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Metodo Golfera Manuale per Bambini

Metodo Golfera Manuale per Bambini - ADVERCLICK.IT · Numeri e Tabelline ..... 10 Formule, Grafici eTabelle ..... 11 . L’apprendimento della lettura e della scrittura è considerata

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Metodo GolferaManuale per Bambini

www.metodogolfera.com - Numero verde 800 91.32.64 - Email: [email protected] - Tutti i diritti sono riservati

INDICE

Introduzione ............................................................................ 1

E ORA DIAMOCI DA FARE!!! ............................................ 3

Ambiente ............................................................................ 3

Tempo ............................................................................ 3

I Requisiti Fondamentali delle Immagini .................... 4

Come Creare le Immagini ............................................ 5

Come Creare le Associazioni tra le Immagini ............ 6

Come Studiare un Testo con la Teoria dei Loci ............ 7

Come Usare le Informazioni ............................................. 8

Lingue Straniere ................................................................ 9

Numeri e Tabelline .......................................................... 10

Formule,GraficieTabelle...............................................11

L’apprendimento della lettura e della scrittura è considerata una tappa fondamentale per lo svi-

luppo di ogni individuo. Tale tappa è stabilita per tutte le culture che hanno sviluppato una forma

di lingua scritta tra i cinque e i sette anni d’età; in questo periodo della vita un individuo dovrebbe

aver raggiunto le abilità cognitive che costituiscono i prerequisiti per una normale acquisizio-

ne della letto-scrittura, vale a dire un completo bagaglio fonetico-fonologico, un buon livello

di organizzazione morfosintattica, un’adeguata organizzazione spaziale e temporale, una

motricità fine ben pianificata nella programmazione e nell’esecuzione.

Per quanto riguarda la lingua italiana, al termine della prima elementare, dopo circa nove mesi di

esercitazione, un bambino è in grado di leggere in maniera spedita un testo di narrativa, grazie alla

trasparenza della nostra lingua.

Ma in realtà questo non sempre si realizza: alcuni bambini non imparano, non identificano i suoni

che compongono una parola, non memorizzano la forma del grafema e il corrispondente fonema,

invertono i suoni che formano una parola o li sostituiscono; la lettura rimane lenta, stentata, incerta;

si manifestano difficoltà a mantenere in memoria la stabilità delle acquisizioni come l’associazione

tra fonema e grafema; per non parlare delle difficoltà ortografiche associate ai suoni CHI e CI, GLI,

GN, SCI e SCE, CU, QU, CQU…

A volte la lettura rimane sillabata e non raggiunge la modalità lessicale, e quando questa è appresa,

spesso sono presenti errori per anticipazioni errate.

Tutto questo si ripercuote direttamente sullo scopo della lettura e cioè sulla comprensione del

testo, sia esso di carattere narrativo, storico, scientifico; ne segue una rielaborazione del testo sia

orale che scritta, spesso frammentaria, priva di coerenza e di coesione tra le proposizioni, stilata il

più delle volte con una sintassi imprecisa e vocabolario ridotto e ripetitivo.

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Introduzione

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Anche il testo di carattere matematico, a volte non viene compreso adeguatamente con la conse-

guente difficoltà nella risoluzione di problemi matematici e geometrici.

Anche nella scrittura si manifestano la stessa tipologia di errori della lettura come sostituzioni di

grafemi, grafemi inesatti, e difficoltà ortografiche che tendono a persistere nel tempo. Negli anni il

disturbo si modifica, ma la velocità e l’accuratezza non raggiungono i livelli della media della classe

frequentata, e lo studio perde di interesse perché diventa sempre più complicato affrontare testi

corposi e sempre più specifici man mano che gli anni di scolarità passano.

Si instaurano nel bambino sentimenti di inadeguatezza, di disagio di fronte ad una situazione

che provoca profonda frustrazione, in quanto comprende la manchevolezza delle proprie presta-

zioni nei confronti dei propri coetanei. A volte si ammala, o manifesta disturbi somatici o reazioni

oppositive, a volte depressione.

Gli insegnanti si trovano di fronte a “casi difficili”, che non riescono a meglio definire se non con

termini di disattenzione, svogliatezza, distrazione, problemi di comportamento. Cominciano a in-

terrogarsi sull’impegno del bambino, sulle dinamiche relazionali familiari, sull’educazione attuata

dalla famiglia. Rifacendosi al modello di apprendimento che definisce l’acquisizione di un’abilità

attraverso l’esercizio, invitano il bambino e i famigliari a moltiplicare gli sforzi e l’impegno nell’ap-

plicazione alla lettura, ottenendo per lo più il rifiuto da parte del bambino nei confronti della vita

scolastica.

I genitori rimangono perplessi di fronte a un figlio che, fino a prima dell’ingresso alla scuola prima-

ria, non aveva dato nessun tipo di problema, e ora sono costretti a passare a comportamenti severi

e punitivi di fronte ai capricci e al rifiuto di impegnarsi del bambino.

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Cosa è possibile fare di fronte a una situazione simile?

E’ ciò che si deve chiedere ciascuna persona, genitore, insegnante o chiunque si trovi a educare

bambini e ragazzi, accompagnandoli lungo quel percorso dell’apprendimento di esperienze che

ne faranno un domani un uomo e una donna adulti. E’ per questo che l’apprendimento deve es-

sere entusiasmante, pieno di emozioni e di interessi che faranno crescere il bambino in uno stato

di autonomia e autostima che lo renderanno un adulto fiero e soddisfatto.

Il Metodo Golfera fornisce le strategie più efficaci, generalizzabili e durature nel tempo per

un apprendimento creativo, dinamico, dove l’immaginazione e il proprio vissuto emozionale lega-

to alle proprie esperienze di vita fanno da registi all’intera trama delle conoscenze.

L’uso delle immagini che ci coinvolgono emotivamente offrono la possibilità di personalizzare

il ricordo e ciò ci permette di ricordare più facilmente un concetto; la collocazione delle immagini

in un luogo consente un recupero dell’informazione ordinato e sequenziale; la creatività e la

dinamicità del Metodo Golfera fanno sì che i principi fondamentali che lo costituiscono vengano

appresi con rapidità e facilità; l’esercizio costante e generalizzato consente la verifica immediata

dei risultati delle strategie di apprendimento acquisite.

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Per affrontare serenamente e in maniera efficace lo studio è necessario creare le premesse per ottenere

i migliori risultati in tempi ottimali, osservando semplici accorgimenti che permettano allo studente di

applicare le strategie del Metodo in maniera semplice e spontanea.

L’ambiente dove si studia è molto importante per aiutare a mantenere livelli di attenzione e con-

centrazione alti, al fine di portare a termine il compito prefissato.

• L’ambiente deve essere ordinato, privo di fonti di distrazione, illuminato correttamente

in modo da non creare ombre sul piano di lavoro e ben arieggiato

• Sul piano di lavoro deve essere presente solo il materiale che serve in quel momento per

evitare qualsiasi motivo di distrazione

• E’ importante avere le fonti di informazione, come schermo del pc, lavagna, tv, testi, inse-

gnanti, o altro, di fronte a destra, per favorire la concentrazione uditiva e visiva. Se necessario è

consigliabile coprire la pagina su cui non si sta lavorando con un foglio completamente bianco

• Utilizzare un leggio per mantenere una postura corretta della colonna vertebrale, delle

spalle e delle braccia, favorendo un minor affaticamento anche a livello visivo

E’ indispensabile pianificare il lavoro giornaliero, settimanale e per chi lo necessita anche mensile.

In questo modo si distribuiscono in maniera equa i carichi di lavoro.

• L’orario migliore per apprendere è certamente la mattina: se chiaramente lo studente è

a scuola, il pomeriggio (a un’ora dal pranzo) è più indicato della sera, durante la quale si possono

ripassare velocemente le informazioni, potenziandole con l’esercizio. La durata massima dello stu-

dio per una ottimale assimilazione delle informazioni non deve mai superare le 4 ore durante un

giorno

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...E ORA DIAMOCI DA FARE!

Tempo

Ambiente

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• La durata massima dell’attenzione in

una sola sessione è di circa 40 minuti. E’ con-

sigliabile poi fare una pausa di 10 minuti, pas-

seggiando all’aria aperta, bevendo acqua, man-

giando frutta o verdura. Tutto questo aiuterà ad

ossigenare il cervello e a mantenerlo attivo nella

rielaborazione delle informazioni e a predispo-

nendo per affrontare un nuovo lavoro

• Se possibile, cambiare il materiale di studio dopo ogni pausa, programmando le ma-

terie più complesse per prime e lasciando quelle più facili alla fine. Ciò aiuta a mantenere vivo

l’interesse e lo stimolo all’apprendimento durante la nostra giornata di studio.

Per essere efficaci nel processo di memorizzazione le immagini devono soddisfare 4 principali

requisiti ricordati dall’acronimo E.M.AI.CE. (ne dimenticheremo!):

• Esagerazione: più le immagini sono esagerate nelle forme e nelle dimensioni, maggiore è

l’attenzione che catturano e più vivido è il ricordo che esercitano

• Movimento: creare immagini in movimento o che interagiscono effettuando delle azioni:

in questo modo è più facile collegare le immagini fra di loro, metterle in relazione con l’ambiente e

recuperarle nella memoria

• Associazione Inusuale: più strane, buffe e inusuali sono le relazioni tra le immagini, mag-

giore è la loro forza di rimanere vivide nella memoria

• Coinvolgimento Emotivo: per le proprie immagini utilizzare tutto ciò che fa parte del pro-

prio vissuto emozionale: persone, oggetti, animali, luoghi. Tutto ciò che è emotivamente legato a noi

rimane nella nostra memoria a lungo termine ed è immediatamente recuperabile in maniera conscia

o inconscia.

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I Requisiti Fondamentali delle Immagini

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Per rendere efficace l’uso del Metodo è importante seguirne i principi che permettono di trarne

benefici rapidi e immediati: l’uso delle immagini mentali favorisce la memorizzazione della rap-

presentazione visiva, naturalmente già presente nel nostro cervello.

• Per le immagini usare persone, oggetti, luoghi che fanno parte del proprio vissuto emo-

tivo: il legame personale con le immagini rende profondamente vivido il loro ricordo. Per esempio,

se si deve ricordare una maestra, immaginare la propria maestra della scuola primaria; una biciclet-

ta è la vecchia bici d’infanzia e un negozio è la bottega sotto casa...

• Utilizzare sempre la stessa immagine per rappresentare la stessa cosa: rende il processo

di memorizzazione più facile e rapido

• Utilizzare la concretezza quando è possibile per

memorizzare le informazioni, anche solo attraverso una parte

per il tutto: per ricordare il prof. Gallo è possibile immaginarlo

con un grosso gallo su una spalla; per la città di Pistoia, una

grossa pistola; per ricordare una telefonata basta immaginare

la cornetta; per felicità una donna che ride

• E’ possibile utilizzare l’inizio o una parte della pa-

rola per creare l’immagine, o scomporre la parola in più im-

magini. Per esempio, per ricordare il sig. Tomilo immaginare un grosso tomo, per Recanati un re con

un cane, per aristocrazia un’aringa che sta con la propria zia

• Per ricordare una caratteristica utilizzare persone, oggetti, animali, eventi che la possiedo-

no o ai quali essa viene attribuita anche metaforicamente, simbolicamente o per abitudine popolare.

Per esempio, per velocità immaginare una Ferrari, la furbizia è una volpe e l’allegria è Mike Bongiorno,

l’autunno è una foglia secca, il compleanno le candeline accese sulla torta

Come Creare le Immagini

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• Per memorizzare una serie in un determinato ordine è possibile utilizzare un acronimo,

cioè le iniziali delle parole stesse o più lettere a formare una nuova parola o frase. Per esempio, MA

COn GRAn PENa LE RETi CAla GIU’ per ricordare il nome delle Alpi da ovest a est e cioè MArittime,

COzie, GRAie, PENnine, LEpontine, RETIche, CArniche, GIUlie; C.V.D. per “Come Volevasi Dimostrare”

• Creare immagini con parole che hanno una certa assonanza o che fanno rima con quella

da ricordare. Per esempio, un grosso mento per complemento, un ventaglio per luglio

Una volta create le immagini E.M.AI.CE. soddisfacenti i principi fondamentali, è possibile collegar-

le tra loro per ottenere legami efficaci e stabili. Sono possibili fondamentalmente due metodi:

• La concatenazione: utilizzata soprattutto per ricordare liste di parole o numeri con una

sequenza ben precisa. La regola fondamentale è creare relazioni tra un’immagine e la successi-

va, due a due, mantenendo una direzione degli elementi secondo la loro successione da sini-

stra verso destra. Per esempio, per ricordare il nome Anna Paola si può immaginare la stessa Anna

che tiene nella mano destra un calendario, che ci ricorda anno e con la mano sinistra mangia la

bresaola, che fa rima con Paola

• La teoria dei loci: utilizza in modo particolare la memoria spazio-temporale che ci

consente di ricordare luoghi e ambienti a noi

familiari, gli oggetti e gli arredi che ne fan-

no parte. Possiamo così inserire le nostre

immagini E.M.AI.CE. in una stanza e farle in-

teragire con gli arredi e gli oggetti in essa

contenuti attraverso relazioni inusuali, buffe,

ridicole, collocandoli in maniera sequenziale

da un punto ad un altro della stanza.

Come Creare le Associazioni tra le Immagini

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La teoria dei loci è particolarmente efficace per l’apprendimento di interi testi composti da capitoli

e paragrafi, di qualsiasi argomento e disciplina.

• Si crea un elenco di 10 stanze, appartenenti anche ad edifici diversi purché familiari, di

dimensioni medie, ben illuminate e spaziose

• Si numerano le stanze in ordine logico-sequenziale, inserendo al loro interno l’immagine

corrispondente al numero. Ciò permette di recuperare immediatamente alla memoria l’ordine se-

quenziale delle stanze

• Si ispeziona il testo che si vuole studiare: titolo e sottotitolo, indice dei capitoli con i ri-

spettivi paragrafi e sottoparagrafi, analizzando le immagini, le figure, i grafici e le tabelle. Ciò consen-

te di avere un’idea generale del testo e degli obiettivi che ci si prefigge di raggiungere studiandolo

• Si collocano i capitoli nella stanza corrispondente al numero del capitolo stesso, costruen-

do la struttura generale del testo

• Ora si affronta ogni capitolo, paragrafo per paragrafo: per ciascun paragrafo, si individuano

le parole chiave, cioè parole che riassumono il concetto espresso nel paragrafo che abbiamo letto.

Molto spesso le parole chiave sono già scritte nel testo in grassetto. Ogni parola chiave viene sotto-

lineata nel testo e trascritta in un foglio una sotto l’altra, per isolare l’informazione dal resto del testo.

Ricordiamo di non sottolineare frasi intere, ma solo una o due parole

• Si crea per ogni parola chiave un’im-

magine E.M.AI.CE. e la si colloca nella stanza

mettendola in relazione con l’immagine corri-

spondente alla parola chiave successiva, ciascu-

na facendola interagire con gli arredi e gli ogget-

ti della stanza in maniera sequenziale e ordinata.

Questo è fondamentale per poter memorizzare

e recuperare i concetti veicolati dalle immagini

nella loro corretta sequenza

Come Studiare un Testo con la Teoria dei Loci

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• Si prosegue in questo modo fino alla fine del capitolo. Poi si passa al successivo cambian-

do stanza. Se la stanza è piena di immagini e il capitolo non è ancora finito, si può comunque

proseguire nella stessa stanza: i primi concetti infatti sono già stati trasferiti dalla memoria a breve

termine a quella a medio-lungo termine e quindi possono essere recuperati spontaneamente senza

necessitare di essere veicolati dalle loro immagini che lasceranno spazio per quelle nuove

• Esercizio, esercizio, esercizio, in qualsiasi momento e con qualsiasi informazione. Per gio-

co, per divertimento, per mettere alla prova la propria abilità immaginativa. Per ricordare nomi e

cognomi dei giocatori di calcio, gli amici di facebook, i nomi dei Gormiti e dei Pokemon, password

e codici, e tutto ciò che per lo studente vale la pena di essere ricordato.

Usare l’informazione vuol dire farne un uso cosciente e consapevole, divenendo sempre più

abile nell’elaborare le immagini, acquisire le informazioni che veicolano e recuperarle nella me-

moria. La fiducia in se stesso e nella proprie capacità aumenterà insieme all’abilità di ricordare e di

apprendere, e alla motivazione nel farlo

• Prendere l’abitudine di ripassare sistematicamente le immagini e le associazioni ela-

borate, preferibilmente la sera prima di coricarsi e la mattina successiva. In questo modo si dà

l’opportunità al proprio cervello di consolidare e rielaborare le informazioni attivando ampie zone

cerebrali

• Esercitare la propria capacità di visualizzare con semplici esercizi. Osservare volti, foto,

immagini, disegni, cercando di visualizzare l’immagine a occhi chiusi e focalizzando i particolari

fino ad ottenere una visualizzazione estremamente simile all’originale. Facendolo anche con strade

e percorsi, si rafforza la propria capacità di orientamento spazio-temporale e sequenziale.

Come Usare le Informazioni

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Applicare il Metodo all’apprendimento delle lingue straniere richiede l’applicazione degli stessi

principi e delle stesse modalità utilizzate per memorizzare qualsiasi altra informazione. Particolar-

mente efficace si rivela l’associazione tra un’immagine e il significato della parola, creando tra di

loro un legame stabile e duraturo nel tempo.

• Creare l’immagine E.M.AI.CE attraverso l’assonanza o la rima con la parola straniera sia

per la sua dizione che per la sua scrittura. Per esemio, per swallow (boccone) uno squalo che divo-

ra un enorme boccone di cibo; per bureau (cattedra) il nostro insegnante che batte i pugni su un

gigantesco burro schizzando ovunque!

• Creare l’immagine evocata dal suono onomatopeico che la pronuncia della parola pro-

duce: per clatter (sbattere) il CLAT delle nacchere; per craie (gesso) lo stridio del gesso sulla lavagna

• Utilizzare una parte della parola per creare l’immagine o scomporla in più immagini:

per leg (gamba) la propria insegnante di inglese con le

gambe legate; per cage (gabbia) l’attore Nicolas Cage

dietro le sbarre; per spring (primavera) si può imma-

giniare uno spirito che si batte sul ring cinto di fiori

primaverili; per soeur (sorella) la propria sorella vestita

con la bandiera dell’Europa

• Con le stesse strategie è possibile memoriz-

zare regole grammaticali delle lingue straniere: per

esempio, per ricordare che il Past Simple (Passato) si forma per i verbi regolari aggiungendo all’in-

finito la desinanza –ed, si può immaginare un semplice piatto di erba (da cui la lettera e) che viene

snobbato e preso a colpi di coda da un dinosauro (lettera d, anche per la somiglianza nella forma

tra il grafema e la figura del dinosauro). Occorre ricordiare la direzione (da sinistra a destra) e la

sequenza delle immagini: il dinosauro non può mangiare l’erba perché per alcuni bambini con

difficoltà di orientamento potrebbe assumere la forma di una b e neppure l’erba può cambiare la

sua posizione (da sinistra a destra, prima del dinosauro), perché la desinenza diverrebbe –de.

Lingue Straniere

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Anche i numeri si possono visualizzare associando a ogni cifra un colore, un’immagine e una

lettera similari alla loro forma, e ai numeri combinati da 2 cifre un’immagine corrispondente alla

parola formata dalle rispettive lettere.

• Si possono memorizzare numeri di più cifre concatenando le immagini corrispondenti

alle cifre. Per esempio, il numero della stanza 508 è visualizzabile come un cavalluccio marino (5) che

lancia un salvagente (0) al collo di un pupazzo di neve (8), oppure la marmellata zuegg (z - 0, g - 8)

colore fucsia (5, il colore è sempre il numero antecedente quello rappresentato dall’immagine); il

numero 7992 è un topo (7 - t, 9 - p) che scrive a penna (9 - p, 2 - n). E’ sempre necessario ricordarsi

di mantenere una direzione precisa degli elementi rappresentati (sempre da sinistra verso destra

nella visualizzazione mentale) per evitare di commettere errori di inversione dei numeri. Per esem-

pio, per 7614414224 immaginiamo un tubo (7 - t, 6 - b) tenuto nella mano destra da Lara Croft (1 - l,

4 - r) e nella sua mano sinistra un rullo (4 - r, 1 - l) che

schiaccia una rana (4 - r, 2 - n) mentre questa, rivolta

a destra, cerca di inghiottire il nero Barbabarba (2 - n,

4 - r)

• Si può memorizzare la tabellina di un numero

(per il 7, ad esempio, 7x1=7, 7x2=14, 7x3=21, 7=4=28,

ecc…) attraverso la concatenazione di immagini corrispondenti ai numeri. Per esempio, la tabel-

lina del 7 corrisponde all’immagine di una falce (7) tenuta in mano da Lara Croft (14) che sale su

una nave nel Nilo (21), ma l’indice di una mummia le dice di no (28)… e così via fino ad arrivare al

termine della numerazione.

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Numeri e Tabelline

Metodo Golfera - Manuale per Bambini • Possiamo memorizzare le tabelline costruendo cartoncini con entrambe le combinazioni nu-

meriche, per esempio:

7x8

= 56 e nel retro inserire l’immagine corrispondente al risultato.

8x7

Per memorizzare formule anche di dimensioni notevoli è sufficiente dividerle in più parti, secondo la loro

difficoltà e creare immagini E.M.AI.CE. per ciascuna parte. Poi ogni parte viene messa in relazione con le

altre. Per grafici e tabelle è importante creare un’immagine che sia simile a quella del grafico in modo da

poterlo ricordare attraverso la sua forma.

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Formule,GraficieTabelle

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