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NEWSLETTER EWSLETTER EWSLETTER UIL UIL UIL P P POLITICHE OLITICHE OLITICHE C C CONTRATTAZIONE ONTRATTAZIONE ONTRATTAZIONE MAGGIO AGGIO AGGIO-GIUGNO IUGNO IUGNO 2013 2013 2013 Contrattazione, Industria, Tele\Comunicazioni & Innovazione digitale Servizio Politiche Sviluppo UIL Contrattazione Innovazione. Rassegna riservata a iscritti e simpatizzanti UIL. Tel. 064753410 Fax 064753336 Visita http://www.uil.it/reti Ri- chiedi la newsletter a [email protected] L a fotografia che emerge dal Rapporto dell’Osservatorio Nimby denuncia, in modo impietoso, l’aumento di opposizioni e contestazioni nei confronti di impianti e infrastrutture con un conseguente e sostanziale blocco degli inve- stimenti nel nostro Paese. E’ indispensabile risolvere il problema della sovrapposizione delle competenze attraverso una riforma profonda del Titolo V della Costituzione. Inoltre, è necessario dare forza e regole a un sistema vero di consultazione dei soggetti inte- Rischio di bloccare investimenti e progetti ssati, in modo che chi ha, realmente, rappresentatività e titolo possa contribuire in modo non for- male alla definizione delle operere. Appare con assoluta evidenza la necessità di una forte iniziati- va politica per rendere il nostro sistema idrico efficiente ed economico. Si rischia di non riuscire a fare gli investimenti necessari per ammodernare un sistema che “ fa acqua da tutte le parti”. E’ ne- cessario, pertanto, adottare un sistema di tariffe finalmente definitivo e mettere in atto nuove for- me di investimento. L’Autorità per l’Energia, per quanto possibile e - se necessario - il Governo e il Parlamento sono chiamati, dunque, a dare soluzioni che siano risolutive e responsabili al fine di attivare investimenti che sarebbero anche un importante volano occupazionale. Appuntamenti Maggio voto Assilt –Cralt 2013 22 giugno 2013 Manifestazione Nazionale Lavoro UIL Tele/Comunicazioni & Innovazione Digitale. Contrattazione & Industria Segretario UIL Paolo Carcassi a cura di Giuseppe Mele Rischio di blocco 22 giugno Manifestazione Lavoro Rls news Fibra, Corriere vs Anas vs Agcom Tagli al Maggio fiorentino Nimby No,no,no Accordo sull’attuazione della detassazione Trave Telecom e pagliuzza cinese Telecom @ut @ut I giornalisti votano Accordo sulla Rappresentanza L’Italia è salva... Ilva, gara a distruggerla I conti politici della Cgil Ministero Tempo Libero Print to PDF without this message by purchasing novaPDF (http://www.novapdf.com/)

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Rischio di blocco, 22 giugno x il Lavoro, RLS news, Fibra ottica: Corriere vs Anas vs Agcom, Tagli al Maggio Fiorentino, Nimby No no no, Accordo sull’attuazione della detassazione, Trave Telecom e pagliuzza cinese, Telecom @ut @ut, I giornalisti votano, Accordo sulla Rappresentanza, L’Italia è salva..., Ilva gara a distruggerla, Conti politicizzati, Ministero Tempo Libero

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L a fotografia che emerge dal Rapporto dell’Osservatorio Nimby denuncia, in modo impietoso, l’aumento di opposizioni e contestazioni nei confronti di impianti e

infrastrutture con un conseguente e sostanziale blocco degli inve-stimenti nel nostro Paese. E’ indispensabile risolvere il problema della sovrapposizione delle competenze attraverso una riforma profonda del Titolo V della Costituzione. Inoltre, è necessario dare forza e regole a un sistema vero di consultazione dei soggetti inte-

Rischio di bloccare investimenti e progetti

ssati, in modo che chi ha, realmente, rappresentatività e titolo possa contribuire in modo non for-male alla definizione delle operere. Appare con assoluta evidenza la necessità di una forte iniziati-va politica per rendere il nostro sistema idrico efficiente ed economico. Si rischia di non riuscire a fare gli investimenti necessari per ammodernare un sistema che “ fa acqua da tutte le parti”. E’ ne-cessario, pertanto, adottare un sistema di tariffe finalmente definitivo e mettere in atto nuove for-me di investimento. L’Autorità per l’Energia, per quanto possibile e - se necessario - il Governo e il Parlamento sono chiamati, dunque, a dare soluzioni che siano risolutive e responsabili al fine di attivare investimenti che sarebbero anche un importante volano occupazionale.

Appuntamenti

Maggio voto Assilt –Cralt

2013 22 giugno 2013

Manifestazione Nazionale

Lavoro

UIL Tele/Comunicazioni & Innovazione Digitale.

Contrattazione & Industria

Segretario UIL Paolo Carcassi

a cura di Giuseppe Mele

Rischio di blocco 22 giugno Manifestazione Lavoro Rls news Fibra, Corriere vs Anas vs Agcom Tagli al Maggio fiorentino Nimby No,no,no Accordo sull’attuazione della detassazione Trave Telecom e pagliuzza cinese Telecom @ut @ut I giornalisti votano Accordo sulla Rappresentanza L’Italia è salva... Ilva, gara a distruggerla I conti politici della Cgil Ministero Tempo Libero

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UIL Rls News

Contratti in scadenza su www.uil.it/contrattazione

Calendario Scioperi Su http://uil.it/dir_sciopero

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19 maggio, Elezioni Ordine dei giornalisti. Roma-no Bartoloni, presidente cronisti romani, sulla

prossima scadenza di maggio. Anche l'Ordine dei giornalisti ha la sua legge porcellum. L’Ordine dei giornalisti, ridotto a una fabbrica di illusioni e di di-soccupati, si prepara tranquillamente al rinnovo elet-torale di maggio con i meccanismi di una legge ana-cronistica e palla di piombo ai piedi di una moderna informazione in tempi di mutazioni epocali. Mentre la gente si è espressa alle politiche contro il perpetuarsi dei carrozzoni del potere, si andrà a votare con gli stessi scopi e le stesse ragioni di 50 anni fa per mantenere in vita un pletorico organismo di 330 giu-dici togati (150 nell’OdG nazionale e 180 in quelli regionali), peraltro diventati inutili ex con la costitu-zione dei consigli di disciplina per la terzietà della vigilanza deontologica.

M aggio musicale fiorentino, il commissario straordinario Francesco Bianchi presenta un programma di tagli. Peri-

colo di effetto domino sull' intero settore delle Fondazioni liri-co-sinfoniche nella grave carenza di strumenti specifici ed effi-caci di ammortizzatori sociali. 119 esuberi tra personale tecnico, amministrativo, del corpo di ballo e del laboratorio di scenogra-fica, intatti gli organici di orchestra.

F inisce il 16 maggio la FESTA DEL CINEMA, iniziativa pro-mossa dall’industria cinematografica italiana (ANEC, A-

NEM, ANICA, ACEC e FICE ) con spettacoli a prezzo ridotto di 3€ e 5€ . Il pubblico al cinema è aumentato del 104%, gli incassi del 26%. . 232 mila biglietti il 15 maggio (dati Cinetel)

Il Corriere polemizza sulla posa della fibra ottica con-tro l’Anas che si appella all’Agcom. Giuseppe Scanni, a capo delle Relazioni Esterne e Rapporti Istituzionali dell’A-

nas respinge le accuse mosse all'Anas di voler profittare della posa dei cavi per la fibra ottica per ottenere senza costi il rifacimento stradale. A sostenere l’accusa è stato Massimo Sideri il 7 maggio sul Corriere della Sera a pagina 31, nell’articolo «Sussurri & Grida — La bucate» che ha suggerito come fibra otti-ca e contesa delle strade traggano origine da questioni di «opportunità» piut-tosto che di «fattibilità». Nel respingere la tesi, Scanni ricorda che l'Agcom ha ritenuto necessario mantenere in capo all'Ente gestore della strada la defini-zione delle specifiche tecniche di esecuzione degli scavi e dei ripristini della pavimentazione. Le «minitrincee», proposte dalle Telco non garantiscono sicurezza della circolazione e ripristino stradale, perché indeboliscono la pa-vimentazione stradale con estremo pericolo per le moto e non consentono lo smaltimento delle acque superficiali nelle cunette laterali, anzi provocano infiltrazioni di acqua ostando la durabilità dei corpo stradale. L’Anas valuterà

di volta in volta specifici progetti delle Telco che propongano la «minitrincea» esterna alla banchina stradale pavimentata.

Cody Wilson ha ideato una pistola, detta Liberator, realizzata in plastica con una stampante 3D Stratasys dal valore di $ 8mila. La stampante produce 15 parti di polimeri di plastica molto resistenti in grado di sopportare l'esplosione del proiettile nella canna dell’ar-ma.

I l Ministero del Lavoro e delle Po-litiche Sociali sottolinea, in una nota del 15 maggio scorso,

“come a far data dal 1° giugno 2013 verrà meno la possibilità, per le a-ziende fino a 10 lavoratori, di auto-certificare l’avvenuta effettuazione della valutazione dei rischi. E’ neces-sario, quindi, che le aziende che, fino ad oggi si siano avvalse della facoltà

di ‘auto dichiarare’ la valuta-zione dei rischi, si muniscano di un vero e proprio documen-to di valutazione dei rischi

2 milioni di morti sul lavoro ogni anno

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Record 2012 354

progetti contestati

(+7 % sul 2011)

L’Italia trova una nuova divisione tra la necessità di investimenti per uscire dalla crisi e la paralisi indotta da burocrazia e politica strumentale nell’as-senza di coinvolgimento dei territori.

I l rapporto sulle contestazioni territoriali ambientali è redatto dal 2004 del Nimby Fo-rum, che censisce vagliando quotidiani e periodici, i cosiddetti fenomeni di nimby (“Not In My Back Yard”) cioè “non nel mio cortile”. I sostenitori delle proteste “sociali”

ci tengono a differenziarsi dal rifiuto egoistico di salvaguardia territoriale e rifiutano di epiteto di Nimby. Al contrario evidenziano che l’associazione che gestisce il progetto, Aris è cliente dell’Allea s.r.l. che dal 2002 sviluppa progetti per costruire consenso intorno alle iniziative dei propri clienti. I clienti sono ca. 60, tra cui A2A, Edipower, Impregilo e lo stesso MinAmbiente. Alessandro Beulcke è presidente dell’Aris e della Allea, cioè sia del cliente che del fornitore. Per i contestatori nel comitato scientifico siedono sostenitori di Tav e di grandi progetti, come Mario Virano presidente Osser-vatorio Torino – Lione. Non riconoscono la neutralità del Forum, considerandolo un avversario politico che considera Nimby ogni protesta territoriale. Al di là del clamore e della capacità di mobilitazione è dubbia la rappresentatività dei contestatori sociali. Per esempio, anche nel territorio principe dei No-Tav, protagonisti sui media, la maggior parte dei Comuni interessati dall’Alta Velocità è d’accordo con l’opera. La loro voce è però silenziata dalle urla e dalla aggressiva mobilitazione di una forte minoranza. Ai sostenitori delle proteste territoriali e non, al di là degli atti di violenza avvenu-ti, da condannare, sfugge che alla fine dissenso e consenso attorno alle opere vengono definiti dalle assemblee elettive, a tutti i livelli che in Italia sono ben numerose. La decisione dei rappresentanti dei cittadini votanti è l’ultima e deve es-sere rispettata. Altrimenti chiunque avrebbe diritto di rifiutare leggi e norme. Per altro verso però è singolare che il presi-dente Legambiente (Vittorio Cogliati Dezza) ed il suo predecessore (Roberto Della Seta, deputato Pd), in genere dalla parte dei Nimby, lavorino in Aris. Come in effetti è strano che il MinAmbiente paghi una società per creare consenso in-torno alle opere che vuole realizzare sul territorio italiano. Le opere dovrebbero essere decise, se finanziate, a livello eu-ropeo e nazionale dalle assemblee elettive. In caso di proposte private, verificate ed indirizzate nell’interesse generale. Il fatto che un Ministero consideri necessaria una azione di moral suasion e la faccia passare come attività no profit, quando è commissionata, evidenzia uno stato di confusione istituzionale. Come si avesse vergogna di sostenere a viso aperto la neces-sità di infrastrutture e come non fosse sufficiente farlo nei luoghi istituzionali e nel confronto con le parti sociali.

Nimby, non nymby, con-testatori, chi, cosa, perchè

Progetti contestati 311 nel 2011 190 nel 2005

No, no, no

La IEA, Agenzia Internazionale Energia, stima che fino al 2030 siano necessari $16mila miliardi di investimenti nel settore dell’energia.

Chi contesta ? Comitati (24,2%), Politici locali (20,7%) Comuni (18,3%)che sono i più attivi ad appoggiare le opere contestate (22,5%). Nord Est, 48 nuovi casi Centro, 36 nuovi casi Nord Ovest, 20% (-10%) Lombardia contesta di più ( 14,7% ) Effetto Ilva Si contesta per l’ambiente dal 29% al 37,3%I soggetti politici e sociali favorevoli alle attività reagiscono alle contestazioni solo per l´8,1% dei casi. Bloc-cate opere per €121 miliardi. I sag-gi del Presidente hanno previsto in un DL che la consultazione sullo studio di fattibilità dei progetti diretta dal Provveditore ialle opere pubbliche) non duri più di 120 giorni. Da 150 anni si discute del Ponte sullo Stretto, da 20 anni di Tav

No agli impianti di produzione di energia elettrica, no alle fonti rinnovabili, no alle infrastrutture, no nel settore dei rifiuti, no ai grandi progetti. No a elettrodotti, centra-li, cave, termovalorizzatori, discariche e infrastrutture di comunicazione. No a 108-centrali a biomasse, no a 32centrali idroe-lettriche, no a 32 parchi eolici. No a tutto. No per la prima volta a 151 impianti. No a 203 impianti contestati dal 2004. No a 222 opere in campo elettrico (62,7% ). Nel 2010 i no erano il 58% . No a 176 impianti di fonti rinnova-bili. ( No a 9 impianti di produzione elettri-ca con l’uso di fonti rinnovabili su 10). I numerosi 'no' alle rinnovabili colpiscono in maniera trasversale centrali di grandi di-mensioni ma anche e piccoli impianti, di potenza inferiore a 1 MW, No ai pro-getti nel settore dei rifiuti (28,3%). Qui le contestazioni sono in calo del 3% No alle infrastrutture (dal 4,8% al 7,6%). Nel 2012 ci so-no state 3.729 gare ( meno 2,6% rispetto al 2011) per €513,6 milioni (meno 8,3% ) Per le gare miste di progettazione e costruzione insieme il valore messo in gara è sceso del 32,1%. Molto alti i ribassi con cui le gare vengono aggiudicate: nel 2011 al 39,2%, nel 2012 al 35,2%

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P aolo Carcassi, Segretario Confederale UIL Siglato con Confindustria l’Accordo per la migliore at-tuazione del Decreto sulla detassazione Rende-

re più estesa la possibilità di determinare incrementi di produttività per le piccole imprese e la conseguente detassazione delle erogazioni che a tali elementi di pro-duttività sono collegati. Questo lo scopo dell’intesa che è stata raggiunta con Confindustria che prevede la pos-sibilità di applicazione del decreto sulla detassazione a seguito di contrattazione con le Organizzazioni territo-riali di categoria per le imprese prive di rappresentanza sindacale in azienda. Altro canale che è stato definito è quello per cui, sulla base di un accordo territoriale, sia consentita, salvaguardando le procedure contrattuali previste dai contratti, una migliore articolazione degli orari che determini incrementi di produttività che pos-sano godere delle agevolazioni in termini fiscali. Sono elementi positivi questi della crescita della produttività e della detassazione dei salari dei lavoratori, che col contributo forte delle Parti Sociali possono costituire elementi importanti per la ripresa del Paese per il mi-glioramento delle condizioni dei lavoratori.

Accordo per la migliore attuazione del Decreto sulla detassazione

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T elecomItalia è in crisi. Certo, lo si dice da sempre. L’8 maggio però Bernabè e co.,

Zingales incluso, dovranno affron-tare i peggiori risultati economici da sempre. Certo, la crisi ci mette del suo ma la sussidiaria del Brasile, che salvava la situazione, dopo che è stato esautorato l’indagato ex Ad Luciani, è andata in bambola. Tele-com ha appena avviato un pro-gramma di chiusura sedi, di riduzio-ne stipendi per solidarietà ma non basta: le ultime idee lanciate sul mercato non hanno avuto successo, i servizi non sono più migliori di quelli dei competitor, i prezzi sono restati i più alti. La lunga politica antemontista di riduzione dei costi, di abbassamento delle condizioni dei lavoratori, soprattutto dei livelli più bassi, di vendita degli asset del Gruppo, di aiuto dall’erario statale non è servita. Il debito sta sempre lì a 28 miliardi ma per le Borse mon-diali, inclusi gli investimenti neces-sari, è anche più alto, giungendo a

40. Il magnate di Hong Kong, Li Ka-Shing, che controlla H3G, il quarto operatore mobile 3Italia, ha prospettato la fu-sione con Telecom per dare vita ad una società da 18 mi-liardi. Ammesso che la società di Bernabè sia valorizzata per 15 mi-liardi, bisognerebbe sottrarre il va-lore della rete fissa, da scorporare per evitare che diventi cinese. La backbone nazionale, un tempo valu-tata a 15 miliardi, potrebbe essere scambiata per 8-10. I cinesi porte-rebbero in dote soldi ed azienda per 3,3 miliardi, un importo globale tale da ripagare le azioni dei controllanti soci Telco all’ultima svalutazione fat-ta a loro stessi, 1,2 per azione. Il doppio del valore di mercato che comporterebbe comunque 2,2 mi-liardi di perdita rispetto all’esborso fatto nel 2009 dai soci Telco. Questi ultimi, soprattutto la spagnola Tele-fonica, non ce la fanno più (continua)

Impatto occupazionale degli Over The Top. Meno 130.000 Il fatturato medio di un dipen-dente Google è €750mila, il triplo che in una Telco e 7 volte che in una azienda italiana. La sostituzione del fatturato dei servizi tradizionali ICT e TLC ha forti ricadute occupazioni negative. Nel giro di 10 anni il fattu-rato italiano Over the top potrebbe superare quello delle telco, con impatto sull'occupazione causato dall’ero-sione dei servizi di telefonia, intrattenimento, editoria e pubblicità.

Impatto occupazionale della Banda Larga 40.000 Portare la banda larga a 15 milioni di case aumenta il PIL tra lo 0,2 % e lo 0,4% ed aumenta l’occupazione di 40mila unità per 10 anni .

Trave Telecom & pagliuzza cinese

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TLC, occupazione @ut @ut (prosegue) quindi non vedono l’ora. L’o-perazione è però soggetta a numerose variabili, a partire dallo scorporo che fa-rebbe di Open Access una nuova società con ca. 20mila dipendenti. Una Telecom, senza re-te, senza Telco con H3G, sarebbe la vecchia Tim, senza lo smalto dei tempi migliori, con gli occhiuti partner Ericsson sulla rete. Varrebbe meno di 10 miliardi, le resterebbero 18 miliardi di debito ed un surplus di 30mila (+ i 5mila 3 Italia) dipendenti. A guidarla ci sarebbe il management Hutchinson Sa-moa, finora proprietari di un’azienda da 1,5 miliar-di, con tanto di rete esternalizzata Ericsson. Sicu-ramente per rientrare, i nuovi proprietari puntereb-bero a mettere la rete mobile Tim a fattor comune con gli svedesi per poi cederla loro del tutto. Il nuovo governo Letta, Bassanini e Gamberale do-vrebbero spendere 2 miliardi, caricarsene 10 di de-bito per acquisire il 30% di una newco pubblica e la rete fissa da 10 miliardi. L’operazione omaggia la neutralità della rete poichè le telco sarebbero e-stranee alla backbone nazionale. Peccato che in Francia, Germania, Norvegia, Olanda non sia così e l’incumbent nazionale resti in un modo o nell’altro statale. Secondo, la newco O p e n Access—Cassa Depo-sito e Prestiti darebbe tran-quillità, come è stato per Sogei e Consip, ai suoi dipendenti, tornati pubblici. Nella nuova Telecom-Tim verrebbero invece ridotti drasticamente nel tempo i 35mila posti di lavoro ad un terzo. Le convergenze telefoniche, informatiche, televisive e satellitari d’impronta nazionale morirebbero per sempre, assieme al minimo di autorevolezza del comparto Ict italiano in Europa. Sicuramente il nuovo management Hu-tchison Whampoa ridarebbe smalto e fatturati alla vecchia Tim, al prezzo però della sistematica vendita delle società rimaste, di licenziamenti, di scorpori di ramo d’impresa, a partire del caring, dell’informati-ca della Tit e del call center Telecontact e di esternalizzazioni tecnologiche strutturali. Amara i meno, l’operazione comunque appare inevitabile dati i numeri negativi Telecom. Costituisce un altro tassello dell’incapacità del vertice italiano di gestire uno dei mercati Ict più ricchi del mondo, su cui si sono ben sistemati finora inglesi e russi e sui i cinesi si apprestano a consolidarsi al massimo livello. In un mondo normale, la prima cosa sarebbe esautorare il management che ha portato Telecom fin qui. Yahoo, No-kia, Apple, Compaq, Microsoft, Rim nin genere non hanno dubbi. Davanti ai cattivi risultati cambiano Ad e management tra gli applausi dei sindacati. Solo in Italia si fischiano i manager che fanno risultati e si applaudono quelli che amano il green ma sotterranno le aziende. L’abitudine italica si è incrostata nell’i-dea che se le cose vanno male, interverrà lo Stato a salvare tutto. I tempi sono cambiati ma le croste hanno chiuso i cervelli. Verso il vertice che l’8 maggio Telecom vorrebbe dire sì alla fusione con 3Italia, non ci sono proteste. Né Grillo, né Di Pietro comiziano e pre i piccoli azionisti di Asati per una volta sono contenti per i guadagni che faranno. Pochi, maledetti e subito. Nessuno ha dire qualcosa verso un verti-ce di vecchi e di giovanotti che devono loro acquiescenza; un gruppo di manager che fuori dallo stretto circolo dell’incumbent, non è considerato; un vertice vecchio, messo lì dalla politica di sinistra; che non ha mai nemmeno difeso l’onorabilità aziendale, anzi che ha subito offerto teste sacrificali alle scorriban-de togate che dalla privatizzazone in poi, hanno portato tutti i settori aziendali alla sbarra. Si pensi che nel rapporto sui paradisi fiscali del giornalismo investigativo europeo, esaltato dall’Unione, il caso Italia è rappresentato da un collaboratore di Tavaroli che si faceva pagare in un conto all’estero. Per anni as-semblee, blogger e lavoratori davanti alle machinette del caffè, hanno indicato come problemi Telecom, gli sprechi, le feste (stile Casaleggio), le auto Bmw, gli alti stipendi dei manager, le amanti, i business personali perseguiti fra le pieghe delle attività istituzionali. Come se nelle blue chip di tutto il mondo e di tutti i settori non ci fossero sprechi, feste, grosse cilindrate, superstipendi, amanti, conti all’estero e di-fese ostinate dell’onorabilità, Nel business mondiale normale queste brutte cose ci sono tutte. Basta che si mantengano ad un livello minimo rispetto a profitti e investimenti alti, molto alti. L’Italia che conta chiede un sottosegretario per l’innovazione. Anche per Telecom dimostra che ha perso di vista le pro-porzioni bibliche tra trave e pagliuzza.

Telecom decide se fondersi con la 3

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G li ordini e Ossigeno, l’Osser-vatorio sui giornalisti minac-ciati, il 3 maggio in occasione

della Giornata Mondiale sulla Libertà di Stampa dell’UNESCO ricordano i colleghi venuti meno nell’esercizio delle proprie funzioni. Commemora-zione sacrosanta, che talvolta rischia di andare sopra le righe. Secondo i dati dell’International Press Institute

di Vienna i giornalisti uccisi nel 2012 nel mondo so-no stati 43, nel 2011 erano stati 102 e nel 2010 altri 101. Anche se l’UNESCO fornisce cifre inferiori, poiché conteggia solo gli omicidi di giornalisti per cui ha espresso una formale condanna, cioè 65 nel nel 2010 e 62 nel 2011, è chiaro che fortunata-mente il tema riguarda il nostro Paese solo di stri-scio. In Italia dal 1960 al 1993 sono stati uccisi per mano delle mafie e del terrorismo 11 i giornalisti (8 dei quali in Sicilia), altri sono morti all’estero impe-gnati nel racconto dei fatti che accadevano nei Paesi in cui si trovavano, spesso luoghi di conflitto. Undici sono moltissimi da un punto di vista umano, ma fortunatamente sono pochissimi dal punto di vista statistico. Eppure l’enfasi messa sull’argomento spesso ha fatto pensare ad una situazione assai più grave. In questi anni si è misurata una reazione simile sul tema della libertà della stampa e dei me-dia in Italia. Per un certo periodo di tempo, questo problema è stato portato in giro per il mondo, dall’-Europarlamento al congresso del sindacato dei gior-nalisti europei di Lione, come se effettivamente sul Paese ci fosse una cappa di censura televisiva e cartacea e come se fosse impossibile pubblicare

liberamente sul web. La necessità, poi abolita, di fornire un i dati d’identità agli Internet cafè per l’accesso alla rete, come la la richiesta (anch’essa venuta meno) di nominare per tutti i blog un direttore legalmente responsabile furono agitate come cappi per la libertà d’informazione. Negli stessi anni questa libertà è anda-ta invece oltre ogni limite con la pratica dei processi anticipati sui media con l’abitudine di pubblicare intercettazioni ed anticipa-zioni giudiziarie che teori-camente dovevano rimane-re riservati per conoscenza delle indagini a vantaggio

Contrordine Per il Consiglio del Lazio, Giovanna Sfragasso, Alessio Vallerga, Antonio Baldi

La seconda lista di Stampa Romana

I giornalisti votano, professionisti & pubblicisti, dal 12 al 26 mag-gio

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l ’Ordine dei giornalisti chiama professionisti e pubblicisti al voto per formare il Consiglio Nazionale ed i suoi dirigenti. Come è stato ricordato l’Ordine non è la rappresentanza sindacale dei giornalisti che

unitariamente vive nella Federazione Nazionale della Stampa, controparte degli editori per i contratti. Cosa fa allora l’Ordine? I suoi compiti sembra-no sulla carta anacronistici quali la difesa del titolo professionale ed i poteri di accertamento sull’infrazione delle Carte deontologiche. Si ricordano anche qui pochi casi, quali quelli di Feltri e Farina, che vennero espulsi dall’Ordine. Fra l’altro, sui siti di propaganda elettorale, ancora girano i sondaggi contrari alla direzione del g1 Rai di Minzolini, che non è più in essere da un anno e passa. La riforma ha però tolto i poteri disciplinari ai consiglieri dell’Ordine che può solo segnalare le infrazioni, per affidarli ai consigli di disciplina territoriali, composti da ter-

zi. Dal 15 agosto 2012 vige la riforma Dpr 138\11 delle professioni che ha introdotto durata massima del tirocinio a 18 mesi, separazione all’interno degli Ordini fra funzioni disciplinari ed amministrative e la pubblicità infor-mativa. Ad agosto 2013 diverranno obbligatorie anche le polizze assicurati-ve dei professionisti a tutela del cliente e la formazione continua. L’Ordine ha la sua rilevanza in realtà per la Cassa autonoma di assistenza integrativa dei giornalisti italiani (CASAGIT), ente che svolge attività assistenziali a fa-vore dei giornalisti. Anche se è nata nel 1974 per iniziativa del sindacato unico dei giornalisti, i suoi organi sociali sono eletti periodicamente dai giornalisti iscritti alla Casagit che non sono necessariamente contrattualizzati. Dal 2010 è iscritta all'Anagrafe dei fondi sanitari sotto la competenza del Ministero della Salute. C’è poi l'Istituto Nazionale di Previdenza dei Giornalisti Italiani (INPGI) che è al tempo stesso un ente gestore di previdenza obbligatoria dei contributi dei prestatori di lavoro del giornalismo che un fondo di previdenza complementare con due ge-stioni separate. Il suo presidente Camporese, 43 anni è un vice caporedattore Rai. L’Ente è sot-to il MinEconomia ma i suoi vertici sono eletti dai giornalisti. Tra tutti questi soggetti protettori e sindacali il mondo dell’informazione dovreb-be stare tranquillo. Invece la situa-zione nel mondo della stampa e dei media è nota a tutti. Se c’è un set-tore, dove si è costituito un lum-penproletariat , è questo. I giovani che si accostano alla professione giornalistica non vengono pagati a

lungo, e quando finalmente vengono remunerati ricevono un’inezia. Negli anni è cresciuto a loro carico un insie-me di obblighi e di sistemi formativi, fatto a tutto vantaggio di ordini, as-sociazioni e università, e che non ha molto senso dal punto di vista della professione. Agli aspiranti pubblicisti del Lazio è stata posta un’asticella invalicabile da €5000 di collaborazioni pagate in due anni. Gli stessi pubbli-cisti degli uffici stampa si impegnano a scoraggiare i loro giovani colleghi dal passare a professionisti.

Ordine dei Giornalisti FNSILA Fnsi L’ALTERNATIVA cambiare il sindacato, rinnovare il giornali-smo. Vota e cambia! Per il Consiglio Regionale 1) Michele Arnese Formiche.net 2) Barbara Li Donni Mediaset 3) Luigi Monfredi Tg1 4) Pierangelo Maurizio Tg5 5) Maria Serra Ufficio Stampa Cotral 6) Massimo Signoretti Pensionato Per il Consiglio Nazionale 1) Stefano Campagna Tg1 2) Lino Ceccarelli Pensionato 3) Paolo Corsini GRRai 4) Valter Delle Donne SecoloD’Italia 5) Tommaso Della Longa CRI 6) Marco Ferrazzoli Uff. st. CNR 7) Patrizio Li Donni free lance 8 )Alan Patrizio Patarga Tg5 9) Michele Ruschioni NoiRoma.it 10) Marcel Vulpis Sporteconomy.it web

GRUPPO PUBBLICISTI UNITARI STAMPA RO-MANA Per il Consiglio del Lazio: Gino Falleri, vice presi-dente uscente, direttore editoriale di Argilnews e presi-dente dell’Eapo, European association press office; Ma-riafrancesca Genco, consigliere uscente; Stefano Cazora, capo ufficio stampa del Corpo Forestale; Mauro Proietti, free lance e Franco Rosati, consigliere uscente. Revisore dei conti: Giovanna Ciacciulli. Per il Consiglio nazionale: Roberto Rossi, consigliere uscente, segretario dell’Angpi e dell’Eapo; Ugo Armati, consigliere uscente e membro dell’esecutivo, tesoriere dell’Angpi e dell’Eapo; Mauro De Vincentiis, consigliere uscente e free lance; Vittorio Espo-sito, consigliere uscente; Carlo Felice Corsetti, consigliere uscente, direttore di Argilnews e vice presidente dell’Ea-po; Elisabetta Palmisano, consigliere uscente; Costantino Coros, free lance; Silvia Mattoni, ufficio stampa CNR; Rodolfo Davoli, consigliere uscente; Mario De Renzis, consigliere uscente; Francesco Nota Cerasi, consigliere uscente e componente della Commissione giuridica; Ste-fano Solinas, consigliere uscente; Paola Scarsi, addetto stampa free lance; Francesco Naddeo, portavoce Autority vigilanza contratti; Massimo D’Anastasio, vice direttore Atlasorbis; Gabriele Carchella, free lance; Giuseppe Zan-gardi, Corecom Lazio, e Antonio Berlingeri, uff. stampa presidenza Consiglio Ministri.

Enzo Iacopino, pre-sidente Ordine dei Giornalisti e leader della lista Indipen-denti per la Riforma Costruiamo il futuro

Da Topolino all’Unità, Serena Bersani è segretario dei giornalisti dell’Emilia Romagna. Ha indicato di non votare chi appoggia apertamente il Presidente dell’Ordine nazionale.

Si vota il 12 maggio in I° con-vocazione, il 19 e 20 in seconda. Il 26 il ballottaggio.

Giornalisti al

voto

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NEWSLETTER UIL NEWSLETTER UIL NEWSLETTER UIL SSSERVIZIOERVIZIOERVIZIO P P POLOLOL. C. C. CONTRATTAZIONEONTRATTAZIONEONTRATTAZIONE M M MAGGIOAGGIOAGGIO---GGGIUGNOIUGNOIUGNO 2013 2013 2013 [email protected]

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In base alle nuove regole concluse tra Con-findustria, Cgil, Cisl e Uil i contratti sotto-scritti da sindacati con almeno il 50%+1

della rappresentanza ( mix tra iscritti e voti alle e-lezioni delle Rsu ) che abbiano ottenuto il consen- so dalla maggioranza dei lavoratori attraverso una consultazione certificata, sono considerati vinco-lanti per le parti firmatarie dell'accordo e per le ri-spettive federazioni di categoria. Non si potrà scio-perare, promuovere cause legali o iniziative di con-trasto dei contratti nazionali definiti con queste procedure. Nei contratti verranno definite clauso- le di raffreddamento con l'obiettivo di garantire a tutti l'esigibiltà degli impegni presi. I contratti nazionali potranno prevedere sanzioni per chi vio- la gli accordi presi». si sono impegnate a far rispetta- re i nuovi principi alle proprie strutture a livello terri-toriale e aziendale, e a concordare modalità di ri-soluzione di eventuali contese applicative. L'accor- do si applica nel perimetro di Confindustria. il presup-posto è che venga definito in modo chiaro e tra-sparente chi ha la titolarità a negoziare, in quanto è effettivamente rappresentativo della categoria. Il peso di ogni sindacato sarà de-terminato dal numero degli iscritti e dai voti ottenuti alle elezioni delle

Rsu. Le deleghe sindacali, ovvero le trattenute operate dal datore di

lavoro, su richiesta del lavoratore, devono essere trasmesse all'Inps per essere certificate, tramite una sezione nelle dichia-razioni aziendali, attraverso il software Uniemens che consen-te di trasferire i dati retributivi e contributivi dei dipendenti. L'Inps, a sua volta, invierà il dato di rappresentatività di cia-scuna sigla al Cnel. Per i voti ottenuti nelle elezioni Rsu (sia per i rinnovi, che per le Rsu in carica) si farà riferimento ai soli voti espressi per i sindacati firmatari dell'intesa, che verrano trasmessi al Cnel. Voto e numero degli iscritti saranno pesati ciascuno al 50% dal Cnel, come avviene nel pubblico impiego. Inserita anche la clausola di sbarramento del 5% per l’elezione di Rsu da parte delle sigle sindacali , come previsto dl pubblico

impiego. Decade la regola della riserva di un terzo delle Rsu, spettanti alle sigle sindacali firmatarie dei contratti na-zionali.

Rappresentanza storico accordo atteso da 65 anni tra Uil, Cisl, Cgil e Confindustria

Giornalisti Eletti Per il Consiglio regio-nale, eletti i Professionisti: Paola SPADARI (708) Bruno TUCCI (664) Silvia RESTA (659) Maria LEPRI (651) Marco CONTI (607) Carlo PICOZZA (606).Per i Revisori dei Conti : Giovan Battista BRUNORI (765) Solen DE LUCA (600). Per i Pubblicisti: Giovanna SFRAGASSO (415) Mariafrancesca GENCO (372), Gino FALLERI (709). Per i Revisori dei Conti eletta Giovanna CIACCIULLI (441). Per il Consiglio nazio-nale, eletti i Professionisti: Roberta SERDOZ (735) Carlo BONINI (732) Chiara LONGO BIFANO (633) Enzo IACOPINO (632) Guido D’UBALDO (627) Fabio-la PATERNITI (610) Pierluigi ROESLER FRANZ (584) Pietro SUBER (578) Giannetto BALDI (566) Nadia MONETTI (546) Laura TROVELLESI (539) Paolo CON-TI (535) Roberto MASTROIANNI (532) Cristina CO-SENTINO (532) Loris GAI (515) Maria ZEGARELLI (514).

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Paolo Carcassi, segretario confederale: secondo la Uil si e' arrivati ormai ai limiti della scomparsa dell'A-zienda e quindi si devono mettere in atto provvedi-menti definitivi che comprendano il tema della pro-duzione a quello della bonifica. La situazione è solo di calma apparente e puo' correre il rischio di esplodere quindi il Governo deve giocare un ruolo di supporto, forte, a qualunque soluzione verra' in-trapresa . Il Governo alle parti sociali riunite a Palazzo Chigi, non ha presentato soluzioni determinate e univoche per l'Ilva. I tecnici stan-no ancora approfondendo diverse soluzione il garante per l'attuazione dell'Aia dara'

conto delle

sue decisioni prima del 5 giugno, data dell'assem-blea dell'azienda. il gip Patrizia Todisco ha seque-strato beni e finanze per 8,1 miliardi di euro, Enri-co Bondi, amministratore delegato si è dimesso con il cda si aspettano i risultati delle nuove verifi-che dell’Aia. 40mila posti di lavoro a rischio. Il Fat-to smentisce, all’Ilva lavorano molto meno. Il go-verno: l’Ilva va salvaguardata a ogni costo. Il verdi chiedono «l’amministrazione controllata» France-sco Boccia, Pd, presidente commissione Bilancio della Camera, chiede la «nazionalizzazione» del-l’Ilva. Raffaele Fitto, Pdl, chiedono contromisure per neutralizzare la magistratu-ra tarantina. Il ministro dell’Ambiente, Andrea Orlando, attende per il primo giugno la 2°relazione trimestrale dei tecnici dell’I- spra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale)di verifica del livello di attuazione dell’Aia, l’Autorizzazione in-tegrale ambientale. Per l’Ispra, le criticità riguar-dano oltre il treno nastri, l’area di carico e scarico dei materiali, i parchi deposito dei materiali, non-chè taluni edifici asserviti alla produzione. Nessun intervento strutturale significa-tivo è stato realizzato. È stato spento l’Altoforno 1 Da cominciare il rifacimento del-le batterie 3, 4, 5, 6 della cookeria. Da coprire 90 chilometri di treni nastri tra-sportatori ed i parchi minerari. Alla batteria 9, un incidente sul lavoro mortale. ordinate le centraline per i rilevamenti delle emissioni di diossine. Il garante attuazione Aia, Esposito: nelle prime veri-fiche opere attuate nel rispetto dei tempi, altre con ritardi ingiustificati per le quali inviate note al prefetto.

Record disoccupazione 12% debi-to pubblico 120,3% torna l’emi-grazione ma..l’Italia è salva ...

ILVA

La gara a distruggerla

Verso il commissariamento? il tracollo? La chiu-sura? Escludere i Riva? Nazionalizzare?

Lg. 321\12: in caso inadempienze Aia sanzioni fino al 10% del bilancio e\o commissariamento azienda

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S econdo la Cgil ci vogliono 63 anni per tornare all’occupazione precrisi. Il calcolo è fatto immaginando che per più di 50 anni la crescita sia sempre lo 0,7%, quanto viene pre-vista per l’anno prossimo. Previsione basata su nessun dato certo. Il migliore dato

precedente viene fatto risalire al 2007 anche se la minima disoccupazione dell’8,6 venne raggiunta nel 2010. Cgil deve però dimostrare per motivi politici ciò che ha ripetuto per anni, cioè che la crisi italiana è cominciata nel 2007, malgrado sia cominciata tre anni dopo.

U ilcom Lazio. Cambia il segretario regionale. Durante la Conferenza d’organizzazione Uilcom Roma e

Lazio, dopo 8 anni di segreteria, Luciano Levra Savant lascia il suo posto ad Ales-sandro Cucchi, già segretario nazionale Uilcom per l’editoria. In bocca al lupo ad entrambi

Voto Rsu Rai Basilicata Uil 35,5% Snater 20% Ugl e Fistel 15,5% Slc 13,3%

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