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1 1. Le unità di base per lo studio della lingua: Frase ed enunciato È molto difficile riuscire a definire un concetto così sfuggente come quello di 'frase' e, più in generale, risulta sempre abbastanza complicato definire in maniera scientifica e univoca termini o concetti che, nonostante le numerose definizioni che sono state date nel corso della storia della linguistica, sono passibili di essere interpretati assai diversamente, a seconda del quadro di riferimento teorico. Nell’introduzione al DISC (Dizionario italiano Sabatini-Coletti,1997) si legge che “il meccanismo generale della lingua si rende visibile solo in strutture che funzionano (ipoteticamente) allo 'stato puro', cioè al di fuori dei contesti di comunicazione. A tali strutture-modello autosufficienti riserviamo il nome di 'frasi'. La frase può essere definita come un’espressione linguistica costruita secondo le regole generali della lingua, tale da esprimere un concetto di senso compiuto anche al di fuori di un testo e di una situazione comunicativa. Ovviamente, il 'senso compiuto' di tali espressioni linguistiche sarà sempre molto generico e anche variamente interpretabile”. Non va confuso l’enunciato (che è legato a quel certo parlante in quel certo momento e in quel certo luogo) con la frase, che è un’unità grammaticale e perciò astratta e libera da legami con il tempo, lo spazio, le persone. D’altra parte, in un solo enunciato può essere realizzata più di una frase. Per esempio, tre frasi sono sottostanti all’enunciato Come va? Stai bene? Che fai di bello?Quando parliamo, noi parliamo per enunciati, non per frasi. Anche se la linguistica moderna tiene separato il concetto di frase da quello di enunciato è evidente che c'è uno stretto rapporto, perché una frase non può realizzarsi che in un enunciato, cioè in un'espressione concreta, fisica. La situazione comunicativa può decidere della dimensione dell'enunciato: il contesto può infatti rendere perfettamente comprensibile anche un monosillabo. L'enunciato non ha bisogno di essere una frase compiuta ma deve essere conforme alla situazione comunicativa. Ad esempio, se A chiede:"Vieni domani?" e B risponde: "Sì", al primo enunciato corrisponde una frase sintatticamente

Morfosintassi italiana

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1. Le unit di base per lo studio della lingua: Frase ed enunciato molto difficile riuscire a definire un concetto cos sfuggente come quello di 'frase' e, pi in generale, risulta sempre abbastanza complicato definire in maniera scientifica e univoca termini o concetti che, nonostante le numerose definizioni che sono state date nel corso della storia della linguistica, sono passibili di essere interpretati assai diversamente, a seconda del quadro di riferimento teorico. Nellintroduzione al DISC (Dizionario italiano Sabatini-Coletti,1997) si legge che il meccanismo generale della lingua si rende visibile solo in strutture che funzionano (ipoteticamente) allo 'stato puro', cio al di fuori dei contesti di comunicazione. A tali strutture-modello autosufficienti riserviamo il nome di 'frasi'. La frase pu essere definita come unespressione linguistica costruita secondo le regole generali della lingua, tale da esprimere un concetto di senso compiuto anche al di fuori di un testo e di una situazione comunicativa. Ovviamente, il 'senso compiuto' di tali espressioni linguistiche sar sempre molto generico e anche variamente interpretabile. Non va confuso lenunciato (che legato a quel certo parlante in quel certo momento e in quel certo luogo) con la frase, che ununit grammaticale e perci astratta e libera da legami con il tempo, lo spazio, le persone. Daltra parte, in un solo enunciato pu essere realizzata pi di una frase. Per esempio, tre frasi sono sottostanti allenunciato Come va? Stai bene? Che fai di bello? Quando parliamo, noi parliamo per enunciati, non per frasi. Anche se la linguistica moderna tiene separato il concetto di frase da quello di enunciato evidente che c' uno stretto rapporto, perch una frase non pu realizzarsi che in un enunciato, cio in un'espressione concreta, fisica. La situazione comunicativa pu decidere della dimensione dell'enunciato: il contesto pu infatti rendere perfettamente comprensibile anche un monosillabo. L'enunciato non ha bisogno di essere una frase compiuta ma deve essere conforme alla situazione comunicativa. Ad esempio, se A chiede:"Vieni domani?" e B risponde: "S", al primo enunciato corrisponde una frase sintatticamente completa, al secondo un semplice avverbio che, in una data situazione comunicativa in cui due parlanti si alternano nei turni dialogici, risulta essere un enunciato perfettamente comprensibile. Sempre nei termini della grammatica tradizionale, al concetto di frase si collega quello di proposizione, che l'unit sintattica con cui si indica ogni frase elementare e minima, costituita almeno da un soggetto e da un predicato (consistente in un verbo finito); nel caso dei verbi meteorologici (ad es. piove, nevica) anche dal solo predicato verbale, che si combina con altre proposizioni per formare la frase pi complessa. Nella trattazione scolastica, la proposizione spesso confusa con la frase, mentre opportuno tenere distinte le due nozioni, nonostante possano anche coincidere; ad es. in "Ho visto un bel film" abbiamo una sola proposizione, che corrisponde ad una frase semplice; ma non appena in una struttura sintattica compaiono due o pi predicati, si individueranno due o pi proposizioni, appartenenti ad un'unica frase complessa. L'unione di due o pi proposizioni per mezzo di coordinazione o subordinazione forma una struttura sintattica complessa, denominata tradizionalmente periodo. La grammatica tradizionale, specialmente nel suo adattamento scolastico, ha spesso confuso il concetto di periodo con quello di frase o di proposizione, mentre sembra opportuno considerare il periodo l'unit sintattica maggiore che comprende al suo interno unit sintattiche

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minori, quali proposizioni (o frasi semplici) e sintagmi (che sono unit sintattiche di livello inferiore a quello della frase, composta da due o pi unit grammaticali e lessicali e formati da articolo+nome, da preposizione+nome, da verbo+verbo, o da preposizione+nome). Essenzialmente sono possibili due tipi di struttura sintattica: la coordinazione e la subordinazione. Nel primo caso, le due o pi proposizioni che formano il periodo sono entrambe indipendenti e sintatticamente autonome, mentre nel secondo caso una proposizione, detta principale, regge sintaticamente l'altra proposizione, detta secondaria o subordinata.

2. Tipi di frasi semplice: enunciativa, volitiva, interrogativa, esclamativaLa frase la parte pi piccola di un testo dotata di senso compiuto. compresa tra due segni di punteggiatura forti (punto fermo, punto e virgola, due punti) e contiene almeno un verbo di forma finita. A seconda del numero di verbi, o predicati, che contengono, le frasi si distinguono in due tipi: 1. La frase semplice o proposizione: contiene un solo predicato, attorno al quale si organizzano altri elementi. 2. La frase complessa o periodo: contiene due o pi predicati ed costituita da altrettante frasi semplici collegate tra di loro. Le frasi semplici sono dette anche indipendenti, perch sono dotate di senso compiuto e non hanno bisogno di essere completate da altre frasi. In base alla loro forma e al tipo di informazione trasmessa, possono essere distinte in enunciative, interrogative, esclamative e volitive: 1. Le frasi enunciative o dichiarative: esprimono un'affermazione, una negazione, una constatazione 2. Le frasi interrogative: esprimono una domanda o una richiesta. Nel parlato, sono contrassegnate dall'intonazione ascendente della voce; nello scritto, terminano con un punto interrogativo. 3. Le frasi esclamative: esprimono un sentimento di stupore, ammirazione, indignazione. Nel parlato sono contrassegnate dall'intonazione discendente della voce; nello scritto terminano con un punto esclamativo. 4. Le frasi desiderative o imperative: esprimono un ordine, un'esortazione oppure un desiderio.

3. Dalla frase semplice alla frase complessa: l analisi del periodo

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La frase sempliceo proposizione lunit minima di comunicazione di senso compiuto, ed formata da un soggetto, un verbo e dei complementi (pi o meno necessari per dare un senso pi completo alla frase). La frase, per

essere dotata di senso compiuto, deve avere un predicato, nella forma di un verbo di modo finito, accompagnato da un soggetto, quando la frase non impersonale (per esempio nevica).Esempio: "Leopardiera un poeta". La frase composta, invece, formata da due o pi frasi semplici legate assieme da delle congiunzioni coordinanti (ma, e...). Si tratta, in pratica, di una somma per coordinazione di due o pi frasi semplici. Esempio di frase composta: "Leopardi era un poeta e scriveva poesie". La frase complessa o periodo formata da due o pi frasi semplici legate in modo che una sia reggente (o principale) e le altre dipendenti (o subordinate). Quindi consiste in lunione di una o pi frasi semplici principali con una o pi subordinate. Tale collegamento pu avvenire in diversi modi: per coordinazione o paratassi, per subordinazione o ipotassi e per giustapposizione o asindeto.Esempio di frase complessa: "Leopardi scriveva poesie perch era un poeta".

1. Per coordinazione (o paratassi) quando le proposizioni, collegate tramite congiunzione coordinativa, mantengono la propria autonomia sintattica e semantica, cio ciascuna frase grammaticalmente compiuta e dotata di senso. Perch si abbia coordinazione tra due proposizioni necessario che ci siano due predicati distinti, se la congiunzione coordinativa lega due soggetti o due complementi avremo una sola proposizione. Esempi di proposizioni coordinate: Lucia mangia i biscotti e ascolta la radio (coordinazione di proposizioni principali); Chiunque guida in stato di ebbrezza, ovvero ha bevuto alcolici prima di mettersi al volante, punito dalla legge (coordinazione di proposizioni dipendenti).

2. Per subordinazione (o ipotassi) quando le proposizioni, collegate mediante congiunzione subordinativa, istaurano un rapporto gerarchico: una, la proposizione principale, autonoma; laltra o le altre proposizioni, dette secondarie, rette o subordinate, dipendono da essa, sia semanticamente sia grammaticalmente, in quanto da sole sarebbero incomplete. Esempio: Luigi studia algebra (proposizione principale), perch domani svolger il compito in classe (proposizione subordinata). Nellordine una reggente pu anche seguire una proposizione retta e una proposizione secondaria a sua volta pu reggerne unaltra e questultima una terza, ecc., limportante che il periodo risulti sempre chiaro. La successione tra principale e secondaria pu non essere lineare, prima che una proposizione coordinata o subordinata si concluda, pu inserirsi unaltra proposizione dipendente, oppure la reggente pu anche seguire una proposizione retta.

3. Per giustapposizione (o asindeto) quando le proposizioni sono collegate tra loro senza alcun legame formale, mantenendo ciascuna la propria autonomia semantica e funzionale, cio la connessione sintattica tra proposizioni non si avvale di congiunzioni coordinative o subordinative (il confine di una frase segnato in genere da un segno di interpunzione, come la virgola o il punto e virgola). Esempi molto frequenti, di questo tipo di costrutto, si possono trovare nella prosa letteraria del novecento.

4. L uso dei tempi e dei modi nelle proposizioni esplicite3

Le proposizioni esplicite sono quelle che hanno i verbi coniugati, e dunque in modo finito (indicativo, condizionale, congiuntivo). Subordinazione esplicita: Tipica della subordinazione esplicita la formazione di una frase secondaria caratterizzata dall'uso di un verbo coniugabile per modo, tempo e per persona. La secondaria esplicita pu quindi avere il verbo nel modo indicativo, condizionale o congiuntivo. L'uso di un verbo coniugato per persona permette di comprendere anche qual il soggetto che pu essere sottinteso. Nel caso della subordinazione esplicita si tratta una frase subordinata introdotta da congiunzioni come perch, siccome, poich, giacch, dato che, dal momento che, in quanto che, ecc.... Richiede in genere l'uso dell'indicativo o, talvolta, del condizionale. Il tempo usato nella proposizione subordinata istituisce rispetto alla principale un rapporto di contemporaneit, anteriorit o posteriorit.

5. Il modo indefinito: infinito, gerundio, participio nelle proposizioni impliciteI modi indefiniti sono forme verbali in cui sono assenti il tempo, la persona, e il numero. Le proposizioni implicite sono quelle che hanno i verbi in un modo indefinito (non coniugabilea seconda della persona, come gerundio, infinito, participio).

6. Il congiuntivo nella frase semplice e nella frase subordinataIl congiuntivo un modo di diverse lingue, comprese l'italiano e le altre lingue romanze, la cui funzione basilare quella di indicare un evento non sicuro, non obiettivo o non rilevante. 1. Nelle proposizioni indipendenti, il congiuntivo pu avere valore: - Esortativo (al posto dellimperativo): vada via di qua!; - Concessivo (segnalando unadesione, anche forzata, a qualcosa): venga pure a spiegarmi le sue ragioni; - Dubitativo: che abbia deciso di non venire? (analogamente si pu usare lindicativo futuro: sar

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vero?; linfinito: che fare?; il condizionale: cosa gli sarebbe successo?); - Ottativo (per esprimere un augurio, una speranza, ma anche un timore): fosse vero!; - Esclamativo: sapessi quanto mi costa ammetterlo!. 2. Nelle proposizioni subordinate, occorre distinguere i casi in cui si richiederebbe il congiuntivo da quelli in cui la scelta rispetto allindicativo implica sfumature di significato. Il congiuntivo si usa: a. Con alcune congiunzioni subordinanti, quali affinch, bench, sebbene, quantunque, a meno che, nel caso che, qualora, prima che, senza che; b. Con aggettivi o pronomi indefiniti (qualunque, chiunque, qualsiasi, ovunque, dovunque); c. Con espressioni impersonali, come necessario che, probabile che, bene che; d. In formule ormai fissate nelluso (vada come vada; costi quel che costi). In altri casi, si dovr distinguere tra verbi che reggono il congiuntivo, lindicativo o entrambi con significato diverso. Reggono il congiuntivo i verbi che esprimono una volizione (ordine, preghiera, permesso), unaspettativa (desiderio, timore, sospetto), unopinione o una persuasione, tra cui: accettare, amare, aspettare, assicurarsi, attendere, augurare, chiedere, credere, curarsi, desiderare, disporre, domandare, dubitare (ma allimperativo negativo pu richiedere lindicativo: non dubitare che faremo i nostri conti), esigere, fingere, illudersi, immaginare, lasciare, negare, ordinare, permettere, preferire, pregare, pretendere, raccomandare, rallegrarsi, ritenere, sospettare, sperare, supporre, temere, volere. Richiedono lindicativo, solitamente, i verbi che esprimono giudizio o percezione, tra cui accorgersi, affermare, confermare, constatare, dichiarare, dimostrare, dire, giurare, insegnare, intuire, notare, percepire, promettere, ricordare, riflettere, rispondere, sapere, scoprire, scrivere, sentire, sostenere, spiegare, udire, vedere. Infine, alcuni verbi possono avere lindicativo o il congiuntivo, con sfumature diverse di significato. Alcune pi recenti descrizioni grammaticali propongono di abbandonare il riferimento al congiuntivo come modo dellirrealt e di studiare pi semplicemente la presenza di questo modo verbale in una subordinata secondo due possibilit: 1. In una subordinata completiva se richiesto dal verbo reggente (come nei casi suddetti in cui il verbo principale vuole necessariamente il congiuntivo). 2. In una subordinata non completiva in cui: a.la spinta non venga dunque pi dal verbo reggente ma dalla congiunzione che introduce la subordinata. b.il congiuntivo sia in libera alternanza collindicativo. Se il soggetto della frase reggente e della secondaria lo stesso, si preferisce optare per la forma implicita, cio si user, al posto della frase con il congiuntivo, una frase con di + verbo allinfinito: Siamo contenti di andare in vacanza. Credeva di aver finito tutto.

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Congiuntivo nella subordinata in italiano Normalmente, questo modo occorre nella frase o proposizione subordinata. Il congiuntivo deve il suo nome alla presenza abbastanza costante di una congiunzione. Il congiuntivo indica un fatto non sicuro,uno reale ma visto in maniera personale, non obiettiva. Nelle subordinate concessive, il congiuntivo indica la condizione irrilevante. Costruzione: introdotta dalla principale al presente, costruita con l'uso del congiuntivo presente nella subordinata. Le analoghe costruzioni con un verbo al passato nella principale prevedono invece il congiuntivo imperfetto nella subordinata: Una forma futura del congiuntivo manca in italiano come del resto nella maggior parte delle lingue, sicch il suo posto viene preso dalle forme dell'indicativo futuro o del congiuntivo presente. Uso nelle subordinate oggettive L'uso di determinati verbi, nel costrutto introdotto da "che", richiede l'uso del congiuntivo. Si tratta, nel caso delle subordinate oggettive, di un insieme eterogeneo. Comprende infatti l'indicazione di un dubbio, di un timore, di una volont, di un'opinione personale, eccetera. Ad una subordinata oggettiva del tipo so che tu sei l, di contenuto sicuro, si oppone dunque uno del tipo mi sembra che tu sia l, pi insicura. Dubbio, timore, irrealt L'uso dei verbi che denotano insicurezza e dubbio come pensare, avere l'impressione, credere, sembrare e simili prevede il congiuntivo nella secondaria. In questi casi, l'uso del congiuntivo sistematico solo nell'italiano di registro pi elevato. L'uso dell'indicativodenota una sintassi meno sorvegliataed quindi sconsigliabile in diversi contesti (ad esempio nella lingua scritta), anche se la scelta dell'indicativo pu essere in parte giustificata da un maggior grado di sicurezza nell'enunciato. Rientra in questo gruppo l'uso del congiuntivo per indicare una persuasione dubbia (John convinto che Genova sia in Francia), oppure quello nei costrutti introdotti da verbi che indicano una palese irrealt, come illudersi, fingere e simili. Anche un timore, una semplice possibilit ed una speranza possono rientrare in questa categoria: Volont, aspettativa Altri verbi indicano una volont, un'aspettativa oppure un assenso e si comportano in maniera simile a quelli appena ricordati. Questi sono i casi in cui l'uso del congiuntivo caratterizzato dal maggior grado di obbligatoriet, dato che il verbo indica un'azione non ancora avvenuta, ma semplicemente attesa. Lo stesso discorso vale per i costrutti introdotti da sperare o augurare. Va detto, d'altro canto, che i diversi verbi che introducono l'uso del congiuntivo possono avere diverse accezioni: in virt del significato che assumono nel contesto possono richiedere a volte l'indicativo, altre il congiuntivo:

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Considerazione personale, stato d'animo Talvolta il congiuntivo indica fatti reali o stati d'animo. A questo punto ci si domander come mai in tali costrutti non si preferisca l'indicativo: in questo caso, il senso della forma verbale quello di indicare un fatto considerato in maniera non obiettiva. Si noti come qui il verbo capire viene inteso nel senso di 'avere comprensione per un fatto'; usato con un'altra accezione ('rendersi conto di qualcosa') lo stesso verbo richiede l'indicativo: y Capisco solo ora che loro vogliono andarsene.

Uso nelle subordinate concessive L'uso del congiuntivo pu essere richiesto da un verbo nella frase principale (volere, pensare, credere, sembrare ecc.) D'altro canto, anche il tipo di congiunzione usato per formare la subordinata pu essere determinante al fine della scelta tra indicativo e congiuntivo. questo il caso ad esempio delle frasi concessive. Se da una parte anche se regge l'indicativo, y Resto a casa anche se sto benissimo

le congiunzioni malgrado, nonostante, bench e sebbene vengono usate come sinonimi ed essendo di registro pi elevato richiedono l'uso del congiuntivo: y Resto a casa malgrado io stia benissimo.

In tutti questi casi, il congiuntivo indica un fatto considerato come non rilevante. Lo stesso discorso vale per i pronomi indefinitichiunque, dovunque, comunque, qualunque usati per introdurre la frase: y Comunque tu faccia e dovunque tu vada, ti aiutiamo senz'altro.

Questi pronomi richiedono il congiuntivo oppure il futuro. Uso nelle subordinate comparative Il congiuntivo si usa nella frase secondaria che indica il secondo termine di paragone quando questo indicato dalla frase secondaria (proposizione comparativa): y pi intelligente di quel che sembri.

In questo caso, l'uso dell'indicativo viene considerato come accettabile. Altrettanto facoltativo l'uso della negazione fraseologica, un tempo considerata come obbligatoria: oggi, questo tipo di negazione viene considerato come piuttosto imprevedibile ed assai difficile da spiegare. Uso nelle subordinate relative Nella subordinata relativa, il congiuntivo indica un requisito oppure una limitazione:

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y

Cerchiamo un'attrice che abbia i capelli rossi per farle interpretare un ruolo in un film.

L'uso del congiuntivo imperfetto nella subordinata relativa retta da una principale al presente ha valore ipotetico: y Porto ancora lo zucchero per chi ne volesse.

Uso nelle interrogative indirette L'uso del congiuntivo pienamente facoltativo nelle subordinate interrogative: y y y y Suonano: mi domando chi . Suonano: mi domando chi sia. Suonano: non so se il caso di aprire. Suonano: non so se sia il caso di aprire.

In questo caso, il congiuntivo denota una maggior accuratezza stilistica oppure un dubbio pi forte nella domanda. Uso nelle subordinate ipotetiche La proposizione ipotetica spesso introdotta da congiunzioni come qualora, caso mai, nel caso che. I costrutti ottenuti con queste congiunzioni prevedono l'uso del congiuntivo presente nel caso di una possibilit pi concreta, mentre l'imperfetto sta ad indicare una possibilit pi remota: y Nel caso che suonasse qualcuno, non aprite la porta a nessuno

Un discorso a parte merita l'uso del congiuntivo imperfetto nel periodo ipotetico retto dalla principale al condizionale e introdotto da se. In questo caso, il congiuntivo imperfetto ha la funzione di esprimere l'irrealt nel presente, mentre il congiuntivo trapassato indica l'irrealt nel passato: y Se fossi ricco, non starei qui

Altri usi e altri criteri di scelta Si ricordano qui diversi casi in cui una congiunzione regge la subordinata con l'uso del congiuntivo. Le frasi subordinate elencate sono di varia natura e possono - il pi delle volte - esser formate all'indicativo oppure al congiuntivo a seconda della congiunzione che le introduce. Pi vincolante l'uso del congiuntivo nelle proposizioni: y y y y y esclusive introdotte da senza che (Arriver senza che tu te ne accorga); temporali introdotte da prima che (L'arrosto si potrebbe bruciare prima che tu te ne accorga), ma non da dopo che (Mi accorsi del pasticcio solo dopo che l'arrosto si era bruciato); proposizioni a valore restrittivo (Arriver a condizione che/purch tu sia puntuale); eccettuative, introdotte da a meno che, talvolta da tranne che (Andremo a fare un'escursione a meno che il tempo non faccia capricci); consecutive introdotte da in modo che, cosicch, in maniera tale che e simili (Aggiusteremo la scala in modo che possiate scendere in tutta tranquillit), fin tanto che viene indicata un'eventualit;

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y

finali (Andremo a fare un'escursione affinch/ perch i bambini possano divertirsi).

invece pi facile riscontrare l'indicativo nelle y y causali introdotte da non perch (Laura era povera in canna, non perch fosse/era disoccupata, ma a causa dei debiti di famiglia), limitative introdotte da per quel che, per quanto e simili (per quel che io ne sappia/so, non venuto nessuno).

Anche l'ordine della frase pu interferire nella scelta di modo, dato che la frase subordinata anteposta pu essere formata al congiuntivo con una certa facilit, ma non detto il contrario: y y Che tu sia intelligente, lo sappiamo Sappiamo che sei intelligente.

La presenza della negazione nella frase principale pu, in alcuni casi, determinare la scelta tra indicativo e congiuntivo: y y y y y y y y Dico che la tua soluzione mi sta davvero bene Non dico che la tua soluzione mi stia davvero bene; che non ti capisco pi Non che non ti capisca pi; Tua madre sa se Stefano a casa Tua madre non sa se Stefano /sia a casa. Tutto ci significa che il pianeta come dici tu Tutto ci non significa che il pianeta sia come dici tu.

Tuttavia, non si tratta di un fenomeno assai frequente in italiano, mentre il problema si incontra molto spesso in francese e in spagnolo. Omissione di "che" Nella subordinata al congiuntivo non raro incontrare dei casi in cui la congiunzione che venga omessa. y Immagino (che) tutto sia ormai a posto.

L'omissione non possibile in tutti i contesti, ma dipende dal verbo della frase principale. I verbi che indicano un'incertezza o un timore permettono questo costrutto, mentre quelli che indicano volont non sono compatibili con l'omissione. Quando i soggetti coincidono, prevista la subordinazione implicita, dato che l'uso di una forma coniugata come quelle del congiuntivo darebbe pessimi risultati (forse ancora peggiori che con l'indicativo): al posto di dire

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y

Io penso che io stia a casa (??)

si dir infatti y Io penso di stare a casa.

Congiuntivo nella principale in italiano Sporadicamente, questo modo indica nella proposizione principale un desiderio, un'esortazione o una supposizione: y Sento suonare. Che stia arrivando Sonia?

La presenza di una congiunzione (che) suggerisce spesso l'ipotesi, pi che plausibile, che si tratti in verit di frasi subordinate rimaste in qualche modo senza l'appoggio sintattico della principale. Una possibilit per spiegare questo fenomeno sarebbe l'ellissi. A questo punto, dato che la principale resta implicita e non osservabile, si finisce per attribuire ad una subordinata il ruolo di principale.

7. La coordinazione e le congiunzioni coordinativeLe proposizioni di un periodo si collegano fra loro in due modi: per coordinazione (o paratassi) oppure per subordinazione (o ipotassi). Si ha coordinazione o paratassi quando due o pi proposizioni sono legate in modo che ciascuna rimanga autonoma e che fra loro non vi sia dipendenza o subordinazione.Si pu avere coordinazione fra principali (e in tal caso la frase sar coordinata alla principale) o fra secondarie (e in tal caso la frase sar coordinata alla secondaria).La coordinazione si pu realizzare in tre modi: 1. Coordinazione mediante congiunzioni: si ha quando le proposizioni sono collegate da congiunzioni coordinative. In questo caso le proposizioni coordinate prendono il nome dal tipo di congiunzione che le unisce; pertanto si possono avere le seguenti proposizioni coordinate: copulative: quando due o pi frasi sono unite tramite le congiunzioni copulative: e, anche, inoltre, n, neanche, nemmeno, neppure ecc. Es. Telefono a Carla e le chiedo i compiti per domani. disgiuntive: quando due o pi frasi sono unite tramite le congiunzioni disgiuntive: o, oppure, ovvero, ossia, cos che il significato di ciascuna proposizione escluda quello delle altre. Es. Vai a lavorare o prosegui gli studi?

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avversative: quando due frasi, la seconda delle quali esprime un contrasto con la prima, sono unite tramite le congiunzioni avversative: ma, per, tuttavia, eppure, anzi, invece, sennonch ecc. Es. Ho fame, ma sono a dieta... esplicative o dichiarative: quando due frasi, la seconda delle quali spiega quanto detto nella prima, sono unite tramite le congiunzioni esplicative o dichiarative: cio, infatti, difatti, invero,ecc. Es. Non ha mai studiato, infatti l'hanno bocciato. conclusive: quando due frasi, di cui la seconda la naturale conclusione della prima, sono unite tramite le congiunzioni conclusive: dunque, perci, quindi, pertanto, allora ecc. Es. Sono stato promosso, quindi trascorrer ottime vacanze. correlative: quando due o pi frasi vengono messe in correlazione fra loro tramite le congiunzioni correlative: e ... e, o ... o, n ... n, sia ... sia, non solo ... ma anche, ecc. Es. Partiremo sia che tu venga con noi sia che tu rimanga a casa. 2. Coordinazione per asindeto: si ha quando le proposizioni sono unite tra loro solo per mezzo di segni di interpunzione (per lo pi la virgola, talvolta il punto e virgola o i due punti), quindi senza le congiunzioni coordinative.Per questo motivo la coordinazioneper asindeto chiamata anche per giustapposizione: infatti la proposizione coordinata risulta giustapposta, cio accostata alla proposizione reggente. Es. Ero felice: avevo visto Maria, l'avevo salutata, mi aveva risposto. 3. Coordinazione per polisindeto: si ha quando si ripete pi volte la medesima congiunzione coordinativa, o si usano pronomi e avverbi posti in correlazione. un tipo di coordinazione molto enfatica e di scarso uso. Es. E mi cerca e telefona e non mi d pace.

8. La subordinazione e le congiunzioni subordinativeSi ha subordinazione o ipotassi quando due o pi proposizioni si collegano fra loro su piani diversi. La frase subordinata non pu stare da sola, ma ha bisogno di appoggiarsi ad un'altra frase, che pu essere sia una principale che una secondaria.Le proposizioni che dipendono dalla principale si chiamano

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subordinate di 1 grado; quelle che dipendono dalle subordinate di 1 grado si chiamano subordinate di 2 grado,e cos via. Le subordinate, a seconda delle funzioni che svolgono all'interno del periodo, possono essere di 3 tipi: 1. Sostantive: svolgono la funzione di soggetto o complemento oggetto nei confronti della reggente.Sono: soggettive oggettive dichiarative interrogative indirette 2. Aggetivi: svolgono la funzione di attributo o apposizione nei confronti della reggente.Sono: relative proprie 3. Complementari: svolgono la funzione di un qualsiasi complemento indiretto o di un avverbio. Sono: causali finali modali strumentali temporali concessive consecutive condizionali avversative comparative eccettuative esclusive limitative relative improprie

Le proposizioni subordinate, in base alla forma, cio al modo del verbo, possono essere esplicite o implicite. 1. Esplicite: quando il vrbo espresso in un modo finito (indicativo, congiuntivo, condizionale, imperativo). Es. Penso che non sar promosso. 2. Implicite: quando il verbo espresso in un modo indefinito (infinito, participio, gerundio), ma pu essere trasformato in un modo finito. Es. Penso di non essere promosso.

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9. Le proposizioni completive: soggettiva, oggettivaLa proposizione soggetiva: svolge la funzione di soggetto della proposizione reggente, ed retta da: Verbi impersonali:accadere, capitare, convenire, parere, occorrere, bisognare, sembrare, risultare, bastare,ecc. Es. Bisogna agire sempre correttamente. Verbi usati in forma impersonale:si dice, si narra, si racconta, si crede, si pensa, si ritiene, si spera, si teme, ecc. Es. Si spera che il traffico diminuisca. Espressioni impersonali: bene, male, tempo, ora, bello, giusto, opportuno, fa bene, va bene, sta bene (espressioni cio formate dalla 3a pers. sing. di verbi come essere, fare, andare, stare + un aggettivo o un nome). Es. tempo che tutti facciano il loro dovere.

La proposizione soggettiva pu essere esplicita o implicita. Esplicita: se introdotta da che + indicativo, congiuntivo o condizionale Es. Si diceva che avrebbe firmato per il Milan. Implicita: se introdotta dall'infinito oppure da di + infinito Es. Il mio sogno vivere in campagna.

La proposizione oggettiva: svolge la funzione di complemento oggetto della proposizione reggente, ed retta da verbi che indicano: affermazione, dichiarazione: affermare, dire, dichiarare, comunicare, informare, riferire, assicurare, spiegare, proclamare, rispondere, annunciare, avvertire, confessare, testimoniare, negare, raccontare, osservare, scrivere ecc. Es. Cario ha detto che si iscriver a medicina. giudizio, valutazione, opinione: credere, pensare, ritenere, considerare, stimare, dubitare, immaginare, supporre, ipotizzare ecc.

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Es. Penso che non sia facile convincerlo. ricordo, percezione: ricordare, rammentare, dimenticare, scordare, percepire, sentire, vedere, ascoltare, udire ecc. Es. Ho visto i ragazzi allenarsi in palestra. sentimento, sensazione: godere, soffrire, lamentarsi, rallegrarsi, sdegnarsi, dispiacersi, e locuzioni verbali del tipo esser lieto, esser triste, avere piacere Es. Mi dispiace che si sia rotto una gamba. volont, desiderio, proibizione: volere, desiderare, preferire, disporre, comandare, ordinare, impedire, vietare, proibire ecc. Es. Voglio che tu mi obbedisca.

La proposizione oggettiva pu essere: Esplicita: se introdotta da che + indicativo, congiuntivo o condizionale Es. Credo che partir con noi. Implicita: se introdotta da di + infinito Es. Spero di partire domani sera.

Le proposizioni dichiarative sono simili alle soggettive e alle oggettive. Si distinguono da esse solo perch, invece di dipendere dal verbo della reggente, dipendono da un nome, un pronome, un avverbio, ecc. Svolge la funzione di dichiarare, cio di spiegare una parola (in genere un pronome dimostrativo o un nome, un fatto, una circostanza, un argomento ecc.) contenuta nella proposizione reggente, completandone cosi il significato. Es. Mi preoccupa ilfatto che a settembre non avr ancora finito il lavoro. La proposizione dichiarativa pu essere: Esplicita: se introdotta da che + indicativo, congiuntivo, condizionale Es. Questo ci unisce: che siamo abitanti della stessa citt. Implicita: se introdotta da di + infinito Es. Ha avuto il coraggio di uscire con quel tempo.

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10. Le proposizioni circostanziali: causale, finale, consecutiva, temporale, concessiva, comparativa, relativa, interrogativa, indiretta, modaleProposizioni complementari(o complementari indirette): 1. Proposizione causale: spiega la causa, il motivo dell'azione espressa nella frase reggente. Pu essere: Esplicita: se introdotta da perch, poich, giacch, siccome, visto che, dato che, dal momento che + indicativo, congiuntivo, condizionale1 Es. Prendo l'ombrello perch sta per piovere.

Implicita: se introdotta: - Da di, a, per + infinito Es. Tampon per aver guidato troppo velocemente. - Dal gerundio Es. La macchina non parti essendo scarica la batteria. -Dal participio passato Es.Tagliati gli alberi, la terra fran. 2. Proposizione finale: esprime il fine, lo scopo dell'azione espressa nella frasereggente. Pu essere: Esplicita: se introdotta da affinch, poich, che, in modo che, ecc. + congiuntivo Es. Lavoro perch voi possiate studiare. Implicita: se introdotta da per, a, di, allo scopo di, alfine di, con l'intensione di, ecc. + infinito Es. Ho fatto a pugni per difenderti.

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3. Proposizione modale: esprime il modo in cui avviene quanto detto nella proposizione reggente. Pu essere: Esplicita: se introdotta da: come, come se, nel modo che, nel modo in cui, secondo che, quasi che, ecc. + indicativo (quando esprime fatti certi) Es. Tutto procedeva come avevo previsto. + congiuntivo [raramente condizionale] (quando esprime fatti possibili o irreali) Es. Si comporta come fosse un estraneo. Implicita: se introdotta: - Dal gerundio Es.Mi implorava piangendo. - Dacon, a, a forza di + infinito Es.A mangiare troppo ti rovini la salute. 4. Proposizione strumentale: indica l'azione o la circostanza mediante la quale si realizza quanto espresso nella reggente. Pu essere solo implicita, ed introdotta: - Dal gerundio presente Es. Lavorando si realizzano i sogni. - Da a forza di, a furia di, con + infinito Es.A forza di lavorare si levato tante voglie. 5. Proposizione temporale: indica quale relazione di tempo esiste con la proposizione reggente. Pu essere: Esplicita: se introdotta da: quando, mentre, allorch, come, appena, nel momento che, nel tempo che, ogni volta che, prima che, dopo che, ecc. + Indicativo (se l'azione contemporanea o precedente a quella della reggente) Es. Ha telefonato mentre guardavo la TV. + Congiuntivo (se l'azione posteriore a quella della reggente) Es. Esco prima che trasmettano la partita.

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Implicita: se introdotta: - Dal gerundio presente o passato Es. Aprendo la porta, vedo lo specchio. - Dal participio passato Es. Aperta la porta, vedo lo specchio. - Da al, nel, sul, prima di, dopo, dopo di, ecc. + infinito Es. Dopo aver aperto la porta, vedo lo specchio. 6. Proposizione concessiva: indica la circostanza nonostante la quale avviene l'azione espressa nella reggente. Pu essere Esplicita: se introdotta da: - sebbene, bench, quantunque, malgrado, nonostante, quand'anche,per quanto + congiuntivo Es. Nonostante piovesse, siamo andati allo stadio. - per + aggettivo + che + congiuntivo Es. Per severo che sia, non riesce a tenere la disciplina. - anche se, con tutto che + indicativo Es. Litigano sempre, anche se sono fratelli. Implicita: se introdotta da: - pure, anche + gerundio Es. Pur essendo grasso, molto agile. - pure, bench, per quanto + participio passato Es. Bench malato, va a lavorare. - a costo di + infinito Es.A costo di lavorare di notte, per sabato voglio aver finito tutto.

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7. Proposizione consecutiva: esprime la conseguenza di quanto affermato nella reggente.Spesso anticipata nella proposizione reggente da un avverbio o aggettivo (cosi, tanto, talmente, tale, siffatto ecc.) che ne lascia prevedere la presenza Es. Era cosi arrabbiato che ... Pu essere: Esplicita: se introdotta da che + indicativo, congiuntivo, condizionale Es. Era cosi simpatico che tutti lo cercavano. Implicita: se introdotta da da + infinito Es. Mi crede tanto ingenuo da dargli retta. 8. Proposizione condizionale: esprime la condizione necessaria perch si avveri quanto detto nella reggente. Pu essere: Esplicita: se introdotta da: - se, qualora, nel caso che, nell'ipotesi che, nell'eventualit che + congiuntivo Es. Se mi scrivesse, gli risponderei. - se + indicativo Es. Se piove non esco. Implicita: se introdotta: - Dal gerundio presente o dal participio passato Es. Studiando di pi, potresti farcela a giugno. - da a + infinito Es. A vederla di fuori, non diresti che la casa di un miliardario.

11. Le proposizioni condizionali: periodo ipotetico18

La proposizione condizionale pi la sua reggente formano il cosiddettoperiodo ipotetico, cio un periodo che si regge su un'ipotesi.La proposizione subordinata (quella che esprime la condizione) si chiama protasi (cio premessa); la proposizione reggente si chiama apodosi (cio conseguenza). Tra queste due proposizioni esiste una relazione molto stretta, tanto che insieme costituiscono il periodo ipotetico. Il periodo ipotetico pu essere di tre tipi: della realt: quando nella protasi si esprime una condizione reale, e pertanto nell'apodosi si fa la previsione di qualcosa che avverr sicuramente.Nella protasi si ha il verbo all'indicativo presente o futuro, e nell'apodosi all'indicativo presente o futuro o all'imperativo. Es. Se cadi di lass, ti rompi una gamba. della possibilit: quando nella protasi si esprime un fatto possibile, temuto o sperato, e pertanto nell'apodosi si mostra la possibile conseguenza.Nella protasi si ha il verbo al congiuntivo imperfetto e nell'apodosi al condizionale presente o all'imperativo. Es.Se tu fossi qui, sarei pi tranquillo. dell'irrealt: quando nella protasi si esprimono fatti palesemente irreali e che si suppone non potranno verificarsi; quindi irreale anche l'apodosi. Nella protasi si ha il verbo al congiuntivo imperfetto o trapassato, e nell'apodosi al condizionale presente o passato. Es. Se fossi miliardario, starei sempre alle Hawaii. 1. Proposizione avversativa: esprime una circostanza opposta a quanto viene detto nella reggente. Pu essere: Esplicita: se introdotta da quando, mentre, invece, laddove ecc. + indicativo o condizionale Es. Ha preso l'auto, quando tutti gli consigliavano il treno. Implicita: se introdotta da invece di, anzich ecc. + infinito Es. Esce sempre con gli amici anzich studiare. 2. Proposizione comparativa: esprime un confronto, un paragone con quanto detto nella reggente. Pu essere: Esplicita: > di uguaglianza: se introdotta da come, quanto, quale ecc. (spesso correlati nella reggente con cosi, tanto, tale) + indicativo o condizionale Es. L'esame non stato facile come sembrava.

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>di maggioranza: se introdotta da di quanto, di quello che, di come, che ecc. (correlati nella reggente con pi) + indicativo, congiuntivo o condizionale Es. Lo studio pi duro di quello che mi avevano detto. > d minoranza: se introdotta da di quanto, di quello che, di come, che ecc. (correlati nella reggente con meno) + indicativo, congiuntivo o condizionale Es. Quella ragazza si rivelata meno simpatica di quello che tu asserivi. Implicita: se formata da pi che, piuttosto che, piuttosto di, prima di, ecc. + infinito Es. Preferisco morire piuttosto che vedere mio figlio drogato. 3. Proposizione comparativa ipotetica: La frase comparativa assume il valore di comparativa ipotetica quando il paragone con la reggente esprime un'ipotesi o una condizione. Pu essere: Esplicita: se introdotta da come, come se, quasi, quasi che, ecc. + congiuntivo Es. Gli voglio bene come fosse un figlio. Implicita: se introdotta da come o quasi + gerundio Es. Mi evit, quasi temendo di dovermi salutare. 4. Proposizione eccettuativa: esprime una circostanza che pu rappresentare un'eccezione a quanto detto nella reggente.Pu essere: Esplicita: se introdotta da fuorch, tranne che, eccetto che, a meno che, salvo che + indicativo o congiuntivo Es. Stiamo sempre insieme, fuorch quando vado allo stadio. Implicita: se introdotta da fuorch, tranne che, eccetto che, salvo che + infinito Es. Non ci resta da fare pi nulla fuorch attendere fiduciosi. 5. Proposizioneesclusiva: esprime un'esclusione rispetto a quanto detto nella reggente. Pu essere: Esplicita: se introdotta da senza che, che non + congiuntivo

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Es. Siamo andati alla festa senza che ci fossimo riposati.

Implicita: se introdotta da senza + infinito Es. Ha deciso tutto lui, senza consultarmi. 6. Proposizionelimitativa: esprime una limitazione rispetto a quanto si dice nella reggente. Pu essere: Esplicita: se introdotta da per quanto, a quanto, per quello che, secondo quello che + indicativo o congiuntivo Es. Per quello che mi dicono, un galantuomo. Implicita: se introdotta da in quanto a, quanto a, per + infinito Es. In quanto a dire bugie, nessuno pi bravo di lui.

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