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Committente MANNARI snc di Mannari Francesco & C Via del Lavoro, 48 57021 – Fraz. Venturina Campiglia Marittima (LI) Studio incaricato SOLUZIONE AMBIENTE S.r.l. Via A. Grandi, 2 50023 Tavarnuzze – Impruneta (FI) Autorità competente PROVINCIA DI LIVORNO 2° Dipartimento Ambiente e Territorio Via G.Galilei 40 c/o Palazzo Gherardesca 57122 Livorno Procedure autorizzative Verifica di assoggettabilità a VIA ai sensi art. 48 LRT 10/2010 Oggetto IMPIANTO MOBILE RECUPERO RIFIUTI INERTI NON PERICOLOSI DA COSTRUZIONE E DEMOLIZIONE Campagna di attività da effettuarsi in prossimità di SP PortoferraioProcchio angolo SP Anello occidentale, loc. Procchio, Marciana (LI) STUDIO PRELIMINARE AMBIENTALE 21/10/2013 Dott. Stefano Maci Il Rappresentante Elena Mannari

MANNARI snc di Mannari Francesco C AMBIENTE · 2014. 3. 17. · Committente MANNARI snc di Mannari Francesco & C Via del Lavoro, 48 57021 – Fraz. Venturina Campiglia Marittima (LI)

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  • Committente  

    MANNARI snc di Mannari Francesco & C  

    Via del Lavoro, 4857021 – Fraz. VenturinaCampiglia Marittima (LI)

     Studio incaricato 

    SOLUZIONE AMBIENTE S.r.l. 

      Via A. Grandi, 250023 ‐ Tavarnuzze – Impruneta (FI)

    Autorità competente 

    PROVINCIA DI LIVORNO 2° Dipartimento  ‐ Ambiente e Territorio 

     

    Via G.Galilei 40 c/o Palazzo Gherardesca

    57122 Livorno

    Procedure autorizzative 

    Verifica di assoggettabilità a VIA ai sensi art. 48 LRT 10/2010   

    Oggetto 

     IMPIANTO MOBILE RECUPERO RIFIUTI INERTI NON PERICOLOSI DA COSTRUZIONE E DEMOLIZIONE Campagna di attività da effettuarsi in prossimità di SP Portoferraio‐Procchio angolo SP Anello occidentale, loc. Procchio, Marciana (LI) 

    STUDIO PRELIMINARE AMBIENTALE   21/10/2013 

     

       

     

    Dott. Stefano Maci 

     

    Il Rappresentante Elena Mannari  

  • SOCIETA’ MANNARI SNC – VERIFICA DI ASSOGGETTABILITÀ art. 48 LRT 10/2010 Studio Preliminare Ambientale

    1 21/10/2013 0.0 Dott. Stefano Maci Dott. Filippo Grifoni DATA REV REDATTO VERIFICATO

    INDICE 

    1.  PREMESSA ........................................................................................................ 3 

    2.  NORMATIVA SUI RIFIUTI ................................................................................... 5 

    3.  INQUADRAMENTO TERRITORIALE/CATASTALE ................................................. 5 

    4.  QUADRO DI RIFERIMENTO DELLA PIANIFICAZIONE ESISTENTE E DEI VINCOLI ... 7 

    4.1.  PIANO DI GESTIONE DEI RIFIUTI SPECIALI ANCHE PERICOLOSI ........................................... 8 

    4.2.  PIANO DI ASSETTO IDROGEOLOGICO DELL’AUTORITÀ DI BACINO COSTA .......................... 9 

    4.3.  PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO DELLA PROVINCIA DI LIVORNO ................... 11 

    4.4.  PIANO REGOLATORE GENERALE DEL COMUNE DI MARCIANA ......................................... 12 

    4.5.  PIANO DI CLASSIFICAZIONE ACUSTICA ............................................................................ 14 

    5.  DESCRIZIONE ATTIVITA’ DI RECUPERO ............................................................ 17 

    6.  TIPOLOGIA, QUANTITATIVI DEI RIFIUTI TRATTATI, DURATA DELLA CAMPAGNA18 

    7.  CARATTERISTICHE TECNICHE IMPIANTO MOBILE ............................................ 20 

    8.  UBICAZIONE DELL’IMPIANTO MOBILE ............................................................. 25 

    9.  QUADRO DEGLI IMPATTI AMBIENTALI ............................................................ 25 

    9.1.  EMISSIONI ATMOSFERICHE ............................................................................................. 25 

    9.2.  RUMORE ........................................................................................................................ 26 

    9.2.1.  Quadro generale ........................................................................................................ 26 

    9.2.2.  Stato attuale ................................................................................................................ 27 

    9.2.3.  Valutazione previsionale ............................................................................................ 29 

    9.3.  SCARICHI IDRICI ‐ INTERAZIONE CON LE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE ............... 32 

    9.4.  PRODUZIONE DI RIFIUTI – INTERAZIONE CON SUOLO E SOTTOSUOLO ............................. 32 

    9.5.  CONSUMO DI MATERIE PRIME ED ENERGIA .................................................................... 33 

    9.6.  FLORA E FAUNA .............................................................................................................. 34 

    10.  MISURE DI MITIGAZIONE DEGLI IMPATTI AMBIENTALI ................................... 34 

    10.1.  RUMORE ........................................................................................................................ 34 

    10.2.  POLVERI ......................................................................................................................... 35 

    11.  ANALISI DELLE ALTERNATIVE .......................................................................... 36 

    12.  MONITORAGGI ............................................................................................... 37 

    12.1.  MATERIALI DI RECUPERO PRODOTTI – CRITERI PRESTAZIONALI ...................................... 37 

    12.2.  AMBIENTE ATMOSFERICO .............................................................................................. 37 

  • SOCIETA’ MANNARI SNC – VERIFICA DI ASSOGGETTABILITÀ art. 48 LRT 10/2010 Studio Preliminare Ambientale

    2 21/10/2013 0.0 Dott. Stefano Maci Dott. Filippo Grifoni DATA REV REDATTO VERIFICATO

    12.3.  AMBIENTE IDRICO, SUOLO E SOTTOSUOLO ..................................................................... 37 

    12.4.  FLORA E FAUNA .............................................................................................................. 38 

    13.  CONCLUSIONI ................................................................................................. 38 

    1.

  • SOCIETA’ MANNARI SNC – VERIFICA DI ASSOGGETTABILITÀ art. 48 LRT 10/2010 Studio Preliminare Ambientale

    3 21/10/2013 0.0 Dott. Stefano Maci Dott. Filippo Grifoni DATA REV REDATTO VERIFICATO

    PREMESSA 

    Per lo svolgimento di singole campagne di attività per impianti mobili per il recupero di rifiuti

    inerti non pericolosi (R5), accanto all’autorizzazione generale alla gestione dell’impianto

    mobile ottenuta ai sensi dell’art. 208 del D.Lgs. 152/2006 e s.m.i., è necessario, almeno 60 gg

    prima dell’installazione dell’impianto, inviare una comunicazione all’ente competente che

    contenga le specifiche dettagliate relative alla campagna di attività.

    Prima della presentazione della comunicazione della campagna di attività mobile ai sensi

    dell’art. 208 comma 15 del D.Lgs. 152/2006 e s.m.i. si rende necessaria la procedura di

    verifica di assoggettabilità alla Valutazione di Impatto Ambientale, ai sensi dell’art. 48 della

    L.R. 10/2010 e dell’art. 20 del D.Lgs. 152/2006 e s.m.i., in quanto l’impianto suddetto rientra

    nelle fattispecie elencate nell’Allegato B2 della L.R. 10/2010, in particolare: “bl) Impianti di

    smaltimento e recupero di rifiuti non pericolosi, con capacità complessiva superiore alle 10

    t/gg, mediante operazioni di cui all’Allegato C, lettere da R1 a R9, della parte quarta del

    decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152.”.

    La presente relazione è redatta allo scopo di fornire un unico documento più facilmente

    confrontabile con i contenuti della procedura di verifica richiamati nell’art 48 commi 1 e 2

    della L.R. 10/2010, che contenga tutte le informazioni necessarie alla verifica della coerenza

    con la pianificazione territoriale, alla descrizione delle attività di impianto previste e di tutti gli

    elementi necessari a valutare gli impatti ambientali delle attività stesse, le opere di

    mitigazione, le alternative, ecc.

    L’area oggetto dell’intervento si trova nel Comune di Marciana (LI), frazione di Procchio, ed

    è costituita da un’area parzialmente edificata posta lungo la SP Portoferraio-Procchio,

    angolo SP Anello Occidentale, di proprietà della Società Giusti Marcello Srl (v. Allegato 7), nel

    quale è presente un fabbricato, costituito dalle fondazioni e da alcune strutture in cemento

    armato fuori terra, che secondo le previsioni del Piano di Fabbricazione del Comune di

    Marciana e di tutti i successivi atti pianificazione e concessione avrebbe dovuto costituire il

    “Centro Servizi” della frazione di Procchio.

    A seguito di interventi dell’Autorità Giudiziaria e del conseguente annullamento in autotutela,

    da parte del Comune, di tutti gli atti pregressi a partire dalla delibera di adozione del piano

    attuativo di lottizzazione di iniziativa pubblica, in data 11/02/2013 è stato siglato tra il Comune

    di Marciana, la regione Toscana e la società Giusti Marcello Srl (proprietaria del lotto) un

    accordo (Allegato 1) che prevede la demolizione delle opere fuori terra e di parte delle

    opere di fondazione al fine di ripristinare un’area verde in depressione per consentire

    l’incanalamento delle acque piovane; infatti la parte interessata dalla demolizione delle

  • SOCIETA’ MANNARI SNC – VERIFICA DI ASSOGGETTABILITÀ art. 48 LRT 10/2010 Studio Preliminare Ambientale

    4 21/10/2013 0.0 Dott. Stefano Maci Dott. Filippo Grifoni DATA REV REDATTO VERIFICATO

    opere di fondazione verrà ceduta gratuitamente al Genio Civile per la realizzazione

    dell'alveo del canale che dalla Provinciale Procchio - Marciana Marina scende fino al mare,

    col fine di mettere in sicurezza idraulica l’area, sulla base di un progetto approvato

    dall’Autorità di Bacino per una vasta parte della frazione di Procchio.

    La società Giusti Marcello srl ha dato in appalto alla società Giusti per l’Edilizia SpA

    l’esecuzione dei lavori di demolizione. A sua volta la società Giusti Costruzioni SpA ha ricevuto

    in sub-appalto da parte della società Giusti per l’Edilizia SpA incarico di provvedere alla

    demolizione delle opere insistenti nell’area e, dietro assenso della proprietà (Allegato 2), ha

    dato incarico alla Mannari Snc di effettuare la campagna di recupero a mezzo di impianto

    mobile (Allegato 3).

    Il progetto prevede, successivamente al completamento della demolizione, la realizzazione

    di nuovi edifici su parte della superficie interessata dalla demolizione delle opere fuori terra, a

    distanza di rispetto dall’alveo del canale, sulla base di un nuovo Piano Attuativo da adottare

    ed approvare.

    Pertanto si prospetta la necessità di disporre di aggregati inerti da utilizzare per la

    realizzazione di sottofondi di riempimento su cui porre in opera uno strato di pavimentazione

    in calcestruzzo (vedere tavola di progetto allegata: Tav. 3). Tale necessità di aggregati inerti

    potrà essere soddisfatta tramite il recupero dei materiali inerti derivanti dalla demolizione per

    mezzo dell’impianto mobile in oggetto, che permetterà di riutilizzarli in situ previa verifica dei

    requisiti prestazionali richiamati dall’All. 3 del DM 05/02/98 e dalla Circolare del Ministero

    dell’Ambiente n. UL/5205/2005 del 15/07/05 e smi.

    La campagna di attività mobile consisterà pertanto nel trattamento del materiale prodotto

    dalla demolizione di manufatti in cemento armato (prevalentemente CER 170101) mediante

    vagliatura, separazione delle frazioni metalliche residue e/o delle frazioni indesiderate,

    macinazione e selezione granulometrica, da cui risultano tre categorie merceologiche ben

    precise:

    1. Frazioni inerti a matrice cementizia di specifica granulometria utilizzabili come materie

    prime secondarie;

    2. Rifiuti costituiti da materiali ferrosi ed altri materiali non preventivabili;

    3. Eventuali frazioni inerti miste, derivanti dalla presa di eventuali materiali misti presenti

    sotto i solai di cemento da demolire, utilizzabili come al punto 1.

    L’attività di recupero di rifiuti non pericolosi svolta dall’impianto mobile sarà pertanto quella

    indicata, nell’allegato C alla parte IV del D.Lgs 152/06 e smi, dalla codifica R5

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    5 21/10/2013 0.0 Dott. Stefano Maci Dott. Filippo Grifoni DATA REV REDATTO VERIFICATO

    “riciclo/recupero di altre sostanze inorganiche”, da autorizzarsi ai sensi dell’art 208 del D.Lgs

    152/06 e smi.

    La campagna di attività mobile per il recupero di rifiuti inerti non pericolosi di cui all’oggetto

    sarà realizzata per mezzo dell’impianto mobile di frantumazione modello REV UFS 100/AI

    matr. 10215 a cui verrà affiancata una unità di vagliatura REV US 30/A2 matr. 10216, entrambi

    prodotti dalla REV Srl e di proprietà della Mannari snc, autorizzati con Atto Dirigenziale della

    Provincia di Livorno n. 131 del 01/10/2010 (V. Allegato 5).

    La Mannari snc è inoltre dotata di certificazione ISO 9001:2008, ISO 14001:2004 e BS OHSAS

    18001:2007 (Allegato 8).

    2. NORMATIVA SUI RIFIUTI 

    Riferimenti normativi principali per quanto riguarda la gestione dei rifiuti:

    - D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152 e successive modifiche e integrazioni – parte IV

    - D.M. Ambiente 5 febbraio 1998 – Individuazione dei rifiuti non pericolosi sottoposti alla

    procedura semplificata di recupero, ai sensi degli articoli 31 e 33 del D.Lgs. 5 febbraio

    1997, n. 22 (come modificato dal D.M. 5 aprile 2006). In particolare esso rappresenta il

    riferimento giuridico di definizione dei criteri ambientali e prestazionali che

    determinano la cessazione della qualifica di rifiuto per i materiali inerti recuperati.

    - L.R. 18 maggio 1998, n. 25 - Norme per la gestione dei rifiuti e la bonifica dei siti

    inquinati;

    - D.P.G.R. 25 febbraio 2004, n. 14/R - Regolamento regionale di attuazione ai sensi della

    lettera e), comma 1, dell’articolo 5 della legge regionale regionale 18 maggio 1998,

    n. 25 (Norme per la gestione dei rifiuti e la bonifica dei siti inquinati), contenente

    norme tecniche e procedurali per l’esercizio delle funzioni amministrative e di

    controllo attribuite agli enti locali nelle materie della gestione dei rifiuti e delle

    bonifiche.

    3. INQUADRAMENTO TERRITORIALE/CATASTALE 

    L’area nella quale verrà ubicato l’impianto mobile ed effettuata la lavorazione è ricompresa

    nel cantiere di demolizione di un’area parzialmente edificata ubicata nel territorio del

    Comune di Marciana (LI), più precisamente nell’abitato della frazione di Procchio. L’area è

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    6 21/10/2013 0.0 Dott. Stefano Maci Dott. Filippo Grifoni DATA REV REDATTO VERIFICATO

    circondata in prevalenza da aree residenziali e provviste di strutture ricettivo-turistico; è

    delimitata a Nord da un breve tratto della SP Portoferraio-Procchio, ad Ovest da una struttura

    alberghiera, ad Est è separata da un parcheggio da un tratto della SP Anello Occidentale, a

    Sud dalla Strada Vicinale della pineta. L’area del cantiere, di proprietà della società GIUSTI

    MARCELLO Srl (v. visura catastale Allegato 7) e di superficie complessiva pari a circa 5800 m2,

    è individuabile nel foglio n. 328030 in scala 1:10.000 della Carta Tecnica Regionale (V. Tav. 1

    Inquadramento). Il sito è altresì identificabile al Catasto Terreni del Comune di Marciana nel

    Foglio 45, particelle:148, 150, 151, 153, 155, 208, 211, 546, 547, 680, 702, 988, 996, 998, 1000,

    1002, 1132, 1135, 1142, 1144, 1146, 1184, 1185, 1186, 1187, 1188, 1189. L’area di cantiere è

    delimitata da recinzione esterna metallica integrata da rete in plastica.

    Figura 1. Mappa catastale con indicazione dell’ubicazione dell’area di progetto

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    7 21/10/2013 0.0 Dott. Stefano Maci Dott. Filippo Grifoni DATA REV REDATTO VERIFICATO

    Figura 2. Vista aerea dell’area di progetto pre-demolizione (estratto da Google Earth)

    4. QUADRO DI RIFERIMENTO DELLA PIANIFICAZIONE ESISTENTE E DEI VINCOLI 

    Di seguito sono riportati gli elementi riassuntivi dei principali atti di pianificazione ambientale e

    territoriale connessi con l’opera e con la definizione e la caratterizzazione dell’ambito di

    riferimento:

     

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    8 21/10/2013 0.0 Dott. Stefano Maci Dott. Filippo Grifoni DATA REV REDATTO VERIFICATO

    - Piano di Gestione dei Rifiuti Speciali anche Pericolosi (Provincia di Livorno);

    - Piano di Assetto Idrogeologico dell’Autorità di Bacino Costa;

    - Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Livorno;

    - Piano strutturale del Comune di Marciana;

    4.1. PIANO DI GESTIONE DEI RIFIUTI SPECIALI ANCHE PERICOLOSI Sulla base dei criteri generali suggeriti dal Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti, secondo

    stralcio, relativo ai rifiuti speciali anche pericolosi, approvato con DGRT n. 385/21.12.1999 in

    attuazione dell’art. 9, c.1 della L.R. 25/98 “Norme per la gestione dei rifiuti e la bonifica delle

    aree inquinate”, la Provincia di Livorno ha approvato con D.C.P. n. 51 del 25/03/2004 il

    vigente Piano di Gestione dei Rifiuti Speciali anche Pericolosi (è attualmente in corso di

    approvazione il futuro Piano Interprovinciale di gestione dei rifiuti dell’Ato Toscana Costa, per

    il quale la Provincia di Pisa ha avviato la procedura di VAS con delibera della G.P. n. 168 del

    13.7.2011).

    Nello specifico il Volume 3 - parte quarta del Piano fa espresso riferimento ai rifiuti inerti da

    attività di costruzione e demolizione. Si richiamano alcuni punti estratti dalle premesse relativi

    alle finalità espresse in materia dalla legislazione nazionale e regionale che mirano ad

    incentivare:

    - un razionale utilizzo dei materiali inerti, in base alle loro destinazioni e specifiche d'uso,

    al fine di prevenire la produzione dei rifiuti;

    - la diffusione degli impianti di riciclaggio dei rifiuti inerti;

    - la crescita del mercato dei materiali inerti riciclati anche mediante la loro disponibilità

    presso le strutture di vendita di materiali per edilizia;

    - la certificazione delle caratteristiche prestazionali dei materiali inerti provenienti dal

    riciclaggio dei rifiuti da parte degli Istituti abilitati;

    - l’eliminazione dai capitolati di appalto di clausole ostative all’uso dei materiali riciclati

    e la promozione del loro impiego da parte della Pubblica Amministrazione;

    - l'intensificazione di controlli mirati a contrastare l'illegalità nella gestione dei rifiuti ed

    inibire l'utilizzo non autorizzato del cosiddetto "tal quale";

    - il monitoraggio del flusso di rifiuti generato dalla attività di costruzione e demolizione;

    - la promozione delle attività di ricerca e sviluppo in materia di: prevenzione e

    riciclaggio dei rifiuti; sviluppo di standard qualitativi delle MPS derivanti dai rifiuti inerti;

    nuove destinazioni d'uso dei materiali riciclati.

    Nei paragrafi seguenti questa parte del Piano si sofferma sul principio, già espresso nella

    normativa e negli atti di pianificazione regionale nell’ambito dei rifiuti, per il quale deve

  • SOCIETA’ MANNARI SNC – VERIFICA DI ASSOGGETTABILITÀ art. 48 LRT 10/2010 Studio Preliminare Ambientale

    9 21/10/2013 0.0 Dott. Stefano Maci Dott. Filippo Grifoni DATA REV REDATTO VERIFICATO

    essere incentivato, sia per la realizzazione di opere pubbliche che private, l’utilizzo di materiali

    da costruzione o da riempimento derivanti dal recupero/riciclo dei rifiuti inerti non pericolosi,

    purchè siano trattati in impianti, fissi o mobili, dotati delle tecnologie idonee ad assicurarne la

    macinazione, la vagliatura, la selezione granulometrica, la separazione delle frazioni

    indesiderate, quali plastiche, metalli e simili. Sempre qui viene evidenziato che i materiali

    proveniente da attività di recuperi di rifuti inerti sono esclusi dall’applicazione della normativa

    sui rifiuti e dall’osservanza degli obblighi imposti, esclusivamente qualora al termine del

    processo di recupero, presentino caratteristiche conformi a quanto previsto dall’allegato 3

    del D.M. 5/2/1998 (come modificato dal DM 186/2006).

    La campagna di recupero di rifiuti inerti da demolizione oggetto della presente relazione

    risulta pertanto perfettamente coerente con la pianificazione territoriale relativa alla gestione

    dei rifiuti speciali.

    4.2. PIANO DI ASSETTO IDROGEOLOGICO DELL’AUTORITÀ DI BACINO COSTA  Il piano di Assetto Idrogeologico del Bacino Toscana Costa è stato adottato per ciò che

    concerneva le misure di salvaguardia con delibera G.R. N.831 del 23 luglio 2001;

    successivamente la delibera G.R. N.1330 del 20 dicembre 2004 adottava totalmente il Piano

    di Assetto Idrogeologico che con atto di delibera del Consiglio Regionale N.13 del 25

    gennaio 2005 ne approvava i contenuti.

    Dall’analisi della Carta di Tutela del Territorio del Piano di Assetto idrogeologico del Bacino

    Toscana Costa (Tav n. 44), si evince che l’area oggetto di studio è inserita nel dominio

    idraulico ed è inclusa nelle aree classificate a pericolosità idraulica molto elevata, mentre

    non è interessata da pericolosità geomorfologica nè elevata né tantomeno molto elevata.

    Il Piano degli Interventi Strutturali del PAI prevede inoltre l’individuazione di alcuni

    macroobiettivi per ognuno degli ambiti idrografici omogenei individuati dal PAI. In

    particolare, l’area in esame è compresa nell’ambito “XI - Bacini dell’Arcipelago”.

    Come si evince dalla Carta degli Interventi Strutturali, il PAI prevede per l’area in oggetto

    interventi riconducibili al macroobiettivo D “Salvaguardia dei centri abitati e delle

    infrastrutture a rete – punto D1 – Salvaguardia dei centri abitati e delle infrastrutture a rete

    con interventi estensivi per il contenimento in alveo delle acque di piena al fine di

    proteggere le infrastrutture di trasporto di rilevanza strategica, aree urbane, insediamenti

    produttivi e servizi di distribuzione a rete (XI.106* bacino del Guardalone).

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    10 21/10/2013 0.0 Dott. Stefano Maci Dott. Filippo Grifoni DATA REV REDATTO VERIFICATO

    Alla luce di quanto sopra ed al fine di dare soluzione alle problematiche idrauliche che

    hanno interessato l’area durante il recente passato, in data 13/06/2012 è intervenuto tra la

    Regione Toscana, la Provincia di Livorno ed il Comune di Marciana l’”Accordo per

    l’attuazione di interventi mirati alla riduzione del rischio idraulico in Loc. Procchio in Comune

    di Marciana”, che prevede la completa realizzazione delle opere di messa in sicurezza

    idraulica di una vasta parte della frazione di Procchio, in cui è compresa l’area in oggetto

    destinata alla realizzazione del “Centro Servizi”, secondo il programma ed i progetti assunti in

    conformità con il PAI e valutati positivamente dall’Autorità di Bacino.

    E’ per la realizzazione di tali interventi di pubblica utilità, e quindi per ridurre la pericolosità

    idraulica dell’area, che si è resa necessaria la demolizione delle opere parzialmente

    Area di progetto

    Figura 3. Carta di Tutela del Territorio del PAI del Bacino Toscana Costa (Tav n. 44)

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    11 21/10/2013 0.0 Dott. Stefano Maci Dott. Filippo Grifoni DATA REV REDATTO VERIFICATO

    realizzate che insistono sull’area in oggetto, come previsto dall’accordo intercorso tra la

    proprietà, il Comune di Marciana e la Regione Toscana (Allegato 1), in cui si inserisce la

    campagna di attività mobile per il recupero dei rifiuti inerti prodotti dalla demolizione,

    finalizzato al loro riutilizzo in situ, per la quale si richiede Verifica di assoggettabilità a VIA.

    L’obiettivo della demolizione è infatti di realizzare, nella parte interessata dalla rimozione

    delle opere di fondazione, una striscia in depressione per consentire l’incanalamento delle

    acque piovane, ripristinando l'alveo del canale che dalla Provinciale Procchio - Marciana

    Marina scende fino al mare.

    4.3. PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO DELLA PROVINCIA DI LIVORNO Ai sensi e per gli effetti della Legge 17.8.1942, n.1150 e successive modificazioni ed

    integrazioni, e di quanto disposto dell’art. 17, comma 7, L.R. 03.01.2005 n.1 e successive

    modificazioni ed integrazioni, con la Deliberazione di Consiglio Provinciale n. 52 del

    25.03.2009 è avvenuta l’approvazione definitiva del Piano Territoriale di Coordinamento

    Provinciale.

    Il Piano Territoriale di Coordinamento è lo strumento di pianificazione per il governo delle

    risorse del territorio provinciale, per la loro tutela e per la loro valorizzazione. Il PTC, secondo

    quanto dispone la normativa regionale per il governo del territorio, individua le risorse e

    promuove comportamenti, azioni e sinergie per un percorso di sviluppo sostenibile.

    Il PTC è anche lo strumento grazie al quale la Provincia coordina e indirizza le politiche di

    settore e gli strumenti della programmazione provinciale e individua in quali ambiti territoriali

    vengono localizzati gli interventi di propria competenza.

    L’analisi della Cartografia tematica del Piano (v. tavola 2 Vincolistica) permette di affermare

    che il sito in oggetto ricade completamente in ambito insediativo, non coinvolgendo

    minimamente ambiti territoriali con significativi caratteri di naturalità e biopermeabilità, così

    come emergenze di interesse geo-morfologico e di interesse floro-faunistico, nè elementi di

    interesse storico-culturale con cui le attività della campagna mobile in esame possano

    interferire in alcun modo. L’area di progetto risulta inoltre esterno a ZPS (Zone di Protezione

    Speciale DIR 79/409/CEE), SIC (Siti di Importanza Comunitaria DIR 92/43/CEE) e SIR (Siti di

    Interesse Regionale).

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    12 21/10/2013 0.0 Dott. Stefano Maci Dott. Filippo Grifoni DATA REV REDATTO VERIFICATO

    4.4. PIANO REGOLATORE GENERALE DEL COMUNE DI MARCIANA Il piano regolatore generale comunale (P.R.G.) è costituito dal complesso degli atti di

    pianificazione territoriale con i quali il Comune disciplina l’utilizzazione e la trasformazione del

    territorio comunale e delle relative risorse.

    Il P.R.G. di Marciana è composto:

    a) dal Piano Strutturale, che definisce le indicazioni strategiche per il governo del territorio

    comunale al fine di garantire lo sviluppo sostenibile della comunità locale ed assicura

    l’adempimento delle finalità in materia di protezione delle bellezze naturali e di tutela delle

    zone di particolare interesse ambientale. Il P.S. contiene il Quadro Conoscitivo (Q.C.) delle

    risorse individuate dal P.T.C., individua i sistemi e i sub-sistemi territoriali, quali strumenti di

    indirizzo per il conseguimento degli obiettivi del governo del territorio e organizza il territorio

    del Comune di Marciana, suddividendolo in sei sistemi territoriali (sistema costiero, sistema

    dell'entroterra, sistema insediativo, sistema funzionale, sistema infrastrutturale e sistema dei

    servizi). Ogni sistema è articolato in sub-sistemi e in unità territoriali organiche elementari

    (UTOE), così come indicato dalla L.R. 5/95 art. 24, III comma, lett. b), che sono disciplinati da

    prescrizioni, criteri e parametri cui si deve conformare la parte gestionale del P.R.G.

    L’attuazione delle previsioni programmatiche contenute nel P.S. è, infatti, sostanziata nella

    definizione progettuale di ogni singola UTOE, in sede di Regolamento Urbanistico.

    b) dal Regolamento Urbanistico, strumento che disciplina gli insediamenti esistenti sull’intero

    territorio. Il R.U. contiene, tra l’altro, l’individuazione delle aree, interne al perimetro

    aggiornato dei centri abitati, sulle quali è possibile, indipendentemente da P.I.I., l’edificazione

    di completamento o di ampliamento degli edifici esistenti; l’individuazione delle aree

    destinate ad opere di urbanizzazione primaria e secondaria e l’individuazione delle aree per

    le quali, in rapporto alla loro complessità e rilevanza, si può intervenire solo mediante i piani

    attuativi.

    c) dal Programma Integrato d’Intervento, strumento facoltativo con il quale

    l’amministrazione comunale, in attuazione del Piano Strutturale, individua le trasformazione

    del territorio da attuare per il periodo corrispondente al proprio mandato amministrativo che

    per la loro rilevanza e complessità necessitano di una esecuzione programmata.

     

    Come è possibile osservare nella tav. 14 del P.S. “Subsistemi-UTOE”, l’area di progetto,

    facente parte dell’abitato della frazione di Procchio, appartiene al sub-sistema insediativo

    UTOE “1i-5) Procchio”.

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    13 21/10/2013 0.0 Dott. Stefano Maci Dott. Filippo Grifoni DATA REV REDATTO VERIFICATO

    La tav. 1 del P.S. “Quadro Conoscitivo PRG – Sistema dei Vincoli” mostra come l’area è

    soggetta a vincolo paesaggistico ai sensi del D.lgs 490/99 e rientra nei Vincoli Aree protette ai

    sensi della D.C.R. 296/88 Cat A (zone di valore paesaggistico ambientale a carattere

    estensivo), ma risulta comunque esterna al Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano (dal cui

    punto più vicino dista circa 350 m) ed ad altri parchi naturali, aree protette, zone di

    protezione speciale, zone di ripopolamento.

    Area di progetto Figura 4. Tav. 1 del Piano Strutturale: Quadro Conoscitivo – Sistema dei vincoli

    Sebbene l’area in oggetto sia descritta nella Carta tematica di P.S. Tav. 2 “Quadro

    Conoscitivo PRG - Sistema Territoriale - uso del suolo” come zona a “seminativo arborato”,

    tuttavia è identificata nella Variante Generale al Programma di Fabbricazione vigente come

    Sottozona B4, “Centro Servizi” lungo la Strada Provinciale Anello Occidentale, in Loc.

    Procchio (come confermato dalla Tav. 7 di P.S. “Quadro conoscitivo PRG – attuazione PdF

    vigente” e la Tav. 15 “Sistemi Funzionali”) ed è disciplinata dall’Art. 21 punto 9.4 delle Norme

    Tecniche di Attuazione.

    Come già anticipato, su tale area il vigente strumento urbanistico prevede tuttora la

    realizzazione del “Centro Servizi” di Procchio, oggetto della controversia citata in premessa.

    Non si riscontrano pertanto negli elementi del Piano Regolatore Generale del Comune di

    Marciana vincoli ed elementi ostativi alla realizzazione della campagna di attività mobile

    oggetto della presente relazione, anche in virtù della sua durata limitata nel tempo.

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    14 21/10/2013 0.0 Dott. Stefano Maci Dott. Filippo Grifoni DATA REV REDATTO VERIFICATO

    Area di progetto

    Figura 5. Tav. 7 del Piano Strutturale: Quadro conoscitivo – Attuazione del PdF vigente

    4.5. PIANO DI CLASSIFICAZIONE ACUSTICA La legislazione statale in materia di inquinamento acustico è regolamentata dalla Legge

    Quadro sull’inquinamento acustico del 26 ottobre 1995 n. 447, la quale stabilisce i principi

    fondamentali in materia di tutela dell’ambiente esterno e dell’ambiente abitativo. Per

    quanto riguarda i valori limite dell’inquinamento acustico negli ambienti esterni, la materia è

    disciplinata in ambito nazionale dai decreti attuativi della Legge Quadro; il DPCM 14/11/97

    “Determinazione dei valori limite delle sorgenti sonore” e il DM 11/12/96 “Applicazione del

    criterio differenziale per gli impianti a ciclo continuo” e il DM 16/03/98 “Tecniche di

    rilevamento e di misurazione dell’inquinamento acustico”.

    Il DPCM 14/11/97 fissa i limiti massimi accettabili nelle diverse aree territoriali e definisce, al

    contempo la suddivisione dei territori comunali in relazione alla destinazione d’uso e

    l’individuazione dei valori limiti ammissibili di rumorosità per ciascuna area, riprendendo in

    parte le classificazioni già introdotte dal DPCM 1/03/91.

    La Legge Quadro attribuisce ai Comuni la responsabilità di zonizzare il proprio territorio,

    secondo specifiche classi di destinazione d’uso, indicate nella seguente tabella:

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    15 21/10/2013 0.0 Dott. Stefano Maci Dott. Filippo Grifoni DATA REV REDATTO VERIFICATO

    CLASSE I – Aree particolarmente protette: rientrano in questa classe le aree nelle quali la

    quiete rappresenta un elemento base per la loro utilizzazione: aree ospedaliere, scolastiche,

    aree destinate al riposo e allo svago, aree residenziali rurali, aree di particolare interesse

    urbanistico, parchi pubblici ecc.

    CLASSE II – Aree destinate ad uso prevalentemente residenziale: rientrano in questa classe le

    aree urbane interessate prevalentemente da traffico veicolare locale, con bassa densità di

    popolazione, con limitata presenza di attività commerciali e assenza di attività artigianali.

    CLASSE III – Aree di tipo misto: rientrano in questa classe le aree urbane interessate da traffico

    veicolare locale o di attraversamento, con media densità di popolazione, con presenza di

    attività commerciali, uffici, con limitata presenza di attività artigianali e assenza di attività

    industriali; aree rurali interessate da attività che impiegano macchine operatrici.

    CLASSE IV - Aree di intensa attività umana: rientrano in questa classe le aree urbane

    interessate da intenso traffico veicolare, con alta densità di popolazione, con elevata

    presenza di attività commerciali e uffici, con presenza di attività artigianali; le aree in

    prossimità di strade di grande comunicazione e di linee ferroviarie; le aree portuali, le aree

    con limitata presenza di piccole industrie;

    CLASSE V - Aree prevalentemente industriali: rientrano in questa classe le aree interessate da

    insediamenti industriali e con scarsità di abitazioni.

    CLASSE VI - Aree esclusivamente industriali: rientrano in questa classe le aree esclusivamente

    interessate da attività industriali e prive di insediamenti abitativi.

    Tabella 1. Valori limite assoluti di immissione – leq in dB(A) – DPCM 14/11/97

    Secondo il Piano Comunale di Classificazione Acustica del Comune di Marciana ai sensi

    dell'Art. n. 5 della Legge Regionale n. 89 del 1.12.1998, si rileva che il sito interessato dalla

    campagna di attività mobile si colloca in un’area classificata nella classe III, ossia aree di tipo

    misto: rientrano in questa classe le aree urbane interessate da traffico veicolare locale o di

    attraversamento, con media densità di popolazione, con presenza di attività commerciali,

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    16 21/10/2013 0.0 Dott. Stefano Maci Dott. Filippo Grifoni DATA REV REDATTO VERIFICATO

    uffici, con limitata presenza di attività artigianali e con assenza di attività industriali; aree rurali

    interessate da attività che impiegano macchine operatrici .

    Sostanzialmente la maggior parte dei potenziali recettori sensibili nelle aree confinanti si trova

    inquadrato nella Classe III. il cui valore limite ai sensi della tabella C dell’allegato al DPCM

    14.11.1997 è di 60 dB(A) nel periodo diurno (in questa sede non si tiene in considerazione il

    periodo notturno in quanto non saranno esercitate lavorazioni in questo arco temporale).

    La restante parte dei recettori sensibili, collocati sul lato occidentale del sito in oggetto, al di

    là della strada provinciale e di un’area adibita a parcheggio, è collocata in un’area di

    Classe IV ossia aree di intensa attività umana: rientrano in questa classe le aree urbane

    interessate da intenso traffico veicolare, con alta densità di popolazione, con elevata

    presenza di attività commerciali e uffici, con presenza di attività artigianali; le aree in

    prossimità di strade di grande comunicazione e di linee ferroviarie; le aree portuali, le aree

    con limitata presenza di piccole industrie.

    Area di progetto

    Figura 6. Tavola XII Zonizzazione Acustica del territorio comunale

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    5. DESCRIZIONE ATTIVITA’ DI RECUPERO 

    Come brevemente descritto in premessa, l’area oggetto della presente relazione è

    caratterizzata dalla presenza di un fabbricato, costituito dalle fondazioni e da alcune

    strutture in cemento armato fuori terra, che secondo l’accordo intervenuto in data

    11/02/2013 tra il Comune di Marciana, la regione Toscana e la società Giusti Marcello Srl è

    stato e sarà interessato da attività di demolizione finalizzate a realizzare, nella parte

    interessata dalla rimozione delle opere di fondazione, un’area verde leggermente in

    depressione per consentire l’incanalamento delle acque piovane, ripristinando l'alveo del

    canale che dalla Provinciale Procchio - Marciana Marina scende fino al mare, col fine di

    mettere in sicurezza idraulica l’area.

    Il progetto prevede la realizzazione di nuovi fabbricati a distanza di rispetto dall’alveo del

    canale; propedeutica ad essa sarà la realizzazione di una massicciata di riempimento

    necessaria per la posa in opera di uno strato di pavimentazione in calcestruzzo (v. Tavola 3).

    Si prospetta quindi la necessità di aggregati inerti che potrà essere soddisfatta tramite il

    recupero in situ dei materiali inerti derivanti dalla demolizione per mezzo dell’impianto mobile

    in oggetto.

    Tale attività si configura come recupero di rifiuti speciali non pericolosi (codice R5

    dell’allegato C della parte IV del D.Lgs 152/2006) e può essere attuata mediante una

    campagna di attività autorizzata ai sensi dell’art. 208, comma 15 del D.lgs. 152/06, da

    realizzarsi tramite l’impianto mobile descritto in seguito.

    La campagna di attività sarà portata a termine per mezzo di un impianto mobile autorizzato,

    per il quale si intende richiedere, contestualmente alla presente istanza di verifica di

    assoggettabilità a VIA, l’autorizzazione riguardo l’intervento specifico presso l’Ufficio Rifiuti

    della Provincia di Livorno mediante apposita istanza.

    La campagna di attività permetterà il trattamento del materiale prodotto dalla demolizione

    mediante vagliatura, separazione delle frazioni metalliche residue e/o delle frazioni

    indesiderate, macinazione e selezione granulometrica, da cui risulteranno tre categorie

    merceologiche ben precise:

    1. Frazioni inerti a matrice cementizia di specifica granulometria utilizzabili come materie

    prime secondarie per l’edilizia, che verranno depositati temporaneamente in cumulo

    e successivamente destinate alla realizzazione di una massicciata;

    2. Rifiuti costituiti da materiali ferrosi;

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    18 21/10/2013 0.0 Dott. Stefano Maci Dott. Filippo Grifoni DATA REV REDATTO VERIFICATO

    3. Eventuali frazioni inerti miste, derivanti dalla presa di eventuali materiali misti presenti

    sotto i solai di cemento da demolire, utilizzabili come al punto 1.

    Le materie prime secondarie recuperate, rappresentate dalle frazioni inerti opportunamente

    triturate, deferrizzate e di granulometria selezionata, saranno utilizzate interamente in loco,

    per il riempimento delle aree in depressione risultanti dalla demolizione delle opere esistenti al

    fine di poter realizzare la massicciata propedeutica alla messa in posa di pavimentazione in

    calcestruzzo.

    I rifiuti inerti da trattare verranno movimentati tramite idonei mezzi cingolati e/o gommati e

    depositati temporaneamente in cumulo ubicato in prossimità dell’impianto mobile stesso.

    Successivamente alla cernita e rimozione di eventuali componenti ingombranti metalliche, lo

    stesso mezzo provvederà a prelevare dal cumulo il materiale da trattare e lo scaricherà nella

    tramoggia del frantoio.

    Il materiale recuperato, pronto al riutilizzo, potrà essere a sua volta depositato in cumuli, in

    attesa di essere movimentato tramite i mezzi meccanici per essere utilizzato come materiale

    di riempimento.

    Per quel che concerne i materiali prodotti dalla lavorazione, si specifica che non si

    prevedono tempi di stoccaggio del materiale lavorato molto superiori a quelli relativi al

    deposito di fine nastro nelle vicinanze della macchina; l’eventuale conservazione avverrà in

    cumuli separati per tipologie omogenee, mantenuti in condizioni di sicurezza per quel che

    concerne sia l’occupazione di spazi dedicati alle operazioni di manutenzione e carico

    dell’impianto mobile sia la conformazione dei cumuli stessi.

    Il riutilizzo del materiale ottenuto dalla lavorazione come materia prima seconda sarà

    subordinato alla verifica del rispetto delle caratteristiche prestazionali indicate nel DM

    05/02/1998. Nello specifico sarà subordinato all’effettuazione di un test di cessione ai sensi

    dell’All. 3 del DM 05/02/98 e delle prove prestazionali in linea a quanto disposto dall’All. C

    della Circolare del Ministero dell’Ambiente n. UL/5205/2005 del 15/07/05 e smi.

    La campagna di frantumazione sarà svolta da personale qualificato.

    6. TIPOLOGIA, QUANTITATIVI DEI RIFIUTI TRATTATI, DURATA DELLA CAMPAGNA 

    In base alla normativa di settore, i rifiuti si distinguono in tipologie sulla base della provenienza

    e delle forme di recupero. Nell’area individuata saranno recuperati esclusivamente rifiuti

    derivanti dall’attività di demolizione di parte delle opere fuori terra e di fondazione presenti

    nell’area.

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    19 21/10/2013 0.0 Dott. Stefano Maci Dott. Filippo Grifoni DATA REV REDATTO VERIFICATO

    Si tratta in sostanza di materiale inerte a matrice prevalentemente cementizia. Possono

    essere presenti inoltre eventuali piccole quantità di frazioni inerti miste, derivanti dalla presa di

    eventuali materiali ghiaiosi presenti sotto i solai di cemento demoliti. Eventuali frazioni

    metalliche, legno, plastica presenti nei manufatti demoliti saranno stati cerniti

    preventivamente ed allontanati presso impianti di recupero esterni mediante apposito

    formulario.

    Lo stato fisico dei rifiuti è solido non polverulento.

    I codici CER contemplati sono i seguenti:

    ‐ 170101 cemento

    ‐ 170107 miscugli o scorie di cemento, mattoni, mattonelle e ceramiche, diverse

    da quelle di cui alla voce 170106

    Si precisa che i rifiuti sono costituiti prevalentemente da materiali a matrice cementizia CER

    170101. La presenza di rifiuto CER 170107 può considerarsi occasionale e costituita da

    quantitativi minimi (stimabili nel 5%).

    Sulla base dei dati volumetrici del corpo di fabbrica è possibile stimare che dalle opere di

    demolizione risultino complessivamente 3.500 mc circa di materiali inerti, che tenuto conto di

    un fattore di conversione di 1,7 t/mc, corrispondono a circa 6000 t da trattare e recuperare

    mediante impianto mobile.

    Tutte le fasi di lavorazione (attività impianto mobile, movimentazioni e trasporti) saranno

    realizzate per cicli lavorativi di circa 8 ore, in periodo strettamente diurno, ad esclusione del

    sabato pomeriggio, delle domeniche e dei giorni festivi, indicativamente negli orari compresi

    tra le ore 9:00-13:00 e le ore 14:00-18:00. Considerate le caratteristiche dell’impiantistica

    utilizzata e valutando anche la velocità che un’operazione accurata di

    vagliatura/frantumazione può avere, si può prevedere una potenzialità di recupero da un

    minimo di 320 t/g (180 mc/g) a un massimo di 960 t/g (565 mc/g) (potenzialità massima della

    macchina) di materiale lavorato nel corso della campagna (valore medio 640 t/g (377

    mc/g). Possiamo pertanto stimare una durata massima della campagna sicuramente entro i

    20 gg lavorativi (considerando esclusi da tale conteggio i giorni in cui le eventuali condizioni

    meteorologiche o sopravvenuti guasti impediscano il normale utilizzo dell’impianto).

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    20 21/10/2013 0.0 Dott. Stefano Maci Dott. Filippo Grifoni DATA REV REDATTO VERIFICATO

    7. CARATTERISTICHE TECNICHE IMPIANTO MOBILE 

    Caratteristiche dell’impianto

    Verrà utilizzato un impianto mobile costituito da:

    - Unità di frantumazione modello REV UFS 100/AI matr. 10215;

    - Unità di vagliatura REV US 30/A2 matr. 10216

    fabbricato dalla REV Srl con sede in Pennabilli (PESARO), loc. Ponte Messa, via Marecchiese

    n. 66 ed autorizzato con Atto Dirigenziale della Provincia di Livorno n. 131 del 01/10/2010 (V.

    Allegato 5).

    Il macchinario è dotato di Dichiarazione di conformità rilasciata dalla casa costruttrice, dalla

    quale risulta che la macchina è conforme alla direttiva Macchine 89/392/CE e s.m.i.

    (Allegato 6), e rispetta tutti i requisiti essenziali e sanitari che la concernono.

    Capacità operativa

    La capacità massima di trattamento dell’impianto mobile in oggetto si attesta tra 40 e i 120

    t/h di materiale frantumato.

    Funzionamento e descrizione del processo

    Il ciclo tecnologico di recupero è composto dalle seguenti fasi interconnesse:

    - Posizionamento dell’impianto presso il sito di lavorazione;

    - Esame e preselezione manuale del materiale in ingresso da sottoporre al processo, al

    fine di eliminare le eventuali frazioni estranee indesiderate (legno, plastica, ferro in

    pezzatura ecc.);

    - Alimentazione dell’impianto mediante escavatore o motopala in tramoggia;

    - Frantumazione del materiale nel frantoio a mascelle;

    - Separazione dei materiali ferrosi tramite separatore magnetico installato a bordo. Il

    materiale ferroso viene separato dal materiali frantumato e raccolto in una zona

    posta lateralmente rispetto al macchinario;

    - Vagliatura finale del materiale frantumato e deferrizzato tramite un sistema di vagli in

    serie, con diametro decrescente. Il prodotto finale della vagliatura è costituito da

    diverse selezioni granulometriche che sono depositati dall’impianto separatamente

    tramite il nastro laterale di scarico e il nastro materiali fini.

    L’impianto è dotato di sistema di abbattimento delle polveri.

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    21 21/10/2013 0.0 Dott. Stefano Maci Dott. Filippo Grifoni DATA REV REDATTO VERIFICATO

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    25 21/10/2013 0.0 Dott. Stefano Maci Dott. Filippo Grifoni DATA REV REDATTO VERIFICATO

    8. UBICAZIONE DELL’IMPIANTO MOBILE 

    L’impianto mobile sarà ubicato all’interno dell’area del cantiere di demolizione, come

    indicato nella planimetria di progetto (v. Tav. 4). La tavola riporta anche un’indicazione della

    viabilità dei mezzi all’interno del cantiere.

    L’area sarà predisposta in modo da consentire una facile movimentazione dei macchinari. I

    cumuli di materiale lavorato potranno essere ubicati in prossimità della macchina, prima del

    loro riutilizzo in loco, in attesa che vengano portate a termine le analisi ambientali e

    prestazionali previste su un campione del materiale recuperato.

    9. QUADRO DEGLI IMPATTI AMBIENTALI 

    La tipologia di attività in oggetto ha sostanzialmente due tipologie di impatti significativi, che

    verranno trattati in maniera più approfondita, derivanti da:

    emissioni rumorose;

    emissioni polverulente.

    Altre tipologie di impatto, come quelli derivanti da scarichi idrici, produzione di rifiuti, consumi

    di energia, traffico, ecc. sono da considerarsi assenti o trascurabili, alla luce della natura e

    della temporaneità dell’intervento in oggetto.

    9.1. EMISSIONI ATMOSFERICHE Le emissioni in ambiente atmosferico possono essere di tipo localizzato o diffuso.

    L’impianto in oggetto non utilizza processi di trasformazione a caldo mediante combustione,

    né utilizza sistemi di convogliamento forzato dell’aria e quindi non genera emissioni puntuali.

    Tuttavia l’attività in oggetto è potenzialmente generante emissioni diffuse in atmosfera di tipo

    polverulento, che è necessario tenere in considerazione per valutarne l’impatto

    sull’ambiente e sui bersagli sensibili. Le potenziali cause di produzione e sollevamento di

    frazioni fini e polveri possono essere individuate come di seguito:

    la movimentazione dei materiali nelle fasi di stoccaggio e lavorazione;

    l’esposizione ai venti dei cumuli per lo stoccaggio di frazioni fini;

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    26 21/10/2013 0.0 Dott. Stefano Maci Dott. Filippo Grifoni DATA REV REDATTO VERIFICATO

    le attività dell’impianto mobile relative a carico, vagliatura, frantumazione e scarico

    dei materiali inerti da trattare.

    Gli impatti sull’ambiente delle attività in esame sono associati all’operatività dei seguenti

    macchinari:

    - 1 Impianto mobile di frantumazione/vagliatura

    - 2 pale gommate e/o escavatori cingolati.

    E’ opportuno evidenziare che l’area in cui insisterà l’impianto è ubicata in posizione

    distanziata da bersagli sensibili in un raggio di 25-100 m, quali residenze private, edifici

    pubblici, etc.

    Per completezza va inoltre tenuta in considerazione la produzione di emissioni di gas

    incombusti da motori a combustione interna dei mezzi e macchinari che operano nell’area.

    Tuttavia, tenuto conto che in adiacenza al cantiere nella direzione N e E passano la via SP

    Portoferraio-Procchio e la SP Anello occidentale, a media/alta percorrenza, il traffico

    veicolare legato all’attività non produce un incremento significativo delle emissioni gassose

    presenti nell’area ed originate dal traffico di percorrenza delle suddette strade provinciali.

    Si ritiene che le emissioni di polveri causate dalla lavorazione per la quale è affrontata la

    presente valutazione di assoggettabilità, non risultano avere particolari criticità,

    considerando anche e soprattutto tutte le misure di mitigazione previste e descritte nei

    paragrafi seguenti.

    Per quanto riguarda la possibile diffusione di odori non si prevedono impatti in quanto i rifiuti

    trattati sono di natura inerte, privi di componenti organiche putrescibili.

    9.2. RUMORE  9.2.1. Quadro generale

    Per l’intervento di demolizione proposto, è stata già realizzata da tecnico competente in

    acustica incaricato una valutazione previsionale di impatto acustico (Allegato 4) ai sensi

    della LR n° 89/98, art. 12, comma 3, e ai sensi della DGR del 13.07.1999, n° 788. In tale

    valutazione è stato considerato anche il contributo di un impianto mobile di recupero inerti

    all’impatto acustico complessivo del cantiere.

    Con riferimento alla componente ambientale rumore, le operazioni e le lavorazioni eseguite

    all’interno dei cantieri edili, generalmente superano i valori limite fissati dalla normativa

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    vigente, sia per tipologia di lavorazione che per tipologia di macchine e attrezzature

    utilizzate.

    Tuttavia per le sorgenti connesse con attività temporanee, ossia che si esauriscono in periodi

    di tempo limitati e che possono essere legate ad ubicazioni variabili, la Legge n° 447/1995

    prevede la possibilità di deroga al superamento dei limiti al Comune di competenza.

    Per la campagna di attività di cui alla presente relazione, sarà chiesta al Comune di

    Marciana autorizzazione in deroga ai limiti previsti per attività temporanee di cantiere,

    secondo l’iter previsto dal Regolamento delle attività rumorose del comune di Marciana agli

    artt. 6, 16 e 17. Pertanto, l’inizio dei lavori sarà subordinato al rilascio di nulla osta da parte

    dell’Amministrazione Comunale.

    Per chiarezza e completezza espositiva, si riportano di seguito alcuni estratti della relazione

    previsionale di impatto acustico al fine di una migliore comprensione dell’analisi effettuata e

    delle conclusioni raggiunte dal tecnico incaricato, sulla base delle quali si richiederà al

    Comune di Marciana di rilasciare il proprio atto di assenso allo svolgimento delle attività di

    cantiere in deroga ai limiti acustici di legge.

    9.2.2. Stato attuale

    Si può osservare come l’area in indagine è caratterizzata dalla presenza di numerose fonti di

    rumore a distanze tali da risultare né trascurabili né in grado di generare un livello di

    rumorosità che possa essere definito piu’ che modesto; le principali sorgenti sono:

    1) il traffico veicolare sulla strada provinciale in direzione Marciana Marina;

    2) il traffico veicolare sulla strada provinciale in direzione Marina di Campo;

    3) le attività tipiche delle vicine aree residenziali;

    4) le attività tipiche delle vicine aree ad insediamento turistico-ricettivo.

    I principali ricettori sensibili individuati sono:

    - sul lato nord l’abitazione posta sulla strada provinciale per Marciana Marina, meglio

    individuata dalla postazione di registrazione 1

    - sul lato est l’abitazione posta in adiacenza al parcheggio bitumato, nelle immediate

    vicinanze della postazione di registrazione 2

    - sul lato ovest il complesso ricettivo denominato HOTEL MONNALISA, in tangenza alla

    postazione di registrazione 3

    - sul lato sud l’abitazione posta vicino alla postazione di registrazione 4.

    Di seguito la rappresentazione fotografica delle postazioni sopra citate e complessivamente

    ubicate:

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    9.2.3. Valutazione previsionale

    Nella relazione previsionale di impatto acustico (Allegato 4) è stata stimata la potenza

    sonora globale di ciascuna fasi di cantiere, individuando quella caratterizzata da maggiore

    impatto acustico e, cautelativamente, assumendola quale condizione di normale attività di

    cantiere nel calcolo previsionale di impatto acustico.

    Per il calcolo del livello di potenza di ogni fase, si è proceduto a sommare logaritmicamente

    banda per banda gli spettri disponibili dei principali macchinari con potenza sonora

    significativa presenti nel cantiere, tenendo conto delle rispettive percentuali di utilizzo,

    secondo i valori riportati nella tabella seguente:

    Tabella 2. Potenza sonora dei mezzi impiegati

    La valutazione previsionale del clima acustico, che quindi ricomprende anche il contributo

    dell’impianto mobile oggetto della presente relazione, è stata eseguita con l’ausilio di un

    software previsionale.

    Elaborando i dati di progetto, cioè quelli relativi ai macchinari ipotizzati in cantiere, come da

    Tabella 2, si sono determinate queste successive ipotesi, partendo da valori di emissione di

    108 (valore di pressione progettuale espresso in Lwmedia) nella massima espressione

    acustica durante l’attività demolitiva. Il valore di 108 (Lw), rapportato in filtro A risulta

    equivalente ad un valore medio di 102 dB(A) in Leq. L’analisi del modello previsionale, su

    tutte e quattro le direttrici di percezione acustica precedentemente analizzate, è sintetizzata

    come segue:

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    9.3. SCARICHI IDRICI ‐ INTERAZIONE CON LE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE Per quanto riguarda le emissioni in ambiente idrico, si specifica che le operazioni svolte

    durante la campagna di attività non prevedono sversamenti di alcun genere. Inoltre i sistemi

    di nebulizzazione messi in opera al fine di mitigare gli impatti delle emissioni polverulente

    (come descritto nei paragrafi successivi) a loro volta non producono sversamenti ma solo un

    aumento dell’umidità del materiale irrorato sull’impianto stesso, sui cumuli dei rifiuti, sui cumuli

    di materie prime ottenute e nei percorsi delle fasi di movimentazione e le piste di accesso.

    Non si prevede la produzione di acque meteoriche contaminate derivanti dal dilavamento

    delle aree di stoccaggio dei rifiuti inerti, in quanto i cumuli di stoccaggio sono protetti da

    copertura mobile costituita da teli impermeabili. In tal modo le acque meteoriche di

    dilavamento non verranno a contatto con rifiuti e saranno da considerare a tutti gli effetti

    acque meteoriche dilavanti non contaminate. Si sottolinea altresì che il trituratore stesso non

    verrà lasciato a contatto di eventuali precipitazioni atmosferiche nelle parti esposte al ciclo

    di recupero (tramoggia e nastro trasportatore) che verranno coperte da teli impermeabili

    per impedire eventuali dilavamenti con acque meteoriche alla stessa stregua di quanto

    avviene con i cumuli temporanei. Le modalità di gestione dell’area di stoccaggio dei rifiuti

    permettono di ritenere che le attività della campagna mobile non daranno luogo ad alcun

    tipo di scarico idrico, pertanto non si ritiene necessaria la predisposizione di particolari presidi

    ambientali quali sistemi di canalizzazione e trattamento delle acque meteoriche di

    dilavamento o di altri reflui.

    9.4. PRODUZIONE DI RIFIUTI – INTERAZIONE CON SUOLO E SOTTOSUOLO La maggior parte dei rifiuti costituiti da materiali ferrosi, derivanti direttamente dalle

    operazioni di demolizione, inquadrabili nel codice CER 170405, saranno stati separati

    preventivamente e depositati in appositi contenitori separati, per poi essere allontanati con

    formulario e conferiti presso impianti di recupero secondo le modalità previste dal D.Lgs

    152/06.

    Per quanto riguarda la produzione di residui di lavorazione dell’impianto mobile, accanto alle

    materie prime secondarie da recuperare per le attività di riempimento relative alla fase di

    nuova edificazione, in uscita dall’impianto mobile di trattamento potranno risultare i seguenti

    materiali di scarto:

    - Materiali ferrosi, inquadrabili nel codice CER 191202, che verranno scaricati a terra dal

    nastro di uscita dell’impianto mobile e depositati successivamente in appositi

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    contenitori separati, per poi essere allontanati con formulario e conferiti presso

    impianti di recupero secondo le modalità previste dal D.Lgs 152/06;

    - Eventuali rifiuti non preventivabili, inquadrabili nel codice CER 170904, che verranno

    depositati temporaneamente in cumulo ed anch’essi allontanati con formulario e

    conferiti presso impianti di recupero secondo le modalità previste dal D.Lgs 152/06.

    Non si evidenziano impatti negativi su suolo e sottosuolo, in quanto tutti i materiali di scarto

    verranno depositati temporaneamente in cumulo od in appositi contenitori ed all’occorrenza

    allontanati presso impianti di recupero o smaltimento esterni autorizzati secondo le modalità

    previste dalla normativa sui rifiuti. L’eventuale contatto del materiale stoccato, peraltro per

    un breve periodo di tempo, con le acque meteoriche non comporta rischio di rilascio di

    inquinanti nel suolo, sottosuolo e nelle acque sotterranee.

    Indirettamente si ritiene invece, che l’attività in oggetto abbia una ricaduta positiva sul

    sottosuolo, in quanto il recupero e il riutilizzo degli inerti da demolizione in sostituzione dei

    materiali di cava, determina un minor depauperamento della risorsa naturale con una

    riduzione degli impatti su suolo e sottosuolo.

    9.5. CONSUMO DI MATERIE PRIME ED ENERGIA La risorsa maggiormente utilizzata per la presente campagna di attività mobile risulta essere

    l’acqua adoperata al fine di minimizzare le emissioni in atmosfera di polveri, attraverso le

    operazioni di irrigazione dei cumuli di materiale, di nebulizzazione previste in corrispondenza

    dell’impianto mobile, di bagnamento delle aree di transito dei veicoli di cantiere.

    Si ricorda altresì il potenziale utilizzo di materiali di consumo connessi alla gestione ordinaria e

    straordinaria dell’impianto quali parti meccaniche usurabili, olii lubrificanti ecc., che tuttavia

    nell’ambito della campagna mobile in oggetto possono essere considerati del tutto

    trascurabili. Infine le attività di demolizione e di trattamento degli inerti necessitano di

    carburante per il funzionamento dei mezzi meccanici e del frantoio mobile.

    Alla luce della modesta entità dell’intervento, non si evidenziano risorse naturali specifiche

    che possano essere intaccate dalla realizzazione della campagna delle attività previste dal

    presente progetto. Le modalità gestionali e l’operatività prevista dal cantiere, nonchè la

    collocazione geografica dell’area sono tali per cui non vi sarà alcuno sfruttamento o

    depauperamento di risorse naturali quali terreno, acque, boschi, superficie a verde ecc.

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    9.6. FLORA E FAUNA Il sito di intervento è inserito in un contesto ambientale antropizzato privo di valenze

    ecologiche di rilievo all’interno di un intorno significativo.

    Le attività di recupero oggetto di questa relazione sono limitate ad una tipologia ben

    circoscritta di rifiuto, ovvero materiali inerti non pericolosi a matrice cementizia, lasciando

    dunque presupporre la non sussistenza di impatti significativi sulle matrici ambientali in

    generale.

    Gli ecosistemi, la flora e la fauna non sono specificamente impattate dall’attività in oggetto

    in quanto non si prevede alcun tipo di emissioni tossiche o comunque specificamente

    dannose per la vegetazione o per gli animali della zona.

    Pur considerando potenziali impatti sulla flora e la fauna riconducibili alle emissioni di polveri

    e di rumore, è comunque da tener presente che la campagna di attività avrà una durata

    minima, si stima intorno ai 20 giorni lavorativi al massimo, e pertanto tali impatti possono

    essere tranquillamente considerati trascurabili.

    10. MISURE DI MITIGAZIONE DEGLI IMPATTI AMBIENTALI  

    Come già precedentemente affermato, la tipologia di attività in oggetto ha sostanzialmente

    due tipologie di impatti significativi, quelli costituiti dalle emissioni di rumore dell’impianto

    mobile e dei mezzi d’opera e quelli costituiti dalle emissioni di polveri derivanti dalle attività di

    vagliatura/triturazione dei rifiuti inerti, dall’azione del vento sui cumuli e dalla movimentazione

    dei materiali da parte dei mezzi meccanici.

    Di seguito vengono riportate le misure che verranno adottate durante le attività di cantiere

    per mitigare i suddetti impatti.

    10.1. RUMORE Per le considerazioni riguardanti l’impatto acustico della campagna specifica rispetto ai

    ricettori sensibili presenti nei dintorni del cantiere, si rimanda alla relazione previsionale di

    impatto acustico (Allegato 4) realizzata per l’intero cantiere di demolizione e finalizzata alla

    richiesta di autorizzazione in deroga ai limiti comunali.

    In essa vengono descritte tutte le misure di mitigazione che verranno implementate a livello

    di cantiere per la protezione degli insediamenti precedentemente censiti.

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    Nei riguardi dell’impiantistica mobile utilizzata, si può affermare che il contenimento delle

    emissioni sonore è stato perseguito direttamente dal costruttore in fase di realizzazione delle

    diverse componenti costituenti l’impianto tramite l’adozione di accorgimenti costruttivi

    specifici per la riduzione della rumorosità prodotta dal motore diesel (cofanatura

    fonoisolante) e dalle apparecchiature di frantumazione e di vagliatura.

    10.2. POLVERI La natura dei materiali trattati e delle lavorazioni svolte tramite l’impianto mobile

    comportano un rischio di potenziale diffusione di polveri. Tale rischio in realtà, in relazione alle

    componenti specifiche dell’impiantistica utilizzata, è notevolmente basso grazie ad alcuni

    accorgimenti costruttivi che assicurano una produzione trascurabile di polvere.

    Infatti, il vaglio è dotato di tramoggia di carico con pareti in lamiera prima del piano di

    vagliatura vero e proprio, che si trova dunque in posizione incassata: questo limita

    fortemente la diffusione di polveri nella fase di vagliatura, quella più rischiosa, che rimangono

    confinate. Il successivo trasporto sui nastri non comporta di per sé dispersione di polveri.

    Le linee di movimentazione e le fasi di lavorazione dell’impianto saranno presidiate con un

    sistema di ugelli nebulizzatori (alimentati con acqua tramite pompa dedicata), che

    provvedono ad una bagnatura superficiale del materiale, limitando così il sollevamento di

    polveri.

    Qualunque anomalia di funzionamento o interruzione di esercizio degli impianti di

    abbattimento comporterà la sospensione delle relative lavorazioni per il tempo necessario

    alla rimessa in efficienza dell’impianto di abbattimento.

    Verranno in ogni caso adottati, prima e dopo il trattamento, una serie di accorgimenti volti a

    contenere le emissioni diffuse derivanti da operazioni connesse alle attività di cantiere e alla

    movimentazione dei mezzi.

    - Durante tutto il ciclo di lavorazione e soprattutto in caso di giornate ventose, i cumuli

    di materiale inerte, sia da caricare che scaricati dall’impianto, verranno mantenuti in

    condizioni di opportuna umidificazione mediante l’utilizzo di dispositivi di

    abbattimento a nebulizzazione di acqua. I sistemi di abbattimento, per la loro

    peculiare caratteristica di vaporizzare l’acqua attraverso gli ugelli, creano una cappa

    di contenimento sul materiale che fa precipitare il pulviscolo in sospensione; essi

    permettono un impiego minimo di acqua, senza sprechi e soprattutto evitando di

    creare sul materiale e nell’area di lavorazione zone bagnate o spargimenti di acqua;

    - In caso di giornate particolarmente secche e ventose, le attività svolte verranno

    limitate per quanto possibile e verranno intensificate le attività di bagnatura.

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    36 21/10/2013 0.0 Dott. Stefano Maci Dott. Filippo Grifoni DATA REV REDATTO VERIFICATO

    - Fin dalla fase di alimentazione del gruppo, che avviene solitamente tramite una pala

    meccanica o un escavatore, il materiale è investito da una cappa d’acqua

    nebulizzata che eviti il sollevarsi di polvere;

    - In fase di caricamento dell’impianto, le manovre della pala o dell’escavatore

    verranno effettuate con particolare cautela e con adeguata lentezza dall’operatore

    in modo da sollevare meno polveri possibili, ed onde evitare che le oscillazioni

    dell’attrezzo e/o i movimenti a ganasce aperte comportino la caduta di materiale al

    di fuori dell’area di movimentazione.

    - Analoghi accorgimenti verranno adottati sui cumuli di materiale in uscita, cercando

    inoltre di tenere un’altezza idonea degli stessi (5-6 m) che permetta al materiale di

    cadere da brevi distanze.

    - l’altezza di scarico del materiale dai nastri dei vagli ai cumuli di stoccaggio del

    materiale lavorato potrà essere ridotta in occasione di lavorazioni particolarmente

    polverulente, tramite la predisposizione di “proboscidi” in polietilene o “calze” in PVC;

    - Le aree maggiormente soggette al transito dei mezzi, compatibilmente con le

    lavorazioni svolte, saranno mantenute in piena efficienza, e verranno limitate il più

    possibile le velocità di transito dei mezzi.

    Per quanto sopra esposto, si ritiene di poter asserire che tutte le misure di mitigazione poste in

    atto rendano il problema della polverosità e dell’emissione diffusa di polveri in atmosfera

    assai limitato e quindi non assoggettabile ad autorizzazione specifica.

    11. ANALISI DELLE ALTERNATIVE 

    La soluzione del recupero in loco è sicuramente di minor impatto per quel che concerne

    l'alterazione qualitativa e/o quantitativa, diretta ed indiretta, a breve e a lungo termine,

    permanente e temporanea, singola e cumulativa, positiva e negativa dell'ambiente, rispetto

    a forme di recupero eseguite in altri siti, con annesse le fasi di carico/scarico,

    movimentazione e trasporto dei rifiuti.

    Il recupero in loco dei rifiuti evita infatti le emissioni legate ai viaggi dei mezzi nonché le

    polveri che deriverebbero da ulteriori operazioni di manovra e movimento sia in cantiere che

    nella viabilità ordinaria.

    Il dato non è trascurabile in quanto, visti i quantitativi in gioco circa (6.000 t), la necessità di

    lavorare il materiale in un altro sito comporterebbe un traffico veicolare necessario allo

    spostamento su strada (almeno 500 trasporti, considerando motrici da 12 tonnellate, o circa

    250 trasporti consierando motrici da 24 tonnellate). Quindi, vista la tipologia del materiale in

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    37 21/10/2013 0.0 Dott. Stefano Maci Dott. Filippo Grifoni DATA REV REDATTO VERIFICATO

    esame e viste le misure e le precauzioni adottate per la campagna di attività in oggetto, il

    ricorso ad un impianto di recupero rifiuti fisso, in luogo di quello mobile, non offrirebbe

    maggiori garanzie in materia di impatto in quanto le procedure di recupero si presentano del

    tutto affini.

    Inolte va considerato che, in alternativa al recupero dei rifiuti prodotti dalla demolizione, il

    fabbisogno di aggregati inerti per la realizzazione di una massicciata di riempimento

    comporterebbe la necessità di dover ricorrere a materie prime vergini e quindi

    provocherebbe un depauperamento di risorse naturali. Quindi alla precedente stima di

    traffico veicolare in uscita andrebbe aggiunta una analoga quantificazione di viaggi in

    entrata per il trasporto dei materiali vergini.

    12. MONITORAGGI 

    12.1. MATERIALI DI RECUPERO PRODOTTI – CRITERI PRESTAZIONALI Considerata l’omogeneità del materiale da trattare e considerando anche che la

    campagna di attività costituisce di per se un’unica attività di recupero si ritiene sufficiente

    eseguire una sola volta su un campione del materiale recuperato il test di cessione secondo

    quanto riportato nell’allegato 3 al DM 5 febbraio 1998 e s.m.i., e le prove prestazionali in linea

    a quanto disposto dall’All. C della Circolare del Ministero dell’Ambiente n. UL/2005/2005

    richiamata dal punto 7.1.4 dell’All.1 sub All.1 del DM 05/02/1998, essendo la durata della

    campagna di attività inferiore ai 12 mesi e non intervenendo nel corso della stessa modifiche

    sostanziali del processo di recupero (Rif. Art. 9, DM 5 febbraio 1998 e s.m.i.).

    12.2. AMBIENTE ATMOSFERICO Verrà effettuato il controllo giornaliero del funzionamento degli sprinkler per l’abbattimento

    delle polveri, provvedendo alla manutenzione o eventuale sostituzione delle componenti

    usurate o mal funzionanti ogni qual volta l’esito del controllo lo renda necessario, e nel caso

    di giornate particolarmente ventose dovrà essere prevista una bagnatura più spinta del

    materiale movimentato e stoccato.

    12.3. AMBIENTE IDRICO, SUOLO E SOTTOSUOLO In considerazione del tipo di attività prevista non si ritiene necessario prevedere il

    monitoraggio di tali matrici.

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    12.4.  FLORA E FAUNA Non si ritengono necessari monitoraggi specifici, sottolineando ancora la breve durata della

    campagna d’attività.

    13. CONCLUSIONI 

    L’analisi del contesto di inserimento dell’impianto e dei possibili impatti connessi con le

    lavorazioni effettuate non ha evidenziato la presenza di alcuna criticità. I potenziali impatti

    che un impianto di questo tipo ha sono adeguatamente mitigati e controllati.

    In aggiunta l’attività in oggetto è ubicata in un sito conforme da un punto di vista di

    vincolistica e di programmazione urbanistico territoriale, e la durata della lavorazione non

    supererà i 20 giorni lavorativi.

    Si ritiene pertanto di poter chiedere a codesta Amministrazione di esprimere parere di non

    assoggettabilità a VIA per il progetto in esame.