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Continua a pag. 3 nonostante i condiziona- menti che subiamo tutti i giorni dai media poco in- formativi e spesso di parte, fortunatamente nella nostra società resiste un bene comune: la saggezza popolare, il sapere di una comunità. Le barzellette, così come certe espressioni popolari la dicono lunga su molti aspetti della vita quotidiana. Vi siete mai chiesti, ad esempio, come mai la gente chia- ma comunemente il foglietto illustrativo dei farmaci “bugiardino”? A pensarci bene un motivo esiste. In effetti spesso riporta infor- mazioni oltremodo vaghe e probabilistiche. Se anche non si può parlare di bugie vere e proprie, si tratta comunque di mezze verità e di informazioni imprecise. Marzia, un’attivista animalista, tempo fa ne ha raccolto qualcuno su cui erano riportate frasi tipo questa “Non ci sono sufficienti dati sull’uso del farmaco in gravidanza” o come questa Negli studi sugli animali, la somministrazione di sali di alluminio ha avuto un effetto dannoso sulla prole. Non è noto il potenziale rischio per la specie umana”. A cosa è servito allora sperimentare il farmaco sugli animali? Altro esempio di saggezza popolare, questa volta sotto forma di barzelletta. Una mattina Giovanni, un mio collega, durante una pausa caffè alla macchinetta (tipico luogo di inter- scambio di saggezza popolare!) mi dice: «ti racconto una barzelletta sulla vivisezione che fa capire bene di cosa si tratta. Un vivisettore deve fare una ricerca sulle mosche, ne cattura una e comincia il suo esperimento. Le stacca un’ala e le dice “vola” e la mosca si solleva leggermente dal tavolo e ricade, il ricercatore annota nella sua relazione: tentativo di volo fallito. Poi le stacca l’altra ala e ripete “vola” la mosca non si alza dal tavolo, il ricercatore annota: nessun tentativo di volo. In seguito le stacca una zampetta e le dice “cammina” la mosca avanza faticosamente, diligente- mente il vivisettore scrive nella sua relazione: deambulazione difficoltosa. Alla fine stacca tutte le zampette e ripete alla mosca “cammina”. La mosca non si muove e il ricer- catore scrive: la mosca senza sei zampe e due ali è diventata sorda». Ognuno tragga le proprie conclusioni, non aggiungo altro sull’attendibilità e sull’utilità degli esperimenti sugli animali, perché questo tema verrà trat- tato dal punto di vista scientifico in un articolo pubblicato proprio in questo numero. Tuttavia, voglio sottolineare un aspetto. A fronte di un’informazione spesso parziale, data da mass-media tanto potenti quanto influenzabili dai poteri economici, sopravvive la saggezza popolare che si può manifestare in tanti modi, anche sotto forma di barzelletta da raccontare durante la pausa caffè. Da che mondo è mondo il sentire comune, inarrestabile, disin- teressato e disincantato non mente mai. Se anche non è supportato da dati scientifici, rappresenta pur sempre la voce della verità di una società e non deve essere messo a tacere. E’ bene tenere presente che la lotta alla vivisezione, prima di essere una conse- guenza emotiva a certe immagini a dir poco crudeli e facilmente accessibili digitando MANYANI (Kenia) - Il 20 luglio scorso all’interno del Parco Nazionale Tsavo Ovest, sono letteralmente andate in fumo 5 tonnellate di avorio di contrabbando per un valore di 16 milioni di dollari. Complessivamente 335 zanne e numerosi manufatti, sequestrati a Singapore e derivanti dall’uccisione di circa 200 elefanti africani. E’ il secondo falò pubblico. Un evento mediatico di portata internazionale e dall’elevato valore simbolico, voluto dal Presidente del Kenia, Mwai Kibaki, nell’ottica dell’accordo transnazionale di Lusaka (Zambia) per la repressione del bracconaggio e del traffico illegale di specie protette a cui aderiscono paesi dell'Africa meridionale e orientale. Secondo Kibaki l’avorio è inutile e dovrebbe essere indossato solo dagli elefanti, per questa ragione il Kenia deve essere all'avanguardia nella conservazione della fauna selvatica. Il primo falò risale al 1989, quando l’allora Presidente Arap Moi fece bruciare all’interno del Parco Nazionale di Nairobi la riserva di avorio di 12 tonnellate, per portare l'attenzione sulla condizione degli elefanti. Un gesto molto coraggioso considerato che, per le nazioni africane, l’avorio delle casse dello Stato ha lo stesso valore che ha l’oro per i paesi industrializzati. Da tempo il Kenia ha capito l’importanza del suo patrimonio turistico, infatti è la nazione africana con più aree naturalistiche. 100 mila morti ogni anno solo negli USA. Pan- demia? Catastrofe naturale? Radioattività? Niente di tutto questo. Sono le vittime della vivisezione. Una pratica che in teoria dovrebbe salvare vite umane, ma che in realtà spesso le uccide. E’ la denuncia di alcuni medici, che evidenziano come l’80 per cento delle sostanze che potrebbero diventare farmaci e che hanno superato i test sugli animali, non passa la spe- rimentazione umana. Non solo. Dai dati ufficiali dell’associazione dei medici statunitensi risulta che il 51 per cento dei farmaci commercializzati negli USA causa gravi reazioni, che provocano anche invalidità permanente e morte. Effetti collaterali che non si erano manifestati durante la sperimentazione sugli animali. «Sono infor- mazioni che solitamente vengono celate all’opinione pubblica, ma che dimostrano l’assoluta inattendibilità della vivisezione - sot- tolinea Stefano Cagno, dirigente medico presso l’Ospedale Civile di Vimercate (Monza e Brian- za) - infatti se l’80 per cento delle sostanze viene scartato ancora prima di essere commer- cializzato e più del 50 per cento delle rimanenti Continua a pag. 2 “vivisezione” nei motori di ricerca del web, è innanzitutto una questione di buon senso di cui la saggezza popolare è da sempre por- tatrice. Marinella Robba Nuove investigazioni shock denunciano abusi e gravi sofferenze negli allevamenti europei. Per leggere il comunicato stampa della LAV (Lega Anti Vivisezione): www.comunicati.net/comunicati/societa_civile/ecologia_e_ambiente/152292.html

Pelo & Contropelo 4.2011

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Periodico animalista che si rivolge a tutti coloro che hanno a cuore la tutela dei diritti degli animali e che ha come obiettivo la diffusione dello stile di vita vegano.

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nonostante i condiziona-menti che subiamo tutti igiorni dai media poco in-formativi e spesso di parte,fortunatamente nella nostrasocietà resiste un benecomune: la saggezza popolare, il sapere diuna comunità. Le barzellette, così come certeespressioni popolari la dicono lunga su moltiaspetti della vita quotidiana. Vi siete maichiesti, ad esempio, come mai la gente chia-ma comunemente il foglietto illustrativo deifarmaci “bugiardino”? A pensarci bene unmotivo esiste. In effetti spesso riporta infor-mazioni oltremodo vaghe e probabilistiche.Se anche non si può parlare di bugie vere eproprie, si tratta comunque di mezze veritàe di informazioni imprecise. Marzia,un’attivista animalista, tempo fa ne ha raccoltoqualcuno su cui erano riportate frasi tipoquesta “Non ci sono sufficienti dati sull’usodel farmaco in gravidanza” o come questa“Negli studi sugli animali, la somministrazionedi sali di alluminio ha avuto un effetto dannososulla prole. Non è noto il potenziale rischioper la specie umana”. A cosa è servito allorasperimentare il farmaco sugli animali?Altro esempio di saggezza popolare, questavolta sotto forma di barzelletta. Una mattinaGiovanni, un mio collega, durante una pausacaffè alla macchinetta (tipico luogo di inter-scambio di saggezza popolare!) mi dice: «tiracconto una barzelletta sulla vivisezione chefa capire bene di cosa si tratta. Un vivisettoredeve fare una ricerca sulle mosche, ne catturauna e comincia il suo esperimento. Le staccaun’ala e le dice “vola” e la mosca si sollevaleggermente dal tavolo e ricade, il ricercatoreannota nella sua relazione: tentativo di volofallito. Poi le stacca l’altra ala e ripete “vola”la mosca non si alza dal tavolo, il ricercatoreannota: nessun tentativo di volo. In seguitole stacca una zampetta e le dice “cammina”la mosca avanza faticosamente, diligente-mente il vivisettore scrive nella sua relazione:deambulazione difficoltosa. Alla fine staccatutte le zampette e ripete alla mosca“cammina”. La mosca non si muove e il ricer-catore scrive: la mosca senza sei zampe edue ali è diventata sorda». Ognuno traggale proprie conclusioni, non aggiungo altrosull’attendibilità e sull’utilità degli esperimentisugli animali, perché questo tema verrà trat-tato dal punto di vista scientifico in un articolopubblicato proprio in questo numero. Tuttavia,voglio sottolineare un aspetto. A fronte diun’informazione spesso parziale, data damass-media tanto potenti quanto influenzabilidai poteri economici, sopravvive la saggezzapopolare che si può manifestare in tanti modi,anche sotto forma di barzelletta da raccontaredurante la pausa caffè. Da che mondo èmondo il sentire comune, inarrestabile, disin-teressato e disincantato non mente mai. Seanche non è supportato da dati scientifici,rappresenta pur sempre la voce della veritàdi una società e non deve essere messo atacere. E’ bene tenere presente che la lottaalla vivisezione, prima di essere una conse-guenza emotiva a certe immagini a dir pococrudeli e facilmente accessibili digitando

MANYANI (Kenia) - Il 20 luglio scorso all’internodel Parco Nazionale Tsavo Ovest, sonoletteralmente andate in fumo 5 tonnellate diavorio di contrabbando per un valore di 16milioni di dollari. Complessivamente 335 zannee numerosi manufatti, sequestrati a Singaporee derivanti dall’uccisione di circa 200 elefantiafricani. E’ il secondo falò pubblico. Un eventomediatico di portata internazionale e dall’elevatovalore simbolico, voluto dal Presidente del Kenia,Mwai Kibaki , nel l ’ot t ica del l ’accordotransnazionale di Lusaka (Zambia) per larepressione del bracconaggio e del trafficoillegale di specie protette a cui aderiscono paesidell'Africa meridionale e orientale. SecondoKibaki l’avorio è inutile e dovrebbe essereindossato solo dagli elefanti, per questa ragioneil Kenia deve essere all'avanguardia nellaconservazione della fauna selvatica. Il primofalò risale al 1989, quando l’allora PresidenteArap Moi fece bruciare all’interno del ParcoNazionale di Nairobi la riserva di avorio di 12tonnellate, per portare l'attenzione sullacondizione degli elefanti. Un gesto moltocoraggioso considerato che, per le nazioniafricane, l’avorio delle casse dello Stato ha lostesso valore che ha l’oro per i paesiindustrializzati. Da tempo il Kenia ha capitol’importanza del suo patrimonio turistico, infattiè la nazione africana con più aree naturalistiche.

100 mila morti ogni anno solo negli USA. Pan-demia? Catastrofe naturale? Radioattività?Niente di tutto questo. Sono le vittime dellavivisezione. Una pratica che in teoria dovrebbesalvare vite umane, ma che in realtà spesso leuccide. E’ la denuncia di alcuni medici, cheevidenziano come l’80 per cento delle sostanzeche potrebbero diventare farmaci e che hannosuperato i test sugli animali, non passa la spe-rimentazione umana. Non solo. Dai dati ufficialidell’associazione dei medici statunitensi risultache il 51 per cento dei farmaci commercializzatinegli USA causa gravi reazioni, che provocanoanche invalidità permanente e morte. Effetticollaterali che non si erano manifestati durantela sperimentazione sugli animali. «Sono infor-mazioni che solitamente vengono celateall’opinione pubblica, ma che dimostranol’assoluta inattendibilità della vivisezione - sot-tolinea Stefano Cagno, dirigente medico pressol’Ospedale Civile di Vimercate (Monza e Brian-za) - infatti se l’80 per cento delle sostanzeviene scartato ancora prima di essere commer-cializzato e più del 50 per cento delle rimanenti

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“vivisezione” nei motori di ricerca del web, èinnanzitutto una questione di buon senso dicui la saggezza popolare è da sempre por-tatrice. Marinella Robba

Nuove investigazioni shock denunciano abusi e gravi sofferenze negli allevamenti europei.Per leggere il comunicato stampa della LAV (Lega Anti Vivisezione):www.comunicati.net/comunicati/societa_civile/ecologia_e_ambiente/152292.html

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provoca gravi reazioni nei pazienti, significache nel 90 per cento dei casi le conseguenzenegli esseri umani sono completamente diffe-renti rispetto a ciò che accade negli animali. Michiedo come possa essere considerato scien-tifico un metodo che fallisce nella stragrandemaggioranza dei casi». Di qui l’elevato costoin termini di vite umane denunciato da Jama,la rivista dell’associazione dei medici statuni-tensi. «Per comprendere cosa significhi unaperdita di 100 mila persone ogni anno si puòfare un paragone - prosegue Cagno - sicura-mente colpisce tutti rivedere le immaginidell’attentato alle Torri Gemelle, che provocòla morte di circa 3 mila persone. Solo negli StatiUniti d’America ogni anno perdono la vita, acausa di farmaci considerati sicuri dopo lasperimentazione sugli animali, un numero dicittadini statunitensi equivalente al crollo di 30Torri Gemelle all’anno. Quindi più di una ognidue settimane». Ma qual è la causa? «Si devefare innanzitutto una premessa fondamentale:cambiando la specie il risultato varia - chiarisce- grazie alla sperimentazione animale si puòtrovare la specie adatta a dimostrare la propriatesi. Se si vuole provare che un farmaco èinnocuo, lo si testa su più specie fino a quandose ne trova una per la quale è veramente inno-cuo e si ottiene l’autorizzazione a sperimentarlosugli esseri umani. A questo punto si avrà la

risposta tipica della nostra specie. Avviene inquesto modo la prima selezione dell’80 percento di sostanze. I 100 mila cittadini statunitensideceduti avevano assunto farmaci commercia-lizzati». Ma tutto questo non avviene solo aspese degli esseri umani. Ogni anno, infatti, inItalia vengono uccisi nei laboratori 900 milaanimali, nel mondo almeno 108 milioni. Questegravi ripercussioni e la crescente consapevo-lezza dell’inaffidabilità della vivisezione nonlasciano indifferente il mondo scientifico. Arre-trata, “bad science” (cattiva scienza) sono alcunedelle definizioni comparse recentemente indiverse riviste scientifiche internazionali, chehanno dimostrato come la vivisezione non co-stituisca un valido modello sperimentale. «E’priva di qualsiasi fondamento scientifico perchési basa su un concetto che biologicamente nonha nessun senso: il concetto di simile - spiegaancora Stefano Cagno - se poteva avere qual-che giustificazione scientifica nel 1800, quandosi studiavano le funzioni degli organi, cioè gli

aspetti macroscopici, oggi è un concetto deltutto inadeguato, perché ci interessiamo delfunzionamento degli organi e quindi degli aspettimicroscopici». E lo spiega con un esempio. Ilcuore del coniglio e quello umano hanno lamedesima funzione: entrambi servono a pom-pare sangue nelle arterie e quindi a distribuireossigeno nei tessuti, ma non funzionano nellostesso modo. Il cuore del coniglio ha una fre-quenza di circa 150 battiti al minuto, mentrequello umano, a riposo, ha una frequenza infe-riore ai 100 battiti al minuto. E’ evidente: le duespecie geneticamente sono differenti. Ma sonosoprattutto i roditori ad essere utilizzati negliesperimenti, perché condividono con noi il 95per cento del DNA. «I roditori sono molto diversidagli esseri umani, infatti vivono al massimo 3anni e tuttavia patologie come cancro, demenza,arteriosclerosi e malattie croniche degenerative,che necessitano di decenni di incubazione,vengono studiate utilizzando proprio i roditori- lamenta Stefano Cagno - mi chiedo che cosasi possa capire da questi animali. Chi sano dimente - domanda - darebbe il consenso allatrasfusione del sangue di un ratto o di un toposapendo che va incontro necessariamente allamorte? Nessuno. Eppure le patologie del san-gue vengono studiate proprio nel sangue deitopi e dei ratti. Allo stesso modo i roditori ven-gono utilizzati per studiare le patologie delsistema gastrointestinale. Come possiamo ca-pire come funzioniamo utilizzando i ratti chebevono l’acqua di fogna? Questa è scienza ostregoneria?». E aggiunge: «Anche gli scim-panzé, con cui condividiamo il 99 per cento delDNA, sono molto diversi da noi. Considerandoche i geni sono 30 mila, uno scarto dell’1 percento rappresenta una moltitudine di geni diffe-renti, quindi innumerevoli caratteri ereditabilidiversi. Infatti, l’essere umano e lo scimpanzénon hanno le stesse caratteristiche. Il tipo dipelle è diversa, non comunicano allo stessomodo e la durata della loro vita non è uguale.Le differenze tra le specie sono notevoli. Nonè un caso - conclude - che esistano farmaci aduso veterinario e ad uso umano e che il veteri-nario prescriva per i cani e per i gatti medicinalidifferenti. Se gli esperimenti sugli animali ser-vissero per gli esseri umani, i farmaci dovreb-bero poter essere utilizzati per tutte le specie».Secondo gli antivivisezionisti a far muoverel’ago della bilancia verso la totale inaffidabilitàdei test sugli animali influiscono pesantementeanche altre circostanze, tra cui l’induzioneforzata delle patologie, come spiega Cagno:«ci si illude di studiare l’insorgenza del cancroin un soggetto sano spennellando con catramela pelle di un coniglio per parecchie volte algiorno, nel corso di più mesi. Chi si è maiammalato di cancro in questo modo? Le pato-logie hanno meccanismi differenti a secondache sorgano in modo spontaneo o forzatamente.Si pensa di studiare l’ictus - prosegue - occlu-dendo e riaprendo, mediante l’utilizzo di unapinza, l’arteria del cervello di un gatto giovanee sano. Gli allevamenti di animali da laboratoriovendono animali giovani perché più li tengonopiù costano. E’ evidente, però, che la reazionedi un gatto di sei mesi con un’arteria sanissimae che non ha l’arteriosclerosi è completamentedifferente rispetto a quella di un uomo di 85anni, con un’arteria già ostruita. L’ictus, infatti,insorge perché spesso l’arteria era già compro-messa». Va detto che anche le condizioni tec-niche di stabulazione alterano le risposte biolo-

giche. E’ stato dimostrato che soggetti, umanie animali, privati della libertà, si trovano in unacondizione di depressione psicologica, checompromette il sistema immunitario e altera ledifese. Di conseguenza si ammalano più facil-mente e le loro risposte biologiche sono sicu-ramente differenti rispetto a quelle dei soggettiliberi. Oltre ad essere inaffidabile, secondo imedici antivivisezionisti, la sperimentazioneanimale è del tutto inutile perché tutte le sostan-ze vengono sempre testate anche sugli esseriumani. «E’ una mera questione di business -denuncia Cagno - quando uno ha finito la spe-rimentazione sugli animali ha già speso moltisoldi e quindi prova lo stesso a testare sugliesseri umani. Quando i farmaci nelle ricerchesugli animali manifestano effetti collaterali seri- prosegue - i vivisettori rassicurano dicendoche non bisogna preoccuparsi perché il meta-bolismo degli animali è differente rispetto aquello degli esseri umani. Ma allora a cosaserve la vivisezione, se in ogni caso, le sostanzein fase sperimentale vengono comunque som-ministrate agli esseri umani anche quando sisono dimostrate rischiose negli animali?». Enon è tutto. Spesso entrambe le sperimentazionivengono effettuate parallelamente. E’un’indagine pubblicata sul British Medical Jour-nal a rivelarlo, oltre a dimostrare la totale inaf-fidabilità della vivisezione. «E’ un fatto clamoroso- commenta Stefano Cagno - evidentementeneanche i ricercatori ripongono tanta fiducianella vivisezione, pertanto iniziano la sperimen-tazione umana senza attendere gli esiti di quellasugli animali». Inaffidabile, inutile, ma anchemolto costosa. La vivisezione perdura perchéalimenta un fiorente commercio di animali,attrezzature, mangimi e quant’altro. Il tuttosenza badare alla sofferenza inflitta agli animalie ai pericoli per la salute umana. «Vorrei som-ministrare ai miei pazienti sostanze sicure -conclude - ma in realtà non è così. Sono moltorestio ad utilizzare nuove molecole, perchépotrei essere uno sperimentatore involontarioe scoprire che un farmaco considerato sicurosugli animali provoca la morte dei miei pazienti.Oggi tutto questo non è più accettabile».

Marinella Robba

Per leggere e scaricare la trascrizione dellaconferenza tenuta dal Dott. Stefano Cagno aScarmagno (TO) il 23 giugno 2011http://lacincia.it/docs/pelo_contropelo_suppl_20111006.pdfVideo: dieci scimpanzé vedono per la primavolta la luce del sole dopo anni vissuti chiusi inun laboratoriohttp://tv.repubblica.it/tecno-e-scienze/liberati-dal-laboratorio-gli-scimpanze-scoprono-la-luce-del-sole/75353?video

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Ha già sortito i suoi effetti il bando dei prodottiderivanti dalla caccia alla foca imposto l’annoscorso dall’Unione Europea e diventato efficacea seguito dell’ordinanza della Corte di Giustiziadell’ottobre 2010, che ha respinto la richiesta disospensione. Quest’anno, in Canada, si è registratauna diminuzione vertiginosa della produzione,complici le pessime condizioni del ghiaccio nelGolfo di St. Lawrence e sulle coste delNewfoundland, oltre ad una diminuzione a livellomondiale del mercato dei prodotti derivanti dallacaccia alla foca. I prezzi sono crollati e i produttoria fatica riescono a coprire i costi delle battute dicaccia. E’ la stagione peggiore dal 1990 ed ilnumero di animali uccisi è stato il 10 per cento inmeno rispetto a quello consentito per legge. Intantocontinua l’impegno a livello internazionale di tuttele associazioni animaliste per ottenere il divietoassoluto della caccia alla foca. m.r.

Per info: 340/2855826 - [email protected]

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cacciatori, che cerca di introdurre deroghe allespecie che non si possono cacciare e fapressione affinché venga consentita la caccianei parchi. A livello nazionale il nostro impegnoper il futuro sarà quello di impedire laderegulation e rilanciare la battaglia contro lacaccia. Per fare questo sarà necessariocostruire un fronte culturale e politico che abbiaal centro la tutela degli animali e il cui caposaldodovrà necessariamente essere la lotta control’attività venatoria». E c’è chi ha già pensatoa formare una nuova sensibilità nelle aulegiudiziarie. La LAC (Lega Abolizione Caccia),infatti, è promotrice di una class action neiconfronti della Regione Lombardia per ottenerele indennità spettanti per il passaggio deicacciatori su fondi privati. La legge n. 157 del1992, infatti, prevede che i proprietari econduttori di terreni abbiano diritto, su tutto ilterritorio nazionale, ad un indennizzo da partedelle Regioni se la loro proprietà è gravata da“servitù venatoria”. Una spesa a cui leamministrazioni regionali devono fare fronteattraverso la tassa di concessione venatoria

che i cacciatori pagano e che, prevede la LAC,dovrà necessar iamente aumentare.L’associazione chiede l’immediata sospensionedell’attività venatoria, considerato che dal 1992la caccia viene praticata gratis su 18 milioni diettari di terreni rurali altrui. Secondo le stimedella LAC il credito nei confronti della RegioneLombardia ammonta a quasi 90 milioni di eurosolo per il 2011, cifra che aumenta dieci voltetanto se si aggiungono gli arretrati dell’ultimodecennio, interessi esclusi. L’associazione siaugura che questa iniziativa possa fare daapripista ad altre dello stesso genere in tuttoil territorio nazionale.

Marinella Robba

La class action verrà promossa in ogni regioned’Italia. Per reperire informazioni e scaricarei moduli:www.abolizionecaccia.it/lacinaction/campagne/cacciate-i-soldi.html

I tantissimi parchi attirano una moltitudine dituristi e il popolo keniota tutela questa ricchezza,come spiega Aldo Giovannella, veterinariocollaboratore del The David Sheldrick WildlifeTrust, presso il Parco Nazionale di Nairobi:«sono molto avanti, infatti utilizzano radiocollariapplicati su elefanti e rinoceronti per proteggerli».In soli 16 anni, dal 1973 al 1989, il bracconaggioin Kenia ha ridotto la popolazione degli elefantia 16 mila unità. Oggi, grazie alla politica attuatadal Paese, gli elefanti sono 37 mila. Tuttavia, ilbracconaggio continua: solo nel 2010 sono statiuccisi in Kenia illegalmente 187 elefanti.«L’avorio viene fatto viaggiare come bagagliodiplomatico, quindi non controllato - chiarisceGiovannella - è destinato soprattutto ai mercatistatunitense e cinese; è molto richiesto in Cinaperché è considerato afrodisiaco». L’avorioderivante da sequestri o prelevato da animalimorti, ad esempio a causa di gravi siccità,generalmente viene venduto dalle nazioniafricane. Ad eccezione del Kenia, che lodistrugge. Bruciando l’avorio delle casse delloStato da un lato il Paese si impoverisce, d’altrocanto ne trae un vantaggio, perché la politicadi contrasto al traffico di avorio incrementa ilturismo per il suo elevato valore simbolico. Nonsenza effetti negativi però, dato che la carenzadi avorio rincara il suo prezzo e aggrava, diconseguenza, il fenomeno del bracconaggio.«Nonostante questo il Presidente del Kenia èconvinto in questo modo di ridurre la richiestadi avorio. La mia speranza - conclude ilveterinario - è che questo genere di commerciofinisca definitivamente, come dovrebbe avvenireanche per quello delle pinne di squalo inGiappone». A livello internazionale qualcherisultato si è già visto. Nel gennaio 1990 èentrato in vigore il divieto di commerciointernazionale di avorio approvato dallaConvenzione CITES l’anno precedente.Esistono, inoltre, direttive a livello mondiale chevietano la caccia di alcune specie, che ormairischiano di estinguersi. «Una di queste è ilrinoceronte di Sumatra che è quasi scomparso.La stessa sorte potrebbe toccare anche aglielefanti africani se si pensa che, per alimentareil commercio illegale di avorio, ogni anno nevengono abbattuti quasi 40 mila», denunciaGiovannella. I bracconieri continuano aduccidere elefanti con frecce avvelenate e asfilare loro le zanne a colpi di macheteabbandonando le carcasse sul ciglio della strada,in una pozza di sangue. Questi massacricontinueranno finché esisterà la richiesta diavorio, che non tende a diminuire. E’ la denunciadelle organizzazioni internazionali, secondo cuil'uccisione di elefanti è in aumento in Africaorientale, centrale e occidentale. Lo proval’allarmante aumento di sequestri di centinaiadi zanne e tonnellate di avorio avvenuti negliultimi tre anni, soprattutto nei porti dell'EstremoOriente, ma anche in Africa, Europa e NordAmerica. Per questa ragione è aumentatol’impegno a livello internazionale affinchévengano distrutte tutte le scorte di avorio africanoe siano inflitte pene significative a bracconierie trafficanti indipendentemente dalla loronazionalità. Per essere efficace, tuttavia, l’attivitàa livello internazionale deve necessariamenteessere coadiuvata dall’impegno dei singoligoverni nazionali. Marinella Robba

- Situazioni di illegalità relative alla pratica venatoria: contattare la centrale operativa delCorpo Forestale dello Stato - numero di emergenza ambientale 1515. Il servizio è operativo incaso di violazione di norme sulla caccia e sulla pesca (sono da evitare quindi segnalazioni dialtro genere). Il 1515, inoltre, è competente in caso di violazione di norme ambientali, avvistamentoincendi e segnalazione soggetti dispersi in montagna. La centrale è operativa 24 ore su 24.- Ritrovamento di un animale selvatico ferito contattare gli uffici della Provincia territorialmentecompetente. Nulla vieta, tuttavia, di provvedere alle cure autonomamente rivolgendosi ad unveterinario di propria fiducia.

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http://issuu.com/giors14/docs/shentia.prog.2011.12

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TORINO – Lo scorso 19 settembre, nelcapoluogo piemontese, si è aperta ufficialmentela “stagione anticaccia” con una manifestazionenazionale che ha attraversato tutto il centrostorico. Erano in migliaia i cittadini che, senzafarsi scoraggiare dalle avverse condizionimeteorologiche, hanno sfilato per chiedere latotale abolizione della caccia. Un’occasione

per sensibilizzare l’opinione pubblica in vistadel referendum regionale, che verrà indetto laprossima primavera per limitare l’attivitàvenatoria in Piemonte. Un referendum a livellolocale, com’è noto, non può abolire un’attivitàprevista da una legge statale. E proprio perquesta ragione è fondamentale un impegno alivello nazionale ad ampio raggio, come spiegaAngelo Bonelli, segretario nazionale dei Verdi,presente alla manifestazione: «assistiamo acontinue aggressioni da parte della lobby dei

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Per conoscere i test effettuati sugli animali:www.lav.it/index.php?id=680

«Forse la fine della caccia può iniziare da questaregione». Così si è espresso Roberto Piana,vegano, da due anni e mezzo presidente dellaLAC piemontese, durante la manifestazionecontro la caccia, tenutasi a Torino il 17 settembrescorso.Un sabato culminato in un temporale che hasottratto ai dimostranti lo spettacolo finale, manon ha impedito ai sostenitori degli animali didar vita a una manifestazione trasversale,apolitica, in cui più di 2 mila persone hannocreato un lungo corteo, riuscendo a riempireinteramente piazza Castello. Succede ognianno, in occasione dell’apertura della stagionedella caccia (che quest’anno è avvenuta il 18settembre) e nel 2011 si è scelto di farla aTorino, per via del referendum regionale dimarzo.«Un referendum importante - sostiene RobertoPiana – che potrebbe costituire un efficacesegnale regionale e potrebbe influenzare alivello nazionale, costringendo i politici aconfrontarsi con la volontà popolare».Un referendum non abolizionista, in quantoregionale e che pertanto, anche in caso di esitopositivo, non potrebbe far cessare l’attivitàvenatoria, perché prevista da una legge delloStato, ma che si propone di raggiungereimportanti obiettivi. Come chiedere la protezioneper 25 specie cacciabili, la limitazione delcarniere per le aziende private, il divieto dicaccia alla domenica, così come della caccia

Finanziamenti alla ricerca e vivisezione: unconnubio tanto sconosciuto quanto reale. Il buoncuore dei cittadini, fortunatamente, non conoscecrisi finanziaria e li induce a contribuire per dareuna speranza in più a chi soffre. Forse perònon tutti sanno che il contributo economicodonato a fin di bene viene quasi sempre utilizzatoper finanziare esperimenti su animali. La LAV(Lega Anti Vivisezione) denuncia l’aumento deitest più dolorosi, spesso effettuati senzaanestesia. I primati vengono utilizzati soprattuttoper ricerche psichiatriche senza anestesia e inesperimenti di xenotrapianto per i quali fungonoda bacini di organi da trapiantare negli esseriumani. I maiali non anestetizzati subisconostimolazioni cerebrali profonde, con elettrodi.Telethon sottolinea come in vari casi una “attentae accurata” sperimentazione su animali sianecessaria. Tuttavia vigila affinché vengaapplicata la legislazione in vigore ed accertache i ricercatori abbiano ottenuto l'autorizzazionedei Comitati Etici dei loro Istituti. «Il fatto che leprocedure vengano svolte nei termini di legge,come affermato da Telethon, non è nulla dilodevole o innovativo, ma il minimo richiestodalle norme in vigore - afferma Michela Kuan,biologa e responsabile LAV settore vivisezione- la sperimentazione animale è un erroremetodologico e proprio Telethon che ha allespalle anni e anni di raccolte fondi per la ricerca,dovrebbe impegnarsi a impiegare questi fondiesclusivamente in favore di metodi sostitutivi».Quasi tutte le associazioni per la ricercautilizzano buona parte dei finanziamenti peresperimenti di vivisezione. Lo rivela StefanoCagno, dirigente medico presso l’“OspedaleCivile” di Vimercate (Monza e Brianza) eaggiunge: «due anni fa scoprii sul sito dell’AISM(Associazione Italiana Sclerosi Multipla) chenell’anno precedente erano stati finanziati 77esperimenti su animali alcuni dei quali anchemodificati geneticamente. Una parte dei cittadiniè ignara che dando un contributo all’AIRC(Associazione italiana per la Ricerca sul Cancro),all’AISM o a Telethon finanzia la vivisezione -e conclude - ci sono moltissime ricerche Telethonsugli animali, per cui la gente li finanzia senzasaperlo». E la fantasia dei ricercatori non halimiti. Recentemente sono stati addirittura creati,nell'americana Mayo Clinic di Rochester, gattitransgenici resi fluorescenti dal gene di unamedusa. Tutte risorse ed energie che, secondogli antivivisezionisti, potrebbero essere impiegatepiù proficuamente a favore dei metodi alternativi. Marinella Robba

sulla neve.Se si raggiungesse il quorum, il risultato sarebbeapprezzabile, soprattutto perché le speciecacciabili in Piemonte si ridurrebbero a quattroe segnatamente rimarrebbero nel mirino deicacciatori soltanto lepri, minilepri, cinghiali efagiani.«Non può sfuggire l’importanza di tale riduzione:verrebbero sottratte alla caccia tutte le zoneumide, tutte le fasce montane abitate dallatipica fauna alpina, sarebbero esclusi dallacaccia tutti gli uccelli migratori - precisa RobertoPiana».Non è la prima volta che in Piemonte si votacontro la caccia. Già nel 1990 la nostra regionesi espresse in questo senso, con più del 90 percento dei voti, purtroppo però non si raggiunseil quorum a livello nazionale.La storia di questo referendum è lunga etravagliata e risale a ben 24 anni orsono, nel1987, quando vennero raccolte le firme. Sisarebbe dovuto votare l’anno seguente, nel1988, ma la Regione, che finse di recepire ilreferendum, in seguito a una nuova leggedecise di annullarlo. Il comitato promotore hada allora iniziato una lunghissima serie di causelegali e ricorsi contro la Regione Piemonte,conclusasi da poco tempo, in seguito alladecisione della Corte d’appello, che ha postofine alla battaglia legale tra i due, con il risultatoche la prossima primavera si tornerà al voto.«Ogni anno più di 200 milioni di animali vengonouccisi dai cacciatori nel nostro Paese - diceancora Roberto Piana - e non sappiamo quantisono quelli che muoiono fra atroci sofferenze,a causa di quest’att ivi tà antistorica,anacronistica, medievale e crudele».La LAC, in prima linea tra i promotori delreferendum di marzo, costituitasi nel 1978, hauno statuto che prevede anche la difesa deglianimali e si pone come trait d’union tra leassociazioni ambientaliste e quelle animaliste,occupandosi anche di benessere animale.

Flaminia Stefanucci

MONTICHIARI (Brescia) - Azione a sorpresadel Coordinamento Fermare Green Hill. All’albadi venerdì 14 ottobre cinque attivisti sono salitisul tetto del capannone 1 per impedire lapartenza dei cuccioli di cani beagle verso ilaboratori. Per ore è campeggiato lo striscione“Questo lager deve chiudere!”. Intervenuti Digose troupes televisive, la notizia ha fatto subito ilgiro della penisola attraverso il web accendendoancora una volta i riflettori sulle attivitàdell’allevamento-lager del bresciano. La reazionedel mondo politico non si è fatta attendere. LaCommissione Affari Sociali della Camera haimmediatamente approvato l'emendamento dellalegge comunitaria 2011 che vieterà lesperimentazioni dolorose senza anestesia oanalgesia e costringerà le multinazionali cheallevano animali destinati ai laboratori a chiuderei battenti.

m.r.

Servizi giornalistici sul presidio del 15 ottobre:TG1http://montichiaricontrogreenhill.blogspot.com/2011/10/tg1-del-15-ottobre-2011-la-protesta.htmlTG5 (dal minuto 31.21)www.video.mediaset.it/video/tg5/full/252994/edizione-ore-0800-del-17-ottobre.html#tf-s1-c1-o1-p1

- I-CARE Italia www.icare-italia.org/- The Cancer Project (USA) www.cancerproject.org- Dr Hadwen Trust (UK) www.drhadwentrust.org- The Humane Research Trust (UK) www.humaneresearch.org.uk

- Fondazione "Per il cuore" onlus www.perilcuore.it- LILT (Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori) www.legatumori.it

- Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare www.uildm.org- Associazione Nazionale Volontari Lotta Contro i Tumori www.mondofamiglia.it/lottatumori- LISM (Lega Italiana Sclerosi Multipla) www.lism.it- ALA (Associazione nazionale italiana Lotta all'AIDS) www.alainrete.org- ANPO (Associazione Nazionale Prevenzione Oncologica) www.anpo.it- LILA (Lega Italiana per la Lotta contro l'Aids) www.lila.itL’elenco è tratto dal sito www.novivisezione.org dove è possibile reperire ulterioriinformazioni.Per scaricare il pieghevole della campagna:www.novivisezione.org/campagne/ricerca_di_base.htm CLICCA QUI PER APRIRE LA PAGINA

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E’ risaputo: chi va in Africa prima o poi ciritorna. E’ il cosiddetto “mal d’Africa”, che puòmanifestarsi attraverso diversi “sintomi”, anchesotto forma di empatia e sensibilità nei confrontidi cuccioli indifesi e orfani. E’ accaduto ad unveterinario del trevisano, Aldo Giovannella,promotore del Pengo Life Project, un progettono profit portato avanti insieme ad ArmandoMulciri per la salvaguardia di alcune specieche in Africa sono a rischio estinzione: elefante,rinoceronte nero e bianco. «Il progetto nasceda un mio viaggio in Kenia nel marzo 2009 -ricorda Giovannella - in quell’occasione ebbila fortuna di visitare, all’interno del ParcoNazionale di Nairobi, il centro Sheldrick che sioccupa di elefanti orfani. E’ nato subito amoree sorpresa per questi cuccioli orfani, unsentimento protettivo e adottivo molto forte. Inseguito sono tornato in Africa numerose voltee mi sono sempre recato al centro». E’ stataDaphne Sheldrick e suo marito David, unaguardia del Parco, a cominciare anni fa adaccogliere ed allevare i piccoli di elefante.Insieme hanno costruito il centro che oggi siavvale della collaborazione di un buon numerodi operatori amorevoli, che seguono i cucciolicon passione 24 ore su 24. «L’elefantino arrivaterrorizzato, sconvolto, disidratato. L’assistenzaquindi è fondamentale - spiega il veterinario - Negli anni ‘70 diventavano orfani soprattuttoa causa de l b racconagg io . Ogg i ,fortunatamente, questo fenomeno in Kenia èmolto ridotto. Il cucciolo viene portato al centroSheldrick perché è caduto in un pozzo d’acqua

o un gasdotto oppure perché si è perso duranteuna battuta di caccia. Ne esistono ancora acausa della corruzione, diffusa in tutta l’Africa».Con il Pengo Life Project non solo si raccolgonomedicinali e fondi per la cura dei cuccioli, mavengono real izzati progett i f inal izzatiall’informazione e sensibilizzazione, soprattuttonelle scuole. Tante sono le iniziative in Italia.In collaborazione con l’ANFFAS di Mestre,

l’associazione che si occupa dei ragazzidiversamente abili, viene promossa l’adozionedegli elefantini, portando in piazza iniziative disensibilizzazione verso gli animali. «Si trattadi ragazzi spesso abbandonati - asserisce AldoGiovannella - che riscontrano un’analogia trala loro situazione e quella dei cuccioli orfaniessendo essi stessi accolti all’interno di unacomunità alloggio, dove vengono seguiti da

operatori che si prendono cura di loro. Questistessi ragazzi - aggiunge - all’interno di unpercorso di lavoro portato avanti da me ecoordinato dalla dott.ssa Pina Francesca,responsabile della stessa comunità, hannoadottato la splendida Sities, cucciola di circadue anni». Altra iniziativa importante è ilgemellaggio intercontinentale tra la Catholic

Primary School di Likoni a Mombasa (Kenia)e la scuola primaria A. Vespucci di MoglianoVeneto (Treviso). «Vogliamo trasmettere aigiovani e a tutta la comunità emozioni vere -spiega ancora il veterinario - un reale contattocon la natura e con la biodiversità, chesicuramente i circhi con animali non sono ingrado di offrire. L'esperienza ha suscitato neibambini grande entusiasmo - prosegue - connotevoli ricadute positive sul percorso didatticoed è stata apprezzata dalle famiglie. Attraversoil racconto avvincente e la visione dellenumerose immagini di quei luoghi, i bambini

conoscono gli animali che vivono in Kenia edil loro habitat. In questo modo comprendonol ’ importanza del la vi ta, perché sonoemotivamente coinvolti nel capire le situazionidi difficoltà che alcune specie devono affrontareanche a causa di comportamenti negatividell'uomo». La diffusione degli elefanti si ècontrapposta all’aumento della popolazioneumana, che ha richiesto la costruzione di stradespesso sulle vie di passaggio di questi grandimammiferi, senza tenere conto del loropatrimonio genetico enorme e dell’importantefunzione che svolgono dal punto di vistaecologico e della biodiversità. «L’elefante,grazie ai suoi escrementi, è un ottimo diffusoredi semi - spiega Giovannella - si pensi che dauna sua deiezione nascono 50 milioni di piante,che aumentano l’ossigeno nell’aria». Se da unlato il Pengo Life Project si rivolge ai bimbiitaliani, non dimentica i piccoli kenioti. Ifinanziamenti al progetto, infatti, sono destinatiall’acquisto di materiale scolastico e gli operatoricontrollano che i bambini del posto non lorivendano. Inoltre, vengono organizzati safarifotografici all’interno del Parco Nazionale diNairobi per mostrare gli animali selvatici aibimbi del Kenia, nella speranza che quandosaranno adulti decideranno di lavorare comeguardie forestali. «Operiamo senza volercambiare l’Africa e il suo popolo, questo è unaspetto fondamentale - sottolinea Giovannella- il progetto nasce per i bambini e fa parte delloro mondo. Per adottare un elefantino o uncucciolo di rinoceronte è sufficiente uncontributo annuale di 50 dollari, meno di 38euro, che può essere inviato direttamente achi opera sul posto. Le famiglie possonocoinvolgere i propri figli, interessarli econdividere con loro questa bellissimaesperienza grazie al fatto che vengono inviatecostantemente notizie sul cucciolo adottato. IlPengo Life Project è un progetto innovativoche ha le caratteristiche di freschezza econdivisibilità».

Marinella Robba

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Per aggiornamenti sulla missione del Pengo Life Project e per informazioni sulle adozioni:www.pengolifeproject.it/Video “E gli elefantini giocano a palla”.Gli elefanti orfani, spaventati a morte, hanno bisogno soprattutto della compagnia dei loro simili. Ilprocesso di socializzazione comincia subito dopo la guarigione delle ferite più graviwww.nationalgeographic.it/dal-giornale/2011/08/30/foto/elefanti_orfani_casa_famiglia-476426/1/

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Un piccolo ospite del centro Sheldrik

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Nelle notti di ottobre, soprattutto se si ha la fortuna di abitare incampagna può capitare di sentirli.Di colpo il cielo si anima di suoni secchi e metallici..zip..zip...zip zip;chi non li conosce si chiede che origine abbiano quegli strani suoni,difficile per chi non li conosce anche associarli a dei volatili...invecesono loro, alti nel cielo stanno passando rapidi i tordi bottacci!Sono uccellini lunghi fino a 22 centimetri, e pesano in media 80 grammi.

Arrivano dalle zone a Nord e a Nord Est dell’Europa, volando nella notteguidati dalla loro bussola biologica.Stanno andando via dal freddo, cercano località più calde dove poterpassare l’inverno.Alcuni di loro sverneranno qui in Italia, altri proseguiranno fino al NordAfrica. Non c’è una regola, se trovano un posto per loro sufficientementericco di cibo e dal clima mite si fermano, se no ripartono.Quelli che passano dal Piemonte arriveranno in Liguria, e lì molti diloro compiranno un’impresa: voleranno in mare aperto fino in Corsica,puntando poi verso la Sardegna e la Tunisia. Altri invece dalla Liguriacontinueranno lungo la direttrice Francia - Spagna - Algeria.Inf ine un’altra corrente migratoria, più r idotta, percorre interamente la nostra penisola.

Aspetteranno la primavera, per poter risalire l’Europa e tornare finalmente nei luoghi di riproduzione.Tra di loro ci sono soggetti giovanissimi: sono i piccoli nati nei boschi del Nord, dove sono stati nutriti a sazietàcon bacche, frutta, vermi e insetti; in Italia assaggeranno le nostre olive, cibo di cui sono ghiotti.Migrano di notte, dicevamo, e alle prime luci dell’alba scendono in un bosco; pochi voletti per cercare un buonposto dove rifocil larsi , e poi la boscaglia l i inghiotte e diventa quasi impossibile trovarli .

Ma purtroppo il sorgere del sole svela l’insidia: ci sono i cacciatori, arrivati col buio, che li stanno aspettando.Nascosti tra le frasche, col naso all’insù e il fucile tra le mani attendono in silenzio il loro passaggio.Oppure dentro ad un capanno aspettano di vederli accorrere ai richiami di altri tordi prigionieri nelle gabbiettesparandogli quando si posano sui rami vicini.Per non parlare dei bracconieri, che li insidiano con reti alte fino a tre metri e con trappole piene di baccheprelibate per attrarli.Affamati, disorientati e stanchi per il viaggio sono in tanti a perdere la vita nelle mattine di ottobre.

Tutto questo non ha più senso, se mai ne ha avuto. Giorgio Galletta

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LAV – sede di Firenzewww.lav.it/sedi/firenze

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IntroduzioneVista la crescente attenzione nella nostra società per l’alimentazione e le sue implicazioni sulla salute, a partire da questo numero di Pelo& Contropelo, vorremmo trattare l’alimentazione vegetariana e vegan nelle varie fasi della vita. Poichè ottobre è il mese mondiale dell’al-lattamento al seno, per seguire l’ordine cronologico dell’introduzione degli alimenti nel corso dell’esistenza partiamo dal primo vagito...

Allattamento al seno, implicazioni sulla salute, sull’ambiente, sullo sfruttamento degli animali e ...Il latte è, scientificamente, il prodotto della ghiandola mammaria dei mammiferi. E’ un alimento specie-specifico ossia ogni specie ha il suoproprio latte e utilizzare il latte di altre specie è quindi una sorta di forzatura. Il latte di donna ha 1/4 delle proteine del latte vaccino (0,9 gper 100 g anzichè 3,6), ma ha molti più zuccheri (7,2 g per 100 g anzichè 4,9). L’allattamento al seno è l’unico modo di alimentarsi davveroglobale: qualsiasi neonato in ogni parte del mondo è programmato dalla natura per essere allattato al seno.L’OMS raccomanda l'allattamento materno esclusivo per i primi sei mesi di vita del bambino, mantenendo poi il latte materno fino al secondoanno di vita o oltre (se la mamma ed il bambino lo desiderano) e introducendo gradualmente cibi complementari.La composizione del latte materno varia durante ogni poppata e man mano che il bimbo cresce, adattandosi alle esigenze delle sue diverseetà. Ricco di anticorpi ed enzimi, è immediatamente assimilabile, non ha bisogno di essere mescolato con altre sostanze o di esseresterilizzato, è sempre alla temperatura ideale, non richiede l'uso di alcuno strumento esterno.

Vantaggi per la mammaFin dalle prime 24 ore dal parto l'allattamento al seno rafforza il legame fra madre e figlio e getta le basi per una relazione fatta di affettoe fiducia, accelera il ritorno al peso forma, diminuisce il rischio di depressione post-parto, aiuta a distanziare le nascite, riduce il rischiodi cancro al seno e alle ovaie e di osteoporosi.Sono davvero rare le controindicazioni assolute all’allattamento tanto che l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) stima che soloil 2% circa delle donne possano non avere latte (agalattia), aggiungendo casi particolari possiamo arrivare al 10-12% non di più.Negli altri si tratta di mamme che passano al latte artificiale perchè non ricevono una buona informazione in gravidanza, hanno difficoltànei primi momenti dopo il parto (bimbo al nido, somministrazione di latte artificiale o glucosata in ospedale, mancato sostegno al correttoattacco al seno), non ricevono il pieno sostegno da parte del pediatra e non incontrano consulenti o mamme dei gruppi di auto-mutuo-aiutoche potrebbero sostenerle nella scelta sana e fisiologica di allattare in modo esclusivo. Ma non solo: una mamma che riceva il giustosostegno può ricominciare ad allattare anche dopo un periodo di sospensione o ad allattare in modo esclusivo, anche se aveva seguitoun allattamento misto. Basti pensare che donne che hanno già allattato - e quindi hanno la ghiandola matura - possono riprendere l’allattamentoanche dopo anni da quando hanno smesso di farlo e possono addirittura allattare in caso di adozione di neonati.

Vantaggi per il bambino«Se si rendesse disponibile un nuovo vaccino che prevenisse un milione o più di morti infantili all’anno, e che fosse oltretutto poco costoso,sicuro, somministrabile per bocca, e non richiedesse catena del freddo, diventerebbe immediatamente un imperativo di salute pubblica.L’allattamento al seno può fare questo ed altro, ma richiede una sua "catena calda" di sostegno, e cioè assistenza competente alle madriperchè possano avere fiducia in se stesse e per mostrare loro cosa fare, e protezione da pratiche dannose. Se questa catena calda si èpersa nella nostra cultura, o ha dei difetti, è giunto il tempo di farla funzionare» (1). E ancora: «Se tutti i bambini fossero allattati esclusivamentenei primi sei mesi di vita, si stima che circa 1,5 milioni di morti infantili sarebbero evitate e la salute e lo sviluppo di milioni di altri bambinisarebbe notevolmente migliore» (Unicef): l’allattamento al seno protegge il bambino dalla diarrea e dalle infezioni acute alle vie respiratorie,da asma, allergie e diabete, stimola il suo sistema immunitario ed agevola lo sviluppo neurologico.Se nei paesi a sviluppo avanzato l’allattamento artificiale è meno salutare per il bambino e più costoso per le famiglie, il problema è davverodrammatico nei paesi in via di sviluppo dove l'OMS stima che oltre un milione bambini muoia ogni anno per la cosiddetta malattia da biberon,ossia malnutrizione, diarrea e disidratazione: spesso l'acqua utilizzata per diluire il latte in polvere non è potabile, in molti luoghi è praticamenteimpossibile sterilizzare biberon e tettarelle. Inoltre, le confezioni hanno un costo altissimo (a volte raggiungono o superano metà dellostipendio familiare causando quindi denutrizione anche negli altri membri della famiglia) e le madri, nel tentativo di farle durare di più,diluiscono troppo la polvere così che i l bebè finisce per non ricevere tutto i l nutrimento di cui ha bisogno.Nei paesi a sviluppo avanzato si osserva che il bambino alimentato con latte artificiale e biberon ha un aumento del rischio, rispetto albambino allattato al seno, di enterocolite necrotizzante (nei prematuri), otite media, asma, malattie acute delle basse vie respiratorie einfezioni gastrointestinali, allergie e, in età più avanzata, diabete, malattie cardiovascolari, sovrappeso e obesità. Ma non basta!!!Il latte artificiale non è solo un nemico dei bambini e delle loro famiglie, ma anche dell'ambiente, esattamente come lo sono il latte in generalee la carne: per avere sempre terre per pascolare o per coltivare il cibo destinato agli animali, milioni di alberi vengono abbattuti, le forestevengono bruciate e tante specie di animali e piante vengono distrutte. Il processo di produzione del latte in polvere richiede quantità enormidi energia. Gli imballaggi, a loro volta, richiedono ingenti quantità di carta, cartone, metallo e plastica ed i mezzi di trasporto usati pertrasportare tali prodotti contribuiscono ulteriormente all’inquinamento.Il latte materno è sempre pronto, alla temperatura giusta, non richiede preparazione. E’ il cibo ideale, a centimetri zero e avvolto in unmorbido abbraccio.

Dott.ssa Luisa Mondo - medico chirurgo, epidemiologa, specialista in igiene e medicina preventiva

Il latte è un alimento specie-specifico,ossia ogni specie ha il suo proprio latte

e utilizzare il latte di altrespecie è quindi una sorta di forzatura

(1) A warm chain for breastfeeding. Lancet 1994;344:1239-41

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MERCIMEK ÇORBASI (ZUPPA DI LENTICCHIE)E’ un piatto tipico della tradizione turca. Una deliziosa vellutata che viene servita come antipasto, accompagnata da crostinidi pane oleato e consumata anche a colazione. Le lenticchie sono ricche di ferro e, secondo la tradizione islamica, hannoproprietà benefiche per il corpo e lo spirito.Girando in lungo e in largo la Turchia è inevitabile assaggiare diversi tipi di MercimekÇorbasi, preparata utilizzando svariati ingredienti. La si può gustare in qualsiasi ristorante, da quelli più rinomati di Istanbul ailocali delle città sull’Altopiano Anatolico, non senza prima accertarsi che non contenga ingredienti di origine animale! L’estatescorsa mi è capitato di assaggiarne una versione particolarmente saporita e ho chiesto gli ingredienti “segreti” al cuoco, cheme li ha scritti su un foglio ... in turco ovviamente! KIRMIZI MERCIMEK ÇORBASI (ZUPPA DI LENTICCHIE ROSSE)• 1 tazza di lenticchie rosse secche • 1 piccola cipolla • 1 pomodoro maturo o qualche cucchiaio di salsa di pomodoro • sale • 1 carota • 1 costa di sedano• 1 patata • 2 cucchiai di olio extravergine di oliva • 1/2 cucchiaino di pepe nero • 1/2 cucchiaino di cumino • 1/2 cucchiaino di peperoncino in polvere •1/2 cucchiaino di timo • 1/2 cucchiaino di menta seccaLavate le lenticchie. Togliete la pelle al pomodoro, alla patata e alla carota e tagliateli grossolanamente. Fate soffriggere leggermente nell’olio la cipollaaffettata molto sottilmente. Poi aggiungete le spezie (menta, origano, cumino, peperoncino e pepe nero). Se usate spezie macinate unitele fuori dal fuocoin modo da non bruciarle. Aggiungete il pomodoro, le lenticchie, la carota, il sedano, la patata, salate e coprite con 7 tazze di acqua. Fate cuocere conil coperchio fino a quando le lenticchie si disfano, poi frullate il tutto per ottenere una morbida vellutata da servire calda.YESIL MERCIMEK ÇORBASI (ZUPPA DI LENTICCHIE VERDI)Seguite il medesimo procedimento descritto precedentemente utilizzando i seguenti ingredienti:• 1 tazza di lenticchie verdi secche • 1 piccola cipolla • sale • 1 carota • 1 costa di sedano • 1 patata • 2 cucchiai di olio extravergine di oliva • 1/2 cucchiainodi peperoncino in polvere • 1/2 cucchiaino di timo • 1/2 cucchiaino di menta secca.Prima di servire aggiungere qualche goccia di succo di limone.Entrambe le ricette possono essere arricchite con cereali integrali (riso, bulgur, miglio ecc.).

Per informazioni sull’assimilazione del ferro: www.vegpyramid.info/nutrienti/ferro.htmlPer consul tare la tabel la che r ipor ta i l contenuto d i ferro d i a lcuni c ib i :www.vegpyramid.info/extern_tabs/tab_varie/ferro-tab2.htm

10 anni e sterilizzata, con un carattere timido ma dolce.Bisognosa di cure per un problema dermatologico ad unazampa.333 5451716 [email protected] [email protected] 7023654 [email protected] [email protected]@libero.it

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Piccola e dolcissima,rimasta paralizzataalle zampe posterioriin seguito ad unincidente.Può comunquecamminare conl’aiuto di un carrellino.Grazie fin d'ora a chivorrà aiutare Pallinaa vivere una vitaserena.Giovanna339 [email protected]

Taglia media, sterilizzata.Ha 10 anni, moltoobbediente, buona egiocherellona.333 [email protected]@tiscali.it335 [email protected]@[email protected]

Ciao sono Wetton, un cavallo di 31 anni pluri campione.Ormai sono un pensionato, non riesco più a saltare gliostacoli e mi volevano mandare al macello. Per fortuna hoincontrato sulla mia strada persone buone, ora sono in unRifugio in attesa di una casa definitiva. Jlenia 328 [email protected]

Molto affettuosa, 4 anni, sterilizzata,fiv e felv negativa, educata allalettiera. Un po' diffidente con glialtri gatti e con i [email protected] “scialuppa dei 4 zampe” sufb o “betta giagnorio” su fb

due fratellini vispissimi ed educati di soli 3 mesie mezzo, positivi al test per la leucemia [email protected] 6161038.

Coniglietto buttato giovanissimonel cassonetto dell'immondiziainsieme al fratello. Curioso [email protected] 346 3108968(tra le 19.00 e le 21.30)

Porcellino d’India arrivato ad agosto 2011. Recuperato daun laboratorio. Adottabile dopo la [email protected] 346 3108968 (tra le 19.00 e le 21.30)