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MRV magazine NUMERO 4 STAGIONE 2010/2011 UN FINALE CON I FUOCHI D’ARTIFICIO

MRV Magazine n.4 Stagione 2010/2011

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MRV Magazine n.4 Stagione 2010/2011

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MRVmagazine

NUMERO 4 STAGIONE 2010/2011

UN FINALE CONI FUOCHI D’ARTIFICIO

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MRV MAGAZINESOMMARIO

PAG 5 “Un finale con ifuochi d’artificio”

PAG 8 “Una giornatatricoore”

PAG 16 “La M.Roma Volleyincontra..”

Magazine ufficiale della M.ROMA VOLLEY SPA SSD

sede legaleVIA NICOLÒ PORPORA, 1 00198 ROMA

articoli a cura diSILIO ROSSIMARCO TAVANIGABRIELE FURIAELEONORA MANIERI fotografieCARLO GIULIANI

MRV MAGAZINE NUMERO 4

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M.ROMA VOLLEY:UN FINALE CON I FUOCHI D’ARTIFICIOE finalmente Roma ha riscoperto la pallavolo. Diciamolo francamente: neppure il più inguaribile degli ottimisti prevedeva che il finale di stagione della M. Roma fosse accompagnato da un pub-blico così appassionato, come capita nelle grandi occasioni, da intere famiglie, disposte a fare lung-he file pur di acquistare il biglietto d’ingresso, da tanti giovani, straordinari nel tifo e nell’imporre alle tribune la “ola” che a qualcuno di noi ha ricordato i trionfi del calcio. Insomma se c’era da servire gli scettici il pienone fatto registrare prima nel giorno del match con Cuneo e successivamente

contro Treviso, Macerata e Piacenza, la prova è ampiamente riuscita con una media di duemila e settecento spettatori. Visti tutti insieme soltanto poche volte da quando Massimo Mezzaroma ha riportato la grande pallavolo nella Capitale.

Tutto questo può avere due giustificazioni. La prima: il momento di difficoltà accusato dalla squadra di Giani, dopo la partenza brillante, il rischio di un inatteso tracollo, con lo spettro della retrocessione, può aver risvegliato i distratti e, viste anche le favorevoli condizioni per accedere

di Silio Rossi

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Viktor Yosifov in attacco

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sulle tribune del Palazzetto, può aver responsabilizzato chi ama il volley e vede di buon occhio il coinvolgimento della famiglia Mezzaroma in questa disciplina, al punto da fari riflettere che tanto impegno, tanto sacrificio econom-ico, tanto lavoro fatto in palestra ogni giorno, dovevano essere per forza compensati, magari con una presenza tardiva, ma numerosa, ed anche con l’affetto del figlio che torna dopo aver girovagato in cerca di altre dis-trazioni. La seconda giustificazione chiama direttamente in causa la bellezza di questo sport, la sua velocità, lo spettacolo offerto dai continui capovolgimenti di fronte, l’insicurezza che fino all’ultimo ti tiene appeso ai punti e non ti permette di commettere errori. E poi l’entusiasmo, l’adrenalina che assale i giocatori e che investe anche il pubblico, la vittoria finale che diventa una sorta di lib-erazione per cui, la settimana dopo sei nel giusto se ti ripresenti al Palazzetto dello Sport per vivere altre due ore di sincera emozione.Non sappiamo se quest’amore avrà vita lunga. La storia della pallavolo a Roma, le difficoltà di diversa natura, drammaticamente incontrate fino a farti chiudere “barac-ca e burattini” sono, purtroppo, là come pietre tombali a raccontarti che il rapporto è stato spesso difficile e che più volte, dopo giornate di gloria e di fasti, si è finiti in un illogico disinteresse. Stavolta sembra essere diverso, c’è la presunzione di credere che si possa andare tranquilla-mente avanti, senza fare pazzie, costruendo ovviamente in maniera giudiziosa visti i tempi, un gruppo che possa garantire qualche stagione di belle soddisfazioni, trovan-do tra qualche azienda amica l’aiuto necessario perché l’esborso della famiglia Mezzaroma possa essere meno oneroso. E con i problemi che ci sono sarebbe già un ot-timo viatico, unitamente alla certezza che è possibile fare pallavolo anche in una grande città.

Uriarte e Zaytsev, i giovani della M.Roma

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Da un punto di vista strettamente tecnico nessuno aveva chiesto alla M. Roma, tornata nella massima serie dopo un paio d’anni di A2, di vincere lo scudetto o di lottare per i primi posti. Le difficoltà incontrate al momento di com-porre la squadra hanno immediatamente fatto pensare ad una stagione di ambientamento con l’obiettivo, tante volte fosse capitato, di qualificarsi per i play-off, toccati con mano dalla M. Roma proprio nei primi due anni della sua nuova gestione e a lungo accarezzati in questo cam-pionato. Se non ci fossero stati tanti infortuni, se Poey, improvvisamente transfuga verso il volley montenegrino, fosse rimasto per dare una mano, il traguardo di minima

sarebbe stato centrato e, magari, un paio di match per i play-off, in casa avrebbero fatto da appendice ai tredici giocati in viale Tiziano per la regular season. Comunque non è stato un fallimento. E’ vero che nel momento più drammatico in cui Giani è stato costretto a ricorrere a tre ragazzi del settore giovanile per avere due formazioni da contrapporre negli allenamenti, s’è temuto il peggio, ma è stato proprio in quei giorni che lo spogliatoio ha mos-trato serietà e saldezza e la squadra ne è uscita prima giocando bene, pur perdendo, contro Trento e Cuneo e poi regalando un finale con i fuochi d’artificio.

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Non è stata una celebrazione banale, come qualcuno temeva. I 150 anni dell’Unità d’Italia, che il Governo ha fissato per tutti i 17 marzo che verranno, sono stati festeggiati in maniera solenne, come si conviene quando questo popolo, in teoria così diviso, riesce ad unirsi attorno alla bandiera nelle occasioni in cui ci si ricorda di essere italiani: magari grazie ad una medaglia vinta in una competizione, o ad un successo di prestigio ai danni di qualche odiato Paese confinante. Ecco, soprattutto allo sport dobbiamo le emozioni più vere, le sensazioni più forti, i palpiti del cuore che

ti inchiodano alla sedia, sulla quale stai viv-endo i momenti di una manifestazione.

Nella giornata dedicata alla felice ricorrenza, proprio le attività sportive hanno regalato le sensazioni più autentiche. Per alcuni giorni il tricolore, oltre che essere esposto sui balconi e sulle finestre delle abitazioni, ha trovato la giusta collocazione all’interno degli stadi, dei palazzetti, delle piscine dove si svolgeva la normale attività dei campionati. Così ha volu-to il Coni, a cui tutte le Federazioni e quindi la squadre impegnate in maniera ufficiale, hanno

Festa al Palazzetto dello Sport per i 150 anni dell’Unità d’Italia

UNAGIORNATATRICOLORE

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risposto “obbedisco” coinvolgendo tecnici, atleti ed ovviamente un numero considerevole di sup-porter. Nel suo piccolo, ma con un risultato in-sperato, anche la M. Roma Volley s’è sentita parte attiva nell’iniziativa, anche perché il “giovedì dell’unità” ha coinciso con una gara del girone di ritorno, contro Treviso, posticipata dalla domenica precedente. Oltre alle tribune zeppe, (la cosa non è stata difficile, visto il supporto e la collaborazi-one del Comitato Provinciale della Fipav), serviva che qualcuno interpretasse l’Inno di Mameli e sol-lecitasse gli spettatori a cantarlo. Anche questo non è stato un ostacolo insormontabile, perché a Roma, in via Mascagni, c’è una scuola media ad indirizzo musicale, dove alla normale attiv-ità didattica viene insegnato canto e da dove l’orchestra del prof. Francesco Cecilia, viene più volte “esportata”perché si esibisca fuori sede, in teatri, in altri istituti in occasione di avvenimenti particolari. La preside della “Sinopoli”, la dot-toressa Maria Laura Calamida, segue da vicino l’attività di questi quaranta ragazzi e molto spesso

si fa promotrice perché gli stessi vengano “pub-blicizzati” all’esterno nella maniera migliore, visto che sono realmente bravi. Insomma gli studenti di questa scuola media hanno accettato di cantare per il pubblico del Palazzetto dello Sport, accom-pagnati dagli strumenti di due loro coetanei, uno alla tromba, un altro al tamburo, hanno sollecitato i tremila spettatori presenti ad unirsi al coro, hanno regalato un pomeriggio indimenticabile con tutta quella macchia bianco-rossa e verde: un colpo d’occhio sensazionale provocato dalle magli-ette messe a disposizione dalla Fipav Roma. E se l’aspetto patriottico ha avuto la giusta risposta, sul piano strettamente tecnico, dopo un periodo di insuccessi e di problemi di diversa natura, la M. Roma Volley ha ritrovato magicamente, grazie anche ad una prestazione superlativa, la strada della vittoria. Nessuno potrà togliere dalla testa dei tifosi che, se non altro, il coro, le magliette, la attenta partecipazione degli spettatori, hanno portato fortuna alla formazione di Giani.

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di Eleonora Gioia Manieri

LA M.ROMAVOLLEYINCONTRA..

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LA M.ROMAVOLLEYINCONTRA..

Umberto Broccoli durante

uno spettacolo teatrale

Con l’iniziativa “La M. Roma incontra…” vogliamo dare a tutti i nostri sostenitori e agli appassionati l’opportunità di en-trare in contatto con testimonianze di grandi personaggi, provenienti dal mondo dello sport, da quello dello spettacolo e persino dal panorama politico, che abbiano praticato a buoni livelli la pal-lavolo. Il minimo comune denominatore, quindi, dovrà essere il volley, grande passione di tutti i nostri illustri interlocu-tori. La pallavolo si sa, non è soltanto una disciplina semplice, tanto è vero che si inizia nelle scuole dell’obbligo, ma è uno stile di vita, qualcosa che unisce e regala emozioni, emozioni che ogni volta ci siamo fatti raccontare da un person-aggio diverso. Tanti volti, tante storie ma per tutti la stessa voglia e la stessa gioia nel ricordare i momenti passati sui campi. L’organizzazione non poteva es-sere più semplice: una piccola telecamera portatile ed il gioco è fatto: la M Roma è pronta a raggiungere i suoi interlocu-

tori. Siamo stati ospitati nell’ufficio della Sovrintendenza ai Beni Culturali, in un assessorato del Comune di Roma, in uno studio di doppiaggio, in una sala riunioni del CONI, in una palestra dove si allenano i giovani talenti del volley che guarda al futuro.Ciascuno dei personaggi con cui abbiamo parlato ha manifestato grande entusias-mo nei confronti della nostra iniziativa e ci hanno raccontato quanta parte il volley abbia avuto nella loro crescita psicofi-sica di studenti e quanto lo stesso sia rimasto “appiccicato” alla loro pelle, fino a legarsi, nel corso degli anni, alla loro vita ed alla loro esperienza. Per questo motivo ogni intervista ha svelato una sto-ria interessante: un punto di vista unico sul mondo della pallavolo e su quello che lo circonda. Così abbiamo scoperto tante diverse sfaccettature dello stesso sport. Chi lo ha vissuto giocandolo, chi lo ha conosciuto piuttosto “tardi” ma ne è

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rimasto affascinato, chi, invece, da sempre lo insegna, chi lo segue e lo pratica ogni volta che può. La pallavolo è il trait d’unione di questa lunga serie di personaggi, ma ognuno di loro la racconta a modo suo, inserendola nel contesto di quella che poi è stata la sua vita e la sua strada.Per Umberto Broccoli, ad esempio, il vol-ley è stato una palestra di vita, per l’attrice Giorgia Wurth una sfida con se stessa per Anna Maria Marasi e Consuelo Mangifesta l’opportunità di conoscere nuove realtà e di confrontarsi con esse, per Claudio Di Coste la passione di sempre…Qualcosa di diverso per ognuno, ma con punto di riferimento im-prescindibile: tutti ci hanno messo il cuore. Grazie a questa iniziativa, sostenuta da tan-tissimi addetti ai lavori e dalla stessa Lega volley, che ha “ringraziato Massimo Mezzaro-ma, per aver avuto la brillante idea, voglia-mo dimostrare che la pallavolo e lo sport in generale non sono di competenza esclusiva dei grandi campioni o più semplicemente dei professionisti; lo sport è un patrimonio inesauribile da cui tutti possiamo attingere, da cui tutti possiamo imparare qualcosa che potrà esserci utile nella vita. Per questo, al di là di ogni altra consider-azione e dei giudizi di chi avrà il piacere di ascoltare il testo degli incontri, ci teniamo a sottolineare come la pallavolo sia entrata nella vita di tante persone ed in modi diversi abbia fatto scoprire loro qualcosa di nuovo e di interessante.Anche voi potete sicuramente raccontare aneddoti che vi abbiano avvicinato al vol-ley, o viceversa, raccontare come il volley sia riuscito a modificare qualcosa in voi: che sia lo spirito agonistico o lo spirito di squadra, che vi abbia aiutato a vincere la pigrizia o addirittura vi abbia indirizzato verso tutt’altra attività. Sì, anche voi potete rivedervi nei panni delle persone che davanti alla nostra videocamera si sono raccontate, ricordando un passato più o meno recente.La pallavolo è un patrimonio di tutti e la M Roma ne è fermamente convinta, per questo continueremo a cercare testimonianze che lo provino, e siamo sicurissimi che ci siano an-cora tante storie da raccontare. Se ne avete una anche voi, fatecelo sapere.

Annamaria Marasi

Claudio Di Coste al recente mondiale

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MILANBENCZ

OPPOSTO

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