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Nota alla RassegNastampa

settembRe

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INdICe

3 In primo piano“Delusi dallo Sblocca Italia”Centrali nell’economia digitaleL’esperienza all’estero che pagaFondi Ue, ingegneri attendono la chiamata dalle regioniIngegneri: si riparte dal SudGli ingegneri varano il portale del lavoroUrge nuova politica industrialeIl Cni investe sul talento dei giovaniIngegneri: formazione in rete

14 Consiglio Nazionale degli IngegneriNuovi parametri, istruzioni per l’usoCompensi: chiarimenti su parametriPiù progettazione negli appalti pubblici

17 Ricerche del Centro studiIngegneri e lavoro: riparte il mercatoLe società accendono i fatturatiIngegneri: matricole in picchiataStp: ricavi medi oltre i 270mila euroFondi europei: progettisti poco coinvolti

22 professionisti e stpLa rete delle professioni tecniche spinge le StpStp ferme ai boxCasse private: sempre più welfareCasse in aiuto del paeseCasse: le condizioni per il fondo di investimentoMaglie strette per la cassa in deroga

29 legislazione sui lavori pubbliciSocietà autostradali: svincoli per saltare le gareAppalti in deroga: stretta sulle variantiGare: meno limiti alle variantiAppalti: poteri forti per l’AnacLiti tra imprese e Pa: sarà l’Authority a risolverleLargo agli affidamenti direttiCaos sanzioni sugli errori delle impreseTrattativa privata forzata, l’appalto non perde valoreCentrali di committenza aperte a città metropolitane e unioniNo alla cauzione per chi vuole bloccare l’appalto

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39 appalti pubbliciAutostrade, atti aggiuntivi a metà 2015200 milioni per riqualificare infissi e impianti degli edifici pubblici

42 ediliziaLe cifre del piano ediliziaCasa: il rilancio aspetta i decreti attuativiPiani casa senza efficacia: ampliamenti giù di un terzoCantieri bloccati: permessi in calo del 70%Lavori in casa a corto di semplificazioniL’edilizia perde quasi il 50% degli addetti in sette anniSalta il regolamento edilizio unicoDa metà ottobre cambia il libretto energeticoDenuncia inizio attività addio

52 Finanziamenti UeSpinta Ue all’internazionalizzazione

segue INdICe

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«Non nascondiamo una certadelusione per il decreto sblocca-Italia, soprattutto il regola-mento edilizio unico e untermine di tempo limitato alleamministrazioni per pronun-ciarsi sulla cantierabilità dellaScia sono due innovazioni pro-fonde che avevamo molto ap-prezzato nella prima bozza e chesono poi saltate dal provvedi-mento. Avrebbero contribuito atrovare un punto di equilibrionecessario fra liberalizzazione egaranzie di sicurezza per i citta-dini». Il presidente del Consi-glio nazionale degli ingegneri,Armando Zambrano, apriràoggi il 59 ° congresso della cate-goria non nascondendo delu-sioni e preoccupazioni per unlavoro che stenta a tornare.

Presidente Zambrano, ci sonostate anche cose positive in que-sto o difficile che abbiamo allespalle?Ci sono, soprattutto nel per-corso attuativo della riformadelle professioni. Ci abbiamo la-vorato molto in questo anno e

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possiamo dire che il percorso siaormai praticamente completato.La formazione obbligatoria èuna realtà, con un'abbondanteofferta gratuita o a costi moltocontenuti per tutti i colleghi e inparticolare per i giovani. Stessodiscorso vale per i costi delle po-lizze assicurative dove le con-venzioni stipulate consentonoper i giovani di sottoscrivereuna polizza professionale anchea 100-15o euro. All'interno degliordini, va segnalato il completa-mento dei consigli di disciplinaautonoma all'interno degli or-dini che comporta una specializ-zazione utile e consente a noi dioccuparci più delle questioniamministrative.

C'è poi la normativa sulle so-cietà tra professionisti.Una normativa pressoché com-pleta, anche se molto rigida. In-troduce una novitàimportantissima nella vita pro-fessionale. Purtroppo l'innova-zione è stata molto frenata dalpeso che hanno avuto altre cate-gorie, soprattutto gli avvocati,

nella formazione della disciplinae questo spiega perché il nu-mero delle società costituite,circa trecento, sia ancora bassoper quanto in crescita. Con-tiamo comunque di poter an-cora intervenire sulla disciplinae lo abbiamo già fatto presenteal governo, riconoscendo che glisforzi ministeriali non potevanoandare oltre la delega affidatadal Parlamento. Di fatto il prov-vedimento è pressoché inutiliz-zabile. Aggiungo, infine, un'altracosa di cui vado orgoglioso, inun Paese in cui tutti si dividono:è l'alleanza con altri otto ordinidi professioni tecniche, nellaRete delle professioni tecniche(Rtp), che condivide la necessitàdi indicazioni unitarie nel rap-porto con la politica e con lapubblica amministrazione.

Torniamo alla regolazione deimercati che più vi interessano.Ora c'è la riforma degli appalti,mentre sembrano sfumatenorme rivoluzionarie che pureavevate chiesto, come la sop-pressione del contributo del 2%

“delUsI dallo sbloCCa ItalIa”

Il mese di settembre è stato caratterizzato dal 59° Congresso degli In-gegneri. Lo ripercorriamo attraverso due interviste al Presidente delCNI Armando Zambrano e una serie di articoli che illustrano i prin-cipali temi emersi nel corso dei lavori. Articoli de Il Sole 24 Ore, ItaliaOggi e il Corriere di Caserta.

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per la progettazione internaalle Pa.Speriamo che la riforma del co-dice degli appalti contribuiscanon solo a riaffermare la centra-lità del progetto, che si è total-mente persa in questi anni, maanche ad avvicinare questomondo degli appalti pubblici al-l'innovazione tecnologica.Siamo nell'era dell'«Internetdelle cose» e oggi bisogna pun-tare alla tecnologia per avviareuna nuova stagione di crescita,per contenere i costi, per con-trollare i tempi di realizzazione.Quanto al 2%, mi pare si siaconsumata un'altra grande ipo-crisia tutta italiana.

Perché ipocrisia?In Francia il valore del progettosul costo complessivo di realiz-zazione dell'opera è il i6 percento. In Gran Bretagna si ar-riva al 32 per cento. Solo in Ita-lia si può pensare di pagare unprogetto il 2%, con il risultatoche è sotto gli occhi di tutti, diprogettazioni carenti che nonproducono affatto risparmi, maaumenti esorbitanti di costi e al-lungamento di tempi. Anche quiil governo prima ha fatto an-nunci che poi si è rimangiato,andando avanti in direzione op-posta: per il dissesto idrogeolo-gico, per esempio, si intendonoaffidare tutte le progettazionicon il sistema del 2per cento.

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“delUsI dallo sbloCCa ItalIa”

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Un solido piano organico di svi-luppo delle infrastrutture nonsolo tradizionali, ma anche tec-nologiche per l'economia digi-tale. E un investimento serio delgoverno nel mercato delle co-struzioni, «che vive la peggiorecrisi dal dopoguerra ad oggi».Più un piano contro il rischioidrogeologico e l'abolizione del-l'incentivo per la progettazioneinterna alle pubbliche ammini-strazioni. Armando Zambrano,presidente del Consiglio nazio-nale degli ingegneri, indica aItaliaOggi la ricetta anticrisisuggerita dagli ingegneri al Go-verno Renzi e traccia la stradaper il 59° Congresso nazionaledegli ordini degli ingegnerid'Italia (www congressonazio-naleingegneri.it), che si terrà aCaserta dal 10 al 12 settembre.

Domanda. Presidente, come sipresenta la categoria al Con-gresso di Caserta?Risposta. Ci presentiamo comeuna categoria che, nonostantetutto, è ancora viva e dotata diuna grande attrattiva. Chevanta, ad oggi circa 240 milaiscritti, è cresciuta di oltre 80mila iscritti negli ultimi 10 annie vede in crescita la sua compo-nente giovanile e femminile. Lalaurea in ingegneria, poi, si ap-presta a diventare quella prefe-rita dai giovani italiani. Certostiamo vivendo un fortissimocalo del reddito medio profes-

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sionale pro capite che il nostroCentro studi, sulla base dei datiInarcassa, stima attestarsi apoco più di 32 mila euro. In termini reali, depurato dal-l'inflazione, tale reddito, ri-spetto al 1999, è calato di oltre10 mila euro, pari a una contra-zione di oltre il 31%. Ma siamo,comunque, un settore con untasso di occupazione del 94,1%,che garantirà 18 mila assunzioninel 2014 e che vale circa il 2%del totale del pil italiano.

D. Quale ruolo per gli ingegnerinella società di oggi? R. Gli ingegneri vogliono gio-care un ruolo da protagonisti al-l'alba della terza rivoluzioneindustriale, quella che ci staportando all'economia «digi-tale». Quello che è successo nel-l'industria dell'informazionedove milioni di consumatori sisono trasformati in prosumer(produttori e consumatori) ehanno iniziato a produrre e con-dividere contenuti «immate-riali» di vario tipo (musica,sapere, notizie...) a costo bassis-simo, sta cominciando ad acca-dere nell'energia e nell'internetdelle cose (Idc). In questo scenario, i veri prota-gonisti saranno ancora unavolta gli ingegneri e il sapere in-gegneristico.

D. Quali problemi affrontanooggi gli ingegneri?

R. Oltre al drammatico calo deiredditi professionali stiamo af-frontando, al contempo, anche icrescenti oneri derivanti dall'at-tuazione della recente riformadelle professioni. Mi riferisco,soprattutto, alla stipula obbliga-toria dell'assicurazione di re-sponsabilità civile professionalee ai costi conseguenti alla for-mazione continua. Come Cnistiamo lavorando per assicurarea costi bassi corsi di formazionee convenzioni convenienti per inostri iscritti. Dobbiamo fron-teggiare tutti i giorni l'assurditàdi una burocrazia asfissiante.Siamo costretti ad osservare losvilimento della nostra profes-sione con prestazioni professio-nali offerte con ribassi del 90%,in alcuni casi anche totalmentegratis. E siamo vittime privile-giate dell'immobilismo delpaese che non sembra più ga-rantire opportunità di sviluppoe che ha portato verso una sortadi «proletarizzazione» della no-stra attività.

D. Quali soluzioni suggerite?R. Mi collego a quanto detto direcente dal Comitato economicosociale e Europeo che, nel suoparere dal titolo «Ruolo e futurodelle libere professioni nella so-cietà europea del 2020» ha rico-nosciuto ai professionisti diessere la componente vitale diogni società democratica, dicontribuire alla modernizza-

CeNtRalI Nell’eCoNomIa dIgItale

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zione e all'efficienza delle pub-bliche amministrazioni nonchéal buon andamento della vitaamministrativa e di rappresen-tare un grande bacino di oppor-tunità occupazionali per igiovani. Ebbene in questo mar-ciare verso il futuro, l'Europa sen'è accorta ma l'Italia ancora no.Ad esempio le professioni, nelnostro paese, sono state di fattoescluse dal confronto pubblicosulla programmazione e attua-zione dei fondi Ue 2014-2020.Chiediamo a gran voce un no-stro maggior coinvolgimentonella vita pubblica e ammini-strativa, a partire dalla gestionedi questi fondi.

D. Che cosa si aspetta da questoCongresso?R. Il congresso vuole essere si-curamente un momento di ri-flessione interna alla categoriaper capire a che punto siamo edove vogliamo andare. Ma, conla partecipazione di più di milletra delegati ed osservatori, ab-biamo anche l'ambizione di af-frontare i problemi del paesefornendo proposte e soluzioni.Vogliamo, insomma, esserepropositivi, e non portare mereistanze di parte e, soprattutto,non vogliamo, certamente,spuntare riforme «ad ordi-nem». Vogliamo poi che, nono-stante gran parte delle nostreaspettative in tema di riformesiano state deluse, da questo

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congresso possa comunqueuscire un messaggio di fiducia esperanza. Non a caso il temascelto è Al futuro oggi. Crescita,Sostenibilità, Legalità»; noi cre-diamo ancora nel nostro paese,ne conosciamo tutte le poten-zialità poiché conosciamo laqualità e la competenza dei suoiprofessionisti.

D. Come valuta il piano Renzisullo snellimento burocraticoper le opere edilizie? Qualeruolo per gli ingegneri?R. Nello «Sblocca Italia» nonabbiamo trovato nulla sulla cen-tralità del progetto e sull'impe-gno dell'affidamento aiprofessionisti delle progetta-zioni e, purtroppo, nessun rife-rimento è presente anche nellaproposta di legge delega al go-verno sul nuovo testo di attua-zione della recente direttivaeuropea sugli appalti. DalloSblocca Italia sono, poi, scom-parsi due provvedimenti disemplificazione che gli inge-gneri insieme alle altre profes-sioni tecniche avevanoappoggiato. Si tratta dell'ado-zione del regolamento ediliziocomunale unico, che dovevafare piazza pulita di tanta nor-mativa non adeguata, e della li-mitazione temporale, a sei mesio un anno, del potere di autotu-tela della Pubblica Amministra-zione nel caso di progettipresentati con la Dia o Scia. In-

terventi che, se adottati, avreb-bero portato ad una semplifica-zione reale delle attività nelsettore dell'edilizia.

D. Quale misura, secondo lei, ilgoverno non ha ancora adot-tato per il rilancio dell'econo-mia?R. Essenzialmente il governonon ha ancora seriamente inve-stito nel mercato delle costru-zioni che vive la peggiore crisidal dopoguerra ad oggi. Sonostate fatte alcune piccole cose,ma manca ancora un solidopiano organico di sviluppo delleinfrastrutture. E quando parlodi infrastrutture mi riferisco,oltre che a quelle tradizionali,anche alla banda larga, alla co-pertura wi-fi, a tutte quelle in-frastrutture tecnologiche cheoramai rappresentano le pre-condizioni per la transizione al-l'economia «digitale». Manca,poi, un piano organico per lamessa in sicurezza del paese dalrischio sismico ed idrogeolo-gico. Non è stato, inoltre, abo-lito il famoso e deleterioincentivo per la progettazioneinterna alle pubbliche ammini-strazioni. Che vuol dire, fonda-mentalmente, opere pubblicheincompiute o consegnate congrandi ritardi, caratterizzate dafrequenti varianti e dai costi lie-vitati.

CeNtRalI Nell’eCoNomIa dIgItale

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I giovani ingegneri italiani?Hanno avviato un circolo discambi culturali con i colleghiamericani (tanto da faremolto spesso esperienze di la-voro oltre Atlantico), sonobravi nel settore delle start-upe stanno crescendo: vannodall'ingegneria civile «clas-sica» a quella del restauro edalla gestione delle energie.Fabio Bonfà, vicepresidentedel Consiglio nazionale degliingegneri, parla con Italia-Oggi in occasione del 59°Congresso nazionale degli or-dini degli ingegneri d'Italiache si terrà a Caserta da oggial 12 settembre e traccia unquadro che lascia ben sperareper il futuro. Ideatore e orga-nizzatore delle borse di studioCni-Isnaf (Italian scientistsand scholars in North Ame-rica Foundation), giunte que-st'anno alla seconda edizione,può dirsi soddisfatto. Il60170% dei premiati con leborse di studio, che permetteda quest'anno due mesi distudio presso prestigiosi isti-tuti e università americane,«ha già fatto un'esperienza al-l'estero». Bonfà sottolineache: «Queste iniziative sonovolte a questo scambio cultu-rale-professionale e la primaedizione dell'anno scorso hadato ottimi risultati: molti dei

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ragazzi che hanno vinto laborsa nel 2013 poi sono tor-nati su sollecitazione dei tutora fare altri periodi di studio;colleghi che hanno conosciutoin questi centri Oltreoceanosono per due. Il vicepresi-dente Cni sottolinea: «Sic-come la preselezione è statafatta dai tutor, questi ultimihanno sottolineato le capacitàdei borsisti; perché a volte noici autoflagelliamo sulle nostreuniversità, ma le nostre eccel-lenze non sfigurano nel pano-rama mondiale: sono ragazzibravi, riconosciuti come tali».Tra le eccellenze premiatequest'anno ci sono anche lestart-up, segno di una vitalitàdel settore che sta cambiandomolto: «L'ingegnere energe-tico è una delle figure più ri-cercate: il settore delle energiee del risparmio energetico èuno di quelli che - assieme aquello dell'informatica - piùpermette agli ingegneri di tro-vare lavoro e spazio», con-clude Bonfà.

l’espeRIeNZa all’esteRo CHe paga

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Gli ingegneri italiani guardanocon attenzione all'Europa e pun-tano sulle società di professioni-sti: lo dimostra lo studio «Analisidel sistema ordinistico nella pro-spettiva internazionale: ipotesidi lavoro e confronti», preparatodal Centro studio del Cni su uncampione di 13.271 iscritti e pre-sentato ieri a Caserta nella primagiornata del59° Congresso na-zionale degli ordini degli inge-gneri d'Italia. I dati parlanochiaro: solo il 28,8% degli inge-gneri italiani e il 10% degli ordiniprovinciali sono stati coinvoltidalle regioni nella programma-zione dei fondi europei per il pe-riodo 2014-2020: ma il 71,2%dei nostri ingegneri è interessatoall'accesso a tali risorse. Spessoperò costretti a restare nell'am-bito delle intenzioni: quella cheviene spesso lamentata è lascarsa informazione da partedelle regioni, che quindi non sa-rebbero sufficientemente capacidi coinvolgere gli ordini in temadi programmazione, progetta-zione e attuazione degli inter-venti. La differenza, però, si vedequando la comunicazione di-venta efficace e il coinvolgi-mento ordinistico effettivo: inquel caso le valutazioni positivesull'impatto degli ingegneri perlo sviluppo del territorio salgonoal 57%, rispetto a un dato mediodel 31,5%.Lo studio traccia anche l'identi-kit dell'ingegnere del XXI secolo:il 58% del campione preso inconsiderazione lavora in studi

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individuali con un fatturatomedio annuo attorno ai 50.000€; solo il 13% degli intervistatilavora in forma societaria, tra cuila società tra professionisti. Suquesta figura, presente da alcunianni nel nostro ordinamento, siappuntano le speranze del 51%del campione: è ritenuta utileper lo sviluppo della propria at-tività soprattutto dagli under 30.E il fatturato dà loro ragione: lesocietà d'ingegneria possono ar-rivare fino a 385.000€ annui, il27% del quale arriva da un con-testo che supera i confini provin-ciali, essendo costituito dallarealtà nazionale o europea. Eccoperché gli ingegneri chiedonoagli ordini di preparare stru-menti e servizi di supporto per losviluppo dell'attività, l'accesso aifondi europei e l'inserimento nelmercato del lavoro. Tema, que-st'ultimo, che ha ricevuto l'inte-ressamento del 65% deipresidenti degli ordini provin-ciali, che dichiarano di aver giàpreparato servizi per l'incontrodomanda/offerta di lavoro.Accanto ai dati «secchi» sullaprofessione, è stata molto se-guita la relazione del presidentedel Consiglio nazionale degli in-gegneri Armando Zambrano,che ha sottolineato come lenorme Uni possano e debbanopermettere agli ingegneri di oc-cuparsi degli aspetti di dettagliodella professione ingegneristica.Zambrano ha spronato l'Esecu-tivo offrendo la collaborazionedella categoria: «Serve mettere

al centro il progetto, una buonaprogettazione è fondamentaleper garantire qualità dell'opera,tempi e costi certi, trasparenza emaggiore legalità, per questo ciproponiamo per affiancare lostato, a cui spetta il compito so-prattutto di controllare, quandoesso non è in grado di gestire au-tonomamente le realizzazioni».Affiancamento che riguardaanche la normazione volontaria:«Lo stato», dice Zambrano,«faccia le norme sulle presta-zioni, su sicurezza e regole, sullaconcorrenza ma tutti gli aspettidi dettaglio devono essere affi-dati a normazione volontaria, inparticolare all'Uni». Non è tutto:per il presidente degli ingegneriitaliani è necessaria una fortesemplificazione, e «siamo an-cora in tempo a fare riforme acosto zero». Sburocratizzazioneè per lui la parola chiave: questoper consentire agli ingegneri di«essere messi in condizioni di la-vorare con equilibrio», mentre«non va in questa direzione a de-cisione di rendere obbligatorio ilPos per tutti i professionistisenza distinzione di merito».Economia, edilizia scolastica edissesto idrogeologico restanoinfine i punti cardine del dialogoingegneri-istituzioni. Un dialogoche, secondo Zambrano, ha biso-gno di essere ripreso.

FoNdI Ue, INgegNeRI atteNdoNo la CHIamata dalle RegIoNI

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Record di presenze all'aper-tura del 59° Congresso Nazio-nale degli Ordini degliIngegneri d'Italia a Casertache quest'anno ha visto la par-tecipazione di 106 Ordini pro-vinciali. Dopo i salutiistituzionali del sindaco di Ca-serta, Pio Del Gaudio, del pre-sidente della ProvinciaDomenico Zinzi e dell'Asses-sore regionale all'AgricolturaDaniela Nugnes, ha aperto ilavori il presidente dell'Or-dine degli Ingegneri di Ca-serta, Vittorio Severino: «IlCongresso nazionale è ospi-tato in una terra che spessoviene additata con l'etichettadell'illegalità - ha spiegato Se-verino - e in cui l'ambiente hasubito un grave vulnus. Ma èda realtà come queste che bi-sogna ripartire affinchéi1Paese ricominci a crescere».A lodare il tema del Con-gresso, che quest'anno porta iltitolo «Il Futuro, oggi. Cre-scita, Sostenibilità, Legalità»è stato il sottosegretario allaGiustizia, Cosimo Maria Ferriche, rivolgendosi alla platea diprofessionisti, ha sottoli-neato: «Questo governo vuoledare risposte ai cittadini. Perfare questo non basta la poli-tica. Ma c'è bisogno di siner-gia con chi ha idee e con chivuole fare». Il Presidente del

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Consiglio Nazionale degli In-gegneri Armando Zambrano,dal palco casertano, ha invi-tato l'esecutivo nazionale aconcretizzare i buoni propo-siti lanciati in questi primi1000 giorni. Un cenno ai pro-blemi del territorio arriva, in-vece, dall'assessore DanielaNugnes che, a margine delCongresso, ha auspicato che ilGoverno metta in campo gliinterventi programmati per labonifica della Terra dei Fuo-chi.Nel corso della giornatad'inaugurazione del Con-gresso è stata presentataanche la ricerca del CentroStudi del Coi «Analisi del si-stema ordinistico nella pro-spettiva internazionale:ipotesi di lavoro e confronti».Secondo i dati sul lavoro auto-nomo in Europa, tra il 2008 eil 2012, il numero dei profes-sionisti è aumentato da 4,6 a5,2 milioni. Circa un quintoopera in Italia. Il nostroPaese, infatti, fa registrareoltre un milione di occupatinelle libere professioni, pri-mato assoluto a livello conti-nentale. Questo determina lanecessità di sfruttare al mas-simo il sistema dei fondi euro-pei e di varcare i confininazionali.

INgegNeRI: sI RIpaRte dal sUd

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Una banca dati nazionale, chefaciliti l'incrocio tra domandae offerta di impiego mettendoin connessione i professionisticon le imprese.Si può definire così Working,il portale del Cni di cui si èparlato ieri nel corso della se-conda giornata del Congressonazionale degli ingegneri aCaserta. «Non è un social net-work e nemmeno un'agenziaper il lavoro», precisano. Al dilà delle categorie, però, sonochiari gli obiettivi: consentireai progettisti di avere unnuovo servizio tagliato sulleloro caratteristiche. La fasesperimentale partirà a brevein una quindicina di città. Nel2015 il sistema sarà allargato,poi, a tutti i io6 ordini italiani.Il progetto è affidato a GianniMassa, vicepresidente delConsiglio nazionale degli in-gegneri, che per raccontarloparte da un'osservazione: «Sitratta di qualcosa che, in qual-che modo, esiste anche adessoa livello informale».Già oggi, infatti, «accadechele imprese, quando hannobisogno di ingegneri, si rivol-gono agli ordini locali. A que-ste richieste, però, ognunorisponde in maniera diversa».Con Working cambia tutto e,dice ancora Massa, «nasceuna piattaforma unica dove i

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professionisti possono inse-rire i propri profili e le aziendepossono immettere le loro ri-chieste».Nella pratica, allora, gli inge-gneri si iscriveranno al sito epotranno ricercare le offertedi lavoro che più gli interes-sano. Le imprese, in manierasimmetrica, potranno immet-tere le loro offerte e inseriredei filtri per trovare il profes-sionista più adatto. Il vicepre-sidente fa un esempio perillustrare questo meccanismo:«Selezionando le diverse ca-ratteristiche, potranno andarea caccia di un ingegnere infor-matico che sa il cinese».Un concetto che si sposa per-fettamente con un altro pro-getto del Cni: la certificazionedelle competenze. Spiega Mi-chele Lapenna, tesoriere delConsiglio nazionale: «Ab-biamo istituito un'agenzia na-zionale che si occuperà diintrodurre la certificazione intutti gli ordini. Con questo si-stema, i professionisti che lodesiderano potranno farsicertificare il curriculum. Aquel punto, le competenze deidiversi ingegneri sarannopubbliche e consultabili daicittadini». Tornando a Wor-king, una prima versione delportale già esiste. Nelle pros-sime settimane sarà avviata

una fase di sperimentazionein una quindicina di città, chedurerà tre mesi. Subito dopo,partirà l'allargamento al restodel Paese: saranno, così, coin-volti tutti i 106 ordini italianie sarà creata una banca daticomune. Ma non è tutto. Parlail presidente del Cni, Ar-mando Zambrano: «Avvie-remo questo progetto comeingegneri, ma pensiamo di al-largarlo a tutta la Rete delleprofessioni tecniche. Piùsiamo e meglio è». In prospet-tiva, questo portale potrebbeessere usato anche per favo-rire il dialogo tra gli iscritti:«Pensiamo - spiega Massa - aingegneri che si mettono in-sieme per creare spazi di co-working o che formano gruppidi lavoro per la partecipazionealle gare».Il portale, insomma, potrebbediventare un riferimento vir-tuale per tutti i progettisti.

glI INgegNeRI VaRaNo Il poRtale del laVoRo

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Smart cities, tirocinio e forma-zione ma anche le difficoltà delsettore, con quasi mezzo mi-lione di posti in meno nell'edile.Ieri, al secondo giorno il 59°Congresso nazionale degli or-dini degli ingegneri d'Italia (sichiude oggi a Caserta), è stato ilmomento del futuro e dellaqualità. Al futuro, però, si deveguardare con l'aiuto della poli-tica. Un'esigenza messa sulpiatto dal vicepresidente vicarioCui Fabio Bonfà nel corso delsuo intervento: una politica diinvestimenti ci può essere solocon la stabilità dei governi enon con il viavai di ministri.Anche perché la crisi ha morsola categoria: negli ultimi seianni si sono persi - nel settoreedilizio - 446.000 posti di la-voro, ossia oltre 200 al giorno.E sono fallite oltre 11.000 im-prese. Bonfà lo dice senza mezzitermini: «Lo Stato deve desti-nare risorse per le opere pubbli-che e deve incentivare gliinterventi privati attraverso ladefiscalizzazione», magari tas-sando gli immobili in manierapiù equilibrata.Sulle smart cities Ania Lopez,consigliere Cni, dice a Italia-Oggi: «Abbiamo proposto ilConsiglio nazionale nel ruolo diistituzione. Poi in questa tavolarotonda a cui ho partecipatoprevediamo un progetto: il Cnial centro del comparto stake-

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holder, per lavorare comepunto di riferimento tecnolo-gico. Possiamo offrire compe-tenze tecnologiche diverse intutti i settori che abbiamo noiingegneri. Competenze varie-gate, ma complementari fraloro». Con vantaggi economicie anche professionali: «se riu-sciamo ad avere una progettua-lità a livello centrale, lavoriamocome ente coordinatore»,anche in team con i vari ordiniprovinciali. E le proposte per lapolitica? Il gruppo di lavoro deiconsiglieri Cni sta preparandovari progetti, in attesa di rispo-ste.Il domani passa anche per l'am-biente, come sottolinea l'ex mi-nistro del Lavoro EnricoGiovannini, ricordando che:«L'ambiente e il mondo del la-voro sono sempre più collegatied è da qui che si riparte percreare occupazione e pro-gresso». Prima di tutto nel re-cupero degli edifici in ottica dilotta al rischio idrogeologico:una proposta che gli ingegnerilanciano al Governo e che vale,sottolinea il consigliere Cni Raf-faele Solustri, « 93 miliardi permettere in sicurezza circa 12milioni di strutture e le personeche le abitano».Il tesoriere del Cni, Michele La-penna, pone invece l'accentosulla formazione/aggiorna-mento e il tirocinio. «Secondo

me», dice a ItaliaOggi, «siamoandati oltre il dettato norma-tivo, avendo costituito un'agen-zia che a breve incomincerà aoperare. E costituita dagli Or-dini territoriali per offrire agliingegneri iscritti all'ordine lapossibilità di certificare il curri-culum professionale». Il tiroci-nio? «Fino a quando non saràemanato il Testo unico non saràpossibile avviare un ragiona-mento» sull'argomento, ma«stiamo pensando di ancorareil recupero del tirocinio a unapremialità sugli esami di statocon una semplificazione dellaprocedura per chi lo ha fatto».Il presidente del Cni, ArmandoZambrano, tira le somme dellagiornata: «Offriamo la nostraesperienza sulla semplifica-zione delle procedure, prenden-doci anche la responsabilità diemettere i pareri rispetto aiquali la p.a. necessita di un sup-porto tecnico competente.Un'altra questione imprescin-dibile è relativa all'aspetto dellaprevenzione: chiediamo unpiano nazionale basato su re-gole nuove e operative che pos-sano incidere sul sistema dellarealizzazione delle opere pub-bliche. Senza dimenticare, in-fine, che il nostro paese deveinvestire nella prevenzione dalrischio sismico e idrogeolo-gico», conclude.

URge NUoVa polItICa INdUstRIale

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Il talento al centro del futurodella professione ingegneri-stica. Si è conclusa in questomodo l'edizione numero 59del Congresso nazionale degliOrdini degli ingegneri d'Italiatenutosi a Caserta. Una giornata, l'ultima, che havisto il premio concorso perborse di studio Cni-Issnaf of-frire a giovani brillanti inge-gneri italiani la possibilità dispecializzarsi in prestigiosicentri di ricerca del NordAmerica. Quest'anno, grazie a un mag-giore contributo da parte degliOrdini provinciali, i borsistipotranno beneficiare di duemesi di studio nei centri enelle università d'Oltreo-ceano. E non è tutto: come an-ticipato a ltaliaOggi dalvicepresidente vicario del CuiFabio Bonfà, quest'anno sonostate anche premiate - nel-l'ambito di Scintille 2013 lestartup più interessanti. Scintille è infatti il premio ri-volto all'innovazione e allacreatività. Soddisfatto l'idea-tore delle borse di studio, il vi-cepresidente Bonfà, cheribadisce le capacità dell'ini-ziativa: «Lo scopo è quello dioffrire alle nuove leve, compe-tenti e meritevoli, la possibi-lità di vivere un'esperienza dilivello internazionale in modo

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IN pRImo pIaNo

da formare profili professio-nali sempre più adeguati auna società in perenne evolu-zione». Un parere condiviso anche daGianni Massa, vicepresidenteCni, per il quale anche Scin-tille 2013 si inserisce nell'am-bito del rinnovamento el'apertura al futuro, attività ti-piche della categoria degli in-gegneri. Questo per ricercare e otte-nere idee che possano dive-nire scintille propulsive diprogetti concreti.Spazio anche alle donne, conl'iniziativa Ingenio al femmi-nile, che promuove l'apportodella donna nel mondo del la-voro. Su questo tema osserva AniaLopez, consigliere del Cni, che«Le donne possono dare uncontributo significativo in ter-mini di organizzazione, idee ecollaborazione in ogni ambitoprofessionale». L'edizione 2014 di Ingenio alfemminile si terrà a fine no-vembre.Il Congresso si chiude, in-somma, con voglia di futuro.In particolare con la scom-messa degli ingegneri italianisui giovani e sulle proposte in-novative, allo scopo di ren-dere il Cni una vera e propriafucina di talenti in grado di

generare un confronto apertoe costruttivo tra chi è più for-mato grazie all'esperienza e ineoingegneri.

Il CNI INVeste sUl taleNto deI gIoVaNI

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L'aggiornamento professio-nale degli ingegneri va in rete.Lo ha annunciato il presi-dente della Scuola superioredi formazione del Cni, LuigiVinci, nel corso dell'ultimagiornata del Congresso dellacategoria, ieri a Caserta: sipartirà a gennaio 2015,quando sarà messa a disposi-zione degli iscritti una nuovaofferta di corsi on line checonsentirà di coprire tutte learee del Paese, anche quellepiù lontane dai grandi centri.«Il primo passaggio arriverà il19 settembre - spiega Vinci,che è anche presidente degliingegneri di Napoli -. La no-stra piattaforma unica andràa regime e, in questo modo,tutti coloro che partecipano acorsi riconosciuti dagli ordinilocali otterranno in temporeale l'aggiornamento dei pro-pri crediti formativi, senzalungaggini burocratiche».Contemporaneamente, saràcompletato il lavoro, che giàva avanti da tempo, per atti-vare la formazione a distanzadegli iscritti, curata dallaScuola: accompagnerà i corsie i seminari (oltre 2mila dal-l'inizio dell'anno) che gli or-dini fanno già sul territorio.La partenza è fissata per ilprossimo anno. «Puntiamo adifferenziare la nostra offerta

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IN pRImo pIaNo

per le diverse tipologie di pro-fessionista, considerando i trefiloni dell'ingegneria civile, diquella industriale e di quellainformatica e integrando lecompetenze tecniche con ma-terie di interesse comune,come la deontologia profes-sionale e le lingue», dice CarlaCappiello, presidente dell'or-dine di Roma e segretariodella Scuola.Ai più giovani, poi, sarà dedi-cato anche il prossimo announ programma di borse distudio, in collaborazione conl'Issnaf, l'Italian scientist andscholars in north Americafoundation. Nella giornata conclusiva delCongresso ne sono state asse-gnate 24, per l'edizione 2013,ad altrettanti ingegneri ditutta Italia nati dopo il primogennaio 1979. Una parte è stata finanziatadal Consiglio nazionale e unaparte direttamente dagli or-dini locali: il denaro serviràper trascorrere otto settimanedi specializzazione in alcuniimportanti centri di ricerca euniversità degli Stati Uniti.«Vogliamo dare ai nostri gio-vani colleghi più meritevolil'opportunità di affacciarsi almondo del lavoro - spiega ilvicepresidente vicario del Cni,Fabio Bonfà -. L'anno pros-

simo speriamo di coinvolgeremolti più ordini locali e al-meno raddoppiare il numerodi borse».

INgegNeRI: FoRmaZIoNe IN Rete

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CoNsIglIo NaZIoNaledeglI INgegNeRI

tanti), nel riclassificare tuttele attività professionali innuove categorie diverse dallaprecedenti, ha anche provve-duto a una comparazione frala precedente catalogazione ela nuova, determinando nonpoche difficoltà per le stazioniappaltanti e inducendo qual-che applicazione distorta. Un primo punto di rilievo af-frontato dai consigli nazionaliriguarda la classificazionedelle prestazioni da stimarealle quali viene anche attri-buito un grado di complessitàspecifico. Il documento richiama innan-zitutto un profilo l'articolo 8del decreto ministeriale ove sistabilisce che «gradi di com-plessità maggiore qualificanoanche per opere di comples-sità inferiore all'interno dellastessa categoria d'opera».Avere progettato un ospedalecon grado di complessità 1,20abilita quindi, per la stessa ca-tegoria (E) a qualificarsi perun edificio di uguale o minorecomplessità (esempio unascuola, grado 1,15).Un altro aspetto di interesseper le stazioni appaltanti èl'indicazione fornita in rela-zione alla identificazione delleopere all'interno delle stessedestinazioni funzionali, da cuidipende il grado di comples-

sità: i due consigli nazionalirichiamano l'esigenza di pren-dere in considerazione ele-menti di valutazione quali leesigenze di adeguamento al-l'ambiente circostante, la pre-senza di più destinazionid'uso e funzionali, le esigenzearchitettoniche, le esigenzestrutturali, le esigenze im-piantistiche e le finiture. Per le prestazioni urbanisti-che il documento precisa chei corrispettivi determinati uti-lizzando le aliquote della pia-nificazione generale e dellapianificazione urbanisticanon comprendono, fra l'altro,né le valutazioni Via, Vas eAia, né i rilievi e le praticheamministrative. In tema di collaudi il docu-mento messo a punto dai rap-presentanti degli ingegneri edegli architetti precisa che ilcompenso determinato con ildm non si applica all'interacommissione, bensì «a cia-scun componente della com-missione di collaudo». Intema di varianti si chiarisceche quando si deve calcolareun'attività ulteriore rispetto alprogetto (variante quantita-tiva in corso d'opera) occorrefare riferimento alla sommadei valori assoluti in + e in -del quadro di raffronto; per levarianti del progetto in corso

NUoVI paRametRI, IstRUZIoNI peR l’Uso

Per i collaudi di opere pubbli-che il compenso stabilito conil decreto 143/2013 non si ap-plica a tutta la commissione dicollaudo, ma riguarda ciascuncommissario. Mentre la maggiore comples-sità di una prestazione di in-gegneria e architetturaammette il progettista a par-tecipare a una gara anche perattività meno complesse ap-partenenti alla stessa catego-ria. Sono queste alcune delle indi-cazioni fornite dal Consiglionazionale degli ingegneri e dalConsiglio nazionale degli ar-chitetti, nel documento dif-fuso il 4 settembre con lacircolare del Cni n. 4171XVIIsess. che fornisce primi chia-rimenti sull'applicazione deldm 14312013. Il documentoriguarda il provvedimentoche, a seguito dell'abroga-zione delle tariffe professio-nali, detta le regole che lestazioni appaltanti devono se-guire per definire gli importi abase di gara per gli affida-menti di servizi di ingegneriae architettura e per qualificarei partecipanti alla gara in rap-porto alle esperienze pre-gresse. Il provvedimento ministeriale(in questi mesi spesso disap-plicato dalle stazioni appal-

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CoNsIglIo NaZIoNaledeglI INgegNeRI

gruppo di lavoro congiuntotra ingegneri e architetti inmateria di Dm parametri (n.143/2013). In questi mesi, infatti, sononati diversi problemi di carat-tere applicativo. La circolaren. 417 del Cni, appena ema-nata, punta a risolvere almenoquelli principali.Il gruppo di lavoro dei Consi-gli nazionali di ingegneri e ar-chitetti si è riunito il 16 e 31luglio scorsi, «per esaminarele criticità emerse nella con-creta applicazione del Dm143/2013 e per individuare lepossibili soluzioni relative atali criticità». Il primo tema affrontato èquello della classificazione deiservizi. Per le opere discipli-nate dal Dm 143/2013, l'arti-colo 8 prevede che «gradi dicomplessità maggiore qualifi-cano anche per opere di com-plessità inferiore all'internodella stessa categoriad'opera».Viene affrontata anche la que-stione delle opere che nelleprecedenti normative veni-vano classificate in altromodo e il tema delle presta-zioni non contemplate nel de-creto e non riconducibili acriteri di analogia, come adesempio la redazione di stati

di consistenza, i rilievi geome-trici, materici, strutturali, im-piantistici e d'altro genere.

CompeNsI: CHIaRImeNtI sU paRametRI

d'opera occorre invece avereriguardo al valore lordo delleopere di nuova progettazionecui si somma l'importo deter-minato per le varianti quanti-tative. Per gli incarichi di direzionedei lavori si precisa che per leattività di direzione esecutivail corrispettivo per le attivitàsvolte dai direttori operativi edagli ispettori di cantiere rap-presentano aliquote integra-tive, a maggiorazione delleprestazioni di direzione lavori«e non individuano compensospecifico spettante ai singolidirettori operativi o ispettoridi cantiere». Infine dovranno essere com-putate in ragione del tempo(ai sensi dell'art. 6, comma 2del dm 143/2013) tutte le at-tività non comprese nella ta-vola Z2 del decreto che nonpossono essere ricondotte acriteri di analogia con quelleelencate (fra queste si citanoanche le partecipazioni acommissioni di gara).Cosa accade per le prestazioninon contemplate dalla norma.E come si risolve il problemadelle opere che hanno cam-biato classificazione rispettoal passato. Sono solo due dei più impor-tanti dubbi appena sciolti dal

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CoNsIglIo NaZIoNaledeglI INgegNeRI

e sull'assicurazione.Qualcosa servirebbe per leStp. «Allo stato attuale le so-cietà tra professionisti sonoun autentico fallimento,anche a causa dell'indetermi-natezza, dovuta al legislatore,in merito al loro inquadra-mento fiscale». Già in passato«abbiamo contestato alcunenorme proposte che impon-gono alle Stp di essere inqua-drate fiscalmente comeassociazioni senza personalitàgiuridica costituite tra per-sone fisiche, indipendente-mente dal fatto che essepossano costituirsi anchecome società di capitale o aresponsabilità limitata. La no-stra idea, invece, consideranaturale per le Stp l'inquadra-mento del loro reddito comereddito da capitale, facendosalva l'invarianza contributivain termini previdenziali per lecasse professionali».C'è, poi, il tema della tariffaprofessionale. «Lo ribadisco:nessuno di noi vuole tornarealle tariffe obbligatorie. Devodire, però, che da qualchetempo la pubblica ammini-strazione si è resa conto del-l'assurdità di prestazioni diprogettazione di opere pubbli-che proposte a un euro o dicertificazioni energetiche

pubblicizzate a 30 euro o di ri-bassi di progettazione pari al70%-80%, con punte folli del100%; o di bandi di gara in cuila pubblica amministrazionechiede progetti praticamentegratis, subordinandone il pa-gamento all'avvenuto finan-ziamento». Infine, c'è laquestione della progettazione.«Lo scorso maggio abbiamoorganizzato un convegno perfare il punto sulla questionedegli appalti, chiedendo la so-luzione di alcuni problemi,come la revisione del mecca-nismo del due per cento ol'apertura del mercato ai pic-coli studi». In quell'occasionela disponibilità del Governoc'è stata. «È venuto il ministroLupi e ci ha manifestatogrande appoggio. Nei mesisuccessivi abbiamo lavoratoinsieme a dei provvedimenti.Ci è stato detto che stavanoper essere approvati, primacon il decreto Ambiente, poicon quello sulla Competitivitàe infine con lo Sblocca Italiama non li abbiamo mai visti.È stato solo leggermente ta-gliato l'incentivo del due percento». E i problemi del set-tore sono rimasti identici.

pIù pRogettaZIoNe NeglI appaltI pUbblICI

Completare la riforma delleprofessioni, dando la possibi-lità di attivare i tirocini. Ri-mettere mano alle regole perle società tra professionisti.Definire una tariffa generale,almeno come riferimento. Edare maggiore attenzione allaquestione della progettazionenegli appalti pubblici. E lalista della spesa che il presi-dente del Cni, Armando Zam-brano ha compilato abeneficio del Governo, du-rante il 59esimo Congressodel Consiglio nazionale degliingegneri.«Chiediamo all'esecutivol'emanazione del testo unicoche ci consentirà di attivare iltirocinio. Anche se, in consi-derazione del momento diffi-cile che la professione staattraversando, siamo convintiche debba essere volontario,con il vantaggio di una sem-plificazione, in questo caso,dell'esame di Stato». Il presupposto di queste ri-chieste è che, in tutti i campinei quali si poteva andareavanti, gli ingegneri hanno la-vorato: il presidente riven-dica, ad esempio, il lavorofatto sulla formazione conti-nua (con oltre 1.700 eventi or-ganizzati da febbraio 2014 aoggi), sui consigli di disciplina

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RICeRCHe del CeNtRo stUdI

INgegNeRI e laVoRo: RIpaRte Il meRCato

dendo da qualche anno nelnostro paese.Al di là di questi numeri, però,è interessante fare il punto sultrend di un campo specifico:quello delle assunzioni nelsettore privato. L' analisi delCentro studi, infatti, rivela undato molto interessante:«Torna a crescere - si legge -la domanda di ingegneri nelsettore delle costruzioni (880richieste contro le 480 del2012), mentre cala in quellodelle industrie elettriche, elet-troniche, ottiche e medicali(1.440 richieste a fronte delle1.610 del 2012) che si con-ferma tuttavia il quarto set-tore in assoluto per numero diassunzioni, immediatamenteprima di quello delle costru-zioni». L'edilizia, insomma,dà qualche segno di vitalità,piuttosto inatteso: nel 2013 harappresentato il 5,4% del to-tale di assunzioni in Italia.Ma la ricerca consente di an-dare a un livello di approfon-dimento ancora ulteriore. Eosservare quali profili profes-sionali hanno riscosso suc-cesso maggiore nel corsodell'anno appena passato.Anche in questo caso il risul-tato è piuttosto sorprendente.Guardando alla laurea in in-gegneria civile e ambientale, ipiù ricercati sono stati i pro-gettisti edili (190 assunzioni).Al secondo posto si collocanogli esperti in ingegneria idrau-

lica (140 assunzioni) e al terzoi tecnici dell'ambiente (70).Anche se va osservato che sitratta di numeri non parago-nabili a quelli che è possibileriscontrare in altri settori af-fini. Per gli sviluppatori disoftware, ad esempio, ci sonostate 1.230 opportunità lavo-rative, per i programmatoriinformatici 940, per i proget-tisti meccanici 1.490, perquelli elettronici 620. Numeriche per l'edilizia sono inim-maginabili.Questa ritrovata vitalità delsettore delle costruzioni, co-munque, si vede anche dai nu-meri generali delle assunzioni.Secondo la ricerca, nel 2013quelle di laureati in ingegneriacivile e ambientale sono state1.360: nel 2012 erano stateappena 800. L'aumento regi-strato è stato del 70 per cento.Si tratta di un'esplosione nettarispetto agli altri indirizzi dilaurea. Anche se va detto chequesti partivano da numeridecisamente più elevati. Perl'ingegneria elettronica la cre-scita è stata del 5,1%, perquella industriale del 4,3%,mentre per gli altri indirizzidello 0,4 per cento.

Assunzioni nelle costruzioniin risalita. All'interno di unmercato del lavoro in grandesofferenza, anche gli inge-gneri accusano il colpo, sia sulfronte degli occupati che suquello delle retribuzioni. Ep-pure, ci sono alcuni settoriche danno qualche segnale divitalità inaspettata. Segno che c'è in atto una fasedi grande cambiamento, chepotrebbe aprire nuove oppor-tunità. Dicono questo i numeri ap-pena pubblicati dal Centrostudi del Consiglio nazionaledegli ingegneri, che ha appenafatto il punto, con due ricer-che, sulla situazione occupa-zionale dei professionisti esulle immatricolazioni deinuovi studenti. Due temistrettamente legati: analizzatiinsieme, danno l'occasioneper fare il quadro sullo statodi salute del settore e capirecome orientare le propriescelte nel prossimo futuro.Sul fronte occupazionale,vanno certamente registrati idati generali del Centro studi:tasso di disoccupazione pocosotto il 6%, meno assunzioni atempo indeterminato, neolau-reati che guadagnano appena1.289 euro netti al mese e pro-fessionisti affermati con red-diti inferiori del 40% rispettoai colleghi tedeschi e francesi.Tutte tendenze che confer-mano quello che sta già acca-

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RICeRCHe del CeNtRo stUdI

le soCIetà aCCeNdoNo I FattURatI

Fare sistema conviene. So-prattutto per gli ingegneri: inItalia uno studio individualefattura mediamente 50milaeuro l'anno, mentre i ricavi diuna Stp possono superare i385mila euro.E’ questo il senso della ricercapresentata dal Centro studidel Consiglio nazionale degliingegneri nel corso del Con-gresso di Caserta, conclusosilo scorso 12 settembre. L'analisi misura in manieraprecisa l'effetto sui fatturatidelle diverse forme di orga-nizzazione dell'attività profes-sionale e arriva a unaconclusione: senza arrivare amodalità complesse come lesocietà di ingegneria, già pas-sare da uno studio individualea uno associato porta una cre-scita esponenziale degli in-troiti. La ricerca, realizzata intervi-stando 13mila ingegneri intutta Italia, parte dal modo incui viene organizzata la pro-fessione che, seppure lenta-mente, si sta modificando.Anche se continua a prevalerelo studio individuale (58%),circa il 13% degli ingegnerisvolge la propria attività pro-fessionale in forma associata(studio associato, 6,9%) o, ad-dirittura, societaria (società diingegneria, 4,6%; società traprofessionisti, 1,3%). Com-pleta il quadro un 20% circadi professionisti che fa ricorso

a modalità non organizzate inalcun modo.L'indagine Cni fa il quadroanche sul livello di coinvolgi-mento dei progettisti nei pro-grammi finanziati con fondieuropei, scoprendo che lamedia nazionale di contattodegli ingegneri con i fondi Ueè ferma al 28,8 per cento. Unaperformance negativa che, se-condo più della metà dei pro-gettisti intervistati nasce dal«deficit informativo sui pro-grammi e sulle linee guida perpresentarli».Tra le tante questioni ancoraaperte per la professione nonc'è ovviamente solo l'accessoalle risorse comunitarie: com-pletamento della riforma, re-visione delle nonne cheregolano le Stp, definizione diuna tariffa generale e la que-stione della progettazionenegli appalti pubblici sonosolo alcuni dei temi che il pre-sidente Antonio Zambrano haposto all' attenzione del Go-verno durante il Congresso.

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INgegNeRI: matRICole IN pICCHIata

Vanno molto male anchel'università di Pavia (-21,2%, acirca 500 immatricolati) equella di Salerno (-17,8%, conappena 800).Tra le poche università che re-gistrano, al contrario, un in-cremento delleimmatricolazioni, va sicura-mente segnalato il Politecnicodi Milano che, in questomodo, si conferma un polo diriferimento per il settore, no-nostante il periodo molto dif-ficile: i suoi iscritti cresconodell'8,6%, passato da 5.700 aoltre 6.200. Attualmente,l'Ateneo milanese è di granlunga il primo in Italia perl'ingegneria. Una crescita si-mile (+8,1%) viene registrataanche dall'Università Fede-rico II di Napoli. Mentre Pa-lermo incassa 34 iscritti in più(2,8%) che, di questi tempi,rappresentano comunque unottimo risultato.

Grandi università (quasi)tutte in calo. Con pochissimeeccezioni, la riduzione delleimmatricolazioni nelle facoltàdi ingegneria ha travolto tuttaItalia. Gli atenei perdono ge-neralmente colpì (e in totalequasi 25mila iscritti in unanno), soprattutto quelli chenegli anni passati hanno rac-colto il numero più alto di stu-denti. Tra i primi dieci perdimensioni, solo tre sono an-dati in controtendenza: il Po-litecnico di Milano, laFederico II di Napoli e l'uni-versità di Palermo.Guardando alle prime posi-zioni della classifica, alcunitonfi sono davvero rumorosi.E il caso del Politecnico di To-rino, tra le istituzioni più im-portanti in Italia nel settore:nel 2012/2013 ha perso il13,6% degli immatricolati iningegneria, passando da4.808 a 4.152 iscritti. Maleanche La Sapienza di Roma,che è calata ancora di più (-14,3%), passando da pocomeno di 3mila immatricolatia poco più di 2.500. Numerisimili per Bologna, arretratadel 14,8 per cento. Allargandoil campo alle università dimedie dimensioni, anche altrinumeri sono davvero impres-sionanti. L'università politec-nica delle Marche fa registrareun -27,8% rispetto all'annoprecedente e passa da oltre1.200 iscritti a nemmeno 900.

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stp: RICaVI medI oltRe I 270mIla eURo

zate in alcun modo.Quello che è più interessante,però, è osservare in che modoqueste tipologie di gestionedella propria attività impattanosulle performance in termini difatturato medio. I risultati del-l'analisi parlano chiaramente:forme più strutturate e condi-vise portano più denaro nelletasche dei professionisti. Se peruno studio individuale siamointorno ai 50mila euro, con unostudio associato saliamo addi-rittura a 173mila euro. Anche ipochi casi di società multidisci-plinare guadagnano molto(272mila euro) e, addirittura, lesocietà di ingegneria toccanofatturati di circa 385mila euro.Tanto per capire lo scarto, conla forma non organizzata siamoad appena 25mila euro. Afronte di questi dati, tra tutti glistrumenti associativi, va sotto-lineato che quello nel quale gliingegneri ripongono minore fi-ducia sono le società tra profes-sionisti, giudicate male dal48,6% degli intervistati.In questo quadro, un fenomenointeressante sono le forme dinetwork informale. L'87,4%degli studi individuali e l'89%degli studi condivisi opera «inrete» non strutturata con altriprofessionisti e imprese. Il mo-tivo è che si trovano sempre piùspesso a dover competere construtture parecchio grandi, siaitaliane che straniere. Su que-sto aspetto interviene il presi-

dente del Centro studi del Cni,Luigi Ronsivalle. «La categoriaprofessionale degli ingegneri -spiega - è impegnata in un pro-cesso di rinnovamento delleproprie modalità organizzative,tuttavia rimane largamenteprevalente quella dello studioindividuale in un ambito terri-toriale di riferimento che è inmassima parte costituito dallapropria provincia. Questo tipodi organizzazione non favoriscel'accesso ai bandi e ai finanzia-menti proposti dall'Europa».Nei dati, però, c'è una contrad-dizione. «La situazione cheemerge dall'indagine - proseguesembra contenere elementi dicontraddittorietà laddove, afronte di una dichiarata pro-pensione associativa e alla ten-denza a costituire networkvariamente strutturati e forma-lizzati, si ha di fatto una fram-mentarietà». La ragione di tuttociò va ricercata nella inadegua-tezza e farraginosità dellenorme che regolano i rapportisocietari dei professionisti. «Si-gnificativo, a tale proposito, è ilgiudizio negativo che emergesulle Stp. Un altro ostacolo allaorganizzazione di tipo societa-rio nelle professioni è rappre-sentato dalle difficoltàfinanziarie che esse incontrano,facendo preferire forme piùagili e snelle di esercizio dell'at-tività professionale, comequelle dello studio indivi-duale».

Mettersi insieme conviene. Èquesto il senso della ricercapresentata dal Centro studi delConsiglio nazionale degli inge-gneri nel corso del Congresso diCaserta, conclusosi lo scorso 12settembre. L'analisi misura inmaniera precisa l'effetto sui fat-turati delle diverse forme di or-ganizzazione dell'attivitàprofessionale e arriva a unaconclusione: senza arrivare amodalità complesse come le so-cietà di ingegneria, già passareda uno studio individuale a unoassociato porta una crescitaesponenziale degli introiti.Così, è sempre più evidente latendenza a fare sistema, anchese spesso in maniera informale.La ricerca, realizzata intervi-stando 13mila ingegneri intutta Italia, parte dal modo incui viene organizzata la profes-sione che, seppure lentamente,si sta modificando. «Si registra- spiega l'analisi - un processodi radicale rinnovamento dellemodalità organizzative e del-l'approccio al mercato da partedegli ingegneri». Anche se con-tinua a prevalere lo studio indi-viduale (58%), circa il 13% degliingegneri svolge la propria atti-vità professionale in forma as-sociata (studio associato, 6,9%)o, addirittura, societaria (so-cietà di ingegneria, 4,6%; so-cietà tra professionisti, 1,3%).Completa il quadro un 20%circa di professionisti che fa ri-corso a modalità non organiz-

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RICeRCHe del CeNtRo stUdI

FoNdI eURopeI: pRogettIstI poCo CoINVoltI

Ronsivalle - non pare vi sianoancora le condizioni per un ef-fettivo coinvolgimento del si-stema professionale sia nelleprocedure di programma-zione, sia nel partenariato».Gli effetti di questo stato dicose sono stati analizzati dallaricerca. «La nostra indagine -spiega il direttore del Centrostudi del Cni, MassimilianoPittau - ha coinvolto oltre13mila professionisti e, inquesto caso, gli ha rivolto unadomanda dalla formulazionemolto ampia: abbiamo cer-cato di capire chi è stato coin-volto, anche in manieraindiretta, nelle attività legateai fondi». I risultati dell'ana-lisi parlano da soli: la inedianazionale di contatto degli in-gegneri con i fondi Ue è del28,8 per cento. I picchi posi-tivi sono nelle regioni delMezzogiorno, tradizional-mente destinatarie di più fi-nanziamenti. In Basilicata siarriva al 43,6%, in Calabria al40,2%, in Puglia al 38 percento. Va molto peggio ilNord: 21,3% in Lombardia,23,9% in Emilia Romagna,24% in Toscana. E questo av-viene nonostante il 71,2%degli intervistati sia interes-sato, in astratto, alle iniziativedi Bruxelles.Il motivo di questa perfor-mance negativa viene indivi-duato in maniera moltoprecisa dalla ricerca. Per il

54,7% degli ingegneri, infatti,il problema nasce dal «deficitinformativo sui programmi esulle linee guida per presen-tarli». Altre motivazioni,come la difficoltà di costruirepartenariati europei, il deficitlinguistico o i problemi finan-ziari, sono considerate decisa-mente meno rilevanti. Inconcreto, allora, il professioni-sta non sa a chi rivolgersi: leamministrazioni che gesti-scono i fondi, Regioni in testa,hanno una grande responsa-bilità in negativo.

Gli ingegneri conoscono pocoi fondi europei e ci lavoranoancora meno. E questo ilsenso della ricerca presentatadal Centro studi del Consiglionazionale degli ingegneri nelcorso del congresso di Ca-serta.Nonostante l'apertura con laquale la Commissione euro-pea, lo scorso aprile, ha allar-gato l'accesso al denaro inarrivo da Bruxelles anche aiprofessionisti, nella vita quo-tidiana delle partite Iva ècambiato davvero poco. Lacolpa è, soprattutto, delle Re-gioni che informano in ma-niera insufficiente glioperatori. Già a livello di pia-nificazione gli Ordini sonostati poco coinvolti. Nel corsodel processo di definizionedegli accordi sui fondi 2014-2020 sono state tenute di-verse audizioni che hannocoinvolto circa 300 attori eco-nomici e parti sociali. «Traessi - dice il Centro studi risul-tano essere stati auditi solol'ordine dei consulenti del la-voro oltre a quello degli assi-stenti sociali, nel corso delleattività del tavolo specificosull'occupazione». Nei settetavoli regionali aperti per laprogrammazione 2014-2020,poi, solo il Veneto ha coin-volto i professionisti, convo-cando il Cup: «Nel nostroPaese - spiega, allora, il presi-dente del Centro studi, Luigi

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pRoFessIoNIstI e stp

la Rete delle pRoFessIoNI teCNICHe spINge le stp

dannosa sotto l'aspetto previ-denziale. Risultato: a due annidall'emanazione della legge, lesocietà così costituite e ope-ranti all'interno della Retedelle professioni tecnichesono poche decine! Da qui, ladecisione da parte della Rpt dicostituire un gruppo di lavoroad hoc, incaricato di predi-sporre le linee guida unitariedi supporto all'adozione dispecifici provvedimenti rego-lamentari nell'ambito di cia-scuna categoria.Agevolare l'esercizio collettivoe multidisciplinare delle atti-vità intellettuali rappresentaun'opportunità per i profes-sionisti e un percorso di mo-dernizzazione per il Paese,perché consente di superarelogiche corporative anacroni-stiche e conflitti intercatego-riali e di incentivarel'occupazione giovanile.

Nell'ultimo decennio variprovvedimenti normativihanno modificato le modalitàdi esercizio delle attività pro-fessionali, con l'obiettivo diadeguare i servizi (in partico-lar modo quelli erogati dalleprofessioni tecniche) alle esi-genze di privati, imprese, ope-ratori economici, Pa. Traquesti, la L. 18312011 ha in-trodotto la possibilità di svol-gere la professione secondo imodelli societari previsti daiTitoli V e VI del libro V del Co-dice Civile (Ss, Snc, Sas, Srl,Spa, Coop con almeno tresoci), abolendo il divietod'esercizio in forma societariadelle professioni intellettuali,in attuazione del principiodella prevalenza della presta-zione intellettuale rispetto aquella d'impresa.Un provvedimento impor-tante, che tuttavia ancoramanca della necessaria«spinta» a causa di ostacoli divaria natura: il Regolamentoattuativo, pur avendo discipli-nato molti aspetti operativi,non ha fornito tutti gli ele-menti necessari a pubbliciz-zarlo come alternativa almodello tradizionale; il persi-stere di dubbi interpretativiriconducibili all'applicabilità.alle procedure concorsuali intermini di requisiti di qualifi-cazione; la mancata concor-danza tra aspetti civilistici efiscali, che potrebbe rilevarsi

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stp FeRme aI box

società inattive dietro sem-plice presentazione da partedella Stp di una specifica do-manda, formulata sulla con-sueta modulistica, previoaccertamento della regolaritàdella stessa e dell'insussi-stenza delle previste incompa-tibilità.Ad iscrizione formalizzatapresso il registro delle im-prese, la Stp potrà richiedereil certificato utile per la pre-sentazione della domanda diiscrizione nella sezione spe-ciale dell'albo tenuto pressol'ordine professionale di rife-rimento. Ottenuta questaiscrizione, il legale rappresen-tante della società provvederàad adempiere all'obbligo, dicui all'art. 9, comma 4, del dmn. 34/2013, di annotazionedella stessa nella sezione spe-ciale del registro delle im-prese (presentando mod. S l+int. P + copia atto costitutivo).Le società tra professionisti inattesa di eventuali autorizza-zioni per l'esercizio dell'atti-vità o che non intendonoavviare immediatamente l'at-tività non compilano i quadridei moduli registro delle im-prese relativi alla dichiara-zione d'inizio attività(chiedendo quindi l'iscrizionecome impresa «inattiva») macomunicando successiva-mente l'inizio attività alla ca-mera di commercio.

Sono 341 le società tra profes-sionisti iscritte nel registrodelle imprese. Di queste 125sono costituite tra avvocati (esono quelle che hanno riferi-mento al decreto legislativo n.96/2001) e 216 in tutte le altreforme giuridiche previste dalnostro ordinamento giuridico(anche di capitali in base allalegge di Stabilità 183/2011 erelativo decreto ministeriale34/2013). Le regioni in cuisono state costituite più so-cietà tra professionisti sono:la Lombardia, l'Emilia-Roma-gna e la Puglia. In Valle d'Ao-sta iscritta una sola Stp. E InTrentino-Alto Adige quattro.E questo è quanto emerge dalreport aggiornato al 23 agosto2014 ed elaborato da Infoca-mere per ItaliaOggi. A frenarela nascita di nuove Stp è cer-tamente il non chiaro quadronormativo di riferimento, acominciare dal trattamento fi-scale relativamente agli in-troiti societari, più volte negliultimi anni al centro di inter-pretazioni e interventi legisla-tivi. Ricordiamo che per losvolgimento in forma societa-ria di una o più attività profes-sionali regolamentate lasocietà tra professionisti (noncostituita come società tra av-vocati) deve iscriversi nell'ap-posita sezione speciale delregistro delle imprese. Questol'iter: il registro delle impreseprovvede all'iscrizione fra le

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Casse pRIVate: sempRe pIù welFaRe

dato che evidenzia anche unproblema di credit crunch.Inoltre, continuano ad au-mentare le richieste da partedei nostri professionisti dibloccare temporaneamente odilazionare i versamenti con-tributivi».Da un lato, quindi, le cassesono intervenute per "tampo-nare" situazioni di crisi, checomportano la riduzione o lacessazione dell'attività lavora-tiva. Dall'altra, però, hanno messoin campo soluzioni poco o pernulla diffuse in passato per-ché anche quando l'attivitàprosegue sempre più profes-sionisti gradiscono o hannonecessità di contare su formedi aiuto diversificate. Rien-trano in questo ambito, peresempio, i sussidi offerti dal-l'Ente nazionale di previdenzae assistenza veterinari (300euro al mese per massimo 6mesi) per pagare l'asilo nido ola baby sitter e favorire così ilrientro all'attività professio-nale delle neo-mamme.A fronte di un mercato del la-voro sempre più difficile, in-vece, l'Ente di previdenza eassistenza dei biologi rim-borsa il 50%io delle spese so-stenute perla frequenza di uncorso di specializzazione daparte di un iscritto. l dati ela-borati dall'Adepp mettono inevidenza che, oltre agli inter-venti più strettamente legati

alle conseguenze della crisi ealtri che rientrano nell'ambitodel welfare allargato, le Cassehanno fornito sostegno anchea fronte di eventi straordinariquali calamità naturali oeventi gravi, quali il terremotodell'Aquila, tanto che nel2009 le relative voci di spesahanno raggiunto quota 13,5milioni a fronte dei 400milaeuro degli anni precedenti.Nel complesso le prestazionidegli associati Adepp (esclusoquelle di Onaosi e Casagit, chesono enti esclusivamente diwelfare integrativo) sono cre-sciute del 29% dal 2007 al2012, arrivando a quota 393,5milioni all'anno.Gli enti di previdenza dei pro-fessionisti operano semprepiù in un campo di interventoallargato, dovendo mantenerei bilanci in ordine e la sosteni-bilità finanziaria sul lungo pe-riodo.A questo riguardo il ministrodel Lavoro, Giuliano Poletti,ha messo sul tavolo l'opportu-nità di valutare la costituzionedi un fondo di garanzia per as-sicurare la stabilità finanziariae la certezza dei trattamentiprevidenziali, attuando unprincipio di solidarietà tra glienti in modo da scongiungerel'intervento di ultima istanzadello Stato. «Sull'istituzione omeno del fondo – commentail presidente Camporese glienti che io rappresento de-

Ci sono il contributo per l'av-vio dell'attività professionale,il sussidio per le spese del-l'asilo nido o la baby sitter,l'aiuto economico per conse-guire la specializzazione e gliassegni familiari, oltre a unincremento notevole degliammortizzatori sociali.L'attività delle Casse di previ-denza privatizzate nell'ambitodel welfare negli ultimi anni èdiventata sempre più ampiain termini di tipologie di in-tervento e importante quantoa valore delle prestazioni.Un'evoluzione che è al con-tempo una necessità dettatadall'esigenza di far fronte auna crisi che sta incidendo pe-santemente sui professionisti.In base ai dati elaborati dal-l'Associazione degli enti pre-videnziali privati (Adepp) laspesa per ammortizzatori so-ciali in termini nominali èpassata da 36,4 a 6o,2milioniall'anno nel periodo che va dal2007 al 2012, con in partico-lare un incremento del 4.429%i per l'indennità di cassa in-tegrazione. «Gli ammortizzatori sociali -afferma Andrea Camporese,presidente dell'Adepp - dal2007 al 2012 sono cresciutidel 65° e nel 2013 la percen-tuale sfiora la soglia di al-larme. Sono aumentati anchei prestiti per l'avvio di unostudio professionale o perl'acquisto di nuove tecnologie,

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vono poter concordare tempi,modi e finalità, nel rispettodella propria autonomia.Aprendo un confronto serio ecostruttivo affinché questoeventuale provvedimento nonsia ancora una volta un inter-vento isolato e a totale caricodei professionisti italiani».La costituzione del fondo vadunque inserita nel più ampiodibattito sull'autonomia delleCasse, che sono enti di dirittoprivato ma sono spesso chia-mate a contribuire al bilanciodello Stato come se fosseropubbliche. «Nella proposta di legge del2o12 a firma Damiano - ag-giunge Camporese - già si pre-vedeva la costituzione di unfondo di garanzia, ribadendoche le risorse accantonate neltempo dovranno rimanerenella disponibilità delle sin-gole casse. Nello stesso testo si rafforzaval'autonomia gestionale, orga-nizzativa e contabile deglienti, principio che oggi vienemesso in discussione danorme studiate ed approvateper la Pubblica amministra-zione, come quella sulla spen-ding review».

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Casse IN aIUto del paese

ziaria, oppure per la carenza difinanza per lo sviluppo, con l'ar-retramento da parte delle ban-che nel concedere credito.Parliamo di parcheggi, sistemiper l'efficienza energetica, resi-denze sanitarie per anziani nonautosufficienti e altri progettiche si possono riattivare subito.È da lì che siamo partiti», sotto-linea, ricordando come si siapreferito, nei mesi scorsi, primadi dare avvio alla strategia, «son-dare il mercato, concentrandocisu progetti solidi» che avevanotutte le carte in regola, eccetto lerisorse, per essere portati a com-pimento. Il risultato dello «scou-ting», continua, è che nellapenisola non mancano interes-santi chance, offerte a operatoriprofessionali culturalmente e fi-nanziariamente attrezzati ad af-ferrarle.Niente più «cattedrali nel de-serto», incalza Merola, bensì uncambiamento di prospettiva:l'idea è «un attestato di fiducianei confronti del paese. Per in-tenderci», aggiunge, riferendosialla nota espressione del premierMatteo Renzi, «non siamo gufi».Passati al setaccio 133 progetti(per circa 3,8 miliardi, dei qualialmeno 700 milioni di possibileimpegno diretto da parte di Ar-pinge) ne sono stati considerati«caldi» (attuabili) 51, su cui allo-care fondi nel periodo 20142016per circa 340 milioni (di cui 160in capo alla società delle casseprevidenziali); la logica in cuiopera la spa è quella del «projectfinancing» (con flussi di capitali

a medio lungo termine, in cui ilristoro del finanziamento è ga-rantito dai ricavi previsti dallagestione dell'opera da realizzare)e la metà dei cantieri da attivarerientra nel perimetro del parte-nariato pubblico-privato. E adassistere al debutto del nuovosoggetto sia la Cassa depositi eprestiti, il cui numero unoFranco Bassanini parla di «po-tenzialità» di collaborazione (ericorda che c'è un tavolo giàaperto con i fondi pensione) siaAndrea Tinagli, che guida l'uffi-cio di Roma della Bei, Banca eu-ropea degli investimenti, consciodelle difficoltà nel portare a ter-mine i finanziamenti delle grandiopere infrastrutturali in Italia,spesso per «non corrette proce-dure negli appalti, o perché nonvengono applicate bene le diret-tive ambientali».Arpinge, insomma, intervieneFausto Amadasi, numero unodella Cipag, «dimostra che leprofessioni non sono una casta,e che al contrario siamo in gradodi cogliere i segnali che arrivanodal mondo esterno». E, sottoli-nea Valerio Bignami, al verticedell'Eppi, il panorama nazionaledi «dissesto idrogeologico e dellecarenze dal punto di vista si-smico richiede una riqualifica-zione del territorio e dellestrutture», pertanto «occorretrovare il coraggio di demolire. E,successivamente, ricostruire inluoghi adeguati».

Ripartenza entro fine anno per15 opere infrastrutturali dimedia dimensione (con un inve-stimento di 140 milioni di euro)grazie alle sovvenzioni che arri-vano dalle casse previdenziali diingegneri e architetti, periti in-dustriali e geometri. E un so-stanzioso contributo alla crescitaeconomica del paese che, in 2-3anni, si ritiene possa raggiungerela quota di «un miliardo di mag-gior prodotto interno lordo». El'ambizioso biglietto da visitacon cui si presenta Arpinge(acronimo derivato dalle inizialidelle quattro professioni coin-volte), primo esempio in Italia disocietà di investimento nelcampo immobiliare e infrastrut-turale fondata da enti pensioni-stici privatizzati da cui ci siattende, dichiara Paola Murato-rio, presidente di Inarcassa, sca-turiscano innanzitutto«opportunità di lavoro per i no-stri iscritti» (se ne contano oltre274 mila complessivamentenelle categorie tecniche), in-sieme alla (concreta) possibilitàche altre casse possano, in tempiassai brevi, decidere di aderire.Iniziativa che si prefigge di met-tere in movimento fino a 500milioni, già ribattezzata lo«Sbloccacantieri» privato, al de-butto ieri, nell'evento promossoda InConTra all'Ara Pacis, aRoma, nella consapevolezza,racconta a ItaliaOggi l'ammini-stratore delegato Federico Me-rola, che nella nostra penisola visono opere avviate e poi inter-rotte «o a causa della crisi finan-

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Casse: le CoNdIZIoNI peR Il FoNdo dI INVestImeNto

lizzo delle risorse. «Noi di-ciamo sì al progetto - spiega lapresidente Paola Muratorio -purché serva a finanziare in-terventi infrastrutturali conricadute sui nostri associati esempre che vi sia identità divedute tra gestore e chi mettei soldi. Ci interesserebbemolto meno se fosse volto adare accesso al credito allePmi».Il problema per le Casse èquello della tassazione.«Un'aliquota del 20% - spiegaGuffanti – toglie risorse al ri-sparmio previdenziale. Ciò ètanto più grave per i giovaniche sono penalizzati da unbasso tasso di sostituzione do-vuto al calcolo della presta-zione meno favorevolerispetto al passato».

Per il Fondo di investimentopartecipato in maggioranzada Casse di previdenza eFondi pensione vanno scritti,nero su bianco, alcuni presup-posti: volontarietà nell'ade-sione, leva fiscale pergarantire un ritorno econo-mico agli iscritti, governancedi tipo privatistico, possibilitàdi scegliere infrastrutture eprogetti su cui puntare. Nonultima, serve chiarezza sulcontesto e sugli interlocutori:vale a dire Fondi e Casse svol-gono la mission di gestire e farfruttare il risparmio previden-ziale e si impegnano a valoriz-zare le risorse disponibilinell'economia del Paese.Il risparmio previdenziale ac-cumulato e gestito dai Fondipensione negoziali (secondopilastro) assomma, al 30 giu-gno 2014, a 37,25 miliardi(dati Covip). Se si conside-rano anche i fondi aperti, i Pipe i fondi preesistenti, il valoresale a 121 miliardi. Se poi siaggiungono i risparmi accu-mulati dalle Casse di previ-denza (primo pilastro) siarriva a 200 miliardi.E’ in queste casseforti che ilministero dell'Economiaspera di trovare (si veda ilSole 24 Ore di domenicascorsa) 3-5 miliardi per inve-stimenti. (…)Per Inarcassa, la cassa degliingegneri e architetti liberiprofessionisti, centrale è l'uti-

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maglIe stRette peR la Cassa IN deRoga

pendenti. Il semaforo verde èprevisto solo per contrazioni osospensioni dell'attività lavora-tiva derivanti da crisi aziendali,da ristrutturazione o riorganiz-zazione, da situazioni aziendalitransitorie determinatesi nonper colpa dell'imprenditore o deilavoratori ovvero da situazionitemporanee di mercato.La durata della Cigd è differen-ziata. Per ogni unità produttivariferita a imprese non rientrantinel campo di applicazione dellaCig e dei fondi di solidarietà (adesempio, l'impresa commercialecon lo dipendenti), la Cigd sipotrà ottenere al massimo peramesi durante il 2014, ridotti a 5per il 2015. Per le aziende che,invece, possono contare sullaCig, ovvero sui fondi di solida-rietà, si potrà prevedere una pro-roga del trattamento della Cig incorso (stessa durata di cui sopra)ma solo per situazioni eccezio-nali, a salvaguardia dei livelli oc-cupazionali e sempre che siaprevista una ripresa dell'attivitàlavorativa.La domanda di concessione (oproroga), unitamente all'accordosottoscritto in Regione, deve es-sere trasmessa telematicamenteall'Inps e alla Regione stessaentro 20 giorni dall'inizio dellasospensione o della riduzionedell'attività lavorativa.L'impresa che non rispetta i ter-mini subirà un taglio della Cigd.Nella prima fase di applicazionedella nuova regolamentazione leistanze relative a interventi ini-ziati prima dell'entrata in vigoredel Dm 83473/14 sono valide sepresentate entro 20 giorni de-

correnti dall'u settembre 2014(data di pubblicazione della cir-colare 19 nel sito internet del La-voro).Il Ministero ricorda che prima diaccedere alla Cigd l'azienda deveaver utilizzato le ferie, i permessi,la banca ore ecc..). Il Dm e la cir-colare si occupano anche dellamobilità in deroga, che si puòconcedere solo se i lavoratori(con anzianità aziendale di al-meno 12 mesi, di cui almeno seidi lavoro effettivamente pre-stato) non hanno diritto ad altraprestazione a sostegno del red-dito connessa alla cessazione delrapporto di lavoro (per esempiol'Aspi).Anche perla mobilità in deroga, idatori di lavoro devono essereimprenditori. La durata massimadella mobilità in deroga per i la-voratori che già ne beneficianoda almeno 3 anni, anche noncontinuativi, è di 5 mesi solo peril 2014 (8 mesi per le zone delmezzogiorno). Nel caso di sog-getti che hanno beneficiato dellamobilità in deroga per meno diaanni, la durata massima è stabi-lita in 7 mesi per il2014 (io mesinei territori del mezzogiorno), ri-dotta a 6 mesi (8 mesi nei terri-tori del mezzogiorno) per gli anni2015 e 2016. Per questi ultimisoggetti è prevista, poi, una du-rata massima complessiva oscil-lante tra i3 anni e 4 mesi e i3anni e 8 mesi.Le domande vanno presentateall'Inps, a pena di decadenza,entro 6o giorni dal licenzia-mento. Dall'1 gennaio 2017 lamobilità uscirà definitivamentedi scena.

Gli accordi per l'accesso allacassa integrazione guadagni inderoga (Cigd) stipulati dopo l'en-trata in vigore del decreto inter-ministeriale (Economia eLavoro) 83473/14, dovranno ri-guardare (per l'anno in corso) la-voratori con almeno 8 mesi dianzianità lavorativa, che diven-teranno 12 a partire dall'1 gen-naio 2015. Lo ribadisce ilministero del Lavoro nella circo-lare 19/14 emanata a commentodel richiamato Dm (si vedaanche il Sole 24 Ore di ieri). Leregole per usufruire dell'ammor-tizzatore sociale si fanno piùstringenti: erano, infatti, solo 3 imesi di anzianità che venivanorichiesti per farne domanda.Il Dm83473/14 circoscrive l'ap-plicazione della Cigd ai soli im-prenditori qualificati come talidall'articolo 2082 del codice ci-vile. Nella circolare si specificache possono rientrarvi anche ipiccoli imprenditori di cui all'ar-ticolo 2083 del codice civile (ar-tigiani, piccoli commercianti,coltivatori diretti del fondo).La formulazione letterale del Dmtiene fuori i liberi professionisti,che non potranno usufruire dellostrumento. Un'esclusione che hasorpreso non poco i titolari diStudi professionali, nonché leorganizzazioni che li rappresen-tano e che precede solo di pochigiorni la circolare 100/14 del-l'Inps in materia di fondo di so-lidarietà residuale, la quale - alcontrario - apre anche ai profes-sionisti.L'impresa che chiude i battentianche parzialmente non potràottenere la Cigd per i propri di-

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legIslaZIoNe sUI laVoRI pUbblICI

E dietro Palenzona non è difficileintravedere il gruppo imprendito-riale che fa capo agli eredi di Mar-cellino Gavio. Ovvero uno deiprincipali concessionari privati. Ilegami fra Palenzona e i Gavio, chel'avrebbero anche voluto alla pre-sidenza di Impregilo, non sono indiscussione. Il presidente dell'Ai-scat risulta essere fra l'altro unodegli azionisti di riferimento dellasocietà di autotrasportatori Unitradi Tortona: proprio insieme algruppo Gavio. Certamente uno deisoggetti più interessati a una solu-zione quale quella prevista dal de-creto «sblocca Italia». La suaconcessione della Torino-Piacenzadovrebbe essere infatti fra leprime a scadere. La data prevista,secondo i dati pubblicati lunedì 22settembre da Alessandra Puato sulCorrierEconomia, è il giugno2017. Dieci mesi prima, nell'ago-sto 2016, scadrà un'altra conces-sione nella quale è coinvoltoGavio, quella della Torino-ValleD'Aosta. (…) La concessione del-l'Autobrennero, società con unconsiglio di amministrazione da14 poltrone, è invece scaduta nel-l'aprile 2014 ed è in attesa di gara.Però i suoi azionisti preferirebberola proroga. Sono la Regione Tren-tino Alto Adige, le Province auto-nome e i Comuni di Trento eBolzano, le Province di Modena eMantova, il Comune di Mantova...Nell'elenco, anche alcune banchefinanziatrici che vantano diritti dipegno: fra queste la famosa Bancadel Mezzogiorno di Poste Italiane,fortemente voluta dall'ex ministroGiulio Tremonti per sostenerel'economia del Sud (Tirolo?).A dispetto del guard rail perenne-

mente arrugginito, per le Provincee i Comuni azionisti l'Autobren-nero è una gallina dalle uovad'oro: 14o milioni di utili negli ul-timi due anni. Senza considerareun tesoretto di 550 milioni inve-stiti in titoli di Stato costituito dalprelievo sulle tariffe per finanziareil tunnel ferroviario del Brennero.Di sicuro la lobby autostradale halavorato di fino. Come dimostra ilraffronto fra il testo entrato nelConsiglio dei ministri e quellopubblicato sulla Gazzetta Ufficiale.Nel primo si stabiliva che la con-cessione venisse estesa al mas-simo a quella più lunga delleautostrade accorpate: poi questolimite è scomparso. Nella versioneiniziale c'era pure come contro-partita alla proroga un aumentodel canone pagato allo Stato daiconcessionari, dall'attuale 2,4%dei pedaggi netti al 3 o al 4%:scomparso anche questo.Certo è che la stessa Authority, deltutto scavalcata in questo fran-gente, ha incontrato non pochedifficoltà fin da subito quando hacominciato a occuparsi di auto-strade, nel gennaio scorso. Dicetutto una lettera del capo dellaStruttura di vigilanza sulle conces-sionarie autostradali del ministerodelle Infrastrutture, in rispostaalle richieste dell'Autorità per ilpassaggio di consegne. Che si con-cludeva così: «Si rappresenta l'im-possibilità di trasmettere i relativicontenuti della banca dati dellaStruttura tenuto anche conto deiprotocolli di riservatezza che ca-ratterizzano l'accesso al sistema el'obbligo da parte degli uffici diStruttura di attenersi a precisi vin-coli di riservatezza».

soCIetà aUtostRadalI: sVINColo peR saltaRe le gaRe

Andrea Camanzi lo ha definito:«Un passo indietro». Anche la di-plomazia vuole la sua parte. Ma ilpiatto che il decreto «sblocca Ita-lia» sta servendo ai potentissimiconcessionari autostradali va benoltre una semplice retromarcia.Perché per l'authority dei Tra-sporti presieduta da Camanzi, acui la legge affida il compito di re-golare quel settore, è uno smaccoduro da digerire. Basta leggerel'articolo 5. Le società autostradalipossono ottenere la proroga delleconcessioni con «d'unificazione ditratte interconnesse» impegnan-dosi a fare investimenti e mante-nendo «un regime tariffario piùfavorevole all'utenza». Senza gare,ovviamente. Alla faccia dell'autho-rity, del mercato, dell'Europa. Unfilm già visto al momento dellaprivatizzazione della società Auto-strade, quando la concessionevenne prolungata ope legis di ven-t'anni senza colpo ferire. Con qual-che differenza. Allora non esisteval'autorità dei Trasporti. E la pro-roga oggi proposta dal governo diMatteo Renzi riguarda solo di stri-scio il gruppo Autostrade. L'im-pronta digitale sembra di FabrizioPalenzona, ex presidente marghe-ritino della Provincia di Alessan-dria, vicepresidente di Unicredit eda ben undici anni presidente del-l'Aiscat, l'associazione che riuniscele concessionarie autostradali. Ungruppo di pressione dalla forza ir-resistibile, come sta a dimostrarela frequenza incessante degli au-menti tariffari. Cascasse il mondo.Dal 1999 al 2013 le tariffe sono sa-lite mediamente del 65,9 percento, contro un'inflazione del37,4 per cento.

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legIslaZIoNe sUI laVoRI pUbblICI

Dall'Anac di Raffaele Cantonearriva un nuovo giro di vitesulle varianti, le modifiche aiprogetti decise a cantieri giàaperti, da cui in un caso sudue dipendono gli aumenti dicosto delle grandi opere pub-bliche.D'ora in avanti anche le corre-zioni apportate ai che godonodi procedure in deroga do-vranno passare sotto il vagliodell'Anticorruzione. Dunquenon potranno sfuggire ai con-trolli neppure le opere affi-date a commissari o appaltatesenza gara. E soprattutto nonsarà possibile tentare di sfug-gire ai controlli "frazionando"artificiosamente l'importodelle variazioni al progetto,perché saranno sottoposte averifica anche le varianti plu-rime relative allo stesso ap-palto, se l'importo cumulativoporta a superare la soglia del10%i che fa scattare i con-trolli. Il chiarimento arrivacon un comunicato firmato daCantone il 2 settembre, madiffuso solo in queste ore dal-l'Autorità.La nota serve a chiarire neldettaglio quando scattano icontrolli sulle varianti intro-dotte dal decreto Pa (Decretolegge n. 90/2014, articolo 37)indicando anche quali docu-menti vanno inviati all'Auto-rità, in che modo e con qualiresponsabilità.Il decreto impone di trasmet-

tere all'Anac tutte le varianti(che comportano aumenti dicosto superiori al 10% delleopere di importo superiorealla soglia europea di 5,186milioni), con l'esclusione diquelle dovute a evoluzioninormative o errori proget-tuali.Nei casi previsti dal decreto,spiega l'Anac, le stazioni ap-paltanti dovranno inviare al-l'Anac l'atto di validazionedella variante con la relazionedel funzionario pubblico chesegue l'appalto (i1Rup) in-sieme alla perizia di variantee al progetto esecutivo. In par-ticolare, tra i documenti do-vranno essere«inderogabilmente» com-presi un computo metrico-estimativo di raffronto deicosti, l'atto aggiuntivo e «iverbali di concordamento deinuovi prezzi, se presenti». (…)

appaltI IN deRoga: stRetta sUlle VaRIaNtI

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tranno essere sempre am-messe dal direttore dei lavori(sentito il progettista) nei casidi bonifica e/o messa in sicu-rezza di siti contaminati se su-perano il valore del 20%(limite più elevato rispettoagli ordinari interventi, per iquali vige la soglia del 10%).Ciò significa che viene rad-doppiato il limite entro ilquale eventuali lavori resi ne-cessari in corso d'opera pos-sono essere direttamentedisposti dal direttore dei la-vori, senza la necessità di atti-vare la procedura diapprovazione della variante.Il decreto prevede inoltre -sempre per le bonifiche - lapossibilità di richiedere dicomprovare il possesso dei re-quisiti di partecipazione ri-chiesti nel bando di gara,presentando direttamente insede di offerta, la documenta-zione indicata in detto bandoo nella lettera di invito in ori-ginale o copia conforme. (…)

gaRe: meNo lImItI alle VaRIaNtI

Meno limiti alle varianti, ac-celerazione sui termini di garae semplificazione sui progettiper le opere di bonifica e dimessa in sicurezza dei siti in-quinati. Sono queste le lineeseguite con le diverse modifi-che al codice dei contrattipubblici inserite nel decretolegge 133/2014 (Sblocca Ita-lia). Accanto alle modifiche sicollocano, però anche diversenorme derogatorie tese ad ac-celerarci lavori per gli inter-venti per scuole, per lamitigazione del rischio idro-geologico e per la prevenzioneantisismica. In questi ultimisettori si prevedono infattimeccanismi di affidamentodiretto alle imprese di costru-zioni fino a 200.000 euro dilavori e trattative private finoa 1 milione di euro, senza pub-blicità. Altra deroga, in temadi avvalimento (il «prestito» -da una impresa ad un'altra -dei requisiti necessari per ac-cedere alle gare), riguardal'iscrizione all'albo dei gestoriambientali, che il decreto 133non prevede possa essere og-getto di avvalimento. Per quelche invece concerne le modi-fiche vere e proprie del de-creto 163/2006, il decretolegge interviene in primoluogo a favore degli interventidi bonifica e/o messa in sicu-rezza di siti inquinati. Balzaagli occhi la modifica sulla di-sciplina delle varianti, che po-

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anche a casi come il Mose, oggettodi una concessione affidata nel1984 o ad affidamenti a contraentigenerali (grandi infrastrutture)per i quali dovessero emergereelementi di condotte illecite. Vieneanche chiarito che la competenzadel prefetto è in relazione al luogoin cui ha sede la stazione appal-tante e quindi non rileva la sedelegale dell'impresa oggetto di ac-certamenti.Il prefetto, fatte le proprie valuta-zioni, provvede con decreto allarinnovazione degli organi socialise l'impresa non si adegua sponta-neamente entro trenta giorni; neicasi più gravi, entro dieci giorninomina fino a un massimo di treamministratori in possesso dei re-quisiti di professionalità e onora-bilità previsti dalla legge. In fase diesame parlamentare, rispetto altesto iniziale del decreto legge, èstato introdotto, come novità, unlimite di durata al provvedimentodi amministrazione straordinariatemporanea che è stato indivi-duato nella emissione del certifi-cato di collaudo dell'opera.L'amministrazione straordinariatemporanea viene qualificata dallanorma come attività di pubblicautilità con la conseguenza che gliamministratori rispondono pereventuali diseconomie soltanto incaso di dolo o colpa grave. Ipotesidi revoca del decreto di nominadegli amministratori sono l'ado-zione di provvedimento di seque-stro, confisca o amministrazionegiudiziaria dell'impresa aggiudica-trice dell'appalto, ipotesi alle qualisi aggiunge anche l'archiviazionedel procedimento e che l'autoritàgiudiziaria conferma, ove possi-

bile, gli amministratori nominatidal prefetto.Durante l'amministrazione straor-dinaria, i pagamenti all'impresanon sono sospesi, ma l'utile d'im-presa derivante dal contratto diappalto pubblico (determinatodagli amministratori in via pre-suntiva) deve essere accantonatoin un apposito fondo; quindi nonpuò essere distribuito, oltre chefino all'esito del giudizio penale,fino all'esito dei giudizi sull'infor-mazione antimafia interdittiva.Possibile nominare tre esperti daparte del prefetto per svolgerefunzioni di sostegno e monitorag-gio dell'impresa, se le indagini pe-nali riguardano membri di organisocietari diversi da quelli dell'im-presa aggiudicataria dell'appalto.Le misure di amministrazione, so-stegno e monitoraggio si appli-cano anche se l'impresa è oggettodi informazione antimafia inter-dittiva da parte del prefetto; que-st'ultimo informa dell'adozionedelle misure il presidente del-l'Anac. Le misure sono comunquerevocate o cessano di produrre ef-fetti all'esito di procedimenti pe-nali e di prevenzione. Per quel cheriguarda l'unità operativa concompiti di vigilanza e di alta sor-veglianza su Expo 2015, la norma,modificata in commissione, pre-vede che la sua operatività durifino «alla completa esecuzione deicontratti di appalto di lavori, ser-vizi e forniture per la realizzazionedelle opere e delle attività con-nesse allo svolgimento del grandeevento» e comunque, non «oltre il31 dicembre 2016».

appaltI: poteRI FoRtI peR l’aNaC

Più poteri all'Anac contro la corru-zione negli appalti pubblici con ilcommissariamento dell'appalta-tore, del concessionario e del con-traente generale. I pagamentiall'impresa potranno essere so-spesi e l'utile di impresa accanto-nato in un fondo. Infine, l'unitàoperativa per Expo 2015 resterà incarica fino a tutto il 2016. Sono al-cuni dei punti principali contenutinell'articolo 32 del decreto legge90/2014 convertito dalla legge 11agosto 2014, n. 114. La disposi-zione, nell'ambito dell'attività diprevenzione della corruzionescatta quando in relazione al sin-golo appalto emergano rilevantianomalie o comunque situazionisintomatiche di condotte illecite,ovvero vi siano fatti gravi e accer-tati, anche in seguito a denunce diilleciti da parte di dipendenti dellapubblica amministrazione. In taliipotesi, il presidente dell'Anac(Autorità nazionale anti corru-zione) può proporre al prefettocompetente di assumere diretta-mente il controllo dell'impresa at-traverso un'amministrazionestraordinaria temporanea (fino al-l'esecuzione del contratto), oppuredi imporre all'impresa di rinno-vare gli organi sociali. In commis-sione due le principali novitàrispetto al testo governativo: èstato introdotto l'obbligo per ilpresidente dell'Anac di informareil procuratore della repubblica esoprattutto è stata estesa la disci-plina dell'amministrazione straor-dinaria temporanea anche aiconcessionari di lavori pubblici eai contraenti generali. La modificapotrà consentire all'Anac di appli-care i poteri conferiti dalla norma

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l'attività di interpretazionenormativa a favore di impresee Pa. Anzi. Con il provvedi-mento varato la scorsa setti-mana prende corpol'intenzione di rilanciare l'at-tività di risoluzione dei con-flitti sorti in gara (o incantiere). Un'intenzione resaevidente dal fatto che il nuovoregolamento viene emanato adistanza di pochi mesi dall' ul-tima revisione effettuata soloa inizio anno dal vertice dellavecchia Avcp.La novità più rilevante è chel'ufficio che segue l'attività dirisoluzione delle controversieentra a fare parte dello staffdel presidente. Sarà dunquelo stesso Cantone ad asse-gnare (ogni 15 giorni) le ri-chieste di parere ai consiglieridell'Autorità, incaricati di se-guire l'istruttoria e relazio-nare al consiglio sugli esiti.«L'obiettivo – si legge nellarelazione che accompagna ilnuovo regolamento - è garan-tire una piena assunzione diresponsabilità del Consigliodell'Anac verso il mercato nel-l'esprimere gli orientamentiinterpretativi di riferimento».Per «cristallizzare» le deci-sioni i pareri rilasciati dalconsiglio verranno trattaticome sentenze: quindi sinte-tizzati con una «massima» epubblicati sul sito. (…)

lItI tRa ImpRese e pa: saRà l’aUtHoRIty a RIsolVeRle

Meno poltrone, più atten-zione al ruolo di guida delmercato. In attesa del piano diriorganizzazione da presen-tare a Matteo Renzi entro fineanno, il cambio di rotta im-presso da Raffaele Cantoneagli uffici della vecchia Auto-rità di Vigilanza dei contrattipubblici è già visibile. L'obiet-tivo dichiarato è rafforzare leattività considerate come il"core business" della vecchiaAvcp riuscendo allo stessotempo a contenere i costi difunzionamento dell'ex Autho-rity che, una volta messo apunto il piano di fusione e in-tegrazione con l'Anac, dovràgarantire un taglio del 20%delle spese insieme a unasforbiciata della stessa entitàdel trattamento accessorio ri-servato al personale, dirigentiinclusi.Una strategia che traspare daiprimi provvedimenti appro-vati sotto la guida di Cantone.Tra questi quello di maggiorimpatto per il mercato è sicu-ramente il nuovo regolamentoper la soluzione delle contro-versie tra stazioni appaltanti eimprese, prima che il conflittogiunga nell'aula già affollatadi un tribunale amministra-tivo.Nel disegno di Cantone anchela scelta di cancellare la dire-zione generale sul conten-zioso non dovrebbecomportare contraccolpi sul-

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zione e l'accelerazione proce-durale (sempre nel rispettodei principi Ue di tutela dellaconcorrenza) consentirà, adesempio, l'affidamento di-retto, senza alcun confrontoconcorrenziale, da parte delresponsabile del procedi-mento, di lavori fino a 200mila euro (la stragrande mag-gioranza di interventi si col-loca in questa fascia) el'utilizzazione della gara infor-male con invito rivolto ad al-meno cinque operatori perinterventi da 200 mila a 5 mi-lioni di euro. (…)

laRgo aglI aFFIdameNtI dIRettI

Affidamenti diretti di lavorifino a 200 mila euro perscuole, rischio idrogeologico eanti-sismica; ricorso a societàin house dello Stato per pro-gettazione ed esecuzione di la-vori; conferenze di servizi«sprint» per portare a ter-mine le incompiute degli entilocali; concessioni autostra-dali prorogabili per effettuarenuovi investimenti; esclu-sione dal patto di stabilità peri pagamenti relativi a operesegnalate dagli enti localientro giugno 2014. Sono que-ste alcune delle novità conte-nute nella bozza deldecreto-legge «Sblocca Italia»inviata alla Ragioneria gene-rale dello Stato e ormai inprocinto di pubblicazione inG.U.Affidamenti diretti. L'articolo9 considera come situazionedi «estrema urgenza» ogni«fattispecie riconosciuta tale(previa ricognizione) da partedell'Ente interessato, chequindi certifichi come indiffe-ribile l'intervento». Tale qua-lifica di estrema urgenzaconsentirà all'ente compe-tente di accedere ad una seriedi semplificazioni ma limita-tamente agli interventi dimessa in sicurezza di edificiscolastici, a quelli di mitiga-zione dei rischi idraulici e geo-morfologici e a quelli diadeguamento alla normativaantisismica. La semplifica-

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cie differenti di violazioni delleregole di gara: la mancanza,l'incompletezza e ogni altra ir-regolarità essenziale degli ele-menti e delle dichiarazionisostitutive, per cui necessite-rebbe, in base al principio dellagradualità, un'articolazione inbase alla diversa gravità delleinfrazioni. Nei primi bandi digara emanati con la nuovanorma, tuttavia, la scelta effet-tuata da molte stazioni appal-tanti si è concretizzata nelladefinizione di una sanzioneunica.La norma richiede inoltre cheil versamento della sanzionesia garantito dalla cauzioneprovvisoria, quindi con possi-bilità di escussione parzialesolo quando il concorrente nonpaghi. Tuttavia molte Pahanno scelto di prevedere nelbando anche un'integrazionesupplementare del valore dellagaranzia provvisoria, corri-spondente alla sanzione, deter-minando un maggior onere perle imprese.Il nuovo comma 2-bis prevedeche la stazione appaltante ri-chieda al con corrente di ren-dere la dichiarazionemancante, di completarla o diregolarizzarla, dando un ter-mine massimo di lo giorni.Solo se l'operatore non prov-vede, l'amministrazione potràescluderlo.La regolarizzazione, peraltro,non è correlata al pagamento

della sanzione, quindi le im-prese che abbiano reso o com-pletato le dichiarazioniinsufficienti sono ammessi allagara, indipendentemente dal-l'assolvimento della sanzione.Problemi altrettanto rilevantisono determinate dal nuovoarticolo 46, comma i-ter delCodice appalti, introdotto an-ch'esso dalla legge 114, il qualeprevede che le disposizioni delcomma 2-bis si applicano aogni ipotesi di mancanza, in-completezza o irregolarità deglielementi e delle dichiarazioni,anche di soggetti terzi, che de-vono essere prodotte dai con-correnti in base alla legge, albando o al disciplinare di gara.Proprio il riferimento agli ele-menti che devono essere pro-dotti in gara induce a ritenereche questi non siano riferititanto al contenuto delle dichia-razioni sostitutive, quanto aidocumenti che devono esserepresentati in gara. Questa let-tura ha portato molte Pa a di-sciplinare nel bando lasottoposizione alla sanzione ealla regolarizzazione anche disituazioni come la mancatapresentazione della cauzioneprovvisoria o dell'attestazionedi pagamento del contributogare, che sono invece obblighiper la partecipazione alla gara.

Caos saNZIoNI sUglI eRRoRI delle ImpRese

Le stazioni appaltanti non pos-sono più escludere le impreseda una gara per una dichiara-zione sostitutiva mancante oirregolare, ma devono sanzio-narle e chiedere la regolarizza-zione, con un procedimentoche presenta vari problemi.Le nuove norme introdotte nelCodice appalti dalla legge114/2014 mirano a garantire lamassima partecipazione, evi-tando che la dimenticanza diuna dichiarazione, magari persemplice distrazione di chi hapreparato l'istanza, comportil'esclusione dalla gara. NelDIgs 163/20o6 è stato quindiintrodotto all'articolo 38 ilcomma 2-bis, il quale prevedeche la mancanza, l'incomple-tezza e ogni altra irregolaritàessenziale degli elementi edelle dichiarazioni sostitutiverelative al possesso dei requi-siti generali obbliga il concor-rente al pagamento, in favoredella stazione appaltante, diuna sanzione pecuniaria, chedeve essere stabilita dall'am-ministrazione aggiudicatricenel bando. Il range della san-zione è individuato tra l'unoper mille e l'uno per cento delvalore della gara (quindi con ri-ferimento alla base d'asta), macon un massimale di 5omilaeuro.La prima criticità rilevante de-riva proprio dall'applicazionedella sanzione, in quanto la di-sposizione individua fattispe-

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un bando in assenza dellecondizioni previste dallenorme in materia di appalti.La direttiva «ricorsi» am-mette però come eccezioneche, a seguito di annulla-mento, il giudice possa man-tenere gli effetti del contratto(se è stata fatta la pre-infor-mazione e la post-informa-zione e se il contratto è statostipulato dopo dieci giornidalla pubblicazione dell'ag-giudicazione, come avvenutonel caso esaminato). La Corteprecisa che la finalità della ec-cezione è di conciliare gli inte-ressi dell'impresa lesa (che hala possibilità di avviare unprocedimento sommario pre-contrattuale e l'annullamentodel contratto illegittimamenteconcluso), con quelli dell'am-ministrazione e dell'impresaselezionata (evitare l'incer-tezza giuridica che potrebbederivare dalla privazione dieffetti del contratto). Spetta algiudice effettuare tale tempe-ramento di interessi. Per-tanto, un contratto affidato aprocedura negoziata senzabando, quando ciò non fosseconsentito, non è automatica-mente dichiarabile privo di ef-fetti, in presenza delle trecondizioni previste dalla di-rettiva.

tRattatIVa pRIVata FoRZata , l’appalto NoN peRde ValoRe

Un contratto di appalto affi-dato a trattativa privata, senzache ve ne fossero le condizionidi legge, non è automatica-mente privo di effetti giuri-dici. E quanto afferma laCorte di giustizia nella sen-tenza dell'11 settembre 2014(causa C 19/13), rispetto allacompatibilità comunitaria diun affidamento, disposto conprocedura negoziata senzaprevia pubblicazione delbando (a favore di Telecom)motivato dall'esigenza di di-ritti di esclusiva a favore del-l'aggiudicatario e dal fatto cheil contratto poteva essere affi-dato unicamente a un opera-tore economico determinato.Dopo avere individuato l'affi-datario la stazione appaltantepubblicava un avviso di pre-informazione e poi di aggiudi-cazione. L'aggiudicazioneveniva impugnata al Tar (daFastweb) che accoglieva il ri-corso. Il Consiglio di stato haconfermato l'annullamentodell'aggiudicazione perchénon erano state dimostrate lecondizioni richieste per laprocedura negoziata, ma hacomunque rimesso alla Cortela questione inerente la sortedel contratto stipulato. Lasentenza richiama la direttiva89/665 nella parte in cui pre-vede che il giudice dichiari ilcontratto privo di effetti se èstato aggiudicato un appaltosenza previa pubblicazione di

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attività di centrale di commit-tenza ai sensi dell'articolo 33del codice dei contratti pub-blici (dlgs 163/2006), con ca-rattere di stabilità, medianteun'organizzazione dedicataallo svolgimento di tali presta-zioni. La nonna specifica chesi deve trattare di attività dicommittenza finalizzata alsoddisfacimento di tutti i fab-bisogni di beni e servizi dei re-lativi enti locali. Lo schema didecreto precisa inoltre i requi-siti che devono possedere talisoggetti in relazione a quantogià svolto in passato; in parti-colare dovranno potere dimo-strare di avere avviato, nei treanni precedenti la richiesta,procedure per l'acquisizionedi beni e servizi di importo abase di gara pari o superiorealla soglia comunitaria(200.000 per servizi e forni-ture, 5 milioni per lavori), ilcui valore complessivo sia su-periore a 260.000.000 euronel triennio, con un valore mi-nimo di 50.000.000 euro perciascun anno. Per le proce-dure avviate dalle città metro-politane, verranno prese inconsiderazione anche quelleavviate dalla provincia. Ilprovvedimento prevede chel'Anac, entro 30 giorni dal-l'entrata in vigore del presentedecreto, con propria determi-nazione stabilisca le modalitàdi presentazione Per quel cheattiene alla selezione delle ri-

chieste l'Anac procederà allaverifica del possesso dei re-quisiti, attraverso la consulta-zione della Banca datinazionale dei contratti pub-blici, e all'iscrizione all'elencoseguendo un ordine decre-scente basato sul più alto va-lore complessivo delleprocedure avviate dai soggettirichiedenti. L'elenco sarà ag-giornato entro il 30/9/2017 esuccessivamente ogni treanni.

CeNtRalI dI CommItteNZa apeRte a CIttà metRopolItaNe e UNIoNI

Elenco Anac delle centrali dicommittenza aperto a cittàmetropolitane e unioni o con-sorzi di comuni che, negli ul-timi tre anni hanno avviatoappalti per almeno 260 mi-lioni di euro, con un minimodi 50.000 euro l'anno. E que-sto il requisito previsto nellabozza di dpcm che detta le re-gole per l'iscrizione all'elencodei «soggetti aggregatori»,istituito dalla legge 89/2014presso l'Anagrafe unica dellestazioni appaltanti, gestitadall'Anac (l'Autorità anticor-ruzione presieduta da Raf-faele Cantone). Ilprovvedimento, sul quale sarànecessario acquisire la deli-bera preliminare da parte delconsiglio dei ministri e poil'intesa con la Conferenza uni-ficata, non riguarda la Consipe le centrali costituite da ogniregione, bensì le città metro-politane (che dal 1° gennaio2015 subentreranno alle pro-vince, ai sensi della legge56/2014) e i soggetti aggrega-tori costituiti dagli enti locali.Lo schema di decreto, datato15 settembre 2014, stabilisceche potranno richiederel'iscrizione all'elenco le cittàmetropolitane, le province, leassociazioni, le unioni e i con-sorzi di enti locali comunquedenominati ai sensi del Tuel,oltre ai soggetti da loro costi-tuiti o designati. Questi sog-getti dovranno svolgere

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di conseguenza la commis-sione di gara non ha applicatoil criterio di proporzionalitànella valutazione di questacomponente dell'offerta. At-tenzione, però: il dl 9012014ha tentato di scoraggiare lesospensive degli appalti intro-ducendo una cauzione finoallo 0,5% del valore della garaalla quale il giudice può su-bordinare l'efficacia della mi-sura cautelare richiesta. Laprestazione pecuniaria puòessere imposta anche quandodalla decisione non derivanoeffetti irreversibili: la sommava poi sbloccata dopo ses-santa giorni dalla pubblica-zione dell'ordinanza. MaPalazzo Chigi, a quanto pare,ha fatto i conti senza le auto-rità Bruxelles: i paletti in sol-doni posti allo stop degliappalti risultano in contrastocon le direttive 2004/18/Ce e2004/17/Ce e il giudice am-ministrativo lombardo decidedi dribblarli, nonostante ac-colga le richieste di annulla-mento degli atti adottati dalComune, che è la stazione ap-paltante. Tra gli atti dei qualil'azienda chiede e ottiene lasospensione, nella specie, cisono anche le formule che at-tribuiscono i punteggi econo-mici contenute nel bando digara, «ove mai dovessero in-terpretarsi nel senso che glielementi d'offerta da inserirsinelle medesime debbano ri-

comprendere i valori econo-mici a base d'asta». L'udienzapubblica è fissata al 13 no-vembre, le spese della fasecautelare compensate per lanovità della questione.

No alla CaUZIoNe peR CHI VUole bloCCaRe l’appalto

Non si può imporre una cau-zione a chi vuole bloccare unappalto, anche se oggi il ver-samento della somma di de-naro risulta prescritto daldecreto semplificazioni en-trato in vigore a giugno perevitare lungaggini burocrati-che nei contratti pubblici.Possibile? Sì, perché la nuovadisposizione risulta contrariaalle direttive comunitarie cheprevedono procedure accessi-bili a tutti, senza discrimina-zioni di ordine finanziario inogni Paese Ue. Risultato: lanorma di cui all'articolo 40,comma 1, lettera b) del de-creto legge 90/2014 deve es-sere disapplicata perchécontraria ai principi comuni-tari. E quanto emerge dall'or-dinanza 1070/14, pubblicatadalla quarta sezione del TarLombardia.Stop all'aggiudicazione dellagara senza che l'impresaesclusa debba sborsare uneuro: sussistono i presuppostiper la concessione della mi-sura cautelare di cui all'arti-colo 119, comma 3, del codicedel processo amministrativonell'ambito della controversiasull'affidamento della ge-stione di una farmacia comu-nale. E ciò perché risultafondata la censura che la-menta l'errata applicazionedella formula matematicaprevista per il calcolo del pun-teggio dell'offerta economica:

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appaltI pUbblICI

periodo 2008-2013 eranoprevisti investimenti per 14,1miliardi, ma una quota pari a3,3 miliardi non è stata realiz-zata.Il primo fattore che ha frenatogli investimenti sono state lescadenze ravvicinate di molteconcessioni, in particolare icasi di Autovie Venete (pianoda 1,74 miliardi e scadenza il31/3/2017) e Autobrennero(investimenti previsti peroltre 600 milioni, scadenza il30/4/2014), La scadenza rav-vicinata di Autovie ha impe-dito alla società di avere ifinanziamenti dalle banche, eanche le gare già aggiudicate,due lotti per 450 milioni dieuro, non sono potuti partire.Nel caso di Autobrennero,poi, le incertezze e i conten-ziosi sulla gara, dal 2012 inpoi, hanno congelato gli inve-stimenti. Il secondo nodosono i contributi pubblici pre-visti, che lo Stato non ha maistanziato: è il caso della Cisa,il prolungamento Parma-Ve-rona della A15, nel quale laconvenzione prevede un mi-liardo di euro dallo Stato, perun'opera da 1,8 miliardi an-nunciata da 15 anni ma maiapprovata.Poi ci sono gli aumenti dicosto, un miliardo circa in piùper la Asti-Cuneo non copertidal piano originario. E infinealcuni casi, come la Satap A4per l'ammodernamento della

Torino-Milano, nel quale gliinvestimenti, sia pure in ri-tardo, si fanno, ma con pe-santi incrementi tariffari,concordati in convenzione.Il problema di fondo - sosten-gono le società concessionarie- è che lo strumento del su-bentro non funziona. Nessunabanca ti finanzia sulla base diun piano di investimenti chenon si ripaga nella duratadella concessione, perché ilpagamento della quota di su-bentro non si capisce bene chilo garantisca. Lo strumentocon il quale il Governo tenta dirisolvere tutti i problemi di cuisopra sono le proroghe delleconcessioni vigenti. La richie-sta di deroga alla normativasugli aiuti di Stato è stata in-viata a Bruxelles a fine agosto,una prima risposta dovrà arri-vare in 60 giorni, ma i tempicomplessivi per il via libera fi-nale sono previsti in almeno6-8 mesi.Il Mit tenterà di convincere laCommissione con un mix diargomenti giuridici (adegua-mento alle norme europeesulla sicurezza, contenimentodelle tariffe a beneficio del-l'utenza) ed economici (l'ef-fetto crescita così importantein questo momento. possibilecon capitali interamente pri-vati). Le società concessionarie po-tranno proporre modifichealle concessioni vigenti entro

aUtostRade, attI aggIUNtIVI a metà 2015

Anche se i tempi previsti daldecreto legge sono tutto som-mato rapidi (nuovi piani fi-nanziari proposti daiconcessionari entro fine 2014e firma degli atti aggiuntivientro agosto 2015), gli effettisui cantieri delle proroghe au-tostradali ammesse dall'arti-colo 5 non sarannoimmediati, e i dieci miliardiipotizzati dal ministero delleInfrastrutture produrranno iloro effetti in termini di spesain circa dieci anni. Tuttavia al-cune società, come ad esem-pio Autovie Venete (si veda ilservizio qui sotto), si spin-gono a immaginare che ilsemplice avvio della proce-dura di proroga possa daresufficienti certezze finanzia-rie, magari con prestiti ponte,per avviare fin dai primi mesidel 2015 alcuni stralci dellenuove opere. Nel caso di Au-tovie, poi, ci sono due lotti giàaggiudicati pronti all'avvio deicantieri.La norma dello Sblocca Italianasce da una serie di difficoltàemerse in questi anni nellarealizzazione degli investi-menti autostradali previstinelle vigenti concessioni. Nonparliamo dei nuovi project fi-nancing, come le Pedemon-tane o la Orte-Mestre, madelle opere previste dalle so-cietà autostradali già in ge-stione. Come si vede nellatabella a destra (il totale), nel

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appaltI pUbblICI

l'ipotesi di stanziare un con-tributo pubblico da 250 mi-lioni di euro è saltata dalloSblocca Italia.

aUtostRade, attI aggIUNtIVI a metà 2015

il 31 dicembre 2014, e gli attiaggiuntivi dovranno esser fir-mati con il Mit entro il 31 ago-sto 2015. I nuovi piani (afronte delle proroghe, anchese la norma non lo dice) do-vranno garantire, senza nuovioneri per lo Stato, la disponi-bilità delle risorse (la "banca-bilità") per realizzare gliinvestimenti già previsti mabloccati o per realizzarne dinuovi, oppure per conteneregli aumenti tariffari. Nel casodi opere aggiuntive rispettoalle convenzioni vigenti - pre-scrive l'articolo 5 (ed è unanorma pensata per convincerela Ue) - le opere dovranno es-sere appaltate con gare euro-pee. Difficile però dire, anche"a spanne", quale quota deidieci miliardi ipotizzati po-trebbe rientrare in questa ca-tegoria. Probabilmente nontantissimo, comunque.Le principali opere che po-trebbero sbloccarsi con que-sta operazione sono indicatenella cartina qui a fianco, incolore arancio, e approfonditenei servizi a destra. Dovreb-bero poi aggiungersi una seriedi opere più diffuse, in parti-colare nel Gruppo Gavio (Salt,Sitaf, Satap A21, Torino-Sa-vona). Il Governo vuole poisbloccare la Valdastico Nord,anche se l'operazione nonc'entra con le proroghe (siveda il servizio). E la Rosi-gnano-Civitavecchia, anche se

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appaltI pUbblICI

soleti di riscaldamento o perla produzione di acqua caldasanitaria con nuovi apparatialimentati da fonti rinnovabilio tramite sistemi ad alta effi-cienza (ex pompe di calore,biomassa, solar cooling).Entro il31 dicembre del 2014,il meccanismo di funziona-mento del Conto (regolato dalDm 28/12/2012) dovrà essereaggiornato. Due le principaliinnovazioni attese. Innanzi-tutto, la predisposizione diuna modulistica unica e pre-determinata, accessibile on-line, per inoltrare ledomande: già oggi è in fun-zione un Portaltermico, checonsente l'invio in allegato ditutta la documentazione utilealla lavorazione delle prati-che.In secondo luogo, sarà varatoun nuovo sistema per l'eroga-zione delle risorse, punto sucui già sta lavorando il Gse.Oggi i contributi sono con-cessi, fino all'esaurimento deifondi, tramite rimborso suconto corrente in rate annualicostanti, da un minimo di duefino a un massimo di cinqueanni, a seconda del tipo di in-tervento. La copertura rag-giunge, comunque e ingenere, il 40% del massimalestabilito secondo lo schemadel Conto Termico e può sa-lire al 650 o previa verificatecnica del Gse in alcuni casiparticolari di categoria 2

(come sancito dal decreto102/2014).Infine, lo Sblocca Italia diceche dovranno essere recupe-rate e rimesse in circolo le ri-sorse non utilizzate: ilmonitoraggio del sistema diapplicazione degli incentivisarà effettuato entro il 31 di-cembre 2015 dal ministerodello Sviluppo economico. Aoggi, al Gse sono arrivate7.450 richieste (più del 9o-%di privati) di cui 3.558 hannoavuto esiti positivi, per un to-tale di circa 3 milioni di ri-sorse di cui 1,7 milionieffettivamente già erogate -3131 luglio 2014.

200 mIlIoNI peR RIqUalIFICaRe INFIssI e ImpIaNtI deglI edIFICI pUbblICI

Obiettivo: far funzionare ciòche fino a oggi non ha funzio-nato. Per questa ragione, frale misure inserite nel decretoSblocca Italia, sfila anche il ri-lancio del cosiddetto ContoTermico, misura gestita dalGse e che ogni anno stanzia900 milioni per l'aumento diproduzione di energia termicada fonti rinnovabili e i piccoliinterventi di efficienza ener-getica. Una possibilità che esi-ste ed è operativa dal 15 luglio2013, ma che fino a oggi èstata sotto utilizzata, speciedalla pubblica amministra-zione.Più nel dettaglio, 200 milionisono le risorse destinate agliinterventi di categoria 1, riser-vata alla Pa e che comprendeazioni per incrementare l'effi-cienza energetica di edificiesistenti, come l'isolamento ela schermatura solare, la so-stituzione di infissi o di vecchiimpianti per la climatizza-zione invernale con genera-tori a condensazione.Gli altri 700 milioni sono in-vece aperti anche ai privati(platea che è stata ampliata, aluglio, dal decreto 102/2014fino a comprendere non solopersone fisiche, condomini etitolari di reddito di impresa oagrari, ma anche onlus ed altrienti). Vanno a incentivare leazioni comprese nella catego-ria 2, cioè i piccoli interventidi sostituzione di impianti ob-

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edIlIZIa

le CIFRe del pIaNo edIlIZIa

far tornare pienamente ope-rativi i lavoratori delle ditte dipulizie. Possono svolgere la-vori di manutenzione ordina-ria, rispettando una serie dipaletti: come dipingere le pa-reti fino all'altezza di duemetri, senza salire sulle im-palcature, o eseguire inter-venti sull'impianto idrico, masenza toccare le caldaie.Per quanto riguarda, invece,#scuolesicure (manutenzionestraordinaria, messa in sicu-rezza, rimozione amianto eadeguamento sismico) su 632interventi complessivi previstisi è concluso solo il 4,2% deilavori. «E il capitolo che do-vrebbe dare i risultati più im-portanti - dicono all'Unionedelle Province Italiane -. Ma ifondi (deliberati dal Cipe inluglio) sono bloccati perchémanca ancora la registrazionealla Corte dei Conti». Dopo ii5o milioni investiti dal De-creto del Fare del governoLetta, il nuovo governo hastanziato altri 40o milioni dieuro che finanzieranno ulte-riori 1.639 interventi. Ma perun consuntivo bisogneràaspettare il 2015, visto che iltermine per le procedure diassegnazione degli appalti è il31 dicembre 2014.Critico il giudizio di Cittadi-nanzattiva, associazione diconsumatori che da dodicianni monitora lo stato di ma-nutenzione delle nostre

scuole: «Alla partenza delnuovo anno scolastico - dicel'associazione - le scuole sonoancora poco sicure». Nel rap-porto «Sicurezza, qualità, ac-cessibilità a scuola», che verràpresentato giovedì prossimo aRoma, si legge che il 41% dellescuole ha uno stato di manu-tenzione inadeguato e il 77%degli istituti ha dovuto richie-dere un intervento nel corsodell'ultimo anno scolastico,intervento che - nel 15% deicasi - non è mai stato realiz-zato». «Abnorme» il numerodi incidenti denunciati - 766solo nel 2013 - ma anche lascarsa presenza di strumentiadatti a prevenirli. «Di questopasso - conclude l'associa-zione - occorrerà almeno undecennio perché l'edilizia sco-lastica esca dall'emergenza».Infine, dei 404 nuovi edificiprevisti dalla voce #scuole-nuove del Piano (con unostanziamento di 244 milioniin due anni, grazie ai fondi«sbloccati» dal Patto di Stabi-lità), il primo e unico è statoinaugurato ieri a Ulignano,nel comune di San Gimignano(Siena).

Sono passati più di sei mesidall'annuncio del Piano diedilizia scolastica, fortementevoluto dal presidente del Con-siglio, Matteo Renzi, fin dalsuo discorso di fiducia alle Ca-mere del 24 febbraio, in cui ci-tava la scuola come «punto dipartenza» per rinnovare ilPaese. Ora che la campanelladel rientro in classe è suonatain tutta Italia, tocca ad alunnie insegnanti verificare quantoè stato fatto per avere quelle#scuolenuove, #scuolebelle e#scuolesicure promesse dalgoverno. I tre capitoli proce-dono a velocità disomogenee:mentre i lavori di piccola ma-nutenzione sono in stato diavanzamento, poco o nulla èstato ancora fatto sul frontedella messa in sicurezza, men-tre ieri è stata inaugurata laprima e per ora unica scuolanuova.Per le #scuolebelle, entro lafine del mese sarà conclusoil35%o dei lavori previsti peril 2014. Attualmente sonochiusi i cantieri in 1.465 isti-tuti e il totale arriverà a 2.820entro settembre. Per l'anno incorso erano previsti 7.751 in-terventi per i quali sono statistanziati 15o milioni di euro;altri 300 milioni coprirannogli oltre 1o mila interventiprevisti nel 2015. I 450 mi-lioni complessivi destinati alla«piccola manutenzione» sca-turiscono da un accordo per

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Casa: Il RIlaNCIo aspetta I deCRetI attUatIVI

per far pagare la Tari sui rifiuti inbase al principio "chi inquinapaga" (e non, come accade oggi,in base a indici di producibilitàteorica di rifiuti). O si pensi, an-cora, alla riscrittura dell'elencodei Comuni ad alta tensione abi-tativa, nei quali è possibile stipu-lare contratti a d'affitto a canoneconcordato pagando la cedolaresecca al lodo: il Parlamento haimposto al Cipe di intervenireentro 30 giorni - termine ogget-tivamente troppo breve per unlavoro così complesso e già sca-duto - ma è chiaro che il perime-tro delle città in cui si può averela tassazione più leggera è un ele-mento decisivo peri proprietaridi immobili.Anche il mercato immobiliare at-tende alcune misure per ridareossigeno alle compravendite,tornate ormai ai livelli degli anni8o. Ad esempio, come previstodal decreto casa, deve ancora es-sere approvato il decreto delleInfrastrutture che dovrebbe de-finire i modelli contrattuali perfar decollare il rent to buy nel-l'ambito del social housing: leformule alternative per l'acquistodegli immobili, finora applicatesul territorio in modo disomoge-neo e senza garanzie per le parti,potrebbe rendere appetibileparte dell'ormai ampio stock diinvenduto. Resta incompiuta,sempre nell'ambito di un atto dicompravendita, anche la normadella legge di Stabilità per il 2014che istituiva l'obbligo per i notaidi versare le somme in un contocorrente dedicato.Altre disposizioni sono destinate

a cambiare ancora le regole perl'efficienza energetica e gli incen-tivi. Mentre lo "sblocca Italia"promette un decreto che sempli-fichi l'accesso al Conto termico,l'attestato di prestazione energe-tica (Ape) che certifica la "perfor-mance" di un edificio restaancora legato alle vecchie moda-lità di calcolo in attesa dei nuovicriteri.Cantiere ancora aperto anche perle autorizzazioni paesaggistiche,obbligatorie per i lavori su edificivincolati o in aree di pregio.Dopo la semplificazione del 2010per i lavori minori, altri due de-creti (eredità Monti e Renzi)hanno "promesso" di estendere icasi in cui si possono usare pro-cedure semplificate, ma di fattol'elenco resta quello limitato diquattro anni fa. E ora lo "sbloccaItalia" annuncia l'ennesimaestensione, con, in più, l'esonerodall'autorizzazione per alcuni la-vori, tutti da individuare però.Di certo, la mole dei decreti daadottare (o scaduti) dice moltosulla tecnica legislativa seguitanegli ultimi anni: prima, l'ur-genza dei decreti; poi, la lentezzadell'attuazione. E, sullo sfondo,un'evoluzione normativa chespesso cambia obiettivo e puntasu nuovi strumenti. Come dimo-stra il caso dell'ormai dimenti-cata Imu secondariasull'occupazione degli spazi pub-blici e le insegne pubblicitarie. Ilregolamento non arriverà, conogni probabilità, ma formal-mente l'imposta è ancora previ-sta per il i gennaio 2015.

C'è un piano casa ancora tutto dascrivere. È racchiuso nei provve-dimenti attuativi scaduti o daemanare nelle prossime setti-mane, e pensati per rilanciare ilsettore immobiliare. Si va dall'al-largamento della lista dei "piccolilavori" che possono avere l'auto-rizzazione paesaggistica sempli-ficata fino alla definizione delleregole per applicare il creditod'imposta riservato a chi ristrut-tura hotel e alberghi.Lo stesso accesso al bonus fiscaledel 20% sull'Irpef per chi acqui-sta case e le affitta a canone con-cordato, appena introdotto dalgoverno Renzi per "sbloccare" ilmercato delle locazioni (Dl133/2014), nonostante unanorma molto dettagliata, lasciaspazio a un ulteriore decreto at-tuativo dei ministeri delle Infra-strutture e Finanze. Comunque,prima ancora che il Parlamentoavvii la conversione del decretolegge, i ministeri, la ConferenzaStato-Regioni e diversi organi-smi come il Cipe o l'Autorità perl'energia sono chiamati a concre-tizzare molte delle norme ediliziecontenute nell'ultimo decretocasa (Dl 47/2014), nella legge distabilità per il 2014 (legge147/2013) 0 in altri provvedi-menti ancora più vecchi.In gioco ci sono norme che po-trebbero avere un grande im-patto sui cittadini e le imprese. Sipensi alle regole - ancora man-canti per i rimborsi della quotastatale dell'Imu e degli altri tri-buti statali riscossi dai Comuni,come la maggiorazione Tares pa-gata nel 2013. O al regolamento

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pIaNI Casa seNZa eFFICaCIa: aplIameNtI gIù dI UN teRZo:

Solo in li province le stanzesono aumentate. Il confronto2012-2006, invece, è positivonella province della Campaniae del Lazio. Nelle restanti pro-vince i volumi del 2012 sonosempre inferiori rispetto aquelli del 20o6. Nel dettaglio,ripassa dal -3% di Verona aduna riduzione superioreall'8o% nelle province di Mi-lano, Mantova, Bologna eReggio Emilia. Nel complesso,però, i dati riferiti all'interoterritorio italiano fanno sor-gere qualche dubbio sugli ef-fetti prodotti dai cosiddetti"piani casa" delle regioni. Ap-provati nella maggioranza deicasi - in seguito ad un'intesacon il governo - tra il 2009 e il2010, hanno previsto la con-cessione di premi superfici evolumi (in più rispetto a quelliprevisti da piano regolatori lo-cali) per incentivare i proprie-tari degli immobili a investirenell'ammodernamento e so-stenere l'economia.Dal 2010 al 2012 sono stati ri-tirati circa 16omila permessiper realizzare nuove stanze,quasi un terzo in meno deltriennio precedente. Una ri-duzione che non è stata com-pensata da un aumento dellasuperficie media, calata an-ch'essa.

La crisi del mercato dell'edili-zia residenziale si può misu-rare anche dal crollo degliinterventi di ampliamento delpatrimonio immobiliare esi-stente, in linea con lo stop alconsumo di suolo. Infatti gliinterventi sugli edifici resi-denziali, la cui disponibilità èaumentata progressivamentesul territorio nazionale, non èriuscita ad ammortizzare ilcrollo delle nuove costruzioni.I permessi di costruire perampliamento, ritirati negli uf-fici comunali da imprese a fa-miglie, consentono diaumentare il numero di unitàabitative, oppure solo quellodelle stanze, di un edificio esi-stente. Il picco di autorizza-zioni per il numero di stanzefu toccato nel 2006, con pocopiù di 96anila unità. Da alloraè iniziata una discesa a velo-cità crescente fino al 2010.Nei due anni successivi il nu-mero di stanze ottenute tra-mite ampliamento si èstabilizzato intono alle 52milaunità. Il crollo dal 2006 al2012 è stato di circa la metà.Molto più consistente del calocomplessivo di permessi perampliamento che prevedonoanche la realizzazione dinuove abitazioni: nel 2012sono stati circa 9mila, par-tendo dai 28.400 del 2006.Il mercato degli ampliamentiha mostrato un andamentodifferente a livello territoriale.

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CaNtIeRI bloCCatI: peRmessI IN Calo del 70%

un vero e proprio "sboom": i calimaggiori, infatti, si registrano làdove in passato si è costruitotroppo. Aggregando i dati subase regionale, la flessione deipermessi di costruire è sempresuperiore a1700 o in Emilia Ro-magna, Toscana, Marche e Ve-neto - tutte regioni in cui inpassato si sono concentrati gli"eccessi" del settore delle co-struzioni - e meno in Liguria,Campania o Calabria, dove lafrenata dei nuovi cantieri avviatiè intorno al 50-55 per cento.Lo stesso trend si vede anche subase provinciale. A Bolzano,dove si registra il più alto indicedi permessi ritirati ogni 10milaabitanti, le nuove costruzioniautorizzate sono poco più chedimezzate rispetto al2oo5. Alcontrario a Genova, appuntol'unica città in controtendenza,si registra una delle più basseincidenze di nuove costruzionirispetto alla popolazione.A deprimere l'avvio di nuovicantieri non è solo il trend dellecompravendite immobiliari che,come dimostrano gli ultimi datidell'Osservatorio dell'agenziadelle Entrate relativi al secondotrimestre 2014, tornano alsegno meno (-1,2% rispetto allalieve ripresa registrata nei primitre mesi dell'anno). In questocontesto, come emerge dai datidiffusi dal DoingBusiness dellaBanca mondiale, sono le proce-dure, i tempi e i costi dell'ediliziaa scoraggiare ulteriormente leimprese nell'avviare nuove ini-

ziative immobiliari.Sulle difficoltà di ottenere unpermesso di costruire l'Italia siposiziona subito dietro a Mali,Togo e, a sorpresa, all'Irlanda,posizionati rispettivamente al113°, 114°e 115°posto. In mediain Grecia bastano 1o5 giorni, inInghilterra 88. Solo la Spagnasfiora quasi i tempi dell'Italiacon 230 giorni. Ma ciò cheemerge di interessante è come itempi per il conseguimento deltitolo abilitativi cambino signifi-cativamente da città a città. Se-condo DoingBusiness, che neprende in considerazione soloalcune, la più virtuosa è Milano,con un'attesa di 151 giorni, se-guita da Bologna (164 giorni) eTorino (198 giorni). Fanalini dicoda, Catanzaro e Palermo, doveper un permesso in media oc-corrono più di 300 giorni.In questo senso interviene il re-cente decreto "sblocca Italia" (Dl133/2014), ora all'esame delParlamento, che allarga le ma-glie per il rilascio del permessodi costruire in deroga ai regola-menti stabiliti dagli strumentiurbanistici. Questa opzioneprima valeva solo per gli edificipubblici. Salvo modifiche in fasedi approvazione, d'ora in poisarà possibile ottenere il rilasciodel titolo autorizzativo ancheper il recupero delle aree indu-striali dismesse, sperando che lasemplificazione ridia ossigenoall'edilizia e si traduca nel rila-scio di nuovi permessi a co-struire.

La crisi dell'edilizia in Italia nonmolla la presa. Le nuove costru-zioni autorizzate sono in pic-chiata del 70% rispetto agli annipre-recessione. E non è solocolpa del mercato in frenata: inmedia ci vogliono 233 giorni perottenere un permesso di co-struire, in Francia 184, in Ger-mania 97. A dirlo sono gli ultimidati della Banca mondiale, al-l'interno del progetto Doing Bu-siness, che vede l'Italia al 112 °posto in un confronto tra le re-golamentazioni di 189 Paesi.Tanto che per semplificare lanormativa sull'edilizia inter-viene anche il decreto "sbloccaItalia", in fase di conversionealle Camere, cercando di rilan-ciare l'avvio dei cantieri.Prendendo i dati Istat, relativi aipermessi di costruire ritirati perprovincia (gli ultimi disponibilisono relativi al 2012), il calo ri-spetto al 2005 è netto: si va dai239 autorizzati a Ferrara e quasi"azzerati" rispetto agli oltre2.300 rilasciati sette anni primafino ai 955 permessi registrati inun anno a Trapani, dato in fles-sione dell'8,3°o rispetto al pas-sato. In totale, sul territorionazionale, le nuove costruzionisono più che dimezzate (-70,5°)per una media di 14,3 permessiritirati nel 2012 ogni 10mila abi-tanti. (…)La crisi economica ha avutosull’edilizia un impatto senzaeguali in altri settori economici,figlia di quello che - dati allamano - può essere definito come

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laVoRI IN Casa a CoRto dI semplIFICaZIoNI

In teoria i modelli unici per ilavori in casa sono pronti dagiugno in due versioni: la se-gnalazione certificata di inizioattività (per gli interventi mi-nori) e il permesso di co-struire perle nuovecostruzioni e gli ampliamenti.Adottati prima con l'intesaStato-Città-Regioni e poi«rafforzati» e resi obbligatoriper legge (Dl 90/2014).Lo scopo è chiaro: abolire gli8mila formulari, variegati epersonalizzati, per far sì chemoduli, documenti e carte daallegare per spostare un tra-mezzo o per costruire una vil-letta siano uguali da Torino aPalermo.Peccato che oggi, a più di tremesi dall'annuncio, l'unifica-zione non sia neanche a metàstrada: solo quattro Regioni(Piemonte, Emilia Romagna,Lazio e Marche) hanno ini-ziato il percorso per recepire imodelli. Nel resto d'Italia itecnici sono più o meno tuttiall'opera, ma tra tavoli di co-ordinamento, passaggi buro-cratici e svariati atti regionalie comunali nessuno può direcon certezza quando il lavorosarà completato. Infatti,anche una volta raggiuntol'accordo con gli enti locali,difficilmente la Regione se lasente di imporre scadenze elascia alla buona volontà co-munale i tempi dell'adegua-mento. Complice anche la

scarsa chiarezza della legge. Inteoria il Dl 90 prevede unascadenza unica per l'entrata invigore dei modelli unici intutti i Comuni: «30 giorni»dal termine indicato nell'in-tesa Stato-Regioni. Peccatoperò che li di termini non c'ètraccia.«Il processo di ade-guamento sul territorio va ac-celerato riconosce SilviaPaparo, a capo dell'unità disemplificazione della Fun-zione pubblica -, ma la norma-tiva cambia da Regione aRegione e quello che si puòfare da una parte con un titoloabilitativo non si può fare daun'altra». E promette: «Noinon molleremo: il nostroobiettivo è arrivare a un'ado-zione al 100% e lo verifiche-remo con un monitoraggiocostante». (…)

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l’edIlIZIa peRde qUasI Il 50% deglI addettI IN sette aNNI

gna un processo di precarizza-zione del lavoro (crescita indi-pendenti, collaboratori) e daindizi crescenti di condizionidi irregolarità (crescita partiteIva).E non va meglio anche neglialtri comparti del settore dellecostruzioni. Per quanto ri-guarda il cemento, la produ-zione è calata del 12% SUI2012 mentre i consumi sonoscesi del 15%, e allo stessotempo aumenta il peso del-l'export, arrivando a rappre-sentare il 10%, del totaleprodotto. Le aspettative per il2014 permangono negative,con un rallentamento dellacaduta che dovrebbe atte-starsi intono all'8%.Nel sistema legno-edilizia ar-redo il calo del fatturato, spie-gano Feneal-Fillea e Filcam,è, a consuntivo 2013, del -3,2% e la perdita degli addettipari a 6.8oo; le esportazioni,invece, proseguono il trendpositivo degli ultimi tre anni(+2,4%), anche se in misurapiù contenuta rispetto alleprevisioni di inizio anno.Nel 2014 il consumo nazio-nale di legno fa ancora regi-strare un nuovo calo: -3,7%;mentre per le esportazioni èattesa un'ulteriore crescita del+3,4%. Alcuni elementi posi-tivi nel primo quadrimestre2014 sono rappresentati dauna crescita dello 0,6% sulmercato interno, grazie agli

effetti positivi del bonus mo-bili, ed una crescita delleesportazioni superiore al pre-visto (+4,5%).I sindacati, inoltre, registranonel 2013 un -15,2% della pro-duzione dei laterizi, che hannoormai più che dimezzato la ca-pacità produttiva nazionale. Siprospetta un calo della produ-zione totale dell'industria deilaterizi nel 2014 pari al 5,6%,per stabilizzarsi intorno ai 6milioni di tonnellate fino al2016.

Mai così male dal 2008. E’l'allarme che lanciano i sinda-cati dell'edilizia, Fillea, Filca eFeneal, che nella loro analisicongiunturale traccianoun'analisi impietosa del com-parto. L'occasione è anche ilmomento per fare il puntosugli effetti dello "Sblocca Ita-lia", ovvero «la montagna hapartorito un topolino», scri-vono. «Entro il 2015 sarannoeffettivamente spesi solo 296milioni dei 3,89 miliardi dinuove rii sorse destinate al-l'apertura dei cantieri. La cifraarriva a455 milioni se si con-sidera anche il 2016. Rinviatiinvece a oltre il 2017 i 3,5 mi-liardi di cui 1,4 disponibilinel2017».Un vero tsunami che tradottoin numeri, sulla base dei datidelle casse edili, evidenziacome a dicembre 2013, ri-spetto a gennaio 2008, la crisiabbia travolto operai (-39%),ore lavorate (-43%), massa sa-lari (-36% e imprese (-33%). Una situazione che,attaccano i sindacati, non èmigliorata con il 2014 che agiugno ha fatto segnare, sem-pre rispetto a gennaio 2008,un ulteriore crollo negli indi-catori: operai (-47%); ore la-vorate (-49°i0, massa salari(-43%) e aziende (-40%).Ma non solo, ad aggravare ilcontesto non è solo la fles-sione occupazionale ma ilfatto che a questa si accompa-

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edIlIZIa

salta Il RegolameNto edIlIZIo UNICo

prima ora, largamente condi-vise. La norma sul regola-mento edilizio unico avrebbesuperato di fatto lo spezzatinocomunale attuale e avrebbeanche accorpato le norme tec-niche edilizie con quelle igie-nico-sanitarie. La propostaarrivava originariamente dalConsiglio nazionale degli ar-chitetti ed era stata fatta pro-pria subito dalle prime bozzedi Palazzo Chigi. L'obiezioneriguarderebbe i poteri delleRegioni, ma chi ha seguito ilavori da vicino garantisce cheuna soluzione giuridicamentesoddisfacente era stata tro-vata.La norma sulla limitazionetemporale del potere di auto-tutela della Pa avrebbe datomaggiore certezza soprattuttoai progetti dei lavori in casa,eliminando la spada di Damo-cle con cui la pubblica ammi-nistrazione può sempreintervenire in autotutela an-nullando il progetto di un pri-vato cittadino, anche ben oltrei sessanta giorni che devonointercorrere per Scia e Dia dalmomento della presentazionedella dichiarazione all'iniziodei lavori. (…)

Il pacchetto semplificazioniper l'edilizia esce ridimensio-nato di alcuni pezzi pregiatinella riscrittura e messa apunto del testo definitivo deldecreto legge sblocca-Italia.Sono uscite dal provvedi-mento, in particolare, duedelle norme di sburocratizza-zione più importanti e inno-vative: il regolamento ediliziounico standard per tutti gli8mila comuni che avrebbe do-vuto prevedere norme e defi-nizioni tecniche omogenee sulterritorio nazionale dando unpunto di riferimento unicoagli enti locali e la limitazionea un termine temporale di seimesi o un anno del potere diautotutela della pubblica am-ministrazione nel caso di pro-getti presentati con Dia(Denuncia di inizio attività) oScia (Segnalazione certificatadi inizio attività).Il testo rimpalla in queste orefra il Dagl (Dipartimento af-fari giuridici e legislativi) diPalazzo Chigi, la Ragioneriagenerale a Via XX settembre egli uffici legislativi dei mini-steri interessati, a partire daquello delle Infrastrutture. Laprevisione è che il testo abbiabisogno almeno di un paio digiorni di lavoro ancora primadi salire al Quirinale.Colpisce il via-vai di normeche ancora riguarda parecchipunti del testo. Ne fanno lespese così anche norme della

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da metà ottobRe CambIa Il lIbRetto eNeRgetICo

(ad esempio sindacato, patro-nato) che prevedono un uso diacqua calda sanitaria compa-rabile a quello tipico di unadestinazione puramente resi-denziale. Non sono conside-rati impianti termiciapparecchi quali: stufe, cami-netti, apparecchi di riscalda-mento localizzato ad energiaradiante; tali apparecchi, sefissi, sono tuttavia assimilatiagli impianti termici quandola somma delle potenze nomi-nali del focolare degli appa-recchi al servizio della singolaunità immobiliare è maggioreo uguale a 5 kW. Non sonoconsiderati impianti termici isistemi dedicati esclusiva-mente alla produzione diacqua calda sanitaria al servi-zio di singole unità immobi-liari ad uso residenziale eassimilate.

Dal 15 ottobre nuovi librettiper gli impianti termici e lacertificazione energetica degliedifici. È impianto termicoquello destinato ai servizi diclimatizzazione invernale oestiva degli ambienti, con osenza produzione di acquacalda sanitaria, indipendente-mente dal vettore energeticoutilizzato, comprendenteeventuali sistemi di produ-zione, distribuzione e utilizza-zione del calore nonché gliorgani di regolarizzazionee controllo. Sono compresinegli impianti termici gli im-pianti individuali di riscalda-mento. Queste alcune dellerisposte contenute nelle Faqdel Ministero dello sviluppoeconomico in merito all'effi-cienza energetica degli im-pianti di climatizzazioneinvernale e estiva. Non sonoimpianti termici i sistemi de-dicati esclusivamente allaproduzione di acqua calda sa-nitaria al servizio di singoleunità immobiliari ad uso resi-denziale ed assimilate. Tra lesingole unità immobiliari auso residenziale e assimilatesono da intendersi compreseanche gli edifici residenzialimonofamiliari, le singoleunità immobiliari utilizzatecome sedi di attività profes-sionali (ad esempio studiomedico o legale) o commer-ciale (ad esempio agenzia diassicurazioni) o associativa

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deNUNCIa INIZIo attIVItà addIo

il rimodellamento delle disposi-zioni sui casi in cui è necessarioil permesso di costruire e, a ca-scata, fa ampliare lo spaziod'azione dell'attività edilizia li-bera, realizzabile previa unasemplice comunicazione di ini-zio lavori (Cil).Non decisiva, ma apprezzabile,poi la pratica di accatastamentod'ufficio, utilizzando la stessa Cil.L'ottica è, invece, la semplifica-zione per la classificazione deimutamenti di destinazioni d'usorilevanti: la norma prevede quat-tro categorie e solo il passaggioda una all'altra è significativo;mentre i passaggi interni allasingola voce non costituisconomutamenti di destinazioni d'uso.Le categorie sono: residenziale eturistico-ricettiva; produttiva edirezionale; commerciale; ru-rale. Salva diversa previsione daparte delle leggi regionali e deipiani regolatori, dice il decreto, ilmutamento della destinazioned'uso all'interno della stessa ca-tegoria funzionale è sempre con-sentito.Segue l'onda della semplifica-zione la scomparsa della Dia(salvo che nella versione superDia, cioè sostitutiva del per-messo di costruire), sostituitadalla Scia (in sostanza scomparel'alternatività, rimanendo la Sciacome modalità unica).Anche il procedimento del rila-scio del permesso di costruireviene velocizzato: i termini deirilascio non sono più raddop-piati sempre nei centri piùgrandi (oltre i 100.000 abitanti),

ma solo per progetti particolar-mente complessi secondo la mo-tivata risoluzione delresponsabile del procedimento.Meno burocrazia, ma anche im-pulso al mercato dovrebbe arri-vare dal permesso di costruire inderoga per gli interventi di ri-strutturazione edilizia e urbani-stica attuati anche in areeindustriali dismesse: la derogapotrà riguardare anche i muta-menti di destinazione di uso.Stesso discorso per le trasforma-zioni urbane complesse, per lequali si può prevedere l'assogget-tamento al solo costo di costru-zione, mentre le opere diurbanizzazione sono diretta-mente messe in carico all'opera-tore privato che ne restaproprietario.Sulla stessa lunghezza d'ondal'alleggerimento degli oneri perle ristrutturazioni e gli interventisull'esistente e anche il permessodi costruire convenzionato. Aquest'ultimo si potrà ricorrere af-finché le esigenze di urbanizza-zione possano essere soddisfattedal privato, sotto il controllo delcomune, con una modalità sem-plificata: con la convenzione sidevono regolare utilizzo di cuba-ture, caratteristiche degli inter-venti e realizzazione di interventidi edilizia residenziale sociale.La proroga del permesso di co-struire secondo valutazioni di-screzionali, infine, dà maggioretempo alle imprese per la realiz-zazione dei progetti.

Addio alla Dia (denuncia di ini-zio attività) in edilizia. È messadefinitivamente in soffitta dallaScia (segnalazione certificata diinizio attività). Mentre si spingesu manutenzioni e ristruttura-zioni, con mano leggera suglioneri edilizi e si accelerano itempi del permesso di costruire,la cui versione convenzionata fail suo esordio nel Testo unico perl'edilizia (dpr 380/2001), ac-canto ai permessi in deroga perle ristrutturazioni delle aree in-dustriali dismesse. E per le urba-nizzazioni si cerca di farlerealizzare al privato (come per letrasformazioni urbane com-plesse).Il decreto sblocca Italia, nella suaversione ormai pronta per lapubblicazione in G. U, dedica unlungo articolo alle semplifica-zioni in edilizia, soffermandosisulla necessità di sburocratizzarealcuni passaggi e di creare occa-sioni per rivitalizzare il mercato.Va nel senso della sburocratizza-zione l'espansione del concettodi manutenzione straordinaria,che si affranca dalla necessità dirispettare volumi e superfici, ba-stando il rispetto della volume-tria complessiva.Fermo l'ingombro dell'edificio,accorpamento o frazionamentidi unità vengono, dunque, de-classati a manutenzioni straordi-narie, con esclusione dellanecessità del permesso di co-struire e benefici anche sul ver-sante degli oneri dovuti alcomune.La modifica del concetto trascina

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FINaNZIameNtI eURopeI

spINta Ue all’INteRNaZIoNalIZZaZIoNe

di ottobre.«Sommando fondi strutturali,fondi a gestione diretta e pre-stiti agevolati - spiega l'esperta- l'Europa mette sul piatto io0miliardi di euro. Stimando chedei quasi 33 miliardi dati al-l'Italia con i fondi di coesioneun 30% possa andare alle Piniper l'internazionalizzazione, eche l'Italia si attesti su una ca-pacità media del 10% di assor-bimento del budget rispetto aifondi a gestione diretta, pos-siamo dire che ci sono già al-meno 15 miliardi di euro per ilperiodo 2014-2020 per contri-buti e agevolazioni alle impreseche vogliono internazionaliz-zarsi».Quali sono, esattamente, questibancomat europei a cui attin-gere? Possiamo dividere i fi-nanziamenti Ue all'interna-zionalizzazione in quattro cate-gorie. I più ricchi sono i fondi agestione diretta: Horizon2020, con la sua dote da 8o mi-liardi di euro, e Cosme, con unbudget di 2,3 miliardi.«L'aspetto cruciale di questiprogrammi - spiega Di Falco -è che i soldi non vengono di-stribuiti, ma vanno conquistatiattraverso procedure competi-tive che vedono ancora una ec-cessiva timidezza delle impreseitaliane».Poi ci sono i fondi di coesione,o fondi strutturali: «La dota-zione è di quasi 33 miliardi -prosegue l'esperta - di questi, il40% si tradurrà in contributi a

fondo perduto e in agevolazioniche guardano alle imprese e ve-dono nell'internazionalizza-zione una delle prioritàstrategiche per i prossimi seianni, secondo appunto l'agendadi Europa 2020». Il terzogruppo è quello dei prestiti Feie Bei, mentre il quarto è quellodei finanziamenti agevolati, co-finanziati da risorse comunita-rie e veicolati attraverso leregioni e le finanziarie regio-nali: come ad esempio il fondoMade in Lombardy, gestito faFinlombarda.«Oggi ci sono tanti soldi, para-dossalmente quasi troppi, cheparlano di internazionalizza-zione - commenta Di Falco - ilproblema è che questi pro-grammi parlano pochissimo tradi loro». Ecco perché, se do-vesse dare un ipotetico consi-glio a chi, a Bruxelles, sioccuperà del nuovo piano di ri-lancio della crescita, suggeri-rebbe tre cose: «La prima è diprogrammare in maniera coe-rente le risorse disponibili; laseconda è di agevolare l'inter-nazionalizzazione a lungo rag-gio, agendo sulla difesadell'originalità dei nostri pro-dotti (come (ha fatto il Com-missario Tajani) e sullasemplificazione. La terza, in-fine, è di concentrare le risorsedisponibili su grandi progetti diincubatori all'estero delle im-prese europee, perché il difficilenon è esportare, ma restare neipaesi di sbocco».

Trecento miliardi per rilanciarela crescita in Europa è il man-dato con cui la CommissioneUe è uscita dieci giorni fa dal-l'Ecofin di Milano. Se l'export èuno degli ingredienti chiaveper la ripresa, una parte di que-sti fondi dovrà andare ai pro-getti di internazionalizzazionedelle imprese europee.Per conoscere la mappa degliinterventi, e l'ammontare deglistanziamenti per le aziende chepuntano a crescere sui mercatiesteri, bisognerà attenderemetà novembre, quando è pre-vista la prima bozza del pianodi Bruxelles. Nell'attesa, però,le imprese possono attingere aquello che l'Europa ha giàmesso in campo. Che non èpoco: a sostegno dell'interna-zionalizzazione ci sono già 100miliardi a livello europeo daqui al 2020. Quanto per l'Ita-lia? Ben 15 miliardi. Fanno duemiliardi all'anno, pronti all'uso.Per Il Sole 24 Ore ha fatto iconti Germana Di Falco, cheinsegna Finanziamenti per l'in-ternazionalizzazione al Nibi, ilNuovo istituto di Business In-ternazionale della Promos diMilano, ed è esperta in politi-che e programmi per lo svi-luppo. Di Falco è statacoordinatrice dello staff di Pre-sidenza Commissione Bilancioe Programmazione alla Cameradei Deputati, e sta per tenere abattesimo il nuovo corso di Fi-nanziamenti per l'internazio-nalizzazione del Nibi, al via il 17