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PAG. 17 Accordo con l’Inpgi Meno burocrazia per i pensionati SOMMARIO PAG. 4 L’intervista Balduzzi: non solo tagli. Le Casse di categoria cura efficace per la sanità di tutti PAG. 6 Professione Siddi: l'anno che ci aspetta PAG. 12 Bilancio Un “tesoretto” per il futuro PAG. 18 Salute in redazione Una rotta sicura in un mare di onde NOTIZIE Guardiamo avanti Attenzione: all’interno della busta c’è la tua Casagit Card

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PAG. 17

Accordo con l’Inpgi

Meno burocrazia per i pensionati

SOMMARIO

PAG. 4

L’intervistaBalduzzi: non solo tagli.Le Casse di categoriacura efficace per la sanità di tutti

PAG. 6

ProfessioneSiddi: l'anno che ci aspetta

PAG. 12

BilancioUn “tesoretto” per il futuro

PAG. 18

Salute in redazioneUna rotta sicurain un mare di onde

NOTIZIE

Guardiamo avanti

Attenzione:all’interno della busta c’è la tua Casagit Card

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EDITORIALE

PERIODICO SEMESTRALE

DI INFORMAZIONE

DELLA CASAGIT

ANNO XXXVI - N. 2Dicembre 2012

Finito di stampare: Gennaio 2013

Editore: CASAGITCassa Autonoma di AssistenzaIntegrativa dei Giornalisti Italiani“Angiolo Berti” Via Marocco, 6100144 - Roma

Registrazione:Tribunale di RomaN. 233 del 08.06.2005

Direttore Responsabile: Daniele M. CerratoMail: [email protected]

Redazione:Gianfranco GiulianiMario Petrina

Coordinamento:Massimo Di Russo

Mail: [email protected]

Progetto grafico: Axara Srl

Stampa: Arti Grafiche S.r.l.Via Vaccareccia, 5700040 Pomezia (RM)

CNCASAGITNOTIZIE

Una prospettiva possibile per la Cassa.Ristabilita la solidità economica, migliorati iservizi, cambiato lo Statuto, aperte le porte achi finora non aveva potuto accedere allenostre tutele. Ma la chiave di volta resta illavoro e la crisi non è affatto finita… valeanche per noi.

“Guardare avanti” non vuol dire dimenticare ieri,vuol dire vedere più lontano possibile nel propriodomani, senza farsi troppe illusioni su quantorimarrà delle certezze che, indipendentementedalla nostra buona volontà, saranno sempre meno.Mentre scrivo questo editoriale un’altra campagnaelettorale corre e si arruffa, sembra quasi che ilCENSIS non abbia raccontato di un’Italia scivo-lata dal “forse” al "mai" per tanta, troppa gente emolti sono nostri colleghi. Restano le certezze cheabbiamo costruito negli anni e saputo preservarecon fatica, lavoro e l'ingegno del coraggio, quandonon addirittura del rischio. Guardare avanti èquesto tipo di esercizio: non raccontare solo quan-to fatto in una Casagit uscita dalla sua crisi piùprofonda, appena quattro anni fa, ma dire quelloche resta da fare per tenerci stretta questa creazio-ne che offre ai giornalisti italiani una miglioretutela della salute e con essa anche una possibilitàdi indipendenza in più. Merce preziosa, cheaumenta di valore ogni giorno che passa, mano amano che la Sanità pubblica presenta il conto -inevitabile - del suo ridisegno di sopravvivenza.Ce ne parla, nelle prossime pagine, il Ministrodella Salute Renato Balduzzi.Casagit è tra le cose che restano a nostro favore, faparte di un corollario di garanzie che fanno la dif-

ferenza – solleticando invidie – di quanti guada-gnano come un giornalista, poco o tanto nonimporta, senza avere una propria Previdenza, unaCassa sanitaria autonoma, un Sindacato dedicato,un Fondo previdenziale e un Ordine professionale.Insomma guadagnare come noi, magari anchemolto di più ma senza essere "noi", è tutt’altra cosa. Ma il coraggio di cui parlavo prima non è da eser-citare solo sul ricordo di stagioni andate, quandouna categoria spesso litigiosa ha fatto quadrato eha difeso con i denti quanto aveva ricevuto dalpassato. Il coraggio è per il futuro, serve a darsiuna visione credibile attraverso l’esame della real-tà. Oggi il grosso guaio è il lavoro, da lì si va intutte le altre direzioni: previdenziale, assistenzia-le e sindacale, soprattutto. E il lavoro sarà unbanco inclinato e scivoloso anche nel 2013. Siannunciano stati di crisi importanti, per numerie per decisioni editoriali che sembrano già prese, cene parla il segretario FNSI Franco Siddi piùavanti. Non siamo alla fine di una faticosa corsama all’inizio di un’altra e ci sembrerà ancora piùin salita. La Casagit ha fatto riforme importanti,ha rivisto il suo Statuto e aperto a tutti gli iscrittiall’Ordine con nuovi profili, più abbordabili,migliori di quanto offre il mercato assicurativo ecomunque sostenibili per i nostri conti. Non si èdimenticata dei figli dei giornalisti, quelli “usciti”per limiti d’età dalle nostre tutele permettendo unritorno in Casagit a titolo proprio per trasmette-re, a loro volta, questa opportunità anche allegenerazioni successive. Ha migliorato i suoi servi-zi e offerto a tutti gli iscritti un servizio d’emer-genza, operativo 24 ore su 24, molto utilizzato esoprattutto molto efficiente. Ma abbiamo, anche,puntato dritto ai problemi dei colleghi di oggi:

disoccupazione, precarietà, redditi bassi, crescitadelle esigenze della popolazione pensionata, desti-nata ad aumentare per numero ed età. Sui disoc-cupati mi preme mettere un accento per ribadireche abbiamo messo a disposizione dei colleghi unsistema di tutele che consente vera solidarietà. Unpiccolo box spiega quei passaggi, forse ostici, che cipermettono di dire quanto la Cassa sanitaria deigiornalisti stia investendo anche sui meno fortu-nati, quelli che non è detto siano sempre “glialtri”. Ci teniamo a questo sforzo, assomiglia aquelli che si fanno in qualsiasi famiglia neimomenti difficili.Sui conti della Casagit: oggi vanno bene ma laprospettiva, a medio – lungo termine, ci dice chedovremo affrontare altri momenti di difficoltà eper far questo ci servono energie, cioe' riserve eco-nomiche, che stiamo mettendo da parte.Guardare avanti è anche questo esercizio.Prevedere oggi, grazie a calcoli attuariali cheguardano lungo e con realtà, il nostro domani;quando inizieremo ad andare in negativo, quan-to durerà questa fase e quando ne emergeremo.Un esercizio complesso, uno studio condiviso dap-prima con il Direttore generale FrancescoMatteoli e con i vice presidenti Gianpiero Spiritoe Carlo Gariboldi e realizzato dal nostro attuarioil prof. Marco Micocci. Lo stesso esercizio fatto daogni istituto previdenziale, Inpgi compreso: com-battere oggi per le battaglie che arriveranno. Perdarci questa prospettiva, senza indulgenze e scuse,abbiamo preso i dati degli ultimi tre anni diCasagit, li abbiamo resi credibili con i numeri deicolleghi usciti dal mondo del lavoro, i numerigrandi e quelli molto più piccoli di quanti lihanno sostituiti. Non raccontano di un semplice,e fisiologico, passaggio generazionale, ma di unarivoluzione in termini di mercato editoriale,cambiamenti nelle abitudini di lettura e ricercadelle notizie. Lo studio dice, e questo numero di“Casagit Notizie” lo racconta, che la Cassa supe-rerà i momenti difficili che potranno venire. E lofarà meglio se sapremo continuare ad essere seri esinceri con noi stessi, cioè quello che riteniamod’aver fatto in questi anni.

Guardiamo avanti

CNCASAGITNOTIZIE

COME CASAGIT ASSISTE DISOCCUPATI, PRECARI E CASSINTEGRATI

La riforma della disciplina della disoccupazione e della cassa integrazione è stata concepita con lo

scopo di accompagnare, dal punto di vista dell’assistenza sanitaria, nella maniera più flessibile possi-

bile quei percorsi spesso lunghi, difficili e tortuosi che iniziano nel momento in cui si perde la contrat-

tualizzazione e incomincia il calvario della incertezza e della precarietà, che sempre più spesso si con-

clude con una collocazione nel mondo del lavoro completamente diversa da quella di partenza.

Spesso ci si è focalizzati solo sulle grandi linee di questa riforma: 2 anni gratis e senza burocra-

zia, poi in funzione delle possibilità economiche si può rimanere in Casagit in uno dei 4 diversi

profili di assistenza.

Questo sulla base del presupposto, statisticamente verificato, che soltanto una percentuale molto

bassa, il 15% dei disoccupati/cassintegrati, arrivava ad usufruire del trattamento agevolato del terzo

anno previsto dalla vecchia disciplina e per la gran parte di questi, al momento della richiesta del

Cud per definire il contributo “pieno” da pagare l’anno successivo, il primo fuori tutela, emergevano

redditi che, Regolamento alla mano, non avrebbero legittimato la contribuzione agevolata.

Inoltre, sempre sul piano statistico, si evidenziava come, nel saldo tra contributi pagati e prestazioni

liquidate nei tre anni di trattamento agevolato, il 93% degli interessati ci rimetteva abbondantemente.

Solo su questo particolare la riforma attuata ha già portato un beneficio reale alla stragrande mag-

gioranza degli interessati.

Ma i punti veramente qualificanti della nuova disciplina sono anche altri:

• prima della riforma, tutto il regime dei trattamenti di disoccupazione e cassa integrazione Casagit era

agganciato all’Inpgi: se l’Istituto di Previdenza riconosceva il trattamento di disoccupazione o Cigs,

anche la Casagit dava accesso ai suoi trattamenti agevolati. Ma nel momento in cui il sussidio Inpgi

veniva azzerato, per cumulo di altri redditi, automaticamente cessava anche l’assistenza agevolata

Casagit. Dopo la riforma, l’assistenza gratuita Casagit viene garantita senza la necessità dell’eroga-

zione dell’indennità di disoccupazione da parte dell’Inpgi e anche nel caso in cui questa indennità sia

stata azzerata per cumulo con altri redditi. L’unica condizione di accesso è che il reddito mensile

lordo percepito sia inferiore a 1.379 euro (€ 1.405,80 per il 2013), limite pari al trattamento medio

mensile di disoccupazione dell’Inpgi;

• se un contrattualizzato aveva avuto un rapporto di lavoro inferiore a 7 mesi, con il vecchio regola-

mento poteva non avere alcuna tutela (bisognava vedere se l’Inpgi corrispondeva o meno la sua

indennità). Oggi, dopo aver perso il lavoro, ha comunque la Casagit gratis per tanti mesi quanti sono

stati quelli in cui è stato occupato. Se poi si hanno più di 7 mesi di contrattualizzazione, “scatta” il

diritto ai 24 mesi gratuiti. E se, ad esempio, dopo 10 mesi, si ha un nuovo contratto di almeno 7 mesi,

il “contatore della tutela” si azzera e ricominciano i 24 mesi di assistenza gratuita;

• infine, se all'ultimo rapporto di lavoro subordinato (contratti Fnsi/Fieg o Aeranti-Corallo) fa segui-

to, senza soluzione di continuità, un contratto di natura diversa e per un periodo non superiore a

6 mesi, viene comunque garantita la possibilità di accedere al trattamento gratuito Casagit per

tutti i successivi 24 mesi, sempre a patto che resti la condizione di non avere reddito superiore ai

già citati 1.379 euro (€ 1.405,80 per il 2013).

Prima della riforma, invece, l’interessato restava penalizzato perché, al massimo, poteva avere il

trattamento Casagit agevolato per i soli mesi eventualmente riconosciuti anche dall’Inpgi.

Così la Casagit si affianca concretamente agli altri istituti di categoria nell’assistenza dei precari e

dei disoccupati con strumenti concreti ed effetti virtuosi nella lotta al lavoro senza tutele.

di Daniele CerratoPresidente Casagit

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L’INTERVISTA

Non solo tagliLe Casse di categoriacura efficace per la sanità di tutti

di Daniele M. Cerrato

Il ministro della Salute Renato Balduzzi: saldare l’azione dei fondi a quella del Ssn e dei servizi comunali

Professore lo è per mestiere e voca-zione, anche se parla in modo diret-to Renato Balduzzi, Ministro della

salute. L’impegno sulla Sanità pubblica èper lui una sfida di lunga data. Nato aVoghera, sposato, tre figli, vive adAlessandria, 58 anni a febbraio, ordinariodi Diritto costituzionale alla Cattolica diMilano, ha insegnato anche Diritto costitu-zionale della salute e organizzazione sani-taria. Consigliere giuridico dei ministri dellaDifesa, della Sanità e della Famiglia tra il1989 e il 2008; capo dell’ufficio legislativodel ministero della Sanità dal ’97 al ’99,quando il dicastero era retto da RosyBindi, Renato Balduzzi, dal suo arrivo, èandato dritto ai nodi. Dopo le prime rea-zioni diceva “in tanti sono arrabbiati, vuoivedere che siamo sulla strada giusta?”

Quanto�è�davvero�difficile�il�futuro�delnostro�Servizio�Sanitario?�Il futuro dei servizi sanitari è molto difficile intutti i paesi. Gli inglesi hanno appena pre-sentato un rapporto intitolato “Una decadedi austerità?” dove l’unica concessioneall’ottimismo è il punto interrogativo allafine. E per loro è più semplice: vengono daun decennio di crescita della spesa sanita-ria molto sostenuta a un tasso più che dop-pio di quella italiana. In Italia il Servizio sani-tario nazionale sta doverosamente, madolorosamente, contribuendo al risana-mento della spesa pubblica.

Troppi�gli�interventi�del�Servizio�sani-tario�nazionale?Ogni giorno sono centinaia di migliaia di attisanitari e prestazioni per i cittadini: diretta-mente con le strutture pubbliche o con enti

accreditati. Un po’ di numeri:nel 2011 abbiamo avuto circa10 milioni di ricoveri in ospe-dale, oltre 770 milioni di pre-stazioni specialistiche ambu-latoriali e analisi di laboratorioe distri buito più di 1 miliardo diconfezioni di farmaci di classeA. La spesa complessiva èstata di 112,9 miliardi di euro,valore medio pro-capite1.862 euro: l’1,4% in più del2010. Tra i servizi: assistenzadomiciliare, salute mentale,sorveglianza epidemiologica,controlli di prevenzione, vacci-nazioni, sanità veterinaria. Iservizi di assistenza domicilia-re, ad esempio, hanno au -mentato l’attività e raggiungo-no il 4% degli anziani. Nel set-tore della sicurezza alimentarele ispezioni delle Asl hannorealizzato quasi 360.000 con-trolli su alimenti e bevanderilevando il 14,8% di infrazioni.Sicurezza nei luoghi di lavoro:in tutte le regioni risultanocostituiti i relativi Comitatiregionali di coordinamento.Poi ci sono le situazioni piùrare e complesse: oltre150.000 segnalazioni rice-vute dal registro nazionaledelle malattie rare e più di500 diagnosi.

2012,�anno�della�crisi?Direi che il 2012 è l’annodella crisi affrontata. La sani-

tà italiana ha dato un contri-buto significativo alle politi-che adottate dal Governo perl’uscita dalla crisi del Paese.E lo ha fatto in condizioni diparticolare difficoltà, per tantimotivi. In primo luogo, com-primendo la dotazione dellerisorse finanziarie che, perquanto sia stata significativa,ha comunque salvato la fun-zione primaria del sistemasanitario riuscendo a preveni-re e temperare gli effetti dellacrisi sulle condizioni di salutedella popolazione.

I�problemi�maggiori?�L’interruzione per il 2011-2012 del finanziamento delFondo nazionale per la nonautosufficienza, che adessovogliamo rivitalizzare. Hacomportato non solo il trasfe-rimento sul bilancio dellasanità degli oneri per i servizisociali a elevata integrazionesanitaria, ma ha pesatoanche su organizzazione efunzionamento sul territoriodell’intero sistema che colla-bora con i Comuni. Qui c’è,in particolare, una nuovadomanda di assistenza daparte dei più vulnerabili, quel-li più esposti alla crisi econo-mica. E non va dimenticatoche il nostro Servizio sanitarioha affrontato la crisi conrisorse, per la sanità, inferiori

a quelle degli altri PaesiOcse: gli ultimi dati diconoche la spesa sanitaria pubbli-ca italiana è cresciuta diappena l'1,6% annuo, neglialtri paesi sono arrivati al 4%.

Quindi� il�sistema�si�è� fer-mato?No, siamo riusciti a fare qual-cosa, io la chiamo “manuten-zione straordinaria”: sui pro-blemi immediati, quelli deldoveroso contributo dellasanità alle politiche di bilan-cio, si sono innestate le esi-genze di modernizzazione delsistema che la crisi economi-ca ha reso più acute, eviden-ti e urgenti. Le abbiamoaffrontate per rivedere, riqua-lificare e riorganizzare il siste-ma assicurando dei servizi aicittadini. Il cambiamentoimpresso, rispettando i prin-cipi fondamentali del nostrosistema sanitario, vuole ren-dere il suo funzionamento piùaderente alle trasformazionidella società, alla nuovastruttura della popolazione eai cambiamenti dell’epide-miologia. Ma va migliorataanche la sostenibilità, biso-gna prevenire i futuri problemidi fabbisogno, da annisegnalati anche in sede Ocsee ricordati più volte dalPresidente del Consiglio, perrenderlo in linea con gli obiet-

tivi di finanza pubblica. È difficile pensare che siauna congiuntura di breve durata.

Per�questo�volete�ridurre�i�posti�letto?�Primala�politica�non�negava�mai�un�nuovo�reparto,addirittura� nascevano� doppioni� di� interiospedali.� Adesso� rigore:� 3,7� letti� ogni� 1.000abitanti,� standard� europei.� Non� sarà� facilecambiare�passo.�C’è bisogno di cambiare passo, ma non per tuttie non dappertutto. Non è la prima volta che ilSsn affronta il problema di una ristrutturazioneprofonda del suo sistema ospedaliero. Fra il1996 ed il 1999 il programma di riconversioneassociato al’introduzione del sistema di paga-mento a prestazione (DRG) ha portato ad un dra-stico ridimensionamento nel numero degli ospe-dali e dei posti letto. Sono calati in modo signifi-cativo il numero dei ricoveri ordinari e, anche inItalia, sono arrivate forme di assistenza alternati-ve al ricovero: day-hospital e chirurgia ambulato-riale. Una riduzione della durata media di degen-za che oggi è attorno ai 7 giorni, una delle piùbasse fra i paesi OCSE. Si tratta dell’ennesimadimostrazione che il Ssn non è poi così inefficien-te come ogni tanto viene descritto.

Però� quando,� ad� esempio,� laCasagit� cerca� di� fare� accordi� con-venzionali� con� le� eccellenze� delsistema� pubblico� trova� un�mare� diburocrazia�e�una�variabilità�di�con-dizioni�che�rischiano�di�allontanarci.I motivi sono tanti, diversi da luogo aluogo. Diffidenze del tutto inopportune;difese di spazi, sia istituzionali che diattività libero-professionale, che invecepotrebbe trarne giovamento, con l’in-tramoenia ma anche semplice sciatte-ria o infingardaggine verso cose cheinterferiscono o addirittura cambiano laroutine quotidiana. L’importante è nonscambiare per inutili lungaggini buro-cratiche quelle che in alcuni casi sonodoverose tutele della trasparenza dellerelazioni, per prevenire comportamentiopportunistici o peggio.

Intorno� alla� salute� dei� cittadinigirano�da�sempre�polizze�e�assicu-ratori.�Poi�ci�siamo�noi,�Casse�sani-tarie�di�categoria.�Ci�sono�sovrap-posizioni,� concorrenza?� Lei� cheidea�ha�in�materia?�Le Casse di categoria costituisconol’eredità delle nobili associazioni volon-

tarie di auto aiuto fra i lavora-tori che si sono sviluppate inItalia fin dall’ottocento. Nonc’è nessun motivo di pensar-le in competizione con leimprese assicurative privatelucrative, che appartengonoad un altro mondo.

Nel�mondo�dei� fondi�assi-stenziali� una� decina� disoggetti,�come�la�Casa�git,tutti� contrattuali,� autoassicurati,� offrono� rispo-ste�vere�a�circa�tre�milionidi�italiani.�Quale�futuro�perquesto� ruolo� di� fatto� sus-sidiario�rispetto�al�Ssn?Hanno un posto non solonella storia ma nella realtàquotidiana del nostro Paese,a integrazione e non in sosti-tuzione del Servizio sanitarionazionale, come esempio di“vera” sussidiarietà orizzon-tale”. Questa era la logica

CNCASAGITNOTIZIE

della riforma del 1999 che ha bisogno di un aggiorna-mento, non certo di uno stravolgimento.

Ultima:� la� non� autosufficienza.� Vita� sempre� piùlunga� e� crescono� le� malattie� collegate� all'età.Molte� Casse� sanitarie� già� se� ne� fanno� carico� eoffrono� un� servizio� sussidiario� in� più� al� Ssn.� Sipotrà�mai� ragionare�"a�sistema",�mettendo� insie-me� progetti� e� ricerche� di� pubblico� e� privato.Utopia?Non può essere e, se mi permette, non è solo utopia.Già succede in alcune parti d’Italia. Guardi l’esempio diTrento e, almeno parzialmente, dell’Emilia-Romagna edi altre Regioni, in forme più o meno diffuse. La nostrastrategia quest’anno ha puntato alla innovazione nellamedicina generale e il Governo ha considerato il ripristi-no del Fondo per la “Non Autosufficienza”, due condi-zioni indispensabili al cambiamento della struttura delsistema ospedaliero, che non consiste solo nella ridu-zione del numero dei posti letto. Se riusciamo a ristrut-turare l’intero sistema, continuando a rispettare l’artico-lo 32 della Costituzione, potremo anche saldare la soli-darietà categoriale con quella istituzionale, le Casse conil Ssn e i servizi comunali. È la strada da percorrere perdare risposte assistenziali vere, e non “fai da te”, ainonni con benefici a figli e nipoti.

Il ministro della Salute Renato Balduzzi con il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano

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Editoria, arriva una nuova Era... e la legge sull’Equo compenso

Servono anni per trovare un equilibrio tra vecchi e new media.Ci aspettano mesi difficili e si riapre la partita "Contratto"

Per Sindacato, Istituti ed Enti di categoriai prossimi saranno mesi cruciali. Com - binare le esigenze delle persone e del le

loro famiglie con le sfide di rilancio non saràfacile dopo un 2012 critico per l’occupazionegiornalistica e un avvio di 2013 già molto du -ro. Ma si può aprire una nuova fase che do -vrà trovare stabilità nel giro di tre quattro anni,il tempo per far maturare nuovi modelli d’in -for mazione e superare la crisi della nostraeconomia. Servono realismo, fermezza e ca -pa cità di guardare avanti. Il lascito di fine 2012,però, non aiuta. L’ultimo giorno del vecchio anno è stato quel-lo della chiusura, dopo appena 100 giorni, di“Pubblico” quotidiano fondato e diretto daLuca Telese. Un “giornalicidio”, ha detto l’as-semblea dei redattori. Un’avventura nata subuoni presupposti ma senza un adeguatocapitale di partenza. Diciannove redattori, trepoligrafici, alcuni Co.co.co. e tanti collabora-tori dal primo gennaio sono senza un postodi lavoro.Nello stesso giorno i colleghi di “Antenna Sud”,emittente Tv pugliese, sono entrati in scioperoa oltranza. Già in cassa integrazione, senza sti-pendio da mesi subiscono ora il licenziamentodi 8 giornalisti su 11. Dieci giorni prima la storica editrice “La Stam - pa” di Torino aveva presentato un progetto diristrutturazione con 32 prepensionamenti.La Rai annunciava un massiccio piano diesodi anticipati e incentivati. Misure indoloreper le persone, dure per previdenza e welfa-re di categoria. All’orizzonte altri piani di ristrutturazione “pe -santi”: da Rcs a Mondadori, a decine periodicie di Tv locali, alla stampa assistita. Notizieamare ma vere. Continueremo a fare solidarie-tà con i colleghi e a misurarci con le contropar-

CNCASAGITNOTIZIE

di Franco Siddi

Segretario Generale FNSI

PROFESSIONE

Superato il test della sostenibilità a 50 anni, decisivi sono ora il lavoro e l’adeguatezza delle prestazioni

Le pensioni dei professionisti: sfide vinte e da vincere

di Andrea Camporese

Gli ultimi dodici mesi sono stati “inten-si” per le Casse di previdenza priva-tizzate. Dalla riforma delle pensioni

targata Elsa Fornero alla spending review,dal decreto sviluppo a quello di stabilità pas-sando per il tentativo di costringere gli Entiad una dismissione forzosa dei propri immo-bili, ipotizzato dal Ministro Andrea Riccardi epoi ripreso da un emendamento trasversale,i problemi da affrontare sono stati molteplici.Il tutto inquadrato in una delle crisi più dram-matiche che il nostro Paese abbia maiaffrontato. La sfida vinta della sostenibilità a 50 anni seda una parte ci conduce in un porto sicuro,dall’altra ci pone di fronte a un tema centrale:come coniugare la sostenibilità all’adegua-tezza delle prestazioni. Non possiamo igno-rare che con questa riforma il numero deglianni lavorativi e il reddito percepito sono ilpunto centrale e purtroppo la nota dolente.Ecco allora aprirsi nuove sfide: l’immediatoinserimento nel mondo del lavoro a studi ter-minati, come evitare che le Università sforni-no migliaia di professionisti ogni anno desti-nati a rimpinguare le lunghe liste di disoccu-pati, come mettere in campo un circolo vir-tuoso dove ci sia un accesso al credito piùfacile e veloce, l’aggiornamento continuo chesignifica anche capacità di stare sul mercato;la continuità lavorativa attraverso forme diassistenza e sostegno al reddito in caso dimalattia e non autosufficienza. Previdenza elavoro sono inscindibili per questo è necessa-rio individuare tutti gli strumenti utili per vince-re le sfide. La polifunzionalità delle Casse che,pur tenendo distinte la funzione di previdenzada quella di assistenza, sia in grado di darerisposte concrete, come in parte sta giàfacendo, a domande di protezione sociale e

lavorativa, è sicuramente unodei cammini da percorrere.Con un vantaggio per i propriiscritti ma anche per lo Statoche deve però fare, necessa-riamente, scelte ben precisecome non interferire, condecreti e manovre, nella nostraautonomia gestionale, organiz-zativa ed economica sancitada leggi, e la fine di un regimedi doppia tassazione che nonha uguali nel resto dell’Europae che impedisce un sistema diWelfare più allargato. Il fattoche la categoria dei giornalistipossa contare sulla Casagit cipone all’avanguardia rispetto atemi tutti da affrontare in altreprofessioni. Per questo ognicollaborazione tra Istituti vaauspicata e accompagnatacosì come è avvenuto in questianni. La politica, in genere,dovrebbe avere una visioneproiettata verso il domani, svol-gere il proprio ruolo, al di là deicicli elettorali. Se le Cassedevono garantire il futuro pen-sionistico dei propri iscritti eandare verso un Welfare allar-gato, i professionisti e soprat-tutto i giovani devono esseresempre più attori del propriodestino, la politica deve chie-dersi come accompagnare lepersone verso una pensionedignitosa, con quali soggettiinteragire, nel rispetto deirispettivi ruoli.

ti ma è davvero difficile vedere le bollicine dellafesta per il nuovo anno. Lo vorremmo “Buono”,quantomeno migliore del precedente che, perla prima volta, ha visto scendere i giornalistioccupati sotto i 18 mila e la platea dei pensio-nati avvicinarsi a quota 8 mila.Tutto questo mentre si “consuma” più informa-zione di ieri e serve un giornalismo qualificato ecredibile. La sfida si può vincere se tutti i prota-gonisti del sistema (editori, giornalisti, Stato)affrontano i cambiamenti. Con piani editoriali dimero taglio di costi e organici non si va lonta-no, vale anche per quegli editori che ancoranon l’hanno capito. Per rilanciare i valori del“bene informazione” servono investimenti nelmedio periodo. La moltiplicazione degli stru-menti di diffusione non può fare a meno di lavo-ro professionale. Va rilanciata l’industria culturale dell’informazio-ne: posti di lavoro, redditi adeguati e formazio-ne. Una battaglia per una nuova legge di siste-ma che favorisca le trasformazioni e lo sviluppodell’occupazione anche nell’area dei nuovimedia e di nuove imprese praticabili. Strade nuove per nuove opportunità. È possi-bile e il Servizio Pubblico possa esserne unmotore. Chiediamo, ad esempio, che la crisieconomica della Rai sia affrontata con una poli-tica di impegno e innovazione; con la ridefini-zione di tutto il lavoro giornalistico ovunquedislocato, valorizzandolo professionalmente econtrattualmente. Anche lo Stato deve fare lasua parte: un settore spesso poco consideratosul piano industriale deve diventare traino didemocrazia per una ripresa anche economica. Sul terreno sindacale tradizionale saremoimpegnati, nel confronto con gli editori, a deter-minare le condizioni per un rinnovo contrattua-le che includa dignità morale ed economica pertutte le forme di lavoro giornalistico. Dignità del

lavoro contro precarietà. E qui non siamo al -l’anno zero. La categoria, con il suo Sin da catoe i suoi istituti ed enti, ha retto attacchi pesan-tissimi in questi anni. Ha sconfitto tutti i tentati-vi di leggi censorie: dalle intercettazioni alla dif-famazione. Ha definito intese forti con gli edito-ri per mettere in sicurezza l’Inpgi, con contribu-ti previdenziali a carico delle imprese, con mi -sure per incrementare le dotazioni dei fondi perla protezione sociale e ha avviato un confrontoserrato a tutto campo – attraverso una com-missione bilaterale – sul lavoro autonomo. E quiabbiamo ottenuto una legge importante: sul-l’equo compenso per free-lance e collaborato-ri. Cade il muro della gran parte degli editori ita-liani che non volevano dare a questa realtàlavorativa giusti trattamenti economici e obbli-ghi sociali. La legge non risolverà tutto, manessuna azienda potrà più permettersi di igno-rare che un free-lance o un collega collaborato-re (spesso pagato, oggi, fino a 5 cinque euroad articolo) deve avere il giusto e subito. Ci sono le premesse, inoltre, per andare versoil superamento dei collaboratori coordinati econtinuativi (i Co.co.co) e dei “precari fissi” conun onesto monitoraggio delle realtà di oggi e dinuove prospettive contrattuali e previdenziali.Ma non sarà facile perché una legislazione dellavoro contraddittoria rischia, nei prossimimesi, di far crescere le “finte Partite Iva”. DalMinistro del Lavoro su questo, anche in faseelettorale, vogliamo chiarezza. Si può e si deve guardare avanti ed è un impe-gno ineludibile da fare insieme: la Fnsi e, neiloro compiti, Inpgi e Casagit, quest’ultima sem-pre più innovativa e attenta alle trasformazionial punto da farsi “in 4”. Ce la stanno mettendotutta e anche di più. Terremo botta, senza pro-mettere la Luna a nessuno. Non vendiamo enon venderemo illusioni.

Presidente Inpgi e presidente Adepp

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Amministrazione rigorosa sul piano dei costi di funzionamento e di gestione del patrimonio accumulato dai giornalisti e ascrivibile singolarmente a ciascuno: le linee guida del nuovo Consiglio di amministrazione

Welfare di categoriaInvestire nel futuro

Scelte che, in modo lungimirante, il sindacato unitario di categoria ha costruito neidecenni, mostrano oggi tutta la loro attualità. Vale per il Fondo sanitario integrativo(Casagit), vale per il Fondo di previdenza complementare che, con gli altri membri del

Cda di recente insediato, mi trovo ad amministrare. A dar retta al dibattito in atto sul sistema di Welfare italiano, senza questi due strumenti indi-viduati dalla contrattazione collettiva, non sarebbe possibile guardare con serenità al futuro.L’indirizzo dei governi degli ultimi anni, condiviso da un ampio schieramento parlamentare,porta verso la generalizzazione di strumenti di questa natura per la conclamata insostenibi-lità, con le modalità di finanziamento tradizionali, del Sistema sanitario nazionale da un latoe per la caduta del tasso di sostituzione applicabile alle pensioni obbligatorie dall’altro.

Forse è il caso di non disperdere il patrimonio di queste espe-rienze ed, anzi, di favorirne un utilizzo consapevole e diffuso.

L’indagine Covip (Com missione di vigilanza sui fondipensione) – Censis ha rivelato una “voragine informati-va’’ a proposito della previdenza complementare, evi-denziando la scarsa conoscenza delle opportunità offer-te da essa. Non fa eccezione la previdenza complemen-tare dei giornalisti (amministrata, come noto, in comu-nione con la paritaria rappresentanza degli editori, allaquale in questo mandato tocca la presidenza nella per-sona di Fabrizio Carotti). La riflessione su questo tema ègià iniziata. L’indirizzo confermato dal Cda insediatosi èquello di un’amministrazione rigorosa sul piano dei costi,sia di quelli definibili di funzionamento, sia di quelli digestione del patrimonio accumulato dai giornalisti edascrivibile singolarmente a ciascuno.

La ricognizione conoscitiva del Cda e del Collegio sinda-cale (completamente rinnovato), è in atto ed ha portato

alla individuazione di prime scelte, con l’approvazione unanime del documento relativo allepolitiche di investimento che stabilisce le linee di indirizzo di gestione nei diversi compartiscelti dagli iscritti. Documento su cui il Cda tornerà nei prossimi mesi, avendo assicurato così intanto stabilitàanche nel rapporto con i diversi stake-holders del Fondo. In questa fase, significativo è il proposito di verificare, ai fini dell’efficienza complessiva delWelfare di categoria, le risorse sinergiche potenzialmente esistenti, per scelte efficaci, cosìcome avvenuto nel caso di affidamento all’Inpgi del compito di provvedere all’erogazionedelle rendite pensionistiche agli aventi diritto.

di Gianfranco Astori

Vicepresidente Fondo di previdenza complementare dei giornalisti italiani

CNCASAGITNOTIZIE LA CASAGIT

CHE SI FAIN 4… continua

Continua la campagna di adesione ainuovi profili Casagit, per chi non è giàiscritto. Tutte le informazioni sono disponibili sulsito www.casagit.it.

È inoltre possibile ritirare il materialeinformativo nelle sedi delle Consulte ocontattare gli uffici della sede centraleinviando una e-mail all’indirizzo: [email protected] oppure chia-mando il numero telefonico 06/548831.

I tre nuovi profili, con contributi a partireda 300 euro/anno fino a 1.500euro/anno, offrono coperture sanitariein teressanti anche per i figli dei colleghinon più iscritti alla Cassa e per ogni iscrit-to all’Ordine dei Giornalisti che finoranon abbia potuto accedere, o mantene-re l’adesione, alla Casagit.

Iscriversi offre inoltre la possibilità diavere la Casagit Card e con essa, tra glialtri, il servizio di Assistenza in emergenzah24, contattabile ogni giorno dell’annocon Numero Verde.

INFORMATI SU WWW.CASAGIT.IT

I vicepresidenti della Casagit Carlo E. Gariboldi e Giampiero Spirito

Gianfranco Astori vicepresidente del Fondo di Previdenzadurante l’intervento all’Assemblea dei delegati

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PROSPETTIVECNCASAGITNOTIZIE

Lunga vita alla Casagit

di Carlo Gariboldi

Più attenzione agli anziani, alle spese sanitarie e alle non autosufficienze. Poliambulatori e nuove convenzioni: cambiare oggi guardando al domani

Il bilancio attuariale presentato all'As -semblea Casagit di dicembre ci dice unacosa tutt’altro che ovvia, il modello della

nostra Cassa è sostenibile anche nel lungoperiodo. Fino a pochi mesi fa il nostro oriz-zonte era di qualche anno, poi si sarebbedovuto intervenire limitando le prestazioni o,ipotesi francamente più improbabile, aumen-tando i contributi. Oggi, il bilancio attuariale cidà una linea di tendenza nuova, sostenibile,anche con una contrazione dei posti di lavo-ro che temiamo possa proseguire nei prossi-mi anni. Questa premessa ci consente diguardare avanti con fiducia. Serve comunquegrande attenzione, perché il quadro generaledel mondo dell’editoria e della comunicazio-ne non sappiamo come potrà evolvere.Mentre siamo più consapevoli che il mercatosanitario chiederà ai fondi come il nostrosempre un maggiore esercizio di supplenza esussidiarietà al Servizio sanitario nazionale.

La�popolazione�invecchiaIl ministro Corrado Passera e l’ex ministroMaurizio Sacconi, intervenendo alla presen-tazione del secondo rapporto Adepp aRoma, hanno messo in guardia i professioni-sti italiani dai problemi legati all’invecchia-mento della popolazione. “Stanno cambian-do le previsioni di vita, dovremo inventarci unnuovo Welfare”, ha detto Passera. Gli hafatto eco Sacconi - autore della legge che haintrodotto l’Anagrafe dei fondi sanitari cui èiscritta anche la Casagit - che ha sollecitatogli istituti previdenziali privati delle categorieproduttive, che già non hanno provveduto,ad occuparsi anche del secondo pilastro,quello della sanità. La quota della spesasanitaria “out of pocket”, quella privata, èdestinata ad aumentare anche in Italia. Ma,questo auspicio non vale tanto come inte-grazione individuale, quanto attraverso ifondi sanitari: vaste platee di contribuenti

consentono di garantire livelli diprestazioni elevate. In Italia perla sanità lo Stato spende 112miliardi di cui il privato ne sop-porta ben 30 (in prevalenzacon i ticket).

Come�cambiano�le�spesesanitarie�dei�SociOsservando le spese fatte daiSoci Casagit negli ultimi treanni, si notano forti cambia-menti nell’utilizzo della Cassa. Ildato che emerge è un apprez-zamento rispetto a iniziative,come il rimborso “a pacchetto”delle spese di ricovero, chehanno dato vantaggi di chia-rezza, semplicità e certezza deicosti. In pratica il Socio vieneinformato se la prestazionesarà coperta integralmente, ose dovrà pagare una quotaaggiuntiva (e a quanto questaammonterà). In questo modo,non solo si offrono ottime pre-stazioni sanitarie, ma le speseper la Cassa diminuiscono. Unesempio, ora non accade piùche i Soci si vedano recapitarefatture da 10, 15, 20mila europer un parto in clinica (per altrosolo in parte rimborsate). Sipartorisce in strutture privateconvenzionate, e di buon livel-lo, con costo zero per il Socioe un tetto di spesa di 6milaeuro per la Casagit.

Nuove�e�migliori�convenzioniPer rendere più efficiente ilsistema Casagit stiamo elabo-

rando nuove convenzioni construtture sanitarie. Il datonuovo - e positivo - è che lacrisi della sanità, deflagratasoprattutto nelle regioni Lazioe Lombardia, ha reso interes-santi a molti le nostre tariffe.Paradigmatico è l’accordoche è stato siglato con ilCampus Biomedico di Roma.Si tratta di una delle strutturedi eccellenza della Capitaleche ha accettato di estenderela convenzione anche ai medi-ci che vi operano sulla basedel nostro tariffario. Quindinon saranno più possibili spia-cevoli sorprese per i Soci,come accade quando la con-venzione è sottoscritta dallaclinica, ma non dal medico. Inquesti casi sui pazienti vengo-no scaricate fatture salatissi-me. Il modello di “convenzionetipo” che vogliamo prevedel’accordo di convenzionediretta, quindi con il pagamen-to delle spese sanitarie eroga-to dalla Casagit, solo quandoil tariffario è stato accettato dastruttura sanitaria e medici.Una tendenza che il prossimoconsiglio di amministrazionedovrà rafforzare. È chiaro chele convenzioni più favorevoli inmateria si possono raggiunge-re nei due grandi poli di Milanoe Roma, diverso è il compor-tamento nelle regioni più pic-cole. Lì occorre una disponibi-lità diversa della Cassa, pergarantire buoni servizi ancheai colleghi che operano in real-

tà a minore concentrazionegiornalistica.

Non�autosufficienze,il�problemaL’invecchiamento della popo-lazione sarà il problema socia-le più grave dei prossimidecenni, almeno fino a che cisarà l’onda lunga del “babyboom” degli anni Sessanta.Secondo i demografi, infatti,fino a tutti gli anni 2050 ci saràun rapporto squilibratissimo traanziani e giovani. Saranno glianni nei quali il Welfare dellavecchia Europa sarà più sottopressione. Il presidente dell’In -pgi Andrea Camporese ce loricorda spesso: conterà sem-pre il sistema generale, non sipuò salvare, da sola, una cate-goria di professionisti, soprat-tutto con una platea piccolacome quella dei giornalisti.Casagit oggi è particolarmentegenerosa nei confronti dei socinon autosufficienti. Nelle for mepiù gravi - malattie co meAlzhei mer e morbo di Par -kinson - riconosce rimborsifino a 40 euro al giorno per lespese sostenute. Nei prossimimesi il sistema della Cassasarà rivisto e integrato megliocon le prestazioni sociali delservizio sanitario e assistenzia-le nazionale e con le indennitàriconosciute dall’In pgi. Poibisognerà ragionare sulla crea-zione di un fondo per la Ltc, lacosiddetta “Long Term Care”,con altri soggetti, in particolari

con gli altri fondi sanitari contrattuali. Soloallargando la base contributiva si potrannogarantire buone prestazioni con contribuzio-ni ragionevoli o, addirittura, modeste.

I�poliambulatoriLa convenzione con oltre venti poliambulato-ri in tutta Italia ha consentito di offrire buoniservizi in tempi rapidi, contenendo le spese.I due poliambulatori più grandi - uno di pro-prietà Casagit, l’altro dell’Associazione lom-barda dei giornalisti - dovranno sperimenta-re cose nuove. Offrendo una gamma di ser-vizi più ampia.Ma andrà sondata anche la possibilità dientrare nei segmenti nuovi, come quellodella diagnostica, sempre nell’ottica di offriremaggiori opportunità per i Soci che paghe-ranno lo scotto di un Servizio sanitario nazio-nale destinato a subire tagli pesantissimi. Nelmondo politico si pensa di far pagare i costiaggiuntivi della sanità sulla base del reddito.Questa non è una buona notizia per unacategoria fatta, in prevalenza, di lavoratoridipendenti che pagano le tasse regolarmen-te. Non vorremmo che le novità del prossimoGoverno siano ancora improntate nel farpagare di più a chi già paga.

I POLIAMBULATORI CONVENZIONATIIN FORMA DIRETTA

CALABRIACED S.R.L. Via del Torrione 55 REGGIO CALABRIA 0965 811855* ISTITUTO CLINICO PROF. DR. R. DE BLASI SRL Via del Torrione 55 REGGIO CALABRIA 0965 811855* POLIAMBULATORIO MEDICO DR. LAMBERTI CASTRONUOVO SRL Via Damiano Chiesa 5 REGGIO CALABRIA 0965 811855

EMILIA ROMAGNA* VILLALBA Via di Roncrio 25 BOLOGNA 051 6443011SALUS HOSPITAL Via U. Levi 7 REGGIO EMILIA 0522 499111SAN PIER DAMIANO HOSPITAL Via Isonzo 10 FAENZA 0546 671111MARIA CECILIA HOSPITAL Via Corriera 1 COTIGNOLA 0545 217111RAVENNA MEDICAL CENTER Via Le Corbusier 41/43 RAVENNA 0544 407077PRIMUS FORLI' MEDICAL CENTER Via Punta di Ferro 2c FORLI' 0543 804311

LIGURIAALLIANCE MEDICAL DIAGNOSTIC S.r.L. Piazza Dante 9/10 GENOVA 010 53871LABORATORIO ALBARO S.P.A. Via Paolo Boselli 32 GENOVA 010 3621769ISTITUTO IL BALUARDO S.P.A. Via del Molo 4 GENOVA 010 2466440BIOMEDICAL SPA Via Prà 1 GENOVA 010 663351

LOMBARDIA* ALG Via Montesanto 6 MILANO 02 63751

LAZIO* POLIAMBULATORIO Piazza Apollodoro 1 ROMA 06 3225340

PIEMONTE* CIDIMU Via Legnano 23 TORINO 011 5616111* SEPIN Corso Massimo D'azeglio 25 TORINO 011 0066880

PUGLIAD'AMORE HOSPITAL Via Magna Grecia 62 TARANTO 099 7704111ANTHEA HOSPITAL Via C. Rosalba 35 BARI 080 5644111CASA BIANCA HOSPITAL Via V. Emanuele II 2 CASSANO MURGE 080 3467211MEDICOL Via Lacalandra 11 CONVERSANO 080 4080422CITTA' DI LECCE HOSPITAL Via Provinciale per Arnesano Km 4 LECCE 0832 229111

SICILIAAGRIGENTO MEDICAL CENTER Via Leonardo Sciascia 180 AGRIGENTO 0922 607901MARIA ELEONORA HOSPITAL Via Regione Siciliana 1571 PALERMO 091 6981111

TOSCANAMARIA TERESA HOSPITAL Via della Cernaia 18 FIRENZE 055 4687400

VENETODATA MEDICA Via Zanchi 89 PADOVA 049 8650111EUGANEA MEDICA Via Cristoforo Colombo 13 ALBIGNASEGO 049 8044811

* Strutture che effettuano anche visite specialistiche, in forma diretta, oltre agli esami clinici.

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Un “tesoretto” per il futuroSaldo positivo per i conti della Cassa. In quattro anni ricostituito un patrimonionetto di 34,5 milioni di euro, necessari per affrontare le ripercussioni della crisi

dell’editoria e i cambiamenti del Servizio sanitario nazionale

Il 5 dicembre scorso è stato presentato aidelegati Casagit, riuniti a Roma inassemblea, l’aggiornamento del preven-

tivo dell’esercizio 2012. Il dato è confortante:si prospetta un risultato complessivo in atti-vo pari a 4,3 milioni. In estrema sintesi a fron-te di quasi 84,9 milioni di euro di entrate percontributi si registrano uscite per quasi 70milioni di prestazioni e 11,5 milioni per i costidi gestione con un “saldo tecnico” di compe-tenza 2012 di circa 3,4 milioni a cui devonoessere aggiunti 0,9 milioni di rendimentifinanziari e rivalse. Un risultato che permettealla Casagit di arrivare a circa 34,5 milioni dipatrimonio netto. Un patrimonio che alla finedel 2008 era di soli 8 milioni di euro.A questa solida situazione dal punto di vistaeconomico ne corrisponde una altrettantoimportante dal punto di vista finanziario: inostri investimenti mobiliari superano oggi i40 milioni di euro. Investimenti che, comeprevisto dallo Statuto, pur non potendocomprendere il mercato azionario ed essen-do quindi tutti orientati principalmente almantenimento e alla difesa di quanto riuscia-mo a “mettere da parte”, si rivelano redditizie contribuiscono in maniera significativa aibuoni risultati complessivi. Insieme al preventivo del 2012 è stato poipresentato ai delegati l’aggiornamento dellaproiezione tecnico attuariale, non basata suipotesi standard di tipo ministeriale (quelleadottate dalle Casse di previdenza per glistress test richiesti dal ministro del lavoro)ma sui dati reali della nostra popolazione, delmercato del lavoro dell’editoria e sui “model-li di consumo” della spesa sanitaria registratiin Casagit negli ultimi 4 anni.Una previsione quindi realistica, personaliz-zata e pertanto molto attendibile in terminigestionali. Il risultato che emerge è molto

interessante: se da un lato, in considerazio-ne della diminuzione della popolazione “atti-va” ipotizzata ancora nei prossimi tre annisecondo gli stessi parametri registrati dal2009 al 2011, assistiamo a una evoluzionedelle entrate contributive certamente nonrassicurante, dall’altro si registra un profon-do cambiamento nelle abitudini di utilizzodella Cassa e quindi di ricorso alle prestazio-ni, che presenta caratteristiche virtuose equindi, in prospettiva, confortanti.In pratica grazie alle azioni svolte nel corsodegli ultimi anni, tese a modificare alcunicomportamenti dei nostri assistiti, indirizzan-doli verso certi tipi di strutture convenzionatepiuttosto che su altre, grazie al sistema dicontrolli di queste strutture, grazie a unarete di poliambulatori che consentono pre-stazioni di qualità ma a costi contenuti, gra-zie al plafonamento del costo di molte pre-stazioni per le quali venivano chiesti spessoimporti esorbitanti (i famosi “pacchetti”)anche il trend delle nostre spese sta suben-do delle modificazioni importanti tali da ren-dere l’intero sistemapiù equilibrato.Da tutto questo nediscende un andamen-to del nostro “saldotecnico” (la differenzatra le entrate e le usci-te) che, dopo un perio-do di difficoltà attesotra il 2020 e il 2040,tende a ritrovare unequilibrio che consenti-rebbe di dare allaCassa solidità e stabili-tà nel lungo periodo.Quello di cui l’elabora-zione del bilancio tecni-

co attuariale non può tenere conto è l’impat-to possibile derivante dall’arretramento delleprestazioni fornite dal Servizio sanitarionazionale. Già oggi la Casagit riserva oltre il50 per cento della spesa al rimborso di pre-stazioni in sostituzione del Ssn; un aumentodi questa percentuale avrebbe evidentemen-te una ripercussione negativa sui nostri conti,un impatto economico che però, al momen-to, sarebbe impossibile stimare in manieraragionevole.In questo quadro appare fondamentale eindispensabile avere una “riserva tecnica (ilpatrimonio netto citato in apertura) che ciconsenta di far fronte ai momenti difficili,quando il bilancio non sarà più positivo equando i disservizi della sanità pubblica siscaricheranno su di noi. Ben vengano quindi i risultati molto positivi diquesti ultimi anni e quelli che auspicabilmen-te ci aspettano nell’immediato futuro, saràproprio grazie a quello che stiamo mettendoda parte oggi che potremo garantire laCasagit, così com’è, a chi ci sarà domani.

CNCASAGITNOTIZIE

di Francesco Matteoli

Direttore generale Casagit

Un futuro possibile

BILANCIO

Rigore nei comportamentie capacità d’innovazione

di Luciano Azzolini

Nel quadriennio raggiunti obiettivi importanti. E ora serve un piano di indirizzo strategico di medio periodo

Idati di bilancio relativi al primo seme-stre 2012 sono largamente positivi equesto lascia intendere che anche il

consuntivo di fine anno si chiuderà altret-tanto positivamente. Da parte del Colle -gio sindacale sarebbe del tutto ripetitivotornare su degli elementi che sono giàstati illustrati e commentati dal Presi -dente, Daniele Cerrato, e dal DirettoreGenerale, Francesco Matteoli. È forse piùopportuno rilevare l’importanza degliobiettivi raggiunti in questo quadriennio. È una grande soddisfazione poter dareatto al Cda, al Presidente, al Direttoregenerale e alla struttura della Cassa diaver conseguito non solo il pareggio dibilancio, ma di aver contemporanea-mente ricostituito le riserve e, infine, dipoter contare su un patrimonio finanzia-rio di tutto rispetto. Ciò che risulta, alla luce delle considera-zioni del Collegio, più indicativo è di aversaputo in questi anni coniugare il rigoredelle procedure e dei comportamenticon una forte capacità innovativa sulfronte dell’impianto gestionale ed orga-nizzativo arrivando all’approvazione diun nuovo Statuto, più idoneo a fronteg-giare uno scenario dai contorni ancoranon definiti, ma che, comunque, è giàdavanti a noi. E le ultime proiezioni attuariali ci aiutanoa capire come siamo, ormai, proiettatidentro una nuova fase dove gli Istituti,come la Casagit, saranno chiamati, sem-pre che abbiano tela da tessere, adassumere nuove responsabilità sul pianodell’offerta di servizi e delle prestazionisanitarie, assistenziali e non solo.

CASAGIT PER IL TERREMOTO DELL’EMILIARaccolti tra i Delegati di Chia 10.000 euro per le popolazioni colpite dal sisma in Emilia.Acquistata un’apparecchiatura oculistica per l’Ospedale di CrevalcoreCasagit è solidarietà concreta. Durante l’Assemblea nazionale dei delegati di Chia, in Sardegna, a maggio scorso,è stato deciso un contributo volontario da parte dei partecipanti per aiutare le popolazioni emiliane colpite dalsisma. Molti delegati hanno rinunciato al gettone di presenza e ad altre forme di rimborso per testimoniare vici-nanza verso chi aveva subito la devastazione del terremoto. Una scelta non retorica, compiuta in piena libertà,integrata da un ulteriore contributo deciso dal Consiglio di amministrazione della Cassa. Alla fine abbiamo raccol-to 10.000 euro. Il presidente mi ha incaricato di occuparmi della destinazione di questo contributo e la Consultadell’Emilia Romagna ha scelto di impiegare la generosità dei colleghi in maniera trasparente e tangibile. Dopo unaserie di accertamenti in altre realtà, si è deciso di intervenire sul paese di Crevalcore, tra i più colpiti, dove il ter-remoto ha reso inagibile la sede del distretto ospedaliero. Ora le visite mediche vengono realizzate in un prefab-bricato che, tra l’altro, necessiterebbe di maggiore spazio. Su indicazione della direzione sanitaria, Casagit hadevoluto la cifra raccolta per l’acquisto di un’indispensabile apparecchiatura oculistica sulla quale la Consulta, inaccordo con la presidenza, vorrebbe successivamente apporre una targhetta a testimonianza di questo atto diamicizia. Una piccola, bella, storia di impegno comune. Per la quale tutti noi della delegazione emiliana vogliamoesprimere gratitudine in modo non rituale ai colleghi delegati. Grazie di cuore.

Claudio Cumani Fiduciario Emilia Romagna

Presidente Collegio dei Sindaci Casagit

Le�proiezioni�attuariali�di�medio–lungo�periodo�obbligano�il�Collegio�a�sottolineare�alcuniaspetti:• la proiezione non legata al gruppo costante ma al cosiddetto gruppo variabile è un indice assoluta-

mente veritiero. Il fatto di aver elaborato una proiezione corretta carica il Consiglio di Amministrazionedi una grande responsabilità che ovviamente dovrà riguardare la prospettiva futura;

• è vero che in base agli attuali dati di bilancio la Casagit può “reggere” nella prospettiva, ma lo potràfare solo e nella misura in cui è inserita in un disegno strategico di medio-lungo periodo. È indispensa-bile una grande capacità di analisi della situazione ed il coraggio nell’individuare il percorso più giusto.

Questo�percorso�va�collegato�alla�necessità�di�estendere�la�base�contributiva�a�dei�soggetti,anche�di�altri�Istituti,�che�possono�essere�interessati�ai�servizi�che�Casagit�può�fornire:• infine, vista l’ormai prossima scadenza elettorale, per il rinnovo degli organi della Cassa, sarebbe una

buona cosa arrivare a questo appuntamento non solo con un consuntivo del lavoro che è stato svol-to, ma piuttosto con un piano di indirizzo strategico di medio periodo. Può essere forse un modo perobbligare la categoria a prendere atto che non siamo dentro un processo di cambiamento, ma piut-tosto a comprendere che il mondo è già cambiato.

© Tatjana Balzer - Fotolia.com

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Sito internet e social networkPiù vicini ai colleghi

di Gianfranco Giuliani

Veste grafica rinnovata ma non solo: più informazioni, una consultazione chiara, ordinata ed efficace e un filo diretto sempre aperto con la Cassa

Un sito internet completamente rin-novato, anche in versione mobileper chi preferisce la connessione

attraverso smartphone e tablet. E nuovicanali aperti sui principali social network,cominciando da Facebook, Twitter e, natu-ralmente, YouTube.La comunicazione di Casagit cambia e siarricchisce di strumenti per essere ancorapiù vicina ai Soci. Dopo il ritorno della rivista“Casagit notizie” nelle case dei giornalistiitaliani, è stata realizzata una profondaristrutturazione del sito della Cassa, anchenella prospettiva dell’entrata in funzione, abreve, di un nuovo motore di ricerca checonsentirà di raggiungere e agganciare con

pochi “clic” medici, cliniche,poliambulatori e centri dia-gnostici in tutte le regionid’Italia, ottenendo informazio-ni costantemente aggiornatesu convenzioni, prestazioni erimborsi. È il completamento del pro-getto AGO, il servizio di Guidae di Orientamento che si inte-gra con l’Assistenza h 24, lacui efficacia è già stata speri-mentata da molti colleghi neimesi scorsi.Anche la consultazione del“Tariffario” oggi è semplificata

e più efficace. Il vecchio file informato Pdf, di dimensionibibliche, è stato sostituito daun più agile “ipertesto” ordina-to per tipologia di prestazionie con indicati, voce per voce,gli importi dei rimborsi e leeventuali documentazioni ri -chieste. Non solo: a segui todella creazione dei nuoviprofili di assistenza, sonostate messe in rete quattro di -stinte sezioni del tariffario peruna consultazione ordinata,senza margini di incertezza.E proprio ai nuovi profili è de -dicata una speciale sezionedel sito con tutto ciò che èbene sapere sulle opportunitàmes se in campo da Casagitper i giornalisti iscritti all’Or -di ne professionale ma noncontrattualizzati così comeper i figli dei colleghi che, dopoavere perso il diritto all’assi-stenza per avere superato ilimiti di età, possono ora tor-nare a usufruire dei servizidella Cassa da “titolari”.Tra le altre novità del sito,una segnalazione è dovero-sa per l’area dedicata allenotizie. Alle “news” di servi-zio dal mondo Casagit chevengono postate anche suFacebook e Twitter, si sonoaggiunte informazioni sullasanità italiana, sulle struttured’avanguardia, sui più re -centi sviluppi di diagnosi e

cura delle diverse patologie.Bussola per la navigazioneresta il menù orizzontale: “Chisiamo”, “Chi può iscriversi”,“Profili”, “Tariffario”, “Casagitcard”, “Aziende”, “Moduli sti -ca”. E tuttavia una importantesottolineatura è stata riservataad alcuni argomenti raccoltinel menù a scorrimento “Inevidenza”, collocata al centrodell’home page. Qui, tra l’altro, è possibileconsultare l’ultimo numerodella rivista, accedere al servi-zio di assistenza ventiquattroore su ventiquattro o “ripassa-re” le puntate dell’inchiestarealizzata dall’Os servatorioper la salute nelle redazionioppure verificare la conve-nienza di Casagit rispetto aiprodotti assicurativi presentisul mercato.Che altro? Molto ci sarebbeancora da raccontare (video,convenzioni, area riserva-ta…). Ad esempio, il filo diret-to con gli uffici della Cassaattraverso la sezione “Comecontattarci”, con la possibilitàdi formulare domande e otte-nere rapidamente rispostescritte dettagliate, evitandogli incomprimibili tempi d’at-tesa al telefono.Un’opportunità in più. Una trale tante. Da scoprire, di perso-na, all’indirizzo www.casagit.it.Buona navigazione.

CNCASAGITNOTIZIE

La nuova Casagit Card darà la possibilità di leggere il codice del titolare con un lettore otticoe di navigare nel cuore delle nostre convenzioni

La Casagit Card è il nuovo strumen-to che Casagit offre a tutti i suoiassociati e ai loro familiari in sosti-

tuzione del vecchio Tesserino. L’ultimaemissione, risalente all’anno 2011, porta-va i colori granata e blu e aveva un codi-ce a barre sul retro. Oggi la Casagit Cardsi presenta con una nuova veste grafica eun ruolo in linea con quel processo inno-vativo che la Cassa ha intrapreso con inuovi profili.Un vero passepartout per accedere informa diretta o indiretta alle nostre con-venzioni. Questo prodotto identifica l’as-sociato Casagit, ci permette di estenderele convenzioni oltre alle strutture medicheanche a network che operano in altricampi, primo fra tutti quello dei centri otti-ci e a seguire della telefonia, dei viaggi e

dell'oggettistica.Una sola Card per tante con-venzioni che si aggiorneran-no dinamicamente nel nostrosito e potranno essere con-sultate anche in versionemobile (per tablet e smar-tphone) attraverso il qr codeche, sul retro della Card, per-metterà un accesso diretto alsito. Questo comodo percor-so in codice permetterà aipossessori di dispositivimobili di raggiungere facil-mente il collegamento allenostre pagine web, dedicateinteramente alle convenzionidella Casagit Card.Nel frontespizio troverete

alle diverse convenzioni conle strutture mediche, che laCassa ha stipulato con di -verse modalità di pagamentoe di tariffe. Per questo è con-sigliabile verificare sul sito lecondizioni che la Cas sa haconcordato prima di accede-re alle prestazioni me di che.Per le altre tipologie di con-venzioni non ci sarannovarianti a seconda del profilodi appartenenza.

tutti i dati che collegano voi eil vostro nucleo familiare allaCassa, con codici identifica-tivi, nominativi e data dinascita. Il codice del titolare,utile anche per partecipare alvoto di giugno 2013, è ripor-tato anche in versione datamatrix in alto a destra dellacard.Il tipo di Profilo è ben in vistanella card ed è un validodistinguo per poter accedere

Una Card al posto del tesserino

K0252958 17/05/1968 Bologna

MARIO ROSSI

S0001254 RITA BIANCHI 18/10/1971POSIZIONE NOMINATIVO DATA DI NASCITA

Codice Socioin versione datamatrix

Codice Socio valido per le elezioni e riconoscimentopresso centro convenzionati

Sezione datinucleo familiare

www.casagit.it/Casagit_Card, questo link vi porterà nella pagina delle convenzioni

Casagit Card

NUOVI ORIZZONTI

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di Gianni Perrotti

La Casagit che ho conosciuto io

Una lunga storia di solidarietà vera e oggi anche di servizi all’avanguardia. Farsi in 4 vuol dire includere edare nuove opportunità di tutela in un mercato del lavoro sempre più difficile

La Casagit che ho conosciuto in tuttiquesti anni non ha fatto della solida-rietà una parola retorica o carica di

demagogia: l’ha utilizzata come valoremorale della sua azione. Dalla fondazione,la Casagit ha questo alto precetto al primoposto nella graduatoria dei comportamentie ciò, lo verifichiamo tutti e spesso, fa dellaCassa un ente unico e indispensabile. Non è raro sentire colleghi che, senza reti-cenze, definiscono la Casagit “un gioiellino”o un “fiore all’occhiello” proprio per rimar-care la peculiarità della sua funzione e l’in-sostituibilità della sua azione. “Ciascunoversa secondo il guadagno e riceve secon-do il bisogno” era solito dire, così felice-mente, Giovanni Spadolini nell’indicare icompiti, o meglio la missione, della Cassasanitaria integrativa dei giornalisti.Ma la strada della Casagit non è stata sem-pre piana e non sempre i giudizi sono stati

adeguati al lavoro di chi se neè occupato dal 1974, annodella sua costituzione. Fu unavvio difficile (avvenuto bencinque anni prima della rifor-ma sanitaria nazionale) edovette fare i conti con le resi-stenze di colleghi non ancoraconvinti della necessità discorporare (con contribuzionevolontaria) il sistema assicura-tivo sanitario dal sistema pre-videnziale, solidamente gesti-to dall’Inpgi. La lungimiranzadei fondatori della Casagit for-tunatamente ebbe la meglio ei risultati positivi non tardaro-no a venire. Ma per assicurare il futuro nonsarebbe stato comunque suf-ficiente avere buoni bilanci.Occorrevano certezze nelleentrate per dare sicurezza allerichieste. Un’altra svolta stori-ca per la Cassa avvenne nel-l’agosto del 1982 quando laFnsi riuscì a inserire il contri-buto per la nostra salute fra levoci del Contratto nazionale dilavoro. La Casagit, con gli strumenti

economici indispensabili, eraora in condizioni di andareavanti anche se in un percor-so a ostacoli, arrovello di ognipresidente e consiglio d’am -ministrazione. Ri cor dare nomie atti specifici non sarebbeun’operazione utile a nessu-no; per crescere, la Casagitha attinto dalle riflessioni,dalle esperienze e, perché no,anche dagli errori dei dirigentiche si sono succeduti in que-sti 38 anni di vita… fino all’ac-quisizione di una sede, quellaodierna, in via Marocco, aRoma.Ma durante l’ultimo mandato,che scade a giugno prossi-mo, l’attività della Casagit hadovuto subire un’accelerazio-ne. Le difficoltà del sistemaeditoriale, la crisi economica,il nuovo modo di fare giornali-smo e di essere giornalisti cihanno imposto una metamor-fosi: perché offerte e presta-zioni dovevano fare i conti conle mutazioni genetiche dellacategoria. Così la Casagit si èfatta in quattro, come diceva,

nel maggio scorso, lo sloganche ha caratterizzato a Chial’Assemblea nazionale deidelegati. Lì è nata la nuova Casagit(anzi quattro, appunto) suproposta di un gruppo diri-gente rinnovato, motivato,attento che si è confrontatomettendo in campo tutte leenergie che il compito richie-deva. Ridisegnare la Cassa hachiesto, e sicuramente richie-derà nei prossimi anni, unimpegno notevole agli uffici,alla direzione generale e alle“forze fresche” che devonoassicurarci il futuro. Anche perquesto ritengo (e chiedo per-dono per il riferimento perso-nale) di dover fare il classicopasso indietro e lasciare adaltri colleghi, bravi, preparati,carichi di idee ed entusiasmoe soprattutto di energie, l’op-portunità di fare la mia stessaesaltante esperienza (durata22 anni). Per essere certo chela Casagit renda ancora piùsolida l’immagine di “fioreall’occhiello”.

CNCASAGITNOTIZIE

Pensionati:meno scartoffie più servizi

di Alfonso Pirozzi

Non più necessario presentare annualmente alla Casagit la documentazione fiscale sui trattamentierogati da altri istituti previdenziali

Una delle nostre parole d’ordine è:semplificazione. E negli ultimi treanni, grazie anche agli sforzi com-

piuti dalla struttura amministrativa, la buro-crazia per i Soci è stata notevolmente ridot-ta. Tra i principali obiettivi del Consiglio diamministrazione in carica anche quello di faradottare dalla Cassa procedure snelle erichiedere ai Soci solo pochissimi adempi-menti. Insomma per dirla con uno slogan:meno carte ma più servizi. E servizi che, conil passare degli anni stanno, diventandosempre più efficienti anche grazie alla strettacollaborazione tra tutti gli istituti di categoria. Importanti novità, in tal senso, ci saranno apartire dal prossimo anno per i giornalistipensionati, che percepiscono anche un’altrapensione erogata da Istituti previdenzialidiversi dall’Inpgi (come Inps, ex Inpdap ecosì via). Questi colleghi pensionati, infatti, nondovranno più presentare annualmente allaCasagit la documentazione fiscale, poiprovvedere al pagamento dell’integrazionetramite Mav e, quindi, a fine anno procede-re al versamento dell’eventuale conguaglio. Grazie a un’intesa raggiunta con l’Inpgi,sarà lo stesso istituto di previdenza a tratte-nere mensilmente la quota Casagit dovutaanche per gli altri assegni di pensione. Lariscossione, a partire dal prossimo mese digennaio, infatti, avverrà direttamente conuna trattenuta alla fonte, con dati certi direddito che consentono di versare l’esattocontributo dovuto alla Casagit, senza cosìrischiare di pagare oltre il termine delle sca-denze fissate. Contributo che - ed è bene ricordarlo - inbase all’articolo 32 del Regolamento vienecalcolato in percentuale sui trattamenti dipensione complessivamente percepiti.Per i Soci che percepiscono la sola pensio-

ne Inpgi ovviamente non cam-bia nulla. Ma se in futurodovessero percepire una se -conda pensione non dovrannoaffannarsi a inviare alla Cassale comunicazioni del caso e ladocumentazione fiscale del-l’intero reddito da pensione.Anche per loro scatterà l’esa-zione del contributo alla fonte.Infine, anche per gli iscritti allaCasagit sempre come pensio-nati ma che percepiscono solola pensione da un ente diversodall'Inpgi, la vita e' diventatapiù' semplice. A loro, la docu-mentazione fiscale necessariaper determinare la misura delcontributo, verra' richiestaperiodicamente e direttamentedagli uffici senza quindi l'incu-bo di doversi ricordare ognianno di mandare dichiarazionirispettando scadenze e ri -schiando penalizzazioni.

ACCORDO CON L’INPGI

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TICKET E QUOTE REGIONALI: RIMBORSI A TARIFFARIO

Una decisione importante per non disincentivare il ricorso al Servizio sanitario nazionale è stata assunta dalConsiglio di amministrazione della Casagit.È stato infatti stabilito che per le prestazioni effettuate con il Ssn vengano rimborsate, oltre al ticket, anche lequote aggiuntive regionali, fino a concorrenza dell'importo previsto dal tariffario della Casagit. Il rimborso delle quote regionali non è previsto unicamente per quelle prestazioni (analisi di laboratorio e radio-grafie) per le quali il tariffario già corrisponde al ticket. In questi casi, qualora nella fattura non sia chiaramenteevidenziato l'importo dovuto a titolo di ticket e quello a titolo di quota regionale sarà applicata una franchigia di14 euro in fase di liquidazione (i 14 euro sono la media delle quote regionali applicate). Per i profili Due, Tre, Quattro si applicherà la medesima norma, prevedendo nel tariffario di questi profili, per leradiografie e per le ecografie, un limite massimo di rimborso, tra ticket e quota regionale, di 50 euro.

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SALUTE IN REDAZIONE

LE ANTENNE

Il pericolo più grandeè per chi si trova pro-prio davanti all’anten-na, che emette e tra-smette, e che vienecolpito direttamentedalle radiazioni con-centrate. Ma anche

chi è in altra posizione deve stare attento, in misura minore.La forza dell’effetto sulla persona dipende dalla configurazio-ne dell’impianto e dal palazzo che ospita l’antenna. In praticada come è costituita l’installazione. Ad esempio, nella base dicemento armato che regge l’antenna emittente, l’effettopotrebbe aumentare a causa dei chiodi di ferro in essa con-tenuti. Infatti, in presenza di metallo, il campo si irradia.

A PROPOSITODEL CELLULARE

È buona norma usaresempre il collarinocon il filo, che allonta-na il cellulare dallazona della testa, la piùvulnerabile. Bisogna evitare ilcontatto con il corpo.Sì al trasporto e l’uso del cellulare in borsa per le donne e inun borsello per l’uomo. Mai il cellulare in tasca. Esso, infatti, diffonde spesso un fortesegnale in cerca della centrale. Attenzione se la ricerca delcampo è contrassegnata da una sola tacca: poche barre, molteradiazioni!Attenzione quando si viaggia in macchina oppure in un treno adalta velocità. Dentro il vagone la persona si muove, il telefonino anche mafacendolo perde il segnale ed emette forti segnali e radiazioni incontinuazione. Così perde energia e scarica la batteria anche se non viene usato. Non lasciare il cellulare acceso sul comodino prima di andare adormire, per evitare propagazione di onde dannose vicino alcorpo.

Una rotta sicurain un mare di onde

di Giorgio Pacifici e Giampiero Spirito

Telefonini, antenne, computer e cablaggi: che cosa è bene sapere e alcuni suggerimenti per ridurre i rischi di una eccessiva esposizione ai flussi elettromagnetici

1918

Gli effetti�sull’organismo:Per conoscere gli effetti, dobbiamo capire qualisono le interazioni fra corpo umano e radiazionielettromagnetiche. I meccanismi principali sono tre. Nel primo caso, gli specialisti studiano quando icampi elettrici e magnetici si uniscono al nostrocorpo, che di per sé è “conduttivo”, dato chesiamo composti anche di acqua e sale, due ele-menti che trasportano bene l’elettricità. In segui-to a questo meccanismo, i campi inducono cor-rente elettrica dentro di noi. Circolando, essaproduce effetti di riscaldamento dei tessuti e pro-voca così un aumento diretto della loro tempera-tura. In effetti, il nostro sistema di autoregolazio-ne funziona bene se nel corpo il termometrosegna 36/37 gradi. L’effetto di riscaldamento, alungo andare, può provocare danni ai tessuti,alzando questa media interna. Un’altra causa di possibile pericolosità è dovutaall’effetto di concentrazione in precise regioni delcorpo. Quando la frequenza del campo aumenta,la profondità di penetrazione dei raggi si riduce esi verifica così “l’effetto periferia” con le conse-guenze che si focalizzano solo in una data area.Accade, ad esempio, con l’uso del telefonino,quando sentiamo che il nostro orecchio – e soloquello - subisce una situazione di forte surriscal-damento. Il motivo è che i raggi si concentranosoprattutto in una zona unica della testa. In que-sto caso, diventa difficile quantificare il danno bio-logico ma è possibile effettuare studi sull’intensi-tà del campo e sui tessuti umani e predire cosìl’aumento di temperatura sull’organo interessato.Ed, eventualmente, cosa ci succederà. Un altro effetto sul nostro corpo è dovuto all’ac-coppiamento con i campi magnetici a bassa fre-quenza. Le ricerche più attuali indicano che essiinducono effetti di amplificazione e risonanzaall’interno delle cellule. Se una corrente a 50 hertzè già critica per il normale funzionamento di unacellula, quando si unisce a un campo a bassa fre-quenza crea maggiori effetti di degradazione. A stabilirlo è stata una ricerca lunga venti anni con-dotta in Canada, nella zona dei grandi laghi, ricca dicentrali idroelettriche. Proprio in quell’area è statanotata una incidenza di tumori non spiegabili con glieffetti studiati in precedenza ma probabilmentedovuti proprio alle basse frequenze. Ma come si fa a sapere concretamente se unambiente di lavoro è a rischio, dal punto di vistadell’esposizione ai campi elettrici e magnetici? L’unico modo è di conoscere a fondo la materiae, soprattutto, misurare l’intensità e la concentra-zione dei campi che ci riguardano. I Paesi europei hanno fissato degli “obiettivi di qua-

lità” ovvero dei limiti di esposi-zione per garantire una buonaqualità di vita del lavoratore.Ad esempio, in presenza diuna corrente a 50 hertz, il limi-te di esposizione deve esseredi 3 microtesla per quattro oreal giorno. Con uno strumentochiamato “misuratore dicampo ma gnetico” si valuta laforza del campo nell’arco diventiquattro ore e ci si accor-ge se esso sta nella norma. In ogni caso, la potenza dellasorgente di un campomagnetico si può attenuarecon un accurato studio delladisposizione dei cavi e dell’ali-mentazione, da realizzareperò soltanto nella fase dicostruzione dell’impianto. Losi compie disegnando l’esattaconfigurazione del sistemaper minimizzare l’impattoambientale e attraverso l’otti-mizzazione di fattori tecnicicome la posizione delle fasi. Ilproblema vero è che granparte degli impianti che emet-tono radiazioni hanno tenutoin poco conto questi concettidurante la realizzazione e,quindi, non attenuano affattogli effetti. Un’altra indicazione per ilgiornalista è che, almeno inteoria, il lavoratore accetta irischi alla firma del contratto,fidandosi della responsabilitàdelle aziende editoriali; que-st’ultime però, a volte nonsono informate dei pericoli edei processi dell’elettroma-gnetismo.Ci sono poi regole generali,sempre valide. La prima affer-ma che la forza del campodecresce con l’allontanamen-to dalla sorgente e che lo fa alquadrato. La distanza tra unaantenna per cellulari e uncorpo quindi non è solo quel-la fisica, ma è quella che sivede moltiplicata per se stes-sa, ovvero molto di più diquanto appare.

Normativa�valori�di�soglia:Per i campi a radiofrequenza: 6 volt per metro in unarco di 4 ore. Obiettivo di qualità: 3 Microtesla Limite attenzione: 100 Microtesla.

Quanto questo incide sullanostra salute? E come ci dob-biamo comportare per usare lenuove tecnologie e limitareeventuali danni? Queste sono le domande allabase del nuovo capitolo de “Lasalute in redazione”, la campa-gna informativa su periodico esito che Casagit con il suoOsservatorio della salute stacurando per divulgare i concet-ti di base per vivere bene e alungo negli ambienti di lavoro eanche per capire quali compor-tamenti adottare per diminuire ilrischio, nel corso della nostraprofessione. Una serie di arti-coli, insomma, che riguardanotutte le nostre attività quotidia-ne, scritti con la collaborazionedi esperti dei differenti settori,come Maria Sabrina Sarto,docente di Ingegneria all'Uni -versità La Sapienza di Ro ma,intervistata sul tema dell'elet-tromagnetismo.

Navighiamo in un maredi onde, senzavederle né toccarle.

Flussi elettromagnetici che ten-gono in funzione il nostro tele-fono cellulare, generati dalletante antenne che ci circonda-no o, in misura minore, perfinodal computer con cui lavoria-mo. Il lavoro del giornalista nonpuò prescindere ormai dall’in-vio e dalla ricezione continua didati in forma digitalizzata, tra-sportati da correnti invisibili. Ead ogni nuova innovazione tec-nologica aumenta il carico dionde elettromagnetiche, incro-ciato con i cablaggi elettricinecessari per vivere in unambiente di lavoro – che gene-rano anche loro campi- e cheservono per ricevere luce, calo-re e per far funzionare le reda-zioni. Insomma, una “marmel-lata” elettromagnetica cheingrossa sempre di più, con ilgiornalista al centro di tutto.

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CNCASAGITNOTIZIE

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Intolleranze alimentariI “segreti” del mal di panciaUn semplice esame del sangue può rivelare patologie ancora poco conosciute ma molto diffuse. Cure, parafarmaci e stili di vita

Si può esserne malati anche senzasaperlo. E generalmente si tende a nondare importanza a sintomi che vengono

dall'apparato digerente, come il semplice maldi pancia. Ma se questo si presenta in modocontinuo e tende a non far dormire la notte,può essere un campanello d'allarme che nonva sottovalutato. L'intolleranza alimentare,anche in una delle forme più forti come laceliachia (che riguarda il glutine ed è perma-nente), è infatti in agguato. Se non scoperta eaffrontata in tempo con un altro stile di vitapuò portare a infertilità, osteoporosi, linfomaintestinale nei casi più gravi. Chi pensa diesserne immune perché ipotizza che sianopatologie presenti dalla nascita, forse non sache intolleranti a particolari alimenti si puòanche diventare. Secondo stime recenti sono oltre 600milacoloro che sono affetti da celiachia, a fronte di122mila censiti. Questo dato si spiega con ilfatto che, come detto in precedenza, moltinon sanno di esserne malati. A questo siaggiunge un numero imprecisato di personeche non possono o non devono assumere

glutine, lattosio o altri compo-nenti alimentari. Una cifra sem-pre più alta perché si può sco-prire di avere problemi di questotipo anche a 50 o a 70 anni.Cosa fare, e soprattutto cosapuò fare la Casagit per i proprisoci? Una premessa innanzitut-to: al di là della celiachia che èuna malattia riconosciuta, leintolleranze e le combinazionidelle stesse sono molto menoindividuabili. Essendo patologie in qualchemodo figlie di questi tempi,hanno una letteratura medicaancora in evoluzione. Quindi,capire quanto prima, grazie aun esame del sangue, se leintolleranze sono insorte. Unodei segnali è la mancanza diferro o l'anemia. Rece ntementeuno studio dell'Avis di Bergamoha condotto una campagnaapposita tra i donatori di san-

gue dove questa circostanzaera accompagnata alle intolle-ranze più o meno gravi.Dopo la scoperta della patolo-gia, c'è poi la necessità di unnuovo regime alimentare chespesso si può accompagnareall'assunzione di farmaci cheaiutino ad affrontare la digestio-ne. Sono farmaci convenziona-li od omeopatici, ma anche(proprio perché la letteraturamedica è in evoluzione) parafar-maci che la nostra Cassa rim-borsa al 50 per cento solo incircostanze particolari. Quindici sono gli alimenti specifici chele Aziende sanitarie rimborsanoesclusivamente nei casi diceliachia, e che si trovanoanche sui banchi dei maggiorisupermercati.Escludendo che la Casagitpossa affrontare quest'ultimoaspetto per motivi economici,

due azioni possono essereavviate grazie anche ai consu-lenti medici a cui la Cassa sirivolge. Innanzitutto una formadi prevenzione con la scopertadella patologia grazie alle analisidel sangue specifiche, ancheper evitare conseguenze peg-giori per il paziente e cure noncorrette. Inoltre esiste la possi-bilità di verificare se l’intolleran-za può avere caratteri di eredi-tarietà. In secondo luogo lapossibilità di parziale rimborsodi parafarmaci individuati dallaCommissione permanente gra-zie ai pareri dei medici speciali-sti consultati appositamente. Vacomunque sottolineato chepurtroppo dalla celiachia non siguarisce, ma si ci si può convi-vere. La nostra Cassa non puòrisolvere questo così come altriproblemi, ma può aiutare adaffrontarlo.

CNCASAGITNOTIZIE

di Michele Manzotti

delegato Casagit Toscana

L’orologio biologico corre e non si cura dei tempi delle redazioni, ma la medicina può aiutare a preservare la fertilità

Se il bambino non arriva

Ibambini non arrivano. Quando, noi giorna-liste, finalmente pensiamo alla nostra vita,spesso è un po’ tardi, l'orologio biologico

corre e non si cura dei tempi delle redazioni. Sipuò ricorrere alla fecondazione assistita, ma èun percorso che richiede coraggio, impegno,spese e il risultato non è assicurato.

Non perdete tempo: dopo i 35,ogni anno porta un calo drasticodelle probabilità di successo. E non fidiamoci delle mammeover50 (ma anche più giovani)che giurano: “tutto naturale!”. È probabile che abbiano avutogli ovociti di una giovane don na,in Spagna o in un altro Paese,visto che in Italia è vietato dallalegge 40 del 2004 al pari delladonazione di seme maschile(fecondazione eterologa).Oggi c’è la possibilità di conge-lare sia sperma che ovociti. Pergli uomini non è una novità, mavi si ricorre poco. Per le donne,da poco non è più "sperimenta-le", l’Italia era partita prima permotivi etici, ma ora anche negliUsa è riconosciuta come pratica"routinaria". Poche, però, losanno. Oggi è possibile congela-re seme e ovociti – mettendo incassaforte la fertilità – e persino iltessuto ovarico delle bambine,reimpiantato si sviluppa positiva-mente. Purtroppo nei repartioncologici, l’urgenza di aggredi-re il tumore, fa dimenticare cheuna volta guariti si vorrebbe unavita completa. Basterebbe pensarci prima di

chemio o radioterapia, chepos sono rendere sterili.

Ricordiamo che ilcosto del congela-mento (stimolazio-ne ovarica, più

congelamento ovo-citi e crioconserva-

zione per due annicosta dai privati attorno

a 2.900 euro). Per le giornaliste il congelamento degliovociti è da prendere in considerazione anche inassenza di malattie. Se pensano di non poter avere figli prima dei trent’an-ni, è bene che ne sappiano di più, ad esempio visitan-do www.profert.it, il sito della società scientifica per laconservazione della fertilità, che offre gli indirizzi di tuttii centri pubblici e privati. L’Istituto superiore di sanità(www.iss.it) segnala i centri autorizzati alla fecondazio-ne assistita.La fertilità può essere messa a rischio da infezioni oaltre patologie, sia per i maschi che per le femmine.Per i maschi, ad esempio, un varicocele non operatoin gioventù può provocare sterilità, nelle donne unostacolo, superabile, è la pervietà delle tube.Le ragazze sono ormai abituate al pap test, ma è raris-simo che si facciano domande sulla loro fertilità. Legiornaliste sono le più distratte, nonostante il loro stiledi vita le ponga tra le categorie più a rischio. Una normale visita ginecologica non basta.Qual è il primo controllo da fare e a quale età? “Suitrent’anni. Il dosaggio dell'ormone antimullerianomisura la riserva di follicoli, se è bassa la menopau-sa arriverà in 5 anni. In tal caso la donna non puòrinviare la decisione di avere figli, oppure deve pen-sare al congelamento degli ovociti - spiega il dottorAndrea Borini, presidente di Profert -. Il test si può fare in qualunque momento del ciclo eil costo oggi è sceso attorno ai 20-30 euro, nei cen-tri pubblici o convenzionati si fa pagando il ticket suprescrizione del medico di base”.Quanto conviene aspettare, prima di rivolgersi allamedicina riproduttiva? “Un anno, diciotto mesi, nondi più; negli Stati Uniti a chi ha 37 anni consiglianonon più di sei mesi”.È giusto ricordare che c’è un dibattito sul momentoin cui inizia la vita, la Chiesa cattolica indica l’embrio-ne – ovocita già fecondato - come frutto del conce-pimento. Congelare ovociti o seme invece non com-porta invece problemi etico-morali.Naturalmente il consiglio migliore è quello di rispet-tare l’orologio biologico e avere figli presto.Purtroppo non per tutte è possibile.

di Maria Antonietta Filippini

delegata Casagit Lombardia

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La metamorfosi AbruzzoUna storia passata dal brutto al bello. Dopo tangenti e dissesti nella sanità pubblica l’Abruzzo diventavirtuoso. Ma i conti restano salati. Il ruolo di Casagit per gli iscritti

Da regione “canaglia” a regione “vir-tuosa”. Nell’ultimo decennio l’A -bruz zo è riuscito a compiere una

vera e propria metamorfosi adottando in anti-cipo, rispetto al Governo Monti, la spendingreview è riuscito a far quadrare il cerchio. Uncammino (i cittadini preferiscono definirlo cal-vario) non facile che ha visto in manette unPre sidente della Regione e diversi esponentipolitici accusati tutti (il processo è ancora incorso) di tangenti per la sanità. Associazionea delinquere, corruzione, concussione leaccuse. Fiumi di denaro (si parla di 33 milionidi euro) in cambio di un regime di favore neiconfronti delle strutture private. Si è giunticosì al commissariamento del settore, a dra-stici tagli di servizi e strutture e all’aumentodelle tasse regionali. Una strada difficile –dicevamo prima – che comunque ha portatoal risultato sperato: dai 530 milioni di debitodell’anno 2000 si è passati ai 4 milioni di debi-to del 2008, al pareggio di bilancio del 2011,fino all’attivo di 11 milioni di euro del 2012 e –dulcis in fundo – l’annuncio, lo scorso 14dicembre, dell’imminente riduzione del 30%delle addizionali Irpef e Irap. Un traguardo dalpunto di vista economico, ma non certoindolore per i cittadini. Si è pagata di più labenzina e si sono subiti tagli pesantissimi. Da35 ospedali si è passati a 22 e la cura dima-

grante non è finita, si parla dialtre chiusure o di trasformazio-ni. Il numero dei posti letto, sianel pubblico che nel privato, èstato tagliato del 18% fino adarrivare agli attuali 4.933; moltireparti sono stati soppressi ec’è stata una forte riduzione delpersonale medico e paramedi-co. Il rovescio della medagliadel risanamento dei contimostra lunghe attese per levisite specialistiche e per gliaccertamenti diagnostici, l’im-poverimento dei centri di eccel-lenza. E su tutto bisogna ag -giungere i disastri del terremo-to… In questo contesto la Ca -sagit è diventata sempre piùim portante per l’Abruzzo. LaCas sa ha mostrato e stamostrando la sua peculiarità:un valido supporto quandooccorre integrare il Sistemasanitario nazionale. Poco menodi 500 gli iscritti, 242 le praticheevase dalla Consulta (il dato èaggiornato al novembre 2012)anche se a questa cifra ci sonoda aggiungere le numerose

convenzione indiretta con uncentro altamente specializzato.Ottima assistenza, rimborsicerti, pratiche (chi ha avutodisavventure nel mettere insie-me tutte le carte ben compren-derà) impeccabili e risparmioper la Cassa, quindi per tutti gliiscritti visto che si tratta di unbene comune. Se l’esperimen-to si rivelerà riuscito altre con-venzioni potranno es seremesse in atto in altre città dellaregione. Certo la sanità nonpuò essere gestita come unadisciplina ragionieristica in cui siapplicano solo regole aritmeti-che e il senso di responsabilitàdeve prevalere. L’equilibrio è unmix di assistenza pubblica eprivata che faccia da ombrello aSoci e familiari prendendo inconsiderazione (come giàavviene in innumerevoli casi)anche i centri altamente spe-cialistici convenzionati nelleregioni confinanti Lazio, Marchee Molise. In un mondo globaleanche la sanità non può piùessere solo quella sotto casa.

pratiche che i colleghi spedi-scono direttamente a Roma.Un contributo per i rimborsi dioltre 65mila euro, con unamedia pro-capite di 14 euro perassistito. Certo, come tutte lestatistiche si tratta di cifre pergrandi numeri (non tutti man-giamo un pollo al giorno, c’èchi ne mangia tre e chi nessu-no), ma servono a far capirequanto sia determinante il ruolodella Cassa per l’assistenzaintegrativa. Soprat tutto se que-ste cifre vengono paragonate aquelle di regioni limitrofe chegodono di situazioni sanitariepubbliche migliori. Con tutti itagli inferti in questi anni allasanità abruzzese i Soci e i lorofamiliari si sono dimostraticome la loro regione, “virtuosi”.Le con venzioni sono un salva-gente per una categoria sem-pre meno forte economica-mente e un’ulteriore garanzia diqualità. Un esempio su tutti: lafisioterapia. Da poco più di unanno, a Pescara, è stata avvia-ta in forma sperimentale una

CNCASAGITNOTIZIE

di Donatella Speranza

Fiduciario Casagit Abruzzo

Quote 2013 ed esenzioni

Profilouno I�NOSTRI ENTI,�IL NOSTRO MONDO

(DA NON DIMENTICARE)

L’Inpgi è l’Istituto nazionale di previdenza dei giornalisti italiani.

È una fondazione. Ha origini remote, nasce dalle Casse pie di previdenza dei giorna-listi nate attorno al 1870. Ha due gestioni, quella principale dedicata ai giornalisti contrattualizzati, e quellaseparata che si occupa di free lance, Co.co.co. e tutta la vasta fascia dei senzacontratto.Eroga pensioni di anzianità lavorativa e di vecchiaia, di reversibilità e di invalidità.Assicura anche i giornalisti dagli infortuni, eroga le indennità di disoccupazione, con-cede prestiti a breve termine, liquida mutui alle migliori condizioni di mercato, con-cede contributi per le case di riposo e contributi straordinari ai colleghi in compro-vata condizione di difficoltà economica.

La Casagit è la Cassa autonoma di assistenza integrativa dei giornalisti italiani, natanel 1974.

È garantita ai giornalisti contrattualizzati ed è aperta ai loro familiari e ai pubblicisti.Recentemente permette l’iscrizione a nuovi tre profili di tutela creati per figli (non piùcompresi nell’iscrizione dei Soci titolari) e ogni iscritto all’Ordine dei Giornalisti.Rimborsa prestazioni sanitarie alle condizioni previste da un tariffario costantementeaggiornato, ha convenzioni dirette con cliniche, ospedali pubblici, medici specialistie odontoiatri. Rimborsa anche ticket sostenuti per le prestazioni del Servizio sanitario nazionale,spese per la cura di malattie degenerative, croniche e disabilità, riabilitazione e psi-coterapia entro limiti e modalità fissate per ciascuna prestazione. Con la Commissione permanente garantisce interventi di solidarietà per iscritti in dif-ficoltà economica o che hanno sostenuto spese oggettivamente o soggettivamentemolto rilevanti. La Casagit è un’associazione non riconosciuta ed è l’unico ente di categoria i cuiorganismi sono espressione esclusiva dei giornalisti italiani.

Il Fondo pensione complementare dei giornalisti italiani è l’ultimo nato tra glienti di categoria. Costituito nel 1987 per migliorare il Welfare degli iscritti.

È una fondazione privata che ha origine dalle contrattazione tra Federazione nazio-nale della stampa (Fnsi) e Federazione editori (Fieg). Ente bilaterale, gestito da unostesso numero di rappresentanti per le due parti sociali, ha scopo di consentire agliiscritti di disporre di prestazioni pensionistiche complementari del sistema obbliga-torio di base. Oggi i giornalisti contrattualizzati versano obbligatoriamente al Fondo la quota annuadel Trattamento di fine rapporto (Tfr) e possono versare un’ulteriore quota che vadallo 0,1 al 12% della retribuzione. Nel caso in cui optino per questa scelta, il datore di lavoro deve versare una quotasupplementare dell’1%.Il Fondo ha gestioni differenziate, da quella più prudente a quella più orientata versoinvestimenti azionari. Eroga pensioni integrative che vengono corrisposte in occasione della liquidazionedella pensione a chi ha contribuito per almeno cinque anni al Fondo. Coloro che sono iscritti al Fondo prima del 28 aprile 1993 hanno trattamento parzial-mente differenziato.

Restano invariate tutte le contribuzioni volontarie

Titolari a Contribuzione Volontaria

Quote per i familiari

Contributo nucleo familiare

Minimali e massimale

CONTRIBUZIONE MESE TRIMESTRE ANNO

Giorna con contribuzione volontaria, giornalis in

aspe va con altri reddi e ri aggreg

(reddito

superiore a € 100.000)283,00 849,00 3.396,00

Giorna con contribuzione volontaria, giornalis in

aspe va con altri reddi e ri aggreg

(reddito da € 71.315,01 a € 100.000)257,00 771,00 3.084,00

Giorna con contribuzione volontaria, giornalis in aspe va con altri reddi e ri aggreg

a

€ 71.315,00)231,00 693,00 2.772,00

Giorna con contribuzione volontaria con età < 30 e

non superiori a € 11.175,06 154,00 462,00 1.848,00

MINIMALE DEI GIORNALISTI CON CONTRATTO FNSI/FIEG

Giorna contr zz (profe o p cis ) rapportato al minimo tabellare del

re re con meno di 30 mesi di anzianità

professionale

Giorna contr zz (profe o p cis ) in a va per maternità, in congedo parentale o in a generica non

rem erata rapportato al minimo tabellare

del

re re con oltre 30 mesi di anzianitàprofessionale

Giorna Il minimo tabellare del pr

Massimale contr vo Soci contr zz

TRIMESTRE

252,00

324,00

150,00

€ 1

TRIMESTRE ANNO

1.008,00

1.296,00

600,00

€ 13.910,00

ANNOMESE

84,00

108,00

50,00

CONTRIBUZIONE/FAMILIARI MESE TRIMESTRE ANNO

Coniuge o convivente more uxorio 75,00 225,00 900,00

quote 2012 78,00 234,00 936,00

Figli età > 26 105,00 315,00 1.260,00

Figli età > 30 139,00 417,00 1.668,00

quote 2012 147,00 441,00 1.764,00

147,00 441,00 1.764,00

quote 2012 147,00 441,00 1.764,00

221,00 663,00 2.652,00

quote 2012 221,00 663,00 2.652,00

quote 2012 111,00 333,00 1.332,00

CONTRIBUZIONE/REDDITO ANNUO MESE TRIMESTRE ANNO

< € 30.000 esente esente esente

€ 30.000 - € 40.000 8,00 24,00 96,00

€ 40.001 - € 50.000 11,00 33,00 132,00

€ 62.001 - € 75.000 18,00 54,00 216,00

€ 75.001 - € 90.000 22,00 66,00 264,00

€ 120.001 - € 160.000 32,00 96,00 384,00

€ 50.001 - € 62.000 14,50 43,50 174,00

€ 90.001 - € 120.000 27,50 82,50 330,00

> € 160.000 35,00 105,00 420,00

Page 13: PAG. 4 L’intervista NOTIZIE · L’intervista Balduzzi: non solo tagli. Le Casse di categoria cura efficace per la sanità di tutti PAG. 6 Professione Siddi: l'anno che ci aspetta

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