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L’internazionalizzazione delle medie imprese 27 luglio 2017

L’internazionalizzazione delle medie imprese · a seguito di contatti presi con clienti esteri nelle fiere di ... certezza di raggiungere una compliance ... 58% Ministero degli

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L’internazionalizzazione delle medie imprese 27 luglio 2017

Impianto metodologico

CAMPIONE

403 medie imprese italiane internazionalizzate,

distribuite sul territorio nazionale e appartenenti ai

settori manifatturiero, industria e costruzioni.

TECNICA DI RILEVAZIONE

L’intervista è stata condotta con tecnica CAWI

TARGET

Medie imprese manifatturiere

internazionalizzate, con un buon mix di

dimensioni e settori di appartenenza

METODOLOGIA

4 workshop (con la partecipazione di 10/12

manager)

FASE QUALITATIVA FASE QUANTITATIVA

Le principali caratteristiche delle

imprese intervistate

42%

11% 35%

11%

Il campione intervistato 87%

da 10 a 50 milioni di Euro

Settore di attività

88% 12%

attività manifatturieree industria

costruzioni13%

oltre 50 milioni di Euro

Fatturato

titolare amministratore

delegato,

direttore

generale

manager,

dirigente

direttore

commerciale,

ufficio

commerciale

Ruolo in azienda di chi ha

compilato il questionario

Nord Ovest Nord Est

Sud e Isole

Centro

37% 33%

16%

14% Il tipo di attività internazionale

realizzazione dell’attività

produttiva all’estero

attività

di esportazione

48% 89%

occasionale

Le caratteristiche dell’attività internazionale

7%

9%

27%

22%

34%

da meno di un anno

da 1 a 3 anni

da 4 a 5 anni

da 6 a 10 anni

da oltre 10 anni

Esperienza di internazionalizzazione La modalità con cui l’impresa intrattiene

rapporti con l’estero

92%

continuativo

8%

Base: totale campione.

56%

Più di un’azienda su due svolge attività

internazionale da 6 anni o più

Le modalità del percorso di

internazionalizzazione

Motivi che hanno portato all’internazionalizzazione Base: totale campione, risposte multiple (massimo tre risposte complessive)

l'alta domanda del nostro prodotto nel

mercato estero 40%

la possibilità di far fronte al calo della

domanda interna 30%

la prossimità ai mercati di sbocco 28%

la tassazione favorevole o altri incentivi

fiscali 19%

la bassa concorrenza di altri competitors

in quel territorio 18%

il coinvolgimento da parte di un partner

straniero 17%

Totale

citazioni La motivazione principale

il minor costo dei fattori (materie prime,

energia, lavoro, ecc,) 16%

l'integrazione verticale della filiera 16%

l'adeguamento alle scelte di altre imprese 14%

l'accesso a nuove conoscenze o a

competenze tecniche specializzate 13%

i minori problemi di regolamentazione 12%

l'accesso a finanziamenti pubblici e privati 11%

Totale

citazioni

su decisione

dell’IMPRENDITORE

I decisori del processo di internazionalizzazione

su decisione del

MANAGEMENT

su indicazioni di

CONSULENTI

su indicazioni di

ASSOCIAZIONI DI CATEGORIA, CAMERE DI

COMMERCIO

Il PROCESSO DECISIONALE è avvenuto

Base: totale campione, risposte multiple (massimo tre risposte complessive)

analisi di mercato

realizzate

internamente

all’azienda

indicazione di

consulenti

indicazione di

associazioni di

categoria, camere di

commercio

indicazione di

istituzioni

pubbliche

decisione

autonoma della

proprietà,

management

nel quadro di

programmi,

iniziative

promossi da enti,

istituzioni,

associazioni

50% 47% 34% 32% 22% 27%

la scelta delle aree GEO-ECONOMICHE si è basata su

69% 61% 42% 35%

I criteri di scelta delle nazioni in cui operare

Si sceglie di commercializzare

i propri prodotti dove:

sono (o si sono spostati per la delocalizzazione produttiva) i

propri clienti:

ad esempio, per i produttori di componentistica automotive, le nazioni

dove sono dislocati i siti produttivi delle case automobilistiche - per i

produttori di tecnologia per l’estrazione petrolifera, le nazioni produttrici

di petrolio

i mercati sono più dinamici

i competitor sono scarsamente presenti

Oppure:

a seguito di contatti presi con clienti esteri nelle fiere di

settore

su indicazione di consulenti che accompagnano nel processo

di internazionalizzazione

Si sceglie di produrre dove:

i costi di produzione sono più bassi

c’è più disponibilità di materia prima a minor prezzo

e, in misura minore, dove sono i clienti

In fase di workshop ci si è concentrati anche sul tipo di attività che si svolge nei paesi esteri distinguendo tra

commercializzazione e produzione.

Le aree geo-economiche in cui operano le aziende

75% Unione Europea

50% Paesi europei non Ue

14% Mediterraneo e Medio Oriente (fino ad Iran)

16% Africa Sub-Sahariana

32% America settentrionale (USA e Canada)

15% America latina

13% Asia

2% Oceania e Australia

Base: totale campione

mediamente le aziende operano su 4,8 Paesi

Cosa ha influenzato la scelta delle aree geo-economiche

dinamicità dei mercati

33%

numero di competitor presenti 24%

contatti con clienti esteri 32%

minori costi di produzione

18%

maggiore disponibilità di materie prime

18%

Base: totale campione, risposte multiple (massimo tre risposte complessive)

elevata domanda dei prodotti 44%

vicinanza del mercato 23%

assenza di barriere tariffarie

17%

assenza di barriere NON tariffarie

15%

In molti casi l’approccio ai mercati esteri

non è frutto di una meticolosa

pianificazione, ma procede affrontando

mano a mano i problemi che emergono.

Per le medie imprese andare all’estero non è

un’«impresa» semplice!

Le medie imprese sono realtà meno

strutturate delle grandi aziende e, sul fronte

dell’internazionalizzazione, possono contare

su professionalità mediamente meno

specializzate.

Le numerose difficoltà che le medie imprese incontrano nel processo di internazionalizzazione le

spingono a chiedere supporto ad enti più specializzati.

Le principali problematiche INTERNE nello sviluppo delle attività all’estero

le risorse

finanziarie limitate 27%

la mancanza di personale con

le competenze necessarie 24%

la difficoltà di promozione,

comunicazione dell'azienda 22%

la mancanza di personale

disposto ad andare all'estero 21%

la dimensione

dell'impresa 21%

Totale

citazioni

la scarsa conoscenza

dei mercati 21%

l'impreparazione sulla

contrattualistica internazionale 21%

la difficoltà di definire un percorso

chiaro per l'internazionalizzazione 17%

la scarsa conoscenza

della lingua 17%

l'inadeguatezza degli

standard tecnologici 17%

Totale

citazioni

Base: totale campione, risposte multiple (massimo tre risposte complessive)

Le principali problematiche ESTERNE nello sviluppo delle attività all’estero

l'incertezza, l'instabilità dei mercati esteri 23%

la difficoltà nel selezionare i partner locali di

contatto/ intermediari 20%

la difficoltà di adeguamento alle normative dei

Paesi esteri 20%

l'insufficiente sostegno/supporto delle Istituzioni

Italiane 19%

la tutela dei brevetti/proprietà industriale 18%

l'insufficiente sostegno\supporto del sistema

bancario 17%

la scarsa conoscenza delle normative dei Paesi

esteri 17%

l'inadeguatezza dei servizi e delle infrastrutture

locali 16%

la scarsa preparazione del personale locale 15%

gli ostacoli linguistici, culturali 15%

l'inaffidabilità del partner straniero 14%

la difficoltà nell'accedere ai finanziamenti 14%

Base: totale campione, risposte multiple (massimo tre risposte complessive)

Totale

citazioni

Totale

citazioni

La normativa locale è un elemento di «complicazione» e di incertezza in vari ambiti

doganali

38%

amministrativo-

fiscali

32%

aspetti tecnici di

prodotto

28%

personale, come sicurezza e

previdenza

24%

Chiarire e risolvere questi aspetti richiede impegno di tempo ed energie e a volte implica qualche rischio, perché non si ha la

certezza di raggiungere una compliance legale perfetta.

La normativa è spesso complessa e diversa da nazione a nazione e attiene ad ambiti diversi, di seguito i

principali

Le azioni intraprese per superare le difficoltà

ha dovuto inserire nuovo personale specializzato

in azienda 25%

ha diversificato il rischio operando in più mercati

di sbocco 22%

ha effettuato investimenti in innovazione

tecnologica/digital 22%

ha creato delle filiere/sinergie per migliorare la

capacità di vendita 21%

ha investito in comunicazione 20%

ha richiesto finanziamenti a banche/Istituzioni 18%

si è rivolta a Camere di Commercio italiane

all'estero 17%

ha aumentato la dimensione aziendale 17%

si è aggregata ad altre aziende (rete di imprese,

consorzi, joint venture,...) 16%

ha inserito soci esteri all'interno dell'azienda 14%

si è rivolta ad Ambasciate e\o Consolati italiani

all'estero 14%

si è rivolta ad Uffici ICE all'estero 12%

Il 90% delle aziende ha intrapreso

più di un’azione

Base: totale campione, risposte multiple (massimo tre risposte complessive)

Totale

citazioni Totale

citazioni

Gli Enti a sostegno del processo di

internazionalizzazione

Notorietà e utilizzo degli Enti

72% Banche\Istituti di credito 48%

70% Confindustria\Associazioni industriali 46%

67% Camere di Commercio italiane all’estero 46%

65% Enti fiera 45%

64% Sistema delle CCIAA (Camere di commercio)\Aziende speciali di promozione\ Unioncamere 40%

61% Società di consulenza\Studi legali\Dottori commercialisti 41%

60% Cassa Depositi e Prestiti 33%

58% Ministero degli Affari esteri e della Cooperazione Internazionale\Ambasciate e Consolati italiani

nel mondo 36%

56% Agenzia ICE (agenzia per la promozione all’estero) 39%

56% Consorzi export 37%

53% SACE (servizi assicurativi del commercio estero) 32%

50% Enti regionali di promozione\Sportelli regionali per l’internazionalizzazione delle imprese 34%

46% SIMEST (società italiana per le imprese all’estero) 32%

Notorietà

Il 90,1% delle imprese

intervistate conosce

almeno un ente

L’84,1% delle

imprese intervistate

ha utilizzato almeno

un ente

Base: totale campione

Utilizzo Base: totale campione

media Enti utilizzati

5

La tipologia di servizi per l’internazionalizzazione utilizzati Base: imprese che hanno fatto ricorso ad almeno un ente/istituzione (339 casi, 84,1% del totale campione

consulenza in materia

doganale

consulenza finanziaria e

assicurativa

consulenza sulla

contrattualistica

internazionale

assicurazione crediti, pagamenti,

accesso ai finanziamenti

supporto per la ricerca di partner

commerciali, industriali

servizi informativi e analisi di

mercato

organizzazione di missioni,

manifestazioni all'estero

assistenza nella

partecipazione alle gare

d'appalto

supporto nella

registrazione di marchi e

brevetti

supporto nella ricerca e

gestione di personale

formazione manageriale

specializzata sui temi

dell'internazionalizzazione

organizzazione di

incontri b2b

orientamento sulle opportunità di

investimento, gare d'appalto, early

warning

66% 66% 63% 59% 58%

57% 56% 54% 53% 53%

52% 50% 50%

n. medio servizi utilizzati

7

L’utilizzo del MAECI: in quali fasi del percorso di internazionalizzazione Base: imprese che hanno fatto ricorso al MAECI (146 casi, 36,2% del totale campione)

Il 36% delle medie imprese intervistate ha fatto ricorso al MAECI

nella fase di

SELEZIONE DEL MERCATO

nella fase di

INGRESSO AL MERCATO

nella fase di CONSOLIDAMENTO

della presenza NEL MERCATO

in presenza di SITUAZIONI DI

CRITICITÀ

52% 58% 49% 52%

I servizi per l’internazionalizzazione richiesti al MAECI

36% delle imprese intervistate ha fatto ricorso al MAECI

79% 77% 76% 75% 75% 73%

Consulenza sul quadro

economico, politico,

normativo dei mercati

Assistenza nella

partecipazione alle

gare d’appalto

Informazioni sulle

gare d’appalto\ early

warning

Assistenza

e supporto per

contenziosi con partner

locali

Servizi informativi e di

orientamento ai

mercati

Organizzazione di

contatti e incontri con

autorità locali

Base: imprese che hanno fatto ricorso al MAECI (146 casi, 36,2% del totale campione)

5 i servizi richiesti in media

Giudizio sul servizio offerto dal MAECI

Il 36% delle imprese intervistate ha fatto ricorso al MAECI

82%

84%

81%

84%

77% 77%

Giu

diz

io o

ttim

o o

buono

Base: imprese che hanno fatto ricorso al MAECI (146 casi, 36% del totale campione)

utilità del servizio affidabilità risposta

completezza servizio

accuratezza riscontro

tempestività risposta facilità accesso canali

Ambasciata/Consolato

92% molto + abbastanza utile

Key points

Il Ministero degli Affari Esteri e della

Cooperazione internazionale sebbene sia

utilizzato da poco più di un terzo delle

aziende, ha un profilo molto positivo presso

il segmento di aziende che lo ha utilizzato. 9

su 10 delle imprese intervistate e che si sono

rivolte al Ministero lo hanno giudicato utile.

In Italia ci sono circa 24.000

medie imprese. 10.000 esportano

realizzando il 30% dell’export

italiano.

Le imprese che si sono aperte ai mercati esteri

hanno reagito meglio al calo della domanda

interna degli ultimi anni. 1 2

3 4

I dati dell’indagine confermano la richiesta,

avanzata dalle imprese, di maggiore vicinanza e

supporto da parte del Ministero degli Affari Esteri

e della Cooperazione Internazionale

nell’affrontare temi complessi come quello

dell’internazionalizzazione

Grazie Vilma Scarpino

doxa.it