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    Spiegazione della Presentazione di

    Oggetti e Possessori di Oggetti

    come pure di

    Mente e Cognizionedi

    Purbujog

    (Phur-bu-lcog Byams-pa-rgya-mtsho)

    Traduzione dallinglese allitaliano di Lorenzo Rossellocon revisione di Patrizia Garberi (2005)

    e di Leonardo Cirulli (2009)

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    Traduzione in inglese di Elisabeth Napper

    Traduzione in italiano di Lorenzo Rossello e Patrizia Garberi.Revisione di Leonardo Cirulli.

    Istituto Lama Tzong Khapa, Pomaiasettembre 2009

    Tutti i diritti riservati

    Nessuna parte di questo lavoro pu essere riprodotta in alcuna forma o con qualsiasi mezzo,elettronico o meccanico, incluso il fotocopiare, il registrare, o per mezzo di qualsiasi sistema

    di deposito e recupero di informazioni o tecnologia sconosciuta o sviluppata in futuro,senza il permesso scritto dellIstituto Lama Tzong Khapa.

    Testo diviso in: Introduzione, Prima Parte: Oggetti,e Seconda Parte: Possessori di Oggetti; linee guida, struttura

    e dibattiti evidenziati con un bordo di contorno da Joan Nicellper il Basic Program allIstituto Lama Tzong Khapa, Pomaia, Italia,

    settembre 2005,

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    Introduzione

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    Riguardo a quanto detto, qualcuno potrebbe affermare: Ne consegue che lassenza di un sdella persona conosciuta direttamente da un cognitore inferenziale perch conosciutaesplicitamente da un cognitore inferenziale.

    [A ci noi rispondiamo:] Non c la pervasione.Se qualcun altro sostiene che la ragione non stabilita: Ne consegue che il soggetto

    [lassenza di un s della persona] [conosciuta esplicitamente da un cognitore inferenziale]perch loggetto di comprensione esplicito di un cognitore inferenziale.Se qualcuno sostiene che la ragione non stabilita: Ne consegue che il soggetto [lassenza

    di un s della persona] [loggetto di comprensione esplicito di un cognitore inferenziale]perch una base stabilita.

    Riguardo a quanto detto, qualcuno potrebbe dire: Ne consegue che, rispetto al soggetto,lassenza di un s della persona, la sua percezione diretta non esiste, perch la sua percezionediretta in un modo manifesto non esiste; questo cos perch una negazione nonaffermativa. Tu hai asserito la ragione.

    [A ci noi rispondiamo]: Non c la pervasione, perch una coscienza onnisciente

    percepisce direttamente lassenza di un s della persona. cos perch essa [una coscienzaonnisciente] percepisce direttamente tutti i fenomeni.

    Inoltre, qualcuno potrebbe dire: Ne consegue che lassenza di un s della persona percepitain un modo manifesto da una coscienza onnisciente, perch lassenza di un s della persona percepita direttamente da una coscienza onnisciente; questo cos perch una coscienzaonnisciente percepisce direttamente lassenza di un s delle persone

    [Noi rispondiamo:] Non c la pervasione.

    Qualcuno potrebbe dire: Tutto ci che un oggetto, necessariamente un oggetto inclusonella duplice divisione: oggetti e possessori di oggetti.

    A costui noi rispondiamo: [Per assurdo] ne consegue che il soggetto, una coscienzaonnisciente [un oggetto incluso nella duplice divisione di oggetti e possessori doggetti]perch [un oggetto]. La ragione semplice.

    Se egli accetta [la conseguenza]: Ne consegue che il soggetto, una coscienza onnisciente,non un oggetto incluso nella duplice divisione di oggetti e possessori doggetti, perch unpossessore doggetto incluso nella duplice divisione di oggetti e possessori doggetti.

    Se egli sostiene che la ragione non stabilita: Ne consegue che il soggetto, una coscienzaonnisciente [un possessore doggetto incluso nella duplice divisione: oggetti e possessoridoggetti] perch un cognitore valido.

    Inoltre, [noi gli rispondiamo:] [Per assurdo] ne consegue che tutto ci che un possessore

    doggetto necessariamente un possessore doggetto incluso nella duplice divisione di oggettie possessori doggetti, perch tutto ci che un oggetto necessariamente un oggetto inclusonella duplice divisione di oggetti e possessori doggetti. La ragione stata accettataesplicitamente.

    Se egli accetta [la prima pervasione secondo cui : tutto ci che un possessore doggetto necessariamente un possessore doggetto incluso nella duplice divisione di oggetti epossessori doggetti], [per assurdo] ne consegue che il soggetto, un suono espressivo [unpossessore doggetto incluso nella duplice divisione: oggetti e possessori doggetti] perch [un possessore doggetto].

    Se egli sostiene che la ragione non stabilita: Ne consegue che il soggetto, un suonoespressivo un possessore doggetto perch il suo oggetto esiste.

    Inoltre: Ne consegue che un suono espressivo un possessore doggetto, perch un suonoespressivo un oggetto delludito che impegna il suo oggetto in un modo parziale.

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    Introduzione

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    1) un esistente incluso nella duplice divisione [di percepiti e percipienti], e 2) tutto ci che esistente, necessariamente percepito.

    La pervasione parallela.Tuttavia, non si pu accettare la pervasione, perch [un autocognitore,] un percipiente

    incluso in quella duplice divisione. Questo cos perch un autocognitore.

    Riguardo a quanto detto, qualcuno potrebbe dire: Ne consegue che il soggetto, unautocognitore, non ci che idoneo ad essere un oggetto di una mente inclusa nella duplicedivisione di menti e ci che idoneo ad essere un oggetto di una mente, perch tu haiaccettato lasserzione. Tu non puoi accettare questo, perch esso [un autocognitore,] unoggetto della cognizione incluso nella duplice divisione di menti e oggetti della cognizione.Ne consegue [che esso un oggetto di una mente inclusa nella duplice divisione di menti eoggetti della cognizione] perch un esistente incluso nella duplice divisione di menti edesistenti.

    [A costui noi rispondiamo:] Non c la pervasione, perch essa una mente inclusa nelladuplice divisione [di menti ed esistenti].

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    Introduzione

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    Prima Parte: Oggetti

    Nel nostro sistema, riguardo al primo dei due: oggetti e possessori doggetto, la definizione dioggetto :

    ci che conosciuto da una mente.

    Quando gli oggetti sono divisi essi sono:1. oggetti apparenti,

    2. oggetti determinati e

    3. oggetti di impegno.

    Loggetto apparente di una mente particolare e loggetto percepito da quella mente sono sinonimi.

    Tutto ci che una base stabilita necessariamente un oggetto apparente. Questo cos perch tuttoci che una cosa necessariamente loggetto apparente di un cognitore diretto, e tutto ci che permanente necessariamente loggetto apparente di una coscienza concettuale.

    La prima ragione stabilita perch loggetto apparente di un cognitore diretto, loggettopercepito [da un cognitore diretto] e cosa, sono sinonimi. Inoltre, ne consegue che tutto ci che cosa, deve essere loggetto apparente di un cognitore diretto, perch tutto ci che cosa deveessere ci che percepito in un modo manifesto da un cognitore diretto.

    La seconda ragione basilare [vale a dire, tutto ci che permanente necessariamente loggettoapparente di una coscienza concettuale] stabilita, perch loggetto apparente di una coscienzaconcettuale, loggetto percepito [da una coscienza concettuale] e fenomeno permanente, sono

    sinonimi.

    Anche loggetto di impegno di un cognitore diretto e loggetto del modo di percezione di uncognitore diretto sono sinonimi. Loggetto determinato del pensiero, loggetto di impegno [delpensiero] e oggetto del modo di percezione del pensiero sono sinonimi.

    Tutto ci che base stabilita necessariamente loggetto del modo di percezione di entrambi: unacoscienza concettuale e una coscienza non concettuale.

    Tutto ci che loggetto del modo di percezione di una coscienza del pensiero che lo percepiscenon necessariamente un oggetto del modo di percezione del pensiero.

    Questo cos perch le corna di un coniglio non sono un oggetto del modo di percezione delpensiero.Ci ne consegue perch [le corna di un coniglio] non sono un oggetto del pensiero.Questo cos perch [le corna di un coniglio] non sono loggetto di una mente, in quanto [le

    corna di un coniglio] non sono ci che idoneo ad essere un oggetto di una mente.Ne consegue che il soggetto [le corna di un coniglio] loggetto del modo di percezione di una

    coscienza del pensiero che lo percepisce perch sono prive di un s.

    In relazione a quanto detto, qualcuno potrebbe dire: Ne consegue che il soggetto, un vaso, loggetto del modo di percezione di una coscienza del pensiero che lo percepisce, perch privo di un s. Tu hai asserito la pervasione. Tuttavia, non puoi accettare la conseguenzaperch [un vaso] loggetto apparente della coscienza del pensiero che lo percepisce. Questoperch [un vaso] appare a quel [pensiero che percepisce il vaso].

    [A ci noi rispondiamo:] non c la pervasione.

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    Prima Parte:Oggetti

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    Se qualcuno dice che la ragione non stabilita: Ne consegue che, rispetto al soggetto, [unvaso], quello appare al pensiero che lo percepisce perch privo di un s.

    Qualcuno potrebbe dire: Ne consegue che il soggetto, lassenza di un s della persona, unacosa perch loggetto apparente di un cognitore diretto. Questo perch [lassenza di un s

    della persona] loggetto apparente di un cognitore diretto yogico che percepisce lassenza diun s della persona. cos, perch [lassenza di un s della persona] appare chiaramente aquello [il cognitore diretto yogico che percepisce lassenza di un s della persona]. Questo neconsegue perch, grazie allessersi impegnati a coltivare continuamente un cognitoreinferenziale che comprende lassenza di un s della persona, si verifica lottenimento di unachiara apparenza rispetto alloggetto di familiarizzazione.

    [A costui noi rispondiamo:] Non c la pervasione, perch quella [coscienza], per mezzodella continua familiarit con ci, ottiene una chiara apparenza rispetto ai fattori dicomposizione che sono vuoti di un s della persona. Questo cos perch un tale cognitorediretto yogico vede esplicitamente che i fattori di composizione sono vuoti di un s dellapersona, e implicitamente vede lassenza di un s della persona.

    Qualcuno potrebbe dire: Ne consegue che il soggetto, un suono, permanente oppure nonesistente, perch : o loggetto apparente oppure loggetto determinato di una coscienzaconcettuale che percepisce il suono come permanente; ne consegue [che esso loggettoapparente oppure loggetto determinato di una coscienza concettuale che percepisce il suonocome permanente] perch loggetto [di tale coscienza].

    [A costui noi rispondiamo:] Non c la pervasione.La ragione [vale a dire, che un suono loggetto di tale coscienza] stabilita perch [un

    suono] loggetto di osservazione di [tale coscienza].

    Se qualcuno afferma che la definizione di oggetto apparente : ci che conosciutotramite lessere apparso, [noi gli rispondiamo:] [Per assurdo] ne consegue che la definizionedi oggetto apparente di una certa mente ci che deve essere conosciuto tramite lessereapparso a quella mente, perch la definizione di oggetto apparente ci che conosciutotramite lessere apparso. Tu hai accettato esplicitamente la ragione.

    Se la conseguenza [che la definizione di oggetto apparente di una certa mente ci chedeve essere conosciuto tramite lessere apparso a quella mente] accettata, [per assurdo] neconsegue che il soggetto, la generalit di significato del suono permanente, ci che conosciuto tramite lessere apparso a una coscienza concettuale che percepisce il suono comepermanente, perch loggetto apparente di una coscienza concettuale che percepisce il suonocome permanente.

    Se egli sostiene che la ragione non stabilita: Ne consegue che, rispetto al soggetto, unsuono permanente, la sua generalit di significato loggetto apparente della coscienzaconcettuale che lo percepisce perch privo di un s.

    Se la conseguenza precedente [che la generalit di significato del suono permanente ciche conosciuto tramite lessere apparso a una coscienza concettuale che percepisce il suonocome permanente] accettata, [per assurdo] ne consegue che il soggetto, la generalit disignificato di un suono permanente, ci che deve essere conosciuto da una coscienzaconcettuale che percepisce il suono come permanente, perch ci che conosciuto tramitelessere apparso a [tale coscienza concettuale].

    Se questa conseguenza accettata: [Per assurdo] ne consegue che, il soggetto [lageneralit di significato di un suono permanente] ci che compreso [da una tale coscienza

    concettuale].Se questa conseguenza accettata: [Per assurdo] ne consegue che in ci esiste lacomprensione di una coscienza concettuale che percepisce il suono come permanente.

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    Seconda Parte: Possessori di Oggetti

    Per quanto riguarda i secondi, i possessori di oggetti, vi sono due punti: 1. definizione e 2. divisioni.

    1. Definizione

    Primo, la definizione di qualcosa che un possessore doggetto :

    una cosa che possiede il suo rispettivo oggetto.

    2. Divisioni

    Secondo, quando i possessori di oggetti sono classificati, sono tre:1. persone,

    2. menti e

    3. suoni espressivi.

    I. PersoneLa definizione di qualcosa che una persona :

    un essere designato sulla base di uno dei suoi cinque aggregati.

    S, io, persona ed essere, sono sinonimi.

    Un esempio un essere che possiede una base di uno dei tre reami.

    II. MentiRiguardo alle seconde, le menti, vi sono due punti: 1. definizioni e 2. classificazione.

    1. Definizioni

    Primo, la definizione di una mente :

    un cognitore.

    La definizione di una coscienza :

    ci che chiaro e che conosce.

    Mente (blo), cognitore (rig pa) e coscienza (shes pa) sono sinonimi.

    2. Classificazione

    Secondo, quando le menti sono classificate sono due:

    1. cognitori validi e

    2. menti non valide.

    1. Cognitori validi

    Rispetto al primo di questi [ossia i cognitori validi], qualcuno potrebbe affermare che ladefinizione di un cognitore valido : un cognitore incontrovertibile.

    [A questa persona noi rispondiamo]: [Per assurdo] ne consegue che il soggetto, uncognitore susseguente, un cognitore valido perch un cognitore incontrovertibile.

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    Secondo il nostro sistema, lerrore [che qualcuno potrebbe dire]: [Per assurdo] neconsegue che il soggetto, un vaso, la definizione [un conoscitore iniziale eincontrovertibile, che libero da concettualit e non erroneo] perch quel definiendum[perch un percipiente diretto un cognitore valido]. La ragione e il chiarimento [vale a dire,il predicato] sono semplici.

    Se qualcuno afferma che la definizione di cognitore valido diretto un cognitore che libero da concettualit, [per assurdo] ne consegue che il soggetto, [una coscienza sensorialeche percepisce montagne innevate come blu] un cognitore diretto valido perch uncognitore libero da concettualit.

    Se qualcuno sostiene che la ragione non stabilita: Ne consegue che quel soggetto [unacoscienza sensoriale che percepisce una montagna innevata come blu] [un cognitore che libero da concettualit] perch una coscienza non concettuale. Questo perch unacoscienza sensoriale.

    Se si accetta la conseguenza essenziale [che una coscienza sensoriale che percepisce unamontagna innevata come blu un cognitore diretto valido], ne consegue che quel soggetto

    [una coscienza sensoriale che percepisce montagne innevate come blu] non un cognitorediretto valido perch non una coscienza non erronea. Questo perch una coscienzaerronea.

    Se qualcuno sostiene che la ragione non stabilita: Ne consegue che quel soggetto [unacoscienza sensoriale che percepisce montagne innevate come blu] [una coscienza erronea]perch una coscienza errata.

    Nel nostro sistema, la definizione di cognitore valido :

    un cognitore iniziale incontrovertibile.

    necessario esprimere i tre iniziale, incontrovertibile e cognitore come parti delladefinizione di un cognitore valido, perch iniziale (o nuovo, ex novo, il primo istante) esclude chei cognitori susseguenti siano cognitori validi, incontrovertibile esclude che le coscienze chesuppongono correttamente siano cognitori validi, e cognitore esclude che i poteri sensoriali fisicisiano cognitori validi.

    Quando i cognitori validi sono classificati, sono due:1. cognitori validi diretti, e

    2. cognitori validi inferenziali.Le definizioni individuali, le illustrazioni e cos via, saranno spiegate successivamente.

    A. Cognitori diretti

    La definizione di una mente che uncognitore diretto :

    un cognitore che libero da concettualit e non erroneo.

    Quando le menti che sono cognitori diretti vengono classificate sono quattro:

    1. percipiente diretto sensoriale,

    2. percipiente diretto mentale,

    3. percipiente diretto autocognitore, e4. percipiente diretto yogico.

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    1. Percipienti diretti sensoriali

    Riguardo al primo di questi [il percipiente diretto sensoriale], vi sono due parti: 1. definizione e 2.divisioni.

    1. Definizione

    Per prima, la definizione di un percipiente diretto sensoriale : ci che prodotto in dipendenza della propria condizione potenziante specifica, un

    potere sensoriale fisico, e

    un cognitore che libero da concettualit ed non erroneo.

    2. Divisioni

    Secondo, quando [i percipienti diretti sensoriali] vengono divisi sono tre:1. cognitori validi che sono percipienti diretti sensoriali,

    2. cognitori susseguenti che sono percipienti diretti sensoriali, e

    3. percipienti ai quali un oggetto appare ma non accertato che sono percipienti direttisensoriali.

    Il primo , per esempio, il primo momento di un percipiente diretto sensoriale che percepisce unaforma.

    Il secondo , per esempio, il secondo momento di un percipiente diretto sensoriale che percepisceuna forma.

    Il terzo , per esempio, un percipiente diretto sensoriale che percepisce una forma nel continuumdella persona la cui mente particolarmente attratta da un suono piacevole.

    Quando i percipienti diretti sensoriali vengono divisi in un altro modo, sono cinque:

    1. percipienti diretti sensoriali che percepiscono forme,

    2. percipienti diretti sensoriali che percepiscono suoni,

    3. percipienti diretti sensoriali che percepiscono odori,

    4. percipienti diretti sensoriali che percepiscono sapori e

    5. percipienti diretti sensoriali che percepiscono oggetti tangibili.

    La definizione di un percipiente diretto sensoriale che percepisce un forma : ci che generato in dipendenza della propria condizione potenziante specifica, il

    potere sensoriale dellocchio, e della sua condizione delloggetto osservato, unaforma, ed

    un conoscitore libero da concettualit e non erroneo.

    Questo modello va esteso agli altri [percipienti diretti sensoriali].

    Cos, [la definizione di un percipiente diretto sensoriale che percepisce un suono], e cos via, : 1.ci che generato in dipendenza della propria condizione potenziante specifica, il potere sensoriale

    dellorecchio, e della sua condizione delloggetto osservato, un suono, [ed 2. un conoscitore liberoda concettualit e non erroneo].

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    2. Percipienti diretti mentali

    Rispetto al secondo, i percipienti diretti mentali, vi sono due parti: 1. definizione e 2. divisioni.

    1. Definizione

    La prima, la definizione di un percipiente diretto mentale :

    ci che generato in dipendenza di un potere sensoriale mentale, che la sua propriacondizione potenziante specifica, ed

    una coscienza che un cognitore daltro che libera da concettualit ed nonerronea.

    2. Divisioni

    Secondo, quando i percipienti diretti mentali vengono divisi ve ne sono tre:1. cognitori validi che sono percipienti diretti mentali,

    2. cognitori susseguenti che sono percipienti diretti mentali e

    3. percipienti ai quali un oggetto appare ma non viene accertato che sono percipienti direttimentali.

    Il primo [un cognitore valido che un percipiente diretto mentale] , per esempio, il primomomento di una chiaroveggenza che conosce la mente di un altro.

    Il secondo [un cognitore susseguente che un percipiente diretto mentale] , per esempio, ilsecondo momento di una chiaroveggenza che conosce la mente di un altro.

    Il terzo [un percipiente al quale un oggetto appare ma non accertato, che un percipiente direttomentale] , per esempio, un percipiente diretto mentale che percepisce un suono nel continuum diuna persona la cui mente particolarmente attratta da una forma bellissima.

    3. Percipienti diretti autocognitori

    Rispetto al terzo, i percipienti diretti autocognitori, vi sono due parti: 1. definizioni e 2. divisioni.

    1. Definizioni

    Primo, la definizione di un autocognitore :

    ci che ha laspetto di un cognitore.

    La definizione di un percipiente diretto autocognitore :ci che ha laspetto di un cognitore ed libero da concettualit ed non erroneo.

    2. Divisioni

    Secondo, quando [percipienti diretti autocognitori] sono divisi, sono tre:

    1. cognitori validi che sono percipienti diretti autocognitori],

    2. cognitori susseguenti che sono percipienti diretti autocognitori] e

    3. percipienti ai quali un oggetto appare ma non accertato, che sono percipienti direttiautocognitori].

    Il primo [un cognitore valido diretto che un autocognitore] , per esempio, il primo momento diun percipiente diretto autocognitore che sperimenta una coscienza dellocchio.

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    Il secondo [un cognitore diretto susseguente autocognitore], per esempio, il secondo momento diun percipiente diretto autocognitore che sperimenta una coscienza dellocchio.

    Esempi del terzo [un percipiente al quale un oggetto appare ma non accertato, che un percipientediretto autocognitore], sono:

    un percipiente diretto autocognitore nel continuum di un Samkhya che sperimenta labeatitudine come una coscienza,

    un percipiente diretto autocognitore nel continuum di un Vaisheshika che fa esperienzadella beatitudine come una coscienza, e

    e un autocognitore nel continuum di un Nichilista [Charvaka] che percepisce che uncognitore inferenziale un cognitore valido.

    4. Percipienti diretti yogici

    Rispetto al quarto, i percipienti diretti yogici, vi sono due (punti): 1. definizione e 2. divisioni.

    1. Definizione

    Primo, la definizione di un percipiente diretto yogico :

    ci che generato in dipendenza della sua propria condizione potenziante specifica:una stabilizzazione meditativa che ununione di calmo dimorare e visione speciale,ed

    un conoscitore supremo che conosce altro, nel continuum di un superiore (arya),che libero da concettualit e non erroneo.

    2. Divisioni

    Quando [i percipienti diretti yogici] vengono divisi, sono due:1. cognitori validi che sono percipienti diretti yogici,

    2. cognitori susseguenti che sono percipienti diretti yogici.

    Non vi sono percipienti ai quali un oggetto appare senza essere accertato che siano percipientidiretti yogici, perch tutto ci che un percipiente diretto yogico accerta necessariamente il propriooggetto di comprensione. cos, perch il testo di Dharmakirti, Commentario al Compendio sullaCognizione Valida [di Dignaga] dice: Con il solo vedere, colui che ha grande intelligenza accertatutti gli aspetti.

    Bench esistano i cognitori susseguenti che sono percipienti diretti yogici, il secondo momento esuccessivi di una saggezza suprema onnisciente non sono cognitori susseguenti, perch tutto ci che una saggezza suprema onnisciente necessariamente un cognitore valido. cos, perch il testo diGhieltsab Je, Spiegazione del Commentario di Dharmakirti al Compendio sulla CognizioneValida [di Dignaga]: LIlluminazione Non Erronea del Sentiero per la Liberazione, afferma:Non importa quanto mi applichi e pensi a ci, non mi sembra che una saggezza supremaonnisciente non sia pervasa dallessere un cognitore iniziale. [In altre parole, una saggezzasuprema onnisciente necessariamente un cognitore iniziale].

    Inoltre, Kedrub Rinpoce, nel suo Eliminare lOscurit della Mente riguardo ai Trattati sullaCognizione Valida, dice: Se [qualcosa] diventa un cognitore susseguente solamente per il fatto che

    [il suo oggetto] percepito da un cognitore valido precedente, ne dovrebbe conseguire che ilsecondo momento e quelli successivi di un saggezza suprema onnisciente, sono cognitorisusseguenti. Vi sono molte inesattezze come questa che verranno mostrate in seguito.

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    B. Cognitori validi direttiLa definizione di un cognitore valido diretto :

    un cognitore iniziale incontrovertibile che libero da concettualit.

    Quando i cognitori validi diretti vengono divisi sono quattro:1. cognitori validi diretti autocognitori,

    2. cognitori validi diretti sensoriali,

    3. cognitori validi diretti mentali e

    4. cognitori validi diretti yogici.

    1. Cognitori validi diretti autocognitori

    Fra questi, la definizione del primo [un cognitore valido diretto autocognitore] :

    un cognitore iniziale e incontrovertibile, libero da concettualit, che diretto soloallinterno ed soltanto un percipiente.

    2. Cognitori validi diretti sensoriali

    La definizione del secondo [un cognitore valido diretto sensoriale] :

    un cognitore iniziale e incontrovertibile, libero da concettualit, che sorge dipendendoda un potere sensoriale fisico che la sua condizione potenziante specifica.

    Quando [i cognitori validi diretti sensoriali] vengono divisi sono cinque:

    (1-5) cognitori validi diretti che percepiscono le forme e cos via.

    3. Cognitori validi diretti mentali

    La definizione del terzo [un cognitore valido diretto mentale] :

    un cognitore iniziale e incontrovertibile, libero dalla concettualit che sorge dipendendoda un potere sensoriale mentale che la sua condizione potenziante specifica.

    Quando [i cognitori validi diretti mentali sono divisi, ve ne sono sei:1-6. cognitore valido diretto mentale che percepisce le forme e cos via.

    4. Cognitori validi diretti yogici

    La definizione del quarto [un cognitore valido diretto yogico] :un cognitore supremo che un percipiente daltro, nel continuum di un superiore(arya),il quale, dipendendo da una stabilizzazione meditativa che ununione di calmodimorare e visione speciale ed la sua condizione potenziante specifica, vede ex novo edirettamente limpermanenza sottile o lassenza di un s della persona grossolana osottile.

    Quando [i cognitori validi diretti yogici] vengono divisi sono tre:

    1. cognitori validi che percepiscono direttamente limpermanenza sottile,

    2. cognitori validi che percepiscono direttamente lassenza grossolana di un s della persona,

    e3. cognitori validi che percepiscono direttamente lassenza sottile di un s della persona.

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    C. Facsimile di un percipiente diretto

    La spiegazione di facsimile di un percipiente diretto ha due parti: 1. definizione e 2. divisioni.

    1. Definizione

    Primo, la definizione di un facsimile di un percipiente diretto :

    un cognitore che erroneo rispetto al suo oggetto apparente.

    [Facsimile di un percipiente diretto] e coscienza erronea sono sinonimi.

    2. Divisioni

    Secondo, quando [i facsimile di un percipiente diretto] sono classificati, sono sette perch vi sono:1-6. sei facsimile concettuali di un percipiente diretto

    7. un facsimile non concettuale di un percipiente diretto.

    1-6. Facsimile concettuali di un percipiente diretto

    I primi sei [facsimile concettuali di un percipiente diretto] esistono perch vi sono:1. concezioni erronee,

    2. concezioni convenzionali,

    3. concezioni inferenziali,

    4. concezioni sorte da inferenza,

    5. concezioni mnemoniche e

    6. concezioni di desiderio.

    Le illustrazioni sono, rispettivamente: della prima, [una concezione erronea], un pensiero che comprende il suono come

    permanente,

    della seconda, [una concezione convenzionale], un cognitore inferenziale discernente cheil suono impermanente,

    della terza, [una concezione inferenziale], un pensiero che una mente che percepisce unsegno;

    della quarta, [una concezione sorta da inferenza], un pensiero che sorge dopo un cognitoreinferenziale,

    della quinta, [una concezione mnemonica], un pensiero che oggi ricorda un oggetto delpassato, e

    della sesta, [una concezione di desiderio], un pensiero che al presente desidera un oggettodel futuro.

    7. Facsimile non concettuali di un percipiente diretto

    Vi sono molti facsimile non concettuali di un percipiente diretto.

    Tra i due, [facsimile non concettuali di un percipiente diretto]

    1. che sono coscienze mentali e

    2. che sono coscienze sensoriali,unillustrazione del primo stata spiegata prima.

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    Riguardo al secondo, [i facsimile non concettuali di un percipiente diretto che sono coscienzesensoriali], sono quattro:

    1. la cui causa di errore esiste nella base,

    2. la cui causa di errore esiste nellambiente,

    3. la cui causa di errore esiste nelloggetto, e

    4. la cui causa di errore esiste nella condizione immediatamente precedente.

    Il primo [la cui causa di errore esiste nella base] , per esempio, un occhio deteriorato da unamalattia oscurante, per cui una coscienza sensoriale che vede una luna doppia prodotta indipendenza da quello.

    Il secondo [la cui causa di errore esiste nellambiente] , per esempio, quando si sta in una barca (inmovimento), perch una coscienza sensoriale dellocchio che vede gli alberi in movimento

    prodotta in dipendenza da quello.

    Il terzo [la cui causa di errore esiste nelloggetto] , per esempio, un tizzone ardente che roteavelocemente, in quanto una coscienza sensoriale dellocchio che, osservando un tizzone ardente,vede un cerchio, prodotta in dipendenza da quello.

    Il quarto [la cui causa di errore esiste nella condizione immediatamente precedente], peresempio, una mente resa inquieta dallodio, in quanto una coscienza sensoriale che vede la terracome se fosse rossa generata a causa di quello.

    Coscienza errata non concettuale, facsimile non concettuale di un percipiente diretto e coscienza

    che ha una chiara apparenza di un non esistente sono sinonimi.

    D. Cognitori validi inferenziali

    La definizione di un cognitore valido inferenziale :

    un cognitore determinativo iniziale e incontrovertibile, che direttamente prodottodipendendo da un segno corretto che la sua base.

    Quando [i cognitori validi inferenziali] sono divisi, ve ne sono tre:1. cognitori inferenziali per il potere dei fatti,

    2. cognitori inferenziali mediante la rinomanza, e

    3. cognitori inferenziali mediante la credibilit.

    Una illustrazione del primo [un cognitore inferenziale per il potere dei fatti], un cognitoreinferenziale che comprende che il suono impermanente tramite il segno che un prodotto.

    Una illustrazione del secondo [un cognitore inferenziale mediante la rinomanza] un cognitoreinferenziale che comprende che appropriato esprimere il possessore del coniglio col termineluna, per il segno che esiste tra gli oggetti del pensiero.

    Una illustrazione del terzo [un cognitore inferenziale mediante la credibilit], un cognitoreinferenziale che comprende che la scrittura: Dalla generosit, le risorse; dalletica, [una

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    migrazione] felice, incontrovertibile in merito al significato che indica, a causa del segno che una scrittura esente dalle tre contraddizioni.

    Un cognitore inferenziale tramite rinomanza necessariamente un cognitore inferenziale per ilpotere dei fatti. Inoltre, tutto ci che un percipiente diretto non necessariamente un cognitore

    valido diretto, perch il secondo momento di un percipiente diretto sensoriale che percepisce unaforma non un cognitore valido. Ci ne consegue a causa di questo [vale a dire che il secondomomento di un percipiente diretto sensoriale che percepisce una forma] e il secondo momento di uncognitore inferenziale che comprende che il suono impermanente sono cognitori susseguenti.Questo cos, perch Darmottara, nel proprio Il Corretto, dice: I due, il primo momento di unpercipiente diretto e il primo momento di un cognitore inferenziale sono cognitori validi, ma gliistanti successivi nel continuum di costoro, a causa di non essere diversi nello stabilirsi e neldimorare, hanno abbandonato lessere cognitori validi.

    E. Divisioni terminologiche dei cognitori validi

    1. Inferenza tramite se stesso e inferenza tramite altroInoltre, quando [i cognitori validi] vengono divisi da un punto di vista terminologico, ve ne sonodue:

    1. inferenza tramite se stesso, e

    2. inferenza tramite altro.

    Il primo [inferenza tramite se stesso] e cognitore inferenziale sono sinonimi.Il secondo [inferenza tramite altro] e asserzione di prova corretta sono sinonimi.

    Qualcuno potrebbe dire: La definizione di un cognitore inferenziale valido (rjes dpags tshadma), che pu anche essere letto come la definizione di cognitore inferenziale un cognitorevalido] : un conoscitore determinativo che generato dipendendo dallasserzione di unsegno corretto che la sua base, e che iniziale e incontrovertibile rispetto al suo oggetto dicomprensione, un fenomeno nascosto.

    [A quella persona rispondiamo]: [Per assurdo] ne consegue che il soggetto, le corna di unconiglio quella definizione perch quel definiendum.

    Se egli afferma che la ragione non stabilita: Ne consegue che, rispetto al soggetto [lecorna di un coniglio], quel cognitore inferenziale un cognitore valido, perch un cognitoreinferenziale un cognitore inferenziale valido.

    Se egli sostiene che non c la pervasione, la pervasione esiste perch i tre cognitoreinferenziale, cognitore inferenziale valido e inferenza per mezzo di s stesso sono sinonimi.

    2. A complemento, le menti che percepiscono un segno

    A complemento, riguardo alla spiegazione delle menti che percepiscono un segno, vi sono due parti:1. definizione e 2. divisioni.

    1. Definizione

    La definizione di qualcosa che una mente che percepisce un segno nella prova che il suono impermanente per mezzo del segno prodotto :

    esso un cognitore nel continuum di un disputante corretto per il quale provato che

    il suono impermanente per mezzo del segno (che esso ) prodotto quello una basecomune di:

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    essere incontrovertibile rispetto al fatto che il suono un prodotto o che tutto ci che un prodotto necessariamente impermanente, e anche di

    essere la causa di un cognitore inferenziale che comprende che il suono impermanente per mezzo del segno prodotto, e che sorge dipendendo dal suo agirequale condizione causale.

    2. Divisioni

    Quando [le menti che percepiscono un segno] sono divise, ve ne sono due:1. menti che percepiscono un segno nella prova che il suono impermanente per mezzo delsegno: prodotto che comprendono che il suono un prodotto, e

    2. menti che percepiscono un segno [nella prova del suono come impermanente per mezzo delsegno prodotto] che comprendono che tutto ci che un prodotto necessariamenteimpermanente.

    1. La definizione del primo [qualcosa che una mente che percepisce un segno nella prova cheil suono impermanente per mezzo del segno prodotto che comprende che il suono unprodotto] :

    esso un cognitore nel continuum di un disputante corretto per il quale provato cheil suono impermanente per mezzo del segno prodotto che un locus comune di:

    essere incontrovertibile rispetto al fatto che il suono un prodotto, e anche di

    essere la causa di un cognitore inferenziale che comprende che il suono impermanente per mezzo del segnoprodotto, e che sorge dipendendo dal suo agirequale condizione causale.

    2. La definizione del secondo [qualcosa che una mente che percepisce un segno nella provache il suono impermanente per mezzo del segno prodotto la quale comprende che tuttoci che un prodotto necessariamente impermanente] :

    esso un cognitore nel continuum di un disputante corretto per il quale provato cheil suono impermanente per mezzo del segno (che esso ) prodotto che un locuscomune di:

    essere incontrovertibile rispetto al fatto che tutto ci che prodotto necessariamente impermanente, e anche di

    essere la causa di un cognitore inferenziale che comprende che il suono

    impermanente per mezzo del segno prodotto, e che sorge dipendendo dal suo agirequale condizione causale..

    1. Quando il primo [le menti che percepiscono un segno nella prova che il suono impermanenteper mezzo del segno: prodotto che comprendono che il suono un prodotto] diviso, ve ne sonotre:

    (a) percipienti diretti che sono menti che percepiscono un segno nella prova che il suono impermanente per mezzo del segno prodotto che comprendono che il suono un prodotto.

    (b) cognitori inferenziali che sono menti che percepiscono un segno nella prova che il suono impermanente per mezzo del segno prodotto che comprendono che il suono un

    prodotto, e

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    (c) cognitori susseguenti che sono menti che percepiscono un segno nella prova che il suono impermanente per mezzo del segno prodotto che comprendono che il suono unprodotto.

    (a) Tra questi, unillustrazione del primo [un percipiente diretto che una mente che percepisce un

    segno nella prova che il suono impermanente per mezzo del segno prodotto che comprendeche il suono un prodotto] un percipiente diretto che comprende che il suono un prodotto nelcontinuum di un disputante corretto per il quale provato che il suono impermanente per mezzodel segno prodotto.

    (b) Una illustrazione del secondo [un cognitore inferenziale che una mente che percepisce unsegno nella prova che il suono impermanente per mezzo del segno prodotto che comprendeche il suono un prodotto] un cognitore inferenziale che comprende che il suono un prodotto nelcontinuum [di tale persona].

    (c) Una illustrazione del terzo [un cognitore susseguente che una mente che percepisce un segno nella prova che il suono impermanente per mezzo del segno prodotto che comprende che quelsuono un prodotto] il secondo momento, e cos via, di un cognitore inferenziale che comprendeche il suono un prodotto, nel continuum di [tale persona].

    2. Inoltre, rispetto al secondo [menti che percepiscono un segno nella prova del suono comeimpermanente per mezzo del segno prodotto che comprendono che tutto ci che un prodottonecessariamente impermanente], ve ne sono tre:

    (a) percipienti diretti che sono menti che percepiscono un segno nella prova che il suono impermanente per mezzo del segno prodotto che comprendono che tutto ci che unprodotto necessariamente impermanente

    (b) cognitori inferenziali che sono menti che percepiscono un segno nella prova che il suono impermanente per mezzo del segno prodotto che comprendono che tutto ci che unprodotto necessariamente impermanente, e

    (c) cognitori susseguenti che sono menti che percepiscono un segno nella prova che il suono impermanente per mezzo del segno prodotto che comprendono che tutto ci che unprodotto necessariamente impermanente.

    (a) Tra questi, unillustrazione del primo [un percipiente diretto che una mente che percepisce unsegno nella prova che il suono impermanente per mezzo del segno prodotto che comprendeche tutto ci che un prodotto necessariamente impermanente], un percipiente diretto che

    comprende che tutto ci che prodotto necessariamente impermanente nel continuum di uncorretto disputante per il quale provato che il suono impermanente per mezzo del segnoprodotto.

    (b) Una illustrazione del secondo [un cognitore inferenziale che una mente che percepisce unsegno nella prova che il suono impermanente per mezzo del segnoprodotto che comprendeche tutto ci che un prodotto necessariamente impermanente] un cognitore inferenziale checomprende che tutto ci che un prodotto necessariamente impermanente, nel continuum [di talepersona].

    (c) Una illustrazione del terzo [un cognitore susseguente che una mente che percepisce un segno nella prova che il suono impermanente per mezzo del segno prodotto che comprende che tuttoci che un prodotto necessariamente impermanente] il secondo momento e cos via di un

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    cognitore inferenziale che comprende che tutto ci che un prodotto necessariamente impermanente, nel continuum [di tale persona].

    3. Cognitori validi che inducono laccertamento per mezzo di s stessi e cognitori validi il cuiaccertamento indotto da altro

    Quando i cognitori validi sono divisi [in un altro modo], ve ne sono due:1. cognitori validi che inducono laccertamento per mezzo di s stessi, e

    2. cognitori validi il cui accertamento indotto da altro.

    Rispetto ad ognuno di questi vi sono due parti: 1. definizioni e 2. divisioni.

    Qualcuno potrebbe dire che, riguardo al primo tra questi [la definizione di un cognitore validoche induce laccertamento da s], la definizione di qualcosa che un cognitore valido cheinduce laccertamento da s stesso : un conoscitore iniziale e incontrovertibile che, da s,

    accerta se stesso come un cognitore valido.[A questo noi rispondiamo]: [Per assurdo] ne consegue che tutto ci che un cognitorevalido che induce laccertamento da s, deve per mezzo di se stesso accertare se stesso, (rangnyid tshad ma yin pa rang nyid nges pa), come essere un cognitore valido, perch quella tesi[la definizione precedente] corretta.

    Se egli accetta la conseguenza: [Per assurdo], ne consegue che tutto ci che [uncognitore valido che induce laccertamento da se stesso] necessariamente accerta se stesso permezzo di se stesso (khyod kyis khyod nges pa), perch [la conseguenza precedente] era stataaccettata.

    Se egli accetta questa conseguenza: [Per assurdo] ne consegue che tutto ci che [uncognitore valido che induce laccertamento da se stesso] necessariamente conosce se stesso,

    da se stesso, perch [la conseguenza precedente] era stata accettata;Se egli accetta questa conseguenza: [Per assurdo] ne consegue che il soggetto, un

    percipiente diretto sensoriale che percepisce una forma, [conosce se stesso per mezzo di sestesso] perch [un cognitore valido che induce laccertamento per mezzo di se stesso]. Lapervasione era stata accettata.

    Se egli accetta la conseguenza, [noi gli rispondiamo]: Riguardo al soggetto, un percipientediretto sensoriale che percepisce una forma, ne consegue che esso non ha cognizione di unpercipiente diretto sensoriale che percepisce una forma, perch tra i due, un percipiente direttosensoriale che percepisce una forma e una forma, esso percepisce solo la forma. Questoavviene perch tra i due, [un percipiente diretto sensoriale che percepisce una forma e unaforma] esso [vale a dire, un percipiente diretto sensoriale che percepisce una forma] definitocome un possessore doggetto soltanto di una forma.

    Qualcun altro potrebbe dire: Qualunque cosa sia un cognitore valido che inducelaccertamento per mezzo di se stesso, necessariamente accertato come un cognitore validoda un percipiente diretto autocognitore che lo sperimenta.

    [Noi rispondiamo]: [Per assurdo] ne consegue che il soggetto, un percipiente direttosensoriale che percepisce il blu, [accertato come un cognitore valido dal percipiente direttoautocognitore che lo sperimenta] perch [ un cognitore valido che induce laccertamento permezzo di se stesso]. La pervasione stata accettata.

    La ragione [che un percipiente diretto sensoriale che percepisce il blu un cognitore valido

    che induce laccertamento da se stesso stabilita perch: 1) [un percipiente diretto sensorialeche percepisce il blu] un cognitore valido che induce laccertamento per mezzo di se stesso,oppure un cognitore valido il cui accertamento indotto da altro, e 2) non il secondo. Laprima ragione stabilita perch [un percipiente diretto sensoriale che percepisce il blu] un

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    esso un cognitore valido;

    esso in grado di indurre laccertamento tramite il proprio potere rispetto al suostesso non sorgere, se la natura del suo oggetto di comprensione non dimora conloggetto.

    La definizione di un cognitore valido il cui accertamento indotto da altro :

    esso un cognitore valido;

    laccertamento deve essere indotto tramite il potere di un altro [cognitore valido] rispetto alsuo stesso non sorgere, se la natura del suo oggetto di comprensione non dimora conloggetto.

    corretto asserirli in tal modo.

    Rispetto al secondo, la spiegazione delle divisioni, qualcuno potrebbe sostenere che tra i due,

    cognitori validi che inducono laccertamento per mezzo di se stessi e cognitori validi il cuiaccertamento indotto da altro, esistono sia i cognitori validi diretti che i cognitori validiinferenziali.

    [Noi rispondiamo che] ci inesatto perch, sebbene esistano entrambi [cio, cognitorivalidi diretti e inferenziali] tra i cognitori validi che inducono laccertamento per mezzo di sestessi, tutto ci che un cognitore valido quando laccertamento indotto da altro, deveessere un cognitore diretto valido.

    Inoltre, ci inesatto perch, sebbene esistano entrambi [vale a dire, cognitori validi cheinducono laccertamento per mezzo di se stessi e quando indotto da altro] tra i cognitoridiretti validi, qualunque cosa sia un cognitore inferenziale deve essere un cognitore valido cheinduce laccertamento per mezzo di se stesso.

    Qualcuno potrebbe affermare: Non corretto sostenere che un percipiente diretto sensorialeche percepisce un colore rossastro in lontananza, che in realt il colore del fuoco, e rispettoal quale una coscienza concettuale si sta domandando se sia o no il colore del fuoco, uncognitore valido il cui accertamento indotto da altro; cos perch non c una evenienza incui una coscienza concettuale si sta domandando se, qualcosa che in realt il colore delfuoco, sia il colore del fuoco oppure no. Ci ne consegue, perch non esiste una coscienzaconcettuale che si sta domandando se qualcosa il colore del fuoco. Questo cos perch,qualunque cosa sia il colore del fuoco necessariamente percepito come il colore del fuoco dauna coscienza concettuale.

    2. Divisioni

    1. Nel nostro sistema, quando i cognitori validi che inducono laccertamento per mezzo di se stessisono classificati, ve ne sono cinque:

    1. cognitori validi diretti sensoriali, ai quali appare la capacit di svolgere una funzione,

    2. cognitori validi diretti sensoriali che hanno un oggetto familiare,

    3. cognitori validi diretti autocognitori,

    4. cognitori validi diretti yogici, e

    5. cognitori validi inferenziali.

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    Qualunque cosa sia uno di questi cinque, necessariamente un cognitore valido che inducelaccertamento per mezzo di se stesso.

    Le illustrazioni sono le seguenti:

    il primo [un cognitore valido diretto sensoriale, al quale appare la capacit di svolgere una

    funzione] , per esempio, un percipiente diretto sensoriale che percepisce il fuoco comeidoneo a svolgere la funzione di cuocere e bruciare;

    il secondo [un cognitore valido diretto sensoriale che ha un oggetto familiare] , peresempio, un percipiente diretto sensoriale nel continuum di un figlio che percepisce laforma di suo padre;

    il terzo [un cognitore valido diretto autocognitore] , per esempio, un percipiente direttoautocognitore che percepisce una coscienza dellocchio;

    il quarto [un cognitore valido diretto yogico] , per esempio, una coscienza onnisciente che una coscienza mentale conoscitrice daltro;

    il quinto [un cognitore valido inferenziale] , per esempio, una coscienza inferenziale checomprende il suono come impermanente.

    2. Quando i cognitori validi il cui accertamento indotto da altro sono divisi dal punto di vistaterminologico, ve ne sono tre:

    1. percipienti diretti iniziali,

    2. percipienti diretti disattenti, e

    3. percipienti diretti che hanno una causa di errore.

    Le illustrazioni sono le seguenti: il primo [un percipiente diretto iniziale] , per esempio, un percipiente diretto sensoriale

    nel continuum di una persona che non ha mai visto un fiore di utpala in precedenza, ilquale percepisce il colore di un utpala.

    il secondo [un percipiente diretto disattento] , per esempio, un percipiente direttosensoriale nel continuum di una persona la cui mente particolarmente attratta da unabella forma, mentre percepisce un suono;

    il terzo [un percipiente diretto che ha una causa di errore] , per esempio, un percipientediretto sensoriale che percepisce il colore di un miraggio il quale genera direttamente unasovrimposizione che vede il miraggio come acqua.

    Quando [i cognitori validi il cui accertamento indotto da altro] vengono classificati in sensoterminologico [in un altro modo], ve ne sono tre:

    1. cognitori validi il cui accertamento dellapparenza indotto per mezzo di se stessi, ma dellaveridicit per mezzo di un altro,

    2. cognitori validi il cui accertamento della generalit indotto per mezzo di se stessi, madella particolarit per mezzo di un altro, e

    3. cognitori validi il cui accertamento anche della mera apparenza indotto da altro.

    Il primo , per esempio, un percipiente diretto sensoriale che percepisce un colore rossastro inlontananza, il quale in realt il colore del fuoco, e riguardo al quale c il dubbio che si domanda: il colore del fuoco oppure no?

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    Il secondo , per esempio, un percipiente diretto sensoriale che percepisce un albero con foglie erami, che in realt un albero Ashoka, e rispetto al quale c il dubbio che si domanda: un alberoAshoka oppure no?

    Il terzo , per esempio, un percipiente diretto sensoriale che percepisce il blu, che induce unacoscienza dubbiosa che pensa: Ho visto il blu oppure no?

    Vi una differenza tra questi [cognitori validi il cui accertamento indotto da altro], per il fatto diessere effettivi o designati; essendo il primo ed il secondo effettivi [cognitori validi il cuiaccertamento indotto da altro], mentre lultimo, [un cognitore valido il cui accertamento anchedella sola mera apparenza indotto da altro] designato.

    Inoltre, tra questi, il primo [un cognitore valido il cui accertamento dellapparenza indotto da sestesso, ma la veridicit per mezzo di un altro] sia ci che induce laccertamento per mezzo di sestesso, sia un cognitore valido che induce laccertamento per mezzo di se stesso rispetto a un colore

    rossastro visto in lontananza, il quale in realt il colore del fuoco, ma rispetto al quale c ildubbio che si domanda: Quello il colore del fuoco oppure no?

    Inoltre esso sia quello il cui accertamento indotto per mezzo di un altro, sia un cognitorevalido il cui accertamento indotto per mezzo di altro, rispetto al fatto che tale colore rossastro siail colore del fuoco. Tuttavia, esso non un cognitore valido rispetto a ci [il colore rossastro inquanto colore del fuoco].

    In breve, tutto ci che un cognitore valido il cui accertamento indotto per mezzo di un altro, necessariamente un cognitore valido. Tuttavia, tutto ci che un cognitore valido il cuiaccertamento indotto per mezzo di altro rispetto a un fenomeno particolare, non necessariamenteun cognitore valido rispetto a quel fenomeno. Questo perch, se un cognitore valido rispetto a unparticolare fenomeno, necessariamente un cognitore valido che induce laccertamento per mezzodi se stesso rispetto a quel fenomeno.

    4. Cognitori validi che sono persone, parole e coscienze

    Quando i cognitori validi sono divisi dal punto di vista terminologico [in un altro modo], ve ne sonotre:

    1. cognitori validi che sono persone,

    2. cognitori validi che sono parole, e

    3. cognitori validi che sono coscienze.

    Il primo, [un cognitore valido che una persona] , per esempio, il Maestro Buddha.

    Il secondo [un cognitore valido che parola] , per esempio, la ruota della dottrina delle quattroNobili Verit.

    Il terzo [un cognitore valido che una coscienza] , per esempio, un percipiente diretto o uncognitore inferenziale.

    F. Enumerazione definita dei cognitori validi

    Riguardo alla enumerazione definita, i cognitori validi sono classificati in due:1. cognitori validi diretti, e

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    2. cognitori validi inferenziali.

    Che non ne siano necessari pi di questi, mentre non sarebbero esaurienti se fossero di meno, ilsignificato dellenumerazione dei cognitori validi che limitata a due, poich i cognitori validi silimitano a questi due.

    Se qualcuno afferma che la ragione non stabilita: Ne consegue quello [vale a dire, chelenumerazione dei cognitori validi limitata ai due] perch lenumerazione degli oggetti dicomprensione limitata ai due: fenomeni specificatamente caratterizzati e generalmentecaratterizzati.

    Rispetto alle differenze nellentit sostanziale, i percipienti diretti e i cognitori inferenziali sono unaentit sostanziale perch il percipiente diretto una entit sostanziale con il cognitore inferenziale.

    Se qualcuno sostiene che la ragione non stabilita: Ne consegue che il soggetto, un

    percipiente diretto, una entit sostanziale con un cognitore inferenziale, perch una entitsostanziale con un autocognitore percipiente diretto che sperimenta un cognitoreinferenziale.

    Se egli sostiene che non c la pervasione: Riguardo al soggetto, un cognitoreinferenziale, ne consegue che tutto ci che una entit sostanziale con un percipiente direttoautocognitore che lo sperimenta, deve essere una entit sostanziale con esso, perch i due,quello stesso e il percipiente diretto autocognitore che lo sperimenta, sono una entitsostanziale nello stabilirsi e nel dimorare in termini di oggetto, tempo e natura. Questo perchesso una coscienza.

    Se dice che la ragione precedente [che un percipiente diretto una entit sostanziale con unpercipiente diretto autocognitore che sperimenta un cognitore inferenziale] non stabilita, ne

    consegue rispetto al soggetto, un percipiente diretto, che esso unentit sostanziale con unpercipiente diretto autocognitore che sperimenta un cognitore inferenziale perch: 1) esso una cosa, e 2) un percipiente diretto autocognitore che sperimenta un cognitore inferenziale una particolarit di esso.

    In base a tale ragionamento, [tutti i seguenti] sono stabiliti essere unentit sostanziale:

    i due, la coscienza concettuale e la coscienza non concettuale;

    i due, la coscienza erronea e la coscienza non erronea;

    i due, la coscienza sensoriale e la coscienza mentale;

    i due, la mente e i fattori mentali, e i due, il cognitore valido e il cognitore non valido.

    Qualcuno potrebbe dire che la definizione di coscienza non concettuale : ci che liberodallentit sostanziale della concettualit.

    [A questa persona noi rispondiamo]: [Per assurdo] ne consegue che il soggetto, unpercipiente diretto autocognitore che sperimenta una coscienza concettuale, libero dallentitsostanziale della concettualit perch libero dalla concettualit. [Questo cos] perch unpercipiente diretto.

    Se egli accetta la conseguenza essenziale [che un percipiente diretto autocognitore che

    sperimenta una coscienza concettuale libero dallentit sostanziale della concettualit], neconsegue che quel soggetto [un percipiente diretto autocognitore che sperimenta unacoscienza concettuale] non libero dallentit sostanziale della concettualit perch una

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    entit sostanziale nello stabilirsi e nel sussistere con una coscienza concettuale in termini dioggetto, tempo e natura.

    Se egli sostiene che la ragione non stabilita: Riguardo al soggetto, una coscienzaconcettuale, ne consegue che quel percipiente diretto autocognitore che la percepisce unentit sostanziale nello stabilirsi e nel sussistere con essa in termini di oggetto, tempo e

    natura, perch esso una coscienza.

    Riguardo a quanto detto, qualcuno potrebbe dire: Ne consegue che un tale percipiente direttonon lentit sostanziale della concettualit, perch lentit sostanziale di una coscienza nonconcettuale.

    [A ci rispondiamo:] Non c la pervasione.Se qualcuno sostiene che la ragione non stabilita: Ne consegue che [un tale percipiente

    diretto lentit sostanziale di una coscienza non concettuale] perch una particolarit diuna coscienza non concettuale.

    Per cui, la definizione di libero da concettualit :

    libero dallessere un cognitore determinativo che percepisce una [generalit] di suono euna [generalit] di significato come idonee ad essere combinate fra loro.

    Riguardo a quanto detto, qualcuno potrebbe dire: Ne consegue che tutto ci che unpercipiente diretto necessariamente un cognitore non erroneo che libero dallaconcettualit, perch la definizione di coscienza che percepisce direttamente un cognitorenon erroneo che libero dalla concettualit.

    Poich accettiamo questa asserzione, qualcuno potrebbe dire: Ne consegue che ilsoggetto, una coscienza sensoriale che vede una luna singola come doppia, un conoscitorenon erroneo perch una coscienza che sta percependo direttamente.

    Se qualcuno dice che la ragione non stabilita: Ne consegue che il soggetto [unacoscienza sensoriale che vede una luna singola come doppia] ci [vale a dire, una coscienzache percepisce direttamente] perch un facsimile di un percipiente diretto.

    [A costui rispondiamo:] non c la pervasione.Se qualcuno sostiene che la ragione non stabilita: Ne consegue che quel soggetto [una

    coscienza sensoriale che vede una singola luna come doppia] ci [vale a dire, un facsimile diun percipiente diretto] perch una coscienza che ha una chiara apparenza di un nonesistente. cos perch una coscienza errata non concettuale.

    Riguardo a quanto detto, qualcuno potrebbe affermare: Ne consegue che il soggetto, unacoscienza sensoriale non esistente che vede una singola luna come doppia una coscienza,

    perch una coscienza che ha una chiara apparenza.A questa persona [ribattiamo]: Ne consegue che il soggetto, un vaso precedentemente non

    esistente, una cosa perch esso generato ex novo.Se costui sostiene che abbiamo formulato una risposta in cui la base del dibattito

    infondata, essa simile alla precedente [il soggetto che lui ha asserito].Se egli sostiene che la ragione [vale a dire, che un vaso precedentemente non esistente

    generato ex novo] non stabilita: Riguardo al soggetto, un vaso, ne consegue che quello lanuova generazione di ci che prima era non esistente, perch generata ex novo. cosperch una cosa.

    Qualcuno potrebbe dire: Riguardo al soggetto, una coscienza sensoriale che vede una singolaluna come doppia, ne consegue che un non esistente le appare, perch una coscienza che hauna chiara apparenza di un non esistente.

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    A. Cognitori susseguenti

    Riguardo al primo, la definizione di un cognitore susseguente :

    un cognitore che percepisce ci che gi stato percepito.

    Quando i cognitori susseguenti sono divisi, ve ne sono tre:1. cognitori susseguenti che percepiscono direttamente,

    2. cognitori susseguenti concettuali e

    3. cognitori susseguenti che sono n luno n laltro.

    1. Cognitori susseguenti che percepiscono direttamente

    Riguardo al primo [vale a dire, il cognitore susseguente che percepisce direttamente] ve ne sonocinque:

    1. cognitori susseguenti che percepiscono direttamente che sono percipienti diretti sensoriali,

    2. cognitori susseguenti che percepiscono direttamente che sono percipienti diretti mentali,

    3. cognitori susseguenti che percepiscono direttamente che sono percipienti direttiautocognitori,

    4. cognitori susseguenti che percepiscono direttamente che sono percipienti diretti logici, e

    5. cognitori susseguenti che percepiscono direttamente che non sono alcuno di questi quattro.

    Le illustrazioni sono le seguenti: il primo, per esempio, il secondo momento di un percipiente diretto sensoriale che

    percepisce il blu;

    il secondo, per esempio, il secondo momento di una chiaroveggenza che conosce unamente altrui;

    il terzo, per esempio, il secondo momento di un percipiente diretto autocognitore chepercepisce una coscienza dellocchio e cos via;

    il quarto, per esempio, il secondo momento di un sentiero ininterrotto del sentiero dellavisione, e

    il quinto, per esempio, il secondo momento di un percipiente diretto.

    2. Cognitori susseguenti concettuali

    Quando i secondi, i cognitori susseguenti concettuali, vengono classificati, sono due:1. cognitori susseguenti concettuali indotti da un percipiente diretto, e

    2. cognitori susseguenti concettuali indotti da un cognitore inferenziale.

    Il primo , per esempio, una coscienza accertante in accordo alla realt che accerta il blu, che indotta da un percipiente diretto sensoriale che percepisce il blu.

    Il secondo , per esempio, il secondo momento di un cognitore inferenziale che comprende che ilsuono impermanente.

    Riguardo a quanto detto, qualcuno potrebbe dire: Ne consegue che il soggetto, il secondomomento di una coscienza che suppone correttamente, un cognitore susseguente perch uncognitore che percepisce ci che gi stato percepito.

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    Se qualcuno sostiene che la ragione non stabilita: Ne consegue che quel soggetto [ilsecondo momento di una coscienza che suppone correttamente] quello [vale a dire, uncognitore che percepisce ci che gi stato percepito] perch un cognitore che percepisce ilsuo oggetto di comprensione il quale gi stato percepito.

    Se qualcuno sostiene che la ragione non stabilita: Ne consegue che il secondo momento

    di una coscienza che suppone correttamente un cognitore che percepisce loggetto dicomprensione del secondo momento di una coscienza che suppone correttamente che gistato percepito perch: 1) essa percepisce loggetto di comprensione del secondo momentodella coscienza che suppone correttamente, e 2) anche il primo momento della coscienza chesuppone correttamente, percepisce loggetto di comprensione del secondo momento dellacoscienza che suppone correttamente.

    [A ci noi rispondiamo] non c la pervasione.Se qualcuno sostiene che entrambe le ragioni non sono stabilite: Ne consegue che il

    soggetto, loggetto di comprensione del secondo momento di una coscienza che supponecorrettamente, appreso sia dal primo sia dal secondo momento di una coscienza che supponecorrettamente, perch percepito da un coscienza che suppone correttamente. cos perch

    una base stabilita.Se la conseguenza precedente [che una coscienza che suppone correttamente un

    cognitore susseguente] accettata, ne consegue che il soggetto, il secondo momento di unacoscienza che suppone correttamente non un cognitore susseguente, perch non unconoscitore che percepisce ci che gi stato percepito. Ci avviene perch un cognitoreche una coscienza che percepisce ex novo. cos perch una coscienza che supponecorrettamente.

    Inoltre, rispetto a quanto detto, qualcuno potrebbe dire: Ne consegue che una persona chenon percepisce un oggetto, percepisce un oggetto perch una mente nel continuum di quella[persona] percepisce un oggetto. Ne consegue ci [vale a dire, che una mente nel continuumdi una persona che non percepisce un oggetto, percepisce un oggetto] perch una mente chepercepisce un oggetto esiste nel continuum di quella [persona che non percepisce unoggetto].

    [Noi rispondiamo che] non c la pervasione.Se qualcuno sostiene che la ragione [vale a dire, che una mente che percepisce un oggetto

    esiste nel continuum di una persona che non percepisce un oggetto] non stabilita, neconsegue che [una mente che percepisce un oggetto esiste nel continuum di una persona chenon percepisce un oggetto] perch una coscienza che suppone correttamente che percepisceun oggetto esiste nel continuum di quella [persona che non percepisce un oggetto].

    Questo ne consegue, perch esiste una coscienza che suppone correttamente la quale

    percepisce che il suono impermanente nel continuum di una persona che sta percomprendere che il suono impermanente.Questo ne consegue [vale a dire, che esiste una coscienza che suppone correttamente che

    percepisce il suono come impermanente nel continuum di una persona che sta percomprendere che il suono impermanente] perch un cognitore inferenziale che percepisce ilsuono come impermanente prodotto dalla sua causa sostanziale diretta, una coscienza chesuppone correttamente la quale comprende che il suono impermanente. cos, perch quello[vale a dire, il cognitore inferenziale che comprende il suono come impermanente] uncognitore valido inferenziale che comprende che il suono impermanente.

    B. Coscienze che suppongono correttamenteRispetto al secondo (tra le coscienze non valide), le coscienze che suppongono correttamente, visono (due parti]: 1. definizione e 2. divisioni.

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    1. Definizione

    Primo, la definizione di coscienza che suppone correttamente :

    un cognitore determinativo in accordo alla realt che controvertibile rispetto alladeterminazione del proprio oggetto.

    2. Divisioni

    Quando [le coscienze che suppongono correttamente] vengono divise ve ne sono cinque:1. coscienza che suppone correttamente che non ha una ragione,

    2. coscienza che suppone correttamente che ha una ragione contraddittoria,

    3. coscienza che suppone correttamente per cui la ragione indefinita [o manca lapervasione],

    4. coscienza che suppone correttamente per cui la ragione non stabilita, e

    5. coscienza che suppone correttamente per cui una ragione esiste ma non accertata.

    La prima, [una coscienza che suppone correttamente che non ha una ragione] , per esempio, unamente che ha la cognizione che il suono impermanente, in base alle mere parole il suono impermanente.

    [Questo un esempio idoneo] perch le parole: il suono impermanente, esprimono una tesiche il suono impermanente, ma non una ragione.

    La seconda [una coscienza che suppone correttamente che ha una ragione contraddittoria] , peresempio, una mente che comprende che il suono impermanente dal segno che privo dellacapacit di svolgere una funzione.

    [Questo un esempio idoneo] perch lessere privo della capacit di svolgere una funzione

    contraddittorio con limpermanenza.

    La terza [una coscienza che suppone correttamente per la quale la ragione non accertata] , peresempio, una mente che comprende che il suono impermanente dal segno che un oggetto dicomprensione.

    [Questo un esempio idoneo] perch oggetto di comprensione una ragione che indefinitanella prova di quello [vale a dire, tutto ci che un oggetto di comprensione non necessariamenteimpermanente].

    La quarta [una coscienza che suppone correttamente per la quale la ragione non stabilita] , peresempio, una mente che comprende che il suono impermanente dal segno che un oggetto di

    percezione di una coscienza dellocchio. [Questo un esempio idoneo] perch oggetto dipercezione di una coscienza dellocchio una ragione che non stabilita nella prova di ci.

    La quinta [una coscienza che suppone correttamente per la quale la ragione esiste ma non stabilita] , per esempio, una mente che comprende che il suono impermanente dal segno che unprodotto, senza aver accertato tramite un cognitore valido che il suono un prodotto e che tutto ciche un prodotto deve necessariamente essere impermanente.

    [Questo un esempio idoneo] perch, sebbene lessere prodotto sia un segno corretto nellaprova che il suono impermanente, quella persona non lha accertato.

    Qualcuno potrebbe dire che la definizione di coscienza che suppone correttamente : uncognitore determinativo che, a nuovo e univocamente, accerta il suo vero oggetto senzadipendere dallesperienza o da una base che sia un segno corretto.

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    [A costui rispondiamo]: [Per assurdo] ne consegue che tutto ci che una coscienza chesuppone correttamente non dipende dallesperienza, perch quella definizione corretta.

    Se questa conseguenza accettata: Ne consegue che il soggetto, una coscienza chesuppone correttamente che leffetto dellesperienza, ci [vale a dire, non dipendentedallesperienza] perch [una coscienza che suppone correttamente].

    Non si pu accettare questa conseguenza, perch [una coscienza che supponecorrettamente che leffetto dellesperienza] prodotta in dipendenza dallesperienza. Questo cos perch un effetto dellesperienza.

    Inoltre, [per assurdo] ne consegue che una coscienza che suppone correttamente la qualepercepisce il suono come impermanente, che stata generata in dipendenza dellasserire unsegno corretto comprovante che il suono impermanente per via del segno dellessere unprodotto, non dipende n dallesperienza n da un segno corretto, la sua base, a causadellessere una coscienza che suppone correttamente. La pervasione stata accettata.

    Se questa conseguenza accettata: Ne consegue che il soggetto, [una coscienza chesuppone correttamente che percepisce il suono come impermanente, la quale stata generatasulla base dellasserire un segno corretto comprovante che il suono impermanente per via

    del segno dellessere un prodotto], non dipende da un segno corretto, la sua base, perch erastato accettato [che essa non dipende n dallesperienza n da un segno corretto, la sua base].

    Non si pu accettare questa conseguenza, perch [quel soggetto] una coscienza chesuppone correttamente che prodotta in dipendenza dallasserire come sua base un segnocorretto, che prova che il suono impermanente per via del segno dellessere un prodotto.

    Se qualcuno sostiene che la ragione non stabilita: Ne consegue che, [quel soggetto] quella [vale a dire, una coscienza che suppone correttamente che stata prodotta sulla basedellasserire quale sua base un segno corretto, che comprova il suono come impermanente pervia del segno dellessere un prodotto], perch una tale coscienza che suppone correttamenteesiste.

    cos perch: 1. nel continuum di una persona che vicina a comprendere che il suono impermanente esiste una mente che comprende che il suono impermanente dal punto divista di una mera generalit di suono, sulla base dellasserzione di un segno corretto che provache il suono impermanente per via del segno dellessere un prodotto; e 2. scorretto asserireche tale mente sia qualcosaltro oltre a una coscienza che suppone correttamente, vale dire, unpercipiente diretto, un cognitore valido o un cognitore susseguente.

    Se qualcuno afferma: La generalit di significato di un vaso tutti e quattro gli oggetti delpensiero che percepisce un vaso, [noi gli rispondiamo]: [Per assurdo] ne consegue che ilsoggetto, la generalit di significato di vaso, loggetto determinato del pensiero chepercepisce un vaso, perch tutti e quattro gli oggetti di quel [pensiero che percepisce un

    vaso]. La ragione stata accettata.Se la conseguenza [che la generalit di significato di vaso loggetto determinato delpensiero che percepisce un vaso] accettata, [per assurdo] ne consegue che quel soggetto [lageneralit di significato di un vaso] loggetto di comprensione del pensiero che percepisceun vaso, perch loggetto determinato di quel [pensiero che percepisce il vaso].

    Se questa conseguenza [che la generalit di significato di vaso loggetto di comprensionedel pensiero che percepisce il vaso] accettata: Rispetto al soggetto, il pensiero chepercepisce un vaso, [per assurdo] ne consegue che una mente che non erronea rispetto allageneralit di significato di vaso.

    Se questa conseguenza accettata: Riguardo a quel soggetto, [il pensiero che percepisceun vaso], [per assurdo] ne consegue che la generalit di significato di vaso non gli appare

    come un vaso.

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    Se qualcuno dice: Il pensiero che percepisce un vaso una coscienza che percepisce lageneralit di significato di un vaso come vaso, [noi rispondiamo]: [Per assurdo] neconsegue che il soggetto, il pensiero che percepisce un vaso, una coscienza errata perch una mente che percepisce la generalit di significato di un vaso come vaso. La ragione stataasserita.

    Se questa conseguenza [che il pensiero che percepisce un vaso una coscienza errata] accettata: Ne consegue che il soggetto, [il pensiero che percepisce un vaso] non unacoscienza errata perch una mente concordante con la realt. cos perch essa unacoscienza concettuale concordante con la realt. Questo cos, per via dellessere unacoscienza che suppone correttamente

    Se dice che la ragione non stabilita: Riguardo al soggetto, un vaso, ne consegue che quelpensiero che lo percepisce una coscienza che suppone correttamente perch una basestabilita.

    Qualcuno potrebbe dire: Il pensiero che percepisce un vaso non una coscienza che supponecorrettamente perch esiste una coscienza errata che ci [per esempio, un pensiero che

    percepisce un vaso]. Questo cos, perch un pensiero che percepisce un vaso sul soggetto[ovvero, un luogo] che una base di negazione di un vaso, un pensiero che percepisce unvaso.

    [Noi sosteniamo che] la ragione non stabilita, [e ribattiamo a quella persona]: [Perassurdo] ne consegue che, una mente che percepisce un vaso come esistente, su un soggettoche una base di negazione di un vaso, una mente che percepisce un vaso come esistenteperch essa era stata accettata [che esiste una coscienza errata che un pensiero chepercepisce un vaso].

    [Che tale mente sia una mente che percepisce un vaso come esistente] non pu essereaccettato, perch questo [pensiero che percepisce un vaso come esistente su un soggetto che una base di negazione di un vaso] una coscienza errata che percepisce un vaso comeesistente, mentre esso non esistente.

    C. Percipienti ai quali un oggetto appare senza essere accertato

    Rispetto al terzo [dei cinque tipi di coscienze non valide, una coscienza alla quale loggetto apparesenza essere accertato], la definizione di qualcosa che un percipiente al quale loggetto apparesenza essere accertato :

    un cognitore che una base comune:

    dellavere una chiara apparenza del fenomeno specificatamente caratterizzato che il suo oggetto di operazione, e

    dellessere inadeguato a indurre laccertamento rispetto al fenomenospecificatamente caratterizzato che il suo oggetto di operazione.

    Tuttavia, si dovrebbe conoscere il modo di non asserire che la definizione di essere un percipienteal quale loggetto appare ma non viene accertato (che percepisce) qualcosa, sia: ci che unabase comune 1) dellavere una chiara apparenza del fenomeno specificatamente caratterizzato che il suo oggetto, e 2) dellessere inadeguato a indurre laccertamento rispetto al fenomenospecificatamente caratterizzato che il suo oggetto.

    Questo cos, perch una coscienza sensoriale che vede le montagne innevate come blu, vedecome blu il colore bianco delle montagne innevate, che il suo oggetto di operazione, perci non

    vede chiaramente il fenomeno specificatamente caratterizzato che il suo oggetto di operazione.

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    Tuttavia, poich il suo oggetto apparente, il colore bianco delle montagne innevate, apparechiaramente come blu mentre esso non esiste [come blu], c una chiara apparenza del fenomenospecificatamente caratterizzato che il suo oggetto.

    Inoltre, esso non in grado di indurre laccertamento rispetto a ci, perch simpegna inquel[loggetto] in modo erroneo.

    Illustrazioni di percipienti ai quali un oggetto appare senza essere accertato sono, per esempio:

    un percipiente diretto sensoriale che percepisce il blu, che induce il dubbio che sidomanda: Ho visto il blu o no?;

    i percipienti diretti mentali nel continuum degli esseri ordinari che percepiscono i cinqueoggetti le forme e cos via; e

    gli autocognitori che osservano quei [percipienti diretti mentali].

    Riguardo a quanto detto, qualcuno potrebbe dire: Ne consegue che il soggetto, un cognitorevalido diretto, quel definiendum, [cio, un percipiente al quale un oggetto appare senzaessere accertato] a causa dellessere quella definizione [cio, un cognitore che una basecomune dellavere una chiara apparenza di un fenomeno specificatamente caratterizzato che il suo oggetto di operazione, e dellessere incapace di indurre laccertamento rispetto alfenomeno specificatamente caratterizzato che il suo oggetto di operazione]. Questo cos,perch un percipiente diretto non pu indurre laccertamento rispetto al suo oggetto; questo cos, perch [un percipiente diretto] non una coscienza che accerta.

    [A ci, noi rispondiamo:] Non c pervasione, in quanto ne consegue che un cognitorediretto valido accerta il suo oggetto, perch un cognitore diretto valido un cognitore che incontrovertibile rispetto al suo oggetto.

    Qualcuno potrebbe dire che la ragione precedente [che un percipiente diretto non una

    coscienza che accerta] non stabilita. [A ci noi diciamo]: Ne consegue che il soggetto, uncognitore diretto valido non una coscienza che accerta perch non una coscienzaconcettuale.

    Analogamente [qualcuno potrebbe dire]: Ne consegue che il soggetto, una chiaroveggenzache ricorda stati precedenti, una coscienza mnemonica perch una coscienza che ricorda ilsuo oggetto.

    [A questo, noi rispondiamo:] di nuovo, non c la pervasione.Se qualcuno sostiene che la ragione non stabilita: Ne consegue che [una chiaroveggenza

    che ricorda stati precedenti una coscienza che ricorda il suo oggetto] perch una coscienzache ricorda stati precedenti che sono il suo oggetto.

    Non si pu accettare [che una chiaroveggenza che ricorda stati precedenti sia unacoscienza mnemonica] perch [essa] non una coscienza concettuale; cos in quanto [essa] una chiaroveggenza.

    D. Coscienze dubbiose

    Rispetto al quarto [tipo delle cinque coscienze non valide, la coscienza dubbiosa], qualcunopotrebbe dire che la definizione di coscienza dubbiosa : ci che ha incertezze rispetto alproprio oggetto.

    [A ci noi rispondiamo]: [Per assurdo] ne consegue che il soggetto, un persona che haincertezze rispetto al suo oggetto, una coscienza dubbiosa perch ci che ha incertezzerispetto al suo oggetto. La pervasione stata accettata.

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    Il primo , per esempio, il dubbio che pensa che il suono probabilmente impermanente.

    Il secondo , per esempio, il dubbio che pensa che il suono probabilmente permanente.

    Il terzo , per esempio, il dubbio che si domanda se il suono sia permanente o impermanente.

    Qualcuno potrebbe dire che la coscienza errata e la coscienza dubbiosa sono contraddittorie.[A ci, noi replichiamo]: [Per assurdo] ne consegue che, qualunque cosa sia una

    coscienza dubbiosa, necessariamente non una coscienza errata, perch queste due sonocontraddittorie. La ragione stata asserita.

    Se questa conseguenza accettata: [Per assurdo] ne consegue che il soggetto, unacoscienza dubbiosa che pensa che probabilmente il suono sia permanente, non unacoscienza errata perch una coscienza dubbiosa; questo perch un dubbio tendente allanon realt.

    Se la conseguenza [che una coscienza dubbiosa che pensa che probabilmente il suono

    permanente non una coscienza errata] accettata: Ne consegue che il soggetto, [unacoscienza dubbiosa che pensa che il suono sia probabilmente permanente] una coscienzaerrata perch una coscienza concettuale errata. Questo perch [essa] un pensiero errato.

    La pervasione [che tutto ci che un pensiero errato necessariamente una coscienzaconcettuale errata] esiste, perch un pensiero errato e una coscienza concettuale errata sonosinonimi. Questo perch nel [testo di Kedrub Je], Rimuovere lOscurit della Mente Riguardoai Sette Trattati, si afferma: Il pensiero errato e la coscienza concettuale errata sonosinonimi.

    Inoltre: Ne consegue che la coscienza errata e la coscienza dubbiosa non sonocontraddittorie perch il pensiero errato e la coscienza dubbiosa non sono contraddittorie.Questo perch il dubbio che pensa che il suono probabilmente permanente sia un pensieroerrato sia una coscienza dubbiosa. In accordo a Rimuovere lOscurit della Mente Riguardo iSette Trattati [di Kedrub Je] si afferma: Lasserzione che tutti i pensieri errati posseggono unaspetto che definito come un modo di percezione univoco sbagliata, perch neconseguirebbe che la coscienza concettuale che pensa che probabilmente il suono siapermanente, non sarebbe un pensiero errato, e [continua] Per cui, il pensiero errato e ildubbio non sono contradditori.

    E. Coscienze errate

    Riguardo al quinto [tipo delle cinque coscienze non valide], le coscienze errate, vi sono due parti: 1.

    definizione e 2. divisioni.1. Definizione

    Rispetto alla prima, qualcuno potrebbe dire che la definizione di qualcosa che unacoscienza errata un cognitore che erroneo rispetto al suo oggetto determinato.

    [Noi replichiamo]: [Per assurdo] ne consegue che il soggetto, una coscienza sensorialeche vede una montagna innevata come blu quella definizione [cio, un cognitore che erroneo rispetto al suo oggetto determinato] perch quel definiendum [cio, una coscienzaerrata].

    Se si accetta [che quel soggetto un cognitore che erroneo rispetto al suo oggetto

    determinato], [per assurdo] ne consegue che il soggetto, [una coscienza sensoriale che vedeuna montagna innevata come blu] un cognitore determinativo perch era stato accettato [cheesso un cognitore erroneo rispetto al suo oggetto determinato].

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    Non si pu accettare [che esso sia un cognitore determinativo] perch una coscienza nonconcettuale. Questo perch una coscienza sensoriale.

    Secondo il nostro sistema la definizione di una coscienza errata :

    un cognitore che simpegna nel suo oggetto erroneamente.

    2. Divisioni

    Secondo, quando le coscienza errate sono divise, ve ne sono due:1. coscienze errate concettuali e

    2. coscienze errate non concettuali.

    Esempi del primo sono un pensiero che percepisce il suono come permanente, e un pensiero chepercepisce le corna di un coniglio.

    Rispetto al secondo [coscienze errate non concettuali], ve ne sono due:1. coscienze mentali [che sono coscienze errate non concettuali] e

    2. coscienze sensoriali [che sono coscienze errate non concettuali].

    La prima [una coscienza errata mentale non concettuale] , per esempio: una coscienza del sognoche vede chiaramente il blu di un sogno come blu.

    Questo soggetto una coscienza mentale, una coscienza non concettuale e una coscienza errata.Rispettivamente:

    [essa una coscienza mentale] perch una coscienza del sogno;

    [essa una coscienza non concettuale] perch una coscienza che vuota dellessere unconoscitore determinativo che percepisce una generalit di suono e una generalit disignificato come adatte ad essere combinate fra loro; ed

    [essa una coscienza errata] perch una coscienza che percepisce il suo oggetto, unaforma che una sorgente dei fenomeni, come blu, mentre essa non esiste come blu.

    Tuttavia, noi affermiamo che, per la persona che sta sognando, quella [coscienza del sogno che vedechiaramente il blu di un sogno come blu] una coscienza sensoriale in accordo alla realt.

    Esempi della seconda, [coscienze errate che sono coscienze sensoriali], sono una coscienzasensoriale che vede montagne innevate come blu e una coscienza sensoriale che vede unaconchiglia bianca come gialla.

    3. Triplice divisione di coscienze e cognitori

    Rispetto alla triplice divisione di coscienze e cognitori, vi sono tre parti:

    1. la spiegazione delle coscienze concettuali che assumono una generalit di significato comeloro oggetto percepito,

    2. la spiegazione delle coscienze non concettuali non erronee che assumono un fenomenospecificatamente caratterizzato come loro oggetto percepito, e

    3. la spiegazione delle coscienze non concettuali erronee che assumono una chiara apparenza

    di un non esistente come loro oggetto percepito.

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    Se qualcuno domanda: Tutto ci che appare a una coscienza concettuale [che prodotta]solamente in dipendenza da un suono, necessariamente soltanto una generalit di suono?,non c tale pervasione.

    Questo perch, lapparenza di un corno di coniglio prominente ad una coscienzaconcettuale che percepisce le corna di un coniglio, unapparenza a una coscienza

    concettuale [che generata] solamente in dipendenza da un suono, ma non solo unageneralit di suono.Che [essa non sia soltanto una generalit di suono] ne consegue, perch essa entrambi,

    sia un suono sia una generalit di significato delle corna di un coniglio.

    Quando le coscienze concettuali sono divise [in un altro modo], ve ne sono due:

    1. coscienze concettuali che assegnano dei nomi, e

    2. coscienze concettuali che assegnano dei significati.

    Una coscienza concettuale che percepisce [il suo oggetto interno] pensando: Questa cosa

    tondeggiante un vaso entrambe, [sia una coscienza concettuale che assegna un nome sia unache assegna un significato]. Rispettivamente,

    [essa la prima] perch un cognitore determinativo che percepisce [il suo oggetto]interno assegnando il nome vaso alloggetto [la cosa tondeggiante];

    [essa la seconda] perch un cognitore determinativo che percepisce [il suo oggetto]interno assegnando degli attributi a un substratum.

    Qualunque cosa sia una coscienza concettuale che assegna un significato non necessariamente unacoscienza che assegna un nome, in quanto una coscienza concettuale che perce