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Fides christianorum resurrectio Christi est Anno della fede 2012-2013 ANNO XXX N.3/4 - 2012 - 5 Sant’Agostino Diretto da Giulio Andreotti nella Chiesa e nel mondo Diretto da Giulio Andreotti nella Chiesa e nel mondo www.30giorni.it MENSILE SPED. ABB. POST. 45% D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/04 N.46) ART.1, COMMA 1 DCB - ROMA. In caso di mancato recapito rinviare a Ufficio Poste Roma Romanina per la restituzione al mittente previo addebito. ISSN 0390-4539 www.30giorni.it MENSILE SPED. ABB. POST. 45% D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/04 N.46) ART.1, COMMA 1 DCB - ROMA. In caso di mancato recapito rinviare a Ufficio Poste Roma Romanina per la restituzione al mittente previo addebito. ISSN 0390-4539

nella Chiesa e nel mondo Diretto da Giulio Andreotti Anno ......Fides christianorum resurrectio Christi est Anno della fede2012-2013 ANNO XXX N.3/4 - 2012 - 5 Sant’Agostino nella

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Fides christianorum resurrectio Christi est

Anno della fede2012-2013

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Sant’Agostino

Diretto da Giulio Andreottinella Chiesa e nel mondo Diretto da Giulio Andreottinella Chiesa e nel mondo

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«Sono molto contento che 30Giorni faccia una nuova edizione di questo piccolo librocontenente le preghiere fondamentali dei cristiani maturatesi nel corso dei secoli.A questo piccolo libro auguro che possa diventare un compagno di viaggio per molticristiani».

dalla presentazione del cardinale Joseph Ratzinger del 18 febbraio 2005 (eletto Papa il 19 aprile 2005 con il nome di Benedetto XVI)

CHI PREGA SI SALVA

EDIZIONI ESTEREin lingua portoghese, inglese, francese, spagnola, tedesca e cinese.Misura 13,6x19,8 cmCOSTA €1 A COPIA+ spese di spedizione

È possibile richiedere copie sia dell’edizione grande che di quella piccola e delle edizioni estere telefonando al numero verde gratuito

oppure scrivendo a 30GIORNIvia Vincenzo Manzini, 45 - 00173 Roma o all’indirizzo e-mail: [email protected]

Il piccolo libro, di cui 30Giorni ha già distribuito centinaia di migliaia di copie,contiene le preghiere più semplici della vita cristiana,

come quelle del mattino e della sera, e tutto ciò che aiuta a fare una buona confessione

FORMATO PICCOLOTascabile, misura 10,5x15 cm COSTA €1 A COPIA+ spese di spedizione

FORMATO GRANDEPiù leggibile e adatto ad essere lasciato in chiesa sul banco, misura 13,6x19,8 cm COSTA €1,50 A COPIA + spese di spedizione

«Veni ergo Domine Iesu... Ad me veni, quaere me, inveni me,suscipe me, porta me»

«Vieni, dunque, Signore Gesù...Vieni a me, cercami, trovami, prendimi in braccio, portami»

(Sant’Ambrogio, Expositio in psalmum 118)

don Giacomo Tantardini27 marzo 1946 – 19 aprile 2012

Chiesa

4 3OGIORNI - 3/4 - 2012

La redazione del mensile30Giorni nella Chiesa e nel mondo,diretto da Giulio Andreotti, an-nuncia la scomparsa di don Gia-como Tantardini, avvenuta nellaserata di giovedì 19 aprile 2012,a Roma. Sacerdote, anima dellanostra rivista insieme al senatoreAndreotti che la dirige dal 1993,don Giacomo Tantardini era na-to a Barzio (Lecco) il 27 marzo1946. Battezzato il 31 marzo del-lo stesso anno, fu cresimato dalbeato cardinale Ildefonso Schu-ster il 7 luglio 1953 e ricevette laprima comunione il 27 maggio1954. Studiò Teologia nella Fa-coltà teologica di Milano del Se-minario di Venegono. Incontròdon Luigi Giussani e fu ordinatosacerdote dal cardinale Giovan-ni Colombo, arcivescovo di Mi-lano, il 27 giugno 1970. Nei pri-mi anni Settanta conseguì la li-cenza in Diritto canonico pressola Pontificia Università Grego-riana. Ha svolto la sua attività

pastorale soprattutto tra gli stu-denti dell’Università di Roma.Incardinato nella diocesi di Ro-ma, dal 1983 al 1997 è stato par-roco di Santa Margherita MariaAlacoque a Tor Vergata e assi-stente ecclesiastico dell’Univer-sità di Tor Vergata. Ha insegnatoalla Libera Università San Pio Vdi Roma, all’Università degliStudi di Padova e alla PontificiaFacoltà Teologica San Bonaven-tura – Seraphicum – di Roma.Nei primi anni Ottanta, su ri-chiesta di giovani che si conver-tivano al cristianesimo, ha rac-colto in un piccolo libro le pre-ghiere più semplici della vita cri-stiana e tutto ciò che aiuta a fareuna buona confessione. Il picco-lo libro dal titolo Chi prega si sal-va, tradotto nelle principali lin-gue, viene distribuito in centi-naia di migliaia di copie in tuttoil mondo. Il cardinale JosephRatzinger il 18 febbraio 2005 neha scritto la presentazione.

In prima pagina, don Giacomo durante la presentazione del libro, edito da 30Giorni, Montini e Agostino. Sant’Agostino negli appunti inediti di Paolo VI, a Padova, il 25 novembre 2008; qui a destra, don Giacomo durante la messa solenne in occasione del suo quarantesimo anniversario di sacerdozio nella chiesa parrocchiale di Sant'Alessandro, a Barzio (Lecco), suo paese natale, il 1 agosto 2010. Alla sua sinistra, l‘allora parroco di Barzio, don Alfredo Comi

3OGIORNI - 3/4 - 2012 5

Chiesa

3OGIORNI - 3/4 - 2012 6

Roma, giugno 2010

Carissimo don Alfredo,la ringrazio contento dell’invito a

ricordare il quarantesimo anniver-sario della mia ordinazione sacer-dotale a Barzio, la prima domenicadi agosto, quando nella nostra par-rocchia si celebra la festa della Ma-donna del Rosario.

Quanti ricordi traboccanti di com-mozione e di gratitudine al Signorerinnova la festa della Madonna delRosario con la processione alla seraper le vie del paese! Quelle feste e

quelle processioni sono state forseil momento più lieto e più bellodella mia fanciullezza. Come erabella agli occhi di un bambinol’immagine tutta d’oro della Ma-donna esposta in chiesa e portatain processione!

Solo di recente ho saputo dalle miesorelle che mia mamma, subito dopoil mio battesimo, davanti a quell’im-magine aveva offerto alla Madonna ilsuo primo figlio reso, un istante pri-ma, figlio di Dio. Quante lacrime digratitudine ha donato alla mia vitaquel gesto di mia madre.

Fiducia!

È la mano di Gesù

che conduce tutto…

Santa Teresa di Gesù Bambino

Nel 2010 don Giacomo festeggiava quarant’anni di sacerdozio. Per ricordare l’evento,

don Alfredo Comi, parroco di Barzio fin dai tempi in cui don Giacomo

fu ordinato sacerdote, gli scrisse invitandolo, il 1 agosto di quell’anno, nel paese d’origine.

Pubblichiamo la lettera di risposta di don Giacomo

73OGIORNI - 3/4 - 2012

Non stanchiamoci

di pregare.

La fiducia fa miracoli.

Santa Teresa di Gesù Bambino

Vorrei esprimere tutto il camminodi questi quarant’anni di sacerdoziocon le parole di sant’Ambrogio: «Om-nia igitur habemus in Christo, omnia Ch-ristus est nobis / In Cristo abbiamo tut-to, Cristo è tutto per noi».

Queste parole le ho imparate a me-moria nel mio seminario e già allorami apparivano così belle. È stato ilcammino degli anni, con gli incontridi grazia, la rinnovata misericordiaper i poveri peccati, i miracoli, a ren-dere così reale, così bella, così vicina almio povero cuore la realtà stessa chequelle parole indicano.

Così, «a lode e gloria della Sua gra-zia con la quale ci ha graziati nel SuoFiglio diletto» (san Paolo, Lettera agliEfesini 1, 6), trascrivo le parole disant’Ambrogio:

«In Cristo abbiamo tutto. Ognuno si avvicini a Lui: chi è am-

malato a causa dei peccati, chi è comeinchiodato dalla sua concupiscenza,chi è imperfetto ma desideroso di pro-gredire con intensa preghiera, chi è giàcresciuto in molte virtù.

Siamo tutti del Signore e Cristo ètutto per noi.

Se desideri risanare le tue ferite, egliè medico; se sei arso dalla febbre, egliè fonte; se ti trovi oppresso dalla col-pa, egli è giustizia; se hai bisogno diaiuto, egli è forza; se hai paura dellamorte, egli è vita; se desideri il paradi-so, egli è via; se fuggi le tenebre, egli èluce; se cerchi il cibo, egli è nutrimen-to. “Gustate dunque e vedete quanto èdolce il Signore. Felice l’uomo chespera in Lui” (Salmo33, 9)».

Con rinnovati sentimenti di grati-tudine e di stima,

don Giacomo

Copertina

Anno della fede10 Fides christianorum

resurrectio Christi estDiscorso di Paolo VI

ai partecipanti al Simposio

sul mistero della risurrezione

di Gesù, Roma, 4 aprile 1970

In questo numero

Ecclesiam Suam40 Il testimone è colui

che offre il proprio corpo— del cardinale Georges Cottier

Viaggio pastorale a Cuba48 La visita di un Papa

conciliatore e i suoi frutti— del cardinale

Jaime Lucas Ortega y Alamino

53 Papa Benedetto ai bambini messicaniL’intervento tenuto sabato 24 marzo

in Plaza de la Paz a Guanajuato

Pasqua 201262 Surrexit Christus spes mea

Brani tratti dalle omelie

e dai discorsi di papa Benedetto XVI

in occasione della Santa Pasqua

In copertina:L’incredulità

di Tommaso,Sacro Speco,

Subiaco (Roma)

DIREZIONE E REDAZIONEVia Vincenzo Manzini, 45 - 00173 Roma - ItaliaTel. +39 06 72.64.041 Fax +39 06 72.63.33.95Internet:www.30giorni.it E-mail: [email protected]

Vicedirettori Roberto Rotondo - [email protected] Cubeddu - [email protected]

RedazioneAlessandra Francioni - [email protected] Malacaria - [email protected] Mattei - [email protected] Quattrucci - [email protected] Valente - [email protected]

GraficaMarco Pigliapoco - [email protected] Scicolone - [email protected] Viola - [email protected]

Ricerca iconograficaPaolo Galosi - [email protected]

CollaboratoriPierluca Azzaro, Françoise-Marie Babinet, Pina Baglioni, Marie-Ange Beaugrand, Maurizio Benzi,Lorenzo Bianchi, Lorenzo Biondi, Massimo Borghesi, Lucio Brunelli, Rodolfo Caporale, Lorenzo Cappelletti, Gianni Cardinale, Stefania Falasca, Giuseppe Frangi, Silvia Kritzenberger, Walter Montini, Jane Nogara, Stefano M. Paci, Felix Palacios, Tommaso Ricci, Giovanni Ricciardi

Hanno inoltre collaborato a questo numero: il cardinale Georges Cottier, il cardinale Jaime Lucas Ortega y Alamino,il patriarca Béchara Boutros Raï

Segreteria [email protected]

Ufficio legaleDavide Ramazzotti - [email protected]

3OGIORNI nella Chiesa e nel mondoè una pubblicazione mensile registrata presso il Tribunale di Roma in data 11/11/93, n. 501.La testata beneficia di contributi statali diretti di cui legge 7 agosto 1990, n. 250

Società editriceTrenta Giorni soc. coop. a r. l. Sede legale: Via V. Manzini, 45 - 00173 Roma

Consiglio di amministrazioneGiampaolo Frezza (presidente) Massimo Quattrucci (vice presidente)Giovanni Cubeddu, Paolo Mattei, Roberto Rotondo, Michele Sancioni, Gianni Valente

Direttore responsabileRoberto Rotondo

StampaArti Grafiche La Moderna Via di Tor Cervara, 171 - Roma

Distribuzione in libreriaMessaggero distribuzione srlPadova tel. 0498930922Milano tel. 027490679Roma tel. 0666166173

UFFICIO ABBONAMENTI E DIFFUSIONEVia V. Manzini, 45 - 00173 RomaTel. +39 06 72.64.041 Fax +39 06 72.63.33.95E-mail: [email protected] lunedì al venerdì dalle ore 9,00 alle ore 18,00e-mail: [email protected]

AbbonamentiItalia €45; Europa €60; Africa e Brasile €25; resto del mondo €70. Una copia €5; una copia con libro €6.Arretrati il doppio del prezzo di copertina

Versamenti• C/C postale n. 13974043 intestato a: CooperativaTrenta Giorni, Via V. Manzini, 45 00173 Roma;• oppure inviare assegno bancario non trasferibile intestato a Trenta Giorni s. c. r. l., allʼUfficio abbonamenti;• oppure Bonifico bancario sul conto n. 074003252819,intestato a “Trenta Giorni scrl”, banca Intesa Sanpaolo,IBAN IT36 Y030 6903 2070 7400 3252 819, BIC BCITITMM

Mensile sped. abb. post. 45% D.L. 353/2003 (conv.in L. 27/02/04 n.46) art.1, comma 2 - DCB - Roma

Questo numero è stato chiusoin redazione il 20 aprile 2012

Finito di stampare nel mese di maggio 2012

pag. 40

Il cardinale Georges Cottier: l’immagine della luna aiuta a cogliere la natura della Chiesa e l’orizzonte della sua missione

Il testimone è colui che offre il proprio corpo

Sommarioanno

XX

XN. 3/4 ANNO 2012

Questo numero di 30Giorni, chiuso in redazione il 20 aprile 2012, è stato ideato, realizzato e rivisto con don Giacomo Tantardini, come sempre

3OGIORNInella Chiesa e nel mondo

Direttore Giulio Andreotti

Omelia72 «Se Cristo non è risorto,

vuota è anche la vostra fede» — del patriarca di Antiochia dei Maroniti

Béchara Boutros Raï

Dante78 Il cardinale a casa del poeta

Intervista con il cardinale

Gianfranco Ravasi — di P. Mattei

Anniversari84 La propensione

della Chiesa alla memoriaIntervista con il cardinale Raffaele Farina

— di R. Rotondo

Cristianesimo91 «Dio, come bambino,

mendica, per così dire, il nostro amore»L’omelia di papa Benedetto XVI

in occasione della santa messa

per il suo ottantacinquesimo

compleanno

Rubriche

18 Lettere da tutto il mondo

56 30Giorni in breve

CREDITI FOTOGRAFICI

Franco Capovilla: p.3; Marco Ganassa: p.5; Getty Images: pp.18,32-33,35,48-49; Corbis: pp.18-19,21,22,26,38; Contrasto:pp.28-29,80; Reuters/Contrasto: pp.30-31;Lessing/Contrasto: pp.36-37; OsservatoreRomano: pp.48,48-49,49,50-51,53,63,64,65,66-67,68,91,92,95; Associated Press/LaPresse: pp.51,52,59,80,82,84; Per gentile concessione del Patriarcatodi Antiochia dei Maroniti:pp.73,75; Archivi Alinari,Firenze. Per concessionedel Ministero per i Beni e le Attività Culturali: p.78;Paolo Galosi: p.78; Immagini tratte dal catalogo Lux in Arcana.LʼArchivio Segreto Vaticanosi rivela, Palombi Editore:pp.84, 85,87,88; RomanoSiciliani: p.85.

Casa di Dante

Incontro con il cardinaleGianfranco Ravasi: come Dante

può essere utile alla Chiesa perché essa torni a parlare di Dio

Viaggi apostolici

Un articolo del cardinale Jaime Lucas Ortega y Alamino,arcivescovo di San Cristóbal de La Habana, sui frutti del viaggio di Benedetto XVI a Cuba

Anniversari

Intervista con il cardinalebibliotecario Raffaele Farina

in occasione dei quattrocento annidell’Archivio Segreto Vaticano

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pag. 78

pag. 48

pag. 84

Anno della fede

Editoriale

Come editoriale di questo numero pubblichiamo il discorso di Paolo VIai partecipanti al Simposio sul mistero della risurrezione di Gesù,Roma, 4 aprile 1970

Gentili signori,siamo molto colpiti per le parole piene

di affetto e fiducia che il reverendo padreDhanis ci ha rivolto a nome vostro, e rin-graziamo il Signore che ci dona questoincontro con specialisti altamente quali-ficati nel campo dell’esegesi, della teolo-gia e della filosofia venuti a condividerefraternamente le loro ricerche sul misterodella risurrezione di Cristo. Sì, davvero cirallegriamo molto per questo Sympo-sium, favorito dall’amabile ospitalità del-l’Istituto San Domenico sulla via Cassia eci felicitiamo con i responsabili e tutti ipartecipanti che cordialmente accoglia-mo qui, felici di esprimere loro, unita-mente alla nostra profonda stima, la no-stra particolare benevolenza e il nostropiù vivo incoraggiamento.

Per venire incontro alle vostre attese,vorremmo in tutta semplicità offrirvi

Fides christianorum resurrectio Christi est

In queste pagine, alcuni affreschi del XIV secolo, Chiesa superiore del Sacro Speco, Subiaco (Roma); nella pagina accanto, Gesù risorto e l’apostolo Tommaso, particolare

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3OGIORNI - 3/4 - 2012 11

Paolo VI in preghiera al Santo Sepolcro

ANNO DELLA FEDE

alcuni pensieri che ci suggerisce questofondamentale tema della risurrezione diGesù, da voi felicemente scelto come og-getto dei vostri lavori.

1. C’è bisogno forse, tanto per comin-ciare, di farvi presente l’importanza basi-lare che Noi attribuiamo a questo studio,al pari di tutti i nostri figli e fratelli cristia-ni, e, oseremmo dire, ancor più di tuttiloro, dato il posto in cui il Signore ci hacollocato in seno alla sua Chiesa, qualetestimone e custode privilegiato della fe-de? Voi ne siete fin troppo convinti!

La storia evangelica non è forse tuttacentrata sulla risurrezione: senza di essa,che cosa sarebbero gli stessi Vangeli, iquali annunciano la Buona Novella delSignore Gesù? Non si trova forse in essala fonte di tutta la predicazione cristiana, acominciare dal primo kerygma, che nasceproprio dalla testimonianza della Risur-rezione (cfr. At 2, 32)?

Non è forse il perno di tutta l’episte-mologia della fede, senza del quale essaperderebbe la sua consistenza, secondole parole stesse dell’apostolo san Paolo:«Ma se Cristo non è risorto, allora […] èvana la nostra fede» (cfr. 1Cor 15, 14)?

Non è forse solo la risurrezione di Ge-sù a conferire senso a tutta la liturgia, allenostre “Eucaristie”, coll’assicurare la pre-senza del Risorto che noi celebriamo nel-

l’azione di grazie: «Annunciamo la tuamorte, o Signore, proclamiamo la tua ri-surrezione, nell’attesa della tua venuta»(Anamnesi)?

Sì, tutta la speranza cristiana si fondasulla risurrezione di Cristo, sulla qualesi “àncora” la nostra stessa risurrezionecon lui. Anzi, siamo fin d’ora risorti conlui (cfr. Col 3, 1): tutta la stoffa della no-stra vita cristiana è intessuta di questaincrollabile certezza e di questa realtànascosta, con la gioia e il dinamismoche ne derivano.

2. Inoltre, non è forse stupefacenteche un siffatto mistero, tanto fonda-mentale per la nostra fede, così prodi-gioso per la nostra intelligenza, abbiasempre suscitato, insieme all’interesseappassionato degli esegeti, varie for-me di contestazione in tutto il corsodella storia? Fenomeno che già si ma-nifestò quando ancora era in vita l’e-vangelista Giovanni, il quale ritennenecessario precisare che l’increduloTommaso era stato invitato a toccarecon le proprie mani i segni dei chiodi eil costato ferito del Verbo della vita ri-sorto (cfr. Gv 20, 24-29).

Come non ricordare, da quel mo-mento in poi, i tentativi, di una gnosisempre rinascente sotto molteplici for-me, di penetrare questo mistero con

12 3OGIORNI - 3/4 - 2012

Editoriale

ogni risorsa dello spirito umano e cer-care di ridurlo alle dimensioni di cate-gorie meramente umane? Tentazioneben comprensibile, certo, e senz’altroinevitabile, ma di cui una temibile chi-na tende a svuotare impercettibilmentetutte le ricchezze e la portata di quelloche è innanzitutto un fatto: la risurre-zione del Salvatore.

Ancora oggi – e non è certo a voi cheNoi dobbiamo ricordarlo – vediamo

questa tendenza manifestare le sue ulti-me drammatiche conseguenze giungen-do a negare, da parte di fedeli che si di-cono cristiani, il valore storico delle te-stimonianze ispirate o, più recentemen-te, interpretando in modo puramentemitico, spirituale o morale, la risurre-zione fisica di Gesù. Come non avvertirenettamente l’effetto distruttivo in tantifedeli di queste discussioni deleterie?Ma – Noi lo proclamiamo con forza –

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Le tre Marie al sepolcro

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ANNO DELLA FEDE

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Gesù risorto e Maria Maddalena

Editoriale

è senza timore che consideriamo tuttoquesto, perché, oggi come ieri, la testi-monianza «degli Undici e dei loro com-pagni» è in grado, con la grazia delloSpirito Santo, di suscitare la vera fede:«Davvero il Signore è risorto ed è appar-so a Simone» (Lc 24, 34-35).

3. È con questi sentimenti che Noi se-guiamo con grande rispetto il lavoro er-meneutico ed esegetico che uomini discienza qualificati come voi svolgono suquesto tema fondamentale. Questo at-teggiamento è conforme ai principi e al-le norme che la Chiesa cattolica ha stabi-lito per gli studi biblici; basti qui ricor-dare le ben note encicliche dei nostripredecessori, la Providentissimus Deus, diLeone XIII, del 1893, e la Divino afflanteSpiritu di Pio XII, del 1943, oltre alla re-cente costituzione dogmatica Dei Ver-bum del Concilio Vaticano II: non solo visi trova riconosciuta la giusta libertà diricerca, ma vi si raccomanda anche losforzo necessario di adattare lo studiodella Sacra Scrittura alle esigenze d’oggie di «comprendere in maniera esatta ciòche l’autore sacro ha voluto affermare»(cfr. Dei Verbum, n. 12).

Questa prospettiva suscita l’attenzio-ne del mondo della cultura ed è fonte dinuovi arricchimenti per gli studi biblici.Noi siamo felici che sia così. Come sem-pre la Chiesa si mostra custode gelosadella rivelazione scritta; e oggi si mostraanimata da una preoccupazione realisti-ca: conoscere tutto e ponderare tutto con

discernimento, interpretando in modocritico il testo biblico. In tal modo laChiesa, mentre si dota dei mezzi per co-noscere il pensiero altrui, cerca di verifi-care quanto le è proprio e di offrire occa-sioni di incontri franchi e confortanti atanti spiriti retti in ricerca. Anzi, la Chie-sa stessa incontra le difficoltà inerenti al-l’esegesi di testi dubbi e difficili, e speri-menta l’utilità di opinioni diverse. Giàsant’Agostino osservava: «Utile est au-tem ut de obscuritatibus divinarumScripturarum, quas exercitationis no-strae causa Deus esse voluit, multae in-veniantur sententiae, cum aliud alii vi-detur, quae tamen omnes sanae fideidoctrinaeque concordent» (Ep. ad Pauli-num 149, 3, 34: PL 33, 644) [È utile d’al-tronde che a proposito di passi oscuridelle Sacre Scritture, permessi da Dio af-finché fossimo indotti a esercitarci nellaricerca, s’incontrino molte opinioni, vi-sto che alcuni vi vedono una cosa, alcuniun’altra, purché la divergenza delle in-terpretazioni non sia in contrasto con lasana dottrina della fede].

E la Chiesa esorta, sempre sotto la gui-da di sant’Agostino, a cercare le soluzio-ni attraverso lo studio unito alla preghie-ra: «Non solum admonendi sunt studio-si venerabilium Litterarum, ut in Scrip-turis sanctis genera locutionum sciant[…], verum etiam, quod est praecipuumet maxime necessarium, orent ut intelli-gant» (De doctrina christiana 3, 37, 56: PL34, 89). [Quanto agli studiosi dei testisacri, non solo li si deve spingere a co- ¬

3OGIORNI - 3/4 - 2012 15

ANNO DELLA FEDE

noscere i generi letterari in uso nelle SacreScritture […] ma anche, e ciò è la cosaprincipale e più necessaria, a pregare percomprendere].

4. Ma torniamo al tema che è l’ogget-to del vostro Symposium. Ci sembra chel’insieme delle analisi e delle riflessionigiunga a confermare, con l’aiuto di nuo-ve ricerche, la dottrina che la Chiesa ri-conosce e professa per quanto concerneil mistero della Risurrezione. Come no-tava con finezza e delicatezza il com-pianto Romano Guardini in una acutameditazione di fede, i racconti evangeli-ci sottolineano «spesso e con forza cheCristo risorto è diverso da come era pri-ma della Pasqua e dagli altri uomini. Lasua natura, nei racconti, ha qualcosa distrano. Il suo avvicinarsi sconvolge,riempie di spavento. Mentre in prece-denza “veniva” e “andava”, ora si diceche “appariva” “all’improvviso”, accan-to ai viandanti, che “spariva”» (cfr. Mc16, 9-14; Lc 24, 31-36). Le barriere cor-poree non esistono più per lui. Non èpiù legato alle frontiere dello spazio edel tempo. Si muove con una libertànuova, sconosciuta sulla terra, ma allostesso tempo viene affermato con forzache Egli è Gesù di Nazareth, in carne eossa, quello che ha vissuto precedente-mente con i suoi, e non un fantasma».Sì, «il Signore è trasformato. Egli vive in

un modo diverso da prima. La sua esi-stenza presente è per noi incomprensi-bile. Eppure è corporea, contiene Gesùtutto intero [...] anzi, attraverso le suepiaghe, contiene tutta la sua vita vissuta,la sorte che egli ha subito, la sua passio-ne e la sua morte». Non si tratta dunquesoltanto della sopravvivenza gloriosadel suo io. Siamo in presenza di unarealtà profonda e complessa, di una vitanuova, pienamente umana: «La pene-trazione, la trasformazione di tutta la vi-ta, compreso il corpo, per la presenzadello Spirito Santo […] Noirealizziamo questo cam-biamento d’asse che si chia-ma fede e che, invece dipensare Cristo in funzionedel mondo, fa sì che si pen-si il mondo e tutte le cose infunzione di Cristo […] LaRisurrezione sviluppa ungerme da sempre presentein lui». Sì, diremo con Ro-mano Guardini: «La Risur-rezione e la trasfigurazioneci sono necessarie per com-prendere veramente cos’è ilcorpo umano […] in realtà,soltanto il cristianesimo haosato porre il corpo nelleprofondità più recondite diDio» (R. Guardini, Le Sei-

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Editoriale

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gneur, trad. R. P. Lorson, vol. II, Alsatia,Paris 1945, pp. 119-126).

Davanti a questo mistero siamo tuttipresi dall’ammirazione e colmi di stupo-re, proprio come davanti ai misteri del-l’Incarnazione e della nascita verginale(cfr. san Gregorio Magno, Hom. 26 in Ev.,lettura del breviario della Domenica inAlbis). Lasciamoci quindi introdurre,con gli apostoli, nella fede in Cristo ri-sorto che solo può darci la salvezza (cfr.At 4, 12). E siamo anche pieni di fiducia,nella sicurezza della Tradizione che laChiesa garantisce con il suo magistero, laChiesa che incoraggia lo studio scientifi-co e al tempo stesso continua a procla-mare la fede degli apostoli.

Cari signori, queste poche sempliciparole al termine dei vostri dotti lavorinon volevano peraltro che incoraggiarvia proseguirli in questa stessa fede, senzamai perdere di vista il servizio al popolodi Dio, completamente rigenerato «me-diante la risurrezione di Gesù Cristo daimorti, per una speranza viva» (1Pt 1, 3).E noi, a nome di colui «che è morto ed ètornato alla vita», questo «testimone fe-dele e il primogenito dei morti» (Ap 2, 8;1, 5), vi impartiamo di tutto cuore, co-me pegno di copiose grazie per la fecon-dità delle vostre ricerche, la nostra apo-stolica benedizione.

Tratto da 30Giorni del gennaio 2008

L’incredulità di Tommaso

ANNO DELLA FEDE

PERÙMONASTERO SANTA CLARA

30Giorni ci permette di essereaggiornate sulla nostra Chiesa

Cusco, 3 gennaio 2012

Signor direttore,nel porgerle un cordiale saluto di pace e bene, a no-me di tutte le suore clarisse della città di Cusco, edesprimendo l’augurio che abbia trascorso felici fe-ste di Natale e che in questo 2012 sia colmato dellebenedizioni di Nostro Signore, desideriamo ringra-ziarla per la rivista che amabilmente ci inviava fino acirca sei mesi fa.

Rinnovo le mie felicitazioni per il grande lavoroche realizzate con la rivista 30Giorni, che è uno stru-mento ricco di informazioni, che ci permette di esse-re continuamente aggiornate sulla nostra Chiesa.Tuttavia, con la presente, le comunico che purtrop-

Lettere da tutto i l mondo • Lettere da tutto

La sala del Cenacolo

193OGIORNI - 3/4 - 2012

po da circa sei mesi non riceviamo più la prestigiosarivista ed essendo grande desiderio di tutte le suorecontinuare a riceverla per quest’anno, le chiedo dicontinuare ad inviarcela. Se fosse necessario farequalcosa a tale scopo, le chiedo di comunicarcelo.

Porgiamo gli auguri perché continui il successodella rivista, chiedendo sempre all’Altissimo di be-nedire l’opera che lei realizza.

La saluto fraternamente in Cristo, Francesco eChiara, in attesa di una sua risposta.

la badessa suor Leocadia Sallo Huaman

CUBA

Abbiamo ricevuto Quien reza se salvaper le comunità povere che visitiamo

L’Avana, 8 gennaio 2012

Caro signor Giulio Andreotti,pace e salute!

Le scrivo questa lettera per ringraziarla di tuttocuore della sua attenzione per noi e, in particolare,per le comunità povere di cui ci occupiamo e che visi-tiamo. Abbiamo ricevuto presto e in buono stato i duepacchetti contenenti i libri Quien reza se salva.

Ieri, 7 gennaio, abbiamo iniziato l’Anno giubila-re mariano per i quattrocento anni del ritrovamentoin mare della benedetta statua della Madonna dellaCaridad del Cobre e il 26 marzo avremo la visita dipapa Benedetto XVI per due giorni.

Non vogliamo disturbarla, ma quando può in-viarci qualche aiuto, sappia che è cosa molto gradi-ta di cui ne abbiamo bisogno. Senza denaro per pa-gare ma con un cuore riconoscente in Cristo, le rin-noviamo i nostri ringraziamenti.

Le offro la mia casa quando vorrà venire. Grazie e benedizioni,

Sergio León Mendiboure

BANGLADESHXAVERIAN HOUSE

La messa vale molto più dei miei buoni pensieri

Dhaka, 8 gennaio 2012

Cari amici della redazione di 30Giorni,un cordiale augurio di buon anno. Secondo il vostro invito celebrerò una santa messa perdon Tantardini, anche perché mi sento in debito per lesue illuminanti meditazioni su sant’Agostino. Ora stostampando in bengalese una edizione delle Confessio-ni. Spesso ho pensato a lui. Ma la messa vale molto dipiù dei miei buoni pensieri, perché ci mette in contattodiretto con il nostro intercessore presso il Padre.

padre Silvano Garello

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In queste pagine, alcune immagini dei luoghi

della Passione di Gesù a Gerusalemme;

sopra, una panoramica del Monte degli Ulivi

20 3OGIORNI - 3/4 - 2012

FILIPPINECARMELITANE DEL MONASTERO

SAINT JOHN OF THE CROSS

Molte grazie per il dono di Who prays is saved

Ozamiz City, 8 gennaio 2012

Festa del Battesimo del Signore.

Gentile senatore Andreotti,siano lodati Gesù Cristo e Maria, nostra benedettaMadre!

Un felice nuovo anno colmo di grazie a lei, aisuoi famigliari e ai suoi collaboratori di 30Days!

Molte grazie per il dono di Who prays is saved,da noi richiesto per poterlo offrire come omaggio-ricordo per l’imminente ricorrenza dei cinquan-t’anni di fondazione del nostro Carmelo, il 3 otto-bre di quest’anno. Abbiamo ricevuto le diciottoscatole, perfettamente imballate e intatte, appenapoco prima di Natale. Grazie infinite per la gene-rosa e sollecita risposta alla nostra richiesta. Sia-mo rimaste davvero commosse, e profondamente,dal loro arrivo quale dono speciale d’amore pernoi in questo Natale.

Al momento, in particolar modo qui da noi, aMindanao, siamo tutti impegnati a darci pena e fa-re il possibile per aiutare con abiti usati e ogni altraforma di solidarietà la nostra popolazione, vittimadel terribile tifone che ha colpito parte del nostroPaese. Alcune comunità sono state completamen-te spazzate via dall’improvviso arrivo delle acque al-luvionali, violente e rapide, che in alcune zone han-no raggiunto i nove metri e una velocità tale da co-gliere di sorpresa molti che non hanno potuto farniente e sono stati trascinati via e annegati. A tut-t’oggi non mangiamo pesce per i moltissimi cada-veri dispersi nei nostri mari ancora in attesa di esse-re recuperati.

Il Signore vi ricompensi con mille bene-dizioni per la vostra carità, gentilezza, ge-nerosità e bontà. Voi e la vostra opera den-tro e per la Chiesa siete ormai parte impor-tante dei nostri sentimenti e delle nostrepreghiere.

Nella nostra prima lettera accennavo allasperanza di far tradurre Who prays is savedin cebuano per quelli della nostra gente chesi sentono più a loro agio a pregare nel dia-letto locale. A voi non crea problemi se lo fac-ciamo tradurre, vero? Non siamo però sicureche il progetto possa andare in porto, visto cheal momento non abbiamo nessuno disposto afinanziarne la pubblicazione. Ad ogni modo,rimettiamo tutto nelle mani amorevoli di Dio.

Dio benedica lei, i suoi famigliari e i suoicollaboratori di 30Days, gentile senatoreAndreotti. Ancora una volta grazie per tuttoquello che avete fatto per noi. Per quanto ri-guarda la nostra campana, un amico inge-gnere ci ha assicurato che è possibile farnefondere una di discreta qualità per il nostromonastero qui nelle Filippine. La terremoinformata sulla vicenda.

Ogni benedizione dal Signore e dalla no-stra Beata Vergine del Carmelo.

A nome della reverenda madre e della co-munità,

suor Mary Therese, ocd

CANADAMISSIONARIE DI CRISTO RE

30Giorni per le nostre sorelle in Benin e Costa D’Avorio

Montréal, Québec, 10 gennaio 2012

Signor direttore,con queste poche righe desideriamo ringraziarlasinceramente per la sua fedeltà nell’inviarci la bellarivista 30Giorni nella Chiesa e nel mondo che cimette al corrente dell’irraggiamento, degli impegnie dell’attualità della Chiesa universale nel mondo.

Siamo una congregazione esclusivamente mis-sionaria, che opera accanto ai più poveri in diversi

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Paesi; può capire, quindi, quanto ci interessi la suarivista. Vorremmo che le nostre suore che sono inBenin e Costa d’Avorio potessero beneficiare dellenotizie della sua bella pubblicazione. Potrebbe gen-tilmente inviarla anche a loro, come fa con noi,ogni mese? Se la risposta è positiva, potremmomandarle il loro indirizzo postale.

Cogliamo l’occasione per augurarle un anno difelicità e pace. Il Signore la guidi sempre. Ancorauna volta, grazie del suo gesto di gratuità.

In unione di preghiera,

la superiora generale suor Claudette Morin, mcr

ITALIACLARISSE CAPPUCCINE DEL MONASTERO SAN GIUSEPPE

Le nostre preghiere alla Vergine Immacolata per la guarigione di don Giacomo Tantardini

Capriate San Gervasio, Bergamo, 10 gennaio 2012

Aderiamo volentieri all’invito di pregare per donGiacomo Tantardini ed eleviamo le nostre umili sup-pliche alla Vergine Immacolata per impetrarle la gra-zia della guarigione.

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Chiesa dell’Agonia, nei pressi

del Monte degli Ulivi

22 3OGIORNI - 3/4 - 2012

Approfittiamo per ringraziare della bellissima ri-vista 30Giorni che ci offre una panoramica a largoraggio della vita ecclesiale e sociale!

Grazie, anche per il libretto e il cd dei bellissimicanti gregoriani!

Con ricordo orante,

suor Mariangela e sorelle clarisse cappuccine

BRASILESCUOLA PROFESSIONALE PIAMARTINA JOÃO XXIII

Il Signore benedica il vostro impegno“nella Chiesa e nel mondo”

Ponta Grossa, Paraná, 11 gennaio 2012

Pregiatissima redazione di 30Giorni,da anni la nostra missione sta ricevendo 30Giorni,nell’edizione portoghese e, assieme alla mia co-munità religiosa, vengo a esprimere la più viva ri-conoscenza.

Io personalmente mi trovo in Brasile da trenta-sette anni, impegnato con la comunità religiosaPiamartina nell’accoglienza e formazione umana,cristiana e professionale di bambini, adolescenti egiovani provenienti dalle classi più povere, orfanie con situazioni familiari disastrose, spesso addirit-tura tragiche.

Mentre ringrazio per il dono della rivista, che ri-ceviamo regolarmente, vorrei chiedervi di aggior-nare il nostro indirizzo.

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Ulivi nel giardino del Getsemani

233OGIORNI - 3/4 - 2012

Grazie per la vostra cortese attenzione.Con i migliori auguri di buona continuazione nel

nuovo anno da poco iniziato, saluto cordialmentechiedendo al Signore di benedire il vostro impegno“nella Chiesa e nel mondo”.

Con grande stima,

padre Livio Bosetti

MALAYSIAARCIDIOCESI DI KUCHING

È un piacere leggere la vostra eccellente rivista

Kuching, Sarawak, 13 gennaio 2012

Gentile direttore,le scrivo per esprimere i miei sentiti ringraziamentia lei e all’editore per l’invio, ogni mese da anni or-mai, di una copia omaggio della vostra eccellente ri-vista. È un piacere leggerla e di solito la passo poi aun parroco per la biblioteca della sua parrocchiaperché anche altri possano leggerla.

Sarei grato di continuare a ricevere 30Days.Avendo cambiato abitazione, le chiedo di utilizza-

re per l’invio il nuovo indirizzo che allego qui diseguito.

Ho lasciato il ministero episcopale circa otto an-ni fa. Grazie a Dio sono ancora in grado di offrire ilmio servizio alla gente in alcune parrocchie nei finesettimana e a svolgere attività di formazione di fedeper adulti durante la settimana.

Queste attività mi fanno sentire felice e utile.

monsignor Peter Chung Hoan Ting, arcivescovo emerito di Kuching

UGANDACOMBONIANE DEL LACOR HOSPITAL

Who prays is saved è una verabenedizione per i malati

Gulu, 16 gennaio 2012

Onorevole senatore Andreotti,con questa mia voglio informarla diaver ricevuto cinquanta copie dei pic-coli libri Who prays is saved, che ri-tengo un immenso dono.

Non so descriverle la grande gioiaper l’opportunità di fare contenti tantimalati ricoverati nel nostro ospedale,che spesso chiedono riviste, giornali,libretti di argomento religioso perriempire il tempo che non passa mai.

Molti di loro sono persone colte, cristiani convin-ti che sanno attirare, convincere, trasmettere il verosignificato della preghiera. Anch’io ritengo Whoprays is saved una vera benedizione, giunta tramitela sua carità. Voglia gradire il mio sincero e dovero-so grazie, che in realtà è ben poco, ma le promettola mia preghiera e quella dei beneficiandi.

Con sincero affetto e tanta riconoscenza, rinno-vo il mio sincero e doveroso grazie e l’augurio dibuon anno 2012.

suor Romilde Spinato

P.S. Dimenticavo di ringraziarla per la bellissima rivi-sta 30Giorni in italiano e in inglese che arriva puntual-mente. Voglia il Signore ricompensarla ampiamente!

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La chiesa della Flagellazione

24 3OGIORNI - 3/4 - 2012

ANGOLADOMENICANE DEL MONASTERO MÃE DE DEUS

Grazie per Quem reza se salvache abbiamo distribuito ai poveri

Kuito, Bié, 16 gennaio 2012

Stimatissimo nel Signoresignor Giulio Andreotti, riceva il nostro cordiale sa-luto nel Signore. Auguriamo salute e serenità a lei, atutti i suoi collaboratori e alla sua famiglia, sperandoche il nuovo anno 2012 le abbia portato la gioia e labenedizione di Dio nostro Signore.

La nostra comunità, per grazia di Dio nostro Pa-dre provvidente, ha cominciato il nuovo anno conrinnovato entusiasmo, confidando nella Sua miseri-cordia, per i giorni futuri. Abbiamo trascorso i gior-ni di Natale con grande letizia comunitaria, per lapresenza del Dio-con-noi. Gli abbiamo chiesto didarci la grazia della fedeltà e di farci permaneresempre nel suo amore.

Le scriviamo solo per ringraziarla di aver accoltola nostra richiesta di libretti Quem reza se salva, deiquali ci sono arrivate 84 copie che abbiamo già di-stribuito a tutti i poveri del nostro quartiere e dellaparrocchia di São José.

La ringraziamo del suo impegno e lavoro, perdiffondere la dottrina della nostra fede in modo mol-to accessibile alla gente semplice del popolo di Dio;preghiamo perché non le manchino mai la fortezzae l’amore nella dedizione a una così bella missionenella Vigna del Signore che è la Santa Chiesa.

Le assicuro il nostro ricordo costante nella pre-ghiera.

Sempre uniti nella preghiera,

suor Maria Reis do Espírito Santo

BRASILEDIOCESI DI AMPARO

Auguro che 30Giorni riceva sempre le grazie di Dio

Amparo, San Paolo, 20 gennaio 2012

Pregiato direttore Andreotti,le auguro molta pace. È stato per me motivo di gran-de gioia ricevere puntualmente la rivista 30Giorninella Chiesa e nel mondo, perché così ho avuto lapossibilità di seguire da vicino il cammino della nostraChiesa nelle diverse parti del mondo.

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Uno scorcio della Via Dolorosa

253OGIORNI - 3/4 - 2012

Auguro che questo mezzo di comunicazione ri-ceva sempre le grazie di Dio per continuare a realiz-zare la volontà del Signore nel campo dell’evange-lizzazione, aiutando i fratelli a seguire le vie indicateda Dio.

Ora, in qualità di emerito, mi è stato chiesto diassumere l’impegno di accompagnare la pastoralesanitaria nel Regional Sul I, ed è stata una cosa mol-to positiva per me, per poter continuare a dare unaiuto in quello che posso, nonostante l’età.

Mi auguro che abbia trascorso un felice Natale eche il 2012 sia un anno di prosperità.

monsignor Francisco José Zugliani,vescovo emerito di Amparo

FRANCIAABBAYE NOTRE-DAME SAINT-EUSTASE

L’umanità di Cristo è la nostra felicitàè un dono splendido

Eyres-Moncube, 20 gennaio 2012

Caro signore,un grande ringraziamento per i due pacchi conte-nenti ognuno un buon numero di copie della medi-tazione L’umanità di Cristo è la nostra felicità.

È uno splendido dono che potremo, a nostra vol-ta, donare a sacerdoti e laici attorno a noi.

Le assicuriamo la nostra preghiera riconoscente.

la badessa suor Françoise Marie

MESSICOMONASTERO VISITACIÓN DE SANTA MARÍA

Grazie per 30Días

Guadalajara, Jalísco, 22 gennaio 2012

Stimatissimo senatore Giulio Andreotti e collabora-tori di 30Días,salutiamo molto cordialmente tutti voi augurandovipace e gioia in Cristo, nostro Sommo Bene.

Con la presente, desideriamo ringraziarvi per lacarità che ci fate inviandoci gratuitamente la rivistae i supplementi che arrivano puntualmente. Attra-verso il vostro splendido lavoro professionale e cri-stiano diffondete il Vangelo di Cristo che illuminasorprendentemente il mondo e l’uomo di oggi e cirende coscienti della nostra condizione di essere sa-le e luce per il mondo.

In questa novena per la celebrazione di san Fran-cesco di Sales, nostro santo fondatore e patrono deigiornalisti, vi porgiamo le nostre felicitazioni e, nellanostra vocazione contemplativa, preghiamo per voiin modo particolare, perché cresciate nello zelo per lagloria di Dio e la salvezza delle anime. Vi chiediamo dipregare per la pace e la giustizia nel nostro Paese.

Molto fraternamente a nome della superiora,

reverenda madre María Esther Vallejo

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La piccola cappella della terza stazione della Via Crucis

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ITALIACARMELITANE SCALZE DEL MONASTERO DI SAN SILVESTRO

Assicuriamo la nostra preghiera per don Giacomo Tantardini

Pescara, 22 gennaio 2012

Onorevole senatore,le siamo molto riconoscenti per la rivista 30Giorniche ci fa pervenire puntualmente ogni mese. La tro-viamo molto interessante e anche stimolante sottotutti gli aspetti.

La ringraziamo anche per il libretto che ultima-mente vi è stato accluso, L’umanità di Cristo è lanostra felicità, meditazione di don Giacomo Tan-tardini per il quale assicuriamo la nostra preghieraaffinché il Signore gli doni la guarigione completadal suo male.

Infine ci permettiamo di chiederle in dono il cd deiCanti della Tradizione perché a noi non è arrivato.

Ricordandola nelle nostre preghiere, la ringra-ziamo sentitamente per tutto il bene che ci vuole.

suor Maria Geltrude dell’Immacolata, ocd

Pescara, 3 febbraio 2012

Onorevole senatore, la ringraziamo sentitamente per averci fatto perve-nire, con tanta sollecitudine, il libretto e il cd I cantidella Tradizione. Il tutto ci potrà servire per miglio-rare sempre più la nostra lode a Dio, secondo gliorientamenti della Chiesa.

Stia pur certo che lei sarà sempre presente nella

nostra preghiera quotidiana, affinché il Signore leconceda di lavorare ancora a lungo nella Sua vignae per il bene di tanti monasteri.

Con gratitudine le porgiamo i nostri più deferen-ti saluti.

suor Maria Geltrude dell’Immacolata, ocd

UNGHERIACARMELITANE DEL MONASTERO TOUS LES SAINTS

Bellissima la meditazione sul mistero del Natale

Magyarszék, 23 gennaio 2012

Cari amici,preghiamo di tutto cuore per la guarigione di donGiacomo Tantardini, di cui ci avete inviato la bellis-

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A destra, la piccola cappella della quarta stazione della Via Crucis; nella pagina accanto,

il luogo dove venne fissata la croce sul monte Calvario, attualmente dentro la Basilica del Santo Sepolcro

273OGIORNI - 3/4 - 2012

sima meditazione sul mistero del Natale. Il Signorelo aiuti in questa dura prova della malattia e gli diaforza e pace del cuore perché possa vivere le suesofferenze offrendole in unione con quelle di Gesùper la salvezza di molti e perché guarisca, se questaè la volontà di Dio, per continuare a servirlo con tut-to il cuore sulla nostra terra.

In comunione di preghiera, a nome di suorÁgnes, nostra priora,

suor Colette-Marie

CILESEMINARIO METROPOLITANO

«Non puoi seguire Cristo se lui stesso non ti attrae»

Concepción, 23 gennaio 2012

Stimati amici di 30Giorni,nel salutarvi mi permetto di ringraziarvi per l’invio

gratuito della rivista durante questo anno che staper finire. Grazie alle letture spirituali e ai chiari arti-coli presenti nella rivista, ho potuto conoscere il cri-stianesimo fedele alla Tradizione della Chiesa. Du-rante questi anni di formazione nel seminario, hopotuto sperimentare le parole di sant’Ambrogio:«Non potes sequi Christum nisi ipse te attrahat /non puoi seguire Cristo se lui stesso non ti attrae».

Grazie per la vostra generosità e memoria delSignore nel mondo. Prego il Signore per voi e perdon Giacomo in cui Cristo risplende e ci permettedi riconoscerlo in chi si è lasciato irradiare dallasua bellezza.

In Cristo e Maria Vergine,

Jorge Inaldi Heredia Lagos, seminarista

P.S. Stimati amici, vorrei chiedervi un grande favore:quello di inviarmi, se potete, alcune copie – se possibilesettanta – di Quien reza se salva, per donarle a un grup-po di giovani che si preparano alla cresima e con i qualifarò un ritiro. Attendo una risposta.

COLOMBIADIOCESI DI SINCELEJO

Chiedo la meditazione di don Giacomo Tantardini sulla santa Pasqua

Sincelejo, 24 gennaio 2012

Stimato signor Andreotti,un cordiale saluto per l’anno nuovo nello spirito del Na-tale, spirito di pace, di speranza e di salvezza umana.

Ho avuto l’opportunità di conoscerla personal-mente quando ero studente al Collegio Pio Latino aRoma. Anzi, qualche volta sono stato invitato alCongresso della Democrazia cristiana che si svolge-va lì. È stata un’opportunità importante per stabilirerelazioni con quest’ottica “carismatica”, propria delsuo tempo, al fine di essere presenza incisiva nelmondo politico a favore del bene comune.

Credo che all’esperienza della Democrazia cristia-na sia mancato il fatto di trarre lezione e di ispirarsi amodelli nuovi di partecipazione cristiana per poterincidere nel mondo delle realtà “temporali”.

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28 3OGIORNI - 3/4 - 2012

Ricevo regolarmente la rivista 30Días e ne se-guo il pensiero, ne assimilo i punti di vista e subito lapasso ad altri perché ne possano trarre profitto.Spero di riceverla sempre.

Di recente mi è arrivato il numero 6 del 2011,attraverso il quale sono venuto a sapere di una me-ditazione di don Giacomo Tantardini sulla santaPasqua. Vorrei sapere come posso averla, dato cheho visto commenti molto positivi e, del resto, cono-sco l’autore da tempo.

Mi scusi se rivolgo a lei questa richiesta, ma hovoluto cogliere l’occasione per salutarla personal-mente.

Il Signore ci benedica tutti,

Nel Beltrán Santamaría, vescovo di Sincelejo

REPUBBLICA CENTRAFRICANAMISSIONARI COMBONIANI

Gioia per il dono di Qui prie sauve son âme

Bangui, 27 gennaio 2012

Gentilissimo senatore Andreotti,ho appena ricevuto cinquanta copie di Qui priesauve son âme e vorrei riuscire a esprimerle la gio-ia che ho provato ricevendo questo bel dono, chemi è giunto tanto più gradito in quanto mi ha sor-preso la prontezza della risposta favorevole.

Grazie, senatore. Possa lei sentire in sé tantagioia quanta ne ho provata io, e quanta ne prove-ranno i catechisti del territorio affidatomi quando,venendo per la sessione di formazione, si vedrannomettere in mano questo libretto bello e utile. E pos-sa questa gioia accompagnare lei e i suoi collabora-tori lungo tutto questo nuovo anno.

Approfitto di quest’occasione anche per ringra-ziarla ancora per la rivista 30Jours che leggiamo

sempre con interesse, io e i confratelli della miacomunità, come anche i missionari di passaggio.Proprio oggi un confratello mi mostrava un nume-ro di 30Jours di cinque anni fa, certamente perdu-tosi in qualche ufficio postale, e di cui decantavaun articolo.

Ancora grazie per tutto il bene che fa a noi e atanti come noi.

Il Signore la benedice di certo e io Lo prego didarle tante grazie abbondanti.

padre Gianantonio Berti, mcci

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GRECIA

Vorrei ricevere 30Giorni presso il mio eremo sul Monte Athos

Monte Athos, 30 gennaio 2012

Signor Giulio Andreotti, direttore,ho fatto conoscenza con 30Giorni (in inglese) nell’ar-civescovado ortodosso di Atene, dove sono stato iero-monaco. Ora sono al Monte Athos, dove abito da soloin un eremo, vicino al monastero di Karakallou. Po-

trebbe farmi sapere le varie possibiltà per ricevere30Giorni? Vorrei abbonarmi all’edizione in linguafrancese, ma so leggere anche in italiano.

Vi ringrazio per le informazioni. Vi assicuro la miafraterna preghiera davanti all’icona di Cristo amiconostro Salvatore.

Con rispetto, Lui sia nostra gioia!

padre Iakovos

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Una panoramica della città vecchia di Gerusalemme

NICARAGUAPARROCCHIA SANTA CRUZ

Quien reza se salva sarà di grande aiutoper la gente povera

Casares, 6 febbraio 2012

Stimati amici,abbiamo ricevuto le cinquecento copie di Quienreza se salva, che avete voluto generosamente in-viarci. Sono arrivate in pochi giorni. Vi ringrazia-mo immensamente. Saranno di grande aiuto perla gente di qui, bambini e adulti, che non ha mezzieconomici. Preghiamo per voi e per la vostra ope-ra. Ricordateci davanti al Signore.

padre Balbino Rodríguez Lorenzana

CROAZIADIOCESI DI PARENZO E POLA

Preghiamo perché i sacerdoti siano santi secondo il Cuore di Gesù

Pola, 8 febbraio 2012

Stimatissimo onorevole Giulio Andreotti,le sono riconoscente per la sua rinomata rivista30Giorni che mi spedisce da anni, ultimamente in ita-liano, lingua che intendo meglio del tedesco.

Anch’io stimo e leggo la rivista ricca di informazionida varie parti del mondo, articoli e studi di teologia,storia della Chiesa e pastorale. Ne sono riconoscente eho celebrato la santa messa per la guarigione miraco-losa di don Giacomo Tantardini, se è volontà del Si-gnore che lo conservi ancora in questo mondo.

Essendo io stato nell’opera pastorale in Europa,America Latina e in Cina come missionario fidei do-num, pregherei che mi inviaste una copia in italiano edue in cinese del piccolo libro Chi prega si salva. Sono

stato in Cina otto anni come padre spirituale in un semi-nario Redemptoris Mater per il popolo cinese.

Ho fondato anche a Pola un simile seminario cheha dato in quindici anni cinquantadue preti e tre diaco-ni. È uno dei frutti del cammino neocatecumenale. So-no lieto che poco tempo fa siano stati fondati seminarisimili a Trieste e a Sarajevo.

In Istria siamo partiti da zero. Nel seminario minoredi Pazin, dove ero direttore spirituale, c’erano trecentoseminaristi: alla fine solo uno, che aveva come unicocompagno il cane da guardia.

Preghiamo per questi e per tutti i seminaristi e pretinel mondo, affinché siano preti santi secondo il Cuoredi Gesù.

Dio benedica lei e i suoi collaboratori nell’opera dievangelizzazione in tutto il mondo.

Con ossequi, la mia benedizione.

Antonio Bogetić, vescovo emerito di Parenzo e Pola

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ITALIAPASSIONISTE DEL MONASTERO TINELLA

L’umanità di Cristo è la nostra felicità

Costigliole d’Asti, 11 febbraio 2012

Stimatissimo senatore Andreotti,ad multos annos! Con questo augurio-preghierache si attualizza nel corso dei giorni per lei e per gliinsigni collaboratori, mentre la ringraziamo per larivista 30Giorni, ci sembra ancora doveroso espri-merle una gamma di sentimenti che vanno dallaprofonda stima per la sapiente e acuta competenzacon cui la dirige, alla cordiale e sincera ammirazio-ne per la misura alta della sua personalità morale espirituale che intravvediamo e respiriamo nell’edi-toriale et in reliquis...

È una vera gioia avere tra le mani una rivista cosìprestigiosa: veste tipografica distinta, repertorio foto-grafico bellissimo e articoli di alto contenuto per for-mazione, informazione, cultura, e ricchi di stimoliesaurienti per ampliare la conoscenza del mistero ec-clesiale e del nostro povero mondo, che è pur sempreassetato di Dio.

Un vero “organo”, ora che è infiorato dalle notegregoriane di cui noi usufruiamo ferialmente per la li-turgia eucaristica e per quella delle ore canoniche nellefeste e solennità! Grazie del dono, e grazie, se oso an-cora insistere, perché questa “preziosità” abbia il pri-mato anche nelle parrocchie.

Ma ecco, ora, il motivo di questa missiva: notificareal reverendo don Giacomo la nostra vicinanza spiritua-le, in questa pausa di più intensa partecipazione allaPassione del Signore, memori delle parole di san Pao-lo ai Filippesi: «A noi è stata concessa la grazia non solodi credere in Gesù ma anche di soffrire per Gesù».

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Uno scorcio della cittàvecchia di Gerusalemme

con la Basilica del Santo Sepolcro

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32 3OGIORNI - 3/4 - 2012

Lo affidiamo alla Vergine Madre, perché lo av-volga nel suo verginale e materno amore e lo gua-risca, così che possa continuare il suo prezioso mi-stero-ministero sacerdotale e diffondere, tramite ildono della parola, la conoscenza di Gesù! Ho lettocon un gaudio inesprimibile il supplemento al nu-mero 11 del 2011, la meditazione L’umanità diCristo è la nostra felicità.

Oserei chiederne delle copie, se fosse possibile,per farne dono e suscitare l’attrattiva di Gesù. Gra-zie! È troppo bello, bellissimo, straordinario nel-l’esposizione, è una stupenda mistica di interiorità.Si percepisce un fascino, una certa unzione che nonci si stanca di leggere e rileggere. Sembra che sia lostesso autore a leggere quelle espressioni, tanta è laluce e la dolcezza che infondono nel cuore. Grazie!

Il Signore doni a don Giacomo sempre più luce eunzione spirituale con la salute pur tanto necessaria.La Vergine Maria ci immetta nel mistero e ci lasci nelmistero per esserne sedotte.

Religiosi saluti e “frullo d’ali” di note gregoriane...

suor Maria Virginia Sivolella

Costigliole d’Asti, 19 febbraio 2012

Illustrissimo senatore Giulio,è con molta gioia ed emozione che ringrazio del“copioso e prezioso” regalo giunto così tempestiva-mente in una data solenne per la nostra congrega-zione: “commemorazione della Passione” con san-ta messa e ufficio proprio e, per di più, anniversariodel mio battesimo!

La gratitudine più bella sarà segnata dalla cele-brazione di una santa messa il 29 corrente mese perle sue intenzioni e per la guarigione del reverendodon Giacomo.

Distinti saluti come fiori profumati!Devotissima,

suor Maria Virginia Sivolella

MALAWICLARISSE DEL MONASTERO DI MARIA REGINA E MADRE

DI MISERICORDIA

Siamo sopraffatte dalla gioia per la meditazione sul Natale

Lilongwe, 11 febbraio 2012

Gentile signor Andreotti,desideriamo esprimerle la nostra più sincera grati-tudine per la rivista 30Days che ci avete inviato fi-nora. I suoi contenuti, che toccano tutto il mondo,sono molto profondi e arricchenti, e in particolarmodo l’ultimo numero di novembre 2011 con ilmessaggio del Papa sulla fede. È davvero pieno dinutrimento sostanzioso per la riflessione. Le suoreimparano molto da questa rivista. Grazie infinite!

Siamo state inoltre sopraffatte dalla gioia di tro-varvi allegato il libretto con la meditazione sul Nata-le dal titolo The humanity of Christ is our happi-ness, che coincide perfettamente con ciò che fan-no le clarisse di tutto il mondo, celebrando gli otto-cento anni dalla consacrazione della madre santaChiara, ossia: «Guardatelo! Contemplatelo!», se-condo l’invito di santa Chiara a sant’Agnese di

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Le cupole della Basilica del Santo Sepolcro

Boemia. Il vostro dono è quindi anche un eventostorico per noi.

Per tutti questi doni, ci sentiamo davvero in debi-to con voi e siamo unite a voi nelle nostre preghiere,che recitiamo anche per la guarigione di don Giaco-mo Tantardini.

Con gratitudine, vostre in Cristo,

suor Miriam Chidzanja e comunità

VIET NAMDIOCESI DI BÙI CHU

30Days per il nuovo seminario

Bùi Chu, 11 febbraio 2012

Gentile signor Andreotti,sono monsignor Joseph Hoàng Van Tiem, sdb,vescovo della diocesi di Bùi Chu, e le mando i mieimigliori saluti.

Moltissime grazie per l’invio della vostra rivista30Days. È davvero stupendo leggerla, con i suoi variarticoli su temi religiosi e sociali. Dal momento cheho un nuovo seminario maggiore con 59 seminaristi

e 9 professori, gradirei far recapitare anche lì unacopia dell’edizione inglese di 30Days: è il seminariodell’Immacolata Concezione di Maria di Bùi Chu.

Credo che i seminaristi ne saranno felicissimi.Ancora grazie.Vi benedicano Gesù e Maria,

monsignor Joseph Hoàng Van Tiem,vescovo della diocesi di Bùi Chu

AUSTRALIADIOCESI DI ARMIDALE

Grazie per 30Giorni

Tamworth, 14 febbraio 2012

Salve,sua eccellenza Luc Matthys, vescovo della diocesi diArmidale, nel New South Wales, Australia, si è ritira-to a riposo.

Gradirebbe continuare a ricevere 30Giorni.Grazie.

Gabrielle Kelly, assistente personale del vescovo Michael Kennedy

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CILECOMUNITÀ MISSIONARIA SAN MARTÍN DE PORRES

Grazie per il cd dei canti gregoriani(come sono belli!)

Ovalle, 16 febbraio 2012

Sia benedetto Dio che tanto ci ama.

Illustrissimo senatore,mi auguro che la presente la trovi in buona salute as-sieme a tutti coloro che collaborano con lei alla pub-

blicazione di 30Días. Abbiamo ricevuto i cd con icanti gregoriani (come sono belli!) e li abbiamo di-stribuiti in altre missioni, così i ragazzi saranno incondizione di cantarli durante la messa. La ringra-ziamo infinitamente per la sua generosità e per l’im-mensa gentilezza di inviarci gratuitamente 30Días.I suoi articoli sono molto interessanti e sono in moltiche, per la propria edificazione, li leggono ogni me-se. Durante il tempo santo della Quaresima faremodelle visite domiciliari in molte case di persone lon-tane dalla Chiesa e ci piacerebbe dare loro del mate-riale utile. Per questo chiedo a vostra eccellenza diinviarci, se possibile, trenta copie di Quien reza sesalva per poterlo regalare a queste famiglie. Pregoil Signore e la sua santissima Madre per tutti voi,

fratello Pedro Galvez Rojo

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La Pietra dell’Unzione all’interno della Basilica del Santo Sepolcro

353OGIORNI - 3/4 - 2012

BRASILECOMISSÃO NACIONAL DOS PRESBÍTEROS, CNBB

A humanidade de Cristo é a nossafelicidade per la nostra comunità

Betim, Minas Gerais, 1 marzo 2012

Illustre signor Giulio Andreotti,siano lodati Gesù e Maria Santissima.Le sono immensamente grato per la gentilezza concui mi invia regolarmente la rivista 30Dias che èmolto apprezzata dalla comunità.

Lavoro molto con le famiglie e per Natale inten-sifichiamo il lavoro perché il tempo di Natale è pro-pizio per la pastorale familiare. Per questo anno2012 vorremmo utilizzare come testo base per le

nostre meditazioni sul Natale la riflessione di donGiacomo Tantardini A humanidade de Cristo é anossa felicidade, pubblicata da 30Dias.

Mi rivolgo a lei, signor Andreotti, per chiederle,se è possibile, di inviarci cinquanta copie di questolibretto per il nostro lavoro di quest’anno con la spe-ranza che possa soddisfare la nostra richiesta.

In attesa di una risposta positiva, invio la mia be-nedizione sacerdotale, da estendere a tutti i collabo-ratori di 30Dias.

Conti sempre sulle mie preghiere.Con i miei saluti,

padre Leutenberg Sousa Neto

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Una Via Crucis per le strade di Gerusalemme

36 3OGIORNI - 3/4 - 2012

SUDAFRICACARMELITANE DEL MONASTERO CARMEL OF SAINT JOSEPH

Grazie infinte per la meravigliosa rivistache ci conserva nella fede

Cape Town, 4 marzo 2012

La pace di Cristo!

Gentile signor Andreotti,con cuore colmo di gratitudine desideriamo rin-graziarla per il così generoso invio della rivista30Days. Per un certo periodo ci siamo chieste chifosse il generoso benefattore e ci perdoni, quindi,se abbiamo tardato così tanto a esprimerle la no-stra gratitudine.

Grazie infinite per la sua meravigliosa rivista checi conserva nella fede, con i suoi articoli sulla storiaantica e le illustrazioni d’arte antica e moderna, e gliarticoli sulla fede di ogni parte del mondo. Grazieinfinite da tutte noi.

Vi portiamo tutti nella nostra preghiera, chieden-do ogni grazia per l’ottimo lavoro che svolgete. Insie-me alla nostra benedetta Madre Maria, preghiamoperché Dio continui a benedire la vostra opera.

suor Catherine of Christ, ocd

SPAGNACARMELITANE DEL MONASTERO DI CUERVA

Grazie per Quien reza se salvache abbiamo distribuito in ospedale

Cuerva, 8 marzo 2012

Stimato signor direttore,Dio ricompensi con abbondanti benedizioni lei etutti i membri che lavorano nella rivista 30Días per

la generosità che avete mostrato nell’inviarci le co-pie del libretto Quien reza se salva prima in spa-gnolo e poi in inglese.

La coincidenza ha voluto che lo stesso giorno incui abbiamo ricevuto il libretto Quien reza se salvain spagnolo, avevamo una suora di 91 anni ricovera-ta e abbiamo colto l’occasione per distribuire il libret-to ad altre persone che avevano parenti ricoverati;erano le persone stesse a chiederci di regalare loro illibro e sono state contente di riceverlo. Bisogna direche queste persone non andavano a messa e la suo-ra che assisteva la nostra anziana consorella ha ap-

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373OGIORNI - 3/4 - 2012

profittato dell’occasione per fare apostolato. Comesi può vedere ancora una volta, Dio dai mali trae ilbene per la salvezza delle anime.

La mia madre priora vorrebbe mandarle unapiccola somma per i libretti ricevuti; le saremmograte se potesse indicarci come inviarla. Per quan-to riguarda i libretti in inglese, ci sono persone cheparlano questa lingua e verranno dati a loro.

Uniti nella preghiera, buona Pasqua di Risurre-zione.

le sue sorelle del Carmelo di Cuerva, ocd

MALTAAGOSTINIANI DEL PRIORATO SAINT THOMAS

DI VILLANOVA

Ho tradotto Chi prega si salva in lingua maltese

Pietà, 13 marzo 2012

Ho appena ricevuto la rivista 30Giorni, che trovosempre interessante, e, da agostiniano, oggi ho lettocon particolare attenzione l’articolo sulla Città di Diodi padre Cipriani. Di questa stupenda opera di san-t’Agostino esiste una traduzione in maltese di Val V.Barbara, con un’introduzione del professore agosti-niano padre Salvino Caruana. Sono da sempre ap-passionato delle opere di sant’Agostino e ho tradottoin maltese il libro scritto dallo scomparso padre ago-stiniano John Rottel, tradotto anche in portoghese,quando ero in Brasile, per le edizioni Vice’s.

Vorrei chiedervi di inviare la rivista e il librettoQuem reza se salva ai nostri padri in Brasile, al-l’indirizzo che ho allegato.

Spero che la mia traduzione in maltese del li-bretto Chi prega si salva vada in stampa.

Grazie per tutto.Buona Pasqua e in bocca al lupo per il futuro.Vostro

padre Paul Aquilina, osa

ARGENTINAMISSIONARI SCALABRINIANI

Grati per Chi prega si salva

Rosario, 15 marzo 2012

Onorevole Giulio Andreotti, da tempo ricevo 30Giorni. In passato le ho inviato imiei ringraziamenti (a quel tempo vivevo nella cittàdi Córdoba, dove ricevevo la rivista; ora sono a Ro-sario, trecento chilometri da Buenos Aires).

Il motivo per cui torno a dirle grazie è sia per meche per coloro ai quali mostro e commento ¬

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Il Santo Sepolcro

30Giorni. Lo presto solo a chi so che poi me lo resti-tuisce. C’è gente veramente grata. In particolare lesegnalo l’effetto positivo prodotto da due articoli: sulpeccato originale (sant’Agostino) e sulla fede (donGiussani), 30Giorni n. 12, anno 2011. Direi chehanno provocato entusiasmo e gioia per la compe-tenza, profondità teologica e spiritualità degli argo-menti, così vitali e cari alla vita del cristiano.

Grazie, onorevole, e se posso ricompensarla, sa-rà certamente con la preghiera, in compagnia dellamia gente.

padre Italo Serena, scalabriniano

PANAMÁPARROCCHIA SAN JERÓNIMO

Cinquecento copie di Quien reza se salva

Las Cumbres, 24 marzo 2012

Cari fratelli, un saluto da padre Konrado Sang, parroco dellaparrocchia di San Jerónimo, Panamá.

Con questa desidero chiedere l’invio di cinque-cento copie del libro Quien reza se salva, che ci ènecessario per la formazione dei partecipanti al cor-so per la prima comunione e per la cresima.

Nel ringraziarvi, vi prego di comunicarci, al piùpresto possibile, la vostra disponibilità ad inviarciquesto materiale.

padre Konrado Sang

SPAGNACLARISSE DEL MONASTERO SANTA CLARA

Quien reza se salvaper i nostri visitatori

Huesca, 26 marzo 2012

Pace e bene nel Signore. Siamo una comunità di suore clarisse di Huesca, Spa-gna. Vorrei chiedervi la gentilezza di inviarci alcunecopie del libro Quien reza se salva, che è molto adat-to per essere regalato alle persone che vengono inchiesa da noi. Ci direte come pagarlo. Vorremmo an-che farvi i nostri complimenti per la rivista 30Díasche ci inviate con tanta generosità ogni mese. È unabella rivista, con articoli interessanti, profondi e at-tuali. Piace a tutte le suore che la leggono con profit-to. Nostro Signore vi ricompensi di tutto. Noi conti-nuiamo a pregare molto perché il Signore vi benedi-ca con abbondanza e continui ad aiutarvi perché pos-siate diffonderla sempre. Colgo l’occasione per au-gurarvi una santa e felice Pasqua di Risurrezione diNostro Signore Gesù Cristo.

Uniti nel Signore, fraternamente.

suor Teresita del Niño Jesús, osc

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L’interno della Basilica del Santo Sepolcro

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basta scrivere il codice fiscale

dell’ASSOCIAZIONE PICCOLA VIA ONLUS

9 7 5 9 0 9 9 0 5 8 2nel CUD o nel Modello 730 o nel Modello Unico

e firmare nell’apposito rigo

COME SI EFFETTUA LA DONAZIONE DEL CINQUE PER MILLE:

La redazione di 30Giorni suggerisce un piccolo gesto di carità che non costa nulla:

devolvere il cinque per mille all’Associazione Piccola Via onlus

Il testimone è colui che offre il proprio corpo

Leggendo L’Osservatore Roma-no, sono rimasto colpito da un ar-

ticolo scritto dal cardinale Kurt Koch e pubblicatolo scorso 27 gennaio con una titolazione piuttostosingolare. L’articolo si intitolava Ecclesiologia lu-nare. E recensiva il volume del cardinale WalterKasper Chiesa cattolica. Essenza, realtà, missio-ne, recentemente pubblicato in Italia dalla editriceQueriniana. Nei passi del libro valorizzati anchedalla recensione ho trovato spunti che mi sembra-no preziosi, soprattutto in vista dell’Anno della fe-de e del prossimo sinodo dei vescovi sulla nuovaevangelizzazione.

Il titolo della recensione del cardinale Koch rin-via a un’analogia tradizionale applicata alla Chiesagià dai Padri dei primi secoli, ripresa anche nelMedioevo: quella secondo cui la natura della Chie-sa si può cogliere usando la figura della luna. La lu-na porta la luce nella notte, ma la luce non viene dalei, viene dal sole. Così è la Chiesa: essa porta la lu-ce al mondo, ma questa luce che porta non è sua.È la luce di Cristo. «La Chiesa», commenta il cardi-nale Koch nella sua recensione, «non deve voleressere sole, ma deve rallegrarsi di essere luna, di ri-cevere tutta la sua luce dal sole e di farla risplende-re dentro la notte». Nel ricevere la luce da Cristo laChiesa vive tutta la sua pienezza di letizia, «giacchéessa», come confessò Paolo VI nel Credo del po-polo di Dio, «non possiede altra vita se non quelladella grazia».

Alla vigilia dell’Anno della fede, l’immagine dellaluna aiuta a cogliere anche quali siano la natura dellaChiesa e l’orizzonte proprio della sua missione.

Il paragone con la luna non va preso come unamarginalizzazione della missione della Chiesa. LaChiesa è a suo modo responsabile della luce di Cri-sto che è chiamata a riflettere. Quella luce non vaoscurata. La Chiesa deve riverberare, e non ap-pannare o spegnere in sé quel riflesso. Come fa laluna durante la notte, essa deve diffondere la lucedi Cristo nella notte del mondo che, lasciato a séstesso, rimarrebbe nel peccato e nell’ombra dellamorte. Come annotava sempre Paolo VI nel suodiscorso d’apertura della seconda sessione delConcilio ecumenico Vaticano II: «Quando il la-

413OGIORNI - 3/4 - 2012

del cardinale Georges Cottier, opteologo emerito della Casa Pontificia

R I F L E S S I O N I S U L M I S T E R O E L A V I TA D E L L A C H I E S A

¬

In queste pagine, alcune formelle del X secolo del portale

della chiesa di San Zeno, a Verona; qui a sinistra,

la deposizione dalla croce

voro di santificazione interiore sarà stato compiu-to, la Chiesa potrà mostrare il suo volto al mondointero, dicendo queste parole: Chi vede me, vedeCristo, così come il divin Redentore aveva detto disé: “Chi ha visto me ha visto il Padre” (Gv 14,9)».

L’immagine della luna aiuta anche a coglierela dinamica propria della missione a cui la Chiesaè chiamata. Come lo stesso Paolo VI riconoscevagià nell’esortazione apostolica Evangelii nun-tiandi (1975): «L’uomo contemporaneo ascoltapiù volentieri i testimoni che i maestri», e seascolta i maestri «lo fa perché sono dei testimo-ni». Nietzsche ha parlato di «diffidenza metodi-ca». Per questo, soprattutto nei nostri tempi, lamodalità più consona e più disarmante con cui laluce della parola di Dio si offre al mondo è quelladella testimonianza. Anche a questo riguardol’immagine della luna suggerisce spunti di rifles-sione e conforto.

Il testimone è per definizione un teste, uno chetestifica qualcosa di altro da sé, senza aggiungerecose sue. Anche la testimonianza di fede cristiananon coincide con un proprio darsi da fare, un ag-giungere impegni ulteriori alle cose della vita. Tan-to meno significa fare propaganda o proselitismoper certe idee.

Il testimone è colui che offre il proprio corpo,mette a disposizione la concretezza della propriacondizione umana affinché in essa agisca e ri-splenda la grazia del Signore. Proprio come fa laluna, sul cui corpo opaco si riflette la luce irradiatadal sole. «Vi esorto fratelli, per la misericordia diDio, ad offrire i vostri corpi come sacrificio viven-te, santo e gradito a Dio; è questo il vostro cultospirituale»: così scrive san Paolo nella Lettera aiRomani (12,1). E come ha suggerito BenedettoXVI nella sua recente Lectio divina tenuta al Se-minario romano maggiore, proprio l’offerta delnostro corpo, del nostro vivere quotidiano è lacondizione per cui «il nostro corpo unito al corpodi Cristo diventa gloria di Dio, diventa liturgia», e ilcorpo stesso diventa «la realizzazione della nostraadorazione». L’azione della grazia sulle vite dei te-stimoni si manifesta nella santità, che proprio perquesto non è una conquista riservata a pochi, mauna possibilità reale che si affaccia sulle vite con-crete di tutti i battezzati, come ha suggerito ancheil beato Giovanni Paolo II nella lettera apostolicaNovo millennio ineunte. La santità è ciò che me-glio esprime l’intimo mistero della Chiesa.

La realtà che permette l’incontro degli uominicon Cristo è la vita stessa dei suoi discepoli. Che nonsono attivisti di un messaggio estrinseco rispetto alleproprie vite. Come insegna il Concilio Vaticano II, lagrazia opera su di loro in modo che la ricchezza delsuo dono non può essere trattenuta e quasi seque-strata in maniera egoistica, come un possesso da cuiescludere gli altri. Piuttosto, essa si comunica gratui-tamente per forza propria, splendendo nel fulgoredella fede, della speranza e della carità che rende te-stimonianza a Cristo nella vita stessa dei cristiani: «fi-de, spe, caritate fulgentes», come è scritto al para-grafo 31 della Lumen gentium. Ha detto una voltadon Luigi Giussani: «Il vero annuncio lo facciamo at-traverso quello che Cristo ha perturbato nella nostravita, avviene attraverso la perturbazione che Cristorealizza in noi: noi rendiamo presente Cristo attra-verso il cambiamento che Cristo opera in noi. È ilconcetto di testimonianza».

42 3OGIORNI - 3/4 - 2012

L’Ultima cena, particolare

Ciò che vale per il singolo battezzato, vale an-che per la Chiesa. La Chiesa non ha da inventar-si nulla. Come fa la luna col sole, essa mette soloa disposizione il proprio corpo perché la graziapossa riflettersi in esso. Quando la Chiesa pre-tende di attestare sé stessa, non appare né at-traente né allietata e consolata dal Signore. E an-

che le vicende ecclesiali finiscono fatalmente peressere contrassegnate da quella «vanagloria cheè contro di me e mi rende infelice» a cui ha accen-nato Benedetto XVI nel suo ultimo incontro coiparroci di Roma.

Per la Chiesa, come per ogni singolo cristiano,questa offerta del proprio corpo e della propria

Il testimone è colui che mette a disposizione la concretezza della propria

condizione umana affinché in essa agisca e risplenda la grazia del Signore.

Proprio come fa la luna, sul cui corpo opaco si riflette la luce irradiata

dal sole. Per la Chiesa, come per ogni singolo cristiano, questa offerta

del proprio corpo e della propria condizione perché in essi agisca e risplenda

la grazia del Signore si esprime come domanda, cioè come preghiera

433OGIORNI - 3/4 - 2012

¬

condizione perché in essi agisca e risplenda lagrazia del Signore si esprime come domanda,cioè come preghiera. Proprio perché è semplicemettere a disposizione, tale offerta ha come for-ma propria la domanda cioè la preghiera. A que-sto proposito, vanno registrate le parole dal car-dinale Kasper nel finale del suo libro, quando scri-ve che «la Chiesa del futuro sarà soprattutto unaChiesa di oranti». Nell’invocazione della preghie-ra che domanda, ma anche nella preghiera di lo-de, attestiamo la nostra dipendenza da Dio. In es-sa l’accento non è messo sulla suggestione ma sulfatto che siamo graziati. Essendo delle creature li-bere, la nostra libertà si compie nella soddisfazio-ne di accogliere il dono, così che portino frutto innoi le sue risorse di per sé da noi impensabili.

La testimonianza dei cristiani e la missione del-la Chiesa si realizzano in un contesto che è spessosegnato da contrarietà e opposizioni. Sono le sof-ferenze apostoliche, di cui già parlava san Paolo.In molti Paesi occidentali vediamo il sorgere dimovimenti anticristiani aggressivi. Cresce la nega-zione della fede. Cresce anche la Chiesa, ma i cri-stiani soffrono persecuzioni in tante parti del mon-do. Tutto questo non deve sorprenderci. I Vangeli,le Lettere di san Paolo e anche l’Apocalisse già cidicono che la persecuzione fa parte della condizio-ne della Chiesa sulla terra. E con l’ultimo Conciliola Chiesa ha ritrovato in maniera più intensa quel-lo che ha sempre saputo e vissuto nei suoi santi co-me Francesco d’Assisi: il fatto cioè che davanti adifficoltà e persecuzioni c’è una maniera evangeli-ca, vorrei quasi dire uno “stile” evangelico di reagi-re: quello descritto nelle Beatitudini. Invece, uncerto modo di rispondere alle avversità continuaad avere come prospettiva ultima quella che si èespressa in passato nelle Crociate. Capita di senti-re discorsi che prendono spunto dalle persecuzio-ni o dalla cosiddetta “cristianofobia” per rilanciarestrategie di battaglia. Mentre le vicende stesse del-la storia hanno chiarito ormai a tutti che la pro-

spettiva della Crociata rappresenta una monda-nizzazione e una strumentalizzazione del cristiane-simo, e il suo esaurirsi ha rappresentato una libe-razione e un vantaggio per la Chiesa. Inoltre, èsempre fuorviante pensare che ci siano epochepiù amate da Dio rispetto ad altre. Si tratta di unatentazione millenaristica che non corrisponde al-l’autentico sensus fidei. Dio ama anche il nostrotempo, con tutti i suoi problemi. Piuttosto che ri-piegarsi in nostalgie utopiche e ingannevoli, oc-corre guardare a quelli che il Concilio Vaticano IIha definito come i segni dei tempi. Ad esempio, gliintensi fenomeni migratori in atto rappresentanouna circostanza concreta per sperimentare davve-ro – e forse per la prima volta in maniera così in-tensa – l’universalità del Vangelo. Oggi un euro-peo, per incontrare e conoscere un cinese, nondeve più fare diecimila chilometri. I cinesi, gli in-diani, gli arabi li incontra abitualmente nelle me-tropoli e nei paesi della sua nazione. La situazioneè per certi versi simile a quella vissuta e abbraccia-ta da sant’Agostino, quando l’arrivo di nuove gentisegnò la fine di una certa fase storica, ma aprì nuo-ve possibilità di diffusione alla forza disarmata del-l’annuncio cristiano.

A tale riguardo, sono un conforto per tuttiproprio le parole suggerite da Benedetto XVI ne-gli ultimi tempi. Quando il Papa ripete che «laChiesa non esiste per sé stessa, non è il puntod’arrivo, ma deve rinviare oltre sé, verso l’alto, aldi sopra di noi», e quando aggiunge che «la Chie-sa non si autoregola, non dà a sé stessa il proprioordine, ma lo riceve dalla Parola di Dio, cheascolta nella fede e cerca di comprendere e di vi-vere», tali espressioni usate proprio nell’omeliaper la festa della Cattedra di San Pietro colgonocon realismo di sguardo amoroso e appassionatoil mistero stesso della Chiesa. E possono aiutaretutti a intuire i pericoli e le possibilità che nelle at-tuali circostanze segnano il cammino della Chie-sa nel tempo. q

La luna porta la luce nella notte, ma la luce non viene da lei, viene dal sole.

Così è la Chiesa: essa porta la luce al mondo, ma questa luce che porta

non è sua. È la luce di Cristo. Nel ricevere la luce da Cristo

la Chiesa vive tutta la sua pienezza di letizia, «giacché essa»,

come confessò Paolo VI nel Credo del popolo di Dio, «non possiede

altra vita se non quella della grazia»

44 3OGIORNI - 3/4 - 2012

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La deposizione dalla croce

48 3OGIORNI - 3/4 - 2012

L a visita apostolica di papaBenedetto XVI a Cuba si èsvolta nel contesto della ce-

lebrazione dei quattrocento annidalla scoperta dell’immagine dellaVergine della Carità nelle acquedel mare vicino alla costa setten-trionale della regione orientaledell’isola. L’immagine fu portatafra le montagne a sud della regio-ne dove ci sono miniere di rame;da questo, la devozione popolarealla Virgen del Cobre.

La visita del Papa a Cuba èstata preceduta da un pellegri-naggio missionario di un’imma-gine della Vergine della Carità

Il cardinale Jaime Lucas Ortega y Alamino

accoglie Benedetto XVI all’aeroporto

internazionale “José Martí” dell’Avana,

a Cuba, il 27 marzo 2012

La visita di un Papaconciliatore e i suoi fruttiPapa Benedetto a Cuba nella cronaca scritta per 30Giornidal cardinale arcivescovo di San Cristóbal de La Habana

del cardinale Jaime Lucas Ortega y Alamino

Viaggi pastorali Cuba

493OGIORNI - 3/4 - 2012

molto venerata dal nostro popo-lo, che ha percorso più di trenta-mila chilometri attraverso campi,città, villaggi e nuovi insediamen-ti umani. Centinaia di migliaia dipersone hanno partecipato a ve-re e proprie manifestazioni di fe-de. Ciò che colpiva non erano lemoltitudini, anche se straordina-riamente numerose, ma era con-templare i volti, vedere i gesti dipietà di uomini e donne, giovani,adulti e bambini che si inginoc-chiavano, alzavano le braccia, sifacevano il segno della croce conle lacrime agli occhi, e gridavano:«Viva la Madonna» al passaggiodell’immagine. È stata una gran-de missione nazionale che ci hapermesso di evangelizzare nellepiazze, nei giardini, per le stradecon macchine dotate di altopar-lanti, distribuzione di volantini ec-cetera. Abbiamo constatato, inquesta missione, che la fede èpresente in una percentuale mol-to alta di cubani.

Alla fine della missione, neldicembre del 2011, è stata an-nunciata la visita del Santo Pa-dre a Cuba.

La notizia è stata ricevuta conuna gioia straordinaria. La suapresenza è venuta a confermarequesta fede del nostro popolo, achiarirla con la sua parola. La visi-ta del Santo Padre al santuariodella Vergine della Carità a El Co-bre è stata molto significativa e al-tamente apprezzata da tutti.

Il Papa, nelle sue parole, fin dalsuo arrivo nel nostro Paese, hafatto notare che veniva come Pel-legrino della Carità «per confer-

In questa pagina, alcune immagini della messa celebrata da Benedetto XVI

in Plaza de la Revolución a L’Avana, il 28 marzo; a destra, il saluto

del presidente del Consiglio di Stato e del Consiglio dei Ministri cubano,

Raúl Modesto Castro Ruz, al termine della cerimonia

¬

mare nella fede i miei fratelli e in-coraggiarli nella speranza». Eranole parole giuste ed erano sentitecon emozione da tutti quelli cheavevano, come me, la fortuna diaccogliere il Successore di Pietro.

Il Santo Padre ha voluto sotto-lineare che la sua visita era in con-tinuità con quella del beato Gio-vanni Paolo II. Quella visita pasto-rale cambiò la vita della Chiesa aCuba. La Chiesa cattolica ebbe al-lora le sue prime manifestazionipubbliche e le prime trasmissionitelevisive di cerimonie cattoliche.Il mondo intero e gli stessi cubanicompresero che la Chiesa era vi-va, che aveva continuato a esserepresente in tanti anni di difficoltàe di silenzio. Dopo quell’evento sicominciò a celebrare il Natale co-me festa civile, vi furono interven-ti radiofonici di vari vescovi in al-cune date importanti; la copertu-ra mediatica della morte e dei fu-nerali di Giovanni Paolo II fu vera-mente impressionante.

Da quel momento comincia-no a farsi frequenti le apparizionidel Papa alla televisione per Na-tale, Pasqua e in altre occasioni,come la Via Crucis del VenerdìSanto; le pubblicazioni dellaChiesa si diffondono e sono mol-to apprezzate. Dopo quella visi-ta, viene permesso l’ingresso nelPaese al personale religioso, sa-cerdoti e donne e uomini consa-crati, e la Chiesa ha la possibilitàdi celebrare pubblicamente la fe-de con processioni e altre ceri-monie. Sono aperte “case dipreghiera” in centinaia di luoghi,dove i fedeli si riuniscono per lacatechesi, la celebrazione dellasanta messa e altre attività.

La Chiesa aspira ora a rende-re sistematica la sua presenza neimedia, soprattutto alla radio e al-la televisione.

La Chiesa, in questi ultimi an-ni, ha incrementato la sua atti-vità sociale attraverso la Caritas,che ha un grande volontariatonazionale. In caso di uragani,l’intervento della Caritas è effica-

ce e rapido nella distribuzione diaiuti che arrivano dai Paesi stra-nieri e di quanto la Chiesa a Cu-ba porta in queste circostanze.

La Caritas ha molte mensenelle chiese parrocchiali e altrilocali per persone della terzaetà. Ha anche asi l i nido perbambini da uno a cinque anni,appartenenti a famiglie irregola-ri, in diverse località del Paese.Questa attività assistenziale del-la Caritas è molto apprezzatadalla popolazione.

Due anni fa la Chiesa, difronte ai conflitti sorti con lemogli dei carcerati, che manife-stavano perché i propri maritifossero liberati, si rivolse al go-verno per espr imere la suapreoccupazione e fu invitata amediare con quelle donne, achiedere loro che formulassero

le proprie richieste e desideri.Fra le altre cose, esse propose-ro al cardinale che i mariti fosse-ro mandati in un altro Paeseperché era «preferibile essereseparati dal mare piuttosto chedalle grate del carcere».

Queste proposte furono por-tate a conoscenza del governoche decise la scarcerazione dicinquantatré detenuti nella pri-mavera del 2003, facendoliuscire dal Paese verso la Spa-gna, che li accolse con i loro fa-miliari. Dei cinquantatré scarce-rati, dodici rimasero a Cuba perloro desiderio e, in seguito, unodi essi si recò negli Stati Uniti. Siandò avanti fino alla liberazionedi oltre centoventi detenuti permotivi politici. Alcuni di questierano stati in carcere per diversianni. L’arcivescovado dell’Ava-

50 3OGIORNI - 3/4 - 2012

Il Papa, nelle sue parole, fin dal suoarrivo nel nostro Paese, ha fatto notareche veniva come Pellegrino della Carità«per confermare nella fede i miei fratellie incoraggiarli nella speranza»

A destra, Benedetto XVI

presiede la santa messa

nella solennità

dell’Annunciazione

del Signore, in occasione

del quarto centenario del

ritrovamento della statuetta

della Virgen de la Caridad

del Cobre. La piccola scultura

lignea, rinvenuta nel 1606

da tre pescatori

nelle acque della Bahía

de Nipe e conservata

nel Santuario nazionale,

è stata per l’occasione

esposta in Plaza Antonio

Maceo a Santiago de Cuba

il 26 marzo

Viaggi pastorali Cuba

na riceve richieste da parte di fa-miliari di detenuti e, se si trattadi casi di prigionieri per motivi dicoscienza o per motivi politici,abbiamo la possibilità di presen-tarli alle autorità.

Dopo la scarcerazione del nu-mero di prigionieri sopra citatonon sono stati presentati nuoviricorsi di questo genere.

Dobbiamo ricordare che lapastorale carceraria, che si oc-cupa di ogni genere di prigionie-ri, è ben organizzata: si lavoracon le famiglie dei detenuti, visono visite regolari in carcere,con catechesi e celebrazioni del-l’Eucaristia.

Papa Benedetto XVI erainformato sullo sviluppo della vi-ta della Chiesa dopo la visita delbeato Giovanni Paolo II. Perquesto ha voluto camminare sul-le orme lasciate da quel viaggiopontificio. Nella sua omelia aL’Avana, il Papa ha toccato il te-ma della verità, l’unica sulla qua-le – ha detto – è possibile fondareun’etica che sia accettata da tut-ti. Ha annunciato Gesù Cristocome la verità e ha fatto notare,fedele allo spirito del suo pontifi-cato, le perplessità dell’uomo difronte alla verità, come Pilatoche «aveva davanti a sé la Verità»e non la vedeva in Cristo. Il Papa

ha insistito sulla razionalità dellafede davanti a quanti arbitraria-mente oppongono fede e ragio-ne. Tutte queste precisazioni ac-quistano una rilevanza particola-re da noi.

Ha indicato nella verità il fon-damento della libertà e ha fattoriferimento ai passi che sono sta-ti fatti a Cuba rispetto alla libertàreligiosa, auspicando che siestendano sempre di più le suepossibilità.

In proposito, ha fatto riferi-mento sia alla partecipazionedella Chiesa nel campo dell’edu-cazione sia a quella dei cristianinella costruzione della società. IlPapa ha chiesto – al momentodel congedo – che nessuno sisenta impedito a prendere partea questo appassionante compito«per limitazione delle proprie li-bertà fondamentali, né si sentaesonerato da esso per negligen-za o carenza di mezzi materiali».

Il Papa invitava così tutti i cu-bani a partecipare alla costruzio-ne di «una società di ampi oriz-zonti, rinnovata e riconciliata»,superando qualsiasi difficoltà eostacolo in questo impegno.

Ha augurato che la luce delSignore, che ha brillato con ful-gore nei giorni della sua presen-za fra noi, non si spenga e aiutitutti a rafforzare la concordia e a«far fruttificare il meglio dell’ani-ma cubana, i suoi valori più no-bili, sui quali è possibile fondareuna società rinnovata e riconci-liata». Il Santo Padre ha precisa-to che la situazione che Cuba vi-ve «risulta aggravata dalle misu-re economiche restrittive impo-ste dal di fuori del Paese, chepesano negativamente sulla po-polazione».

Riassumendo, il Papa ha fattoun appello per eliminare, nelladimensione nazionale e interna-zionale, «posizioni inamovibili epunti di vista unilaterali», propo-nendo di non fermarsi nel cam-mino del dialogo paziente e sin-cero che genera speranza.

513OGIORNI - 3/4 - 2012

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Sotto,

fedeli cubani

per le strade

di Santiago

de Cuba

attendono

il passaggio

di Benedetto XVI

in Plaza Antonio

Maceo,

il 26 marzo

La visita di un Papa conciliatore e i suoi frutti

Nelle sue prime parole suCuba, sull’aereo che lo condu-ceva in America, il Papa ha fat-to riferimento ai cambiamenti dimodello socioeconomico ne-cessari a Cuba e ha detto chenoi cristiani dobbiamo appog-giare questa ricerca «con pa-zienza e in modo costruttivo,evitando traumi». È un giustosuggerimento, perché qualsiasisalto brusco o violento producetraumi sociali che lasciano im-pronte negative nei popoli.

Il Santo Padre, fedele al suoprogramma fondamentale comeSuccessore di Pietro – quello cheha presentato ai cardinali riunitiper il conclave quando ha spie-

gato di aver scelto il nome di Be-nedetto perché il suo ultimo an-tecessore che aveva portato que-sto nome era stato un Ponteficeconciliatore – è venuto a Cubafacendo veramente onore alprogetto conciliatore del suopontificato, e lo ha fatto senzatacere la verità, con chiarezza eall’altezza programmatica delsuo sommo ministero.

Sentiamo fin d’ora che l’or-ma del suo passo ha segnato ilpopolo cubano, profondamentecolpito dalla mitezza e dallabontà riflesse nelle parole e neigesti di papa Benedetto XVI,che rappresentano una benedi-zione speciale per tutta la nazio-

ne cubana e per ciascuno di noi.Questa visita del Santo Padrenell’Anno giubilare mariano diCuba ci incoraggia e ci dà forzanella celebrazione dell’Anno del-la fede che il Successore di Pie-tro propone con tanta sollecitu-dine alla Chiesa universale. Saràun’occasione speciale per ap-profondire la fede che abbiamoconstatato essere viva nel cuoredei nostri fratelli cubani.

Rimane, dunque, un profon-do sentimento di gratitudine e disperanza nella nostra Chiesa aCuba e in tutto il nostro popoloper la visita di papa BenedettoXVI, e un ricordo commosso perla sua presenza fra noi. q

52 3OGIORNI - 3/4 - 2012

Il Papa ha fatto riferimento ai cambiamenti di modello socioeconomico necessari a Cuba e ha detto che noi cristiani dobbiamo appoggiarequesta ricerca «con pazienza e in modocostruttivo, evitando traumi»

Fedeli cubani accolgono

festosamente l’arrivo

di Benedetto XVI

in Plaza Antonio Maceo

a Santiago de Cuba,

il 26 marzo

Viaggi pastorali Cuba

Cari bambini,sono felice di potervi incontrare e di vedere i vostri voltiallegri che riempiono questa bella piazza. Voi occupateun posto molto importante nel cuore del Papa. E in que-sto momento desidero che lo sappiano tutti i bambini delMessico, particolarmente quelli che sopportano il pesodella sofferenza, lʼabbandono, la violenza o la fame, chein questi mesi, a causa della siccità, si è fatta sentire for-temente in alcune regioni. Grazie per questo incontro difede, per la presenza festosa e la gioia, che aveteespresso con i canti. Oggi siamo pieni di giubilo, e que-sto è importante. Dio vuole che siamo sempre felici. Eglici conosce e ci ama. Se lasciamo che lʼamore di Cristocambi il nostro cuore, allora noi potremo cambiare ilmondo. Questo è il segreto della felicità autentica.

Questo luogo nel quale ci ritroviamo ha un nomeche esprime lʼanelito presente nel cuore di tutti i popoli:“la pace”, un dono che proviene dallʼAlto. «La pace siacon voi» (Gv 20, 21). Sono le parole del Signore risorto.Le ascoltiamo in ogni messa, e oggi risuonano di nuo-vo qui, con la speranza che ciascuno si trasformi in se-minatore e messaggero di quella pace per la quale Cri-sto donò la sua vita.

Il discepolo di Gesù non risponde al male con il ma-le, bensì è sempre strumento del bene, araldo del per-dono, portatore di allegria, servitore dellʼunità. Gesùvuole scrivere in ognuna delle vostre vite una storia diamicizia. Abbiatelo, allora, come il migliore dei vostriamici. Egli non si stancherà di dirvi di amare sempretutti e di fare il bene. Voi lo ascolterete, se avrete sem-pre un rapporto assiduo con Lui, che vi aiuterà anchenelle situazioni più difficili.

Sono venuto perché sentiate il mio affetto. Ciascunodi voi è un regalo di Dio per il Messico e per il mondo. Lavostra famiglia, la Chiesa, la scuola e chi ha responsabi-lità nella società devono lavorare uniti perché voi possia-te ricevere come eredità un mondo migliore, senza invi-die né divisioni.

Per questo, desidero levare la mia voce invitando tuttia proteggere e accudire i bambini, perché mai si spenga illoro sorriso, possano vivere in pace e guardare al futurocon fiducia.

Voi, miei piccoli amici, non siete soli. Contate sullʼaiu-to di Cristo e della sua Chiesa per condurre uno stile di vi-ta cristiano. Partecipate alla messa domenicale, alla ca-techesi, a qualche gruppo di apostolato, cercando luoghidi preghiera, fraternità e carità. Così vissero i beati Cristo-bal, Antonio e Giovanni, i piccoli martiri di Tlaxcala, checonoscendo Gesù, al tempo della prima evangelizzazio-ne del Messico, scoprirono che non esiste tesoro piùgrande di Lui. Erano piccoli come voi, e da loro possiamoimparare che non esiste età per amare e servire.

Avrei il desiderio di trattenermi più tempo con voi, madevo già andarmene. Continueremo a rimanere uniti nellapreghiera. Vi invito, allora, a pregare sempre, anche a ca-sa; così sperimenterete la gioia di parlare con Dio in fami-glia. Pregate per tutti, anche per me. Io pregherò per voi,perché il Messico sia un focolare nel quale tutti i suoi figli vi-vano in serenità e armonia. Vi benedico di cuore e vi invitoa portare lʼaffetto e la benedizione del Papa ai vostri geni-tori e fratelli, così come a tutti gli altri che vi sono cari. Chela Vergine vi accompagni. Molte grazie, miei piccoli amici!

© Copyright 2012 - Libreria Editrice Vaticana

PAPA BENEDETTO AI BAMBINI MESSICANI

Prima di recarsi a Cuba dal 26 al 29 marzo, papa Benedetto XVI ha volutoincontrare i bambini durante la sua visita pastorale in Messico, svoltasi dal 23 al 26 marzo. Ecco il suo intervento, tenuto sabato 24 marzo in Plaza de la Paz, a Guanajuato, capitale dell’omonimo Stato messicano

Benedetto XVI accolto da alcuni bambini al suo arrivo

all’aeroporto di Guanajuato, il 23 marzo

Benedetto XVI si affaccia dal balcone centrale del Palazzo

presidenziale di Guanajuato per un saluto e una benedizione

ai bambini

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Spicchi Spicchi Spicch

Il 9 marzo Benedetto XVI è intervenuto all’annua-le corso sul Foro interno promosso dalla Peniten-zieria apostolica. Riportiamo parte del suo discor-so, pubblicato sull’Osservatore Romano del 10marzo: «In che senso allora la Confessione sacra-mentale è “via” per la nuova evangelizzazione?Anzitutto perché la nuova evangelizzazione traelinfa vitale dalla santità dei figli della Chiesa, dalcammino quotidiano di conversione personale ecomunitaria per conformarsi sempre più profon-damente a Cristo. E c’è uno stretto legame trasantità e Sacramento della Riconciliazione, testi-moniato da tutti i santi della storia. La reale con-versione dei cuori, che è aprirsi all’azione trasfor-mante e rinnovatrice di Dio, è il “motore” di ogniriforma e si traduce in una vera forza evangeliz-zante. Nella Confessione il peccatore pentito, per

l’azione gratuita della misericordia divina, vienegiustificato, perdonato e santificato, abbandonal’uomo vecchio per rivestirsi dell’uomo nuovo.Solo chi si è lasciato profondamente rinnovaredalla Grazia divina, può portare in sé stesso, equindi annunciare, la novità del Vangelo [...]. Lanuova evangelizzazione, allora, parte anche dalconfessionale! Parte cioè dal misterioso incontrotra l’inesauribile domanda dell’uomo, segno in luidel Mistero Creatore, e la misericordia di Dio, uni-ca risposta adeguata al bisogno umano di infinito.Se la celebrazione del Sacramento della Riconci-liazione sarà questo, se in essa i fedeli faranno rea-le esperienza di quella misericordia che Gesù diNazareth, Signore e Cristo, ci ha donato, alloradiverranno essi stessi testimoni credibili di quellasantità, che è il fine della nuova evangelizzazione».

PAPALa Confessione è “via“ per la nuova evangelizzazione

Fedeli in fila davanti al confessionale di san Pio da Pietrelcina

Chiesa/1Bertello, la fede dei semplici e i miracoli di Gesù

«Ci sono due modi per avvi-cinarsi a Gesù: con l’ap-proccio dei “sapienti”, chemettono in dubbio le sue pa-role, o con quello della gentesemplice, che dà testimo-nianza dei miracoli di Cristoe ha gli occhi per vederel’Atteso». Così il cardinaleGiuseppe Bertello, presi-dente del Governatoratodello Stato della Città delVaticano, in un’omelia du-rante una messa celebratanella chiesa di Santa Mariadella Pietà al Colosseo. Leparole del porporato sonostate riprese sull’Osservato-re Romano del 4 aprile.

Chiesa/2Moraglia e l’anno della fede

Il 25 marzo il nuovo patriar-ca di Venezia, FrancescoMoraglia, si è insediato nellanuova sede episcopale. Nel-la sua prima messa si è sof-fermato sul brano del Van-gelo riguardante la Cena diEmmaus. Ne riportiamo unpassaggio: «I due pellegrini –Cleopa e il compagno distrada – stanno camminan-do con Gesù risorto e sonotristi perché, per loro, è an-cora morto; a un determina-to momento, pretendono,addirittura, di spiegare pro-prio a Lui che cosa era suc-cesso nei giorni precedenti,in Gerusalemme [...]. Paredi intravedere, in questogoffo tentativo, l’immaginedi certa teologia, più volen-terosa che illuminata, tuttadedita all’ardua e improbabi-

le impresa di salvare, attra-verso le proprie categorie,Gesù Cristo e la Sua Parola.Ma in questa immagine sia-mo rappresentati anche noi,ogni qual volta, con i nostripiani pastorali, con i nostriprogetti e dibattiti, avulsi dauna vera fede, pretendiamodi spiegare a Gesù Cristo chiEgli è. Cleopa, il suo compa-gno di cammino – e dopo diloro i discepoli di ogni tem-po –, alla fine esprimono tut-ta la loro desolazione e sfidu-cia nei confronti di Gesù edel suo operato; le paroledei due e l’uso del tempo im-perfetto risultano inequivo-cabili: “… noi speravamoche fosse Lui a l iberareIsraele; con tutto ciò sonopassati tre giorni…” (Lc 24,21). Quando la fede vienemeno, o non è più in grado

di sostenere e fecondare lavita dei discepoli, allora ognidiscorso teologico, ogni pia-no pastorale o coperturamediatica appaiono insuffi-cienti. E noi ci troviamo nel-la stessa condizione dei duediscepoli di Emmaus, inca-paci d’andar oltre le loro lo-giche, i loro stati d’animo,scoprendoci prigionieri delleloro paure. Teniamo contodi tutto ciò alla vigilia dell’in-cipiente Anno della fede».

Sacro Collegio/1La morte dei cardinaliSánchez, Daoud e Aponte. Gli ottant’anni di Quezada ed Egan

Il 9 marzo è scomparso il car-dinale filippino José T. Sán-

chez, 92 anni, prefetto eme-rito della Congregazione peril Clero. Il 7 aprile è venutomeno il porporato sirianoIgnace Moussa Daoud, 81anni, patriarca emerito diAntiochia dei Siri e prefettoemerito della Congregazio-ne per le Chiese orientali. Il10 aprile è morto il cardinalelatinoamericano Luis Apon-te Martínez, 89 anni, arcive-scovo emerito di San Juande Puerto Rico.

L’8 marzo ha compiutoottant’anni il cardinale Ro-dolfo Quezada Toruño, arci-vescovo emerito di Città delGuatemala, mentre il 2 aprileha raggiunto la medesima etàil porporato Edward M.Egan, arcivescovo emerito diNew York.

Al 20 aprile quindi il Col-legio cardinalizio conta

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Gesù risorto con i due discepoli di Emmaus, Duccio di Buoninsegna, Museo dell’Opera del Duomo, Siena

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hi Spicchi Spicchi Spicchi

Su Sette del 5 aprile (supplemento settimanaledel Corriere della Sera) è apparso un interessan-te articolo a firma di Vittorio Messori. Ne ripro-poniamo alcuni passaggi: «Domenica di Pasqua.Per la fede, è l’evocazione della risurrezione diquel Gesù, crocifisso tre giorni prima, che – pro-prio uscendo dal sepolcro – mostra di essere ilCristo, il Messia annunciato dai profeti e attesoda Israele. Molti, anche tra i credenti, hanno di-menticato che, per secoli, in confronto alla Pa-squa il Natale fu una festa secondaria e che, an-cora oggi, le Chiese orientali danno maggior ri-salto liturgico alla Epifania, segno della manife-stazione di quel Messia a tutte le genti. E quanti,pur tra coloro che praticano la messa, ricordanoche la domenica si chiama così (Dies Domini,giorno del Signore) perché è il rinnovamento,cinquattaquattro volte l’anno, di quel “giorno do-po il sabato“ in cui avvenne il Gran-de Evento? [...]. San Paolo, autoreda scrittura sintetica e nervosa, par-la chiaro, ammonendo i cristiani diCorinto: “Se Cristo non è risuscita-to, allora è vana la mia predicazioneed è vana anche la vostra fede… Senoi abbiamo avuto speranza in Luisoltanto in questa vita, siamo dacompiangere più di tutti gli uomini”.Perché ridire oggi queste cose? Maper ricordare che quella fede, cuiBenedetto XVI ha deciso di dedica-re un apposito anno di riflessione edi riscoperta, quella fede è assai piùsemplice di quanto non sembri amolti. E ben meno complessa diquanto abbiano rischiato di farci di-menticare anche uomini di Chiesa,sommergendoci di parole dette escritte, di enunciati teologici, di pre-scrizioni morali. Credere, per un cri-

stiano, è questo, e solo questo: “scommettere”(per usare il termine di Pascal, grande devoto egrande matematico) sulla verità dei Vangeli, checi narrano del sepolcro vuoto, il terzo giorno, edelle apparizioni del Crocifisso per ben quarantagiorni [...]. Questo è il fondamento. Tutto il restonon è che conseguenza e commento, per quantoindispensabile e importante. Ed è proprio a que-sto fondamento, a questa semplicità che JosephRatzinger esortava a tornare, in tutto il quarto disecolo in cui fu “prefetto della fede“. Ora, da pa-pa, vuole aiutare a ritornarci, con l’aiuto dell’an-no apposito che dicevamo [...]. Il cristianesimonon è una sapienza, non è un’etica, una cultura,un complesso di norme di vita, per quanto sagge.È anche questo, ma in modo derivato, perché nelsuo nucleo essenziale è una storia, è un raccontovero, che culmina nella Risurrezione».

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Spicchi Spicchi Spicch

ANNO DELLA FEDE Messori: la fede è solo «scommettere» sulla risurrezione di Gesù

Maria Maddalena e l’altra Maria al sepolcro,

opera della Comunità della Riconciliazione-Santa Teresa di Gesù bambino,

Borgo Pio, Roma

210 membri, di cui 123 elet-tori in un eventuale conclave.

Il 17 maggio compie 80anni il cardinale Miloslav Vlk,arcivescovo emerito di Praga.

Sacro Collegio/2Le dimissioni del cardinale Turcotte a Montréal

Il 20 marzo sono state accoltele dimissioni del cardinaleJean-Claude Turcotte, 76 an-ni il prossimo giugno, da arci-vescovo di Montréal in Cana-da. Al suo posto è stato nomi-nato monsignor Christian Lé-pine, sessant’anni, dal luglio2011 ausiliare della medesi-ma arcidiocesi.

Cristianesimo L’umiltà di Benedetto XVI

Filippo Di Giacomo, sull’U-nità del 28 marzo, ha firmatoun interessante articolo sul re-cente viaggio del Papa inAmerica Latina (Messico eCuba), in particolare sulla calo-rosa accoglienza a lui riservatain questo continente. Conclu-de Di Giacomo: «Agli inizi de-gli anni Sessanta, Yves Con-gar insegnava che il peccatopiù grande che i cattolici pos-sano compiere verso il Suc-cessore di Pietro consiste neltrasformarlo in idolo, nel ren-derlo oggetto di “papolatria”,nel far credere che solo ciò cheviene dall’alto della gerarchia ècattolico. In realtà, il Papa “èPietro” quando riesce a con-fermare nella fede chiunquegli sia fratello nell’unico Batte-simo. Benedetto XVI ha con-fidato che si recava in Messicoe a Cuba “per imparare”: è unbel modo di fare il Papa».

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hi Spicchi Spicchi Spicchi

Un’interessante riflessione su un pos-sibile attacco preventivo all’Iran è ap-parsa sulle colonne della Repubblicadel 12 marzo a firma di David Gros-sman. Così il noto romanziere israe-liano: «L’Iran, come si sa, non è soloun Paese fondamentalista ed estremi-sta. Ampie fasce della sua popolazio-ne sono laiche, colte e progredite.Numerosi rappresentanti del suo va-sto ceto medio hanno manifestatocon coraggio e a rischio della propriavita contro un regime religioso e ti-rannico che detestano. Non sto di-cendo che una parte del popolo ira-niano provi simpatia per Israele maun giorno, in futuro, queste personepotrebbero governare l’Iran ed esse-re forse più propense a Israele. Unatale possibilità sfumerebbe tuttavia seIsraele attaccasse l’Iran raffigurandosicome una nazione arrogante e mega-lomane, un nemico storico contro ilquale lottare strenuamente, ancheagli occhi dei moderati iraniani. Que-sta eventualità è più o meno pericolo-sa di un Iran nucleare? E cosa faràIsraele se a un certo punto anche l’A-rabia Saudita deciderà di volere armi

nucleari e le otterrà? Sferrerà un altroattacco? E se anche l’Egitto, sotto ilnuovo governo, sceglierà questa stra-da? Israele lo bombarderà? E rimarràper sempre l’unico Paese della regio-ne autorizzato ad avere armi nuclea-ri?». Così conclude Grossman: «Un si-mile attacco sarebbe azzardato, scon-siderato, precipitoso e potrebbe cam-biare completamente il nostro futuro,non oso nemmeno immaginare co-me. Anzi, no: lo posso immaginare,ma la mano si rifiuta di scriverlo [...].Penso al fatto che in una situazionetanto ambigua e controversa l’unicacosa certa talvolta è la paura. Sarebbeallettante aggrapparvisi, consentirledi consigliarci e guidarci, percepire ilpalpito familiare che noi israeliani ri-conosciamo. Sono sicuro che chi è afavore di un attacco all’Iran lo giustifi-ca sostenendo che in questo modo sieviterà la possibilità di un incubo peg-giore in futuro. Ma chi ha il diritto dicondannare a morte così tante perso-ne solo in nome di un timore che po-trebbe non concretizzarsi mai?». Tito-lo dell’articolo: Perché dico no allaguerra all’Iran.

MEDIO ORIENTEGrossman: «Perché dico no alla guerra all’Iran»

Una manifestazione

per le strade

di Tel Aviv,

contro l’ipotesi

di un attacco

preventivo

israeliano agli

impianti nucleari

iraniani,

il 24 marzo 2012

Spicchi Spicchi Spicch

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«“Le grandi cose iniziano sempre in ungrano di senape e i movimenti di massahanno sempre una breve durata”.Questa frase scritta per descrivere leesigenze di una nuova evangelizzazio-ne da papa Benedetto XVI, quando eraancora prefetto della Congregazioneper la Dottrina della fede, mette bene afuoco ciò che sta a cuore a Joseph Rat-zinger in quanto teologo, vescovo e pa-pa». Questo l’incipit di un articolo delcardinale Kurt Koch, presidente delPontificio Consiglio per la Promozionedell’unità dei cristiani, apparso sull’Os-servatore Romano dello scorso 15aprile. Così, per il porporato, il SantoPadre pone a «principio basilare» del-l’agire di Dio nella storia proprio la«predilezione per ciò che è piccolo». Espiega: «Il granello di senape non è soloun paragone della speranza cristiana,ma evidenzia anche che il grande na-sce dal piccolo non per mezzo di stra-volgimenti rivoluzionari e neppure per-ché noi uomini ne assumiamo la regiama perché ciò avviene in modo lento egraduale, seguendo una dinamica pro-pria. Di fronte a esso l’atteggiamentocristiano può solo essere di amore epazienza, che è il lungo respiro dell’a-more. [...] Al contrario noi uomini sia-mo sempre tentati di prendere il particolare per iltutto, di scambiare il finito per l’infinito e, di conse-guenza, porre l’accento, nel paragone di Gesù, sul-la crescita; vorremmo, con nervosa impazienza,avere molto velocemente un grande albero robustoe, se necessario, contribuirvi con le nostre mani,nel nostro sforzo di scorgere subito un risultato ditutto rispetto, e nella pastorale rischiamo diconfondere la cura di anime con la preoccupazioneper il numero [...]. Con il paragone del grano di se-

nape il Papa sottolinea che l’azione nella Chiesadovrebbe avere come punto di riferimento il suomistero e non esigere di trarne subito un grande al-bero. La Chiesa è al tempo stesso granello di sena-pe e albero e il Papa lo sottolinea precisando che:“Forse noi dovremmo, la Chiesa dovrebbe trovarsidavanti a grandi prove (1Ts 1, 6) per imparare dinuovo di cosa vive anche oggi, vive per la speranzadel granello di senape e non per la forza dei suoiprogetti e delle sue strutture”».

CHIESALa predilezione di Dio «per ciò che è piccolo»

Gesù e i bambini, Luca Ch’en,

Galleria d’arte contemporanea

Pro Civitate Christiana, Assisi

Stati UnitiBrzezinski: una guerracontro l’Iran avrebbe conseguenzedevastanti

«“Che cosa prevede sull’evo-luzione della Primavera ara-ba?”. “Dipende dal fatto sesarà evitato o meno il conflit-to con l’Iran. Una guerra traUsa e Iran, conseguente a unattacco militare israelianocontro l’Iran, avrebbe conse-guenze devastanti nella re-gione, spingendo gli StatiUniti in una guerra con moltesomiglianze, purtroppo, conla recente campagna militarein Iraq. Tornare alle politichesolitarie e unilaterali seguitedal secondo presidente Bushsarebbe molto controprodu-cente”». Così Zbigniew Brze-zinski, già consigliere per la

sicurezza nazionale del presi-dente Jimmy Carter, in un’in-tervista rilasciata alla Stam-pa il 5 marzo.

Italia/1Confermato Bagnascoalla Cei

Il 7 marzo il Papa ha confer-mato il cardinale Angelo Ba-gnasco, 69 anni, dal 2006arcivescovo di Genova, co-me presidente della Cei perun secondo quinquennio.

Italia/2Nuovi vescovi a Sorrento e OppidoMamertina

Il 10 marzo monsignor Fran-cesco Alfano, 56 anni, ordi-

nato sacerdote nel 1982 perla diocesi di Nocera Inferio-re – Sarno, dal maggio 2005arcivescovo di Sant’Angelodei Lombardi – Conza – Nu-sco – Bisaccia, è stato nomi-nato arcivescovo di Sorren-to – Castellammare di Stabia.

Il 4 aprile monsignorFrancesco Milito, 64 anni,dal 1972 sacerdote per ladiocesi di Rossano – Cariati edal 2007 vicario episcopaleper l’ecumenismo e la culturaper la medesima diocesi, èstato nominato vescovo diOppido Mamertina – Palmi.

DiplomaziaNuovo nunzio in Sudafrica

Il 10 marzo l’arcivescovosardo Mario Roberto Cassa-

ri, 68 anni, è stato nominatonunzio in Sudafrica, Bot-swana, Namibia e Swazi-land. Arcivescovo dal 1999,dopo essere stato nunzio inAfrica, dal febbraio 2008era rappresentante pontifi-cio in Croazia. Il 17 marzoCassari è stato nominatoanche nunzio in Lesotho.

Il 24 marzo l’arcivesco-vo siciliano Santo Gange-mi, cinquant’anni, nomina-to a gennaio nunzio nelleIsole Salomone, è stato no-minato nunzio anche in Pa-pua Nuova Guinea. Mentreil 14 aprile l’arcivescovo po-lacco Marek Solczynski, 51anni, nominato lo scorsonovembre nunzio in Geor-gia e a dicembre in Arme-nia, è stato nominato rap-presentante pontificio an-che in Azerbaigian. q

hi Spicchi Spicchi Spicchi3OGIORNI IN BREVE 3OGIORNI IN BREVE 3OGIORNI IN BREVE 3OGIORNI IN BREVE 3OGIORNI

Per scopr ire la Chiesa segui te Per scopr ire la Chiesa segui te

La tracciaLa tracciaL’insegnamento di Benedetto XVI

L’unico mensile in Italia che raccoglie tutti i discorsi e i documenti completi del Santo Padre. Encicliche, viaggi pastorali, messaggi e lettere, traduzioni in italiano dei discorsi in lingua straniera. Ogni volume è corredato di tre indici: cronologico, per temi e per nomi. Ogni anno, in omaggio, la copertina per rilegare i volumi e l’indice generale.

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INFORMAZIONE PUBBLICITARIA

Brani tratti dalle omelie e dai discorsi di papa Benedetto XVI per la celebrazione della Santa Pasqua

Gesù risorto e Maria Maddalena, Giotto, Cappella degli Scrovegni, Padova

Surrexit Christus spes mea

PASQUA 2012

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«I discepoli, la cui vicinanza Gesù cercò in quell’ora di estremotravaglio come elemento di sostegno umano, si addormentaronopresto. Sentirono tuttavia alcuni frammenti delle parole di preghieradi Gesù e osservarono il suo atteggiamento. Ambedue le cose siimpressero profondamente nel loro animo ed essi le trasmisero aicristiani per sempre. Gesù chiama Dio “Abbà”. Ciò significa – comeessi aggiungono – “Padre”. Non è, però, la forma usuale per la parola“padre”, bensì una parola del linguaggio dei bambini – una parolaaffettuosa con cui non si osava rivolgersi a Dio. È il linguaggio di Colui che è veramente “bambino”, Figlio del Padre, di Colui che si trovanella comunione con Dio, nella più profonda unità con Lui».

Il linguaggio di Colui che è veramente bambino

Omelia del Giovedì Santo, messa in Coena Domini, 5 aprile

3OGIORNI - 3/4 - 2012

3OGIORNI - 3/4 - 2012 64

«Luca, invece, ci dice che Gesù pregava in ginocchio. Negli Atti degliApostoli, egli parla della preghiera in ginocchio da parte dei santi:Stefano durante la sua lapidazione, Pietro nel contesto della risurrezionedi un morto, Paolo sulla via verso il martirio. Così Luca ha tracciato una piccola storia della preghiera in ginocchio nella Chiesa nascente. I cristiani, con il loro inginocchiarsi, entrano nella preghiera di Gesù sul Monte degli Ulivi. Nella minaccia da parte del potere del male, essi, in quanto inginocchiati, sono dritti di fronte al mondo, ma, in quantofigli, sono in ginocchio davanti al Padre. Davanti alla gloria di Dio, noi cristiani ci inginocchiamo e riconosciamo la sua divinità, ma esprimiamo in questo gesto anche la nostra fiducia che Egli vinca».

I cristiani con il loro inginocchiarsi entrano nella preghiera di Gesù

Omelia del Giovedì Santo, messa in Coena Domini, 5 aprile

«Che cosa intende dire con ciò il racconto della creazione? La luce rende possibile la vita. Rende possibile l’incontro. Rende possibilela comunicazione. Rende possibile la conoscenza, l’accesso alla realtà, alla verità. E rendendo possibile la conoscenza, rende possibile la libertà e il progresso. Il male si nasconde. La luce pertanto è anche espressionedel bene che è luminosità e crea luminosità. È giorno in cui possiamooperare. Il fatto che Dio abbia creato la luce significa che Dio ha creato il mondo come spazio di conoscenza e di verità, spazio di incontro e di libertà, spazio del bene e dell’amore. La materia prima del mondo è buona, l’essere stesso è buono. E il male non proviene dall’essere che è creato da Dio, ma esiste solo in virtù della negazione. È il “no”».

La luce rende possibile la vita. Rende possibile l’incontro

Omelia della Veglia pasquale, Sabato Santo, 7 aprile

Brani dalle omelie e dai discorsi di papa Benedetto XVI

«“Surrexit Christus, spes mea / Cristo, mia speranza,è risorto” (Sequenza pasquale). Giunga a tutti voi la voce esultante della Chiesa, con le parole che l’antico inno pone sulle labbra di Maria Maddalena, la prima a incontrare Gesùrisorto il mattino di Pasqua. Ella corse dagli altridiscepoli e, col cuore in gola, annunciò loro: “Ho visto il Signore!” (Gv 20, 18). Anche noi, cheabbiamo attraversato il deserto della Quaresima e i giorni dolorosi della Passione, oggi diamo spazioal grido di vittoria: “È risorto! È veramente risorto!”».

Surrexit Christus, spes mea

«Ogni cristiano rivive l’esperienza di Maria di Magdala. È un incontro che cambia la vita: l’incontro con un Uomounico, che ci fa sperimentare tutta la bontà e la verità di Dio,che ci libera dal male non in modo superficiale,momentaneo, ma ce ne libera radicalmente, ci guarisce del tutto e ci restituisce la nostra dignità. Ecco perché laMaddalena chiama Gesù “mia speranza”: perché è stato Luia farla rinascere, a donarle un futuro nuovo, un’esistenzabuona, libera dal male. “Cristo mia speranza” significa cheogni mio desiderio di bene trova in Lui una possibilità reale:con Lui posso sperare che la mia vita sia buona e sia piena,eterna, perché è Dio stesso che si è fatto vicino fino a entrare nella nostra umanità».

Con Lui posso sperare che la mia vita sia piena

Messaggio Urbi et orbi, Santa Pasqua, 8 aprile

Messaggio Urbi et orbi, Santa Pasqua, 8 aprile

PASQUA 2012

673OGIORNI - 3/4 - 2012

Victimae paschali

Victimae paschali laudes

immolent christiani.

Agnus redemit oves:

Christus innocens Patri

reconciliavit peccatores.

Mors et vita duello

conflixere mirando:

dux vitae mortuus, regnat vivus.

Dic nobis, Maria,

quid vidisti in via?

Sepulchrum Christi viventis,

et gloriam vidi resurgentis:

angelicos testes,

sudarium et vestes.

Surrexit Christus spes mea:

praecedet suos in Galilaeam.

Scimus Christum surrexisse

a mortuis vere:

tu nobis, victor Rex, miserere.

Amen. Alleluia.

Brani dalle omelie e dai discorsi di papa Benedetto XVI

«Con la morte di Gesù, sembrava fallire la speranza di quanti confidavanoin Lui. Ma quella fede non venne mai meno del tutto: soprattutto nel cuore della Vergine Maria, la madre di Gesù, la fiammella è rimastaaccesa in modo vivo anche nel buio della notte».

Nel cuore della Vergine Maria, la madre di Gesù, la fiammella è rimasta accesa in modo vivo anche nel buio della notte

Messaggio Urbi et orbi, Santa Pasqua, 8 aprile

PASQUA 2012

3OGIORNI - 3/4 - 2012 68

«Cari fratelli e sorelle! Se Gesù è risorto, allora – e solo allora – è avvenutoqualcosa di veramente nuovo, che cambia la condizione dell’uomo e del mondo. Allora Lui, Gesù, è qualcuno di cui ci possiamo fidare in modo assoluto, e non soltanto confidare nel suo messaggio, ma proprio in Lui, perché il Risorto non appartiene al passato, ma è presente oggi, vivo».

Allora Lui, Gesù, è qualcuno di cui ci possiamo fidare in modo assoluto, e non soltanto confidare nel suo messaggio, ma proprio in Lui

«Cari fratelli e sorelle!Buona giornata a voi tutti! Il lunedì dopo Pasqua è in molti Paesi una giornata di vacanza, in cui fare una passeggiata in mezzo alla natura,oppure andare a visitare parenti un po’ lontani per ritrovarsi insieme in famiglia. Ma vorrei che fosse sempre presente nella mente e nel cuoredei cristiani il motivo di questa vacanza, cioè la Risurrezione di Gesù, il mistero decisivo della nostra fede. Infatti, come scrive san Paolo ai Corinzi, “se Cristo non è risorto, vuota è allora la nostra predicazione,vuota anche la vostra fede” (1Cor 15, 14). Perciò in questi giorni è importante rileggere le narrazioni della risurrezione di Cristo che troviamo nei quattro Vangeli, e leggerle con il nostro cuore. Si tratta di racconti che, in modi diversi, presentano gli incontri dei discepoli con Gesù risorto, e ci permettono così di meditare su questoevento stupendo che ha trasformato la storia e dà senso all’esistenza di ogni uomo, di ognuno di noi».

Se Cristo non è risorto, vuota è anche la vostra fede

Messaggio Urbi et orbi, Santa Pasqua, 8 aprile

Lunedì dell’Angelo, dopo il Regina Coeli, 9 aprile

Brani dalle omelie e dai discorsi di papa Benedetto XVI

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Dal 14 al 16 settembre 2012 il Papa si recherà in Libano dove renderà pubblica l’esortazione postsinodale del Sinodospeciale dei patriarchi e dei vescovi del Medio Oriente, svoltosi in Vaticano nell’ottobre 2010. Anche in vista di questoappuntamento, pubblichiamo l’omelia di sua beatitudine Béchara Boutros Raï, patriarca di Antiochia dei Maroniti, in occasione della Pasqua del Signore

72

«Se Cristo non è risorto, vuota è anche la vostra fede»

3OGIORNI - 3/4 - 2012

PASQUA 2012

Maria Maddalena e l’altra Maria al sepolcro e la successiva apparizione a loro di Gesù,

particolare della miniatura del Vangelo di Rabbula riprodotta infra a pagina 74

733OGIORNI - 3/4 - 2012

«Voi cercate Gesù Nazareno, ilcrocifisso. È risorto, non è qui»

(Mc 16, 6)

L a verità della morte di Cristoe della sua sepoltura, le sueapparizioni e il sepolcro vuo-

to, tutto ciò conferma la sua Risur-rezione. Figlio di Dio fatto carne,Gesù è morto davvero sulla croceper la redenzione dei peccati di tut-ta l’umanità. Per mezzo del suosangue, ha riconciliato Dio con cia-scun uomo, affinché noi viviamo lariconciliazione con Dio e gli unicon gli altri. È risorto per la nostragiustificazione (Rm 4, 25) e per do-narci la vita nuova, che è la vita divi-na in noi. È questa la portata del-l’annuncio dell’angelo alle donne,all’alba della domenica della Risur-rezione: «Non abbiate paura! Voicercate Gesù Nazareno, il crocifis-so. È risorto, non è qui» (Mc 16, 6).A nostra volta, noi annunciamo

questa notizia al mondo intero: Cri-sto è risorto! È veramente risorto!

Eccellenza, presidente MichelSuleiman, siamo lieti che lei sia inprima fila tra i fedeli in questa festadella Risurrezione dai morti del Si-gnore Gesù. In mezzo a questi fe-deli ci sono ministri, deputati, pre-sidenti di municipalità, sindaci e al-tre personalità della vita pubblica edel settore privato. A lei, signorpresidente, e a tutti i presenti vor-remmo esprimere il nostro auguriopiù sincero che Cristo Signore, ri-suscitato dai morti, vi possa donarein abbondanza le sue grazie, la suapace, la sua gioia, e che doni al Li-bano e ai Paesi arabi, oggi in crisi,di ritrovare l’unità, la stabilità e unapace giusta e generalizzata.

La sua presenza in questa sedepatriarcale aggiunge gioia e letiziaal carattere sacro di questa festa.Siamo altrettanto felici del fattoche, in virtù della sua fede nella glo-riosa Risurrezione di Cristo daimorti, sorgente della risurrezionedei cuori, lei possa operare, inquanto guida della Repubblica, perla risurrezione del Paese dalle rovi-ne della guerra come dagli inciam-pi della vita politica, economica esociale. Lei sta cercando inoltre diabbattere i muri della discordia edella divisione, ispirando uno spiri-to di fratellanza e di collaborazionefondato sulla cittadinanza e l’ap-partenenza a un Paese che ha biso-gno del contributo di tutti i suoi figlie di tutte le sue componenti per ri-nascere al progresso e alla stabilità.In questo lei realizza ciò a cui GesùCristo ci invita con la sua morte e la

sua Risurrezione, e ciò che esprimel’apostolo Paolo: «Ora invece, inCristo Gesù, voi che un tempo era-vate i lontani siete diventati i vicinigrazie al sangue di Cristo […] coluiche ha fatto dei due un popolo so-lo, abbattendo il muro di separazio-ne che era frammezzo […] permezzo della sua carne […]. Permezzo della croce, ha distrutto l’ini-micizia. Egli è venuto perciò ad an-nunziare pace a voi che eravatelontani e pace a coloro che eranovicini. […] Così dunque voi non sie-te più stranieri né ospiti, ma siete

In occasione della festa di Pasqua, invio i miei migliori au-guri alla direzione di 30Giorni e ai lettori della rivista. Rin-grazio la direzione per aver voluto pubblicare questa ome-lia, che ho pronunciato in occasione della messa di Pasquaal patriarcato maronita di Bkerke. Mi auguro che possa for-nire ai lettori un contributo di crescita spirituale.

Béchara Boutros Raïpatriarca di Antiochia dei Maroniti e di tutto l’Oriente

Il patriarca Béchara Boutros Raï

durante la messa di Pasqua, 8 aprile,

a Bkerke, Beirut

¬

concittadini dei santi e familiari diDio» (Ef 2, 13-19).

Insieme a lei, signor presidente,e insieme a tutti gli uomini di buonavolontà, noi operiamo, come Chie-sa, per l’unità del popolo libanesecon tutte le sue confessioni e le suecomponenti, lontani da qualunquedivisione e inimicizia, lontani daqualsiasi posizione unilaterale e diparte. Il valore di questo Paese stanella sua pluralità culturale, religio-sa e politica, cuore della democra-zia fondata sulla convivenza nell’e-guaglianza dei diritti e dei doveri difronte alla legge, sul rispetto delladiversità a tutti i livelli, sulla promo-zione delle libertà civili, e in partico-lare quelle d’opinione, d’espressio-ne e di fede, e sulla garanzia dei di-ritti fondamentali dell’uomo.

Insieme a lei noi operiamo perevitare il coinvolgimento del no-stro Paese nella logica delle allean-ze e dei patti regionali o internazio-nali su base politica, religiosa oconfessionale. Il Libano, in ragio-ne della sua conformazione geo-grafica e politica, è chiamato a es-sere neutrale. In questo modo il Li-bano può essere un fattore di stabi-lità nella regione, e un’oasi di in-contro e dialogo per le culture e lereligioni, più impegnato nella di-fesa della causa [così in francese;in arabo “nelle questioni”, ndr] deiPaesi arabi e della comunità inter-nazionale per stabilire pace e giu-stizia, affrontare la violenza e il ter-rorismo, promuovere i valori dellamodernità, giocando un ruolo diponte tra Oriente e Occidente.

Nell’esortazione apostolicaUna nuova speranza per il Liba-no si legge: «La costruzione dellasocietà è un’opera comune a tutti ilibanesi» (§ 1). Non bisogna alloraescludere, dimenticare o elimina-re nessuno. Le diverse scelte poli-tiche devono rimanere una ric-chezza e un mezzo per raggiunge-re il bene comune, da cui deriva ilbene di ogni persona. Le sceltepolitiche non sono forse declina-zioni diverse dell’arte del possibi-le? Nessuna scelta politica può ve-

nir presa per assoluta. Tutte lescelte sono relative, perché adot-tano i mezzi migliori per attuaredei principi generali e delle tradi-zioni nazionali, al servizio del benecomune, del cittadino libanese,della società e della nazione. Sichiede solo che le scelte rimanga-no fedeli ai principi generali e alletradizioni nazionali, così comeagli obiettivi delle scelte stesse.

«Voi cercate Gesù Nazareno, ilcrocifisso. È risorto, non è qui» (Mc16, 6). È questa la testimonianzadell’angelo alle donne. Ma la Risur-rezione è, in origine, la testimo-nianza di Dio riguardo a Gesù Cri-sto, testimonianza confermata dal-l’apostolo Pietro: «Essi lo ucciseroappendendolo a una croce, maDio lo ha risuscitato al terzo gior-no, noi tutti ne siamo testimoni»

3OGIORNI - 3/4 - 2012 74

PASQUA 2012

Una delle miniature del Vangelo di Rabbula raffigurante la crocifissione e la risurrezione di Gesù Cristo, Biblioteca Medicea Laurenziana, Firenze.Il testo dei Vangeli in lingua siriaca, compilato probabilmente nel 586, è l’unico codice miniato della Siria paleocristiana sopravvissuto fino ai giorninostri. A partire dall’XI secolo il documento è stato custodito dai patriarchi maroniti di Antiochia, che alla fine del XV secolo lo donarono alla famiglia dei Medici di Firenze

(At 2, 32; 10, 38-40); e da Paoloall’Areopago di Atene: «Dio ne hadato a tutti prova sicura col risusci-tarlo dai morti» (At 17, 31). Garan-zia della nostra risurrezione spiri-tuale – grazie alla penitenza – e fisi-ca – grazie alla risurrezione dellacarne. Garanzia della verità di Cri-sto e dell’autenticità della sua per-sona e della sua missione. Questagaranzia si perpetua nel mondoper l’azione dello Spirito Santo che«convincerà il mondo quanto alpeccato, alla giustizia e al giudizio.Quanto al peccato, perché noncredono in me; quanto alla giusti-zia, perché vado dal Padre e nonmi vedrete più; quanto al giudizio,perché il principe di questo mondoè stato giudicato» (Gv 16, 8-11).Secondo Paolo, la Risurrezione diCristo è la base su cui si edifica la fe-de cristiana: «Se Cristo non è risor-to, vuota è anche la vostra fede […]noi siamo falsi testimoni […] siamoda compiangere più di tutti gli uo-mini» (1Cor 15, 14-15 e 19).

Per mezzo della sua RisurrezioneCristo è diventato la nostra pace (cfr.Ef 2, 14), il fondamento della nostracondizione di figli di Dio, e la frater-nità tra gli uomini. Dopo la sua Ri-surrezione, Cristo ha usato spesso leparole “fraternità”, “pace” ed “es-sere figli di Dio”. A Maria Maddale-na che piangeva davanti al sepolcrola mattina della domenica di Risur-rezione, Cristo appare e le dice: «Va’

dai miei fratelli e di’ loro: io salgo alPadre mio e Padre vostro, Dio mio eDio vostro» (Gv 20, 17). TramiteCristo tutti gli uomini sono divenutifratelli, e tramite Cristo figlio del Dioeterno tutti i credenti sono divenutifigli di Dio. Noi crediamo a questanuova identità, la insegniamo e ope-riamo per la sua realizzazione.

Ogni volta che Cristo appariva aisuoi discepoli durante i quarantagiorni, li salutava dicendo: «La pacesia con voi!» (Gv 20, 19 e 26); conquesto saluto donava loro sicurezzae pace interiore, cancellava la pauradai loro cuori, manifestava i segni eli confortava nella loro missione. Lapace di Cristo è la cultura che predi-chiamo, la scelta che sempre man-teniamo, perché la condizione di fi-gli di Dio si traduce in azioni e inizia-tive di pace, secondo la parola diCristo Signore: «Beati gli operatoridi pace perché saranno chiamati fi-gli di Dio» (Mt5, 9).

La Risurrezione di Cristo daimorti è la garanzia della risurrezionedei cuori dalla morte del peccato edal male. Cristo è vivo: è presentenella Chiesa e agisce nel mondo fi-no alla fine dei tempi (cfr. Mt 28,20). Presente e attivo per mezzodella sua parola viva, del suo corpo edel suo sangue nel sacramento del-l’Eucaristia, della grazia dei sacra-menti, del suo Spirito vivo e santoche realizza tra i fedeli i frutti dellaRedenzione e della Salvezza.

Cristo risuscitato dai morti è vi-cino a ogni uomo, contempora-neo a ogni uomo. È il Signore«che è, che era e che viene» (Ap 1,4); è colui che la Chiesa, colui chetutti i credenti invocano ogni gior-no: «Vieni, Signore Gesù!» (Ap22, 20). A Te lode e gloria nei se-coli dei secoli. Amen.

Cristo è risorto! È veramenterisorto! q

753OGIORNI - 3/4 - 2012

«Se Cristo non è risorto, vuota è anche la vostra fede»

A sinistra,

il patriarca durante

la santa messa

di Pasqua

alla presenza

delle massime

autorità civili

libanesi; sopra,

un momento

della processione

del giorno

di Pasqua

D a quasi cento anni ognidomenica mattina a Ro-ma si sente cantare Dan-

te. È dal 1914 infatti che i più illu-stri dantisti italiani recitano e com-mentano la Divina Commediamescolando le terzine ai rintocchi

delle campane di Trastevere, dovesta il quattrocentesco Palazzettodegli Anguillara, la storica sede del-la Casa di Dante. Fondata nel1913 su iniziativa di Sidney Sonni-no, allora ministro degli Esteri protempore, la Casa di Dante, «asso-

Letteratura Dante

«Ho la netta impressione che anche da posizioni radicalmente lontanevenga una domanda sincera alla Chiesa: che torni a parlare della sostanza del suo messaggio, che torni insomma a parlare di Dio. E Dante in questo può esserci d’aiuto». Incontro con il cardinale Gianfranco Ravasi

Il cardinale a casa del poeta

Dante Alighieri, affresco di Andrea del Castagno, conservato

negli Uffizi di Firenze; sotto, il quattrocentesco Palazzetto

degli Anguillara, a Roma, storica sede della Casa di Dante

di Paolo Mattei

ciazione culturale apolitica e senzafini di lucro», da quasi un secolopromuove conferenze e pubblicheletture di opere dantesche e svolgeattività «idonee a sostenere gli studie a illustrare e favorire la miglioreconoscenza della vita, dei tempi edelle opere del Poeta», come recitalo Statuto. Lo scorso febbraio ne èdiventato presidente il cardinaleGianfranco Ravasi, subentrando alsenatore Giulio Andreotti, ora pre-sidente onorario.

Il cardinale Ravasi, che ha rac-contato di avere accolto con«grande gioia e stupore» l’invitoad accettare la carica, è il presi-dente del Pontificio Consiglio del-

la Cultura della Santa Sede, con ilquale ha costituito da pochissimoun Comitato scientifico-organiz-zativo per promuovere le celebra-zioni in vista del settimo centena-rio del la morte di Dante, nel2021. Un’occasione, ha detto ilporporato, per «creare sinergietra istituzioni ecclesiali e civili».

Lo abbiamo incontrato perparlare del poeta fiorentino, enon solo.

Eminenza, come nasce ilsuo legame con Dante?

GIANFRANCO RAVASI:Non da una competenza pro-priamente tecnica o accademi-ca, perché i miei studi si sonosviluppati in altro ambito. Sitratta piuttosto di una simbiosi

ideale e spirituale generata dadue fatti particolari: il primo è lamia passione per la poesia, checoltivo fin dall’adolescenza. So-no sempre stato un grande letto-re di poesia, di tutte le matrici,anche straniere. Il secondo fattoè stato, per così dire, un colpo difortuna: al liceo del seminario diMilano ho avuto un professoredi letteratura italiana innamora-to di Dante. La sua bibliotecaconservava una raccolta stermi-nata di commenti alle opere delpoeta e la sua esegesi liceale eraininterrottamente innervata dal-le diverse voci di tali commenta-tori. Operava per noi, in quel

mondo sterminato, una selezio-ne attraverso cui ci proponeva,come un vero appassionato,continue aperture di orizzonte.Gli sono grato perché mi ha in-segnato a leggere Dante conamore, ma anche con il rigoreche la poesia richiede.

Che intende per “rigore”?La poesia non è il linguaggio

istintivo e spontaneista dei moltiversificatori che compongono li-berissime e infinite variazioni surose e stille di rugiada… La poe-sia è il massimo della razionalità,è una logica superiore, trascen-dente, con una sua grammatica,un suo rigore straordinario. Im-maginiamo per un momentoquanto fossero importanti perDante la precisione geometrica

del verso, il rispetto degli accentie delle cesure, la scrupolosa ri-cerca delle rime… Questa accu-ratezza è imprescindibile anchenella musica. Penso, per esem-pio, a Bach. Alcune delle suecomposizioni possono esserepensate, con un’immagine utiliz-zata spesso anche per rappre-sentare la Divina Commedia,come cattedrali. All’inizio di al-cune sue opere c’è una “guglia”musicale che torna, alla fine, co-me parallelismo necessario.

Dopo quell’inizio liceale,ha continuato a frequentarel’opera del poeta fiorentino?

Sì, ho sempre cercato di pre-servare delle isole di tempo dadedicare alla lettura dei versi del-la Commedia. Del resto, in que-sto senso ho avuto l’esempio illu-stre di Giovanni Galbiati, miopredecessore alla Biblioteca Am-brosiana. Si era fatto costruireuna torretta – che io avrei poisuccessivamente utilizzato comemio studiolo privato – nella qualeogni giorno saliva per leggere uncanto della Commedia. Proba-bilmente considerava la poesiacome un esercizio dell’anima,come una preghiera.

Amerà sicuramente Dan-te anche per la teologia pre-sente nelle sue terzine…

Naturalmente. Come ha teo-rizzato lo scienziato Stephen J.Gould, la teologia e la filosofia,che studiano il “fondamento”,appartengono a un piano di co-noscenza trascendente, un pia-no distinto da quello della cono-scenza empirico-scientifica, chesi occupa del “fenomeno”, della“scena”. Ecco: la vera poesia sisitua sullo stesso livello della teo-logia e della filosofia. È certa-mente il caso di Dante, che sa in-globare e trasfigurare nel lin-guaggio della poesia la teologia el’esegesi del suo tempo, di cuiaveva una conoscenza tecnicamolto profonda. In anni più vici-ni ai nostri, è riuscito a farlo, mu-tatis mutandis, anche un al-

793OGIORNI - 3/4 - 2012

Intervista con il presidente del Pontificio Consiglio della Cultura

¬

Il cardinale Gianfranco

Ravasi con il professor

Enrico Malato, durante

la conferenza stampa

di presentazione delle

iniziative della Casa

di Dante e del Pontificio

Consiglio della Cultura

in vista del settimo

centenario della morte

del poeta (1321-2021),

Roma, 7 marzo 2012

tro poeta che amo molto, Tho-mas Stearns Eliot, nei Quattroquartetti. La teologia in Dantecelebra la sua grande epifania etutti i teologi che ignorano Dantecome teologo, sbagliano. Del re-sto, Marie-Dominique Chenuspiegava, nella sua Teologia delXII secolo, quanto sia necessarioriservare attenzione alle opereartistiche, non solo letterarie, maanche plastiche e figurative, per-ché esse non sono, diceva, «sol-tanto illustrazioni estetiche, madei veri “luoghi” teologici». Mipiacerebbe che si potesse inse-gnare l’opera di Dante con talecriterio di fondo. Anche per que-sto sarebbe bello riproporre l’i-stituzione di una cattedra di Studidanteschi nell’Università Cattoli-ca, come già fece nell’aprile1965 Paolo VI con la letteraapostolica, data in forma di mo-tu proprio, Altissimi cantus,scritta per i settecento anni dallanascita del Poeta.

Lei ha recentemente os-servato come anche nellescuole l’insegnamento diDante sia insoddisfacente…

Spesso la maniera di presen-tarlo agli studenti è priva di fasci-no, di attrattiva. Ma Dante è affa-scinante e attraente! In questosenso Roberto Benigni con lesue lecturae ha avuto il merito eil coraggio di mostrare come

Dante sappia parlare all’uomo dioggi; è riuscito a far vedere comein una frase egli riesca a dire surealtà così profonde tutto quelloche raffinati intellettuali non sa-rebbero in grado di spiegarenemmeno con migliaia di paro-le… Il merito di Benigni è statoquesto: con una lettura “linea-re”, narrativa, e senza troppechiose, è riuscito a far parlareDante a mi l ioni di persone.Spesso invece nelle scuole i do-centi ne propongono esasperan-ti interpretazioni filologiche, sot-toponendo il testo a una conti-nua e defatigante analisi struttu-rale… Ricordo la lezione di uncritico americano strutturalista, ilquale considerava bellissimo ilpasso della Commedia che stavacommentando soltanto perchélo s i poteva completamente“smontare”, fare a pezzi, ridurrea figurine da découpage.

Che cosa si potrebbe faredi positivo per questo?

Si dovrebbe lavorare sulla for-mazione dei docenti. E gli opera-tori culturali e della comunicazio-ne dovrebbero cambiare atteggia-mento nei confronti del grandepubblico, per il quale spesso nu-

trono pessimismo, se non di-sprezzo. Invece non solo Benigni,ma anche Vittorio Sermonti hadimostrato che c’è per queste co-se una sete diffusa e una ricettivitàmolto più profonda di quanto sipensi. Ho assistito qualche tempofa a una sua lectura Dantis a San-ta Maria delle Grazie, a Milano:fuori della chiesa c’erano lunghefile di persone che non erano riu-scite a entrare. Anch’io mi sonospesso stupito di quanta curiositàvi sia per temi che vengono consi-derati normalmente riserve di

80 3OGIORNI - 3/4 - 2012

Letteratura Dante

A destra, il cardinale Ravasi;

sotto, da sinistra,

Vittorio Sermonti e Roberto Benigni

caccia per specialisti. Ricordo conmeraviglia la folla silenziosa e at-tenta che, a Mantova, sotto un so-le implacabile, ascoltava una miaconferenza su Qoelet. E le assicu-ro che non erano professori.Dante, quindi, può ancora parla-re al mondo.

Dante ha parlato anchealla Chiesa del suo tempo, espesso con durezza…

L’amore per la Chiesa, l’amo-re per la fede, si può manifestare

anche attraverso la critica appas-sionata. C’è un esercizio della cri-tica serio, motivato, fondato, chenelle argomentazioni può essereanche discutibile, ma che nasceda un’autentica passione dellospirito. Dante è questo. Benedet-to XV, nell’enciclica In praeclarasummorum, redatta nell’apriledel 1921 in occasione dei seicen-to anni dalla morte del poeta, e ri-volta ai professori e agli alunni de-gli istituti letterari e di alta culturadel mondo cattolico, pone questointerrogativo retorico: «Chi po-trebbe negare che in quel tempovi fossero delle cose da rimprove-

rare al clero, per cui un animo co-sì devoto alla Chiesa, come quellodi Dante, ne doveva essere assaidisgustato, quando sappiamo cheanche uomini insigni per santitàallora le riprovarono severamen-te?». E Paolo VI, nella lettera Al-tissimi cantus, nota: «Né rincre-sce ricordare che la sua voce si sialevata e abbia risuonato duramen-te contro alcuni pontefici romani,e che abbia ripreso con asprezzaistituzioni ecclesiastiche e uomini

che furono ministri e rappresen-tanti della Chiesa». Proprio per-ché la sua fede non era l’adesionea delle verità razionali, ma l’amo-re dell’essere intero a Cristo e allaSua Chiesa, Dante ha potuto in-trodurre nella Commedia tutta ladimensione morale che la conno-ta, con la sottolineatura della di-stinzione fra ciò che bene e ciòche è male. Io sono convinto chevi sia oggi bisogno di ritornare aparlare del concetto di male,usando proprio i termini più chia-ri: colpa, peccato. Il concetto dipeccato si è perso, si è stinto inuna nebbia incolore, si è estinto.

Pastoralmente parlando, sentonecessario in questo periodo ri-tornare a ribadire – pur senza re-torica o enfasi – il senso del benee del male. Anche in questo, Dan-te può essere di aiuto.

Anche nel dialogo con inon credenti, o con chi è lon-tano dalla Chiesa?

Certo. Il dialogo rischia di mo-rire perché spesso lo si fa sconfi-nare nel sincretismo o nel fonda-mentalismo. Purtroppo il con-

fronto mediaticamente vincenteè quello tra credenti con posizioniincredibilmente rigide e i “noncredenti dello sberleffo”, per iquali tutto si risolve nella parodiae nello spettacolo. Per questomotivo voglio evitare che le inizia-tive del Cortile dei Gentili [istitu-zione del Pontificio Consiglio del-la Cultura per il dialogo tra cre-denti e agnostici o atei, ndr] sianocondotte da credenti e da noncredenti fondamentalisti. Biso-gna essere capaci di argomentaree ascoltare senza però recedere diun passo: e questo non è fonda-mentalismo ma il vero senso

813OGIORNI - 3/4 - 2012

Intervista con il presidente del Pontificio Consiglio della Cultura

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L’amore per la Chiesa, l’amore per la fede, si può manifestare ancheattraverso la criticaappassionata. C’è un eserciziodella critica serio, motivato,fondato, che nelleargomentazioni può essereanche discutibile, ma chenasce da un’autenticapassione dello spirito

Sotto, Dante Alighieri e i regni dell’oltretomba, Domenico di Michelino, Santa Maria del Fiore, Firenze

del dialogo. Io – l’ho detto spesso– sono contrario al “duello” per-ché sono a favore del “duetto”,nel quale le voci, pur se apparte-nenti ad antipodi sonori, sannoprodurre armonia senza dover ri-nunciare alla propria identità,cioè, per essere concreti, senzascolorirsi in un vago sincretismoideologico. Mi ha colpito un con-fronto pubblico che ho avuto direcente, proprio durante un’ini-ziativa del Cortile dei Gentili, conGian Enrico Rusconi. Ho avuto lanetta impressione che anche daposizioni così radicalmente lonta-ne venga una domanda sinceraalla Chiesa: che torni a parlaredella sostanza del suo messaggio,che torni insomma a parlare diDio. Spesso ci si perde dietro apiccoli particolari e non si tieneconto di tutto l’affresco. Anche inquesto, Dante, con il suo spirito

“sistematico” medievale – un re-spiro che noi abbiamo perso –può esserci d’aiuto.

Lei ha citato BenedettoXV e Paolo VI. Ma anche Be-nedetto XVI ama Dante…

Sì. Lo ricorda già da cardinale,nel suo testo Introduzione al cri-stianesimo; e poi da papa, in va-rie occasioni: nell’enciclica Deuscaritas est, in un intervento rivol-to ai partecipanti a un incontropromosso dal Pontificio IstitutoGiovanni Paolo II e poi durantel’Angelus per la festa dell’Imma-colata Concezione del 2006, do-ve, chiedendosi perché tra tutte ledonne Dio abbia scelto proprioMaria di Nazareth, cita i versi me-ravigliosi della preghiera di sanBernardo alla Madonna. «La ri-sposta», dice il Papa, «è nascostanel mistero insondabile della divi-na volontà. Tuttavia c’è una ragio-ne che il Vangelo pone in eviden-za: la sua umiltà. Lo sottolinea be-ne Dante Alighieri nell’ultimo can-to del Paradiso: “Vergine Madre,figlia del tuo Figlio, / umile e altapiù che creatura, / termine fissod’etterno consiglio”». q

82 3OGIORNI - 3/4 - 2012

Letteratura Dante

Da sinistra

in alto, in senso

orario:

Benedetto XV,

Paolo VI

e Benedetto XVI

La Preghiera di san Bernardo a Maria (canto XXXIII del Paradiso),

miniatura di Giovanni di Paolo tratta dal codice Yates-Thompson

della Divina Commedia, British Library, Londra

84 3OGIORNI - 3/4 - 2012

I l transitus Domini, ovvero ilpassaggio che lega la Chiesaalla Tradizione e alle sue origini

secondo una nota espressione diPaolo VI, è l’aspetto più importan-te ma anche il meno evidenziato

dell’Archivio Segreto Vaticano.L’archivio centrale della Santa Se-de, infatti, è molto più famoso perle sue dimensioni: creato quattro-cento anni fa da papa Paolo V nel-la sede in cui è anche oggi e a cui si

accede dal Cortile del Belvedere inVaticano, raccoglie dodici secoli distoria in ottantacinque chilometridi scaffali. È uno dei centri di ricer-che storiche più importanti e cele-bri al mondo, vi sono conservati

Intervista con il cardinale bibliotecarioRaffaele Farina: perché la Chiesa ha sempre sentito il bisogno di conservare sistematicamente atti e documenti della sua attività

Anniversari I quattrocento anni dell’Archivio Segreto Vaticano

La propensionedella Chiesa alla memoria

di Roberto Rotondo

La Sala degli Angeli musicanti,

nel piano nobile

dell’Archivio Segreto Vaticano

Il registro dei giuramenti

di fedeltà a Innocenzo VI

redatto, presumibilmente,

a partire dal 1356

In queste pagine, alcuni documenti espostialla mostra Lux in arcana, Musei Capitolini,

Roma, fino al 9 settembre 2012

milioni di documenti dicui moltissimi di valorestorico inestimabile e,naturalmente, è in con-tinua crescita. Per capi-re a che cosa serve e co-me si è formato l’Archi-vio dei papi, abbiamo ri-volto alcune domande aRaffaele Farina, cardi-nale archivista dell’Ar-chivio Segreto Vaticanoe bibliotecario di Santa RomanaChiesa. Il cardinale bibliotecario èuna specie di patrono della Biblio-teca Apostolica Vaticana e dell’Ar-chivio Segreto, mentre la gestioneè affidata rispettivamente a dueprefetti. Il cardinale Farina, salesia-no, storico, esegeta, con una lungaesperienza anche come prefettodella Biblioteca Apostolica Vatica-na, ci riceve nel suo studio e, primadi iniziare l’intervista, ricorda conpiacere il rapporto speciale che le-ga Benedetto XVI alla Biblioteca eall’Archivio: lo stesso papa Ratzin-ger, quando venne qui in visita nel2007, raccontò che quando eraprefetto della Congregazione perla Dottrina della fede chiese più diuna volta a Giovanni Paolo II di es-sere nominato cardinale bibliote-cario, e per un periodo fu ancheconvinto che quello sarebbe stato ilsuo futuro incarico, ma le cose an-darono diversamente e in Bibliote-ca ci è andato da Papa.

Eminenza, l’Archivio Se-greto ha quattrocento annima raccoglie documenti mol-to più antichi. Perché la Chie-sa ha sempre sentito il biso-gno di conservare atti e docu-menti della sua attività in mo-do così sistematico?

RAFFAELE FARINA: Fin daiprimissimi tempi della Chiesa diRoma, come ricorda il Liber Pon-tificalis, i papi usarono custodirenel proprio “scrinium” (archivio) legesta martyrum, i codici liturgici,le memorie delle consacrazioniepiscopali, le donazioni compiuteal vescovo di Roma e ai cristiani

nei primi secoli. L’esi-genza nasceva dalla ne-cessità di tramandarememoria dell’azionedella Chiesa nascentedopo le persecuzioni edal bisogno “ammini-strativo” della Chiesaromana stessa, che na-turalmente desideravaconoscere i testimonidella fede morti per Cri-

sto (il migliore suo tesoro di fede) el’azione dei pastori e dei fedeli nel-l’Urbe. Dal IV secolo in poi l’Archi-vio della Chiesa di Roma si arricchìdi documenti, codici, libri provin-

ciali, formule di giuramento, atte-stati di consacrazione di chiese ofondazioni di abbazie, papiri ri-guardanti la corrispondenza inol-trata ai pontefici dagli imperatorid’Oriente, prima, e d’Occidente,poi, e altri scritti pastorali e ammi-nistrativi, come ben dimostra il Li-ber diurnus Romanorum Pontifi-cum, un antico codice formulariodi cancelleria posseduto dall’Ar-chivio Segreto Vaticano che risalealla fine dell’VIII secolo o all’iniziodel IX secolo.

Quindi non era solo unanecessità legata alle funzionidel papato specialmente ¬

853OGIORNI - 3/4 - 2012

Lux in arcana

La mostra ai Musei Capitolini

L’atto di abiura di Galileo Galilei e la bolla di deposizione dellʼimperatoreFederico II. La Regola di Francesco di Assisi e la bolla di canonizzazione

di Francesco Saverio, una lettera di Erasmo da Rotterdam e una di Michelan-gelo Buonarroti. Lux in arcana più che una mostra è unʼimmersione nelle fontidella storia. Cento documenti originali dallʼArchivio Segreto Vaticano, sceltitra codici e pergamene, filze, registri e manoscritti, per la prima volta sonoesposti al pubblico per circa sette mesi, dal marzo a settembre 2012, nei Mu-sei Capitolini a Roma.

La mostra, organizzata in occasione del quarto centenario della fondazio-ne dellʼArchivio Segreto Vaticano, vuole spiegare e raccontare che cosʼè e co-me funziona lʼArchivio dei papi e, nel contempo, “rendere visibile lʼinvisibile”e permettere lʼaccesso ad alcune meraviglie documentarie. Sono esposti an-che alcuni documenti del periodo la cui consultazione è ancora interdetta aglistudiosi, ovvero quello del pontificato di Pio XII contenente fra lʼaltro un reso-conto della strage delle Fosse Ardeatine, una rubrica che annota i nomi dei sa-cerdoti internati a Dachau, un racconto del bombardamento di San Lorenzofuori le Mura a Roma.

R.R.

La faccia anteriore del sigillo d’oro

di papa Clemente VII

Il cardinale

Raffaele Farina

all’esercizio del potere tem-porale...

Alle origini non vi è il poteretemporale del papa, che iniziò sol-tanto con papa Adriano (772-795); vi era quindi una preoccupa-zione memorialistica, pastorale eamministrativa. Con la nascita del-lo Stato della Chiesa si aggiunse an-che una preoccupazione di gover-no del Patrimonium Petri dipen-dente dal pontefice. La cosa più im-portante, come detto, è la propen-sione primaria della Chiesa a farmemoria. Quasi istintiva, direi, allacura e alla custodia di ciò che la col-lega alla sua origine. Anche il ma-noscritto anticamente veniva consi-derato una specie di reliquia.

L’Archivio ha avuto varievicissitudini prima dello spo-

stamento nell’attuale sede. Lacostituzione di un archiviocentrale nel XVII secolo fu do-vuta anche alle esigenze dellanascente scienza archivistica?

Le ragioni che possono aver in-fluito sono diverse. Resta il fattoche i pontefici del XVI e XVII seco-lo tentarono a più riprese di riunirein un solo luogo, ben vigilato, i do-cumenti della Santa Sede: opera-rono in tal senso Paolo IV (1555-1559), san Pio V (1566-1572),Sisto V (1585-1590), ClementeVIII (1592-1605) senza riuscirviper svariate ragioni. Vi riuscì inve-ce Paolo V Borghese che all’iniziodel 1612 fece confluire nelle saleattigue al Salone Sistino della Bi-blioteca Vaticana, abitate fino aquel tempo dal cardinal nipote, i

nuclei documentari provenienti dadiversi punti del Palazzo Apostoli-co e dal vecchio Archivio di CastelSant’Angelo.

L’Archivio è anche statodefinito un oceano, ma c’èun settore più importantedegli altri?

Tutte le carte d’archivio sonoequivalenti in sé stesse, perché tut-te appartengono a un unicum chelega e tiene insieme le pratiche; va-lutare o svalutare qualcuna di essesignificherebbe decretarne inevita-bilmente la sua salvezza o il suo ac-cantonamento. Questo negli ar-chivi non si opera mai. Tutti gliscritti sono importanti e tutti han-no una loro ragione, che li vincolagli uni agli altri. Ciò non vuol direche alcuni celebri atti della storia

86 3OGIORNI - 3/4 - 2012

Q uando si parla dellʼArchivio Segreto Vaticano, siparla del moderno archivio della Santa Sede fon-

dato da Paolo V intorno al 1610, nella sede che affacciasul Cortile del Belvedere dove si trova tuttʼora, sebbeneenormemente ingrandita. Ma la storia dellʼarchivio dei ro-mani pontefici affonda in tempi ben più lontani, collegan-dosi con lʼorigine, la natura, lʼattività e lo sviluppo dellaChiesa stessa.

Il patrimonio documentario conservato nei grandidepositi copre un arco cronologico di circa dodici secoli(dallʼVIII al XX secolo). Costituito da oltre seicento fondiarchivistici, si estende per ottantacinque chilometri li-neari di scaffalature, collocate, fra lʼaltro, nel Bunker, unlocale su due piani, ricavato nel sottosuolo del Cortiledella Pigna dei Musei Vaticani. Da quando papa LeoneXIII, nel 1881, ne aprì le porte agli studiosi, lʼArchivio Se-greto Vaticano è divenuto un centro di ricerche storichefra i più importanti e celebri al mondo. Per approfondirnela storia e lʼevoluzione segnaliamo il volume ArchivioSegreto Vaticano a cura di monsignor Sergio Pagano(Gangemi editore, 2000). Nel saggio viene spiegata lalunga storia di come fu costituito lʼArchivio, gli archiviche ha incamerato, le vicissitudini e i trasferimenti (co-me gli anni di stanza a Castel SantʼAngelo oppure il tra-sferimento forzato dellʼArchivio per ordine di Napoleonee il successivo ritorno a Roma).

Sono centinaia gli storici che da tutto il mondo chiedo-no di consultare lʼArchivio, il quale però ha anche unasua attualità dal punto di vista giornalistico, come rilevò

anni fa il famoso vaticanista Benny Lai, il quale scrisseche lʼArchivio permette di approfondire la conoscenzadelle strutture e del metodo di lavoro degli uffici vaticani,di penetrarne lʼintimità. La corrispondenza diplomaticafra la Segreteria di Stato e i nunzi apostolici, al di là del va-lore dei temi trattati, infatti, illumina il modo di pensare e diagire che il succedersi degli anni non ha sostanzialmentemodificato. Inoltre la consultazione dei documenti con-servati allʼArchivio non serve solo a chiarire i problemistorici, grandi o piccoli che siano, a studiare sotto diverseangolazioni le fasi della formazione della civiltà occiden-tale o la perenne questione di fondo dei rapporti fra Chie-sa e Stato; a volte dalle vecchie carte, che molti si ostina-no a considerare morto passato, emergono vicendeumane che il tempo non è riuscito a sclerotizzare.

R.R.

L’ Archivio Segreto Vaticano

Anniversari I quattrocento anni dell’Archivio Segreto Vaticano

Uno scorcio del deposito dell’Archivio Segreto

colpiscano più di altri la fantasia ola mente dello storico.

Che importanza ha oggil’Archivio Segreto Vaticanoper la Chiesa e il Papa? Cheruolo svolge?

L’Archivio Segreto Vaticanoconserva gli atti dei pontefici ro-mani e della loro Curia, pratica-mente senza soluzione di conti-nuità, dall’XI secolo fino ad oggi.Da qui la sua ovvia importanza. Ilruolo dell’Archivio è prima di tutto“amministrativo”, in quanto serveall’azione del Pontefice e degli or-ganismi della Curia romana per lostudio dei precedenti di questioni esituazioni. In questo senso l’Archi-vio serve principalmente e prima-riamente al Sommo Pontefice e al-la Segreteria di Stato. Il suo ruolo èpoi anche di custode della memo-ria della Santa Sede. L’Archivio ri-ceve periodicamente i versamentidi parte degli archivi della Curia ro-mana (fatte alcune eccezioni), cosìcome l’abbondante materiale do-cumentario delle varie rappresen-tanze pontificie nel mondo.

Non crede che l’attualitàdell’Archivio dal punto di vi-sta giornalistico sia anche lapossibilità di approfondire laconoscenza delle strutture edel metodo di lavoro degli uf-fici vaticani? La corrisponden-za diplomatica tra la Segrete-ria di Stato e i nunzi apostoli-ci, al di là dei temi trattati, illu-mina nei più minuti dettagli

un modo di pensare e agireche il succedersi degli anni edei pontificati non ha sostan-zialmente modificato…

Certo, ma c’è anche un altroaspetto che è poco studiato: laChiesa, dalla fine delle persecuzio-ni, ha preso l’impronta della rifor-ma dello Stato voluta da Dioclezia-no e da Costantino, sia nella divisio-ne geografica in diocesi, sia nell’i-mitazione della cancelleria imperia-le. A volte gli storici sottovalutano ilfatto che le cancellerie avevano unaloro politica e che su certi temi ave-vano anche un certo potere deci-sionale. Così per capire i compor-tamenti di alcuni papi del passatobisogna tener conto anche dellaSegreteria di Stato, della Curia.

Quante persone lavoranonell’Archivio?

L’ordinario governo dell’Archi-vio è affidato dal Pontefice al suoprefetto, che è coadiuvato dal vice-prefetto, dal segretario generale,da archivisti, scrittori, addetti e im-piegati ai vari livelli: in tutto cin-quantaquattro persone. Un nume-ro esiguo, se si confronta con ilpersonale di altri archivi di Statoparagonabili in certo modo all’Ar-chivio Segreto Vaticano. Si sperache in futuro tali forze possano au-mentare, secondo le compatibilitàdi bilancio della Santa Sede, cheper l’Archivio Segreto Vaticano eper la sua apertura gratuita agli stu-diosi di tutto il mondo investe giàuna rilevante somma.

Oggi quanto è importanteper gli studiosi l’Archivio equanto viene valorizzato?Quali sono le epoche storicheche vengono più consultate?

L’importanza dell’Archivio Se-greto Vaticano per i solidi studi sto-rici è ovvia. Quasi nessun saggiostorico serio, tanto in Europa,quanto nelle parti del mondo in cuila Chiesa cattolica è stata presente,può ignorare l’Archivio SegretoVaticano; e così accade nei fatti,perché al nostro Archivio ricorro-no ogni anno più di duemila ricer-catori da tutto il mondo. Le epochepiù studiate oscillano secondo gliinteressi storiografici del tempo: fi-no alla metà del Novecento preva-leva senza dubbio il Medioevo el’Età moderna; dalla metà del No-vecento e tanto più negli ultimi

873OGIORNI - 3/4 - 2012

¬

A sinistra, una pagina del volume

del processo di Galileo Galilei

con la sua firma; sotto, pergamena

della lettera del califfo Abu Hasfs

‘Umar al-Murtada a Innocenzo IV:

nella missiva il sovrano marocchino

chiede al Pontefice che il nuovo vescovo

inviato in Marocco sia uomo

dallo spirito lucido e che si sforzi

di evitare ogni male

Lux in arcana

decenni è molto indagata anchel’epoca contemporanea, fino allamorte di Pio XI (febbraio 1939).

Quali sono stati i Papi diepoca moderna che hannomaggiormente valorizzatol’Archivio Segreto?

A mia conoscenza hanno valo-rizzato molto le fonti dell’Archivioper il loro magistero o per il loro go-verno ordinario Pio XI, Pio XII, ilbeato Giovanni XXIII (che si recò invisita più volte) e Paolo VI. Molta at-tenzione riserva all’Archivio l’attua-le nostro pontefice Benedetto XVI.

L’Archivio Segreto Vatica-no è tra i più accessibili almondo eppure gode di un’im-meritata fama secondo laquale è un luogo dove vengo-no nascosti chissà quali se-greti e documenti scomodiper la Chiesa. Perché questopreconcetto che si concretiz-za nella richiesta pressantedi aprire sempre nuovi setto-ri e fondi?

Questa domanda mi è stata ri-volta numerose volte, ma solo dapersone che non sono addentroalle ricerche storiche o prive dellareale conoscenza dell’Archivio.La favola di oscure trame che inesso si ordirebbero deriva dal suonome: Archivio Segreto Vatica-no. Quel «segreto», che dice sem-plicemente archivio «privato» (co-me era l’Archivio segreto degliEstensi, dei Gonzaga, degli Sforzaeccetera) è letto nell’immaginazio-ne popolare o di alcuni romanziericome “misterioso”, oscuro. Forsenessun archivio al mondo è più“aperto” dell’Archivio SegretoVaticano, che mette a disposizio-ne dei ricercatori i suoi circa 630fondi da più d’un secolo.

Oltre all’apertura alla con-sultazione dei documenti rela-tivi al pontificato di Pio XII,quali altri progetti si prevedo-no nei prossimi anni?

I progetti sono tanti, ma i mezzieconomici per attuarli piuttostomodesti, almeno per ora. In questiultimi decenni, sotto la prefettura

di monsignor Sergio Pagano, sisono realizzate tre nuove sale distudio, tre nuovi laboratori, si èpassati alla fotografia digitale, allainformatizzazione di procedureamministrative, si sono incremen-tate di molto le collane di pubblica-zioni dell’Archivio. Oltre a ciò, sivorrebbe nel futuro procedere allainformatizzazione delle domandedi consultazione dei documenti e sivorrebbe incrementare la riprodu-zione digitale degli oltre duemilaindici o inventari dell’Archivio. Eforse altro ancora, con l’aiuto diDio. Per ciò che concerne i docu-menti del pontificato di Pio XII,tornando alla sua domanda, è qua-si sicuro che tra meno di due annisaranno disponibili.

Quanto i documenti conser-vati nell’Archivio e nella Bi-blioteca Apostolica Vaticanasono di aiuto per la Chiesa nel-l’affrontare i problemi attuali?

Questa è una domanda che fariferimento alla teologia oltre chealla storia. Per esempio, durante ilConcilio Vaticano II, per il temadella riforma liturgica, lo studio deitesti antichi conservati nella Biblio-teca fu importantissimo. Vennesfatato anche il mito che il Medioe-vo fosse un’epoca buia, mentre, alcontrario, dal punto di vista della li-turgia e della pietà popolare, fu in-vece un’epoca ricchissima. In ge-nerale, penso che riscoprire le ric-chezze della Tradizione nel corsodei secoli fa crescere la Chiesa. Unpo’ come nella storia della nostravita personale. Ciò che abbiamofatto di bene non viene cancellato.Così è anche per la Chiesa. Rinno-vamento è anche guardare indietroalla Chiesa antica come modello diriforma, alla Chiesa come Corpo diCristo senza macchia e senza ru-ghe. Conservare comporta ancheun arricchimento. q

88 3OGIORNI - 3/4 - 2012

La bolla di canonizzazione

di Francesco Saverio

Anniversari I quattrocento anni dell’Archivio Segreto Vaticano

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CR I S T I A N E S I M O

L’omelia di papa Benedetto XVI in occasione della santa messa

per il suo ottantacinquesimo compleanno

Cappella Paolina, lunedì, 16 aprile 2012

«Dio, come bambino, mendica, per così dire, il nostro amore»

Signori cardinali, cari fratelli nell’episcopatoe nel sacerdozio, cari fratelli e sorelle!

Nel giorno del mio compleanno e del mioBattesimo, il 16 aprile, la liturgia della Chiesaha posto tre segnavia che mi indicano doveporta la strada e che mi aiutano a trovarla. Inprimo luogo, c’è la memoria di santa Bernadet-te Soubirous, la veggente di Lourdes; poi, c’èuno dei santi più particolari della storia dellaChiesa, Benedetto Giuseppe Labre; e poi, so-prattutto, c’è il fatto che questo giorno è sem-pre immerso nel mistero pasquale, nel misterodella Croce e della Risurrezione, e nell’annodella mia nascita è stato espresso in modo parti-colare: era il Sabato Santo, il giorno del silenziodi Dio, dell’apparente assenza, della morte diDio, ma anche il giorno nel quale si annunciavala Risurrezione.

Bernadette Soubirous, la ragazza semplicedel Sud, dei Pirenei, tutti la conosciamo e laamiamo. Bernadette è cresciuta nella Francia

illuminista del XIX secolo, in una povertà diffi-cilmente immaginabile. La prigione, che erastata abbandonata perché troppo insalubre, di-ventò, alla fine – dopo qualche esitazione –, ladimora della famiglia, nella quale ella trascorsel’infanzia. Non c’era la possibilità di avere for-mazione scolastica, solo un po’ di catechismoper la preparazione alla Prima comunione. Maproprio questa fanciulla semplice, che nel suocuore era rimasta pura e schietta, aveva il cuoreche vede, era capace di vedere la Madre del Si-gnore e in Lei il riflesso della bellezza e dellabontà di Dio. A questa fanciulla, Maria potevamostrarsi e attraverso lei parlare al secolo e ol-tre il secolo stesso. Bernadette sapeva vedere,con il cuore puro e genuino. E Maria le indica lasorgente: lei può scoprire la sorgente, acqua vi-va, pura e incontaminata; acqua che è vita, ac-qua che dona purezza e salute. E attraverso i se-coli, ormai, quest’acqua viva è un segno da par-te di Maria, un segno che indica dove si trovano

le sorgenti della vita, dovepossiamo purificarci, dovetroviamo ciò che è incontami-nato. In questo nostro tempo,in cui vediamo il mondo in tan-to affanno, e in cui prorompela necessità dell’acqua, dell’ac-qua pura, questo segno è tan-to più grande. Da Maria, dallaMadre del Signore, dal cuorepuro viene anche l’acqua pu-ra, genuina, che dà la vita,l’acqua che in questo secolo –e nei secoli che possono veni-re – ci purifica e ci guarisce.

Penso che possiamo consi-derare quest’acqua comeun’immagine della verità checi viene incontro nella fede: la

verità non simulata, ma incon-taminata. Infatti, per poter vi-

3OGIORNI - 3/4 - 2012 92

Benedetto XVI con il cardinale decano del Sacro Collegio, Angelo Sodano, dopo l’indirizzo di saluto all’inizio della messa di ringraziamento per l’ottantacinquesimo genetliaco del Pontefice

CR I S T I A N E S I M O

«Dio, come bambino, mendica, per così dire, il nostro amore»

vere, per poter diventare puri, abbiamo biso-gno che ci sia in noi la nostalgia della vita pura,della verità non travisata, di ciò che non è con-taminato dalla corruzione, dell’essere uominisenza macchia. Ecco che questo giorno, que-sta piccola santa è sempre stata per me un se-gno che mi ha indicato da dove proviene l’ac-qua viva di cui abbiamo bisogno – l’acqua checi purifica e che dà la vita –, e un segno di comedovremmo essere: con tutto il sapere e tutte lecapacità, che pure sono necessari, non dob-biamo perdere il cuore semplice, lo sguardo

semplice del cuore, capace di vede-re l’essenziale, e dobbiamo semprepregare il Signore affinché conser-viamo in noi l’umiltà che consenteal cuore di rimanere chiaroveggen-te – di vedere ciò che è semplice edessenziale, la bellezza e la bontà diDio – e di trovare così la sorgentedalla quale viene l’acqua che donala vita e purifica.

Poi c’è Benedetto GiuseppeLabre, il pio pellegrino mendi-cante del XVIII secolo che, dopodiversi tentativi inutili, trova final-mente la sua vocazione di pelle-grinare come mendicante – senzaniente, senza alcun appoggio enon tenendo per sé nulla di quelche riceveva se non ciò di cui ave-va assolutamente bisogno –, pel-legrinare attraverso tutta l’Euro-pa, a tutti i santuari dell’Europa,dalla Spagna fino alla Polonia edalla Germania fino alla Sicilia:un santo veramente europeo!Possiamo anche dire: un santo unpo’ particolare che, mendicando,vagabonda da un santuario all’al-tro e non vuole fare altro che pre-gare e con ciò rendere testimo-

nianza a quello che conta in questa vita: Dio.Certo, non rappresenta un esempio da emu-lare, ma è un segnavia, un dito teso versol’essenziale. Egli ci mostra che Dio da solobasta; che al di là di tutto ciò che può esserciin questo mondo, al di là delle nostre neces-sità e capacità, quello che conta, l’essenzialeè conoscere Dio. Egli da solo basta. E questo«solo Dio», egli lo indica a noi in modo dram-matico. E al tempo stesso, questa vita real-mente europea che, da santuario a santua-rio, abbraccia l’intero continente euro- ¬

L’apparizione della Vergine di Lourdes a santa Bernadette in un’antica immaginetta

3OGIORNI - 3/4 - 2012 93

peo rende evidente che colui che si apre aDio non si estranea dal mondo e dagli uomi-ni, bensì trova fratelli, perché da parte di Diocadono le frontiere, solo Dio può eliminarele frontiere perché grazie a Lui siamo tuttisolo fratelli, facciamo parte gli uni degli altri;rende presente che l’unicità di Dio significa,al contempo, la fratellanza e la riconciliazio-ne degli uomini, l’abbattimento delle frontie-re che ci unisce e ci guarisce. Così egli è unsanto della pace proprio in quanto è un san-to senza alcuna esigenza, che muore poverodi tutto eppure benedetto con ogni cosa.

E poi, infine, c’è il mistero pa-squale. Nello stesso giorno in cuisono nato, grazie alla premuradei miei genitori, sono anche ri-nato dall’acqua e dallo Spirito,come abbiamo appena ascoltatonel Vangelo. In primo luogo, c’èil dono della vita che i miei geni-tori mi hanno fatto in tempi mol-to difficili, e per il quale li devoringraziare. Ma non è scontatoche la vita dell’uomo in sé sia undono. Può veramente essere unbel dono? Sappiamo che cosaincombe sull’uomo nei tempi buiche si troverà davanti – anche inquelli più luminosi che potrannovenire? Possiamo prevedere aquali affanni, a quali terribilieventi potrà essere esposto? Ègiusto dare la vita così, semplice-mente? È responsabile o è trop-po incerto? È un dono proble-matico, se rimane a sé stante. Lavita biologica di per sé è un do-no, eppure è circondata da unagrande domanda. Diventa un ve-ro dono solo se, insieme a essa,si può dare una promessa che è

più forte di qualunque sventura che ci possaminacciare, se essa viene immersa in unaforza che garantisce che è un bene essere uo-mo, che per questa persona è un bene qual-siasi cosa possa portare il futuro. Così, allanascita va associata la rinascita, la certezzache, in verità, è un bene esserci, perché lapromessa è più forte delle minacce. Questo èil senso della rinascita dall’acqua e dallo Spi-rito: essere immersi nella promessa che soloDio può fare: è bene che tu ci sia, e ne puoiessere certo, qualsiasi cosa accada. A partireda questa certezza ho potuto vivere, rinato

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CR I S T I A N E S I M O

Benedetto Giuseppe Labre in preghiera nel Colosseo, dipinto di autore anonimo del XIX secolo conservato a Roma,nella cappella di via dei Serpenti 2, sorta nella casa in cui il santo morì

dall’acqua e dallo Spirito. Nicodemo chiedeal Signore: «Un vecchio può forse rinasce-re?». Ora, la rinascita ci è donata nel Battesi-mo, ma noi dobbiamo continuamente cre-scere in essa, dobbiamo sempre di nuovo la-sciarci immergere da Dio nella sua promes-sa, per essere veramente rinati nella grande,nuova famiglia di Dio che è più forte di tuttele debolezze e di tutte le potenze negativeche ci minacciano. Perciò questo è un giornodi grande ringraziamento.

Il giorno in cui sono stato battezzato, co-me ho detto, era Sabato Santo. Allora si usa-va ancora anticipare la Veglia Pasquale nellamattinata, alla quale sarebbe seguito ancorail buio del Sabato Santo, senza l’Alleluia. Misembra che questo singolare paradosso,questa singolare anticipazione della luce inun giorno oscuro, possa essere quasi un’im-magine della storia dei nostri giorni. Da unlato, c’è ancora il silenzio di Dio e la sua as-

senza, ma nella Risurrezione di Cristo già c’èl’anticipazione del «sì» di Dio, e in base a que-sta anticipazione noi viviamo e, attraverso ilsilenzio di Dio, sentiamo il suo parlare, e at-traverso il buio della sua assenza intravvedia-mo la sua luce. L’anticipazione della Risurre-zione nel mezzo di una storia che si evolve èla forza che ci indica la strada e che ci aiutaad andare avanti.

Ringraziamo il buon Dio perché ci ha do-nato questa luce e lo preghiamo affinché essapossa rimanere sempre. E in questo giornoho motivo di ringraziare Lui e tutti coloro chesempre di nuovo mi hanno fatto percepire lapresenza del Signore, che mi hanno accom-pagnato affinché io non perdessi la luce.

Mi trovo di fronte all’ultimo tratto del per-corso della mia vita e non so cosa mi aspetta.So, però, che la luce di Dio c’è, che Egli è ri-sorto, che la sua luce è più forte di ogni oscu-rità; che la bontà di Dio è più forte di ogni ma-

le di questo mondo. E questomi aiuta a procedere con sicu-rezza. Questo aiuta noi ad an-dare avanti, e in questa oraringrazio di cuore tutti coloroche continuamente mi fannopercepire il «sì» di Dio attraver-so la loro fede.

Alla fine, cardinale decano,un cordiale ringraziamentoper le sue parole di fraternaamicizia, per tutta la collabo-razione in tutti questi anni. Eun grande grazie a tutti i colla-boratori dei trent’anni in cuisono a Roma, che mi hannoaiutato a portare il peso dellamia responsabilità. Grazie.Amen.

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«Dio, come bambino, mendica, per così dire, il nostro amore»

Benedetto XVI, con il fratello Georg, in visita alla chiesa parrocchiale di Sankt Oswald, a Marktl am Inn, suo paese natale, dove si trova il fonte presso il quale venne battezzato il 16 aprile 1927, il giorno stesso della sua nascita

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