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1 CEI COMITATO ELETTROTECNICO ITALIANO AEIT FEDERAZIONE ITALIANA DI ELETTROTECNICA, ELETTRONICA, AUTOMAZIONE, INFORMATICA E TELECOMUNICAZIONI CNR CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE PROGETTO NORMA ITALIANA CEI Progetto Data Scadenza Inchiesta C. 1001 30-09-2008 Data Pubblicazione 2008-… Classificazione 64-17 Titolo Guida all’esecuzione degli impianti elettrici nei cantieri Title IMPIANTI E SICUREZZA DI ESERCIZIO Progetto Proge o Title Title to in Inchiesta st ch a all’es a all’es Pubblica bblic bblic IT D D P Progetto ROTECNICO TECNIC TRONICA, AUTO TRONICA, AU ONAL ONA E DE in Inchiesta Pubblica lica Progetto 1 Inchiesta ta hi IMP IM Pubblica ica ETTO c c bl bb Pu cantieri cantie

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CEI COMITATO ELETTROTECNICO ITALIANO

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Progetto Data Scadenza Inchiesta

C. 1001 30-09-2008

Data Pubblicazione

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Titolo

Guida all’esecuzione degli impianti elettrici nei cantieri

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Si attira l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali

Progetto C. 1001:2008-07 – Scad. 30-09-2008

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GUIDA ALL'ESECUZIONE DEGLI IMPIANTI ELETTRICI NEI CANTIERI

PREMESSA Il presente progetto riguarda una nuova edizione della Guida CEI 64-17; esso fornisce informazioni relative alla realizzazione degli impianti elettrici di cantiere. Essa contiene anche raccomandazioni relative ai circuiti alimentati tramite prese a spina utilizzabili da personale non addestrato e destinati ad alimentare generalmente apparecchi utilizzatori di cantiere.

La nuova edizione contiene solo modifiche dovute all’aggiornamento tecnico legislativo docuto a nuove norme e leggi uscite dalla precedente edizione della Guida; significative modifiche sono state apportate nel Capitolo dedicato alla protezione contro i fulmini in seguito alla pubblicazione delle nuove Norme CEI EN 62305 (CEI 81-10).

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Si attira l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali

Progetto C. 1001:2008-07 – Scad. 30-09-2008

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1. SCOPO E DEFINIZIONI 1.1 Scopo

La presente guida fornisce informazioni relative alla realizzazione degli impianti elettrici di cantiere. Essa contiene anche raccomandazioni relative ai circuiti alimentati tramite prese a spina utilizzabili da personale non addestrato e destinati ad alimentare generalmente apparecchi utilizzatori di cantiere.

La presente guida è destinata oltre che agli installatori e progettisti di questi impianti, anche ai committenti, ai responsabili lavori, ai progettisti edili, ai capicantiere, e ai coordinatori della sicurezza.

1.2 Campo di applicazione

Come riportato nella sezione 704 della norma CEI 64-8, le prescrizioni per gli impianti elettrici di cantiere si riferiscono a cantieri di costruzione e demolizione, destinati in particolare a:

- lavori di costruzione nuovi edifici; - lavori di riparazione, trasformazione, ampliamento o demolizione di edifici esistenti; - costruzione di strade, viadotti, parchi, canali, teleferiche, ecc.; - lavori di movimentazione o escavazione di inerti, pietre e ghiaie; - interventi di manutenzione in banchina e di costruzione navale.

Gli impianti elettrici dei locali di servizio di un cantiere, quali uffici, spogliatoi, sale riunione, spacci, ristoranti, mense, dormitori, servizi igienici, officine meccaniche ecc. non debbono sottostare alle prescrizioni relative agli impianti di cantiere (CEI 64-8 sez. 704). I locali di produzione e consegna dell'energia elettrica sono da considerarsi locali di servizio, quindi non soggetti alle prescrizioni dell'impianto di cantiere. Questo indipendentemente dalla loro ubicazione, interna o esterna al recinto di cantiere. I circuiti alimentanti il cantiere debbono comunque essere protetti in accordo con le prescrizioni della CEI 64-8 sez.704 anche se traggono origine da quadri elettrici posti entro locali di servizio.

Le spine e i cavi di alimentazione di apparecchi utilizzatori portatili o trasportabili non costituiscono elemento dell'impianto di cantiere.

1.3 Definizioni

1.3.1 Impianto elettrico di cantiere

Insieme di componenti elettrici, ubicati all’interno del recinto di cantiere elettricamente associati in modo da rendere disponibile l’energia elettrica agli apparecchi utilizzatori del cantiere.

Fanno parte dell’impianto di cantiere anche i componenti elettrici alimentati tramite prese a spina ad eccezione degli apparecchi utilizzatori.

Nota - Si considera parte dell’impianto elettrico di cantiere anche l’eventuale tratto della linea di alimentazione esterno al recinto di cantiere

1.3.2 Impianto elettrico fisso di cantiere

Impianto elettrico di cantiere costituito da componenti elettrici fissati in modo rigido a parti strutturali od infrastrutture del cantiere.

Nota - L'impianto elettrico fisso di cantiere può essere costituito anche da parti trasportabili, cioè da parti che possono essere spostate dopo essere state scollegate dall'alimentazione.

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1.3.3 Impianto elettrico movibile di cantiere

Impianto elettrico di cantiere costituito da componenti elettrici non fissati a parti strutturali od infrastrutturali del cantiere.

1.3.4 Origine dell'impianto di cantiere

L'impianto di cantiere trae origine dal punto di allacciamento della linea di alimentazione del quadro generale del cantiere. Questo coincide con il punto di fornitura, morsetti dell’interruttore limitatore o dell’organo di misura , se la fornitura è realizzata direttamente da un ente fornitore. Se invece l'alimentazione è derivata da un impianto esistente, il punto di alimentazione e quindi l'inizio dell'impianto di cantiere coincide con i morsetti dell'interruttore immediatamente a monte della linea di cantiere. Qualora per esempio per piccoli cantieri l'alimentazione del quadro di cantiere avvenga tramite presa a spina, la spina della linea di alimentazione del quadro di cantiere è il punto di origine dell'impianto. Il punto di origine dell’impianto di cantiere può essere altrimenti un gruppo elettrogeno od una sottostazione prefabbricata (cabina elettrica) per la trasformazione MT/BT.

1.3.5 Cabina elettrica prefabbricata

Assieme prefabbricato e sottoposto a prove di tipo comprendente il trasformatore, le apparecchiature di manovra, protezione, sezionamento in MT e in BT, le connessioni nonché gli accessori.

2 INFORMAZIONI DA COMUNICARE NELLE FASI CONTRATTUALI

2.1 Generalità

Le competenze dei vari soggetti presenti in un cantiere, che partecipano alla realizzazione o utilizzazione degli impianti elettrici di cantiere, sono definite del Dlgs 494/96.

In particolare i rapporti contrattuali relativi all'impianto di cantiere di regola non coinvolgono direttamente il committente (proprietario dell'opera in costruzione), bensì l'impresa appaltante in veste sia di committente all'impresa elettrica che di utilizzatrice dell'impianto, coinvolgendo inoltre le altre imprese subappaltanti quali ulteriori utenti dell'impianto.

Va chiarito, che in mancanza di specifiche contrattuali, l'impresa appaltante non è tenuta a fornire a imprese subappaltanti il servizio relativo all'impianto elettrico di cantiere.

Si consiglia tuttavia, per evitare il proliferare di impianti sul cantiere, che il progettista e coordinatore della sicurezza in fase di progettazione inserisca nei compiti di fornitura di servizio a carico dell'impresa appaltante, la realizzazione di un impianto elettrico di cantiere, atto a soddisfare tutte le esigenze del cantiere, comprese quelle abitualmente prevedibili per le imprese subappaltanti.

2.2 Rapporti tra imprese

Il responsabile dei lavori (committente) o il coordinatore per la progettazione, deve tenere conto anche dei rapporti contrattuali fra l’impresa appaltante (committente) e le imprese utilizzatrici (subappaltanti) che eseguono lavori elettrici e non elettrici e che devono usufruire dell’impianto elettrico di cantiere.

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E’ quindi necessario che le persone preposte all’organizzazione informino gli operatori di cantiere in merito:

- alle caratteristiche dell’impianto elettrico; - ai criteri di sicurezza da adottare per un utilizzo corretto dello stesso; - ai rischi correlati all’utilizzo dei componenti elettrici.

In ogni caso, deve essere evitato che un utente possa accedere alle morsettiere, e realizzare derivazioni dai quadri esistenti senza autorizzazione.

Nell’allegato B sono riportati esempi di dichiarazioni che regolamentano le relazioni tra impresa appaltante e impresa utilizzatrice.

2.3 Trasformazioni di edifici esistenti

Quando si procede ad attività di trasformazioni di edifici esistenti, siano o meno in stato di attività, il titolare di detti locali deve fornire le più elementari informazioni in merito ai rischi ambientali, e tra queste:

- informazioni relative alla presenza di impianti (o linee) elettrici attivi; - presenza di ambienti a maggior rischio in caso di incendio; - presenza di ambienti con pericolo di esplosione;

Si deve inoltre specificare l'utilizzabilità o meno degli impianti esistenti.

3 ANALISI CONDIZIONI DI CANTIERE

La precarietà degli impianti di cantiere e le pesanti condizioni ambientali concorrono ad elevare lo stato di rischio: l'analisi delle condizioni del cantiere deve quindi mirare ad evidenziare le soluzioni più adatte a fronteggiare tali situazioni. Riportiamo di seguito una sintesi di tali condizioni:

- durata; - dimensione; - condizioni climatiche; - rischio di urti; - presenza di polveri, acqua; - presenza di persone; - accessibilità del potenziale di terra; - presenza di linee aeree e interrate; - presenza di impianti elettrici attivi; - ambienti a maggior rischio in caso di incendio; - ambienti con rischio di esplosione.

Nella Tabella 1 sono riportati esempi di situazioni di rischio in riferimento alle varie tipologie o fasi di lavorazione dei cantieri.

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Progetto C. 1001:2008-07 – Scad. 30-09-2008

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3.1 Durata

L'impianto di cantiere è per sua natura temporaneo poiché destinato ad essere smantellato al termine dei lavori, ma è evidente che la durata del cantiere, mesi o anni, comporta un utilizzo dell'impianto più o meno intenso. Ne consegue che in un cantiere per il quale si prevede una lunga durata l'impianto debba essere progettato e realizzato con maggior funzionalità rispetto ad uno per breve durata. Una lunga durata del cantiere consiglia inoltre una revisione periodica dell'impianto stesso.

3.2 Dimensione

Come la durata anche l'estensione condiziona il progetto, in particolare, richiede attenzione alle cadute di tensione per le dorsali, quando queste si avvicinano al centinaio di metri. Inoltre se alla dimensione si affianca un intensa attività, può essere necessario prevedere più quadri di distribuzione, per mantenere entro limiti accettabili l'uso dei cordoni prolungatori. Quanto affermato per l'estensione orizzontale, è del tutto valido anche per lo sviluppo verticale, dove i quadri di piano possono essere fissi se in presenza di attività intense oppure possono venire spostati periodicamente per seguire le lavorazioni.

3.3 Condizioni climatiche

Un cantiere è soggetto al cambiamento delle condizioni climatiche, quindi l'impianto elettrico deve sopportare intemperie e temperature variabili con la stagione (vedere Tabella 1).

3.4 Rischio d'urto

E' legato alla movimentazione di materiali e di mezzi di cantiere. Per far fronte a questi rischi il progettista deve studiare le ubicazioni più adatte per linee e quadri e, se necessario, deve prevedere apposite barriere protettive.

3.5 Polveri ed acqua

Le polveri presenti in modo più o meno intenso in quasi tutti i cantieri, concorrono a richiedere elevati gradi di protezione per le custodie; inoltre se la presenza di polveri è ben localizzata, è bene che i quadri di distribuzione siano ubicati ad opportuna distanza da tali zone.

Oltre alla pioggia possono essere presenti acque di lavaggio, acque di risorgiva negli scavi o inondazioni per piogge intense. Come per le polveri il rischio d'acqua condizioa la scelta delle custodie, ma anche in generale il posizionamento dei quadri elettrici in generale.

3.6 Presenza di persone

I cantieri, sono luoghi che in alcuni periodi si affollano di personale con esigenza di utilizzare energia elettrica, ma spesso senza particolare esperienza ne di impiantistica, ne tantomeno delle particolarità dell'impianto presente. La progettazione dell'impianto deve tenere conto di questi aspetti: in altri termini si deve impostare l'impianto in modo da permettere il contemporaneo esercizio delle varie attività.

3.7 Accessibilità al potenziale di terra

In alcune lavorazioni ricorrono gli estremi di locali conduttori ristretti (vedere 6.7). In questi casi le attrezzature elettriche devono essere di tipo conforme alle particolari prescrizioni normative.

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3.8 Presenza di linee aeree o interrate

In tutti i cantieri sono presenti linee elettriche e la circolazione di mezzi meccanici, la possibilità di realizzare scavi o sbancamenti, il semplice ribaltamento di un cassone possono provocare contatti accidentali con le linee. E' quindi evidente l' importanza che il piano di posa delle linee sia realizzato tenendo ben presente le esigenze di attività del cantiere e, ove possibile, posandole sui lati periferici del cantiere stesso. Una copia del piano di posa delle linee (soprattutto se interrate) deve essere consegnato al capocantiere.

3.9 Presenza di impianti elettrici attivi

Nei cantieri di ristrutturazione è frequente la presenza di impianti elettrici estranei all'attività del cantiere stesso. E' evidente che questi possono rappresentare un pericolo e, se non emergono particolari esigenze d'utilizzo, si deve provvedere al sezionamento di queste parti di impianto. Qualora le esigenze produttive del committente richiedano la permanenza in servizio degli impianti nell'area di cantiere, si devono valutare le compatibilità di detti impianti con le condizioni del cantiere (acqua, polveri, mezzi meccanici in movimento ecc.) e si devono anche studiare le misure comportamentali per le maestranze e le eventuali protezioni meccaniche da applicare agli impianti per ricondurre i rischi a livelli accettabili.

3.10 Ambienti a maggior rischio in caso di incendio ed ambienti con rischio di esplosione

Nelle usuali attività di cantiere il rischio che l'impianto elettrico possa innescare incendi è abbastanza remoto. Ciò non toglie che in alcuni casi, in particolare nelle ristrutturazioni di edifici industriali o commerciali, possano presentarsi le caratteristiche di "ambienti a maggior rischio in caso di incendio" o di "ambienti con rischio d'esplosione". In questi casi l'impianto di cantiere deve adattarsi alle specifiche riportate nelle rispettive norme CEI.

3.11 Distanze di sicurezza da linee elettriche

Si ricorda che il DLgs 81/2008 (Allegato IX – Tabella 1) prescrive che non possono essere eseguiti lavori in prossimità di linee elettriche aeree a distanza minore di quanto indicato nella tabella seguente dalla costruzione o dai ponteggi, a meno che, previa segnalazione all’esercente le linee elettriche, non si provveda ad una adeguata protezione atta ad evitare accidentali contatti o pericolosi avvicinamenti ai conduttori delle linee stesse.

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Progetto C. 1001:2008-07 – Scad. 30-09-2008

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In presenza di linee con conduttori isolati, anche se non è presente il rischio di contatto diretto, permane l’esigenza di soddisfare quanto sopra riportato per evitare danneggiamenti meccanici.

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Si attira l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali

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Figura 2 - Esempio di schermatura nei confronti di una linea elettrica aerea esterna in media tensione

4 ALIMENTAZIONE E SISTEMI DI DISTRIBUZIONE

4.1 Generalità

L'impianto elettrico di cantiere può essere alimentato secondo varie modalità, sulla base in particolare dei carichi prevedibili e delle misure di protezione, soprattutto contro i contatti indiretti e contro le sovracorrenti.

Esso può essere alimentato sia da una rete di alimentazione a bassa tensione (sistema di I° categoria) o a media tensione (sistema di II° categoria), sia mediante autoproduzione con gruppi generatori.

L'alimentazione viene inoltre definita in funzione del sistema di conduttori attivi (monofase o trifase) e del modo di collegamento a terra.

4.2 Alimentazione da rete pubblica a bassa tensione (sistema di I° categoria)

Quando un impianto elettrico di cantiere sia alimentato da una rete elettrica a bassa tensione, i collegamenti a terra vengono effettuati in Italia secondo il sistema TT, che prevede che le masse dell’impianto di cantiere siano collegate ad un impianto di terra elettricamente indipendente da quello previsto per il collegamento a terra di un punto (generalmente il neutro) della rete pubblica di alimentazione.

Quando il cantiere sia destinato a lavori di ampliamento o trasformazione di edifici esistenti ad esempio in singole unità immobiliari, od in condomini, l'impianto elettrico del cantiere può essere alimentato tramite l'impianto elettrico dell’edificio.

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Si deve notare che anche se la messa a terra del neutro e quella delle masse non sono ben distinte, come nel caso di edifici nei quali sia situata una cabina di trasformazione dell'ente distributore, il sistema è considerato nella determinazione delle condizioni di protezione, un sistema TT, senza tenere conto di eventuali collegamenti non intenzionali tra le messe a terra.

4.3 Alimentazione da rete pubblica a media tensione (sistema di II° categoria)

Nel caso di grandi cantieri può essere necessario alimentare l'impianto elettrico a media tensione realizzando una cabina di trasformazione di cantiere; in questo caso il collegamento a terra viene effettuato secondo i sistemi TN, che prevedono che le masse dell'impianto di cantiere siano collegate, per mezzo di un conduttore di protezione, al punto di collegamento a terra della cabina di trasformazione.

Nota - Al fine di facilitare il trasporto, la messa in servizio e il riutilizzo, la cabina può essere realizzata mediante sottostazione prefabbricata conforme alla norma CEI EN 61330 (CEI 17-63).

Quando il cantiere sia destinato a lavori in edifici, quali centri commerciali o stabilimenti industriali, già dotati di cabina di trasformazione del committente, l'impianto elettrico di cantiere, può essere alimentato tramite questa cabina, effettuando anche in questo caso il collegamento a terra secondo i sistemi TN.

Il sistema IT, che richiede presenza di un sistema di controllo dell'isolamento che segnali il manifestarsi del primo guasto tra una parte attiva e le masse o la terra, è generalmente sconsigliato.

4.4 Autoproduzione con gruppi generatori

L'impianto elettrico di cantiere può essere alimentato da gruppi generatori funzionanti in isola oppure utilizzati come riserva in alternativa all’alimentazione pubblica.

Non viene utilizzato il sistema in parallelo di gruppi generatori con l'alimentazione pubblica dell'energia.

4.4.1 Gruppi generatori funzionanti in isola

Per potenze medie o elevate i gruppi generatori trifase rendono disponibile il centro stella ed il relativo collegamento a terra viene in genere effettuato secondo i sistemi TN. Se i gruppi generatori sono di potenza limitata, (in genere monofase) e alimentano un solo apparecchio utilizzatore, la protezione contro i contatti indiretti può essere ottenuta mediante separazione elettrica, cioè senza realizzare alcun collegamento intenzionale a terra delle masse.

4.4.2 Gruppi generatori utilizzati come riserva , in alternativa alla rete pubblica

Quando i gruppi generatori vengono utilizzati come riserva, in alternativa all’alimentazione pubblica, la protezione contro i contatti indiretti ottenuta mediante interruzione automatica della alimentazione, in sistemi TN, deve fare affidamento sulla connessione a terra del centro stella del gruppo elettrogeno.

4.5 Utilizzo di prese a spina di un impianto esistente

Ove risultino disponibili prese di un impianto fisso preesistente al cantiere, è consentita l'alimentazione di apparecchi utilizzatori mobili o trasportabili, senza dover realizzare un impianto di cantiere. E’ necessario rispettare le condizioni di sicurezza previste dalla norma CEI 64-8, ed in particolare le prese utilizzate devono essere protette da un differenziale con sensibilità di 30mA e l'impianto fisso deve essere realizzato in conformità alla stessa norma CEI 64-8, e risultare adatto a sopportare le condizioni ambientali derivanti dall'attività di

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cantiere. Si deve quindi verificare che la presenza di polveri, spruzzi d'acqua o passaggio di mezzi ecc. siano sopportabili dall'impianto stesso.

ALIMENTAZIONE DISTRIBUZIONE

Piccolo gruppo elettrogeno

Trasformatore di isolamento

Separazione elettrica per alimentazione di un singolo utilizzatore

Distributore

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Gruppo elettrogeno

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Figura 3 - Esempi di alimentazione di impianti elettrici di cantiere

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5 CONDUTTURE

La scelta di una conduttura per cantiere, parte dalla scelta della tipologia di posa, e si conclude con la scelta del cavo.

Per evitare danni, i cavi non devono passare attraverso luoghi di transito di veicoli o pedoni.

Quando questo sia invece necessario, deve essere assicurata una protezione speciale contro i danni meccanici e contro il contatto con macchinario di cantiere.

Particolare attenzione deve essere posta alla protezione dei cavi posati a terra e dei cavi aerei contro danneggiamenti meccanici dovuti all’ambiente e alle attività del cantiere.

5.1 Tipologie di posa

A guidare il progettista nella scelta della tipologia di posa sono essenzialmente tre aspetti:

- esigenze di sicurezza; - funzionalità; - economicità.

Le esigenze di sicurezza sono coperte dalle norme CEI, e in particolare per le modalità di posa, dalla norma CEI 11-17 con particolare riferimento alle linee di distribuzione, e alle norme CEI 64-8/5 Capitolo 52 per quanto riguarda gli impianti utilizzatori. Ulteriori informazioni relative all’uso dei cavi sono fornite dalle Guide CEI 20-40 e CEI 20--67.

NellaTabella 3, sono riportate le più comuni tipologie di posa ammesse dalla normativa.Una trattazione degli aspetti funzionali o economici esula dallo scopo della guida, ma vale forse la pena di rimarcare, che le pose interrate, sono raramente utilizzate dato l'elevato costo, ma ne possono risultare interessanti, per dorsali di cantieri di lunga durata per l'assenza di interferenze con l'attività di cantiere. Al contrario le pose aeree sono le più utilizzate per l'economicità di posa, e la facilità di recupero, ma possono risultare critiche per cantieri di lunghissima durata e zone particolarmente ventose. Infine le pose in canali o tubazioni a parete sono scarsamente utilizzate per l'elevato costo di realizzazione e spesso per l'indisponibilità di strutture di ancoraggio.

5.2 Scelta del cavo

Scelta la modalità di posa, anche la scelta del tipo di cavo segue i criteri di rispetto della sicurezza, funzionalità ed economicità. Procedendo per gradi si valuteranno i cavi normativamente adatti alla posa scelta, quindi in funzione della tensione del sistema e della corrente da trasmettere si definiscano la tensione del cavo e la sezione minima ottimale quindi si seleziona quello che risulta più economico, o più semplicemente quello disponibile avente almeno i requisiti minimi richiesti. La Tabella 2 riporta alcune tipologie di cavi con le relative pose compatibili.

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Tabella 2 - Tipologie di posa generalmente usate nei cantieri

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Tubi protettivi

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Tabella 3 - Modi di posa

Pose più significative Numero. CEI 64-

8/5

Rappresentazione Temp. amb. (°C)

Cavi entro tubi a vista - Senza guaina - Multipolari o unipolari con guaina

3 3A

30

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11

30

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12

30

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13 13

30

- Cavi multipolari con guaina sospesi a funi - Cavi unipolari con guaina sospesi a funi

17 17

30

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(17)

30

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34 34A

30

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61

20

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62

20

Cavi con guaina interrati con protezione meccanica

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5.3 Particolarità di posa

Durante la posa di un cavo si debbono usare precauzioni per evitare il danneggiamento della guaina, dell’isolante e del conduttore, che potrebbero inficiare il suo successivo funzionamento. Si riportano quindi alcune raccomandazioni.

5.3.1 Temperature minime di posa

Le basse temperature irrigidiscono gli isolanti e le guaine, per cui se i cavi vengono posati o recuperati in tali condizioni si possono verificare danneggiamenti tali da compromettere la sicurezza dei cavi stessi. Ogni tipologia di cavo ha dei precisi limiti di temperatura di posa imposti dalla sua costruzione e definiti dai costruttori, in via generale è sconsigliata la posa di cavi isolati e rivestiti in PVC a temperature inferiori ai 5°C (ad esempio N1VV-K), mentre i cavi con isolante in gomma e guaina in PVC possono essere posati anche a 0°C (ad esempio FG7OR 0,6/1kV), infine cavi con guaina e isolante in gomma possono essere maneggiati anche a -25°C (ad esempio H07RN-F)

5.3.2 Raggi minimi di curvatura

Anche in questo caso il costruttore del cavo fornisce dettagliate istruzioni, in generale per cavi non armati si consiglia che il raggio minimo di curvatura R superi di almeno 12 volte il diametro D del cavo (valori meno restrittivi sono riportati nella Tabella 6 della norma CEI 20-40) (vedere Fig. 4)

Figura 4- Raggio minimo di curvatura

5.3.3 Abrasioni

La pessima pratica di tirare i cavi nei cavidotti che già contengono altri cavi, può condurre a forti e pericolosissime abrasioni dei cavi già presenti nel cavidotto. Altre pessime abitudini sono il trascinamento di cavi su terreni o asfalto. Il cavo è un componente delicato anche quando pesa alcuni quintali e la posa richiede sforzi notevoli.

5.3.4 Posa su funi

Quando il cavo non è autoportante e viene sospeso a funi metalliche, è bene che le fasciature siano tali da non danneggiare il cavo, e disposte almeno ogni due metri .

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Si attira l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali

Progetto C. 1001:2008-07 – Scad. 30-09-2008

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Figura 5 - Esempio d posa su funi

5.3.5 Posa direttamente interrata

Laddove serva realizzare una posa interrata la profondità di posa deve risultare di almeno 0,5 m e protetta meccanicamente, e si consiglia di interporre un nastro di segnalazione a circa 0,2 m sopra il cavo stesso. Se la profondità di posa è inferiore i cavi devono essere muniti di armatura metallica.

Figura 6 - Esempio di posa direttamente interrata

5.3.6 Sollecitazione a trazione

In alcune pose o recuperi ed in particolare in quelle in cavidotto, i cavi sono sottoposti ad elevati sforzi di trazione. La normativa consiglia di non superare i 50N/mm2 per cavi con conduttori in rame. Ad esempio per un cavo da 4x10mm2 si deve applicare una trazione inferiore a 2000 N (circa 200 kg) .

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Figura 7 - Esempio di posa interrata

5.3.7 Pose su pali senza fune di sostegno

E' la più usata forma di realizzazione delle linee di cantiere. Va subito precisato che nonostante la possibilità di ondeggiamenti questa è considerata una posa fissa(Vedere Fig. 8).

Va precisato che in questa posa non è ammesso il sostegno a mezzo di legacci in filo di ferro che rischiano di tagliare la guaina e l’isolante; il cavo deve essere sostenuto da selle in legno o altro materiale, prive di spigoli ed altri elementi taglienti.

Figura 8 - Posa su palo

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La sella su cui è appoggiato il cavo deve avere un raggio di curvatura adeguato per evitare lo schiacciamento del cavo sulla sella dovuto al proprio peso. Il raggio della sella può essere calcolato con la formula

4000tR �

ove R è il raggio della sella in m e t è il tiro risultante sul cavo in N ed in ogni caso il raggio non dovrà essere inferiore al raggio minimo di curvatura ammesso per il cavo. Qualora la sella non garantisca il corretto fissaggio si realizzeranno serraggi con fascette possibilmente ampie e comunque con funzione di ancoraggio e non di sostegno. Le campate devono risultare di dimensione tali da contenere gli sforzi permanenti di trazione sui conduttori a 10 N/mm2 che nel già citato caso di cavo da 4x10 mm2 significano 400 N (circa 40 kg) tiro massimo che imporrebbe un raggio minimo della sella di sostegno di 100mm, mentre il raggio minimo di curvatura ammesso senza tiro sarebbe di 84mm.

A titolo indicativo si forniscono nella Tab. 4 alcune composizioni di campata e frecce minime calcolate in modo approssimanto da contenere il tiro entro il valore massimo ammesso..

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Cavi tripolari

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10 151 97 54 24 9

16 133 85 48 21 8

25 125 80 45 20 7

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Cavi quadripolari

Sez. Campate da:

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4 186 119 67 30 11

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10 145 93 52 23 8

16 128 82 46 21 7

25 113 73 41 18 7

35 103 66 37 17 6

50 94 60 34 15 5

Cavi pentapolari

Sez. Campate da:

mm² 25 m 20 m 15 m 10 m 6 m

2.5 200 128 72 32 12

4 176 113 63 28 10

6 156 100 56 25 9

10 138 88 50 22 8

16 119 76 43 19 7

25 114 73 41 18 7

Nota - Data la difficoltà in cantiere di una misura precisa della freccia, si consiglia di adottare valori di freccia decisamente superiori a quelli indicati in tabella per non incorrere in tiri sul conduttore superiori al valore massimo ammissibile.

5.3.8 Esempi di posa mobile e posa fissa F= conduttura a posa fissa M = conduttura a posa mobile U = cavi degli apparecchi utilizzatori

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Figura 9 - Esempi di posa delle condutture

6 PRESCRIZIONI PER LA SICUREZZA

Il cantiere è considerato uno dei luoghi più esposti ai pericoli in quanto è anche soggetto a continue movimentazioni e variazioni, ed inoltre è presente qualunque tipo di personale, anche quello non addestrato dal punto di vista elettrico. Per questo vanno prese le precauzioni più restrittive per la sicurezza delle persone e dell'ambiente.

Particolare attenzione va posta sulle misure di protezione contro i contatti diretti ed indiretti e sulla necessità che tali misure siano rispettate attraverso controlli periodici.

La protezione contro i contatti diretti ed indiretti a seguito di guasti sugli impianti di II categoria con cabina propria è trattato nella guida CEI 11-37.

6.1 Protezione combinata contro i contatti diretti e indiretti (art. 411 CEI 64-8) mediante circuiti a bassissima tensione di sicurezza (SELV)

Il sistema SELV può essere sempre utilizzato, ma, in particolare, è indispensabile quando le condizioni di lavoro risultano severe, come per l'alimentazione di utensili o lampade portatili.

6.2 Protezione contro i contatti diretti

Le misure di protezione contro i contatti diretti possono essere ottenute :

- mediante l'isolamento delle parti attive (vedi 412.1 CEI 64-8) - mediante l'utilizzo di involucri o barriere (vedi 412.2 CEI 64-8)

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Per i cantieri le misure di protezione mediante ostacoli, che proteggono solo da contatti accidentali con le parti attive, si possono adottare solo quando altre misure di protezione non possono essere utilizzate e comunque devono essere mantenute per un periodo di tempo limitato, previo accordo con il coordinatore della sicurezza in fase di esecuzione;.

6.3 Protezione contro i contatti indiretti

6.3.1 Protezione mediante l'interruzione automatica dell'alimentazione

Nella protezione contro i contatti indiretti mediante interruzione automatica dell'alimentazione, la tensione di contatto limite convenzionale UL deve essere limitata a 25V c.a. o a 60V c.c. non ondulata e si applicano le prescrizioni specificate in 481.3.1.1 CEI 64-8.

E’ opportuno ricordare che il rispetto di queste prescrizioni può essere ottenuto:

- in un sistema TT, solo mediante l'utilizzo di dispositivi differenziali; - in un sistema TN anche con l'impiego del solo interruttore magnetotermico, previa verifica

dell'impedenza dell'anello di guasto e del tempo di intervento della protezione, che non deve essere superiore a 0,2s (circuiti terminali a tensione fino a 230V verso terra protetti con dispositivi di protezione contro le sovracorrenti aventi corrente nominale o regolata che non supera 32 A) o 5s (circuiti di distribuzione e altri circuiti terminali, a tensione fino a 230V verso terra) . L'impiego di un dispositivo differenziale nei sistemi TN è comunque garanzia di maggiore sicurezza.

Nota - Per la protezione di circuiti alimentanti prese a spina vedere 8.2

6.3.2 Protezione mediante componenti elettrici di Classe II o con isolamento equivalente

Questa soluzione è normalmente impiegata nella costruzione degli apparecchi utilizzatori portatili. Bisogna fare attenzione che questi apparecchi siano idonei per l'uso in luoghi soggetti a spruzzi d'acqua (IPX4).

6.3.3 Protezione per separazione elettrica

La sorgente di alimentazione del circuito deve essere un trasformatore o una sorgente con caratteristiche di sicurezza equivalente (ad esempio un piccolo gruppo elettrogeno). Se vengono alimentati più apparecchi utilizzatori le loro masse devono essere collegate con conduttore equipotenziale.

Questa protezione può essere applicata a circuiti con prese a spina solo se ciascun apparecchio utilizzatore è alimentato da un trasformatore di isolamento separato o da un avvolgimento secondario separato del trasformatore (per ogni avvolgimento secondario un solo utilizzatore).

6.4 Protezione contro le sovracorrenti

La protezione contro le sovracorrenti può essere assolta da interruttori automatici con sganciatori di sovracorrente o da fusibili.

Nei cantieri non è ammesso utilizzare come protezione contro i cortocircuiti, dalla linea di alimentazione al quadro generale, l'interruttore limitatore del distributore.

Deve essere previsto, all'origine dell'impianto un quadro che comprenda i dispositivi di protezione principali.

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Si attira l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali

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Il dispositivo di protezione contro le sovracorrenti deve avere caratteristica idonea alle condutture da lui protette e nello stesso tempo consentire l'avviamento di motori con corrente di spunto elevata. In questo caso è consigliabile l'uso di interruttori con soglia di intervento magnetico da 10 a 14 volte la loro corrente nominale.

6.4.1 Protezione contro i sovraccarichi

Ogni circuito deve essere protetto contro i sovraccarichi con dispositivo incorporato nei quadri ASC. Tuttavia si raccomanda di omettere la protezione contro i sovraccarichi nei circuiti di alimentazione di macchine di sollevamento (vedi CEI 64-8 art.473.1.4).

6.4.2 Protezione contro il cortocircuito

Il dispositivo di protezione deve avere un potere di interruzione almeno uguale alla corrente di cortocircuito presunta nel punto di consegna dell'energia elettrica se non calcolato per il punto di installazione.

6.5 Protezione differenziale

Si raccomanda di tenere conto delle maggiori situazioni di pericolo che si possono presentare in un cantiere edile:

- contatto diretto a seguito del guasto di isolamento di un conduttore che non comporta l'interruzione automatica dell'alimentazione (danneggiamento meccanico senza cortocircuito);

- contatto diretto per la rottura dell'involucro degli apparecchi utilizzatori portatili o per negligenza del personale;

- contatto indiretto causato dal guasto di isolamento di un apparecchio di classe I con massa non collegata a terra o per interruzione di continuità del conduttore di protezione.

Si ricorda che l’impiego di dispositivi differenziali aventi corrente nominale non superiore a 30 mA è considerato una misura di protezione addizionale. Qualora si utilizzi come interruttore generale un dispositivo privo di sganciatori contro le sovracorrenti e con la sola protezione differenziale (differenziale puro), tale interruttore deve essere protetto con undispositivo di protezione contro le sovracorrenti. Si sconsiglia l’uso interruttori differenziali puri con più dispositivi di protezione contro le sovracorrenti posti immediatamente a valle dello stesso.

6.6 Coordinamento dei vari dispositivi di protezione

Quando più dispositivi di protezione sono disposti in serie e quando le necessità di esercizio lo giustificano, le loro caratteristiche di funzionamento devono essere scelte in modo da staccare dall’alimentazione solo la parte dell’impianto nella quale si trova il guasto.

Il costruttore realizza quadri ASC destinati ad essere collegati tra di loro assicurando i criteri di selettività tra i dispositivi di protezione incorporati nei vari quadri.

Deve essere comunque cura dell'installatore assicurare che le condizioni di selettività vengano rispettate nella messa in servizio di tali quadri.

Fanno eccezione i quadri che sono interconnessi con prese a spina quando tali prese sono protette da differenziale con Idn�30 mA e quindi non possono risultare selettive con il quadro a valle.

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6.7 Protezioni in luoghi conduttori ristretti

Si intendono quei luoghi limitati essenzialmente da superfici metalliche o comunque conduttrici nel quale è probabile che una persona possa venire in contatto con tali superfici attraverso un ampia parte del suo corpo, ed è limitata la possibilità di interrompere tale contatto. Queste prescrizioni non si applicano ai luoghi che permettano ad una persona libertà di movimento per lavorare, entrare e lasciare il luogo senza impedimenti fisici. Esempi di luoghi conduttori ristretti presenti nei cantieri sono piccole cisterne metalliche, interno di tubazioni metalliche, cunicoli umidi, scavi ristretti nel terreno e tralicci.

Il luogo conduttore ristretto può essere applicabile anche a situazioni in cui l'operatore è in ambiente ampio ma a stretto contatto, su larga parte del corpo, con superfici conduttrici, per esempio lavori con cinture di sicurezza su strutture metalliche.

Gli utensili portatili e gli apparecchi di misura trasportabili o mobili utilizzati in questi luoghi, devono essere alimentati a bassissima tensione di sicurezza (SELV) o devono essere protetti per separazione elettrica a condizione che venga collegato un solo componente elettrico ad ogni avvolgimento secondario del trasformatore.

Per le lampade portatili è ammessa solo l’alimentazione a bassissima tensione di sicurezza (SELV) .

I trasformatori debbono essere tenuti all'esterno del luogo conduttore ristretto.

Figura 10 - Luoghi conduttore ristretto

6.8 Dispositivi di sezionamento, protezione e comando

Deve essere previsto, all’origine di ogni impianto, un quadro che comprenda i dispositivi di sezionamento, di comando e di protezione principali.

Devono essere previsti uno o più dispositivi sul cavo di ingresso a ciascun quadro di alimentazione ed a ciascun quadro di distribuzione previsto per assicurare il comando ed il sezionamento.

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Un solo dispositivo può sezionare o comandare più circuiti, purché correttamente dimensionato per le condizioni di servizio.

Il sezionamento può essere affidato ad interruttori, prese a spina, o altri dispositivi. L'idoneità al sezionamento deve essere dichiarata dal costruttore se non prevista dalla relativa norma.

I dispositivi di sezionamento debbono essere dotati di blocco in posizione di aperto, che può essere realizzato direttamente sulla manovra dell'apparecchio con chiave o lucchetto, o collocandoli all'interno di un involucro chiudibile con chiave.

6.9 Arresto di emergenza

Tutte le macchine che possono causare pericolo quali ad esempio gru, betoniere e sistemi di pompaggio devono essere dotati singolarmente di dispositivi per l'arresto di emergenza installato dal relativo costruttore come prevede la direttiva macchine.

Non è richiesta l’installazione di dispositivi di arresto di emergenza sui quadri ASC in quanto le apparecchiature e le macchine che possono causare pericolo devono essere dotate di tale dispositivo.

Nota 1) - Dispositivi di arresto di emergenza aggiuntivi possono essere installati sui quadri ASC più vicini alle apparecchiature da proteggere prevedendo che l’azionamento non provochi ulteriori pericoli ad esempio mancanza dell’illuminazione del cantiere.

7 QUADRI PER CANTIERI ASC

Quando si realizza un impianto di cantiere, questo va alimentato da un quadro generale di cantiere, anche se l'alimentazione è derivata da un impianto fisso esistente o anche se l'impianto di cantiere è composto da sole parti mobili.

7.1 Generalità

I quadri elettrici utilizzati nei cantieri sono sottoposti a severe condizioni di esercizio ed a gravose condizioni esterne e pertanto debbono essere adatti a sopportare le corrispondenti sollecitazioni.

Si raccomanda di scegliere i quadri in modo da soddisfare le seguenti aspettative:

- avere una buona flessibilità di utilizzo, e un elevata riutilizzabilità in successivi cantieri; - impiegare materiali, di facile reperibilità per le eventuali sostituzioni; - possedere una buona facilità di installazione, trasporto e immagazzinamento; - sopportare le sollecitazioni che si presenteranno sul cantiere; - assicurare il mantenimento della sicurezza nelle condizioni di esercizio previste.

7.2 Norme di riferimento

I quadri per la distribuzione dell'elettricità nei cantieri debbono essere conformi alla norma CEI EN 60439-4.

I quadri elettrici installati in locali considerati locali di servizio del cantiere (vedi 1.2) non sono considerati quadri per cantiere ma sono soggetti alla norma CEI EN 60439-1, CEI EN 60439-3 o CEI 23-51 con le prescrizioni dell'articolo 704.53 della norma CEI 64-8 relative ai dispositivi di sezionamento e comando.

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Si attira l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali

Progetto C. 1001:2008-07 – Scad. 30-09-2008

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Nota – Come locali di servizio del cantiere si possono intendere anche locali ricavati in particolari manufatti edili realizzati appositamente in muratura in tal modo che, da una valutazione del rischio, si possano ritenere esclusi i pericoli derivanti dalle sorgenti di rischio a causa delle quali nei cantieri diventano obbligatori quadri del tipo ASC, rappresentati essenzialmente da: azioni meccaniche, polvere, pioggia, irraggiamento solare.

7.3 Tipologie di quadri ASC

Per esigenze strutturali e di utilizzo si distinguono in:

- ASC trasportabili, quando destinati ad una postazione fissa, vengono rimossi e riposizionati solo dopo essere stati posti fuori tensione (fanno quindi parte dell'impianto fisso di cantiere).

- ASC mobili, quando possono essere spostati senza essere messi fuori tensione (fanno quindi parte dell'impianto mobile).

E' bene chiarire che nella realizzazione di una rete di cantiere, sia essa gestita da un singolo quadro o da più quadri in cascata, si deve cercare il massimo livello di selettività possibile nelle protezioni, sia di tipo magnetotermico che differenziale.

Va ricordato che ogni ASC si compone di:

- unità di entrata che contiene: - un dispositivo di sezionamento che deve potere essere bloccato in posizione di aperto; - un dispositivo di protezione contro le sovracorrenti (che può essere omesso quando tale

protezione è assicurata dal quadro a monte). - unità di uscita con:

- dispositivi di manovra con azionamento simultaneo dei contatti di fase, facilmente accessibili senza l'uso di chiavi o attrezzi;

- dispositivi di protezione da sovracorrenti;

- dispositivi di protezione contro i contatti diretti e indiretti (differenziale da Idn�30 mA se si proteggono prese a spina con corrente nominale non superiore a 32A).

7.4 Prescrizioni normative particolari

Tenuto conto della particolare destinazione dei quadri per cantiere la norma impone le seguenti prescrizioni:

- deve risultare adatto al posizionamento anche in luoghi impervi, mantenendo comunque la posizione verticale (fanno eccezione i quadri ad uso mobile);

- le uscite cavi debbono avere una distanza minima dal suolo compatibile con il raggio di curvatura dei cavi allacciabili;

- deve essere dotato di mezzi per sollevamento e trasporto; - i morsetti terminali debbono essere adatti a ripetuti allacciamenti; - il grado di protezione minimo richiesto è IP44, con l'eccezione del frontale interno per il

quale è ammesso IP21 a condizione che questo si trovi protetto da un portello che assicuri in ogni caso verso l'esterno il grado IP44.

Nota - Quadri elettrici costruiti prima del 01/08/2002, data limite (dow) di applicazione della variante 2 alla norma EN60439-4(1991) (CEI 17-13/4:1992) possono avere un grado di protezione minimo di IP43

Il coordinamento tra i dispositivi di protezione deve essere concordato tra il costruttore dell'ASC e l'utilizzatore, in mancanza di richieste valgono le istruzioni del costruttore.

L'organo di azionamento del dispositivo di arresto di emergenza (dove richiesto vedi 6.9) deve essere accessibile in tutte le possibili condizioni di utilizzo del quadro.

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7.5 Quadri preesistenti

I quadri preesistenti alla entrata in vigore della norma CEI 17-13/4 (1 novembre 1992) si possono ritenere adeguati, ai fini della sicurezza, e riutilizzabili con riferimento alla norma CEI 17-13/1 " Apparecchiature assiemate di protezione e di manovra per bassa tensione: Quadri BT - Parte 1: Prescrizioni per apparecchiature di serie (AS) e non di serie (ANS) (edizione 1990 ), quando presentano almeno i requisiti di seguito riportati:

– per quanto riguarda la protezione contro i contatti indiretti, che il primo interruttore differenziale, se posizionato su quadro metallico, abbia il tratto a monte protetto con isolamento equivalente alla classe II;

- per quanto riguarda l'integrità dell'involucro l'assenza di danneggiamenti meccanici tali da rendere il quadro insicuro;

- per quanto riguarda i componenti elettrici usati, componenti elettrici idonei, provvisti di marchio o altro tipo di certificazione, secondo quanto previsto dalla legge 791/77. In particolare per le prese a spina vedere 8.1.

Per tali quadri si ritiene sufficiente lo schema elettrico ed una dichiarazione del proprietario attestante che lo stesso è stato realizzato prima del 1 Novembre 1992.

8 PRESE A SPINA , AVVOLGICAVI E CORDONI PROLUNGATORI

8.1 Tipologie di presa a spina

Le prese a spina utilizzate in cantiere, debbono essere in grado di resistere alle condizioni di impiego che si possono verificare durante l'uso, e quindi devono essere protette adeguatamente contro gli effetti dannosi dell'acqua ed avere adeguata resistenza meccanica.

Nelle comuni condizioni di cantiere le prese a spina debbono garantire un grado di protezione almeno IP44, sia con spina inserita che con spina disinserita, ed una resistenza meccanica a basse temperature (fino a -25°C). Queste prescrizioni fanno sì che le prese a spina utilizzate siano del tipo industriale conformi alle norme CEI EN 60309-2 (CEI 23-12/2).

Per le attività di breve durata, di finitura o per piccoli cantieri di ristrutturazione, è frequente l'impiego di attrezzature portatili equipaggiate con spine di tipo domestico o similare. E' ammesso l’uso di prese per uso domestico o similare (CEI 23-50) quando l'ambiente di lavoro e l'attività in essere non presentano particolari rischi nei confronti di presenza acqua, di polveri e di urti.

E’ ammesso per uso temporaneo l’impiego di adattatori di sistema secondo la CEI EN 50250 (parte spina industriale e parte presa di tipo domestico o similare)

8.2 Modalità di impiego delle prese a spina

Le prese a spina devono:

- essere protette da un dispositivo a corrente differenziale, con corrente d'intervento Idn�30 mA se aventi corrente nominale non superiore a 32A, oppure;

- essere alimentate da sorgenti SELV , oppure; - utilizzare la separazione elettrica dei circuiti (vedere punto 6.3.3 della presente guida).

Le prese a spina per i circuiti SELV non debbono essere intercambiabili con altri tipi di prese a spina in uso nel cantiere.

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Le prese a spina mobili possono venire impiegate in condizioni diverse da quelle per le quali erano state progettate, e trovarsi così in contatto con pozzanghere o condizioni simili, per questo è preferibile siano realizzate con grado di protezione IP67; gradi di protezione inferiori sono ammessi per ambienti e lavorazioni ove certamente non esistono particolari rischi nei confronti di presenza di acqua o polveri.

Qualora le prese a spina di tipo mobile vengano a trovarsi in punti di passaggio, debbono essere adeguatamente protette contro i danneggiamenti meccanici.

Le connessioni per le prese a spina trifasi debbono essere realizzate in modo da rispettare lo stesso ordine delle fasi.

8.3 Avvolgicavo

Gli avvolgicavo devono essere di tipo industriale e conformi alle norme CEI EN 61316 e quindi avere almeno le seguenti caratteristiche:

- incorporare un protettore termico o di corrente che protegga il cavo da surriscaldamenti dannosi, sia con cavo avvolto che con cavo svolto;

- il cavo deve essere di tipo H07RN-F con sezione minima di 2,5mm2 per avvolgicavo da 16A, 6mm2 per avvolgicavo da 32A, e 16mm2 per avvolgicavo da 63A;

- riportare il nome o marchio del costruttore, la tensione nominale e le massime potenze prelevabili a cavo avvolto e a cavo svolto.

8.4 Cordoni prolungatori (prolunghe)

I cordoni prolungatori, destinati ovviamente ad uso mobile, debbono essere equipaggiati con prese a spina di tipo industriale, e come affermato per le prese ad uso mobile, è opportuno che abbiano grado di protezione IP67, gradi di protezione inferiori sono ammessi per ambienti e lavorazioni ove certamente non esistono particolari rischi nei confronti di presenza acqua o polveri.

Il cavo deve essere del tipo H07RN-F o equivalente, la sezione minima deve essere di 2,5mm2 per prolunghe con prese da 16A, da 6mm2 per prese da 32A, e da 16mm2 per prese da 63A 8.5 Lunghezza del cavo degli avvolgicavo o dei cordoni prolungatori

Questi elementi non sono componenti dell'impianto di cantiere, e non rientrano quindi nel progetto d'impianto. D'altronde vengono usati e riutilizzati in condizioni e cantieri diversi, pertanto non è possibile fissare una loro lunghezza massima, è però utile ricordare che la loro eccessiva lunghezza è sconsigliata perché può provocare forti cadute di tensione.

A tal scopo si fornisce la Tabella 5 che indica la lunghezza di cavo per una caduta pari al 2% con carico nominale; si consiglia quindi di mantenersi al di sotto delle lunghezze riportate.

Tabella 5 - Lunghezze cavi consigliate

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9 ILLUMINAZIONE DI CANTIERE

L'attività di cantiere è normalmente svolta durante il periodo di luce diurna, ne segue che l'esigenza di illuminazione artificiale nasce solo per cantieri con cicli di lavorazione continua, o comunque di durata abitualmente superiore a quella diurna, o per attività in gallerie, locali interrati e altri ambienti generalmente bui. In questi casi parallelamente all’esigenza di illuminazione artificiale si pone anche l'esigenza di illuminazione di sicurezza; non si pone invece alcuna esigenza d'illuminazione di sicurezza quando l'illuminazione artificiale è utilizzata per brevi periodi, e in aggiunta a quella solare per rifiniture, oppure è di ausilio al presidio notturno del cantiere. La realizzazione dell'impianto di illuminazione, e in particolare della illuminazione di sicurezza deve essere eseguita tenendo ben presente le specifiche richieste del piano di sicurezza.

9.1 Impianti fissi di illuminazione

Debbono avere le stesse caratteristiche dei normali impianti elettrici di cantiere, in particolare si deve porre attenzione al grado di protezione, che si consiglia almeno IP 44, e al posizionamento degli apparecchi di illuminazione che non deve risultare d'intralcio e che deve essere possibilmente protetto contro gli urti accidentali; inoltre si deve verificare che gli apparecchi di illuminazione, in particolare i proiettori non siano causa di abbagliamento.

9.2 Impianti di illuminazione trasportabili

Generalmente si utilizzano a questo scopo proiettori dotati di lampade alogene, installati su appositi sostegni. Questi apparecchi di illuminazione funzionano quindi in posizione fissa e debbono essere trasportati solo dopo aver disattivato l'alimentazione. Essendo comunque a portata di mano durante il loro funzionamento, le lampade debbono essere protette da schermi adeguati, inoltre causa delle lavorazioni in corso essi possono risultare esposti a spruzzi, per cui si consiglia un grado di protezione minimo IP44. E' inoltre consigliato che siano utilizzati apparecchi di illuminazione con isolamento di classe seconda, i cavi di alimentazione (essendo l'attrezzo mobile) devono essere adatti alla posa mobile, quindi di tipo H07RN-F o equivalenti.

Figura 11 - Esempio di apparecchio di illuminazione trasportabile

9.3 Apparecchi di illuminazione portatili

Gli apparecchi di illuminazione portatili devono essere conformi alla norma CEI EN 60598-2-8, ed avere almeno le seguenti caratteristiche:

- impugnatura in materiale isolante; - parti in tensione o che possono entrare in tensione completamente protette; - protezione meccanica della lampada.

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Si consiglia un grado di protezione minimo IP44 (anche verso la lampada)

Apparecchi di illuminazione portatili se utilizzati in luoghi conduttori ristretti debbono essere alimentate con circuiti a bassissima tensione di sicurezza SELV.

10 IMPIANTO DI TERRA

10.1 Generalità

In fase di progetto dell'impianto elettrico di cantiere si deve definire la configurazione del dispersore di terra in funzione delle esigenze del cantiere e, ove possibile, dell'impianto elettrico necessario alla costruzione ed utilizzazione finale dell'opera.

I primi elementi del dispersore, se non già esistenti, sono di tipo intenzionale, ubicati nelle vicinanze del quadro generale di cantiere e delle prime strutture posizionate (locali di servizio o impianti di betonaggio).

Nella fase di costruzione dell'opera si provvederà all'estensione del dispersore, utilizzando dispersori di fatto (armature del cemento armato) che, in funzione del progetto di dispersore definitivo, si vanno via via allestendo.

Il collegamento delle citate armature non solo rende funzionale l'impianto di terra definitivo, ma ha particolare valenza durante la vita del cantiere perché contribuisce ad un forte miglioramento delle equipotenzialità dell'ambiente e quindi risulta un elemento di riduzione di rischi da folgorazione.

Maggiori dettagli relativi agli argomenti trattati sono riportati nella Guida CEI 64-12 per gli impianti BT per sistemi di I categoria e nella Guida CEI 11-37 per gli impianti di categoria superiore.

10.2 Valore massimo della resistenza di terra

Il valore della resistenza di terra del dispersore deve risultare coordinato con le protezioni, in funzione del sistema esercito TT, TN ed IT.

10.2.1 Sistema TT (I categoria)

Per impianti alimentati da sistemi di I categoria (fornitura BT) con modo di collegamento a terra di tipo TT, stabilito che per i cantieri la tensione di contatto limite convenzionale è 25 V la resistenza dell'impianto di terra RE deve essere:

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Progetto C. 1001:2008-07 – Scad. 30-09-2008

30

10.2.2 Sistema TN

10.2.2.1 Impianto di II categoria e III categoria

Quando l’impianto elettrico viene alimentato a tensione maggiore di 1kV (con cabina propria di trasformazione), l’impianto di terra deve essere dimensionato in accordo con le prescrizioni della Norma CEI 11-1.

L’impianto di terra quindi deve: - avere sufficiente resistenza meccanica ed alla corrosione (le dimensioni minime dei

componenti sono quelle indicate nella Norma CEI 11-1 / allegato A / tab.6); - essere capace di sopportare le sollecitazioni termiche, in relazione alle correnti di guasto ed

ai tempi di durata del guasto, con le sezioni minime dei conduttori di terra indicate nella Norma CEI 11-1 / allegato. B;

- contenere le tensioni di passo e contatto nei limiti ammessi (Tabella 6 della presente guida).

E’ necessario soddisfare la condizione:

TPFEE UIRU ���

dove:

RE= resistenza di terra (�) UE= tensione totale di terra (V) UTP= tensione di contatto ammissibile (V) IF= corrente di guasto a terra (A)

La corrente di guasto IF ed il tempo di eliminazione del guasto tF nel sistema a tensione maggiore di 1 kV vengono forniti, su richiesta, dal Distributore.

Il distributore, inoltre, dove dichiarare se ricorrono le condizioni dell’impianto di terra globale come definito nella Norma CEI 11-1 / art. 2.7.14.5.

Nel caso di impianto di terra globale, non è necessario soddisfare quanto precedentemente indicato.

La tensione totale di terra (UE) e le tensioni di contatto ammissibili (UTP), noto il tempo di eliminazione del guasto (tF), devono essere scelte tra quelle indicate nella Tabella 6 della presente Guida.

Nota - Qualora sia disponibile (o calcolabile) il valore della corrente IE che l’impianto di terra disperde nel terreno, il valore della resistenza di terra può venire calcolato sulla base di tale corrente IE, anziché sulla base della corrente IF.

In genere, si suppone che le tensioni di passo non assumano valori pericolosi: si ammettono valori delle tensioni di passo ammissibili fino a 3 volte il valore delle tensioni di contatto ammissibili.

Qualora il valore della resistenza di terra misurato (o calcolato in fase di progetto) risulti superiore al precedente valore di RE si può procedere o ad un ampliamento del dispersore oppure effettuare le misure dirette delle tensioni di contatto e di passo.

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Si attira l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali

Progetto C. 1001:2008-07 – Scad. 30-09-2008

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Se dalle misure dirette delle tensioni di contatto e di passo emerge la mancanza di coordinamento (Tabella 6), si può procedere ad un ulteriore ampliamento del dispersore, oppure, ove si manifestino potenziali pericolosi periferici, alla creazione di zone isolanti localizzate (ad esempio mediante asfaltatura o altra pavimentazione isolante).

Tabella 6 - Valori delle tensioni di contatto ammissibili

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Tensione di contatto ammissibile (V)

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0,4 289

0,3 398

0,2 500

Nel caso in cui risulti praticamente impossibile coordinare l’impianto di terra di cantiere con le protezioni del Distributore, ma si ritenga fattibile la protezione dell’area di cabina MT/BT con aumento della resistività dell’area circostante (pavimentazione isolante: asfalto, ghiaia ecc.) e risulti inoltre possibile distanziare adeguatamente il dispersore del sistema con tensione maggiore di 1kV dal dispersore di cantiere, si può procedere, quando possibile ed alle condizioni specificate nella Norma CEI 11-1 / art. 9.4.4, alla separazione dei due dispersori, con conseguente dimensionamento separato degli stessi:

- cabina MT, in accordo con la Norma CEI 11-1; - area cantiere, in accordo con la Norma CEI 64-8 come sistema TT.

In questo caso è necessario accertarsi comunque che la tensione totale di terra, per evitare di sollecitare l’isolamento degli apparecchi utilizzatori, risulti minore di 500V nel caso che il tempo di durata del guasto sul sistema a tensione maggiore di 1kV sia minore o uguale a 5s, o di 250V nel caso che il tempo di durata del guasto sul sistema a tensione maggiore di 1kV sia maggiore di 5s.

10.2.2.2 Impianto a tensione minore o uguale di 1kV

Per il coordinamento dei dispositivi di protezione devono essere soddisfatte le condizioni della Norma CEI 64-8 art. 481.3.1.

In particolare, per i circuiti terminali, deve essere rispettato il tempo di 0,2s con tensione verso terra di 230V, mentre per i circuiti di distribuzione il tempo di intervento può raggiungere 5s.

10.3 Sistema IT

L’uso del sistema IT è sconsigliato, salvo il caso di piccoli generatori portatili.

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Qualora non sia disponibile l’alimentazione dall’Ente distributore il cantiere è alimentato da un gruppo elettrogeno: in tal caso si suggerisce di collegare a terra il centro stella del gruppo elettrogeno in modo da rendere il sistema esercito di tipo TN o TT.

10.4 Esempi di dispersori

Per i già citati motivi di miglioramento dell'equipotenzialità, è consigliabile che i conduttori che collegano i vari elementi del dispersore (Figura 15) siano realizzati in corda nuda o tondino di acciaio zincato, onde costituire essi stessi elementi del dispersore

I conduttori orizzontali devono essere posati entro uno scavo: risulta economicamente conveniente posarli nello scavo eseguito per la costruzione dei plinti.

La profondità di posa deve essere almeno di 0,5m dalla superficie calpestabile e gli elementi devono essere ricoperti con terra, argilla, humus, limo, bentonite e non con ghiaia di risulta del cantiere.

Trascurando gli elementi intenzionali del dispersore (picchetti ecc.) si riportano alcuni esempi di realizzazione di collegamenti a ferri di armatura ottenuti con legature, morsetti, e saldature (Figura 12, Figura 13, Figura 14).

E' opportuno ricordare che quando si realizza un collegamento ad un ferro di armatura, questo di preferenza deve avere un consistente sviluppo longitudinale poiché ciò aumenta la superficie di contatto tra ferro e calcestruzzo.

Inoltre è bene che il ferro collegato sia inserito in profondità, ovvero al disotto del piano di campagna, onde risultare in aree di maggior presenza di umidità.

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Figura 12 - Esempi di plinti di pilastri e di connessioni ai ferri dell’armatura

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Figura 13 - Esempio di platea di fondazione

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Figura 14 - Esempio di paratia di contenimento

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Figura 15 - Esempio di dispersore ad elementi orizzontale

10.5 Collegamento a terra di manufatti metallici

Si ricorda che tutti i manufatti metallici di cantiere (recinzioni, ponteggi, tettoie ecc.) che non siano definite ne masse ne masse estranee non devono essere collegate all’impianto di terra

Si ricorda che sono da considerare masse estranee ad esempio le tubazioni metalliche di acqua e gas che dall’esterno entrano nell’area del cantiere, in quanto susciettibili di introdurre un potenziale (esempio il potenziale zero) nell’area del cantiere.

Non sono da considerare masse estranee i manufatti metallici (recinzioni, ponteggi, tettoie ecc.) che risultano isolate da terra o che presentano un valore di resistenza verso terra maggiore a 200���

Anche per strutture metalliche (masse estranee) che presentano un valore di resistenza verso terra inferiore a 200� non è necessario il collegamento a terra se la struttura è situata nell’area equipotenziale del cantiere.�

10.6 Documentazione

L’impianto di terra in tutte le sue parti costitutive (dispersore, conduttori, coordinamento protezioni ecc.) deve essere documentato.

10.7 ISPESL e altri Enti di verifica È stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 6 dell'otto gennaio 2002 il DPR 22 Ottobre 2001, n. 462: “Regolamento di semplificazione del procedimento per la denuncia di installazioni e dispositivi di protezione contro le scariche atmosferiche, di dispositivi di messa a terra di impianti elettrici e di impianti elettrici pericolosi.” Lo stesso DPR prescrive che il datore di lavoro comunichi tempestivamente all'ISPESL (per gli impianti di protezione contro le scariche atmosferiche e per gli impianti di terra) ed all’ASL o ARPA (per tutti i tre tipi di impianti) la cessazione e le modifiche sostanziali degli impianti.

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Si riportano nella seguente tabella gli obblighi che il DPR prevede per impianti nuovi.

11 PROTEZIONE CONTRO I FULMINI

11.1 Premessa

La necessità o meno di proteggere dai fulmini le strutture di cantiere deve essere sempre predeterminata tramite una corretta valutazione del rischio.

Si devono preventivamente individuare tutte le strutture esistenti nel cantiere, ubicate sia nell’area interna operativa di cantiere (es: tettoie, ponteggi, gru, ecc.: strutture metalliche all'aperto in genere), sia nell'area esterna al cantiere e non operativa (es: baracche adibite ad uffici, spogliatoi, mensa, tettoie depositi, ecc.).

Prima di valutare il rischio da fulmine è necessario:

1) individuare tutte le strutture tra loro indipendenti (fisicamente separate); 2) suddividere tali strutture indipendenti in:

a) strutture adibite a servizi di cantiere (es: baracche, tettoie, depositi) nelle quali si riscontra - generalmente un carico di incendio non nullo, da classificare secondo: - la destinazione d'uso (industriale) - numero di persone nella o in prossimità della struttura, tempo di permanenza e

caratteristiche del suolo e della pavimentazione (CEI EN 62305-2, art.C.2 e CEI EN 62305-3, artt. 8.1 & 8.2)

- probabilità di danno ad esseri viventi (CEI EN 62305-2, art.B.1) - il carico d'incendio (CEI EN 62305-2, art.B.1); - caratteristiche del suolo e della pavimentazione

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b) strutture metalliche all'aperto (es: gru), che presentano rischio di incendio nullo e

presenza di impianti interni. c) strutture metalliche all'aperto (es: ponteggi, tettoie), che presentano rischio di incendio

nullo ed assenza di qualsivoglia impianto interno.

Tutti i tipi di strutture esistenti in un cantiere (aree esterne ed interne) possono essere, in genere, classificate come strutture nelle quali eventuali guasti degli impianti interni non provocano immediato pericolo per la vita umana. La valutazione del rischio di perdita di vite umane (denominato “R1” nella CEI EN 62305-2) deve quindi tenere conto delle seguenti componenti di rischio:

- strutture di cui in a): R1 = RA + RB + RU + RV - strutture di cui in b): R1 = RA + RU - strutture di cui in c): R1 = RA

dove:

RA: componente relativa ai danni ad esseri viventi dovuti a tensioni di contato e di passo. (Essa è considerata trascurabile se la probabilità che vi sia presenza di persone, o la durata della loro presenza all’esterno della struttura in prossimità delle calate, é molto bassa o se la resistività superficiale del suolo entro 3 m dalla calata non è inferiore a 5 k�m).

Nota 1 – La componente di rischio dovuta a tensioni di contato e di passo all’interno della struttura per fulmine sulla struttura stessa non é considerata in questa Norma.

Nota 2 – In particolari strutture le persone possono essere danneggiate da fulminazioni dirette (per esempio al livello più elevato di un parcheggio o di uno stadio).

RB: componente relativa ai danni materiali causati da scariche pericolose all’interno della struttura che innescano l’incendio;

RU: componente relativa ai danni ad esseri viventi dovuti a tensioni di contato all’interno della struttura dovute alla corrente di fulmine iniettata nella linea entrante nella struttura.

RV: componente relativa ai danni materiali (incendio o esplosione innescati da scariche pericolose fra installazioni esterne e parti metalliche, generalmente nel punto d’ingresso della linea nella struttura) dovuti alla corrente di fulmine trasmessa attraverso il servizio entrante. Le relazioni sopraccitate considerano la presenza di persone: nel caso non sia prevista la presenza di persone, o la durata della loro presenza all’esterno della struttura in prossimità delle calate (e all’interno della struttura stessa) sia molto bassa, le componenti di rischio da considerare sono le seguenti:

- strutture di cui in a): R1 = RB + RV

Il diagramma di flusso (Figure 16a e 16b) illustra sinteticamente i provvedimenti che consentono di ridurre il rischio di perdita di vite umane a valori tollerabili (R1 < 10-5).

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PRESENZA DI PERSONE, O DURATA DELLA LORO PRESENZA ALL’ESTERNO DELLA STRUTTURA IN

PROSSIMITA’ DELLE CALATE (E ALL’INTERNO DELLA STRUTTURA STESSA) MOLTO BASSA

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40

PRESENZA DI PERSONE, O DURATA DELLA LORO PRESENZA ALL’ESTERNO DELLA STRUTTURA IN

PROSSIMITA’ DELLE CALATE (E ALL’INTERNO DELLA STRUTTURA STESSA) NON TRASCURABILE

Impianti interni

Carico incendio nullo

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Figura 16b – Protezione dai fulmini delle strutture di cantiere con presenza di persone non

trascurabile

La presente Guida ha lo scopo di fornire indicazioni che permettano di verificare rapidamente se le strutture del cantiere di tutti i tipi presentano un rischio inferiore a quello consentito dalla norma CEI EN 62305-2 (R1 < 10-5), elaborate nelle condizioni tipiche di utilizzo più comune, a vantaggio della sicurezza.

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Progetto C. 1001:2008-07 – Scad. 30-09-2008

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11.2 Baracca / tettoia

Assumendo la presenza di persone sia all’interno che all’esterno della struttura e considerando i valori tipici di perdita media riportati nella tab.C.1 della CEI EN 62305-2 ed. 2006 come di seguito:

- Struttura non metallica (metallica parzialmente) - Assenza di LPS - Superficie struttura S � 1000m2 (31 x 32 m) - Carico d’incendio maggiore di 800 MJ/m2 - Nt = 4 fulmini/anno km2 (numero massimo di fulmini/anno km2) - C = 2 (posizionamento in cima ad una montagna) - linea BT di alimentazione non schermata: L = 200 m, h = 6 m - Livello isolamento impianti interni UW = 1,5 kV - Presenza di estintori - Difficoltà di evacuazione

risulta che baracche e tettoie sono protette contro la fulminazione diretta fino ad una altezza di 5 m.

11.3 Gru a torre / ponteggi

È stato elaborato un grafico in situazione tipica, di rapida consultazione e di immediato riscontro.

I grafici (Figure 17a, 17b, 17c, 17d) fanno riferimento a strutture metalliche all’aperto di forma parallelepipeda con rischio d’incendio nullo considerando solo il rischi di danno ad esseri viventi dovuti a tensioni di passo e di contatto (RA) 1 all’esterno della struttura ed a quelli dovuti a tensioni di contato all’interno della struttura stessa dovute alla corrente di fulmine iniettata nella linea entrante nella struttura (RU).

I grafici sono stati elaborati tenendo conto di alcue che sono restrittive a favore della sicurezza (indicate a fianco dei grafici):

Per parametri diversi da quelli assunti nel grafico come tipici, sarà necessario valutare l’incidenza specifica di tali parametri per determinare la protezione o meno della struttura.

I grafici proposti, pertanto, non risultano utilizzabili per parametri diversi da quelli indicati.

11.4 Installazione di un LPS

Nei casi eccezionali in cui, per ciascuna struttura indipendente di un cantiere edile (sia nell’area interna operativa che nell’area esterna di servizio), sia necessario installare un LPS o provvedere all’equipotenzializzazione dei corpi metallici e delle linee, ai fini della protezione dalla fulminazione della struttura individuata, tale provvedimenti dovranno essere conforme a tutte le prescrizioni applicabili delle Norme CEI EN 62305, parti1, 2 e 3.

——————— 1 Ove sia prevista la presenza di persone in numero elevato o per un elevato periodo tempo entro 3 m dalla

struttura e la pavimentazione non possa essere reputata isolante in quanto la resistività del suolo entro 3 m è inferiore a 5 k�m

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Si attira l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali

Progetto C. 1001:2008-07 – Scad. 30-09-2008

42

Nota – In generale le strutture metalliche possono essere utilizzate come captatori e calate naturali per cui sono necessari solo il dispersore ed i relativi collegamenti (i cavallotti tra le varie parti metalliche delle struttura non sono quindi necessari).

11.5 Collegamenti intenzionali a terra

Solo se necessario, la protezione intenzionale dai fulmini deve essere realizzata come indicato al punto 11.4

11.6 Verifiche Tabelle o grafici della presente o di altre guide o norme CEI, possono essere utilizzati per accertare l’autoprotezione delle strutture in oggetto.

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Progetto C. 1001:2008-07 – Scad. 30-09-2008

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12 GESTIONE DELL'IMPIANTO ELETTRICO

La gestione dell'impianto può ricondursi alle seguenti fasi:

- verifiche iniziali; - supervisione e verifiche periodiche; - manutenzione, riparazioni e modifiche; - recuperi per fine utilizzo; - trasporti e immagazzinamento; - riparazione, e verifica per riutilizzo.

12.1 Verifiche iniziali

Su questo argomento le esigenze normative, e quelle di legge (DLgs 81/2008 e Decreto Ministeriale 22 Gennaio 2008 n.37) sono esplicate nella guida CEI 64-14.

12.2 Supervisioni e verifiche periodiche

L' installazione elettrica di cantiere, fissa e mobile (cordoni prolungatori compresi) è soggetta a gravose condizioni ambientali ed a rapide mutazioni delle aree operative. Per questo e per la spesso citata presenza di utenti diversi e con scarsa conoscenza dell'impianto, è opportuno che venga esercitata una supervisione giornaliera dell'impianto elettrico di cantiere.

In particolare si deve verificare:

- la compatibilità delle attività in corso nel cantiere con la presenza dell'impianto elettrico, per esempio in particolare la compatibilità di scavi con la presenza di linee interrate, trasporti di elementi ingombranti con le linee aeree.

- il rispetto delle prescrizioni di sicurezza per gli ambienti particolari, per esempio per attività in luoghi conduttori ristretti.

Inoltre si deve prendere in considerazione lo stato esteriore delle custodie elettriche dei quadri, delle prese e delle condutture, con particolare riferimento ai cordoni prolungatori e alle condutture a posa mobile e la qualità delle attrezzature in uso in relazione all'ambiente con particolare riferimento alla presenza d'acqua.

La supervisione non ha, la caratteristica di una attività di impiantistica, essa viene generalmente svolta dal capocantiere o da un addetto alla sicurezza.

Per i cantieri di lunga durata è bene che si prevedano delle verifiche periodiche che possono assumere cadenza semestrale e che comprendano:

- verifica della funzionalità degli organi di sezionamento e arresti di emergenza; - verifica di funzionalità delle protezioni differenziali; - verifica a vista della integrità e tenuta delle custodie e pressacavi; - verifica dell'integrità delle guaine dei cavi con posa a vista; - verifica di integrità dei cordoni prolungatori, guaina cavi, pressacavo; - verifica della continuità dei condutori di protezione; - verifica a vista dell'integrità dell'impianto di terra; - verifica del coordinamento delle protezioni con le condutture.

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48

12.3 Manutenzione, riparazione e modifica

Deve essere eseguita solo da personale addestrato, e ove la modifica risulti consistente, è bene che venga riportata sugli elaborati di competenza, siano essi schemi di quadri elettrici o percorsi delle condutture. Un elemento certamente soggetto a modifiche, è come già accennato, l'impianto di terra che si sviluppa spesso con il procedere delle costruzioni.

Nota - Un quadro per cantieri, secondo la norma CEI EN 60439-4 può subire modifiche nel corso della sua vita senza perdere i requisiti di sicurezza iniziali.

Tali modifiche, oltre quelle necessarie per interventi di manutenzione, possono riguardare la sostituzione o l’eliminazione di componenti.

Le modifiche, però, non devono alterare le caratteristiche del prototipo da cui deriva la certificazione ASC.

Allo scopo occorrerà attenersi scrupolosamente alle indicazioni fornite dal costruttore.

12.4 Recuperi per fine utilizzo

Il concetto di riutilizzo dei componenti elettrici di un impianto di cantiere, è ben diffuso ma scarsamente valutato.

Una attenzione del tutto particolare nel recupero, la meritano le condutture. Come noto per la realizzazione di condutture a posa fissa si utilizzano "cavi flessibili per posa fissa o cavi flessibili per posa mobile", questi cavi a fine cantiere, dopo mesi o anche anni di utilizzo conservano generalmente buone caratteristiche di utilizzabilità. L'operazione di recupero può però compromettere la loro affidabilità, se male eseguita. In particolare si deve evitare di procedere al recupero in presenza di temperature ambiente troppo basse. Altrettanto critico è lo sforzo di trazione, vedi la cattiva abitudine di estrarre i cavi dal cavidotto con trattori. Si deve porre attenzione al rischio di abrasione, molto frequente in cavi sfilati dai cavidotti.

Come si può facilmente intuire, l'operazione di recupero richiede le stesse attenzioni e professionalità dell'operazione di posa, ed è quindi compito da riservare a personale addestrato e capace.

12.5 Trasporti e immagazzinamento

Per le operazioni di trasporto, i componenti che richiedono le maggiori attenzioni sono in genere i quadri elettrici e gli apparecchi di illuminazione.

Per l’immagazzinamento le precauzioni sono abbastanza semplici: si devono evitare le esposizioni a condizioni troppo gravose di umidità, temperatura e polveri.

12.6 Verifica per riutilizzo

Il riutilizzo di materiale recuperato in modo corretto, e ben conservato, non richiede particolari attenzioni.

E' comunque noto che il recupero è spesso affrettato, ed è quindi doveroso che prima del riutilizzo si effettuino semplici ma accurati controlli a vista, e in caso di dubbi si proceda a controlli strumentali.

Per i cavi, siano essi destinati a posa fissa o mobile è opportuno verificare lo stato delle guaine, per ricercare eventuali abrasioni o deformazioni che denunciano la presenza di rotture interne siano esse sul conduttore o sull'isolante. Per eventuali giunzioni si deve valutare la possibilità di utilizzare il cavo solo nel tratto integro, in caso contrario ci si deve assicurare che la giunzione sia almeno esteriormente ben eseguita e conservata.

Per i cordoni prolungatori si deve controllare, oltre allo stato del cavo, l'efficienza dei pressacavi e lo stato di conservazione delle spine e delle prese.

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Si attira l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali

Progetto C. 1001:2008-07 – Scad. 30-09-2008

49

Per i quadri elettrici si devono controllare lo stato di conservazione delle custodie, la pulizia interna da polvere o tane di insetti o di roditori, il serraggio dei vari morsetti, lo stato degli organi di comando e di protezione, la presenza dei dati di targa. E' evidente che qualora si presentino evidenti stati di degrado, muffe, componenti arrugginiti o meccanicamente danneggiati, si deve procedere ad una più attenta revisione con eventuali sostituzioni e verifiche strumentali.

Queste operazioni richiedono perizia ed esperienza, e sono quindi destinate a personale addestrato.

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Progetto C. 1001:2008-07 – Scad. 30-09-2008

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Allegato A - ESEMPI DI PROGETTAZIONE

A.1 Premessa

Il presente capitolo, ha lo scopo di esemplificare le fasi progettuali trattate nei capitoli precedenti. E’ noto che ai sensi del Decreto Ministeriale 22 Gennaio 2008 n.37, non esiste l’obbligo di redazione del progetto dell’impianto elettrico di cantiere.

Per i cantieri soggetti al DLgs 81/2008 il progetto puo’ essere richiesto dal Coordinatore della sicurezza in fase di progettazione allo scopo di redigere il piano generale di sicurezza.

Per la complessità delle attività di cantiere, è quindi vivamente consigliato, che alcuni elementi del progetto quali, i piani di posa delle condutture e dei quadri elettrici, nonche’ dell’impianto di terra, siano riportati su apposita planimetria da conservare e utilizzare in cantiere.

A.2 Scopo dell'impianto di cantiere

L’impianto elettrico di cantiere non deve essere pensato e gestito al solo scopo di servire l’impresa edile ma deve essere una struttura pensata e realizzata per il servizio dell’insieme delle attivita’ di cantiere e offrire sia flessibilità che sicurezza di utilizzo.

A.3 Fasi della progettazione

Si elencano di seguito i principali criteri di progettazione che, selezionati in funzione del tipo e dell’estensione del cantiere, possono identificare il metodo piu’ opportuno per procedere alla definizione dell’impianto elettrico.

In particolare, nella fase di analisi e definizione dei piani di posa delle linee, e’ bene che sia coinvolto il Capocantiere onde evitare interferenze delle linee elettriche con le attivita’ di cantiere.

Si consiglia in particolare che l’impianto di cantiere sia : - flessibile per l’utilizzo previsto nel cantiere o presso altri siti; - realizzato con componenti di facile reperibilita’ (e quindi sostituibilita’); - di facile trasporto, recupero e immagazzinamento a fine utilizzo; - resistente e adatto alle sollecitazioni meccaniche a cui e’ sottoposto durante il suo utilizzo; - accuratamente verificato e mantenuto in condizioni da garantire la sicurezza d’utilizzo.

A.3.1 Specifiche e analisi E’ bene tenere conto delle seguenti condizioni ambientali e logistiche : - estensione e durata del cantiere; - condizioni climatiche (ad esempio temperatura massima e minima, ambiente salino, ecc.); - condizioni ambientali e tipologia delle attività interne ed esterne agli edifici (Tabella 1); - caratteristiche geofisiche del terreno; - evoluzione delle condizioni ambientali secondo il piano di lavoro; - suddivisione del cantiere in aree (ad esempio uffici e locali di servizio, zone coperte, zone di

passaggio di automezzi pesanti, interferenza con linee aeree o interrate; - presenza di montacarichi e/o ascensori;

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Progetto C. 1001:2008-07 – Scad. 30-09-2008

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- volumetria degli edifici presenti nell’area di cantiere; - segnaletiche di sicurezza; - elenco degli apparecchi utilizzatori con le relative caratteristiche elettriche (sistema e

tensione di alimentazione, potenza, ecc. come in Tabella A1Errore. L'origine riferimento non è stata trovata.),

- posizionamento degli apparecchi utilizzatori fissi, identificazione dei componenti elettrici movibili, degli apparecchi portatili e delle loro aree operative;

- presenza di sostanze a rischio di incendio o di esplosione.

A.3.2 Scelta dei componenti E bene tenere presente: - dimensionamento della fornitura in base al computo delle potenze installate; - scelta della fonte di alimentazione (cabina elettrica, fornitura in bassa tensione, quadro

prese, gruppo elettrogeno) e del tipo di distribuzione; - identificazione dell’origine dell’impianto di cantiere (quadro di alimentazione di entrata) e

suo posizionamento; - posizionamento dei quadri di distribuzione e loro dimensionamento; - piano di posa della linea di alimentazione del cantiere e delle linee secondarie; - scelta del tipo di cavo, della modalità di posa e dimensionamento della conduttura (Vedere

Tabella 2); - valutazione del rischio dovuto ai fulmini; - composizione del dispersore intenzionale.

A.3.3 Verifiche di progettazione I principali elementi di valutazione sono: - fattibilita’ delle scelte in relazione alla riduzione dei rischi; - compatibilita’ dei piani di posa con la pianificazione delle attivita’ di cantiere; - livelli di caduta di tensione; - gradi di protezione degli involucri; - coordinamento dei dispositivi di protezione e selettivita’ tra gli stessi; - disponibilita’ del materiale di ricambio in tempi brevi.

A.3.4 Analisi utenze

L’impianto di cantiere, nasce con lo scopo di alimentare le diverse utenze elettriche, che si alternano durante le fasi di lavorazione del cantiere. Cio’ che solitamente rimane stabile, e’ la linea di alimentazione al cantiere e il quadro generale di cantiere.

La conoscenza delle utenze e’ elemento essenziale per la progettazione delle linee elettriche di distribuzione.

A tal proposito per comodita’, si riporta una scheda contenente alcune delle utenze, di piu’ ricorrente utilizzo, con le relative caratteristiche.

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Progetto C. 1001:2008-07 – Scad. 30-09-2008

52

Tabella A1 - Scheda utenza di cantiere

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Betoniera 1 - 2 230 presa a spina 16 A trasportabile

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Piega ferri 3 400 presa a spina 16 A trasportabile

Pompe sommerse 1,5 - 3 230/400 presa a spina 16 A trasportabile

Saldatrici 1,5 - 3 230/400 presa a spina 16 A trasportabile

Sega circolare 3 400 presa a spina 16 A trasportabile

Taglierine 1,5 - 3 230/400 presa a spina 16 A trasportabile

Avvitatori 0,6 230 presa a spina 16 A portatile

Battipiastrelle 0,5 230 presa a spina 16 A portatile

Martelli demolitori 0,5 230 presa a spina 16 A portatile

Apparecchi di illuminazione portatili o movibili

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Utensili portatili vari 0,5 230 presa a spina 16 A portatile

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Frese 0,5 230 presa a spina 16 A portatile

A.4 Esempio di progettazione di un cantiere di costruzione

Il Committente in accordo con il progettista edile, affida all’impresa appaltante, l’esecuzione di un impianto elettrico di cantiere, a servizio di tutte le aziende, che a diverso titolo operano nel cantiere.

A.4.1 Specifica a) Realizzare un cantiere per la costruzione di un edificio ad uso commerciale di circa 3.200

m2 , costituito da uffici e capannone, la cui pianta e’ rappresentata in Figura A1. b) Tale edificio risulta ubicato in zona collinosa con terreno costituito prevalentemente da

arenarie argillose, in situazione di clima ventilato e con densita’ annuale di fulmini pari a 4 fulmini/anno km2;

c) Non esistono costruzioni o strutture nell’area di cantiere e si escludono interferenze con linee aeree o in cavo.

d) Ad una distanza di 30 m dal recinto del cantiere e’ disponibile un punto di fornitura dell’ente distributore che dichiara una corrente di corto circuito di 10kA.

e) La dimensione del recinto di cantiere e di 70m x 120m. f) L’edificio in costruzione e’ di 3 piani (altezza di circa 10m), la baracca e’ realizzata con

struttura metallica ed ha una superficie di 6m x 8m con un’altezza di 3m, la gru a torre ha un’altezza di 15m, una lunghezza totale del braccio e del contrappeso di 50m e un basamento di 2,5m x 2,5m;

g) Si stima una durata del cantiere di 15 mesi e una presenza programmata di 20 operatori durante le giornate lavorative.

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Progetto C. 1001:2008-07 – Scad. 30-09-2008

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120 m

60 m Impianto di betonaggio

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70 m 40 m

Baracca 3 piani di uffici

Gru a torre

Strada di accessoPunto di fornitura dell'energia

Figura A1 - Esempio di planimetria del cantiere

A.4.2 Considerazioni preliminari

Le condizioni ambientali non presentano particolarita’ tali da dover programmare procedure o protezioni specifiche. La dimensione del cantiere, piuttosto estesa, richiede particolare attenzione nella valutazione della caduta di tensione e consiglia due livelli di distribuzione.

- Temperatura media dell’ambiente 30°C; - Temperatura minima 5°C; - Temperatura del terreno 25°C;

- Resistivita’ del terreno 35��m;

- Irraggiamento solare rilevante; - Caduta di tensione ammissibile sulla linea di alimentazione non superiore al 1,5%, in modo

da poter sfruttare una caduta di tensione residua del 2,5% sulle linee di distribuzione del cantiere;

- Tensione limite di contatto 25V.

A.4.3 Analisi utenze

Si identificano tre utenze fisse, gru a torre, impianto di betonaggio, baracca servizi.

Le altre probabili utenze movibili e portatili d’uso delle imprese appaltanti o utilizzatrici, vengono stimate sulla base di esperienze precedenti. A tal punto si procede con la stima delle potenze installate (Vedere Tabella A2).

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Progetto C. 1001:2008-07 – Scad. 30-09-2008

54

Tabella A2 - Elenco utenze

Utenza Mobilita' Collegamento mediante Tensione nominale

(V)

Potenza nominale

(kW)

n° Ku x Kc Potenza impegnata

(kW)

Baracca servizi fissa linea F+N + 230 2 1 0,8 1,6

Gru a torre fissa linea 3F+ N + 400 13 1 0,8 10,4

Impianto di betonaggio

fissa linea 3F+ N + 400 13 1 0,8 10,4

Piega ferri movibile presa a spina 3P+ 16 A 400 3 1 0,8 2,4

Pompe sommerse movibile presa a spina 3P+ 16 A 400 2 1 0,8 2,4

Saldatrici movibile presa a spina 3P+ 16 A 400 3 1 0,4 1,2

Sega circolare movibile presa a spina 3P+ 16 A 400 3 1 0,8 2,4

Taglierine movibile presa a spina 3P+ 16 A 400 3 2 0,4 2,4

Apparecchi di illuminazione

movibile presa a spina 2P+ 16 A 230 0,5 4 0,9 1,8

Utensili portatili vari portatile presa a spina 2P+ 16 A 230 0,5 18 0,2 1,8

Vibratore per calcestruzzo

portatile alimentatore SELV 0,5 2 0,8 0,8

Totale potenza effettiva (kW) 37,6

Totale potenza impegnata (kW) 30 (1)

(1) Fattore di contemporaneità' complessivo = 0,8 Totale potenza apparente (kVA) 38 (2)

(2) Fattore di potenza complessivo = 0,9 Corrente assorbita (A) 54,8

Il livello di potenza impegnata, unitamente alla disponibilita’ del punto di fornitura dell’ente distributore in prossimita’ del cantiere, consiglia una distribuzione elettrica con sistema TT.

A.4.4 Piano di posa linee e quadri

Nel rispetto della suddivisione dell’area di cantiere in zone (Figura A2) e dall’analisi della posizione del punto di fornitura e delle utenze fisse, risulta opportuno posizionare il quadro generale in posizione baricentrica, e quindi, a lato della baracca.

Le utenze fisse risultano facilmente collegabili con linee posate su pali, seguendo il perimetro del cantiere per ridurre al minimo i rischi di interferenza.

Particolare attenzione si deve porre nel superamento dei passi carrai, ove si consiglia di tenere un franco da terra di almeno 5m.

Per il collegamento del quadro Q3 si sceglie un tratto interrato, dal perimetro del cantiere all’edificio in costruzione, per evitare rischi di interferenza con la gru a torre ed eventuali mezzi meccanici.

Ne consegue lo schema planimetrico del posizionamento dei quadri e delle condutture di cui in Figura A3 e gli schemi a blocchi della Figura A4 e della Figura A5.

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Si attira l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali

Progetto C. 1001:2008-07 – Scad. 30-09-2008

55

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Si attira l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali

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Punto di fornitura dell'energia

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(2) Protezione per il rispetto delle distanze di sicurezza

Q0 = punto fornitura Quadro ASC

QG= Quadro principale Quadro ASC

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Q2= Quadro impianto di betonaggio non è un quadro ASC

Q3= Quadro di distribuzione piano terra Quadro ASC

Q4= Quadro gru a torre non è un quadro ASC (è un quadro a bordo macchina)

Q5= Quadro distribuzione primo piano Quadro ASC

Figura A3 - Esempio di posizionamento dei quadri e delle condutture

A.4.5 Dimensionamento della fornitura

Dall’analisi delle utenze (Tabella A2) risulta che la potenza massima impegnata e’ di circa 30kW, si ritiene quindi conveniente stipulare un contratto di fornitura con alimentazione in bassa tensione di 35kW di potenza contrattuale corrispondente ad una potenza massima prelevabile di circa 44 kW (25% in più).

Ne consegue che i collegamenti a terra e il loro coordinamento con le protezioni dovranno rispettare le condizioni richieste dal sistema TT

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A.4.6 Scelta dei componenti

A.4.6.1 Linea di alimentazione LO

A.4.6.1.1 Scelta della conduttura :

La conduttura e’ composta da un cavo multipolare posato su palo sospeso a fune portante (Vedere Tabella 3) in modo da ridurre il rischio di abrasioni derivante dalle oscillazioni provocate dal vento.

Con tale modalita’ di posa risultano compatibili i seguenti cavi : H07RN-F, FG7OR 0,6/1kV, N1VV-K,

La scelta viene effettuata sulla base delle caratteristiche di flessibilita’ e di convenienza.

Ai fini del presente esempio la scelta cade sul tipo FG7OR 0,6/1kV.

A.4.6.1.2 Dimensionamento della conduttura :

Utilizzando un cavo FG7OR 0,6/1kV di sezione 25 mm2 (diametro esterno circa 26mm) la caduta di tensione e’ di circa 1,3%. La portata relativa alle condizioni di posa ed alle condizioni ambientali, irraggiamento solare compreso, e’ di circa 110 A.

A.4.6.1.3 Scelta e dimensionamento delle protezioni :

L’interruttore installato nel quadro di alimentazione QO ha le seguenti funzioni :

- sezionamento della linea a monte del quadro principale QG ; - protezione della linea LO contro le sovracorrenti e contro i contatti indiretti.

Il potere di interruzione dell’interruttore generale deve risultare maggiore o uguale alla corrente presunta di corto circuito di 10 kA e la corrente di regolazione termica dell’interruttore viene scelta pari a 100 A. Il dispositivo differenziale viene scelto con una corrente differenziale di intervento di 1 A e con ritardo di 1 s .

A.4.6.1.3.1 Interruttori del quadro QG

La corrente di corto circuito presunta in fondo alla linea LO e’ di circa 4 kA. Gli interruttori del quadro principale QG vengono scelti con un potere di interruzione di almeno 6 kA. L’interruttore generale ha una corrente di regolazione termica di 100A ed e’ provvisto di dispositivo differenziale con corrente di intervento regolata ad 1A e ritardo impostato a 0,3s.

Nota - La presenza del dispositivo differenziale sull’interruttore generale permette il riutilizzo del quadro indipendentemente dalle protezioni adottate a monte e dalle caratteristiche della linea di alimentazione.

A.4.6.2 Linee di alimentazione L1- L2 - L3

A.4.6.2.1 Scelta della conduttura :

Per le condutture L1 e L2 valgono le stesse condizioni di posa della linea LO. La linea L3 ha un tratto interrato in cavidotto e compatibilmente con la Tabella 2 il cavo puo’ essere del tipo FG7OR 0,6/1kV o N1VV-K.

Anche in questo caso la scelta cade sul cavo FG7OR 0,6/1kV.

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A.4.6.2.2 Dimensionamento della conduttura e delle protezioni contro i sovraccarichi: - La conduttura L1 (baracca servizi) alimenta un carico di 2kW in monofase, ha una sezione di

2,5mm2 ed e’ protetta con interruttore da 16A. - La conduttura L2 (impianto di betonaggio) alimenta un carico di 13kW in trifase, ha

lunghezza di 50m e quindi per contenere la caduta di tensione, si sceglie una sezione di 6 mm2. Il cavo e’ protetto con interruttore da 32A.

- La conduttura L3 (quadro di distribuzione piano terra) alimenta un carico di 18kW complessivi, ha una lunghezza di 100m e quindi, per contenere la caduta di tensione, si sceglie una sezione di 16mm2 . Il cavo e’ protetto con interruttore da 50A. La linea L3 viene posata, per un tratto di 10 m, in tubo interrato e quindi l’intera conduttura viene dimensionata come se fosse interamente realizzata in posa interrata.

A.4.6.2.3 Scelta e dimensionamento delle protezioni:

Per permettere una flessibilita’ di utilizzo nelle varie zone del cantiere e nello stesso tempo per normalizzare le apparecchiature di cantiere, con lo scopo di riutilizzarle in altri siti, e’ preferibile che tutti gli interruttori installati nei quadri di distribuzione vengano scelti con un potere di interruzione di almeno 6 kA.

Le linee L1, L2 e L3 sono protette contro i contatti indiretti dal dispositivo differenziale installato sull’interruttore generale del quadro QG

I dispositivi differenziali degli interruttori generali dei quadri alimentati dalle linea L1, L2 e L3 vengono scelti con corrente differenziale e tempi di intervento tali da risultare selettivi con l’interruttore installato nel quadro QG :

- quadro Q1 ; interruttore generale con dispositivo differenziale da 30 mA a protezione di tutte le utenze installate nella baracca;

- quadro Q2 ; interruttore generale con dispositivo differenziale da 300 mA tipo S; - quadro Q3 ; interruttore generale con dispositivo differenziale da 300 mA tipo S.

A.4.6.3 Linea di alimentazione L4 e L5

A.4.6.3.1 Scelta della conduttura :

La linea L4 (alimentazione della gru a torre, quadro Q4) e’ realizzata con tratto interrato in cavidotto e quindi, compatibilmente con la Tabella 2, il cavo viene scelto del tipo FG7OR 0,6/1kV.

Si ritiene che la linea L5 (alimentazione del quadri di distribuzione di piano Q5) sia soggetta a frequenti spostamenti per posizionare il quadro in prossimita’ delle aree di maggior utilizzo, o per eventualmente allontanarlo da aree con attivita’ intense e pericolose. In tal caso la linea viene classificata come mobile e di conseguenza il cavo piu’ idoneo risulta del tipo H07RN-F come riportato in Tabella 2.

A.4.6.3.2 Dimensionamento della conduttura e delle protezioni contro i sovraccarichi : - La conduttura L4 alimenta un carico di 13 kW in trifase, ha sezione 4mm2 ed e’ protetta con

interruttore da 25A con caratteristica di intervento 10-20 volte la corrente nominale per evitare scatti intempestivi durante l’avviamento dei motori.

- La conduttura L5 alimenta un carico di 5kW in trifase, ha sezione 6mm2 ed e’ protetta con interruttore da 16A.

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A.4.6.3.3 Scelta e dimensionamento delle protezioni :

Il potere di interruzione degli interruttori viene scelto almeno pari a 6kA per i motivi sopra riportati.

I dispositivi differenziali hanno una corrente di intervento differenziale di 300mA e 30mA per le prese a spina.

QO

I conduttori di protezione hanno sezione pari a quella di fase

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Quadro principale Piano terra

L1=10m L4: 2m / 4 mm2 L5: 70m / 6 mm2 2,5mm2 L2: 50m / 3F+N+PE / 6mm2 / V=1,57% V = 0,09% V =0,84%

F+N+PE Su palo sospeso a fune portante 3F+N+PE, in tubo 3F+N+PE V=0,68% FG7OR 0,6/1kV Cordone prolungatoreSu plalo FG7OR 0,6/1kV H07RN-F FG7OR

Q1 Q2 Q4 Q5

Baracca Betonaggio Gru a torre Primo piano

Quadro di alimentazione

Figura A4 - Esempio di schema di distribuzione - Caratteristiche principali delle condutture

A.4.6.4 Scelta delle prese a spina.

I quadri di distribuzione nell’area di cantiere sono dotati di prese a spina di tipo industriale, preferibilmente interbloccate, di tipo 2P+T 16A, 3P+T 16A e 3P+N+T 16A e conformi alla norma CEI EN 60309-1 e CEI EN 60309-2 (CEI 23-12/1 e CEI 23-12/2).

L’impianto elettrico che alimenta i servizi della baracca, destinata ad uso ufficio, e’ dotato di prese a spina di tipo civile, di composizione 2P+T 16A e conformi alle norme CEI 23-50,.

Le prese a spina sono protette con dispositivo a corrente differenziale da 30 mA.

A.4.6.5 Scelta dei quadri

I quadri ASC sono conformi alla norma CEI EN 60439-4 (CEI 17-13/4).

Gli interruttori generali dei quadri sono provvisti di blocco a chiave in posizione di aperto o sono posizionati in involucri chiudibili a chiave.

Al fine di facilitare il riutilizzo delle apparecchiature, tutti gli interruttori generali hanno la funzione di :

- protezione contro le sovracorrenti e contro i contatti indiretti; - sezionamento dei circuiti di alimentazione.

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Punto di fornitura

Quadro ASCFisso � IP 44

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differenziale : Idn=1A 1 s

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Le prese a spina sono protette con Principale Interruttore generale con dispositivo dispositivo differenziale Idn=30 mA differenziale : Idn=1A 0,3 s

Fisso � IP 44Q2

Fisso � IP 20 BetonaggioQ1

Baracca Quadro a bordo macchinaDispositivo di arresto di emergenza

Quadro di distribuzione (AS)Interruttore principale con dispositivo differenziale : Idn=30mA.

Prese a spina di tipo civile:5x2P+N+T 16A

N° 1 alimentazione tipo SELV a 24 V . Fisso � IP 44 Quadro ASCPrese a spina di tipo industriale � IP44 Q3 Interruttore principale con dispositivo Le prese a spina sono protette con Piano terra differenziale : Idn=300mA tipo S .dispositivo differenziale Idn=30mA differenziale Idn=30mA per le prese a spina.

Quadro distribuzione finale (ASC) Mobile � IP 44 Fisso � IP 44N° 1 alimentazione tipo SELV a 24 V. Q5 Q4Interruttore principale con dispositivo Primo piano Gru differenziale Idn=30mA. Bordo macchinaPrese a spina di tipo industriale � IP44 Quadro a bordo macchina5x3P+N+T 16A e 2x3P+N+T 16A Dispositivo di arresto di emergenza

Figura A5 - Esempio di schema di distribuzione e caratteristiche principali dei quadri

A.4.7 Schemi elettrici

Dalle considerazioni sopra esposte si deducono gli schemi elettrici dei quadri di cui si porta un esempio in Figura A6.

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Figura A6 - Esempio di schema elettrico

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62

A.4.8 Impianto di protezione contro i fulmini

Di seguito sono riportati i dati relativi alle condizioni ambientali, al posizionamento, alle dimensioni delle strutture presenti ed alla loro costituzione e destinazione d’uso.

- La densita’ annuale di fulminazione e’ Nt=4 fulmini / anno km2.

- Il terreno e’ sprovvisto di pavimentazione isolante (resistivita’ del terreno <0,5k��m)

La ricopertura dei percorsi con ghiaia non viene considerata idonea, ai fini della protezione contro i fulmini, a causa della presenza di mezzi pesanti che ne alterano di continuo lo spessore.

- In cantiere lavorano un numero massimo di persone elevato (20 in totale) e per un tempo non trascurabile (8 ore al giorno per una durata di 15 mesi).

- Le strutture presenti nell’area di cantiere si considerano indipendenti tra loro, realizzate in materiale metallico ed hanno le seguenti dimensioni: - gru a torre, altezza 15m, braccio 50m e dimensioni della base 2,5m x 2,5m; - ponteggio, altezza 11m, lunghezza complessiva 100m e larghezza 2,5m; - baracca, altezza 3m, dimensioni in pianta 6m x 8m.

- L’autoprotezione (o la necessità di protezione) di tali strutture può essere effettuata, in relazione ai dati sopra indicati seguendo le indicazioni riportate al capitolo 11 con le seguenti precisazioni: - la gru a torre si considera topograficamente isolata e posizionata in pianura (coefficiente

ambientale C=0,5); - il ponteggio ha un’altezza superiore a quella dell’edificio ed e’ posizionato nelle

immediate vicinanze dell’edificio stesso (coefficiente ambientale reale C=0,5); - la baracca (coefficiente ambientale reale C=0,5) e’ classificata come immobile per

piccole attivita’ produttive e con destinazione d’uso per attivita’ di ufficio. Il rischio di incendio e’ nullo e non sono presenti ne materiale combustibile ne sostanze esplosive.

Dall’applicazione del capitolo 11 risulta che le strutture sopra riportate risultano autoprotette in quanto:

- la baracca ha estensione ed altezza inferiore ai limiti indicati; - per la gru e il ponteggio, i dati relativi riportati sul grafico risultano all’interno della zona di

protezione.

A.4.9 Dimensionamento dell’impianto di terra

I dispersori dell’impianto di terra del cantiere vengono realizzati in modo tale da permettere la loro integrazione nell’impianto di terra definitivo dell’edificio in costruzione.

Il posizionamento della baracca e dell’impalcatura viene realizzato su spessori in legno e di conseguenza non sono necessari i collegamenti equipotenziali.

Il piano di lavoro prevede uno sviluppo graduale secondo le seguenti fasi :

- montaggio della recinzione, sbancamento, scavi e ricopertura con ghiaia dei percorsi. L’impianto di terra viene realizzato con un elemento di dispersione intenzionale (DA) installato in prossimita’ del quadro generale Q1. Il valore massimo ammissibile della resistenza di terra RA e’ di 25� compatibile con la protezione differenziale installata nel quadro di distribuzione principale Qo (RA =UL/Idn) (sistema TT).

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Progetto C. 1001:2008-07 – Scad. 30-09-2008

63

L’elemento dispersore e’ composto da un picchetto massiccio in acciaio zincato a caldo del diametro di 20 mm e di lunghezza 2m con una resistenza di terra calcolata RD di circa 15,3 Ohm. Le condutture dell’acquedotto, che alimentano l’area di cantiere, vengono collegate al collettore principale di terra con conduttore equipotenziale principale di sezione 25mm2.

- realizzazione delle fondazioni in cemento armato dell’edificio. Si provvede alla realizzazione di 1 dispersore, uguale al precedente, in prossimita’ della zona di installazione dell’impianto di betonaggio. A completamento dell’impianto di terra si collega il dispersore intenzionale con il dispersore di fatto costituito dall’armatura in ferro dei plinti dell’edificio . Per collegare i dispersori intenzionali tra loro ed al dispersore di fatto, si utilizza un dispersore orizzontale costituito da una corda in rame nudo, di sezione 35mm2 , interrato ad una profondita’ di 1m e disposta ad anello lungo il perimetro del cantiere.

- realizzazione delle strutture in cemento armato dell’edificio. Si completa l’impianto di terra realizzando il collegamento tra l’armatura in ferro dei pilastri ed il collettore principale di terra dell’edificio. Sara’ cura dell’impresa appaltante realizzare i collegamenti tra i ferri di armatura in modo tale da garantirne la continuita’ elettrica.

- realizzazione delle pareti perimetrali e dei locali. - realizzazione degli impianti elettrici e tecnologici dell’edificio.

Durante l’esecuzione dell’impianto elettrico dell’edificio si provvedera’ alla realizzazione dell’impianto di terra e alla sua connessione con i dispersori. Con la realizzazione degli impianti tecnologici si introducono, nell’area di cantiere, delle masse che richiedono il collegamento equipotenziale con l’impianto di terra.

- lavori di completamento e di rifinitura. - chiusura del cantiere. Un esempio di planimetri dell’impianto di terra è rappresentarto in Figura A7

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Si attira l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali

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QoDA : picchetto, diametro 20mm, altezza 2m. CT : corda in rame non isolata 35mm2 interrata a 1m.

Punto di fornituradell'energia DN : Armatura in ferro dei plinti

Figura A7 - Esempio di planimetria dell’impianto di terra

A4.10 Piano di lavoro

Nella Tabella A3 viene riportato il piao di lavoro del cantiere, che comprende l’installazione dei quadri, dell’impianto contro i fulmini e dell’impianto di terra di cantiere

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Tabella A3 - Piano dei lavori

Attività Servizi

prevalenti

Impianto di terra Protezione fulmini Installazione quadri elettrici

Apertura del cantiere Recinzione Sbancamento Scavi

Baracca Dispersore n°1 EQP tubature Baracca su spessori in legno

Non necessaria Q0 QG Q1

Realizzazione delle fondamenta

Impianto di betonaggio

Gru a torre

Vibratore per calcestruzzo

Dispersore n° 2

CT ferro plinto

Anello di terra

Non necessaria Q2 Q3 Q4

Realizzazione della struttura in cemento armato

Impianto di betonaggio

Gru a torre

Vibratore per calcestruzzo

Piega ferri

Impalcatura

Collettore di terra dell'edificio e sua connessione con i ferri d'armatura

Impalcatura su spessori in legno

Q5

Realizzazione delle volumetrie

Utensili portatili Montante di terra dell'edificio

Realizzazione degli impianti elettrici e tecnologici

Utensili portatili

Sega circolare

Saldatrici

Impianto di terra dell'edificio

Lavori di completamento

Utensili portatili

Chiusura del cantiere

A.4.11 Verifiche relative all’impianto elettrico di cantiere

Considerando che la durata del cantiere e’ di 15 mesi e che le attivita’ vengono svolte da diverse imprese utilizzatrici, prima dell’apertura del cantiere e della messa in servizio dell’impianto, si richiede :

- la verifica della dichiarazione di conformita’, della documentazione di progetto, delle apparecchiature e degli impianti elettrici installati secondo quanto riportato sulla Guida CEI 64-14.

- la nomina di un addetto alla sicurezza in fase di progettazione e di esecuzione, da parte dell’impresa appaltante, allo scopo di supervisionare le attivita’ di cantiere, il corretto utilizzo delle apparecchiature elettriche e la loro manutenzione.

A.5 Esempio di progettazione di un cantiere di ristrutturazione

A.5.1 Specifica a) Si tratta di realizzare il cantiere per la ristrutturazione di locali uso ufficio, con superficie di

circa 500m2 , posizionati in un edificio di 2 piani, alto circa 11m (A8) ed integrato in un palazzo di altezza 30 m.

b) Il palazzo risulta ubicato in una zona ad elevata concentrazione abitativa e con densita’ annuale di fulmini pari a 2,5 fulmini/anno km2. Il palazzo e i locali da ristrutturare sono dotati di un sistema di protezione contro i fulmini (LPS) .

c) La fornitura di energia elettrica della palazzina prevede un contratto di 25kW e l’ente distributore dichiara una corrente di corto circuito di 6kA.

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d) Si constata che la resistenza di terra ha un valore di 2,5 �. e) Si stima una durata del cantiere di 3 mesi e una presenza programmata di 5 operatori

durante le giornate lavorative.

Il Commitente commissiona i lavori ad un’azienda specializzata in ristrutturazioni la quale provvedera’ anche alla realizzazione dell’impianto elettrico di cantiere.

A.5.2 Considerazioni preliminari

Le condizioni ambientali non presentano particolarita’ tali da dover programmare procedure o protezioni specifiche.

- Temperatura media dell’ambiente 25°C; - Temperatura minima 5°C; - Tensione limite di contatto 25 V

A.5.3 Analisi delle utenze

Si identificano due utenze fisse, impianto di betonaggio e paranco elettrico.

Le altre probabili utenze movibili e portatili d’uso delle imprese appaltanti o utilizzatrici, vengono stimate sulla base di esperienze precedenti. A tal punto si procede con la stima delle potenze installate .

Tabella A4 - Elenco utenze

Utenza Mobilita' Collegamento mediante Tensione nominale

(V)

Potenza nominale

(kW)

n° Ku x Kc Potenza impegnata

(kW)

Betoniera movibile presa a spina 2P+ 16 A 230 1,5 1 0,8 1,2

Paranco elettrico fissa presa a spina 2P+ 16 A 230 2 1 0,8 1,6

Saldatrici movibile presa a spina 2P+ 16 A 230 2 1 0,4 0,8

Battipiastrelle portatile alimentatore SELV 0,5 2 0,8 0,8

Sega circolare movibile presa a spina 2P+ 16 A 230 2 1 0,8 1,6

Apparecchi di illuminazione

movibile presa a spina 2P+ 16 A 230 0,5 2 1 1

Utensili portatili vari portatile presa a spina 2P+ 16 A 230 0,5 2 1 1

Totale potenza effettiva (kW) 7,8

Totale potenza impegnata (kW) 5,5 (1)

(1) Fattore di contemporaneità' complessivo = 0,75 Totale potenza apparente (kVA) 6,9 (2)

(2) Fattore di potenza medio = 0,8 Corrente assorbita (A) 30

A.5.4 Piano di posa di linee e quadri

L’impianto elettrico e’ costituito dal quadro generale QG posato nelle immediate vicinanze del gruppo di misura dell’ente fornitore dell’energia elettrica e dal quadro Q1 posizionato al primo piano dell’edificio.

I due quadri vengono collegati tra loro mediante conduttura posata a parete.

L’alimentazione delle utenze fisse, movibili e portatili viene effettuata mediante prese a spina.

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Lo schema planimetrico del posizionamento dei quadri e delle condutture e lo schema a blocchi sono riportati rispettivamente nella Figura A8 e Figura A9

20m

2 piani

QG e Q1 15mParanco Punto di fornitura

Betoniera

h = 30 m

Q1

Q3 11mL1

Q2

QG

L0

conduttura posata a parete cavo di alimentazione degli apparecchi utilizzatori QG = quadro principale ASC di distribuzione principale Q1 = quadro di distribuzione primo piano ASC di distribuzione di prese a spina Q2 = quadro betoniera Quadro bordo macchina Q3 = quadro paranco Quadro bordo macchina

Figura A8 - Esempio di planimetria e posizionamento dei quadri e delle condutture

A.5.5 Scelta dei componenti

A.5.5.1 Dimensionamento delle condutture e delle protezioni

La conduttura L0 di alimentazione del quadro principale QG e’ posata a parete, e’ composta, in questo caso, da un cavo multipolare tipo N1VV-K di sezione 4 mm2 e viene protetta contro i sovraccarichi dall’interruttore generale del quadro QG. Tale interruttore e’ del tipo magnetotermico con corrente nominale di 32 A , dispositivo differenziale con corrrente di intervento di 300 mA e di tipo selettivo.

La connessione del cavo al quadro QG viene realizzata con particolare cura e nel rispetto delle indicazioni riportate sul manuale di montaggio del quadro e dell’interruttore.

Anche la conduttura L1 di alimentazione del quadro Q1 viene posata a parete ed e’ composta da un cavo multipolare tipo N1VV-K con sezione di 2,5mm².

Tutti gli interruttori installati nei quadri sono del tipo magnetotermico ed hanno un potere di interruzione di almeno 6 kA.

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A.5.5.2 Scelta delle prese a spina e dei quadri

I quadri utilizzati nel cantiere sono dotati di prese a spina di tipo industriale, preferibilmente interbloccate, del tipo 2P+T 16A e conformi alla norma CEI EN 60309-1 e CEI EN 60309-2

Le prese a spina che alimentano le utenze sono protette con dispositivo differenziale da 30mA

I quadri ASC sono conformi alla norma CEI EN 60439-4 (CEI 17-13/4).

A.5.5.3 Dimensionamento dell’impianto di terra

L’impianto di terra della palazzina viene connesso con il collettore di terra del quadro principale QG con un conduttore di terra di 16mm2.

Il valore massimo ammissibile della resistenza di terra compatibile con la corrente di intervento del dispositivo differenziale da 300mA (RA=UL /Idn) installato nel quadro generale QG di cantiere e’ di 83�.

Il valore di resistenza calcolato e’ di gran lunga superiore a quello constatato (Vedere A.5.1 d) e quindi non si ritiene necessario procedere alla misura della resistenza di terra.

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cavo N1VV-K da 4 mm2

posa su parete verticalelinea F+Ncaduta di tensione trascurabile

Prese a spina di tipo industriale : Fisso > IP 44 Quadro ASC> IP44, 16A, 2P+T QG Interruttore generale :Le prese a spina alimentate Quadro principale - dispositivo differenzialedirettamente dalla rete sono protette Idn = 300 mA tipo S .con dispositivo differenziale Idn = 30 mA.

1 presa spina con Linea di alimentazione alimentazione della betoniera SELV a 24 V (quadro Q2 bordo macchina)

4 prese a spina conalimentazione a 230 V

L1 = 5 m

cavo N1VV-K da 2,5 mm2

posa su parete verticalelinea F+N+PEcaduta di tensione = 0,52 %

Prese a spina di tipo industriale : Fisso > IP 44 Quadro ASC> IP44, 16A, 2P+T Q1 Interruttore generale :

Primo piano - dispositivo differenziale Idn = 30 mA

1 presa spina conLinea di alimentazione 4 prese a spina con alimentazione del paranco alimentazione a 230 V SELV a 24 V(quadro Q3 bordo macchina)

Figura A9 - Esempio di schema di distribuzione e caratteristiche principali dei quadri

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Allegato B - ESEMPI DI DICHIARAZIONI

B.1 Dichiarazione da impresa che ha realizzato l’impianto di cantiere (appaltante e/o committente) a impresa utilizzatrice

Caratteristiche dell’impianto elettrico di cantiere

Il Cantiere situato nel comune di ______________________________________________ in

via ____________________________________________________________________ atto a

svolgere l’attività di ___________________________________________________ presenta

le caratteristiche seguenti:

� L’alimentazione dell’ente distributore avviene in: � tensione superiore a 1000V � bassa tensione BT 400/230V (trifase con neutro) � bassa tensione BT 230V (monofase) � ___________________________

� L’alimentazione è originata in proprio a mezzo n° _________ gruppo (1) elettrogeno(i) della potenza complessiva di ____________kVA

� Il gruppo elettrogeno(i) è presente solo per alimentare i circuiti di emergenza (riserva) � la distribuzione è realizzata con il sistema: � TN-S � TN-C � TT � IT

� La corrente di cortocircuito presente all’origine dell’impianto è di ________ kA � L’impianto, ai fini della protezione contro i contatti indiretti è coordinato con: � le protezioni dell’ente distributore AT o MT � le protezioni generali BT (Idn _______A)

� I quadri elettrici di cantiere sono conformi alle relative Norme CEI � Le condutture dell’impianto fisso e mobile sono costituite da cavi idonei al tipo di posa in

conformità alla norma CEI relativa ai cantieri Note ___________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________

Committente o responsabile dell’impresa appaltante Per accettazione

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B.2 Dichiarazione da impresa utilizzatrice all’ impresa che ha realizzato l’impianto di cantiere (appaltante e/o committente)

L’impresa utilizzatrice dichiara di aver preso conoscenza delle caratteristiche dell’impianto elettrico del cantiere e si impegna ad utilizzare l’impianto stesso secondo quanto imposto dalla buona tecnica e regola dell’arte consapevole che ogni abuso od uso improprio di apparecchiature non idonee può comportare la revoca del permesso di utilizzo dell’impianto.

In particolare l’impresa utilizzatrice si impegna:

- ad utilizzare componenti e apparecchi elettrici rispondenti alla regola dell’arte ed in buono stato di conservazione;

- a non fare uso di cavi giuntati o che presentano lesioni o abrasioni vistose;

- ad accertarsi, prima di inserire una spina nel quadro prese, che la potenza dell’utilizzatore sia compatibile con la sezione della conduttura che lo alimenta, anche in relazione ad altri apparecchi utilizzatori già collegati al quadro;

- a chiedere l’autorizzazione prima di realizzare un collegamento fisso all’impianto di cantiere;

- ad utilizzare cordoni prolungatori se non per brevi utilizzi temporanei.

Il responsabile dell’impresa utilizzatrice

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20134 Milano Tel. 02/21006.1 http://www.ceiweb.it

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La presente Norma è stata compilata dal Comitato Elettrotecnico Italiano e beneficia del riconoscimento di cui alla legge 1° Marzo 1968, n. 186.

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Autorizzazione del Tribunale di Milano N. 4093 del 24 Luglio 1956

Responsabile: Ing. R. Bacci

Comitato Tecnico Elaboratore CT 64 – Impianti elettrici utilizzatori di bassa tensione (fino a 1000 V in c.a. e a 1500 V in c.c.)

Altre norme di possibile interesse sull’argomento

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