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mensile 15.000 copie in 15.000 famiglie - Distribuzione gratuita Fondato nel 1969 da Luigi Pallottino Anno XL - Maggio/Giugno 2008 - Roma, mensile 00135 Roma - Via degli Scolopi, 31- Tel./Fax 06-35503317 - E-mail: [email protected] 251 251 www.montemario.org In questo numero • Le ville di Monte Mario nel Rinascimento • Testimonianze e suggestioni del passato di Monte Mario: Svegliamoci • Santa Rita da Cascia a Monte Mario • La 180 compie trent’anni • A colloquio con il presidente del Municipio 19 • Al Liceo Gassman un’iniziativa per la conoscenza del territorio • Tu Scarlatti, io Kunz • Paolo Cristiano e Luciano Buttiglia alla R.D.F. Arte • Il serraturiero Una zona di Monte Mario che molti non conoscono è quella, appartata, che si sviluppa tra via Achille Mauri e la Valle della Rimessola, con strade strette e tortuose, che si sono dovute adattare all’andamento altimetrico del territorio. Ecco come appare dal fondo di via Allievo. Impaginato 17-06-2008 9:51 Pagina 1

mensile - amicidimontemario.it · mensile 15.000 copie in 15.000 famiglie - Distribuzione gratuita Fondato nel 1969 da Luigi Pallottino Anno XL - Maggio/Giugno 2008 - Roma, mensile

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mensile

15.000 copie in 15.000 famiglie - Distribuzione gratuita

Fondato nel 1969 da Luigi Pallottino

Anno XL - Maggio/Giugno 2008 - Roma, mensile00135 Roma - Via degli Scolopi, 31- Tel./Fax 06-35503317 - E-mail: [email protected]

251 251 www.montemario.org

In questo numero• Le ville di Monte Mario nel Rinascimento• Testimonianze e suggestioni del passato di Monte

Mario: Svegliamoci• Santa Rita da Cascia a Monte Mario• La 180 compie trent’anni

• A colloquio con il presidente del Municipio 19• Al Liceo Gassman un’iniziativa per la conoscenzadel territorio• Tu Scarlatti, io Kunz• Paolo Cristiano e Luciano Buttiglia alla R.D.F. Arte• Il serraturiero

Una zona di Monte Mario che moltinon conoscono è quella, appartata,che si sviluppa tra via Achille Maurie la Valle della Rimessola, constrade strette e tortuose, che si sonodovute adattare all’andamentoaltimetrico del territorio.Ecco come appare dal fondodi via Allievo.

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Anche questo è Monte Mario

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Una nonna tuttofareLa sveglia è alle sette, giusto il tempo di prendere il caffè insie-me con il marito, un uomo in carriera al pieno della sua attività,che poco dopo uscirà di casa. La giornata di lavoro per lanonna tuttofare inizia un’ora dopo quando, uno alla volta, biso-gna accompagnare i bambini in due diverse scuole del quartie-re. Un bacio ai nipoti e poi ecco qualche ora di libertà, malibertà, per così dire, vigilata. Un secondo caffè, e un’occhiataal giornale dove molto spesso si legge di casalinghe che persfuggire alla depressione della donna sola in casa, finisconopreda del vizio del gioco e in mano agli usurai per pagarne idebiti. Ed eccola con una lunga lista della spesa che deve tene-re conto delle esigenze, dei gusti e capricci di tre diverse fami-glie, la sua e quelle delle due figlie. Questo non è il ritrattodella nonna vecchio stampo ma di una signora che si puòincontrare o all’edicola o, come capita spesso, in uno dei nego-zi di via Sangemini. Tante altre nonne si tengono in forma fre-quentando la palestra. La nostra si conserva giovane rendendo-si indispensabile alla sua famiglia allargata. Gli altri lavoranonegli uffici e quando tornano a casa si sentono molto stanchi;lei gli “straordinari” li fa senza accusare stanchezza.Anche questo è Monte Mario.

S.G.

Rivista mensile editadall’Associazione

AMICI DI MONTE MARIO

Direzione, redazione e pubblicitàVia degli Scolopi, 31

Tel. 06 3550331700135 Roma

[email protected]

Direttore responsabileSILVIA SAMARITANI GIORDANI

Direttore editorialeGIO. MANTOVANI

Coordinatore di redazioneMARIELLA CASINI-CORTESI

In redazioneLUCIANA FRAPISELLI

ANNAMARIA MARCHESINIFRANCESCO ROCCO

MARIA ROSSARO

Hanno collaborato a questo numeroSANDRA FIORENTINI

DONATELLA MANZOLITOMMASO LOSAVIO

ELISABETTA PALLOTTINO

VideocomposizionePUBBLISHOCK

Incisione e stampaSEA, TIPOLITOGRAFIA s.r.l.

Via Cassia bis km 36,300 - Nepi (VT)Tel. 0761 527323 / Fax 0761 527523

Reg. Tribunale di Roman. 12985 del 18-9-1969

Numero chiuso il 16 giugno 2008

DISTRIBUZIONE GRATUITA

È vietata la riproduzione di testied immagini senza l’autorizzazione

scritta dell’editore

Passante,manca un’uscita?Il passante a Nord-Ovest è infunzione da più di tre anni, maancora non è stata aperta l’uscitasu via Pieve di Cadore, che per-metterebbe di raggiungere age-volmente la zona di via MarioFani da via della Pineta Sacchet-ti e da Monte Mario alto.

L.T. (lettera firmata)Non si tratta di un ritardo o diuna dimenticanza. L’uscita infondo a via Pieve di Cadore,caratterizzata da una rampamolto ripida, è stata realizzatasoltanto per finalità di emer-genza.

Il traffico e il Consorziodi TorrevecchiaÈ finalmente giunta la rispostascritta da parte del nostro Pre-sidente del Consorzio stradaleTorrevecchia al quesito, giàpubblicato dal mensile “MonteMario” nel numero Marzo-Aprile 2008. Essa per la veritàera stata preceduta alcune setti-mane fa da un’altra risposta daparte del CdA del Consorziostesso, a firma della Vicepresi-dente. Ebbene nella rispostadata dalla Vicepresidente, anome del CdA, si afferma cheil Consorzio non ha mai appro-vato le modifiche apportate al

traffico dal XIX Municipio. Alcontrario invece nella lungarisposta (oltre 8 cartelle) datadal Presidente sono contenuteconsiderazioni ed ammissioniche hanno giustificato e giusti-ficano tutt’ora i dubbi e lepreoccupazioni dei soci delConsorzio firmatari del quesi-to. Poiché, a parte l’inesattez-za riguardante “la destinazioned’uso” di via Diano Marina,rimane confermato il ruolo edil pieno coinvolgimento delnostro Presidente nell’averconcorso, sia pure in buonafede, all’esito disastroso per ilns. Comprensorio della nuovaviabilità. Una viabilità attra-verso la quale da un anno èstata riversata sulle strade delConsorzio stesso, ed in partico-lare su via Cogoleto, Millesi-mo, Taggia, una quantità ditraffico veicolare 20 - 30 voltesuperiore al passato recente,che oltre a pregiudicare la qua-lità di vita e la salute degli abi-tanti del Comprensorio, ne sva-luta considerevolmente il valo-re degli immobili. Ora, postoche nello Statuto del nostroConsorzio non si prevede dioccuparsi di viabilità, cosìcome dice esplicitamente lostesso Presidente nella suarisposta scritta posto il ns. Pre-sidente in quanto libero cittadi-no possa sostenere qualsiasi

idea e possa partecipare a qual-siasi comitato, resta il fatto chenoi soci del Consorzio abbia-mo il diritto di vedere rappre-sentati dal nostro Presidente, sevuole continuare a rappresen-tare i suoi soci, la tutela deinostri interessi di consorziati.

Vito Chialastri

Prolungarevia della LucchinaSono molti anni che via dellaLucchina è chiusa all’altezzaquasi di Palmarola. Io penso che

sarebbe opportuna la sua apertu-ra per snellire il traffico di viaCasal del Marmo e che risulteràmolto utile specie adesso chesarà aperto lo svincolo del Gran-de Raccordo anulare.

V.L. (lettera firmata)

Buche stradaliSono Alessio, buche da segna-lare su via Torriglia e via Orto-novo. Per il momento non cisono altre segnalazioni. Grazieper l’attenzione.

Alessio Podda

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Monte Mario, a partire dal Quattro-cento e per tutto il Cinquecento,divenne luogo prescelto da nobili eletterati per le loro residenze subur-bane. Alcune di tali residenze furonoluoghi di rappresentanza legati alleesigenze della politica estera, desti-nate quindi ad accogliere personalitàpolitiche e culturali in visita aRoma. Spesso le ville suburbane diMonte Mario furono sedi dei cosid-detti horti letterari, fenomeno tipi-camente romano e particolarmentediffuso durante il pontificato diLeone X (1513-1521), amico dei let-terati e letterato egli stesso. In nomedi un comune modo di intendere lacultura, il proprietario dell’hortus,mecenate del gruppo, riuniva perio-dicamente i sodales e organizzavapiacevoli conviti nei suoi giardiniabbelliti da viali ombrosi e fioriti, dachioschi, fontane e preziosi repertiarcheologici: ai banchetti e alleargute facezie si accompagnavano lapoesia e le dissertazioni erudite suipiù svariati argomenti. Iniziamo dunque questa passeggiataper le ville di Monte Mario, utiliz-zando come Baedecker i versi latiniche alcuni poeti del Cinquecentohanno dedicato ad esse: si tratta diuno scaffaletto di testi che appartie-ne alla più vasta biblioteca costituitada quel fortunato genere letterario –che potremmo denominare di poesialatina in villa- formato cioè da operein versi – alcune anche in prosa-volte a descrivere e a celebrarepalazzi e ville di Roma e dintorni.Iniziamo con Villa Mellini, situatasulla sommità del colle, oggi sededell’Istituto Nazionale di Astrofisicae del Museo Astronomico e Coper-nicano. La villa fu la prima fra leresidenze suburbane della Romarinascimentale. Fu fatta edificare daPietro Mellini probabilmente intor-no alla metà del Quattrocento. Acelebrarla in versi latini fu il poetacremonese Benedetto Lampridio,fine conoscitore del greco, grande-mente stimato da Leone X; Lampri-dio appartenne alla cerchia del pre-lato lussemburghese Joannes Goritz,detto alla latina Corycius, strava-gante figura di mecenate, animatoredi un proprio orto letterario, gli horticoryciani, e committente della cele-bre raccolta poetica intitolata Cory-ciana, a lui dedicata da un foltogruppo di poeti. Intorno al 1521 ilLampridio compose un’ode di ispi-razione pindarica in 627 versi, daltitolo In Petri Melini villam, che fupubblicata a Venezia, dopo la mortedell’autore, nel 1550. Il Lampridiodedicò la sua ode a Pietro Mellini,nipote di quel Pietro che fece edifi-care la villa. Fu munifico protettoredei letterati e poeta egli stesso, e lasua villa fu cenacolo letterario egeneroso punto di accoglienza dinumerosi letterati romani. La descri-zione della villa diviene spunto perfantasiose divagazioni di argomentomitologico. Talvolta il poeta indugia

Le ville di Monte Mario nel Rinascimentoin digressioni descrittive e si soffer-ma così a decantare il rigoglio dellavegetazione, la salubrità e il panora-ma di Monte Mario, baciato daVenere; descrive un vaso che leninfe del Tevere, convenute nellavilla, si scambiano in dono e cheforse era un ornamento del giardino;quindi il poeta rivolge una apostrofealla villa, funzionale a introdurre lacelebrazione della stirpe dei Mellini;e infine esalta la villa, prodigo puntodi accoglienza per i poeti e i lettera-ti. Cenni a villa Mellini troviamo

anche in un curioso trattato dovutoall’umanista Girolamo Rorario,nunzio apostolico pordenonese vis-suto nella prima metà del XVI seco-lo. Quest’opera, intitolata Quod ani-malia bruta ratione utantur meliushomine (Perché gli animali fannouso della ragione meglio dell’uomo)composta intorno al 1547, è una dis-sertazione filosofica sull’istinto ani-male, che l’autore ritiene spessosuperiore a quello degli uomini; taledissertazione è tesa al contempo adifendere la superiorità della lingualatina su quella volgare. Il Rorario aun certo punto riferisce un aneddotoautobiografico che ritiene edifican-te. Un giorno si trovava a far dacicerone per Roma a un gruppo dinobili tedeschi ignoranti di latino:con l’intento di far loro ammirarealcune interessanti architetture dellasua città, li conduce a visitare treville suburbane, tra le quali villaMellini, costruite a Roma dopo gliorrori del Sacco e divenute ben pre-sto sedi di rinomati salotti letterari. Itedeschi, insensibili a causa dellaloro ignoranza, non sono in grado diapprezzare quelle meraviglie eRorario ha così buon gioco neldimostrare che la conoscenza dellatino raffina il gusto estetico e chechi è ignorante di latino non è nep-pure in grado di apprezzare l’arte. Proseguiamo con la bellissima VillaMadama, posta sulle pendici di

Monte Mario e affacciata sul PonteMilvio. La sontuosa residenza sorsesu committenza Medici, per deside-rio di papa Leone X e di suo cugino,il cardinale Giulio de’ Medici, futu-ro papa Clemente VII. Giulio de’Medici affidò la progettazione dellavilla a Raffaello la cui morte prema-tura impose però un radicale cam-biamento nella direzione dei lavori econseguentemente nelle scelte arti-stiche e progettuali: proseguirono larealizzazione delle opere dapprimaGiulio Romano, poi Antonio da San-

gallo il Giovane e BaldassarrePeruzzi. Villa Madama fu chiamataVilla Medici fino a quando nonpassò in eredità alla vedova sedicen-ne di Alessandro de’ Medici, Mar-gherita d’Austria, figlia naturale del-l’imperatore Carlo V, che rispettosa-mente era chiamata Madama. Nel500 Villa Madama fu celebrata dalpoeta coriciano Francesco Speroli diCamerino nel carme Villa IuliaMedica versibus fabricata. Questacomposizione, datata al 1519, anco-ra inedita, è dedicata al cardinaleGiulio de’ Medici. La descrizionedello Speroli non venne mai portataa termine: con questo motivo sispiegano le notevoli discrepanze deltesto con ciò che l’edificio oggimostra. Proseguiamo con la villa di FalconeSinibaldi, protonotario apostolicovissuto nella seconda metà del XVsecolo: essa è celebrata nel GeniusFalconis Sinibaldi dal poeta MarcoGirolamo Vida che fu apprezzatissi-mo da papa Leone X. Il carme fupubblicato nel 1524 e fu compostoper celebrare il soggiorno in questavilla del suo mecenate, JoannesGoritz, che avvenne nel 1523, inoccasione della discesa a Roma dicerti oratori veneti. La villa si trova-va alle pendici di Monte Mario, inprossimità del Vaticano, propriosulla via Trionfale, in corrisponden-za degli attuali numeri civici 60-62,

esattamente dove oggi c’è un’osteriache, parrebbe in memoria del vec-chio proprietario, è chiamata ‘l’anti-co falcone’. La villa di Falcone Sini-baldi doveva essere ospitale puntodi accoglienza per gli intellettualiche giungevano a Roma dal nord. Inquesto breve poemetto il Vida esor-disce con una veloce celebrazionedella villa del Sinibaldi, ma subito sirivela sostanzialmente interessato acelebrare il suo protettore, il Goritz.Nei versi dedicati alla villa, Vida siconcentra a decantare la bellezzanaturale del luogo, secondo la benconsolidata modalità descrittiva dellocus amoenus.Per ultima, la villa suburbana delletterato Blosio Palladio, gli HortiBlosiani; essa, su progetto di Bal-dassarre Peruzzi, fu edificata nelcorso degli anni trenta del Cinque-cento, sulla propaggine meridionaledi Monte Mario, affacciata su SanPietro con una vista spettacolare sututta Roma. L’edificio, tuttoggi esi-stente, è noto come Casale Ciocci.Abbandonata per molto tempo, lavilla fu ciak finale di Roma, cittàaperta di Rossellini e fu anche sce-nario del film di Ettore Scola Brutti,sporchi e cattivi. Anche essa fu unfecondo punto di ritrovo degli intel-lettuali romani, specialmente dopoche altre ville furono devastate dailanzichenecchi, come scriveva in unsuo carme l’umanista bellunese Pie-rio Valeriano. Anche Marco AntonioFlaminio, in quegli stessi anni, dedi-ca numerosi versi latini all’amicoBlosio, alla sua villa e curiosamenteanche alla turunda, una torta cheBlosio preparava per i suoi ospiti inoccasione degli incontri letterari dalui organizzati. Nei suoi versi il Fla-minio celebra la generosa e dottaospitalità del suo amico Blosio, lanatura circostante la villa, rigogliosae fertile come rigogliose e fertilisono le lettere promosse e incorag-giate dal Palladio. Infine anche il giàmenzionato umanista pordenoneseGirolamo Rorario, nella sua disser-tazione filosofica, si sofferma sullavilla di Blosio; ciò che sembrasoprattutto interessare al Rorario èlo spazio esterno, la lussureggiantenatura del giardino che appare signi-ficativamente disposto secondo unpercorso ascendente, le architetturee gli arredi esterni; un curioso rilie-vo è dato al pollaio, quasi provoca-toriamente se si considera che, vice-versa, all’abitazione del proprietarioè riservato invece un totale silenzio.Oggi le ville di Monte Mario nonospitano più letterati e non ci sonomecenati disposti a sostenere le let-tere. Ma l’antica tradizione delledimore acccoglienti sembra riviverenell’ospitalità data dall’albergoResidenza Monte Mario alla bene-merita associazione culturale“Amici di Monte Mario”, coraggio-samente impegnata a divulgare lastoria di questo antico monte.

Donatella Manzoli

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Nel trentennale della strage di via Fani, del rapimento e assassinio di AldoMoro, ripubblichiamo due articoli del fondatore del nostro giornale.

SvegliamociMonte Mario, anno X, n. 35, 22 aprile 1978, p. 1di Luigi Pallottino

Testimonianze e suggestioni

antologiadel passato di Monte Mario

Ancora una volta Monte Mario ètornato prepotentemente alla ribaltadella cronaca per un crimine nefan-do che ha scosso profondamente lecoscienze degli italiani, portando ilnostro paese al centro dell’attenzio-ne mondiale. In particolare l’Europanon può non sentirsi coinvolta esolidamente obbligata ad affrontareil problema del terrorismo conimpegno senza riserve.“L’Italie massacrée. Massacrées lapolitique, l’économie, la justice, lesvaleurs morales. Et surtout, massa-cré l’Etat”: così ci gratifica un diffu-so periodico d’oltralpe [“L’Exprès”]e non sarebbe facile contraddirlo.Ma è certamente molto pericoloso

credere che la tragedia sia soltantoitaliana o che possa comunque resta-re soltanto italiana. E l’Europa,infatti, ha mostrato di capire accu-sando il colpo, questa elementareverità e di voler esserci accanto inquesto duro momento.Ma stiamo attenti a non perdere divista, confortati dalla solidarietàinternazionale, le nostre responsabi-lità. Popolo di santi, di eroi, di navi-gatori più o meno solitari, noi siamoanche e soprattutto un popolo di“dritti”, che sanno bene come arri-vare sempre allo scopo per la stradapiù breve, meno faticosa e più eco-nomica, che sanno lasciare agli altrii problemi, che loro hanno già risol-

Il 9 maggio si è compiuta, con ilritrovamento del corpo martoriatodell’on. Aldo Moro, la tragedia che,dalla mattina del 16 marzo, con lospietato eccidio dei cinque rappre-sentanti delle forze dell’ordine Raf-faele Iozzino, Oreste Leonardi,Domenico Ricci, Giulio Rivera eFrancesco Zizzi, aveva gettato nellacosternazione l’intero paese e scos-so l’opinione di tutto il mondo civi-le.È certamente difficile accettare ilpensiero che gli autori e gli ispirato-ri di così feroce e assurdo disegnocriminoso appartengano alla nostraspecie, che si mescolino fra la gente,che magari s’intrattengano, con par-venza di uomini, a parlare con noi eche si trovino nella condizione didistruggere – quod Deus avertat –altre vite umane.L’associazione Amici di MonteMario e il nostro giornale, che inevi-tabilmente partecipano di quel parti-colare stato di commozione che inqualche misura, forse, ha toccato piùdegli altri quanti hanno vissuto davicino la dolorosa vicenda, si inchi-nano alla memoria delle sei vittimee rinnovano alle loro famiglie i sen-timenti del più profondo cordoglio.È giusto che tutti siano ricordati, conun segno anche materiale, nei luoghistessi in cui si compì il sacrificio,ma se la pietà popolare ha già erettoloro un monumento floreale, ali-

mentandolo ogni giorno con inten-sità che non diminuisce, quello defi-nitivo, se vorrà erigersi (e sia ilMunicipio ad erigerlo), non dovràindulgere alla retorica e al sentimen-to, ma consistere preferibilmente inuna semplice lapide. Soprattutto non vorremmo che ildoloroso avvenimento fosse motivo,ancora una volta, per violare lalegge, attribuendo nuovi nomi a vec-chie strade prima che sia decorso ilprescritto termine di dieci anni. Mal’auspicio che più di ogni altro cisentiamo di formulare e che potreb-be dare perfino un senso al sacrificiocompiuto, è che il paese, meditandosugli errori passati, sulle troppedebolezze e su alcune consapevoli einconsapevoli complicità che hannoportato alla situazione attuale, sap-pia reagire con fermezza al terrori-smo e sconfiggerlo, ma che sappiafarlo con la forza della ragione e deldiritto e delle proprie rinnovate isti-tuzioni. Questo sarà possibile se cia-scuno di noi saprà recuperare interala propria coscienza civica, com-prendere che libertà e democraziasono strumenti delicati con i qualinon è lecito giocare o peggio, il cuiuso non può essere delegato ad altri,riscoprire il senso della cosa pubbli-ca, che è volontà di crescita comune,benessere fondato prima di tutto sucerti fondamentali valori morali e difiducia nella loro perenne validità.

ti con la propria intelligenza, con ilproprio senso pratico. Ma tutto sipaga e ora vediamo dove ci hannoportato queste nostre supposte virtù.Libertà, dovere, onestà, senso delloStato, spirito di servizio, rispettodella persona umana: come si fa anon sorridere di certe parole, di certiconcetti così ingenui, così superati?Ma ci sono atteggiamenti ancora piùpericolosi e più riprovevoli: quelliad esempio di credere che i prover-biali vizi capitali non ci tocchinopersonalmente; di vedere chiaro ciòche ci aspetta, ma di essere convintidi non poter far nulla, con le nostrepovere forze, per cambiare la sortecomune e che tanto vale, dunque,lasciare che le cose vadano secondola corrente. Non vogliamo renderci

conto che sono proprio le nostrepovere forze messe insieme a deter-minare il naufragio.Invece di strapparci le vesti per losdegno, di portare con nevroticamonotonia il nostro contributo divuote parole di pietà o di scoramen-to, con le quali ci sembra di scarica-re le nostre coscienze, svegliamocida questo deleterio torpore e convin-ciamoci che se non siamo noi agenerare il male, di certo ne favoria-mo l’attecchire e il propagarsi,offrendogli un terreno favorevole: ilcorpo logoro, esanime e inermedella nazione.Questo corpo siamo noi tutti, nonsoltanto chi ci governa, o chi altri cipiace credere responsabile dei nostriguai.

Monte Mario, anno X, n. 36, 20 maggio 1978, p.1

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Le attività sociali delle parrocchie di Monte Mario

Santa Rita da Cascia a Monte MarioLa cappellina dedicata a Santa Ritada Cascia fu edificata per le neces-sità pastorali nel 1954, su un lottodonato da una signora perché lachiesa di Nostra Signora da Guada-lupe era troppo lontana. In unprimo tempo vi si celebrava lamessa domenicale, poi fu utilizzatacome asilo, per ritornare successi-vamente alla sua primitiva funzio-ne finché fu eretta a parrocchia, nel1981, dal cardinal vicario UgoPoletti e affidata ai sacerdoti dellaPia Associazione Sacerdotale GesùDivin Operaio. Il territorio di suacompetenza è tuttora delimitatoentro via Siro Corti (all’intersezio-ne con via delle Benedettine), viaGiovanni Agostino De Cosmi, pro-segue perpendicolarmente fino alfosso della Valle della Rimessola,lo percorre per un tratto, passaidealmente tra via Pietro Paolo Ver-gerio e via Maria Pederzoli Danielie via Luigi Alessandro Parraviciniper ricongiungersi all’intersezionedi via delle Benedettine con viaSiro Corti.Si tratta di una superficie moltolimitata rispetto alle altre parroc-chie, come piccola e graziosa è lachiesa, minuscolo lo spazio copertoa disposizione, nullo il terreno per icampi da gioco. Tutta la vita diquesta zona si sviluppa lungo lastretta via Antonio Parato che si

snoda a ferro di cavallo in fortependio entro l’angusta valle pressoil parco dell’Insugherata.“Qui, fino al 1951 c’erano sola-mente campi di granturco – ci diceGiuseppe Pisciaroli, il fabbro dellazona e valido aiuto per le tante ini-ziative parrocchiali – poi sono statecostruite le prime case abusive einfine la lottizzazione”.“Ci sono solamente abitazioni: nonc’è un negozio né uno studio medi-co o di qualsiasi altro genere, nonc’è nemmeno un bar, le scuolesono lontane e scomode da rag-giungere, non ci sono mezzi pub-blici e l’unica struttura pubblicadove potersi riunire è la parroc-chia” si lamenta don Carlo Qua-dracci, parroco di Santa Rita da 35anni, che ama e cura questa chiesacome fosse casa sua, anche perchémanca la casa parrocchiale e ognigiorno impiega un’ora nel trafficoper poter raggiungere il posto dilavoro.”Tutte le iniziative sonosacrificate dalla mancanza di spa-zio” prosegue. “Si, è vero – inter-viene Rita Brunetti, chiamata «laparrochessa» per il suo impegnocostante e disinteressato dedicatoalla comunità – ma noi riusciamo afare quello che si fa nelle altre par-rocchie mettendo a disposizione lenostre case e le nostre attrezzature.Siamo isolati, il nostro è un paese

nella città, masiamo uniti e pron-ti a dare una manoquando serve”.All’incontro è pre-sente ancheAndrea Baldacci,un’altra colonnaportante dell’orga-nizzazione che ciracconta come, peresempio, riesconoa fare teatro dentrola chiesa costruen-do davanti all’alta-re il palco comple-to di quinte e sipa-rio per le recite diNatale e di SantaRita. Con il ricava-to, attraverso le suore Murialdine,hanno potuto adottare quattro bam-bini argentini che riescono a man-tenere ogni anno con le iniziativepiù impensate.Nell’unica stanzetta a disposizione,attigua allo studio del parroco chefunge anche da sacrestia, si alterna-no corsi di pittura su vetro e su stof-fa e corsi di cucito. Esiste anche uncentro di ascolto Caritas, con distri-buzione di vestiario, che si appog-gia a quello di Nostra Signora diGuadalupe, quando necessario.Nella sala parrocchiale, un localeun po’ più grande con i banchi

Santa Rita da Cascia a Monte Mario. (Foto di Andrea Baldacci).

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disposti su due file lungo le pareticome un’aula scolastica, si tienetutto il resto a cominciare dall’in-trattenimento dei più piccoli che,diventati ragazzi, si allontananoperché non si sa come interessarli.Il sogno è avere campi sportivi,come quelli del Calasanzio chesembrano così vicini e invece sonolontani, al di là della valle. Poi cisono tre cori: quello per le celebra-zioni solenni guidato dal maestroTulio Blasi, il coro della messadomenicale e quello dei bambinicon l’accompagnamento dell’ar-monium o della chitarra.Anche se la situazione è questa,don Carlo non chiede fondi: è unprete non un manager, ma riesce afare molto: oltre alle moltepliciincombenze pastorali, organizzagite giornaliere specie nell’arcipe-lago toscano, presiede agli allesti-menti del presepe o della Via Cru-cis viventi realizzati grazie alla col-laborazione di tutti, come una gran-de famiglia di 2500 persone che siadattano a partecipare secondo leproprie capacità con inventiva edentusiasmo, dal vestiario agliaddobbi, alla carpenteria, alle strut-ture metalliche. Non manca la cac-cia al tesoro alla quale partecipanoi bambini della zona che possonobussare dovunque perché tuttiaprono la porta.Ma il sogno resta sempre quello diavere altro spazio per una nuovachiesa, la casa parrocchiale e icampi sportivi. Sono stati promessi11.000 mq della riserva del Ficocon tanto di delibere municipali ecomunali, poi improvvisamentetutto è stato bloccato per motivisconosciuti, ma non è detto che nonsi riprenda l’argomento in un pros-simo futuro. Per ora la conclusione è di Rita:“Qui si fa il massimo possibile per-ché abbiamo sopperito allo spaziocon il cuore”.

M.C.C.

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È arrivato alla sua fase conclusiva ilprogetto dell’Associazione “Amicidi Monte Mario” che aveva ottenutoil finanziamento della FondazioneRoma sul bando di concorso 2006per il Settore “Arte, attività e beniculturali”. Il progetto prevedeva dicensire, classificare e riprodurre unnumero approssimativo di 300vedute di Roma dall’alto del colleper poi diffonderle in rete, sul sitodell’Associazione (www.amicidi-montemario.it) nell’ambito delleattività del costituendo Museo terri-toriale di Monte Mario presso iCasali Mellini. Il tema iconografico della veduta daNord può essere considerato, infatti,una delle espressioni più significati-ve dell’identità di Monte Mario, dalpunto di vista storico e artistico. E illuogo, testimone da sempre delprimo sguardo su Roma di chi pro-veniva dall’Europa, si presta adospitare i risultati di un’incessante emolteplice attività di rappresenta-

zione, rivolta a fissare le tanteimmagini d’insieme della città. E’da quest’altura che pellegrini eimperatori si sono affacciati sullacittà eterna dopo aver percorso illungo cammino della via Francige-na, dal Medioevo fino all’epocamoderna, secondo i tempi scanditidalla celebrazione degli Anni Santi.Come anche, sulla stessa altura, gliartisti e gli intellettuali europei delGrand Tour hanno consumato in unbatter d’occhio, prima ancora di toc-care con mano ogni singolo monu-mento e ogni pietra della città ago-gnata, i desideri impazienti di tantianni d’attesa. E ancora, più tardi, nelcorso del Novecento, la Roma con-temporanea si è offerta allo sguardoimpressionistico e fotografico deituristi, degli amatori e degli artistiche ne hanno testimoniato dall’alto,in questo luogo, le profonde trasfor-mazioni e le nuove periferie. Un insieme di dipinti, disegni, inci-sioni e fotografie che, sparsi nei

La Collezione virtuale delle vedute di Romada Monte Mario (XIII-XX sec.)Un progetto dell’Associazione “Amici di Monte Mario” finanziatodalla Fondazione Roma

musei e nelle collezioni di tutte leparti del mondo, possono oggi farritorno al loro luogo d’origine e con-fluire in una raccolta virtuale cherestituisce a “l’alto del Monte” unframmento indispensabile per unmuseo del territorio: la storia ordi-nata dei tanti sguardi del passato. A progetto ultimato, le immaginiriprodotte sono più di 350 e sarannoprossimamente consultabili sul sito

dell’Associazione, a servizio dellacittadinanza del quartiere e dellacittà, degli studiosi di Roma e dellacomunità scientifica internazionale.In futuro, nuove ricerche potrannoincrementare il numero delle vedu-te raccolte e la collezione virtualepotrà essere oggetto di mostre epubblicazioni curate dall’Associa-zione. Il Museo territoriale deiCasali Mellini, dove sarà conserva-ta la raccolta delle riproduzioni adalta definizione, si candida a diven-tare l’osservatorio delle vedute diRoma e a mantenere attiva in per-manenza la rete dei contatti conmusei, gallerie e collezioni, pubbli-ci e privati, già stabilita nel corsodello svolgimento del progetto.

Elisabetta Pallottino

C.L.Eastlake, Pilgrims Arriving in Sight of Rome, 1827,Philadelphia Museum of Art.

Per il Primo Meridiano d’Italia

“Primo Meridiano d’Italia/ (1871)/12°27’07.66” E/ datum WGS84-ETRF89/ Nel luogo ove si inizia aconoscere il/ mondo, si è segnato ilmeridiano/ origine delle longitudiniitaliane/ indicato su Monte Mario/dalla Torre di Padre Secchi S.J./usata per la misura del grado euro-peo”. E’ questo il testo della targaposta sulle pareti del Padiglione 8della Scuola Leopardi a segnalareuno dei punti della linea del Meridia-no evidenziata a terra. La targa è stata posta dall’ I.C. Parcodella Vittoria - Scuola primariaG.Leopardi, dallo Studium Urbis,dalla Sapienza Università di RomaDITS. e dall’ADP G.Castello - Sezio-ne Orientamento. Alla cerimonia d’inaugurazione chesi è svolta il 10 giugno, hanno parte-cipato per conto delle istituzioni cita-

te la dott.ssa Aurora Mereu, il dott.Tullio Aebischer, il prof. Mattia Cre-spi e il pres. Roberto Moretti. Sonointervenuti il consigliere municipaleFederico Guidi in rappresentanza delSindaco, Padre Sabino Maffeo S.J.della Specola Vaticana e il consiglie-re dell’Associazione “Amici diMonte Mario” Elisabetta Pallottino.Tra i presenti, oltre agli alunni dellequinte elementari, la dott.ssa Mari-nella Calisi, Responsabile Scientificadel Museo Astronomico e Copernica-no di Roma. Sono in programma ulteriori segnala-zioni del percorso del Meridiano, inaggiunta a quelle già realizzate neiGiardini Vaticani e ora alla ScuolaLeopardi, secondo gli auspici delprogetto di un Itinerario geodeticoper Roma promosso dallo StudiumUrbis fin dal 2004.

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Bianco a Monte MarioIl 13 maggio del 1978 il Parlamentoitaliano, a larghissima maggioranza(votò contro soltanto il MSI e siastenne il Partito Liberale) approvòla legge n° 180, comunemente maerroneamente detta “legge Basaglia”dal titolo “Su i trattamenti sanitarivolontari e obbligatori”.L’urgenza della legge, approvatapochi giorni dopo il ritrovamentodel cadavere di Aldo Moro, eradovuta all’imminenza di un referen-dum promosso dal Partito Radicaleche avrebbe abrogato la precedentelegge del 1904, determinando unagrave situazione di non regolamen-tazione in tema di cure psichiatriche.Due furono le grandi innovazioniintrodotte dalla 180: la chiusura deimanicomi con la creazione di nuoviservizi per la cura, la prevenzione ela riabilitazione delle malattie men-tali; la radicale trasformazione deiprocedimenti che riguardano i tratta-menti obbligatori non più sottopostia disposizioni di polizia e non piùlegati a criteri di pericolosità(com’era stabilito dalla legge del1904) ma delegati all’autorità ammi-nistrativa (il sindaco) e giudiziaria(il giudice tutelare) e determinatidalla gravità del disturbo, dalla nonaccettazione volontaria delle cure edall’impossibilità per i servizi dimettere in atto strategie terapeutichealternative.Si determinarono sin da subito gravidifficoltà nell’applicazione ancheperché le Regioni, alle quali lanuova normativa aveva delegato larealizzazione dei nuovi servizi, sem-bravano più attente a possibili con-troriforme (sino ad oggi se non sba-glio, si possono contare 29 propostedi modifica) che a provvedere all’i-stituzione delle strutture che avreb-bero dovuto sostituire la funzionesino ad allora svolta dal manicomiosia per i pazienti che ancora eranointernati (circa centomila) sia per inuovi casi che in manicomio nonpotevano più essere ricoverati.Nel Lazio in particolare e a Romasoprattutto, in quegli anni la situazio-ne era molto difficile e grande e gra-voso il compito delle famiglie. Bastipensare che fino al 1989 funzionava-no soltanto tre servizi ospedalieri peri ricoveri di pazienti in trattamentovolontario e obbligatorio.A lungo si contrapposero due schie-ramenti: quello dei difensori dellalegge che accusava le autorità dellamancata applicazione e quello chesosteneva che la legge era inapplica-bile e che pertanto era necessariotornare all’antico.Finalmente, a partire dai primi anninovanta, in tutto il Paese ma conmodalità e risorse diseguali, si detteinizio alla creazione di quella rete distrutture (il Dipartimento di SaluteMentale) i centri di salute mentale, iservizi negli ospedali generali, i cen-tri diurni, le residenze e le comunitàche ha permesso un’organizzazionedell’assistenza psichiatrica cheormai anche l’Organizzazione Mon-

diale della Sanità ha preso comemodello.Nel 1999 l’ultimo paziente rimastointrappolato nel S. Maria della Pietà,uno dei più grandi manicomi diEuropa che a metà degli anni ’60accoglieva circa tremila personeduecento delle quali erano bambinidi età compresa tra uno e 14 anni, èstato dimesso. Il parco (trenta ettari circa) è divenu-to una preziosa risorsa per il quartie-re ma sino ad oggi, sono trascorsidieci anni, per la maggior parte deiquaranta padiglioni manca un pro-getto complessivo di riuso e i padi-glioni ristrutturati con finanziamentifinalizzati a creare un ostello duran-te il Giubileo del 2000 sono stati riu-tilizzati come strutture della AziendaSanitaria.Molte cose certamente restano anco-ra da fare perché il lungo percorso,iniziato a Gorizia da Franco Basa-glia 15 anni prima della legge 180,di trasformazione delle cure psichia-triche, sia pienamente soddisfacenteper i pazienti, per le loro famiglie eper gli operatori del settore.Da alcuni anni le risorse impegnatesi vanno progressivamente riducen-do, gli operatori invecchiano senzache vengano immessi nuovi elemen-ti, i servizi faticosamente realizzaticorrono seriamente il rischio di chiu-dere per mancanze di risorse econo-miche e di personale. Proprio in que-sti giorni una comunità ad Isola Far-nese, aperta nel 1996 per ospitare ungruppo di signore dimesse dal padi-glione tredici del S. Maria dellaPietà, è stata chiusa. Nove signoresono state ricoverate di nuovo esenza giustificato motivo clinico inuna casa di cura a Monte Mario conun costo giornaliero triplo rispetto aquello sostenuto per il soggiornonella comunità. Dopo dodici annidurante i quali si era lavorato perrestituire loro i diritti di cittadinanzasono tornate ad essere soltantopazienti psichiatriche che per motivieconomici (sic!) non possono conti-nuare a vivere in quella che final-mente era diventata la loro casa.All’ingresso del Museo della Mente,al decimo padiglione del S. Mariadella Pietà, che racconta la storiapluricentenaria di quell’istituzione,abbiamo messo una frase di PrimoLevi “È successo quindi può succe-dere”. Con grand’emozione ho sco-perto che la stessa frase, in tedesco,è stata posta all’ingresso del memo-riale dell’olocausto a Berlino.La memoria è indispensabile perevitare di rifare gli errori commessiin passato e le leggi oltre che rispet-tate devono essere applicate, giornodopo giorno, con intelligenza, concompetenza e con il rispetto dellasofferenza, in particolare di quellepersone che, per la loro fragilità,hanno maggiori difficoltà a difen-dersi.

Tommaso LosavioDirettore per la chiusura del S.Maria della Pietà dal 1993 al 1999.

La 180 compie trent’anni

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Una foto al mese

Raccolta differenziataCercasi il gommista che periodicamente si libera dei pneumatici usati get-tandoli in un cassonetto di via della Camilluccia. È purtroppo diffuso ilmalvezzo di gettare nei cassonetti dei rifiuti ordinari non riciclabili –ripetutamente ed in grande quantità – materiali che devono essere avviatial riciclaggio o addirittura ai rifiuti speciali da conferire nei modi prescrit-ti. Ciò costituisce non solo un danno per l’ambiente ma anche uno schiaf-fo a tutte quelle famiglie che si prendono la pena di selezionare i rifiutidomestici e di portarli agli specifici cassonetti, spesso lontano e saturi. Chidi dovere dovrebbe sorvegliare e sanzionare.

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Incontriamo il nuovo Presidente delMunicipio nella sede di via Battisti-ni, a qualche settimana dal suo inse-diamento. Fin dalle prime battutescorgiamo un Presidente che citiene a far sapere che, conoscendodettagliatamente il territorio, si èdato subito da fare. Gli rivolgiamouna serie di domande su vari temiche stanno a cuore ai nostri lettori ecominciamo dal destino del com-prensorio di Santa Maria dellaPietà, di cui ancora non si conosce ildisegno generale.“Ho visto sempre il Santa Mariadella Pietà come un fondamentalecentro urbano, perché sono convin-to che i Municipi tenderanno a dive-nire, nell’ambito della metropoli,dei veri e propri Comuni, con tuttele relative strutture. Il Municipio 19- Monte Mario dovrà avere anche ilsuo stemma, da mettere magari aconcorso tra gli studenti. Tornandoal Santa Maria, in un primomomento l’idea era di fare del com-plesso, con i suoi edifici ed il parcoche devono comunque essere tute-

lati, ben collegato grazie alla FR3ma anche grazie al prolungamentodella metropolitana, un campus perla terza Università, ma vi era con-trarietà a sinistra, per il timore di unaumento del traffico e del costodelle case. Ora, la notizia certa mi èvenuta dal Pro-rettore Marietti, laSapienza si insedierà in alcuni padi-glioni, con la Facoltà di Scienzedella Comunicazione. Ma non saràl’unica destinazione, Santa Mariadella Pietà dovrà divenire il cuoredel Municipio 19.”Ci dia qualche precisazione sul-l’utilizzo dei vari edifici …“Nel padiglione 26 troverannoposto altri uffici del nostro Munici-pio, la Presidenza, e la direzione deiServizi sociosanitari assieme aduffici dell’ASL. Nel padiglione 30sorgerà la Casa del Municipio, dovei cittadini potranno avere agevolirapporti con l’amministrazione. AlMunicipio era destinato il padiglio-ne 31, la ex-lavanderia, ma si sa cheha subito un’occupazione.Va ricordato il Museo della Mente,

dove sono raccolte le testimonianzedel cessato manicomio. È un museounico in Italia e in Europa; va valo-rizzato facendolo conoscere inmodo particolare agli studenti, chepotrebbero a loro volta svolgere lefunzioni di guide, sopperendo allacarenza di personale, tuttora volon-tario.Nell’edificio centrale del compren-sorio c’è anche un teatro che, se cifosse affidato, potrebbe essere benvalorizzato e offerto alla fruizionedella cittadinanza.”Tutto bene, ma c’è da risolvere ilproblema essenziale dell’accessi-bilità, perché sono lontani sia iparcheggi sia le fermate degliautobus e del treno.“Conosciamo il problema e infattici sono i fondi per realizzare unadeguato parcheggio esterno edotarlo di una navetta che racco-glierà anche chi si serve dei mezzipubblici, autobus e FR3.”E i tempi di realizzazione?“Al momento non mi posso impe-gnare sui tempi.”Pensiamo anche a chi vuole muo-versi in bicicletta. Ci riferiamoalla deplorevole vicenda dellapista ciclopedonale che dovevasvilupparsi sulla copertura dellaFR3, il cosiddetto “parco linea-re”.“I fondi per quella pista ciclopedo-nale ci sono ed i lavori dovrebberofinalmente cominciare entro il2008, ma il vecchio progetto dovràessere sottoposto a qualche verifica;verrà tra l’altro riaperta via dell’Ac-quedotto Paolo, che attraversa lapista.Si sta comunque studiando anche lapossibilità di aprire altri percorsiciclabili, anche lungo le strade esi-stenti, ricorrendo a misure di rallen-tamento del traffico ordinario e adidonea segnaletica.”Spetterà comunque al buon sensoe all’educazione civica far convi-vere le biciclette con motorini e

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A colloquio col Presidentedel Municipio 19 Monte Mario, Alfredo Milioni

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Il presidente del XIX Municipio,Alfredo Milioni.

suv! Insistiamo sul tema della via-bilità. Ci sono una serie di proble-mi che rientrano nelle competen-ze del Comune, ma sui quali ilMunicipio può ben dire la sua. Siva dal traffico sulla Trionfaledopo l’apertura dello svincolo delGRA, con i problemi determinatidalla configurazione dello svinco-lo stesso e quelli dell’allargamen-to della Trionfale, oltre via Chia-rugi e nella zona di Sant’Onofrio,dai collegamenti tra Ottavia-Pal-marola e Torrevecchia, a via dellaPineta Sacchetti, il cui raddoppiodeve essere completato. “Lo svincolo del GRA, del quale siè lamentato anche il Sindaco, vapurtroppo accettato così com’è; checosa succederà, tenuto conto anchedel richiamo della galleria GiovanniXXIII, non si sa. Quanto al raddop-pio del tratto esterno della Trionfa-le, si era a suo tempo auspicata larealizzazione di una Trionfale bis,che fu anche finanziata, malgrado lequestioni relative all’attraversa-mento di una cooperativa agricola,ma poi cancellata. Oggi allargare laTrionfale appare molto difficile,anche a causa degli espropri che

Dopo le elezioni di aprileLe recenti elezioni hanno cambiato il quadro politico del Comune e diuno dei tre Municipi nei quali si estende il territorio di Monte Mario.Nel Municipio 17 la maggioranza è rimasta al centro-sinistra, con laconferma al primo turno di Antonella De Giusti quale Presidente, e nelMunicipio 20 è rimasta al centro-destra ed è stato eletto Presidente, alsecondo turno, Gianni Giacomini. Cambio della guardia invece in Cam-pidoglio, dove la nuova maggioranza è di centro-destra ed è stato elet-to Sindaco, al secondo turno, Gianni Alemanno, ed anche nel Munici-pio 19, dove al secondo turno è risultato eletto Presidente AlfredoMilioni, con una maggioranza di centro-destra.Al Sindaco (al quale, come cittadino di Monte Mario, rivolgiamo unparticolare caloroso saluto), ai Presidenti dei Municipi ed ai Consiglie-ri tutti, delle maggioranze e delle opposizioni, formuliamo il più fervi-do augurio di buon lavoro. Per iniziare il nostro colloquio con i nuovi Organi, abbiamo intervista-to il Presidente del Municipio 19, nel quale è compresa la maggior partedel territorio di Monte Mario. È un primo incontro, al quale dovràseguire, dopo la pausa estiva, un approfondimento dei vari temi tocca-ti, molto sentiti dalla cittadinanza. Ed alla ripresa porteremo anche lavoce dei Presidenti dei Municipi 17 e 20.

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Sono iniziati i lavori per l’allargamento della via Trionfale tra ilnuovo ingresso del Gemelli e piazza di Monte Gaudio; attualmente ilcantiere interessa l’area ceduta dal Forte Trionfale. Sul tema di que-sti lavori venerdì 13 giugno si è tenuto presso la Scuola “NazarioSauro” un Consiglio aperto del Municipio 19 - Monte Mario. Alla pre-sentazione del problema fatta dal Presidente Alfredo Milioni ha fattoseguito l’intervento del Direttore dei lavori ing. Fabio Rocchi, del 12°Dipartimento, che ha illustrato le caratteristiche dell’opera ed ha pre-cisato di non avere la veste nè di sospendere i lavori nè di modificareil progetto. Sono seguiti interventi di alcuni consiglieri e del pubblicoche hanno rappresentato la diffusa contrarietà dei residenti nellazona di Monte Gaudio a tale opera.

Ha destato sorpresa e disappunto la comparsa della barriera di mitigazioneacustica comparsa al centro di un tratto di Via Pieve di Cadore, costata tral’altro - stando al cartello dei lavori - oltre 200 mila euro. Infatti la ragionedell’intervento appare poco consistente, specie al confronto di altre situazio-ni di disagio acustico, mentre se ne vedono vari svantaggi. Già nel corso deilavori il condominio di via Pieve di Cadore 30 si era rivolto al competenteDipartimento comunale ed al Commissario straordinario, segnalando lamenomazione della sicurezza stradale ed il degrado paesaggistico.

La barriera di via Pieve di Cadore

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Iniziati i lavori di allargamentodi via Trionfale

sarebbero necessari e credo che sidebba allora tornare ad esaminareun tracciato indipendente. Ma find’ora si può tentare di migliorare lasituazione del tratto tra via Chiarugied il San Filippo, dove chi da SantaMaria della Pietà è diretto al GRAdeve prendere la Trionfale finoall’Istituto Fermi e poi tornareindietro; andrebbe riesaminata l’uti-lizzazione del sottopasso ferroviariodel San Filippo in ambedue i sensi.Da quelle parti, poi, c’è l’idea diaprire un tratto di strada in fondo avia Barellai, dove ora c’è un trattu-ro, realizzando un collegamento diTorresina con Monte Mario e Torre-vecchia. La bretella tra Palmarola eMonte Mario è tuttora sub judice.Dell’allargamento della Trionfale aSant’Onofrio si parlerà in una sedu-ta aperta del Consiglio municipalealla scuola Nazario Sauro.Quanto a via di Torrevecchia i prov-vedimenti presi dalla passataAmministrazione hanno avvantag-giato la percorrenza verso valle,mentre il ritorno è divenuto difficileper le lunghe file di auto ed inoltreè stata allontanata la fermata degliautobus, con disagio per i cittadini.Ripristinata la vecchia disciplina, siapprofondirà il tema con i cittadini.Nella prossima Conferenza di Ser-vizi del 19 giugno si tratterà del col-legamento tra via Vinci e via Valledei Fontanili.Il completamento del raddoppio divia della Pineta Sacchetti è giàfinanziato e va fatto il prima possi-bile, sperando che si operi meglioche nel tratto precedente, dove c’èun ingiustificato restringimento.”Venendo al trasporto pubblico, ilservizio urbano della FR3 è tutto-ra carente. È prevista un’azione

di stimolo su RFI e Trenitalia?“Certamente l’incidenza del Muni-cipio non può essere forte, maintendiamo comunque denunciarele carenze e sollecitare tutti gli orga-nismi interessati.”Quanto alla metropolitana “A”,vi sono critiche al tracciato delprolungamento, che non serveadeguatamente Primavalle e Tor-revecchia, e nel suo programma siriparla di un’attestazione alla sta-zione di Monte Mario. Che ci diceal riguardo?“Sarà la Conferenza di Servizi a sta-bilire se si può portare il capolineafino al Santa Maria della Pietà.”E poi bisogna mettere mano adun’organica riforma della reteautobus, che garantisca un idoneoservizio a tutto il territorio.“Certamente. Prevediamo, peresempio, di prolungare il 999, spo-stando il capolinea da via Igea a viaPieve di Cadore, fino alle Poste.Anche il 909 deve essere prolunga-to ed occorrono altri provvedimentidi razionalizzazione della rete.”E c’è la questione dei parcheggiinterrati del P.U.P., che ha agitatoin particolare la Balduina neimesi passati. A parte altri interes-si, c’è un conflitto tra due esigen-ze imprescindibili: quella di libe-rare le strade dall’eccesso di auto-mobili che le ingombrano e quelladi non stravolgere gli spazi urba-ni in cui si sono consolidare resi-denze e attività. Come pensa dicomporre questo conflitto?“Le localizzazioni devono esserepossibili, utili e condivise: questo èl’imperativo che guiderà le nostrescelte in materia di parcheggi. Sifaranno tutte le verifiche necessa-rie.”

Infine, vari temi che interessanotutta la città, ma sui quali ilMunicipio ha potestà diretta: lamanutenzione di strade e marcia-piedi, la tutela dei percorsi pedo-nali, la segnaletica, il rispetto delCodice della Strada.“Vorrei che tutte le strade avesseroun decente marciapiedi, fosserobene illuminate e, dove opportuno,fossero dotate di telecamere comedissuasori. I fondi però – aggiungeil Presidente Milioni con aria scon-solata, a conclusione del nostroincontro – sono quelli che sono. Cisono però provvedimenti poco one-rosi ma utili, che possono esserepresi velocemente. Per esempio,accanto al parco di via Siro Corti hotrovato sistemazione per 30 auto-mobili, liberando la strada che,soprattutto di notte, non era percor-ribile dai mezzi di soccorso; lo spa-zio del nuovo parcheggio era desti-nato ai cani, che potranno correrequalche metro più in là. Fra i pro-getti da realizzare c’è certamente lacontinuità dei percorsi pedonali insicurezza. Sarà nostra cura, inoltre,

controllare le società dei sottoservi-zi, che hanno l’obbligo, una voltaeseguiti i lavori nel sottosuolo, diripristinare a regola d’arte la pavi-mentazione delle strade.”Grazie, Presidente, e buon lavoro.

Corsi di italiano gratuitiL’Ufficio Intercultura delle Biblio-teche di Roma ha organizzato uncorso di italiano gratuito, livellobase, riservato agli stranieri, nellabiblioteca Franco Basaglia con ini-zio il 17 giugno.Il corso si svolge tutte le settimanenei giorni di martedì e giovedì (peralmeno 12 incontri) dalle ore 17.00alle ore 19.00 e termina quindi perla fine di luglio. Il numero massimodi prenotazioni è di 15 studenti, aiquali è distribuito materiale didatti-co. Gli interessati possono telefo-nare alla Biblioteca F. Basaglia (viaFederico Borromeo 67 - quartieredi Primavalle) tel. 0645460371;autobus 46; 49; 916; metro + 46oppure 996 o 997 o 998.

Visitate il sito dell’AssociazioneAmici di Monte Mario

www.montemario.org

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Davvero un bel titolo, Il genio del-l’armonia, per un catalogo: oltrequattrocento pagine per testimonia-re il patrimonio di manoscritti e diedizioni spesso rare che finoral’Accademia Filarmonica Romananon era riuscita a portare compiuta-mente alla luce e ordinare: grandesoddisfazione per musicologi,musicisti e ricercatori. Il merito vaa Mariella Casini Cortesi conosciu-ta dai lettori di “Monte Mario”,giornale di cui, fra l’altro, è anchecoordinatrice di redazione. Espertanel campo anche per aver lavoratoin varie istituzioni (fra cui l’Archi-vio di Stato e l’Accademia dei Lin-cei) ha trascorso vari anni nei loca-li dell’Accademia di via Flaminia,scalando scaffali, scrutando e anno-tando scrupolosamente tutto ciòche le capitava sotto gli occhi. E,assicura, si è anche divertita. Il volume è stato presentato il 29maggio nella Sala Casella dell’Ac-cademia, in occasione dell’ annuale“Festa Filarmonica” e ha avutocome relatore il prof. GiancarloRostirolla, insigne musicologo epresidente dell’Istituto di bibliogra-fia musicale che sovrintende questogenere di pubblicazioni. Accantoall’autrice anche il Maestro Mar-cello Panni, direttore artistico dellaFilarmonica. Messa lì, fra cori di grandi e picci-ni (prima quello dei bambini dellascuola di musica diretti da donPablo Colino, poi il Coro di SantaChiara di Piazza dei Giochi Delficidiretto da Paolo Teodori, infinequello della Filarmonica direttoancora da don Colino), la presenta-zione del ponderoso catalogo hacostituito un momento importante einsieme piacevole.Rostirolla ha illustrato l’impiantodel volume sottolineandone la rile-vanza, oltre che dal punto di vistadel materiale raccolto, anche daquello dell’accuratezza. Bastaaprirlo, ha detto, ad una qualunquepagina: non si troveranno soltantonomi ovviamente in ordine alfabe-tico e affiancati dalle consueteannotazioni, ma pure gli incipitmusicali e testuali di ogni branoche anche visivamente, aggiungia-mo noi, rendono gradevole la con-sultazione. Ma veniamo al titolo del volumeche l’autrice ha presto chiarito nelsuo intervento, raccontando uno dei

Quando gli chiedo, dopo un con-certo massacrante, mentre si passail dorso della mano sulla frontemadida di sudore forse anche perqualche linea di febbre, quale siafra i compositori appena eseguitiquello che predilige, quello cheinsomma non smetterebbe mai disuonare, risponde: “Scarlatti”. Ecome pianista, se c’è, quale sarebbeil suo modello? Eduard Kunz,ascoltato la sera del 2 aprile ai Con-certi del Mercoledì dell’UniversitàCattolica, sorride appena e si portadecisamente la mano al petto: “Io,Kunz”. Non è soltanto una battutaspiritosa, perché il ventisettenneinterprete russo, vincitore del “Pre-mio Rodolfo Caporali” al Concor-so internazionale di Sulmona 2007,è di una originalità ipnotizzante. Aparte l’eccellenza virtuosistica(Kunz ha vinto anche l’“Horowitz” a Kiev, e raccolto con-sensi ovunque, recentemente aLondra con il Concerto n. 2 diRachmaninov, mentre in Italia eraquesta la sua prima esibizione,dopo il successo di Sulmona), sitratta di un pianista sulle cui scelte

“Tu Scarlatti, io Kunz”

Finalmente un catalogo per l’Accademia Filarmonica

Il genio dell’armonia

Il pianista Eduard Kunz

interpretative si può avanzare qual-che riserva, ma che colpisce e affa-scina proprio per l’impegno con cuiinsegue individualità e perfezione.Aprivano il programma due trascri-zioni: il Preludio in si minore diBach versione Aleksandr Siloti,prolifico trascrittore russo (allievodi Liszt, C̆ajkovskij, Rachmani-nov), e ancora di Bach la famosaCiaccona trascritta da FerruccioBusoni. Della prima Eduard Kunzha accentuato, forse anche un po’troppo, l’impronta vagamenteromantica impressa da Siloti; nellaseconda ha sottolineato la sua pre-dilezione per i contrasti, alternandovigore e leggerezza, impennate epianissimi vellutati, senza peraltroturbare l’equilibrio della composi-zione. Atteggiamento ribadito nellaRapsodia n. 12 di Liszt, così diver-sa dalle più note, dove il variegatoimpianto compositivo ha permesso

ancora una volta al pianista passag-gi in cui le dita scendevano a per-cuotere come veri martelletti latastiera, accanto ad altri dove lemani la sfioravano appena. Una let-tura listziana davvero inusitata,intellettuale, poco incline ad addi-tarne l’origine folkloristica. La seconda parte del concerto com-prendeva tre Sonate di Scarlatti(K.213, K.27 e K.212) e i Seimomenti musicali op.16 di Rach-maninov. Ecco dunque Scarlatti, ilmusicista prediletto da Kunz; ed èstata infatti la prova più convincen-te. Forse perché il più studiato? Opiuttosto perché Scarlatti è tantoinnovativo, fantasioso, cangiante equindi tanto vicino all’indole del-l’interprete? E così è stato appagan-te l’ascolto sia delle pagine medita-tive sia, e ancora di più, di quelleimprontate ad un felice gioco vir-tuosistico dove il giovane pianista èandato costantemente alla ricercadi un raffinato timbro clavicembali-stico. Belli anche i Momenti di Rachma-ninov, eseguiti e premiati al con-corso di Sulmona: a volte cosìmalinconici da rasentare la treno-dia, alla fine sfolgoranti con Kunzche, nei brevi momenti in cui eraimpegnata soltanto la mano destra,alzava in alto la sinistra a pugnochiuso…Strano ragazzo questo Eduard chenonostante le insistenze non conce-de un bis, risponde distratto alledomande, snobba le persone che sivanno a congratulare con lui, nonvede l’ora di andarsene via. Via dasolo. Certamente consapevole diessere bravo. Mi sono fermata conun’amica a scambiare qualcheimpressione nel prato un po’ inombra davanti all’auditorium,quando ormai quasi tutti se neerano andati. Abbiamo visto questagiovane interessante promessascendere velocemente, zainetto inspalla, la scalinata dell’auditoriumsenza nessuno che l’accompagnas-se. Si è fermato un momentodavanti ad una panchina: il tempoper togliersi la giacca, tirar fuoridallo zainetto e infilarsi unmaglioncino, visto che la serata eraun po’ fresca. Poi, di nuovo zainet-to in spalla, si è incamminato ed èsparito dietro l’angolo di un edifi-cio poco lontano. Ripartiva? E perdove, a quell’ora? Oppure passavala notte in casa di qualcuno cheperò non si era preoccupato divenirlo a sentire o almeno a ripren-dere? È stata forte la tentazione diraggiungerlo per chiedergli se aves-se bisogno di qualcosa (chiaro cheavrebbe risposto di no) e aggiunge-re che, nonostante quella silenziosa

uscita di scena, il suo era stato dav-vero un bel concerto.

Maria Rossaro

Il ritardo con cui, per cause tecni-che, esce questo numero di “MonteMario” non ci ha permesso di par-lare di Kunz all’indomani del suoconcerto.

Nel frattempo, il 28 maggio, la sta-gione dei “Concerti del Merco-ledì”, all’Auditorium dell’Univer-sità Cattolica si è conclusa: Loren-zo Tozzi ha diretto i solisti dell’or-chestra “Camerata Italica” in unconcerto per mandolino e archi diVivaldi e ne La serva padrona diPergolesi.

momenti più emozionanti della suaricerca. Perché Il genio dell’armo-nia è semplicemente il titolo di unaCantata in onore di Pio VIII diGaetano Donizetti, il cui finaleautografo mancava e si supponevafosse andato perduto.Ma un indizio (il nome di un perso-naggio) ha permesso all’autrice di

accorgersi che quel finale di Doni-zetti era finito dentro una cartellasbagliata, in quella della Cantatain onore di Pio IX di un altro auto-re suo contemporaneo, GiovanniPacini. La compilatrice ha raccontato poialtre curiosità e altri “incontri”anche femminili, come quello conla compositrice Ida Mattone Tajaniche nel catalogo occupa ben dodicipagine: nata nel 1882, insegnante, anovant’anni ancora scriveva consuccesso canzoni, ballabili, fiabe-operette per gli allievi, spesso sottouno pseudonimo maschile peravere maggior credito. E abbiamosaputo di molti altri ritrovamentistupefacenti, come di quelle duescatole a forma di libro che un gior-no la bibliotecaria le portò inbiblioteca: erano piene di “cinque-centine” con madrigali perfino diOrlando di Lasso e una rara intavo-latura per liuto di Marcantonio delPifaro.Il volume ha una bella prefazionedi Roman Vlad che ripercorre lastoria dell’ archivio storico e dellabiblioteca dell’Accademia (fonda-ta nel 1821), ne ricorda le vicissitu-dini e soprattutto la ricchezza e

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Due interessanti artisti hanno tenutouna propria mostra personale nellascorsa primavera presso la galleriaR.D.F. Arte in via Festo Avieno:Paolo Cristiano (dal 19 al 30 aprile) eLuciano Buttiglia (dal 10 al 20 mag-gio).Prati verdi e viola intrisi di rugiada.Alberi dai tronchi sottili affiancatil’uno all’altro. Bidoni dimenticati eposati come per caso accanto ad unalbero solitario. O una nuvola scurache si addensa, inquietante, in uncielo chiaro e luminoso.Paolo Cristiano ci presenta un mondofatto di colori morbidi e tenui, imbe-vuti di luce, e di immagini sempre piùconcise ed essenziali, che non appar-tengono alla realtà, ma al sogno: evivono in una dimensione fantastica,dove c’è silenzio, e solitudine, e lanatura si rivela in tutta la sua bellezza.Visioni estatiche, nelle quali l’imma-ginazione si coniuga con la poesia, ela memoria fa riaffiorare emozioniche sembravano dimenticate.Eppure, a volte, qualcosa si insinuain quello scenario idilliaco, lasciandoil posto ad una vaga inquietudine.

Partendo da una pittura espressioni-stica, nel corso del tempo l’artista hasentito sempre più il bisogno di stem-perare la drammaticità del suo lin-guaggio artistico, e di creare immagi-ni lievi e quasi rarefatte – sempre inbilico fra figurazione ed astrattismo –nelle quali il colore è l’elementodeterminante ed esclusivo.Quando dipinge, Cristiano usa latempera, ed oltre al pennello, anchedegli stracci imbevuti di colore, percreare preziose alchimie, e quellieffetti di morbidezza e luminositàche rendono le sue composizioni cosìvibranti e inimitabili.Conosco Paolo Cristiano da moltianni. Ho avuto il piacere di incontrar-lo diverse volte, in occasione di alcu-ne altre mostre personali e collettivenella stessa galleria. Questo artista-pittore, poeta e scrittore – che nondimostra affatto i suoi 89 anni – con-tinua con lo stesso entusiasmo e lastesa passione di sempre a dedicarsialla pittura, riuscendo a trasformare ipropri sogni e le proprie emozioni inimmagini poetiche.Luciano Buttiglia è un artista ditalento, che riesce a sorprendercimettendoci di fronte ad immaginistrane ed imprevedibili. Attraversoun gioco sottile ed ironico, Buttigliaintroduce nelle sue composizioniforme eterogenee che si mescolano osi accostano fra loro in modo bizzar-ro. Volti di donna, figure o immaginiche appartengono al patrimonio arti-stico di ogni tempo, citazioni di cele-bri icone rinascimentali, che il pittorerecupera, dando loro una nuova iden-tità. Ma ecco che lì accanto l’artistadispone forme geometriche di ognicolore e dimensione, tracce di alberie di paesaggi, gioielli, oggetti curiosi,inconsueti, che si inseriscono nelcontesto in modo imprevisto, crean-do una atmosfera arcana, che intrec-cia le suggestioni del simbolismo aquelle del surrealismo.Così, ad esempio, vediamo una figu-ra che domina il centro di un politti-co, e che, proprio per la sua colloca-zione e lo strano rapporto che riesce acreare con gli altri elementi figuratividella scena, fa emergere una sorta diambiguità, che affiora e carica ildipinto di vibrazioni misteriose.Ma se in queste opere tutto sembrafermo, immobile, in altre, invece, unmoto convulso viene a scuotere efrantumare le immagini, che vengonopoi ricomposte secondo una formulanuova, di chiara matrice futurista.Quello di Luciano Buttiglia è il lin-guaggio di un artista che non si fermain superficie, ma sotto l’apparenzadel gioco e della finzione, vuole sca-vare nel profondo di chi guarda,lasciandovi un seme di inquietudine.

Annamaria Marchesini

Paolo Cristiano e LucianoButtiglia alla R.D.F. Arte

Paolo Cristiano Albero e bidoni.

Luciano Buttiglia La vecchiezza,olio su tela.

peculiarità: manoscritti musicali apartire da fine Settecento, volumicon pezzi di Galuppi, Cimarosa ePaisiello, libretti d’ opera relativi aprime esecuzioni di melodrammi aRoma, più un’ infinità di lettere. Lehanno scritte Rossini, Paganini,Donizetti, Mendelssohn e moltialtri fino ad arrivare ai giorninostri, a Stravinskij, Nono, Berio,Boulez. Senza contare tutte lemusiche a stampa.Merita però un cenno anche l’orga-nizzazione del volume che l’autriceapre con alcune notizie storichesulla biblioteca, specificandonesoprattutto la consistenza numeri-ca: duemilatrecentonove mano-scritti, trecento edizioni di musicaprofana e strumentale fino ai primianni del XIX secolo, oltre tremilalibretti d’opera, programmi di sala,carteggi e documenti vari, conesclusione di ogni tipo di fotocopiao litografia.Segue una nota metodologica sullacomposizione delle schede (moltominuziosa, con notazioni ancheimpreviste), mentre le ultime pagi-ne del volume (ben una quaranti-na) sono dedicate alla bibliografiae agli indici, tanto apprezzati daglistudiosi: indice dei titoli e degliincipit, indice dei nomi, delle Isti-tuzioni, degli interpreti, dei perso-naggi interpretati, dei teatri connote sulle rappresentazioni delleopere, e altri più strettamente tec-nici.Non poteva mancare, dopo la pre-sentazione di un catalogo cosìricco di “voci” un esempio di musi-ca ”viva”. E così il Coro di SantaChiara ha eseguito due brani inedi-ti, scelti fra i manoscritti dedicatiall’Accademia: il primo di Giusep-pe Cristiani (1865-1933), il secon-do di Diomede Belli (1821-1898).Di Cristiani, pianista allievo diSgambati e direttore d’orchestra,autore di musiche operistiche, dacamera e di una sinfonia, abbiamoascoltato una delicata Ave Maria; diBelli, direttore d’orchestra e autoredi musica soprattutto sacra, abbia-mo ascoltato La vergine di Sunam,vivacemente composta su versi diArrigo Boito, ispirati al Cantico deiCantici. Un’ ottima occasione persottolineare ancora una volta l’ap-passionato lavoro di Mariella Casi-ni Cortesi e applaudirla anche comeabituale componente del coro diSanta Chiara, molto presente eapprezzato anche fuori dal nostroquartiere in cerimonie religiose,concerti e festival.

M.R.

Ritmo y Pasionai “Due Pini”L’Associazione Solidarietà Vincen-ziana, che cura gratuitamente “gliultimi” e le persone più bisognoseaccogliendole al Centro dentisticodi via Orsini 2, il 14 maggio scorsoall’Auditorium Due Pini, ha orga-nizzato una serata musicale, un

omaggio alla musica e alle danzespagnole per raccogliere fondi abeneficio della sua attività. Lacompagnia, diretta dalla danzatriceCaterina Costa, reduce da successiin Italia e all’estero, ha entusiasma-to il pubblico che ha applauditocalorosamente gli interpreti.Un grazie agli intervenuti per laloro generosità.

San Francesco eGran Madre di Dioin concertoL’associazione “…il sole e l’altrestelle”, il cui scopo è il benesseredella famiglia e della donna in gra-vidanza dal punto di vista psicologi-co, ha presentato l’orchestra “Vio-lino Lunare” in un concerto offertol’11 maggio presso la parrocchia diSan Francesco a Monte Mario.Questa orchestra, guidata dal mae-stro di chitarra classica e psicotera-peuta Luciano Tancredi, ha un orga-nico inusuale in quanto compostada una quindicina di elementi fra iquali primeggiano i flauti, seguitida quattro chitarre e due salteri. Ilsuo carattere amatoriale non influi-sce sul repertorio che va dalla musi-ca classica a quella popolare, né sul-l’impegno e l’entusiasmo degli ese-cutori, “musicisti per passione e perdiletto”, che hanno suonato branipopolari irlandesi, peruviani, brasi-liani, gallesi ed altri, nonché com-posizioni classiche. Molti applausie un arrivederci.

Il 16 maggio nella parrocchia GranMadre di Dio, il Coro Santa ChiaraRai Senior e il Coro Taschler Voi-ces si sono esibiti in favore del“Consultorio e centro di assistenzaBarone Gabriele Ussami d’Esco-bar”. Il consultorio ha lo scopo dioffrire gratuitamente assistenzasanitaria, psicologica, legale, reli-giosa alle coppie e alle famiglie indifficoltà. Il programma moltovario spaziava dai canti medioevaliagli spiritual, passando per Mozarte Verdi.

L.R.

Un premioalla memoriaNell’Auditorium di via della Con-ciliazione, gremito di persone dellospettacolo, il 4 giugno i premi per ildoppiaggio. Il premio specialedella giuria è andato a Oreste Rizzi-ni per aver dato la voce all’interpre-te principale di Sleuto, MichaelCaine. Oreste Rizzini faceva partedella “Gente di Monte Mario” ed èscomparso il 18 marzo di quest’an-no. Nella sua attività aveva doppia-to tanti famosi attori, fra i qualiMichael Douglas e Dustin Hoff-man.

S.G.

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Federica.Morte di una figliadi Fausto Gianfranceschi

Fausto Gianfranceschi, montema-riano, saggista e narratore di forma-zione cattolica più volte premiato,curatore della Terza pagina de IlTempo, con una prosa scorrevole estruggente narra gli ultimi giorni divita della sua “adorata” figlia. Connostalgia e tenerezza alterna i ricor-di di Federica bambina, poi giova-ne donna e infine mamma, aimomenti tragici di attesa nell’ospe-dale, agli interventi di parenti eamici, alle assurde difficoltà buro-cratiche post mortem. Ma all’ango-scia, a poco a poco subentra unatenue speranza, sorretta dalla fede.Fausto Gianfranceschi, FEDERICAMorte di una figlia, Roma, Pagines.r.l., 2008, (€ 11,00).

Angelica Kauffmanndi Giuseppe Ardolino

Giuseppe Ardolino, socio dell’As-sociazione Amici di Monte Mario eben conosciuto per i suoi preceden-ti volumi, già dirigente di RAIUNO fin dalla sua costituzione,laureato in storia dell’arte, coltissi-mo collaboratore come critico d’ar-

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“Leggere Roma”conferenze alla Casadel ParcoIl 29 aprile scorso, nella Casa delParco, o Casale Torlonia o delGiannotto, nel Parco del Pineto,attrezzata recentemente comebiblioteca, ha avuto luogo la primadi una serie di quattro conferenzeintitolata “Leggere Roma” a curadella Fondazione Ippolito Nievo – IParchi letterari.La prima conferenza è stata orga-nizzata in occasione del bicentena-rio della pubblicazione del roman-zo Corinne ou l’Italie di Madane deStaël. La dott.ssa Mariarosa Santi-loni della Fondazione IppolitoNievo, ha parlato con competenza edettagliatamente della vita diMadame de Staël. Dopo la confe-renza il “Gruppo Matuta Teatro”,composto da due attori, un uomo euna donna, e da un musicista cheaccompagnava con la chitarra le

te di varie riviste, ha scritto recen-temente un bellissimo volume suAngelica Kauffmann. Svizzera di nascita, di origineaustriaca ma italiana di elezione,Angelica Kauffmann, è consideratacome la più grande pittrice europeadella seconda metà del secoloXVIII. Fu un enfant-prodige poichéa dodici anni eseguì un ritratto delvescovo di Como, a tredici dipinseil suo primo autoritratto e i ritrattidel padre e della madre. Angelica

amava viaggiare: in Italia, inInghilterra, in Austria. Nel 1765 aRoma fu eletta membro dell’Acca-demia di San Luca e in questa occa-sione dipinse il suo autoritrattonelle vesti della Speranza, cherispecchia gli esempi della pitturaitaliana, da Raffaello a Guido Reni.Fu amica di Winkelmann e innamo-rata di Goethe durante il viaggio diquesti a Roma, mentre il poeta sen-tiva per lei solo una profonda ami-cizia.Durante un suo viaggio inInghilterra eseguì notevoli ritrattidi aristocratici e di membri dellafamiglia reale e fu ammessa comemembro della Royal Academy.Sposò un pittore veneziano, Anto-nio Zucchi, di quindici anni piùanziano di lei. Quando Angelicamorì, il suo funerale si svolse alPantheon, dove le fu eretto uncenotafio presso la tomba di Raf-faello. Per suo volere, ella riposanella chiesa di Sant’Andrea delleFratte, dove era già sepolto il suoamatissimo sposo.Questa per sommi capi la vita diquesta grande pittrice, di cui l’Ar-dolino delinea nel suo volume congrande perizia e dovizia di partico-lari, l’appassionante biografia, conuno stile piano e intelligibile a tutti.Il volume rilegato è arricchito danumerose illustrazioni a colori.Giuseppe Ardolino, AngelicaKauffmann (1746-1807), Milano,Spirali, 2008. (€ 25,00).

L.F.

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Avete presente l’immagine di unladro che si muove a passi felpatitenendo in mano un grande mazzodi chiavi? Così si presenta questosingolare artigiano, Luigi Mantova-ni che, invece di penetrare nellecase, aiuta a difenderle dagli intru-

ARTI E MESTIERI

Il serraturierosi. I casi di furti negli appartamentisono sempre più frequenti anche aMonte Mario ed è perciò che gliabbiamo chiesto come mettere insicurezza le nostre case. Per prima cosa va protetta la portad’ingresso.È vero che si può aprire dall’e-sterno?No, non è vero – dice- a meno chela serratura sia a doppia mappa o apompa, chiavi corte, insomma.Queste si possono aprire con attrez-zi particolari che hanno gli specia-listi del settore e i ladri “tecnici”.Le serrature devono essere ad altasicurezza, con chiavi non riprodu-cibili se non da chi le ha fornite.Una serratura montata su porta nonblindata non è sufficiente, non è ditotale sicurezza. Lo scrocchio amolla, ancora in uso in molte case,può essere aperto dall’esterno,secondo com’è fatta la porta, anchecon una scheda rigida, d’acciaio, diplastica, ma flessibile, Bisogna per-ciò girare sempre per lo meno unamandata. Se la serratura ha unachiave a doppia mappa, lasciataall’interno della casa, anche inposizione non sfilabile, dall’esternopuò essere girata. Ecco perché lachiave a doppia mappa va sempresfilata.E se la chiave è a pompa – chie-diamo – che cosa bisogna fare? Non resta che sostituire la serratura– risponde. Se si mette dall’esternoun po’ di silicone che non si vede

perché è trasparente, quando si girala chiave la serratura si blocca inposizione neutra e quindi chiunquedall’esterno può aprire con un sem-plice giravite. Può essere utile mettere un palet-to all’interno?Si, è utile, perché dà una doppiasicurezza, come una doppia chiusu-ra. E’ consigliabile, però, quando cisono più persone in casa perché sesi è soli, in caso di malore la portanon si può aprire dall’esterno.Oggi – spiega Mantovani – c’è chifa blindare la porta d’ingresso, chifa blindare la parte notte, chi fainstallare un sistema d’allarme. C’è anche chi confida nel propriocane e chi fa installare un allarmeche quando entra in funzione inve-ce di suonare abbaia.Un vero sistema d’allarme, dei piùsofisticati, è quello che isola unintero edificio con il laser, taratoperché non entri in funzione se nonal passaggio di una persona. Consi-ste in quattro lampioni posti aglispigoli della casa con illuminazio-ne e allarme ed è particolarmenteadatto a case isolate. Esistono anche allarmi posti suibalconi a distanza dalle finestre,poiché, come sappiamo, ci sonoanche ladri acrobati. Basta il tubodel gas o un tubicino di rame, undiscendente, lo scarico dell’acquapiovana per favorire l’ascesa del-l’acrobata fino agli appartamenti.

S.G.

voci recitanti, ha letto la scena del-l’incoronazione di Corinna in Cam-pidoglio.Il 22 maggio è stata la volta dellaconferenza, anch’essa tenuta dalladott.ssa Mariarosa Santiloni, sullascrittrice contemporanea: AnnaMaria Ortese (1914-1998), in occa-sione del decennale della morte. LaOrtese scrisse romanzi e racconti incui vi è una complessa mescolanzatra dimensione realistica e magia.Ella disse che scriveva perché cer-cava compagnia e per consolarsi.Vinse molti premi: Il Premio Via-reggio per il libro di racconti Ilmare non bagna Napoli (1953), ilPremio Strega per Poveri e sempli-ci (1967), scrisse L’iguana e unvolume di racconti In sogno e inveglia in cui il primo racconto, inti-tolato La casa del bosco, è di parti-colare interesse per noi poichédescrive la casa dove visse, al pian-terreno di una palazzina in piazzaEnnio a Monte Mario: “La casadove abito è posta in cima a unastrada in lieve salita […] Giunti incima alla salita, c’è una piazzetta, equi c’è una stradina in discesa cheva giù quasi a precipizio di fianco aun boschetto, e dopo una ventina dimetri si perde davanti a un parco distraordinaria bellezza e vastità […]L’impressione di chi guardi tuttociò dall’inizio della stradina è diintensa soprannaturale bellezza, dalasciare muti”.

L.F.

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Silvio Macchia sostenitore del Partito ITALIA DEI VALORIPer ulteriori informazioni scrivimi a

[email protected]

Scheda biancaSi definisce scheda bianca la scheda priva di ogni tipo di segno o espressione di voto.Non rientra pertanto nel computo di voti.Durante lo scrutino, sul retro della stessa, è apposto un timbro al fine di evitare che sia indebitamenteutilizzata. Ricorda che il voto è valido ogni qualvolta si possa desumere la volontà effettiva dell’elettore ovvero bastaun segno sul simbolo di una lista e la scheda diventa valida. Non lasciare che pochi elettori decidano per te, non consegnare la scheda senza segni di preferenza. Ritengo che una corretta informazione e una adeguata conoscenza siano il primo passo per far esprimerecon consapevolezza il voto.

DURANTE LE PASSATE ELEZIONI VI AVEVO CHIESTOIL VOTO E LASCIATO CON ALCUNE DOMANDE

Ora le risposte per non ricordarsi della gente solo sotto campagna elettorale

Inserzione a pagamento

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I ragazzi di Pratiscoprono Monte MarioPubblichiamo con piacere il pannellocon le conclusioni di un’attenta e parte-cipata ricerca, riguardante il territoriodi Monte Mario, svolta dagli alunnidella prima classe, sezioni G e H, dell’I-

stituto comprensivo “Via Cassiodoro2/A - Sede Via Camozzi 8” di Prati, perla partecipazione al concorso “Leragioni del cuore”, indetto dal Fondoitaliano per l’Ambiente (F.A.I.).

Al Liceo Gassmanun’iniziativa per laconoscenza del territorioL’idea che i moderni agglomerati periferici cit-tadini siano in buona parte dei dormitori privi dispazi sociali, nelle giovani generazioni si asso-cia a quella secondo cui il territorio nel quale gliagglomerati sussistono sarebbe non soltantoprivo di emergenze storiche, ma addirittura di unvero e proprio “passato storicizzato”. Ciò per-ché, a differenza di quanto si può facilmentepercepire nel centro storico, in periferia dinorma non emergono antiche vestigia o, se esi-stono, non sono conosciute né fruibili. L’idea che proprio dalla conoscenza della pecu-liarità storico-ambientale del territorio si possaoffrire un’importante occasione “didattica” aicittadini di domani ha costituito valida motiva-zione alla formazione di un progetto, denomina-to “Fra le vie Trionfale e Boccea”, che è statoelaborato e sviluppato dall’Associazione

Gli studenti del “Gassman” in visita al complessoS. Maria della Pietà.

“Amici di Monte Mario”. La sua concreta attua-zione si è resa possibile presso il liceo Gassmandi Primavalle. Qui l’accoglimento delle finalitàprogettuali, da parte della professoressa Filome-na Collarino, Preside dell’Istituto, e del corpodocente, si è concretato nell’inserimento delprogetto nel piano di offerta formativa dell’Isti-tuto a beneficio di tre seconde classi, ripartite frala sede centrale di via Pietro Maffi e la succur-sale di via Cornelia, a Montespaccato.L’interesse degli studenti è stato evidente per leantiche immagini riguardanti via Boccea, Torre-vecchia e Primavalle (degli anni ‘30-’50), maanche consultando mappe e documenti dei seco-li XVI- XVII secolo, tratti dall’Archivio di Statodi Roma. Grazie a questi strumenti essi hannopotuto “scoprire” che molti dei toponimi ancorain uso nel territorio oggetto d’indagine non stan-no a indicare dei moderni agglomerati edilizi,ma richiamano una storia molto più antica. La storia soprattutto agricola di questo territorio,testimoniata sin dal tempo degli Etruschi e deiRomani, è documentata in modo più dettagliatoa partire dal ‘600, quando assumono grandeimportanza le problematiche relative alle bonifi-che del territorio. Questo scenario muta definiti-vamente negli anni ’10 e’20 del ‘900 con l’im-pianto delle “borgate rurali” come Ottavia, laBorgata Fogaccia (oggi Montespaccato), Casa-

lotti - Pantan Monastero e con la realizzazionedi una nuova viabilità, intorno alla quale è statapoi costruita l’urbanizzazione degli odierniquartieri. Il progetto ha considerato l’aspetto rurale e quel-lo urbano riscontrabile nei vari agglomeratisituati intorno al quartiere di Primavalle, facen-done emergere, proprio dal confronto, gli aspet-ti che riconducono alle antiche “radici” del terri-torio.

Ai tre interventi in aula dedicati alla trattazionedi questi temi, è seguita prima un’escursione alParco del Pineto, quale esempio di antica tenutaagricola, e poi una visita al complesso del S.Maria della Pietà, attuata in chiave storica ebotanica. Hanno condotto il progetto gli esperti dell’Asso-ciazione “Amici di Monte Mario” dott. StefanoPanella e prof. Diego D’Angeli.

Sandra Fiorentini

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L’associazione “Amici di Monte Mario” organizzazione non lucrativa di utilità sociale(ONLUS), costituita il 28 maggio 1969, persegue fini di promozione sociale, civica e cul-turale nei quartieri di Monte Mario. Non legata a partiti politici e aconfessionale, l’Asso-ciazione dipende esclusivamente dai propri soci, nello spirito di solidarietà verso tutti gliabitanti del territorio. Per aderirvi va presentata domanda su apposito modulo. La misuradella quota d’iscrizione è libera. La quota associativa annuale è di € 30,00 per i soci ordi-nari; € 90,00 per i sostenitori; € 10,00 per i familiari e gli studenti. Versamenti nel contocorrente postale n. 40706004, intestato all’Associazione Amici di Monte Mario. La segre-teria resta chiusa al pubblico nel periodo estivo. Per informazioni telefonare alnumero 06 35503317 con segreteria automatica funzionante 24 ore su 24.e-mail: [email protected]

Lingua inglese. Lezioni per princi-pianti (giovedì dalle ore 17.30 alle19.00). Conversazione a livellomedio (martedì dalle ore 17.30 alle19.00). Conversazione a livello avan-zato (mercoledì dalle 17.30 alle19.00), tenuti dal dott. Conor Rowan.Prenotazione obbligatoria.

Letteratura inglese. Dalle origini ainostri giorni. Docente: prof.ssa Eli-sabetta Perotti.

Lingua francese. Anche conversa-zione. Docente: prof.ssa Maria Tere-sa Livadiotti (di madrelingua france-se).

Training autogeno. Un corso diTraining Autogeno (tecnica diapprendimento graduale di eserciziper realizzare l’equilibrio neurove-getativo e la calma), impartito dallapsicoterapeuta Lucia Guerrieri, 12sedute, il lunedì alle ore 17.00.

Lingua e letteratura russa. Corsiper adulti e ragazzi. Docente:prof.ssa Annalisa Alleva.

Archeologia paleocristiana e Sto-ria dell’arte e delle tecniche artisti-

che. Un corso integrato. Le tecnicheartistiche comprendono: Pittura sutavola, su tela, su carta, su vetro,affresco e mosaico. Il corso saràtenuto dalla dott.ssa Emanuela Mari-no, storica dell’arte.

Storia dell’Arte. La dott.ssa Ema-nuela Marino terrà un corso sultema: “Il mosaico in età romana e nelperiodo paleocristiano e medievale”e un altro corso sul tema: “L’affresconel mondo antico”.

Corso di storia. La prof.ssa MariaAttilia Fabbri dall’Oglio inizierà uncorso sul tema “Lorenzo il Magnifi-co e il suo tempo”, in dieci lezioni.

Altri corsi. Sono in corso di defini-zione altri corsi, in diversi campi didiscipline: Letteratura italiana,Storia delle religioni, Storia delteatro (tutti e tre a cura della prof.ssaMimma Fabbrini), Lingua araba,tedesca e spagnola, Psicologia,Grafologia, Storia della musica.L’annuncio di tali corsi sarà tempe-stivamente pubblicato sulla rivistamensile “Monte Mario” e sul sitoweb www.montemario.org.

Libera Università di Monte Mario LUMMI corsi si tengono presso l’Istituto Comprensivo “Dionigi Chiodi”,

via Appiano 15 (piazza Giovenale - bus 990 o FR3 fermata Appiano)

Presentiamo i corsi che saranno tenuti nell’anno accademico 2008-2009 a partire dalprossimo autunno. Per informazioni e prenotazioni, obbligatorie per tutti i corsi,chiamare il numero 06 35453636. In alternativa telefonare al numero 06 35503317.

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A 5 anni dalla scomparsa la fami-glia e tanti amici del quartierericordano il Comm. Prof. CarloPergoli Campanelli, che visse per

più di 50 anni a Monte Mario ed atanti dispensò gratuitamente la suaassistenza di valente clinico e car-diologo.

Ricordo di Carlo Pergoli Campanelli

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