Matera e Adriano Olivetti

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Matera e Adriano Olivetti

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  • MATERA E ADRIANO OLIVETTI

    Conversazioni con Albino Sacco e Leonardo Sacco

    di Federico Bil, Ettore Vadini

    Fondazione Adriano Olivetti

    Con una testimonianza inedita di Friedrich G. Friedmann raccolta da Laura Olivetti

  • ... Bisogna che noi ci rendiamo capaci di pensare e di creare un nuovo Stato, che non pu pi essere n quello fascista,n quello liberale, n quello comunista, forme tutte diverse e sostanzialmente identiche della stessa religione statale.Dobbiamo ripensare ai fondamenti stessi dellidea di Stato: al concetto di individuo che ne alla base; e, al tradiziona-le concetto giuridico e astratto di individuo, dobbiamo sostituire un nuovo concetto, che esprima la realt vivente, che abo-lisca la invalicabile trascendenza di individuo e di Stato. Lindividuo non una entit chiusa, ma un rapporto, il luogodi tutti i rapporti. Questo concetto di relazione, fuori della quale lindividuo non esiste, lo stesso che definisce lo Stato.Individuo e Stato coincidono nella loro essenza, e devono arrivare a coincidere nella pratica quotidiana, per esistereentrambi. Questo capovolgimento della politica, che va inconsapevolmente maturando, implicito nella civilt contadina,ed lunica strada che ci permetter di uscire dal giro vizioso di fascismo e antifascismo. Questa strada si chiama auto-nomia. Lo Stato non pu essere che linsieme di infinite autonomie, una organica federazione. Per i contadini, la cellu-la dello Stato, quella sola per cui essi potranno partecipare alla molteplice vita collettiva, non pu essere che il comunerurale autonomo. questa la sola forma statale che possa avviare a soluzione contemporanea i tre aspetti interdipen-denti del problema meridionale; che possa permettere la coesistenza di due diverse civilt, senza che luna opprima lal-tra, n laltra gravi sulluna; che consenta, nei limiti del possibile, le condizioni migliori per liberarsi dalla miseria; e cheinfine, attraverso labolizione di ogni potere e funzione sia dei grandi proprietari che della piccola borghesia locale, con-senta al popolo contadino di vivere, per s e per tutti. Ma lautonomia del comune rurale non potr esistere senza lau-tonomia delle fabbriche, delle scuole, delle citt; di tutte le forme della vita sociale. Questo quello che ho appreso in unanno di vita sotterranea...tratto da Cristo si fermato ad Eboli di Carlo Levi, Einaudi, 1945

  • Collana Intangibili 23

  • Matera e Adriano Olivetti.Conversazioni con Albino Sacco e Leonardo Saccodi Federico Bil e Ettore VadiniCollana Intangibili, Fondazione Adriano Olivetti, n. 23, 2013ISBN 978 88 96770 21 4

    La Collana Intangibili un progetto della:Fondazione Adriano Olivetti

    Direzione editorialeFrancesca LimanaRedazioneBeniamino de Liguori Carino, Viviana Renzetti, Matilde Trevisani

    Fondazione Adriano OlivettiSede di RomaVia Giuseppe Zanardelli, 34 - 00186 Romatel. 06 6877054 fax 06 6896193Sede di IvreaStrada Bidasio, 2 - 10015 Ivrea (TO) tel./fax 0125 627547www.fondazioneadrianolivetti.it

    Tutto il materiale edito in questa pubblicazione, ad esclusione delle appendici docu-mentali per le quali si prega di fare riferimento alle fonti citate nel testo, disponi-bile sotto la licenza Creative Commons Attribuzione-Non commerciale-Nonopere derivate 3.0 Italia. Significa che pu essere riprodotto a patto di citare lafonte, di non usarlo per fini commerciali e di condividerlo con la stessa licenza.

  • a Anna Maria Levi

  • MATERA E ADRIANO OLIVETTI

    Conversazioni con Albino Sacco e Leonardo Sacco

    di Federico Bil e Ettore Vadini

  • Indice

    NOTA DELLEDITORE

    INTRODUZIONE

    La Basilicata, lincontro con Adriano Olivetti e i progetti comunitari nel racconto di Friedrich G. Friedmanndi Laura Olivetti

    CONVERSAZIONI

    Storie di un approccio virtuoso allintervento pubblico: lUNRRA-Casas e lISESAlbino Sacco con Federico Bil

    Basilicata e Centro Comunit. Memorie di inchieste e dibattiti per MateraLeonardo Sacco con Ettore Vadini

    IMMAGINI E RIFLESSIONI DI IERI

    Percorso iconografico

    Il Villaggio La Martella. Autocritica di Federico GorioCasabella-Continuit, n. 200, 1954

    A proposito di La Martella di Giancarlo De CarloCasabella-Continuit, n. 200, 1954

    Pianificazione senza urbanisti di Ludovico Quaroni Casabella-Continuit, n. 201, 1954

    pag. 11

    pag. 21

    pag. 39

    pag. 73

    pag. 105

    pag. 139

    pag. 147

    pag. 155

  • Matera, citt contadina di Riccardo Musatti Comunit, n. 33, 1955

    Il vicinato come gruppo di Lidia De Rita Centro Sociale, n. 1, 1955

    La paura degli urbanisti di Marcello FabbriBasilicata, n. 22, 1955

    RIFLESSIONI DI OGGI

    Laboratorio Matera. La realt, le utopie urbane e le riflessioni dei progettistidi Ettore Vadini

    La luce violenta della realt ovvero del metodo antropologico.Il contributo delle scienze sociali nella vicenda di Materadi Federico Bil

    POSTFAZIONE

    I Sassi di Matera. Dal concorso didee alliscrizione al Patrimonio UNESCOdi Luigi Acito

    INDICE DEI NOMI

    pag. 167

    pag. 181

    pag. 189

    pag. 195

    pag. 227

    pag. 265

    pag. 275

  • NOTA DELLEDITORE

  • La Fondazione Adriano Olivetti e gli autori desiderano ringraziare quanti, in vario modo,hanno reso possibile questa pubblicazione. Primi fra tutti i dipendenti dellArchivio di Statodi Matera, che attraverso la loro preziosa collaborazione hanno permesso di completare lasezione iconografica con carteggi e planimetrie, talvolta inedite; la Biblioteca Adriano Olivetti,che rappresenta il primo simbolico tassello di un percorso di riqualificazione del borgo LaMartella; ed inoltre, Simone Cavallo; Giorgio Cigliana; Francesco Paolo Francione; MassimoLoia; Gilberto Marselli; Carlo Pozzi; Amalia Signorelli; Ida Zingariello.

  • Il pensiero di Adriano Olivetti e la sua cultura di impresa, sono stati ilmodello scelto da Luca Zevi per la mostra Le Quattro Stagioni.Architetture del Made in Italy da Adriano Olivetti alla Green Economy1, allestitanel Padiglione Italia durante la 13. Mostra Internazionale diArchitettura della Biennale di Venezia. Lelaborazione della Prima Stagione, dedicata a Adriano Olivetti, havisto una stretta e proficua collaborazione tra i curatori della sezione2 ela Fondazione Adriano Olivetti, creando i presupposti per la nascita diquesto volume. Nel percorso espositivo sono stati privilegiatidocumenti inediti, come quelli sul Progetto Pilota per lAbruzzo3, persollecitare delle riflessioni sul metodo olivettiano della pianificazioneurbanistica, applicato anche attraverso lazione dellUNRRA-Casas4.Quello dellAbruzzo, ad esempio, un progetto che ha una sua storiaparticolare, unidea di Angela Zucconi5 che, collaborando conlUNESCO, introduce ulteriori elementi innovativi rispetto

    Numero speciale dellarivista Centro Sociale,n.34, 1960, dedicato alProgetto Pilota perlAbruzzo.

    Riunione di grupponellUfficio del ProgettoPilota in Abruzzo, 1960. Laprima a destra AngelaZucconi, la seconda dasinistra Florita Botts.

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    1 Nella mostra - allestita al Padiglione Italia dal 28 agosto-25 novembre 2012 - sono state narrate lequattro stagioni dellarchitettura del Made in Italy lungo un percorso mirato alla ricerca di unrapporto virtuoso tra architettura, crescita e innovazione. 2 La prima stagione, Adriano Olivetti. Nostalgia di futuro, stata curata da Massimo Locci e FedericoBil in collaborazione con la Fondazione Adriano Olivetti (Francesca Limana, Matilde Trevisani,Viviana Renzetti).3 Per approfondire si legga anche Alice Belotti, La Comunit Democratica. Partecipazione, educazione epotere nel lavoro di comunit di Saul Alinsky e Angela Zucconi, Collana Intangibili, n. 16, 2011.Scaricabile dal sito della Fondazione Adriano Olivetti nella sezione pubblicazioni. 4 United Nations Relief and Rehabilitation Administration - Comitato Amministrativo Soccorsoai Senzatetto.5 Angela Zucconi (1914-2000), cofonda e dirige dal 1946 il CEPAS scuola per assistenti socialifinanziata da Adriano Olivetti. Partecipa al lavoro del gruppo interdiscipliare costituitodallUNRRA - Casas per il risanamento dei Sassi e la costruzione del borgo La Martella a Matera,sviluppa e dirige i lavori del Progetto Pilota per lAbruzzo.

  • allesperienza che aveva visto Matera al centro della riflessione. E inquesto volume sar proprio nelle parole di Albino Sacco, che a questeesperienze ha partecipato, che si rintraccer il filo che lega Matera alProgetto Pilota per lAbruzzo, constatando le difficolt di radicamento,soprattutto dopo la morte di Adriano Olivetti, del progetto comunitarionel centro sud, ma anche scoprendo quanto fecondo fosse lo scenariodi confronto e scambio fra queste esperienze. Da Matera, Adriano Olivetti avvia una serie di iniziative sia attraversolUNRRA-Casas, di cui nel 1947 diviene Commissario e nel 1959 VicePresidente, sia attraverso lIstituto Nazionale di Urbanistica, di cui nel1950 assume la Presidenza.Lazione Comunitaria riesce a irrorare tutti i rami di un albero la cuiradice profonda non pu non essere rintracciata nel Canavese.Ed proprio la complessa esperienza imprenditoriale, politica,urbanistica e sociale, che Adriano vuole replicare. Senza colonialismi,con un profondo rispetto per le persone e per i loro territori,contrastando le divisioni ideologiche che hanno seminato e intralciatoil cammino della civilt.

    Comunit, il nome lo dice e il programma lo riafferma, unmovimento che tende a unire, non a dividere, tende acollaborare, desidera insegnare, mira a costruire6.

    Adriano Olivetti si sempre chiesto se esiste un modo per creare delleComunit concrete, n troppo grandi, n troppo piccole che diano:

    a tutte le attivit quellindispensabile ordinamento,quellefficienza, quel rispetto della personalit umana, dellacultura e dellarte che la civilt delluomo ha realizzato nei soliluoghi migliori7.

    Adriano sa che al di fuori dalla sua piccola patria canavesana:

    Per decidere, sovvenzionare, attuare un lavoro relativamentesemplice come quello di costruire un ospedale o aprire nuovi

    Copertina del libro La viaDel Sud di Riccardo Musatti,Edizioni di Comunit, 1958.

    Il simbolo del MovimentoComunit una campana,circondata da un nastro,metafora di una chiamata araccolta, di una volont dirisveglio culturale e civile,per ricostruire un paeseprostrato dalla guerra.Simbolo delle Edizioni diComunit e della rivistaComunit, oggi il logodella Fondazione AdrianoOlivetti.

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    6 Adriano Olivetti, Il cammino della Comunit, Edizioni di Comunit, 2013, cit., p. 32. 7 Ivi, cit., p. 33.

  • corsi professionali nelle scuole, finanziare una cooperativa,bisogna ricorrere a Roma, cercare avvocati, difensori,mediatori, onorevoli, senatori, ministri, insistere, correre da unufficio a un altro. Quanto pi semplice sarebbe per i cittadini sela costruzione di acquedotti, ospedali, ambulatori, biblioteche,asili, scuole bonifiche, case fosse decisa, finanziata, attuatadallEnte Regione8.

    Per Adriano il disegno chiaro: lui vede queste piccole patrie, questecitt delluomo, queste Comunit, come realt molecolari che lavoranoper il raggiungimento di una nuova democrazia. Come scrive RiccardoMusatti su Zodiac subito dopo la morte di Adriano:

    Questo scarno disegno, dunque, non soltanto, oggi, undocumento e un ricordo; il simbolo del problema-base cheaffatic la mente politica di Adriano Olivetti e che permane,irrisolto ma dominante, nella prospettiva politicacontemporanea: lantitesi citt-campagna, proposta nel drammarisorgimentale, rincrudita dallo sviluppo capitalistico dellItaliasettentrionale e dalla correlativa stasi del Mezzogiorno ruraledeve essere superata per sospingere finalmente il Paese oltre ilcerchio dellimmobilismo9.

    Limpeto forte, visionario ma concreto, conduce Adriano nel 1950fino a Matera, lo stesso anno in cui a Ivrea la Olivetti lancia la Lettera22, rafforza la rete di consociate estere, apre convalescenziari per idipendenti, nuovi asili e colonie estive. Adriano arriva in una Materaanche peggiorata dalla seconda guerra mondiale, una citt che versa incondizioni igienico-sanitarie di forte miseria, con un tasso di mortalitinfantile che supera il 40% e un alto tasso di analfabetismo.

    Matera diventa quindi loccasione per il risanamento materiale ma ancheper il riscatto morale. Adriano Olivetti la definisce capitale simbolicadel mondo contadino e la trasforma, secondo un principio dialogico, conazioni concrete. Matera diventa un laboratorio a cielo aperto che superaogni tecnicismo e autoreferenzialit, in cui il metodo interdisciplinare a

    Lo schizzo delle Comunitdi Adriano Olivetti, commentato da RiccardoMusatti su Zodiac nel 1960.

    Ritratto di una famiglia inuna grotta nei Sassi diMatera, foto di MarjoryCollins pubblicataallinterno dellarticolo diRiccardo Musatti Viaggio aiSassi di Matera,Comunit, n.9, 1950.

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    8 Ivi, cit., p. 38.9 Riccardo Musatti, Un disegno, unidea, in Zodiac n. 6, Edizioni di Comunit, 1960.

  • quin ci va a didascalia quin

    condurre a risultati inediti. Adriano trasferisce competenze e crea, con unfertile confronto tra progettisti, assistenti sociali, ingegneri, scrittori,filosofi, i presupposti per un preciso obiettivo: la ricostruzione di luoghiche restituiscano dignit e cittadinanza alle persone. Oltre laricostruzione, leducazione al pensiero anche attraverso le rivisteBasilicata e Centro Sociale - International CommunityDevelopment nella versione internazionale - che diventano le testatepi attive sui temi della politica meridionale, la pianificazione, lescienze sociali. Comunit il trait-dunion fra la piccola patriacanavesana e il resto dellItalia comunitaria che nelle ultime paginedella rivista periodicamente racconta le proprie attivit.

    Il primo passo del lavoro sociale intrapreso dai CentriComunitari fu la istituzione di biblioteche e la notevolecircolazione di riviste tecniche e culturali, completamentemancanti in quei villaggi sperduti. Il lavoro non fu semplice:talvolta mancavano le sedi, spesso si presentavano personeinadatte, o intriganti, o politici a ingarbugliare le cose. Ma a pocoa poco i Centri si organizzavano, le biblioteche si arricchivano,si dette vita a corsi di cultura popolare, a manifestazioni sportive,ricreative; si inizi il servizio sociale, si diede mano al servizio diassistenza tecnica nel campo dellagricoltura e nellindustria. Sitrattava in sostanza di portare gradatamente in tutti i piccolivillaggi - cio nellintera Comunit - il piano di assistenza sociale,culturale, educativa, ricreativa pi completo, quale si trova nellenazioni pi progredite10.

    Giuseppe De Rita afferma che il seme comunitario feconda solo laterr gi fertile11. Con questo volume vorremmo continuare lariflessione sullesperienza di Comunit soprattutto nel Sud,collocandola nel pi articolato disegno comunitario di Adriano chevide disseminate nellItalia centro meridionale, altre comunit nonmeno importanti ma certamente meno conosciute: quella del Centrocomunitario di Terracina, o del Centro di Porta Pinciana a Roma,snodo politico e crocevia del vivace associazionismo del dopoguerra.

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    10 Il cammino della Comunit, cit., p.41. 11 Giuseppe De Rita. La Fondazione Adriano Olivetti e la Questione Meridionale, Collana Intangibili, n.7,2009. Scaricabile dal sito della Fondazione Adriano Olivetti nella sezione pubblicazioni.

  • Matera diviene il punto di partenza di un percorso che speriamo possavedere ulteriori approfondimenti, in unottica di valorizzazione delpassato, attraverso le carte custodite nel nostro archivio12, e delpresente, attraverso lintepretazione dellattualit di queste esperienze.

    Oggi passeggiando a La Martella, quella foto del 1953 con Bruno Zevi,Laura Muratore Fabbri e Leonardo Sacco che assistono al traslocodegli abitanti delle nuove case, si ripropone con irreale realismo.Abitazioni bianche, dal profilo semplice, quello disegnato dai bambini:il profilo di una casa, dimora accudente, rassicurante. Sullo sfondo ilprofilo antico dei Sassi di Matera oggi Patrimonio mondialeUNESCO. Apparentemente nulla cambiato ma il passaggio dalbianco e nero al colore svela profonde trasformazioni che, alla luce diquesti ultimi cinquantanni, vorremmo capire insieme, anche partendoda questo lavoro.

    La testimonianza inedita di Friedrich G. Friedmann inquadrer ilcontesto storico e sociale in cui il lettore avr modo di calarsi piprofondamente attraverso le parole dei fratelli Leonardo e Albino Sacco,tra i protagonisti e testimoni di quella che oggi forse potremmo definireuna primavera materana ante litteram. A raccontarci la storia pi recentesar invece Luigi Acito, architetto, gi Presidente della sezione INUBasilicata, che nella postfazione narrer il percorso che dal Concorso diIdee ha portato Matera a diventare oggi Patrimonio UNESCO. Gli articoli pubblicati tra il 1954 e il 1955 sulle riviste Centro Sociale,Comunit, Casabella Continuit e Basilicata faranno invece dacontrappunto ai testi di Federico Bil e Ettore Vadini che da dueprospettive diverse, lanalisi della pianificazione urbanistica e lapportodelle scienze sociali, indagano unesperienza emblematica della storiadel nostro Paese.

    1 novembre 1953. I nuoviabitanti enrano a LaMartella. Nelle tre fotoscattate da Marcello Fabbrisono ritratti, al centro,Bruno Zevi, LeonardoSacco, Laura MuratoreFabbri.

    Nella pagina di sinistra lacopertina di: CentroSociale, n.24/25, 1958/59;Basilicata, n. 1, 1954;Comunit, n. 29, 1955.

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    12 Si fa riferimento in particolare ai seguenti Fondi custoditi tra Roma e Ivrea: il Fondo Friedrich G.Friedmann; il Fondo Ludovico Quaroni; il Fondo CEPAS/Angela Zucconi, dove si rintraccia lamatrice di studio che viene applicata dalle assistenti sociali nella fase precedente alla pianificazioneurbanistica; il Fondo I-RUR e G.T.C.U.C., da cui emergono le analogie tra Ivrea e Matera sui metodiadottati dai gruppi interdisciplinari; il Fondo UNRRA-Casas, di cui molta parte anche conservatapresso lArchivio Centrale di Stato, ed in ultimo la donazione dellintera collana della rivista CentroSociale dal 1954 al 1978, fatta da Anna Maria Levi nel 2011, alla Biblioteca della Fondazione.

  • INTRODUZIONE

    La Basilicata, lincontro con Adriano Olivetti e i progetti comunitari nel racconto di Friedrich G. Friedmann

    di Laura Olivetti

  • Abbiamo scelto di proporre non la versione integrale della conversazione traLaura Olivetti e Friedrich G. Friedmann, ma la sola parte inerente larrivo inItalia, il dopoguerra e il racconto dellesperienza materana, in modo daaccogliere e introdurre i temi affrontati successivamente nelle pagine delvolume. Rispetto alla versione originale abbiamo apportato alcune piccolemodifiche per rendere la lettura pi scorrevole, mantenendo per il tonocolloquiale ed informale.

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  • Nellottobre del 1987 Laura Olivetti, allora membro del Consiglio diAmministrazione della Fondazione Adriano Olivetti, incontra a Monaco diBaviera, il Professor Friedrich G. Friedmann, per definire i termini del deposito delsuo archivio. Infatti proprio in quegli anni, sotto la Direzione Scientifica dellaFondazione, si stava costituendo a Ivrea, lArchivio Storico Olivetti. Insieme con ilconsistente patrimonio documentale gi trasferito nel nascente Archivio, LauraOlivetti segu diverse acquisizioni tra cui in particolare quella del Fondo Friedrich G.Friedmann e poco dopo quella del Fondo Ludovico Quaroni. Il Fondo F. G.Friedmann, pur quantitativamente limitato, risulta ancora oggi particolarmentesignificativo per lo studio delle iniziative promosse da Adriano Olivetti e affidate alsociologo tedesco-americano in vista della realizzazione del villaggio La Martella e delrisanamento organico dellarea dei Sassi di Matera.

    In questa testimonianza inedita*, il Professor Friedmann racconta le ragioni che loportarono alla fine degli anni Quaranta in Basilicata, lincontro con AdrianoOlivetti, con cui intrattenne un rapporto di sincero e profondo scambio intellettuale,e il metodo adottato durante i lavori della Commissione per lo studio della citt edellagro di Matera, da lui diretta.

    Laura OlivettiQuando e perch venne in Italia e in quali circostanze conobbeAdriano Olivetti?

    Friedrich G. FriedmannArrivai per la prima volta in Italia nel 19331. Quando i nazisti andaronoal potere, io fui arrestato2. Dopo essere stato rilasciato, tornai aFriburgo dove ripresi a studiare.

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    1 Sono nato nel marzo 1912, in una famiglia ebrea assimilata e liberale, come quasi tutti i circaduemila ebrei di Augsburg. Borghesi come gli altri, di cultura tedesca come gli altri, ma che,diversamente dagli altri, frequentavamo, chi pi chi meno, la sinagoga. cit., Il pianto sommesso di unanonna in Una citt,, n.114, luglio-agosto 2004. http://www.unacitta.it/newsite/intervista.asp?id=1144, link consultato il 23 luglio 2013.2 Il 30 Gennaio 1933 assistetti allentrata delle SA a Freiburg. Eravamo moltissimi, cittadini,studenti, operai, tutti pigiati ai bordi della strada a lanciare grida di disgusto. Allora la polizia a

  • Un giorno mio padre lesse in un giornale, o in una rivista ebraicatedesca, un annuncio di un professore italiano di filosofia che si offrivadi ospitare a casa sua, vicino Trieste, due studenti ebrei di nazionalittedesca per prepararli alluniversit italiana. Cos nel giugno, o luglio del1933, mi recai nella sua piccola azienda, e l ebbi modo di apprenderela lingua italiana. Poi, in autunno, andai allUniversit di Roma. InGermania avevo studiato medicina, ma a Roma frequentai la Facolt diLettere; mi laureai in Letteratura scandinava, con una tesi su JohanAugust Strindberg. Decisi quindi di proseguire i miei studi in Filosofia,e dopo un anno mi laureai con una tesi sui Frammenti di Empedocle.Dal 1933 al 1939 strinsi amicizia con molti italiani, degli antifascisti manon nel senso ideologico del termine quanto piuttosto conunaccezione pi umanistica e istintiva. Avevamo creato un gruppoaperto, senza una particolare denominazione, che venne a formarsi inun modo interessante. La prima persona che ebbi modo di conoscerefu la nipote di quel professore che mi ospit nellestate del 1933; poi,nellestate del 1934, andai a Capri dove incontrai due sorelle, le figlie diuna donna molto interessante, unebrea di nazionalit russa che avevapartecipato alla Rivoluzione del 1905 e che, in seguito, era stata portataa Capri dal poeta Massimo Gorkij.Ogni venerd pomeriggio avevamo labitudine di recarci al teatroAugusteo per assistere ai concerti; durante le esibizioni, osservavamoil pubblico alzarsi in piedi quando venivano intonati la marcia reale oGiovinezza, linno fascista. In quelle settimane, andammo a vederediversi concerti e, col tempo, ci accorgemmo che alcuni iniziavano amanifestare una certa difficolt ad alzarsi in piedi; cos, durantelintervallo, decidemmo di parlare con loro. Ed in questo modo chevenne a formarsi questo circolo di amici antifascisti. Dopo di che alcuni di noi vennero espulsi dallItalia, altri tra i miei amicipi interessanti furono arrestati, credo in relazione ad una piccolamacchina per scrivere che, da studente, avevo portato dalla Germania.Due o tre settimane prima che scoppiasse la guerra, partimmo perlInghilterra in seguito allespulsione e decisi di lasciarla ai miei amici.

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    cavallo cominci a spingerci nelle strade laterali come fossimo dei violenti. Per un fatto di pocaimportanza in un giorno primaverile, durante le vacanze, fui arrestato a casa alle sette del mattino.Credo di essere stato il primo arrestato per antinazismo ad Augsburg. Avevo 21 anni., op. cit., Ilpianto sommesso di una nonna.

  • Questa macchina svolse un ruolo davvero importante perch era unadelle poche a non essere registrata. Durante il fascismo, infatti, siregistravano tutte le macchine per scrivere cos la polizia, nel caso avesserinvenuto un documento, poteva facilmente risalire allautore. La mia fudavvero preziosa perch, come venni a sapere solo ventanni dopo, iprimi pamphlet - poi pubblicati su LUnit - furono scritti con quellamacchina. Fra i miei amici cerano persone come Lucio LombardoRadice, Aldo Natoli, i quali, in prigione, aderirono al Partito Comunista,divenendone esponenti di una certa importanza. Dopo la fine della guerra, desideravo tornare in Italia per rivedere lepersone con cui nel frattempo avevo ripreso i contatti. Quindi, credonel marzo del 1949, lessi sul New York Times che il programma discambi Fulbright era stato esteso allItalia e cos cercai di ottenere unaborsa di studio. Per partecipare era necessario redigere una sorta diprogetto. Allepoca, il mio campo di studi era la filosofia di cui per nonmi interessava particolarmente laspetto accademico, decisi cos diorientare la mia ricerca alla quotidianit del mondo rurale italiano. Dopodieci mesi mi comunicarono che avevo ottenuto la borsa di studio e che,insieme alla mia famiglia - cio insieme a mia moglie e ai miei figli - misarei dovuto recare in Italia entro otto, dieci giorni3. Durante il mio soggiorno in Italia avevo gi letto il libro di Carlo Levi4e ora non ricordo pi se qualcuno mi mand da lui o andai per miainiziativa. In ogni caso mi recai a casa sua: era mezzogiorno, ricordoche stava per alzarsi; durante lincontro lo chiamai don Carlo, era unpersonaggio di grande importanza. Gli raccontai che volevo visitare il

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    3 Si era verso la fine del 1950 o agli inizi del 1951. Sostavamo sulla collina del Castello di Matera:sostavamo, poi facevamo pochi passi, cui seguiva un nuovo indugio, cos come si soliti fare neipomeriggi domenicali. Non ricordo quale fosse largomento del nostro discorrere, che dovevaessere per rispettabile e serio, poich il mio compagno era un gentiluomo di antico stampo, eben sapeva come si debba intrattenere un visitatore venuto da lontano. E non difficileimmaginare cosa egli volesse spiegare, con tanta compitezza non disgiunta da insistenza: iproblemi e i mali del Mezzogiorno. Mi sfugge oggi se la causa di questi mali andasse attribuita aiBorboni, al clima, o al dominio dei Piemontesi, ma ancora ho nella mente la cadenza di quelleparole, la calma distesa di quel procedere un poco e poi di nuovo fermarsi, e infine unasensazione quasi di imbarazzo e di reverenziale timore, che mi veniva dalla presenza di un terzocompagno: lagro, i campi che stanno dietro alla citt, le distese lunari della Lucania. Era unpaesaggio di proporzioni vastisime e insolite, biblico nella sua potenza, omerico nei suoi colori.Friedrich G. Friedmann, Un incontro: Matera in Lo studio di Matera: saggi introduttivi, RiccardoMusatti, Friedrich G. Friedmann, Giuseppe Isnardi.4 Friedmann si riferisce allopera di Carlo Levi, Cristo si fermato ad Eboli, Einaudi, 1944.

  • Mezzogiorno e Levi mi disse che mi avrebbe aiutato. Mi inform chein Basilicata aveva un amico, Rocco Scotellaro, un poeta diventiquattro anni che allora era Sindaco di Tricarico. Mi mise anche alcorrente che il giovane, in quei giorni, si trovava in carcere, credo acausa di un intrigo politico di qualche genere - Scotellaro aderiva alPartito Socialista - ma che a breve sarebbe stato rilasciato perch nonaveva commesso alcun reato. E cos mi recai per la prima volta aTricarico e conobbi Scotellaro di cui divenni intimo amico. Allo stesso tempo ebbi modo di conoscere anche un americano, di cuinon ricordo il nome, e sua moglie, allora rappresentanti dei quacqueriamericani in Italia, pi esattamente di quello che in inglese vienechiamato American Friends Service Committee. La coppia mi misein contatto con due organizzazioni private a cui fornivano supporto:lUnione Nazionale per la Lotta contro lAnalfabetismo (UNLA) e ilMovimento di Collaborazione Civica (MCC). Le due organizzazionierano particolarmente impegnate nella sfera del sociale: lUNLAguidava un progetto, a mio parere abbastanza interessante, basatosullidea di combattere lanalfabetismo nel Mezzogiorno, non inviandosemplicemente degli insegnanti ma persuadendo le persone a capireche era nel loro interesse imparare a leggere e scrivere. LUNLAconsegu dei buoni risultati in quaranta centri, generalmente collocatinella scuole dei paesi; la prima cosa da fare era individuare le risorselocali, ovvero medici, preti, maestri o magari qualcuno che siinteressasse pi o meno scientificamente di agricoltura, di chimica...motivando questi piccoli gruppi a discutere insieme dei problemi, omeglio a cercare di capire quali fossero questi problemi; la questioneprincipale era intervenire radicalmente sullarretramento delMezzogiorno dove la gente, da una parte, si convinceva che non sipotesse fare nulla; ma, dallaltra, insieme a questa sorta di fatalismo, cerala speranza per un intervento dello Stato. Dopo aver individuato iproblemi, la gente cap la necessit di saper gestire le situazioni, e inquesto senso ebbi con loro numerosi contatti. Dopo sei o sette anni,quando ritornai in Italia con una borsa, credo la terza che ricevetti dallaFondazione Rockefeller, feci uno studio critico di questa organizzazioneche poi fu pubblicato negli Stati Uniti.

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  • Da principio, una cosa importante era che i ragazzi che insegnavano inquesti centri erano generalmente dei maestri di scuola elementaredisoccupati, dunque avevano molto tempo a disposizione, tempo che,insieme, sfruttavamo per fare delle lunghe passeggiate. Io non facevodomande e questo mio comportamento li deve aver aiutati in qualchemodo, perch si sentirono liberi di raccontare della vita e della morte,del lavoro, dellamore, di tutto ci che svolgeva un ruolo importantenella loro vita5. Senza che lo sapessero, tenevo una sorta di diario incui la sera scrivevo le mie impressioni e le idee che esprimevanodurante le nostre conversazioni. Dopo qualche mese, iniziai adanalizzare quanto avevo annotato, e osservai come persone diverse, insituazioni diverse, mi avevano raccontato pi o meno le stesse cose.Allora formulavo delle ipotesi su quanto avevo ascoltato e letto,ipotesi che provai a chiarire durante le nostre passeggiate. Cos,quando ad esempio un giovane parlava del proprio atteggiamentoverso il lavoro e io avevo una determinata idea a riguardo, senza troppaenfasi riferivo il mio pensiero, magari con una mezza frase buttata l.Ed era molto interessante quando le mie idee coincidevano conquanto pensavano quei giovani: osservavo lespressione del loro viso,ed erano sorpresi, sorpresi che qualcuno che veniva da fuori potessecomprenderli. Al contrario, quando non riscontravo alcuna reazione,capivo che la mia tesi non era corretta. E nato cos quel saggio sullamiseria6 che negli anni stato pi volte tradotto e ristampato e che,ancora oggi, viene spesso citato in numerosi studi. Il primo anno era pi o meno passato quando ricevetti un telegramma

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    5 ... per compiere la sua ricerca, volle avvalersi della collaborazione di un gruppo di espertiitaliani delle pi varie estrazioni disciplinari, culturali ed ideologiche, ciascuno dei quali fu messoin condizioni di poter svolgere liberamente le proprie indagini nellambito di un pi generaledisegno concordato dagli stessi con lospite coordinatore. In altri termini, il collega americanoriserv per s solo il ruolo dello stimolatore - in qualche caso, addirittura del provocatore -,dellinterlocuore attento e critico e, in un certo senso, del referente teorico, Gilberto-AntonioMarselli, Sociologia del vecchio e nuovo Mezzogiorno cit., p. 219.6 Il saggio a cui fa riferimento Friedmann stato pubblicato nel 1952 in Germania con il titoloLa Miseria. Die Welt der sueditalienischen Bauern, e nel 1953 in America con il titolo The World of LaMiseria. Fu proprio questa edizione che accese negli Stati Uniti, un ampio dibattito e, al tempostesso, nuovi interessi e curiosit sul nostro Mezzogiorno. In altri termini, fu proprio quel saggioad individuare un campo, assai vasto nel quale, negli anni futuri, avrebbero potuto lavorare piproficuamente studiosi americani e italiani, Gilberto-Antonio Marselli, Sociologia del vecchio e nuovoMezzogiorno cit., p. 222.

  • dellAmbasciata americana dove si diceva che qualcuno dellaFondazione Rockefeller voleva vedermi, e cos decisi di tornare aRoma. Andai a pranzo con uno dei direttori della Fondazione il qualemi chiese se volevo proseguire nella ricerca con il loro sostegnoeconomico. Dopo quasi un anno di lavoro avevo conosciuto un certonumero di persone che si interessava, pi o meno con la stessamotivazione ideologica ma con unaccezione pi umanistica, allaquestione dei contadini. Era necessario, in primo luogo, comprenderequella realt e solo in seguito individuare quale valore aggiunto potevamoapportare noi che provenivamo da societ tecnicamente pi avanzate. Lidea era di fare quello che gli inglesi chiamano community study, cio lostudio di una comunit. Eravamo un gruppo di otto-dieci persone,esperti in varie discipline, con un bagaglio di esperienze diverse.Avevamo per bisogno di denaro, non molto, il necessario per pagareil personale tecnico. Cos presi un appuntamento con una personadellAmbasciata americana, un uomo che girava cine-documentari peril governo nellambito del Piano Marshall; in questi documentari devodirle che si esagerava un poco: le persone, allinizio del documentario,venivano filmate con i volti tristi, mentre alla fine stavano l, con ilvolto verso lalto, come si vede nei documentari comunisti, fascisti, ein generale nei film di propaganda di regime.Ci venne cos lidea di trovare i finanziamenti necessari utilizzando lostesso metodo impiegato da questi cineoperatori. Anzi si pu dire chefummo noi a provvedere alla curatela scientifica di questi documentari.Allora nel gruppo di lavoro cerano Carlo Levi, Manlio Rossi-Doria,non ricordo se ci fosse anche Paolo Sylos-Labini, insomma eravamo in5 o 6 persone, in parte gi conosciute. Durante lincontro feci un beldiscorso, in cui cercai di spiegare quale era la nostra idea, e il registarimase molto colpito. Andando via mi resi conto che non avevoparlato di soldi, e cos chiesi se potevo tornare per discutere unaquestione molto importante. Il giorno seguente lo incontrai di nuovoed egli mi disse che aveva trovato le nostre idee molto interessanti,troppo interessanti per girare un film per conto del governo, e cos miringrazi per gli spunti dati, comunicandomi che avrebbe girato ildocumentario per conto proprio. In seguito, quanto accaduto venne

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  • percepito, forse anche giustamente, come uno scandalo. Ed qui cheentrano in gioco Adriano Olivetti e Guido Nadzo, allepoca entrambicommissari dellUNRRA-Casas, una divisione delle Nazione Unite chesi occupava della ricostruzione post-bellica. Molto a disagio perlaccaduto, Olivetti e Nadzo dissero che ci avrebbero aiutato a patto dicondurre i nostri studi in un luogo che fosse stato anche di lorointeresse, in unarea, quindi, coinvolta nella Riforma Agraria. La nostra idea iniziale era di procedere con uno studio che prendessein esame contemporaneamente tre comunit del Mezzogiorno, inparticolare della Lucania: la prima ancora in uno stato di forteisolamento; la seconda con considerevoli contatti con il mondomoderno; e la terza in una posizione intermedia rispetto alle primedue. Tuttavia, i due ci dissero che non erano interessati asovvenzionare tre diversi studi ma che ne avrebbero finanziato uno,relativo ad una singola comunit; ci proposero la citt di Matera, ed in questo modo che nacque il nostro studio. Con Olivetti e Nadzocondividevamo delle idee, non tanto dal punto di vista ideologico, manella volont di portare la partecipazione in questi luoghi doverisultava totalmente assente, una partecipazione che doveva esserebasata su unapprofondita conoscenza delle risorse locali. Dopo pocotempo - adesso non ricordo esattamente quando - fu chiaro chelUNRRA-Casas intendeva costruire una sorta di villaggio modello,per molteplici ragioni: in primo luogo perch la gente, che dovevaandare ad abitare nel villaggio viveva da tempo immemore nelle 3.000grotte di Matera. In tutto erano circa 16.000 persone, si trattava dicontadini senza terra; poi cerano altre 10.000 persone cheappartenevano alla piccola borghesia che chiedevano un affitto agliabitanti dei Sassi; naturalmente, i contadini, non essendo disposti apagare, si dicevano pronti a lasciare le grotte. Allinterno della comunit avevamo diversi contatti di nostra fiducia.Ricordo che, al momento di lasciare i Sassi, si verificarono degli scontridovuti al fatto che questi contadini non erano proprietari della terrache coltivavano; come le dicevo, si trattava di contadini senza terrache, per raggiungere i terreni che curavano per conto di terzi,dovevano camminare da tre a cinque ore al giorno.

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  • La nostra idea - per certi versi non molto originale - era quella dicostruire un villaggio in modo tale che i contadini dovessero impiegarepoco tempo per arrivare ai campi; naturalmente si trattava di unproblema di carattere geometrico. Infatti, dovendo dividere tra icontadini una parte dei latifondi, bisognava edificare il villaggio inmodo tale che, geograficamente, vi fosse una distanza minima dipercorrenza per il massimo numero di persone. In ultimo cera la questione del fattore igienico. I nostri studi si rivelaronomolto interessanti poich, naturalmente, non diedero i risultati attesi...

    Laura OlivettiChi faceva questi studi? Quali erano le persone coinvolte?

    Friedrich G. FriedmanQuesti studi erano finanziati dallUNRRA-Casas. Cerano due classidi persone coinvolte: un gruppo, diciamo, di studiosi e poi coloro checonducevano lavori pratici, tecnici7. Fra gli studiosi cero anche io, unfilosofo. Il gruppo mi aveva soprannominato Ministro degli Esteri,il mio compito era portare avanti le relazioni diplomatiche, i contattilocali, ad esempio con lArcivescovo o con il Questore... Poi ceranoaltre persone di una certa importanza, che erano costantementepresenti; altri, come Rigo Innocenti, che venivano pi raramente, unao due volte. Le persone importanti appartenevano al gruppo di Rossi-Doria, erano uno o due dei suoi assistenti; cera anche Paolo Sylos-Labini che ci aiutava, ma non molto; lingegner Martoglio, mandatodalla Olivetti, che si rivel molto capace dal punto di vistaorganizzativo; Rocco Mazzarone, un medico a capo dellambulatorioantitubercolare; Eleonora Bracco, Direttrice del Museo Archeologico

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    7 E gran parte del merito di questa interazione tra i vari esperti va attribuita a quel gruppo dicinque giovani materani che, coordinati dallIngegner Martoglio, costituirono la base operativadellquipe [Rino Carriero, Tommaso Colucci, Antonio Cristallo, Albino Sacco, Filippo Sardone]:furono, infatti, loro a fungere praticamente da interpreti s che dai gerghi propri di ogni disciplinasi potesse pervenire ad un comune linguaggio, facilmente comprensibile da parte di tutti. Lostesso Friedmann parlando successivamente di questa fase di avvio, ebbe a dire che Il metodosarebbe nato soprattutto dallo svolgimento del lavoro comune: e sarebbe stato non gi il risultatodi unelaborazione dallalto, o di un compromesso fra i collaboratori, ma lespressione di unavisione comune, definita al lume della propria e dellaltrui esperienza dindagine, Gilberto-Antonio Marselli, Sociologia del vecchio e nuovo Mezzogiorno cit., p. 221.

  • Nazionale Domenico Ridola di Matera; la psicologa Lidia De Rita, chelavorava allUniversit di Bari; poi Francesco Saverio Nitti, unProfessore di Storia del Liceo locale e Tullio Tentori che si occupavadi antropologia; cera anche un geografo di cui adesso non ricordo ilnome, un uomo davvero affabile. Ad ogni modo, credo fossimo pi omeno in dieci o dodici. Tutti lo fecero per passione, ognuno con il suobackground, con la sua preparazione. Direi che il pi furbo, furbo nelsenso di intelligente, era Mazzarone che, essendo originario diTricarico e conoscendo quindi mondo bene il mondo lucano, ci diedesempre il suo aiuto. Noi non abbiamo fatto delle grandi riunioni ma cisiamo visti ogni tanto, forse esiste anche un protocollo... Il segretario,cio il responsabile dei lavori tecnici, era il capo delle ACLI locali perchera molto vicino allArcivescovo e ci aiutava a che lArcivescovo non cipercepisse come persone che lo spiavano; perch questa cosa delle spienon era fantastica. A Tricarico, sei mesi prima di me, and George Peck8,che fu arrestato e poi allontanato, perch pensavano fosse una spia. Il metodo usato nel lavoro a Matera era un metodo convenzionalelegato anche alla propria competenza, ognuno utilizzava i metodi dellapropria scienza, ma anche alcuni stratagemmi, ideati sul momento. Peresempio, Mazzarone, avendo il compito di studiare lalimentazione,esamin il tipo di dieta che i contadini conducevano quotidianamente.

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    8 I primi studiosi americani a venire tra noi furono, senza alcun dubbio, Donald S. Pitkin,George Peck e Friedrich G. Friedmann: formalmente si trattava di due antropologi culturali - ilprimo e lultimo - e di uno storico, che, per, impersonavano perfettamente la figura delloscienziato sociale cos come sin da allora veniva proposto dalla cultura nordamericana [...] GeorgePeck aveva scelto di verificare il grado di propensione alla partecipazione politica - nella sua piampia accesione: cio, allattivit dei partiti e dei sindacati cos come a quella delle altre istituzionipolitiche e amministrative - da parte dei contadini meridionali. Questa infatti sarebbe stata unavariabile niente affatto trascurabile nei confornti dellauspicata azione meridionalista. A seguitodellincontro, a Portici, con Rocco Scotellaeo, il locus di questa ricerca non poteva non essereTricarico: per la prima volta furono adottati quei questionari particolarmente idonei a coglierequesto aspetto della vita di una comunit, che rappresentano il primo esempio del genere nelpanorama delle ricerche condotte in Italia, con una netta apertura allindagine sociometrica. Ancorauna volta, gli aspetti strettamente sociologici si intrecciarono con quelli economici e con queliantropologico-culturali, il tutto in un quadro estremamente articolato delle funzioni amministrativedi dette istituzioni. La smentita pi diretta alle immotivate insinuazioni sollevate, nei confronti diquesti studiosi, da Domenico De Masi (essere, cio, prevalentemente anticomunisti e, come tali,sospettabili di essere stati inviati nel Mezzogiorno dai vari corpi separati americani per sostenere lapolitica di quel Paese) - ove ve ne fosse bisogno nonostante la pi che palese infondatezza -potrebbe essere data ricordando semplicemente che George Peck, al suo rientro negli Stati Unitidurante loscuro periodo del McCarthismo, fu allontanato dallinsegnamento perch sospettato difilo-comunismo, Gilberto-Antonio Marselli, Sociologia del vecchio e nuovo Mezzogiorno cit., pp. 217-219.

  • Le persone interpellate, che iniziavano a sospettare un certo interesseper il Mezzogiorno esageravano nelle risposte - almeno Mazzarone erasicuro che esagerassero - nel senso che rispondevano: mah, cosa vuoleche abbia mangiato?... Mazzarone, sapendo che quanto detto non eraesatto, chiese allIstituto Superiore dIgiene di poter utilizzare lunitmobile per i raggi X - che era a Matera - con cui fece delle lastre a tuttii ragazzi e le ragazze delle scuole della citt. Per loro, naturalmente,questo fatto costituiva una completa novit, ma non avevano capitoche, mentre gli si chiedeva cosa avessero mangiato, in realtlattenzione era focalizzata sul loro stomaco. Poi stato fatto uno studio anche per indagare le condizioni abitativenei Sassi. Noi ritenevano che vivere insieme al mulo nelle grottecomportasse importanti conseguenze dal punto di vista igienico, adesempio una maggiore incidenza della malaria rispetto alla media italiana.Eravamo anche convinti che, nei Sassi, le condizioni igieniche fosseropessime ad esempio la gente durante la notte era solita gettare di tuttoin una specie di canyon. Tuttavia, a seguito di studi ed esami accurati, cirendemmo conto che era il mulo ad attrarre le anofele, portatrici dellamalaria, pertanto lincidenza della malattia era pi alta della media dItalia. Certamente uno dei problemi da affrontare nella costruzione delnuovo villaggio era dove collocare il mulo. Esso, infatti, costituiva illoro unico mezzo di produzione, ed per questo motivo che si usavacustodirlo allinterno dellambiente domestico, nella grotta. Dunque,chiedemmo agli architetti di esaminare tutte le possibilit tecniche perseparare il mulo dal nucleo famigliare, consentendo per ai contadinidi vigilare su di esso durante la notte per evitarne il furto. Gli architetti, tra cui Ludovico Quaroni che era a capo del progetto, cipresentarono diverse proposte, che vennero valutate da contadini dinostra fiducia; questi optarono allunanimit per la soluzione cheprevedeva una apertura nel muro della stanza da letto, chiusa da unvetro ma con un passaggio verso il giardino e la stalla. Questoespediente permetteva di separare il nucleo famigliare dal mulo,garantendo ligiene dellambiente domestico, ma consentiva alcontempo di vegliare su di esso durante la notte. Spesso ci ritrovammoad affrontare problemi di questo genere.

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  • Le maggiori difficolt da affrontare furono di carattere burocratico. Peresempio a Matera i contadini usavano una sorta di forno comunale doveportavano limpasto per fare il pane; quando le prime 50 famiglie si sonotrasferite al villaggio della Martella il forno comunale non era ancorafinito perch le due agenzie del governo non si riuscivano a mettersidaccordo su quale tipo di forno fabbricare. Alcuni preferivano il vecchiotipo, altri sottolineavano limportanza del fattore igienico, e quindi lanecessit di realizzare un forno elettrico. Per tre mesi non riuscirono atrovare una soluzione condivisa e questo fece s che le donne - allinizio,quando era importante che rimanessero a casa e si abituassero ad unanuova situazione - dovevano portare a Matera limpasto, una volta allasettimana a turno, e rimanere l senza fare niente tutto il giorno adaspettare la cottura del pane. Sono successi diversi episodi di questogenere. A mio parere, lerrore pi grave riguard il metodo seguito perlavvio delle coltivazioni: i contadini ricevettero un appezzamento diterra, non molto grande, che allinizio fu fatto arare, non dai nuoviabitanti del villaggio, ma da persone chiamate ad hoc. Di conseguenza gliabitanti de La Martella si ritrovarono a dover pagare, entro venticinqueanni, la terra ricevuta, la prima aratura e la casa. In molti si dimostraronodubbiosi rispetto alla possibilit di riuscire a pagare la casa. Per facilitare la situazione, si sarebbero potuti impiegare degli assistentisociali specializzati nella realizzazione dei kitchen garden, cio di piccoliorti; questa soluzione andava abbastanza bene, per luomo era un buonlavoro, ma un partito politico, non ricordo di quale schieramento, sioppose perch forse rappresentava un qualcosa di troppo socialista.Questo atteggiamento condann subito il villaggio a non funzionare,le persone non erano in grado di pagare laffitto, e i problemi simoltiplicarono. Ci ritrovammo ad affrontare difficolt di questo tipo...Sono stato in Italia dal febbraio del 1950 fino allagosto del 1951, ilPiano e gli Studi per la Martella sono stati fatti in quel periodo. Poisono ritornato nellestate del 1953 e sono rimasto tre mesi: a queltempo erano gi stati costruiti il Cinema, la Chiesa, il giardino per ibambini... ed era il momento in cui si stava affrontando la famosaquestione di chi dovesse andare ad abitare nel villaggio. Credo che le discussioni che ho avuto con Adriano Olivetti e le cose

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  • che abbiamo fatto insieme risalgano al periodo che va dal 1953 al 1955. Sto pensando a quale possa essere, in ordine di tempo lepisodio... miricordo molte cose... per esempio ricordo del suo tentativo di costruireuna fabbrica modello nel Mezzogiorno, una fabbrica che poi feceedificare a 15-20 chilometri a nord di Napoli, a Pozzuoli, e che in seguitoandai anche a visitare. La sua idea consisteva nel portare la fabbrica inun ambiente dove la cultura era del tutto tradizionale per vedere poi cosasarebbe successo. Fu unintuizione molto importante. Adriano, inoltre,fece una scelta singolare perch a guidare la fabbrica - se ricordo bene non chiam un tecnico, un ingegnere o un amministratore, maInnocenti che era un assistente sociale9.Parlammo anche di un progetto che aveva a che fare con il MovimentoComunit e che poteva, in parte, essere finanziato dalla Fondazione Ford.

    Laura OlivettiTutte le lettere che abbiamo visto del periodo in cui lei era negli StatiUniti, la corrispondenza per la Rockefeller Foundation, la FordFoundation, i rapporti con Franco Ferrarotti, tutto questo a cheperiodo si riferisce?

    Friedrich G. FriedmanTutta la nostra corrispondenza ebbe a che fare con questo progetto.Quindi probabilmente tra il 1952 e il 1955. Ne abbiamo anche discussoin America.Adriano Olivetti venne a Fayetteville10, una citt universitariadi 18.000 abitanti nellArkansas, e l, per una decina di giorni lavorammosul progetto. Eravamo daccordo su tutto: io mi sarei dedicato agli aspetti

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    9 Cfr. Angela Zucconi, Un protagonista: Rigo Innocenti, in Centro Sociale, n.67-68, 1966.10 Giugno-luglio 1952. In quellestate che Ferrarotti ricorda come incredibilmente afosa, Adrianopercorre tutti gli Stati Uniti, da New York a Fayetteville in Arkansas, da Chicago a Pasadena inCalifornia. Mette a punto un progetto di espansione dellattivit prepolitica di Comunit, conlapertura di sei nuovi centri culturali, il lancio dellI-Rur, la creazione di un istituto per leducazionedie lavoratori. La richiesta rivolta alla Fondazione Ford, che ha per Presidente un repubblicanoprogressista, quel Paul Gray Hoffman che come primo amministratore dellECA, cio degli aiutiamericani del Piano Marshall, ha criticato le autorit americane per mancanza di programmazione.I contatti si prolungano sino ad altri viaggi di Adriano, nellestate e nellautunno del 1954. InAmerica ha come punti di appoggio il Professor Friedrich G. Friedmann, lideatore della primainchiesta sui sassi di Matera, che ritornato alla sua cattedra dellUniversit dellArkansas, e FrancoFerrarotti, che arrivato con una borsa di ricerca diventato professore associato allUniversit diChicago, cit., Valerio Ochetto, Adriano Olivetti, Marsilio, 2009, pp. 247-248.

  • filosofici del progetto, lui agli aspetti concreti, e poi cera un altro giovaneche curava laspetto tecnico, il progetto forse doveva essere stampato,non ricordo esattamente. Le nostre opinioni divergevano solo inrelazione ad alcuni dettagli che Olivetti voleva aggiungere nel progetto:dettagli sulla organizzazione di queste comunit, dettagli sullordinepolitico - piuttosto utopista - non so sul Comitato... dovevano essere settepersone, tre dovevano essere... Io, al contrario, ritenevo che inserire questiparticolari producesse unimpressione negativa sugli interlocutoriamericani, che invece si dicevano molto interessati allidea principale.Dopo una lunga discussione, finalmente lo convinsi a non inserirli e adinviare soltanto le parti principali del progetto. Il giorno dopo la suapartenza, ricevetti un telegramma in cui mi chiedeva di inviare anchequeste specifiche. Ritengo che questo particolare abbia fatto s che ilnostro progetto non fosse poi approvato. Olivetti aveva questa idea percui tutti i dettagli dovessero essere precisati. Ricordo molto bene lediscussioni che abbiamo avuto su questo.Sempre tra il 1952 e il 1955, Olivetti mi invit ad andare a Ivrea, adessonon ricordo pi per quale ragione. Arrivai di giorno, Adriano avevaprenotato una stanza dalbergo ma poi, la sera tardi, mi venne aprendere con lautomobile per portarmi a casa sua. Durante il tragittoin cui era lui a guidare, mi chiese cosa pensassi della sua intenzione diaumentare la produzione. Riteneva ci fosse bisogno di una nuovafabbrica di 1.000 persone. Voleva capire quale fosse la mia opinione, seritenessi pi opportuno aumentare il numero degli operai a Ivrea e quindiampliare la fabbrica esistente, o edificarne una nuova in un piccolo paesedel Canavese. Questo episodio molto interessante perch dimostracome la priorit per Adriano fosse capire in che modo creare o ricreareuna vera comunit, nel caso specifico se fosse possibile migliorare la vitaculturale di una comunit, costruendo una fabbrica in un ambienteagricolo o in un ambiente come Ivrea che gi era considerata una cittindustriale. Ricordo diversi episodi, tante questioni discusse insieme.Durante quella visita, ebbi modo di vedere molte cose ma un fatto mifece davvero una certa impressione: a Ivrea, non ricordo se ognisettimana o ogni mese, si teneva una sorta di concorso a cui potevanopartecipare esclusivamente gli operai; questi dovevano scrivere la

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  • recensione di un libro, il vincitore del concorso veniva mandato, a spesedellazienda, in una scuola di formazione tecnologica, la migliore, ancheal Politecnico di Torino. Si trattava di unottima idea. Coloro chepossedevano unelevata preparazione in campo tecnico dovevano, alcontempo, essere i pi capaci anche nelle materie umanistiche. Sarebbemolto interessante approfondire il pensiero di Olivetti in questo senso,soprattutto in considerazione del fatto che oggi la separazione tra i dueambiti sempre pi netta.

    Laura OlivettiTornando a Matera, quale era limpegno di Adriano Olivetti nei lavoridella Commissione? E come mai fu scelta Matera come prima cittmeridionale su cui intervenire?

    Friedrich G. FriedmanCon Adriano Olivetti ebbi sempre un grande scambio di idee; io avevolimpressione - ovviamente, non ho delle prove - che si occupasse dellafabbrica non pi di quattro ore al giorno e dedicasse il resto del tempoalle altre questioni. Matera fu scelta, credo perch in que periodo sistava provando a risolvere il problema dei Sassi di Matera attraverso laRiforma Agraria, la cui normativa veniva applicata solo ad alcuneregioni dItalia. I Sassi di Matera, in quel momento, erano motivo diinteresse per molti. Ricordo Henri Cartier-Bresson, uno tra i pifamosi fotografi al mondo, che fece uno straordinario lavoro suMatera, recentemente donato a Rocco Mazzarone11.

    Laura OlivettiPerch parlando dellesperimento a La Martella, lo si definisce spessoun fallimento, attribuendone la colpa allutopia di Adriano Olivetti?

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    11 Nel 1985 Henri Cartier-Bresson don al Comune di Tricarico la serie di 26 fotografie del suoviaggio in Lucania. A fare da tramite alla donazione fu Rocco Mazzarone che avevaaccompagnato il fotografo francese nei suoi due soggiorni in Lucania nel 1951-1952 e nel 1973,corrispondenti alle due fasi cruciali della storia regionale del XX secolo. La serie costituisce ilFondo Henri Cartier Bresson attualmente depositato presso il Centro di DocumentazioneRocco Scotellaro e la Basilicata del secondo dopoguerra di Tricarico, istituito nel 2003 dalComune di Tricarico e dalla Regione Basilicata, su proposta di Rocco Mazzarone, in occasionedel Cinquantenario della morte di Rocco Scotellaro. http://www.centrodocumentazionescotellaro.org

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    Friedrich G. FriedmanQuesta una grande stupidaggine, sa perch? Prima di tutto perchnon sono certo che si possa parlare di fallimento. vero che oggi, inquelle stalle, non si trovano pi i muli ma motociclette o automobili,ma questo perch, nel frattempo, leconomia cambiata anche nelMezzogiorno. Se si visita il Mezzogiorno oggi, se si va in Puglia peresempio, ci si accorge che, in termini di ricchezza, non c pi grandedifferenza con altre regioni come la Lombardia; anche nelle zone pipovere della Lucania, come il rione Rabata di Tricarico che allora eraconsiderato lesempio pi famoso per povert, decadenza e inerzia vi trover case pulite, esattamente come nelle altre citt dItalia. veroche la retorica del Mezzogiorno sussiste ancora; ci sono persone checercano di mostrare che l esiste ancora una realt del tutto dissimiledal resto del Paese, ma non cos. Naturalmente ci sono delledifferenze, come avviene, daltronde, se si confrontano citt comeRoma e Monaco, ma i problemi di oggi sono gli stessi che troviamo intutto il mondo. Pensi ad esempio a come cambiato il modo dicomunicare: la gente non trascorre pi ore a passeggiare e conversarelungo il Corso delle citt, come si faceva a Matera o a Tricarico neglianni Cinquanta, n tantomeno ci si scambia opinioni prendendoinsieme un caff la sera. Allepoca le relazioni sociali si intrattenevanoin questo modo, in strada, e non in casa o nelle associazioni. Era unasociet fatta di discorsi e discussioni tra persone che passeggiavano instrada. Oggi non si cammina pi, si va in motocicletta o in automobile;non si comunica pi, pur essendoci un gran movimento.I democristiani crearono tutte le difficolt che potevano, di questopossiamo ancora parlare. La Martella fu inaugurata da De Gasperi comeuno dei grandi successi del governo nel 1953, poco prima delle elezioni:assistettero non so quante migliaia di contadini, pagati 1.000 lire ciascuno,1.000 lire per trattenersi un giorno a La Martella e per apparire neicinegiornali; partecip anche lambasciatrice statunitense Clare BootheLuce che tenne un discorso. Dunque, il Governo non consider certolesperimento di Matera come un fallimento, anzi direi il contrario. vero, daltra parte, che lesperimento cost troppo; voglio dire che unvillaggio modello poteva andare bene, ma non sarebbe stato possibile

  • realizzarne altri cento in Italia, la cui edificazione avrebbe comportato deicosti troppo elevati, era un calcolo falso da parte del Governo. Credoaltres che fu scelta Matera perch, in quel momento, i Sassi e la cittcominciavano a destare interesse in tutto il mondo, non tanto dal puntodi vista politico o sociale ma per la cultura viva che quellarea esprimeva,una cultura che pian piano veniva riscoperta; vero che in tutto il mondoesistono culture locali simili, ma l, grazie ai Sassi, essa era visibile achiunque volesse ammirarla. Cos si stimolava anche la fantasia delpubblico, per questo Matera era considerata cos interessante. Come ledicevo, alcuni dei pi importanti fotografi dellepoca fecero degli scattiche ancora oggi sono considerati di grande interesse.Olivetti non era una persona che si fissava con ununica idea, noncurandosi poi del resto del mondo. Le sue idee avevano come obiettivola ricostruzione sociale, politica, economica, morale e religiosa - sevogliamo - dellItalia del dopoguerra. In generale, si stava cercando diporre rimedio ai disastri provocati dal nazismo, dal fascismo e dallaguerra, ritrovando, riorganizzando la democrazia ma non in unsistema astratto, come si trova ad esempio nella Costituzione di Weimar- che comunque una costituzione benfatta ma partendo dal basso,esaminando tutti gli elementi, e non soltanto quello politico-istituzionale.Naturalmente capitato anche a lui di incappare nellistituzionalismo,non statale ma locale, una dimensione locale in cui ha sempre creduto.

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  • CONVERSAZIONE I

    Storie di un approccio virtuoso allintervento pubblico: lUNRRA-Casas e lISES

    Albino Sacco con Federico Bil

  • Quella che segue la sintesi di una serie di conversazioni con Albino Sacco, chehanno avuto luogo nella sua casa romana tra l8 giugno 2012 e il 13 maggio 2013.

    Federico BilVorrei che mi raccontassi alcune cose: lincontro con Adriano Olivettie la vicenda di Matera; il Progetto Pilota per lAbruzzo; il passaggiodallUNRRA-Casas allISES; e infine la tua esperienza alla Cassa per ilMezzogiorno. Cominciamo da Olivetti.

    Albino SaccoCominciamo da Olivetti. Io sono nato a Matera1 e da bambino abitavoin cima alla famosa Civita, vicino alla Cattedrale, dove vivevano tutti isignori, conti, marchesi; io guardavo i Sassi e avevo paura di scendere,perch ero troppo piccolo. Poi un giorno mi sono armato di coraggio,sono sceso e mi sono perso tra le stradine di quei grandi imbuti enormiche sono i Sassi, mi sono perso e non riuscivo a risalire. Allora hoavuto unintuizione: in una piazzetta cera una signora che vendeva ilsale e i sigari, e io ho pensato qualcuno si fermer qui a comprarequalcosa e poi salir al piano. Mi sono messo l e ho aspettato,finalmente passato un contadino che ha detto salgo al piano, vadoin farmacia; conoscendo la farmacia, mi sono messo dietro a lui, sonoarrivato in piazza e da l a casa. stata unilluminazione, quella uscita,quella discesa in quella specie di grande voragine dei Sassi. Quelle case,quelle strade, mi hanno talmente affascinato che ho chiesto a miamadre se avessimo dei parenti o dei conoscenti che stavano nei Sassi,dai quali potessi andare. E lei mi ha detto: guarda, io ho una zia, lazia Paola, che abita vicino alla piazzetta dove sei andato tu, e se vuoiandare l, sai gi la strada. E io mi sono recato a trovare questasignora, questa zia, la quale mi ha introdotto nel gruppo di vicinato, ilfamoso vicinato, che consiste in una piazzetta, con le case attorno; come se fosse una specie di piccola agor, chi ci abita vive insieme

    I quattro temidellintervista: AdrianoOlivetti e Matera; ilProgetto Pilota perlAbruzzo; dallUNRRA-Casas allISES; la Cassa peril Mezzogiorno.

    La prima volta nei Sassi dabambino.

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    1 Albino Sacco nato il 17 aprile 1928.

  • agli altri tutta la vita. Mi sono detto devo conoscere questa gente,come lavorano questi contadini, ero innamorato dei loro carri, ditutto ci che facevano; scappavo da casa anche di notte per vederequando allalba partivano per i campi, mio padre mi ha dato un saccodi botte... Invece di fare i compiti a casa li facevo nei Sassi, stata unagrande scuola di vita. Cos stato per un po di anni: ci sono andatotutti i giorni dal 34 al 43, quando per noi finita la guerra. Avevoquindici anni e conoscevo i Sassi a memoria, conoscevo gli abitanti, lesituazioni economiche, le convinzioni politiche e religiose (cerano iprotestanti, i cattolici, le sette religiose, cerano i battisti, ce nerano ditutti i colori). Mi rendevo conto del profondo degrado di moltesituazioni abitative e cominciavo a pensare a come risolvere i problemidi questa gente che era diventata mia amica. Quando sono arrivati gliAlleati cominciata unavventura di altro tipo. Avevo un amico cheaveva una casa grande, requisita dagli Americani, e quando ci sonoandato ho incontrato degli ufficiali, li ho portati ai Sassi e hocominciato a farglieli conoscere e capire.

    Federico BilMa come vi parlavate con gli Americani?

    Albino SaccoIo parlavo un po di inglese (veramente mezzo inglese, mezzo italianoe tanti gesti!) per riuscivo a farmi capire a sufficienza. Dopo la visitaai Sassi questi ufficiali erano piuttosto sconvolti, mi hanno detto:perch non ci dai una mano per capire come possiamo aiutare questepersone? E io gli ho presentato larchitetto Stella, con il qualeabbiamo cominciato a pensare di fare qualcosa per questi contadini,magari trasferirne una parte fuori dai Sassi. Abbiamo pensato dichiedere agli americani di aiutarci a costruire un villaggio per icontadini. Per era soltanto una nostra chimera, perch gli americaninon che potevano farlo

    Federico BilUn villaggio vicino a Matera?

    Dal 1934 al 1943 unaadolescenza vissuta neiSassi a contatto con gliabitanti.

    Larrivo degli Alleati.

    40

  • Albino SaccoVicino a Matera. Volevamo che uscissero dai Sassi, almeno dalle zonepi malsane. Ma i Sassi non erano tutti malsani, cerano anche grotteconfortevoli che con un certo tipo di ristrutturazione avrebberopotuto essere abitate tranquillamente, per serviva uno studiourbanistico particolare, anche strutturale, per evitare che i Sassi fosserodel tutto abbandonati. Con alcuni amici cominciammo a lavorarci, inmaniera forse un po empirica, ma la nostra attivit comunque eraconosciuta in citt e dopo un paio danni anche qualche politico hacominciato ad interessarsi a questa nostra attivit, ma solo a parole(parole, parole ). Una mattina stavo nella piazza principale e misento chiamare: Albino, c un signore che ti vuol parlare, ti aspetta albar Adua. Vado l, entro e trovo questo signore con i capelli bianchi,tutto in blu, con camicia bianca e cravatta bianca

    Federico BilCome in tutte le foto...

    Albino SaccoE lui mi dice: Lei Albino Sacco? - Si, rispondo io, e lei Olivetti, perch lo avevo riconosciuto da una fotografia; e mipresenta lambasciatore Zellerbach, delegato delle Nazioni Unite eAlto Commissario per i Rifugiati

    Federico BilChe anno era?

    Albino SaccoEra il 1948. Olivetti mi chiese: Di cosa si occupa lei, in breve? -Faccio degli studi sui Sassi di Matera e cerco di trovare il sistemaperch qualcuno si interessi per risolvere un po questa situazione deiSassi e della gente che ci vive. E lui dice: Io sono molto interessato.Voi avete un gruppo? - S, siamo un gruppo per non siamoorganizzati, non abbiamo neanche una sede. E Olivetti dice: Sa chefacciamo? Vi mander un mio collaboratore, per darvi aiuto, per

    I Sassi non erano tuttimalsani...

    Nel 1948 lincontro conAdriano Olivetti e conJames David Zellerbach.

    41

  • concertare insieme una soluzione. Non disse che voleva costruire ilvillaggio, disse dobbiamo vedere. Io manifestai tutta la miadisponibilit. Dopo un anno arrivato il collaboratore promesso,lingegnere Giovan Battista Martoglio di Ivrea, che per nonconosceva il Mezzogiorno, era un piemontese, un ingegnere, tuconosci meglio di me gli ingegneri, sono quelli che allinfuori della loroprofessione non hanno nessuna missione, tantomeno sociale... Ma luiera una bravissima persona, molto disponibile. Lho introdotto aMatera e abbiamo preso in affitto un appartamento per avere una sededel nostro gruppo2. Gli ho dovuto spiegare, piano piano, che coseranoi Sassi, fargli conoscere anche il territorio della provincia. Ho portatoMartoglio ed alcuni collaboratori a Metaponto dove hanno vistoquanta malaria cera e la gente che moriva... in seguito fu fatto un pianodi disinfestazione bombardando per un mese tutta la pianametapontina...

    Federico BilS, lhanno fatto anche nella pianura Pontina dopo

    Albino SaccoBombardavano con il DDT, tutto bianco, per un mese non si vedevaniente per questo ha sconfitto la malaria e si ricominciato avivere decentemente pure in quella zona. Tornando a Matera, Olivetti,che faceva parte dellUNRRA-Casas, ente americano per laricostruzione, decise di istituire una Commissione di studi per lacomunit di Matera, della quale poi ti dico.

    Federico BilMa Olivetti prese questiniziativa in quanto UNRRA-Casas?

    Albino SaccoCerto, ma anche come Istituto Nazionale di Urbanistica. Noi i primitempi lavoravamo praticamente gratis, sotto Martoglio. Quandoabbiamo cominciato a fare lo studio dei Sassi, casa per casa, avevamopreparato una scheda per ogni singola casa, una scheda che conteneva

    Nel 1949 larrivo diMartoglio a Matera.

    I sopralluoghi conMartoglio nelle zone colpitedalla malaria.

    La Commissione per lo studiodella citt e dellAgro diMatera.

    La compilazione delleschede dal punto di vistasanitario, igienico, strutturale.

    42

    2 Facevano parte del gruppo: Rino Carriero, Tommaso Colucci, Antonio Cristallo, FilippoSardone.

  • la descrizione esatta dellimmobile dal punto di vista igienico- sanitario,dal punto di vista strutturale...

    Federico BilMa esistono ancora queste schede?

    Albino SaccoIo ne ho una sola, una non compilata... Quelle che compilammoallepoca sono state buttate via tutte quante quando sono statotrasferito da Matera a Cassino, ti dir perch...

    Federico BilHo letto perch ha fatto arrabbiare il Prefetto...

    Albino Sacco... non il Prefetto, Emilio Colombo.

    Federico BilEmilio Colombo! Ancora peggio...

    Albino SaccoPer la questione del materiale sui Sassi e per la questione del PianoRegolatore, redatto dallarchitetto Quaroni e finanziato da Olivetti; maquesto piano regolatore doveva essere approvato dal Ministero deiLavori Pubblici e i Lavori Pubblici non gradivano molto Quaroni.Quindi lallora Presidente del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici,Cesare Valle, design larchitetto Piccinato, che non fece un granch,ci mise solo il nome. Nel frattempo, ovvero nel 47, noi abbiamocostituito il Comitato Regionale della lotta contro lanalfabetismo

    Federico BilQuando dici noi, chi intendi?

    Albino SaccoEravamo io, mio fratello Leonardo, quelli dellUNRRA-Casas, alcuni

    Il PRG di Matera affidato aPiccinato.

    Nel 1947 la costituzione delComitato Regionale dellalotta contro lanalfabetismo.

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  • insegnanti e altri volontari. Era come un circolo, diciamo, di amici chesi interessavano delle problematiche dei Sassi e di cultura.

    Federico BilQuindi avete fatto questo primo...

    Albino Sacco... primo comitato regionale, in cui praticamente noi avevamo inseritoil Sindaco di ogni paese, il parroco e il maestro di scuola, questi eranoi primi tre... il che significava creare le scuole per i contadini. E senzaessere pagati da nessuno, eravamo volontari, organizzavamo questescuole nei posti pi impensati.Questa iniziativa ha funzionato al punto tale che, quando i romani nesono venuti a conoscenza, sono scesi gi per darci una mano e hannovoluto costituire con noi il Comitato Nazionale. In realt volevano soloprendersi il merito della nostra iniziativa.Abbiamo organizzato un convegno internazionale a Matera, nel 1948,era gennaio, con Rossi-Doria, Carlo Levi, e altri grossi nomi, sulla lottacontro lanalfabetismo, e tutti quanti si meravigliavano di come noifossimo riusciti a creare un movimento volontario per dare listruzioneai contadini. Ma poi ci hanno fermati, siamo stati denunciati perchdicevano che avevamo occupato abusivamente alcuni luoghi per lescuole, ci hanno arrestati per effrazione, invece non era vero...

    Federico Bil... eravate scomodi...

    Albino SaccoIl giudice poi ci ha scagionati. E il Ministro della Pubblica Istruzionepro-tempore, Guido Gonella, democristiano, quando ha capito lasituazione, ha avuto la bella idea di prendersi la sua parte di merito (noieravamo tutti di sinistra) e ha fatto di tutto perch le scuole che noiavevamo inventato diventassero scuole popolari, le fece chiamareproprio cos, scuole popolari serali, con una legge del48. E quindi tuttigli insegnanti, che prima erano volontari, furono assunti per i sei mesi

    Il Comitato si batteva per lacreazione di scuole per icontadini.

    Nel 1948 un convegno sullalotta contro lanalfabetismocon Rossi Doria, CarloLevi...

    Il Ministero della PubblicaIstruzione si appropri delprogetto trasformando lescuole per contadini inscuole popolari serali.

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  • invernali; si cominciava ad ottobre e si finiva ad aprile. E lUNLA,Unione Nazionale Lotta allAnalfabetismo, apr una sede a Roma eebbe i finanziamenti dal Ministero della Pubblica Istruzione perch, inquesta maniera, il potere politico poteva controllare il modo di faredidattica ed esercitare un controllo su di noi e sui nostri metodi diinsegnamento, considerati pericolosi. Tornando alle vicendestrettamente materane, Olivetti organizz, come ti dicevo, unaCommissione di studi per la questione Sassi; questa Commissione,composta da dieci persone, era coordinata da un americano, ilprofessor Friedmann, ed ha prodotto uno studio in tre volumi.

    Federico BilLa Commissione di studio la fece con la prima Giunta dellUNRRA-Casas?

    Albino SaccoSi, con la prima Giunta, perch cerano due Giunte. La prima Giuntaera quella che progettava e costruiva le abitazioni, la seconda Giuntaera quella che finanziava le opere che venivano richieste dai Comuni,era una specie di banca, che dava possibilit a questi Comuni di averedei mutui, dei finanziamenti.La prima Giunta costruiva, era operativa; avevamo una strutturatecnica composta da ingegneri, architetti, geometri e anche assistentisociali, perch avevamo immediatamente capito limportanza deiservizi sociali in relazione alla costruzione delle abitazioni. Noicostruivamo i villaggi sul modello americano, con lUNRRA-Casasabbiamo cominciato nel 46; gli americani volevano che fossero gliassistenti sociali ad individuare i siti, volevano che parlassero con gliabitanti, che avessero contatto con i Sindaci, i quali dovevano soloconcedere i terreni dove lUNRRA poteva costruire villaggi. Noivolevamo fare in modo che a Matera la riforma agraria funzionasseattraverso i villaggi. Noi pensavamo, e siamo stati sempre convinti diquesto, che il villaggio fosse un modo per raggruppare le persone chenon dovevano perdere il senso della comunit, il vicinato insomma; idemocristiani avrebbero preferito che si costruissero piccole case

    LUNLA, UnioneNazionale LottaallAnalfabetismo.

    La Commissione di studi perMatera coordinata daFriedmann.

    Il villaggio come dimensione aggregativa.

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  • isolate le une dalle altre, perch avevano paura che i villaggi potesserodivenire nuclei comunisti; noi invece eravamo il partito dei villaggi.Furono progettati sei villaggi attorno a Matera, come una stella con alcentro la citt. E questi sei villaggi distavano tra loro e dal centro diMatera s e no dieci chilometri, in modo da non disperdere lapopolazione. Inoltre, i Sassi non dovevano essere svuotati, perchquando abbiamo finito di fare lo studio dicevamo che su 18.000 abitanti,9.000 si sarebbero spostati nei sei villaggi e gli altri 9.000 sarebberorimasti nei Sassi. Le case nei Sassi erano costituite da massimo tre stanze;ma in una grotta vivevano fino a dieci persone; se si allontanava unafamiglia, che andava a vivere in uno dei villaggi e se la grotta svuotata eraristrutturabile, poteva unirsi con unaltra grotta accanto e la famiglia cherestava poteva allargarsi e vivere decentemente. E cos il tessutourbanistico e sociale poteva rimanere inalterato. Quando io hopersonalmente consegnato questo studio in Prefettura, Colombo,diventato Ministro, ha preso queste carte e ha avuto il lampo di genio didecidere il da farsi a prescindere dallo studio. Il risultato stato che,praticamente, i Sassi di Matera furono del tutto svuotati dai loro abitanti,chiusi e abbandonati. In questo modo si evitava la ristrutturazione e siaveva accesso ad un enorme bacino elettorale: case nuove gratis per tutti!

    Federico BilMa gli abitanti dei Sassi volevano andarsene oppure no?

    Albino SaccoNon tutti, volevano andarsene quelli che stavano messi male, ma gli altrino... Noi, nello studio sui Sassi, avevamo detto scheda per scheda, ciocasa per casa, quali erano da chiudere, quali erano da ristrutturare...

    Federico BilPerch eravate considerati cos pericolosi? Perch eravate comunisti?

    Albino SaccoNo, non eravamo comunisti affatto...

    La costruzione intorno aMatera di sei villaggi, comeuna stella a sei punte.

    Ipotesi e risultatidellinchiesta dellaCommissione.

    La politica del consenso delMinistro Colombo.

    Dalle schede compilatedurante linchiesta sui Sassisi evinceva quali fossero daristrutturare e quali dachiudere.

    46

  • Federico Bil... ma vi percepivano come se foste comunisti.

    Albino SaccoNo, era peggio ancora: eravamo Comunitari.

    Federico Bil... insomma comunque contro i democristiani, contro lestablishment.

    (Sacco cerca e trova un foglio)

    Albino Sacco... ecco la scheda di Matera, la scheda di rilevazione dei Sassi, casa percasa, era questa qua. Questa era la scheda tipo e la compilavano unnostro tecnico con lassistente sociale o con il rilevatore, pi la guardiacomunale...

    Federico BilMa Stella cera ancora quando faceste la rilevazione?

    Albino SaccoNo, era gi morto.

    Federico BilE molto interessante questa scheda. E stata mai pubblicata?

    Albino SaccoQuesta non stata pubblicata, mai. Vedi, questo ci che facevamonoi, per quanto riguarda le attivit culturali e le condizioni sociali, e quicera la parte della costruzione; qui invece cera lo stato di famigliadelle persone, chi erano, quanti erano, e poi cerano tutte le attivit, icontadini, oppure gli artigiani... la scheda era questa qua, completa,cera la contrada, cera la localit, cerano i redditi, la rendita catastale,tutto quanto. E tutte queste cose qui dovevano servire allautorit dellariforma agraria per scegliere le persone che dovevano occupare le

    La scheda di rilevazione deiSassi.

    47

  • terre; ma il dramma qual era? Che lautorit della riforma agraria eracontro di noi e non volle che uno dei due villaggi costruiti, la Martella,fosse completato; inoltre gli abitanti della Martella furono una partesoltanto degli sfollati dai Sassi e gli altri rimasero senza terre. Io e i mieiamici avevamo fatto uno studio sullagro di Matera, che era di 36 milaettari, dove praticamente la riforma agraria poteva intervenire e farelassegnazione di sei, sette ettari di terra accanto alla casa, o quasi. Eccoperch i villaggi erano stati previsti in determinate posizioni, perch lcerano terre disponibili.

    Federico BilQuindi quando Quaroni, Agati, Gorio, Lugli e Valori progettavano laMartella, la progettavate insieme?

    Albino SaccoS, ma non solo, abbiamo fatto rifare tre volte il progetto della casa,perch la casa stata scelta dai contadini, noi abbiamo fatto trereferendum, cio con il progetto erano andati nei Sassi, dai contadini.

    Federico BilMa che cosa gli avevate portato dei disegni? O dei modelli?

    Albino SaccoDei modelli e dei disegni, e sulla base di quelli, per tre volte di seguito...

    Federico Bil... gli abitanti dei Sassi hanno partecipato. Quindi furono fatti tresuccessivi progetti di casa?

    Albino SaccoTre progetti di casa, fino a quando riuscimmo a definire il tipo che era ilpi adatto per loro. E questo, per i progettisti, stata una tragedia, perchsai gli architetti dicono, ma come, tu dici a me come si fa?, no, tu devivenire a vedere i Sassi, come sono, e la gente come abita. E chiaro chenon puoi rifare la grotta, per devi trovare il sistema per avere il mulo

    La partecipazione nellaprogettazione delle case deLa Martella.

    48

  • vicino casa, oppure se il mulo diventa trattore, la stalla diventa garage,per deve stare sempre dentro; non solo, addirittura sulle case cerano ifienili, perch se tu avevi le vacche, il fienile serviva... In effetti era unacasa rurale vera, con tutto attorno, anche il giardino, anzi lorto.

    Federico BilIl confronto con gli abitanti dei Sassi sulle case per la Martella provocdunque un aggiustamento dei progetti?

    Albino SaccoS, i progetti furono messi a punto, n potevano fare diversamente...poi Matera divent il crocevia di studiosi stranieri, sono venuti da tuttele parti, sono venuti architetti, ingegneri, economisti, fotografi...(Sacco indica una foto in una pubblicazione) Questa qua lho data ioallUNRRA-Casas, era mia personale, fatta da Cartier-Bresson.Firmata e dedicata a me, perch io ho lavorato con lui: nel 52 abbiamofatto un giro per tutta la Lucania...

    Federico BilTorniamo un momento alla Commissione per lo studio della citt e dellagrodi Matera. Quando si legge di Matera e dei Sassi, si legge sempre di varistudi e ricerche susseguitisi negli anni. Per c un po di confusione sudate, persone, enti, sequenze. Se ho capito bene, la Commissione vieneistituita a marzo del 1951, ma a quella data tu e i tuoi amici, conMartoglio, stavate lavorando gi da un po di tempo. E esatto?

    Albino SaccoSi, il nostro lavoro era cominciato da alcuni mesi, a prescindere dallaCommissione, che cos si trov parte del lavoro gi fatto. Ad esempio, laschedatura di tutte le case dei Sassi, della quale parlavo prima, era gistata completata, insieme a Martoglio.

    Federico BilMa il lavoro tuo e dei tuoi amici, insieme a Martoglio, quando eracominciato esattamente?

    Poi vennero gli stranieri astudiare Matera...

    Il reportage di HenryCartier Bresson.

    Ancora sulla Commissione...

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  • Albino SaccoMartoglio arriv a Matera tra la fine del 49 e linizio del 50; alliniziodel 50 cominciammo a lavorare insieme, quindi circa un anno primadella Commissione. Io e i miei amici in realt avevamo cominciato giprima che Olivetti mandasse Martoglio, anche se con larrivo diquestultimo avemmo a disposizione un minimo di risorse, perchMartoglio fu assunto dallUNRRA-Casas e poteva procurare unpiccolo sostegno a beneficio dellintero gruppo.

    Federico BilMa la Commissione poi insediata dallUNRRA-Casas e dallINU da chiera coordinata? Da Friedmann?

    Albino SaccoFormalmente si. In realt il vero lavoro di coordinamento fu semprefatto da Martoglio.

    Federico BilMa non c un episodio di studio e proposta ancora precedente? E ciola relazione che Nallo Mazzocchi-Alemanni scrisse per il Consorzio dibonifica del medio-Bradano nel 1949, nella quale ventila la possibilitdi costruire borghi contadini nellagro materano?

    Albino SaccoSi, ma lintuizione di Mazzocchi-Alemanni era frutto anche del dialogocon noi e con Ettore Stella. Nallo Mazzocchi-Alemanni era unagronomo importante, amico di Manlio Rossi-Doria.

    Federico BilQuale esito ebbe lo studio della Commissione? Dei nove fascicoliprevisti, ne furono pubblicati solo tre. E gli altri?

    Albino SaccoI fascicoli erano tutti quasi pronti tranne uno, quello di Rigo Innocentisullassistenza sociale. Non furono pubblicati per motivi politici:

    Nallo Mazzocchi-Alemannie la relazione per ilConsorzio di bonifica.

    I risultati dellinchiestafurono pubblicati solo inparte perch dispersi ovolontariamente distrutti.

    50

  • furono osteggiati dal gruppo dirigente democristiano dellUNRRA-Casas e da Spagnolli in primis, che si mise di traverso. Era unasituazione strana, perch cera una dirigenza democristiana per unEnte che era tuttaltro che democristiano... noi davamo fastidio, percheravamo espressione dellanima olivettiana dellUNRRA-Casas.Spagnolli non ci disse mai di no, per non ci dette i soldi perpubblicare i fascicoli. Non solo: il materiale dei fascicoli da pubblicarefu presto allontanato da Matera e trasferito a Bari; quando poi, qualchetempo dopo, Leonardo Benevolo fu incaricato di recuperarlo, a Bari glifu detto che era andato perduto in un alluvione...

    Federico BilNel primo dei tre fascicoli pubblicati dalla Commissione cunintroduzione generale non firmata. Chi lha scritta?

    Albino SaccoLha scritta Paolo Volponi. Volponi era stato destinato da Olivetti aiservizi sociali in Abruzzo, dove fece le sue prime esperienze nellaltipianoove era in corso il Progetto Pilota, del quale parler fra breve. In seguitoOlivetti lo volle a Roma allUNRRA-Casas, come caposerviziodellattivit sociale. Successivamente Olivetti chiam Volponi a Ivrea e gliaffid i Servizi Sociali aziendali; ancora pi tardi, Volponi diventDirettore Generale della Olivetti, ma dopo la morte di Adriano preferseguire altre strade (che lo portarono ad avere anche ruoli di granderilevanza alla FIAT). Nel frattempo, continuava a scrivere.

    Federico BilPerch fu proprio Volponi a scrivere questo testo introduttivo?

    Albino SaccoProprio perch allora era lui il capo dei Servizi Sociali dellUNRRA-Casas, carica che, dopo Volponi, assunsi io. Volponi venne a Materainsieme a Leonardo Benevolo, per avere contezza dellesito dei lavoridella Commissione. Dopo questa ricognizione, scrisse lintroduzione.

    Lintroduzione del primofascicolo la firm PaoloVolponi, allora responsabiledei Servizi SocialidellUNRRA-Casas.

    Fu Leonardo Benevolo adaccompagnare Volponi aMatera.

    51

  • Federico BilMi risulta che nel 1953 lUNRRA-Casas pubblic un piccolo opuscolodal titolo Matera. Uno studio che presentava sinteticamente il lavoroquasi concluso dalla Commissione. Ne hai una copia?

    Albino SaccoNon pi, per ricordo che vi si spiegava, in sintesi, che tipo di studiavesse fatto la Commissione. Era un opuscolo informativo.

    Federico BilMi puoi raccontare qualcosa di quando hai fatto arrabbiare il Ministro?

    Albino SaccoNel 52 uscita la legge per i Sassi di Matera, con assegnazione di 5miliardi, che erano bei soldi, ma non erano per la Martella, erano per iSassi. Ma furono dati in mano ai signori del Genio Civile.

    Federico BilMa dei sei villaggi previsti ne furono fatti solo due, la Martella e BorgoVenusio.

    Albino SaccoPerch a questo punto, i democristiani vollero che lUNRRA-Casasfosse estromessa da Matera, perch avevano paura che noicoltivassimo la rivoluzione e invece non era vero un accidente. Io hopartecipato allassegnazione delle case della Martella ai contadini ecero nel 53, allinaugurazione, quando venne pure lAmbasciatriceAmericana Clare Boothe Luce. Io ero il rappresentante dellUNRRA-Casas per il villaggio. Ma nel 53 cerano le elezioni politiche e leautorit volevano vedere se la Martella era comunista o meno... AllaMartella, con il parroco, che era don Giovanni Mele, e con altriassistenti sociali dellUNRRA-Casas, avevamo costituito i centriculturali e, a parte le scuole serali, facevamo corsi di storia, digeografia, di tutto con i contadini, avevamo il centro sociale, la sera ciriunivamo e cera un programma annuale serale per tutto un ciclo

    La legge del 1952 per ilRisanamento dei Sassi.

    Il finanziamento per LaMartella e per BorgoVenusio.

    LestromissionedellUNNRA-Casas da LaMartella.

    52

  • dinsegnamento, con laccordo del Ministero, sulla base di un progettoche noi avevamo preparato, su argomenti vari, per questi contadini3.Per esempio nel 54 io avevo preparato un ciclo di lezioni sulbrigantaggio a Matera. Nel 1954 la gente stava l da un anno, perancora i servizi non erano stati attivati; avevamo costruito la Posta manon funzionava, avevamo fatto lasilo nido ma non funzionava. Le operedi urbanizzazione dovevano essere fatte dal Genio Civile, che si limit atracciare le strade con il terriccio e quindi cera solo fango. Gli abitantinon erano contenti, perch mancavano i servizi e le case erano statecostruite male. La costruzione della Martella avvenuta non solo conoperai specializzati, ma anche con gente disoccupata, messa l, e allorache succedeva? Che questi lavoravano male. E siccome cerano questicomunisti, questi di sinistra, questi nemici, che eravamo noi, addiritturahanno messo persone che sabotassero le costruzioni, otturando i caminicos le case si riempivano di fumo.

    Federico BilSenti Albino, ma chi era che teneva bloccata lattivazione dei servizi, ilPrefetto?

    Albino SaccoNo, era tutta lAmministrazione. Allora abbiamo deciso di occupareMatera, di andare ad occupare la Prefettura. E una sera le spie deiCarabinieri andarono a dire al Maresciallo, guarda che domani vannotutti a Matera, fanno la marcia su Matera. E con il parroco di allora, donMele, che adesso morto, sai che facemmo? Stabilimmo una strategiache era quella di prendere i pullman la mattina, alla spicciolata,cominciando alle 5, allinizio delle corse, e stabilimmo un appuntamentoalle 10 in piazza, in modo da non far vedere che arrivavamo. ICarabinieri invece, avvisati che noi volevamo fare la marcia, pensavanoche saremmo arrivati a piedi, ma non potevamo fare 10 chilometri apiedi, che siamo fessi? Si misero tutti quanti allentrata di Matera e nontrovarono nessuno, allora noi quando fummo in parecchi andammo in

    Linefficienza del GenioCivile.

    I disservizi e i sabotaggi aLa Martella.

    La protesta degli abitanti deLa Martella: loccupazionedella Prefettura.

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    3 Il servizio sociale organizzato dallUNRRA-Casas e dal CEPAS a la Martella fu condotto, tramille difficolt e in un clima ostile, da Anna Maria Levi e Angela Zucconi. Al proposito, si leggala narrazione della stessa Zucconi in: Angela Zucconi, Cinquantanni nellutopia, il resto nellaldil,Edizioni lancora del Mediterraneo, 2000, pp. 117-130.

  • Prefettura, sfondammo la porta e andammo dal Prefetto. E successe unmacello, il Prefetto era preoccupatissimo, noi occupammo la Prefetturae spiegammo che cosa volevamo. Era il 54. Allora sai che successe? Ilgrande successo sai qual stato? Che nemmeno dieci giorni dopo tutti iservizi funzionavano.

    Federico BilQuindi il Prefetto fu intelligente.

    Albino SaccoSi impaur e impose il funzionamento dei servizi, daltronde, unacosa normale, le strutture cerano, le attrezzature cerano. Fu costrettoa farlo, e poi cera una troupe americana.

    Federico BilAh, quella che fece il...

    Albino Sacco... il documentario sul famoso Villaggio Modello, fu fatto da questatroupe, diretta da Igor Scherbacenko, un sovietico emigrato primanegli Stati Uniti e poi in Italia.

    Federico BilMa chi ce lha questo documentario?

    Albino SaccoCe lha la RAI, io ce lavevo, ma me lhanno fregato quando stavoallISES. Il documentario lha fatto una troupe con la quale stabilimmoun ottimo rapporto, ho fatto altri documentari con loro, anche nelMetapontino, a Rotondella, a Tricarico; ho fatto un sacco didocumentari con questo gruppo, il quale praticamente lavorava per laRAI, la RAI pagava e loro facevano queste cose.

    Federico BilMi dici perch e come fosti cacciato da Matera?

    La protesta colp nel segno.

    Il documentario VillaggioModello di IgorScherbacenko.

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  • Albino SaccoIo sono stato cacciato dal Ministro Colombo perch i notabili diMatera gli dissero: Albino Sacco ha le carte di Matera, quelle con lequali stanno preparando il Piano Regolatore, ma non vuol darci nulla.Loro volevano sapere quali erano i terreni che potevano acquisire,terreni per costruire. Allora dissero dobbiamo cacciare Albino. Macome lo cacciamo? Il Ministro and dal Presidente dellUNRRA-Casas dellepoca, il Senatore Giovanni Spagnolli, e gli disse: sentibisogna allontanare Sacco da Matera, dobb