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CULTURA D’IMPRESA E DINTORNI MLmagazine.it Poste Italiane S.p.A. - Spedizioni in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) Art. 1, comma 1, DCB Ancona NOVEMBRE ‘11 N°8 anno XVIII euro 1,00 Andrea Visconti Tendenze e prospettive del mercato dei preziosi “PERCHÉ UN GIOIELLO SIA BELLO DEV’ESSERE REALIZZATO ESCLUSIVAMENTE CON MATERIALI DI PREGIO” ECONOMIA.LAVORO CULTURA.ATTUALITÀ STILE.DESIGN 180 DOSSIER L’ARTE DI COMUNICARE INCHIESTA Confindustria Fermo perde i pezzi Digitale Terrestre, il grande incubo TENDENZE Dal mobile alle calzature tra stile e comfort SPECIALE Agroalimentare marchigiano: servono tecnici o manager? SPORT È MARCHIGIANO IL CAMPIONE DEL MONDO DI TIRO A VOLO 9 772036 758002 10008> ISSN 20367589

ML8 Novembre

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ML8 Novembre

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CULTURA D’IMPRESA E DINTORNI

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NOVEMBRE ‘11 N°8 anno XVI I I euro 1,00

Andrea ViscontiTendenze e prospettive del mercato dei preziosi“Perché un gioiello sia bello dev’essere realizzato esclusivamente con materiali di Pregio”

economia.lavorocultura.attualitàstile.design

180

DOSSIERL’ARTE DI COMUNICARE

INCHIESTAConfindustria Fermoperde i pezziDigitale Terrestre,il grande incubo

TENDENZEDal mobile alle calzaturetra stile e comfort

SPECIALEAgroalimentare marchigiano:servono tecnici o manager?

SPORTè MARCHIGIANO IL CAMPIONEDEL MONDO DI TIRO A VOLO

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Bruno Mezzetti“IL NOSTRO AGROALIMENTARESI SALVA SE PUNTA SULLA TECNICA”

L’identikit dell’impresa agroalimentare MARCHIGIANA

Cantina gremitaper “Verdicchio 2.0”Blogger da tutta Italia a Casalfarneto

Mangiare: UN’ARTE O UNA SCIENZA?RISPONDE IL PRESIDENTE ABNI

Agronews

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Qualità garantitadalle MarcheLa qualità del cibo è qualità della vitaCONOSCIAMO PIù NEL DETTAGLIO LE RAGIONI DI UN MARCHIO E LE SUE CARATTERISTICHE, CHE CONSENTONO AL CONSUMATORE DI INDIVIDUARE A COLPO D’OCCHIO PRODOTTI qUALITATIVAMENTE SUPERIORI, TRACCIABILI E SENZA OGM

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SOMMARIO

QM- Qualità garantita delle Marche 28

MonicaGuerritore 34

CarloPalmieri 20

AndreaVisconti 22

AnticipazioniDulcuis in fundo,arriva dicembreCari lettori, è già passato un anno da quando abbiamo celebrato con voi il bellissimo traguardo dei nostri primi 18 anni. Un anno intenso, pieno di novità, in cui ML si è confermato come mensile d’eccellenza e vi ha raccontato, con interviste, dossier, speciali e inchieste i fatti e i personaggi più importanti della regione. Stiamo per fare il giro di boa, avvicinandoci rapidamente al 2012 e, per salutare in bellezza i successi del 2011, stiamo preparando uno speciale davvero indimenticabile, con un contenuto luminoso, raffinato, esclusivo: declinato in tutte le sue sfumature, vi presenteremo uno speciale sul lusso. L’ultimo numero dell’anno sarà anche l’occasione per fare il punto su questioni di grande attualità come la situazione economica, con considerazioni di esperti e protagonisti del settore. Sotto l’albero vi porteremo anche suggerimenti sul look per le feste e sui regali che piacciono davvero…

ALTO ARTIGIANATO38 Paolo Mencarelli UN’AUTENTICA PASSIONE PER IL CIOCCOLATO

INTERNAZIONALIZZAZIONE42 Macroregione, UN ALTRO PASSO AVANTI

ENERGIA46 Energy Expo ENERGIA SOSTENIBILE PER CASA E BUSINESS!

IMPRESE52 Confartigianato Ancona UN ALTRO PASSO AVANTI

56 A Cat Impianti L’APPALTO INDESIT PER LA SEDE DI MILANO

VITA DA MANAGER56 Maria Giuditta Politi DA GENETISTA MOLECOLARE A MANAGER DELL’AZIENDA DI fAMIGLIA

RUBRICA19 L’editoriale di Flavio Guidi

PRIMOPIANO20 Carlo Palmieri

COAL, UNA PASSIONE LUNGA 50 ANNI

COVERSTORY22 Andrea Visconti MANAGER DELLA STORICA fABBRICA DI GIOIELLI “GIORGIO VISCONTI”, CI ILLUSTRA IL MERCATO DEI PREZIOSI IN ITALIA

CONTROCOPERTINA28 QM - Qualità garantita dalle Marche LA qUALITà DEL CIBO è qUALITà DELLA VITA

ILPERSONAGGIO34 Monica Guerritore LA MUSA DI STREHLER SI RACCONTA

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DIRETTORE EDITORIALEFlavio Guidi [email protected]

COORDINATORE EDITORIALEGuido Guidi [email protected]

DIRETTORE RESPONSABILEPaolo Duranti [email protected]

CAPOREDATTRICE Asmae [email protected]

COORDINATORE DI REDAZIONE Marco [email protected]

UffICIO [email protected]. 071 2912331

EDITRICE GGf GROUPwww.mlmagazine.it Registrazione tribunale di Ancona n°12 del registro periodici del 14 aprile 1994

REDAZIONEVia Albertini, 36 Gross Ancona60131 Ancona ANTel. 071 [email protected]

HANNO COLLABORATO AL NUMERORoberto Antonella Immacolata BaroneAldo BrunoMargherita CamillettiCristiana CarnevaliLorenzo Dattolofabio Di GiulioSara GattiGuido GuidiChristian LucconiLaura OsmaniCristina PanaraEnrico PicchioMichela RossiMichele SassoAlessandro StecconiMassimiliano Zenobi

Chiuso in redazione il 7/11/2011

progetto grafico: Ricciarelli Comunicazione (An)stampa: BIEffE srl Recanati (Mc)

Poste italiane Spa d.l. 353/2003 (conv. in l. 27/02/2004 n. 46) Art. 1, comma 1, DCB Ancona autorizzazione direzione provinciale pt Ancona

Una copia euro 1,00 Arretrati euro 2,00Abbonamento annuale euro 10,00 modalità di pagamento a mezzo versamento su: C.C. Postale n°4072844 bonifico bancario presso Banca Popolare di AnconaAgenzia Ancona 1 – C.C. n°11164 CAB 02684 – ABI 05308 – CIN NIBAN [email protected]

Editore GGf Group

Aspettando SIA Guest 142

Il Bistrò abbassa le luci...E alza il volume! 162

Speciale: Agroalimentare La terra come l’oro

74 L’IDENTIkIT DELL’IMPRESA AGROALIMENTARE MARCHIGIANA

78 Bruno Mezzetti “IL NOSTRO AGROALIMENTARE SI SALVA SE PUNTA SULLA TECNICA”

90 Cantina gremita per “Verdicchio 2.0” BLOGGER DA TUTTA ITALIA A CASALfARNETO

92 Mangiare: un’arte o una scienza? RISPONDE IL PRESIDENTE ABNI

91 Agronews

INCHIESTE128 Digitale Terrestre, IL GRANDE INCUBO

128 Confindustria Fermo PERDE I PEZZI

TENDENZE 140 Annalisa Marcucci, Presidente USM ANIMA E STORIA I SEGRETI DELLO STILE

142 Aspettando SIA Guest TURISMO 150 Leopardi e Tolstoj

155 XXXIII Giornata Mondiale del Turismo 157 ITINERARI DEL GUSTO

158 VIAGGI

EVENTI162 Il Bistrò abbassa le luci... E alza il volume

164 Customer Experience: LE VISIONI DI CALL wORLD

168 APPUNTI IN AGENDA

SPORT170 Massimo Fabrizi, CAMPIONE DEL MONDO DI TIRO A VOLO

SALUTE E BENESSERE173 Il “Buono Sanità”

174 Vaccino Anti-Cancro AL VIA LA SPERIMENTAZIONE AD UNICAM 177 OLq

DOSSIER: CREATIVITà E COMUNICAZIONE108 Dirk Vogel IL MITO DELLA BELLEZZA AL NATURALE

110 Giancarlo Trapanese SUL SILENZIO DELLE MARCHE... ALEGGIANO VOCI DEL PASSATO

112 Unicom ALLA SCOPERTA DEL “GENIO DELLA COMUNICAZIONE”

116 Roberta Bartoletti, presidente COP: “LA PUBBLICITà NON è MORTA”

118 L’ANIMA COMICS DI jESI

122 Itis Montagni A SCUOLA DI MADE IN ITALy

122 Lab 81

122 PWI 2011 a Daniele Frontini

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L’esperienza che ho maturato sul cam-po in decenni di lavoro e di formazio-ne, poi, mi conducono ad un’amara

considerazione: se sei disoccupato nessuno ti vuole o ti cerca, perché pensa che se non la-vori ci potrebbero essere problemi caratteriali o di scarsa competenza e abilità. Talvolta è un pregiudizio, certo, ma altre volte purtroppo è una verità. Ne consegue che il soggetto si porta dietro un “marchio” negativo e chi offre lavoro non è disposto, alle attuali condizioni, a rischiare.Cosa fare?Bisogna uscire dagli schemi sociali, dai vincoli precostituiti, dal sistema che tra l’altro talvolta rappresenta anche una scusante per coprire la mancanza di volontà di muoversi, di orga-nizzarsi, di cercare, di … lavorare e fare sa-crifici.Diamo alle aziende per un periodo di tempo, per ipotesi tre anni, la possibilità di inserire un giovane disoccupato, ad un costo “libero”, sta-biliamo che in questo periodo le parti (azienda e lavoratore) non debbano essere gravati da prelievi contributivi e fiscali (per gli start up professionali ed imprenditoriali il Governo ha già introdotto il prelievo fiscale forfettario al 5 per cento sul reddito prodotto). quali i vantaggi di un tale provvedimento?Il giovane inoccupato avrebbe la possibilità di inserirsi in azienda e trarre dall’attività fornita un reddito, anche se minore rispetto a quel-lo “contrattuale”. Egli avrebbe l’opportunità,

a parità di altre condizioni, di imparare un mestiere, di accrescere le sue abilità e le sue competenze che nel mercato del lavoro sono i fattori necessari per trovare un impiego e per definire il livello retributivo. Verrebbe inserito nel rapporto lavorativo con l’azienda il principio meritocratico: più meriti e più aumenta il tuo potere contrattuale.L’aumento del potere contrattuale conseguen-te all’impegno/merito profuso e all’accresci-mento professionale costituirebbe nel prose-guo uno strumento per rinegoziare il livello retributivo. Il giovane e la famiglia ne uscireb-bero rinforzati in termini di fiducia, prospettive ed aspettative.I datori di lavoro trarrebbero un indubbio vantaggio in termini di minor costo del lavo-ro, con un miglioramento della competitività. L’ingresso di questa enorme forza lavoro nel mondo economico porterebbe una ventata di energia fresca, contribuendo a migliorare i processi di innovazione e di produttività. Le istituzioni potrebbero porre dei vincoli e dei meccanismi idonei ad evitare situazioni di speculazione, anche se ritengo che il mercato del lavoro attuale possieda validi meccanismi di autoregolazione.Molte, tante opportunità latenti verrebbero sfruttate, con un conseguente effetto di ridu-zione della disoccupazione, di aumento del reddito e quindi della domanda. Il tutto po-trebbe concorrere ad innescare o accelerare la ripresa.

Disoccupazione giovanile:occorre liberalizzare il mercato del lavoroIl giovane che rimane disoccupato rappresenta il più delle volte anche un costo, non soltanto per la sua famiglia, ma anche per la collettività, in quanto non producendo alcun reddito, non è fonte di contribuzione previdenziale ed assistenziale né di prelievo fiscale. Rimanendo inattivo non apprende nessun mestiere e quel poco che sa rischia di diventare obsoleto in breve tempo. Ecco allora aprirsi la porta alla frustrazione e al disagio, che non di rado degenerano in situazioni malavitose o in patologie fisiologiche.

EDITORIALEdi flavio Guidi

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PRIMO PIANO

Presidente, Lei è al timone di Coal da quattro anni, dopo averne passati quattro in Consiglio di

Amministrazione e oltre tre come Vi-cepresidente. Da grande conoscitore del contesto, perché, secondo Lei, a dispetto della crisi generalizzata e del calo dei consumi, questa realtà - dati alla mano - è in continua crescita?“Il mercato sta premiando il lungo la-voro portato avanti in questi anni, con-traddistinto da serietà, correttezza ed attenzione anche ai rapporti umani”.

Nei confronti dei dipendenti?“Certamente tutti i nostri collaborato-ri godono dell’attenzione dell’azienda, ma nel rispetto di quella che è la nostra etica abbiamo posto particolare impe-gno anche ai rapporti con i soci – cioè gli i prenditori - i fornitori ma soprat-tutto per i nostri consumatori”.

Un impegno sotto il segno del succes-so, visto che Coal quest’anno ha fe-steggiato i 50 anni di vita …“Ne siamo davvero felici e soddisfatti. Per le celebrazioni abbiamo organiz-zato una bella crociera, che ha visto la partecipazione praticamente di tutti i soci. Oltre 500 persone, che si sono tro-vate in allegria per parlare, sì, di lavoro, ma anche per conoscersi e fare amici-zia. Un’iniziativa davvero coinvolgente”.

Quali attività svolgete per i soci?“Coal è una cooperativa di dettaglian-ti: per loro conto curiamo gli acquisti e organizziamo una serie di servizi mira-ti (attività commerciali e promozionali, di marketing, di comunicazione, ecc..). Seguiamo gli approvvigionamenti per tutte le categorie merceologiche, an-che se la nostra forza si è sviluppa-ta soprattutto nel settore alimentare

e in particolare nel comparto dei beni deperibili. I soci sono premiati per la loro appartenenza alla cooperativa con premi commerciali specifici a fine pe-riodo – previsti contrattualmente – e, da qualche anno, anche attraverso i ri-storni, cioè ritorni di utile. Attualmente contiamo circa 280 soci per quasi 400 punti vendita”.

Il modello cooperativo è ancora attua-le?“E’ stata l’arma vincente, quella che ci sta dando la forza in un momento deli-cato come l’attuale”.

Scusi se glielo chiedo, ma come fa una cooperativa a reggere il confronto con le multinazionali (pensiamo a Carre-four, Auchan, ecc.)?“La ringrazio per questa domanda, per-ché mi permette di illustrare il nostro

Carlo PalmieriCOAL, Una passione lunga cinquant’anniDal negozio sottocasa al supermercato dove fare la spesa è un piacere: chi c’è dietro a questa realtà di successo? Abbiamo incontrato Carlo Palmieri, presidente di Coal, leader nella grande distribuzione organizzata e una delle prime dieci aziende della regione

di P. Duranti

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“Il mio compito? Stare vicino ai soci, ascoltarli ed approntare

soluzioni. Dedico gran parte del mio

tempo ai nostri soci, sono uno di loro”

modus operandi, collaudato da decen-ni, visto che negli ultimi dieci anni Coal ha raddoppiato il fatturato. Innanzitutto, un rapporto straordinario con i nostri soci, cioè i dettaglianti che lavorano con impegno, passione e cor-rettezza in tutti i territori in cui siamo presenti. Il rapporto con i consumatori è affidato soprattutto a loro, che meglio di tutti conoscono il proprio territorio, il bacino di utenza e quindi sanno calibra-re le scelte del gruppo sulla base del contesto in cui lavorano. Ecco, direi che il rapporto tra la cooperativa e i soci è stato proprio improntato all’insegna della coesione, della pace sociale”.

E relativamente agli approvvigiona-menti riuscite ad essere concorrenzia-li con i colossi stranieri?“Assolutamente sì, grazie ad un accor-do con la centrale Sigma, di cui siamo associati e che per noi opera come

centrale acquisti, con indubbi vantag-gi anche per Coal. Va sottolineato che Sigma aderisce alla supercentrale ac-quisti CENTRALE ITALIANA (formata da COOP ITALIA, DESPAR IL GIGANTE e la stessa SIGMA), che rappresenta il 25 per cento del mercato nazionale …”.

Una realtà in espansione anche guar-dando alle nuove aperture …“Pochi mesi fa abbiamo inaugurato un nuovo punto vendita in provincia di Pesaro; entro la fine dell’anno siamo in apertura con due importanti realtà: Sant’Egidio alla Vibrata - in provincia di Teramo - e a seguire Campobasso. In progetto vi sono l’area dell’ex mattatoio di Recanati, di circa 2.500 metri qua-drati, e Piazza Pizzarello a Macerata”.

Certo che, per un privato, un investi-mento di 2.500 metri quadrati è un im-pegno piuttosto gravoso …

“Può servire anche un investimento di un milione! Ma proprio per questo tal-volta Coal acquista il punto vendita, av-via l’attività e poi la trasferisce al socio, che in tal modo vede qualcosa di con-creto, di pronto”.

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COVER STORy

“Se il gioiello contiene una pietra molto importante,

il design deve valorizzarla,

mettendola in evidenza”

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Dottor Visconti, ci parli delle origini dell’azienda di famiglia.“Nel 1946 nonno Stefano e papà Giorgio aprirono un piccolo la-boratorio a Valenza Po, nell’alessandrino (la capitale dei gioielli)

per la produzione di manufatti, sia in argento che in oro. Uno in botte-ga e l’altro in giro a vendere. Negli anni successivi si iniziò a passare gradualmente dall’argento all’oro e nel giro di poco tempo si cominciò ad utilizzare diamanti e pietre preziose. Contemporaneamente, l’azien-da cominciò ad allargarsi, pur mantenendo le caratteristiche tipiche dell’impresa artigiana: le tradizioni familiari, i segreti dell’arte orafa tramandati di generazione in generazione, accompagnati dalla passio-ne per il gioiello”.

Erano gli anni del boom economico?“Per la nostra azienda la fine degli anni Sessanta e l’inizio del decen-nio successivo segnarono un rapido consolidamento della produzione, facilitato da un passaggio che si rivelò decisivo: l’acquisto dei diamanti alla borsa di Anversa. Del resto, furono gli anni in cui la gioielleria ita-liana in genere iniziò ad affermarsi nel mondo”.

Forse anche perché erano gli anni della crisi petrolifera e il gioiello rappresentava (allora come oggi) un classico bene-rifugio …“L’oro e i brillanti rappresentano beni-rifugio, certamente. Anzi, dal 2009, all’affermarsi della crisi, tale caratteristica è emersa con ancor più forza. In realtà è sempre stato così, ma è evidente che in periodi difficili tutto ciò emerge più chiaramente. Non dimentichiamo poi che storicamente l’oro ha sempre rappresentato la vera moneta, anche se non si stampa”.

In più, il gioiello – realizzato con oro e brillanti – ha un valore intrinse-

Andrea ViscontiManager della storica fabbrica di gioielli “Giorgio Visconti”, ci illustra il mercato dei preziosi in Italia, le tendenze e le prospettive per un settore che, a quanto pare, non conosce la parola “crisi” e dove il classico è sempre bello. Ad un patto, però: che il gioiello sia realizzato esclusivamente con materiali di pregio

di P. Duranti

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COVER STORy

co che va oltre a quello delle materie prime utilizzate…“Un valore importantissimo per chi acquista il gioiello, che sa di disporre di un bene che oltre ad essere bello ed elegante, è un oggetto di indiscutibile valore. E tale elemento, se mi permette, è ciò che contraddistingue il nostro settore da altri”.

In altri periodi invece investire in oro era meno conveniente?“Beh, diciamo che il mercato ha sempre registrato alti e bas-si. Nella metà degli anni Ottanta e nel quinquennio dal 2002 al 2007 non era interessante come ora. Poi, un paio d’anni fa l’oro passò da poco più di 1.000 dollari all’oncia ai 1.900”.

Quanto detto vale anche per i diamanti?“Anch’essi mantengono inalterato il proprio valore, per una se-rie di proprietà estrinseche ed intrinseche: ve ne è una dispo-nibilità limitatissima, sono difficili da estrarre e da rompere … Inoltre, la loro piccola dimensione può rappresentare un grosso vantaggio soprattutto in alcuni Paesi in via di sviluppo, caratte-rizzati da democrazie fragili in cui un investimento altrimenti potrebbe essere rischioso. Il diamante, infatti, è facilmente tra-sportabile e si monetizza rapidamente”.

Il gioiello segue le inclinazioni del gusto, un po’ come la moda?“Il gioiello, anche se è legato alla moda, contiene un valore in-trinseco molto più importante. Naturalmente il discorso vale se fatto sul presupposto, come accennavo prima, che con il termi-ne “gioielleria” si intendano prodotti realizzati con materiali no-bili, vale a dire oro, platino, brillanti e diamanti come smeraldo, zaffiro e rubini. Su questo aspetto dobbiamo fare attenzione a non generare confusione, perché vi sono molte pietre di colore che non possono essere considerate preziosi. Semmai si tratta di beni semi-preziosi”.

Quanto è importante il design?“Non deve essere fine a sé stesso, ma finalizzato a valorizzare la materia che in un determinato oggetto si vuole far vedere. Se il gioiello contiene una pietra molto importante, il design deve valorizzarla, mettendola in evidenza. La regola dominante è comunque una sola: utilizzare sempre materie prime di valore assoluto”.

Qual è lo stile della “Giorgio Visconti”?“Noi utilizziamo materiali diversi evitando però la dominanza di uno sull’altro. Nei gioielli “Giorgio Visconti” si trova sempre una piacevole armonia tra le diverse componenti. Pietre e oro sono sapientemente equilibrati. Il nostro non è un design estrema-mente lavorato; la bellezza sta non soltanto nel modello, ma anche nello stile dell’incastonatura della pietra, che per noi ha un’importanza assoluta”.

Il vostro motto è “Classico ma diverso”. Cosa significa?“E’ l’essenza stessa di quanto ho anticipato prima. Proprio per-ché un gioiello mantiene il proprio valore nel tempo, deve esse-re legato non alla stagione, ma alla classicità. Pertanto occorre un design discreto, capace di non esporre il prodotto al passare del tempo”.Le materie prime sono tutte di importazione?“Sì, certo. L’Italia purtroppo non dispone di giacimenti di oro o pietre preziose …”.

Da dove arrivano?“Dipende. Dalla Colombia, dallo Sri Lanka, dalla Cambogia, dalla Thailandia, dal Sudafrica e da molte altre parti del mondo. In altri Paesi, poi, prima di essere avviato al mercato di desti-nazione il materiale viene tagliato. qui in Italia acquistiamo le pietre (diamanti o pietre di colore) già tagliati e le inseriamo in

“Crisi o no, si guarda sempre

molto volentieri al gioiello, anche se

non costoso, come segno di affetto

e di vicinanza ad una persona”

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oggetti di gioielleria realizzati da noi. Così si arriva al prodotto finito. A questo proposito penso sia riconosciuto da tutti che la “Giorgio Visconti” conferisce all’oro e ai diamanti un alto valore aggiunto”.

Come si presenta attualmente il mercato del gioiello a livello internazionale?“Si deve distinguere tra diverse aree del mondo. Alcuni Paesi in via di sviluppo – penso al Sudamerica e ai Paesi dell’Estremo Oriente – sono molto attivi. Stessa cosa in Giappone, Russia, India e Cina”.

E l’Europa?“E’ a macchia di leopardo. Si registrano dati piuttosto buoni in Germania e Svizzera, nelle Repubbliche baltiche dell’ex Unione Sovietica e in genere nei Paesi ex comunisti dell’Est europeo. Nei Paesi dell’Europa occidentale, invece, il mercato è quasi fermo”.Anche in Italia?“In materia abbiamo una tradizione consolidata: storicamente il mercato italiano è sempre stato tra i più importanti del Vec-chio Continente. Le vendite stanno andando bene, anche se gli attuali problemi ci inducono ad una certa prudenza”.

Però il bilancio è positivo, nonostante la generale contrazione dei consumi …“Spesso il settore della gioielleria non segue l’economia gene-rale. Anzi, appunto perché è un bene rifugio, il prodotto si cerca soprattutto in tempi di crisi. Poi vi è da dire che per le classi so-ciali più abbienti la propensione all’acquisto generalmente non è influenzata dal contesto economico generale”.

Quindi il gioiello è diventato ancor più un prodotto di elite?

“Non direi. Da un lato si creano beni di fascia medio-alta per soddisfare le esigenze di chi si può permettere un investimento di un certo tipo, dall’altro, però, si amplia la gamma con prodot-ti comunque fini ed eleganti e con estrema attenzione al design, ma che siano alla portata delle famiglie che magari non posso-no permettersi o non intendono spendere oltre una certa cifra”.

Perché comunque le fasce meno abbienti della popolazione, giustamente, non intendono rinunciare al prodotto di gioiel-leria …“Le occasioni per donare un gioiello non mancano, per fortuna. Matrimoni, anniversari, battesimi, prime comunioni, cresime, ecc. sono tutti momenti in cui si guarda volentieri al gioiello, anche se non costoso, come segno di affetto e di vicinanza ad una persona”.

Per cui seguite l’evoluzione del mercato?“Un’azienda come la nostra deve innanzitutto comprendere le esigenze che affiorano presso la Clientela e adottare le scelte conseguenti. E’ evidente che la situazione economica della so-cietà italiana sta attraversando forti cambiamenti: se prima il prodotto “gioiello” era indirizzato al ceto medio, oggi si tende a differenziarlo maggiormente a seconda della mutata situa-zione”.

Vi sono differenze a livello territoriale?“Nel Mezzogiorno vi è una percezione diversa del gioiello ri-spetto al Nord. qui è visto soprattutto come oggetto da regalo o un accessorio moda, mentre i meridionali generalmente sono legati molto al valore dell’oggetto. Per loro spesso rappresenta uno status sociale”.

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COVER STORy

Una storia italiana

Dal 1946 il marchio Giorgio Visconti è conosciuto in tutto il mondo per i suoi gioielli,

frutto di innovazione e di un’attenta ricerca stilistica. L’azienda di Valenza nasce dalla

tenacia e dalla creatività del suo fondatore, Giorgio Visconti, che, dopo la Laurea in Arte

applicata, conseguita all’Università di Parigi, torna in Italia ed apre un piccolo laboratorio

nel quale inizia a modellare i suoi preziosi. Creazioni che incontrano subito il favore di

critica e pubblico. Dive del cinema e signore del jet-set internazionale rimangono affascinate dai bijoux-scultura di Giorgio Visconti e ne

decretano il successo a livello mondiale. Nel 1970 il nome di Giorgio Visconti è ormai

identificato con le sue creazioni, ma è solo negli anni Ottanta che inizia la lenta e costante

ascesa del marchio all’estero. Grazie a uno stile riconoscibile e unico, la produzione Giorgio Visconti conquista la

Germania, la Svizzera, il Belgio e l’Olanda. Anche New York non rimane indifferente

all’estro e alla creatività del designer italiano che, in breve, approda in Fifth Avenue e in Madison Avenue, le vie dello shopping

mondano, da sempre appannaggio di firme come Cartier, Tiffany, Baume&Mercier.

Dall’East Coast il passo verso Hollywood è breve, e in poco tempo anche nelle boutique di Miami, Dallas e Los Angeles fanno la loro

comparsa i modelli del marchio. Ancora oggi le creazioni Giorgio Visconti, presenti su tutte le più importanti testate

nazionali e internazionali, sono riconosciute e apprezzate in tutto il mondo per la qualità

dei materiali e per la ricercatezza delle forme. Frutto di una vera e propria perizia costruttiva,

che coniuga il gusto moderno per il design con la migliore tradizione orafa italiana.

In un mercato sempre più globale e unificato, nei gusti come nelle tendenze, i preziosi

dell’azienda piemontese continuano a differenziarsi per l’attenzione e la cura dei

particolari e delle lavorazioni. Creazioni uniche, oggetti dalla forte

personalità, solo per veri intenditori…

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QM - Qualità garantita dalle Marche:La qualità del cibo è qualità della vitaConosciamo più nel dettaglio le ragioni di un marchio e le sue caratteristiche, che consentono al consumatore di individuare a colpo d’occhio prodotti qualitativamente superiori, tracciabili e senza organismi geneticamente modificati.

La parola “qualità” è molto utilizzata in questo periodo: quante volte abbiamo sentito parlare di ricerca, di innova-

zione, di “qualità” come strumenti per poter vincere le sfide del mercato e della globaliz-zazione ?In generale dunque la qualità viene intesa come un elemento positivo, fortemente com-petitivo, un requisito che può fare la differenza al momento della scelta del consumatore: ma come rendere questa qualità immediatamen-te percepibile, soprattutto nel campo alimen-tare ?A questa domanda la Regione Marche ha vo-luto dare una propria risposta, mettendosi direttamente in gioco, facendosi essa stessa garante della qualità, creando un marchio che promuova, garantisca e certifichi la sicurezza e la qualità dell’offerta alimentare regionale.Tutto ciò è possibile grazie alla presenza di un disciplinare rigoroso per ogni tipologia di prodotto certificato e di un sistema di controllo che assicura il rispetto delle norme contenute nel disciplinare, ma anche alla possibilità di ricostruire, in qualsiasi momento, il percorso della tracciabilità e rintracciabilità di un pro-dotto (sistema informatizzato “Si.Tra”, gestito da Assam).

Chiediamo al vice presidente ed Assessore all’Agricoltura della Regione Marche Paolo Petrini, di spiegarci quali ragioni hanno spinto la Regione Marche ad assumere questo ruolo di garante della qualità.“qM è un marchio che rappresenta un percor-so, dove oramai sono incamminati molti dei nostri agricoltori. Noi nelle Marche eravamo già capaci di fare qualità e di produrre generi agroalimentari assolutamente eccellenti, ma questi prodotti venivano individuati con diffi-coltà dal consumatore.qM – qualità garantita dalle Marche ci serve ad elevare ancor più questa qualità ed a farla emergere, riconoscere ed apprezzare dai con-sumatori. Solo in questo modo possiamo far guadagnare valore aggiunto alle nostre azien-de agricole.Sostenere la produzione agricola e favorire una certificazione di qualità, attestata dalla Regione stessa, come qM, vuol dire sapere cosa portiamo in tavola”.questo marchio ci consente di far conoscere ai marchigiani, e non solo, l’offerta di cui sia-mo capaci, un’offerta che va a braccetto con l’eccellenza del gusto, ma anche con la qualità ambientale, con il contesto della biodiversità e del paesaggio, all’interno dei quali questi pro-

CONTROCOPERTINA

Il vicepresidente e assessore all’Agricoltura Regione Marche, Paolo Petrini

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dotti sono coltivati, allevati, un contesto che può dare ulteriore significato e valore alle nostre produzioni”.Appare ormai chiaro come il concetto di qualità alimentare sia parte di un progetto molto più ampio, in cui rientrano la qualità dell’ambiente, la qualità del lavoro e della vita più in generale.L’istituzione del marchio qM ha consentito infatti di perseguire altri obiettivi complementari, che rientrano in una più allargata politica agricola regionale.Oltre ad assicurare maggiore trasparenza nei confronti del consumatore - che con una sola sigla, un solo marchio rico-noscibile vede tutelata l’origine, la qualità e la sicurezza del cibo che arriva sulla sua tavola - la scelta della qualità significa anche tutela della biodiversità.Non è consentita la produzione di alimenti che contengano OGM o che siano stati ottenuti utilizzando materie prime, coa-diuvanti, additivi, ingredienti e mangimi contenenti OGM.Infine non bisogna dimenticare che la produzione di un alimen-to certificato qM è frutto del lavoro di tutta una filiera produt-tiva: ciò si traduce nel dialogo fra tutti gli operatori economici, nella sottoscrizione di accordi, in una più efficiente integrazio-ne e più fruttuosa aggregazione dell’offerta, aumentando di fatto la competitività delle imprese regionali.

Vice presidente Petrini, è questo dunque che significa “Man-giare è un atto agricolo”? Che il cibo è espressione del terri-torio da cui proviene ? “Bisogna avere consapevolezza in merito alla provenienza di ciò che mangiamo, del cibo che arriva sulle nostre tavole,

sembra un fatto scontato, una relazione nota a tutti, ma non è affatto così.Soprattutto i nostri bambini, i nostri giovani oggi mangiano senza sapere nulla di cosa si ha nel piatto, della provenienza, delle modalità attraverso le quali un prodotto si trasforma in alimento. Crediamo di dover riavvicinare il pubblico a quella parte essenziale della nostra vita, riportandola al lavoro che fanno i nostri agricoltori ed allevatori. Solo laddove gli agri-coltori troveranno dei consumatori attenti, dei cittadini consa-pevoli, l’agricoltore potrà riguadagnare un ruolo e continuare a produrre in sicurezza ed in qualità, per il bene della nostra salute ed il gusto del nostro palato”.

I consumatori sono quindi certi di cosa arriva sulle loro tavole ?“L’informazione è una leva fondamentale, è parte integrante di questo percorso, e deve essere utilizzata per divulgare cosa mangiamo: questo si traduce nella rintracciabilità dei lotti, nella possibilità di ricostruire a ritroso un percorso produttivo anche attraverso la conoscenza di tutti gli attori della filiera che hanno contribuito a fare dei prodotti un alimento.questa qualità alimentare garantita, che non tutti hanno, si traduce così anche in promozione del territorio, che sa coniu-gare gusto, eccellenze, qualità e sicurezza alimentare”.

Uno degli stand dedicati ai prodotti qM alla recente manifestazione del Vipitaly di Urbino

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CONTROCOPERTINA

I disciplinari approvati del marchio Qm:

• Disciplinare “filiera cereali” sezione prima “frumento duro, frumento tenero e prodotti derivati”• Disciplinare“filiera cereali” sezione seconda “cereali minori”• Disciplinare “latte crudo e latte fresco pastorizzato di alta qualità”• Disciplinare “filiera prodotti lattierocaseari”• Disciplinare “filiera carni suine fresche e trasformate”• Disciplinare “filiera carni ovine”• Disciplinare “filiera ittica”• Disciplinare “molluschi”• Disciplinare “olio extravergine di oliva –oli monovarietali”• “Filiera prodotti ortofrutticoli freschi e trasformati da produzione integrata”• Disciplinare “miele”• Disciplinare “agriturismo”• Disciplinare “ristorazione”• Disciplinare “settore uova”

QUANDO SI PUO’ UTILIZZARE IL MARCHIO QM?

Il marchio può essere utilizzato per:

• prodotti di qualità già riconosciuti a livello comunitario o nazionale (DOP, IGP, DOC, DOCG, prodotti da agricoltura biologica ecc…) per i quali il disciplinare esistente viene integralmente adottato con l’aggiunta degli elementi caratterizzanti il marchio (integrazioni relative alla tracciabilità e all’informazione al consumatore, divieto di utilizzare OGM …);

• prodotti che rispettano disciplinari appositamente redatti da gruppi di lavoro (focus group) coordinati dall’ASSAM e approvati dalla Giunta Regionale;

• servizi correlati ai prodotti a marchio (es. agriturismo e ristorazione) anche in questo caso sulla base di appositi disciplinari.

I prodotti e i servizi correlati per i quali possono essere richieste iscrizioni da parte di soggetti pubblici o privati debbono rientrare in un elenco presente nel regolamento d’uso del marchio.

Come si “fa” la qualità?Nulla è lasciato al caso, ma tutto è parte di un sistema serio e rigoroso.Per “fare qualità” occorre creare un sistema, che comprende ruoli e competenze, regole e controlli, informazione e traspa-renza in tutte le fasi produttive. Il potersi fregiare del logo qM

– Qualità Marche è solo la “summa” di un processo meticolo-so, rigoroso, dove nulla è lasciato al caso.Il logo è la parte visibile di un lungo lavoro invisibile, cui con-corrono vari soggetti a titolo diverso, con un unico obiettivo: rendere il consumatore sicuro quando acquista e quando consuma un prodotto a marchio QM.

Ruoli e competenze I ruoli e le competenze sono svolti da soggetti pubblici e privati: ne citiamo alcuni anche se la catena di comando e controllo è in realtà più complessa.

La Giunta Regionale è titolare del marchio e garante del si-stema, approva il regolamento e le linee guida, individua i pro-dotti a marchio qM, approva e revisiona i rispettivi disciplinari.Il suo ruolo è coadiuvato dal Comitato regionale per la Qualità Agroalimentare, presieduto dall’Assessore, che svolge funzio-ni consultive e di supporto tecnico-scientifico e dal Servizio Agricoltura, Forestazione e Pesca della Regione con attività di gestione e coordinamento.

L’ASSAM – Agenzia Servizi Settore Agroalimentare delle Mar-che coordina l’attività dei focus group di ogni singola filiera che, in conformità alle linee guida regionali, redigono i disciplinari ed effettuano la valutazione di quelli redatti da soggetti terzi ai fini dell’approvazione da parte della Giunta regionale; l’ASSAM, inoltre, gestisce operativamente il sistema Si.Tra..

I concessionari sono i titolari della licenza d’uso del marchio QM; infine vi sono gli organismi di controllo privati e le auto-rità pubbliche che, previa autorizzazione regionale, accertano il rispetto, da parte dei concessionari, delle prescrizioni conte-nute nei disciplinari e del regolamento d’uso del marchio.

I disciplinari vengono redatti sulla base di linee guida regionali che fissano alcuni principi fondamentali:• il divieto di utilizzare OGM in tutte le fasi del processo pro-duttivo;• l’individuazione, per i prodotti e i servizi, di standard qualita-tivi significativamente superiori ai minimi di legge;• la definizione di regole che permettano di conseguire risul-tati tangibili nei campi della sicurezza alimentare, della tutela ambientale, della salute delle piante e della salute e del be-nessere degli animali.

I controlli L’adesione al marchio prevede, a garanzia dei consumatori, l’adozione di un sistema di controllo articolato su più livelli:• autocontrollo da parte dei produttori secondo le prescrizioni dei diversi disciplinari, utile anche per semplificare i livelli di controllo successivi, può incidere favorevolmente sui costi del-la certificazione;• controllo di parte seconda esercitato dai concessionari, ossia da quei soggetti (preferibilmente associazioni, organiz-zazioni di produttori o consorzi di tutela) che, coordinando la filiera, rappresentano il “fulcro” del sistema; • controllo di parte terza effettuato da organismi indipendenti autorizzati (pubblici o privati) che operano in conformità alla norma UNI CEI EN 45011 e rispettano le prescrizioni regionali sulle procedure di controllo; • verifica del rispetto dei requisiti da parte di un soggetto pubblico istituito ai sensi della LR 23/2003. Tale funzione è svolta dall’Unità Territoriale di Vigilanza e si articola su due livelli: sull’operatività degli organismi di controllo (OdC) e sulla corretta applicazione dei piani di controllo contenuti nei rego-lamenti tecnici per le procedure di controllo.

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L’ultima fase del percorso produttivo degli alimenti a marchio qM è quello della commercializzazione, cioè quando il cittadino-consumatore è chiamato a fare la

sua scelta. Le filiere certificate ad oggi sono il Latte Alta Qualità – la Car-ne Bovina - Cereali e Pasta - Cereali e Pane – la Pasta all'uovo - la Carne Suina. La tracciabilità completa di tutta la filiera viene inoltre garantita anche per alcune specie ittiche non ancora certificate.Per capire meglio quali sono i prodotti a marchio qM che si possono trovare nei nostri supermercati, ci facciamo aiutare da una guida speciale, il funzionario Ferruccio Luciani, Respon-sabile QM della Regione Marche.

Quali sono i prodotti certificati QM?“I prodotti qM sono i “vip” delle nostre produzioni tipiche, sono dei prodotti di qualità certificata sulla base di uno standard di produzione approvato dall’Unione Europea. Tutte le 5 province sono ben rappresentate dai prodotti a marchio qM, che sono equamente distribuiti sul territorio.Abbiamo già 11 soggetti con licenza e 13 che si stanno certifi-cando; ognuno di questi soggetti ha dietro una vera e propria filiera composta da produttori primari e trasformatori, fino ad arrivare a chi si occupa della commercializzazione.Essere un prodotto a marchio qM significa, oltre a rispettare standard di qualità elevati, anche dare un’informazione com-pleta al consumatore su tutta la storia del prodotto, che si tra-duce in tracciabilità, ma anche informazione interattiva: poter sapere in tempo reale dove acquistare il prodotto oppure le ca-ratteristiche contenute nel disciplinare di produzione”.

Prevedete che il “paniere” si arricchirà a breve di altri prodotti? “Il paniere si arricchisce continuamente di nuovi prodotti, an-che se avviare il processo produttivo certificato è lungo e com-plesso. Il nostro auspicio è di avere al più presto menù sempre più completi e diversificati. L’obiettivo è avere una serie sempre più allargata di prodotti certificati che nel loro insieme costituiscano un pasto completo tutto garantito qM. Tra l’altro vale la pena di ricordare che an-che i servizi possono essere certificati qM, come la ristorazione e l’azienda agrituristica. Abbiamo così cuochi specializzati, che sanno abbinare i vari prodotti a marchio qM in modo sempre più creativo, gustoso, piacevole per il palato, ma soprattutto sano per la nostra salute”.

E adesso facciamo la spesa:quali sono i prodotti a marchio Qm?

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Èsufficiente andare sul sito www.qM.marche.it, dove è possibile rin-

tracciare ogni singolo lotto di prodotto acquistato. questo è già possibile per il latte, per il pane, e per la pasta, e per al-cuni tipi di carne, che si stan-no certificando, sia bovina che suina”. Verificare la prove-nienza di un lotto è davvero fa-cile: una volta collegati al sito, dalla home page basta andare su Prodotti qM, scegliere la categoria di interesse: il pas-so successivo è inserire il n. del lotto o la data di scaden-za riportati sulla confezione e tutta la storia del prodotto è

ricomposta in un clic.Il siste-ma di tracciabilità informatico Si.Tra. nasce da un progetto dell’ASSAM, in collaborazio-ne con la Regione Marche, nell’ambito delle attività fina-lizzate alla qualità e tracciabi-lità nell’agroalimentare al fine di soddisfare i requisiti del Reg. CE 178/2002. Il sistema Si.Tra si basa sull’acquisizione di informa-zioni da monte a valle della produzione, creando così i presupposti della rintracciabi-lità ai fini del controllo, ovvero la ricostruzione della storia del prodotto, fino alla sua ori-gine, individuando gli operato-

ri coinvolti nel processo pro-duttivo.Il Si.Tra. può essere applicato a tutte le filiere agroalimen-tari, nelle fasi di produzione, trasformazione e distribuzio-ne, permettendo così la rac-colta delle informazioni come richieste dall’art. 18 del reg. 178/2002Il consumatore può conoscere l’origine del prodotto stesso e delle materie prime non-ché delle caratteristiche di prodotto e processo e sapere in tempo reale i punti vendita che hanno disponibili di pro-dotti tracciati (informazioni proattive).

Lo sapevate che ...

Come è possibile ricostruire la “vita” di un prodotto?

• Tracciabilità: indica il per-corso da monte a valle, la possibilità di seguire il pro-cesso produttivo dalle mate-rie prime fino al prodotto fi-nito (nel caso della carne, dal mangime alla bistecca che compriamo al supermerca-to).

• Rintracciabilità: significa avere la possibilità di riper-correre il processo produttivo a ritroso, da valle a monte, in pratica dal prodotto finito all’origine della materia pri-ma (dalla carne che arriva in tavola all’allevamento). Ov-

viamente non si può rintrac-ciare il percorso del prodotto, se prima non è stato traccia-to.

• La filiera è l’insieme delle tappe del processo produtti-vo, cioè tutte le aziende che concorrono alla formazione, distribuzione, commercia-lizzazione e fornitura di un prodotto agroalimentare. Per esempio, la filiera del-la carne è così costituita: mangimificio, allevamento, macello, lavorazione, confe-zionamento ed etichettatura, distribuzione, consumatore.

• Il disciplinare di produzione è l’insieme delle indicazioni e/o prassi operative a cui il produttore del prodotto certi-ficato deve attenersi. queste regole, nel caso del marchio qM, vengono stabilite dalla Regione Marche e rappre-sentano l’essenza stessa della certificazione poiché definiscono le qualità garan-tite al consumatore che ac-quista il prodotto certificato.

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IL PERSONAGGIO

Signora Guerritore, Lei è oggi una delle più applaudite attrici italiane di teatro, un’icona della forza interpretativa fem-

minile. Come è stato il Suo incontro con il mondo dello spettacolo?“Sono sempre stata affascinata dall’animazio-ne. Da piccola per me erano solo immagini in movimento, ma avevano su di me una forza at-trattiva incredibile. Spesso facevo finta di stare male per restare a casa e guardare i film in bianco e nero, che in Tv venivano trasmessi la mattina. Mi ricordo, in particolare, quanto mi coinvolgesse il film “Anna karenina”, interpre-tato da Greta Garbo. Il mio amore per la scena e per la musica è nato lì: da un lato l’inten-sità della sua interpretazione, dall’altro quel crescendo incredibile di note, che adoravo. Successivamente ho scoperto che la colonna sonora del film era tratta dal Guglielmo Tell di Rossini, diretto da Riccardo Muti. Le forti emo-zioni che provavo di fronte a simili spettacoli mi hanno proiettata, anima e corpo, verso la scena”.

Quando è salita per la prima volta su un pal-co?“A sedici anni, al Piccolo Teatro di Milano, di-retta da Giorgio Strehler. Il teatro è un luogo dove mi sono sentita subito bene, ho scoperto un modo di vivere diverso. Ho sempre soffer-to di solitudine, è stata una costante nella mia vita, sin dall’infanzia, ma quando sono entrata a far parte della compagnia il ‘Giardino dei ci-liegi’ vedendo lo spettacolo formarsi, il palco che all’inizio era nulla e poi prendeva vita, con

le luci e la musica, trasformandosi in “altro”, ho cominciato a provare delle emozioni inten-se, mai provate prima. L’altro che diventa rac-conto, al di là dell’immagine fine a se stessa, è ciò che mi ha sempre di più interessata, sia al teatro, che al cinema o in TV”.

Come ha tradotto questa fascinazione in sce-na?“Al cinema è più facile, ci sono molte tecni-che di dissimulazione che possono essere utilizzate. In teatro tutto avviene in diretta, c’è un coinvolgimento totale dell’attore e del suo pubblico; quando si interpreta un perso-naggio, se si ha in mente altro, questo stato d’animo traspare. Ho sempre creduto che il potenziale espressivo delle scene, nonostante la millenaria esistenza dei palchi, sia ancora tutto da scoprire. Così, nel 2004, ho portato la tridimensionalità in teatro, il Triplex: per la mia Giovanna d’Arco non mi bastava più espri-mermi con la mente, con il corpo e con l’ani-ma, non bastavano più la musica e i testi, ave-vo bisogno di un immaginario per far diventare la protagonista, un’eroina dei nostri giorni. Avevo bisogno di un buco nero sullo sfondo, di una terza dimensione. L’effetto è stato di una potenza unica”.

Come è avvenuta la Sua formazione artistica? “quando ho esordito, seguivo il mio istinto, ero una giovane ancora acerba. Originariamente, la passione mi è stata data proprio dall’esse-re consapevole di non sapere nulla. Il maestro Strehler mi diceva sempre: ‘Essere inconsape-

Monica Guerritorequando va in scena fa tremare il palco con la sua straordinaria espressività: è Madame Bovary che cerca amore, Giovanna d’Arco che lotta per la libertà, Oriana fallaci che sfugge alla morte. Dalla solitudine infantile al successo inarrestabile: così la musa di Strehler si racconta a ML

Di A. Dachan

L’incontro con l’artista

Immaginate l’intensità della sua voce, il suo

modo di raccontare le emozioni,

quell’eleganza espressiva che

trasforma ogni singola parola in una

piece de theatre…

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vole ti rende libera.’ Per me è stato davvero così: non ho niente da difendere, non ho procedure da rispettare: faccio sempre tutto con spirito di ricerca, seguo l’istinto, il cuore. Il fatto di non aver studiato, di non aver imparato, di essermi buttata sul-la scena armata di sola passione mi ha spinto a cercare nella danza, nelle immagini, nei miti, negli archetipi, nella filosofia gli stimoli per interpretare i miei personaggi. Non sapevo nul-la, leggevo e mi rendevo sempre più conto che la realtà delle cose appartiene a chi le osserva. Ciò che è più bello in questo viaggio erratico, disordinato, è che il pubblico è in sintonia con me, come se vivesse le mie stesse emozioni, come se avesse appreso ciò che ho appreso io”.

In quale dei personaggi che ha interpretato si rispecchia di più?“No, io non mi rispecchio nei personaggi. Ci sono stati che noi attraversiamo e che ritroviamo nella scena. Ad esempio in Ma-dame Bovary c’è la ricerca di qualcuno che ti guardi, perché altrimenti non sei, nella mia Oriana fallaci c’è molto Paul Va-lerie, con il sogno della scrittura, le lettere giganti, il mondo che ti divora… Il teatro è una continua sperimentazione. A li-vello di tensione artistica e spirituale, il personaggio che mi ha portato più in alto è stato Giovanna d’Arco. Dentro di lei c’è la forza del pensiero di Nietzche, di Giordano Bruno, dentro di lei tutto è amplificato”.

Secondo Lei, oggi come oggi, qual è il ruolo del teatro?“Vedo che in questo deserto dei tartari, in questa desolazione, in questa agonia che ci prende, ci stiamo riducendo ad una dimensione bestiale. La vita vera è altro, è quel qualcosa ine-spresso dentro di noi che non muore mai, che riesce ad espri-mersi attraverso l’arte: ecco perché i teatri sono pieni, mentre tutto intorno muore. è l’altra vita, intoccabile, è la vita dell’es-sere umano”. Cosa l’ha spinta, per riprendere le parole di Helene Cixous, a

“riprendere il respiro” di Oriana fallaci?“Onestamente, è un mistero anche per me. questo personag-gio trasmette una dignità nell’essere portato in scena simile a personaggi delle tragedie greche. La morte sempre accanto, la grandezza e la forza della scrittura, la separazione tra Oriana e la fallaci; la malattia, il voler far continuare a vivere il suo sé. Si è spenta piccola, ferita. è la ricerca di qualcosa che possia-mo andare a scoprire; la libero dalle gabbie ideologiche che le sono state costruite addosso. è l’intelligenza, la femminilità sgarbata, che dice ciò che pensa, che non è accomodante. fa una grande impressione quando entra in scena, fa quasi paura per quanto è forte”.

Quest’anno Le è stato assegnato a Jesi il Premio Internazio-nale Valeria Moriconi per la sua forte personalità artistica e la passionalità delle interpretazioni. Come ha accolto questo riconoscimento?“è stato bellissimo, è il primo premio che ho ricevuto nella mia carriera. Con Valeria Moriconi ho condiviso molto: lei è stata antesignano nel proporre se stessa senza rinunciare alla fem-minilità, senza rinunciare a tutti i suoi volti, quello della gio-vinezza, quello della maturità. è stata un’attrice e una donna straordinaria. Sono stata molto felice si ricevere questo rico-noscimento a jesi, nelle Marche, una terra che io amo molto”.

È un amore certamente contraccambiato...“Guardi, appena le ruote anteriori della mia auto entrano nelle Marche, mi sento avvolta da un’assoluta meraviglia, da un ab-braccio caloroso. questa regione è uno dei posti più belli del mondo, sia in estate, che in inverno. Recentemente ho aperto sia la Stagione Teatrale a fano, che a San Severino. Sono state due esperienze molto emozionanti per me. Sono molto grata ai Direttori che mi hanno scelta e grata al pubblico che ogni volta che mi accoglie con gioia. In teatro il bello di poter stare insie-me, in silenzio, è che si arriva fino a ritrovare Dio dentro di sé”.

Monica scrittrice:

La forza del cuore“È il mio primo libro, che è uscito anche in edizione Oscar. Dentro c’è qualcosa da conservare, ci sono i riferimenti ai libri che mi hanno ispirata, colpita, aiutata. Come si entra da un’esperienza e come se ne esce, attraverso certe letture. Ho voluto raccontare la mia esperienza con le parole scritte”.

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Trapianti: Marche tra regioni piu’ attive per donazioni organiLe Marche sono tra le regioni italiane piu’ attive nel settore dei trapianti di organi: al terzo posto in ambito nazionale dopo Toscana e friuli, mentre all’interno del Nord Italia Transplan Program (NITP) le Marche, insieme con il friuli, nel 2011 mantengono il più alto tasso di donazioni: 27,4 donatori utilizzati per milioni di abitanti, rispetto ai 18,4 dell’Italia. Sono i dati resi noti da Duilio Testasecca, coordinatore del Centro regionale trapianti, in occa-sione della XXIV la 34esima riunione tecnico-scientifica del NITP (Nord Italia Transplant program), alla quale hanno partecipato oltre 300 operatori, che si è svolta alla Mole Vanvitelliana di Ancona dal 9 all’11 ottobre scorso. “questi risultati - ha spiegato Duilio Testasecca, coordinatore del Centro regionale trapianti - sono stati resi possibili grazie al forte impegno della Regione sia sul versante dell’organizzazione che della formazione del personale. Importanti poi le iniziative intraprese per sensibilizzare la popolazione alla donazione di organi e tessuti”.

Trapianti: Marche

tra le piu’ attive per donazionidi organi

MARCHE D’ECCELLENZA: II WORKSHOPL’Università degli Studi di Macerata ha ospitato, il 9 novembre, il II workshop Marche d’Eccellenza, il forum permanente del Made in Marche. L’iniziativa,

condotta dal Professor Angelo Serri, ha visto la partecipazione, oltre che del-le Autorità locali, di importanti esponenti del mondo accademico, aziendale, imprenditoriale e giornalistico. All’interno della MadeinMarche Gallery, sono

stati esposti i simboli delle Marche d’Eccellenza, ovvero quei prodotti che, per lavorazione, qualità, valore e unicità, sono diventati fiore all’occhiello

delle creazioni regionali. Il workshop è stato promosso dalla Regione Mar-che, dall’Union Camere Marche, dall’Università di Macerata, da Tipicità e da

UBI Banca Popolare di Ancona.

MARCHE D’ECCELLENZA: II WORKSHOP

Medicina alternativa: + 15% in Italia, pazienti soddisfatti

Medicina alternativa: + 15% in Italia, pazienti soddisfattiPassando al setaccio 100 mila interviste Istat sul rapporto tra gli italiani e la loro salute, i ricercatori dell’Università Politecnica delle Marche e quelli dell’Università di Urbino, hanno rilevato che quasi il 15% degli intervistati

(per la precisione il 14,4%) dichiara di affidarsi alla medicina non convenzio-nale. In testa l’osteopatia, tecnica che tratta le disfunzioni neuro-muscolo-scheletriche tramite la manipolazione di muscoli e articolazioni. A questa è ricorso il 7,6% dei pazienti intervistati. Gli altri metodi terapeutici alter-

nativi usati sono l’omeopatia (7% dei casi), i rimedi di erboristeria (4,1%) e l’agopuntura (2,1%). I dati sono stati presentati l’11 ottobre scorso a Roma

da Paolo Roberto di Sarsina dell’Istituto Superiore di Sanità, al convegno “Medicine non convenzionali: serve una regolamentazione?”, che ha anche

sottolineato come l’elemento più importante che emerge dallo studio è quel-lo della soddisfazione dei pazienti, anche quelli cronici, successiva al ricorso

a questo tipo di trattamenti.

Unioncamere:Tra luglio e ottobre 339 imprese in piu’Tra luglio e ottobre in 2.227 hanno deciso di avviare un’attività imprenditoriale nelle Marche mentre a cessare l’attività sono stati 1.888. La crisi non ferma la nascita di nuove imprese, che alla fine di settembre erano 339 in più rispetto a tre mesi prima.Il dato viene reso noto da Uniocamere Marche, che rileva un rallen-tamento dato che nel secondo trimestre del 2011 le imprese erano aumentate di 1.030 unità. Guardando alle singole province, il Centro Studi Unioncamere, che ha elaborato i dati Movimprese sulla natalità e mortalità delle imprese, ha evidenziato come il maggior tasso di crescita (+0,44%) si sia avuto a fermo. Subito dopo c’è Pesaro-Ur-bino (+0,34%), seguita da Ascoli Piceno (+0,30%) e Ancona (+0,25%). Arretra invece la provincia di Macerata, con un calo dello 0,22%. Secondo il Presidente di Unioncamere Drudi “la priorità e’ puntare sull’internazionalizzazione”.

Unioncamere:tra luglio e

ottobre 339 imprese in piu’

BREVI DAL TERRITORIO

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Rolex Tudor Cartier Damiani Bulgari Patek PhilippeOfficine Panerai Jaeger-LeCoultre Audemars Piguet

Pomellato Breguet Chopard Chanel IWCDodo Mimì Giorgio Visconti

Ogni gioielleria Bartorelli propone i marchi elencatinel rispetto delle concessioni concordate

pubblicita? fancy:Layout 4 9-04-2010 10:23 Pagina 1

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Arriva un momento in cui, nel piccolo laboratorio di via Roma, a Castelplanio (AN), il profumo del cioccolato è talmente forte da stordire. Perché per Paolo Mencarelli,

artigiano del cioccolato, questo è un momento di grande fer-mento: si deve preparare il Natale, soprattutto questo Natale 2011, nel quale lancerà sul mercato il suo torrone nocciolato, con nocciole intere e con le molte varianti di farro soffiato, caffè, olio extravergine di oliva… E tutto deve essere pronto anche per i cesti che puntualmente saranno richiesti con le confezioni di cioccolato, anche perso-nalizzate, la crema spalmabile all’olio di oliva, tutte le specialità tra praline (chicchi di caffè, noci di Macadamia, cubetti di cocco, mandorle, pistacchi, tutti ricoperti di cioccolato) e tavolette (al latte, fondenti, al peperoncino, al sale, ecc.).Golosità a non finire che vanno ad aggiungersi alle tante altre che vengono create in queste stanze dove il cacao è protagoni-sta e che portano impressa, con orgoglio, quella marchigianità che è fatta anche dei sapori di questa terra. Esiste, infatti, un alto artigianato anche nella passione per il cacao e per le sue declinazioni, un alto artigianato che fonde il cioccolato con il vino di visciole, con il vino cotto, con la grappa al Verdicchio, con la Moretta di fano, con il Lacrima di Morro d’Alba (cinque praline realizzate con vini e liquori tipici racchiuse in un’unica confezio-ne di “Cioccolosità delle Marche”), che riveste la marchigianis-sima lonzetta di fico, tanto da coniugare tradizione e rivoluzione, ricerca sperimentale e ricette del passato. Paolo Mencarelli in una pasticceria c’è cresciuto: rappresenta la terza generazione di una tradizione passata per il padre Gian-carlo che a sua volta aveva ricevuto un forno in eredità dal padre

ALTO ARTIGIANATO

Un’autentica passione per il cioccolatoL’artigiano Paolo Mencarelli la incarna e la interpreta, rivisitandola con i sapori delle Marche che sta facendo conoscere in tutto il mondo, proprio attraverso le sue creazioni che rappresentano una vera e propria tentazione alla quale non sanno resistere… nemmeno i giapponesi

Di C. Carnevali

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Otello (tanto che il punto vendita si chiama ancora così!). E in casa Mencarelli ognuno ha voluto mettere un po’ della propria personalità nell’attività di famiglia, fino a Paolo che, appunto, ha portato la sua passione per il cacao e soprattutto per le specia-lità che possono derivarne. Il marchio “Mencarelli – Cocoa Passion” nasce nel 2008, a com-pletare il laboratorio del cioccolato avviato nel 2006. E il sogno prende forma e con esso la possibilità di sperimentare abbina-menti sempre nuovi, come l’ultimo, di cui siamo stati testimoni: un ovetto di cioccolato ripieno di crema all’olio di tartufo, una produzione per conto terzi, che si affianca alle tante “sciccherie” che vengono prodotte con marchio proprio o quelle personaliz-zate per i tanti clienti che si affidano a una sapiente arte. E di arte, in questo piccolo angolo di Marche, ce n’è tanta: Pa-olo Mencarelli non usa blocchi di marmo, né martelli, ma una fontana di Trevi di cioccolato l’ha realizzata e non è stata certa-mente l’unica scultura, uova di Pasqua decorate a parte! E poi c’è l’antica sapienza della nostra terra, la maestria dell’artigiano e quelle ricette scritte a penna che si trovano in ogni angolo del laboratorio e che, dando l’idea della volontà di rivisitare la tradi-zione del passato con le nuove intuizioni di oggi, fanno perdere per un momento la cognizione del tempo e dello spazio.Il posizionamento sul mercato è medio – alto e la diffusione sta superando i confini della nostra regione, anche perché Paolo Mencarelli partecipa a poche fiere (nel marzo scorso è stato a Londra per La Dolce Vita, “festival - vetrina” dedicato alle eccel-lenze italiane ed evento da non perdere per gli appassionati dei prodotti dell’enogastronomia italiana), ma che gli permettono di presentare e far scoprire queste produzioni di nicchia che, ovvia-

mente, risultano sempre particolarmente gradite.L’ultima in ordine di tempo è di inizio novembre a Merano (BZ) per la ventesima edizione del Merano wine festival, considerato l’evento più elitario e più elegante per la selezione della qualità proveniente da tutto il mondo. E chi scopre le specialità mar-chigiane firmate da Paolo Mencarelli non le dimentica! E’ per questo che, pur se nelle limitate quantità che un artigiano riesce a produrre, questa passione ha raggiunto la Norvegia (un punto vendita a Oslo per prodotti italiani di nicchia e di alta qualità) e il Giappone, per una fornitura di lonzette di fico, realizzate, però, secondo i gusti nipponici e nelle confezioni a loro più gradite, come ad esempio le scatole da sei pezzi da 60 grammi… Ma hanno richiesto anche la lonzetta di fico più classica, ricoperta di cioccolato. “Lavorando con i mercati esteri – afferma Paolo Mencarelli – si imparano sempre cose nuove.E sono informazioni di cui un piccolo laboratorio come questo, ha necessità”.

Originalità e qualità: ogni dolce prodotto è una

piccola opera d’arte..

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INTERNAZIONALIZZAZIONE

La Macroregione Adriatico – Ionica (for-mata da Croazia, Albania, Slovenia, Bosnia Herzegovina, Serbia, Montene-

gro, Grecia e le regioni italiane sul bacino) ha un’altra data importante da inserire nella sua storia, quella dell’11 ottobre 2011. Dopo undi-ci anni e mezzo di lavoro svolto tutti insieme, dal maggio 2000 e dalla prima Dichiarazione di Ancona, quando le Marche si sono fatte pro-motrici di un intenso lavoro di pace e svilup-po destinato agli Stati posti sull’altra sponda dell’Adriatico, sempre le Marche, attraverso l’attuale presidente Gian Mario Spacca, si sono fatte relatrici di istanze di cooperazione e hanno portato a casa da Bruxelles un voto all’unanimità del Comitato delle Regioni, con 275 Regioni d’Europa favorevoli a quella che è a tutti gli effetti la terza Strategia UE dopo le macroregioni del Baltico e del Danubio. Di fat-to è stato approvato in via definitiva il parere sulla “Cooperazione nel bacino del Mediterra-neo attraverso la Macroregione Adriatico – Io-nica” di cui Spacca era relatore. Un passaggio decisivo, dopo il Consiglio europeo del giugno scorso: la strada ormai dovrebbe essere in di-scesa per un riconoscimento ufficiale da parte dell’Unione Europea entro il 2014, periodo nel quale sarà avviata anche la nuova program-mazione europea di fondi prevista fino al 2020 che dovrebbe essere orientata, con priorità, alle macroregioni. “L’Unione europea – ha detto Spacca durante

la sua relazione – potrà essere davvero prota-gonista nello scenario mondiale, se anche enti locali e regionali sapranno agire e interagire dentro una governance in grado di rispondere alle esigenze della globalizzazione e all’avan-zare dell’integrazione europea che elimina frontiere, unisce mercati, avvicina i cittadini nel rispetto delle sovranità nazionali. La go-vernance multilivello rafforza la dimensione democratica dell’UE e accresce l’efficacia dei processi per raggiungere obiettivi essenziali come l’Europa dei cittadini, crescita economi-ca e sociale, sviluppo sostenibile. La strategia europea delle macroregioni nasce per rag-giungere questi obiettivi. Le due macrostra-tegie già avviate per Baltico e Danubio, quel-la Adriatico – Ionica e le altre già annunciate (Mare del Nord, Manica, Arco Alpino, Arco At-lantico, Mar Nero e Mediterraneo) potranno tutte favorire interconnessioni infrastrutturali e sinergie”.Con l’approvazione del Comitato delle Regioni prende il via un piano di azione che prevede, tra l’altro, attività concrete in ambito infra-strutture, ambiente, politica marittima inte-grata, sicurezza, trasporti, ecc. e si sono già avuti risultati precisi, come l’emendamento all’indirizzo della Commissione europea in merito al prolungamento a sud del Corridoio baltico – adriatico per il quale era stato appro-vato un indirizzo per il Parlamento europeo e per lo stesso Comitato delle Regioni che lo

Macroregione,un altro passo avantiApprovazione all’unanimità nella sessione plenaria del Comitato delle Regioni con conseguente adozione di un emendamento per il prolungamento a Sud del Corridoio Baltico – Adriatico. Relatore del parere sulla cooperazione nel Mediterraneo il Presidente marchigiano Gian Mario Spacca

Di C. Carnevali

Gian Mario SpaccaPresidente della Regione Marche

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vedeva esteso da Helsinki a Ravenna. Oggi, invece, con il documento approvato in sede di sessione plenaria, la novan-taduesima del Comitato delle Regioni, il Corridoio, con le previste connessioni intermodali, interessa anche le Marche, Ancona e il porto dorico, inseriti a pieno titolo nel tracciato.“Dobbiamo agire da subito – ha ribadi-to Spacca – ancora prima del 2014, in un’ottica macroregionale. Nel frattem-po, quindi, non si rimane fermi, ma si comincia con la fase operativa, costitu-ita dall’elaborazione del Piano di azione che dovrà essere avviata dalle istituzio-ni regionali e locali, in stretto partena-riato con i livelli nazionali. La strategia macroregionale, pur essendo promossa dagli Stati, sulla base del principio di sussidiarietà, deve sorgere dal basso e comportare un forte protagonismo dei territori interessati affinché siano essi a sviluppare i rapporti, gli accordi e le pro-cedure per rendere possibile una effetti-va cooperazione”.Infatti, come è stato scritto nel docu-mento approvato: “Le Strategie ma-croregionali del Baltico, del Danubio, insieme a quella adriatico ionica e alle future strategie dell’UE possono creare interconnessioni e sinergie, anche in-frastrutturali e dovrebbero costituire un

asse ideale fra nord e sud dell’Europa. In questo contesto, la macroregione adria-tico ionica rafforzerebbe e decongestio-nerebbe l’accesso sudorientale dell’Eu-ropa, potendo comprendere anche l’area del Mediterraneo centro orientale attra-verso l’allungamento del Corridoio balti-co - adriatico, previsto dalla comunica-zione della Commissione del 29 giugno 2011 e la sua connessione con le reti in-termodali”. Un bel traguardo che, probabilmente, nessuno avrebbe immaginato nel mo-mento in cui le Marche si sono proposte di guidare, sotto tutti i punti di vista (città, Camere di Commercio, Università, ecc.), organismi di cooperazione. forse un obiettivo al quale si sta tendendo sin dal-la fondazione dell’Iniziativa Adriatico Io-nica (IAI) che proprio ad Ancona ha il suo Segretariato permanente, organismo che, con la sua funzione di coordinazione e di organizzazione anche documentale, ha giocato un ruolo importante in questo percorso, avendo avuto anche il meri-to di guardare oltre e in ottica europea, comprendendone le direzioni e le oppor-tunità. E ciò che da mesi si auspicava è sicuramente il primo atto ufficiale per l’istituzione formale e ufficiale di que-sto strumento comunitario rappresen-tato dalla Strategia della Macroregione

Adriatico Ionica, terza in Europa dopo Baltico e Danubio e la prima del nostro Paese.Come più volte dichiarato anche dal mi-nistro degli Esteri franco frattini e dal sottosegretario Alfredo Mantica, anche in occasione del decennale della Dichia-razione di Ancona (stilata quale proto-collo di cooperazione tra l’Italia e i Paesi balcanici), non si tratterà di mettere in piedi nuove infrastrutture istituziona-li, ma una rete tra le esistenti, orienta-ta ad azioni comuni e progetti destinati all’intera area. E c’è un preciso indirizzo dell’Unione europea a favorire e soste-nere le macroregioni, dando loro priori-tà e destinando fondi cospicui (già nel-la presente programmazione sono stati destinati oltre 120 milioni di euro, per il 2012, alla da poco costituita Strategia danubiana), destinati allo sviluppo dei territori e della loro competitività. que-sto bacino, la cui proposta insiste sulle infrastrutture, su ambiente ed energia, risorse culturali e turistiche, coopera-zione tra PMI, dovrà, quindi, muoversi in fretta nel far riconoscere la propria Strategia, per essere pienamente con-siderato nella programmazione dei fondi strutturali 2014/2020: i criteri di utilizzo e di assegnazione dei finanziamenti favori-ranno le macroregioni.

La Macroregione Adriatico - Ionica fotografata dal satellite

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fORMAZIONE

Questi attori del mercato hanno acquisito delle caratte-ristiche e sviluppato delle peculiarità che li hanno resi resistenti ai marosi del mercato. Un grande focus sulle

risorse interne ha funzionato come il caricare una molla per poter poi esplodere l’azione sui mercati esteri con vigore e strategie mirate.Uno degli aspetti più interessanti è stato il ritorno all’attenzio-ne verso le risorse umane. La selezione più precisa e funzio-nale agli obiettivi, la formazione come momento continuativo, la necessità di inquadrare l’atteggiamento come terreno di col-tura per i tecnicismi.La richiesta di “giovani talenti” è diventata un leit motiv da parte delle aziende. La giustificazione sta nel fatto che que-ste rispondono meglio e più velocemente ai requisiti necessari per operare nella situazione attuale. Scuole di alta formazione come i Master Sida, attraverso la loro azione sono senz’altro uno dei maggiori catalizzatori di giovani talenti sul territo-rio nazionale. Il fatto di svolgere le proprie attività formative in cinque sedi (Ancona, Pescara, Perugia, Bologna e Parma) permette di individuare i flussi dei maggiori centri universitari. Attraverso la selezione di ingresso ai Master Sida, i coordina-tori incontrano più di mille persone l’anno, sottoposte a test di cultura aziendale (60 domande a risposta chiusa), colloquio motivazionale e analisi del cv. Si formano, in questo modo, aule di grande livello, che affrontano un percorso fatto di docenze ad alto tasso pratico con lezioni tenute dai maggiori esperti delle materie aziendali che il mercato del lavoro evidenzia per successi e lavoro.La fase più interessante è quella del Talent Management. In-fatti il personale delle sedi - coordinatore, psicologo e tutor d’aula - gestiscono il gruppo già come team di lavoro dal pri-mo giorno. Disciplina e formazione vanno di pari passo. Si svi-luppano professionalità e personalità. Nel contempo parte un processo di ricerca di opportunità per tirocini in azienda. Una ricerca qualificata. Le aziende devono avere una vocazione ad ospitare giovani talenti per sei mesi nelle proprie strutture. Il

tirocinio, avvenendo durante il Master è soggetto ad una fortis-sima azione di mentorship da parte del team Sida della sede e del campus centrale. Tutto questo dà luogo all’attività di Talent Management indispensabile a far si che l’inserimento in azien-da sia ottimizzato al massimo. Monitorando aspetti formativi, motivazionali ed organizzativi si ottiene un’attenzione per cui l’azienda non deve dedicare energie distogliendone da altre at-tività. Solo in questo modo si possono esprimere vantaggi per tutti in termini di valore aggiunto realizzato.Anche l’intervento in azienda del team Master Sida è indispen-sabile per preparare al meglio il percorso della risorsa, in modo che risulti rapidamente come apporto sensibile all’impresa; analisi dei fabbisogni, colloqui con il personale di riferimento, analisi dei cv dei componenti delle aule in affiancamento con i responsabili Risorse Umane delle aziende.quindi è il momento per l’azienda di avere l’opportunità di in-contrare giovani talenti ad alto potenziale ed iniziare un pro-cesso di inserimento strutturato, completamente progettato e monitorato dal team dei Master Sida. Infatti nelle regioni in cui siamo presenti, le più importanti aziende del territorio hanno oramai un canale diretto con i coordinatori di zona per assicu-rarsi per prime le migliori risorse presenti nelle aule dei Ma-ster apprezzando le attività di Talent Management. Molte sono talmente integrate nel procedimento e soddisfatte di alcune esperienze di inserimento di successo che hanno disposto bor-se di studio a copertura totale della retta per il Master. questo consente loro di partecipare già ai primi screening e comuni-care insieme a Master Sida le caratteristiche precise ricercate nel giovane talento.

Talent ManagementLo scenario a cui stiamo assistendo è quello che la crisi è andata scolpendo e definendo. Le aziende che hanno navigato ed addirittura trovato sviluppo negli ultimi anni sono il frutto di una selezione durissima di ispirazione darwiniana

Luigi de SeneenRisorse umane e formazione Gruppo [email protected] SidaTel. 071.28521

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ENERGIA

Dal 25 al 27 Novembre si svolgerà a Civitanova Marche la quarta edizione di Energy Expo, Salone dell'energia rinnovabile e sostenibile.

Oltre 100 espositori, fra aziende dirette ed indirette, forniranno un'ampia gamma di soluzioni concrete sull'energia sostenibi-le, con particolare attenzione al ruolo del risparmio energetico in edilizia.

Un’edizione ricca di aspettative, che riunisce in un unico con-tenitore le migliori esperienze sul mercato locale, ma anche nazionale ed internazionale, misurando proposte, fattibilità, studiando ipotesi in grado di sviluppare progetti innovativi ed operativi.L’appuntamento consentirà a professionisti, privati ed enti pubblici di avvicinarsi ad un mondo che offre grandi possibilità di risparmio economico e di rispetto per l’ambiente, tematica importante per il futuro delle nuove generazioni.Le Marche, in questo senso, stanno compiendo passi da gigan-ti, risultando una delle Regioni italiane più attive nel campo dell’energia rinnovabile; lo dimostrano le imprese locali che si sono affacciate e si affacciano tuttora in questo settore, propo-nendo soluzioni all’avanguardia e rispondenti alle esigenze di mercato.

La manifestazione si sviluppa su tre progetti:Energia in un mercato libero, che offre condizioni migliorative e flessibili, contratti e servizi studiati sull’utente finale;Energia prodotta nelle forme alternative (dal fotovoltaico ai pannelli solari, dal geotermico all’eolico, dall’idrico alle bio-masse);Energia ridotta nei consumi (applicazione in edilizia di sistemi avanzati per l’isolamento termoacustico, per l’ottimizzazione e riduzione dei consumi per riscaldamento e climatizzazione).

Nella sua ricca vetrina di circa 100 imprese, ogni anno vengo-no presentati nuovi progetti espositivi, intravedendo quelle che saranno le caratteristiche del mercato energetico e quelle che sono le esigenze di espositori e visitatori; per questa edizione, interessanti saranno il settore delle case in legno, come ultima tendenza della bioarchitettura, quello dedicato all’illuminazio-ne ad alta efficienza e domotica, alla geotermia e mini eolico, alla mobilità a basso impatto ambientale (motori elettrici, bio-carburanti).Energy Expo mette davvero al centro del dibattito il tema dell’energia e lo fa anche con un programma di iniziative col-laterali che consentono di favorire, oltre all’incontro, anche il confronto.Nel programma dei convegni si segnala l’incontro di venerdì 25 alle ore 15.30, promosso dal Collegio dei Geometri di Macera-ta, come occasione di aggiornamento per gli iscritti; sabato 26 alle ore 10.00 la Regione Marche, l’Enea e l’Ordine degli Inge-gneri di Macerata promuovono l’incontro “La sfida dell’energia rinnovabile verso l’obiettivo europeo del 2020 ”, un’occasione per fare il punto della situazione sul “burden sharing” regiona-le in vista degli obiettivi europei di risparmio energetico e per confrontarsi sulla certificazione energetica ambientale. Sabato pomeriggio verrà dato spazio alle aziende, con l’incon-tro proposto da BIGMAT fabio Sbaffi sul “Lavoro in quota in sicurezza” alle 15.30 e quello promosso da UNIVERSAL Ro-magna su “Tenksolar: impianti fotovoltaici ad alto rendimento” alle 17.30.

Energia sostenibileper casa e business!Oltre 100 espositori, convegni, seminari, workshop a tutto tondo sull'energia rinnovabile e sostenibile in mostra a Civitanova Marche dal 25 al 27 novembre 2011 per la quarta edizione di Energy Expo

L’ingresso in fiera è libero, previa registrazione dei visitatori;l’orario di apertura sarà: venerdì 25 dalle 15.00 alle 19.00,mentre sabato e domenica dalle 9.30 alle 19.00.Per ulteriori informazioni www.energy-expo-civitanova.it

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Quartiere fieristico di

CIVITANOVA MARCHE25-27 novembre 2011

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MARCHEProv AN - Importante realtà attiva nei servizi ecologici, ambientali e nel-le bonifiche industriali, ricerca partner finanziari/industriali per ulteriore sviluppo delle attività. L’azienda ha un’ottima clientela consolidata e dei fondamentali economico-finanziari di buon livello (cod 029)

MARCHECedesi quota maggioritaria di importante azienda vitivi-nicola marchigiana, con BRAND di rilievo internazionale. OTTIME PROSPETTIVE DI RENDIMENTO (Cod. 011)

MARCHEAffittasi palazzina uffici mq 500+500 in ottime condizioni strutturali, ottima visibilità e posi-zione fronte strada, sita in località Camerano (AN), vicinanze autostrda (Cod. 015)

RIVIERA DEL CONERO Cedesi, compreso l’immobile, attività alberghiera di pregio sul mare, con annesso stabilimento balneare. Clientela turistica e business (Cod. 010)

MARCHEProv. AN – Cercasi partners finanziari e/o indu-striali per affermata azienda operante nel settore delle coperture architettoniche per esterni. Design e tecnologia ai massimi livelli di mercato. Area d’affari internazionale (Cod. 019)

ITALIAImportante gruppo industriale, operante nel settore della compo-nentistica per elettrodomestici ed automotives, è interessato ad acquisizioni di aziende operanti sul territorio nazionale in settori equivalenti od analoghi (Cod. 018)

CERCASI MANAGER/INVESTITORI (Business Angels) per aziende operanti nei seguenti settori industriali:- Stampaggio materie plastiche- Legno - arredo (produzione mobili d’ufficio, cucine, componenti per l’arre-damento, porte)- Litografia e stampa- Componenti elettronici(Cod 025)

ROMANIACedesi importante realtà dell’industrial packaging a capitale italiano, economicamente e finanziaria-mente interessante, con mercato europeo di elevati standard qualitativi (Cod. 012)

PUGLIAProv. fG – Cedesi o Affittasi stabilimento di mq 20.000 con autorizzazioni per impianti fotovoltaici da destinare ad attività logistica. Annessa palaz-zina uffici di mq 1.000 ca. Vicinanze autostrade e polo industriale di Melfi (Cod. 017)

MOLISEProv. CB – Termoli - Cedesi azienda operante nel setto-re della carpenteria metallica, dotata di robot industriali e di un ottimo livello di automazione. fatturato consolidato (cod. 022)

SANTO DOMINGOImportante società immobiliare italiana valuta proposte di part-nership per investimento immobiliare a finalità turistica a Santo Domingo, località Bavarò. OTTIMO INVESTIMENTO (Cod. 013)

PUGLIAProv. fG – Azienda di pro-duzione di divani di fascia medio–alta, dotata di moderne attrezzature ed impiantistica industriale, fatturato consolidato, ri-cerca partners (Cod. 021)

MARCHESocietà di rilievo nazionale, operante con successo nello sviluppo di so-luzioni nell’ambito dell’Information Technology (IT), ricerca su tutto il ter-ritorio regionale aziende nel settore dell’informatica (software house) con clientela aziendale solida, interessa-te a partnership societarie e/o indu-striali (cod 030)

Aziende di rilievo nazionale ope-ranti nei settori meccanica, ali-mentare, arredamento, prodotti per l’edilizia, stampaggio materie plastiche, oggettistica d’arredo, abbigliamento, ricercano partner industriali per realizzare progetti sinergici finalizzati alla creazione di reti d’impresa (cod. 026)

MARCHE - PROVINCIA DI MCSocietà immobiliare cerca partners finanziari e/o industriali per la rea-lizzazione di un progetto di urbaniz-zazione ed edificazione nel comune di Treia (MC). Potenzialità edificato-ria: 80.000 metri cubi circa. Tipolo-gia edilizia: commerciale, residen-ziale, residenziale convenzionata. Ottimo investimento. (Cod 028)

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Come far fronte a questa situazione? In primo luogo oc-corre che sia chiaro un punto: non possiamo indurre la speranza che vi possa essere una qualche salvezza in po-

sti statali, nelle pubbliche amministrazioni o nella tranquillità e nella certezza di un lavoro che una volta era offerto da un mon-do industriale con un tasso di crescita “cinese”. Non dimenti-chiamo che fino a tutti gli anni Sessanta, sul cui modello sono stati costruiti i rapporti contrattuali ancora oggi in vigore, la Cina eravamo noi… .La prima operazione da fare è di tipo culturale: dobbiamo cioè sconfiggere nei nostri giovani la “cultura della dipendenza”. La nostra generazione, cresciuta in un contesto industriale stabile, ha trasferito nei giovani la loro esperienza e cioè la convinzione che, superate le difficoltà degli studi, ci sarebbe stata un’impre-sa o lo Stato, che avrebbero provveduto alla loro occupazione.questa “cultura della dipendenza”, una volta acquisita, ci por-ta istintivamente ad attendere la soluzione del futuro da parte di un’entità diversa da noi, fino a portarci a pensare che il pro-blema della nostra stessa sopravvivenza come persone non sia nostro, ma dipenda esclusivamente da altri (imprese o Stato). Se teniamo valida questa premessa, ne deriva che ciò che è pos-sibile fare è esclusivamente … protestare.questa è di fatto la cultura che abbiamo tramandato ai nostri figli in quanto basata sulla nostra personale esperienza di lavoratori che hanno formato le loro convinzioni nel periodo in cui il nostro Paese ha avuto storicamente la massima crescita economica. Dobbiamo convincerci che non sarà più così e che i nostri figli dovranno porsi sempre più come protagonisti del loro stesso la-voro. L’unica cosa che noi padri possiamo fare è quella di facilitare il sorgere di “opportunità” affinchè si mettano in gioco. Opportu-nità che non vanno intese come lavoro già bello e confezionato (non saranno moltissimi che potranno usufruirne) ma appron-tando un ambiente che possa rendere più facile ai più intrapren-denti la realizzazione delle loro aspirazioni, la costituzione di nuove imprese e l’abbandono della “cultura della dipendenza”.Concretamente possiamo operare in parecchie direzioni che, peraltro, non comportano investimenti (argomento che oggi è poco attuale). In primo luogo occorre liberalizzare i mercati of-

frendo di fatto la possibilità da una parte di accedere più facil-mente alle professioni e dall’altra di abbassare, per le giovani imprese, il costo dei servizi a loro indispensabili. In secondo luogo dobbiamo in qualche modo favorire il sorge-re e lo svilupparsi di imprese di Venture Capital e di iniziative orientate a supportare piccole attività imprenditoriali. Dobbiamo prendere esempio dal Bangladesh. La Grameen Bank di yunus, attraverso piccoli finanziamenti, ha avuto successo economico e ha consentito il sorgere di moltissime imprese sulla base della sola garanzia data dalla correttezza e dalla buona volontà delle persone. Lo Stato dovrebbe per i nostri figli preoccuparsi di far funzionare in modo impeccabile l’apparato amministrativo, ma soprattutto di eliminare e ammodernare l’apparto burocratico per consenti-re nel modo più semplice e meno costoso ai giovani di mettersi in gioco come imprenditori.I Comuni e le Regioni, invece che finanziare delle improbabili iniziative imprenditoriali, dovrebbero concretamente mettere a disposizione strutture (cosa di cui solitamente hanno disponibi-lità) a bassissimo costo quali spazi e assistenza per consentire esperienze di lavoro indipendente. Non dobbiamo dimenticare che la nostra economia è basata per il 70 per cento sui servizi, per la realizzazione dei quali non servono grandi capitali mate-riali, ma l’impiego di capitali immateriali e soprattutto di capitale umano (intelligenza ed idee).Infine occorre stimolare (e questo è possibile farlo attraver-so svariati enti presenti sul territorio) la crescita della cultura dell’intraprendenza e dell’imprenditorialità, in opposizione alla perdente cultura della dipendenza. Ciò può avvenire attraverso interventi di formazione che trasferiscano dalle più elementari regole sul funzionamento di una microimpresa alla modalità in cui debbono essere gestite, ai processi di crescita e di cambia-mento e alla cultura che sta alla base delle esperienze di suc-cesso.E’ infine possibile sfruttare le opportunità che emergono dalla normativa sulle reti d’impresa proprio per fare sinergia tra le microscopiche aziende che da queste occasioni sorgeranno.In buona sostanza, come sempre, non servono tanto soldi quan-to buone idee e buona volontà.

Si può fare qualcosa contro la disoccupazione giovanile (senza soldi)?Sono oltre due milioni (secondo l’Istat) i giovani che ormai non riescono a trovare lavoro, localizzati soprattutto al Sud

di A. Pasquarella

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Una situazione economica difficile anche nelle Marche: che fare?“Si riparta dall’impresa. questa è l’unica strategia fat-

tiva ed efficace per recuperare il tono produttivo e l’occupa-zione perduta nelle fasi della crisi. L’altalena congiunturale ha messo a dura prova i mercati e la resistenza dei comparti. Gli equilibri sono saltati, molte certezze sono state messe da par-te e si intuisce che per ripristinare la piena operatività distret-tuale occorre fare un passo in avanti e, con metodo e costan-za, recuperare le fila del sistema impresa, traendo ispirazione da quei settori solidi che, pur in un contesto così complesso, mantengono il loro potere trainante e possono determinare una concreta ripresa. Si riparta dalla micro e piccola impre-sa”.

In questo scenario, quali prospettive ci sono per i giovani?“I giovani riscoprono i mestieri artigiani che ancora oggi of-frono lavoro. Ne hanno bisogno. Nella Provincia di Ancona un “under 35” su 10 è disoccupato. questo è quanto emerge da uno studio di Confartigianato: il 9,4% dei giovani nella fascia di età tra i 15 e i 34 anni non ha un lavoro. Il tasso di disoc-cupazione raggiunge quota 14,5% per la fascia tra i 15 e i 24

anni; l’8,3% tra i 25 e i 34. Entrare nel mondo del lavoro è una impresa ardua, muoversi al suo interno è ugualmente compli-cato. Il posto “senza scrivania” per molto tempo ha mancato di entusiasmare i giovani. Il nostro Paese ha preferito puntare su una formazione teorica piuttosto che sulle competenze tecni-che, sul “sapere” piuttosto che sul “saper fare”. E ora sono le imprese artigiane ad aver bisogno di personale. Installatori di infissi, panettieri, sarti, cuochi, gelatai, falegnami, meccanici. Professioni sicuramente impegnative che però rispondono a delle esigenze irrinunciabili e per questo saranno sempre ri-chieste. I giovani, nella necessità di trovare un impiego solido, si stanno orientando verso questi mestieri, mediante il con-tratto di apprendistato o diventando essi stessi imprenditori. Confartigianato supporta questo processo di avvicinamento dei giovani alla professionalità”.

Come si articola tutto questo?“L’apprendistato per molti giovani è un lasciapassare per un posto di lavoro sicuro. Nella provincia di Ancona sono 7.698 i giovani apprendisti, di cui 2.741 collocati in aziende artigiane dove imparano “facendo”, lavorano seguendo precisi percorsi formativi; forti delle competenze acquisite sul campo, posso-

Come diventare imprenditori?Lo abbiamo chiesto a Giorgio Cataldi, Segretario della Confartigianato della provincia di Ancona

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no aspirare a una occupazione stabile e sicura”. E come diventare imprenditori?“Confartigianato incentiva la vocazione imprenditoriale con corsi di formazione dedicati e il servizio di “fare Impresa” fi-nalizzato a favorire la creazione e lo sviluppo di nuove attività nel settore dell'artigianato e delle piccole imprese. La fase di start up è alquanto delicata. Occorrono informazioni sicure e dettagliate sulle procedure da seguire per aprire la propria attività. Ogni settore prevede, infatti, degli step precisi da se-guire, delle competenze tecniche da acquisire. Chi ha una idea di business deve anche verificare se questa è realmente spen-dibile e competitiva sull’attuale mercato”.

Ma da un’idea di business all’impresa c’è tanta strada… “La nascita di un’impresa va accompagnata passo passo, dalla ideazione alla gestione operativa. questo è ciò di cui si occupa il servizio di “fare Impresa”, un pool di esperti di Confarti-gianato, attivo presso tutti le sedi territoriali dell’associazione, che offre consulenza a chi vuole sviluppare un’idea di busi-ness e ai neoimprenditori. Studio di fattibilità, ricerca di age-volazioni e finanziamenti, credito, gestione delle problemati-

che ambientali e di sicurezza nei luoghi di lavoro, supporto al marketing, controllo di gestione, formazione specialistica per imprenditori e dipendenti. questo è il servizio “fare Impre-sa”: una bussola sicura. Per promuovere sul territorio il “fare Impresa” gli esperti di Confartigianato stanno incontrando gli aspiranti imprenditori (informazioni su www.confartigianato.an.it).Il servizio di “fare impresa” è la risposta concreta di Confarti-gianato al difficile scenario economico attuale. In questo modo si intende favorire la nascita di nuove attività, condizione im-prescindibile per una ripresa operativa del territorio, accom-pagnarle nelle fasi della crescita, renderle solide, efficienti, competitive e garantire collateralmente la proliferazione di nuove prospettive occupazionali. Chi “fa impresa” crea lavoro, per sé e per gli altri. Confartigianato è al suo fianco”.

Giorgio Cataldi, segretario della Confartigianato della provincia di Ancona

Centro Direzionale Confartigianato Imprese Ancona

via fioretti 2/A - Anconatel. 071 22931 fax 071 [email protected]

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Grande soddisfazione all’interno del mondo imprenditoriale, ampiamente favorevole alla creazione delle reti di

impresa come strumento che aiuti e spinga le imprese a collaborare tra loro per rispondere al meglio alla sempre più incalzante sfida della globalizzazione. La rete, infatti, permette alle Pmi di presentarsi alle banche, ai mercati in-ternazionali e ai fornitori di materie prime con una “massa critica” più grande, aumentando così la propria competitività e il proprio posi-zionamento strategico. Tutto ciò mantenendo comunque l’autonomia decisionale ed econo-mica, che ha sempre rappresentato il mag-giore ostacolo “culturale” all’aggregazione tra imprese nel nostro Paese. Come sappiamo il tessuto imprenditoriale italiano è frazionato in una miriade di micro e piccole imprese. Se-condo una stima condotta dall’Istat, ben il 94 per cento delle aziende italiane ha meno di 10 dipendenti, e se prendiamo in considera-zione le imprese con più di 100 collaboratori, esse rappresentano addirittura meno dell’1 per cento totale. E’ proprio da questi dati che dobbiamo partire per valutare quanto sia im-portante l’istituzione di uno strumento di ag-gregazione come quello delle reti di impresa in un panorama imprenditoriale come quello italiano. Aggregarsi per crescere e rispondere alle sfide di un’economia sempre più globale e competitiva. Vantaggi strategici in termini di cost saving, garantiti dalle economie di scala

realizzabili; sinergie di ricavi, grazie alla con-quista di maggiori quote di mercato; promo-zione e sostegno degli investimenti in ricerca e sviluppo; spinta costante all’internazionaliz-zazione. queste sono le leve strategiche su cui si fonda e che si vogliono azionare attraverso il contratto di rete. Molto è stato fatto dalle istituzioni fino ad ora, ma non basta. Gli sforzi del legislatore e dell’esecutivo dovranno ora essere rivolti in due direzioni. Da un lato lo stanziamento di maggiori fondi a sostegno delle reti di impre-sa, magari anche sotto forma di contributi in conto capitale per sostenerne lo sviluppo e la diffusione (ad esempio promuovendo start-up aziendali finalizzati all’aggregazione di rete). Inoltre i player economici e istituzionali do-vranno ricercare ed attuare delle iniziative in grado di diffondere tra le Pmi italiane una vera e propria cultura della collaborazione e dell’aggregazione, non come singola iniziativa di carattere congiunturale ma come filosofia strutturale per riuscire a crescere e compe-tere al meglio nella realtà economica e finan-ziaria mondiale, dove il margine di profitto è sempre più sottile e il livello competitivo cre-scente.

IMPRESE

La rete: un altro provvedimentoche agevola la ripresaGrazie al via libera dell’Unione Europea sono state finalmente approvate le agevolazioni fiscali per le reti di impresa. In particolare, all’interno del piano nazionale per le riforme il Governo ha stanziato 34 milioni di euro in tre anni che saranno utilizzati per garantire alle imprese che ne avranno i requisiti, un differimento del pagamento delle imposte sugli utili creati dalle reti ed investiti nel fondo patrimoniale comune, fino ad un massimo di un milione di euro per ogni azienda partecipante

Il contratto di rete è stato istituito dall’art. 3 del D.L. 10 febbraio 2009, n. 5, convertito

con modifiche dalla Legge 9 aprile 2009,

n. 33, successivamente modificato dall’art.

42 del D.L. 31 maggio 2010, n. 78, convertito

con modifiche dalla Legge 30 luglio 2010,

n. 122. Tali disposizioni ne determinano il

perimetro di applicazione e ne definiscono le

caratteristiche principali, pur lasciando grande

autonomia e margine di manovra alle imprese per quanto riguarda l’organizzazione, la

struttura e gli obiettivi della loro collaborazione.

Proprio questa grande autonomia lasciata alle singole aziende

rappresenta uno dei tratti distintivi del contratto di rete, aumentandone

l’appeal.

Marco D’AscanioDivisione Strategia e finanza d’ImpresaGruppo SidaTel 071 28521 [email protected]

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BIEFFE SRL - via Mariano Guzzini, 38 - 62019 RECANATI (MC) - tel. 071.7578017 - fax 071.7578021www.graficabieffe.it

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L'intervento consiste nel rifaci-mento completo degli impianti di climatizzazione e ricambio aria

nei due palazzi di Viale Certosa, nel ca-poluogo lombardo. Gli edifici, realizzati in acciaio e vetro, hanno quattro piani di 400 metri quadrati ciascuno, per una superficie complessiva di 3.200 metri quadrati.“Si tratta di un segnale importante, a dimostrazione della sensibilità della In-desit di dare lavoro alle aziende del terri-torio marchigiano anche per le sedi fuori regione – spiega Mirko Panzarea, am-ministratore di Cat Impianti –. La parti-colarità dell'intervento consiste anche nel fatto che eseguiremo l'opera senza dismettere le normali funzioni dell'attivi-

tà, quindi ad uffici aperti. Per quanto ri-guarda l’impianto (già in fase di realizza-zione), la peculiarità invece consiste nel permettere di garantire il riscaldamento e il condizionamento in contemporanea a seconda dell'esposizione solare. Trat-tandosi di palazzine in acciaio e vetro, al-cune zone sono all’ombra e altre in pie-no sole, pertanto devono essere gestite in maniera separata allo stesso tempo”.L’impianto - del tipo ad acqua a 4 tubi, che permette la gestione contempora-nea di riscaldamento e condizionamen-to - sarà dotato di un sistema di termo-regolazione a gestione telematica. con ventilconvettori terminali incassati nei mobili a completa scomparsa, per una estrema pulizia visiva degli ambienti.

Il produttore per l'acqua di raffredda-mento estivo sarà di una potenzialità pari a 800 kw con 12 compressori ad inverter in versione ad alta efficienza Aermec, mentre il ricambio aria sarà garantito da una macchina di trattamento aria da 1.200 mc/h (sempre Aermec), dotata di recuperatore di calore entalpico, che ga-rantisce un recupero del calore pari al 90 per cento, abbassando quindi note-volmente i consumi di energia. La scelta delle macchine ha privilegiato il “Made in Italy”, come ulteriore segnale di atten-zione alla qualità e all’economia italiane.

A Cat Impianti l’appalto Indesit per la sede di MilanoL’azienda jesina si è aggiudicata i lavori di riqualificazione degli uffici milanesi di Indesit Company. Impianti “Made in Italy” ad alta efficienza per il risparmio energetico e il comfort ambientale

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VITA DA MANAGER

Dott.ssa Politi, la Sua è una storia che vale davvero la pena di raccontare. Dopo anni di studi scientifici per diventare genetista, un giorno ha lasciato tutto e …

" La mia posizione all’università era a tempo determinato (dal-la fine del dottorato ho lavorato per circa 4 anni su progetti finalizzati sovvenzionati dal CNR) per cui, come Lei potrà in-tuire, è molto più semplice rinunciare ad una posizione che non è definitiva. Ovviamente il cambiamento è stato profondo anche perché la ricerca genetica era stato per me un vero col-po di fulmine e conseguentemente avevo dedicato molte delle mie risorse intellettuali e del mio impegno al raggiungimento di una posizione lavorativa che mi permettesse di contribuire in qualche modo alla ricerca scientifica. Comunque penso che chi fa scelte drastiche debba già essere consapevole del fatto che queste scelte siano spesso definitive”.

Non ha avuto paura di lasciare il suo lavoro per intraprendere questa nuova avventura? Più che paura della scelta ho decisamente vissuto periodi di preoccupazione rendendomi conto che avrei dovuto rimboc-carmi le maniche e ricominciare una preparazione teorica ade-guata a ciò che andavo ad intraprendere”.

Quanto ha inciso il Suo amore per il territorio? “Nella mia scelta di sicuro l’amore per le mie radici e per il territorio su cui insiste la nostra realtà agricola è stato di fon-damentale importanza. La mia scelta di vita è venuta a seguito della scomparsa non solo di mio padre, che di fatto si occupa-va dell’azienda di famiglia, ma anche, nel giro di pochi mesi, degli altri fratelli i quali lo coadiuvavano nell’attività. La voglia che la nostra coordinata storica, così legata al territorio, non scomparisse, ha fatto si che mi decidessi, d’accordo con gli altri eredi e ultimo ma non meno importante con mio marito, a cambiare vita.”

Il territorio, “contraccambia” questo amore?“Debbo dire che già di per sé il susseguirsi delle stagioni, cia-scuna delle quali ha i suoi ritmi, i suoi colori, le sue tradizioni è decisamente appagante. Poi, nonostante l’iniziale atteggia-mento pregiudiziale (donna catapultantesi in una realtà pretta-mente maschile) del “rude agricoltore” arceviese, col il passa-re del tempo penso di essere riuscita a conquistare la stima e l’affetto di chi opera nel territorio e ne mantiene il presidio. E ciò è avvenuto a partire dai miei validissimi ed imprescindibili collaboratori”.

Nel quotidiano, cosa ha implicato passare da un lavoro in la-boratorio a un lavoro di dirigenza?“Inizialmente questo passaggio ha comportato il rimboccarsi le maniche e rimettersi sui libri (ho infatti seguito un master in enologia e viticoltura presso l’università cattolica di Piacenza). Penso, infatti, che chi voglia ricoprire delle posizioni dirigen-ziali non possa prescindere dall’essere prima di tutto propo-sitivo e per esserlo è necessario avere la consapevolezza dello stato dell’arte, in altre parole da dove si è partiti, dove si vuole arrivare e la strada da perseguire per raggiungere l’obiettivo. La formazione è alla base di questa consapevolezza. Nel quo-tidiano Le posso garantire che la soddisfazione di vedere le proprie produzioni crescere e maturare, di vedere il mosto che si trasforma in vino guidato dalla passione e da un progetto di qualità non è certo meno soddisfacente che avere dei risultati positivi da un esperimento scientifico. In effetti quello in cui opera l’agricoltore è un laboratorio a cielo aperto e ciascuna stagione, essendo assestante, mette continuamente alla prova le capacità dell’agricoltore o dell’imprenditore agricolo. Non è solo lavoro manuale, è quasi arte. E’ per questo motivo che per avere un buon risultato è necessario creare un gruppo coeso il quale potrà mettere mano a ciascun tassello che alla fine creerà l’intero mosaico e perciò l’immagine..”

Maria GiudittaPolitiGenetista molecolare, presidentessa di CIA Provincia di Ancona e manager dell’azienda di famiglia: “La soddisfazione di vedere le proprie produzioni crescere e maturare non è certo meno gratificante che avere dei risultati positivi da un esperimento scientifico”

di A. Dachan

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Quali sono le vostre produzioni principali?“Vini DOC ed IGT; olio extra vergine di oliva; ricettività turistica tramite agriturismo”. Quali sono, secondo Lei, le caratteristiche di un buon im-prenditore? “Sicuramente l’entusiasmo e la creatività. La capacità di cre-are rapporti sociali, alla base di qualsiasi collaborazione sia interna che esterna all’azienda. La caparbietà e la curiosità di imparare ed innovarsi continuamente (guardate ad esempio le potenzialità di chi sa utilizzare i mezzi informatici ed i social network)… Ormai non esiste più il contadino che si svegliava di notte per arare i campi. Così anche le produzioni agricole si servono di tecnologia ed innovazione a 360 gradi”.

Se guarda indietro, a quando era bambina, cosa sognava di fare da grande?“Di sicuro mi piaceva molto la campagna anche se allora la mia visione era del tutto bucolica. Alla fine, anche se il bucolico si è trasformato in qualcosa di diverso, il fascino della ruralità rimane. “

Se, invece, guarda al futuro, dove e come si vede?“Beh, spero sempre qui tra viti, ulivi, moscerini, mosti, ma so-prattutto vini …lo dico sempre……in un momento di crisi glo-bale, quale soluzione migliore di quella di darsi all’alcool??!! Attenzione bere il giusto ma bere bene!”.

Una manager tra le vitiFormazione: Liceo Scientifico di jesiLaurea in Scienze Biologiche presso l’Università La Sapienza di RomaDottorato in Scienze Genetiche presso l’Università di BolognaBorsa post Dottorato (anni 2) presso l’istituto di Genetica Evoluzionistica della Sapienza di RomaContratti su Progetto finalizzato C.N.R. presso lo stesso istituto (anni 3)Master in enologia e viticoltura presso l’Università Cattolica di Piacenza

Info e contatti:Maria Giuditta Politifrazione Nidastore 8460011 Arcevia (AN)fax: 0731982060e-mail: mg.politi@tiscali.itwww.agriturismomontefiore.comwww.cantinepoliti.it

Un amore innato per la campagna

“La mia relazione con la campagna è iniziata sin da piccola quando d’estate passavamo il mese di agosto dalle zie, o quando la domenica e tutte “le feste

comandate”si partecipava ai pranzi di famiglia caratterizzati da tavolate

lunghissime dopo le quali le donne riassettavano e poi si dedicavano alle

chiacchiere davanti al fuoco o alle passeggiate per le campagne mentre

gli uomini intessevano discussioni ponderose sulla gestione dell’azienda

o, molto più ameno e liberatorio, giocavano a carte (come dire: la cultura

dell’entroterra marchigiano è sempre stata caratterizzata da una vera visione

paritaria dei generi…) in tutte queste occasioni mi divertivo molto, oltre che ovviamente a giocare spensierata con fratelli e cugini, nel seguire mio padre

per la campagna o in vigna quando andava a dirigere e controllare il lavoro

dei braccianti, o in cantina dove l’uva veniva trasformata”.

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RISTRUTTURAZIONI

Occorre però innanzitutto delineare al meglio i contorni e il concetto di “crisi d’impresa”, anche perché, in un certo senso, è proprio attorno a questo nodo logico che

si sviluppa la vera portata della riforma fallimentare e il signi-ficato di numerosi altri strumenti tra l’economico e il giuridico che permettono oggigiorno non semplicemente di affrontare la crisi di un’impresa in un’ottica di conservazione degli equili-bri a breve dei portatori di interesse, ma perfino di adoperarsi per la prevenzione di shock sistemici e per la preservazione delle performance complessive di un’economia, tutelando gli interessi di tutti, compresi quelli dell’azienda stessa fonte del problema.In effetti, in passato si è potuta testimoniare una certa con-fusione, da parte di economisti, giuristi e divulgatori, tra ciò che erano le cause di un dissesto aziendale, le sue conseguen-ze ed i suoi sintomi (intesi, questi ultimi, come “conseguenze conclamate”): tre aspetti profondamente differenti, che se in-terpretati male, o peggio ancora non ravvisati affatto, possono pregiudicare l’efficacia di qualsiasi intervento correttivo, indi-pendentemente dalla sua portata e dalla sua articolazione.In precedenza, lo stato di insolvenza di un’impresa è stato con-siderato elemento primario di valutazione ed intervento delle crisi aziendali: sarebbe come se ci adoperassimo per far dire qualcosa di udibile a qualcuno che ha perso la voce, senza pen-

sare piuttosto di curare la sua tonsillite. L’insolvenza è un sintomo, quindi una conseguenza visibile ed oggettiva, della crisi di un’azienda, ma da che mondo è mondo limitarsi a curare un sintomo è quantomeno inconcludente, se non pericoloso, tanto è vero che prima della riforma della leg-ge fallimentare, gli interventi previsti erano programmati nel-la quasi esclusiva ottica di tutela del creditore, considerando l’impresa oggetto già come un cadavere da dissezionare per ricavarne le maggiori liquidità residue (e definitive).Le cause di un’insolvenza possono essere tra le più varie, na-scoste in una qualsiasi funzione aziendale, nell’andamento di un particolare prodotto o di un mercato, o perfino possono es-sere ricondotte a problemi di portafoglio clienti, quindi a fonti esterne all’azienda stessa. Se si perde di vista questo aspetto, si rischia di considerare morta una realtà che invece potrebbe essere salvata, preservata e rilanciata.Il tipo di intervento dipende innanzitutto dallo stato reversi-bile o irreversibile della crisi: in quest’ultimo caso, la nuova legge fallimentare è normalmente l’unico sentiero praticabile, nell’ottica dell’effettiva tutela dei creditori, ma in tutte le altre ipotesi, oltre che innumerevoli strategie di sviluppo e preven-zione, vi sono attualmente strumenti nuovi o ricalibrati che vanno presi in considerazione.Premettendo che sempre e comunque la via migliore sareb-

Il nuovo approccio alla crisi di impresaIn questo particolare momento storico, l’argomento principe è senza dubbio (e nostro malgrado) quello della crisi aziendale. Numerosi, specialmente oggi, sono gli strumenti e gli espedienti, di natura finanziaria, patrimoniale, economica, strategica, giuridica e quant’altro, per prevenire il collasso dei sistemi o per ripristinare la competitività di un’impresa, ma si deve ricordare che fino al recente passato l’unica vera prospettiva di un’azienda in difficoltà oramai strutturate era quella della sua distruzione in nome della tutela dei suoi creditori

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be quella della prevenzione, che passa attraverso lo studio dei mercati, la pianificazione strategica, l’organizzazione efficien-te, la programmazione operativa e l’attitudine all’innovazio-ne, il nuovo atteggiamento del Legislatore nei confronti delle aziende in difficoltà diviene palese nella scelta di parole: dal concetto di “insolvenza” si è passati a considerare quello di “crisi”, sicuramente aprendo il fronte a numerosi dibattiti sui confini da considerare, ma altrettanto sicuramente dimostran-do che adesso l’obiettivo è la preservazione dei mercati, dei posti di lavoro, della redditività e delle prospettive delle econo-mie. L’ottica è dunque quella della continuità di impresa e di recupero della redditività della stessa.Numerosi sono gli strumenti predisposti dallo Stato che pos-sono essere utili prima delle crisi più acute, sia quando si è già nell’ambito di applicazione della nuova legge fallimentare sia prima di arrivarci, come il fondo per il Salvataggio e la Ristrut-turazione delle Imprese in Difficoltà, che predispone garanzie per le imprese per finanziamenti a scopo risanatorio e inter-venti di ristrutturazione, riorganizzazione e razionalizzazione, diversificazione e sviluppo di nuove aree di business. Di note-vole interesse sono anche gli articoli 67 e 182 della nuova legge fallimentare, che prevedono procedure concertate preliminari per tutelare sia i creditori che l’azienda stessa; degno di nota è il nouss della Legge Marzano, che velocizza gli iter per il risa-

namento di aziende grandi, per garantire un’efficiente ristrut-turazione delle stesse e del gruppo nel quale sono inserite e soprattutto per intervenire senza intaccarne il posizionamento strategico. In tutti i casi, è evidente che il concetto di tutela è ora este-so anche all’impresa scaturigine del problema: procedure più rapide e tempestive, interventi conservativi e preventivi, tutela di tutti i portatori di interesse, includendo quindi nell’annovero anche i dipendenti e, in un certo senso, i mercati di riferimen-to e la stessa economia che la ospita. Si vuole probabilmente evitare una forma di “desertificazione” del tessuto imprendito-riale in nome del rispetto letterale e rigoroso delle obbligazioni assunte.Il quadro che ne emerge è che, attualmente, di aziende che necessitano di interventi critici ce ne sono molte, ma rispetto al passato, se si usano propriamente gli strumenti ora a dispo-sizione, ben poche di esse dovranno cessare di esistere.

Michele BarchiesiCSI – Centro per lo Sviluppo Imprenditoriale

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RISTRUTTURAZIONI

Alla presenza di funzionari di banca, professionisti, im-prenditori e manager di rilevanti realtà aziendali mar-chigiane, i relatori hanno evidenziato, anche sulla base

delle loro importati esperienze professionali, come i continui e profondi cambiamenti di mercato in cui si sviluppa oggi l’attività imprenditoriale, determinano talvolta notevoli differenze tra le aspettative di business ed i risultati raggiunti. La capacità di previsione e di reazione ai fattori di dinamismo assume pertan-to importanza vitale per mantenere o creare in periodi di crisi il vantaggio competitivo a condizioni di rischio accettabili.Si è evidenziato dunque come la “ristrutturazione aziendale” diventa in questo contesto un processo continuo che “vive” all’interno di imprese sane, e che non dev'essere concepito come un evento unico volto solo alla risoluzione del problema, bensì un vero e proprio processo aziendale, sempre in continua evoluzione, finalizzato alla prevenzione di qualsiasi possibile male che possa inficiare la vita e le performance aziendali.A tale proposito Flavio Guidi, fondatore del Gruppo Sida, ha sot-tolineato come l’attenta lettura del bilancio diventi propedeutica ad una tempestiva diagnosi dello stato di salute dell’azienda, processo fondamentale per intervenire con azioni strategiche mirate a ridefinire il progetto di attività aziendale al fine di ga-rantire il ripristino e l’ottimizzazione della redditività aziendale e la salvaguardia del patrimonio aziendale e personale dei soci.Carlo Tortolini, Senior Partner del Gruppo marchigiano, ha portato all’attenzione della platea l’importanza di una corretta politica di budget aziendale, sottolineando come, in situazioni di particolari difficoltà, il zero base budget possa costituire un otti-mo modo per rivalutare la struttura delle varie linee di business

aziendale. Lo zero base budget è una tecnica di programmazio-ne a breve che non si pone come punto di riferimento il livello di attività di spese già sussistente, bensì la riconsiderazione ex novo dell’attività dell’impresa alla stregua di un nuovo progetto. L’analisi si propone di contenere la curva di crescita dei costi indiretti e si fonda sull’analisi costi-benefici per ognuna delle operazioni dei rami aziendali (produttivi e di servizio). Michele Sasso, consulente dell’Area Corporate finance di Sida, ha posto l’accento sulla dinamica finanziaria, sottolineando la strategicità del corretto approvvigionamento finanziario eviden-ziando tre pilastri strategici:• il miglioramento dell’affidabilità creditizia (redazione piano di fattibilità finanziaria, ipotesi di crescita sostenibile, condivisione dei progetti di sviluppo)• la scelta e la coerenza delle fonti di finanziamento (la finanza agevolata, gli strumenti bancari e garanzie statali, il factoring)• la selezione di partner finanziari e commerciali.Gerardo Sallustro, avvocato dell'area legale del Gruppo, ha focalizzato l’intervento soffermandosi sulle principali azioni giudiziali e stragiudiziali ipotizzabili per la risoluzione di crisi d’impresa più o meno irreversibili. Ha concluso i lavori Sauro Ramazzotti, consulente dell’Area Corporate finance, il quale ha incentrato l’intervento sul ruolo strategico del liquidatore aziendale.L’incontro, particolarmente apprezzato per la pragmaticità e la chiarezza con cui sono stati trattati gli argomenti, ha sicura-mente dato spunti di riflessione importanti a tutti i partecipanti prospettando situazioni diverse per affrontare e superare anche crisi che a volte possono sembrare insuperabili.

La ristrutturazione aziendale come processo che “vive” nell'impresa sanaLo scorso 19 ottobre presso la sede centrale del Gruppo Sida, ad Ancona, si è svolto un importante incontro sul tema, quanto mai attuale, della ristrutturazione aziendale

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BORSA

Rubrica a cura di Michele SassoDivisione Strategia e finanza di Impresa – Gruppo [email protected]. 071.28521

Il firmamento delle marchigiane quotateIn questa pagina presentiamo l’andamento di Borsa delle società marchigiane quotate

Indesit Ord.

Segmento: Blue ChipPerformance 1 anno: - 48,31% Performance 1 mese: + 0,22%

Il Titolo INDESIT COMPANy mo-stra una certa stabilità nei mesi di osservazione, anche se non sono mancati picchi positivi, che gli analisti interpretano come evoluzione di breve termine al rialzo. Ciò sarebbe confermato dalla variazione positiva rispetto all’indice ftse All-Share del + 0,34 % sulla giornata del 02/11/2011. I Volumi sono risultati pari a 1.140.660 pezzi scambiati, un valore inferiore sia alla seduta precedente sia alla media settimanale, segno di una parteci-pazione decrescente da parte degli operatori. Trend di breve al rialzo.

ELICA

Segmento: StarPerformance 1 anno: - 32,48%Performance 1 mese: - 1,73%

Il titolo ELICA mostra una diminu-zione del prezzo di ca il 2% su base

mensile, e si ipotizzano nuovi cali nel breve periodo; ciò sarebbe avvalorato dal valore minimo registrato nell’ultima giornata del 03/11/2011, posto a 0,975 euro. In termini di Performance relativa rispetto all’indice ftse All-Share, si registra una variazione negativa del -3,93 % sulla giornata di borsa del 02/11/2011. Lo strumento ha fatto peggio del mercato. I Volumi sono risultati pari a 53.300 pez-zi scambiati, un valore superiore sia alla seduta precedente sia alla media settimanale. La partecipazione degli operatori si sta intensi-ficando, probabile l’avvio di una fase a volatilità elevata. Ipotesi trend di breve al ribasso.

TOD’S

Segmento: Blue ChipPerformance 1 anno: - 0,82% Performance 1 mese: + 12,17%

Segnali ancora piuttosto favorevoli per le azioni TOD’S che mostrano un aumento del +12% su base mensile. Tuttavia in termini di Performance relativa rispetto all’in-dice ftse All-Share, si registra una variazione negativa del -3,72 % sulla giornata di borsa del 02/11/2011, segno che il titolo ha fatto peggio del mercato. Le azioni TOD’s comunque esprimono gran-di Volumi scambiati, oltre 260 mila, un valore superiore sia alla seduta precedente sia alla media settimanale. La partecipazione degli operatori si sta intensificando, probabile l’avvio di una fase a volatilità elevata. Trend di breve al rialzo.

Biesse

Segmento: StarPerformance 1 anno: - 28,48%Performance 1 mese: + 36,65%

Mese positivo per la BIESSE che fa un balzo in avanti rispetto alle rilevazioni precedenti, facendo segnare una variazione del +36% su base mensile. Tuttavia sulla giornata di borsa del 02/11/2011 si registra una variazione negativa del -4,33 % in termini di Per-formance relativa rispetto all’indice ftse All-Share, segno che il titolo si è mosso peggio del mercato. Inoltre i Volumi sono risultati pari a 245.004 pezzi scambiati, un valore inferiore sia alla seduta precedente sia alla media settimanale, segno di una partecipazione decrescente da parte degli operatori. Possibile l’avvio di una fase a volatilità ridotta. Trend incerto.

Poltrona FRAU

Segmento: StarPerformance 1 anno: - 3,78%Performance 1 mese: + 5,74%

Il prezzo del titolo POLTRONA fRAU ha messo a segno un rialzo di circa

il 6,0 % su base mensile, premessa favorevole ad una evoluzione di breve termine al rialzo. In termini di Performance relativa rispetto all’indice ftse All-Share, si registra una variazione positiva del 1,76 % sulla giornata di borsa 02/11/2011. Lo strumento ha fatto meglio del mercato. I Volumi sono risultati pari a 83.478 pezzi scambiati, un valore inferiore sia alla seduta precedente sia alla media settimana-le, segno di una partecipazione decrescente da parte degli operatori. Possibile l’avvio di una fase a volatilità ridotta. Trend di breve incerto.

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MARCHE

> “CONCESSIONE DI AGEVOLAZIONI PER LA BREVETTAZIONE E LA VALORIZZAZIONE ECONOMICA DEI BREVETTI A FAVORE DI MICRO, PICCOLE E MEDIE IMPRESE Premi economici e contributi a fondo perduto di varia natura euro per deposito o estensione di domande di brevetto nazionale all’UIBM, all’EPO (European Patent Office) e al wIPO (world Intellectual Property Organization).

> D.l. 13/05/2011, n° 70“Credito d’Imposta per spese di Ricerca e Sviluppo” Credito d’imposta, utilizzabile, in tre rate annuali, pari al 90% della spesa incrementale di investimento, realizzata a decorrere dal periodo d’imposta successivo a quello in corso al 31/12/2010 e fino a chiusura del periodo d’imposta in corso al 31/12/2012, rispetto alla media degli investimenti in ricerca realizzati tra il 2008 e 2010

> D. MINISTERO AMBIENTE N° 2230“ Promozione dei sistemi di gestione ambientale nelle PMI”Contributi a fondo perduto dal 40% all’ 80% per Pmi produttrici di beni e servizi per acquisizione della:- Certificazione EMAS (ai sensi del regolamento 761/2001/CE);- Certificazione del sistema di gestione ambientale ai sensi della norma internazinale UNI ISO 14001;- Certificazioni EMAS da parte di imprese già certificate UNI ISO 14001/96;Sono ammesse solo le domande corredate della certificazione rilasciata dall’organismo accreditato e sempre che tale rilascio sia avvenuto dopo il 6 ottobre 2003. Per le imprese dei settori agroindustriale e dei trasporti il rilascio deve essere avvenuto dopo il 1° gennaio 2007.SCADENZA: fINO AD ESAURIMENTO fONDI

> POR FSE 2007/2013“Prestito d’onore regionale per

la creazione di nuove imprese”Concessione di un finanzia-mento agevolato da parte della Banca delle Marche S.p.A. (max 50.000 euro – t.rif. 3,20%) da restituire in 6 anni e da utilizzare per fare fronte alle spese di costituzione, agli in-vestimenti e alla gestione della nuova iniziativa economica; è ammissibile la costituzione di nuove attività d’impresa in tutti i settori di attività, ad esclusio-ne dell’agricoltura e dell’indu-stria del carbone. E’ ammis-sibile anche la rilevazione di un’attività già esistente purché non gestita da familiari.SCADENZA AL 31/12/2011

> FONDI DI GARANZIA E AC-CESSO AL CREDITO“Contributi alle PMI per la riduzione dei tassi di interesse sui finanziamenti erogati dagli istituti di credito convenzio-nati”• LEGGE 949/52 - contributo in c/interessi per le operazioni di credito artigiano (finanziamen-to min 10.329,14 max 500.000 euro, tasso agevolato fino al 70% t.rif.) + contributo a fondo perduto “una tantum” pari a 2% del finanziamento se ga-rantito da una coop. artigiana di garanzia. • LEGGE 240/81 - contributo in c/canoni per le opera-zioni di locazione finanzia-ria da parte delle imprese artigiane (finanzia-mento min 10.329,14 - max 350.000 euro, tasso agevolato pari al 60% t.rif) + contributo a fondo perduto “una tantum” pari a 1,5% del finanziamento se garantito da una coop. arti-giana di garanzia. SCADENZA AL 31/12/2011

> C.C.I.A.A PESARO URBINO“Contributi a sostegno della partecipazione a fiere all’estero”Concessione di un contributo a fondo perduto per le imprese iscritte al Registro delle Im-prese di Pesaro e Urbino pari al 40% delle spese sotenute per la partecipazione a fiere all’estero, fino ad un massimo di 3.000 euro.SCADENZA AL 31/12/2011

> C.C.I.A.A PESARO URBINO“Contributi a sostegno di inve-

stimenti mediante abbattimento degli interessi”Concessione di un contributo sugli interessi maturati su fi-nanziamenti garantiti da orga-nismi di garanzia collettiva (es. Confidi), finalizzati a specifici investimenti previsti dal bando. Il contributo è pari al 90% degli interessi previsti per il primo anno dal piano di ammorta-mento, su un finanziamento di massimo 50.000 euro. SCADENZA AL 31/12/2011

> MINISTERO DELLO SVILUP-PO ECONOMICO“Incentivi per la brevettazione e la valorizzazione economica dei brevetti”Concessione di agevolazioni finanziarie per incrementare il numero delle domande di brevetto, tutelare la proprietà industriale, favorire la valoriz-zazione economica dei brevetti delle micro, piccole e medie imprese. Contributo a fondo perduto pari all’80% dei costi ammissibili fino ad un massi-mo di 70.000 euro.A PARTIRE DAL 02/11/2011

ABRUZZO

> MINISTERO DELLOSVILUPPO ECONOMICO -SIMEST“Fondo Start-up per le im-prese che investono all’estero (extra-UE)”Partecipazione di minoranza (max 49%) e temporanea nel capitale sociale della società destinataria, finalizzata a favo-rire la fase di avvio di program-mi di internazionalizzazione di piccole e medie imprese di nuova costituzione, con sede sociale in Italia o in altro Paese dell’UE. Importo complessivo non superiore ad 200.000 euro.

> MINISTERO DELLO SVI-LUPPO ECONOMICO“Agevolazioni per il design a favore delle PMI”Agevolazioni relative a: -premio per il deposito, ai fini della re-gistrazione nazionale, comuni-taria ed internazionale di nuovi modelli e disegni industriali; -incentivo per lo sfruttamento economico dei modelli/disegni industriali. Importo max agevo-lazione: 10.000 euro.

A PARTIRE DAL 02/11/2011

> MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO“Incentivi per la brevettazione e la valorizzazione economica dei brevetti”Concessione di agevolazioni finanziarie per incrementare il numero delle domande di brevetto, tutelare la proprietà industriale, favorire la valoriz-zazione economica dei brevetti delle micro, piccole e medie imprese. Contributo a fondo perduto pari all’80% dei costi ammissibili fino ad un massi-mo di 70.000 euro.A PARTIRE DAL 02/11/2011

EMILIA ROMAGNA

> MINISTERO DELLO SVI-LUPPO ECONOMICO - SIMEST“fondo Start-up per le imprese che investono all’estero (extra-UE)”Partecipazione di minoranza (max 49%) e temporanea nel capitale sociale della società destinataria, finalizzata a favorire la fase di avvio di programmi di internazionalizzazione di piccole e medie imprese di nuova costituzione, con sede sociale in Italia o in altro Paese dell’UE. Importo complessivo non superiore a 200.000 euro.

> MINISTERO DELLO SVI-LUPPO ECONOMICO“Agevolazioni per il design a favore delle PMI”Agevolazioni relative a: -premio per il deposito, ai fini della registrazione nazionale, comunitaria ed internazionale di nuovi modelli e disegni industriali; -incentivo per lo sfruttamento economico dei modelli/disegni industriali. Importo max agevolazione: 10.000 euro.A PARTIRE DAL 02/11/2011

A cura della Divisione Strategia e finanza d’Impresa Gruppo Sida T [email protected]

CONTRIBUTI E BANDI

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CARRIERE E POLTRONE

• Pari opportunità, una marchigiana ai vertici na-zionali. Elisa Cingolani n. 2 del Moica Elisa Cingolani, membro della Commissione regionale Marche delle Pari Opportunità, è stata eletta vice presidente naziona-le del Moica. quest’organismo è presente in regione da oltre trent’anni e rappresenta un punto di riferimento nella vita cul-turale e sociale della comunità, dando voce alle donne casa-linghe.

• Al Consiglio delle autonomie locali Ricci succede a Casagrande Il Presidente della Provincia di Pesaro e Urbino Matteo Ricci è stato eletto presidente del Cal (Consiglio delle autonomie loca-li) della Regione Marche. Succede alla presidente della Provin-cia di Ancona Patrizia Casagrande.

• Stefano Greco nuovo Presidente del Consorzio TuristicoStefano Greco è stato nominato nuovo presidente del Con-sorzio Turistico Riviera delle Palme. Il nuovo numero uno del Consorzio Riviera delle Palme, il cui mandato segue quello di Alessandro Zocchi, ha organizzato recentemente manifesta-zioni di successo come Anghiò e fritto Misto.

> Nomine e incarichi possono essere inviati all’indirizzo [email protected]

Chi entra e...chi esceIn questa Rubrica presentiamo le novità principali relative a nomine ed incarichi in aziende del territorio ed enti pubblici, nonché avvicendamenti che interessano marchigiani

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SPECIALE: AGROALIMENTARE

“Il primo uomo fu un agricoltore e ogni nobiltà storica riposa sull’agricoltura”Ralph Waldo Emerson(Filosofo, scrittore, saggista)

AGROALIMENTARESPECIALE

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Sono costretto a continue trasformazioni, perché tutto cresce e rinverdisce. Insomma, a forza di trasformazioni, io seguo la natura senza poterla afferrare e poi questo fiume che scende, risale, un giorno verde, poi giallo, oggi pomeriggio asciutto e domani sarà un torrente” (Claude Monet)

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SPECIALE: AGROALIMENTARE

Sui nostri mercati, poi, si sono affacciati nuovi agguerri-ti produttori, che forniscono anche le cucine italiane a prezzi estremamente competitivi. E le risorse pubbliche

stanno venendo meno: l’assenza, di fatto, dei contributi sta-tali è soltanto in parte compensata dai grandi sforzi compiuti dalla Regione Marche, come ci ha ricordato l’assessore Pao-lo Petrini. Per Bruno Mezzetti - Direttore del Dipartimento di Scienze Agrarie Alimentari e Ambientali dell’Università Poli-tecnica delle Marche – la risposta più efficace è da cercare nel supporto che possono dare all’azienda agricola gli ottimi ricercatori ed esperti che anche il nostro territorio possiede,

con l’obiettivo di “dare ai nostri agricoltori piante “moderne”, che producono prima, meglio, di più e con minori costi”. flavio Guidi (fondatore del Gruppo Sida), invece, mette l’accento sulla necessità di sviluppare un processo di “managerializzazione” dell’azienda agricola, anche se di piccole dimensioni: non è più sufficiente la conoscenza degli aspetti tecnici o scientifici del-le culture agrarie. Il nuovo contesto economico mondiale ha manifestato in tutta la sua evidenza il bisogno, anche per l’im-prenditore agricolo, di acquisire dimestichezza con gli aspetti organizzativi e gestionali dell’impresa.

L’agricoltoreha bisogno più del ricercatore o del manager?Cosa occorre oggi all’agroalimentare marchigiano? La situazione è molto difficile: la crisi economica generale si aggiunge infatti a problemi tipici del settore, come l’eccessiva parcellizzazione degli operatori – fatta eccezione per taluni settori come carne, latte e vino – e le difficoltà relative al passaggio generazionale

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L’allevamento è in picchiataCome si nota dalla Tabella I, in quattro anni (dal 2003 al 2007) le Marche hanno perso quasi due aziende di allevamento su tre (il 62,9 per cento). Mentre hanno sostanzialmente tenuto gli allevatori di bovini (-14,36 per cento), i cali più evidenti sono stati

registrati nell’allevamento di suini (-41,36 per cento), avicolo (-81,53 per cento) e di conigli (-83,32 per cento).Se però vediamo il numero di capi allevati – Tabella II - notiamo che la flessione è minima (del 3,65 per cento). Il settore pertanto segue la tendenza di avere minori aziende ma di dimensioni maggiori: se nel 2003 un allevatore marchigiano aveva in media 21 bovini, quattro anni dopo ne contava 25. Il rapporto si allarga per gli ovini (dai 64 capi del 2003 ai circa 103 per azienda del 2007).

La superficie delle aziende agricole marchigiane

Come si può notare dalla Tabella III, nel 2007, rispetto a quattro anni prima sono calate le piccole aziende a conduzione diretta: con riferimento a quelle di superficie non superiore ai tre ettari, infatti, si è passati da 27.799 a 22.245. Un calo quindi del 20 per cento. Rimane invece pressoché invariato il numero delle imprese agricole di media superficie (dai 3 ai 20 ettari), che passa dalle 21.205 unità del 2003 alle 20.048 del 2007 (il che significa una flessione del 4,5 per cento). Per quanto riguarda le aziende che lavorano le superfici maggiori (oltre i 20 ettari), l’Istat ci conferma una diminuzione dell’8,7 per cento (dalle 4.446 alle 4.059).

Tabella III - Aziende e relativa superficie (superficie in ettari)

SPECIALE: AGROALIMENTARE

ANNO NUMERO di AZIENDE

2003 47.462

2005 32.481

2007 17.561

ANNO CAPI

2003 6.395.933

2005 6.004.353

2007 6.162.615

L’identikit dell’impresa agroalimentare marchigianaAlcuni dati che danno l’idea di chi siano oggi gli agricoltori e gli allevatori della regione

fonte: Elaborazione su dati ISTAT fonte: Elaborazione su dati ISTAT

PROVINCIA AZIENDE AGRICOLE SAU SUPERFICIE TOTALE SAU/ Sup.tot./ SAU (numero) (ettari) (ettari) Sup.tot.% n. aziende media (ettari)

(ettari)

Pesaro Urbino

Pesaro Urbino senza ComuniValmarecchia

Ancona

Macerata

Ascoli Piceno

Fermo

Marche

Marchesenza ComuniValmarecchia

15.318

13.833

15.354

15.439

11.153

9.299

66.563

65.078

137.833,02

123.726,96

119.798,92

145.961,97

51.815,39

51.771,32

507.180,62

493.075

217.422,73

195.412,72

145.864,44

198.023,87

85.874,96

64.844,36

712.030,36

690.020

63,39%

63,32%

82,13%

73,71%

60,34%

79,84%

71,23%

71,46%

14,19

14,13

9,50

12,83

7,70

6,97

10,70

10,60

fonte: elaborazione del servizio sistema informativo statistico su banca dati ISTAT

Tabella II - Capi di allevamento – Regione MarcheTabella I - Aziende di allevamento – Regione Marche

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PROVINCIA CONDUTTORE CONIUGE FAMILIARI e PARENTI OPERAI a tempo OPERAI a tempo del conduttore indeterminato determinato coloni e assimilati

PESARO URBINO

PESARO URBINOsenza Valmarecchia

ANCONA

MACERATA

ASCOLI PICENO

fERMO

TOTALE MARCHE

TOTALE MARCHE senza comuni Valmarecchia

1.141.350

1.022.973

1.107.601

1.304.579

1.049.444

705.356

5.308.330

5.189.953

314.963

281.891

371.447

425.869

408.804

244.638

1.765.721

1.732.649

278.196

195.412,72

260.994

289.704

219.694

169.951

1.218.539

1.192.210

44.255

36.729

78.180

52.587

39.345

14.586

228.953

221.427

76.398

72.844

110.883

55.992

72.081

37.242

352.596

349.042

fonte: elaborazione del servizio sistema informativo statistico su banca dati ISTAT

fonte: elaborazione del servizio sistema informativo statistico su banca dati ISTAT

Tabella IV – Giornate di lavoro della manodopera aziendale per categoria – Ccensimento Agricoltura 2000

PROVINCIA CONDUTTORE CONIUGE FAMILIARI e PARENTI OPERAI a tempo OPERAI a tempo del conduttore indeterminato determinato coloni e assimilati

Pesaro Urbino

Pesaro Urbino senza ComuniValmarecchia

Ancona

Macerata

Ascoli Piceno

Fermo

Totale Marche

Totale Marchesenza ComuniValmarecchia

61,5%

61,4%

57,4%

61,3%

58,6%

60,2%

59,8%

59,8%

17,0%

16,9%

19,3%

20,0%

22,8%

20,9%

19,9%

19,9%

15,0%

15,1%

13,5%

13,6%

12,3%

14,5%

13,7%

13,7%

2,4%

2,2%

4,1%

2,5%

2,2%

1,2%

2,6%

2,5%

4,1%

4,4%

5,7%

2,6%

4,0%

3,2%

4,0%

4,0%

Tabella V – Distribuzione percentuale delle giornate di lavoro secondo le categorie di manodopera aziendale sul totale –Censimento Agricoltura 2000

PROVINCIA SOLO PROPRIETA’ AFFITTO E/O USO GRATUITO PARTE in PROPRIETA’ e PARTE in AFFITTO

Pesaro Urbino

Pesaro Urbino senza ComuniValmarecchia

Ancona

Macerata

Ascoli Piceno

Fermo

Totale Marche

Totale Marchesenza ComuniValmarecchia

60,0%

59,8%

59,8%

62,9%

76,1%

64,5%

63,1%

63,2%

11,8%

11,8%

8,3%

7,9%

5,8%

7,9%

8,9%

8,8%

28,2%

28,4%

31,9%

29,2%

18,1%

27,6%

28,0%

28,0% fonte:elaborazione del servizio sistema informativo statistico su banca dati ISTAT

I dati riportati nella Tabella V ci offrono un quadro piuttosto chiaro in merito alla rilevanza dell’agricoltore e della sua famiglia nella conduzione dell’azienda: in tutte le province della regione l’apporto della manodopera costituita da persone estranee alla famiglia del titolare è limitato, con una media attorno al 4-6 per cento. Soltanto nell’anconetano si sfiora il 10 per cento.

Tabella VI – Distribuzione percentuale della superficie totale per titolo di possesso dei terreni – Censimento Agricoltura 2000

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SPECIALE: AGROALIMENTARE

PROVINCIA SOLO PROPRIETA’ AFFITTO E/O USO GRATUITO PARTE in PROPRIETA’ e PARTE in AFFITTO

PROVINCIA SOLO PROPRIETA’ AFFITTO E/O USO GRATUITO PARTE in PROPRIETA’ e PARTE in AFFITTO

AZIENDE 2010 AZIENDE 2000 VARIAZIONI ASSOLUTE VARIAZIONI %

Pesaro Urbino

Pesaro Urbino senza ComuniValmarecchia

Ancona

Macerata

Ascoli Piceno

Fermo

Totale Marche

Totale Marchesenza ComuniValmarecchia

Pesaro Urbino

Pesaro Urbino senza ComuniValmarecchia

Ancona

Macerata

Ascoli Piceno

Fermo

Totale Marche

Totale Marchesenza ComuniValmarecchia

Italia

Italia Centrale

Marche

60,0%

59,8%

59,8%

62,9%

76,1%

64,5%

63,1%

63,2%

83,6%

83,5%

84,3%

79,9%

87,5%

87,5%

84,1%

684,1%

1.630.420

256.059

46.373

11,8%

11,8%

8,3%

7,9%

5,8%

7,9%

8,9%

8,8%

4,4%

4,5%

4,6%

5,8%

4,2%

3,6%

4,6%

4,7%

2.405.453

426.972

61.323

- 775.033

- 170.913

- 14.950

28,2%

28,4%

31,9%

29,2%

18,1%

27,6%

28,0%

28,0%

12,1%

12,0%

11,1%

14,3%

8,3%

8,8%

11,3%

11,2%

- 32,2

- 40,0

- 24,4

fonte:elaborazione del servizio sistema informativo statistico su banca dati ISTAT

fonte:elaborazione del servizio sistema informativo statistico su banca dati ISTAT

fonte:VI censimento agricoltura (ISTAT, regione marche, sistema informativo statistico)

I dati riportati nella Tabella V ci offrono un quadro piuttosto chiaro in merito alla rilevanza dell’agricoltore e della sua famiglia nella conduzione dell’azienda: in tutte le province della regione l’apporto della manodopera costituita da persone estranee alla famiglia del titolare è limitato, con una media attorno al 4-6 per cento. Soltanto nell’anconetano si sfiora il 10 per cento.

Tabella VI – Distribuzione percentuale della superficie totale per titolo di possesso dei terreni – Censimento Agricoltura 2000

Tabella VII – Distribuzione percentuale delle aziende per titolo di possesso dei terreni – Censimento Agricoltura 2000

La stragrande maggioranza delle aziende sono di proprietà dell’agricoltore, mentre è marginale la percentuale delle imprese condotte sulla base di contratti di affitto oppure di concessioni gratuite (attorno al 4 per cento, quota che sale a quasi il 6 per cento nella sola provincia di Macerata). Mentre dall’analisi del titolo giuridico relativo alle superfici coltivate o utilizzate per gli allevamenti, notiamo che le aree di proprietà dell’imprenditore agricolo sono soltanto poco più della metà del totale.

Il contesto nazionaleI dati provvisori del VI Censimento Generale dell’Agricoltura – svolto tra il 24 ottobre 2010 e il 31 gennaio 2011 – ci danno un qua-dro che ci permette di comprendere le tendenze delle imprese agricole della regione. L’elaborazione dei dati definitivi è prevista per aprile 2012. Il primo dato che emerge è il calo del numero delle aziende agricole del Paese negli ultimi 10 anni (-32,2 per cento). Tale flessione risulta peraltro assai più contenuta nelle Marche (Tabella VIII).

Tabella VIII – Numero delle aziende – Anni 2000 e 2010

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SAT 2010 SAT 2000 VARIAZIONI ASSOLUTE VARIAZIONI %

SAU 2010 SAU 2000 VARIAZIONI ASSOLUTE VARIAZIONI %

SAU MEDIA 2010 SAU MEDIA 2000 VARIAZIONI ASSOLUTE VARIAZIONI %

Italia

Italia Centrale

Marche

Italia

Italia Centrale

Marche

Italia

Italia Centrale

Marche

17.277.022,97

3.471.534,73

632.230,85

12.885.185,90

2.204.699,89

473.063,85

7,93

8,64

10,24

18.775.270,66

3.901.346,44

676.226,27

13.183.406,76

2.435.905,43

492.595,95

5,49

5,71

8,04

-1.498.247,69

-429.811,71

-43.995,42

-298.220,86

-231.205,54

-19.532,10

2,4

2,9

2,2

-8,0

-11,0

-6,5

-2,3

-9,5

-4,0

44,4

51,3

27,4

fonte:VI censimento agricoltura (ISTAT, regione marche, sistema informativo statistico)

fonte:VI censimento agricoltura (ISTAT, regione marche, sistema informativo statistico)

fonte:VI censimento agricoltura (ISTAT, regione marche, sistema informativo statistico)

Tabella IX – Superficie totale – Anni 2000 e 2010

Il decremento registrato nel numero delle aziende si ripercuote sulla superficie utilizzata, anche se in misura inferiore (Tabella VIII). Anche in questo caso la contrazione subìta a livello nazionale è nettamente superiore alla variazione rilevata in regione.

Tabella XI – Dimensione media dell’azienda in ettari secondo la Superficie Agricola Utilizzata (SAU) – Anni 2000 e 2010

Rispetto al 2000, le aziende agricole marchigiane operanti nel 2010 risultano essere più grandi in termini di superficie utilizzata: in media, 2,2 ettari in più, pari al 27,4 per cento.

Tabella X – Superficie agricola utilizzata (SAU) – Anni 2000 e 2010

[email protected] GroupVia Albertini 36Blocco I1 - 60131 Anconatel 071 2850

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Professore, quanto rileva la ricerca per un Dipartimento della Facoltà di Agra-ria?

“E’ l’essenza stessa dell’Ateneo, purchè sia di altissima qualità dal punto di vista scientifico, collocata in un’ottica di internazionalizzazio-ne ed ancorata a situazioni concrete, espres-sioni di esigenze specifiche delle aziende del territorio”.

Se ho compreso bene: l’Università a suppor-to delle aziende?“La mia visione di Ateneo – che in gran parte coincide con le opinioni dei miei colleghi - è quella di un laboratorio: nello studio di una determinata situazione, il nostro compito è quello di cercare programmi e soluzioni che devono essere di interesse per le aziende, del territorio e anche fuori da esso”.

Lei ha accennato all’internazionalizzazione. “Se i risultati hanno una loro valenza scien-tifica, è possibile poi avviare un confronto anche con realtà scientifiche straniere. Oltre che come validazione della qualità scientifi-ca, la dimensione internazionale della ricerca

assume un’importanza notevole per l’acces-so a finanziamenti per progetti di ricerca”.Quanto possono incidere i finanziamenti pubblici per le attività di ricerca?“Moltissimo. Soprattutto per la difficoltà di avere sostegno dalla aziende private (spesso di piccole dimensioni) e per la fase attuale caratterizzata da una forte contrazione delle spese pubbliche, è divenuto di primaria im-portanza affacciarsi alle istituzioni comunita-rie per accedere ai contributi necessari per sostenere la ricerca”.

Bruxelles è “generosa” con le Università?“L’Unione europea ha instaurato una saggia politica di sostegno alle attività di ricerca nel settore agroalimentare che coinvolgono le Pmi, e quindi il territorio. Ecco perché parlo di applicazione delle tecnologie con valenza territoriale. Ma ottenere un tale contributo è complicato e molto competitivo: attualmente sto coordinando un progetto europeo di circa quattro milioni: è di certo un’ottima oppor-tunità per qualificare la nostra ricerca ma anche per ottenere nuovi prodotti che spero saranno d’interesse per il territorio …”.

“Il nostro agroalimentaresi salva se punta sulla tecnica”“Oggi tutto il mondo produce a prezzi più bassi. Occorre quindi affidarsi a ricercatori ed esperti in grado di dare ai nostri agricoltori piante “moderne”, che producono prima, meglio, di più e con minori costi”. E’ l’opinione del Professor Bruno Mezzetti, Direttore del Dipartimento di Scienze Agrarie Alimentari e Ambientali dell’Università Politecnica delle Marche

di P. Duranti

SPECIALE: AGROALIMENTARE

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Quindi la formazione universitaria dovrebbe adattarsi alle esigenze di ricerca?“E’ inutile ricordare che la didattica e la ricerca scientifica nell’Università sono tra loro strettamente correlate. La ricer-ca da un lato deve quindi garantire l’elevato profilo didattico, dall’altro della formazione pratica, da attuarsi attraverso le tesi e i tirocini.In tale contesto occorre un sempre maggiore impegno dell’Università finalizzato ad aumentare le conoscenze tecni-co-scientifiche rimanendo però ancorati ad una visione prati-ca, vale a dire mantenendo una forte capacità di inserimento nelle aziende. In sostanza, scienziati ma anche “contadini”.

In azienda quali sono gli ambiti lavorativi di interesse per un laureato in Agraria?“Le professioni sono riconducibili sostanzialmente a due ti-pologie: consulente e tecnico, a meno che il giovane neolau-reato intenda fare egli stesso l’imprenditore nel settore agro-alimentare”.

E le prospettive occupazionali?“La ricerca da un lato e l’ambito applicativo dall’altro. Per quanto attiene al primo filone, dobbiamo guardare quasi esclusivamente all’estero, perché in Italia il settore pubblico è bloccato, e nel privato spesso ancora manca la consapevo-lezza che un esperto in agraria possa conferire un valore ag-

giunto all’impresa alla quale lavora sviluppando nuove idee e soluzioni. questo è un nostro grosso problema, in gene-rale in tutta Italia ma anche nelle Marche ed in particolare in alcuni settori” .

E sotto il profilo applicativo?“Vi sono maggiori possibilità”.

Anche in regione? “Nei comparti della carne, del latte e del vino vi sono nume-rose aziende regionali che assorbono personale qualificato. Altri settori invece sono molto più frammentati, sia per la produzione che per la distribuzione. Pensiamo ad esempio all’ortofrutta: una volta c’erano le cooperative, ora non più. E’ un settore che per molti aspetti potrebbe essere valorizzato moltissimo lavorando su nuove soluzioni tecniche e organiz-zative”.

Come?“Promuovendo nuove forme di aggregazione – come ad esem pio le organizzazioni di produttori – in grado di valorizzare le produzioni locali mediante l’applicazione di sistemi produttivi efficienti e di qualità. Per ottenere questo serve un’elevata professionalità. In questo il contributo dei nostri laureati po-trebbe essere strategico in una visione prospettica, oltre che

Nel corso della sua carriera accademica, Bruno Mezzetti ha svolto attività

di ricerca negli Stati Uniti (presso l’USDA-ARS Fruit Laboratory e Plant

Molecular Biology Laboratory, a Beltsville MD) e nei Paesi Bassi (presso

CPRLO-DLO, laboratorio Biologia dello Sviluppo, a Wageningen). E’ stato

componente del Comitato Interministeriale di Valutazione (CIV) per le biotecnologie,

coordinato dal Ministero della Salute, e della Commissione nominata dal Comitato Nazionale

sulla Bioetica e sulle Biotecnologie (CNBB) per un parere sulle sperimentazioni su Ogm

in agricoltura. Nel 2004 è stato designato dal Ministero della Salute in qualità di esperto

all’interno della Commissione di Valutazione per le biotecnologie del Ministero dell’Ambiente.

E’ inoltre membro di alcune prestigiose Società scientifiche (ISHS – “International Society for

Horticultural Science” - Sezioni Frutticoltura e Biotecnologie; IAPTC – “International Society Plant

Tissue Culture”; SIGA – “Società Italiana di Genetica Agraria”; SOI – “Società Orticola Italiana”

- Sezione Frutticoltura. Nel periodo 2004-2007 è stato eletto nel consiglio direttivo della Società

Italiana di Ortoflorofrutticoltura (SOI) per la sezione di “Frutticoltura”.

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“Nelle Marche, nei comparti della carne, del latte e del vinovi sono numerose aziende regionali che assorbono personale qualificato.Altri settori invece, come l’ortofrutticolo, sono molto più frammentati”

SPECIALE: AGROALIMENTARE

economicamente sostenibile. L’assistenza tecnica di alto livel-lo, quella che all’estero chiamano extension service, è ora fon-damentale per aiutare le aziende nel risolvere i loro problemi ed elevare gli standard qualitativi delle loro produzioni.

Perché non si fa?“Il problema è … da che parte iniziare?”.

Nelle Marche la situazione è preoccupante?“qui è carente la rete di tecnici che stanno in campagna, nel-le aziende agricole. Invece molti di loro lavorano in ufficio, il più delle volte sono impiegati dagli agricoltori al disbrigo del-le pratiche finalizzate all’ottenimento di contributi. Aspetto, quest’ultimo, importantissimo - ci mancherebbe! - però serve anche il tecnico di ‘campo’”.

Procediamo sulla strada delle alleanze tra imprese, quindi.“Assolutamente si, perché è una grande opportunità, anche per garantire una maggiore cooperazione. Diciamolo: l’espe-rimento cooperativo in questo settore, almeno nel modo in cui si è sviluppato, è stato un fallimento. Occorre pensare e rea-lizzare nuove forme di aggregazione delle imprese agricole del territorio”.

Reti per realizzare economie di scala?“Per razionalizzare e standardizzare tutta la filiera, dal recupe-

ro al controllo vivaistico delle piante da coltivare, alla gestione degli impianti al prodotto finale per il consumatore. Va benis-simo puntare sul marchio, ma prima devi avere il prodotto. Pa-radossalmente ora il problema sembra non essere il mercato, ma la produzione”.

Non capisco.“Se hai appena una decina di alberi da frutto, come fai a fare un DOP o un IGP ma anche solo a garantire una continuità di offerta per un negozio, un supermercato …? Puoi se ti aggre-ghi, ed anche risulta più facile sostenere ricerche finalizzate alle tue esigenze – opportunità ma anche solo avere accesso e condividere competenze tecniche diversificate e qualificate”.

In conclusione, secondo Lei ha ragione la Coldiretti nel dire che nel settore si possono intravvedere serie opportunità la-vorative?“Si, ad un patto: che si maturi la consapevolezza della si-tuazione in cui ci troviamo e della necessità di porvi rimedio. Dobbiamo renderci conto che tutto il mondo produce prodotti agroalimentari, ma a prezzi notevolmente più bassi dei nostri, per motivi ormai noti. L’unica ancora di salvezza per l’agroali-mentare italiano è rappresentata dalla tecnica, che può dare ai nostri agricoltori piante “moderne”, che producono prima, meglio, di più e con minori costi. Il che si traduce in tre parole: efficienza produttiva e qualità”.

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Occorrono – prosegue Guidi - esperti nella configurazione di sistemi organiz-zativi aziendali, che sappiano prevedere

con una buona attendibilità gli effetti di deter-minate scelte economiche”.

Cosa intende per “scelte economiche”?“Da un lato l’individuazione del giusto mix tra attività produttive e di vendita, naturalmente accompagnata dalle scelte relative a “cosa” produrre e “cosa” vendere; dall’altro, l’adozio-ne di adeguate strategie di marketing e, so-prattutto, l’organizzazione e la strutturazione dei business delle aziende di settore. Infine, per l’imprenditore agricolo risulta fondamentale organizzare o favorire processi di integrazione. Il tutto finalizzato ad un obiettivo: la redditività. questa, anche in un mondo complesso come quello agricolo, è funzione di un insieme di otti-mizzazioni che - spesso legate ad economie di scala - attengono a cosa, come e quando pro-durre, quali tecniche utilizzare, quali strumen-ti, quali risorse, quali configurazioni produttive, dove, quando e come vendere”.

Come definirebbe il sistema agricolo marchi-giano?“In regione il settore agricolo è caratterizzato dalla predominanza di unità di piccole dimen-sioni, dove ancora prevale l’impresa familiare.

Tale caratteristica si rivela un limite all’ottimiz-zazione della redditività aziendale”.

E l’agricoltore marchigiano?“L’agricoltore generalmente ha ottime qualità per quanto attiene alla gestione delle attività di produzione, ma spesso opera da solo e fa ciò che il tempo, l’esperienza e l’energia gli con-sentono. Nella gestione delle complessità è praticamente solo. Oltre ad affrontare i proble-mi della produzione e della vendita, deve occu-parsi di amministrazione, fiscalità, finanza, in-vestimenti, gestione dei rischi, organizzazione. Al descritto carattere dell’impresa agricola si aggiunge anche il carattere psicologico dell’im-prenditore agricolo, abbinato alle condizioni di contesto in cui si trova ad operare e che al ri-guardo lo condizionano”.

In che senso?“L’imprenditore agricolo è prevalentemente un tranquillo, con ambizioni modeste, spesso con-servatore, moderato, prudente, parsimonioso, cauto, previdente, quindi con una propensione al rischio non elevata e una versatilità decisio-nale molto controllata o frenata. Da qui una bassa propensione all’investimento. Anche la propensione all’innovazione è lenta, basata più sull’emulazione che sul calcolo di convenienza o su un’ambizione ad uno sviluppo veloce o ri-

L’azienda agraria verso nuove configurazioni organizzativePer flavio Guidi, fondatore del Gruppo Sida, “più che di scienziati abbiamo bisogno di persone che “dai monti scendano a valle” e che oltre a conoscere prevalentemente gli aspetti tecnici o scientifici delle culture agrarie dimostrino una certa familiarità con l’economia delle aziende agricole, i loro problemi organizzativi e gestionali

di A. Monticelli

Flavio Guidi

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levante. La dimensione dell’azienda agricola comporta inoltre un limite all’autofinanziamento: a ciò consegue pertanto una mode-sta capacità di utilizzare la leva finanziaria”.

E quindi?“In questo quadro è necessario che le strutture istituzionali im-plementino operativamente l’azienda agricola con interventi sul campo e l’attivazione di strumenti che favoriscano il migliora-mento gestionale e dimensionale. Per fare questo occorrono azio-ni incisive nei vari momenti aziendali, che creino reti finalizzate a favorire lo sviluppo dell’organizzazione, specializzando l’agri-coltore, acculturandolo e inducendolo all’outsourcing, attraverso reti o trade in grado di razionalizzare tutte le funzioni aziendali, dalla scelta delle culture agli investimenti, dall’assistenza tecnica all’innovazione, dal controllo di gestione all’amministrazione, agli aspetti finanziari, ecc.”.

Lei parla di “strutture istituzionali” …“Istituzioni, scuole, imprese, sindacati, associazioni, ecc. devono favorire la strutturazione del processo sia in termini di sviluppo culturale, sia scendendo in campo e operando nell’attivazione di configurazioni aziendali e nella diretta gestione di queste nuove formule organizzative promuovendo e gestendo strutture ad hoc. Il distretto territoriale potrebbe essere una risposta organizzativa e un nuovo modo di concepire l’organizzazione dell’industria agri-cola. Bisogna pensare a nuove configurazioni tali da realizzare le economie di scala delle medie-grandi aziende affinché possano gestire in modo manageriale le diverse funzioni, il tutto per un’ot-timizzazione della redditività finalizzata a favorire l’attrazione dell’investimento e dell’intraprendenza”.

“Occorrono azioni incisive nei vari momenti aziendali, che creino reti

finalizzate a favorire lo sviluppo dell’organizzazione, specializzando

l’agricoltore, acculturandolo e inducendolo all’outsourcing,

attraverso reti o trade in grado di razionalizzare tutte le funzioni

aziendali, dalla scelta delle culture agli investimenti, dall’assistenza

tecnica all’innovazione, dal controllo di gestione all’amministrazione, agli

aspetti finanziari”.

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SPECIALE: AGROALIMENTARE

“E’ venuto meno il supporto statale” E’ l’allarme lanciato da Paolo Petrini, assessore all’Agricoltura e Vice Presidente della Giunta regionale

di L. Dattolo

Assessore, non pochi osservatori puntano l’indice contro le politiche comunitarie adottate nel settore agricolo, che sarebbero penalizzanti per gli agricoltori italiani.

Lei cosa ne pensa?“A livello comunitario si avverte il bisogno di una riforma che si inserisca nel solco delle idee tracciate da Ciolos (Dacian Ciolos, Commissario Ue alle Politiche agricole, ndr). In questo settore l’obiettivo è quello dello sviluppo nel rispetto di due principi: la competitività e la compatibilità ambientale”.

Importiamo moltissimo dalla Cina: si può ancora avere l’obiet-tivo della competitività?“Non dobbiamo cadere nella tentazione di vedere nella globaliz-zazione l’unico orizzonte possibile per il mercato agroalimenta-re mondiale. Mi spiego meglio: occorre lavorare per stabilizzare i mercati e quindi i redditi, con effetti diretti sui prezzi. Guardi che in parte tutto questo è già possibile …”.

Ad esempio?“Basti pensare alle proposte avanzate per utilizzare gli stru-menti della PAC in presenza di oscillazioni dei mercati, proble-ma che coinvolge anche il mondo assicurativo. Poi altri stru-menti potrebbero anche essere negoziati”.

In tale contesto la Regione cosa può fare?“Le Regioni hanno un ruolo difficile, perché è venuta meno … una gamba”.

In che senso?“Le politiche agricole vengono gestite a tre livelli: Stato, Unione europea e Regioni. Il problema è che di fatto è venuto meno il

supporto di Roma. Sia chiaro, non per discredito politico, ma la situazione è tale che i fondi per l’agricoltura si sono azzerati”.

E le Regioni?“Di conseguenza abbiamo dovuto procedere ad una rigorosa selezione delle risorse, puntando sempre di più alla promozio-ne e alla valorizzazione di progetti integrati, come gli accordi di filiera – regionali e locali -, le iniziative destinate ai giovani oppure gli accordi agro ambientali d’area. Parliamo di iniziative destinate ad aumentare il valore aggiunto delle nostre aziende”.

Ci può parlare dei progetti destinati ai giovani?“Si tratta di agevolazioni finalizzate a sostenere il loro ingresso nel mondo dell’agricoltura oppure a favorire il passaggio gene-razionale nelle aziende esistenti”.

Agevolazioni di che tipo?“Contributi in conto capitale e in conto interessi, diretti a so-stenere gli investimenti in una duplice ottica: da un lato in beni strumentali – magazzini, capannoni, ecc. – dall’altro per i pro-cessi di diversificazione, che si rivelano sempre più indispensa-bili anche sul nostro territorio. Ma il nostro apporto non termina qui: la regione garantisce anche un supporto di tipo consulen-ziale e formativo”.

C’è interesse da parte dei giovani?“Abbiamo registrato un enorme interesse. Dopo un’iniziale dif-fidenza, il “pacchetto giovani” (così l’abbiamo battezzato) ha avuto successo. Anche con l’apporto delle associazioni di cate-goria, siamo riusciti ad incoraggiare progetti molto significativi, anche superiori al milione di euro”.

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Tornare all’antico ma allo stesso tempo pensare al futuro investendo e scommettendo sull’immensa ricchezza del nostro territorio, altamente apprezzata anche all’estero

sia a livello di ricezione turistica che di qualità dei prodotti che ne derivano. In questo contributo riassumeremo brevemente quali sono gli adempimenti necessari per poter avviare un’at-tività agrituristica. Innanzitutto occorre chiarire che la legge 96/2006 definisce l’agriturismo come l’attività di un imprendi-tore agricolo che offre ai turisti, nei propri fondi, vitto e allog-gio, utilizzando prodotti propri e organizzando talvolta attività ricreative o culturali. Per prima cosa occorre quindi avere la disponibilità di un’azienda agricola in proprietà, in affitto o per altro titolo valido. L’attività agrituristica risulterà sempre con-nessa all’attività agricola, che in ogni caso rimarrà prevalente. Mentre i tratti generali della disciplina sono dettati a livello na-zionale da una legge-quadro, è spettato alle Regioni emanare le disposizioni attuative che dettano criteri, limiti ed obblighi. I requisiti e i principali adempimenti amministrativi sono i se-guenti:a) non è consentito l’esercizio dell’attività agrituristica ai sog-

getti privi del requisito dell’onorabilità sotto il profilo penale;b) invio della comunicazione di inizio attività al Comune;c) entro 60 giorni il Comune può formulare rilievi motivati e comunicare le relative modalità di adeguamento;d) il titolare dell’agriturismo è tenuto a comunicare qualsiasi variazione entro 15 giorni al Comune;e) l’abilitazione all’esercizio dell’attività deve risultare da un certificato rilasciato dalle Regioni, per il cui conseguimento le stesse possono prevedere dei corsi di formazione;f) lo svolgimento dell’attività agrituristica beneficia dell’appli-cazione delle disposizioni fiscali di cui all’art. 5 della Legge 30 dicembre 1991, n. 413. Addentrandoci nelle peculiarità previste dalla normativa del-la Regione Marche, occorre sottolineare che il requisito della prevalenza dell’attività agricola viene verificato all’avvio in base alla compilazione di apposite tabelle e successivamente, ogni tre anni, attraverso la presentazione di una relazione sull’at-tività agricola e agrituristica. La capacità ricettiva non può essere superiore a 35 posti letto (elevabili a 50 in zone pro-tette o svantaggiate), le piazzole per la sosta in spazi aperti

Come avviareun agriturismo nelle MarcheSecondo i dati Istat la disoccupazione giovanile a luglio 2011 si attesta al 27,6 per cento, un dato di certo non rassicurante per chi voglia affacciarsi al mondo del lavoro di questi tempi. Un’alternativa sempre più concreta e possibile da seguire è quella di avviare una propria attività, mettersi in gioco e rischiare. E perché non provare a farlo in un settore come quello agricolo che per secoli ha dato occupazione ai nostri antenati?

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non possono essere in numero superiore a 12 (elevabili a 20 nei casi di cui sopra) e vi possono essere al massimo 60 po-sti a tavola per l’attività di ristorazione (elevabili a 90 nel caso in cui gli alimenti derivino per più del 50 per cento dai pro-dotti dell’azienda). I locali utilizzati per l’attività agrituristica possono essere quelli situati nell’abitazione dell’imprenditore agricolo ubicata nel fondo o in edifici o parti di essi esistenti nel medesimo. I prodotti da vendere o da utilizzare per la ri-storazione devono provenire per il 35 per cento dalla propria produzione agricola (25 per cento per le aziende biologiche). I prodotti integrativi non possono superare il 20 per cento del totale mentre la parte rimanente dei prodotti deve provenire da aziende agricole operanti nelle Marche. Da ultimo, in base ai requisiti posseduti, l’agriturismo viene classificato attraverso l’utilizzo di cinque simboli raffiguranti il picchio (stemma della Regione Marche). Si ricorda inoltre la necessità di comunicare alla Regione, entro il 1° ottobre di ogni anno, i prezzi che ver-ranno praticati nell’anno successivo e di effettuare all’Autorità di Pubblica Sicurezza la comunicazione dei nominativi delle persone ospitate. Una volta soddisfatti tutti gli adempimenti

burocratici, e rispettati e requisiti igienico-sanitari, si può ini-ziare ad avviare l’attività agrituristica. Tale forma di ricettività è divenuta ormai un prodotto turistico sempre più al passo con la modernità, in grado di offrire una serie di servizi e comfort uni-ci, difficili da replicare in altre modalità di ricezione turistica. L’offerta di agriturismi è in continua crescita proprio perché, grazie alle proprie peculiarità, è in grado di rispondere ad esi-genze di una fetta di mercato ancora insoddisfatta. D’altro lato occorre sottolineare che, soprattutto nella fase iniziale, sono spesso necessari ingenti investimenti e risorse finanziarie per poter ristrutturare i fabbricati rurali ed adeguarli all’attività. A tal ragione risulta importante monitorare la possibilità di usufruire di finanziamenti agevolati e contributi pubblici che periodicamente vengono messi a disposizione dalle istituzioni pubbliche.

Roberto AntonellaArea fiscale Gruppo Sida [email protected]. 071.28521

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SPECIALE: AGROALIMENTARE

Dottor Cortucci, le famiglie marchigiane spendono di meno per i prodotti alimentari?“Indubbiamente, negli ultimi anni il mercato ha registra-

to un mutamento nello stile di vita e nei consumi degli italiani. Se prima i beni alimentari rappresentavano il costo maggiore della spesa della famiglia, ora prevalgono altre tipologie di ac-quisto, anche per beni durevoli. In linea generale, direi che si consuma meno e si spreca meno. Però poi va fatta un’analisi dei consumi su base territoriale”.

In che senso?“Prendiamo un centro florido come fabriano: rispetto a 5-6 anni fa, ora i consumi sono letteralmente in picchiata …”.

Dove siete presenti?“Nelle Marche, che rappresentano circa il 60 per cento del no-stro fatturato (che complessivamente supera i 200 milioni), in Abruzzo – che copre il 30 per cento –, in Umbria, Romagna, Molise e Lazio, che complessivamente fanno il 10 per cento”.

“L’approccio alla spesaè diventato più razionale”Marco Cortucci, responsabile marketing e vendite Coal

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89 Via Direttissima del Conero, 11 - Camerano (AN)

il sorriso della qualitàwww.coal.it

un gruppo di Persone che condivideun obiettivo comune

può raggiungere l’impossibile

un gruppo di Persone che condivideun obiettivo comune

può raggiungere l’impossibile

un gruppo di Persone che condivideun obiettivo comune

può raggiungere l’impossibile

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Trasparenza, interazione, semplicità di linguaggio: ecco gli elementi su cui puntare per la comunicazione del vino attraverso il web, come indicato dai blogger che

hanno partecipato sabato 22 ottobre al convegno “Verdicchio 2.0” a Serra dè Conti, presso la cantina Casalfarneto di pro-prietà della famiglia Togni. Sala gremita con oltre 80 ospiti che a partire dalle 10 hanno preso parte all'incontro, cui è seguita una visita alla cantina e il pranzo-degustazione di vini e pro-dotti tipici del territorio. Tra gli intervenuti il direttore dell'Isti-tuto Italiano di Tutela Vini Alberto Mazzoni, i giornalisti Luigi Bellucci (blog Tigullio Vino), franco Ziliani (blog Vino al Vino) e Monica Pisciella, esperta di marketing e fondatrice del blog wineUp, il sommelier Ais e collaboratore Slow food Andrea Petrini e il blogger-artista che dipinge con il vino Vincenzo Reda. A moderare l'incontro il giornalista del Sole 24 Ore Gior-gio dell'Orefice. La visita al territorio ha avuto inizio venerdì ed è durata fino a domenica. I blogger, sempre accompagnati da Mazzoni, hanno anche fatto tappa all'Enoteca regionale di jesi e alla baia di Portonovo.“Il vino esprime un fortissimo legame con il territorio -ha di-

chiarato Paolo Togni, che ha fatto gli onori di casa- Internet è una finestra sul mondo per le aziende e permette ai consuma-tori di essere sempre più informati e protagonisti. Per arriva-re dritti al cuore dei consumatori una buona comunicazione è fondamentale, che oggi si avvale di nuovi strumenti come i social network e i blog”. “Le aziende che utilizzano il web -ha fatto eco il sindaco di Serra de' Conti Arduino Tassi- hanno fatto incrementare i loro fatturati del 2% nell'ultimo anno e Casalfarneto è in linea con questo trend di crescita”. Non ha voluto far mancare la sua presenza il vicepresidente del Consi-glio provinciale Giancarlo Sagramola che ha sottolineato come “la comunicazione sul web sia più aperta e consenta maggiore confronto e spirito critico”. Infine in rappresentanza della Re-gione, il consigliere fabio Badiali ha affermato: “C'è difficoltà a uscire dalla crisi anche perché le aziende non dialogano, non scambiano informazioni, idee, progetti e risorse. Verdicchio 2.0 è un ottimo esempio di buona comunicazione”. Badiali ha poi ricordato il finanziamento di 5 milioni messo a disposizione dalla Regione per la promozione del vino nel prossimo triennio. “Importantissimo per il movimento del vino marchigiano è

Cantina gremita per “Verdicchio 2.0”Blogger da tutta Italia a Casalfarneto per discutere di vino e web

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stato il cambio generazionale -ha poi dichiarato Mazzoni- un evento che può essere devastante ma che da noi ha dato risul-tati positivi: ha portato convivialità e dialogo tra aziende, ele-mento che prima non c'era. Il web non può andare avanti da solo, non serve essere on-line se poi il Verdicchio non si trova sul mercato. E' importante sia portare la gente nelle Marche sia ampliare la capacità distributiva delle nostre aziende”. Durante la tavola rotonda i blogger hanno a più riprese elogiato la qualità del Verdicchio, vero “ambasciatore delle Marche nel mondo”: “Casalfarneto dimostra grande sensibilità -le parole di Ziliani- che ci piaccia o no, il web ha rivoluzionato le nostre vite. Il punto di forza? Il fatto di essere accessibile a tutti, in ogni parte del mondo. Al di là di tante belle parole non dobbia-mo scordare che il vino viene prodotto per essere venduto”. Ma come si comunica il vino secondo gli esperti? Anzitutto abban-donando il linguaggio barocco che finora ha contraddistinto il settore. “La gente – ha spiegato Vincenzo Reda – ha bisogno di storie. Vuole conoscere il territorio dove un vino è nato, l’alti-tudine, le colline, i paesaggi. Oggi tante aziende sono sul web ma la maggior parte, sbagliando, ha cataloghi fissi senza inte-

razione”.“I social network viaggiano in tempo reale -ha sottolineato l'unica rappresentante femminile, Monica Pisciella- già tremi-la persone oggi, grazie a facebook e Twitter, sapevano che ero qui a Serra dè Conti per Verdicchio 2.0”. “Può un vino diventare famoso grazie a Internet? -la domanda volutamente provoca-toria di Petrini, sommelier Ais- oggi tutto è possibile ma non dobbiamo mai perdere di vista un elemento fondamentale per il nostro lavoro: l'etica”.“quando scrivo cerco di trasmettere emozioni -le parole di Bellucci- e soprattutto dire sempre la verità, anche quando è scomoda o racconta fatti poco piacevoli. Gli utenti ci chiedono questo”. Elemento condiviso da Reda, secondo il quale “il web non ha filtri, nel bene e nel male”. Insomma gli spunti di rifles-sione sono stati molteplici e la mattinata di lavori a Casalfar-neto non è riuscita ad esaurirli tutti, ma ha fornito nuove chiavi di lettura e questioni da approfondire. “Grazie di cuore a tutti gli ospiti intervenuti -ha salutato Togni- mi auguro di avervi al più presto nuovamente nostri ospiti per rinnovare questa pre-ziosa collaborazione”.

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Dottor Pacini, viviamo in un’epoca in cui c’è sempre maggiore attenzione all’alimentazione: che ruolo si è rita-

gliata, in questo quadro, l’AB.N.I.?“è vero, oggi c’è molta attenzione al fattore alimentazione. Sicuramente ciò si deve ad una sensibilizzazione del pubblico verso i problemi che riguardano la salute, di cui l’alimentazio-ne è parte fondamentale. A questo processo educativo un grande contributo lo ha dato l’A.B.N.I. con la sua attività svolta in molteplici direzioni. fra queste, la formazione di giovani colleghi attraverso corsi di alto livello scien-tifico fatti già quando nelle università italiane la nutrizione era considerata la cenerentola delle varie discipline; congressi su argomenti di rilevante interesse socio-sanitario quali la Sindrome Metabolica, in cui l’alimentazione gioca un fattore fondamentale; o su singoli alimenti quali l’olio extravergine d’oliva in cui

si fondono significati religiosi, mitologici oltre che nutrizionali. Ancora, indagini su campioni significativi di popolazione in età scolare per conoscere la situazione reale di sovrappeso/obesità e, conseguentemente, poter elaborare percorsi educativi atti a correggere comporta-menti errati”.

Come descriverebbe la figura professionale del Biologo Nutrizionista? Che tipo di requi-siti sono richiesti per esercitare questa pro-fessione? “Il Biologo Nutrizionista è un professionista laureato e abilitato, attraverso un Esame di Stato, ad esercitare l’attività che prevede l’in-dicazione di un percorso nutrizionale (dieta). Il professionista corretto e preparato non si limita ad indicare una dieta, ma educa ed as-siste il suo cliente attraverso visite di control-lo, con consigli sui comportamenti alimentari

Mangiare:Un’arte o una scienza?L’abbiamo chiesto al Dottor Sergio Pacini, Presidente di A.B.N.I., l’Associazione Biologi Nutrizionisti in Italia: “è vero che mangiamo fin dalla nascita, ma questo non fa di noi degli esperti”

Di A. Dachan

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da tenere nelle diverse occasioni; in pratica lo accompagna in un cammino educativo che si pone come obiettivo la presa di coscienza dei propri bisogni e il raggiungimento di una com-pleta autonomia operativa. Non fa promesse su risultati strabilianti ottenibili in tempi brevi, perché sa che non è possibile mantenerne e, soprattutto, rimane nei limiti che la Legge gli impone e cioè, fondamentalmente, non fa dia-gnosi e non prescrive analisi o farmaci, per-ché queste attività sono riservate al medico. è interessante sottolineare che, come afferma il Ministero della Salute “…L’attività di prescri-zione delle diete, infatti, è riservata in Italia alla professione di medico e di Biologo e non a quella…”, in pratica il Biologo Nutrizionista può indicare diete a singoli o a collettività in completa autonomia”.

Oltre all’attività di formazione e ricerca, quali

sono i vostri ambiti operativi?“La nostra attenzione è rivolta anche al mondo delle Aziende con collaborazioni in diversi set-tori: Produzione Alimentare; Cosmesi; Azien-de farmaceutiche, Tour Operator e tutti quei soggetti che possono aiutarci a trasmettere concetti corretti sulla sana alimentazione. Riteniamo che la formazione completa di un Nutrizionista debba dare spazio anche alla co-noscenza del mercato, delle tecniche di comu-nicazione usate dalla pubblicità, delle filiere e, senza entrare nelle competenze specifiche del tecnologo alimentare, anche dei processi pro-duttivi”.

Che differenza c’è tra un biologo nutrizionista e un dietologo? Come può fare un utente per tutelarsi da falsi professionisti?“Il dietologo è un medico in possesso della specializzazione in Scienze dell’Alimentazione

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SPECIALE: AGROALIMENTARE

(può esercitare anche senza specializzazione non essendo la specializzazione stessa tito-lo abilitante ma, in questo caso non può dirsi “dietologo”), il Biologo Nutrizionista è un Bio-logo con o senza specializzazione. Problema più complesso è difendersi dagli abusivi. Ab-biamo già detto quali sono i professionisti au-torizzati per Legge a prescrivere diete in com-pleta autonomia. è a questi che ci si dovrebbe rivolgere chiedendo, ove ci fossero dubbi, qua-le tipo di Laurea è stata conseguita. In tutti i casi è bene diffidare dei consigli dati da chi non ha alcuna competenza in materia. è vero che mangiamo fin dalla nascita, ma questo non fa di noi degli esperti”.

Di fronte al dilagare di malattie (è corretto usare questa parola?) come l’obesità, l’ano-ressia e la bulimia, che tipo di iniziative pro-muove l’A.B.N.I?

“Definire malattia l’obesità è una forzatura. L’obesità è certo un fattore di rischio per di-verse patologie. è, per fare un esempio, come svolgere la professione di chirurgo che, fra le varie professioni, è quella che ha un alto indi-ce di rischio di infarto cardiaco: non possiamo certo dire che essere chirurgo è patologico. Per quanto riguarda l’anoressia e la bulimia esse sono patologie la cui terapia esula dal-le competenze del nutrizionista. In questi casi un nutrizionista coscienzioso si limita ad una collaborazione, sotto l’aspetto strettamente nutrizionale, con il professionista titolato qua-le lo psicoterapeuta. Le iniziative promosse dall’A.B.N.I. sono rivolte all’educazione ali-mentare per far sì che tali situazioni siano pre-venute, considerando che un processo educa-tivo richiede consapevolezza e condivisione da parti di tutti i protagonisti”.web: www.abni.it

email: [email protected]

Dieta:significa “stile di vita” e uno stile di vita sano non può non tenere conto dell’importanza della corretta alimentazione

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C’è un adagio che dice: “Non ci sono più le mezze sta-gioni”… Chissà perché ci viene in mente così spesso in questo 2011, anno nel quale sono stati battuti record a

non finire, con vendemmia e raccolta delle olive anticipate. An-che settembre è stato un mese caldissimo: è stato il secondo più caldo in Italia dal 1800 a oggi e il primo al Nord, secondo i rilevamenti della Banca dati del Gruppo di climatologia storica dell’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del Consiglio nazionale delle ricerche (ISAC - CNR) di Bologna.questo ha determinato una raccolta precoce delle olive, così come era stato per la vendemmia e un olio novello già pronto, con i frantoi che hanno dovuto aprire la molitura con netto an-ticipo sul periodo abituale degli anni passati.questo perché le olive si sono maturate in anticipo con una diminuzione delle rese intorno al 10%, pur se con una qualità giudicata buona. Secondo una nota di Coldiretti è quindi già possibile trovare l’olio novello, che si chiama così perché a non più di 4 mesi dalla frangitura ed è caratterizzato da un gusto fruttato quasi piccante, ma con minore acidità e una conside-revole presenza di sostanze antiossidanti polifenoliche. Tanto per “giocarsi” dei dati, l’Italia è il secondo produttore mondiale di olio di oliva con mezzo milione di tonnellate e 40 oli extra-vergine. In questo ambito le Marche, mediamente producono 35 mila quintali di olio con un patrimonio olivicolo concentrato particolarmente nella provincia di Ascoli Piceno e un’infinità varietà di olive.Si diceva che si è svolta in anticipo anche la vendemmia, ma per quanto riguarda la comparsa del vino novello sul mercato, tutto è pronto per… le solite date: insomma, come è tradizione in Italia, per San Martino vino novelle e castagne anche nel 2011, con molte iniziative in lungo e in largo per la nostra re-gione. D’altronde è vero che la vendemmia è stata anticipata dal fattore climatico, ma è pur vero che il novello non è il vino nuovo, ma una produzione particolare e con particolare lavora-

zione, ideata da un gruppo di ricercatori francesi nel 1934, che consiste in una conservazione dei grappoli a bassa temperatu-ra e a contatto con anidride carbonica. E la legislazione italia-na prevede che il novello sia messo in vendita dal 6 novembre dell’anno di vendemmia.Per tutto il resto anche il vino guadagnerà in qualità da questa raccolta dell’uva anticipata e da una stagione particolarmente calda e con scarse precipitazioni. C’è una conferma precisa da parte delle organizzazioni degli agricoltori sull’annata propi-zia per i rossi. I grandi rossi della nostra tradizioni sono infatti particolarmente “legati” a un clima caldo che porta a un’ec-cellente maturazione l’uva e innesca alcuni processi fisiologici della vite per lo sviluppo di polifenoli (altrimenti detti tannini) che sono una variabile dipendente da diversi fattori tra i quali proprio il clima, ma sono soprattutto i responsabili del gusto, del colore e di tante caratteristiche del vino rosso.E’ assodato comunque che questo 2011 sarà un millesimo da ricordare per i vini: i bianchi hanno già mostrato risultati mi-gliori del previsto e i rossi, pur se si gioca sulle anticipazioni, perché è presto per dirlo, stanno raggiungendo punte di ec-cellenza. Più scarsa la quantità per la resa minore, ma qualità da record. Si calcola, infatti che la vendemmia conclusasi in anticipo (in alcune zone d’Italia anche di 15 giorni), avrà il risul-tato di 41/42 milioni di ettolitri di vino con un calo del 10 -15% rispetto allo scorso anno.Per la nostra regione si attende una produzione di 900 mila quintali di vino (l’80% delle uve marchigiane è destinata alla produzione di vini DOC e DOCG), più o meno identica a quella dello scorso anno (anche se sono stati dichiarati cali di quanti-tà, da parte dei produttori, anche del 30-40%) e questo rappre-senta una buona notizia per l’export, visto che il vino ha fatto segnare un buon incremento, con conseguente indice di gradi-mento estero in salita.

Olio e vino:punte di eccellenzaVendemmia e raccolta delle olive in anticipo, rispetto al solito, a causa di una stagione particolarmente calda e con scarse precipitazioni, ma la qualità ci ha guadagnato

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SPECIALE: AGROALIMENTARE

Olio, la vittoria di Atena

Secondo la mitologia greca, l’olio nacque da una competizione tra Poseidone e Atena. Entrambe si contendevano una città greca, volevano diventarne la divinità protettrice e si affidarono alla scelta del popolo, attraverso un regalo che offrirono alla comunità. Poseidone piantò al suolo il suo tridente e dal foro uscì una sorgente di acqua salmastra e non buona da bene; Atena piantò sul terreno la sua lancia e da questa germogliò una pianta dai cui frutti sgorgava un liquido dorato. Il popolo scelse Atena e chiamò la città Atene e la dea promise che chiunque avesse mangiato di quell’albero avrebbe odiato per sempre la violenza. Fu per questo che l’albero divenne simbolo di pace. E anche Apollo, dio della bellezza, nacque sotto un ulivo.

Vino, il sangue di Bacco

Per l’origine del vino, nella mitologia, si racconta che Bacco, figlio di Giove, chiese consiglio al suo precettore Sileno su come fare la guerra senza l’uso delle armi. Fu consigliato di utilizzare qualcosa dello stesso colore del sangue e lo chiamò vino, raccontando di una pianta che dava buffissimi frutti raccolti tutti intorno a un unico gambo. Strizzando questi frutti, disse Sileno a Bacco, viene fuori un liquido color del sangue e chi se ne ciba dona al proprio corpo una grande energia. Fu così che Bacco, piantò la vite, ne raccolse i frutti, obbligò i sudditi di cibarsene e quando poi li vedeva impiastricciati sul vino e sulle mani, dichiarava: “Ora non si potrà più dire che non versi sangue anche io!”.

Dallamitologia

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News…agrodolci

Nei giorni scorsi la Re-gione Marche ha stanzia-to oltre 173.000 euro per sostenere progetti rela-tivi alla trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli. L’inizia-tiva è finalizzata quindi a favorire le certificazioni, la tracciabilità, il mar-chio qm, i prodotti bio-

logici, le filiere di qualità, il contrasto agli Ogm, le strategie commerciali che puntano sull’inno-vazione, i progetti che prevedono forme di or-ganizzazione associate, specialmente nel settore ortofrutticolo, i progetti di risparmio energetico.

è stata inaugurata a jesi venerdì 14 ottobre la prima Bottega de-gli agricoltori di Campagna Amica nelle Marche. Si tratta di un nuovo e moderno canale commerciale di vendita diretta dei prodotti agroali-mentari, che si affianca alla Gran-de distribuzione e ai negozi di pros-simità e che va ad integrare la rete già attiva di Mercati e fattorie che commercializzano i propri prodotti sul territorio regionale. All’inau-gurazione hanno preso parte, tra gli altri, il presidente nazionale del Consorzio produttori, Claudio filipuzzi, il sindaco di jesi, fabia-no Belcecchi e il Vescovo di jesi,

mons. Gerardo Rocconi. Nella Bottega di Campagna Amica ven-gono offerti solo prodotti regionali e nazionali ottenuti dalle aziende agricole e dalle loro cooperative e provenienti dalla filiera agricola promossa da Coldiretti. Un vantag-gio per i produttori che potranno finalmente vendere al prezzo giu-sto e concordato, ma anche per i consumatori che in ogni Bottega di Campagna Amica potranno ac-quistare l’intera gamma di prodotti garantiti al cento per cento come italiani, con le intermediazioni dal campo alla tavola ridotte al mini-mo.

Grazie a Tipicità, il tradizionale fe-stival dei nostri prodotti tipici, di-retto da Angelo Serri, si profilano nuove importanti opportunità per l’export agroalimentare marchi-giano: la Norvegia e le isole Lofo-ten in particolare. Proprio nei gior-ni scorsi l’importatore Thorvardur Gunnlaugsson ha visitato la regio-ne, dimostrando apprezzamento

ed interesse per i prodotti locali nonché profonda ammirazione per i nostri imprenditori e lavora-tori (non a caso definiti “gente che lavora con il cuore”). Il noto buyer norvegese ha realizzato una sorta di guida di prodotti enogastrono-mici marchigiani da destinare ai ristoranti del suo Paese.

Coldirettiapre a Jesi la prima bottega degli agricoltori

Per l’agricoltura marchigiana si aprono le porte della Norvegia

Contributi per la trasformazione e

commercializzazione di prodotti agricoli

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SPECIALE: AGROALIMENTARE

Fiere ed eventi agricoltura

ItaliaIl Bontà

Biolife

Apimell

Vinitaly

Cibus

Cremona

Bolzano

Piacenza

Verona

Parma

11-14 novembre 2011

18-20 novembre 2011

2-4 marzo 2012

25-28 marzo 2012

7-10 maggio 2012

www-cremonafiere.it

www.fierabolzano.it/biolife

www.apimell.it

www.vinitaly.com

www.cibus.it

Estero

Agritechnica Han-nover

Bio Fach

Hannover - Germania

Norimberga - Germania

15-19 novembre 2011

12-15 febbraio 2012

www.agritechnica.com

www.biofach.de

Denominazione Dove Quando Info

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Il settore dell’agroalimentare è in continuo fermento, con novità che riguardano sia il processo di preparazione e conservazione dei cibi che, a monte, le tecniche di coltivazione e raccolta dei prodotti della terra.

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DOSSIER: CREATIVITÀ & COMUNICAZIONE

“Possiamo avere tutti i mezzi di comunicazione del mondo, ma niente, assolutamente niente, sostituisce lo sguardo dell’essere umano”.(Paolo Coehlo)

DOSSIER

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&CREAT IV I TÀCOMUNICAZIONE

“ Non coltiviamo il cibo che mangiamo. Indossiamo abiti fatti da altre persone. Parliamo lingue sviluppate da altri. Usiamo sistemi matematici che altre persone hanno ideato…Intendo dire che prendiamo costantemente cose dagli altri. Creare qualcosa è un sentimento meraviglioso ed estatico che ci riporta alla fonte dell’esperienza e della conoscenza umana”.(Steve Jobs , 24 febbraio 19555 ottobre 2011)

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DOSSIER: CREATIVITÀ & COMUNICAZIONE

Quando si è piccoli e si ha la tendenza ad essere chiac-chieroni, c’è sempre qualche adulto pronto a richiama-re all’ordine, ricordando che, se si ha una sola bocca e

al contempo ben due orecchie, è perché si deve ascoltare più di quanto non si debba parlare… Anche gli occhi sono due, quindi si deve imparare ad osservare, le mani sono due, per lavorare, i piedi sono due, per cammina-re… Persino il cervello è diviso in due emisferi, quello sinistro più specializzato nelle funzioni linguistiche mentre il destro nelle funzioni che implicano un’elaborazione di tipo visivo e spaziale. Siamo bipolari per natura, siamo esseri pensanti e, quindi, comunicanti. A questo punto il bambino chiacchierone potrebbe puntualiz-zare che, se è vero che la bocca è una, le labbra, però, sono due. Ma l’ultima parola la vuole avere l’adulto, che gli ricorderà che le labbra, è vero, sono due, ma possono funzionare solo se si muovono insieme. Chi ne uscirà vincitore? Difficile stabilirlo. Di certo c’è che l’essere umano è per sua natura un comuni-catore: lo fa con gli sguardi, con le parole, con i gesti, persino con i suoi silenzi. Per le Sacre Scritture tutto esiste in funzione del “Verbo”; gli uomini delle caverne si esprimevano anche facendo incisioni, gli antichi egizi nobilitavano gli scriba e… secolo dopo secolo, invenzione dopo invenzione, oggi siamo nella cosiddetta era della comunicazione. Tutti sono in contatto con tutti e con tutto. Non passa giorno senza che sia lanciata una qualche novità per rendere lo scam-

bio di informazioni, dati e foto sempre più rapido ed efficace. Eppure in questa sovrabbondanza di mezzi, spesso si assiste alla mancanza di un elemento importante: il desiderio e il piacere di parlare con qualcuno che, effettivamente, ascolti. Il mondo si è riempito, per certi versi, di monologhisti. E in questo scenario, per farsi sentire, ci sono due modi: alzare il volume, ma sembra poco efficace, o “condire” ciò che voglia-mo dire con altri elementi che possano accrescere l’attenzione dei nostri interlocutori. Vale per le conversazioni tra persone, ma vale anche per i mes-saggi istituzionali e pubblicitari. La differenza non è più tra chi parla e chi non lo fa, ma tra chi lo sa fare bene e chi no. Il “come” oggi vale forse più del “cosa”. Abbiamo voluto dedicare un dossier proprio a questo tema: la creatività e la comunicazione. Tutti concordano che siamo una regione di eccellenze, che sappiamo fare bene le cose, ma al tempo stesso tutti sollevano la stessa perplessità: come lo diciamo? Siamo ritrosi per natura, l’autocelebrazione non appartiene a questa terra, anzi… facile che se interrompi qual-cuno nel suo lavoro meticoloso e silenzioso ti senta gridare: “Ma va a ‘sciugà ji scoji al Passetto”… E se insisti e gli dici che dialogare è importante ti becchi anche un “C’hai na lengua che taja e cuge”. Al di là di un po’ di autoironia, anche nell’ambito della comuni-cazione i marchigiani si stanno sempre più distinguendo per l’eleganza e la qualità con la quale si propongono, con risultati davvero incoraggianti. A voi il gusto della scoperta…

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GADGET, ARTICOLI PROMOZIONALI, ABBIGLIAMENTO PERSONALIZZATO E DA LAVORO

Lenny.it via Enrico Mattei, 17/18Mondolfo (PU) Tel. 0721 930031 [email protected]

www.lenny.it

Dipinge il mondo

ad: Media’s Project

_ photo: A

ndrea Sestito

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DOSSIER: CREATIVITÀ & COMUNICAZIONE

Gli amanti dell’arte fotografica La conoscono per le Sue splendide opere: ritratti, campagne pubblicitarie, copertine… come ha iniziato la sua carriera?

“Il mio percorso professionale è iniziato al cinema, dove ho la-vorato come produttore di diverse pellicole, tra cui posso ricor-dare, ad esempio, “La storia infinita”. La fotografia è stata una mia passione da sempre; mi piaceva fare scatti e vedevo che avevano successo. Per mantenermi da giovane facevo book fotografici per le modelle. A vent’anni poi ho lasciato la Germania e sono venuto in Italia, dove questa mia passione è diventata anche la mia professione, la mia ra-gione di vita”.

Quando ha avuto la prima macchina fotografica? Ricorda il suo primo scatto?“La prima macchina fotografica me l’ha regalata mio padre quando avevo sedici anni; anche lui era un grande appassiona-to. Non saprei dire quale sia stato lo scatto numero uno o quale sia quello più importante. Ne ho fatti davvero migliaia, in diver-se zone del mondo, con soggetti ogni volta nuovi; anzi, spesso mi capita, quando guardo foto fatte in passato, di cogliere del-le imperfezioni che magari all’epoca non avevo notato. Con il tempo l’occhio e il gusto si affinano”.

Qual è il Suo soggetto preferito?“Il volto delle donne. In esso colgo quelle piccole verità non

dette, quelle sfumature del carattere, della personalità che spesso non si scoprono se non con una conoscenza approfon-dita dell’altro. Accade specie con le celebrities: quando le im-mortalo cerco di tirare fuori il loro volto inedito”.

Lei è un cultore della bellezza al naturale, in un mondo di Photoshop dipendenti: cos’è per Lei, la bellezza?“Guardi, io non vedo Photoshop come una maledizione, perché in realtà è un programma molto utile in certe circostanze, può aiutare a migliorare una foto e a salvare un lavoro di ore. Im-magini, ad esempio, che mentre sta facendo una foto qualcosa passi dietro al soggetto che vuole ritrarre: se non si usassero questi strumenti, la foto non sarebbe più valida. È anche vero che ci sono degli estremi, con un uso sproposita-to del foto ritocco, che finisce per sconvolgere la natura della persona ritratta. Io amo le foto al naturale: il mondo sta diven-tando talmente finto che con i miei scatti voglio tirare fuori un po’ di verità. E quale specchio delle verità è più sincero degli occhi? In essi si colgono espressioni, emozioni, sensazioni che neanche le parole possono descrivere”.

Quando esce, ha sempre la sua macchina fotografica con sé?“No, certe situazioni vanno godute con l’anima, non con la macchinetta. Bisogna imparare a godersi il momento, la sua autenticità e irripetibilità. Quando non lavoro, lei sta a casa ad aspettare”.

DIRK VOGEL“Celebro con i miei scatti il mito della bellezza al naturale”

Di A. Siria

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Ritratto di un artistaNato a Kempten nel 1965, si è trasferito

a Roma dal 1986. Con i suoi scatti ha immortalato alcune tra le donne più

affascinanti del mondo, celebrandone la bellezza acqua e sapone. Memorabili i suoi

scatti per le campagne pubblicitarie di Nike, Vodafone, Ericsson, Excelsior Hotel Pesaro, Coca Cola Zero, Mariella Burani, AZ, IBM,

Alitalia, Villa Lattanzi… Tra i personaggi fotografati: Monica

Bellucci, Lucrezia Lante della Rovere, Carla Bruni, Laetitia Casta

Che emozioni prova quando osserva i frutti della Sua arte? “Mi emoziono sempre quando scatto. Avendo ormai molta di-mestichezza con il mezzo, so quale sarà il risultato, non ho sorprese in questo senso. Quello che riesce ancora a sorprendermi è il contatto umano, lo stare in mezzo alla gente, conoscere ogni giorno persone nuove. Quando c’è sintonia con la modella o l’attrice, la luce funziona come deve e l’atmosfera è quella giusta, sento di vive-re quasi una sorta di innamoramento. Il frutto di questo amore sono, appunto, le mie foto”.

Che rapporto ha con le Marche?“Le amo profondamente, le ho girate tutte, conosco ogni città, ogni borgo. Ci sono venuto la prima volta per una vacanza e da allora ci ritorno spesso, emozionandomi ogni volta di fronte alle bellezze di questo territorio”.

Quali scatti ha in programma prossimamente?“Una nuova campagna pubblicitaria per Vodafone e un libro sul Gran Sasso. Poi ci sono altri progetti… ”.

Prima di salutarci, ci faccia una confidenza: qual è il perso-naggio che sogna di immortalare? “Direi Uma Thurman. È una donna estremamente affascinan-te, non bellissima, ma ha carattere, ha una personalità da in-dagare”.

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DOSSIER: CREATIVITÀ & COMUNICAZIONE

SUL SILENZIO DELLE MARCHE… ALEGGIANO VOCI DEL PASSATODi A. Dachan

Dott. Trapanese, ci aiu-ti a sfatare un luogo comune: è vero che

i marchigiani non sono dei grandi comunicatori?“Le Marche, storicamente, hanno sempre avuto difficol-tà di comunicazione e questo si deve ad una questione ca-ratteriale: i marchigiani sono riservati, temono la critica e non amano mettersi in mo-stra. Amano essere scoperti. In passato, queste, erano ca-ratteristiche lodevoli, ma oggi l’economia si basa anche su quello che appare e le Mar-che, in questo senso, hanno un ritardo, anche se qualcosa, finalmente, si sta muovendo”. Le scuole di formazione e i corsi universitari contribu-iscono a favorire questa in-versione di tendenza? “Certamente sì. Da tre anni sono docente presso l’Univer-sità degli Studi di Macerata, Facoltà di Scienze delle co-

municazioni, di “Teoria e tec-nica del linguaggio radiotele-visivo” e dal prossimo anno accademico terrò un corso di comunicazione scritta. Si tratta di un laboratorio diret-to agli operatori della comu-nicazione: uffici stampa, TV, case editrici ecc. Credo che il fatto che Macerata abbia isti-tuito un corso apposito sia da interpretare come un profon-do segnale di cambiamento, di una consapevolezza che cresce”.

A cosa si deve il fatto che al-cune aziende riconosciute a livello nazionale e mon-diale per le loro produzioni d’eccellenza, puntualmente omettano di dire che sono marchigiane?“Bisogna ricondurre questo comportamento ad una scel-ta mediatica degli anni ’50-’60, che ha definito le Marche come una ‘macchietta dia-lettale’: il marchigiano era

il contadino che parla male. Per questa ragione, per via di questo retaggio, molte aziende di prestigioso hanno sempre omesso ogni tipo di riferimento al loro contesto d’appartenenza”.

Esiste, secondo Lei, una co-municazione che può essere definita vincente?“Le grandi idee, secondo me, arrivano e camminano sem-pre sulle gambe di grandi donne e grandi uomini. Inten-do dire che le intuizioni e le creazioni migliori sono frutto di studio, di ricerca, di spe-cializzazione in un certo tipo di comunicazione. L’improvvi-sazione non è più proponibile: bisogna affidarsi a chi ha le competenze e gli strumenti per rendere un determinato messaggio efficace”.

Esclusa l’improvvisazione, quindi, quanto contano, ri-spettivamente, la prepara-

Perché molte aziende marchigiane d’eccellenza

omettono di fare riferimento al proprio

contesto d’origine? Quali sono i requisiti per una buona comunicazione? Lo abbiamo chiesto ad

un esperto “nell’arte del dire”, Giancarlo

Trapanese, giornalista, Vice Caporedattore di Rai Marche, docente universitario e pluri-

premiato scrittore

Giancarlo Trapanese

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zione e la creatività?“Direi che la preparazione deve rappresentare il 60% e la creatività il 40%. La capaci-tà comunicativa oggi è fonda-mentale, altrimenti ci si trova di fronte a messaggi sperso-nalizzati, che risultano vuoti e, di conseguenza, inefficaci”.

In un momento storico come quello odierno, dove tutti co-municano, quale dovrebbe essere il ruolo del giornali-sta?“Sono e resto convinto che non esiste Giornalismo se manca il desiderio di essere davvero liberi. Negli Stati Uni-ti esiste un detto: “Il giorna-lista è il cane da guardia del potere”, cioè deve essere la guardia del potere, la mano e l’occhio del cittadino che monitora, critica, chiede spie-gazioni su cosa fa la politica. Oggi, purtroppo, in Italia non è così: molti giornalisti sono ‘al guinzaglio del potere’ e

questo penalizza l’informa-zione nel suo complesso. Non ci si può chiedere se un gior-nalista sia di destra o di sini-stra, anche se mi rendo conto che si tratta di un’utopia, ma è un’utopia da perseguire…”.

La comunicazione riserva an-che piacevoli sorprese, come il suo ultimo libro di raccon-ti, che oggi va in scena nella forma di uno spettacolo…“Sì, è un’esperienza in con-tinua evoluzione. ‘Ascoltami’ è un libro di racconti che af-fronta diverse tematiche: gra-zie all’adattamento teatrale di Pino Cuscito si è trasformato nello spettacolo ‘Emozioni in musica’. È un mix tra diversi generi: reading teatrale, dan-za e concerto con musiche di Astor Piazzolla eseguite dal vivo, che sta piacendo molto”. I suoi fan e lettori stanno aspettando il prossimo libro, che uscirà a gennaio: vuole

darci qualche anticipazione?“Uscirà per Vallecchi e ci sarà l’anteprima ad Ancona il 26 febbraio”. Si chiama ‘Madre vendetta’ ed è la storia di un perdono impossibile. È un ro-manzo con le caratteristiche di un giallo, che prende spun-to da un omicidio commesso ai danni di una giovane donna; si affrontano tematiche come la giustizia, la certezza della pena, il perdono e come viene concepita dalle vittime sco-nosciute, ovvero quelle che sopravvivono nel dolore alla scomparsa violenta di un loro caro. Il libro mi è stato sugge-rito dalla storia vera, che forse molti ricorderanno, di quella donna che, dopo soli tredici anni dall’uccisione della figlia per mano del fidanzato, si è vista quest’ultimo non solo li-bero, ma addirittura diventato il suo vicino di casa …”.

Un tema molto forte, che sarà certamente un nuovo succes-

so. Le facciamo un grosso in bocca al lupo e sicuramente saremo all’anteprima!“Grazie, sarà una nuova occa-sione per rinnovare tutti i fili della comunicazione inter-personale. Lo ritengo molto importante”.

Un comunicatore per naturaNasce ad Ancona il 22/07/1954 ed attualmente risiede a Numana e ad Ancona.Sposato, due figli, ha diretto all’inizio della sua carriera due televisioni private: Tv Marche ed Rtm Recanati. Ha lavorato a Roma per il settimanale Qui Notizie e collaborato con il Resto del Carlino, per poi passare al Corriere Adriatico dove è stato capo servizio della redazione di Macerata per 5 anni, e poi responsabile degli interni esteri prima di essere assunto in Rai nel 1987. In Rai ha collaborato con le più importanti trasmissioni sportive, La Domenica sportiva (di Tito Stagno), Novantesimo Minuto, Tutto il calcio minuto per minuto, Domenica stadio, Domenica sprint, L’Una italiana ( con Umberto broccoli). Ha presentato sue pubblicazioni nel programma ufficiale sia della Fiera del libro di Torino che della Buchmesse di Francoforte. Ha vinto quindi premi per la sua attività letteraria, di cui ricordiamo, nel 2011: Il Premio Franco Enriquez (Ascoltami) e il Premio Donna e Vita - Pontremoli - 2° posto Sirena senza coda

Romanzi e racconti:• NOVITA’ 2012 “Madre vendetta” (Vallecchi edit.)• 2010 “Ascoltami” (PeQuod Edizioni)• 2010 “Quella volta che. . .avventure e ricordi di Alceo Moretti” (Gruppo Moretti ediz.)• 2009 “Sirena senza coda” (Vallecchi edit. )• 2007 “Da quanto tempo” (Neftasia edit. )• 2006 “Luna Traversa” (Halley editrice)• 2005 “Se son Fiori” (Moretti editore)• 1990 “ Calcio a 5 sport del 2000” (Moretti editore)

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Dott.ssa Consolandi, la realtà delle imprese di comunicazione ha conosciuto, negli ultimi 30 anni, una

sensibile espansione. Quali sono state le premesse per la nascita dell’Unicom?“Nell’evolversi del mercato della comunicazio-ne, alla fine degli anni ’70, le medie agenzie, a capitale italiano, hanno sentito l’esigenza di associarsi per creare un punto di riferimento e di confronto, che permettesse di rappresenta-re i loro interessi nei vari ambiti. Nel 1977 è quindi nata OTEP, che nel corso de-gli anni ha acquisito crescente rappresentati-vità, peso politico e forza operativa e che nel 1998, anche a seguito della trasfor mazione delle nostre agenzie in vere e proprie imprese di comunicazione, capaci di fornire servizi in comunicazione a 360°, è diventata Unicom - Unione Nazionale Imprese di Comunicazione. Il nostro mestiere è cambiato ed è diventato necessario modificare anche la nostra veste associativa perché fosse capace davvero di rappresentarci”.

Quali sono, oggi, gli ambiti operativi di Uni-com? “Unicom, fin dalla sua nascita, tutela in ogni

sede gli interessi delle associate e ne favorisce la crescita professionale tramite l’erogazione di servizi, attraverso il proprio Centro Studi. In particolare il Centro Studi organizza periodi-camente seminari per consentire alle imprese di crescere, di essere sempre più competitive in un mercato in continua evoluzione. L’Asso-ciazione si propone inoltre come interlocu-tore qualificato e autorevole delle Istituzioni pubbliche e private e dell’utenza in generale, attivandosi per proporre e sollecitare in tutte le sedi più opportune adeguati interventi che favoriscano lo sviluppo della Comunicazione d’Impresa e della Comunicazione Pubblica, affermando l’importanza del ruolo delle Im-prese di Comunicazione nel processo di svi-luppo economico e culturale della società. Interagisce con il “sistema dei media” e con le Istituzioni preposte al controllo della concorre nza e del mercato, al fine di favorire l’accesso ai mezzi di comunicazione da parte delle Im-prese Italiane, con particolare riguardo alle Pmi. Quale voce qualificata di 200 imprese di comunicazione, siede nei Consigli di Ammini-strazione di Fondazione Pubblicità Progresso, IAP, Audipress, Auditel, ecc, portando il pro-prio punto di vista in questi ambiti decisionali.

DOSSIER: CREATIVITÀ & COMUNICAZIONE

ALLA SCOPERTA DEL “GENIO” DELLA COMUNICAZIONEDonatella Consolandi, Vice Presidente Unicom: “La nostra realtà non è lustrini e strass… servono etica, formazione e creatività”

di A. Dachan

UNICOM Unione Nazionale

Imprese di Comunicazione

è l’Associazione che raccoglie il maggior numero di Imprese

di Comunicazione a capitale italiano

Donatella Consolandi

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Unicom intrattiene inoltre rapporti di collaborazione con le più prestigiose Università italiane”.

L’Unicom è stata la prima ed è tuttora l’unica Associazione del comparto che si è dotata di una “Carta dei Valori”, in aggiunta allo “Statuto” ed al “Codice Deontologico”…“Oggi sentiamo spesso parlare di Responsabilità Sociale di Im-presa ed è diventato politicamente corretto parlare di sviluppo sostenibile; Unicom ha precorso i tempi e fin dalla sua nascita ha voluto dare spazio al proprio ruolo sociale, ha voluto sottoli-neare il fatto che il mestiere di comunicatori è particolarmen-te delicato visto il suo potere persuasivo, il suo ascendente e quindi è fortemente necessario darsi delle regole, fornirsi di un’etica nel proprio lavoro. E’ nell’ambito di regole eticamente condivise che si può lasciare alla creatività la massima liber-tà. Da queste convinzioni, nel 2001, è stata realizzata la nostra “carta dei valori” che riassume i principi condivisi del nostro “essere associati”.

Tra i vostri associati ci sono alcune aziende marchigiane: cosa può dirci sul modo di fare comunicazione di questa regione? “Le Marche sono una regione molto vivace, anche nel settore della comunicazione, sono però afflitte da un male “nazionale”: la poca capacità di fare squadra, l’estrema frammentazione... In tutti i settori del territorio vi è qualità e capacità, parlerei di eccellenza. Purtroppo l’estrema articolazione geografica in piccole comunità rende difficile una comunicazione unitaria.

Se a questo uniamo una tradizione del “fare” più che del “co-municare”, tipica delle Marche, comprendiamo quanto ancora possa essere fatto in tale ambito. I colleghi che operano in que-sta regione hanno dimostrato di saper utilizzare tutta la loro professionalità affinché la comunicazione riesca a superare simili barriere caratteriali e strutturali”.

Nel 1979, Jeacques Seguela scrisse il suo primo libro sulla pubblicità: “Non dite a mia madre che faccio il pubblicitario... Lei mi crede pianista in un bordello”, mettendo in evidenza la diffidenza che c’era all’epoca rispetto agli operatori del set-tore. Come è cambiata la situazione?“L’uomo come animale politico e sociale ha la naturale neces-sità di comunicare e oggi la moltiplicazione dei new media, come social network, blog ecc, con la loro facile accessibilità, consente a tutti di farlo. Oltre che pubblicitari, tutti si possono sentire “comunicatori”. Questo, se da un lato rappresenta una grande positività, dall’altro può far perdere di vista la necessi-tà della “cultura nella comunicazione”. Purtroppo, soprattutto nelle piccole e medie imprese, manca la consapevolezza che, per poter “arrivare” con il proprio messaggio non si può im-provvisare, ma occorrono professionalità, capacità strategica e progettuale, conoscenza approfondita dei mezzi, dei target, delle tecniche di comunicazione. Il ”fai da te”, l’azione di comu-nicazione sporadica, possono pagare nell’immediato offrendo un’apparente riduzione dei costi, ma nel lungo termine ciò può tradursi in una perdita di efficacia e di credibilità, creando

"Un'Associazione solidale è quella che riesce a costruirsi un'identità culturale più aperta

al nuovo e alla modernità, più pronta a recepire le sollecitazioni che provengono

dal mercato e dalla Società, più impegnata a favorire un'interazione di fatto tra

comunicazione e cultura, intendendo l'una come fatto prevalentemente economico

e la seconda come fenomeno sociale. Un'Associazione solidale è infine quella

all'interno della quale è diffusa la consapevolezza che lo sviluppo e la crescita

delle imprese, il conseguimento di condizioni operative più gratificanti e, addirittura,

un miglior profilo reddituale delle singole aziende si possano conseguire solo in presenza

di una crescita complessiva del comparto, della Società e del Paese".

Assemblea Unicom 2001

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DOSSIER: CREATIVITÀ & COMUNICAZIONE

danni molto onerosi. Oltre a ciò, dobbiamo purtroppo ricordare che, ancora e soprattutto oggi, le aziende italiane, spendono e non investono in comunicazione. Tornando alla sua doman-da, purtroppo dai tempi di Seguela la situazione non è molto migliorata; nell’immaginario comune si tende a considerare il comunicatore colui che “alzandosi una mattina ha inventato uno slogan…”. E’ difficile far comprendere che dietro ad una comunicazione pubblicitaria c’è molto studio, c’è conoscenza dei target e dei mercati, c’è professionalità. In Unicom siamo ottimisti per natura e le sfide ci appassionano”.

La pubblicità, croce e delizia di molte aziende: come sta cam-biando il modo di fare promozione e quali spazi si sta rita-gliando l’advertising?“Da diversi anni ormai gli investimenti in comunicazione sui grandi media di ADV classico sono appannaggio pressoché esclusivo dei soliti marchi noti. E’ però in atto un profondo cam-biamento, il mondo dei media è il più colpito dalla “rivoluzione” in atto. I progetti di comunicazione che hanno dimostrato di “funzionare meglio” sono quelli che uniscono all’ADV classico, organizzazione di eventi, azioni di marketing relazionale, cam-pagne web. Come dicevo prima, l’avvento del web ha profonda-mente modificato ogni strategia media, il vero problema però non è nei mezzi con i quali si raggiunge il proprio target, ma la “trasmissione dei contenuti”. Quando si crea un messaggio da divulgare sul web, non si può “adattare” una comunicazione

creata per la TV, così come un radio comunicato non può esse-re “uno spot senza le immagini””.

Ai giovani che sognano di lavorare nell’affascinante mondo della comunicazione, quali consigli potete dare? “Soprattutto capire che il mondo della comunicazione non è “lustrini e strass”, per poter essere vincenti è necessario mettere in campo tanta forza di volontà e tanto impegno. E’ necessario avere “le antenne” per captare ogni cambiamen-to e conoscersi molto profondamente. Il consiglio quindi è di studiare, studiare e studiare, fare esperienza usufruendo dello strumento dello stage e perseverare. Non avere fretta di arri-vare ai vertici, bruciandosi con una campagna fortunata, fare esperienza sul campo presso agenzie diverse per grandezza e per cultura”.

Iniziative: Unicom, sul fronte istituzionale,

ha appena contribuito alla nascita di Confindustria Knowledge, la Federazione che, riunisce le Associazioni di categoria

Assirm (ricerche di mercato), AssoComunicazione (comunicazione),

Assoconsult (management consulting, formazione, ricerca e selezione

del personale), Assorel (relazioni pubbliche), Unicom (comunicazione),

Fedoweb (operatori web/contenuti digitali).

Per info: www.unicomitalia.org

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Pr o f e s s o r e s s a Bartoletti, che tipo di figure professionali

formate all’interno del Corso di Laurea Magistrale in Comunicazione e Pubblicità per le Organizzazioni? “Principalmente formiamo due tipologie di figure profes-sionali nel campo della co-municazione e della pubblici-tà: figure occupate nel campo della creatività, quali copy-writer ma non solo, e mana-ger della comunicazione (dai social media manager ai re-sponsabili dell’ufficio stampa o della comunicazione e del marketing in imprese, fino agli account inseriti tipica-mente nelle agenzie di comu-nicazione e pubblicità). Non si tratta di profili teorici, queste sono le occupazio-ni che svolgono attualmente molti nostri laureati”.

Contano di più, per un bravo comunicatore/pubblicitario, la creatività e l’originalità o la formazione?“La creatività può anche es-sere un’attitudine, ma deve essere coltivata e supporta-ta da una solida e vasta for-mazione: i professionisti del settore che lavorano con noi

nella formazione dei nuovi comunicatori ci hanno sem-pre incoraggiato a fornire non solo competenze strettamen-te specialistiche, ma soprat-tutto strumenti di analisi e co-noscenze nel campo dell’arte, del teatro, della letteratura e delle nuove forme narrative, del cinema e dei prodotti au-diovisivi, nei più diversi campi di espressione della cultura”.

La pubblicità oggi può ancora essere considerata “l’anima del commercio”? Cosa ri-sponde a chi afferma, invece, che “la pubblicità è morta”?“La pubblicità non è certo morta, anche se sta affron-tando una serie di sfide che riguardano anche la sua cre-dibilità. Ma queste sfide credo possa-no essere un’occasione per i pubblicitari e i creativi miglio-ri per dimostrare coraggio e sperimentare nuove strade, a partire dalla consapevolezza che il pubblico va rispettato nella sua intelligenza e sen-sibilità – ad esempio, non si può pensare di affermare che il lusso è un diritto in tempo di crisi economica, o a fronte di visioni del mondo plurali, for-se non sono tutte concordi nel

riconoscere nell’ostentazione un valore indiscusso”.

Secondo i dati resi noti a Mi-lano nel corso dello Iab Fo-rum, la raccolta pubblicitaria web ha quasi superato quella per la carta stampata. Quali saranno, secondo Lei, i cam-biamenti che porterà questa nuova tendenza? “Credo che l’aspetto più in-teressante di questo muta-mento sia nel diverso modo di fare pubblicità in rete rispetto alla carta stampata: nel web la pubblicità non si presenta tanto tipicamente nella forma di annunci, rispetto ai quali la concorrenza con la carta stampata è evidente, ma of-fre modalità di coinvolgimen-to dei consumatori molto più complesse e intriganti, nella forma del gioco ad esempio – penso agli advergame – e più vicine agli interessi e alle pas-sioni dei singoli utenti. La sfida si gioca molto su questo piano, oggi e in un prossimo futuro. Ciò non significa che la carta stampata perderà il suo spe-cifico, che è quello di garan-tire una maggiore visibilità a marche e imprese, con una comunicazione più tradizio-

DOSSIER: CREATIVITÀ & COMUNICAZIONE

LA PUBBLICITÀNON E’ MORTA!Lo afferma Roberta Bartoletti, presidente del Corso di Laurea Magistrale CPO di Urbino. “Per le Marche, nel campo della comunicazione, ci sono moltissimi margini di crescita”

Di A. Dachan

Roberta Bartoletti, presidente del corso di laurea magistrale Cpo dal 2006, insegna Sociologia dei consumi e del brand e Sociologia della cultura all’Università di Urbino Carlo Bo. Svolge la sua ricerca principalmente sulle pratiche di consumo e sul rapporto tra marche e consumatori.

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nale, ma a costi che non tutti possono permettersi”.

Condivide l’opinione della blogger Arianna Huffing-ton, presidente e fondatrice dell’Huffington Post, secon-do la quale “il futuro sarà un ibrido, una convergenza tra il meglio dei vecchi e dei nuovi media”?“Condivido certamente, la tesi della convergenza è suppor-tata dalla storia dei media, ciò che si afferma oggi in relazio-ne al web si è già verificato in passato con l’avvento della televisione o di media ancora più old… Basterebbe ricorda-re la lezione di McLuhan al riguardo”.

La reazione della Rete alla recente scomparsa del fon-datore della Apple Steve Jobs ha dimostrato un pro-fondo mutamento nel modo di esprimere le proprie emo-zioni… “Non solo per Steve Jobs, pensiamo solo a cosa è acca-duto alla notizia della morte di Michael Jackson, nel 2009, o a quella del pilote Marco Si-moncelli. La rete in generale è un am-biente sociale a tutti gli effetti,

dove si stanno svilup-pando forme di socie-volezza e condivisione non solo di emozioni, ma anche di idee, e quindi nuove forme di partecipa-zione”.

In qualità di Presidente del CPO, cosa pensa, in generale, del modo di fare pubblicità delle aziende marchigiane? “Le Marche hanno una gran-de tradizione nel campo del-la creatività, che fino ad oggi si è espressa soprattutto nel campo della produzione. Nel campo della comunica-zione, non solo pubblicitaria, ci sono ancora moltissimi margini di crescita: a questa funzione cruciale, soprattut-to in tempi di difficoltà, credo non sia ancora stato ricono-sciuto il giusto rilievo e noi stiamo lavorando sul territo-rio anche per accrescere la consapevolezza delle impre-se, che hanno bisogno di sco-prire in quali forme le com-petenze nella comunicazione possono essere strategiche per il loro sviluppo presente e futuro”.

Secondo Lei perché molte

aziende regionali che opera-no, ad esempio, nel settore della moda, omettono di fare riferimento alla propria ori-gine?“Credo che il loro legame con il territorio non sia ancora percepito come un plus da valorizzare nella comunica-zione del loro prodotto, e che sia per questo necessario un investimento di immagine più complessiva sulla marca “Marche””.

Cosa bisognerebbe fare, se-condo Lei, per promuoverlo meglio questo “brand Mar-che”?

“Occorre valorizzare le spe-cificità di un territorio con molteplici valori e identità, a partire dalla sua tradizione, dalla qualità della vita, che può trasmettersi come valore ai prodotti che è in grado di realizzare non solo per l’Italia, ma per il mondo intero. Perché la comunicazione rie-sca è necessario innanzitutto che gli attori del territorio si facciano testimoni diretti di questo valore, e che per primi ci credano. Solo così potran-no comunicarlo efficacemen-te all’esterno”.

Cpo è il corso di laurea magistrale in Comunicazione e pubblicità per le Organizzazioni dell’Università di Urbino Carlo Bo, che fa parte del Polo della Comunicazione attivo dal 2003 presso la sede di Pesaro, e realizzato in collaborazione con Pesaro Studi. ll Polo della Comunicazione di Pesaro comprende anche la triennale in Scienze della comunicazione con curriculum pubblicità e l’agenzia la Colonia della comunicazione, che opera a supporto di imprese ed enti del territorio locale e nazionale, per diffondere una cultura della comunicazione al servizio della produzione e dello sviluppo locale.

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Sede di Pesaro

www.blogcpo.wordpress.com

Laurea Magistrale in

Comunicazione e Pubblicità

per le Organizzazioni

(Classe LM 59)

Iscrizioni aperte

dal 16 luglio 2010

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Direttrice Santinelli, Lei dirige una delle più importanti sedi in Italia

della Scuola Internazionale di Comics, Accademia Internazionale delle Arti figurative e Digitali. Vuole aiutarci a scoprire que-sta eccellenza nel cuore di Jesi?“Con piacere. Siamo una scuola privata dove molto è basato sulla pratica, sul mo-dello della bottega dove si va per imparare un mestiere. Il maestro conosce il lavoro, le sue problematiche, la ma-nualità e trasmette ai ragazzi i fondamenti per muoversi nel settore. Ci occupiamo di lavori creativi, disegno, fumetti, web design, grafica pubblicitaria e di tutti quei lavori creativi lega-

ti alla comunicazione, manuali o digitali. I nostri giovani ven-gono formati come artigiani al servizio di un committente, un po’ come succedeva in passa-to con i pittori”.

Che età hanno i vostri iscritti?“L’Accademia è aperta ai ra-gazzi maggiori di quindici anni. In generale, preferiamo che abbiano almeno portato a termine gli studi superiori, perché per cimentarsi in certe discipline e lavorare, ad esem-pio, con l’animazione 3D, oc-corre avere delle buone basi. Ci sono due lezioni settima-nali, durante le quali gli inse-gnanti cercano il più possibile di rendere autonomi e indi-pendenti i ragazzi. È fondamentale, infatti, che

imparino ad autogestirsi, a calibrare le energie e la crea-tività. La durata complessiva del percorso in Accademia è di tre anni. Attualmente abbiamo 100 iscritti qui a Jesi, mentre nelle altre sedi italiane se ne contano, in tutto, circa 2000”.

Come è nata l’idea di fondare una sede della Comics a Jesi?“Possiamo dire che è stato quasi tutto ‘casuale’. La prima sede in Italia è nata a Roma nel 1979; negli anni ’90, insieme al Centro di aggregazione di Jesi abbiamo deciso di organizzare un piccolo corso di fumetti. Ho contattato un insegnante della sede capitolina perché venisse a tenere le lezioni; beh, la ri-sposta e il successo sono stati

DOSSIER: CREATIVITÀ & COMUNICAZIONE

L’ANIMA COMICSDI JESIDi A. Siria

Vi siete mai chiesti dove nascono i fumetti e le animazioni più belle? Artisti si nasce, o ci si

diventa? Ben venuti nella scuola dove le buone

idee diventano stupendi disegni

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tali da incoraggiare i dirigen-ti ad aprire una scuola qui a Jesi. Questa sede, fondata nel 1999 è stata la terza in Italia ad aprire. Quando il Direttore Generale mi ha proposto l’in-carico, ho accettato di buon grado”.

Ci tolga una curiosità: Lei di-segna?“Affatto! Sono sempre sta-ta appassionata, ho sempre letto di tutto, sono cresciuta con una cultura visiva, legata alle immagini, anche se non ho una formazione specifica. Diciamo che mi sono ‘fatta da me’”.

Chi sono gli insegnanti che tengono i corsi?“Sono tutti professionisti del

settore: alcuni vengono ogni volta da Roma appositamente, mentre altri sono della zona. Posso dire con una certa sod-disfazione che alcuni docenti sono nostri ex studenti che si sono affermati e il cui talento è ormai riconosciuto trasver-salmente”.

Che opportunità hanno i vostri diplomati, una volta terminati i tre anni di formazione? Qui nelle Marche c’è un futuro per loro?“Mi lasci dire che le realtà e le opportunità lavorative della regione spesso sono ignote ai marchigiani stessi. Le Marche sono silenziose; a livello di auto promozione non hanno quegli exploit che pos-sono avere altre realtà terri-

toriali. Nel loro piccolo, però offrono davvero molto e riser-vano grandi sorprese”.

Ma questa “vocazione al si-lenzio”, non è penalizzante?“Per i settori che ci riguardano più da vicino, si lavora molto per merito, non per notorie-tà. Inoltre, grazie alle nuove tecnologie, ci sono collabora-zioni che possiamo gestire a distanza, anche con l’estero e ci sono segnali e riscontri in-coraggianti. Di certo le grandi città come Milano hanno un vantaggio a livello di impostazione del lavoro, ma è altrettanto vero che soffocano la realtà delle persone, la loro individualità e creatività e questo per gli arti-sti risulta penalizzante”.

In che modo, invece, voi tute-late l’individualità di ogni ar-tista?“L’Accademia è progettata per formare piccole classi, per-ché il lavoro è assolutamente personale, individuale. I ra-gazzi riescono ad avere con gli insegnanti un rapporto in esclusiva e quest’attenzione riesce ad amplificare al mas-simo il loro genio creativo, la loro personalità, le loro poten-zialità. Dopo tre anni hanno piena coscienza delle proprie doti e allo stesso tempo, per noi sono diventati come dei figli, perché abbiamo seguito la loro formazione, i loro sa-crifici, la loro dedizione, i loro successi e la loro crescita, sia sul piano umano, che su quel-lo artistico”.

Matite d’oro

Ex allievi oggi noti nel mondoMirko Pierfederici, disegnatore

alla Marvel, negli USA Gianluigi Gregorini e Andrea

Fattori: disegnatori alla Bonelli, una delle Case Editrici

più importanti d’ItaliaPierz che ha vinto dei premi per il miglior web comic dal

titolo Ravioli Uèstern, Vanessa Cardinali che ha pubblicato per

la BD (casa editrice italiana) e ora con uno dei fumetti comici

più divertenti usciti all’ultima Lucca Comics, Alex Massacci

(disegnatore per la Star Comics e per la DC Comics

americana), Roberta Pierpaoli e per citare alcuni tra i ragazzi

che lavorano alla Rainbow nominerei Paolo Maria Frattesi

per primo e poi Cristian Sbattentini, Dario Santarelli,

Simone Picotti…

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DOSSIER: CREATIVITÀ & COMUNICAZIONE

Andiamo più nel dettaglio: ci racconti, ad esempio, come nasce un fumetto. “Il fumetto segue un doppio percorso: i ragazzi imparano a lavorare con sceneggiature non proprie, cercando di inter-pretare al meglio il desiderio dello sceneggiatore stesso. In altri casi i ragazzi scrivono la storia, spesso attingendo da vicende personali, altre volte inventando, lasciandosi ispira-re dalla fantasia”.

Come si traduce questo a li-vello professionale?“Per un fumettista le oppor-tunità sono molteplici. Può la-vorare nell’animazione, nell’il-lustrazione di libri e riviste, nell’editoria in generale e nel settore della grafica pubblici-

taria. Ai ragazzi faccio sempre l’esempio del succo di frutta: sulle confezioni, non c’è mai una foto della frutta, ma sem-pre un disegno, perché il dise-gno è più invitante, stimola di più la fantasia e il desiderio. Le opportunità, quindi, ci sono e bisogna saperle cogliere”.

Come giudica, in generale, la pubblicità dei nostri giorni?“Devo dire che si sta banaliz-zando molto; tutto si appiatti-sce su schemi sfruttati, stere-otipati. Ci sono pochi lampi, pochi bagliori creativi, ci si affida a chi costa di meno, anche se non ha un gusto artistico de-finitivo. Sembra che si ignori che la grafica ha una gram-matica complessa, ha una sua

espressività molto precisa, ri-gorosa”.

Dove si possono ammirare i lavori dei vostri ragazzi?“Ogni anno pubblichiamo una sorta di annuario, in cui raccogliamo i lavori più belli dei ragazzi, poi organizziamo mostre, sia all’interno della scuola, che fuori, partecipia-mo ad eventi e fiere del setto-re. Anzi, colgo l’occasione per invitarvi sin da ora all’iniziati-va che ci sarà in primavera!”.

Grazie e noi raccogliamo vo-lentieri l’invito!

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DOSSIER: CREATIVITÀ & COMUNICAZIONE

Dott.ssa Bonanni, vuole presentarci i due nuovi corsi proposti dall’Istituto da Lei diretto?

“L’ I.T.S. di cui la mia scuola è capofila è l’ITS “Nuove Tecnologie per il Made in Italy” setto-re moda calzature. Nello specifico, i due nuovi corsi sono: Tecnico Superiore per l’Innovazione Tecnologica e Organizzativa nei processi di pro-duzione e Tecnico Superiore Retail e Market In-telligence. Gli ITS sono Fondazioni di partecipa-zione di diritto privato con apporto pubblico in cui scuola, struttura formativa accreditata dalla Regione, impresa del settore produttivo, dipar-timento universitario ed ente locale esercitano il ruolo di soggetti fondatori per assicurare alti standard organizzativi e assicurare piena oc-cupabilità giovanile al termine di un percorso selettivo di durata biennale ”.

Formare giovani specializzati in nuove tecno-logie per il made in Italy è un’esigenza e allo stesso tempo un’opportunità per le aziende del settore: quanto conta oggi avere giovani competenti in materia? “Formare i professionisti del domani, all’inter-no dei settori più richiesti dal mercato del lavo-ro, diventa l’occasione che i giovani aspettava-no per costruire il loro futuro sulla base delle proprie competenze pratiche, ovvero tecnici ad alta specializzazione nei settori più avanzati e trainanti del sistema produttivo calzaturiero del

territorio fermano-maceratese. Contesti di la-voro, quindi, in cui è richiesto un rapporto par-ticolarmente attivo tra la ricerca, l’innovazione tecnologia e le aziende. Figure estremamente competenti e flessibili, abituate alla mentalità della risoluzione dei problemi, particolarmen-te richieste dal sistema produttivo, ma che fino-ra non hanno ricevuto la necessaria attenzione della formazione professionale post secondaria e, di conseguenza, hanno sofferto dell’assenza di adeguati canali di collegamento con il mon-do del lavoro. Gli ITS vogliono accompagnare e formare i giovani alla valorizzazione dei risultati della ricerca tecnologica più avanzata e vitaliz-zare, in due anni con 2.000 ore di formazione, di tirocinio, anche all’estero e di laboratorio nelle imprese, le capacità di progettazione di percorsi innovativi con l’obiettivo di qualificare i percorsi di specializzazione Tecnica Superiore nelle aree tecnologiche di “Industria 2015”.

Quali sbocchi professionali si prospettano per questi ragazzi?“Durante il percorso di studio e lavoro gli stu-denti avranno modo di farsi conoscere e ap-prezzare dalle aziende dell’ITS e da altre azien-de del territorio che faranno tesoro della loro formazione e dei loro talenti, inserendoli nella loro realtà lavorativa. Al termine dei percorsi gli allievi che avranno frequentato l’80% delle le-zioni saranno ammessi all’esame finale. Coloro

A SCUOLA DI “MADE IN ITALY”di A. Siria

L’eccellenza si tutela con la formazione: così l’ITIS Montani di Fermo, lancia due nuovi corsi finalizzati alla formazione di Tecnici

Superiori per il settore moda e calzature; ce li presenta

la Dirigente Scolastica Margherita Bonanni

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che lo supereranno, riceveranno il diploma di Tecnico Superiore, corrispondente alla certificazione di conoscenze, competenze e abilità previste dal livello 5 dello standard di riferimento euro-peo (EQF) ed è riconosciuto nell’ambito del sistema di istruzione nazionale ed europeo nel settore dell’Alta Formazione. Il Tec-nico Superiore per l’innovazione tecnologica e organizzativa dei processi di produzione nel settore moda-calzatura è la figura professionale che sovrintende l'ufficio tecnico, in stretta colla-borazione con l'uomo prodotto, coordina tutte le risorse a di-sposizione (umane, tecniche e tecnologiche), tutto il flusso delle informazioni legate al processo di sviluppo prodotto e industria-lizzazione, interfacciandosi con le varie funzioni aziendali coin-volte nel flusso di sviluppo, progettazione e industrializzazione di prodotto”.

E l’altra figura professionale, quella di Tecnico superiore Retail e Market Intelligence?“Le nostre imprese saranno sempre più costrette a ridefinire il loro posizionamento strategico dirigendosi verso la produzione e vendita di “oggetti” che per contenuti immateriali, di qualità e innovazione siano capaci di attestarsi sulla fascia medio-alta, puntando sul “Made in Italy” quale marchio di garanzia per il consumatore. E’ necessario riacquisire l’efficienza dispersa, of-frendo al Distretto locale quel vantaggio competitivo che oggi si sostiene solo sui fattori moda e qualità: fattori ancora vincenti, ma che da soli non possono reggere a lungo alla competizione globale sempre più evoluta, sofisticata e aggressiva. Numerose sfide attendono le imprese. Occorre formare professionalità di alto profilo per garantire livelli competitivi e di eccellenza in gra-do di consolidare il “Made in Italy” e rafforzare le performances delle PMI del settore calzaturiero”.

I Soci fondatori: Gli istituti scolastici superiori soci fondatori della fondazione: ITIS “G. e M. Montani” Fermo, IPSIA “O. Ricci” Fermo, ITCG “F. Corridoni” Civitanova Marche, IPSIA “Corridoni” Civitanova Marche.

Le università coinvolte: l’Università Politecnica delle Marche, l’Università di Macerata e l’Università di Camerino.

Gli Enti locali soci fondatori: Comune di Porto Sant'Elpidio, Provincia di Fermo, Provincia di Macerata.

Le associazioni di categoria socie fondatrici: ANCI - Anci Servizi S.r.l., Confindustria Fermo, Confindustria Macerata, Assindustria Servizi S.r.l., Confindustria Ascoli.

Due nuovi corsi per il “Made in Italy”:

1) Tecnico Superioreper l’Innovazione Tecnologica e Organizzativa nei processi di produzione:Intende formare una figura professionale tecnica, altamente specializzata. Si occupa di processi produttivi e di nuove tecnologie per il "Made in Italy" nel settore moda-calzature. Conosce tutti i processi tecnologici di realizzazione delle calzature, dalla scelta delle materie prime al controllo di qualità. Risponde ai profili professionali richiesti da mercato del lavoro

2) Tecnico SuperioreRetail e Market Intelligence: Intende formare una figura professionale tecnica, altamente specializzata, Si occupa di promozione dei prodotti moda-calzatura "Made in Italy", Rende la commercializzazione più adeguata alla competizione globale. Gestisce la distribuzione anche con le nuove tecnologie web oriented. Risponde ai profili professionali richiesti dal mercato del lavoro.

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Dottor Pacenti, Dottor Bedini, scoprire tra le colline di Chiaravalle la splendida realtà di Lab 81 è stata una sorpresa

davvero piacevole! Volete presentare lo Studio ai nostri lettori?“LAB81 nasce nel 2006 come agenzia di co-municazione. La sua attività si sviluppa in mol-teplici direzioni, dalla realizzazione di brand, catalogues, brochures, packaging alla proget-tazione di websites, animations 2D e 3D, mo-tion graphics, t-shirt design, objects e toys. In questi anni abbiamo fornito, ad aziende e pro-fessionisti, idee e strumenti di lavoro capaci di generare effetti positivi sulla marca, l’impresa e i prodotti. Punto di forza dell’agenzia è la sua capacità di realizzare produzioni di alto livel-lo, combinando grafica innovativa e soluzioni software per la gestione di applicazioni web. La passione e la nostra giovane età sono le al-tre caratteristiche distintive della LAB81. Ogni progetto di grafica o web ci coinvolge perso-nalmente; instauriamo con il cliente un rap-porto diretto e costante. Un percorso costruito sulla fiducia e nutrito quotidianamente dalla consapevolezza di affidarsi a mani esperte”.

Come è composto il vostro staff?“Il nostro staff è composto da personale qua-lificato ed esperto, capace di risolvere le di-

verse problematiche relative ad ogni settore merceologico. Professionalità con background differenti, unite da una grande capacità di pro-blem solver e una vocazione alle applicazioni grafiche e software”.

Oggi i mezzi di comunicazione offrono solu-zioni e scenari inediti. Come vedete il futuro: ci sarà un’integrazione, o una sostituzione del vecchio con il nuovo?“Sicuramente il vecchio sarà sostituito con il nuovo, ma ci saranno anche delle integrazioni tra i due mondi. I social network e i portali di informazione la faranno sicuramente da pa-drone, le persone hanno sempre più bisogno di emozioni e di nuovi stimoli, ogni giorno! Il futuro sarà certamente caratterizzato dall’au-mento di una concorrenza giovane e dinamica, sempre più attenta e pronta alla sperimenta-zione di nuove tecnologie progettuali. L’impor-tante è mantenersi aggiornati e cercare qual-cosa di nuovo ogni giorno, non perdere mai la voglia di scoprire e sperimentare ogni nuova tecnologia”.

Miss Sixty, Energie e i marchigiani Vicmatie e Gisa: sono solo alcuni dei grandi brand della moda che vi hanno affidato la realizzazione dei rispettivi portali web, con risultati davve-

INSIDE LAB81I vincitori del PWI 2011 nella categoria Best animation, Diego Pacenti e Valentino Bedini: “Per due giovani ragazzi come noi essere marchigiani e farsi conoscere non è stato semplice”

Di A. Dachan

Lab 81, pluripremiata Agenzia di comunicazione

Due professionalità con background differenti, per due approcci al lavoro ed

alle problematiche diversi. Da qui dopo una vita di

studi e formazione comuni è partita a Chiaravalle la LAB81 due anni fa.

Una pluralità che ha dato origine al valore aggiunto

dell’azienda: un’anima creativa, una grande

capacità di problem solver ed una vocazione alle

applicazioni grafiche e software.

Valentino Bedini

Pacenti Diego

DOSSIER: CREATIVITÀ & COMUNICAZIONE

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PREMI - EVENTI

• Aprile 2008 Partecipazione al Fuori Salone di Milano con una installazione vetrina all’interno del Art Box del Super Studio Group di Milano, con la presentazione ufficiale dei toys -Minus and +Plus

• Dicembre 2008 Evento espositivo da Toyo Kitchen Style - Tokyo (Giappone)

• Aprile 2009 Evento espositivo LIGHT ME UP durante il Fuori Salone di Milano, con la presentazione del Toy Lamp PURE

• 16 Luglio 2009 Premio Web Agency dell’anno e Premio Categoria Design per www.binisilvia.itPRODUCTS

• 2008 Creazione dei primi Art Toy Made in Italy -Minus and +Plus

• 2009 Creazione del Toy Lamp PURE in collazborazione con Slide Design (MI)

• 2009 Creazione della linea di t-shirt personalizzate NO NAME TEES

Per info:AnconaLAB81 design studiovia Lumumba 42 F60033 Chiaravalle (AN) - ItalyPhone / Fax+39.071.949229MilanoAretè Showroomvia spartaco 1920135 Milano (MI) - Italy

ro interessanti. Come avete promosso la vostra azienda?“Beh, che dire, non per essere presuntuosi, ma tutti i nostri clienti sono venuti da noi da soli, noi non abbiamo mai cercato nessuno; i nostri lavori sono stati il biglietto da visita principa-le, senza dimenticare i nostri toys Minus and Plus, che ci hanno permesso di essere conosciuti in Italia e nel mondo”.

La PWI (Premio Web Italia) vi ha assegnato, nell’edizione 2011, il premio per la categoria “Best animation”. Un bel successo, considerato anche l’alto livello dei competiros in gara…“Sì, anche quest’anno abbiamo vinto un premio di categoria molto importante, considerando soprattutto la mole del nostro cliente, Croce Rossa Italia Corpo Militare; purtroppo il sito web non è ancora visibile da un suo link diretto per colpa della len-tezza burocratica, ma contiamo di renderlo operativo entro la fine dell’anno. Devo dire che il PWI ci ha aiutato molto nella crescita del nostro studio a livello nazionale e internazionale, come anche il premio per il migliore sito web dell’anno 2010, con il sito web di Giugiaro Architettura e il premio come Miglior Web Agency d’Italia 2009”.

La realtà di Lab 81 è emblematica di una tendenza, tutta mar-chigiana: saper fare cose eccellenti, senza farne un vanto, quasi senza parlarne. Qual è il vostro punto di vista in propo-sito? Vorreste che qualcosa cambiasse?“In realtà per due giovani ragazzi come noi essere marchigiani e farsi conoscere non è stato semplice; soltanto grazie all’in-venzione dei due art toys Minus and Plus e alla qualità dei no-stri lavori siamo riusciti ad emergere nel panorama italiano

della comunicazione. Ultimamente poi, abbiamo anche notato come l’essere marchigiani a volte non faccia differenza per le grandi aziende, che ci hanno voluto come loro partner nella realizzazione di importanti progetti di comunicazione, altre ancora proprio il fatto di non appartenere ad una realtà con-taminata da molteplici distrazioni e vizi come quella milanese ha giocato a nostro favore. L’unica cosa che vorrei cambiare, è l’unione; vorrei, come succede nella grandi realtà, unire le forze e la capacità di più studi per sviluppare grandi progetti di comunicazione, senza guardarsi a distanza temendosi l’uno con l’altro, come purtroppo invece accade qui da noi”.

Quali sono le prossime sfide che vi vedranno impegnati? “La prossima sfida, se così la si può chiamare, è l’inaugura-zione del nuovo sito web per la Triennale di Milano; ci stiamo occupando dell’intero progetto grafico e sarà davvero emozio-nante e di grande rilievo per noi. A dicembre, inoltre, usciremo con il nostro primo short animation film, ma di più non posso dirvi e quello si che sarà una vera e propria sfida…”.

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Iniziamo il nostro racconto “dalla fine”, ci racconti del PWI (Premio Web Italia) 2011 che Le è stato assegnato per la realizzazione del portale del Parco del Conero.

“È un premio che mi ha fatto molto piacere e che si aggiun-ge ad altri riconoscimenti prestigiosi che avevamo ottenuto in precedenza. La realizzazione del portale ci è stata commissio-nata nel maggio dello scorso anno, con la richiesta di creare un sito destinato ai turisti, che rendesse l’Ente più vicino alla gente e allo stesso tempo che favorisse la crescita dell’indot-

to. Sia io che Alessio Barbini, il fotografo, abitiamo nel Parco, abbiamo radici profonde qui, per cui è stato molto bello raccon-tare il territorio, la sua cultura, la sua gente, le sue tradizione. Era come lavorare ad una narrazione personale; devo dire che la gente del posto si è dimostrata aperta e molto collaborativa, dai moscio lari agli apicoltori, dai musicisti agli artigiani, ognu-no ha raccontato qualcosa di sé e ha rivelato qualche sfumatu-ra inedita del Conero. Con lo straordinario doppiaggio di Luca Violini, la partecipazione di Fabrizio Valentini ( scenografo per

molti anni del Teatro Canguro) e il complesso musi-cale La Macina, è venuto fuori un piccolo capolavoro corale, premiato appunto con il PWI. Considerando lo spessore delle altre realtà partecipanti, dall’Ita-lia e dall’estero, questa vittoria è ancora più bella”.

Ideare siti web significa essere un po’ registi, un po’ autori, un po’ designer: Lei come si sente?

“Personalmente, amo molto la narrativa e la regia e spero di potermi dedicare totalmen-

te a questa professione un giorno, realiz-zando corto e lungo metraggi. Il nostro è un lavoro di grande creatività, che ri-chiede sensibilità e competenze diverse. Tre anni fa, con altri quattro soci, Ales-

sio Barbini, fotografo, Niba Massimo Barbini, attore-mimo, Enzo

Ferrare grafico e Simone Accoroni program-matore abbiamo creato questo stu-dio, in cui lavoria-mo per aggrega-

PWI 2011A DANIELE FRONTINICon il bellissimo portale dedicato all’Ente Parco del Conero il giovane di Sirolo ha vinto la nona edizione degli Italian Web Awards; è il decimo premio in quattro anni, ma c’è da scommettere che siamo solo all’inizio…

di A. Siria

DOSSIER: CREATIVITÀ & COMUNICAZIONE

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re le nostre idee, creando pubblicità, siti, cataloghi, video in 3D. Grazie ai diversi premi che abbiamo ricevuto, riceviamo nuove commissioni, nuove richieste sia da privati, che da enti di vario tipo ”. In mancanza di una scuola sul territorio, dove si è formato, dove ha appreso le tecniche e i segreti del mestiere?“Il mio è un percorso curioso. Ho iniziato il mio percorso pro-fessionale come ingegnere elettronico per un armatore; stavo in giro per il mondo sulle petroliere, finché un giorno non mi sono fidanzato… e ho sentito sentivo l’esigenza di cambiare. Dal 2005 ho iniziato a creare siti in flash e nel 2007 ho vinto il mio primo PWI nelle categoria animazione. Nello stesso anno ho aperto con i miei soci uno studio ad Anco-na, Greenbubble, poi ci siamo trasferiti qui Sirolo. Nel settore viral c’è poca concorrenza in Italia, perché le aziende non si sono ancora aperte a questo tipo di comunicazione. C’è an-cora la tendenza ad affidarsi ad agenzie di Milano, come se la collocazione geografica fosse una garanzia. Oggi, invece, la creatività ha bisogno d’altro, di idee fresche, di menti, per così dire, non contaminate”.

La vostra agenzia vanta prestigiose collaborazioni a livello nazionale e internazionale: come fate a creare il progetto ide-ale per realtà così diverse?“Molto hanno fatto i premi, che ci hanno dato visibilità e no-torietà. Dal 2007, infatti, riceviamo commesse non solo da aziende marchigiane, ma da tutta Italia. Le nuove generazioni di imprenditori sono aperte ai nuovi linguaggi, ad un tipo di comunicazione non convenzionale. Nella nostra regione a volte fatichiamo ancora a far accettare certi linguaggi espressivi e c’è una sorta di “complesso del provinciale”, che spinge molti imprenditori ad affidarsi alle agenzie delle grandi città.

Secondo Lei, la creatività marchigiana è giustamente valoriz-zata? “A livello delle imprese c’è il riconoscimento in tanti settori, come l’artigianato artistico, la sartoria e altro ancora. I mar-chigiani lavorano con il piacere di fare bene le cose. C’è, in-vece, un’altra creatività, meno legata all’imprenditoria, che è totalmente segreta. Ci sono artisti nel settore della animazione e del video che sono noti in tutto il mondo, ma qui sono scono-sciuti. Basti citare Blu. Qualcosa oggi sta cambiando, si inizia-no a delineare nuovi scenari, ma è ancora troppo poco”.

In quali progetti sarà impegnato prossimamente?“Stiamo puntando su forme di comunicazione innovativa, come il viral, che però ha ancora poco riscontro in Italia. Noi ci cre-diamo, abbiamo la giusta ambizione e vogliamo continuare a proporre idee originali. Un certo tipo di pubblicità tradiziona-le, per certi versi, secondo me è immorale, perché martella le menti delle persone, per infilarci marchi e slogan più o meno consapevolmente; pensi che mio padre, quando ero piccolo, se c’erano le reclames spegneva la TV. I viral , rispetto alla pubblicità tradizionale, hanno qualcosa di diverso: proprio per definizione sono messaggi che si propagano spontaneamente, che rendono il consumatore protagonista tramite il passapa-rola, lo divertono. Sono piccole forme di intrattenimento. Poi c’è il discorso cinema, che resta un sogno a cui non vogliamo rinunciare…”.

Info su:www.greenbluble.itPortale del Conero:www.parcodelconero.com

Premi:

PWI 2011Shuriken 2009PWI 2010 – Artistic DesignTOP PICKAWARD PWI 2009 – Site of the year – freelance of the year– press award – video animationT. OFF DANCE – Video AwardShuriken 2008

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Probabilmente sarà un Natale, quello marchigiano, da dedicare totalmente alla famiglia, senza il “disturbo” della tv! Dal 5 al 20 dicembre, infatti, il territorio marchi-

giano sarà interessato dall’ormai famoso “switch off”, ovvero il passaggio dall’analogico al digitale terrestre e, al momento, è abbastanza rischioso anche solo avanzare delle ipotesi sulla riuscita. Se si decide di fare un giro per la rete internet, alla ricerca di esperienze e consigli, ci si ritrova soltanto a essere i benvenuti in un mondo che non è più in grado di vedere la televisione. Almeno non più come prima, perché questo fami-gerato passaggio, già avvenuto in altre regioni italiane, ha por-tato tanti canali, immagini migliori, ma anche tanti problemi e spesso una difficoltà totale di ricezione dei segnali. E mentre si parla di una tecnologia ormai obsoleta, abbiamo comunque problemi per il suo avvio. Nelle Marche partiamo già con l’handicap: ci sono alcune zone, come quelle tra Monte San Vito, Agugliano e Polverigi che, già si sa, potrebbero avere seri problemi di ricezione. Inoltre più si sta in alto e migliore può essere la ricezione dalle antenne del Monte Conero, ma più si sta distanti.... Nel frattempo si conosce ben poco: si fa in tempo a comprare un decoder di un certo tipo che subito si ha un messaggio su Sky di uno strumento migliore; non si capisce che cosa è pos-sibile vedere e che cosa no; con una stessa antenna e quindi orientata alla stessa maniera, in camera si prendono alcuni

canali e in sala imperversano le tv slave; ci dicono che soltanto a switch off avvenuto saremo in grado di vedere tutti i canali free, ma non ci spiegano perché intanto RAI 4 e Iris riusciamo a captarli (tanto che il dubbio di non riuscire a vedere oltre questi è quanto mai legittimo!), mentre tutti gli altri no. E’ un vera e propria giungla attraverso la quale, almeno fin qui, è piuttosto difficile orientarsi. E intanto il tempo stringe, ma non si ha la minima idea di cosa riusciremo a vedere da dicembre. Non è certo la scelta del decoder a preoccuparci più di tanto, ci sono sempre tecnici o anche commessi dei grandi store di elettro-nica che sono pronti a risolvere ogni questione e soprattutto a rispondere a ogni nostro dubbio. Il problema serio sembra es-sere proprio la copertura del territorio. Se il punto di partenza del segnale è il Monte Conero che succederà oltre le colline? E torna il tarlo di quello che si vede e non si vede attualmente: qualcuno capta i canali sportivi, qualche altro quelli dei cartoni animati, ma tutti i canali della Rai e di Mediaset dalle nostre parti non sappiamo nemmeno cosa sono. E’ davvero un proble-ma di switch off? Ma allora perché gli altri si vedono? Altra par-ticolarità tecnica: ci hanno detto che se il segnale non è suf-ficientemente chiaro, con il digitale terrestre non vedremo più quelle distorsioni alle quali siamo abituati, la classica “neve” che scende sulle immagine sottoforma di coriandoli colorati, ma il video sarà oscurato con la dicitura “assenza di segna-le”. Ma questo è quello che dicono, perché da qualche tempo a

DIGITALE TERRESTRE,IL GRANDE INCUBODal 5 al 20 dicembre il territorio marchigiano dovrebbe essere interessato (sempre che non ci sia un rinvio) dal “fantomatico” switch off, non senza dubbi, problematiche ancora irrisolte e proteste per interferenze di tv estere sulla frequenza assegnata alle tv locali. E da tutta Italia continuano a dirci: “Benvenuti nel club di chi non vede più niente!”

Di C. Carnevali

INCHIESTE

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questa parte, con il decoder del digitale terrestre, il canale La 7 non è più visibile chiaramente, ma l’immagine è totalmente distorta e pixellata (con i famosi pixel tutti fuori sede, in modo da creare quel fastidioso effetto “quadratini in disordine”). Per non parlare dell’audio. E insomma ci sono problemi di assen-za di canali, di numerazioni sbagliate, di ricezioni difettose, di sparizioni delle tv locali (che a quanto ci avevano assicurato, durante la fase di presentazione del passaggio, dovevano es-sere le super favorite da questo cambiamento epocale!). In-somma dubbi che si sommano a dubbi e certo le impressioni e i commenti che arrivano dalle altre regioni che “il grande passo” l’hanno già compiuto non ci aiutano. A Ravenna, tanto per fare nomi e cognomi, stanno ancora aspettando, a quasi un anno dal passaggio, di vedere qualcosa!In questo momento, per quanto riguarda le Marche, siamo sol-tanto nel campo delle supposizioni, ma anche delle prime av-visaglie: presto avremo le nostre risposte, dobbiamo attendere solo un mese. Certo che se solo pensiamo a questa nostra “povera e vecchia” regione (in senso affettuoso e in riferimento alla regione lon-geva), ci si presenta un’ulteriore difficoltà: come spiegare ai nostri anziani che cosa fare? Come orientarli verso un acqui-sto o verso la risistemazione dei canali? E, soprattutto, come far capire loro il perché si possano verificare problemi di rice-zione? Anche perché dopo il 20 dicembre il segnale analogico

sarà definitivamente spento su tutta la regione. A passare il varco per primi saranno gli ascolani, seguiti da San Benedetto del Tronto e poi su, su, per tutta la regione costiera fino alla provincia di Pesaro – Urbino, per poi concludere con il passag-gio al digitale terrestre della zona interna.Si è cercato e si sta cercando di fare qualcosa: l’assessore re-gionale alle Attività produttive ha pensato al passaggio e a un piano di azione per tecnici e antennisti. L’idea ha trovato pronta la CNA delle Marche che ha proposto a sua volta un protocollo d’intesa all’insegna della correttezza, con un codice etico e un prezziario che eviti le possibili speculazioni. Al tempo stesso si è pensato anche a una campagna informativa. Ma il mon-do politico sta facendo i conti anche con il rischio che corre il pluralismo dell’informazione se il nuovo piano delle frequenze e il passaggio al digitale terrestre metteranno in dubbio la so-pravvivenza delle emittenti locali, come sembra in questi gior-ni. Da interrogazioni a proposte di sostegno finanziario per la predisposizione di soluzioni tecnologiche necessarie, fino alle osservazioni che la Regione Marche ha presentato al Ministero per lo Sviluppo Economico sulle interferenze estere nelle fre-quenze assegnate alle Marche, perché il Piano nazionale del digitale terrestre non prevede l’assegnazione di una frequen-za coordinata, libera cioè da interferenze con l’altra sponda dell’Adriatico. La Giunta regionale ha chiesto più volte (già dal 2010) al ministro Paolo Romani la modifica del Piano nazionale

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Da www.digitaleterrestrefacile.it

Per risolvere alcuni problemi dicono che sia utile fare una sintonizzazione manuale del decoder, sistemando le frequenze di ogni singola stazione tv. Anche se ogni modello di apparecchio ha le proprie caratteristiche, molti decoder e tv con ricevitore digitale terrestre hanno l’opzione per sintonizzare manualmente i canali. Questa è la procedura suggerita dal sito www.digitaleterrestrefacile.it.

Ecco come fare:• Premi il tasto MENU sul telecomando del decoder o del televisore con sintonizzatore incorporato.• Seleziona la voce dedicata alle impostazioni o alla gestione dei canali (il nome esatto dipende dal modello di decoder acquistato).• Alcuni decoder e televisori richiedono immediatamente la tipologia di ricerca dei canali (automatica o manuale). Altri apparecchi invece necessitano di una modifica dell’opzione in un altro menu. Cerca la voce sintonizzazione manuale dei canali all’interno delle voci del menu.• Sempre all’interno delle opzioni gestione canali seleziona la voce di ricerca dei canali.• Se viene proposto di aggiornare oppure di reinstallare i canali, scegli l’opzione di reinstallazione.• La maggior parte dei decoder a questo punto chiederanno di scegliere tra la ricerca manuale e quella automatica: scegli la ricerca manuale.• La schermata di inserimento manuale dei canali ti darà la possibilità di inserire per ogni stazione il numero del canale (ad esempio 30) e in alternativa la frequenza in MHz (ad esempio 546 MHz) e la polarizzazione (ad esempio verticale o orizzontale).• Inserisci i dati di ogni canale e attendi che il decoder o il televisore si sintonizzi con la stazione. Se il canale è ricevibile appariranno sullo schermo le immagini del canale. Salvalo con il tasto Ok e passa al successivo canale. • Al termine di ogni singola sintonizzazione il decoder chiederà di scegliere il numero di ordinamento della lista per i canali appena registrati. Seleziona la numerazione che preferisci. In alternativa puoi lasciare che il decoder ordini i canali secondo la numerazione automatica LCN.• Una volta terminato l’inserimento di tutti i canali, chiudi il MENU premendo il tasto EXIT del telecomando del decoder o del televisore con sintonizzatore dtt. Premendo il tasto LIST del telecomando puoi rivedere la lista dei canali che hai appena piazzato sul tuo apparecchio.

con l’assegnazione di almeno una frequenza coordinata “puli-ta” per l’emittenza locale marchigiana.Proprio per questo motivo, il presidente Spacca ha richiesto formalmente di rinviare al 2012 lo switch off delle Marche, con una lettera al ministro Romani e al presidente dell’Agcom (Au-torità per le garanzie nelle comunicazioni), Corrado Calabrò, sottolineando in una lettera che “tale situazione è inaccetta-bile, perché rischia di colpire e penalizzare profondamente il sistema dell’emittenza locale delle Marche che rappresenta un patrimonio occupazionale e tecnologico assolutamente da salvaguardare, soprattutto in questa fase di crisi economica, senza poi considerare i sicuri disagi ai cittadini - utenti. In con-seguenza di tale scelta del Governo Nazionale non viene messa a disposizione delle Marche nessuna frequenza “certa” per le emittenti locali, creando una situazione di assoluta gravità per le sicure interferenze e per le incertezze di programmazione delle attività degli operatori televisivi locali”. “La richiesta di rinvio della digitalizzazione delle Marche – ha sottolineato Spacca nella lettera - è motivata anche da un fat-to tecnico, legato ai pesanti ritardi dell’emanazione dei bandi nazionali. Infatti solo in data 14/10/2011 sulla GU 5° serie spe-ciale sono stati pubblicati i bandi per l’assegnazione dei diritti di uso delle frequenze e per l’attribuzione delle numerazioni LCN alle emittenti televisive locali marchigiane. Considerati i tempi previsti per lo switch - off al digitale terrestre, il Governo

regionale ritiene che per gli operatori televisivi locali risulti so-stanzialmente impossibile procedere in tempo utile agli adem-pimenti previsti dalle delibere Agcom 366/10/CONS. Infatti, in considerazione che gli operatori televisivi marchigiani devono fare pervenire la domanda entro e non oltre il 35° giorno de-corrente dalla data di pubblicazione dei bandi sulla GU della Repubblica italiana (14 ottobre 2011) con conseguente suc-cessiva predisposizione della relative graduatoria, le emitten-ti locali risultano non avere la materiale possibilità di predi-sporre gli impianti sulle frequenze assegnate, dato che i tempi commerciali di consegna delle apparecchiature non possono essere inferiori a 60/90 giorni, con conseguenti ulteriori gra-vi e insopportabili danni economici. E’ comprensibile, d’altro canto, che gli operatori non possono procedere agli ordini se non dopo la certezza di una utile collocazione in graduatoria. Si richiede, pertanto, un urgente provvedimento di modifica del calendario nazionale affinché la prevista digitalizzazione delle Marche avvenga nel 2012”. Nel frattempo, con molto più ottimismo, la Provincia di Ma-cerata, attraverso una proposta dell’assessore Leonardo Lip-pi, sta pensando al coinvolgimento di giovani diplomandi nelle azioni di supporto agli anziani per quanto riguarda il passaggio al digitale terrestre dal sistema analogico. Sarà sicuramente utilissimo, ma i problemi, come visto, al momento sono ben diversi.

INCHIESTE

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INCHIESTE

CONFINDUSTRIA FERMO PERDE I PEZZI...MA IL PRESIDENTE SANTORI NON RISPONDE ALLE NOSTRE DOMANDESono ormai decine le aziende del fermano che hanno fatto le valigie dall’associazione locale.Perchè questo malessere?

di P. Duranti

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Negli ultimi tempi sulla scriva-nia di Andrea Santori, presiden-te dell'associazione provinciale

degli industriali, sono arrivate diverse lettere di dimissioni. Non pochi indu-striali del territorio hanno abbandonato la locale Confindustria. Da Enrico Braca-lente – amministratore di Nero Giardini – a Luca Monaldi, dell'omonimo gruppo alimentare, da Enzo Rossi (pastificio La Campofilone) a Giampiero Properzi, del-la Royal Pat, da Domenico Sacconi (Ma-glificio Santa Lucia) alla famiglia Pizzuti (Zeis Excelsa). E via via, un'altra ventina di piccole aziende.Cosa sta accadendo? Probabilmente l'addio da Confindustria di Sergio Mar-chionne non c'entra nulla: è una pura coincidenza. Ma il problema evidente-mente esiste (anche per le casse dell'as-sociazione, alla quale mancheranno le decine di migliaia di euro che prima ga-rantivano i soci uscenti). E' una questione legata ai servizi forni-ti dall'associazione degli industriali, da

taluni considerati inadeguati? Oppure le controversie sono da ricondurre ad un profilo di rappresentatività? O forse a mere diatribe personali, che non riguar-dano né i servizi, né il ruolo di rappre-sentanza che spesso Confindustria eser-cita efficacemente sul territorio?Anche ML si è posto questi interrogativi, chiedendo alcuni autorevoli pareri ai di-retti interessati. Per evitare ulteriori po-lemiche e strumentalizzazioni, abbiamo bussato alla porta di due aziende - che per numeri, fatturato ed occupati, sono due realtà tutt'altro che secondarie … - le quali avevano fatto le valigie dalla Confindustria fermana in tempi “non so-spetti”: la Sigma Spa di Altidona – il cui Presidente, Alvaro Cesaroni, è stato tra l'altro Presidente dell'associazione per due mandati consecutivi - e la Picenum Plast di Sergio Quintili. Volevamo sentire anche il parere del Presidente Santori, ma ogni nostra ri-chiesta di incontrarlo o di parlargli è sta-ta purtroppo inutile (abbiamo copie delle

mail, pronte a dimostrarlo). Solo dopo la nostra insistenza, dalla Confindustria di Fermo ci hanno inviato il testo del comu-nicato divulgato alla stampa lo scorso 17 ottobre. Peccato, però che non abbia accettato di rispondere alle nostre domande. Perchè a ben vedere nel comunicato vi sono al-cuni passaggi forse non troppo chiari.

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INCHIESTE

Presidente, durante i due mandati trascorsi al timone della Confindustria della provincia di Fermo aumentarono

gli iscritti e fu sistemato il bilancio. Ma poi cosa accadde?“Beh, non deve chiederlo a me! Se lei vuo-le una risposta nella veste di imprenditore e non da ex Presidente, le dico subito che alcuni anni fa, terminato il mio mandato Sigma uscì dall’Associazione per alcuni seri motivi, per lo più riconducibili all’insorgere di dissidi, diatribe personali, chiacchiericci … fattori non soltanto inutili, ma anche molto dannosi, in quanto ri-tenni avrebbero condotto l’Associazione al di-sfacimento”.

Ai Suoi tempi non era così?“Direi di no, anche se da Presidente misi in guardia dai rischi che potevano derivare dall’in-gerenza della politica nella nostra associazio-ne, ingerenza di cui si iniziava a percepirne i primi sintomi”.

Ma questa ingerenza politica in cosa si ma-nifestava?“Esclusivamente in relazione alle nomine da fare. Mai per un confronto sulle strategie da adottare a tutela delle aziende del territorio:

questo sì che sarebbe stato ben accetto e forie-ro di un sano confronto”.

Chi vedrebbe bene come Presidente dell’Asso-ciazione locale degli industriali?“Il miglior imprenditore che il territorio possa esprimere in un determinato momento, visto il ruolo di rappresentanza che deve esercitare”.

E cosa si aspetterebbe dalla struttura?“Per una realtà ben affermata e delle dimen-sioni di Sigma, mi aspetterei una forte rappre-sentanza politico- territoriale, più che servizi”.

In che senso rappresentanza politico-territo-riale?“Un ruolo esercitato in funzione delle esigenze di tutti gli imprenditori. Noi, ad esempio, abbia-mo adesso problemi con la telefonia e la tra-smissione dei dati. Non è una cosa di poco conto: ci frena sul pia-no degli investimenti e quindi dello sviluppo. E’ proprio di pochi giorni fa una mia lettera di protesta alla Telecom nella quale segnalavo il disagio. Ecco, un’associazione imprenditoriale dovreb-be farsi carico di queste incombenze. Spesso, infatti, si tratta di problemi ed istanze

“È STATA SMARRITA L’IDENTITÀ DELL’ASSOCIAZIONE”Per Alvaro Cesaroni - Presidente di Sigma e già ai vertici dell’associazione imprenditoriale fermana per due mandati – troppe diatribe personali rischiano di condurre al disfacimento di Confindustria

di M. Palumbo

Alvaro Cesaroni

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che non possono essere condotte dal sin-golo imprenditore”.

Ma l’attuale situazione non è dovuta an-che al comportamento degli stessi im-prenditori?“Sicuramente si avverte un eccessivo in-dividualismo; ciascuno pensa di fare me-glio quando lavora da solo. Ma non è più così; occorre affrontare le nuove sfide con un rinnovato spirito di coesione, che oggi purtroppo non si vede”.

Secondo Lei ha senso una struttura con-findustriale a livello provinciale?“Almeno per le Marche no. Una rappre-sentanza così parcellizzata di Confindu-stria rischia di perdere colpi sul terreno dell’efficienza e dell’efficacia della propria azione. Piuttosto, ritengo che dovremmo avere una forte e qualificata struttura a livello regionale, anche al fine di razionalizzare risorse e costi”.

Prima Lei ha accennato al tema dei ser-vizi forniti da Confindustria: per un’im-presa delle dimensioni di Sigma non

sono di primaria importanza. Ma per le realtà più piccole?“Per le imprese più piccole può darsi, ma ci si deve concentrare su servizi specia-listici tipo formazione ed accrescimento della cultura delle alleanze. In altre parole, tanto per utilizzare un’espressione ormai sulla bocca di tutti: “fare rete”. Però sono cose da fare, e su-bito, non solo da proporre. Chiacchiere se ne sono sentite anche troppe…”.

La formazione dovrebbe essere rivolta agli imprenditori?“Certo anche ad imprenditori e manager, con l’obiettivo di elevare la cultura d’im-presa”.

Un tema sempre attuale è quello dell’in-ternazionalizzazione …“Su questo punto dobbiamo sfatare mol-ti luoghi comuni: per i piccoli, andare all’estero è impresa ardua; temo si tratti di supportare soprattutto costi, natural-mente con le debite eccezioni. Dobbiamo poi razionalizzare gli attori che si occupano di internazionalizzazione: Regione, Province, Comuni, Camere di

Commercio, aziende speciali ecc. spesso, per non dire sempre, sovrappongono le rispettive azioni con un evidente sperpero di risorse”.

Per concludere, Presidente: il Suo pen-siero in due parole.“Evitiamo le polemiche e rimbocchiamoci le maniche, perché la situazione è grave ed è necessaria una forte ed autorevole Confindustria”.

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Direttore, quando si registrò la rottura tra Picenum Plast e Confindustria Fermo?“Sergio Quintili, il Presidente - nonché capo carismati-

co - dell’azienda (ne è anche uno degli azionisti di maggioran-za, ndr) uscì dall’Associazione circa quattro anni fa, portandosi dietro, ovviamente, Picenum Plast e l’altra bella realtà della famiglia, la Asoplast”.

Perché, secondo Lei?“Per le stucchevoli baruffe senza senso che stavano dilaniando l’Associazione, con una conseguente notevole perdita di tempo e di credibilità. Che poi si trattava per lo più di rapporti perso-nali, schermaglie fini a sé stesse, neppure legate alle strategie o agli obiettivi da perseguire”.

Ora non avete più alcun rapporto con l’associazione?“A livello provinciale no. Siamo invece fruitori del Consorzio per l’energia che fa capo alla Confindustria di Pesaro. Purtroppo, devo constatare con amarezza che qui la presenza dell’As-sociazione degli Industriali non si avverte; eppure siamo un Gruppo da 60/70 milioni di fatturato”.

Ma dietro a queste fratture non vi sono anche questioni lega-te proprio alla rappresentatività dell’Associazione degli indu-striali fermani?“Personalmente, nei vertici dell’Associazione non ho mai per-

cepito lo spessore di cui invece si avvertirebbe un grande biso-gno. Si è pensato in piccolo, caratterizzandosi eccessivamente per una fortissima vocazione sul calzaturiero. Ma il territorio presenta anche altre eccellenze: la gomma-plastica, l’edili-zia, il metalmeccanico, l’agroalimentare. Ritengo che Confin-dustria avrebbe dovuto fare di queste realtà dei punti di forza. Invece niente”.

Gli imprenditori non hanno colpe?“Anche qui, certo, si avvertono caratterizzazioni personali, con forti individualismi. In una fase in cui è sempre più manifesta l’esigenza di promuovere concertazioni, l’individualismo è una pecca. E Confindustria Fermo continua a fare retrobottega … D’altronde, se non poche delle aziende tra le più rappresenta-tive del territorio hanno fatto una certa scelta, un certo males-sere è evidente”.

Quindi condivide le scelte di altri imprenditori che hanno ab-bandonato l’associazione?“Non ne conosco bene i motivi, se non per quello che si è letto sui giornali. Mi dispiace però che talvolta siano volate parole grosse, che si potevano evitare. Dobbiamo cercare tutti di fare uno sforzo per tornare a parlare di strategie, pianificazione, servizi, abbandonando comporta-menti che hanno le sembianze di veri e propri agguati perso-nali”.

“MA PER CONFINDUSTRIA FERMO ESISTE SOLO IL CALZATURIERO?” Danilo Calisti, Direttore Generale di Picenum Plast, una delle maggiori aziende tra quelle uscite dalla locale associazione degli industriali, mette l’accento sulla carenza di rappresentatività di settori comunque importanti per il territorio, dall’edilizia al metalmeccanico, dalla gomma-plastica all’agroalimentare

INCHIESTE

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Cosa dovrebbe fare Confindustria a livello provinciale?“Studiare case history ed esperienze vincenti sul territorio, per facilitare la loro applicazione in altre aziende; promuovere con-fronti seri e costruttivi, dopo troppi anni che hanno visto l’asso-ciazione “piegata” sul calzaturiero. Diventare un “laboratorio”. In altre parole, bisogna volare più in alto”.E sul fronte dei servizi?“Ammesso che la rosa di servizi predisposti da un’associazione imprenditoriale dovrebbe rispecchiare la visione del ruolo ad essa attribuito, ritengo che vi siano temi talmente importanti che non possono sfuggire: pensiamo al ricambio generaziona-le, all’analisi del contesto storico e territoriale. A mio avviso, se non si riprende il cammino in questa direzione, si deve certifi-care che è venuta meno la funzione caratteristica di Confindu-stria Fermo. L’obiettivo è sfuggito”.

Direttore, si può ipotizzare un chiarimento tra gli imprendi-tori dimissionari e i vertici dell’associazione, con un rientro nella compagine sociale?“Mi pare che oggi non vi siano le condizioni”.

La Picenum Plast Spa dal 1974 produce e

commercializza tubazioni e raccordi in PVC e PE. Dal

1995 l’azienda opera in un sistema di qualità aziendale

certificato dall’ente SQP dell’Istituto Italiano dei

Plastici e dal 2008 ha potenziato il suo impegno

attuando un Sistema di Gestione Integrato della Qualità e dell’Ambiente

certificato dall’Istituto Italiano dei Plastici conforme

rispettivamente alla norma UNI EN ISO 9001:2008 e

UNI EN ISO 14001:2004 per le attività di progettazione e produzione di tubi in PE, PVC e corrugati. L’azienda

è inoltre concessionaria del marchio di qualità per

numerosi prodotti.

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INNOVAZIONE

Com’è il mercato italiano nel settore dei servizi connessi

all’energia?“Il mercato italiano è in forte crescita. Sia le Pubbliche Am-ministrazioni che i privati mo-strano una rinnovata sensibi-lità ed un crescente interesse nei confronti degli interven-ti legati all’uso efficiente dell’energia, del risparmio energetico e della sostenibi-lità ambientale. Non dimen-tichiamoci che l’illuminazione pubblica costituisce una delle principali voci di spesa nei bi-lanci delle Pubbliche Ammi-nistrazioni e degli enti locali”.

Quindi il risparmio è la paro-la d’ordine anche per gli enti pubblici?“La possibilità di risparmiare in media oltre il 30 per cento dei consumi energetici, oltre a un netto miglioramento del-la qualità del servizio, risulta particolarmente attraente per le amministrazioni pubbli-che”.

E l’elettronica è fondamenta-le per questi obiettivi …

“Assolutamente si. Prendia-mo ad esempio un nostro prodotto all’avanguardia, la piattaforma Minos: esso con-sente di abilitare ulteriori ser-vizi a valore aggiunto di pub-blica utilità e sicurezza, quali videosorveglianza, digital si-gnage (display informativi e pubblicitari), stazioni di rica-rica per veicoli elettrici, wi-fi urbano, sfruttando sempre la rete elettrica esistente, sen-za dover pertanto aggiungere nuovi e costosi cablaggi. Ser-vizi che si ripagano in gran parte con i risparmi generati”.

Un accenno alla concorrenza italiana e straniera.“Ho citato ora la piattaforma Minos: ecco, siamo nel cam-po di quei prodotti altamente innovativi ed unici nel loro ge-nere, i cui metodi di funziona-mento sono tutelati da diversi brevetti internazionali. Ciò na-turalmente incide anche sulle opportunità commerciali in varie aree del mondo. Inoltre, grazie alla trentennale espe-rienza, acquisita sul campo con oltre 450mila lampioni intelligenti installati in tutto il

mondo, nessun’altra azienda, attualmente, è in grado di for-nire una soluzione altrettanto completa ed altrettanto te-stata e collaudata sul campo nelle situazioni più dispara-te”.

Nel settore dell’elettronica vi sono opportunità commer-ciali all’estero?“Le referenze in Italia non mancano: oltre 2.000 punti luce a Venezia, 3.000 a Ge-nova, 1.500 a Pianezza, oltre 5.000 a San Giovanni in Per-siceto (in provincia di Bolo-gna). Anche all’estero le in-stallazioni sono numerose e in costante crescita; basti pensare che nel primo se-mestre del 2011 l’estero ha rappresentato il 70 per cento del fatturato di Umpi. Tra le principali referenze all’este-ro possiamo nominare gli oltre 2.000 punti luce tele-controllati delle autostrade inglesi, città come Geseke in Germania (premiata dal Mi-nistro dell’Ambiente Sigmar Gabriel), Maria Enzersdorf in Austria, la via Ignazia a Salo-nico, l’intero principato di An-

dorra e le città sante dell’Ara-bia Saudita Mecca e Medina”.

Quanto incide l’attività di ri-cerca e sviluppo?“Ogni anno una quota cre-scente del fatturato di Umpi viene investito nel cuore pul-sante dell’azienda: il reparto di Ricerca e Sviluppo, il cui personale altamente quali-ficato svolge un incessante lavoro di sperimentazione, continuo aggiornamento e formazione. Un impegno co-stante che ha portato l’azien-da ad accrescere le com-petenze, ottenere numerosi premi e brevetti registrati. Lo scorso 16 marzo 2011, Umpi R&D ha ricevuto dal Ministero dell’Istruzione, dell’Univer-sità e delle Ricerca l’Accre-ditamento quale Laboratorio Altamente Qualificato. Una prestigiosa qualifica - inseri-ta nell’Albo ministeriale - che conferisce al nostro Labora-torio di Ricerca e Sviluppo un riconoscimento di straordina-ria importanza che solo poche aziende possono vantare”.

CATTOLICA ILLUmINA L’EUROPASerena Pieroni, esperta di marketing, ora lavora presso la Umpi, l’azienda romagnola che oggi rappresenta una delle aziende leader a livello internazionale nei servizi di elettronica nel campo della fornitura di energia elettrica

di M. Palumbo

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139

Una giornata inedita e davvero memorabi-le quella che il Centro

Porsche Ancona, Concessio-nario Porsche Marche Mo-tori Srl, ha voluto dedicare ai suoi clienti, il 7 ottobre scorso presso il cantiere Navale CNR del gruppo Ferretti. Grazie alla collaborazione dei Piloti della scuola di guida “Porsche Sport Driving Scho-ol”, la manifestazione è stata davvero da brivido, con prove su strada dei nuovi gioielli della sua scuderia: Paname-ra Diesel, Panamera Hybrid e Cayenne Diesel. Complice il bel tempo, l’oc-casione è stata una vera festa per i partecipanti, che han-no risposto con entusiasmo all’iniziativa a loro dedicata, durante la quale i piloti della Porsche Sport Driving School hanno presentato le caratte-ristiche delle nuove Porsche e il percorso di guida. Al ter-mine della prova, che ha visto sei auto partire proprio dal cantiere di via Mattei fino ad arrivare ad Ancona Nord, il

personale di CRN ha accom-pagnato gli ospiti a visitare il cantiere, illustrando le carat-teristiche dei megayacht CRN e delle loro fasi di ideazione e produzione. Il cantiere na-vale CRN del Gruppo Ferret-ti, tra i leader mondiali nella produzione di navi da diporto, è specializzato nella costru-zione di megayacht comple-tamente custom in acciaio e alluminio dislocanti da 44 a 85 metri. Le navi da diporto CRN sono da sempre sinonimo di prestigio ed esclusività e sono approdate nei mari di tutto il mondo. Questa volta sono stati i gio-ielli su quattro ruote della Porsche ad approdare al can-tiere, aggiungendo splendore allo splendore e confermando la vocazione sportiva, lo spi-rito di scoperta e d’avventu-ra e l’amore per il bello che anima lo spirito Porsche. Un coinvolgimento che, a partire dallo staff del Centro Porsche Ancona, capitanato dal Diret-tore Vendite Luca Bonazza e dal Responsabile Marketing

Claudio Zito, con la collabo-razione dei consulenti vendi-te Porsche Marco Marzoli e Fabrizio Bramato, si è diffuso tra i presenti, che hanno po-tuto apprezzare le eccezionali novità della scuderia Porsche. L’ultima nata di casa Porsche, la Nuova Panamera Diesel, completa la gamma Paname-ra. Sono otto le versioni Pana-mera con potenze che variano dai 250 CV della Diesel ai 550 CV della Turbo S. La Paname-ra Diesel con un serbatoio di 80 litri e un’autonomia di ol-tre 1.200 chilometri coniuga spazio e consumi particolar-mente ridotti proponendosi come un’automobile adatta ai lunghi percorsi. Grazie a consumi di carbu-rante diesel pari a soli 6,3 litri per 100 chilometri nel NEDC (Nuovo Ciclo di Guida). La Panamera Diesel con un serbatoio di 80 litri e un’auto-nomia di oltre 1.200 chilome-tri coniuga spazio e consumi particolarmente ridotti pro-ponendosi come un’automo-bile adatta ai lunghi percorsi.

Grazie a consumi di carbu-rante diesel pari a soli 6,3 litri per 100 chilometri nel NEDC (Nuovo Ciclo di Guida Euro-peo), con pneumatici a basso coefficiente di attrito opziona-li, ed emissioni di CO2 pari a 167 g/km, la prima Porsche Gran Turismo con motore diesel V6 può coprire il tra-gitto da Berlino a Bologna senza mai fermarsi per fare rifornimento. Con gli pneu-matici di serie, i consumi pari a 6,5 l/100 km (CO2 172 g/km) si mantengono, comunque, ad un livello molto basso. La nuova Panamera Diesel non rinuncia alle prestazioni gra-zie al silenzioso motore V6 da 3.0 l con 250 CV di potenza (tra 3.800 e 4.400 giri/min) e 550 Nm di coppia massima disponibili in modo costante tra 1.750 e 2.750 giri/min. In combinazione con l’efficien-te Tiptronic S a 8 rapporti, il motore turbodiesel V6 della nuova Gran Turismo accelera da 0 a 100 km/h in 6,8 secondi e raggiunge la velocità massi-ma a 242 km/h.

PANAMERAE CAYENNE DAYS Grande entusiasmo per la giornata che il Centro Porsche Ancona ha dedicato ai propri clienti nel cantiere navale CRN

AUTO E MOTORI

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140

Dott.ssa Marcucci, vuole presentarci l’Unione Stilisti Marche (USM)?“Con grande piacere vi parlo dell’Associazione della quale

sono Presidente da oltre sette anni: l’Unione Stilisti delle Mar-che fondata nel 1980 a Fermo per promuovere lo stile italiano nel mondo. Annoveriamo tra i nostri associati i più importanti studi stilistici che hanno contribuito, nel settore delle pelletterie e delle calzature, a far grande il Made in Italy. Fanno, infatti, par-te del Fashion Comitee: Ada Settuario, Lorella Codoni, Giuseppe Badalini, Luigino Lucioli, Simone Scoccia, Yvonne Cartier, Ro-berta Corvari, Paolo Donnari, Giambattista Bottoni. Tra i nostri Honorary Members ci sono: Adriano Ottini, Alfio Eugeni, Enzo Belletti, Renzo Ercoli, Giuseppe Capparucci, Alfredo Castagna, Maurizio Mandozzi”.

Per molte persone è certamente una sorpresa scoprire che l’Unione Stilisti ha sede nelle Marche…“Sì, è così; spesso i marchigiani stessi si meravigliano nello sco-prire le eccellenze che esistono sul territorio. Non si tratta di una collocazione casuale: la nostra è una regione con una for-te vocazione manifatturiera, con una grande creatività e con la propensione ad eccellere in tutto ciò che si fa. Chiaramente, non siamo un riferimento solo per le aziende locali del settore moda:

l’USM comprende studi con sede in altre regioni d’Italia”.

Pensando alla moda vengono in mente grandi città come Mi-lano, Parigi, Londra e spesso si ignora l’esistenza di quell’uni-verso di piccole e medie aziende manifatturiere di provincia, che la moda la disegnano e la producono. Come si spiega, se-condo Lei, questa realtà?“Le capitali mondiali rappresentano da sempre le più grandi vetrine per ogni prodotto. Ciò è naturale se si considerano le strutture e le infrastrutture che hanno, per le dimensioni stesse che possono far convivere più eventi e più persone; comunque qualcosa inizia a cambiare, molti sono alla ricerca di piccoli cen-tri, che però abbiano “un’anima” e “una storia” grande, che si percepisca dai prodotti, dalla loro lavorazione, alla loro presen-tazione”.

Per vincere la battaglia della concorrenza internazionale, le aziende manifatturiere puntano tutto sulla qualità, o hanno al-tri assi nella manica?“Non posso conoscere tutti i progetti di internazionalizzazione in atto, posso dire che le strategie sono differenti, c’è chi inve-ste nella ricerca e in nuovi progetti da cui nascono poi anche brevetti, chi in qualità, ma anche chi punta all’esclusività o alla

ANIMA E STORIAI SEGRETI DELLO STILEAnnalisa Marcucci, Presidentessa Unione Stilisti Marche: “Non sempre si conosce il nostro genius loci, ma è certo che nessuno può copiare la nostra arte e la nostra creatività”

di A. Siria

TENDENZE

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possibilità di personalizzazione di un prodotto che esercita un fascino notevole sul consumatore finale”.

Secondo Lei, nel mondo della moda, il genio creativo dei mar-chigiani viene adeguatamente riconosciuto e valorizzato?“No, purtroppo non sempre riusciamo a comunicare bene i no-stri prodotti e di conseguenza a far conoscere il valore del nostro genius loci”.

In qualità di Presidentessa, come donna e come marchigiana, come vede il futuro del made in Marche?“Il futuro del Made in Marche, come per i prodotti dell’eno-ga-stronomia, del design, degli strumenti musicali, anche per la moda è basato sulla qualità delle materie prime e della lavora-zione, sulla promozione. Bisogna puntare su una buona promozione del territorio e del-le sue ricchezze, comunicare in primis il valore dell’alto stile di vita che si respira qui, trasmettendo emozioni, rappresentan-do la tradizione e allo stesso tempo la capacità di innovare, di migliorare ed entusiasmare. Così si renderà giustizia al valore del made in Marche e si potranno incoraggiare gli acquisiti, riu-scendo a soddisfare i desideri, anche i più particolari, di quella clientela più sofisticata ed esigente”.

Le principali attività di cui si occupa l’USM, sono:

• Convegni, Workshop dedicati alle nuove tendenze della moda• Ricerche di mercato, Workbook e LookbookPartecipazione ad eventi fieristici nazionali ed esteri e ad altre manifestazioni,Organizzazione di sfilate e concorsi (“CREATIVI D.O.C.” e “IDEE SU PELLE”) con l’assegnazione di borse di studio a giovani stilisti emergentiCollaborazione con enti locali e nazionali (ICE di Roma e di Ancona),Sostiene la formazione di Stilisti, Tecnici e Product Manager, dando la possibilità di svolgere Stage negli Studi professionali e nelle aziende, inoltre tra gli associati ci sono alcuni dei docenti dei corsi di alta formazione organizzati da Scam Training ed il Centro Sperimentale di Design Poliarte di Ancona.Sviluppare la attività del laboratorio di ricerca Creativ-Lab.

“Nessuno può copiare la nostra arte e la nostra creatività, quella particolare

combinazione di neuroni che genera uno stile inconfondibile e apprezzato

in tutto il mondo.Perchè il Made in Italy non è solo un’

etichetta: è una cultura, è un’idea trasversale che compenetra un modo

diverso di intendere le cose,un buon gusto che vuol dire proporzione

e armonia delle forme, giusto rapporto tra senso estetico e funzione, qualità dei

materiali e delle lavorazioni”.

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TENDENZE

L elite dell´ospitalità si ritrova a SIA GUEST. I gran-di eventi che stanno definendo il programma colla-terale della 61a edizione del Salone Internazionale

dell´Accoglienza (Rimini Fiera, 26-29 novembre 2011) ricon-fermano la leadership dell´unico salone specializzato presen-te in Italia. Qui il mercato sa di trovare la consueta, puntuale panoramica sulle tendenze della filiera dell´ospitalità - con focus centrale sull´incontro tra domanda e offerta . nonché la presentazione di soluzioni per il business delle strutture ricet-tive e l´illustrazione di nuove opportunità per il mercato delle forniture. In coerenza con l´anima del Salone, domenica 27 novembre si svolgerà un appuntamento dal titolo “Quali sono le nuove frontiere della ristorazione in albergo?”. E´ prevista la partecipazione di esponenti delle più importanti catene alber-ghiere internazionali, coordinati nei loro interventi da Enzo Viz-zari, Direttore Editoriale delle Guide de L´Espresso. Sul fronte delle mostre, c´è grande attesa per l´area SIA TREND, il pa-diglione nel quale confluiranno le proposte innovative in ter-mini di design per il mondo dell´accoglienza. Sottolineiamo la presenza di 100% Hotel, la mostra-evento ideata da CODE con il patrocinio della Regione Puglia e progetto d´allestimento dello Studio Gritti Rollo. Un´altra proposta di sicuro interesse sarà la mostra sperimentale proposta dall´architetto Simone Micheli, che firma Hotel d´alta quota patrocinata da Federal-

berghi, dal Comune di Asiago, dall´AMSI (Associazione Maestri Sci Italiani) e da Italia Turismo. Sarà proposta una simulazione in scala reale di una vera e propria oasi per gli amanti della natura che non intendono rinunciare al comfort; una struttura ricettiva capace di accogliere gli appassionati degli sport in-vernali, in grado di fargli vivere un´esperienza unica; un hotel cinque stelle plus pensato per evadere dal quotidiano, dove riscoprire il valore della quiete, senza rinunciare all´ironia e al divertimento; un albergo sperimentale di altissimo livello propositivo, capace di creare le linee guida per un nuovo modo di vivere l´ospitalità montana e di dare risposte credibili ed ef-ficaci a latenti domande logistiche, funzionali ed estetiche del mercato alberghiero. A SIA GUEST sarà anche possibile incon-trare TopHotelProjects.com e Christian Berke, che parlerà di hotel e del mercato contract in Germania, presentando alcuni degli ultimi e più interessanti progetti di apertura/ristruttura-zione alberghiera.

ASPETTANDO SIA GUESTA disposizione degli operatori una grande vetrina sulle tendenze in atto nel sistema dell´accoglienza. Rimini, 26-29 novembre 2011

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Forum Interregionale del Centro18 Novembre 2011 - Hotel Excelsior - Pesaro6

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All’estero abbiamo sempre fatto sentire la nostra voce.

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TENDENZE

Le tendenze nel settore dell’arredamento oggi rispecchia-no sempre di più un nuovo modo di intendere la casa, l’ufficio, l’albergo, con la ricerca di un design essenziale,

che unisca l’eleganza al comfort, la funzionalità alla bellez-za, con materiali preferibilmente eco-friendly e con elementi, come la luce, sempre più protagonisti. Le grandi aziende produttrici di mobili oggi puntano molto su un nuovo concetto, un nuovo modo di lavorare definito “Con-tract”. Si tratta di una sorta di “servizio chiavi in mano” che le aziende sviluppano in due modi: inserendo, insieme all’arre-do casa, anche mobili per alberghi e agriturismi o specializ-zandosi unicamente nella vendita di suites, stanze e ambienti per l’hotellerie, la ristorazione, le banche ecc. Si tratta di un arredamento che si caratterizza per l’originalità e la persona-lizzazione: le ditte, infatti, mettono a disposizione dei clienti i propri designer, che così progettano ambienti su misura, che soddisfino appieno le loro richieste e seguendo tutte le fasi, dalla progettazione al problem solving, dalla realizzazione alla consegna. Gli arredamenti contract si prestano per tutte le so-luzioni, dalle più lussuose, alle più semplici; come indica lo stesso termine “contract” (che in inglese significa contratto) questi mobili sono camaleontici, si adeguano ad ogni genere di locale, proprio perché altamente personalizzabili. Le ditte che offrono questo tipo di soluzioni danno assoluta importanza al “fattore tempo” ottimizzando i diversi passaggi.

IL FUTURO CONTRACT DELL’ARREDAMENTOdi J. Celant

• IL COTRACT MADE IN MARCHE

Nelle Marche, dove si contano alcune tra le più prestigiose dit-te di arredamento in Italia e nel mondo, sono molte le aziende che offrono questo tipo di soluzione. La Scavolini, “La più amata dagli italiani”, vanta realizzazioni contract a Dubai, Shanghai, Singapore, Kuala Lumpur, Pechi-no, Bermuda Islands, New York, Los Angeles, Miami, Istanbul. Riuscire in un settore così complesso come il Contract System non è facile, persino per una marca molto conosciuta: servo-no grandi risorse, uno straordinario impegno e soprattutto, la certezza di infondere la più totale fiducia. La qualità della produzione, la notorietà del marchio e l'efficiente organizza-zione consentono attualmente a Scavolini di ricoprire un ruolo di primo piano anche nel settore del contract. Una realtà nel mondo in costante sviluppo, che pone Scavolini ai primi posti per capacità e attività di esportazione.Anche il gruppo Bontempi, ha intrapreso, ormai da diversi anni, un cammino ricco di soddisfazioni nel canale contract, con prestigiose realizzazioni in diverse zone del mondo: Stati Uniti, Russia, Spagna, Caraibi, Regno Unito, Singapore, Tai-wan, Nuova Zelanda, Australia, Polonia, Norvegia e Croazia. Particolarmente importanti, tra le opere firmate Bontempi, ri-sultano le cucine per il complesso residenziale luxory a New York, all’interno dell’Armani Casa Building.

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“IN ITALIA IL CONTRACT NON È DIFFUSO COME ALL’ESTERO PERChé POCO PUBBLICIZZATO”Roberto Snaidero, Presidente di FederlegnoArredo, ci spiega la situazione e le prospettive del fenomeno del contract nel mercato dell’arredamento

di M. Camilletti

Presidente, qual è la situazione del con-tract a livello internazionale?“Il mercato del contract è ben sviluppato

a livello internazionale, già da diverso tempo. Rispetto alla realtà italiana i contract interna-zionali contano su strutture di grandi dimen-sioni, sia per quanto riguarda il settore alber-ghiero, sia per quello edilizio. Sono gruppi che sviluppano fatturati impor-tanti, in grado di lavorare su progetti chiavi in mano, completi, e anche su appalti tecnici ed infrastrutturali”.

E in Italia?“La situazione italiana invece è diversa. Il mercato del contract in Italia sta sicuramen-te cambiando, anche in risposta al momento di crisi che stiamo attraversando”.

In Italia in taluni settori il contract ha preso piede (hotellerie, banche, …) ma nel settore abitativo pare di no. E’ così?“Il nostro Paese è leader nella produzione di prodotti per la fascia alta di mercato per un contract che gestisce principalmente progetti

navali, di hospitality, residenziali, di uffici, ae-reoportuali piuttosto che di centri benessere. Il social housing offre importanti opportunità di sviluppo anche per il settore abitativo”.

Soffermiamoci su quest’ultimo aspetto.“Per le imprese aderenti a FederlegnoArredo che operano nel campo delle finiture e degli arredi il social housing si pone come una si-gnificativa prospettiva di crescita. Come Fe-derazione stiamo portando avanti una serie di iniziative per invitare le imprese ad investire in questo nuovo e promettente mercato, come il bando Housing Contest, gli Abachi Arredi e Finiture e da poco abbiamo avviato un nuovo progetto per la realizzazione di un nuovo ca-talogo di prodotti di finitura e di arredamen-to per il Parma Social House. Inoltre, è stato sottoscritto un accordo tra FederlegnoArredo e Federcasa per promuovere l’edilizia residen-ziale sociale”.

Vi sono orientamenti “culturali” diversi da parte del consumatore italiano? “Il consumatore è abituato a un’idea di pro-

Roberto Snaidero

TENDENZE

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getto e di arredo customizzata, elaborata da architetti e interior designer sulla base di esi-genze e richieste personali. In Italia il contract è un settore forse poco conosciuto e poco pub-blicizzato; quindi, parlerei di limiti informativi”.

Quali sono le prospettive?“Stiamo lavorando per aprire nuove opportu-nità di business verso altri mercati per rilan-ciare l’eccellenza e il saper fare made-in-Italy. Il mercato russo e del Nord Africa, per esem-pio, sono in forte sviluppo. Anche Paesi come gli Emirati Arabi stanno fa-cendo grossi investimenti nel settore dell’ho-tellerie. Senza dimenticare il Sud-Est asiatico e la Cina. Le previsioni per l’indotto del con-tract per i prossimi mesi sono positive. Per imporsi sui mercati internazionali è fon-damentale cambiare le logiche di produzione e vendita attuali. Le realtà manifatturiere italiane devono esse-re in grado di gestire un cambio generazionale che le porti ad aderire a dinamiche mondiali, di respiro globale”.

“Il mercato russo e del Nord Africa, per esempio, sono in forte sviluppo. Anche Paesi come gli Emirati Arabi

stanno facendo grossi investimenti nel settore dell’hotellerie.

Senza dimenticare il Sud-Est asiatico e la Cina. Le previsioni per l’indotto del contract

per i prossimi mesi sono positive”

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TENDENZE

ANCI prosegue il suo intenso dialogo con le istituzioni a favore del

made-in-Italy calzaturiero. In occasione dell’audizione presso la Commissione Par-lamentare di Inchiesta sui fenomeni della contraffazio-ne e della pirateria in campo commerciale della Camera dei Deputati presso la Ca-mera, ANCI ha esposto alla Commissione le priorità del settore calzaturiero in termini di lotta alla contraffazione e ha proposto alcuni interven-ti di natura tecnica e politica che l’Associazione chiede al Parlamento di trasformare in legge.

Tra i temi portati alla luce da ANCI durante l’incon-tro, è emerso innanzitutto il monitoraggio del fenomeno contraffazione che, oltre alla raccolta di dati da parte delle autorità amministrative - in particolare dalle Dogane -

delle forze dell’ordine e degli uffici giudiziari di sede pena-le e civile, deve poter contare anche sull’esame incrociato di tali dati da parte di un solo organismo istituzionalmente preposto al compito, il qua-le potrà poi comunicarli alle associazioni di imprese in-teressate. Altra priorità per ANCI è il rafforzamento degli strumenti sanzionatori per rendere operative ed efficaci le sanzioni economiche nei confronti dei contraffattori.

A preoccupare l’Associazione sono in particolare i fenome-ni della contraffazione online, sia business to business ma soprattutto business to con-sumer, e la falsa indicazione di origine a danno dei prodotti made-in-Italy, per la quale si rende sempre più necessaria un’azione legislativa incisi-va di regolarizzazione nel ri-spetto delle normative euro-pee. Altra preoccupazione di

ANCI è il ricorso all’”Italian sounding” da parte di molti concorrenti stranieri, ovvero all’attribuzione indebita della presunta italianità del pro-dotto. ANCI propone che il Governo attivi linee di finan-ziamento per le associazioni di categoria di Confindustria impiegabili in azioni di siste-ma all’estero, in collaborazio-ne con le Ambasciate Italiane, per tutelare sul piano legale i produttori italiani e per sen-sibilizzare i consumatori nei mercati emergenti. Tra le strategie individuate da ANCI per combattere la con-traffazione resta fondamen-tale il controllo a livello doga-nale ma anche e soprattutto quello sul territorio nazionale all’interno della filiera produt-tiva e distributiva, attraverso strumenti utili per incrociare i controlli e renderli più efficaci. Diventa sempre più indispen-sabile arrivare in tempi brevi

a un regolamento europeo di etichettatura di origine obbli-gatoria e introdurre sistemi efficaci per la tracciabilità del prodotto, senza ulteriori oneri e complessi passaggi buro-cratici per le piccole e medie imprese, particolarmente pe-nalizzate dal fenomeno della fallace indicazione di origine.

ANCI IN PRIMALINEA PER LA DIFESADEL mADE-IN-ITALYAnci presenta in un’audizione alla Camera le richieste e le proposte dell’associazione contro i fenomeni di contraffazione e concorrenza sleale

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TURISMO

GIACOMO LEOPARDI PORTA IL SUO INFINITOIN RUSSIADi C. Carnevali

Dalla Russia sono arrivati 12.126 turisti nel periodo da gennaio ad agosto 2011 (ottavo Paese nei flussi per na-zionalità). In Russia sono stati clonati i primi distretti

industriali marchigiani, tra i primi progetti di internazionaliz-zazione: ricordate Lipetsk? La Russia rappresenta un mercato di sbocco importante per scarpe e mobili marchigiani. Oggi la Russia diventa anche Paese dove portare la nostra cultura e il nostro Leopardi in due specifiche occasioni. D’altronde è pro-prio il suo “Infinito” che è protagonista dello spot di Dustin Hof-fman ed è giusto che diventi sempre di più il nostro testimonial in ogni angolo del mondo!“La cultura – dichiara il vicepresidente della Regione Marche, Paolo Petrini – è entrata nel format della nostra promozione. Cerchiamo di dare un’immagine sintetica, ma efficace, soprat-tutto quando la cultura fa da collante”. E sicuramente Giaco-mo Leopardi può essere una chiave importante attraverso la quale aprire porte che favoriscano gli scambi commerciali e le imprese del nostro territorio. D’altronde utilizzare la cultu-ra come volano per l’intera economia regionale è una sfida, non impossibile, ma pur sempre una sfida che finalmente le Marche hanno colto, mettendo in campo i suoi figli migliori. L’idea è quella di veicolare, attraverso i contenuti della nostra cultura, altri contenuti, compresi quelli economici e di scambi.E proprio Giacomo Leopardi è stato protagonista, in uno dei

Una serata spettacolo in uno dei teatri più

conosciuti del centro di Mosca e una mostra a Tula, direttamente in casa Tolstoj, scrittore

al quale il nostro sommo poeta rende la

visita dopo la parentesi recanatese dell’estate

2011

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maggiori teatri di Mosca, il Centro Lirico “Galina Vishnevska-ya”, stipato in ogni ordine di posti, di un “Dialogo al presente”, serata molto intensa in cui un artista sensibile come Mario Martone, tra i più apprezzati in Italia (suo è lo spettacolo “Ope-rette morali”, definito da Curzio Maltese “il più bello dell’an-niversario per i 150 anni dell’Unità d’Italia” e diventato ora un film, il cui trailer è stato presentato a fine serata) ha raccon-tato il suo lavoro parlando di Leopardi, insieme ad Adriano dell’Asta, direttore dell’Istituto italiano di Cultura, Ippolita di Majo (dramaturg) e Gilberto Santini (direttore dell’AMAT). Sono seguite poi le poesie di Leopardi, lette dal magnifico attore ita-liano Renato Carpentieri, ma anche dall’emergente attore rus-so Alexey Frandetti (grazie alla traduzione di Anna Achmatova). A fine serata, proprio per dimostrare come la cultura sia un prezioso modo di veicolare il “made in Marche”, si è brindato con il Verdicchio!Non solo Mosca, perché Giacomo Leopardi, fino al 27 novem-bre prossimo, è protagonista a Tula, nella tenuta museo di Ja-snaja Poljana (casa - museo del grande scrittore Lev Nikola-evic Tolstoj, diretta dal pronipote Vladimir), di una mostra dal titolo “Leopardi/Tolstoj: il respiro dell’anima”. I due simboli della letteratura europea dell’Ottocento si incontrano di nuovo, dopo una prima parte della mostra tenutasi a Recanati, Palaz-zo Leopardi, dal 2 luglio al 21 agosto 2011, nell’ambito dell’An-

no della Cultura e della lingua russa in Italia e della Cultura e della lingua italiana in Russia. E’ stato un po’ un passaggio da una casa all’altra, da casa Leopardi a casa Tolstoj, con uno scambio di visite da i due autori.Nella “sua valigia”, Giacomo Leopardi ha portato, da mostrare al popolo russo, molto materiale documentale, storico e ar-tistico, molti dei suoi libri, dei suoi scritti autografi, dei suoi cimeli, dei suoi ritratti, lo stemma dorato della sua famiglia, il suo calamaio in ceramica…Il doppio evento è sicuramente di grande importanza: non solo per l’intensificazione delle relazioni marchigiane con la Rus-sia, Federazione alla quale, per altro, erano già particolarmen-te legate, ma anche per l’occasione data alla nostra cultura. Leopardi da tempo ha superato i confini della regione, ma, ad esempio, questa occasione è stata colta con entusiasmo per tradurre alcuni testi del nostro grande Poeta. E’ uscita una preziosa antologia dove sono presenti alcune dei Canti uni-versalmente conosciuti e, per la prima volta, anche per far comprendere al meglio il grande lavoro del regista Martone, Marco Sabbatini, dell’Università di Macerata, ha tradotto due delle Operette morali: il “Dialogo della moda e della morte” e il “Dialogo di Plotino e Porfirio”.

“La cultura – dichiara il vicepresidente della Reg è entrata nel format della nostra

promozione. Cerchiamo di dare un’immagine sintetica, ma efficace, soprattutto quando la

cultura fa da collante”

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I dati dei flussi turistici del 2011 sono confortanti: an-che se non sono definitivi,

le prenotazioni lasciano ampi margini per essere soddisfat-ti. Ma se gli obiettivi sono stati raggiunti, è bene ora mettere a punto anche i nuovi progetti per il futuro. Per fare questo, la Regione Marche ha messo istituzioni e operatori in una sala e ha tentato di avviare la messa a punto della strategia, par-tendo da alcuni punti fermi. Intanto il turismo, abbinato con cultura e territorio, è si-curamente il secondo motore di sviluppo economico delle Marche, ma per metterlo a pieni giri è tempo di costru-ire una sistema turistico re-gionale a tutti gli effetti che, attraverso politiche condivise

con il territorio sia in grado di riqualificare l’offerta, ren-dendo le Marche conoscibili e riconoscibili sul mercato na-zionale e internazionale.Al momento la riconoscibilità è legata anche al prestigioso testimonial scelto nel 2010, ovvero Dustin Hoffman. Anche il claim “Marche, le scoprirai all’infinito” è entra-to, con la complicità di Gia-como Leopardi, a far parte dell’immaginario collettivo, soprattutto perché l’assesso-re al Turismo, Serenella Mo-roder, lo ha voluto fortemente declinare anche attraverso i cinque sensi (campagna fo-tografica con Hoffman per il secondo anno testimonial delle Marche per l’obiettivo fotografico di Brian Adams) e l’aspetto sensoriale di una vacanza è quanto mai perse-

guito dal turista del Terzo Mil-lennio. Con cartellonistica pubbli-citaria, un cofanetto con dvd che raccontano le Marche, la partecipazione alle fiere, la promozione all’estero insie-me all’ENIT e nei cinema ita-liani (oltre 330 schermi per 4 passaggi al giorno), gli educa-tional tour, gli spot (oltre mil-le passaggi su Rai, Mediaset, Sky e La7), le pagine pubbli-citarie sulla stampa naziona-le (Gruppo Espresso, Condé Nast, Panorama, La Repub-blica, ecc.)...E ora? Ovviamente non ci si può fermare e quindi ecco che le strategie vanno concertate e condivise, a cominciare da un terzo anno con Dustin Hof-fman che ha inizialmente lan-ciato le Marche e poi le ha in-terpretate attraverso i cinque

IL TURISTA?UN PORTAFOGLIO CON DUE GAMBEdi C. Carnevali

TURISMO

Brutto da dirsi, ma è sempre più il motore di

un settore economico importante, anche per il

nostro territorio: proprio per questo va catturato,

affascinato, coccolato, coinvolto, sorpreso,

interessato e reso sovrano del periodo in

cui decide di soggiornare nelle Marche.

Per convincerlo a ritornare

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sensi e ora dovrà raccontarle.“Ribadendo che la promozio-ne spetta alla Regione e l’ac-coglienza al territorio – ha di-chiarato l’assessore Moroder – adesso dobbiamo guardare al 2012, anno nel quale svi-lupperemo quel sesto senso che interpreta ciò che le Mar-che possono dare in termini di motivazione emozionale. Abbiamo davanti tre scenari possibili: un incremento dal-lo 0,9 all’1,9% degli arrivi; un incremento dal 2 al 3,5%; un incremento dal 3,6 al 5,5%. Quest’ultimo è un obiettivo alto che vorrei centrare, ma ci riusciremo soltanto lavoran-do bene e insieme”.A studiare una possibile stra-tegia è stato chiamato un guru del marketing turistico come Josep Ejarque, presi-dente dell’azienda di consu-

lenza Four Tourism, che, tra i tanti incarichi avuti, è stato il direttore generale dell’Agen-zia Turismo del Friuli Venezia Giulia. “I motori – ha dichia-rato -devono essere guidati e devono avere una meta: se il turismo deve diventare mo-tore di sviluppo economico, deve rispettare questa legge. E’ fondamentale ragionare su ciò che chiede il mercato. Le Marche oggi funzionano, ma c’è da chiedersi: fra 10 anni? Quali sono le strategie che possono garantire la cresci-ta? Ecco allora il punto di par-tenza: perché è necessaria una strategia del turismo? Per prevenire i cambiamenti strutturali e perché il turista è caratterizzato da 5 “i”, perché è infedele, informato, innova-

tore, impaziente e intossicato da troppe offerte”. Uno sce-nario non proprio semplice, ma che con la qualità del ser-vizio e abituandoci alle vacan-ze brevi e all’invecchiamento della società, può aprire oriz-zonti non indifferenti, anche nell’intercettazione di flussi da parte dei Paesi emergenti. “Il turista vuole essere attivo – ha detto ancora Ejarque – non vuole essere un numero, cerca racconti, emozioni vere, vuole autenticità e vacanze slow, vuole sentirsi unico ed è il vero protagonista di oggi”. Altra considerazione da fare: che succederà dopo Dustin Hoffman, cioè in una promo-zione senza l’attore america-no?“Enogastronomia, turismo culturale, spirituale, borghi e wellness… Il mercato vuole

prodotti, non offerte generi-che – dichiara ancora Ejarque – ed è tempo di agire, perché si deve sempre pensare che mentre noi siamo qui a dirci che siamo stati bravi, i nostri competitor galoppano. Tre i pilastri su cui lavorare: incrementare la competitivi-tà del turismo; lavorare con la visione e una proiezione al mercato; intensificare la valo-rizzazione del prodotto Mar-che. E non dimenticare mai di la-vorare sui prodotti, perché anche se può sembrare brut-to da dirsi, il turista è un por-tafoglio con due gambe, nel senso che per noi è comun-que economia, perché il turi-smo è economia!”.

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TURISMO

I campanili sono duri a morire! Ovviamente quelli che hanno un senso figurato, perché gli altri, quelli di pietra, mattoni, legno, costituiscono il patrimonio di tutti, marchigiani com-

presi. Pur con tanto di invito a partecipare a un seminario dove lavorare tutti insieme, pur sotto la guida di uno dei massimi esperti del settore, come Josep Ejarque, pur con tutte le indi-cazioni che arrivano in campo nazionale e internazionale sul fatto che le Marche, da sole, sono un’isola felice, ma non pos-sono prescindere da questa unità regionale (perché una città o un piccolo borgo, singolarmente, non sono niente per chi è abituato a grandi spazi e a grandi distanze e solo per andare a lavorare ogni giorno), quei campanili continuano a non andare giù.Josep Ejarque, nel corso del suddetto seminario, ha lanciato i “club di prodotto”, forma associativa tra operatori turistici che ha l’obiettivo di promuovere e commercializzare uno specifi-co prodotto turistico rivolto a determinati target. “Le città e i borghi delle Marche – ha detto – sono multiprodotto, l’enoga-stronomia qui non è ancora considerata un prodotto turistico, sono da potenziare sport e natura, wellness, si deve promuo-vere lo shopping, perché qui c’è una parte, una grande parte, del made in Italy. Diversificare i prodotti per segmenti significa anche evitare la stagionalità”. “Servirebbero alle Marche – ha affermato l’assessore al Turismo Serenella Moroder – 8/12

club di prodotto per il turismo, in pratica 2 o 3 per ogni senso in cui è declinata la campagna di promozione e mi piacerebbe arrivare alla BIT 2012 con tutti i club costituiti”.Alla luce di tutto questo, se il prof. Gianluca Gregori, preside di Economia della Politecnica delle Marche, ha invitato alla “coe-renza negli interventi e alla loro organizzazione”, qualche altro si è schierato da subito contro i club di prodotto, ritenendoli superati, mentre altrove si chiedeva che cosa fare dei Distretti turistici locali di cui siamo dotati e che sarebbero una sorta di “doppione”.“Dobbiamo porre l’accento su due questioni – ha detto Claudio Albonetti, presidente Assoturismo – cosa chiedono il mercato e il turista e che cosa serve alle aziende, perché con la migliore promozione, ma senza un aiuto allo sviluppo delle imprese, le cose sono fatte a metà. Alle imprese non serve una tassa di soggiorno, ma un aumento di redditività, di sviluppo. La vo-cazione storica di questo territorio è il turismo di villeggiatu-ra che, infatti, continua a tenere. Quest’anno la stagione si è allungata grazie alle condizioni climatiche, ma se le ammini-strazioni tolgono le docce e i servizi di salvataggio a mare il 28 agosto… c’è poco da fare!”.In questo scenario, il “chi fa da sé fa per tre” risulta essere molto di moda, ma certo è poco efficace.

DOVREBBERO INSEGNARCICOME DEmOLIRE I CAMPANILI…Altro che strategie per favorire l’incoming! Nelle Marche si dovrebbe partire da zero e piuttosto che condividere idee di “destination marketing”, bisognerebbe cominciare dal far capire quanto è vincente il gioco di squadra! Alcuni spunti su cui riflettere

Di C. Carnevali

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XXXII GIORNATA MONDIALE DEL TURISmO

Nella splendida cornice dell’Hotel Excelsior La Fonte di Portonovo si è svolta, venerdì 28 ottobre, la XXXII Gior-nata Mondiale del Turismo. Sulla scia del Congresso

Eucaristico Nazionale, l’edizione di quest’anno è stata dedicata al turismo come strumento per l’avvicinamento tra le culture. L’evento ha visto la partecipazione delle istituzioni, degli ope-ratori del settore turistico e delle principali scuole alberghiere della Regione. Dopo il saluto di Don Luigi Scarponi, della Commissione Pa-storale del tempo libero, Sport e Turismo, sono seguite le considerazioni dell’Assessore Regionale al Turismo e Cultura Serenella Moroder, della Presidente della Provincia di Ancona Patrizia Casagrande, del Sindaco di Ancona Fiorello Gramil-lano, di Giuseppe Casali, presidente di Confindustria, di Fabio Sturani, Presidente del Coni, del Direttore della Confcommecio Massimiliano Polacco e del dott. Angelo Serri, dell’Università degli Studi di Macerata. Tutti gli interventi hanno fatto riferi-mento al successo del Congresso Eucaristico, sotto diversi i profili: oltre a quello devozionale, è stata una prova di grande ospitalità, organizzazione, efficienza, che ha coinvolto la città di Ancona e gli altri Comuni della Metropolia. La sintesi degli interventi comprende due punti importanti: la necessità di fare squadra e la scelta di continuare a puntare sulla qualità come biglietto da visita della regione.

Coordinate da Don Mario Lusek, dell’Ufficio CEI per la Pasto-rale del Tempo libero, Turismo e Sport, si sono poi riunite le tre grandi religioni abramitiche. Significativi gli interventi di Mau-rizio Marchetti Morganti, del Corpo Consolare delle Marche, del Dott. Mohamed Nour Dachan, Presidente delle Comunità Islamiche delle Marche, del Dott. Bruno Cohen, Presidente della Comunità Ebraica di Ancona e di Sua Eccellenza l’Arcive-scovo di Ancona-Osimo, Mons. Edoardo Menichelli. Quattro interventi di grande valore umano e sociale, che hanno offerto al gremito pubblico presente in sala considerazioni e riflessioni sul valore del turismo e del viaggio come metafora della vita e come occasione di incontro tra popoli diversi. Un inedito e costruttivo tavolo di confronto, dialogo e scambio che, a partire dalle considerazioni sul significato dell’accoglienza e dell’ospitalità nelle diverse confessioni, ha delineato un inte-ressante scenario in cui le religioni possono fungere da promo-trici del piacere di vivere l’esperienza di un turismo di qualità, in cui si coniughino la gioia della scoperta e l’arricchimento dello spirito. Dulcis in fundo, in chiusura dei lavori, l’applau-dito intervento di Aldo Roscioni, che da eccellente padrone di casa ha poi invitato gli intervenuti al delizioso pranzo con degustazioni del “Mosciolo selvatico di Portonovo”, a cura del Consorzio “La Baia”, prima della visita alla splendida Abbazia romanica Santa Maria di Portonovo, del 1034.

Il turismo di valore è quello che permette di assaporare la cultura dell’altro, di scoprire

il contesto in cui vive, di condividere le sue esperienze. Ciò permette alle persone di dialogare, di conoscersi e di

arricchirsi reciprocamente

Qualità, ospitalità e spirito di squadra: questa la ricetta per il turismo regionale.

Di A. Dachan

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Si è svolta con grande successo al Klass Hotel di Castel-fidardo (An) domenica 23 ottobre, la terza Edizione di “Incontriamoci tra le righe”: un’intera giornata di condi-

visione amichevole e festosa tra autori dei vari generi letterari, editori, lettori, promotori culturali, giornalisti, librai, artisti e istituzioni, attraverso la comune passione per la “parola scrit-ta”.I relatori si sono confrontati con il numerosissimo pubblico sul tema “scrivere, perché…” guidati da Barbara Raponi scrit-trice, nel ruolo di moderatrice. Giancarlo Trapanese scrittore e giornalista di Rai 3 ha sottolineato la differenza che c’è tra formulare una notizia giornalistica di uso immediato e scrive-re un libro in cui si ha la possibilità di spaziare, approfondire, rivedere e raccontare i molti dettagli in un tempo dilatato e naturale. Armando Ginesi critico d’arte ha raccontato l’impor-tanza di scrivere per raccontare l’arte e farla conoscere alla collettività. Aldo Grassini Presidente dell’Unione Italiana Ciechi ha portato l’attenzione sugli strumenti moderni, l’informatica al servizio dei non vedenti con computer speciali che rendono possibile la lettura e la scrittura attraverso il tatto e l’uso della vocalità. Paolo Pandolfi Epidemiologo ha sottolineato l’aspetto terapeutico della scrittura e di quanto sia importante la lettura per la salute parlando dell’esperienza dell’Associazione “Ami-ci di Sofia” formata da volontari che vanno a leggere a voce alta ai malati degli ospedali di Bologna con significativi risultati positivi. Màlleus maestro amanuense ha dimostrato come la bella scrittura aggiunge valore al contenuto di ogni parola. Ma-ria Lampa ideatrice e organizzatrice della manifestazione ha

evidenziato attraverso le frasi di copertina della brochure del programma quanto sia “Importante imparare ad aprirsi con ogni forma espressiva per rendere visibile al mondo la Perla che è in ognuno di noi” e sottolineato che “La condivisione di un’esperienza è un Valore che rende preziosa la Vita”. Valerio Varesi scrittore e giornalista di Repubblica ha presentato il suo ultimo libro “Sentenza” e Stefano Cobello ha raccontato la sua esperienza con i bambini orfani della Siberia, il suo essere un cantastorie per raccontare con la musica le emozioni che tro-va trascritte nei libri. L’artista Nazareno Rocchetti ha esposto alcune sue opere scultoree a dimostrazione che la comunica-zione dei sentimenti e delle idee possono avere diverse forme espressive. Una sua opera dal titolo “maternità” è stata offer-ta a Paolo Marcelli editore con attestato di merito perché ha espresso la sua idea, il suo sogno rendendo possibile la nascita della Prima “Fiera dell’Editoria Città di Ancona” svoltasi pochi giorni fa. L’emittente radiofonica AGORADIO di Osimo ha inter-vistato moltissimi autori per farli conoscere attraverso la radio web al mondo degli internauti. Non poteva mancare la musica nella patria della fisarmonica e gli intervalli musicali di Ales-sandro Cupido con la fisarmonica, di Eugenio Montali con la tastiera, Giulio Romano Malaisi con la sua chitarra hanno reso magica la giornata, mentre l’ironia espressa da Paola Frontini cabarettista ha contribuito a vedere in chiave ironica i tanti let-tori, editori e artisti di ogni genere. Castelfidardo si conferma ancora una volta “luogo di incontro” per la musica, la cultura, l’arte anche attraverso questa manifestazione che vedrà la sua quarta edizione ad ottobre del 2012.

“INCONTRIAMOCITRA LE RIGHE”Emozioni in parole e musica per il terzo meeting degli amanti delle lettere

di M. Lampa

CULTURA & DINTORNI

Un momento dell’incontro che ha richiamato a

Castelfidardo gli amanti dell’arte del dire

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ITINERARI DEL GUSTO

La Cucina Di Nonna AmaliaVia Cavour, 1760019 Senigallia (AN)Tel. +3907163283 +393737315417E-mail: [email protected]

“Come cucinava la nonna” è la tipica espressione che richiama in ognuno di noi succulenti piatti e la tradizione di una volta. E a Senigallia l’amore e la passione di nonna Amalia rivivono con successo nel ristorante – wine bar di Federica Zenobi che, a computer e scrivania, ha preferito pentole e mattarello…

La Dolce VitaVia Risorgimento, 53Maiolati Spontini 60030 (AN)tel: 0731 776008

Quante volte avete sognato di immergervi nell’atmosfera ovattata della Dolce Vita Felliniana? Beh, oggi il vostro desiderio si può realizzare semplicemente entrando nel Bar Gelateria La Dolce Vita a Moie di Maiolati (AN). L’eleganza e la raffinatezza di quell’epoca qui si sposano con i sapori autentici dei dolci preparati artigianalmente, offrendovi una location esclusiva per colazioni, aperitivi e dopocena con gli amici.

Ristorante La PergolaVia Marconi, 1963016 Pedaso (FM)Tel. +39 0734 917113 Fax +39 0734 511380 http://www.relaisvillaricci.it

Il gusto del buono si concilia con il senso del bello, nell’incantevole cornice del ristorante La Pergola, annesso al relais Villa Ricci, splendido edificio della seconda metà del Settecento un tempo adibito a punto di raccolta e transito degli agrumi che, provenienti dal sud (Puglia e Sicilia), erano diretti verso Austria e Germania. Parola d’ordine è genuinità, nella scelta dei prodotti e delle ricette. Specialità prelibate, i dolci.

Il Sapore della LunaC.da Spiagge, 2363030 Monteprandone (AP)Tel. +39 334 7026500 Fax +39 0735 362114 http://www.ilsaporedella.luna.it

Come location un’antica casa colonica di fine 1600, immersa nel verde delle colline marchigiane e affacciata sul mare. Il ristorante il Sapore della Luna non poteva che offrire ai suoi clienti un trionfo di specialità tipiche della regione, preparate nel massimo rispetto della tradizione. Stesso discorso per i vini.

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ITINERA DEL GUSTOScelti per voi, da ML. Buon appettito!

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VIAGGI

MAROCCO – CITTA’ IMPERIALI

Tour di otto giorni attraverso le più belle città del Marocco: Marrakesh, Casablanca, Rabat, Meknes, Fes, Beni Mellal. Un viaggio nel tempo nel cuore scandito dai ritmi del deserto, per scoprire le località più caratteristiche del Paese nordafricano: dal variopinto souk ai mausolei, dagli esterni dello splendido Palazzo Reale alle rovine romane, passando per moschee e giardini antichi. Non mancheranno momenti di svago e relax individuale. L’itinerario potrà essere effettuato in senso inverso mantenendo comunque invariato il programma delle visite. Tour Operator: Alpitour.Quote di novembre a partire da euro 720,00 a persona

ZANZIBAR – L’ISOLA DELLE SPEZIEVeraclub Zanbar VillageCostruito in stile locale, il Veraclub Zanzibar Village si inserisce perfettamente nell’ambiente naturale che lo circonda. Immerso nel verde e adagiato sulla bianchissima spiaggia di Kiwengwa, si distingue per l’ambiente rilassante e tranquillo. È composto da bungalow a un piano, interamente in muratura e con tetto ricoperto in makuti. A disposizione degli ospiti: reception con zona tv via satellite (Rai International), ristorante, bar, piscina, boutique, teatro e centro benessere. La Formula All Inclusive del Veraclub Zanzibar Village, comprende la prima colazione e il pranzo a buffet. Cene a tema con servizio al tavolo o buffet presso il ristorante centrale situato a due passi dalla spiaggia. Una volta la settimana è prevista una cena tipica zanzibarina.Quote di Novembre a partire da euro 1240,00 a persona

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v

LE PROPOSTE WEEKEND DI mARAVIGLIA A DUE PASSI DA CASA

FUGA D’AMORE IN UN LUXURY RIFUGE 5*Custodita da uno dei cento borghi più belli d’Italia e invisibile allo sguardo dei passanti, Villa Lattanzi (A Torre di Palme) si scopre in tutta la sua bellezza agli occhi di chi sa individuare le perle dell’accoglienza. L’atmosfera è ovattata, i rumori filtrati, la vista piacevole sull’azzurro del mare. È come se il vento, ondeggiando tra gli alberi, avesse pervaso ogni angolo della villa di un frammento della storia dei due amanti che ha avvolto di fascino e mistero questo angolo di paradiso. 2 notti in Camera Superior con prima colazione; escursione guidata alla Grotta degli Amanti, nascosta nel parco della Villa. 1 cena privata a lume di candele (bevande escluse): Late check-out sino alle ore 13.00 Offerta valida fino al 22/12/2011 quote a partire da euro 195,00 a personainfo su: www.maravigliatravel.it - [email protected]

BENESSERE DI COPPIA IN UNA SPA AFFACCIATA SUL MAREmmagina la quiete del mare, un bagno di benessere in un’esclusiva hydrosuite, la luce soft di candele, caminetti scoppiettanti, rose rosse sulla tavola e una cena dai sapori autentici. All’Excelsior 5* di Pesaro vi attende un’esperienza magica per la coppia.1 Notte all’ hotel excelsior 5* di pesaro in camera matrimoniale con prima colazione. Accesso illimitato alla spa; 1 bagno in hydrosuite alle essenze naturali 1 Cena a lume di candele (bevande escluse) Offeta valida fino al 22/12/2011Quote a partire da euro 209,00 per personainfo su: www.maravigliatravel.it - [email protected]

CANDELE A CANDELARA e MERCATINO DI NATALECandelara è molto di più di un mercatino natalizio; è l’atmosfera suggestiva di mille e mille candele che da sole illuminano come per magia l’intero borgo; all’improvviso tutte le luci si spengono e lasciano spazio ai sogni. 2 Notti all’ albergo diffuso casa oliva 3* - serrungarina (pu) – sistemazione in camera doppia con trattamento di mezza pensione. Aperitivo di benvenuto. Offeta valida fino dal 08/12/2011 al 11/12/2011 Quote a partire da euro 130,00 per personainfo su: www.maravigliatravel.it - [email protected]

CAPODANNO A URBINO“Chi arrivi a Urbino ignaro della sua importanza si trova di fronte a una sorpresa straordinaria….Nel giuoco delle colline che supportano le strade d’accesso ecco che appare un palazzo fatato che il tempo non ha sfregiato né intaccato. E’ un salto indietro nel tempo, un tuffo nella purezza e nella libertà dello spirito.” Carlo Bo3 Notti all’ urbino resort (pu) – sistemazione in camera doppia in pernottamento e colazione 1 ingresso alla spa – cenone di capodanno – 1 branch del 01/01/2012 - Offeta valida dal 29/12/2011 al 1/01/2012 oppure dal 30/12/11 al 02/01/12Quote a partire da euro 389,00 per personainfo su: www.maravigliatravel.it - [email protected]

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VIAGGI

I VIAGGI DI mICHELAMichela Rossi (classe ’79) è una sognante anima esploratrice, che attualmente lavora come Product Manager presso Maraviglia Tour Operator. L’appuntamento mensile con la sua rubrica è occasione di scoperta, attraverso i suoi occhi e le sue emozioni, di angoli meravigliosi e talvolta poco conosciuti delle Marche.

Miei cari Lettori, eccoci arrivati a novembre, per il nostro pe-nultimo viaggio del 2011. Questa volta ho

scelto per voi una destinazione nel Sud delle Marche: la millenaria città di Ascoli.

In molti l’hanno paragonata a Firenze, a “un volume di storia dell’arte” da sfogliare a cielo aperto. Per me è anzitutto la Città delle Cento Torri, le torri dello splendore medievale che si coglie perfettamente ar-monizzato tra le vie di questo abitato, nel fitto reticolo di “rue” (come gli ascolani amano chiamarle), che si dipanano dal nucleo centrale di Piazza del Popolo. Ascoli, città riservata e raccolta nella confluenza di due fiumi (il Tronto e il Castellano), apparirà a chi vi accede per la prima volta da uno dei suoi ponti roma-ni, come un’autentica rivelazione artistica, con la sua straordinaria ricchezza di monumenti romanici e me-dievali, gotici e rinascimentali, armonizzati nell’ele-gante compostezza del bianco travertino. Iniziate il vostro percorso di scoperta a partire da Piazza Arrin-go. Su tutta la piazza dominano le alte bianche caria-tidi di Palazzo dell’Arrengo. Il palazzo ospita all’inter-no la Pinacoteca Civica, con opere di rilievo di Carlo Crivelli, Tiziano, Pietro Alemanno e Cola d’Amatrice. Nella Cattedrale di Sant’Emidio, invece, scoprirete un bellissimo battistero e interessanti mosaici. Da qui, giunti in pochi passi a Piazza del Popolo, riconosce-rete inevitabilmente di trovarvi in una delle più belle piazze d’Italia. Dal portale rinascimentale di Palazzo dei Capitani si aprirà tutt’intorno il lungo prospetto

COSA VEDERE

Pinacoteca Civica.Galleria d’arte contemporanea “O. Licini”, c/o Palazzo Malaspina.Forte Malatesta, che ospita continuamente mostre difotografia e arte contemporanea.

Da scoprire appena fuori Ascoli:La Cartieria PapaleLa chiesa di Sant’Emidio alle GrotteCastel di Luco ad Acquasanta Terme (anche ristorante!)

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Scrivi a:[email protected] I racconti e le foto più belle saranno pubblicati.

merlato dei palazzi cinquecenteschi, la Chiesa di S. Francesco, la Loggia dei Mercanti e l’edificio liberty di Caffè Meletti (da non perdere un caffè corretto all’anisetta). Pieno di curiosità poi sarà il percorso attraverso le “rue” del quartiere medioevale e lon-gobardo, con le sue chiese romaniche, lo stupendo Teatro Ventidio Basso e le singolari incisioni sugli architravi delle antiche dimore con motti e proverbi in latino e in volgare. Lasciatevi guidare dalla cu-riosità nel passeggiare tra questi affascinanti vicoli. Ascoli aspetta di farsi scoprire e di raccontarvi, con le sue bellezze, la sua gloriosa storia.

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L’Hotel Excelsior apre le sue porte e “fa squadra” con il territorio. Questa è l’intenzione dell’offerta delle inte-ressanti occasioni di divertimento. Chi ha detto che lo-

cali come Il Bistrò o il ’59 Restaurant siano ad esclusivo utiliz-zo degli ospiti dell’hotel o siano irraggiungibili? E’ stato invece realizzato un ricco programma di eventi per la stagione autunno/inverno 2011-2012 che sarà in grado di soddisfare tutti, dai più giovani ai più esigenti. Glamour e fre-schezza, praticità ed eleganza… E’ un po’ come dire il diavolo e l’acqua santa (volendo citare il nome del gruppo che si esibirà la notte di Capodanno), ma sono le varie facce di un’offerta va-riegata, capace di incontrare il gusto di tutti regalando soddi-sfazione.Il Bistrò dell’Hotel Excelsior, dai raffinati tratti del lounge bar e lo stile di una vera bakery newyorkese invasa dai profumi di biscotti caldi e pane appena sfornato, è stato sin dalla sua concezione iniziale un luogo ideale per una clientela giovane e dinamica, moderna e frizzante, che si concede attimi di bre-ak di puro piacere, all’insegna dei sapori autentici. Per sotto-lineare sempre di più questa propensione è stato pensato un programma di eventi studiato appositamente per questo tar-get. È successo così che per questa stagione autunno /inver-no 2011-2012, il venerdì, il Bistrò diventa Bistrò Club, abbassa le luci e alza il volume. Il binomio è quello giusto: aperitivo e musica dal vivo per dichiarare con evidenza la precisa inten-zione di accompagnare i giovani e non solo al weekend attra-verso gli arrangiamenti e le proposte musicali di formazioni tutte marchigiane. Un appuntamento fisso, quello del venerdì, che diventerà irrinunciabile per l’autunno 2011, a partire dal

4 novembre. Saranno momenti tutti da vivere con il gusto e lo stile del Bistrò, che diventa Club attraverso meravigliose espe-rienze sul pentagramma, ispirate agli american club del jazz e del blues e ad un'atmosfera calda e invitante. Diversi i gene-ri musicali e le contaminazioni, per intrattenere, divertire ma soprattutto emozionare con la buona musica, la cui direzione artistica nuovamente è stata seguita dalla signora Nesci per riconfermare l'enorme successo di quest'estate al Lido. E poi ci sono gli assaggi, i piatti caldi e freddi da gustare assie-me ad un cocktail esclusivo dal promettente nome di “Shake the Friday”, proprio a indicare il carattere frizzante dell’inizia-tiva che vuole diventare la migliore abitudine per aprire il we-ekend legato a un particolare “gioco di ingredienti” che non mancherà di incuriosire e attirare l’attenzione dei più giovani. Altra nota da non sottovalutare è il costo: 12 euro per l’appun-tamento più atteso della settimana, fatto di momenti indimen-ticabili che costituiranno il “la” necessario a una notte in disco-teca (in fondo Rimini è a due passi, in tutti i sensi: sia per chi poi raggiungerà i locali della riviera romagnola, sia per chi dal-la riviera vuole un pre-serata danzante così particolare) o per completare la serata con una cena speciale al '59 Restaurant.Per il 23 dicembre, inoltre, si terrà una grande serata in tema con l’imminente Natale: un concerto del Coro Polifonico San Carlo che con i suoi 45 elementi sorprenderà gli ospiti con il repertorio più vasto: cori gospel, canti natalizi, colonne sonore, musical e tanto altro ancora. La serata si preannuncia interes-sante: alle 19.30 un leggero aperitivo accompagnerà gli ospiti ai propri tavoli dai quali potranno godersi il concerto e al suo termine, alle 21.30, sarà servita la cena.

IL BISTRÒ ABBASSA LE LUCI…E ALZA IL VOLUmE! L’Excelsior Pesaro scalda le notti pesaresi con gli ingredienti giusti: atmosfera, cocktail e musica dal vivo.

di I. Barone

EVENTI

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Il Bistrò abbassa le lucI e alza il volume! The bIsTrò Turn down The lIghTs and Turn up The volume!

11.11.2011non gIoco pIù_leTIZIa cIaccaFava JaZZ TrIo18.11.2011The ghosT acousTIc proJecT25.11.2011KIrKanÀ JaZZ02.12.2011dIego brancaccIo_pIano solo09.12.2011The ghosT acousTIc proJecT16.12.2011I gIardInI dI marZo_TrIbuTo a baTTIsTI

Bistrò CluBaperITIvo & lIve musIce12,00 dalle 19.30 _ from 7.30 pm

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EVENTI

Il miglior modo di immaginare il futuro è inventarlo insieme”. Si chiudeva così il video di apertura della Giornata nazionale dei Call center realizzato dai creativi del GGF Group per Call

World e soprattutto per introdurre il brainstorming che serviva a raccogliere idee basate sull’esperienza fattiva di tutti i giorni. “Partecipiamo sempre con gioia – ha dichiarato Guido Guidi, amministratore delegato di GGF Group - a queste iniziative del CMMC perché è una delle poche associazioni di categoria ve-ramente propositive!”. Una giornata giunta alla sua nona edizione, promossa come sempre dal Club CMMC del quale Call World fa parte con orgo-glio, che quest’anno non ha aperto le sue porte all’esterno, ma ha dedicato tempo e spazio a tutte le risorse che collaborano con GGF Group per una giornata “visionaria”, ma verosimile e che, a ben guardare, di visionario ha avuto ben poco, abituati come siamo ai cambiamenti repentini apportati dalla tecnolo-gia nella nostra vita. Tutti i collaboratori presenti, divisi in due gruppi omogenei, sono stati invitati a immaginare il proprio la-voro nel 2048, guardando a come sarà il domani e raccontando le proprie visioni. Ologrammi, telelavoro, teletrasporto, tutto volge verso una tecnologia spinta e le idee che hanno animato le due sessioni di brainstorming sono state tantissime. Certo, in base all’esperienza accumulata con i clienti / utenti, c’è an-che ben chiara la certezza che nonostante la tecnologia ren-da “indipendenti”, si ha comunque la necessità di un rapporto umano. E’ questo ciò che cercano gli utenti finali, che non è mai cambiato negli anni passati e non cambierà nemmeno in futuro.Fondamentali, nel guidare i passi degli operatori, gli interven-

CUSTOMER EXPERIENCE:LE VISIONI DICALL WORLDGRUPPO GGFNella nona giornata nazionale dei call center, immaginato un contact center del 2048, tra strumenti avanzatissimi, fantasia, immagini, ma sempre con il valore aggiunto dell’essere umano, attraverso l’esperienza accumulata nel tempo, a contatto con i clienti

di L. Osmani

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ti del direttore generale, Fabio Di Giulio e dell’amministratore Guido Guidi che hanno illustrato la giornata nazionale 2011, ma hanno anche raccontato il presente del Gruppo e soprat-tutto il futuro, con scelte, indirizzi e con quanto sarà realizzato nei prossimi mesi.“Senza i nostri validi collaboratori – ha ribadito il direttore ge-nerale, Fabio di Giulio – Call World sarebbe una scatola vuota: è per questo che la nona edizione della giornata CMMC abbia-mo deciso di dedicarla a loro, anche perché vogliamo capire con loro, che ogni giorno si confrontano e ascoltano il cliente, quali strade intraprendere in futuro e quali modalità risultano più opportune. Se il cosiddetto canale voce nel 2004 era il 90% del traffico, oggi siamo al 60% e negli USA la percentuale è addirittura la metà! Oggi i social media fanno la differenza e ci sono gli smart phone e gli iPhone che facilitano i contatti in modalità diverse: come rimanere sul mercato, quindi, nel 2048?”.Approfittando dell’occasione per raccontare ai propri dipen-denti degli sviluppi del Gruppo, in crescita, ma pur sempre in un mercato abbastanza turbolento, Guido Guidi ha ribadito come certi risultati sono raggiungibili soltanto con la prezio-sa esperienza accumulata da chi è ogni giorno al front-end, la loro formazione altamente professionale e una passione infini-ta verso il proprio lavoro.“Quante idee – ha detto ancora Guidi – sono nate dai nostri collaboratori! Idee venute fuori dal lavoro di tutti i giorni, con-frontandosi in una pausa lavoro, in un momento aziendale - conviviale. Ed è giusto chiedersi quale sarà il futuro di Call World, perché noi vogliamo esserci, affrontandolo con le giuste

modalità. Il mondo telefonico avrà ancora questa importanza? A guardare indietro, in dieci anni sono stati fatti passi da gi-gante, tecnologicamente parlando. E domani? Quali altri servi-zi si potranno offrire? Quali strumenti useremo? Come sarà il rapporto con il cliente/utente finale? Nel frattempo noi intorno all’esperienza di Call World abbiamo costruito tutto un mondo fatto di comunicazione e marketing con le varie business unit del Gruppo, da ML Magazine a Maraviglia Travel, alla nuova divisione marketing e creativa in questo ambito. E non abbiamo intenzione di fermarci qui, ma siamo già pronti per nuove espe-rienze, nuove aperture, nuovi traguardi, non ultima l’apertura di una unità locale a Milano, città non solo cuore della moda, ma anche del marketing e della comunicazione”.Nell’occasione è stato anche annunciato lo sviluppo di una nuova piattaforma multimediale e multimodale in partnership con l’Università locale, piattaforma in grado di poter veicolare e condividere le informazioni agevolando il rapporto Cliente-Aziende, performando quindi la Customer Experience.“Come ogni struttura del GGF Group – ha concluso Guidi - manterrà la nostra filosofia e i nostri valori che sono fatti di etica, sobrietà e collaborazione. Vogliamo diventare un Gruppo riconosciuto e riconoscibile nel marketing strategico e opera-tivo e nella comunicazione. E tutto avverrà, così come è nato, dall’esperienza di Call World e dal prezioso contributo di ogni giorno di ciascun collaboratore”.

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EVENTI

Once upon a country”, “As comfortable as possible”, “Filigree” e “Bodyguard”: sono questi i quattro concept individuati dai creativi e dagli stilisti di Ars Sutoria Research Team e da Giardini Fashion Room di Civitanova Marche, nei quali si declineranno le collezioni

autunno-inverno 2012-2013. Colori, forme, stili e materiali che caratterizzeranno i capi, le scar-pe e gli accessori che indosseremo il prossimo anno sono stati presentati dalla Dott.ssa Orietta Pelizzari e dalla Dott.ssa Stefania Sancini, in occasione del workshop “Tendenze Moda”, che si è tenuto il 7 ottobre scorso a Civitanova. L’evento, organizzato dall’Unione Stilisti, moderato dalla stilista e socio USM Lauro Scoccia e patrocinato dalla Regione Marche e Camera di Commercio di Fermo, è stato inaugurato dall’intervento della presidentessa USM Annalisa Marcucci, che ne ha sottolineato il carattere creativo e dinamico e l’importanza del confronto e del dialogo tra i protagonisti del settore. Particolarmente interessante l’intervento di Enrico Giardini per Stahl Studio Design, che partendo da una riflessione etimologica sul significato della parola tenden-za, intesa anche in senso metafisico come “pensiero che vede in anticipo”, ha ricordato come la moda sia uno specchio della società che si evolve. Nella hall del nuovo Hotel Cosmopolitan, che ha ospitato il workshop e le esposizioni delle aziende, ancora una volta le Marche si sono confermate come laboratorio d’eccellenza per lo stile, il design e il made in Italy.

Si è conclusa in parità la “Sfida in Tavola”, l’appuntamento clou del primo weekend del Salotto da Gustare, che ha visto gareggiare in cucina a colpi di mestole e padelle noti volti televisivi in coppia con due imprenditori marchigiani. Massimo Berloni, amministratore

delegato della Dondup, e Domenico Guzzini, dell’omonima azienda, si sono dati appuntamento ad Acqualagna per mettersi alla prova nella cucina del salotto più profumato d’Italia. Aiutati dal-le bellissime Francesca Fioretti, Justine Mattera e Michela Coppa (ospiti del patron dell’evento Massimo Berloni) e coordinati dagli chef Samuele Ferri (ristorante “Osteria del Parco” di Acqua-lagna) e Nico Giacomel (ristorante “La Ginestra” del Furlo di Acqualagna) davanti ad numeroso pubblico, i due imprenditori hanno creato complessi e gustosissimi piatti a base di tartufo bian-co. I piatti sono stati molto apprezzati dalla giuria composta dal Sindaco di Acqualagna Andrea Pierotti, lo chef Antonio Bedini, il sommelier Otello Renzi e Marco Mancinelli (ristorante “La Bir-ra al Pozzo” di Acqualagna). Sul palco tutta la simpatia di Fede e Tinto, i travolgenti conduttori di Decanter (Rai Radio 2). Raffinatissimo contesto della sfida è stata una cucina della linea Aster cucine arricchita da elettrodomestici forniti dalla ditta Tomassoni, a completare il successo un pubblico sempre attento e divertito, che ha affollato questo e i tanti appuntamenti del salotto

coordinati da Omnia Comunicazione.

CIVITANOVACAPITALE DELLA MODAPER UN GIORNOAnticipazioni sulle collezioni 2012-2013

FIERA NAZIONALE DEL TARTUFO BIANCO PREGIATO

DI ACQUALAGNASuccesso per il primo weekend del Salotto da Gustare!

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Sales & marketing managementFinanza e controllo di gestioneDiritto d’impresa e proprietà industrialeBank managementAcquisti e logisticaManagement settore turisticoEnergy manager

MASTERGENERAL MANAGEMENTVL edizione

NOVITA’ 2011 - 2012

Web MarketingMaster in International Business Development

Sono aperte le iscrizioni per l’ammissione ai corsi. Leggi il bando per accedere alle borse di studio a copertura totale e pareziale

Da oltre vent’anni al fianco delle imprese e dei neolaureati. Ogni giorno immaginiamo il mondo di domani e perseguiamo l’eccellenza attraverso

innovazione strategica, sviluppo organizzativo, gestione delle risorse, formazione. Tra le aziende partner: Febal, Pershing, Banca Marche,

Fornarina, TreValli Cooperlat, Nero Giardini, Banca popolare di Ancona, Colussi, Clementoni, Bontempi casa, Eden Viaggi, Fiam, Faber, Banca di

Credito Cooperativo Federazione Marchigiana, F.lli Monaldi, Togni, Zeis Excelsa, Panatta Sport, Teuco, Prink, Berloni, Albini & Fontanot.

MA TER

Placement 92%

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Mango in concerto18 dicembre 2011 ore 21:15Teatro Rossini – Civitanova MarcheMango è tornato, a 57 anni, con il suo ventesimo album, “La terra degli aquiloni”. Era dal 2007 che il cantautore lucano non realizzava un disco di inediti. Un nuovo prodotto anticipato dal singolo “La sposa”, scelta difficile tra cinque brani (“Il rifugio”, “Dove ti perdo”, “Chiamo le cose” e “La little track”). “Volevo realizzare un album che parlasse delle mie aspettative, dei punti cardine della mia esistenza e delle mie problematiche”, ha dichiarato Pino Mango.

Info su: eventieconcertimarche.it

Mango in concerto

COSA FACCIAMO DI BELLO STASERA?Quante volte vi sarete posti questa domanda… ML ha pensato a voi selezionando una rosa di iniziative culturali, d’intrattenimento, sportive e musicali davvero imperdibili!

La storia d’Italia per oggettiIl Centro Sperimentale di Design Poliarte, realizza, insieme con

la Regione Marche, Assessorato alle attività produttive e con il patrocinio del Consiglio dei Ministri un evento articolato nel con-vegno dal titolo “Dall’unità d’Italia all’Italian Style” e nella mostra “Il contributo del design all’unificazione”. Quest’ultima vuole es-sere l’incipit di una ricerca storico-socio-economica in progress

sui mutamenti degli stili di vita e di consumo causati dall’inse-rimento sul mercato di oggetti divenuti nel tempo emblematici, simboli di integrazione sociale e culturale. Il focus è incentrato

sul periodo storico 1861-1961. L’evento (che è stato inserito nella Settimana Europea delle PMI 2011) vuole essere l’inizio di un

processo di ricerca che, dal passato, apra nuove prospettive per il design italiano.

Info su: www.oggettiditalia.it

La storia d’Italia per oggetti

convegno nazionale“Dall’unità d’Italia all’italian style”Dalla legge Casati 1860all’expo di Milano 2015

venerdì 2 dicembre 2011Ancona, Mole VanvitellianaBanchina Giovanni Da Chio, 28

mostra in progress “Il contributo del design

primo inventario nazionale

16 dicembre 2011 / 31 gennaio 2012Ancona, Mole VanvitellianaBanchina Giovanni Da Chio, 28

Gli italiani protagonistidella raccolta di oggetti

oggetti conservati e dimenticatiche evochino il periodo tra il 1861e il 1961, focus dell’esposizione,in cui la cultura del design si formava”.

Segreteria organizzativa - Poliarte Via Miano, 41 a/b - 60125 Ancona tel. 071-2802979 - fax 071-2800368 www.poliarte.net [email protected] egione M arche - S ervizio Artigianato tel. 071-8063764 [email protected] tel. 071-8063745 [email protected]

Assessorato Attività Produttivewww.oggettiditalia.it

APPUNTI IN AGENDA

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28^ STAGIONE TEATRO RAGAZZI – JESI 2010-2011Dal 31 ottobre prende il via la 28^ stagione del Teatro Ragazzi curata dal Teatro Pirata e promossa dalla Fondazione Pergolesi Spontini. Tanti gli spettacoli e i giochi dedicati ai più piccoli, nei teatri di Jesi, Maiolati Spontini, Montecarotto, Monte San Vito, San Marcello, Santa Maria Nuova, Falconara Marittima, Staffolo. Nel cartellone le recite domenicali per le famiglie e tanti appuntamenti per le scuole dell’ob-bligo e le superiori, con percorsi tematici dedicati alla crescita, al bullismo, alla questione ambientale, al Teatro in Lingua, ai Classici del Teatro. I teatro Ragazzi offre da 28 anni di attività in favore di bambini e ragazzi per un totale di 674 spettacoli e 163.202 spettatori. Nel 2011 sono venuti a teatro 10.383 ragazzi e famiglie.www.fondazionepergolesispontini.com

28^ Stagione teatro ragazzi – jesi 2010-

2011

DOLCIE20, Fermo… al Cioccolato!

DOLCIE20, Fermo… al Cioccolato!11-13 novembre 2001 Fermo

Per la prima volta la città di Fermo ospita nella splendida cornice di Piazza del Popolo la dolce festa del Cioccolato Artigianale. Maestri cioccolatieri provenienti da varie regioni italiane presenteranno le loro originali creazioni elaborate nei propri laboratori e introvabili

nelle catene commerciali. Dalle ore 10:00 alle ore 21:30 i visitatori ghiottoni potranno deliziare gli occhi e il palato con il “Cibo degli

dei” e godere degli intensi aromi del cioccolato purissimo lavorato con zenzero, peperoncino o petali di rosa. Ci sarà l´angolo culturale per gli adulti, con la lettura di pagine di un libro, dedicate alla Storia del cioccolato e per i bambini, con le dimostrazioni di creazione dei

cioccolatini.

URBINO IN SCENA 2011-2012Stagione del Teatro Sanzio di Urbino dal 15 novembre 2011Venti appuntamenti compongono il cartellone di Urbinoinscena 2011.2012, ricca ed articolata stagione del Teatro Sanzio di Urbino re-alizzata nella collaborazione consolidata e pluriennale fra assessorati alla cultura e al turismo del Comune di Urbino e AMAT e con il soste-gno della Regione Marche e del Ministero per i Beni e le Attività Cul-turali. Il programma disegna un percorso che tocca generi diversi che connotano le sezioni in cui il cartellone è esplicitato, teatro, danza, te-atro ragazzi, la città in scena alle quali si aggiungono quest’anno ope-ra ed arte. Il cartellone si snoda fra classici e testi moderni, riletture, novità e piacevoli appuntamenti domenicali riservati ai più piccoli.

Info su:www.amat.marche.it

URBINO IN SCENA

2011-2012

44^ STAGIONE LIRICA DI TRADIZIONEDal 23 al 27 novembre

RIGOLETTOMelodramma in tre atti su libretto di Francesco Maria Piave

musica di Giuseppe Verdidal dramma “Le roi s’amuse” di Victor Hugo

Direttore Giampaolo Maria BisantiRegia, scene, costumi e luci Massimo Gasparon

FORM - Orchestra Filarmonica MarchigianaCoro Lirico Marchigiano “V. Bellini”

Info su: www.fondazionepergolesispontini.com

44^ STAGIONE LIRICA DI TRADIZIONE

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Salire sul gradino più alto del podio a distanza di sei anni dalla prima volta: ci racconti Massimo, com’è stata l’esperienza di Belgrado?

“L'esperienza che ho vissuto a Belgrado è stata stupenda; era iniziata circa un mese prima perché nello stesso impianto si era svolto il campionato d'Europa e in quella gara si era visto che ero in piena forma: avevo sparato molto bene, facendo 123 centri su 125 e ciò mi aveva permesso di entrare in finale. An-che se purtroppo non era andata benissimo, avendo fatto 21 centri su 25 ad un colpo solo (perché la nostra finale si spara con un colpo a differenza della gara intera che si spara a due) e mi ero, quindi, posizionato al quinto posto. Tornato a casa ho analizzato l'Europeo e sapendo che ci sarei dovuto tornare il mese dopo ho cercato di analizzare tutta la gara svolta e visti i risultati molto alti ero arrivato alla conclusione che al mondiale bisognava sbagliare il meno possibile, che ogni errore sarebbe stato troppo. Da quel punto ho cercato di trovare in Italia degli impianti dove potevo allenarmi a tenere alto il punteggio e cosi ho fatto. Quando sono tornato a Belgrado, oltre ad essermi al-lenato bene, ero arrivato anche alla massima forma e cosi ho affrontato la gara sereno di aver fatto tutto quello che c'era da fare: un po’ di bravura e un po’ di fortuna, che non guasta mai, mi hanno permesso di fare quello che ho fatto”.

A chi ha dedicato la Sua vittoria?“Beh la gara l'ho dedicata a più di una persona, in primis al mio

Gruppo Sportivo dei Carabinieri, che mi permette di allenarmi e mi sostiene sia nei momenti belli, sia nei momenti bui. Poi l'ho dedicata ai miei genitori, che mi hanno sostenuto con dei sacrifici immensi per permettermi di realizzare i miei sogni e infine a tutti i miei amici che mi supportano durante gli alle-namenti”.

Un solo errore su 150 tiri: la sua performance al Mondiale ha rasentato la perfezione. Come si arriva a questi risultati?“Come si arriva a fare 149/150? Questo è uno sport molto par-ticolare, dove non sono permessi stravizi, dove bisogna sempre viaggiare sul filo del rasoio; quindi, per arrivare a certi risultati, non nascondo che bisogna fare molto spesso delle rinunce e molti, molti sacrifici. Bisogna svolgere una vita il più regolare possibile, però, in compenso, quando arrivano queste soddi-sfazioni ti ripagano di tutte le rinunce e di tutti i sacrifici che fai”.

Dopo il conferimento della medaglia d’oro ha ringraziato l’Arma dei Carabinieri, di cui fa parte. Cosa significa per uno sportivo far parte di un Corpo simile?“Beh come già ho detto prima in questo sport far parte di un gruppo sportivo è tutto. Il tiro a volo è uno degli sport minori e quindi far parte di un corpo armato ti permette di svolgere lo sport pienamente. Io, grazie a questo, posso dedicarmi tutti i giorni ai miei allenamenti, cosa che non potrei fare se avessi

Massimo FabbriziClasse 1977, due volte campione del mondo di Tiro a Volo, fa parte del Gruppo Sportivo dei Carabinieri. Segni particolari: non sbaglia un colpo!

Di A. Siria

SPORT

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un'attività oppure lavorassi come operaio. In più far parte del Gruppo Sportivo dei Carabinieri per me è un immenso piace-re e onore. L'attaccamento dei Carabinieri alla divisa fa sì che ogni volta che si vince una gara come questa, tutto il mondo dell'Arma ne gioisce”.

Ci tolga una curiosità: a cosa pensa quando prende la mira?“Cosa penso quando sparo? Guarda, sinceramente è una bella domanda perché noi cerchiamo di non pensare a nulla e cre-do sia una delle cose più difficili da fare: noi tiratori, per circa per una mezz'ora, cerchiamo di isolarci e di far entrare nella nostra testa meno pensieri possibili, perché quegli stessi pen-sieri sono motivo di distrazione e motivo di errore”.

Precisione, concentrazione e determinazione: sono questi i requisiti per essere un tiratore da podio?“Sì, sicuramente determinazione e concentrazione sono i fat-tori più importanti, che ti permettono di raggiungere il podio. La mira è più usata nel tiro a segno, mentre nel tiro a volo ci vuole più precisione. È un cocktail di elementi che può portarti lontano”.

E nella vita di tutti i giorni, quali sono i Suoi valori più impor-tanti?“Il valore di tutti i giorni è quello di essere una persona il più semplice possibile, una persona normalissima. Mi piace avere

molti amici con cui posso dividere sia le mie gioie, sia i mo-menti più bui”.

Come è stato accolto al Suo ritorno in Italia, soprattutto nella Sua Monteprandone?“Il rientro a Monteprandone è stato stupendo: appena tornato i miei genitori, con la mia ragazza, mi avevano preparato una festa a sorpresa con tutti gli amici. Questa è stata una cosa stupenda che mi ha emozionato talmente tanto da non trovare le parole per esprimerla”.

Da piccolo avrebbe mai pensato di diventare, un giorno, un campione pluri-iridato?“Da piccolo lo speri, ma soprattutto lo sogni di diventare cam-pione del mondo… Io l'ho sognato e l'ho voluto talmente tanto che ci sono riuscito; non è stato sempre acqua e rose, però perseverando ci sono riuscito”.

Se pensa al futuro, come si vede?“Non penso mai al futuro, penso sempre giorno per giorno a fare il mio dovere, allenarmi e cercare sempre di migliorarmi e cosi facendo spero di costruire un buon futuro...”.

L’incontro con lo sport della vita

“È stato grazie a mio padre, il quale essendo un cacciatore venne invitato a provare a

sparare in un tiro a volo; per fortuna lui si appassionò e iniziò a frequentare i tiri della

zona.Poi, un giorno, mi portò con sé; avevo solo

otto anni e mi innamorai subito di quello sport; lui lo capì immediatamente.

Da quel momento, ogni volta che andava, mi portava con sé, finché un giorno si decise di farmi provare. Ancora mi ricordo che presi 6

piattelli su 10 e da quel giorno iniziò la mia avventura”.

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SPORT

Pioggia d’oro sulle Marchedi M. Cursaro

VALENTINA VEZZALI,SESTO ORO MONDIALE La campionessa jesina svela il suo asso nella manica: «Ispirata dal grande maestro del cartoon Kung fu Panda»

È l’atleta più vincente di sempre, per ben sei volte la numero uno al mondo. È lei, Valentina Vezzali: sguardo deciso, passo felino, eleganza regale e forza ineguagliabile. A 37 anni, bat-tendo prima la francese Maitrejean e poi la compagna Elisa di Francisca, si è meritatamente ripresa il trono, dando una lezione di carattere e stile alle sue avversarie. Lasciato alle spalle l’«annus horribilis», la jesina iridata fa già sognare i suoi fan in attesa delle prossime Olimpiadi, che si disputeranno, a Londra nel 2012. “Ho cambiato preparatore atletico ma so-prattutto ho lavorato molto su me stessa - ha spiegato -. Ho visto con mio figlio “Kung Fu Panda II”, il cartone animato, e ho fatto mio l’insegnamento del maestro al guerriero Dragone: con la pace interiore niente è impossibile. In quest’anno hanno provato in molti a infierire su di me e c’erano riusciti perché nei momenti di difficoltà si è più deboli. Mi sono rialzata da sola. Quando si è in pace con se stessi ci si sente bellissimi».

ELEONORA VANDI Oro della pesarese ai Campionati italiani cadetti Kinder+Sport Cup

Non deludono gli atleti marchigiani under 16 nei Campiona-ti italiani cadetti Kinder+Sport Cup di Jesolo (Venezia). Buoni risultati di squadra, con diversi piazzamenti di vertice e tanti primati personali, per finire con un acuto: quello di Eleonora Vandi, che ripete il successo della scorsa edizione. La quindicenne pesarese trionfa anche quest’anno sui 1000 metri e conquista la sua seconda maglia tricolore, premiata nell’occasione dal presidente federale Franco Arese. Una gara controllata senza problemi, grazie all’allungo de-cisivo sferrato già nelle battute iniziali, e poi una cavalcata solitaria chiusa con il tempo di 2’59”03. Figlia di due azzurri degli anni Ottanta, il mezzofondista Luca Vandi e la quat-trocentista Valeria Fontan dai quali viene seguita anche dal punto di vista tecnico, la portacolori dell’Atletica Avis Fano-Pesaro ha dominato l’intera stagione, riscrivendo nel 2011 ben tre migliori prestazioni italiane di categoria: proprio sui 1000 metri, grazie al 2’49”4 del 20 aprile a Misano Adriatico, proseguendo il 1° maggio a Terni con 1’14”72 nei 500 metri, per concludere la serie il 30 giugno ad Ancona, 1’32”27 sui 600 metri.

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SALUTE & BENESSERE

Le recenti restrizioni economiche governative e quindi regionali hanno avuto l’immediato effetto di introdurre o aumentare il co-pagamento o ticket per prestazioni

sanitarie da parte del cittadino. La compartecipazione cresce parallelamente alle fascia del reddito: per i redditi medio-elevati le strutture private accreditate sono più economiche delle pubbliche. Due esempi: per la fascia da 36mila a 70mila euro l’esame per la funzionalità della tiroide costa nel pubblico 36,50 euro, nel privato 31,50; per l’assetto lipidico (colesterolo) si pagano 22,00 euro nel pubblico contro i 12,00 nel privato. Differenze maggiori sono previste per i redditi più elevati.Logico corollario: è più conveniente accedere a cliniche o am-bulatori privati convenzionati. Il vantaggio economico si coniu-ga con i ridotti tempi di attesa. Il tutto inserito in un contesto tutt’altro che marginale: la possibilità di scegliere il privato in alternativa al pubblico..Ma al di là del momento congiunturale del ticket aggiuntivo, c’è un sistema che offre al cittadino la facoltà permanente di scegliere strutture pubbliche o private ove effettuare prati-che diagnostiche e curative? Sì, è il “buono sanità”, o bonus o voucher. Il buono sanità è un titolo di credito concesso al sin-golo, di entità pari a quanto lo Stato spende per ogni cittadino (circa 2.000 euro annuali) da utilizzare liberamente in strutture pubbliche o private. Con il voucher si mettono in competizione tutte le componenti sanitarie, pubbliche o private - ospedali compresi - alle quali per libera scelta può accedere ogni citta-

dino, inclusi i meno abbienti. Il buono sanità garantisce la co-pertura dell’assistenza primaria e farmaceutica, della diagno-stica laboratoristica e strumentale, del ricovero ospedaliero. Una copertura usufruibile in regime di competizione, appun-to, tra pubblico e privato, tra pubblico e pubblico, tra privato e privato. Insomma, il cittadino sceglie la struttura ove reputa che il livello assistenziale sia di migliore qualità rispetto alla concorrenza. Un’opzione che oggi non è scontata. Ciò perché non esiste parità di scelta tra sanità pubblica e privata. Nel senso che quella privata “pura” è utilizzata solo dalle classi più abbienti; la privata convenzionata dovrebbe essere per tutti ma solo per alcuni mesi all’anno, cioè fino a quando il plafond prestabilito dalla Regione resta operativo. Anche nella Regione Marche è vigente tale anomalia. Una anomalia che il bonus dovrebbe abbattere.In sintesi, la proposta del buono sanità, già vigente nella Re-gione Lombardia per particolari prestazioni assistenziali e per patologia invalidanti o rare, è un tentativo di razionalizzare l’at-tuale servizio sanitario, dando attuazione al corrente slogan, “spendere uguale per assistere meglio”.

IL “BUONOSANITÀ”di M. Timio

Nota - Per approfondire l’argomento cfr. alcuni libri dello stesso Autore.-Il Buona Sanità - SEI, 1996-Tre idee per un’Italia civile- Rubbettino,1998-Sanità - Rubbettino, 2008

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SALUTE & BENESSERE

VACCINOANTI-CANCROInizia la sperimentazione; se ne è parlato nel corso del congresso organizzato da UNICAM ad Ascoli Piceno

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L’Università di Camerino ha ospitato dal 15 al 17 settem-bre il congresso internazionale sul tema “Gene Vaccina-tion in Cancer”.

L’evento, coordinato dal docente Unicam Augusto Amici, ha vi-sto la partecipazione di oltre 100 studiosi e numerosi speaker provenienti da prestigiosi istituti scientifici e di ricerca di tutto il mondo ed è stato ospitato nella splendida cornice del Pa-lazzo dei Capitani di Ascoli Piceno, sede collegata Unicam. “Il mio gruppo di ricerca e quello del prof. Guido Forni, docente di chiara fama dell’Università di Torino – ha affermato il prof. Augusto Amici – sono ormai diventati un punto di riferimento a livello internazionale per il lavoro di ricerca nell’ambito dei vaccini a DNA anti-tumore. Questo congresso dunque è servito per avvicinare ancora di più gruppi internazionali alla stessa problematica. Tutti i par-tecipanti lavorano nello stesso campo, e quindi questo incontro ha voluto essere un’ulteriore occasione per discutere insieme, piuttosto che star chiusi nel proprio studio o laboratorio, in modo tale da riuscire a fare dei passi avanti notevoli”. I gruppi di ricerca guidati dal prof. Amici e dal prof. Forni hanno messo a punto un vaccino anticancro e presto partirà la speri-mentazione sull’uomo. “La sperimentazione animale – ha di-chiarato il prof. Forni – è finita; abbiamo avuto dei dati molto interessanti e speriamo di iniziare presto la sperimentazione sull’uomo. Il protocollo è stato approvato un mese fa dall’Istitu-to Superiore di Sanità, e nei primi giorni di novembre dovrebbe iniziare il reclutamento dei pazienti da parte dell’Istituto Onco-logico Veneto a Padova, diretto dal prof. Giorgio Amadori, che coordina il gruppo clinico che porterà in terapia nei pazienti il nostro vaccino”. “Il vaccino – prosegue il prof. Forni– consiste in un frammento di dna che viene inoculato intramuscolo nei pazienti che han-no subito un’operazione e che hanno seguito tutte le terapie tradizionali per quanto riguarda tumori della testa, del collo e della faringe; il vaccino potrebbe aumentare il periodo libero da malattia ed evitare che si verifichi una recidiva del tumore. I risultati in laboratorio sono entusiasmanti: ora bisognerà ve-dere quanto di questo si trasformerà in un risultato utile per le persone malate. Teniamo le dita incrociate”. “Ho iniziato a lavorare sui vaccini a DNA – ha dichiarato il prof. Amici – nel 1994, in seguito a lavori di studiosi americani pub-blicati l’anno precedente, che stavano mettendo a punto vacci-ni a DNA per malattie virali, per le quali il nostro organismo è

però già preparato ad indurre una risposta immunitaria. Il tumore viene invece riconosciuto come un elemento dell’or-ganismo e quindi il sistema immunitario non reagisce; stimo-lando invece una risposta immunitaria sarà dunque più facile combattere il tumore. E’ quello che stiamo cercando di dimostrare e che speriamo si verifichi”. Un grande successo dunque per la ricerca universitaria. “Non solo un successo della ricerca universitaria – ha dichiarato il prof. Amici – ma mi piace sottolineare che è un successo del-la ricerca italiana: il lavoro è stato iniziato da noi in Unicam e dal gruppo del Professor Forni, grazie anche al finanziamento dell’Indena, società di Milano che si occupa di prodotti naturali, e colui che effettuerà la sperimentazione clinica sarà il profes-sor Alberto Amadori. In occasione del congresso, abbiamo avuto anche una riunio-ne con un gruppo di ricerca del Karmanos Cancer Institute di Detroit, che ha espresso l’intenzione di estendere la sperimen-tazione di questo vaccino negli Stati Uniti. Un successo italiano quindi che sta catturando attenzione a livello internazionale”. Il congresso si è aperto giovedì 15 set-tembre con i saluti del Rettore Eletto Unicam Flavio Corradini e del Sindaco di Ascoli Piceno Guido Castelli. Il congresso di Ascoli è stato dunque l’occasione per vedere ri-uniti non solo accademici, ma anche rappresentanti del mondo dell’industria e degli enti pubblici di ricerca, per condividere i risultati degli studi più recenti e per cercare di elaborare linee guida per il futuro della vaccinazione anti-cancro.

Per informazioni:Ufficio ComunicazionePalazzo ducale – Piazza Cavour 62032 Camerino (Mc)Tel. 0737/402762-2755-2764 fax 0737/402100E-mail: [email protected] site www.unicam.info

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a cura del Gruppo Sida di Ancona - www.sidasrl.it OFFERTE DI LAVORO

RIF: GG/FM TIROCINANTE area FORMAZIONE TIROCINANTE AREA FORMAZIONE il quale verrà inserito all’interno dell’Area Formazione e seguirà, insieme alla Responsabile del Coordinamento dei corsi di for-mazione, tutte le attività inerenti la gestione dei corsi, la gestio-ne delle aule, il contatto con gli studenti e le attività di outplace-ment; inoltre sarà coinvolta nella pianificazione e progettazione di opportunità formative sia a livelo privato che pubblico.Il candidato ideale è un giovane laureato, preferibilmente in ma-terie umanistiche, conosce l’in-glese e sa utilizzare il pacchetto office.Spirito organizzativo, dinamismo, creatività e forte propensione ai rapporti interpersonali comple-tano il profilo.La resedienza nella provincia di Ancona e la Laurea in Psicologia costituiscono requisito preferen-ziale. I candidati ambosessi (L. 903/77) sono invitati a leggere sul nostro sito l’informativa sulla Privacy (D. Lgs. 196/03). Inviare CV con consenso al trattamento dei dati citando il riferimento, tramite e-mail [email protected] o fax. (071.2852245) a : SIDA srl Via I° Maggio 156 – 60123 ANCONA – tel 071.28521

RIF: DPV/01 DIRETTORE DI PUNTO VENDITA SIDA GROUP, per conto di EURONICS, grup-po leader nella distribuzione dell’elettronica di consumo, ri-cerca:DIRETTORE PUNTO VENDITA - Il candidato avrà la responsabilità del punto vendita in termini di raggiungimento dei risultati eco-nomici, commerciali, di gestione e organizzazione delle risorse umane interne.Il candidato ideale di età compre-sa tra i 30 e i 40 anni, ha matu-rato esperienza significativa in ruoli analoghi, (store manager e/o responsabile punti vendita) preferibilmente nei settori GDS e/o GDO.Spiccate doti organizzative e orientamento al risultato com-pletano il profilo.E’ richiesta la residenza o il do-micilio nelle regioni Marche o Emilia Romagna

I candidati ambosessi (L. 903/77) sono invitati a leggere sul nostro sito l’informativa sulla Privacy (D. Lgs. 196/03). Inviare CV con consenso al trattamento dei dati citando il riferimento, tramite e-mail [email protected] o fax. (071.2852245) a : SIDA srl Via I° Maggio 156 – 60123 ANCONA – tel 071.28521

RIF: WDS/01 WEB DEVELOPER SENIORAzienda leader nel settore della stampa digitale ricerca:WEB DEVELOPER La figura da inserire risponde direttamente alla Direzione e si occuperà di:- sviluppo di pagine e soluzioni del sito aziendale - implementazione di funzionali-tà e-commerce.Più in particolare le sue mansioni riguarderanno:- la creazione di pagine e solu-zioni web attraverso linguaggi di programmazione e ambienti di sviluppo;- la creazione di prototipi e suc-cessivamente installazione e messa in opera dell’applicazione, integrata con soluzioni multime-diali (animazioni audio e video) e grafiche;- la progettazione e realizzazione di un sito per commercio elettro-nico e realizzazione di cataloghi elettronici di prodotti;- inoltre la gestione delle sessio-ni di acquisto per ordini on-line e implementazione di sistemi di transazione economica. Il candidato/la candidata ideale ha un età compresa tra i 25 e i 33 anni ed è in possesso di un di-ploma e/o laurea di tipo tecnico (preferibilmente laurea in infor-matica o in ingegneria informa-tica).E’ di preferenza la residenza nelle province di Rimini, Pesaro, Forlì-Cesena, Ravenna e Ancona.Si richiedono almeno 4 anni di esperienza lavorativa matura-ta nello sviluppo di applicazioni web-based and software stand alone. Inoltre si richiede la co-noscenza software necessaria all’espletamento dell’attività: Flash, HTML, PHP, CJSP Serve-let, Dot.net e Java. Completano il profilo la conoscenza e l’utilizzo dei CMS Web GUI e il linguaggio di sviluppo PERLe il programma Photoshop Grafica.La sede di lavoro è Riccione.

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> Alluflon Spa è una realtà le-ader nel settore del pentolame antiaderente, dove opera da ol-tre 40 anni attraverso i marchi Moneta e Alluflon con una forte presenza nel mercato interno ed in Europa sull’insieme dei canali

distributivi. Per supportare una rilevante fase di crescita ha la necessità di potenziare il pro-prio organico con:VVA/02 EXPORT AREA MANAGERIl ruolo riporta al Direttore Commerciale e avrà la respon-sabilità di:* Operare nel paese di riferi-mento sulla base delle strategie individuate dalla direzione con la responsabilità del raggiungi-mento degli obiettivi prestabiliti in termini di vendite/ distribuzio-ne/margine* Formulare l’offerta in termini di prodotto/prezzo e condizioni di vendita* Gestire in prima persona o co-ordinare la rete nella negozia-zione con i clienti assegnati* Realizzare il piano delle vendi-te nel territorio a lui assegnato anche gestendo la rete di agenti già presente, oppure creandola o rafforzandola ove necessario* Sviluppare nuovo business attraverso l’affiancamento alla direzione per l’acquisizione di nuovi clienti* Supportare la direzione nella gestione dei Key Client* Controllare le performance dei clienti analizzando fatturati e prodotti venduti* Monitorare costantemente l’attività della concorrenza* Verificare che il flusso delle attività logistico-produttive sia-no in linea con gli impegni presi con i propri clienti

Il candidato ideale,deve aver maturato una significativa espe-rienza di almeno 3 anni nel ruolo od in ruoli analoghi . Si richiede ottima padronanza della lingua francese ed inglese e del pac-chetto Office.Si prediligono percorsi di laurea in discipline economico-giuridi-che. Sono apprezzate esperien-ze nel canale GD/DO.Completano il profilo capacità organizzative, ottime doti rela-zionali, capacità di mediazione e negoziazione ed orientamento al risultato.La sede di lavoro è in Provincia di Pesaro.

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RIF: RRM/01RESPONSABILE INGEGNERE DI REPARTO MANUTENZIONE SIDA GROUP ricerca, per impor-

tante e storica Azienda del setto-re del legno, le seguenti figure:RESPONSABILE DI REPARTO MANUTENZIONE (RRM/01)Il candidato/La candidata, ri-spondendo direttamente al re-sponsabile di produzione, sarà responsabile di assicurare il buon andamento dei macchinari delle linee di produzione.Il candidato/ la candidata ideale è un giovane, tra i 25 e i 37 anni, in possesso di diploma di perito meccanico, con maturata espe-rienza nella messa a punto e gestione delle macchine, preferi-bilmente del settore del legno e PVC. È inoltre richiesto uno spic-cato senso organizzativo.La sede del lavoro è Pollenza (MC).

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> Importante Azienda che opera da oltre 30 anni nel settore legno, sia a livello nazionale che inter-nazionale cerca:EXPORT AREA MANAGERRif:GM/02Il nuovo collaboratore verrà in-serito nell’area commerciale, rispondendo alla Direzione Com-merciale. Curerà i rapporti con gli agenti e lo sviluppo della rete di vendita nei mercati della Gran Bretagna, Francia e Germania. Parteciperà alla definizione delle scelte com-merciali, alla stesura del piano di vendita di competenza e alle trat-tative di vendita più importanti. Il candidato ideale è un profes-sionista di età compresa tra i 30 e i 40 anni, con un’esperienza di al-meno 2 anni in un ruolo analogo.Ottima conoscenza della lingua inglese, orientamento al cliente, alla vendita, buone doti organiz-zative di problem-solving di dina-mismo e flessibilità completano il profilo.La sede aziendale è nella Pro-vincia Ancona, costituisce quindi requisito di preferenza il domici-lio nella stessa provincia o inter-land.

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Gli interessati sono pregati di inviare dettagliato curriculum, con consenso al trattamento dei dati, citando in busta il riferimento a: SIDA S.r.l.Via I° Maggio - 60131 Ancona - Fax 071/2852245 - [email protected] - www.sidasrl.itConsenso: richieste di autorizzazione provvisioria alla Ricerca e Selezione del personale in corso, ai sensi del D.Lgs. 276/03.I candidati ambosessi (L. 903/77) sono invitati a leggere sul nostro sito l’informativa sulla Privacy (D. Lgs. 196/03).

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ULTIMA PAGINA

Basta! Quest’Europa detta troppe regole!

Dopo tutte le imposizioni all’agricoltura, l’ultima, per fortuna saltata all’ultimo momento, era quella dello yogurt senza latte fresco, da sostituire con un non meglio precisato, almeno nella provenienza, latte in polvere…

Ma perché non ce ne usciamo dall’Unione Europea se le de-cisioni devono essere queste? Lo yogurt, da sempre sinoni-mo di alimentazione sana, ha rischiato di diventare… non si sa nemmeno cosa, visto che il “suggerimento” europeo era di togliergli il latte fresco, da sostituire con quello in polvere… Nel nostro “laghetto” simbolico, dove, dal numero scorso di ML, abbiamo deciso di buttare il sasso per vedere moltiplicati i cerchi nell’acqua, in questo momento si registra… burrasca. Perché un’imposizione così, per fortuna “saltata” all’ultimo minuto, non è la prima e in passato abbiamo dovuto rinunciare a molto, dismettere molte coltivazioni, farci invadere da pro-dotti contraffatti e poco salutari. Invece di spingere verso la produzione di alimenti quanto più possibile sani e salubri, l’Europa continua per la strada degli artifici: il vino senza l’uva, il formaggio senza il latte, il succo di frutta con una percentuale minima di frutta vera… E a fare lo yogurt con il latte in polvere, diceva quello, sono capaci tutti: ma qualcuno vuole spiegarci perché dobbiamo buttare le nostre meravigliose arance della Sicilia, il latte delle nostre mucche, il grano, le barbabietole, ridurre le piante di viti nei nostri filari? Dove sta scritto che deve esserci un limite alla nostra produzione? Perché non indirizzare tutto, allora, verso il terzo mondo, in modo da sconfiggere la fame, piuttosto che

favorire la distruzione di prodotti che costituisce il più classico “schiaffo alla miseria”? E per fortuna questa cosa non è passa-ta, altrimenti si doveva anche rinunciare al nostro yogurt sano. Vogliamo tornare ai bei tempi: del falso principio dell’ugua-glianza produttiva in Europa non ci interessa niente, vogliamo poter contare su alimenti di qualità, prodotti nella nostra terra, perché da questo punto di vista, all’Italia non può insegnare niente nessuno, altro che le sofisticazioni che si scoprono un giorno dopo l’altro! E siccome quello che si sta tentando di fare è un taglio sui trasporti (ecco perché il latte in polvere e non quello fresco per lo yogurt: costa di meno perché è concentra-to e occupa meno spazio) a favore di un basso pregio nutritivo e magari anche di bassa contraffazione, lasciamo che il resto del mondo lo consumi con il latte in polvere, ma noi, per favo-re, no! Noi che lo conosciamo perché abbiamo visitato almeno una volta un allevamento, nelle Marche o in Italia e comunque di casa nostra, che sappiamo qual è il profumo del latte fresco e che vorremmo sentirlo anche nei derivati, ribelliamoci alle decisioni che a favore di una competitività garantita non fanno altro che risultare deleterie non solo per le imprese agricole italiane, ma anche per la qualità di ciò che portiamo in tavo-la. Dovrebbe esserci un impegno maggiore a far consumare yogurt ogni giorno (siamo a 19 grammi al dì, a fronte dei 125 che invece ci servirebbero per stare bene), invece che trovare il modo per danneggiare anche quel poco che di buono inge-riamo!E attenzione perché l’Unione Europea ne ha pronta un’altra: ridurre l’alcolizzare del vino di un 2%: come dire rendere anche il vino tutta un’altra cosa, rispetto all’uva di origine!

L’ULTIMA PAGINAdi C. Carnevali

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