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Oristano 2012

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LA guida ai monumenti di Oristano Monumenti Aperti 2012

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12 13 Maggio 2012

ORISTANOMonumenti Aperti

COMUNE DI ORISTANO

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Gruppo Locale di Coordinamento Oristano

Comune di OristanoAntonello GhianiCommissario Straordinario

Maria Grazia ZocchedduDirigente II Settore

Elena SechiServizio P. I., cultura, sport e spettacolo

Sandro PisuUfficio Stampa

Francesca PinnaMaurizio CasuAntiquarium ArborenseCooperativa La Memoria Storica

Francesco ObinoFondazione Sa Sartiglia onlus

Un vivo ringraziamento è rivolto all’Arcivescovo, alla Curia Arcivescovile, ai Parroci, ai Rettori e ai Superiori religiosi per la disponibilità e la sensibilità dimostrate.Si ringraziano inoltre: il Prof. Raimondo Zucca per la consulenza scientifica e la Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici, Storici, Artistici ed Etnoantropologici delle Province di Cagliari e Oristano per la collaborazione.

Le Associazioni culturali e di volontariato e gli Istituti Scolastici che hanno aderito alla manifestazione.

Il personale dell’Archivio Storico e della Biblioteca co-munali, dell’Archivio di Stato, dell’Ufficio turistico provin-ciale, dell’Antiquarium Arborense - Museo Archeologico “G. Pau” di Oristano, gestione cooperativa La Memoria Storica e della Fondazione Sa Sartiglia Onlus.

Le famiglie Loddo e Palmieri per la disponibilità.

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Saluto con speciale simpatia tutti coloro che a vario titolo prendono parte alla edizione 2012 di Monu-

menti Aperti.Permettetemi di farlo considerando - in questo momen-to - Oristano la mia città: trovandomi ad occupare pro tempore il ruolo di Commissario straordinario, desidero ringraziare quanti si stanno adoperando per rinnovare questa rilevante occasione capace di unire cultura, sto-ria e socialità, all’insegna della riscoperta dell’identità.Se, infatti, non c’è identità senza luogo, ciò che dà si-gnificato alla nostra specificità è lo spirito del territorio che caratterizza la Città di Eleonora, e che sarà bello conoscere e riscoprire attraversando strade e piazze di Oristano, visitandole con maggiore attenzione, sull’on-da di quella sana curiosità da turisti in casa nostra.A quanti poi vorranno assaporare - per la prima vol-ta - le peculiarità ambientali ed architettoniche della Città vada il benvenuto più sincero e cordiale da parte dell’Amministrazione civica – oltre che degli animatori, delle associazioni e dei volontari - coinvolti in queste dense giornate di valorizzazione dei beni culturali, mi-nutamente descritti nel programma che il lettore ha tra le mani.Monumenti Aperti rende agibile la visita di itinerari, ples-si ed angoli non sempre accessibili: sta qui l’originalità di un’iniziativa straordinariamente efficace, e che coniu-ga la finalità di sollecitare l’attenzione verso il rapporto vivo ed in continua evoluzione del tessuto urbano – e non solo di esso – con la sensibilizzazione verso il pa-trimonio - materiale ed immateriale, simbolico e storico - di opere memorabili, di chiese, piazze e musei, con quanto d’irripetibile e prezioso questo patrimonio ci co-munica, facendo di una Città una vera Comunità.

Antonello GhianiCommissario straordinario del Comune di Oristano

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Il ComitatoScientifico Regionale Consiglio Regionale della Sardegna Claudia Lombardo Maria Santucciu Regione Autonoma della Sardegna Assessorato al Turismo Luigi Crisponi Artigianato e Commercio

Assessorato alla Pubblica Istruzione, Sergio Milia Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport

Direzione Regionale per i Beni Culturali Maria Assunta Lorrai e Paesaggistici della Sardegna Sandra Violante

M.I.U.R. Ufficio Scolastico Regionale Enrico Tocco per la Sardegna Rosalba Crobu

Comune di Cagliari Massimo Zedda Enrica Puggioni

Provincia di Cagliari Angela Maria Quaquero

Ufficio Regionale Francesco Tamponi Beni Culturali Ecclesiastici

UPI Sardegna Francesco Putzu

ANCI Sardegna Cristiano Erriu Umberto Oppus

Università degli Studi di Cagliari Giovanni Melis Università degli Studi di Sassari Attilio Mastino Pinuccia Simbula

Imago Mundi Associazione Culturale Fabrizio Frongia Armando Serri

Consorzio CAMU’ Centri d’Arte e Musei Francesca Spissu Giuseppe Murru

Società Cooperativa Sociale Il Ghetto Alessandro Piludu Nicoletta Manai

Confesercenti Regione Sardegna Marco Sulis Confcommercio Sardegna Gavino Sini

Agenzia Nazionale Gianpiero Liori Sviluppo Autonomia Scolastica

Sardegna Solidale Roberto Copparoni Centro Servizi per il volontariato

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Turismo, identità e cultura, una combinazione ideale per una terra depositaria di tradizioni millenarie. Oltre che da

spiagge bianche e mare cristallino, i viaggiatori sono sempre più attratti da manifestazioni e itinerari culturali e da località d’arte della Sardegna. Una recente indagine conferma il trend, nel primo semestre 2011 nell’Isola è cresciuta del 20% la frequentazione di luoghi di interesse storico - artistico, un dato con pochi confronti in Italia. Fra le motivazioni alla vacanza, spiccano le visite al patrimonio artistico e monumentale: ‘uno scrigno di tesori’ composto in Sardegna da antichi palazzi e castelli, basiliche e musei, parchi minerari e archeologici, e disseminato sull’in-tero territorio. Un patrimonio da preservare innanzitutto, poi da riscoprire per i sardi e, nel contempo, da condividere con i visitatori con l’accoglienza della quale l’Isola è capace. Da condividere con itinerari culturali, come appunto Monumenti aperti, evento che suscita suggestioni ed emozioni uniche. La domanda turistica è orientata alla ‘memoria’ e alla cultura, perciò la Regione Sardegna promuove l’architettura storico - artistica, simbolo di identità, così da assecondare anche il profilo moderno dei nostri visitatori, culturalmente preparati, rispettosi e desiderosi, oltre che di ‘vivere’ l’unicità di paesag-gi incantevoli, anche di conoscere beni culturali e manifesta-zioni tradizionali.

Luigi CrisponiAssessore regionale del Turismo, Artigianato e Commercio

Anno dopo anno, Monumenti Aperti rappresenta un mo-mento importante che va oltre la semplice manifestazio-

ne culturale. È la condivisione della conoscenza del nostro patrimonio di cultura, di memoria e di storia condivisa. È la consapevolezza che i beni culturali rappresentano veramente noi stessi, la nostra espressione artistica e creativa, interprete dell’epoca che li ha visti nascere. È la testimonianza di quanto la cultura non sia un bene privato, ma collettivo, che aspetta di essere riscoperto, esposto, valorizzato, divulgato, fruito.Con Monumenti Aperti si vive un momento popolare e di festa dove un pubblico sempre più attento e consapevole delle po-tenzialità del nostro patrimonio artistico-architettonico, diven-ta protagonista della storia della nostra Isola. La promozione del nostro grande patrimonio culturale si è trasformata nel corso degli anni, proprio grazie a questa manifestazione, in un momento festoso e popolare che raduna giovani e meno giovani, studiosi della materia e semplici curiosi, studenti e volontari culturali. Tutti ugualmente coinvolti in un’attesa op-portunità di arricchimento storico e culturale dove il nostro passato e il nostro presente si fondono per dare a tutti la con-sapevolezza che dobbiamo tramandarlo gelosamente, nel migliore dei modi, alle generazioni future. Sergio MiliaAssessore regionale della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport

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Monumenti Aperti, un’occasione per visitare Ori-stano, la città e la campagna, il centro e le frazio-

ni, le chiese e i palazzi, la storia e le tradizioni, l’arte e la cultura; da scoprire e ritrovare, con gusto.Con piacere la Camera di Commercio di Oristano ha accolto l’invito a collaborare giunto dal Comune di Oristano. I monumenti presentati dai giovani studenti offrono ai visitatori e ai cittadini la possibilità di vivere i luoghi della storia cittadina, e con essi delle donne e degli uomini che li hanno abitati. E sono le donne e gli uomini che hanno fatto e fanno impresa che ancora animano la città e danno un senso alla suo storia. Per questo da diversi anni l’esposizione dei migliori prodotti dell’agricoltura e dell’artigianato artistico del-la provincia nei palazzi del centro storico della città, in occasione della Sartiglia, costituisce il filo conduttore di “Mediterranea”. In queste due giornate di Monumenti Aperti il piacere di entrare nel cuore di Oristano si rinnova e nell’occa-sione si potrà gustare la città anche nei bar e ristoran-ti che grazie alla collaborazione di Confcommercio e Confesercenti resteranno aperti per proporre l’ospitalità e la qualità della nostra enogastronomia.

Pietrino ScanuPresidente della Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Oristano

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I Monumenti saranno visitabili gratuitamente nelle gior-nate di sabato 12 e domenica 13 maggio sia di mat-tina che di pomeriggio, secondo gli orari indicati per ciascun sito.Nelle chiese le visite verranno sospese durante le funzioni religiose.Si invitano i visitatori a tenere un atteggiamento di rispetto verso il luogo di culto e i fedeli raccolti in preghiera.Notizie ed informazioni saranno disponibili nei punti in-formativi presso:- l’Ufficio Turistico della Provincia di Oristano,

piazza Eleonora; - l’Antiquarium Arborense - Museo Archeologico

di Oristano, piazzetta Corrias.

Sarà attivo un trenino turistico gratuito che permet-terà di visitare il centro storico con il seguente itinera-rio: piazza Eleonora, corso Umberto (via Dritta), piazza Roma, via Garibaldi, via Santa Chiara, via Parpaglia, via Lamarmora, via Solferino, piazza Manno, via Vittorio Emanuele II, via Duomo, via Sant’Antonio, via Diego Contini, piazza Roma, corso Umberto, piazza Eleonora

Il servizio sarà attivo dalle ore 10.00 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 19.00È facoltà dei responsabili e degli organizzatori della ma-nifestazione limitare o sospendere, per la sicurezza dei beni o dei visitatori, in qualsiasi momento, le visite ai monumenti.

@ Monumenti Aperti in internet

Informazioni e dati sulla manifestazione inwww.monumentiaperti.com

Informazioni anche su www.comune.oristano.it e su www.sardegnagrandieventi.it

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Informazioni utili

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Eventi collateraliSAbATO 12 MAGGIO

Chiesa di San Mauro Abate, via Sant’Antonio ore 10.30: Le Torri e le Mura di Oristano medievale, a cura dell’ISTAR (Istituto Storico Arborense).Inaugurazione Mostra di plastici storici ideali in scala delle fortificazioni della città murata, a cura di Augusto Schirru maestro d’arte in architettura.

Chiesa del Carmine, via Carmine ore 11.00 e ore 17.00: concerto degli alunni della Sezione musicale della Scuola Media “Grazia Deledda” di Oristano.

Chiesa di San Martino, piazza San Martino, ore 19.00: concerto per organo con musiche di Girolamo Fresco-baldi, Athanasius Kircher e altri compositori del ‘600 di Fabio Frigato ed Enrico Correggia

DOMENICA 13 MAGGIO

Durante la mattina concerto itinerante, nel centro stori-co, della Banda Musicale Santa Cecilia di Oristano

Chiesa di San Giovanni Battista, Loc. San Giovanni ore 12.00 concerto del Coro Polifonico Palmarese di Palmas Arborea (maschile) e del Coro “Sa Pintadera” di Oristano (femminile), diretti dal Maestro Costantino Mirai.

Chiostro del Carmine, via Carmine ore 17.00 concerto per pianoforte, fagotto e flauto con musiche di Georg Friedrich Händel, Ludwig van Beethoven, di Diana Pin-na Petrova (pianoforte), Alice Strazeri (fagotto) e Arian-na Baldoni (flauto).

Chiesa di San Giovanni Battista, Loc. San Giovanni ore 18.00 concerto del Coro Ars Antiqua di Seneghe (voci miste) diretto dal Maestro Marco Sotgiu, del Coro “Va-dore Sini” di Sarule (maschile) e del Coro “Sa Pintade-ra” di Oristano (femminile) diretti dal Maestro Costanti-no Mirai.

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9monumentiaperti

Chiesa di San Sebastiano, via Mazzini, ore 19.00: con-certo per organo con musiche di Johann Sebastian Bach, César Franck, Felix Mendelssohn di Fabio Friga-to e Giacomo Graniti.

Teatro Garau, via Parpaglia, ore 21.00: Recital dal titolo "Donna abitata da memoria" con Paola Gassman e Lui-gi Puddu. A cura dell'Ente Concerti "Alba Pani Passino" di Oristano. Ingresso a pagamento

MOSTRENei giorni della manifestazione sarà possibile visitare le seguenti mostre:

Mostra espositiva con equipaggiamenti e armi, co-niatura di monete, strumenti medici, medicina, cibo e alimentazione dall’età repubblicana al periodo tardo imperiale a cura dell’Associazione Culturale “Sardinia Romana” (Associazione culturale di rievocazione sto-rica del periodo romano in Sardegna dal 238 a. C. al 476 d. C.). Presso l’Antiquarium Arborense in piazzetta Corrias.

Mostra di plastici storici ideali in scala delle fortificazioni della città murata, a cura di Augusto Schirru maestro d’arte in architettura. Presso la chiesa di San Mauro Abate. Dal 12 al 20 maggio, ore 9,00-13,00 / 17,00-20,00

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Itinerari

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A ItInerArIo “De sa Ruga de santa MaRia” 1 Antica Canonica della Cattedrale 2 Cattedrale di Santa Maria Assunta 3 Seminario Tridentino 4 Chiesa di San Francesco 5 Chiesa del Santo Spirito 6 Chiesa e ospedale di Sant’Antonio Abate 7 Biblioteca comunale 8 Centro di Documentazione sulla Sartiglia 9 Chiesa di San Mauro Abate 10 Cinta Muraria 11 Cinta Muraria (casa Loddo)

B ItInerArIo “De sa Ruga Maista” 12 Archivio di Stato 13 Chiesa di San Sebastiano 14 Torre Mariano II 15 Palazzo Arcais 16 Antiquarium Arborense 17 Piazza e statua di Eleonora d’Arborea 18 Archivio storico comunale

C ItInerArIo “De sa PRazza de Cittadi” 17 Piazza e statua di Eleonora d’Arborea 18 Archivio storico comunale 19 Palazzo degli Scolopi 20 Palazzo di Città 21 Palazzo Campus - Colonna 22 Sede del Gremio dei Falegnami

D ItInerArIo “De sa Ruga de santu doMinigu” 17 Piazza e statua di Eleonora d’Arborea 23 Chiesa e Monastero del Carmine 24 Chiesa di San Domenico 25 Chiesa e Monastero delle Cappuccine 26 Chiesa di Santa Lucia e ItInerArIo “De sa Ruga de santa CRaRa” 14 Torre di Mariano II 27 Casa di Eleonora 28 Teatro civico “Garau” 29 Chiesa e Monastero di Santa Chiara 30 Torretta medievale (casa Palmieri) 31 Torre di Portixedda

F ItInerArIo “extRa MuRos” 32 Chiesa di San Saturnino (intra muros) 33 Chiesa della Vergine Immacolata, convento dei Cappuccini 34 Chiesa di San Martino 35 Cimitero di San Pietro 36 Chiesa di San Giovanni Battista 37 Chiesa di Sant’Efisio Martire

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G ItInerArIo Delle FrAzIonI

38 Chiesa di Santa Maria Maddalena (Silì) 39 Chiesa di San Nicola - Oratorio delle Anime (Massama) 40 Chiesa di Santa Petronilla (Donigala) 41 Santuario Basilica di Nostra Signora del Rimedio (Rimedio) 42 Portale Vito Sotto (Rimedio) 43 Cantina della Vernaccia di Oristano 44 Gran Torre (Torregrande)

ItInerArI temAtICI In BICIClettA

Sabato 12 ore 9.30-13.00; 15.00-17.00 Iscrizioni e partenza da piazza Eleonora d’Arborea. I partecipanti dovranno essere muniti di bicicletta. Itinerario 1 “Le chiese” Durata 50 minuti circa 1 Piazza e statua di Eleonora d’Arborea 2 Cattedrale di Santa Maria Assunta 3 Chiesa di San Francesco 4 Chiesa di San Sebastiano 5 Chiesa e Monastero di Santa Chiara 6 Chiesa e Monastero del Carmine

Itinerario 2 “Luoghi storici” Durata 50 minuti circa 1 Piazza e statua di Eleonora d’Arborea 2 Palazzo Arcais 3 Torre di Mariano II 4 Teatro civico “Garau” 5 Antiquarium Arborense 6 Palazzo degli Scolopi

Visite guidate a cura degli studenti dell’Istituto Tecnico Com-merciale “Sergio Atzeni”, nell’ambito del progetto “Professioni di qualità: itinerari urbani di mobilità sostenibile - ITER Indirizzo Turistico” con il coordinamento della Cultour Società Cooperativa.

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Antica Canonica della Cattedrale AITINERARIO

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La struttura, sita nella via Vittorio Emanuele II, è di proprietà della Parrocchia della Cattedrale di Santa Maria Assunta, e sino agli anni ‘50 del Novecento è stata utilizzata come casa canonica. L’edificio, che si sviluppa in profondità rispetto alla stra-da e si conclude con uno stretto cortile superiore, è costruito in muratura con tecnica mista di pietra e laterizi, con elementi ango-lari in pietra squadrata e nel suo complesso rappresen-ta una pregevole costruzio-ne nobiliare risalente al XVII secolo. La composizione della facciata, nei suoi ele-menti più rappresentativi, è

attribuibile alla corrente barocca piemontese, mentre risalgono all’Ottocento e ai primi anni del Novecento le ultime modifiche intervenute, consistenti nell’inserimento delle aperture più recen-ti e dei balconcini con balaustre in ferro battuto e lavorato. Al piano terra il muro maestro, che corre parallelo alla profondità dell’edificio, è forato da archi che collegano gli ambienti in senso trasversale nella dimensione più corta. Alcuni di questi ambienti, che presentavano una volta a calotta, denunciano la loro antica funzione di magazzini, probabilmente depositi di derrate alimen-tari o di altri prodotti.Con ogni probabilità gli ambienti aperti sulla pubblica via erano utilizzati come botteghe, con accesso separato rispetto alla parte residenziale.Dal 2002, con il completo restauro della struttura, dichiarata di interesse culturale, l’edificio ospita una accogliente struttura ri-cettiva, l’hotel “Il Duomo”, in attività da circa un decennio.In occasione della manifestazione “Monumenti Aperti 2011”, oltre alla bellezza dell’antica struttura, sarà possibile ammirare all’interno l’esposizione di antichi manufatti di ceramica e di arte tessile sarda.

Indirizzo: Via Vittorio Emanuele IIApertura a cura dell’hotel “Il Duomo”.Orario di apertura:Sabato 12 e Domenica 13 ore 11.00-13.00; 15.30-19.00.

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Cattedrale di

Santa Maria Assunta AITINERARIO

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La cattedrale arborense, dedicata alla Vergine Assunta, sorge su una preesistente ecclesia di età bizan-tina, forse intitolata all’Arcangelo Michele. Menzionata in un atto del 1131, nel 1195 fu danneggiata nell’occupazione della città da par-te del giudice di Calari Guglielmo di Massa e riedificata, nel 1228, dall’ar-civescovo d’Arborea Torchitorio de Muru e dal sovrano Mariano II di Torres. Nel XIV secolo l’impianto romanico venne modificato, e risal-gono a quel periodo le cappelle del Rimedio e del Battistero. Nel 1335 il giudice Ugone II scrive nel suo te-stamento che dovrà essere sepolto nella Chiesa di Santa Maria in Oristano, dove si è soliti seppellire i giudici arborensi, nell’attesa che la cappella di San Bartolomeo, eret-ta presso la stessa Cattedrale ma ancora da terminare, potesse ac-cogliere la sepoltura sia dei suoi predecessori che dei successori. Proprio tali sepolture, non ancora individuate, rendono ancora oggi fitto il mistero riguardante la sepoltura dei giudici arborensi. Il duomo, come detto, subì ulteriori ampliamenti tra il 1336-1349, come induce a credere la tomba del giureconsulto Filippo Mameli, morto nel 1349. Dello stesso periodo sono la statua dell’Annunziata e quella in pietra policroma della Madonna del Rimedio. Ricavato nel 1632 a ridosso del presbiterio, l’archivietto custodisce il tesoro e le più antiche me-morie della cattedrale arborense. Nella parete dell’ingresso principale sono appesi quattro stendardi che le armate sarde tolsero ai francesi durante il saccheggio perpetuato ai danni della città nel 1637. Tra il 1729 e il 1745 l’intero edificio venne riedificato secondo gli schemi di un elegante barocco piemontese. Caratteristiche, la cappella del pa-trono della diocesi Sant’Archelao e quella del Gremio dei Falegnami. Il campanile, a canna ottagonale, di origine gotica del tardo Trecento - primi del Quattrocento, fu arricchito di un ultimo piano con cupolot-to a corona imperiale nel Settecento. Per l’occasione saranno vi-sitabili le Tombe bizantine presenti nella scalinata e le Prigioni Ecclesiastiche con ingresso di fianco al Palazzo Arcivescovile.

Indirizzo: Piazza DuomoVisite guidate a cura di: Istituto Tecnico Commerciale “Sergio Atzeni” e Scuola Media “L. Alagon” dell’Istituto Comprensivo n. 4, con la collaborazione dell’Associazione Garibaldini a cavallo – Ripartimento Ichnusa.Visite guidate alle tombe bizantine a cura di Obler Luperi e Alessandra Marchello.Orario di apertura: Sabato 12 ore 9.30-17.30. Orario Messa: 18.00Domenica 13 ore 14.00-19.00. Orario messe: 10.00 e 12.00

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Seminario Tridentino

AITINERARIO

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Tra i documenti degli anni 1619- 1623, custoditi presso l’Archivio Storico del Comune di Oristano, vi sono le disposizioni ineren-ti la fondazione del Seminario Tridentino a Oristano, inaugu-rato dall’Arcivescovo Francesco Masones Nin il 1 maggio 1712 e intitolato a Santa Maria Assunta. Negli anni 1744-1746, l’edificio si dimostrò insufficiente e l’Ar-civescovo Maurizio Fontana lo fece ampliare al fine di acco-gliere trenta alunni. Dal 1746 al 1772 l’Arcivescovo Emanuele De Carretto dispose di far eri-gere un altro Seminario molto più stabile e di forme ampie e grandiose che venne aperto nel

1794, quando guidava l’arcidiocesi l’Arcivescovo Giuseppe Luigi Cusano. Nel 1828 l’Arcivescovo Giovanni Maria Bua optò per un nuovo ampliamento dell’edificio, affidandone i lavori all’Ar-chitetto Giuseppe Cominotti da Cuneo; i lavori terminarono nel 1833, mentre nel 1834 venne edificata la nuova cappella, dedi-cata all’Immacolata. Nel 1876, Monsignor Antonio Soggiu volle accrescere di un altro piano il braccio occidentale dell’edificio e ulteriori rinnovamenti vennero operati dall’Arcivescovo Paolo Maria Serci nell’anno 1882. Nel 1910 si dà inizio alla costruzione di un nuovo piano sopra la biblioteca e, durante tali lavori, ven-ne eretta anche la maestosa scala di ingresso a doppia rampa, tutta in calcare bianco di Nuraminis, su progetto dello scultore Giuseppe Sartorio. Così il Seminario, ampliato e abbellito, poté celebrare con feste solenni il bicentenario della sua fondazione, nei giorni dal 27 al 30 ottobre del 1912. L’edificio, che subì altri cambiamenti agli inizi degli anni sessanta del XX secolo, conser-va importanti collezioni storiche e archeologiche e una biblioteca straordinaria ricca di incunaboli e cinquecentine, oltre a preziosi volumi dell’Encyclopédie des Sciences, una Bibbia poliglotta e altri volumi del XVI e XVII secolo.

Indirizzo: Piazza DuomoVisite guidate a cura di: Seminaristi del Seminario Triden-tino e studenti della Scuola Media “L. Alagon” dell’Istituto Comprensivo n. 4, con la collaborazione dell’Associazione Ex Alunni del Seminario.Orario di apertura: Sabato 12 ore 9.30-13.00; 15.00-17.30Domenica 13 ore 11.00-13.00; 16.00-18.30

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Chiesa e Convento di

San Francesco

AITINERARIO

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Documentati già dal 1252, la chiesa e il convento dei fran-cescani in Oristano furono realizzati forse da maestranze venute dalla penisola, ispirate alla corrente costruttiva dei ci-stercensi. Il complesso, ricor-dato nel testamento del 1335 di Ugone II, fu dotato nel 1382 per ordine di Ugone III di una campana, detta la Martinella, conservata oggi al Museo Archeologico di Cagliari. Nel 1388, presso il refettorio del convento, dove era solito ri-unirsi il consiglio cittadino, Eleonora d’Arborea firma la pace con il re catalano-arago-nese Giovanni I il Cacciatore. Riferibili al XIV e al XV secolo sono la statua di marmo raffigurante San Basilio Vescovo di Nino Pisano, una croce processionale d’argento e un prezioso reliqua-rio. Documenti cinquecenteschi registrano la particolare vene-razione presso i francescani del crocefisso detto di Nicodemo. La straordinaria scultura policroma, forse di scuola valenzana, ascrivibile al tipo doloroso, è riferibile al nascente espressioni-smo tedesco diffusosi in Europa nel Trecento. Nel 1533, le ta-vole realizzate dal Maestro Pietro Cavaro, oggi custodite presso la sagrestia della chiesa e l’Antiquarium Arborense, costituivano il prezioso retablo del Santo Cristo. Purtroppo agli inizi dell’Ot-tocento il vasto complesso perdeva coesione e consistenza. L’incarico di eseguire la nuova opera, che eliminasse il presbiterio della vecchia struttura, fu dato al sassarese fra’ Antonio Cano ma l’intero edificio crollò l’8 settembre del 1838. La ricostruzione, terminata nel 1847, fu affidata all’architetto Gaetano Cima che, in stile neo-classico, realizzò un edificio a pianta centrale con un pronao a 4 colonne. Nel 1866, con l’incameramento fatto dal demanio, i religiosi continuarono a officiare il culto nella chiesa mentre il Distretto Militare occupò una buona parte del convento, attualmente oggetto di importanti lavori di restauro a cura della Soprintendenza ai Beni Architettonici di Cagliari e Oristano.

Indirizzo: Via Sant’AntonioVisite guidate a cura dell’Istituto Magistrale “San Giuseppe”.Orario di apertura: Sabato 12 ore 9.30-13.00; 15.30-18.30. Orario messe: 19.00.Domenica 13 ore 10.30-13.00; 15.30-18.30. Orario messe: 7.30-9.30-19.00.

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Chiesa del

Santo Spirito AITINERARIO

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La chiesa del Santo Spirito risulta citata in alcuni documenti del XVI secolo, ma solo un’indagine archeologica potrebbe rivelare con esattezza le origini più antiche di questo edificio, che se-condo alcune ipotesi rimanderebbero all’età bizantina, come fa supporre lo stessa intitolazione. Al suo interno, fino al 1958, tro-vava sede una delle più antiche confraternite cittadine denomi-nata del Santo Spirito. Annesso alla chiesa si ricorda inoltre un Oratorio dedicato alla Maddalena in cui aveva sede un’altra sto-rica Confraternita, quella della Misericordia, i cui confratelli ave-vano l’onere di portare al cimitero i defunti della parrocchia della Cattedrale. La chiesa, essendo stata inglobata da tempo all’in-terno di un cortile dotato di cancello di ingresso e chiusa per lun-ghi anni a causa della sua inagibilità interna dovuta a cedimento dell’antico tetto, nonostante l’importante lavoro di ristrutturazione di recente eseguito, risulta ancora isolata dalle visite esterne, pur trattandosi di uno degli edifici storici che anticamente si affaccia-vano nella Ruga Mercatorum, a partire dalla Cattedrale, la chiesa di San Francesco e al pari di quelle prospicienti ad essa come le chiese di Sant’Antonio e San Mauro.

Indirizzo: Via Sant’AntonioApertura a cura del Centro Sportivo Italiano.Visite guidate a cura della Scuola dell’Infanzia di via La-nusei e della Scuola Primaria del Sacro Cuore dell’Istituto Comprensivo n. 3.Orario di apertura: Sabato 12 e Domenica 13 ore 9.30-12.30; 16.00-18.00.

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17monumentiaperti

Chiesa e ospedale di

Sant’Antonio Abate

AITINERARIO

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L’ospedale di Sant’Anto-nio, citato nel testamento di Ugone II d’Arborea del 1335 e situato all’interno della città murata, era adibito all’assistenza di malati al pari dell’ospeda-le di San Lazzaro, posto fuori le mura, ma riservato ai lebbrosi. I mezzi di sus-sistenza per l’ospedale di Sant’Antonio, con circa 12 posti letto, furono le provvidenze prima giudi-cali, poi quelle provenienti dall’autorità spagnola, ed erano quantificate con la destinazione del così det-to quartu de Sant’Antoni, un quarto di starello, os-sia 13 litri di frumento, su ogni 40 are di terreno col-tivato a grano. Nel secolo XVI, l’ospedale necessitò di importanti interventi e manutenzioni. Il 24 aprile 1640 l’edifi-cio venne affidato all’Ordine ospedaliero di San Giovanni di Dio, i Fatebenefratelli, ma dopo quasi due secoli fu nuovamente in rovina e nel 1834 venne sostituito dai locali della chiesa e del mo-nastero di San Martino extra muros. I vecchi locali dell’ospedale di Sant’Antonio furono destinati alle Pie Maestre Venerine, per aprirvi il primo Asilo Infantile della città. Tale istituto di accoglienza e assistenza per bambini fu fondato da un ente morale con l’o-pera del conte Pietro Nieddu, dell’avvocato Salvatore Parpaglia e di altri notabili oristanesi e, inaugurato il 20 aprile 1866, accol-se le giovani generazioni oristanesi sino a pochi decenni fa. La chiesa di Sant’Antonio, annessa all’ospedale, risulta a lato dell’ex Distretto Militare. Da una fotografia dell’800 la chiesa, di origine gotica (tardo XIII secolo), presenta un campanile a vela a due luci e risulta con l’orientamento della facciata a ovest.

Indirizzo: Via Sant’AntonioOrario di apertura: Sabato 12 e Domenica 13 ore 9.30-13.00; 15.30-19.00

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18 oristano

biblioteca comunale

AITINERARIO

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La Biblioteca comunale di Oristano è stata fondata nel 1953. Dal mag-gio 2009 ha sede presso i locali del monumentale ex ospedale ed asilo infantile di Sant’Antonio, ristruttu-rato con i fondi POR Sardegna 2000-2006 e utilizzato per attività espositive, culturali e di spettaco-lo. L’Hospitalis Sancti Antoni è una collocazione prestigiosa per la bi-blioteca che occupa il primo piano dove sono stati predisposti spazi confortevoli e funzionali alle attività come la sala consultazione e studio, ricavata nell’ex cappella che fu dedi-cata all’Immacolata, e la Sala Sarda

situata nell’ampio salone dal soffitto a capriate. I servizi principali messi a disposizione sono il prestito locale e interbibliotecario, l’in-formazione bibliografica, la lettura e lo studio, la mediateca dove è possibile collegarsi a internet e vedere film. I servizi della biblioteca sono gratuiti e l’iscrizione aperta a tutti. La sezione ragazzi pre-senta una ricca raccolta, costantemente aggiornata, con i migliori titoli, un’angolo morbido con cuscini e tappeti a disposizione dei più piccoli. e conduce progetti di promozione della lettura oltre alle visite guidate. La sezione antica comprende un migliaio di volumi del ‘600, ‘700, ‘800 e ca. 100 cinquecentine. La biblioteca fa parte della Rete bibliotecaria regionale della Sardegna, polo aderente al Servizio Bibliotecario Nazionale (SBN). Oltre alla struttura centra-le sono aperte cinque sedi decentrate nelle frazioni di Donigala, Massama, Nuraxinieddu, Silì e Torregrande.

Orario abituale (in vigore dal 1 ottobre di ogni anno al 30 giugno dell’anno successivo)Mattino: dal Lunedì al Venerdì 9.00-14; Orario di apertura: Sabato 9.00-13.00 Pomeriggio: dal Lunedì al Giovedì 15.30-19.00

Orario estivo (in vigore dal 1 luglio al 30 settembre di ogni anno)Mattina: dal lunedì al venerdì 9.00-14.00Pomeriggio: martedì e giovedì 16.00-19.00.Tel. 0783-73119 - fax 0783-763675 email: [email protected] una completa informazione si rimanda al sito: www.biblioteca.oristano.itIndirizzo: Via Sant’AntonioVisite guidate a cura del personale della biblioteca Comu-nale di Oristano.

Orario di apertura: Sabato 12 e Domenica 13 ore 9.30-13.00; 15.30-19.00

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19monumentiaperti

CITINERARIO

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Il Centro di Docu-mentazione sulla Sartiglia di Ori-stano, realizzato dalla Fondazione Sa Sartiglia in col-laborazione con l’Archivio Storico Comunale, cu-stodisce prezio-se testimonianze dell’antica giostra equestre orista-nese. La mostra permanente, re-alizzata nei locali del Centro di Do-cumentaz ione , vede esposti i preziosi docu-menti che, prove-nienti dall’Archivio Storico Comuna-le, dall’Archivio Diocesano e dagli Archivi del Gremio dei Contadini e del Gremio dei Falegnami, testimoniano la storia della Sartiglia dal XVI sino al XX secolo. Arricchiscono il percor-so espositivo gli antichi abiti de is Componidoris, i capi corsa che sovrintendono alla giostra, e gli antichi strumenti della corsa, stocchi, spade e stelle, risalenti tutti al XIX secolo e da sempre custoditi dai Gremi. Inoltre, attraverso i documenti filmati e i do-cumenti fotografici proiettati nei video, è possibile ripercorrere le edizioni della Sartiglia dai primi del Novecento sino ai giorni nostri. Il Centro di Documentazione, impegnato nella continua ricerca e nello studio dei documenti che testimoniano la storia della gio-stra, rappresenta uno spazio culturale che promuove la storia e la tradizione della Città di Oristano facendo vivere tutto l’anno ai turisti e agli appassionati l’emozione della Sartiglia.

Indirizzo: Via Sant’AntonioApertura a cura della Fondazione Sa Sartiglia Onlus.Orario di apertura: Sabato 12 e Domenica 13 ore 9.00-13.00; 16.00-19.00.

Centro di documentazione sulla

Sartiglia

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20 oristano

AITINERARIO

9

La chiesa di San Mauro Abate sorge in prossimità del lato occidentale della cin-ta muraria medievale di Oristano. Il recente rinvenimento di docu-menti ad opera dello studioso oristanese Gabriele Luperi ha consentito di indivi-duare con certezza tale monumento. Tali documenti, tutti del XVII e XVIII secolo, sono costituiti dai registri manoscritti del Gremio dei Calzolai e del-la Confraternita della Pietà che qui aveva-no sede. Si apprende inoltre che nella chiesa di San Mauro Abate vi

erano le cappelle dei Santi Crispino e Crispiniano di pertinenza del Gremio dei Calzolai, e quella della Santissima Vergine del-la Pietà relativa alla Confraternita della Pietà. Nei secoli XVIII e XIX, attraverso l’esame dei registri contabili, si nota che la chiesa aveva come seconda titolatura quella della Ss.ma Virgen de la Piedad. La chiesa di San Mauro Abate presenta attualmente la facciata originale visibile sul lato nord, e una facciata laterale co-struita in stile tardo neoclassico nel 1878, prospiciente sulla via Sant’Antonio. Per quanto riguarda la facciata antica sul lato breve dell’edificio attualmente è possibile osservarla sul lato del cortile interno, oggi adibito a piazzetta. All’interno della chiesa di San Mauro vi sono tre navate, che si prolungano fino ad inglobare il presbiterio. Sulla navata meridionale si apre una porta per dare accesso al locale della sacrestia. In seguito ai recenti lavori di restauro dell’edificio, si sono potute evidenziare le tre fasi edilizie della chiesa: quella più antica riferibile all’epoca bizantina, una databile tra il 1500-1600 e infine una settecentesca. Attualmente l’edificio ospita la Pastorale Giovanile Diocesana

Indirizzo: Via Sant’AntonioVisite guidate a cura dell’Istituto Magistrale “San Giusep-pe” e Pastorale Giovanile Diocesana.Orario di apertura: Sabato 12 e Domenica 13 ore 9.30-13.00; 15.30-19.00.In questo sito si terranno degli eventi collaterali, ti invitia-mo a scoprirli a pagina 8.

Chiesa di

San Mauro Abate

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21monumentiaperti

AITINERARIO

10/11

Due documenti epigrafici, anticamente collocati sulle torri di San Filippo e San Cristoforo, situate rispettivamente agli ingressi nord e sud della città e oggi custoditi presso l’Antiquarium Arborense, rappresentano le fonti principali della realizzazione della fortifica-zione oristanese ad opera del giudice Mariano II sul finire del XIII secolo. Il circuito murario si snodava per un percorso di 2 km lungo le attuali vie Mazzini, Angioi, V. Emanuele, Duomo e De Castro, rafforzato da torrioni difensivi merlati in corrispondenza delle porte e da 28 torrette quadrilatere. La pianta più antica in cui compare il perimetro della mura fu realizzata dall’ingegnere Rocco Capellino nel 1554, al quale fu assegnato l’incarico di rea-lizzare un progetto di restauro dell’intera fortificazione. Su Portu, ossia la città all’interno delle mura, era diviso nei quartieri di Port’a Ponti, Port’a Mari, Sant’Antonio, Sa ruga Noa e Santa Chiara, derivando la denominazione dall’edificio, civile o religioso, più rile-vante. I piccoli agglomerati posti fuori le mura erano detti borghi. Dai documenti si evince che le mura sin dal XV sec. avevano bisogno di restauro. È del 1907 la delibera dell’amministrazione comunale dell’abbattimento della Porta a Mare. Dell’antica fortifi-cazione, oltre alle torri di Mariano II e di Portixedda e quella mino-re sita nella via Mazzini, si possono osservare i frammenti di cinta muraria nelle vie Cagliari e Sant’Antonio e all’interno di edifici pri-vati nelle vie Ichnusa e Diego Contini (Casa Loddo). Brevi segni, ma comunque utili per fornire dati sulle caratteristiche dell’intera opera, realizzata in muratura di tipo affogata, cioè costruita da pietrame eterogeneo per qualità e dimensione, legato dalla malta nella quale veniva gettato alla rinfusa e poi livellato.

Indirizzo: Via Sant’Antonio ang. Via Cagliari e Via Diego Contini ang. Vico Umberto I.Presso la casa Loddo, visite guidate in Italiano e Inglese a cura dell’Istituto Magistrale “benedetto Croce”.Orario di apertura:Sabato 12 e Domenica 13 ore 10.00-12.30; 16.00-18.00.

Si ringrazia la famiglia Loddo per la disponibilità.

Cinta muraria

medievale

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AITINERARIO

12Archivio di

Stato

L’Archivio di Stato di Oristano è un uffi-cio periferico del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. La sua missione istituzio-nale è la tutela, la conservazione e la valo-rizzazione degli archivi “storici” degli uffici statali presenti, o cessati, nella Provincia, afferenti a diversi Ministeri (Interno, Difesa, Giustizia, Finanze, Lavoro, Pubblica Istru-zione, etc.). Benché istituito nel 1975, a seguito dell’Istituzione della Provincia, l’Archivio di Stato di Oristano conserva un patrimonio documentario che in lunghezza

si sviluppa per circa 3 chilometri e i documenti partono in alcuni casi (atti notarili) dalla metà del Settecento. Relativamente alla pubblica istruzione vanta una cospicua documentazione: circa 12.000 registri di tutte le scuole elementari della Provincia dal 1860 e circa 200 registri delle scuole superiori, sempre dal 1860. La mostra di documenti e registri del De Castro che, in occasio-ne della manifestazione Monumenti Aperti 2011, sarà allestita e illustrata dagli allievi del Liceo, punta a far conoscere le tappe che hanno segnato la nascita e lo sviluppo della prestigiosa scuola, a partire dall’istituzione del Ginnasio (1860), sorto a seguito della legge Casati come trasformazione del Collegio Filosofico gestito dai Padri Scolopi fin dalla metà dei Seicento, per arrivare all’istitu-zione del triennio liceale nel 1935. La mostra, che vuole essere un omaggio ad una scuola che ha appena festeggiato i 150 anni della sua attività, è dedicata ad al-cuni ex allievi del Ginnasio che, per i prestigiosi traguardi raggiunti nell’ambito della politica e della cultura, costituiscono l’orgoglio del liceo “De Castro”, della città di Oristano e della sua provincia.Nell’ambito dell’esposizione si potranno dunque vedere- il primo registro del Ginnasio con l’elenco degli iscritti alle 5

classi nell’anno 1860-61;- il registro dei voti dei primi studenti del Liceo nell’anno scolasti-

co 1935-36, e il registro dei primi alunni che hanno conseguito il diploma;

- registri di verbali che documentano la vita della scuola dalla fine dell’Ottocento alla prima metà del Novecento (ad es. de-liberazioni del Comitato dei Padri di Famiglia; deliberazioni del Collegio dei Professori);

- registri e documenti riferiti a tre studenti illustri del De Castro: Antioco Zucca, Antonio Gramsci, Raimondo Carta Raspi.

Indirizzo: Piazza Ungheria, 9Visite guidate a cura di: Liceo Classico “De Castro”, con la collaborazione del personale dell’Archivio di Stato. Orario di apertura: Sabato 12 ore 9.30-13.00.

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23monumentiaperti

AITINERARIO

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Edificata sul finire del XVI e gli inizi del XVII secolo, la chiesa di San Sebastiano è considerata la più antica chiesa parrocchiale dei borghi della città. I libri parrocchiali registrano nascite, battesimi, matrimoni e decessi a partire dal 1615, anni segnati dall’imperver-sare della peste anche nel territorio di Oristano. Lo stesso edificio ecclesiastico venne eretto e quindi dedicato al martire invocato contro questo male. Per diversi secoli, il 20 gennaio, giorno di San Sebastiano, una lunga processione dalla Cattedrale si indirizzava verso la chiesa dedicato al Santo che in più occasioni liberò la nostra città dalla peste. L’edificio, che presenta una facciata di recente restaurata, presenta all’interno un’unica navata e alcune cappelle su entrambi i lati. L’abside della chiesa è rivolta verso la via figoli, sa ruga de is congiolargius, l’antica strada che come ricorda ancora oggi il nome, un tempo era occupata dalle botteghe degli artigiani della ceramica che, famosi in tutta l’isola ma non solo, pro-ducevano eccellenti stoviglie, vasellame e brocche in terracotta. Un’ampia scalinata conduce verso l’ingresso dell’edificio al quale, un tempo, era annesso un antico cimitero. Un ex voto del 1860, custodito in chiesa, documenta come le esondazioni del fiume Tirso, ancora sprovvisto di solidi argini, allagavano l’intera piazza Roma. L’intero isolato, occupato dalla chiesa di San Sebastiano, dalle sue pertinenze e dagli altri edifici compresi nelle vie Figoli, Mazzini, vico Mazzini e piazza Roma, sino agli anni Cinquanta co-stituivano il teatro dell’Ardia di San Costantino, la tradizionale corsa di cavalli che si correva in città il 6 e 7 luglio in onore del Santo Imperatore la cui statua ancora oggi si trova in chiesa.

Indirizzo: Piazza Roma, 59Visite guidate a cura della Scuola Primaria di via bellini dell’Istituto Compensivo n. 2Orario di apertura: Sabato 12 e Domenica 13 ore 9.30-13.00;15.30-19.00. Orari messe: Sabato ore 19.00, Domenica ore 8.00, 10.00

In questo sito si terranno degli eventi collaterali, ti invitia-mo a scoprirli a pagina 8.

Chiesa di

San Sebastiano

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24 oristano

AITINERARIO

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Un’iscrizione, origina-riamente posta sull’ar-co della porta d’ingres-so e oggi conservata presso l’Antiquarium Arborense, consente di datare con precisione la torre, eretta nell’in-gresso nord della città nel 1290, e attribuirla all’opera di Mariano II. L’accesso era dotato presumibilmente di ponte levatoio, difeso da un piombatoio e da un doppio sistema di chiusura che pre-vedeva una saraci-

nesca, azionata da argani sistemati al secondo piano, ed una seconda porta a battenti. La torre, innalzata su un filare di blocchi in basalto, è costruita per il resto interamente in conci squadrati d’arenaria che fino ad una altezza di m. 5,20 presentano una lavorazione a bugnato, utilizzata anche nei conci che inquadra-no il fornice a tutto sesto dell’ingresso. L’impianto architettoni-co si compone di due volumi sovrapposti; il corpo principale a base quadrata, alto 19 metri, è sovrastato da merli guelfi. Chiuso solamente su tre lati, tale corpo era ripartito in tre piani tramite tavolati lignei poggianti su travi. Al primo piano si aprivano due porte che mettevano in collegamento con il camminamento di ronda della muraglia e due feritoie. Altre tre feritoie, di cui una sul prospetto principale, si aprono al secondo piano. Il terzo piano costituisce infine la base per una torretta alta quasi dieci metri, con una rastremazione scandita da due lesene e sovrastata da tre merli guelfi per lato. Nella torretta trova posto una campana, posta sotto il marchesato di Antonio Cubello, eseguita nel 1430 da Bernardo Guardia, raro esempio in Sardegna di campana ad uso civico, che riporta ripetuta per 24 volte la salutazione angeli-ca Ave Maria intervallata da piccoli tralci di rosa. È del 1500 il pri-mo documento che cita la torre denominandola Torre de Port’e Ponti, mentre nelle delibere comunali dei secoli XIX-XX è menzio-nata come Torre di San Cristoforo, da un retablo cinquecentesco del santo che un tempo era custodito al suo interno.

Indirizzo: Piazza RomaVisite guidate a cura della Scuola Primaria di via Solferino dell’Istituto Comprensivo n. 1 con la collaborazione della Cooperativa La Memoria Storica, dell’Associazione Avidi-caf e Cisom Sezione di Oristano.Sabato 12 e domenica 13 ore 9,30-13,00; 15,30-19,00.

Torre di

Mariano II

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25monumentiaperti

AITINERARIO

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Il palazzo prende il nome dal titolo nobiliare di Don Damiano Nurra Conca che viene insignito del titolo di Marchese d’Arcais dal re sabaudo Carlo Emanuele III, con Diploma del 23 agosto 1767. Il titolo d’Arcais deriva dal nome di due peschiere, Arcai Mannu e Arcai Pittiu, situate nei pressi di Zerfaliu, che facevano parte del patrimonio immobiliare del Marchese. Il titolo di Marchese venne concesso in questo caso a persona non nobile, quale in effetti era Damiano Nurra. Il facoltoso possidente oristanese, venuto a co-noscenza del progetto di popolamento della penisola del Sinis da parte del Regno sabaudo, in vista di una miglior difesa del Golfo di Oristano da sempre minacciato dalle incursioni barbaresche, chiese allo stesso viceré di Sardegna Alfieri di Cortemiglia l’infeu-dazione del territo-rio, proponendo il pagamento di 216 mila lire di Piemonte pari a 254 mila scu-di sardi. Il Palazzo di residenza di Don Damiano Nurra Conca venne edi-ficato nel corso Umberto, nel cuore della città; alla sua munificenza si deve inoltre la costruzio-ne di una chiesa e un convento do-nato dallo stesso Marchese all’ordi-ne dei Carmelitani il 27 aprile 1782.Il palazzo presenta un’austera facciata appena movimen-tata dalle mostre modanate in pietra trachitica rossa; una nota decisamente più frivola è data invece dai balconcini semicircolari che ornano le aperture al piano no-bile. Un cupolino campaniforme ricoperto di maioliche policrome dà luce allo scalone interno che, dopo la prima rampa, si bifor-ca e conduce ai piani alti del palazzo. Attualmente il Palazzo, di proprietà dell’Amministrazione Provinciale di Oristano, di recente restaurato, è destinato a sede del futuro Museo Regionale della Sardegna Giudicale.

Indirizzo: Corso Umberto Edificio in restauroVisibile solo esternamente

Palazzo

Arcais

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AITINERARIO

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Il museo comu-nale Antiquarium Arborense di Ori-stano nasce nel 1938 come ter-zo polo musea-le pubblico della Sardegna, con l’ac-quisizione da parte della municipalità della collezione ar-cheologica dell’Avv.

Efisio Pischedda. Costui abbinò alla quotidiana attività forense la passione per l’archeologia, riuscendo a comprendere numerose raccolte archeologiche e realizzando nel XIX sec. la più cospicua collezione privata della Sardegna, con preziosi reperti provenienti da Tharros e dal territorio del Sinis. L’importante collezione è oggi ospitata nell’elegante palazzo neoclassico appartenuto all’ono-revole Salvatore Parpaglia, prestigioso avvocato oristanese del tardo Ottocento. Durante il periodo fascista il palazzo divenne la Casa del Fascio oristanese; in seguito, divenuto proprietà comunale, ospitò uffici comunali, una scuola media e la sede dell’ambulatorio dell’ufficiale sanitario. Nel 1983 iniziarono im-portanti lavori di restauro e nel 1992 il palazzo divenne la nuova sede del Museo Archeologico cittadino Antiquarium Arborense, dedicato al suo primo curatore Giuseppe Pau. Ai reperti, che ab-bracciano un arco cronologico che va dall’età preistorica a quella medievale, si affiancano due interessanti plastici ricostruttivi: la città romana di Tharros del IV sec. d.C. e la capitale giudicale arborense del XIV secolo. Sono custoditi inoltre tre deliziosi re-tabli testimonianza della scuola pittorica sardo iberica: il retablo del Santo Cristo, opera di Pietro Cavaro del 1533, quello della Madonna dei Consiglieri, realizzato nel 1565 da Antioco Mainas, e il prezioso retablo di San Martino di scuola catalana, risalente al primo Quattrocento. L’Antiquarium Arborense è l’unico museo dell’isola a disporre di una sezione espositiva dedicata ai non vedenti e agli ipovedenti, dove è possibile toccare con mano alcuni fra i più bei manufatti esposti al Museo o facenti parte del patrimonio culturale cittadino.

Ingresso in Piazza Corrias.Visite guidate a cura di: personale dell’Antiquarium Arbo-rense, Cooperativa La Memoria Storica.La visita guidata alla sezione tattile sarà a cura delle guide dell’Unione Italiana Ciechi.Orario di apertura: Sabato 12 e Domenica 13 ore 9.00-14.00; 15.00-20.00.

In questo sito si terranno degli eventi collaterali, ti invitia-mo a scoprirli a pagina 9.

Antiquarium Arborense

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27monumentiaperti

AITINERARIO

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La statua di Eleonora d’Arborea insiste sull’omonima piazza che, situata nel cuore del centro storico, ha mantenuto l’impronta clas-sicista conferitagli nella prima metà dell’Ottocento. Su di essa si affacciano alcuni dei più significativi edifici della città: sul lato nord il complesso architettonico degli Scolopi, oggi adibito a Palazzo Civico, all’angolo del corso Umberto I l’elegante palazzo Corrias- Carta, e al lato opposto il settecentesco palazzo Mameli dai raf-finati balconcini in ferro battuto e il Palazzo Campus-Colonna. Al centro della piazza è collocato il monumento ad Eleonora d’Arbo-rea, opera celebrativa dello scultore Ulisse Campi e dell’architetto Mariano Falcini, inaugurata con solennità il 22 maggio 1881. Nei bassorilievi in bronzo vi sono scolpite la messa in rotta del campo aragonese nel Castello di Sanluri e la promulgazione della Carta de Logu. La giu-dicessa d’Arbo-rea, nata forse nel 1347 e morta probabilmente di peste nel 1403, andò in sposa a Brancaleone Doria dal qua-le ebbe due fi-gli, Federico nel 1377 e Mariano nel 1379. Nel marzo del 1383 le giunse la notizia della morte del fratello, il giudice Ugone III. A partire da quel momento resse come giu-dicessa reggente in nome e per conto dei figli ancora minorenni le città, le terre e i castelli del regno dell’Arborea. Per sua volon-tà nel 1388 stipulò col sovrano catalano-aragonese Giovanni I il Cacciatore una pace che segnò dopo oltre trent’anni l’interru-zione della guerra tra i due popoli. Durante la tregua la stessa giudicessa decise di aggiornare il codice di leggi già emanato da suo padre Mariano IV promulgando, nell’ultimo scorcio del Quattrocento, una nuova Carta de Logu d’Arborea, raccolta di norme di diritto processuale e positivo, civile e penale che rispon-desse ad una nuova esigenza di certezza del diritto; a partire dal 1420 e sino al 1827 tali norme saranno estese a tutto il Regno di Sardegna, seppure con l’introduzione di profonde modifiche.

Indirizzo: Piazza Eleonora d’Arborea

Piazza e statua di

Eleonora d’Arborea

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28 oristano

B-CITINERARIO

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L’Archivio Storico del Comune di Oristano, nel-la sede del Convento de-gli Scolopi nella Piazza Eleonora d’Arborea, offre uno spaccato straordina-rio della storia della città dal 1479, data in cui, in seguito alla caduta del Marchesato oristanese, il centro di Oristano fu elevato al rango di Città Regia, sino ai documen-ti più recenti prodotti nel corso dell’attività ammi-nistrativa della città. Nel 1937 il professor Antonio Era dell’Università di Sas-sari redige il primo inven-tario della Sezione Antica dell’Archivio.L’intera documentazione è stata di recente oggetto

di un lungo intervento finalizzato al riordino delle carte. Gli atti riguardanti la Città Regia (1479-1848) sono stati interamente di-gitalizzati e sono quindi agevolmente consultabili nelle postazioni informatiche presenti nella sala studio. A seguito dell’intervento di riordino, l’Archivio è stato suddiviso in due Sezioni: quella antica che conserva i documenti dal 1479 al 1848, e la sezione storica per gli anni 1848-1958. Si segnalano, fra i tanti documenti della sezione più antica, alcuni frammenti di codici miniati risalenti al medioevo giudicale, recuperati in fase di restauro, le pergame-ne contenenti i privilegi concessi alla città dai sovrani spagnoli, gli atti parlamentari e i registri di Consiglieria, ossia le raccolte di delibere del Consiglio civico a partire dal 1500. Tra la docu-mentazione storica, si segnalano le lettere di Carlo Pisacane e la corrispondenza con Giuseppe Garibaldi al quale fu concessa la cittadinanza onoraria oristanese. Va ricordata, infine, la Sezione di deposito che interessa gli anni dal 1959 al 1995 e contenente i documenti più recenti prodotti nel corso dell’attività amministra-tiva della città.

Indirizzo: Piazza Eleonora d’ArboreaApertura a cura del personale del Comune di Oristano e della cooperativa La Memoria Storica.Orario di apertura: Sabato 12 e Domenica 13 ore 9.30-13.00; 15.30-19.00.

Archivio

Storico Comunale

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29monumentiaperti

CITINERARIO

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Il Convento de-gli Scolopi, situa-to all’angolo tra piazza Eleonora e corso Umberto, ospita l’aula consi-liare e diversi uffici del l ’amministra-zione comunale. Le prime notizie storiche che testi-moniano l’esisten-za del complesso risalgono al 1535 e sono tratte dai verbali delle riunioni consi-liari. Nel 1676 il ricco mercante oristanese Michele Pira decise di far costruire a sue spese un collegio per dodici religiosi ac-canto alla chiesa di San Vincenzo, nella cui costruzione era già intervenuto venticinque anni prima. Sorsero così il 17 luglio 1681 le scuole Pie curate dagli Scolopi. La fondazione rimase attiva fino al 1866, anno di soppressione degli ordini religiosi. Con la soppressione del Convento degli Scolpi i beni in esso custoditi passarono allo Stato. Al posto del Convento fu aperto il Regio Ginnasio e successivamente l’edificio fu destinato a sede del Tribunale. L’ingresso della Sala Consiliare è segnato da un impo-nente portale in arenaria. All’interno la sistemazione della platea e del controsoffitto ne nascondono l’antica vocazione religiosa. Nel XIX secolo Antonio Cano, scultore e architetto attivo a Cagliari, intervenne sulla chiesa. Della sua opera rimangono le 4 statue degli Evangelisti a tutt’oggi collocate nelle nicchie dell’ex chiesa di San Vincenzo. Infine è da segnalare, come particolare elemen-to decorativo, il grazioso balcone in ferro battuto della finestra che si affaccia sull’aula e permette una visuale completa della sala. Sullo stesso piano, percorrendo un corridoio cadenzato dalle scansioni ritimiche degli archi, si giunge alla Sala Giudicale in cui sono custoditi due grandi dipinti di Antonio Benini sulla vita della giudicessa oristanese: Matrimonio di donna Eleonora e Proclamazione della Carta de Logu. In questa sala ha trovato giusta collocazione la corona in bronzo che le donne venezia-ne hanno donato nel 1884 al Comune di Oristano in onore di Eleonora d’Arborea.

Indirizzo: Piazza Eleonora d’ArboreaApertura a cura del personale del Comune di Oristano.Visite guidate a cura dell’Associazione Italia Nostra - Se-zione Provinciale di Oristano (Sinis-Cabras- Oristano).Orario di apertura: Sabato 12 e Domenica 13 ore 9.30-13.00; 15.30-19.00.

Palazzo degli

Scolopi

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1 Antica Canonica della Cattedrale 2 Cattedrale di Santa Maria Assunta 3 Seminario Tridentino 4 Chiesa di San Francesco 5 Chiesa del Santo Spirito 6 Chiesa e ospedale di Sant’Antonio Abate 7 biblioteca comunale 8 Centro di Documentazione sulla Sartiglia 9 Chiesa di San Mauro Abate 10 Cinta Muraria 11 Cinta Muraria (casa Loddo) 12 Archivio di Stato 13 Chiesa di San Sebastiano 14 Torre Mariano II 15 Palazzo Arcais 16 Antiquarium Arborense 17 Piazza e statua di Eleonora d’Arborea 18 Archivio storico comunale 19 Palazzo degli Scolopi 20 Palazzo di Città 21 Palazzo Campus – Colonna 22 Sede Gremio dei Falegnami

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31monumentiaperti

23 Chiesa e Monastero del Carmine 24 Chiesa di San Domenico 25 Chiesa e Monastero delle Cappuccine 26 Chiesa di Santa Lucia 27 Casa di Eleonora 28 Teatro civico “Garau” 29 Chiesa e Monastero di Santa Chiara 30 Torretta medievale (casa Palmieri) 31 Torre di Portixedda 32 Chiesa di San Saturnino (intra muros) 33 Chiesa della Vergine Immacolata, convento dei Cappuccini 34 Chiesa di San Martino 35 Cimitero di San Pietro 36 Chiesa di San Giovanni battista 37 Chiesa di Sant’Efisio Martire 38 Chiesa di Santa Maria Maddalena (Silì) 39 Chiesa di San Nicola – Oratorio delle Anime (Massama) 40 Chiesa di Santa Petronilla (Donigala) 41 Santuario basilica di Nostra Signora del Rimedio 42 Portale Vito Sotto (Rimedio) 43 Cantina della Vernaccia di Oristano 44 Gran Torre (Torregrande)

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32 oristano

CITINERARIO

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L’edificio all’angolo tra piazza Eleonora e piazza Martini, oggi sede dell’uf-ficio tecnico, era il Palazzo di Città e, secondo le magi-strature che si sono succedute, del Po-destà.

La sua lunga storia ha inizio nel XV secolo. il 15 maggio 1481 il Procuratore Generale concedeva in enfiteusi ai consiglieri di Oristano una casa distrutta, situata dentro le mura della città, per costruirvi la Casa del Consiglio. Prima della costruzione di que-sto fabbricato le riunioni consiliari si tenevano nella chiesa di San Vincenzo, dove si svolgono attualmente, e dove si sono svolte anche dal 1535 al 1536. Nel 1540 si ha notizia della costruzione della Casa di Città, la quale fu inaugurata nel 1563 come ricorda una lapide affissa all’interno dell’edificio, tutt’ora visibile. Il 13 no-vembre del 1554 il Viceré de Heredia, rispondendo ad una lettera del Consiglio civico dava la facoltà di acquistare i cortili confinan-ti con la Casa della Città. In un’altra lettera del 22 marzo 1556 Jaume Nosho vende al Consiglio un’appezzamento di terreno, anche questo acquistato con lo scopo di ampliare e allargare l’edificio comunale. Nel 1564-65 si stipula il contratto con mestre Antioco Majnas pintor dela ciutat de Caller, con il quale questi si impegnava a dipingere un retablo destinato alla Cappella della Casa della Città, composto da sei riquadri superiori e sette in-feriori. La parte centrale di questo retablo, oggi conservato nella Pinacoteca dell’Antiquarium Arborense, rappresenta la Madonna in trono, con ai piedi cinque consiglieri, i cui nomi sono riportati sulla toga di ciascuno. Nel 1873 il muro della facciata dell’antica casa comunale cedette. Le uniche testimonianze che rimango-no dunque sono il retablo dei consiglieri e la lapide citata prece-dentemente. Un’opera artistica di sicuro interesse che possiamo ammirare oggi in questo palazzo è la grande tela romboidale l’Apoteosi di Eleonora realizzata nel 1931 da Carlo Contini per il soffitto dell’aula consiliare del Palazzo di Città. Degno di nota, infine, l’ufficio al primo piano, destinato, come recita l’Inventario degli Uffici Comunali del 1930, a Ufficio di Gabinetto del Podestà. Il soffitto e gli arredi sono stati realizzati in legno sapientemente intagliato in un insieme di cornici e finte mensole.

Indirizzo: Piazza Eleonora d’Arborea

Visibile solo esternamente

Palazzo di Città

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33monumentiaperti

CITINERARIO

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Il Palazzo Campus Colonna è uno storico edificio signorile ac-quistato solo in tempi recenti dall’Ammini-strazione Comunale. La struttura attuale ha preso il posto di un precedente edificio, dalle linee più semplici, del quale sono state mantenute le finestre della facciata principale, rese più aggraziate da particolari decorativi. Nei locali del palazzo è esposta un’ampia rassegna di quadri realizzati da artisti che hanno fatto la storia del Novecento sardo come Antonio Ballero, Mario Delitala, Carmelo Floris, Foiso Fois, Pietro Manca.L’ingresso si apre al pubblico con tre grandi quadri, due del ‘800 e uno del ‘900, che arricchiscono la scalinata principale. Si tratta di due rappresentazioni dei reali di casa Savoia commissionati dall’Ammini-strazione Comunale dell’epoca agli artisti isolani Marghinotti e Caboni e di una rappresentazione della Giudicessa Eleonora d’Arborea di Antonio Corriga donata dalla famiglia Aiello-Dettori. Al primo piano la Sala della Giunta offre la possibilità di ammirare alcuni dipinti che rappresentano altrettante feste cittadine: La fiera di Santa Croce di Antonio Corriga, La Sagra del Cristo e Sa Sartiglia di Carlo Contini. L’arredamento di questa sala, oltre al grande tavolo ovale utilizzato per le riunioni della Giunta, comprende i mobili d’epoca provenienti dall’eredità Molino, tra i quali merita particolare attenzione l’armadio realizzato artigianalmente utilizzando come ante i pannelli di un’antica porta. Una vetrina custodisce gli stendardi cittadini e gli argenti che facevano parte del corredo da scrittoio del Consigliere Capo. Il pezzo più interessante è la mazza cerimoniale in argento sbalzato e inci-so realizzata dagli argentieri sassaresi Del Piano e Frigido nel 1651. Questa mazza era utilizzata per il rito dell’insacolazione, l’elezione dei consiglieri, che consisteva nell’estrazione dei nomi da cinque sacchetti nel giorno di Sant’Andrea e veniva portata in processione nelle feste in onore di Santi Alessandro, Archelao, Giovanni, Maria e Vincenzo. Negli uffici del Sindaco oltre agli arredi di notevole pregio quali una specchiera con cornice finemente lavorata della fine del XVIII secolo e i mobili d’epoca provenienti dall’eredità Molino è da segnalare un’opera della fine dell’Ottocento del pittore Antonio Benini raffigurante Eleonora d’Arborea.

Indirizzo: Piazza Eleonora d’ArboreaApertura a cura del personale del Comune di Oristano.Visite guidate a cura dell’Associazione Italia Nostra - Se-zione Provinciale di Oristano (Sinis-Cabras- Oristano).Orario di apertura: Sabato 12 e Domenica 13 ore 9.30-13.00; 15.30-19.00.

Palazzo

Campus - Colonna

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34 oristano

Sede del

Gremio dei falegnamiCITINERARIO

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La sede del gre-mio dei falegna-mi rappresenta l'antico luogo di riunione dei soci di una delle istituzioni più an-tiche della città di Oristano. La corporaz ione, posta sotto l'in-vocazione di San

Giuseppe, la cui elegante cappella si trova nell'adiacente Catte-drale di Santa Maria Assunta, nasce intorno al XVI-XVII secolo per riunire i maestri falegnami che esercitavano l'arte in città. Tra le attività del gremio, il cui più antico statuto risale al 1693, per antica tradizione, vi è l'organizzazione della Sartiglia dell'ultimo martedì di carnevale. Presso i locali della sede, che per lunghi anni sino alla metà del secolo scorso hanno ospitato la cerimonia di svestizione de su Componidori della Sartiglia del martedì, sono custodite le memorie del gremio e numerose testimonianze lega-te all'organizzazione dell'antica giostra.

Indirizzo: Via Eleonora d'ArboreaApertura a cura del Gremio dei Falegnami di San GiuseppeOrario di apertura Sabato 12 e Domenica 13 ore 10.00-12.00; 16.00-19.00

Laboratorio di Restauro

Restauro Arborense

In occasione di Monumenti Aperti il laboratorio propone una due giorni di restauro di opere sacre, attraver-so cui saranno svelati alcuni misteri e tecniche legate a questo percor-so d’arte e consentiranno al pub-blico un accesso diretto a questo storico ed impegnativo mestiere.

Indirizzo: Via Ciutadella de Me-norca Apertura a cura del Laborato-

rio di Restauro, Direzione artistica Alberto Severino. Orari di apertura Sabato 12 e Domenica 13 ore 10.00-13.00; 16.00-20.00

CITINERARIO

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35monumentiaperti

DITINERARIO

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La chiesa e il monaste-ro del Carmine costi-tuiscono un unico fab-bricato di stile rococò realizzato tra il 1776 e il 1785. L’opera, attribuita all’architetto piemon-tese Giuseppe Viana, fu realizzata a spese di Don Damiano Nurra Conca, Marchese d’Ar-cais, che il 27 aprile 1782 la donò all’Ordine dei Carmelitani. La chie-sa, costruita su pianta ovoidale, è movimen-tata dall’inserimento di quattro cappellette e dall’altare maggiore. Lo schema del monastero si snoda attorno ad un chiostro quadrangolare bordato ai lati da un per-corso scandito da una successione, per tutti i tre piani, di volte a vela, che si prolunga sul lato ovest con un’alternata cadenza di volte a crociera. Soppresso nel 1866, a seguito alla confisca dei beni ecclesiastici da parte del Regno Sabaudo, dal 1962 fino al 1986 fu utilizzato come caserma di una Compagnia di Carabinieri e in seguito ospitò degli uffici amministrativi. Dal 1997 ospita la sede universitaria decentrata di Oristano, con i corsi di laurea in Economia e Gestione dei Servizi Turistici e in Biotecnologie Industriali dell’Università di Cagliari, il corso di laurea in Tecnologie Viticole, Enologiche, Alimentari dell’Università di Sassari, con i curricula in Tecnologie Alimentari e in Viticoltura ed Enologia, e la Scuola di Specializzazione in Archeologia Subacquea e dei Paesaggi Costieri, oltre agli uffici del Consorzio UNO, ente di pro-mozione degli studi universitari in provincia di Oristano. Tutte le info sulla sede universitaria di Oristano sul sito www.consorziouno.it

Indirizzo: Via del Carmine.Visite guidate a cura di: Sezione musicale della Scuola Me-dia “G. Deledda” dell’Istituto Comprensivo n. 3, con la col-laborazione dell’Associazione Garibaldini a cavallo e del Consorzio UNO. Orario di apertura: Sabato 12 e Domenica 13 ore 9.30-13.00; 15.30-19.00.

In questo sito si terranno degli eventi collaterali, ti invitia-mo a scoprirli a pagina 8.

Chiesa e Monastero del Carmine

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36 oristano

DITINERARIO

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La chiesa ed il convento di San Domenico vennero edifica-ti nel 1634 ad opera del no-bile oristanese Don Baldassarre Paderi. L’intero complesso ospi-tò i frati domeni-cani che già of-ficiavano il culto

nel complesso del San Martino, posto fuori dalle mura cittadi-ne. In seguito alla soppressione degli ordini religiosi, i domeni-cani dovettero lasciare il convento nel 1832, mentre la chiesa è ancora retta dal delegato ecclesiastico dell’Arciconfraternita del Santissimo Nome di Gesù, che era presente fin dall’erezione del-la chiesa e che rimase incaricata dell’edificio. Nel 1920, grazie alle cure dell’Arciconfraternita e del Canonico Rettore A. Melis, la chiesa, dopo essere stata utilizzata dai militari durante la Prima Guerra Mondiale, fu decorosamente riabbellita. L’edificio, che tra gli antichi monumenti religiosi cittadini rappresenta la chiesa più grande e spaziosa dopo la cattedrale, completamente pavimen-tato, con la realizzazione dell’altare maggiore e del retablo ligneo in stile gotico e arricchito con deliziose decorazioni, fu restituito al suo primo splendore. La chiesa con alto prospetto timpanato, presenta una navata unica e due cappelle sul lato destro, una dedicata a San Vincenzo e l’altra, direttamente legata all’Arci-confraternita, al Santissimo Nome di Gesù. Nell’ingresso della chiesa vi è una gran pila in marmo per l’acqua benedetta del 1633, donata dal Canonico Mancosu Dessì, forse nel momento in cui venne fabbricata la stessa chiesa. Nel XIX secolo nei locali del convento vennero aperti gli uffici dei preposti alle gabelle, in seguito, nel 1924, divennero sede della Caserma delle Guardie di Finanza mentre attualmente ospita gli uffici del Demanio. Di recente l’edificio ecclesiastico ha subito un importante intervento di restauro che ha messo in evidenza nel presbiterio la bellissi-ma volta costolonata in stile gotico catalano, attualmente, sede dell’Azione Cattolica cittadina, l’edificio costituisce un Auditorium per piccoli congressi, conferenze e concerti musicali.

Indirizzo: Via LamarmoraVisite guidate a cura di: Liceo Classico “De Castro”. Apertura a cura dell’Azione Cattolica. Orario di apertura: Sabato 12 e Domenica 13 ore 9.30-13.00; 15.30-19.00.

Chiesa e convento di

San Domenico

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37monumentiaperti

DITINERARIO

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L’intero complesso religioso della chiesa e del convento delle mo-nache cappuccine venne edificato nel 1739 ad opera del facol-toso cittadino oristanese Pietro Ibba, il quale appagò in questo modo il desiderio delle sue due figlie di monacarsi. La prima comunità di monache cappuccine si fondò con l’arrivo in città di tre suore spagnole provenienti da Ozieri. Nel monastero le suore svolgevano una vita di clausura, nella preghiera e nel lavoro, inizialmente seguendo la regola di Santa Colletta, successivamente quella di Santa Chiara.La chiesa, annessa al complesso claustrale, è dedicata all’Imma-colata il cui simulacro è esposto al centro dell’altare maggiore, vi sono inoltre altri due altarini di cui uno dedicato al Sacro Cuore di Gesù, che si festeggia nel mese di giugno.

Indirizzo: Via LamarmoraVisite guidate a cura dell’Istituto Magistrale “San Giusep-pe”, con la collaborazione dell’Associazione Culturale Tamburini e Trombettieri Città di Oristano. Orario di apertura: Sabato 12 e Domenica 13 ore 10.00-12.00; 16.30-18.30.

Chiesa e monastero delle

Cappuccine

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38 oristano

DITINERARIO

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La chiesa di Santa Lucia risale ai secoli XVI e XVII. L’attuale pro-spetto, realizzato nella prima metà dell’Ottocento, si mostra in stile neoclassico, con un timpano sostenuto da quattro colonne mas-sicce. La chiesa è la cappella del Gremio dei Muratori. A partire dal XVI secolo, in Oristano, contadini, sarti, falegnami, muratori, vasai o figoli, calzolai e fabbri, erano riuniti in corporazioni, chiamate ori-ginariamente maestranzas o confrarias, poi gremi, ovvero posti in grembo sotto la protezione di un Santo patrono. Tali associazioni erano governate da statuti che dettavano norme per la costitu-zione, l’amministrazione, i doveri religiosi, la disciplina professio-nale, gli esami per i nuovi soci, le controversie di lavoro, le norme per la conservazione dei libri amministrativi e contabili e la cura delle cappelle. Ogni associato era vincolato al rispetto di molte-plici doveri religiosi, morali e sociali, poiché il principio di mutualità tra i soci era alla base del Gremio. Durante la festa del patrono,

il Gremio sorteg-giava o eleggeva i nuovi amministra-tori: i maggiorales, ovvero i massimi rappresentant i , i probiuomini e al-tre cariche.Ogni gremio aveva una propria sede e, per gli uffici divi-ni, aveva una cap-

pella in una chiesa accanto alla sede della congregazione, dove gli iscritti solevano radunarsi. L’attività dei Gremi è documentata fino alla seconda metà del XIX secolo: una legge del 29 maggio 1864 li abolì de iure, obbligandoli alla trasformazione in società di mutuo soccorso. Attualmente, solo a Sassari e ad Oristano que-ste istituzioni non hanno interrotto la propria attività. Nella città di Oristano risultano ancora oggi costituiti i Gremi dei contadini di San Giovanni Battista, dei falegnami di San Giuseppe e dei muratori di Santa Lucia. Le prime due corporazioni, per antica tradizione, organizzano la Sartiglia, secolare competizione eque-stre che ancora oggi si corre l’ultima domenica di carnevale e il martedì grasso.

Indirizzo: Via ParpagliaVisite guidate a cura di: Scuola Primaria del Sacro Cuore dell’Istituto Comprensivo n. 3.Apertura del sito a cura del Gremio dei Muratori di San-ta Lucia con la collaborazione dell’Associazione Culturale Tamburini e Trombettieri Città di Oristano.Orario di apertura: Sabato 12 e Domenica 13 ore 9.30-13.00; 15.30-19.00.

Chiesa di

Santa Lucia

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39monumentiaperti

EITINERARIO

27

Nel centro storico di Oristano, lungo la via Parpaglia, si trova la cosiddetta Casa di Eleonora. Tale attribuzione risulta impropria sia per la tipologia dell’edificio, sia perché la giudicessa proba-bilmente resse le sorti del giudicato abitando nel palazzo di resi-denza dei giudici in Piazza de sa Maioria, ovvero nell’attuale piaz-za Manno ove attualmente si trovano le carceri. Se alcune parti dell’edificio possono verosimilmente ascriversi al periodo giudi-cale, ad allontanare l’ipotesi di residenza dei giudici è il fatto che la tipologia della struttura sarebbe più riferibile a delle scuderie piuttosto che a un palazzo di corte. Il piano rialzato dell’edificio, aggiunto in epoca spagnola, presenta un soffitto con grandi ca-priate lignee recentemente restaurate. La differente epoca di co-struzione dei due piani si manifesta con assoluta chiarezza negli ornamenti decorativi posti in facciata, meno ricchi e sfarzosi al piano terra rispetto al primo piano. La facciata principale presen-ta aperture disposte in maniera asimmetrica e irregolare fra i due piani, sottolineate da una cornice spezzata marcapiano in trachi-te verde. Nel primo piano le finestre del lato destro sono inqua-drate da una cornice modanata, sormontata da un coronamento arricchito da due stemmi. Malgrado l’ultimo intervento di restauro che ha scagionato il rischio di caduta dei fregi calcarei, solo uno di essi risulta tutt’oggi leggibile e raffigura uno scudo bipartito sulla cui parte sinistra è rappresentato l’albero diradicato d’Ar-borea contrapposto al quale, sulla destra, si staglia un cavallo rampante. Probabilmente, nel corso dei secoli la presenza dello stemma dell’albero deradicato ha spinto le fantasie di appassio-nati e curiosi a voler individuare in questo edifico sa domu de Eleonora. Le finestre del lato sinistro, sormontate da un timpano, sono incorniciate da modanature riccamente decorate arricchite da colonnine, disegno che richiama modelli tardo gotico catalani.

Indirizzo: Via ParpagliaVisibile solo esternamente

Casa di

Eleonora

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40 oristano

EITINERARIO

28

Nella centralissima via Parpaglia, a pochi passi dalla Torre di Mariano II e dirimpetto alla cosi detta Casa di Eleonora, troviamo il Teatro Civico “Antonio Garau”. L’edificio, recentemente restaurato, rappresenta il salotto citta-dino che ospita importanti eventi legati alla cultura, dalla prosa al teatro, dai concerti alle conferenze. Il teatro, che nei suoi due ambienti, della sala al piano terreno e nella galleria, può ospitare circa 400 posti a sedere, è dedicato al noto commediografo ori-stanese Antonio Garau. Straordinario testimone della cultura sarda ed oristanese in par-ticolare, Antonio Garau nelle sue opere, scritte in lingua sarda campidanese, ripropone i temi della vita e della tradizione della sua terra. Intrise di un umorismo talvolta sanguigno, talvolta malinconico, sempre profondamente calate nella realtà quotidiana della gen-te da lui frequentata, le opere di Antonio Garau hanno varcato i confini regionali, facendo di lui nel dopoguerra una delle principali personalità della cultura del popolo sardo.

Indirizzo: Via Parpaglia

Visibile solo esternamente

Teatro civico

Antonio Garau

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41monumentiaperti

EITINERARIO

29

Nel 1343 venne edificato il com-plesso conventuale di Santa Chiara ad opera del giudice Pietro III d’Arborea, eretto su una preesistente chiesa dedi-cata a San Vincenzo. La chie-sa, edificata in forme gotiche, conserva ancora l’antica abside e non pochi avanzi dell’antico monastero. Nell’arcone dell’ab-side e in un concio situato nella facciata della chiesa, sopra la porta d’ingresso, sono ancora evidenti gli emblemi della fami-glia regnante. Tra i preziosi fram-menti di affreschi trecenteschi conservati all’interno, uno sem-bra riprodurre il giudice Mariano IV, che pone il primogenito, futu-ro giudice Ugone III, sotto la protezione della Santa. Si conserva inoltre l’importante iscrizione del 1348 che ricorda la sepoltura nel complesso claustrale di Costanza di Saluzzo, moglie del giudice Pietro III. A partire dalla erezione del convento i giudici arborensi stabiliranno un rapporto particolare con il monastero e con la chie-sa, da alcuni definita cappella palatina. È del 1356 il documento del pontefice Innocenzo VI che autorizza Timbora di Roccabertì, moglie del Giudice Mariano IV, ad avere libero accesso nel mona-stero, in compagnia delle due figlie Eleonora e Beatrice, per sette volte l’anno. Con un documento datato 19 aprile 1369, il sovrano Mariano IV fece al monastero una larga donazione annuale in favo-re di 13 suore, destinando al servizio religioso due suoi cappellani. Numerosi sono inoltre i documenti che testimoniano l’interesse dei Re Cattolici verso il monastero. L’archivio del convento custodi-sce documenti preziosi, sigilli di abbadesse e registri contabili del XV e XVI secolo che hanno rappresentato fonti straordinarie per lo studio della storia arborense. A partire dal 1420 in numerosi docu-menti viene nominato il Quartiere di Santa Clara, la Contrada Santa Chiara e la Ruga di Santa Clara. Il quartiere occupava tutta l’area compresa fra la chiesa e il monastero delle clarisse e l’attuale via Carmine e il corso Umberto.

Indirizzo: Via Santa ChiaraVisite guidate a cura di: Scuola Primaria Sa Rodia Istituto Comprensivo n. 4Orario di apertura: Sabato 12 e Domenica 13 ore 9.45-12.00; 15.00-17.00.Orario messa: 8.30.

Chiesa e monastero di

Santa Chiara

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42 oristano

EITINERARIO

30

Sulla via Mazzini, una delle strade che de-limitavano le antiche mura giudicali, all’in-terno di un cortile privato emerge una delle cinque torret-te quadrilatere che rafforzavano la cinta muraria di Oristano sul lato settentrio-nale della città. Le torrette, in numero di 27, aggettavano sulla cortina muraria per rendere più diffi-cile l’assedio secon-do le tattiche militari del Medioevo.Attualmente si con-servano brevi tratti dell’antica fortifica-zione medievale. Inglobati all’interno di edifici privati, si in-

dividuano nelle vie Solferino, Cagliari, Sant’Antonio e De Castro, particolarmente interessante risulta il tratto conservatosi nella via Diego Contini che raggiunge ancora oggi l’altezza di cinque metri per una lunghezza di altri quaranta. L’unica torretta superstite, re-alizzata in conci di arenaria squadrata, probabilmente provenienti dall’antica area di Tharros, è visibile all’interno del cortile privato di una abitazione.

Indirizzo: Via Garibaldi, 78. Orario di apertura: Sabato 12 e Domenica 13 ore 11.00-13.00; 16.00-19.00

Si ringrazia la famiglia Palmieri per la disponibilità.

Torretta medievale

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43monumentiaperti

EITINERARIO

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La torre detta di Portixedda si apre nell’angolo in cui la cinta mu-raria di nord-est si univa con quella di sud-est. L’individuazione delle fondamenta di una torre quadrata entro il torrione circolare, scoperta durante i lavori di restauro, induce a riportare la torre primitiva al XIII secolo, all’epoca della costruzione della cinta mu-raria e delle torri maggiori, sotto il regno di Mariano II d’Arborea, mentre il torrione circolare si dovrebbe assegnare all’epoca della dominazione spagnola (secoli XV-XVI). La fortificazione era dotata di feritoie strombate, a diversi livelli, da cui vennero tratte le tre saettiere riusate con adattamenti nel torrione circolare. Numerosi documenti relativi al XVI e XVII secolo, conservati nell’Archivio Storico di Oristano, menzionano la torre con il titolo di Porta de su Castellanu, testimonianza che secondo alcune ipotesi storiche rimanderebbe all’antica presenza presso la torre di un coman-dante, un funzionario, o ancora a un Castellanu, ovvero un’au-torità di un castello. Dopo un primo restauro avvenuto nel 1950, gli scavi svoltisi nel 1992 e nel 1994 permisero una lettura delle fasi edilizie della torre. Durante le indagini archeologiche furono ritrovati diversi materiali, fra questi un denaro reale di Alfonso V d’Aragona (1416 - 1458), coppe di botteghe di Montelupo e piatti ingobbati e graffiti di produzione oristanese, databili al XVI secolo. Nel piano di camminamento di ronda si trova, sul lato prospicien-te la piazza Mariano, un foro di circa 30 cm. di diametro, che costituiva un pozzetto nel quale veniva gettato l’olio bollente o più propriamente acqua e pece bollente, che arrestava coloro che tentavano l’assalto diretto alla torre.

Indirizzo: Confluenza tra via Mazzini e piazza MarianoVisite guidate a cura di: Visite guidate a cura della Scuola Secondaria di piazza Manno dell’Istituto comprensivo n. 1. Apertura a cura del personale della Cooperativa La Me-moria Storica.Orario di apertura: Sabato 12 e Domenica 13 ore 9.30-13.00; 15.30-19.00.

Torre di Portixedda

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44 oristano

FITINERARIO

32

La chiesa di San Saturnino, riedifica-ta nel 1901, risulta sovrapposta ad un antichissimo edificio chiesastico intitolato al martire cagliari-tano San Saturno. L’antico edificio, che nella sua struttura originaria, riferibi-le all’età bizantina, presentava proba-bilmente una pianta quadrata con corpo cruciforme cupola-to, del tutto simile alla chiesa omonima cagliaritana, in età giudicale dà il nome all’intero quartie-re detto di “Santu Sadurru”, posto a ridosso della reggia giudicale e di una

parte della cinta muraria. L’attuale edificio ripete, con i mattoni in laterizio rosso, il profilo e le linee delle aule chiesastiche romani-che, orientate con l’abside semicircolare verso Est.La chiesa, che offre un altare maggiore realizzato in pregevole marmo toscano, dopo la ricostruzione avvenuta nel secolo scor-so, è inoltre denominata Oratorio dell’Immacolata ed è annessa ad un complesso che è stato fondato nel 1901 grazie all’interven-to dei nobili coniugi oristanesi Vincenzo Boy e Vincenzina Carta. L’Istituto, destinato all’accoglienza in città delle piccole orfanelle, fu retto per oltre cinquant’anni dalla figlia dei fondatori, Suor Maria Vincenzina Boy. Attualmente l’Istituto Immacolata Concezione, che dal 1951 è gestito dalle Suore Francescane Missionarie di Assisi, ospita una scuola dell’infanzia e un semiconvitto.

Indirizzo: Via San SaturninoVisite guidate a cura della Scuola dell’Infanzia dell’Istituto Immacolata Concezione. Orario di apertura: Sabato 12 e Domenica 13 ore 9.30-12.00; 15.30-18.00.Orario messa: 8.30.

Chiesa di

San Saturnino

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45monumentiaperti

FITINERARIO

33Chiesa della Beata

Vergine Immacolata, Convento dei Cappuccini

La chiesa della Beata Vergine Immacolata e l’annesso conven-to furono eretti nel 1608 ad opera della munificenza del nobile oristanese Domenico Paderi. Il complesso, edificato subito fuori della cinta muraria, sulla strada che porta verso la chiesa e il con-vento di San Martino, sin dalle origini ospita i padri Cappuccini. L’edificio ecclesiastico, eretto su un piccolo terrapieno, si mostra su una posizione rialzata rispetto al piano stradale. La chiesa, ad unica navata, presenta un tetto a doppia falda e una serie di cappelle disposte sul lato destro. Il prospetto appare di assoluta semplicità con una modesta lunetta sormontante il portale ed un oculo ottagonale. L’edificio religioso conserva un calice d’argento del 1609 e sulla parete a sinistra si erge imponente un delizioso quadro del 1626 che rappresenta l’albero genealogico dell’intera famiglia francescana, raffigurante San Francesco ai piedi di una maestosa quercia. Il chiostro, luogo di meditazione e di preghie-ra, ha una forma quadrangolare e negli anni è stato ripetutamente ristrutturato. Fino al 1970 era ricco di alberi da frutta. Al centro esiste ancora la cisterna che anticamente raccoglieva le acque piovane utilizzate per irrigazione dell’orto. Questo occupava an-che l’area dell’attuale campo sportivo e i frati coltivavano tutto ciò che occorreva al loro sostentamento. Dal 2005 sono state posi-zionate, in apposite nicchie di mattoni le quindici stazioni della Via Crucis, donate da un benefattore di Cagliari.Durante la manifestazione saranno esposti nel chiostro alcuni im-portanti libri conservati nella biblioteca del convento.

Indirizzo: Viale San Martino.Visite guidate a cura dell’Istituto Magistrale “benedetto Croce”. Orario di apertura: Sabato 12 ore 9.30-13.00; 15.30-19.00. Orario messe: 19.00. Domenica 13 ore 9.30-13.00; 15.30-19.00.Orario messe: 8.00-10.00-19.00

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46 oristano

FITINERARIO

34Chiesa di

San Martino

La prima menzione del-l’edificio figura in un atto del 1228 del giudice d’Arborea Pietro II, di dubbia autenti-cità. La chiesa, citata nel testamento di Ugone II del 1335, fu edificata in epo-ca imprecisata, mentre è possibile datare gli avanzi dell’abside al periodo fra il 1325-1350, dove si posso-no riconoscere gli stemmi con i pali d’Aragona affian-cati all’albero deradicato d’Arborea, scolpiti in un capitello. Dal libro di conti del monastero, il Condaxi Cabrevadu, steso tra il 1415 e il 1550, si evince che fino alla prima metà del 1500 il monastero fu abita-

to dalle monache benedettine. Il 29 marzo 1410 l’edificio accolse la stesura del trattato di pace in cui l’Aragona vincitrice soppresse il giudicato d’Arborea, dando origine al Marchesato di Oristano. Dal 1570 il complesso religioso è occupato dai domenicani, che vi istituirono delle scuole sino al 1832; in tale anno si trasferì l’or-dine degli Ospedalieri che, lasciando il vecchio ospedale cittadino di Sant’Antonio Abate, chiamò il nuovo con la denominazione di “Ospedale di San Martino”. Nel 1861 i religiosi furono costretti al licenziamento e a lasciare la chiesa e l’ospedale che, sino al 1973, avrà una sua particolare amministrazione con l’arrivo delle Suore Vincenziane. Nel soffitto della chiesa un cappello cardinalizio ri-corda la visita nel XVIII secolo del padre generale dell’Ordine dei Domenicani, il seneghese Agostino Pippia. Nella parete absidale una epigrafe ricorda i dati drammatici della peste del 1652-1656. Nel Seicento la grande cappella a sinistra accoglieva per le preghie-re i condannati a morte nell’ultima notte della loro esistenza; quella a destra, dedicata alla Madonna con il titolo di Vergine d’Itria, cu-stodisce le sepolture di alcuni esponenti della famiglia dei marchesi De Roma. Attualmente la chiesa è sede delle due Arciconfraternite cittadine, del Santissimo Nome di Gesù e del Rosario e costituisce il luogo di partenza delle processioni della Settimana Santa.

Indirizzo: Piazza San MartinoVisite guidate a cura di: Istituto d’Istruzione Superiore “G. Galilei - C. Contini”, con la collaborazione delle Arciconfra-ternite del Santissimo Nome di Gesù e del Rosario.Orario di apertura: Sabato 12 e Domenica 13 ore 9.30-13.00; 15.30-19.00.

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47monumentiaperti

FITINERARIO

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L’edificazione del Cimi-tero di San Pietro risa-le al 1835, anno in cui Monsignor Giovanni Bua, rettore del seggio arcivescovile arborense dal 1828 al 1840, indi-viduò la zona di Cuccu-ru de Santu Perdu, di proprietà arcivescovile, come la più idonea per la costruzione del locale camposanto. Nonostante la recente estensione del cimitero, la sua parte più antica – la sezione quadrangola-re a cui si accede giun-gendo da Viale Cimitero – resta praticamente inalterata. Superato il grande arco di ingresso, ai lati del viale adorno di alti cipressi an-cora trionfano alcune tra le tombe più antiche di Oristano. Queste, se da un lato perpetrano la memoria di alcune delle personalità più nobili e autorevoli della città alla fine dell’Ottocento, come l’Arcive-scovo Zunnui Casula o Diego Contini, dall’altro rappresentano dei perfetti esempi di scultura funeraria sarda a cavallo tra XIX e XX secolo, periodo in cui artisti come Ciusa e Biasi iniziarono a soffiare sull’isola una ventata di novità in campo artistico, aprendo le porte della Sardegna all’ingresso dell’arte moderna. Le tombe di inizio Novecento dimostrano come i gusti della borghesia di un centro periferico qual era Oristano restassero ancorati ad un linguaggio scultoreo classicista, in parte permeato da una vena romantica. Buona parte dei monumenti funerari furono commissionati alla bottega di Giuseppe Maria Sartorio, scultore piemontese attivo in Sardegna già dal 1885: la sua firma è ancora leggibile nella tomba del Commendatore Giuseppe Corrias (1890), o in quelle dei Baroni Enna, o nel monumento a parete dedicato a Melchiorre Mameli. Altri, come la cappella dei Girelli, sono opera di Usai, un altro im-portante scalpello del periodo. Procedendo con gli anni, le tombe tendono ad essere meno complesse e il gusto volge verso il liberty e il decò. Tra le testimonianze del ventennio fascista, la tomba del piccolo Fausto Atzori Poddighe, sormontata dal ritratto di un gio-vanissimo Balilla.

Indirizzo: Viale Cimitero Visite guidate: Sabato 12 alle ore 10.00, 11.30, 16.00 a cura di Stefano Figus e Alessandra Recupero

Cimitero di

San Pietro

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48 oristano

FITINERARIO

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La Chiesa di San Giovanni Battista o Santu Giuanni de Froris, ubicata a sud-ovest della Chiesa di San Martino, si trova a cir-ca un km dal centro della città e a 200 metri dal cimitero di San Pietro. La struttura, tipica delle chiese campestri, presen-ta una pianta quadrata ripartita da quattro pilastri racchiudenti una navata centrale coperta con un tetto poggiante su capriate. All’esterno mostra un porticato poggiante su pilastrini di arena-ria che sorreggono una copertura a canne protetta da tegole. Sui lati si collocano la sagrestia e un gruppo di stanze. L’attuale struttura architettonica si può riportare all’epoca spagnola, pre-cisamente al XVI secolo. Ciò nonostante la chiesa ebbe proba-bilmente origini giudicali testimoniate da molteplici documenti, tra cui il testamento del 1335 del Giudice d’Arborea Ugone II de Bas-Serra che stabiliva un lascito per la chiesa di cui s’appren-de la titolatura originaria: Sancti Johannis de Venis, ovvero San Giovanni delle acque sorgive. Per antica tradizione la chiesa è la cappella del Gremio dei Contadini di San Giovanni Battista, l’an-tica associazione di mestiere che sovrintende all’organizzazione della Sartiglia dell’ultima domenica di carnevale, e viene aperta in occasione di tutte le feste del Gremio. All’interno dell’edificio vi è l’altare maggiore dedicato a San Giovanni Battista, affiancato da due altari minori dedicati uno a Sant’Isidoro Agricoltore e l’altro allo stesso Santo precursore. Nella chiesa si conserva inoltre un interessante quadro, restaurato di recente, raffigurante il martirio di San Giovanni Battista, che riporta oltre al nome dell’autore i nomi de Is Oberajus Majoris, le massime autorità dell’associazio-ne, e di altri soci che sul finire del 1700 commissionarono l’opera.

Indirizzo: Loc. San Giovanni dei FioriVisite guidate a cura di: Istituto d’Istruzione Superiore “L. Mossa - F. brunelleschi”, con la collaborazione del Gremio dei Contadini di San Giovanni battista e dell’Associazione culturale “Aristiane”.Orario di apertura:Sabato 12 e Domenica 13 ore 9.30-13.00; 15.30-19.00.In questo sito si terranno degli eventi collaterali, ti invitia-mo a scoprirli a pagina 8.

Chiesa di

San Giovanni battista

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49monumentiaperti

FITINERARIO

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La chiesa si trova nel quar-tiere storico di Su Brugu, antico borgo contadino che risultava fuori dalla cinta muraria medievale. La posa della prima pietra di questo edificio religioso, il primo che si incontra nel tragitto che porta dalla stazione ferroviaria al centro della città, avvenne il 2 dicem-bre 1793. L’intitolazione al santo guerriero, al quale si votarono i sardi già in occa-sione delle terribili pestilen-ze che colpirono l’isola nel Seicento, si deve alla spe-ciale protezione che il mar-tire di Nora riservò all’isola il 17 febbraio 1793, giorno della vittoria dei sardi contro l’armata francese che, spinta dal vento della rivoluzione, tentò di penetrare nel Golfo di Cagliari il 22 gennaio dello stesso anno. L’edificio, eretto inizialmente nelle forme stilistiche vicine al barocco piemontese, al pari della co-eva chiesa del Carmine, subì dei rifacimenti all’inizio del 1900. Sino ai primi decenni del Novecento, in occasione della festa il simulacro del Santo veniva adagiato su un carro trainato dai buoi e accompagnato da numerosi fedeli a piedi e a cavallo nel lun-go pellegrinaggio verso Tharros, luogo in cui, secondo la passio, approdò lo stesso guerriero prima di dirigersi verso la capitale della provincia, Karales, e il luogo del martirio. La chiesa, che in origine dipendeva dalla parrocchia di San Sebastiano, divenendo autonoma nel 1930 ospitò il Gremio dei Congiolargios, l’antica corporazione dei Figoli, di cui si conserva ancora la Cappella de-dicata alla Santissima Trinità. Di recente sono stati fatti dei la-vori di ammodernamento degli arredi sacri, tra i quali spicca un nuovo pulpito marmoreo e l’intero presbiterio, opere del Maestro oristanese Carmine Piras. La parrocchia riveste da sempre nella comunità del quartiere un importante ruolo sociale, mantenendo sempre vivo quel legame particolare che contraddistingue gli abi-tanti dei brugus, gli agglomerati sorti fuori le mura.

Indirizzo: Piazza Sant’EfisioOrario di apertura: Sabato 12 Orario messa: 18.30.Domenica 13 Orario messe: 8.00-10.30.

Chiesa di

Sant’Efisio Martire

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GITINERARIO

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La chiesa si trova a due chi-lometri a nord della città di Oristano nella frazione di Silì. La sua prima menzione si trova nel testamento di Ugone II del 1335 e la si può inquadrare, in riferimento alla sua costruzio-ne, tra gli anni 1325-1350 in uno stile che vede ancora mo-tivi legati al romanico ma con inserimenti gotici. L’impianto dell’edificio, mononavato, era caratterizzato da un alto sof-fitto con grandi travature e co-pertura lignea, sorrette da dieci mensoloni a forme sia umane che animali. Tali sostegni, che si possono vedere del tutto si-mili ma di fattura più accurata all’interno della chiesa di Santa Chiara di Oristano, sono stati

recentemente restaurati e ricollocati, anche se a quota differente, nella loro originaria posizione. Con le chiese di Santa Chiara, San Martino e la Cattedrale, la chiesa della Maddalena condivide la bella bifora archiacuta della sua abside, esposta a est secondo i canoni dell’asse liturgico delle chiede medievali. La chiesa è stata testimone di fatti storici importanti del Giudicato di Arborea du-rante il regno di Mariano IV. Annesso alla chiesa sorge il convento costruito nel 1459 che ospitò i Frati Minori Osservanti (Ordine dei Francescani). In seguito all’incameramento dei beni eccle-siastici da parte dello Stato, la chiesa e il convento caddero in grave stato di abbandono e vennero utilizzati come rifugio per il bestiame. Nei primi anni del 1900 vennero restaurati a spe-se del Comune di Oristano e ospitarono alcune classi ginnasiali dirette dai Padri Scolopi. Durante la seconda guerra mondiale, tutto l’edificio venne adibito a presidio militare e successivamente fornì asilo e ricovero a poveri emarginati. Dal 1967, dopo anni di ulteriori restauri da parte della Soprintendenza ai Monumenti con finanziamento della Regione Sardegna, la struttura ospita le suore della Redenzione.

Indirizzo: Frazione di SilìVisite guidate a cura dell’Istituto Villa Maria Regina dei Cuori di Silì.Orario di apertura: Sabato 12 ore 9.30-13.00; 15.30-19.00.Domenica 13 ore 9.30-13.00; 15.30-19.00.Orario messa: 9.00.

Chiesa di

S. Maria Maddalena

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51monumentiaperti

GITINERARIO

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L’oratorio delle Anime, antica chiesa di San Nicola, si trova adia-cente alla chiesa parrocchiale del XV secolo dedicata a Santa Maria Assunta, nell’abitato di Massama, frazione della città di Oristano. Il toponimo Marsima, documentato dal 1357-59, potrebbe essere di origine punica e denominerebbe l’insedia-mento cartaginese individuato presso il sagrato nell’oratorio. L’attribuzione altomedievale della chiesa è data, oltre dall’antica dedica al vescovo di Mira tipico del menologio orientale, dalle sue caratteristiche architettoniche. L’oratorio delle Anime di Massama è, infatti, un piccolo edificio a croce greca libera, e rap-presenta un interessante esempio di monumento della Sardegna medievale. Il suo impianto potrebbe risalire all’epoca altomedie-vale, mentre gli interventi successivi sono di epoca romanica, probabilmente della prima metà del XIII secolo. L’edificio, realiz-zato in conci di calcare e pietra vulcanica, ha pianta cruciforme; il braccio est è sostituito da un’ampia abside, caratterizzata dal profilo a ferro di cavallo sia in pianta, sia in alzato. All’incrocio dei bracci si innalza un tiburio ottagonale che cela quasi totalmente la cupola. La facciata a spioventi presenta un paramento liscio privo di finestre o parti aggettanti; l’unica interruzione nella muratura in conci di arenaria e basalto di media pezzatura è rappresenta-ta dal portale d’accesso, caratterizzato da estrema semplicità. Poco sopra il portale si può notare un filare di conci in arenaria in cui sono state scavate le sedi per i bacini ceramici. Si osser-va inoltre come il campanile non sia dello stesso materiale della facciata, bensì in mattoni cotti, fatto che induce a ritenere si tratti di un aggiunta.

Indirizzo: Frazione di MassamaApertura del sito a cura della Parrocchia di Santa Maria Assunta di Massama e delle Confraternite.Orario di apertura: Sabato 12 e Domenica 13 ore 10.00-13.00; 16.00-19.00.

Chiesa di San NicolaOratorio delle Anime

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52 oristano

GITINERARIO

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La chiesa di Santa Petronilla si trova nelle campagne di Donigala Fenughedu, frazione a nord di Oristano. L’edificio di origine me-dievale, immerso nell’ombra di tre olivastri secolari, nel corso dei secoli ha subito numerosi interventi. La chiesa, di origine romanica, documentata già dal 1341, si pre-senta con un impianto mononavato. All’interno dell’edificio si conservano gli antichi simulacri lignei della santa titolare della chiesa che, secondo le fonti, sarebbe sepolta nelle catacombe di Domitilla, situate nei sotterranei della basilica di San Pietro a Roma. Nel mese di maggio, in occasione della ricorrenza della santa, gli abitanti di Donigala Fenugheduorganizzano i festeggiamenti in questo parco straordinario. La chiesa campestre offre nella sua semplice facciata un campa-nile a vela e, sul lato destro della porta d’ingresso, un profondo incavo utilizzato come acquasantiera.

Visibile solo esternamente

Chiesa di

Santa Petronilla

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53monumentiaperti

GITINERARIO

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Divenuto nei secoli cen-tro di devozione maria-na di grande rilievo, non solo locale, il Santuario di Nostra Signora del Rimedio, è la superstite chiesa parrocchiale di Nuracraba, un piccolo villaggio sorto probabil-mente in epoca medie-vale e scomparso per alluvioni e pestilenze intorno al 1730.La prima menzione si ha nell’atto di donazio-ne del 28 marzo 1665.Tra i principali interventi che trasformarono l’an-tico edificio ricordiamo, nel 1903, la costruzio-ne della vecchia torre campanaria che insi-steva al centro dell’area dell’attuale navata de-stra. Negli anni venti un ampio intervento portò alla radicale mo-difica del prospetto principale, sostituendo la facciata dalle linee classiche ottocentesche con l’attuale, ispirata alle forme architet-toniche lombarde. Negli anni trenta, a tale intervento, si aggiunse la costruzione della cupola ottagonale che sovrasta il Santuario. Intorno al 1940 fu demolita la torre campanaria costruita nel 1903 al fine di liberare la navata destra e realizzare la cappella centrale di essa. Solo più tardi, negli anni 1945-49, fu realizzata la nuova torre campanaria sul lato sinistro della facciata del Santuario. La celebrazione giubilare dell’Incoronazione del simulacro ha dato il via ad un nuovo ed ambizioso programma di restauri che, iniziati nel 2003, riguardano la struttura muraria e la copertura dell’edificio sacro, il loro risanamento, recupero e conservazione. Altri importanti interventi di restauro hanno interessato l’antico organo a canne e il recupero di cinque statue lignee, antiche e di pregevole fattura, tra cui il Simulacro di Nostra Signora del Rimedio.

Indirizzo: Frazione di Donigala Fenughedu, Località RimedioOrario di apertura: Sabato 12 ore 9.00-12.00; 15.30-19.30. Orario messa: 18.00.Domenica 13 ore 10.30-12.00; 15.30-19.30. Orario messe: 8.00-9.30-18.00

Santuario Basilica di

N. S. del Rimedio

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GITINERARIO

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In località Il Rimedio, a circa cinquecento metri dalla basilica, si incontra il gigan-tesco portale rea-lizzato in conci di arenaria e decorato con eleganti paraste scanalate e dentel-late in trachite viola. Un lungo muro in mattoni cotti ci ac-compagna al gran-de arco che, eretto nel tardo Settecento con un gusto ba-rocco, rappresen-ta il più grande ed elegante portale di campagna realizza-to in Sardegna. L’opera, commissio-nata dal facoltoso oristanese Vito Sotto, raggiunge l’altezza di

otto metri, ed è l’elegante risultato architettonico di un’impostazione triangolare che, slanciata, lascia scorrere lo sguardo verso l’alto. L’impressione di stabilità offerta all’osservatore oltre che dalla stessa mole dell’edificio, deriva dal notevole equilibrio dell’insie-me che nasce dall’unione delle linee curve con le rette e dal giu-sto valore che il vuoto del fornice ha rispetto alla massa muraria, piena ma leggera. Anche il cancello, con la fastosa rosta che riporta le iniziali del notabile oristanese che volle l’opera, si inserisce perfettamente nel monumento, completandolo. I problemi di prospettiva e di movimento della massa oltre al sapiente gioco di colori dei materiali e di linee risultano quindi perfettamente in equilibrio, in un opera che si offre in perfetta armonia col il paesaggio in cui è immersa.

Indirizzo: Frazione di Donigala Fenughedu, Località RimedioVisibile solo esternamente

Portale di

Vito Sotto

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55monumentiaperti

GITINERARIO

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La Cantina della Vernaccia di Oristano, in località Il Rimedio, dal 1953 rappresenta con la sua produzione di vernaccia e vini, una della principali realtà produttive del territorio oristanese. La Cantina, nata con l’intento di consacrare e valorizzare in ambito nazionale ed internazionale la vernaccia di Oristano, è rinomata, oltre che per i numerosi premi e le menzioni speciali conseguiti nel corso di oltre cinquanta anni di produzione, per la preziosa pre-senza nei suoi locali di opere dell’artista oristanese Carlo Contini, noto Lelletto. L’artista, che nel 1921 partecipò all’Esposizione Biennale di Roma e che nel 1925 aprì la sua bottega a Venezia, partecipa a numerosi concorsi ed esposizioni, rappresentando negli anni quaranta, uno degli artisti più creativi dell’espressioni-smo e del neorealismo sardo e non solo. Rientrato nella sua città natale ed impegnato nella sua attività di insegnamento presso l’Istituto d’Arte, attualmente a lui intitolata, Carlo Contini realizza per la cantina cinque grandi tele raffiguranti temi tratti dalla storia giudicale arborense e ispirati ad alcuni articoli della Carta de Logu d’Arborea inerenti l’importanza dell’agricoltura nel nostro territo-rio sin da quei lontani secoli. Apprezzato ceramista, si possono inoltre osservare nei locali della cantina delle eccezionali fruttiere traboccanti di uva realizzate con i suoi allievi della Scuola d’Arte.

Indirizzo: Frazione di Donigala Fenughedu, Località RimedioApertura a cura del personale della Cantina della Vernaccia.Orari di apertura:Sabato 12 ore 9.00-13.00Domenica 13 ore 15.30-19.00

Cantina della

Vernaccia di Oristano

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56 oristano

GITINERARIO

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Gran Torre

La Gran Torre è la maggiore delle torri li-toranee erette fra il tar-do Cinquecento e i pri-mi del Seicento per la difesa antibarbaresca.Le dimensioni straor-dinarie di questa torre, dotata di bocche da fuoco, devono attribu-

irsi alla sua funzione di presidio difensivo del porto di Oristano.La costruzione della torre, infatti, fu attuata fra il quinto ed il set-timo decennio del secolo XVI, in relazione proprio al port de Gu-gutço: fu infatti nel 1542 che La ciutat de Oristany obtengue gra-cia de sa magestat por fabricar una torre e fortalesa en la platgay port de Gugutço per la guardia e custodia dels vaxsells venen ab merchaderies en dita ciutat. Il porto giudicale di Aristanis era raccordato alla città da una strada che utilizzava il grande ponte romano sul Tirso, costruito in opera quadrata in basalto, comemesso in evidenza dallo studioso Salvatore Sebis.Il documento principe per la topografia del portus Arestagni è costituito da un atto rogato in Oristano il 9 giugno 1317, conser-vato nell’Archivio di Stato di Pisa. In esso è riferito che una nave detta Sanctus Johannes era pronta a partire dal portus Cuchusii Arestagni alla volta di Genova.Il sito di Cucuzzu è localizzato immediatamente a nord dellaborgata marina di Torre Grande e risulta delimitato ad occidente dal compendio lagunare di Sa Mardini e dai canali emissaridella vasta laguna di Mar’e Pontis (o di Cabras). Recentemente uno studioso locale, Piero Ortu, ha proposto come ubicazionedel Portus Cuchusii Arestagni il sistema di canali occupati at-tualmente dalla peschiera di Pontis. La presenza di un pozzo d’acqua dolce (Funtana is Sarraccus), costruito con l’utilizzo di blocchi in basalto di una struttura antica nell’ area di Su Cuguz-zu, immediatamente a ridosso del canale di Bau Mannu, il più orientale dei quattro emissari dello Stagno di Cabras, rafforza la possibilità di un utilizzo dello stagno di Sa Mardini e dei suddetti quattro canali per l’approdo di imbarcazioni.

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Gusta la città

SAbATO 12 MAGGIO

C. e D. Cafe’ – barVia Tirso 21, tel. 329-0672658

Risotrante Il PomodoroVia Beatrice d’Arborea, tel. 0783-769055

Ristorante Pizzeria La PanteraVia Vittorio Veneto 163, tel. 0783-73325

Snack bar Oristano 2000Via Dorando Petri, tel. 0783-75012

Trattoria GinoVia Tirso 13, tel. 0783-71428

SAbATO 12 E DOMENICA 13 MAGGIO

bar EleonoraPiazza Eleonora 1, tel. 0783-71454

bar Tonietto ArruPiazza Roma 1, tel. 0783-777106

bar ValentinaVia delle Grazie loc. Rimedio, tel. 0783-33492

Cafe’ Mazzini – barVia Mazzini 17, tel. 348-6904489

Diego bar – MassamaVia Carlo Emanuele 8, tel. 340-5389824

Ele’ Cafe’ – barVia Parpaglia 6, tel. 0783-71672

Fritteria da PoldoVia De Castro, 9 – tel. 3661346489

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Garibaldi Cafè – barVia Garibaldi 15, tel. 0783-094184

Il Parco – PaninotecaVia Fosse Ardeatine 9, tel. 0783-310478

Latte e Miele – barVia De Castro, tel. 0783-71209

Lola Mundo Cafè - barPiazza Corrias

Ele’ bistrot - RistoranteVia Parpaglia, tel. 0783-71672

Ristorante Cocco&DessìVia Tirso 31, tel. 0783-252648

Ristorante Io sto al DuomoVia Vittorio Emanuele II 34, tel. 0783-778061

Ristorante Sole e Mare in cittàVia Solferino 26, tel. 3488926118

Ristorante Pizzeria bussuPiazza Roma 54, tel. 0783-73761

Ristorante Pizzeria La TorrePiazza Roma 52, tel. 0783-301494

Pizzeria TavernaVia Garibaldi 2, tel. 0783-72500

In collaborazione con: Camera di Commercio, Confesercenti e Confcommercio

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SCUOLE

Scuola dell’Infanzia dell’Istituto Immacolata Concezione

Scuola dell’Infanzia dell’Istituto Comprensivo n. 3

Scuola Primaria di via Solferino dell’Istituto Comprensivo n. 1

Scuola Primaria di via Bellini dell’Istituto Comprensivo n. 2

Scuola Primaria di Silì dell’Istituto Comprensivo n. 2

Scuola Primaria di via Amsicora dell’Istituto Comprensivo n. 3

Scuola Primaria di Sa Rodia dell’Istituto Comprensivo n. 4

Scuola Secondaria “E. d’Arborea” dell’Istituto Comprensivo n. 1

Scuole Secondaria di viale Marconi dell’Istituto Comprensivo n. 2

Scuola Secondaria “G. Deledda” dell’Istituto Comprensivo n. 3

Scuola Secondaria “L. Alagon” dell’Istituto Comprensivo n. 4

Istituto d’Istruzione Superiore “G. Galilei - C. Contini”

Istituto d’Istruzione Superiore “L. Mossa - F. Brunelleschi”

Istituto Magistrale “Benedetto Croce”

Istituto Magistrale “San Giuseppe”

Istituto Tecnico Commerciale “Sergio Atzeni”

Liceo Classico “S. A. De Castro”

ENTI, ASSOCIAzIONI

Antiquarium Arborense - Museo Archeologico “G. Pau”

Arciconfraternita del Rosario

Arciconfraternita del Santissimo Nome di Gesù

Archivio di Stato di Oristano

Associazione Culturale Aristiane

Associazione Culturale BES – Best Events Sardinia

Associazione Culturale “Sardinia Romana”

Associazione Culturale Tamburini e Trombettieri Città di Oristano.

Associazione Ex Alunni del Seminario

Associazione Garibaldini a cavallo – Ripartimento Ichnusa

Associazione Italia Nostra – Sezione Provinciale di Oristano (Sinis-Cabras-Oristano)

Associazione Italiana Persone Down

Azione Cattolica Oristano

Banda Musicale Santa Cecilia

Partecipano alla manifestazione

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Biblioteca Comunale

Cantina Sociale della Vernaccia

Centro Sportivo Italiano

Confraternite di Massama

Consorzio UNO

Consulta Giovanile del Comune di Oristano

Cooperativa Cultour

Cooperativa La Memoria Storica

Coro “Ars Antiqua” di Seneghe

Coro Polifonico Femminile “Sa Pintadera”

Coro Polifonico Maschile “Palmarese” di Palmas Arborea

Coro “Vadore Sini” di Sarule

Ente Concerti “Alba Pani Passino”

Fondazione Sa Sartiglia onlus

Gremio dei Contadini di San Giovanni Battista

Gremio dei Falegnami di San Giuseppe

Gremio dei Muratori di Santa Lucia

Hi Fi Service di Elio Orrù

ISTAR – Istituto Storico Arborense

Istituto Villa Maria Regina dei Cuori – Silì

Pastorale Giovanile Diocesana

SarGea di Gianfranco Casu

Seminaristi del Seminario Tridentino

Ufficio Turistico Provinciale

Unione Italiana Ciechi

Andreina e Manuela Deidda

Stefano Figus

Obler Luperi

Alessandra Marchello

Alessandra Recupero

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