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LIBRI A cura di LUDOVICA RICCIARDI pag.diciassette pag.sedici Il Paginone Il Paginone 21. 8-21dicembre2008 21. 8-21dicembre2008 V oip e Pubblica ammini- strazione, un matrimonio che “s’ha da fare”. Se non altro per rispettare i termini della Finanziaria 2008 che obbliga tutte le Pubbliche amministrazioni centrali (Pac) a transitare alla telefonia Ip, a partire dal pri- mo gennaio 2008, pena il taglio del 30% dei fondi destinati alle comunicazioni. Da circa un anno tutte le Pac stanno adottan- do piani di transizione con l’obiettivo di “cestinare” i vecchi centralini analogici per utilizzare i server. Oltre che al rispetto della legge, la sua adozione dipende an- che da motivazioni di natura economica - secondo le stime della Business School del Politecnico di Milano il saving rag- giunge il 25%, mentre per il Cnipa sfiora addirittura il 30% - e or- ganizzativa: l’adozione del server come centra- lino apporta modifiche strutturali nel modo di lavorare della PA con evidenti ricadute posi- tive nell’erogazione di servizi al cittadino. Sui vantaggi, dunque, “nulla quaestio”, mentre sulle criticità che si pos- sono rilevare in una realtà apparentemente immodificabile come è la Pubblica ammini- strazione italiana, il dibattito è tutt’ora aperto. A cercare di fare luce su questo, il convegno organizzato dal Corriere del- le Comunicazioni in collaborazione con Asit, nel coro del quale esperti, manager pubblici e amministratori locali hanno fatto le pulci al nuovo sistema di comu- nicazione. A cominciare da Paolo Colli Franzone, direttore di Netics, la società di ricerca specializzata nell’analisi della PA digitale, che ha illustrato una serie di dati per fotografare la situazione degli enti Nel privato velocità doppia rispetto al pubblico Perché? Le risposte emerse durante il nostro convegno locali. “Nel nostro ultimo rapporto 2008 intitolato ‘La spesa Ict nelle Regioni, Pro- vince e Comuni’, abbiamo stimato che le amministrazioni locali (Pal) spendono 413 milioni di euro l’anno in Tlc - spiega Colli Franzone -. Di questi, 16 milioni sono de- stinati al Voip con una crescita prevista per il 2009 del 18%”. Numeri che raccontano di un forte ritardo nell’adozione del Voip soprattutto rispetto a quanto fatto dalle aziende: nel 2007 Confindustria aveva rilevato che il 28% delle piccole e medie imprese era transitata alla telefonia Ip, a fronte del 13% dei Comuni (nei piccoli si scende al 10%). “Il motivo del ritardo? - si chiede Fabio Refrigeri, sindaco di Poggio Mirteto, Comune di 5mila abi- tanti in provincia di Rieti -. Per i piccoli Comuni si tratta sostanzialmente di mo- tivi infrastrutturali: il 40% non è coperto da Adsl e, presumibilmente, non lo sarà nemmeno nei prossimi dieci anni perché in queste zone agli operatori telefonici non conviene investire”. La soluzione? “Pensare a reti alternative a quelle fisse oppure definire delle politiche di investi- mento che tengano conto delle possibilità economico-finanziare delle piccole realtà istituzionali - risponde Refrigeri -. Nelle Marche, ad esempio, molti piccoli Comuni si sono messi insieme per creare reti WiFi intercomunali che assicurino velocità e sicurezza delle comunicazioni tra enti. La Regione Emilia Romagna, invece, ha adottato una strategia per cui Province e Comuni compartecipano e cofinanziano ad un programma più generale di intro- duzione della nuova tecnologia le cui modalità e obiettivi sono definiti dal solo ente regionale”. FEDERICAMETA Tecnologie. Telefonia Ip e PA, luci e ombre di un rapporto controverso Ma il broadband dovʼè? Voip, tutti lo vogliono... A rendere il Voip una chimera per gli enti locali, e non solo, anche la questione della qualità del servizio che dipende dalla larghezza e dalla qualità della ban- da disponibile. Ne sa qualcosa Andrea Bertagnoli, Ufficio informatica e tele- matica della Presidenza del Consiglio dei Ministri, che domanda più o meno provocatoriamente: “Chi ha il coraggio di dire al personale della Presidenza che il telefono non funziona perché la connes- sione non è stabile? Provocazioni a parte, la questione della qualità della voce è di- rimente - puntualizza Bertagnoli -. Fino a che non ci sarà banda ad alta qualità le potenzialità del Voip rischiano di rima- nere al palo. Potenzialità che, tra l’altro, hanno davvero a che fare con l’efficienza della Pubblica amministrazione - video- conferenza e telelavoro ad esempio, per garantire l’avanzamento delle pratiche burocratiche - e quindi sui servizi resi al cittadino”. Emilio Frezza, responsabile Area infrastrutture nazionali del Cni- pa, scioglie in parte queste dubbi, facendo riferimento al Sistema Pubblico di Con- nettività (Spc), la rete di comunicazione della Pubblica amministrazione. “Il Voip della Pubblica amministrazione centrale viaggia su Spc garantendo sia la sicurezza nella gestione di dati sensibili - il sistema è monitorato da centri di controllo da hoc - sia la qualità dei servizi voce - rassicura Frezza -. Il problema più generale potreb- be essere risolto entro il primo trimestre del prossimo anno, quando le Regioni verranno connesse al Sistema pubblico di connettività”. I numeri Netics ha stimato che le Pal spendono solo 16 mln all’anno per convertirsi alla nuova piattaforma CHIAMARE A MENO PREZZO Da Quescom un sistema di smart communication Non solo Voip. Dal cilindro dell’azienda francese Que- scom è uscito un sistema che, se applicato ai centralini Pbx, permette ad aziende e amministrazioni di accede- re sempre alla modalità di comunicazione più conve- niente dal punto di vista economico. “Si tratta di una soluzione che consente di trasformare il traffico voce che viaggia da telefono fisso a cellulare in comunica- zione mobile tout court - spiega Vincent Brault, direttore vendite e marketing enterprise di Quescom -. Per riu- scirci si utilizzano delle sim card attraverso cui filtrare le comunicazioni in uscita dalla rete fissa e dirette ai ponti radio”. Ma ci sono altri due vantaggi su cui Quescom pone l’accento: “Il primo riguarda la possibilità di avere un solo numero sia per il telefono sia per il fax: un modo per ricevere i fax sotto forma di e-mail e consentire alle aziende di risparmiare sui costi delle apparecchiature e sull’attivazione di linee telefoniche dedicate - spiega Brault - il secondo permette agli smarthphone di trasfor- marsi in strumenti che dialogano con tecnologie Voip, WiFi e Gsm a seconda dell’occorrenza”. VINCENT BRAULT Direttore vendite e marketing enterprise di Quescom Benchmark imprese Confindustria già nel 2007 rilevava che il 28% delle Pmi italiane usava i server come centralini telefonici. Sicurezza Il Sistema Pubblico di Connettività garantisce la tutela dei dati sensibili trasferiti con il Voip della Pubblica amministrazione. «Q uando si parla di Voip occorre considerare l’im- portanza che la rete di comunicazione ha nel garantire la qualità del servizio finale». Per Antonio Follari, country manager di Ortronics, gli elementi di rete passiva che costituiscono l’ossatu- ra delle reti di comunicazione in rame e in fibra ottica sono fondamentali per supportare tutte le nuove applicazioni di comunicazione: “Spesso quando le Pubbliche amministrazioni indicono gare per la realizzazione di infra- strutture si occupano della scelta dei dispositivi e servizi senza considerare che è la rete il cuore di tutto”. Ed è proprio sulla progettazione di sistemi e sulle soluzioni di cablaggio strutturato che si focalizza l’offerta di Ortronics: “Le elevate prestazioni dei nostri sistemi supportano le reti multimediali e tutte le applicazioni e le tecnologie emergenti - sottolinea Follari -. Il nostro portafoglio pro- dotti comprende un’ampia gamma di soluzioni di connettività in rame e in fibra ottica per tutte le soluzioni di cablaggio”. L’azienda offre anche consulenze alle amministrazioni che devono stila- re i capitolati di gara per realizzare reti di telecomunicazioni: “È importante che gli investimenti fatti abbiano un ritorno reale in termini di qualità, per questo proponiamo alle Pa supporto tecnico per realizzare capitolati di gara che rispondano realmente alle esigenze di qualità e performance che gli uffici pubblici si propongono di raggiungere”. Ortronics, attiva in Italia dal 2001, è la divisione specialistica di BTicino per le telecomunica- zioni ed è presente sul territorio nazionale con uffici commerciali a Torino, Milano, Roma e Napoli. La presenza dell’azienda sul mercato italino è supportata e consolidata da una capillare rete distributiva specia- listica e da personale di qualificata esperienza nel settore delle teleco- municazioni. Rame o fibra ottica, le soluzioni di Ortronics ANTONIO FOLLARI Country Manager di Ortronics «Il risparmio sulle spese telefoniche otte- nibili con l’utilizzo del Voip sono poca cosa rispetto all’enorme aumento di produttività di cui aziende e Pubblica amministrazione pos- sono beneficiare”. Per Marco Pasculli, carrier account director di Nortel, la tecnologia Voip rappresenta il tassello più importante della Unified Communication, il processo che per- mette di integrare le moderne metodologie di comunicazioni con i processi di business. “Oggi le organizzazioni hanno la possibilità di rivoluzionare il loro modo di lavorare grazie alle nuove tecnologie di comunicazione: il Voip e la videoconferenza, ad esempio, permettono ai dipendenti di lavorare da casa con gli stessi strumenti e la stessa possibilità di condivisione delle informazioni che hanno a disposizione in ufficio”. Ricadute positi- ve anche per l’ecosistema, visto che “se sull’onda dell’adozione del Voip la pratica del telelavoro dovesse prendere piede anche in Italia - dice Pasculli - si avrebbero effetti po- sitivi anche sull’ambiente dal momento che migliaia di dipendenti potrebbero in questo modo ridurre drasticamente i loro sposta- menti quotidiani in automobile”. Ma non è tutto. Altro grosso vantaggio legato al Voip è dato dalla possibilità di abbattere i consumi energetici di aziende, organizzazioni e uffici pubblici: il Voip è infatti una tecnologia molto meno energivora rispetto alle forme di comu- nicazione telefonica tradizionale. PASCULLI: UN VANTAGGIO PER L’AMBIENTE MARCO PASCULLI è il Carrier Account Director di Nortel «La ricetta allʼemiliana? Lepida e partecipazione» «Abbiamo stimato un risparmio di un milione di euro nei prossimi quattro anni per il solo ente regionale» L’intervista. Grazia Cesari spiega le strategie hitech della Regione «L a Regione Emilia Romagna ha inaugurato il percorso verso l’innovazione nella PA già a partire dall’inizio degli anni 2000, progettando un’infrastruttura a ban- da larga (Lepida), e emanando la Legge 11/2004 “Sviluppo regionale della società dell’informazione” per la diffusione del- l’Ict a supporto dello sviluppo economico e sociale». Grazia Cesari, responsabile dei Sistemi informativi della Regione Emilia Romagna, spiega perché l’ente sia considerato una best practice per quel che riguarda l’utilizzo del Voip, e non solo. Cosa è che rende l’Emilia Romagna un benchmark dell’innovazione? La Regione ha individuato nuove modalità di collaborazione fra le PA per l’introduzione delle nuove tecnologie, Voip compreso: si è passati da un modello di erogazione di contributi finanziari agli enti territoriali a un modello di co-finan- ziamento e co-partecipazione all’interno di piani telematici triennali all’interno dei quali vengono adottati programmi annuali di attuazione. Per il Voip come vi siete mossi? Nel 2007 Intercent-ER, l’agenzia re- gionale che gestisce gli acquisti di beni e servizi tramite e-procurement, ha lanciato una gara per la fornitura di servizi di te- lefonia fissa, trasmissione dati e Voip via Lepida. L’aggiudicazione (vinta da Tele- com Italia, ndr) ha portato alla stipula di una convenzione quadro a cui tutti gli enti territoriali possono accedere. Avete quantificato il risparmio? Per la telefonia tradizionale e il Voip, la gara ha comportato tariffe più basse del 23% rispetto alla convenzione Consip e del 39% rispetto alle tariffe prima pagate dalle Asl; sulla trasmissione dati si sono avute tariffe inferiori fino al 20% rispetto a quelle dell’Spc. Il tutto è stato tradotto in un risparmio di circa 1 milione di euro per la durata dell’intero contratto per la sola Regione: è previsto che Telecom mi- grerà a tecnologia Voip il 50% delle linee telefoniche entro l’anno e il 90% entro la scadenza della convenzione. Ciò garantirà il traffico di telefonia fissa a costo zero tra tutte le PA collegate a Lepida e a costi ridotti per le altre comunicazioni. Il vantaggio chiave è quello econo- mico per la gestione? Quello è il più evidente. Tanto che, per omologare il servizio laddove non è ancora possibile sostituire i vecchi GRAZIA CESARI Responsabile Sistemi Informativi Regione Emilia Romagna centralini, stiamo mettendo a regime una centrale nativa Internet Protocol nel Fiera Discrict di Bologna, dove sarà possibile l’inserimento di schede analogiche. Ci sono però dei distinguo da fare. Per esempio? Nella fase di start up il saving è prati- camente nullo visto il quantum di investi- menti che l’ente deve sostenere. A fronte della diminuzione dei costi hardware delle centrali, non segue una pari diminuzione dei costi delle licenze software. Quali altri vantaggi derivanti dal Voip? Risparmi in termini di costi di energia elettrica, riduzione degli spazi delle cen- trali, tecnologie più semplici. Le centrali Ip sono server a tecnologia più flessibile e più facile all’uso. La facilità d’uso è una fattore dirimente per la PA che si accinge a cambiare modo di comunicare e deve fare i conti con l’aggiornamento dei suoi dipendenti. Nessun dubbio sulla convenienza del Voip? Il passaggio al Voip è un must per la PA, ma vanno sottolineati due punti di attenzione. La prima riguarda l’eroga- zione dei servizi al cittadino. Il Voip deve essere uno strumento complementare ai tradizionali, per garantire possibilità di interlocuzione anche a quei cittadini che non hanno confidenza con i servizi inno- vativi. Poi c’è la questione della sicurezza dei dati. Dal punto di vista infrastrutturale Spc e Lepida hanno sistemi di sicurezza affidabili, ma servono politiche a tutela della privacy. F.M. Lʼevoluzione del Web, il Web 2.0, sta cambiando il funzionamento dei mercati e delle organizzazioni aprendo grandi spazi di innovazione per tutti i processi strategici aziendali, e in parti- colare per la gestione della conoscenza e dei meccanismi di apprendimento. L’impulso è dato, ol- tre che dalla velocità del cambiamento e dal valore crescente del capitale umano nella competizione, dal fatto che i mercati e i contesti in cui le orga- nizzazioni operano stanno funzionando come conversazioni e community di clienti. Community Management PROCESSI INFORMALI, SOCIAL NETWORKING E TECNOLOGIE WEB 2.0 PER COLTIVARE LA CONOSCENZA NELLE ORGANIZZAZIONI DI ROSARIO SICA, EMANUELE SCOTTI 168 PAGINE, 18 EURO APOGEO EDITORE Rfid non si potrebbe, a rigore, definire tecnologia “nuova”, risalendo le prime appli- cazioni agli inizi delle radiocomunicazioni. Tuttavia è indubbio che in questi anni stia letteralmente “esplo- dendo” sul mercato e che l’ipotesi di dotare di Tag a ra- diofrequenza tutte le “cose” presenti nel nostro mondo ren- dendole così “par- lanti”, sta aprendo scenari inediti per la nostra civiltà. Comunque sia, ogni qual volta una tecnologia si affaccia con prepotenza sul mercato, nasce nei tecnici professioni- sti e negli utilizzatori più consapevoli la necessità di un manuale che ne riassuma le conoscenze. Rfid, fondamenti di una tecnologia silenziosamente pervasiva DI PAOLO TALONE E GIUSEPPE RUSSO 500 PAGINE, GRATUITO FONDAZIONE BORDONI Unʼonda anomala di consumatori corre sul Web. Sono quelli che interagiscono con le aziende usando le nuove tecnologie blog, wiki, forum, social network. E, alla fine, modificano i mercati. Il libro si concentra sul mondo aziendale che ha col- to l’importanza della trasformazione della wikinomics, ma anco- ra non sa come interagire con i consumatori “ribelli” e in che modo cambiare le proprie strategie per non restare indietro. L’ onda anomala. Interagire e collaborare con i consumatori ribelli DI CHARLENE LI E JOSH BERNOFF 273 PAGINE, 18,40 EURO ETAS

pag.sedici Il Paginone pag.diciassette · PDF fileLIBRI. A cura di LUDOVICA RICCIARDI. pag.sedici. Il Paginone. Il Paginone. pag.diciassette ’ N°21. 8-21dicembre2008 N° 21. 8-21dicembre2008

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LIBRIA cura di LUDOVICA RICCIARDI

pag.diciassettepag.sedici Il PaginoneIl Paginone

N°21. 8-21dicembre2008 N°21. 8-21dicembre2008

’Voip e Pubblica ammini-strazione, un matrimonio che “s’ha da fare”. Se non altro per rispettare i termini

della Finanziaria 2008 che obbliga tutte le Pubbliche amministrazioni centrali (Pac) a transitare alla telefonia Ip, a partire dal pri-mo gennaio 2008, pena il taglio del 30% dei fondi destinati alle comunicazioni. Da circa un anno tutte le Pac stanno adottan-do piani di transizione con l’obiettivo di “cestinare” i vecchi centralini analogici per utilizzare i server. Oltre che al rispetto della legge, la sua adozione dipende an-che da motivazioni di natura economica - secondo le stime della Business School del Politecnico di Milano il saving rag-giunge il 25%, mentre per il Cnipa sfiora addirittura il 30% - e or-ganizzativa: l’adozione del server come centra-lino apporta modifiche strutturali nel modo di lavorare della PA con evidenti ricadute posi-tive nell’erogazione di servizi al cittadino.

Sui vantaggi, dunque, “nulla quaestio”, mentre sulle criticità che si pos-sono rilevare in una realtà apparentemente immodificabile come è la Pubblica ammini-strazione italiana, il dibattito è tutt’ora aperto. A cercare di fare luce su questo, il convegno organizzato dal Corriere del-le Comunicazioni in collaborazione con Asit, nel coro del quale esperti, manager pubblici e amministratori locali hanno fatto le pulci al nuovo sistema di comu-nicazione. A cominciare da Paolo Colli Franzone, direttore di Netics, la società di ricerca specializzata nell’analisi della PA digitale, che ha illustrato una serie di dati per fotografare la situazione degli enti

Nel privatovelocità doppia rispetto al pubblicoPerché? Le risposte emerse duranteil nostro convegno

locali. “Nel nostro ultimo rapporto 2008 intitolato ‘La spesa Ict nelle Regioni, Pro-vince e Comuni’, abbiamo stimato che le amministrazioni locali (Pal) spendono 413 milioni di euro l’anno in Tlc - spiega Colli Franzone -. Di questi, 16 milioni sono de-stinati al Voip con una crescita prevista per il 2009 del 18%”. Numeri che raccontano di un forte ritardo nell’adozione del Voip soprattutto rispetto a quanto fatto dalle aziende: nel 2007 Confindustria aveva rilevato che il 28% delle piccole e medie imprese era transitata alla telefonia Ip, a fronte del 13% dei Comuni (nei piccoli si scende al 10%). “Il motivo del ritardo? - si chiede Fabio Refrigeri, sindaco di Poggio Mirteto, Comune di 5mila abi-tanti in provincia di Rieti -. Per i piccoli Comuni si tratta sostanzialmente di mo-tivi infrastrutturali: il 40% non è coperto da Adsl e, presumibilmente, non lo sarà nemmeno nei prossimi dieci anni perché in queste zone agli operatori telefonici non conviene investire”. La soluzione?

“Pensare a reti alternative a quelle fisse oppure definire delle politiche di investi-mento che tengano conto delle possibilità economico-finanziare delle piccole realtà istituzionali - risponde Refrigeri -. Nelle Marche, ad esempio, molti piccoli Comuni si sono messi insieme per creare reti WiFi intercomunali che assicurino velocità e

sicurezza delle comunicazioni tra enti. La Regione Emilia Romagna, invece, ha adottato una strategia per cui Province e Comuni compartecipano e cofinanziano ad un programma più generale di intro-duzione della nuova tecnologia le cui modalità e obiettivi sono definiti dal solo ente regionale”.

FEDERICAMETA

Tecnologie. Telefonia Ip e PA, luci e ombre di un rapporto controverso

Ma il broadband dovʼè?Voip, tutti lo vogliono...

A rendere il Voip una chimera per gli enti locali, e non solo, anche la questione della qualità del servizio che dipende dalla larghezza e dalla qualità della ban-da disponibile. Ne sa qualcosa Andrea Bertagnoli, Ufficio informatica e tele-matica della Presidenza del Consiglio dei Ministri, che domanda più o meno provocatoriamente: “Chi ha il coraggio di dire al personale della Presidenza che il telefono non funziona perché la connes-sione non è stabile? Provocazioni a parte, la questione della qualità della voce è di-rimente - puntualizza Bertagnoli -. Fino a che non ci sarà banda ad alta qualità le potenzialità del Voip rischiano di rima-nere al palo. Potenzialità che, tra l’altro, hanno davvero a che fare con l’efficienza della Pubblica amministrazione - video-conferenza e telelavoro ad esempio, per garantire l’avanzamento delle pratiche burocratiche - e quindi sui servizi resi al cittadino”. Emilio Frezza, responsabile Area infrastrutture nazionali del Cni-pa, scioglie in parte queste dubbi, facendo riferimento al Sistema Pubblico di Con-nettività (Spc), la rete di comunicazione della Pubblica amministrazione. “Il Voip della Pubblica amministrazione centrale viaggia su Spc garantendo sia la sicurezza nella gestione di dati sensibili - il sistema è monitorato da centri di controllo da hoc - sia la qualità dei servizi voce - rassicura Frezza -. Il problema più generale potreb-be essere risolto entro il primo trimestre del prossimo anno, quando le Regioni verranno connesse al Sistema pubblico di connettività”.

I numeriNetics ha stimato che le Pal spendono solo 16 mln all’annoper convertirsialla nuova piattaforma CHIAMARE A MENO PREZZO

Da Quescom un sistema di smart communicationNon solo Voip. Dal cilindro dell’azienda francese Que-scom è uscito un sistema che, se applicato ai centralini Pbx, permette ad aziende e amministrazioni di accede-re sempre alla modalità di comunicazione più conve-niente dal punto di vista economico. “Si tratta di una soluzione che consente di trasformare il traffico voce che viaggia da telefono fisso a cellulare in comunica-zione mobile tout court - spiega Vincent Brault, direttore vendite e marketing enterprise di Quescom -. Per riu-scirci si utilizzano delle sim card attraverso cui filtrare le comunicazioni in uscita dalla rete fissa e dirette ai ponti radio”. Ma ci sono altri due vantaggi su cui Quescom pone l’accento: “Il primo riguarda la possibilità di avere un solo numero sia per il telefono sia per il fax: un modo per ricevere i fax sotto forma di e-mail e consentire alle aziende di risparmiare sui costi delle apparecchiature e sull’attivazione di linee telefoniche dedicate - spiega Brault - il secondo permette agli smarthphone di trasfor-marsi in strumenti che dialogano con tecnologie Voip, WiFi e Gsm a seconda dell’occorrenza”.

VINCENTBRAULTDirettore vendite e marketingenterprisedi Quescom

Benchmark imprese Confindustria giànel 2007 rilevava che il 28% delle Pmi italianeusava i server come centralini telefonici.

Sicurezza Il Sistema Pubblico di Connettivitàgarantisce la tutela dei dati sensibili trasferiti con il Voip della Pubblica amministrazione.

«Quando si parla di Voip occorre considerare l’im-

portanza che la rete di comunicazione ha nel garantire la qualità del servizio finale». Per Antonio Follari, country manager di Ortronics, gli elementi di rete passiva che costituiscono l’ossatu-ra delle reti di comunicazione in rame e in fibra ottica sono fondamentali per supportare tutte le nuove applicazioni di comunicazione: “Spesso quando le Pubbliche amministrazioni indicono gare per la realizzazione di infra-

strutture si occupano della scelta dei dispositivi e servizi senza considerare che è la rete il cuore di tutto”.

Ed è proprio sulla progettazione di sistemi e sulle soluzioni di cablaggio strutturato che si focalizza l’offerta di Ortronics: “Le elevate prestazioni dei nostri sistemi supportano le reti multimediali e tutte le applicazioni e le tecnologie emergenti - sottolinea Follari -. Il nostro portafoglio pro-dotti comprende un’ampia gamma di soluzioni di connettività in rame e

in fibra ottica per tutte le soluzioni di cablaggio”.

L’azienda offre anche consulenze alle amministrazioni che devono stila-re i capitolati di gara per realizzare reti di telecomunicazioni: “È importante che gli investimenti fatti abbiano un ritorno reale in termini di qualità, per questo proponiamo alle Pa supporto tecnico per realizzare capitolati di gara che rispondano realmente alle esigenze di qualità e performance che gli uffici pubblici si propongono

di raggiungere”. Ortronics, attiva in Italia dal

2001, è la divisione specialistica di BTicino per le telecomunica-zioni ed è presente sul territorio nazionale con uffici commerciali a Torino, Milano, Roma e Napoli. La presenza dell’azienda sul mercato italino è supportata e consolidata da una capillare rete distributiva specia-listica e da personale di qualificata esperienza nel settore delle teleco-municazioni.

Rame o fibra ottica, le soluzioni di Ortronics

ANTONIO FOLLARICountry Manager di Ortronics

«Il risparmio sulle spese telefoniche otte-nibili con l’utilizzo del Voip sono poca cosa rispetto all’enorme aumento di produttività di cui aziende e Pubblica amministrazione pos-sono beneficiare”. Per Marco Pasculli, carrier account director di Nortel, la tecnologia Voip rappresenta il tassello più importante della Unified Communication, il processo che per-mette di integrare le moderne metodologie di comunicazioni con i processi di business. “Oggi le organizzazioni hanno la possibilità di rivoluzionare il loro modo di lavorare grazie alle nuove tecnologie di comunicazione: il Voip e la videoconferenza, ad esempio, permettono ai dipendenti di lavorare da casa con gli stessi strumenti e la stessa possibilità

di condivisione delle informazioni che hanno a disposizione in ufficio”. Ricadute positi-ve anche per l’ecosistema, visto che “se sull’onda dell’adozione del Voip la pratica del telelavoro dovesse prendere piede anche in Italia - dice Pasculli - si avrebbero effetti po-sitivi anche sull’ambiente dal momento che migliaia di dipendenti potrebbero in questo modo ridurre drasticamente i loro sposta-menti quotidiani in automobile”. Ma non è tutto. Altro grosso vantaggio legato al Voip è dato dalla possibilità di abbattere i consumi energetici di aziende, organizzazioni e uffici pubblici: il Voip è infatti una tecnologia molto meno energivora rispetto alle forme di comu-nicazione telefonica tradizionale.

PASCULLI: UN VANTAGGIO PER L’AMBIENTE

MARCO PASCULLI è il Carrier Account Director di Nortel

«La ricetta allʼemiliana?Lepida e partecipazione»

«Abbiamo stimato un risparmio di un milione di euro nei prossimi quattro anni per il solo ente regionale»

L’intervista. Grazia Cesari spiega le strategie hitech della Regione

«La Regione Emilia Romagna ha inaugurato il percorso verso l’innovazione nella

PA già a partire dall’inizio degli anni 2000, progettando un’infrastruttura a ban-da larga (Lepida), e emanando la Legge 11/2004 “Sviluppo regionale della società dell’informazione” per la diffusione del-l’Ict a supporto dello sviluppo economico e sociale». Grazia Cesari, responsabile dei Sistemi informativi della Regione Emilia Romagna, spiega perché l’ente sia considerato una best practice per quel che riguarda l’utilizzo del Voip, e non solo.

Cosa è che rende l’Emilia Romagna un benchmark dell’innovazione?

La Regione ha individuato nuove modalità di collaborazione fra le PA per l’introduzione delle nuove tecnologie, Voip compreso: si è passati da un modello di erogazione di contributi finanziari agli enti territoriali a un modello di co-finan-ziamento e co-partecipazione all’interno di piani telematici triennali all’interno dei quali vengono adottati programmi annuali di attuazione.

Per il Voip come vi siete mossi?Nel 2007 Intercent-ER, l’agenzia re-

gionale che gestisce gli acquisti di beni e servizi tramite e-procurement, ha lanciato una gara per la fornitura di servizi di te-lefonia fissa, trasmissione dati e Voip via Lepida. L’aggiudicazione (vinta da Tele-com Italia, ndr) ha portato alla stipula di una convenzione quadro a cui tutti gli enti territoriali possono accedere.

Avete quantificato il risparmio?Per la telefonia tradizionale e il Voip,

la gara ha comportato tariffe più basse del 23% rispetto alla convenzione Consip e del 39% rispetto alle tariffe prima pagate dalle Asl; sulla trasmissione dati si sono avute tariffe inferiori fino al 20% rispetto a quelle dell’Spc. Il tutto è stato tradotto in un risparmio di circa 1 milione di euro

per la durata dell’intero contratto per la sola Regione: è previsto che Telecom mi-grerà a tecnologia Voip il 50% delle linee telefoniche entro l’anno e il 90% entro la scadenza della convenzione. Ciò garantirà il traffico di telefonia fissa a costo zero tra tutte le PA collegate a Lepida e a costi

ridotti per le altre comunicazioni.Il vantaggio chiave è quello econo-

mico per la gestione?Quello è il più evidente. Tanto che,

per omologare il servizio laddove non è ancora possibile sostituire i vecchi

GRAZIACESARIResponsabile Sistemi InformativiRegioneEmiliaRomagna

centralini, stiamo mettendo a regime una centrale nativa Internet Protocol nel Fiera Discrict di Bologna, dove sarà possibile l’inserimento di schede analogiche. Ci sono però dei distinguo da fare.

Per esempio?Nella fase di start up il saving è prati-

camente nullo visto il quantum di investi-menti che l’ente deve sostenere. A fronte della diminuzione dei costi hardware delle centrali, non segue una pari diminuzione dei costi delle licenze software.

Quali altri vantaggi derivanti dal Voip?

Risparmi in termini di costi di energia elettrica, riduzione degli spazi delle cen-trali, tecnologie più semplici. Le centrali Ip sono server a tecnologia più flessibile e più facile all’uso. La facilità d’uso è una fattore dirimente per la PA che si accinge a cambiare modo di comunicare e deve fare i conti con l’aggiornamento dei suoi dipendenti.

Nessun dubbio sulla convenienza del Voip?

Il passaggio al Voip è un must per la PA, ma vanno sottolineati due punti di attenzione. La prima riguarda l’eroga-zione dei servizi al cittadino. Il Voip deve essere uno strumento complementare ai tradizionali, per garantire possibilità di interlocuzione anche a quei cittadini che non hanno confidenza con i servizi inno-

vativi. Poi c’è la questione della sicurezza dei dati. Dal punto di vista infrastrutturale Spc e Lepida hanno sistemi di sicurezza affidabili, ma servono politiche a tutela della privacy.

F.M.

Lʼevoluzione del Web, il Web 2.0, sta cambiando il funzionamento dei mercati e delle organizzazioni aprendo grandi spazi di

innovazione per tutti i processi strategici aziendali, e in parti-colare per la gestione della conoscenza e dei meccanismi di apprendimento. L’impulso è dato, ol-tre che dalla velocità del cambiamento e dal valore crescente

del capitale umano nella competizione, dal fatto che i mercati e i contesti in cui le orga-nizzazioni operano stanno funzionando come conversazioni e community di clienti.

Community ManagementPROCESSI INFORMALI, SOCIAL NETWORKING E TECNOLOGIE WEB 2.0 PER COLTIVARE LA CONOSCENZA NELLE ORGANIZZAZIONIDI ROSARIO SICA, EMANUELE SCOTTI168 PAGINE, 18 EUROAPOGEO EDITORE

Rfid non si potrebbe, a rigore, definire tecnologia “nuova”, risalendo le prime appli-cazioni agli inizi delle radiocomunicazioni. Tuttavia è indubbio che in questi anni stia

letteralmente “esplo-dendo” sul mercato e che l’ipotesi di dotare di Tag a ra-diofrequenza tutte le “cose” presenti nel nostro mondo ren-dendole così “par-lanti”, sta aprendo scenari inediti per la

nostra civiltà. Comunque sia, ogni qual volta una tecnologia si affaccia con prepotenza sul mercato, nasce nei tecnici professioni-sti e negli utilizzatori più consapevoli la necessità di un manuale che ne riassuma le conoscenze.

Rfid, fondamenti di una tecnologiasilenziosamente pervasivaDI PAOLO TALONE E GIUSEPPE RUSSO500 PAGINE, GRATUITOFONDAZIONE BORDONI

Unʼonda anomala di consumatori corre sul Web. Sono quelli che interagiscono con

le aziende usando le nuove tecnologie blog, wiki, forum, social network. E, alla fine, modificano i mercati. Il libro si concentra sul mondo aziendale che ha col-to l’importanza della trasformazione della wikinomics, ma anco-

ra non sa come interagire con i consumatori “ribelli” e in che modo cambiare le proprie strategie per non restare indietro.

L’ onda anomala. Interagire e collaborare con i consumatori ribelliDI CHARLENE LI E JOSH BERNOFF273 PAGINE, 18,40 EUROETAS