Rossi de Gasperis, A. Carfagna, Terra Santa e Libro Santo, EDB, Bologna 2000, pp. 199. La Terra di Dio è la migliore scuola della fede e della prassi biblica e cristiana. La Terra d’Israele (Mt 2,21) ci ha cambiato la vita e il cuore, in quanto “Terra di Dio”. Una peculiarità del nostro approccio al paese della Bibbia è la pretesa di farvi una “lectio divina canonica” non solo della “sacra Pagina”, ma della stessa Terra Santa. Si tratta di una “lectio” pregata, che è possibile solo qui e che per questo potrebbe essere privilegiata da chi esce dal proprio paese per trascorrere giornate di “cammino-credente” nella terra-dono del Signore, guidato dalla meditazione della coscienza del Popolo della fede, Israele e Chiesa. Francesco Rossi de Gasperis SJ, dal 1977 fa parte della comunità del Pontificio Istituto Biblico di Gerusalemme, dove si interessa alla lectio divina delle Scritture, alle radici ebraiche della fede cristiana e alla teologia cristiana di Israele. Autore di numerosi volumi, articoli e saggi. Antonella Carfagna aiuta nella lectio divina diversi gruppi e comunità in Italia e a Gerusalemme. Da anni si dedica specialmente alla lectio biblico-spirituale della Terra d’Israele e accompagna pellegrinaggi nella Terra del Santo, che siano veri e propri esercizi spirituali.

F. Rossi de Gasperis, A. Carfagna, Prendi il Libro e mangia! Dalla creazione alla Terra promessa, EDB, Bologna 1997, pp. 388. Questo “racconto” biblico ha una lunga storia. E’ nato come un “Campo-cantiere Bibbia” per l’Associazione Guide Italiane. E’ diventato un corso di teologia spirituale all’Istituto di Scienze Religiose alla Pontificia Università Gregoriana. Ha funzionato come intelaiatura durante le visite della terra d’Israele e le lezioni guidate per gruppi di gesuiti e di altri ospiti, che trascorrevano un periodo di formazione permanente nella Terra Santa. Riproposto a diversi gruppi in Italia e in altri paesi, trova ora la sua forma definitiva in questo volume.

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F. Rossi de Gasperis, A. Carfagna, Prendi il Libro e mangia! Dai Giudici alla fine del Regno, EDB, Bologna 1999, pp. 382. Questo volume introduce a una lettura spirituale continua del testo biblico dall’età dei Giudici all’esperienza drammatica della deportazione a Babilonia. E’ con questo risultato che il Signore è con il suo popolo, è “l’Emmanuele”? Dov’è finito il sogno di Davide? Dov’è finita, soprattutto, la promessa fatta da JWWH di rendere la casa e il regno di Davide saldi davanti a lui e il suo trono stabile per sempre? Che ne è dell’incarnazione visibile del Regno di Dio nella storia? Come mai a tanti riesce così difficile distinguerlo dai regni di questo mondo? Noi aneliamo che giunga a perfetta maturazione e si manifesti a tutto il creato ciò che è già presente, ma ancora nascosto, nel tempo ove il Regno di Dio è seme. Questa lectio divina delle Scritture aiuta a comprendere e ad accettare il già presente e ancora nascosto nell’esperienza della comunità (l’Israele di Dio e la Chiesa) e nell’esperienza del singolo.

F. Rossi de Gasperis, A. Carfagna, Prendi il Libro e mangia! Dall’esilio alla nuova alleanza: storia e profezia, EDB, Bologna 2002, pp. 295. Questo volume introduce a una comprensione spirituale della storia e della profezia, attraverso le quali Israele giunge dall’esilio alla nuova alleanza. E’ la prima parte dell’ultimo volume Prendi il libro e mangia! e conclude un viaggio spirituale attraverso le Scritture di Israele. I nostri occhi si sono aperti, almeno un poco, sulle lettere e sui caratteri ebraici e greci dei testi biblici, e non hanno saputo staccarsi da ogni loro dettaglio che abbiamo cercato di raccogliere diligentemente, perché il cuore ci ardeva dentro, mentre alle nostre orecchie risuonava la voce forte e dolce di Colui che, lungo la strada, ci andava raccontando e spiegando le Scritture. Il “Nuovo Testamento” e LUI, il Risorto in persona, il Messia che doveva patire e risuscitare dai morti il terzo giorno. Egli cammina con noi mentre, cominciando da Mosè, dai Profeti e dai Salmi, ci legge e ci spiega in tutte le Scritture del Libro ciò che si riferisce a Lui. Non c’è Nuovo Testamento senza Gesù risorto, né s’incontra e riconosce il Cristo risorto senza le Scritture, Mosè ed Elia. Chi spegne la luce sulla gloria di Mosè ed Elia, spegne la luce sulla gloria di Gesù, e viceversa!

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F. Rossi de Gasperis, A. Carfagna, Prendi il Libro e mangia! Dall’esilio alla nuova alleanza: storia e profezia, EDB, Bologna 2003, pp. 392. Questo volume introduce alla pietà, alla poesia e alla sapienza che alimentano la spiritualità di Israele nel periodo del secondo tempio, dall’esilio alla nuova alleanza. Esso conclude un viaggio spirituale attraverso le Scritture di Israele, iniziato più di trent’anni fa, poi continuato per più di quindici anni, per terra e per mare, nella rotta di conversione costantemente mantenuta da Roma a Gerusalemme, dove tutto è cominciato e sempre ricomincia, viaggio che abbiamo raccontato nei volumi di Prendi il Libro e mangia! La sfida per chi legge questi volumi consiste nel cercare e trovare come Gesù di Betlemme, di Nazaret e di Gerusalemme - Gesù d’Israele - abbia portato e continui a portare a compimento in sé tutta questa storia, senza lasciarne incompiuto il più piccolo frammento.

A. Carfagna, I canti della terra del mio pellegrinaggio, EDB, Bologna 2009, pp. 240. Per un credente il paese biblico è il paese dello splendore, un paese di favola, la favola del Santo – benedetto Egli sia! – raccontata nel libro inesauribile delle Mille e una giornata della storia dell’alleanza tra Dio e l’umanità, nell’ambito della mezzaluna fertile dell’Oriente Medio. Una favolosa storia d’amore scritta nella geografia di questi paesi e incisa nella carne, nella psiche e nella lingua di un popolo che Dio ha chiamato e chiama ad aprire illimitatamente i confini a tutti i popoli della terra per contenerli nel proprio destino. Da anni Antonella Carfagna, con la Bibbia in mano, percorre in lungo e in largo la terra d’Israele, “leggendola” a gruppo di sorelle e di fratelli con accenti ispirati da una fede e una devozione intelligenti. Dal primo momento, quando si esce dall’aeroporto di Lod, fino a quando vi si ritorna per imbarcarsi per l’Italia, il pellegrinaggio si configura come una lectio divina della Terra del Santo. Pellegrinaggio e lectio che vengono ora trasferiti in questo libro dei canti della Terra del mio Pellegrinaggio.

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F. Rossi de Gasperis, Dalla Pasqua alla Natività. Un pellegrinaggio cristiano a Betlemme, AdP, Roma 2010, pp. 55. Solamente alla luce del Risorto, e dei teli e del sudario lasciati nella tomba di Gesù (Gv 20,6-7), prendono tutto il loro senso - per il discepolo che vede e crede (Gv 20,8) - le fasce nelle quali Maria aveva avvolto il suo bambino appena nato, prima di porlo nella mangiatoia (Lc 2,6-7).

F. Rossi de Gasperis, E’ risorto, non è qui! Lectio sui vangeli della Risurrezione, Pardes, Bologna 2008, pp. 156. Da duemila anni ci si confronta con un annuncio incredibile: un uomo è risorto, ha aperto un varco nel muro della pietra tombale. Questa è una notizia che scatena una risata. Come parlare di asini che volano. Ma, come dice U. Eco, quando uno ride “scopre le contraddizioni interne del codice”. I brevi racconti dei Vangeli, quasi appendici, che la presentano ci parlano di un evento che per essere interpretato richiede una forte collaborazione da parte del lettore. La lettura è un’azione complessa in cui sono coinvolte le proprie aspettative, le proprie esperienze, i pregiudizi e le verità consolidate. Perché il testo non dice tutto, è una “macchina pigra”. La lettura di Rossi de Gasperis dei testi evangelici sulla risurrezione consente di metterne in luce i meccanismi collaborativi, costruiti sulle domande più che sulle risposte, sulla memoria più che sull’attesa di novità, sulla rilettura dei segni più che su nuova informazione. Per consentire la costruzione di nuove mappe, di connessioni con cui il lettore si trasformi in attore. Come è successo ai due di Emmaus.

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C.M. Martini, Abramo nostro padre nella fede, Borla, Roma 2000, pp. 219. “Abramo, nostro padre nella fede: la fede soprattutto come itinerario, come Abramo ha camminato nella fede, cercando a tentoni di conoscere, ma che conosceva così poco. Anche noi siamo chiamati a camminare nella fede… Abramo non è soltanto una figura singola, ma è anche un “tipo”. Abramo rappresenta Israele che cerca Dio; Abramo è l’uomo che cerca Dio, è una moltitudine, è tutti coloro che cercano Dio, è ciascuno di noi in cammino alla ricerca di Dio per adeguarsi alla sua parola. Abramo lo prenderemo non in senso singolare storico, ma in senso rappresentativo globale… E’ nostro padre non solo nella fede come vita vissuta, ma anche per quel suo atteggiamento radicale di fede; è il modello esemplare dell’uomo in atteggiamento di accoglienza e di disponibilità. In questo senso è nostro padre nella disponibilità e nell’apertura della fede e della speranza”. Gesuita e biblista di fama internazionale, Carlo Maria Martini è stato Rettore del Pontificio Istituto Biblico e poi della Pontificia Università Gregoriana. Arcivescovo di Milano dal 1980 al 2002, creato Cardinale da Giovanni Paolo II.

C.M. Martini, Vita di Mosè, Borla, Roma 1992, pp. 140. “Il P. Martini è andato maturando una metodologia di ‘lettura’ ancor più distesa, più fluida e soprattutto più coerentemente ‘biblica’, nel senso che essa è tanto più aderente al testo scritturistico nelle sue movenze interne, quanto più si fa sciolta e libera nell’invenzione spirituale… E’ innegabile, d’altra parte, che questa Vita di Mosè svolge appieno tutto l’itinerario della conversione cristiana. Il P. Martini ci dà qui una dimostrazione coraggiosa ed esemplare di come l’ascolto dell’Antico Testamento, ricevuto dal seno e nel seno della tradizione cristiana, è già in grado di maturare frutti rigorosamente evangelici” (dalla prefazione di Pino Stancari).

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E. Bianchi, Il radicalismo cristiano. Seguire Gesù il Signore, Gribaudi, Milano 1980, pp. 134. Queste pagine molto semplici, lontane dall’erudizione, nascono dal tentativo di risignificare con semplicità l’essere cristiani e di fare “memoria” del radicalismo evangelico: non sono ispirate dall’etica quanto piuttosto dalla teologia biblica e sono dirette a tutti, non ad una particolare porzione di credenti. Qualcuno potrà scorgervi una mancanza di attualizzazione, ma la grazia a caro prezzo merita un’obbedienza personalissima non generalizzabile. L’accento dunque in queste pagine cade più sul chi è Gesù e chi è il cristiano, che non sul cosa fare per essere cristiani. Enzo Bianchi ha dato inizio nel 1966 a Bose di Magnano (BI) a una comunità monastica ecumenica cui tuttora presiede. Collabora con “La Stampa” e “Avvenire” e con “La Vie” e “Panorama” in Francia. E’ autore di numerosi testi, che calano la spiritualità cristiana e la grande tradizione della Chiesa nel vasto e multiforme mondo di oggi.

M. Buber, Il cammino dell’uomo, Qiqajon, Magnano (BI) 1990, pp. 65. Così Hermann Hesse scriveva a Martin Buber: “Tra i suoi scritti, Il cammino dell’uomo è indubbiamente quanto di più bello io abbia letto. La ringrazio di cuore per questo dono così prezioso e inesauribile. Lascerò che mi parli ancora molto spesso”. Un autentico capolavoro in miniatura, il cui messaggio si rivela inesauribile proprio perché parla al cuore di ogni uomo, in ogni tempo e in ogni situazione. Un libro che obbliga a pensare e invita a imboccare il cammino dell’autentica crescita umana in armonia con gli altri uomini e con il mondo intero. Martin Buber (1879-1965) dopo gli studi filosofici a Vienna, frequenta le università di Lipsia, Berlino, Basilea e Zurigo, s’impegna nel movimento sionista - da cui poi si allontanerà vent’anni dopo - e acquisisce notorietà per i suoi libri sui maestri chassidici. Traduce in tedesco la Tanackh, la Bibbia ebraica. Resiste al nazismo con la parola e gli scritti finché, nel 1938, lascia la Germania per Gerusalemme, dove viene nominato professore di sociologia all’Università Ebraica.

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G. Solera, Muri, lacrime e za’tar, Nuova dimensione, Portogruaro (VE) 2007, pp. 440. Il libro è un viaggio che evita i tour organizzati e le propagande ufficiali per scoprire luoghi e persone di una terra che non trova pace, dove un’umanità prigioniera dell’ultima ideologia etnocoloniale resiste affidandosi alla forza travolgente della vita e a certe piccole cose, come lo za’tar (il timo) nell’olio d’oliva, in cui si intinge il pane casereccio. Nelle storie personali raccontate, nei diari di viaggio dalle città dei Territori occupati e di Israele, negli incontri con i prigionieri morali e materiali di questo conflitto, ebrei e arabi, c’è un muro che cresce e guadagna metri, dividendo madri e bambini, oppressori e oppressi. Ma tra i muri ritroviamo fessure che le persone di buona volontà, o quelli che disperatamente cercano di vivere con dignità, sanno vedere. E passarci attraverso. Gianluca Solera, dopo molti anni a Bruxelles come consigliere politico del Parlamento europeo, nell’estate del 2004 è partito per la Palestina, che ha percorso tra andate e ritorni per due anni. E’ coordinatore delle reti della Fondazione euro mediterranea Anna Lindh per il dialogo tra le culture, che ha sede ad Alessandria d’Egitto.

I. Abuelaish, Non odierò, Piemme, Milano 2011, pp. 259. “Quello che quel giorno vidi, era quanto di più vicino al paradiso e lontano dall’inferno potesse esistere: una striscia di spiaggia isolata, a pochi chilometri dalla miseria di Gaza, dove le onde si infrangevano sulla riva. Probabilmente non sembravamo molto diversi da qualsiasi altra famiglia sulla spiaggia... Poco più di un mese dopo, gli israeliani avrebbero bombardato Gaza e buttato all’aria la mia vita. Quel giorno eravamo tutti in casa: i miei otto figli, i miei fratelli, le loro famiglie. Dove potevamo andare se neppure ospedali e moschee venivano risparmiati dai bombardamenti? Giocavo con Abdullah quando ho sentito l’esplosione nella stanza delle ragazze. Ho perso le mie figlie, e nonostante la rabbia e lo sconcerto, so che non odierò”. Izzeldin Abuelaish, palestinese, è nato a Jabalia, il più grande campo profughi della Striscia di Gaza, dove risiede. Medico, ginecologo, esercita la sua professione sui due versanti della “frontiera”, in Israele e in Palestina, per ideale di pace. E’ stato candidato al premio Nobel per la pace. Ha istituito la fondazione Daughters for Life, che si occupa di programmi di scolarizzazione, formazione universitaria e salute per le giovani donne in Medio Oriente.