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Prism, il grande fratello che spia gli Usa
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7/14/2019 Limes - rivista italiana di geopolitica » Prism, il grande fratello che spia gli Usa - Versione stampabile
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Limes Oggi
Prism, il grande fratello che spia gli Usadi Luca Mainoldi
Il programma della National Security Agency per controllare i cittadini
statunitensi imbarazza Obama. Con il pretesto della lotta al terrorismo
si manipolano le masse.
[Il quartier generale della Nsa a Fort M eade nel Maryland, Usa. Fonte: Wikipedia.com
[http://it.wikipedia.org/wiki/File:National_Security_Agency_headquarters,_Fort_Meade,_Maryland.jpg] ]
Il cosiddetto Datagate, scoppiato a seguito delle rivelazioni delGuardian e del Washington Post sull’accesso da parte della
National Security Agency (Nsa) ai server di 9 tra le maggiori
imprese di information technology (It) americane, ha profonde
implicazioni geopolitiche, che sono messe in ombra dalle (giuste)
preoccupazioni per la privacy dei comuni cittadini.
Innanzitutto appare quantomeno sospetta la tempistica dellerivelazioni, proprio alla vigilia del vertice in California tra Obama
e il presidente cinese Xi Jinping
[http://temi.repubblica.it/limes/xi-vince-ai-punti-lincontro-con-obama/48106], in cui uno degli argomenti in discussione erano i
reali o presunti atti di cyberspionaggio dei cinesi contro interessi
statunitensi.
Limes - rivista italiana di geopolitica
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Nelle settimane precedenti l’incontro di Sunnylands, sulla stampa
americana erano apparsi articoli allarmistici sui furti di dati e
tecnologia sensibili attuati per via informatica e attribuiti ad
hacker cinesi. Il Washington Post riportava le conclusioni di un
rapporto del Defense Science Board secondo cui i segreti
tecnologici della maggior parte dei sistemi d’arma in uso alle Forzearmate americane erano stati compromessi dalle operazioni di
cyberspionaggio cinesi. In questo caso i leaks erano funzionali alla
strategia negoziale presidenziale.
La pubblicazione da parte del Guardian delle attività dicyberspionaggio condotte dalla Nsa ha però oscurato le notizie
sulle azioni cinesi in questo campo. Tanto più che il quotidiano
britannico ha poi pubblicato la Presidential Policy Directive 20,
firmata da Obama lo scorso ottobre, con la quale il presidente
stabilisce le linee guida delle azioni difensive e offensive
(Offensive Cyber Effects Operations-Oceo) in ambito cibernetico.
Si noti che il capo della Nsa è anche il comandante del CyberCommand cui sono delegate le operazioni difensive e offensive
nel cyberspazio.
È evidente che la pubblicazione di questi documenti haindebolito la posizione del presidente statunitense che si
apprestava invece a chiedere conto a Xi Jinping delle operazioni
di cyber spionaggio e di cyberwarfare cinesi.
Il responsabile della fuga di notizie Edward Snowden, un ex
membro della Cia attualmente impiegato della Booz Allen Hamilton
(una delle aziende che producono e gestiscono i sistemi di
intercettazione usati dall’intelligence Usa) presso l’Nsa RegionalSecurity Operations Center di Kunia nelle Hawaii, si è rifugiato a
Hong Kong e ha spiegato che le sue azioni sono motivate da
considerazioni di carattere etico.
In fondo le rivelazioni di questi giorni non sono poi cosìinaspettate.
Avevamo già segnalato[http://temi.repubblica.it/limes/echelon-e-la-societa-del-futuro/9569] le linee di tendenza dell’intelligence statunitense a
fare uso delle raccolta massiccia di dati e metadati di
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telecomunicazione a fine di analisi strategica e di v igilanza
antiterrorismo. Già si sapeva che la Nsa aveva installato i propri
sistemi di intercettazione lungo gli snodi delle reti delle principali
telecom statunitensi e nei router che gestiscono i flussi telematici
da e per gli Stati Uniti.
Si possono qui richiamare alcuni aspetti dell’uso di sistemiquale l’ormai famigerato Prism.
1) Gli Usa traggono vantaggio dal fatto che non solo l’attuale
struttura di Internet è ancora in gran parte incentrata sul loro
territorio, ma anche dal fatto che i principali fornitori di servizi
web (dalla chat ai social network, dai motori di ricerca al cloud
computing) sono americani.
2) La massiccia raccolta dati da parte dell’intelligence
statunitense viene giustificata dalle esigenze di lotta al
terrorismo. Ma i dati così raccolti sono ancora più importanti a fini
di analisi strategiche e di intelligence economica. Tra i programmi
nati a fini antiterrorismo c’è il Container Security Initiative (Csi),
che incanala nei database di Washington una grande quantità di
informazioni sui traffici marittimi commerciali; altri come
l’accesso al sistema interbancario Swift, che permette di
controllare le transazioni bancarie; altri ancora raccolgono e
analizzano le informazioni personali dei passeggeri dei voli
transatlantici.
3) Le iniziative sopra riportate sono spesso negoziate conl’Unione Europea che consente l’accesso alle autorità statunitensi
ai dati dei cittadini europei senza ottenere una vera reciprocità,
anche perché l’intelligence comunitaria è allo stato quasi
embrionale. Non esiste inoltre un vero referente europeo per quel
che riguarda l’intelligence economica, se non, forse, solo nei casi
di trattative per accordi multilaterali dove le istituzioni europee
sono chiamate a negoziare per tutti i membri dell’Unione.
È quindi urgente che l’Ue ridefinisca lo scambio informativocon gli Usa, anche nel quadro della nuova partnership economica
transatlantica. Occorre infine che a livello europeo e nazionale si
delinei una strategia al fine di promuovere sistemi di cloud computing indipendenti da quelli americani.
4) Viene confermata l’eccezione britannica visto che il Gchq,
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l’equivalente inglese dell’Nsa, ha accesso ai dati raccolti da Prism.
Sistemi simili sono in uso alle agenzie dei Big 5 Eyes (Usa, UK,
Canada, Australia, Nuova Zelanda). Il Government Communications
Security Bureau (Gcsb) neozelandese dispone ad esempio del
sistema ThinThread, fornito dalla Nsa, che permette l’accesso a
telefonate, email e traffico Internet dell’intera nazione.
5) Le linee di separazione tra intelligence all’estero econtrospionaggio interno si attenuano sempre di più, fino a
sparire. Nel caso di Prism è l’Fbi (con la propria Data Intercept
Technology Unit) a far da tramite tra la Nsa e le aziende private
per consentire l’accesso ai loro sistemi. Un progetto analogo è
stata proposto in Gran Bretagna con l’Mi5 che agisce da interfaccia
tra il Gchq e gli It provider.
6) Secondo le ultime ammissioni di Washington, il governo
americano non ha un accesso diretto ai server della 9 società
citate, ma può interpellare una certa installazione di ogni singola
azienda a sua volta collegata al server della corporation. In questa
struttura sono collocate delle apparecchiature di ricerca e
recupero delle informazioni fornite da alcune società di origine
israeliana, fondate da ex appartenenti alla Unit 8200 (la Nsa di
Israele). Anche l’intelligence di Tel Aviv ha accesso ai dati così
raccolti?
7) La Nsa ha avviato la costruzione di giganteschi centri datidove le informazioni risucchiate da Internet, reti di
comunicazioni, sistemi bancari e altro, sono conservate e
analizzate. Il più famoso è quello di Bluffdale, nello Utah, che
diverrà operativo ad ottobre, destinato a stoccare yottabytes di
informazioni. Ve ne sono altri in Texas e in Colorado, mentre nella
sede centrale di Fort Meade è stata avviata l’espansione del centrodati esistente.
L’analisi di questa quantità impressionante di dati è eseguita
da sistemi automatici che, in base a specifici algoritmi, ricercano
particolari schemi e connessioni che possono permettere di
scoprire complotti terroristici, attività criminali o spionistiche
avversarie, gettare luce su strategie commerciali o diplomatiche,
oppure predire con un certo grado di approssimazione sviluppisociali e politici.
9) In questo ultimo caso, i social network sono un’importante
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fonte di informazioni sulle tendenze sociali e politiche in diverse
parti del mondo. Pensiamo solo al ruolo che essi hanno avuto nelle
rivolte arabe. L’obiettivo è intuire e predire gli umori delle
popolazioni dei paesi presi in esame per anticipare eventi di
rilevanza locale o mondiale.
Il monitoraggio continuo dei social network di una determinataarea del mondo può essere usato anche per condurre operazioni
psicologiche, immettendo in quei canali, notizie e informazioni
(vere o false che siano) volte a influenzare le opinioni pubbliche
locali.
Si passa quindi dalla sorveglianza di massa alla manipolazionedelle masse, utilizzando gli strumenti informatici.
[Carta di Francesca La Barbera]
Per approfondire: Media come armi
[http://temi.repubblica.it/limes/anteprima-del-quaderno-
speciale-media-come-armi/34470] | La guerra di Google Ideas
[http://temi.repubblica.it/limes/google-ideas-alla-guerra-per-
conto-degli-usa/46684]
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