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 Edizioni Scientifiche Italiane

Marina D'Aprile Area Costiera Vesuviana XVIII_XXPORTICI_ CIRICE14

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Qualità, limiti e contraddizioni dello sviluppo urbano dell'area costiera vesuviana attraverso la ricostruzione storica dell'emblematica realtà porticese che, da regione rurale destinata, nel Settecento, allo svago e alla caccia tra le preferite del Re, che arricchì il suo palazzo reale anche delle sale per la sua celebre raccolta Farnese e per le tante scoperte archeologiche che, intanto, s'andavano facendo in tutta l'area, quasi tre secoli dopo questa città, inurbata ed "intasata" oltre ogni ragionevole soglia, è oggi saldata senza soluzione di continuità, all'indifferenziata conurbazione della provincia partenopea

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  • Edizioni Scientifiche Italiane

  • CIRICE - Centro Interdipartimentale di Ricerca sullIconografia della Citt Europea

    Universit di Napoli Federico II

    Citt mediterranee in trasformazioneIdentit e immagine del paesaggio urbano tra Sette e Novecento

    a cura di

    Alfredo Buccaro, Cesare de Seta

    Atti del VI Convegno Internazionale di Studi CIRICE 2014Napoli, 13-15 marzo 2014

  • Centro Interdipartimentale di Ricerca sullIconografia della Citt Europea Universit degli Studi di Napoli Federico II (www.iconografiacittaeuropea.unina.it) Comitato Scientifico CESARE DE SETA (Presidente) GILLES BERTRAND ALFREDO BUCCARO LEONARDO DI MAURO ANDREAS GIACUMACATOS DEBORAH HOWARD MICHAEL JAKOB PAOLO MACRY BRIGITTE MARIN JUAN MANUEL MONTERROSO MONTERO CARLO M. TRAVAGLINI GUIDO ZUCCONI Segreteria organizzativa RITA ERCOLINO VALERIA MIRABELLA

    Comitato Organizzatore ANNUNZIATA BERRINO GIULIA CANTABENE FRANCESCA CAPANO SALVATORE DI LIELLO MARCO IULIANO ROBERTO PARISI MARIA INES PASCARIELLO MARIA PERONE DANIELA STROFFOLINO MASSIMO VISONE ORNELLA ZERLENGA Collaborazione alla curatela GIULIA CANTABENE FRANCESCA CAPANO MARIA INES PASCARIELLO MASSIMO VISONE

    Si ringraziano per il sostegno dato alliniziativa il prof. arch. Mario Losasso, Direttore del Dipartimento di Architettura dellUniversit di Napoli Federico II, il Dipartimento di Studi Umanistici della stessa Universit, lIng. Armando Zambrano, Presidente del Consiglio Nazionale degli Ingegneri, lIng. Luigi Vinci, Presidente dellOrdine degli Ingegneri di Napoli e provincia, lAssociazione Eikonocity - Hiistory and Iconography of European Cities and Sites. BUCCARO, Alfredo, DE SETA, Cesare, (a cura di) Citt mediterranee in trasformazione. Identit e immagine del paesaggio urbano tra Sette e Novecento Collana: Polis, 6 Napoli: Edizioni Scientifiche Italiane, 2014 pp. 1216; 29,7 cm ISBN 9788849528145 2014 by Edizioni Scientifiche Italiane s.p.a. 80121Napoli, via Chiatamone 7 00185 Roma, via dei Taurini 27 Internet: www.edizioniesi.it E-mail: [email protected] I diritti di traduzione, riproduzione e adattamento totale o parziale e con qualsiasi mezzo (compresi i microfilm e le copie fotostatiche) sono riservati per tutti i Paesi.

    Il volume costituisce la pubblicazione degli Atti del VI Convegno Internazionale di Studi CIRICE 2014 su Citt mediterranee in trasformazione. Identit e immagine del paesaggio urbano tra Sette e Novecento (Napoli, Palazzo Zevallos - Palazzo Gravina, 13-15 marzo 2014), organizzato dal Centro Interdipartimentale di Ricerca sullIconografia della Citt Europea, dellUniversit di Napoli Federico II.

  • Sommario Introduzione Alfredo Buccaro Il VI Convegno Internazionale di Iconografia Urbana nella tradizione di studi del CIRICE p. 11 Sessione 1 Tipi urbanistici e modelli iconografici ricorrenti: dal vedutismo alla cartografia Coordinatori: Alfredo Buccaro, Cesare de Seta p. 17 Miguel Tan Guzmn - Universidad de Santiago de Compostela Ritratti d'inchiostro delle citt spagnole nella Relazione Ufficiale (1668-1669) del viaggio del principe Cosimo III de' Medici: citt reali o citt idealizzate? p. 19 Maria Ida Gulletta - Scuola Normale Superiore di Pisa Persistenze di modelli figurativi in iconografie urbane di Sicilia: esempi di allegorie geografiche da Messina ritratta nella prima met del XVIII secolo p. 29 Carlos Plaza - Universidad Hispalense Dalle vedute di citt alla cartografia ai confini del Mediterraneo: Siviglia e Cadice, declino e ascesa di due citt spagnole tra Sei e Settecento p. 39 Francesca Valensise - Universit Mediterranea di Reggio Calabria La percezione del paesaggio nellarea dello Stretto di Messina: vedutismo e cartografia dal XVIII al XIX secolo p. 49 Bianca Gioia Marino - Universit di Napoli Federico II Rappresentazioni e attenzione alla conservazione della materia nelle immagini urbane di Roma tra fine Settecento e Ottocento p. 57 Ornella Cirillo - Seconda Universit di Napoli Per conoscere e trasformare: una lettura cartografica di Napoli dal volgere dellOttocento ai primi decenni del nuovo secolo p. 67 Emanuela DAuria - Universit di Napoli Federico II Limmagine storica delle colline di Napoli e dei suoi casali: dal vedutismo settecentesco alla Scuola di Posillipo p. 81 Simona Talenti - Universit di Salerno Vedute dal mare: da Schinkel a Le Corbusier p. 89 Francesco Viola - Universit di Napoli Federico II La costruzione del paesaggio ferroviario tra artificio e natura p. 101 Francesca Bruni - Universit di Napoli Federico II Limmagine della citt tra longitudinalit e trasversalit. Napoli, sezioni urbane tra citt e mare p. 111

  • Giorgia De Pasquale - Universit di Roma Tre Mediterraneo. La costruzione di un paesaggio attraverso l'iconografia dello spazio architettonico p. 121 Nunzia Iannone - Universit di Napoli Federico II L'occhio 'altro': Napoli vista dai principali periodici esteri tra '800 e '900 p. 135 Sessione 2 Invenzione e promozione dellimmagine della citt turistica Coordinatori: Annunziata Berrino, Leonardo Di Mauro p. 149 Fabio DAngelo - Universit di Pisa Napoli: il fascino di una citt dai diari dei viaggiatori francesi e italiani (1800-1861) p. 151 Rossella Iovinella - Universit di Napoli Federico II Mille vite per una citt morta: la fortuna di Pompei tra il 1824 e il 1875 p. 161 Cristina Pennarola - Universit di Napoli Federico II Cartoline da Napoli: lesperienza turistica italiana e inglese p. 167 Raffaella Pierobon Benoit, Maria Amodio, Lucia Cianciulli, Paola Orlando - Universit Napoli Federico II Turismo e archeologia nel XIX secolo: il ruolo dellantico nella promozione delle citt campane p. 175 Michael Saffle - Virginia Tech Sunshine Fitness: Italy as a Health Destination for Americans, 1865-1914 p. 185 Luigi Veronese - Universit di Napoli Federico II Linvenzione dellimmagine turistica degli scavi di Ercolano. Contenuti e caratteri iconografici p. 191 Alessandra Cirafici, Manuela Piscitelli - Seconda Universit di Napoli Viaggio, immaginario e iconografia nella cartellonistica turistica tra 800 e 900 p. 203 Daria De Donno - Universit del Salento Sport, teatro, arte, cultura per promuovere e comunicare la citt. Le feste di fine Ottocento a Lecce p. 217 Ada Di Nucci - Universit Chieti-Pescara G. dAnnunzio Un Appennino tutto da vivere. Il turismo montano nellAppennino centrale attraverso le campagne pubblicitarie (1861-1960) p. 225 Isabella Frescura - Universit di Catania Una citt in trasformazione tra Ottocento e Novecento: Siracusa, dal commercio al turismo p. 239 Ewa Kawamura - Universit di Napoli Federico II Lattivit e lepoca doro del tipografo Richter & C. a Napoli: promotore delle vedute turistiche dItalia degli anni 1900-1930 p. 251 Annunziata Maria Oteri - Universit Mediterranea di Reggio Calabria Identit dei luoghi, monumenti e promozione turistica: il caso di Taormina tra Otto e Novecento p. 265 Claudia Aveta - Universit di Napoli Federico II Il paesaggio virgiliano di Napoli: riflessioni sulla tutela del Golfo negli appunti di viaggio di Cesare Brandi p. 277 Carolina De Falco - Seconda Universit di Napoli Limmagine turistica della Costa dAmalfi negli anni sessanta del Novecento p. 287

  • Carla Fernndez Martnez - Universidad de Santiago de Compostela The Atlantic and the Mediterranean: alternative images of the touristic Spanish coast p. 297 Beatrice Maria Fracchia - Politecnico di Torino Le funzioni terapeutiche della citt turistica contemporanea e liconografia delle localit balneari della Versilia p. 309 Giovanni Lombardi, Sergio Mantile - CNR ISSM Napoli Il telaio dei segni: la costa flegrea e linvenzione della citt turistica tra narrazione e realt storica p. 321 Sessione 3 Gli archivi e le fonti: dal cartaceo al digitale Coordinatori: Maria Perone, Daniela Stroffolino p. 331 Marco Petrella - Universit del Molise Liconografia della citt in rete. Problemi di ricerca, organizzazione, utilizzo delle fonti online nellera dei Sistemi Informativi Geografici p. 333 Marco Bascap, Roberta Madoi - Serv. Archiv. BB.CC., Az. Servizi Golgi-Redaelli Milano Il portale Web-GIS Milano e le sue associazioni: limpronta del tessuto sociale e delle sue relazioni nel contesto urbano (XVI-XX secolo) p. 341 Valentina Castagnolo, Maria Franchini, Anna Christiana Maiorano - Politecnico di Bari Bari Disegno Architetture (BDA Borgo Murattiano). Archivio visivo (e visionario) della citt a 200 anni dalla sua fondazione p. 353 Paola Avallone, Antonio Bertini, Raffaella Salvemini - CNR ISSM Napoli Scuole storiche napoletane. Una fonte non tradizionale per lo studio della citt p. 365 Maria Rosaria Rescigno - CNR ISSM Napoli Verso un profilo urbano moderno. Il caso delle citt capitali nel Mezzogiorno di primo '800 p. 375 Giuliana Ricciardi - Archivio di Stato di Napoli Limmagine di Napoli nella testimonianza di un intellettuale del Novecento p. 379 Alberto Darias Prncipe - Universidad de La Laguna Cartografa e icono: la imagen de Tetun a travs de planimetra p. 391 Adele Fiadino - Universit Chieti-Pescara G. dAnnunzio Disegni di Piazzeforti del Regno di Napoli presso la Biblioteca Reale di Torino p. 401 Ciro Birra - Universit di Napoli Federico II LArsenale di Napoli tra Palazzo reale e Castel Nuovo: fonti per la ricostruzione di un ambiente urbano perduto p. 411 Federico Fazio - Universit di Palermo Siracusa: modelli tridimensionali e rappresentazioni cartografiche p. 423 Alessandra Veropalumbo - Universit di Napoli Federico II Trasformazioni urbane della provincia di Napoli nel repertorio iconografico delle Perizie del Tribunale civile p. 435 Amanda Piezzo - Universit di Napoli Federico II Fonti archivistiche e iconografiche per larea del complesso di San Gennaro extra moenia a Napoli p. 447

  • Carmelo G. Severino Crotone: la citt e il porto nelliconografia storica p. 459 Sessione 4 Rappresentazione e ricostruzione virtuale dellimmagine urbana Coordinatori: Maria Ines Pascariello, Ornella Zerlenga p. 467 Andrea Maglio - Universit di Napoli Federico II Citt reale e citt fantastica: diorama, scenografie e disegni di viaggio nellopera di Karl Friedrich Schinkel p. 469 Nicola Aric - Universit di Messina, Stefano Piazza - Universit di Palermo Per ricostruire la Palazzata seicentesca di Messina p. 481 Claudia Pisu - Universit di Cagliari Disegno dellimmagine urbana dei centri minori sardi p. 493 Rita Valenti, Sebastiano Giuliano, Simona Gatto, Roberto Cappuzzello Universit di Catania, S.D.S. Architettura Siracusa Le Stratificazioni assenti di Ortigia, dalla rappresentazione storica alla ricostruzione virtuale p. 507 Mario Centofanti, Stefano Brusaporci - Universit dellAquila Architettura e citt nella rappresentazione cartografica dellAquila tra Settecento e Ottocento p. 519 Marina DAprile - Seconda Universit di Napoli Larea costiera vesuviana tra il regno di Carlo di Borbone e la speculazione edilizia: il caso Portici p. 531 Paolo Perfido - Politecnico di Bari Citt chiuse, citt aperte. Labbattimento delle mura e lo sviluppo urbano nelliconografia di Bari in et moderna p. 543 Andreina Maahsen Milan - Universit di Bologna Androna Campo Marzio: larsenale perduto. Genesi protoindustriale triestina, tra ascesa e declino della portualit p. 553 Stefano Chiarenza - Universit di Napoli Federico II Lo specchio della fantasia: immaginario urbano e realt architettonica nei disegni dei Galli Bibbiena p. 569 Vincenza Garofalo - Universit di Palermo La Zisa. Rappresentazioni di un monumento desiderato p. 581 Francesco Maggio - Universit di Palermo Immagini di una citt possibile p. 593 Gerardo Maria Cennamo - Universit Telematica Internazionale Uninettuno Il Ghetto di Roma tra narrazione e rappresentazione p. 603 Andrea Giordano - Universit di Padova La citt dipinta di Canaletto, tra espansione dello spazio e visioni dinamiche p. 613 Paolo Giordano - Seconda Universit di Napoli Realismo iconografico Vs spettacolarit grafica: lAlbergo dei Poveri e larea orientale di Napoli p. 623

  • Cosimo Monteleone - Universit di Padova Teoria e pratica prospettica: le vedute urbane rinascimentali quali strumenti di misurazione e ricerca p. 635 Paolo Oscar - Archivio Bergamasco, Centro Studi e Ricerche Il Sistema informativo geo-storico della Franciacorta. Ricostruzione della consistenza storica di un territorio attraverso il Catasto napoleonico (1807-1809) p. 645 Ludovica Galeazzo, Marco Pedron - Universit di Padova Dinamiche di trasformazione urbana: l'insula dell'Accademia a Venezia tra ricostruzione storica e percezione visiva p. 657 Alessandra Ferrighi - Universit IUAV di Venezia Le trasformazioni tra regola e pratica: i volti della citt di Venezia tra Ottocento e Novecento p. 669 Roberta Spallone - Politecnico di Torino Il disegno del contesto urbano e paesaggistico nelle cartografie catastali preunitarie in territorio italiano p. 681 Sessione 5 Citt di mare: architetture e caratteri evolutivi nelliconografia storica Coordinatori: Salvatore Di Liello, Roberto Parisi p. 693 Pasquale Rossi - Universit Suor Orsola Benincasa Napoli Veduta di una citt di mare dal Diario de un viaje a Italia en 1839 del Conde de Toreno p. 695 Maria Sirago Napoli citt di loisir tra 800 e 900. Sviluppo e crisi p. 707 Alessandro Castagnaro - Universit di Napoli Federico II LE42 da grande esposizione a citt di fondazione verso il mare p. 717 Rosa Carafa - Soprintendenza BSAE Salerno-Avellino Imago Urbis: il Plaium montis a Salerno p. 731 Bruno Mussari - Universit Mediterranea di Reggio Calabria Crotone tra XVIII e XX secolo: la trasformazione della citt e della sua immagine storica p. 743 Francesca Passalacqua - Universit Mediterranea di Reggio Calabria Iconografia e architettura di Messina nel XIX secolo p. 755 Giuseppina Scamard - Universit Mediterranea di Reggio Calabria Porti e potere. Il cambiamento del ruolo, la trasformazione dellimmagine tra XVII e XIX secolo p. 767 Claudia Peir - Universit di Genova I viaggiatori a Genova: fonti letterarie e iconografiche sul porto p. 777 Chiara Luminati - Universit di Genova Le passeggiate a mare genovesi dal XIX al XX secolo: fonti iconografiche e storiche p. 787 Francesca Bonfante - Politecnico di Milano Ritratto di Barcellona: citt, piani e fronte a mare p. 797

  • Rossella Martino - Politecnico di Bari Elementi di architettura popolare italiana nelle case di Mario Paolini per Kos p. 809 Oliver Sutton, James Douet - CEA Global Education, Phoenix Citizens or brand, conflicting priorities in the shoreline iconography of Barcelona p. 821 Maddalena Chimisso - Universit del Molise La piazza e il mare. Tipologia e sviluppo delle citt con belvedere sullAdriatico molisano p. 831 Luigi Oliva - Universit di Sassari Tra Narciso e Perseo. Il riflesso dell'immagine mediterranea nella forma urbana e nell'architettura di Taranto p. 841 Emma Maglio - Aix-Marseille Universit, LA3M The role of historic town of Rhodes in the scenario of Ottoman and Italian rules to the light of iconographic sources p. 855 Giovanni Cecini Rodi: da citt dei cavalieri a citt in orbace p. 865 Alessandra Terenzi - Politecnico di Milano Jaffa & Tel Aviv nelliconografia storica: da Sposa del Mare a Citt Bianca p. 877 Stefania Palmentieri, Barbara Delle Donne - Universit di Napoli Federico II La trasformazione del fronte marittimo di Napoli negli ultimi tre secoli p. 889 Eleonora DAuria Napoli e Venezia: vecchi ponti e nuovi nessi p. 903 Maria Gabriella Rienzo - Universit di Foggia Il mare sportivo a Napoli tra Ottocento e Novecento p. 911 Sessione 6 Lentroterra: evoluzione e iconografia della citt e del paesaggio Coordinatori: Giulia Cantabene, Massimo Visone p. 921 Ferdinando Coccia - Universit di Napoli Federico II Iconografia della citt e del paesaggio: Salerno e il territorio del Principato Citra nei disegni inediti del fondo Registro e Bollo. Scritture Private dellArchivio di Stato di Salerno (1817-1862) p. 923 Maria Martone - Universit di Roma La Sapienza La riconoscibilit storica di un territorio trasformato. Nuove identit urbane e caratteri permanenti nella pianura pontina p. 935 Anna Magrin - Istituto Universitario Architettura Venezia Il paesaggio agrario emiliano: storia e forme di un paesaggio mediterraneo p. 947 Maria Falcone - Universit di Napoli Federico II Lentroterra flegreo: evoluzione del paesaggio agrario tra storiografia, cartografia e iconografia p. 955 Giovanna Ceniccola - Universit di Napoli Federico II Identit e conservazione di un paesaggio storico. La Valle Telesina nel Sannio beneventano p. 967 Mariarosaria Villani - Universit di Napoli Federico II Il paesaggio dellentroterra cilentano. Evoluzione e prospettive per la conservazione p. 979

  • Simonetta Ciranna, Patrizia Montuori - Universit dellAquila Avezzano 1915. Conoscere e riconoscere una nuova identit p. 989 Arturo Gallozzi - Universit di Cassino e del Lazio Meridionale Cassino tra vecchia e nuova forma urbana. Trasformazioni e permanenze nel disegno della citt p. 1003 Antonella Armetta - Universit di Palermo Il Belice prima e dopo il 1968 attraverso le iconografie p. 1015 Maria Vitiello - Sapienza Universit di Roma Il paesaggio della ricostruzione. Una ricerca di valori e identit territoriali per il restauro delle terre devastate dal sisma del 2009 p. 1025 Agostino Di Lorenzo - Universit di Salerno Verso Napoli, citt metropolitana. Immagine ed eco-governo del territorio p. 1037 Cristina Pallini, Annalisa Scaccabarozzi - Politecnico di Milano Identikit di Alessandria: il porto e il Delta p. 1047 Antonella Marciano - Seconda Universit di Napoli RiDisegnare paesaggi immateriali: il caso dellAlto Casertano p. 1059 Sessione 7 Le trasformazioni del paesaggio urbano nella fotografia e nella cinematografia Coordinatori: Francesca Capano, Marco Iuliano p. 1069 Stefania Pollone - Universit di Napoli Federico II Paestum tra iconografia e restauro: interpretazione ed esiti operativi p. 1071 Pier Giorgio Massaretti - Universit di Bologna La ri-fondazione della Libia Balbiana (1933-1939). Il poderoso racconto fotografico dei Ventimila p. 1085 Marco de Napoli - Universit di Napoli Federico II La trasformazione urbana di Alessandria dEgitto attraverso le immagini delle opere di Mario Avena (1924-1939) p. 1099 Alessandro Giordano - Universit di Napoli Federico II Limmagine dei Comuni Irpini di Melito e Cairano nella cinematografia anteriore al terremoto del 1980 p. 1111 Angelo Bencivenga, Livio Chiarullo, Delio Colangelo, Annalisa Percoco - Regione Basilicata Cinema e paesaggio in Basilicata p. 1125 Sofia Tufano - Universit di Napoli Federico II Le immagini dellisola di Ischia dallArchivio Fotografico di Vittorio Pandolfi (1954) p. 1135 Manuel Jdar Mena - University of Jan Mediterranean Projected Cities through Jules Dassin`s Films p. 1145 Claudio Impiglia - Universit Sapienza di Roma LAgro Portuense attraverso la pittura, la fotografia e la documentazione cinematografica: da paesaggio rurale archeologico a territorio conurbato p. 1155

  • Renata Picone - Universit di Napoli Federico II Paesaggio naturale e patrimonio costruito in costiera sorrentino-amalfitana. Conoscenza e tutela nel Novecento attraverso la fotografia, la grafica e i cortometraggi p. 1169 Giuseppe M. Montuono, Diego Nuzzo - Universit di Napoli Federico II Il lungomare di Napoli: paradigma dell'oleografia tra cinema e architettura. Da largo Sermoneta alla salita del Gigante p. 1183 Colomba Sapio - Universit di Napoli Federico II Mediterraneo, amalgama di affinit p. 1193 Sergio Attanasio - Universit di Napoli Federico II Il gran teatro del golfo attraverso le arti della rappresentazione p. 1203 Appendice Francesca Martorano Riflessioni sui contenuti tematici del Convegno e sullesito delle proposte p. 1215 Antonello Alici, Maria Grazia DAmelio, Elena Svalduz Citt dinchiostro: sguardi e parole sullEuropa moderna e contemporanea p. 1217 Francesca Castan Per unidentit moderna della citt mediterranea: Luigi Cosenza e la pianificazione a Napoli e in Campania p. 1219

  • CIRICE 2014 - VI Convegno Internazionale di Studi

    Citt mediterranee in trasformazione. Identit e immagine del paesaggio urbano tra Sette e Novecento

    Larea costiera vesuviana tra il regno di Carlo di Borbone e la speculazione edilizia: il caso Portici MARINA DAPRILE Dipartimento di Architettura e Disegno Industriale Luigi Vanvitelli, Seconda Universit degli Studi di Napoli, Aversa, Italia Abstract By adopting a well-known research approach, by which historic urban tissues reconstruction cartography and historic cadastral modifications mapping are become proper and strategic tools for cities` understanding and planning, linking together conveniently historic urban cartographical data, archival survey outturns and current urban settlements monitoring, this paper focuses on the historic urban evolution of the Vesuvius Coast, particularly Portici`s little town, famous and celebrated site of delight until the wide XX`s second half property speculation boom. By going backwards, Portici`s historical urban development has been approximately registered since the XX`s second half until the XVIII`s first half, when the first relevant infrastructural works were settled up by order of king Carlo. Thus, historical urban dynamics peculiarities, directions and causes came to light together with their contradictions and fragilities, helping a critic survey of the whole local urban process as well as its up-to-date planning instruments. Parole chiave: Cartografia storica, cronologia urbana, ville di delizia, caratteri insediativi, tecniche costruttive tradizionali. Historic cartography, urban development chronology, villas of delight, urban settlement characteristics, historic building practices. Introduzione Secondo una metodologia ormai consolidata, che fa della cartografia ricostruttiva dei tessuti storici urbani e della restituzione delle modificazioni parcellari gli strumenti privilegiati per lapprofondimento dei processi di fondazione e sviluppo della citt, lo studio ha ricostruito cronologie e dinamiche relative al sito porticese. Incrociando i dati dedotti dalla cartografia storica allindagine archivistica e al confronto con le attuali morfologie, il costituirsi del piccolo centro sulla costa vesuviana stato ricostruito fino allesplosione demografica ed edilizia del secondo Novecento, quando, con un processo assai rapido e irreversibile, quella che era stata, sin dal Cinquecento, una celebrata meta di villeggiatura estiva - prima di nobili e grandi burocrati, poi di borghesi di varia provenienza ed estrazione fu definitivamente compromessa nella propria identit, non diversamente ma, senzaltro, pi decisamente delle situazioni similari verificatesi nei vicini centri di San Giorgio a Cremano e Resina. La peculiare pervasivit che la saturazione e lintasamento degli spazi urbani hanno realizzato a Portici in et contemporanea , come si vedr, essa stessa un esito della citt consolidata. Dopo gli ampliamenti di primo Novecento, che andarono a occupare i settori ancora liberi della superficie comunale e che, almeno sotto il profilo demografico, potevano dirsi ancora in equilibrio con il contesto, fatta eccezione per le aree pi marginali (il litorale con il Granatello e le Mortelle e, a monte, la zona delle Madonnelle e del cimitero), i successivi incrementi edilizi si concentrarono, costantemente, negli spazi interstiziali del gi denso tessuto storico e, con ancora maggior gravit, negli ex-giardini e orti delle ville di delizia, ormai trasformate in condomini palaziati, e nei superstiti suoli coltivati. Secondo il modello napoletano, tra XVIII e XIX sec., la struttura insediativa porticese lungo il suo percorso generatore principale il tratto urbano del celebrato Miglio doro e, in minor misura, lungo le direttrici secondarie, soprattutto internamente verso San Giorgio e, sul litorale, verso Resina, aggregava architetture di pregio e case di tono spiccatamente rurale, anche senza soluzioni di continuit. Organizzate pure intorno a corti comuni con accesso alla strada, fino a pochi anni or sono, queste case in media a due piani, spesso con un sopralzo, coperte a terrazzo e del tipo a profferlo o con scala esterna e ballatoio - sono state diffusamente oggetto di sostituzione edilizia, restandone oggi, purtroppo, solo laconici episodi di diversa cronologia, fortunatamente, non del tutto decontestualizzati, come su via Immacolata, via della Torre, vico Casaconte e via Marittima.

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  • Larea costiera vesuviana tra il regno di Carlo di Borbone e la speculazione edilizia: il caso Portici

    MARINA DAPRILE

    Partendo dallattualit e procedendo a ritroso, si registrato lo sviluppo storico dellinsediamento, alla ricerca di capisaldi, direttrici e configurazioni delle fasi salienti, secondo un arco cronologico che, partendo dagli anni Ottanta del Novecento, quando la saturazione e liper-densificazione del costruito erano processi ormai compiuti, fino al 1750-1775, corrispondentemente alla situazione documentata nella mappa Carafa. Prima dellavvento di Carlo di Borbone, comunque, poche e, soprattutto, avulse da uno schema ordinatore pi generale, erano state, infatti, le iniziative edilizie che, almeno dal XVI sec., si erano andate sviluppando con interventi poco o nientaffatto influenti sulla definizione dellassetto urbano. La ricerca cartografica partita dallesame dellindispensabile corpus documentale raccolto dal Centro Interdipartimentale di ricerca sullIconografia della Citt Europea dellUniversit di Napoli Federico II che, particolarmente, ha trattato il sito porticese e larea vesuviana [AMODIO G., 2006, 251-55], allargandosi poi, per le testimonianze ottocentesche, alla raccolta della Biblioteca Nazionale di Napoli (Sezione Manoscritti e rari), nonch alle perizie del ramo civile del Tribunale napoletano di Corte di Appello. Poich uniformemente alla scala edilizia, per, queste ultime documentazioni sono poi confluite in un altro lavoro, ancora in fieri, che tratta il sito in questione nel diacronico sviluppo di alcune singole unit immobiliari. Il repertorio iconografico e cartografico ha fatto, quindi, necessario riferimento anche a elaborati noti e notissimi. Oltre al profilo da mare di F. Cassiano de Silva [fig. 5], al Borrador del Sitio di Portici [Ville vesuviane, 1959], alla mappa Carafa, e alle vedute, segnatamente, di G. B. Lusieri [SPIRITO F., 2003], J. Rebell [PROHASKA W., 1990] e A. Gigante [DE SETA C., DI MAURO L. PERONE M.T., 1980], si ricorsi, tra gli altri, alle mappe de Contorni di Napoli, agli Atlanti del Regno e alle tante rappresentazioni dedicate, sin dal XVII sec., ai profili e alle vedute zenitali del Monte Vesuvio [FINO L., 1993]. Anche quando a scala geografica, queste carte sono state, infatti, funzionali alla registrazione dei segni urbani di maggiore impatto, per i quali il confronto con le fonti pi tradizionali della ricerca storica stato prioritario. Seguendo tali modalit, sono emersi capisaldi, matrici, morfologie e direttrici delle dinamiche urbane specifiche nella loro diacronia, consentendo una lettura critica ragionata della loro processualit. Non cosa nuova, daltronde, evidenziare, oltre allovvio valore gnoseologico, il fondamentale contributo strategico che la conoscenza e la conservazione della memoria forma urbis rivestono nella definizione di appropriate politiche di pianificazione territoriale [BUCCARO A., 20091, 45-47]. Nel caso in ispecie occorre, anzi, rilevare che la necessit di analisi preliminari cos orientate ribadita ad ogni livello della pianificazione, dal PTPC (1996), che finalmente suggerisce una pi accorta perimetrazione dei centri storici, al Piano territoriale paesistico dei comuni vesuviani, dal piano del Parco nazionale del Vesuvio (1999-2006) alla programmazione comunale che, nel caso porticese, ha assunto, come si vedr, un ruolo basilare per lelaborazione di questa ricerca. 1. La costa vesuviana e linsediamento porticese In un territorio, persino, afflitto da un sostanziale overplanning oltre ai piani ricordati vigono, infatti, i Piani stralcio per lassetto idrogeologico (Autorit di bacino nordoccidentale e del Sarno) e il Piano strategico operativo (Pso) per la riduzione della densit abitativa nei 18 comuni della zona rossa [GASPARRINI C. E A., 2007], la registrazione a posteriori delle dinamiche urbane nella loro storica processualit risulta tanto pi interessante e fertile di spunti, soprattutto per gli insediamenti costieri. Almeno dagli anni Ottanta, contestualmente allapprofondirsi degli studi sulla provincia partenopea, si discusso, infatti, dellesemplare duplicit dialettica che connota il comprensorio vesuviano che, storicamente, integra una conurbazione, per usare la definizione di Vella, nebulare [VELLA A.,1996] insediamenti sparsi di origine e connotazione rurale darea sommana e settentrionale a unaltra pi densa, tipica della fascia litoranea, che sviluppa abitati, per lo pi di piccola taglia, intorno a poli specifici (parrocchia, presidio militare, etc.), raggruppandoli lungo la viabilit principale. La riflessione non di poco momento, perch nelle citt della costa lidentit e, persino, la riconoscibilit delle rispettive morfologie, persino nei comparti storicamente consolidati, risultano di complessa determinazione, a causa del continuum edilizio che denota oggi quelle conformazioni. La saturazione, dunque, leccessiva densit di questi tessuti, risultati prevalentemente, ma non solo, dal cannibalismo speculativo degli anni Settanta-Novanta e dalla responsabile connivenza delle popolazioni e delle Amministrazioni, hanno finito per cancellare o, nei casi pi fortunati, per portare in secondo piano, i caratteri edilizi e urbani storicamente improntati, senza determinare n nuove attribuzioni di senso, n un ridisegno organico della storica frammentariet, che quei luoghi, da sempre, realizzano. Lo sviluppo lineare dei paesi della costa si articol intorno ad emergenze isolate, i capisaldi del processo insediativo. La stessa Reggia porticese riveste il ruolo di matrice dello spazio urbano sette-

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  • Larea costiera vesuviana tra il regno di Carlo di Borbone e la speculazione edilizia: il caso Portici

    MARINA DAPRILE

    ottocentesco. Diversamente dalla regione orientale e, in generale, dallentroterra vesuviano, dove si mantenuta pi evidente la riconoscibilit delle forme insediative originali, unitamente alla coscienza di unidentit anche immateriale maggiore, tradottasi nella consapevole perpetuazione dusi e tradizioni autoctone, le zone costiere, anche per limmediatezza dei collegamenti con il capoluogo, sono sempre state pi esposte alla colonizzazione culturale partenopea, particolarmente, nel caso porticese. Le ville vesuviane dislocate sulla costa, ripetutamente confermano tali sostanziali affinit, testimoniate dalladozione di tipi, forme e modelli dellarchitettura colta della capitale, dal ricorso esclusivo ad architetti e maestranze estranei al contesto locale, verificabile anche negli episodi del Settecento maturo [DAPRILE M., 2014], dalluso costante del tufo giallo napoletano imbarcato dai monti di Posillipo al Granatello per la confezione di apparecchi murari a filari di bozze, soprattutto nei piani superiori, di contro alla consuetudine, certo legata allaltezza contenuta delledilizia tradizionale, di utilizzare blocchi rustici di lave e pietrarsa apparecchiati a cantieri, come nei tratti superstiti del muro di cinta occidentale del bosco superiore e del fortino del Granatello, cos confezionati in ragione del ruolo utilitaristico di quelle realizzazioni [DAPRILE M., 1999].

    Fig. 1: Portici dal satellite (2012). Fig. 2: Piano del Parco Nazionale del Vesuvio, Processi di espansione edilizia e urbana dal 1875 (rosso) al 2006 (arancio).

    Fig. 3: UTPNA, Portici, perimetrazione del centro storico (BUCCARO A., 20091, 58). Fig. 4: Portici, PUC 2011, Emergenze architettoniche, storiche, paesaggistiche e ambientali. Il confronto tra i due grafici evidenzia le aree - soprattutto a mare (le Mortelle) e ai lati del tracciato circumvesuviano, escluse dal perimetro di tutela.

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    2. Caratteri e sviluppo dellinsediamento urbano La condizione demaniale, che pur con alcune interruzioni, a lungo, connot larea costiera vesuviana, contribu sostanzialmente al mancato attecchimento delle dinamiche feudali, quindi, a una configurazione dei suoli, spesso, connotata da una parcellizzazione anche minuta, caratteristica peculiare di tali insediamenti [DE SETA C., 1989]. Com noto, i documenti testimoniano di un comparto vesuviano, fino al XVII sec., ricoperto fino al mare da fitti boschi, che la furia eruttiva del 1631 fin, in larga misura, per cancellare. Tra le immagini utili alla ricostruzione di tale contesto, sono le due incisioni su rame (1632) Stato del Monte Vesuvio prima e doppo lultimo incendio de 16 di Dicembre 1631 [FINO L., 1993], dove labitato porticese, sebbene appena abbozzato, comunque riconoscibile tra i pi piccoli della costa; vi si vede, inoltre, che la Reggia occup poi i suoli danneggiati da quelle colate. Come gi altre volte era accaduto, la distruzione fu per queste aree il volano di una nuova strutturazione del territorio, che trover poi nel XVIII sec. il suo compimento. Fino alla decisione di Carlo di strutturare qui un sito reale, le iniziative edilizie furono sempre sporadiche. Sin dal XVI secolo, sfruttando il tracciato costiero appena sistemato sul quale, difatti, simpiantarono gli interventi documentati, le realizzazioni si caratterizzarono, prevalentemente, come stanziamento di sontuose ville nobiliari la nota Leucopetra a Croce del Lagno o per la ristrutturazione e munizione dellantica residenza feudale il cosiddetto palazzo Capuano con ladiacente torre vicereale [RUSSO M., 1999] nonch per limpianto di numerosi organismi religiosi, sia ristrutturati sia nuovamente fondati, soprattutto a partire dal tardo Seicento, contestualmente allaccennata riorganizzazione del tessuto insediativo. Tale fase trova uninteressante raffigurazione nella Veduta di Portici di F. Cassiano de Silva (1700 ca.) [fig. 5]. Come nei coevi disegni di Resina e Torre del Greco, evidente lo sviluppo lineare dellinsediamento, ai lati della strada costiera cinquecentesca, cos come la paleofalesia, che connota il versante litoraneo, protetto da un baluardo murario quasi interrotto. La paleofalesia una peculiarit di questo paesaggio, ben rappresentata anche nella veduta di Lusieri 1783, Il golfo di Napoli da Portici [SPIRITO F., 2003], significativamente, risolta nel disegno della confluenza a mare delle ville settecentesche con una disposizione articolata di aree verdi, colture specialistiche e ambienti di delizia (cafhouse e padiglioni). Tale salto di quota, ove poi si sistem la ferrovia Napoli-Portici, nella zona delle Mortelle, che dal Settecento ospit il forte del Granatello, era anche il frutto dello sbancamento delle colate 1631, secondo quanto approntato dall'ingegnere Francesco Lopez Barrios per la realizzazione del presidio. Nella veduta di Cassiano de Silva, quasi al centro sul litorale, sembrerebbe riconoscersi il convento di San Pasquale; nonostante la genericit della raffigurazione forse possibile, infatti, individuare anche altre emergenze architettoniche. A sinistra, in grande evidenza, si direbbe essere rappresentato il convento di San Francesco; a destra, sul Miglio doro, la torre cinquecentesca, gi trasformata in residenza e privata della merlatura, adiacente lantico palazzo comitale mentre, alla sua sinistra, si posizionerebbe forse la cupola di San Ciro, da poco diventata parrocchia, essendosi liberata della giurisdizione della chiesa di S. Maria a Pugliano, di cui, non a caso, in lontananza sulla destra, si direbbe disegnato il campanile.

    Fig. 5: Veduta di Portici di Francesco Cassiano de Silva (1700 ca.), part. (BNNa, Sez. Nap., XXIX* A 104).

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    Fig. 6: Portici 1750-75. La mappa registra ledilizia, le strade e i percorsi interni alle aree verdi realizzati fino alla data indicata. (PUC 2011, Analisi dei caratteri insediativi). Per ovvi motivi di spazio, rimandando alla bibliografia relativa, tralasciamo lanalisi dettagliata delle ville vesuviane settecentesche che, gi prima dellelezione di Portici a sito reale e, quindi, degli ulteriori vantaggi, specie fiscali, che tale privilegio comport, aveva visto la nascita di pregevoli architetture, come il casino dElboeuf, del principe di Caramanico o la villa Caravita, tutte acquisite poi al demanio della reggia, e del cui pregio e impianto si pu avere unidea dal citato Borrador del sitio di Portici. Al riguardo occorre, per, rilevare almeno gli aspetti che, pi direttamente, incisero sulla definizione dellassetto urbano, decisamente investito, per tutto il Settecento, da una forte spinta edilizia, sostanzialmente, dipesa proprio da quelle iniziative [BARBERA F., 2000]. In ragione dellarticolato rapporto, pi o meno diretto, che tali dimore impiantarono con la strada, il mare e il Vesuvio, la loro incidenza fu, difatti, primaria anche sul piano urbanistico, sebbene in misura minore rispetto a quanto determinatosi, sullo stesso livello, con la sistemazione del complesso reale [ALISIO G.C., 1993]. Vanno sottolineati, in particolare, i guasti che le seriori trasformazioni di questi spazi hanno provocato, oltre che dal punto di vista dellarchitettura, con la perdita progressiva delle parti autentiche, sotto il profilo dellequilibrio territoriale. Quando le aree pertinenziali di queste fabbriche hanno perduto il collegamento con i nuclei edilizi originali, dunque, particolarmente con lapertura della linea ferroviaria, il destino di vuoti interstiziali stato per loro irrimediabilmente predisposto, causandone il crescente deficit di identit [VIOLA F., 2004].

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    Fig. 7: Portici 1838-40. (PUC, 2011) Sono registrati le architetture, le strade, le reti infrastrutturali e le prime parcellizzazioni delle aree verdi datate tra lultimo quarto del XVIII e il primo quarantennio del XIX sec. Lambizioso progetto borbonico, listituzione di una rete ferroviaria a servizio dellintero Regno, provoc insomma enormi squilibri nellassetto urbano consolidato [GAMBONI A., NERI P., 1987; PEZZA V., 2002]. Insieme allautostrada e alla Circumvesuviana esso ha costituito, anzi, uno dei motori della elefantiasi urbana che, in et contemporanea, definitivamente ha compromesso questi luoghi, portando a compimento la perdita di identit e memoria scaturita proprio dalla sua costruzione [VELLA A., 1996; DI STEFANO R., TRIONE A., 1979]. La documentazione delle trasformazioni indotte entro il primo quarantennio dellOttocento, oltre alle fonti ricordate, si avvalsa di alcuni elaborati conservati presso la Biblioteca nazionale partenopea [Figg. 8-9], utili alla registrazione di elementi puntuali, ai quali pure si legano importanti ricadute dordine urbano. In particolare, il primo approfondimento riferisce alla conformazione assunta, al 1825, dai giardini inferiori della reggia, nel tratto antistante il fronte a mare. Vi si registra una sostanziale coincidenza con lassetto settecentesco, mentre, dopo lUnit, questo sar seriamente compromesso dal tracciamento di un viale alberato centrale, estraneo alle direttrici inclinate originarie [VISONE M., 2004-05]. La seconda annotazione riguarda il progetto, ascritto alla prima met del XIX sec., di un muraglione scarpato a protezione del fronte a mare del Granatello, storicamente, utilizzato anche come sagrato del complesso di S. Pietro dAlcantara. La pianta registra nel dettaglio limpianto, alla fine del secolo trasformato in piazza, documentando anche lesatta localizzazione della fonte di acque termo-minerali, ben nota alla letteratura, ma della cui precisa posizione, gi al 1833, a quanto pare, neanche i Porticesi nulla sapevano dire [LANGELLA A., 2008]. Su tale base, il grafico dovrebbe quindi datarsi al primo trentennio del XIX secolo.

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    Fig. 8: Pianta di Resina e del sottoposto Ercolano (1825) [BNNa]1.

    Fig. 9: Portici. Fabbricati sulla spiaggia del Granatello (primo trentennio XIX) [BNNa]2. Progetto per la costruzione del muraglione innanzi al complesso di S. Pietro dAlcantara (oggi S. Pasquale).

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    Fig. 10: Portici 1890 (PUC, 2011). Costruzioni, pertinenze, infrastrutture e strade realizzate entro fine secolo. Dopo lUnit e fino al Novecento maturo si collocano le intraprese che pi hanno compromesso gli assetti urbani consolidati. Nellalveo della cultura che ispir il Risanamento partenopeo, sulle aree acquisite al demanio dallesproprio ai Borbone, si iscrivono, difatti, interventi di differente negativit. Innanzitutto, lapertura di piazze e rettifili, che ai trii e ai larghi che la consuetudine locale aveva tramandato (come negli attuali largo Santa Croce e Trio), sostituiscono invasi geometrici con tracciati radiali, come piazza San Pasquale al Granatello con il contestuale tracciamento del rettilineo stazione-Miglio doro (corso Umberto I), o come piazza San Ciro, creata appunto per raccordare questultima strada al Miglio doro. Il nuovo percorso tagli lo spigolo occidentale dei giardini della reggia, separando cos lex-fabbrica reale da villa dElboeuf e, condannando, di conseguenza, villa e giardino ad una marginalizzazione progressiva, che compromise gravemente lorganicit dellimpianto borbonico. Daltronde, linsediamento nellex-reggia della R. Scuola Agraria modific pesantemente anche altri assetti storicizzati, sia nella area bassa, con la cessione del bosco inferiore - allinterno del quale si apr appunto corso Umberto I, lasciando a verde la porzione pi occidentale per insediarvi la villa comunale sia nella area alta, dove la sistemazione di via delle Tramvie che, parzialmente, riprese il tracciato dellestremo percorso settentrionale del sito reale, sancendo la definitiva separazione della zona boschiva dal tessuto urbano, avvi la saturazione e la frammentazione dello spazio residenziale contermine, che finir poi per soffocare la stessa area verde. Identicamente da quelle intraprese dipese pure lisolamento della porta settecentesca superiore dellex-parco reale con le relative pertinenze, private dunque dogni identit, e la definizione, per cos dire, in negativo del recinto murario occidentale, uninteressante cortina in blocchi rustici di pietrarsa a cantieri, realizzata tra il 1738 e il 1740, disposta lungo lattuale via Salute [DAPRILE M., 1999].

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    Considerato un mero baluardo materiale, circa un secolo dopo, infatti, questo muro stava per essere demolito dallAmministrazione locale, che voleva cos offrire maggiore agio allespansione contemporanea, dislocata, difatti, in modo uniforme sul versante ovest della strada. Contemporaneamente alla costruzione della ferrovia vesuviana e della funicolare, il comparto vesuviano costiero si avvantaggi di una rete tranviaria tra Napoli e Torre del Greco, nata dal prolungamento della tranvia a cavalli che, nel 1875, si era istituita nel capoluogo. Lungo la strada delle Calabrie, la linea - elettrificata nel 1903-04 - attravers Portici nel 1876, con alcune deviazioni, come Bellavista, necessarie per intercettare la stazione inferiore della ferrovia vesuviana. Come infrastruttura leggera, capace anche di sviluppare connessioni intermodali con la circumvesuviana e con la rete diretta al Vesuvio, lopera stimol presto lattenzione degli investitori immobiliari, non solo del settore turistico. La realizzazione dellHotel Bellavista (poi Poli), ad esempio, sul capolinea della deviazione del tram , al riguardo, un caso eclatante. La contestuale apertura di via A. Diaz, collegamento tra il Miglio doro e la zona despansione superiore (Bellavista), servita pure dal tram e dalla vicina stazione circumvesuviana, accompagn e incentiv, quindi, la nuova fase insediativa che assunse, sullesempio della settecentesca, anche valori di rilievo sul piano ambientale e paesaggistico, creando un sistema grossomodo lineare, posto lungo quella direttrice, di ville e villini di gusto eclettico. Anche le aree marginali furono profondamente modificate in questi anni, in particolare la zona delle Mortelle, dopo lesproprio ai Borbone, destinata a diversi insediamenti industriali che, ben presto, ne compromisero irreversibilmente anche la qualit ambientale.

    Fig. 11: Portici, planimetria 1910. (Portici, Archivio comunale).

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    Fig. 12: Portici 1954 (PUC 2011). I capisaldi dellespansione contemporanea; da notare la trasversale di via Libert e lautostrada Napoli Salerno. Fig. 13: Portici 1984-87 (PUC 2011). La citt contemporanea e la saturazione degli spazi storici interstiziali.

    Figg. 14-15: Portici, lesedra di piazza S. Ciro e il rettifilo di corso Umberto I, aperti negli anni Ottanta dellOttocento; a fianco, la chiesa di San Ciro con la cortina demolita per lapertura di via Libert. La linearit obbligata - storicamente incentivata dalla strada delle Calabrie prima, e dalle linee ferrate costiera e circumvesuviana poi - si sempre correlata alluso e alla modificazione delle direttrici trasversali rappresentate dalle colate laviche. Qui, nel tempo, si sono creati giardini e appezzamenti agricoli, come si visto, continuamente trasformati dagli eventi naturali, oltre che dagli uomini. Dal secondo dopoguerra questa dinamica virtuosa si interrotta, in primis a causa dellautostrada Napoli-Salerno, che si configurata, in un certo senso, come il veicolo di unaccessibilit facilitata, a sua volta, propulsione dellaccelerazione subita dallespansione edilizia, da quegli anni indirizzata, pi o meno consapevolmente, alla saturazione e alliper-densificazione dello spazio abitato. Certo, su queste dinamiche ha pesato molto la crescente domanda di alloggi che non riusciva a trovare risposta allinterno del capoluogo. Tra le ferite, quella provocata dallapertura di via Libert realizza forse il record delle negativit, di cui il parziale smantellamento del cosiddetto palazzo Capuano e, particolarmente, delladiacente torre cinquecentesca, anche isolata da quellintervento, e il mancato collegamento con lesedra di piazza San Ciro rappresentano solo le pi immediate.

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    La creazione dello svincolo autostradale, cui via Libert direttamente connetteva, ne potenzi poi ulteriormente il ruolo di attrattore maggiore dellespansione edilizia post-bellica, ancora aggravata dalla progressiva riduzione e poi, dal 1963, dalla definitiva cancellazione della linea tranviaria. La citt-dormitorio, la marginalizzazione del litorale e del mare stesso, il crescente inquinamento ambientale, lerosione delle coste e la progressiva affermazione del Vesuvio come periferia dequalificata della dispersione insediativa diventano, da allora, i caratteri dominanti dello spazio urbano, secondo le dinamiche che, com noto, oggi ancora subiamo.

    Fig. 16: Portici: Cronologia del tessuto urbano (PUC, 2011). Gli intervalli temporali comprendono le espansioni realizzate fino al 1775 (rosso scuro), al 1840 (rosso), al 1890 (arancio), al 1954 (giallo ocra) e al 1987 (giallo limone). In verde, i tessuti e i progetti dal 1987 al 2011.

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