1
26 . TuttoScienze . LA STAMPA MERCOLEDÌ 3 DICEMBRE 2014 L a scientometria, la disciplina che si occupa di misura- re la produzione scientifica, è utile per capire e migliorare il fun- zionamento della scienza stessa. Diversi tipi di misura- zione, infatti, forniscono dati che, se opportunamente in- terpretati, possono aiutare ad accrescere la qualità di la- voro dei ricercatori e anche i benefici per la società. È in quest’ottica che alla Harvard School of Public Health di Boston abbiamo condotto uno studio per de- terminare il numero di arti- coli scientifici pubblicati nel campo biomedico da ciascun Paese del mondo durante gli ultimi 20 anni. Abbiamo inol- tre rapportato le pubblica- zioni a popolazione, Pil e spe- sa in Ricerca&Sviluppo ed analizzato le «attrattività» verso alcuni tipi o settori di ricerca. Ci siamo concentrati soprattutto sulle pubbli- cazioni di ri- cerca speri- mentale, escludendo quindi le «re- views», quel tipo di pubbli- cazioni che analizzano le ricerche spe- rimentali fat- te da altri. Lo studio è stato appena pub- blicato su «F1000Resea rch» (http:// f1000researc h.com/arti- cles/3-292/ v1), una rivi- sta open access con un nuovo modello di «peer review» tra- sparente e post-pubblicazio- ne (il modello tradizionale di «peer review» non è invece accessibile pubblicamente). I dati del nostro studio mo- strano, come già suggerito da altri studi, quanto gli scien- ziati italiani siano talentuosi, ma poco aiutati dal sistema- Paese. Per brevità riportia- mo qui alcuni dati relativi al solo periodo 2008-2012. L’Italia è risultata essere la sesta nazione al mondo per nu- mero di pubblicazioni, dopo Usa, Cina, Regno Unito, Giap- pone e Germania, con il 3,7% della quota mondiale. Pren- dendo in considerazione le so- le pubblicazioni basate su «trials» clinici, l’Italia è addi- rittura il quarto Paese dopo Usa, Regno Unito e Germania, con il 4,9% della quota mondia- le. Il quadro complessivo di- venta però meno roseo se si rapporta il numero di pubbli- cazioni alla popolazione. Que- sta classifica è guidata da Da- nimarca e Svizzera (con 4,8 per mille abitanti), Svezia (4,4) e Olanda (4,2), mentre il Regno Unito (3,8) è 8° e gli Usa (3,3) all’11° posto. L’Italia occupa so- lo il 22° posto con 1,9 pubblica- zioni per mille abitanti. Tuttavia questi dati non tengono in considerazione quanti scienziati vi siano e quanto siano aiutati dal pro- prio Paese e, purtroppo, sap- piamo quanto il sistema Italia faccia poco per aiutare la ri- cerca scientifica. Il nostro Pae- se ha ad esempio uno dei rap- porti più bassi di ricercatori per abitante. Mentre negli Usa vi sono 4,7 ricercatori per mille abitanti, in Italia ve ne sono so- lo 1,6 (un rap- porto tra i più bassi in Euro- pa). Conside- rando la spesa lorda in Ricer- ca&Sviluppo, l’Italia è solo 14ma nel mon- do, con una spesa rispetti- vamente 21,1 e 4,2 volte infe- riore a quella di Usa e Ger- mania. L’Italia scende ulte- riormente nella classifi- ca conside- rando la spesa in Ricer- ca&Sviluppo in rapporto al Pil: mentre Usa e Germania spendono rispetti- vamente il 2,8% ed il 2,9%, l’Italia spende solo l’1,2%. È solo tenendo conto del supporto alla ricerca italiana che possiamo quindi meglio valutare le capacità scientifi- che dei nostri scienziati. Rap- portando a tal proposito il nu- mero di pubblicazioni alla spe- sa in Ricerca&Sviluppo, si può vedere come, tra le 20 nazioni con il maggior numero di pub- blicazioni, l’Italia occupi sor- prendentemente la seconda posizione appena dietro il Re- gno Unito. Il rapporto dell’Ita- lia è rispettivamente 2,1 e 2,8 volte maggiore dei rapporti di Stati Uniti e Germania. C’è poi un altro dato inte- ressante. Includendo anche le «reviews», si scopre come l’Italia abbia, tra i 20 Paesi con il maggior numero di pubblicazioni, la percentua- le più alta di questo tipo di pubblicazione. Mentre la media dei 20 Paesi è 9,9%, la percentuale dell’Italia è 14,7% e quella della Corea del Sud è la più bassa: 2,9%. L’al- ta percentuale di «reviews» in Italia può essere dovuta a diverse ragioni, ma è plausi- bile che sia la prova di quan- to gli scienziati italiani siano preparati ed intellettual- mente competitivi, ma non ben supportati per svolgere ricerche sperimentali che ri- chiedono quasi sempre, nel campo biomedico, macchi- nari e reagenti costosissimi. La ricerca scientifica è strategica per il futuro di qualsiasi Paese. Si cita spes- so, per retorica politica, il mitico garage in cui nacque il progetto di Steve Jobs e Ste- ve Wozniak e non si dice qua- si mai che negli Usa imprese del genere sono possibili non solo per via di un più favore- vole quadro burocratico, ma anche grazie a uno speciale sistema universitario e a una ricerca di base ben finanzia- ta con soldi pubblici. L’Italia dovrebbe aumentare drasti- camente i finanziamenti per la ricerca di base (si tratta delle fondamenta su cui pog- giano ricerca applicata e in- novazione) e riformare pro- fondamente anche il sistema universitario. Purtroppo la politica ita- liana si sta mostrando com- plessivamente disinteressa- ta oppure incapace di cam- biare in profondità lo stato delle cose. 8 - Continua Poveri ma creativi: gli eroi maledetti della ricerca Luci e ombre della scienza italiana: iper-produttiva ma con pochi fondi e un’università bloccata ANDREA BALLABENI HARVARD UNIVERSITY SANDY HUFFAKER/CORBIS Il nostro Paese è ai primi posti nel mondo (con alcuni paradossi) Non sa cogliere le opportunità dei giovani talenti LA POLITICA LA SORPRESA Andrea Ballabeni Ricercatore RUOLO: È RICERCATORE IN POLITICHE DELLA SCIENZA PRESSO LA HARVARD SCHOOL OF PUBLIC HEALTH (USA) l P l P SCIENZE n A quasi 20 anni dalla vittoria del supercom- puter «Deep Blue» sul campione di scacchi Gary Kasparov, un altro computer, sviluppato dall'Università di Madison nel Wisconsin, è riu- scito ad eguagliare, se non superare, gli uomini. Stavolta nella capacità di estrapolare i dati da decine di migliaia di pubblicazioni scientifiche e di organizzarli in una banca dati. A spiegarlo è uno studio coordinato da Shanan Peters e pub- blicato sulla rivista «Plos One». Se gli scacchi, seppur complessi, si basano su regole rigide, quelle per le pubblicazioni scientifiche sono me- Si chiama «PaleoDeepDive» e sa come battere gli umani no «esatte» e quindi processare informazioni strutturate in un simile contesto è più difficile, per gli uomini e le macchine. In questo caso i ri- cercatori hanno messo a confronto «PaleoDee- pDive» - la loro nuova macchina con sistema di lettura - e i dati che gli studiosi avevano inserito manualmente nel «Paleobiology Database», una banca dati in cui confluiscono le informa- zioni di tutti gli studi di paleontologia finanziati dalla «National Science Foundation» e da altre agenzie e che, nonostante 16 anni di sforzi, ri- mane incompleta. Proprio per velocizzare que- sto processo gli studiosi hanno creato «Paleo- DeepDive», che sa «esplorare» i documenti ed estrarre informazioni strutturate, dalle specie ai periodi temporali fino ai siti geografici. Scienza Democrazia &

P .Tutto SCIENZE MERCOLEDÌ3DICEMBRE2014 Sichiama ......puter «Deep Blue» sul campione di scacchi Gary Kasparov, un altro computer, sviluppato dall'Università di Madison nel Wisconsin,

  • Upload
    others

  • View
    2

  • Download
    0

Embed Size (px)

Citation preview

Page 1: P .Tutto SCIENZE MERCOLEDÌ3DICEMBRE2014 Sichiama ......puter «Deep Blue» sul campione di scacchi Gary Kasparov, un altro computer, sviluppato dall'Università di Madison nel Wisconsin,

26 .TuttoScienze .LA STAMPAMERCOLEDÌ 3 DICEMBRE 2014

La scientometria, ladisciplina che sioccupa di misura-re la produzionescientifica, è utile

per capire e migliorare il fun-zionamento della scienzastessa. Diversi tipi di misura-zione, infatti, forniscono datiche, se opportunamente in-terpretati, possono aiutaread accrescere la qualità di la-voro dei ricercatori e anche ibenefici per la società.

È in quest’ottica che allaHarvard School of PublicHealth di Boston abbiamocondotto uno studio per de-terminare il numero di arti-coli scientifici pubblicati nelcampo biomedico da ciascunPaese del mondo durante gliultimi 20 anni. Abbiamo inol-tre rapportato le pubblica-zioni a popolazione, Pil e spe-sa in Ricerca&Sviluppo edanalizzato le «attrattività»verso alcuni tipi o settori diricerca. Ci siamo concentratisoprattuttosulle pubbli-cazioni di ri-cerca speri-m e n t a l e ,e s c l u d e n d oquindi le «re-views», queltipo di pubbli-cazioni cheanalizzano lericerche spe-rimentali fat-te da altri. Lostudio è statoappena pub-blicato su«F1000Research» (http://f1000research .c o m /a r t i -c l e s / 3 - 2 9 2 /v1), una rivi-sta open access con un nuovomodello di «peer review» tra-sparente e post-pubblicazio-ne (il modello tradizionale di«peer review» non è inveceaccessibile pubblicamente).

I dati del nostro studio mo-strano, come già suggerito daaltri studi, quanto gli scien-ziati italiani siano talentuosi,ma poco aiutati dal sistema-Paese. Per brevità riportia-mo qui alcuni dati relativi alsolo periodo 2008-2012.

L’Italia è risultata essere lasesta nazione al mondo per nu-mero di pubblicazioni, dopoUsa, Cina, Regno Unito, Giap-pone e Germania, con il 3,7%della quota mondiale. Pren-dendo in considerazione le so-le pubblicazioni basate su«trials» clinici, l’Italia è addi-rittura il quarto Paese dopoUsa, Regno Unito e Germania,con il 4,9% della quota mondia-le. Il quadro complessivo di-venta però meno roseo se sirapporta il numero di pubbli-cazioni alla popolazione. Que-sta classifica è guidata da Da-nimarca e Svizzera (con 4,8per mille abitanti), Svezia (4,4)e Olanda (4,2), mentre il RegnoUnito (3,8) è 8° e gli Usa (3,3)all’11° posto. L’Italia occupa so-lo il 22° posto con 1,9 pubblica-zioni per mille abitanti.

Tuttavia questi dati nontengono in considerazionequanti scienziati vi siano equanto siano aiutati dal pro-prio Paese e, purtroppo, sap-piamo quanto il sistema Italiafaccia poco per aiutare la ri-cerca scientifica. Il nostro Pae-se ha ad esempio uno dei rap-porti più bassi di ricercatoriper abitante. Mentre negli Usavi sono 4,7 ricercatori per milleabitanti, in Italia ve ne sono so-

lo 1,6 (un rap-porto tra i piùbassi in Euro-pa). Conside-rando la spesalorda in Ricer-ca&Sviluppo,l’Italia è solo14ma nel mon-do, con unaspesa rispetti-vamente 21,1 e4,2 volte infe-riore a quelladi Usa e Ger-mania. L’Italiascende ulte-r i o r m e n t enella classifi-ca conside-rando la spesai n R i c e r -ca&Sviluppo

in rapporto al Pil: mentre Usae Germania spendono rispetti-vamente il 2,8% ed il 2,9%,l’Italia spende solo l’1,2%.

È solo tenendo conto delsupporto alla ricerca italianache possiamo quindi megliovalutare le capacità scientifi-che dei nostri scienziati. Rap-portando a tal proposito il nu-mero di pubblicazioni alla spe-sa in Ricerca&Sviluppo, si puòvedere come, tra le 20 nazionicon il maggior numero di pub-

blicazioni, l’Italia occupi sor-prendentemente la secondaposizione appena dietro il Re-gno Unito. Il rapporto dell’Ita-lia è rispettivamente 2,1 e 2,8volte maggiore dei rapporti diStati Uniti e Germania.

C’è poi un altro dato inte-ressante. Includendo anchele «reviews», si scopre comel’Italia abbia, tra i 20 Paesicon il maggior numero dipubblicazioni, la percentua-le più alta di questo tipo dipubblicazione. Mentre lamedia dei 20 Paesi è 9,9%, lapercentuale dell’Italia è14,7% e quella della Corea delSud è la più bassa: 2,9%. L’al-ta percentuale di «reviews»in Italia può essere dovuta adiverse ragioni, ma è plausi-bile che sia la prova di quan-to gli scienziati italiani sianopreparati ed intellettual-mente competitivi, ma nonben supportati per svolgerericerche sperimentali che ri-chiedono quasi sempre, nelcampo biomedico, macchi-nari e reagenti costosissimi.

La ricerca scientifica èstrategica per il futuro diqualsiasi Paese. Si cita spes-so, per retorica politica, ilmitico garage in cui nacque ilprogetto di Steve Jobs e Ste-ve Wozniak e non si dice qua-si mai che negli Usa impresedel genere sono possibili nonsolo per via di un più favore-vole quadro burocratico, maanche grazie a uno specialesistema universitario e a unaricerca di base ben finanzia-ta con soldi pubblici. L’Italiadovrebbe aumentare drasti-camente i finanziamenti perla ricerca di base (si trattadelle fondamenta su cui pog-giano ricerca applicata e in-novazione) e riformare pro-fondamente anche il sistemauniversitario.

Purtroppo la politica ita-liana si sta mostrando com-plessivamente disinteressa-ta oppure incapace di cam-biare in profondità lo statodelle cose.

8 ­ Continua

Poveri ma creativi:gli eroi maledetti

della ricercaLuci e ombre della scienza italiana: iper­produttiva

ma con pochi fondi e un’università bloccata

ANDREA BALLABENIHARVARD UNIVERSITY

SANDY HUFFAKER/CORBIS

Il nostro Paese è ai primiposti nel mondo

(con alcuni paradossi)

Non sa coglierele opportunità

dei giovani talenti

LA POLITICA

LA SORPRESA

AndreaBallabeni

RicercatoreRUOLO: È RICERCATORE

IN POLITICHE DELLA SCIENZAPRESSO LA HARVARD

SCHOOL OF PUBLIC HEALTH(USA)

lPlP SCIENZEnA quasi 20 anni dalla vittoria del supercom­puter «Deep Blue» sul campione di scacchi GaryKasparov, un altro computer, sviluppatodall'Università di Madison nel Wisconsin, è riu­scito ad eguagliare, se non superare, gli uomini.Stavolta nella capacità di estrapolare i dati dadecine di migliaia di pubblicazioni scientifiche edi organizzarli in una banca dati. A spiegarlo èuno studio coordinato da Shanan Peters e pub­blicato sulla rivista «Plos One». Se gli scacchi,seppur complessi, si basano su regole rigide,quelle per le pubblicazioni scientifiche sono me­

Si chiama «PaleoDeepDive»e sa come battere gli umani

no «esatte» e quindi processare informazionistrutturate in un simile contesto è più difficile,per gli uomini e le macchine. In questo caso i ri­cercatori hanno messo a confronto «PaleoDee­pDive» ­ la loro nuova macchina con sistema dilettura ­ e i dati che gli studiosi avevano inseritomanualmente nel «Paleobiology Database»,una banca dati in cui confluiscono le informa­zioni di tutti gli studi di paleontologia finanziatidalla «National Science Foundation» e da altreagenzie e che, nonostante 16 anni di sforzi, ri­mane incompleta. Proprio per velocizzare que­sto processo gli studiosi hanno creato «Paleo­DeepDive», che sa «esplorare» i documenti edestrarre informazioni strutturate, dalle specie aiperiodi temporali fino ai siti geografici.

Scienza

Democrazia&