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P E R I O D I C O D E L L A F A I T A F E D E R C A M P I N G Poste Italiane SPA - Sped. Abb. Postale DL 353/2003 (conv. INL. 27/02/2004, nª 46) ART.1 comma 1 DCB ROMA Realtà regionali: Liguria SARDEGNA: PRIMO CONVEGNO DELLA FAITA REGIONALE COME AFFRONTARE IL NUOVO ALGORITMO DI FACEBOOK ANNO XI N. 41

PERIODICO DELLA FAITA FEDERCAMPING · DI FACEBOOK ANNO XI N. 41. 3 FAITA FEDERCAMPING Via Cola di Rienzo, 285 - 00193 Roma tel. 06 32111043 - fax 06 3200830 | www. faita.it Autorizzazione

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FAITA FEDERCAMPING Via Cola di Rienzo, 285 - 00193 Romatel. 06 32111043 - fax 06 3200830 | www. faita.it

Autorizzazione del Tribunale diRoma n. 363/2006 del 29/09/2006

Direttore responsabile: Salvatore Vingiani | Redazione: Nicolcarlo Genovese,Pietro Licciardi, Andrea Spezzigu |Produzione e pubblicità: 2Kind s.r.l. - Via Arnaldo Cantani, 14 - 00166 Roma Tel. 335 5774176 [email protected]| Progetto grafico: Emilio Procopio [email protected] Impaginazione:Format Roma S.r.l. www.formatroma.it Stampa: Tipografia CSR - RomaFinito di stampare luglio 2018

La stagione 2018 è alle portee si preannuncia ricca di oc-casioni e carica di opportu-

nità. Lo confermano due fattoriconcordanti: la ripresa economicaè un dato di fatto acquisito in tuttoil centro Europa come pure inItalia, sebbene in misura minore; sul mercato interno si con-solida una ripresa della propensione al consumo di beni eservizi a discapito del risparmio. Dunque dobbiamo aspettarciun incremento di arrivi e presenze sia nazionali che esteri. Si tratta di una prognosi che potrà essere più o meno roseaa seconda dell’andamento di alcuni decisivi fattori di con-torno come il meteo e l’adeguamento dell’offerta. Sul primonulla possiamo ma il secondo ci lascia qualche margine dimanovra. Guardiamo con occhio critico alle nostre aziendee chiediamoci quanto somiglino alla peggiore o alla miglioreidea che noi stessi abbiamo dell’ospitalità che offriamo. Non si tratta di “rinfrescare” la facciata quanto piuttosto diconfezionare un prodotto e servizio che risponda con la mag-giore approssimazione possibile alle esigenze nuove delladomanda di ospitalità open air. Direte: ma io ho messo le case mobili, ho raddoppiato i ser-vizi e aumentato l’intrattenimento, quindi sto a posto! Mispiace deludervi ma non basta né può bastare perché quelloche avete fatto anche se utile all’azienda non è quello cheattrae quel di più di clientela che vorrebbe venire a soggior-nare da voi. Questi ospiti vogliono sì più spazio e migliori servizi ma vichiederanno anche un confort ambientale che sarà la sommadel verde che offrite, della sua manutenzione e della suaquantità e qualità. Avranno sentito parlare di glamping e sichiederanno se la vostra azienda lo pratica e a che condi-zioni. Vorranno avere notizie sul territorio che vi circondae sulle cose da vedere e da fare. Saranno più attenti al ri-spetto ed alla pulizia della struttura e noteranno tanto laqualità dell’accoglienza quanto l’affollamento. In una parola dovranno decidere come qualificare la vostraazienda per stabilire se tornarci e consigliarla ai loro amici. Succedeva così anche in passato, solo che oggi la potenzialitàdi un giudizio positivo o negativo è infinitamente più grandeanche solo di dieci anni fa, ma soprattutto viaggia ad unavelocità praticamente immediata. Insomma la posta si alza.Dobbiamo impegnarci di più e subito se vogliamo garantireuna prospettiva di crescita del fatturato e dobbiamo porciproblemi che fino a ieri non ci sfioravano. La qualità, la fruibilità e raggiungibilità del territorio nelquale operiamo sono diventate importanti come l’offertastessa che mettiamo a disposizione degli ospiti. In questosenso l’interessante iniziativa presa da FAITA Sardegna,

5 LIGURIA, IL TURISMO CRESCE E PUNTA ALLA DESTAGIONALIZZAZIONEa cura di Pietro Licciardi

11 CAMPEGGI E VILLAGGI, IN LIGURIA IL NEMICO È LA BUROCRAZIA

15 INVESTIRE E RIQUALIFICARE ILLEIT MOTIV DELL’OPEN AIR LIGURE

19 TURISMO ALL’ARIA APERTA IN SARDEGNA. PARERI A CONFRONTOa cura di Pietro Licciardi

27 L’OPEN AIR FATTORE DI SVILUPPO ECONOMICO E SOCIALEa cura di Pietro Licciardi

30 IL SALUTO DELLA FAITA A SALVATORE VINGIANIdi Nicolcarlo Genovese

31 SECONDO LA BANCA D’ITALIAIL TURISMO IN ITALIA TIENE

37 AUMENTANO LE PRENOTAZIONIVERSO L’ITALIA

39 COME AFFRONTARE IL NUOVOALGORITMO DI FACEBOOKdi Dario Lambarelli

44 LA SICUREZZA ALIMENTARENEI CAMPING E VILLAGGIdi Melissa Manfredini

48 PIRCHER 90 ANNI DI ESPERIENZA NELLA LAVORAZIONE DEL LEGNO

51 NON PIÙ SEMPLICI PREVENTIVIMA PIANI VACANZA

:EDITORIALE

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N. 4

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:SOMMARIO

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Il turismo in Liguria è una delleprincipali voci del bilancio eco-nomico della regione, per il suo

clima mite, la presenza di paesaggi eluoghi famosi come le Cinque terre,Portofino, Porto Venere. La sua par-ticolare conformazione geografica larende inoltre un luogo interessantee particolare, potendo passare dalmare alla montagna percorrendo sol-tanto pochissimi chilometri di strada.Infine è facilmente raggiungibile daituristi stranieri essendo ben collegatacon la Francia e distante relativamentepoche centinaia di chilometri dallecapitali nord europee. Con l’assessoreal turismo della Regione, avvocatoGiovanni Berrino, diamo un velocesguardo al comparto.

Assessore, innanzitutto un po’ dinumeri, per fornire ai lettori un qua-dro generale del turismo ligure: qualisono state le presenze e gli arrivi dituristi in Liguria lo scorso anno?«Lo scorso anno abbiamo avuto pocopiù di 4milioni 800mila arrivi, il 4,8%in più rispetto al 2016. Le presenzesono state 15milioni 98mila e anchein questo caso con un incremento ri-spetto all’anno precedente del 3,11%.A Maggio e Giugno abbiamo avutoqualche punto percentuale in menodi arrivi e presenze rispetto al 2016a causa del maltempo; il nostro turismoinfatti è ancora prevalentemente esti-vo e balneare. Tuttavia complessiva-mente c’è stato un aumento e questoè positivo».

Per quanto riguarda invece il trendturistico?«Negli ultimi anni abbiamo avuto unacostante crescita, anche se lo scorsoanno c’è stato un certo rallentamentorispetto al 2014-15. Nel 2015 l’incre-mento degli arrivi è stato del 7,83%mentre le presenze sono cresciute del

CAMPING MANAGEMENT :REALTÀ REGIONALI

LIGURIA, IL TURISMO CRESCE E PUNTA ALLA DESTAGIONALIZZAZIONE

ASSESSORE BERRINO:«LO SCORSO ANNOABBIAMO AVUTO POCOPIÙ DI 4MILIONI800MILA ARRIVI, IL 4,8% IN PIÙRISPETTO AL 2016».

CON LA CAMPAGNA ORGOGLIOLIGURIACOINVOLTI I COMUNI PER ATTRARRE IL TURISMO“ESPERIENZIALE”

Pagine a cura di Pietro Licciardi

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6,30%. Le percentuali si sono abbassatenel 2016, con un incremento del 4,38%degli arrivi e 5,37% delle presenze.Oltre la metà dei turisti che arriva nellanostra regione proviene dalle altre areedella penisola, prevalentemente dalCentro-Nord, il 55% lo scorso anno,mentre gli stranieri sono stati il 45%,con un incremento del 5,2%

Quanti sono i posti di lavoro nel tu-rismo ligure?«Il comparto turistico nella regionedà lavoro a circa 75mila persone, dicui circa il 37% lavoratori autonomi.Per incentivare contratti di lavoropiù stabili, legati anche a un’offertasempre più destagionalizzata, abbiamoaperto un bando da 1,5 milioni dieuro del Fondo strategico regionaleper bonus occupazionali, previsti dalPatto per il lavoro nel turismo. La ri-sposta da parte delle strutture ricettiveè stata eccellente: il bando è ancoraaperto, ma già 550 sono i nuovi con-tratti di lavoro stipulati. Solo nelprimo giorno di apertura del bando

avevamo capito le dimensioni delsuccesso dell’iniziativa, con oltre 300richieste di stipula di nuovi contratti.Ora che i finanziamenti sono in viadi erogazione, abbiamo la certezza diaver colto nel segno, sostenendo labuona occupazione nel comparto tu-ristico, puntando su qualità e desta-gionalizzazione, con contratti di lavoropiù lunghi e a tempo indeterminato.Il Patto prevede bonus per l’assunzioneerogati a chi stipula contratti nel com-parto ricettivo e balneare della durataminima di otto mesi, stabilizzando inquesto modo i livelli occupazionalidi un settore che ha contratti medidi poco più di cinque mesi».

Su cosa si regge il turismo ligure?Immaginiamo che in virtù della suageografia sia il mare ad avere unruolo predominante…«Nel Piano del Turismo 2020 è con-tenuta l’idea di realizzare prodotti tu-ristici differenziati. In particolare oltreal mare si individuano i borghi, chein questa regione sono numerosi e

molto caratteristici, il turismo slow,l’enogastronomia, la cultura, i camminireligiosi, l’outdoor e il trekking. Inoltre,la strategia turistica prevede la crea-zione anche di club di prodotto e cardturistiche per la fruizione integrata,a livello regionale, di percorsi tematici.Sappiamo che ancora il nostro turismoè legato in gran parte alla stagionebalneare, ma stiamo lavorando perun’offerta sempre più destagionalizzata,che coinvolga costa ed entroterra inun unico sistema».

Su cosa punta la Regione per pro-muovere e migliorare l’immagine tu-ristica della Liguria?«Da un lato contiamo di migliorareancora l’offerta dei prodotti creandomaggiori sistemi di rete. Vogliamopresentare la nostra offerta con unamigliore analisi della domanda e deimercati, promuovere e informare uti-lizzando sempre più il digitale e il web.Ad esempio a breve uscirà una nuovaapplicazione che consentirà al turistadi avere tutte le informazioni per ren-

CAMPING MANAGEMENT :REALTÀ REGIONALI

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dere piacevole ed intenso il propriosoggiorno e alle imprese di presentarele proprie offerte e servizi».

A quanto ammonta la spesa regionaleper la promozione turistica? Si trattadi una spesa rimasta stabile negli ul-timi anni o ha registrato significativevariazioni?«La promozione avviene in particolaretramite l’Agenzia di promozione tu-ristica “In Liguria”, che ha una dota-zione ordinaria per le attività promo-zionali abbastanza costante negli ultimianni di circa 1 milione di euro e unadotazione variabile che dipende dallacapacità di ottenere finanziamentiministeriali, quando disponibili, edeuropei. L’attuale giunta regionale hapotenziato, rispetto al passato, la ca-pacità di intercettare risorse europee:molti sono i progetti interregionalidei programmi Italia Francia Marit-timo e Alcotra che hanno ottenutoparere positivo e che consentirannol’avvio di azioni rivolte al turismo,alla valorizzazione delle produzionilocali, delle piste ciclabili, del circuitodi parchi e ville storiche».

Quali sono le politiche attuate e quellein programma per sostenere e incre-mentare il turismo regionale?

«Per questa estate, per valorizzare lavisita e il soggiorno in mete da ap-passionati, un po’ fuori i circuiti deigrandi flussi, abbiamo lanciato lacampagna #orgoglioliguria, coinvol-gendo tutti i Comuni. Per ogni Co-mune verranno identificati tre itine-rari di visita, ognuno contraddistintoda un colore: rosso per l’arte, blu perle curiosità, giallo per i bambini. Icolori saranno utilizzati per dipingerelinee sulla strada con una specialevernice cancellabile o pallini adesivi

là dove vi sono selciati storici. Nonsi tratta dei “soliti” itinerari da guidaturistica; la definizione dei diversipercorsi infatti è decisa dai singoliComuni. L’esperienza di vivere il ter-ritorio è suggerita quindi “dalla base”:i cittadini diventano soggetti attivinella creazione dei percorsi di visita,stimolando il racconto che poi saràdiffuso sui social. Per la prima voltasaranno gli stessi liguri a raccontarela propria terra, e a mostrare il proprioorgoglio di viverci».

“«NEL PIANO DEL TURISMO 2020 È CONTENUTA L’IDEA DI REALIZZAREPRODOTTI TURISTICI DIFFERENZIATI. IN PARTICOLARE OLTRE AL MARE SIINDIVIDUANO I BORGHI, CHE IN QUESTA REGIONE SONO NUMEROSI E MOLTOCARATTERISTICI, IL TURISMO SLOW, L’ENOGASTRONOMIA, LA CULTURA, ICAMMINI RELIGIOSI, L’OUTDOOR E IL TREKKING».

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Esiste un dialogo tra Regione e im-prese per quanto riguarda le politicheda intraprendere per sostenere il tu-rismo regionale? «Esiste un forte e continuo dialogosia con gli enti pubblici che con leimprese che hanno portato anchealla stesura e alla sottoscrizione delPatto per lo sviluppo strategico delturismo ligure firmato da oltre 170enti e dalle principali associazioniimprenditoriali in base al quale nuovie possibili finanziamenti derivantidall’eventuale introduzione dell’im-posta di soggiorno devono essere de-

stinati ad attività ed iniziative legateal turismo e comunque mediante in-tesa tra Comuni e imprese. Ricordoche la competenza della introduzionedella tassa è di ogni singolo Comune.Un altro accordo con il sistema delleimprese e sindacati ha riguardato ilPatto per il lavoro nel turismo cheprevede bonus per le assunzioni perchi stipula contratti nel comparto ri-cettivo e balneare della durata minimadi otto mesi, stabilizzando in questomodo i livelli occupazionali di unsettore che ha contratti medi di pocopiù di soli cinque mesi.

La Regione Liguria che tipo di tu-rismo intende promuovere e soste-nere in particolare? «Come detto pur continuando a pun-tare sul core costituito dal turismo bal-neare ed estivo si punta a consolidareed aumentare i prodotti turistici ditipo esperienziale, nella consapevolezzache la Liguria può riuscire ad allungarela stagione turistica avendo cura diproporre la propria offerta, che è moltovaria, a secondo della stagione e deltarget di riferimento, nella consapevo-lezza che il turista evoluto vuole semprepiù vivere esperienze personalizzate».

Come evolverà secondo lei il quadroturistico a medio e lungo termine ecome pensa la Regione di affrontarei nuovi scenari?«La domanda mondiale è costante-mente in crescita nonostante le crisipresenti in tanti scenari. Si affaccianonuovi mercati sia dal lato della do-manda che dell’offerta. La Liguria,come anche l’Italia, deve affrontarequesta affascinante sfida esaltando leproprie specificità e autenticità, mi-gliorando la propria organizzazione,la qualità della propria offerta chepresenta indubbie criticità a partiredai trasporti, ma soprattutto puntandosul fattore umano aumentando la cul-tura turistica a tutti i livelli». �

CAMPING MANAGEMENT :REALTÀ REGIONALI

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della quale troverete ampia eco in questo numero, rappresenta un validoesempio di come si può fare squadra ed affrontare insieme le difficoltà ele sfide poste dal mercato. Infine voglio ringraziare il dottor Salvatore Vingiani che ha guidato laSegreteria generale della Federazione per tre decenni rendendo alla cate-goria ed agli imprenditori un servizio di eccellente livello che ha consentitouna crescita concreta e notevole del nostro settore. Nel contempo esprimoal dottor Marco Sperapani, segretario di FAITA Lazio, gli auguri di unbuono e proficuo impegno nel nuovo ruolo di segretario nazionale di FAI-TA-FederCamping.

Maurizo Vianello

CAMPING MANAGEMENT :EDITORIALEsegue da pag.3

«ESISTE UN FORTE E CONTINUODIALOGO SIA CONGLI ENTI PUBBLICICHE CON LE IMPRESECHE HANNO PORTATOANCHE ALLA STESURA EALLA SOTTOSCRIZIONEDEL PATTO PER LOSVILUPPO STRATEGICODEL TURISMO LIGUREFIRMATO DA OLTRE 170ENTI E DALLEPRINCIPALIASSOCIAZIONIIMPRENDITORIALI»

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Barbara Bugini è la presidentedella FAITA-FederCampingdella Liguria. A lei chiediamo

di tracciare un quadro del turismo al-l’aria aperta regionale.

Rispetto ad esempio alla Francia, conla quale condividete lo stesso mare,quali sono le peculiarità del turismoall’aria aperta ligure?«Quando si parla di similitudini e dif-ferenze tra la nostra regione e la Franciaoccorre innanzitutto distinguere laLiguria di Ponente da quella di Le-vante. In effetti tra il Ponente e laCosta Azzurra non c’è una grande dif-ferenza; anzi la Costa Azzurra non èche la continuazione naturale dellaLiguria, soprattutto della provincia diImperia. La riviera di Ponente tuttavia,con un lavoro lungo iniziato neglianni Novanta del secolo scorso, hasaputo ritagliarsi un posto di grandeprestigio nel mondo dell’outdoor. Hopresente innanzitutto l’eccellenza rap-presentata da Finale Ligure, ricono-sciuta capitale europea delle vacanzeall’aria aperta. Oggi questa cittadinaesercita un richiamo internazionalenella antologia dell’outdoor e ha fattoe fa da motore trainante per le localitàvicine. Per quanto riguarda il mare,è vero, è lo stesso; ma nel nostro en-troterra abbiamo parecchi borghi trai più belli d’Italia, la nostra cucina si-curamente ha un grande appeal sullaclientela italiana e straniera e non si

contano le iniziative di carattere cul-turale e artistico. La riviera di Levante,pur essendo molto diversa, è comunquebellissima e viene identificata con leCinque Terre e Portofino che eserci-tano un richiamo mondiale. E sonoun mondo completamente diversodalla Francia».

La regione ha un potenziale ancorainespresso per quanto riguarda il tu-rismo all’aria aperta?«Sicuramente. La Liguria ha avuto finoad alcuni anni fa un quadro normativomolto arretrato che trascurava unaparte molto importante della domandadi turismo all’aria aperta: il villaggioturistico. Nella più recente normativa,entrata in vigore a partire dal 2011,l’unica soluzione abitativa che potevaadattarsi alla tipologia del villaggio tu-ristico erano i bungalows, soggetti aconcessione edilizia. Ma si trattava diuna possibilità praticamente inattuabile,vista la diffidenza delle pubbliche am-ministrazioni sistematicamente mostrataverso i progetti presentati dalle aziende.Oggi la normativa regionale prevedela possibilità di installare case mobilie prefabbricati senza dover richiederealcun titolo edilizio. Purtroppo però ilvincolo paesaggistico e ambientale cheinteressa il 95% delle strutture, continuaa condizionare i progetti di adegua-mento e di sviluppo delle strutture ri-cettive open air».

Quali sono i rapporti degli imprenditoridel turismo all’aria aperta con la Pub-blica Amministrazione? Regione edenti locali sono consapevoli del po-tenziale e del contributo che l’openair dà al turismo comportandosi diconseguenza?«Per quanto riguarda la Regione dopoun lungo periodo di trattative e di di-scussioni circa la possibilità di coglierele nuove opportunità del mercato ci

CAMPING MANAGEMENT :REALTÀ REGIONALI

CAMPEGGI E VILLAGGI,IN LIGURIA IL NEMICO È LA BUROCRAZIALA FAITA REGIONALE IN TRINCEA CON GLIIMPRENDITORI PER FAR CRESCERE L’OFFERTADELL’OPEN AIR IN UNA REGIONE DAL GRANDEPOTENZIALE TURISTICO

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BARBARA BUGINI(FAITA): «LA RIVIERA DIPONENTE, CON UNLAVORO LUNGOINIZIATO NEGLI ANNINOVANTA DEL SECOLOSCORSO, HA SAPUTORITAGLIARSI UNPOSTO DI GRANDEPRESTIGIO NEL MONDODELL’OUTDOOR».

a cura di Pietro Licciardi

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sono state delle aperture nei confrontidelle nostre richieste. Questo graziead un lungo e importante confrontoal quale gli uffici tecnici si sono prestati.L’atteggiamento a livello locale - miriferisco alle amministrazioni comunali- è leggermente cambiato ma se devorispondere con sincerità, no, in lineadi massima scontiamo ancora l’ideache quello all’artia aperta è un turismodi serie B, nonostante i grandi cam-biamenti che tante strutture hannooperato. Spesso abbiamo la sensazioneche vi sia maggiore considerazione performe di ricettività relativamente nuovecome i bed and breakfast, gli apparta-menti ammobiliati, gli agriturismi ole aree di sosta, piuttosto che per icamping e i villaggi».

Il motivo di questa incomprensione? «Temo che il motivo sia da ricercaresempre nella poca conoscenza che siha del settore e del conseguente pre-giudizio culturale che noi dell’open airscontiamo. Faccio un esempio: abbiamoragionato insieme alla Regione permesi sui requisiti per la nuova classi-

ficazione delle strutture riconoscendoanche la necessità di un lifting per al-cune nostre aziende ma nel frattempoi Comuni continuano a istituire areedi sosta per camper che si comportanocome vere e proprie strutture abusivefacendo concorrenza sleale a queglioperatori che rispettano le regole. Daparte nostra non ci siamo sottratti aicontrolli, subendo anche le eventualisanzioni ma quando chiediamo gli

stessi controlli sulle aree di sosta dif-ficilmente si trova l’organo competentead indagare. Intanto dobbiamo assisterea camperisti che anziché per le 36 orepreviste campeggiano per settimaneo addirittura per tutta la stagione».

Subite disparità di trattamento rispettoagli alberghi?«Giudicate voi. Dopo le nostre con-tinue pressioni la Regione ha varatoqualche mese fa un bando per il finan-ziamento della nostra categoria. Quelladi approvare bandi dedicati a ciascunacategoria ricettiva al momento dellaclassificazione è stata una scelta politicadell’assessore precedente. Ebbene,mentre per il settore alberghiero il li-mite massimo ammissibile dell’inter-vento è stato di 600mila euro, con unostanziamento complessivo di 12 milionidi euro, per l’aria aperta si parla di80mila euro a struttura, con uno stan-ziamento complessivo di un milionedi euro per tutte le strutture liguri, chesono circa 160! Il bando ci è stato pre-sentato come un bando per la “riqua-lificazione” della categoria…»

CAMPING MANAGEMENT :REALTÀ REGIONALI

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I COMUNICONTINUANO AISTITUIRE AREE DISOSTA PER CAMPERCHE SI COMPORTANOCOME VERE EPROPRIE STRUTTUREABUSIVE FACENDOCONCORRENZA SLEALEA QUEGLI OPERATORICHE RISPETTANO LEREGOLE.

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Quali sono le criticità dell’open airregionale e quali interventi occorre-rebbe fare per agevolarne lo sviluppo? «Oggi in Liguria c’è un incrementodella richiesta di posti per il turismoitinerante e in villaggi turistici e conquesto intendo l’affitto di mezzi dipernottamento messi a disposizionedel gestore. Soddisfare queste richiesteperò è affatto semplice per una seriedi fattori. Innanzitutto per la morfo-logia del territorio, caratterizzato daterrazzamenti non sempre o non com-pletamente carrabili; il che rappresentauno scoglio difficilmente superabileIn secondo luogo vi è una difficoltàoggettiva a offrire posti letto tipo vil-laggio turistico a causa dei vincolipaesistici. La normativa regionale vi-gente, nel rispetto delle disposizioniattuative della LR32/14, prevede lapossibilità di installare case mobili eprefabbricati senza dover ottenerepreventivamente l’autorizzazione edi-lizia. Purtroppo però anche la Liguriasconta pesantemente il problema na-zionale legato alla richiesta di valu-tazione paesaggistica laddove vi siail vincolo. Dal momento che il 95%delle nostre strutture sono sottopostea vincolo l’installazione di case mobilie prefabbricati rimane condizionatoall’autorizzazione. Che per certi versiè ancora più difficile da ottenere diquella edilizia».

Addirittura più difficile? Eppure par-liamo di strutture leggere e su ruote…«La licenza edilizia dipende da un al-goritmo matematico che assegna uncerto indice al terreno edificabile, inbase al quale è possibile costruire uncerto numero di metri cubi. La licenzapaesaggistica invece dipende da criterimeramente soggettivi. Il sovrainten-dente di turno, a propria discrezione,decide se e cosa autorizzare in base allapropria personalissima valutazione. Sisono verificate situazioni paradossaliin cui cambiato il sovraintendentesono state stravolte anche le regoleestetiche da questi dettate. Gli sportelliunici poi hanno tempi biblici, anchese sulla carta l’iter dovrebbe esaurirsientro novanta giorni, e l’esito non èquasi mai scontato. Tutti i lacci e lac-

ciuoli burocratici che in teoria dovreb-bero tutelare il territorio fanno sì chel’offerta da parte dei campeggi e villaggi Non riesce a stare dietro alla velocitàcon cui cresce la domanda»

Qual è la politica che la Faita regionalesta seguendo in questo momento o in-tende seguire per sostenere il settore?«Proprio tenendo conto di quanto hoappena detto la Faita nel recente in-contro con l’assessore ha chiesto dipotere avere degli incontri anche conla sovraintendenza assieme agli ufficituristici regionali. Speriamo in questomodo di riuscire a spiegargli una voltaper tutte cosa effettivamente è unacasa mobile e cosa significa per il nostrosettore e per l’economia della regionepoterle istallare in numero sufficiente.Il mercato della casa mobile, come or-mai quello del glamping è in continuaevoluzione e sul mercato ci sono unagamma di soluzioni che rispondonopiù o meno a tutte le esigenze esteti-co-stilistiche quindi non si può accet-tare che dei progetti di investimentonel settore vengano rifiutati perché lesovraintendenze chiedono di sviluppare

progetti assurdi, irrealizzabili per lestesse case produttrici. E questo avvienespesso. Tutti gli operatori del settoreche si imbarcano in progetti di riqua-lificazione si lamentano dei tempi bu-rocratici lunghi e della confusionenelle competenze. Non di rado gli spor-telli unici dimenticano di chiamare aitavoli enti competenti ad esprimerepareri, privando l’imprenditore dellacertezza che, una volta approvato ilprogetto, l’investimento vada a buonfine. La Faita in questo è sempre moltopresente. Ha un filo diretto con l’as-sociato e cerca di fare da filtro tra am-ministrazioni e imprenditori per age-volare la comprensione della materia,spesso ignorata dagli stessi tecnici diparte. La speranza è che nel prossimofuturo la stessa “educazione” che fac-ciamo dalla nostra parte la Regione lafaccia sulle amministrazioni locali».

Qual è il livello delle strutture openair liguri rispetto a quelle ad esempiofrancesi o spagnole per quanto riguardaservizi alla clientela, dotazioni…«Francamente a questa domanda è dif-ficile rispondere. Bisognerebbe tenereconto del fatto che la maggior partedei camping liguri ha due stelle e questoa causa di quanto ho detto prima ri-guardo la difficoltà di adeguare le strut-ture a causa della burocrazia. Si trattanella maggior parte dei casi di strutturepiccole o medio piccole a conduzionefamiliare, nate negli anni ’70, che oggiattraversano un cambio generazionale.Sicuramente siamo in ritardo rispettoalla Francia e alla Spagna e le stiamorincorrendo ma ce la stiamo mettendotutta per recuperare». �

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TUTTI GLI OPERATORIDEL SETTORE CHE SIIMBARCANO INPROGETTI DIRIQUALIFICAZIONE SILAMENTANO DEI TEMPI BUROCRATICILUNGHI E DELLACONFUSIONE NELLECOMPETENZE.

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In questa breve escursione alla co-noscenza del turismo all’aria apertaligure non può mancare la voce

di un imprenditore. La scelta è cadutasu Stefano Diomedi, direttore delcampeggio e villaggio “C’era una vol-ta” di Villavova di Albenga, in pro-vincia di Savona. La struttura è nell’entroterra, a quin-dici minuti di auto dalle spiagge diAlassio, e dispone di un ristorante-pizzeria, un centro benessere con sau-na, idromassaggio, bagno turco, campo

da calcio e calcetto, una attrezzatissimapalestra, sala giochi e supermarket.Per quanto riguarda le soluzioni abi-tative il villaggio mette a disposizionedei suoi ospiti la gamma completa:dalle piazzole attrezzate per tende,camper e roulotte, alle case mobili,ai bungalow. Diomedi è poco più che cinquantenneed ha iniziato la sua carriera di ope-ratore dell’open air da ragazzo, quandofaceva l’aiuto bagnino fin dai tempidelle superiori, quando frequentava

ragioneria ad Albenga. La sua attivitàmanageriale è però iniziata nel 1990portando nuove e importanti modi-fiche al campeggio fondato negli anniSessanta da Pierfranco Diomedi eGiovanni Fiori.Grazie a Stefano sono state rinnovatele unità abitative con l’acquisto dipiù moderne e funzionali case mobili,sono state costruite le piscine, pergrandi e piccoli, essenziali per un vil-laggio che dista sei chilometri dal ma-re, pur essendo immerso nel verde ein posizione panoramica; una veraterrazza sul mare della Liguria. In ognicaso un servizio navetta in luglio eagosto collega il camping con lo sta-bilimento convenzionato a Laigueglia. In pochi anni c’è stata una vera e pro-pria svolta rispetto alla precedentegestione, poiché sono state realizzateanche le attrezzature sportive, unafunzionale area giochi per bambini esoprattutto sono state introdotte lenuove tecnologie, con il collegamentointernet. Insomma, il “C’era una volta”si è perfettamente adeguato alla nuovae più esigente domanda che ha pro-fondamente influenzato il mercatonell’ultimo ventennio del secolo scor-so, con la definitiva uscita dalla faseancora avventurosa e preferibilmentespartana del “fare campeggio” carat-teristica di una volta.A Stefano Diomedi, con una espe-rienza ormai quasi trentennale nelsettore chiediamo:

Come è cambiato il turismo all’ariaaperta in Liguria rispetto al passatoe quali sono state le tappe fonda-mentali di questo cambiamento?«Il mercato all'aria aperta in Liguriasi è dovuto riqualificare in tutti i set-

CAMPING MANAGEMENT :REALTÀ REGIONALI

INVESTIRE E RIQUALIFICARE IL LEITMOTIV DELL’OPEN AIR LIGURE

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INTERVISTA A STEFANO DIOMEDI, DIRETTORE DEL VILLAGGIO “C’ERA UNA VOLTA” DI VILLANOVA DI ALBENGA

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tori. I nostri clienti hanno cominciatoa chiedere servizi, e quindi campeggie villaggi, sempre più di qualità, ilche ha voluto dire offrire loro abita-zioni con doppie camere, doppi bagni,aria condizionata, internet… Le tappeche hanno scandito questa evoluzionesono state un po’ le stesse che hannointeressato tutto il mercato italiano,in questo influenzato dalle tendenzee dalle richieste della clientela so-prattutto straniera, proveniente dapaesi in cui l’open air ha una tradizioneben più consolidata»

Su cosa intende puntare per man-tenere la sua azienda al passo con ladomanda?«Anche in questo caso è necessarioseguire quello che è il trend della do-manda, che oggi è vuole sempre mag-giore confort ma ha anche più atten-zione verso l'ambiente. Da una partequindi abbiamo la necessità di am-modernare costantemente i moduliabitativi, dall’altra di curare la ma-nutenzione del verde e adottare il più

possibile tutti quegli accorgimentiche rendono evidente alla clientelacome fare vacanze all’aria aperta ècompatibile con la natura. Ciò signi-fica fare attenzione a come si raccol-gono e si smaltiscono i rifiuti, a comesi utilizza l’energia evitando gli sprechio fonti inquinanti, e via elencando.

Le sue scelte in termini di investi-menti sono frutto di una valutazionepersonale del mercato, oppure ri-specchia il “comune sentire” deisuoi colleghi?«L’attenzione principale è rivoltaverso la clientela, che cerchiamo diassecondare il più possibile. Da unpunto di vista imprenditoriale è perciòimportantissimo saper ascoltare le ri-chieste e anche prevenire gusti e de-sideri. Da questo punto di vista nonsi deve mai abbassare la guardia e dareniente per scontato».

Qual è la percentuale dei ricavi azien-dali che vengono destinati ai nuoviinvestimenti? Come è variata questa

percentuale negli anni e cosa ha in-fluito su queste variazioni?«Nel nostro campo bisogna investirecontinuamente, altrimenti si esce fuorimercato. Difficile quantificare perchévi sono molte variabili da prenderein considerazione, ma non c’è dubbioche parliamo di parti rilevanti»

In base alla sua esperienza imprendi-toriale cosa occorrerebbe fare per con-servare e accrescere le quote di mercatoturistico open air in Liguria?«Non parlerei solo di open air ma diturismo in generale. Quello che occorresono sempre le stesse cose e valgononon solo per la Liguria ma per tuttoil Paese. Prima di tutto bisogna inve-stire nella viabilità, perché senza lestrade, le ferrovie, gli aeroporti i turistinon arrivano. E non si tratta neces-sariamente di costruire e cementificare,specialmente in una regione orogra-ficamente non facile come la nostra,ma anche soltanto rendere maggior-mente efficienti le strutture esistenti,magari con una migliore manutenzio-

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ne. Altro aspetto delicato è la promo-zione, sia regionale, che nazionale,dal momento che nel Mondo nontutti sanno cos’è e dove sta la Liguriama tutti conoscono benissimo l’Italiae le sue innumerevoli bellezze».

Quali sono, secondo lei, le caratte-ristiche del turismo all’aria apertaligure, e in cosa si differenziano ri-spetto ai diretti concorrenti? Pen-siamo alla Francia, ad esempio.«Non possiamo paragonarci alla Fran-cia. Per spiegarlo faccio un piccoloesempio: solo di IVA pagano la metàdi noi italiani. Inoltre gli imprenditorifrancesi devono combattere contromeno burocrazia e hanno molta piùlibertà di azione. La nostra realtà im-prenditoriale al contrario è gravata damolti vincoli e richiedere un permessospesso si trasforma in una odissea, conperegrinazioni da un ufficio all’altro.Senza parlare del fatto che non di radola stessa burocrazia è incapace di fornirerisposte chiare per ottemperare a normeche essa stessa impone».

Il suo villaggio e campeggio è abba-stanza distante dal mare, che imma-giniamo sia una delle principali at-

trattive della regione. Come ha in-fluito questo sulla sua gestione epromozione aziendale?«La distanza non necessariamente èun handicap per i nostri affari. Cer-tamente questo ci obbliga ad investiredi più, sia in servizi che in pubblicità.Il campeggio sorge su antichi terraz-zamenti e da qui si gode di una stu-penda vista sul mare ma questo ov-viamente non può sostituire del tuttola spiaggia, che comunque abbiamo

sotto forma di convenzione; per questoabbiamo dovuto costruire ben quattropiscine adatte agli adulti e ai bambini.Anche la comunicazione è per noipiù impegnativa, perché dobbiamoconvincere i potenziali clienti che pursenza un arenile annesso il relax, è as-sicurato. Anzi, la quiete è anche mag-giore e comunque non si soffre la noiaperché oltre all’ animazione abbiamola possibilità di impegnare i nostriclienti in numerose attività». �

“«IL MERCATO ALL'ARIA APERTA IN LIGURIA SI È DOVUTO RIQUALIFICARE IN TUTTII SETTORI. I NOSTRI CLIENTI HANNO COMINCIATO A CHIEDERE SERVIZI, E QUINDI CAMPEGGI E VILLAGGI, SEMPRE PIÙ DI QUALITÀ»

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Il 17 Aprile a Cagliari si è svoltoil primo convegno dedicato all’openair organizzato e patrocinato dalla

FAITA FederCamping Sardegna daltitolo “Campeggi e villaggi all’ariaaperta: una grande opportunità peril turismo sardo”. Tra gli ospiti rap-presentanti del mondo politico re-gionale, imprenditori ed espertiHa aperto i lavori Giuseppe Vacca,presidente di FAITA FederCampingSardegna, il quale ha sottolineato co-

me per la prima volta con il convegnosi è parlato del comparto turistico del-l’isola, una realtà che esiste e generanotevoli ricadute sull’economia re-gionale come dimostrano appunto idati contenuti nel Rapporto presentatonel corso del convegno. Pertanto «tut-ti gli operatori del settore devono la-vorare in squadra per creare nuoveopportunità e attrarre sempre più tu-risti», ha proseguito il presidente, «lanostra isola infatti per la bellezza del

suo mare, la ricchezza degli ambientinaturali, la tipicità dei prodotti eno-gastronomici e l’enorme patrimoniodi tradizioni, deve poter giocare daprotagonista in questa partita». Vaccaha poi rivolto un appello alle istitu-zioni, chiedendone il coinvolgimentoe un confronto in vista delle sceltevitali per il settore turistico che de-vono essere fatte a breve. In particolareoccorre risolvere il nodo dei trasporti,i cui prezzi devono risultare più con-

CAMPING MANAGEMENT :POLITICHE DEL TURISMO

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TURISMO ALL’ARIA APERTA IN SARDEGNA.PARERI A CONFRONTONEL PRIMO CONVEGNO DELLA FAITA REGIONALESULL’OPEN AIR HANNO PARLATO POLITICI E“ADDETTI AI LAVORI” RICONOSCENDO IL RUOLOIMPORTANTE DEL COMPARTO

a cura di Pietro Licciardi

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venienti, sia nei mesi estivi che inquelli subito precedenti e seguentila stagione balneare. «Se lavoreremotutti assieme con una strategia con-divisa», ha concluso il presidentedella FAITA Sardegna, «sono sicuroche possiamo superare le difficoltà egarantire un futuro sereno alle nostreattività nonché una ulteriore crescitaeconomica per la nostra terra».Da parte sua Barbara Argiolas, asses-sore al turismo della Regione auto-noma della Sardegna, ha riconosciutoche i campeggi «svolgono un ruolostraordinario e utile nel costruirel’idea di sostenibilità che la Regioneha in mente per la nostra isola». Mal’assessore ha anche ricordato la re-sponsabilità che grava sugli impren-ditori dell’open air, le cui strutturesorgono nei luoghi più belli dellacosta, spesso a ridosso delle spiagge.La preoccupazione per la salvaguardiadel paesaggio e la volontà di rispettarloil più possibile talvolta è motivo diincomprensioni, ritardi e complica-zioni amministrative, «per questo»,ha proseguito la Argiolas, «definireciò che i campeggi sono e possonodiventare debba essere indicato inuna legge urbanistica che rappresentiun piano strategico di più ampio re-spiro rispetto a una legge sul turismo».Anche l’assessore ha dunque proposto«un confronto, anche serrato e pun-

tuale, per capire chi nello sviluppopuò starci dentro e chi no. In questosenso penso che FAITA sia un inter-locutore autorevole con cui ragionare

e mettere insieme due obiettivi: quellopubblico di salvaguardare e valorizzareil territorio e quello privato miratoad ampliare un turismo di qualità».Sempre sul versante istituzionale an-che l’assessore al turismo del Comunedi Cagliari, Marzia Cilloccu, ha ri-conosciuto l’importanza che ha peril territorio il turismo all’aria apertae anche che i campeggi cambiano ecrescono. Oggi non si può più pensaread aree popolate da sole tende e cam-per, come qualche decennio fa, madare spazio anche a soluzioni nuovee di tendenza, come il “Glamping”.Per questo, sempre secondo l’assessoreCilloccu, «la formula del campeggioè soprattutto un modo per far cono-scere ai turisti, italiani e stranieri, leeccellenze del nostro territorio, sianoesse le spiagge, la natura, i tesori cul-turali o la qualità enogastronomica».A questo proposito la rappresentantedel Comune capoluogo ha illustratoil progetto che si sta lanciando a Ca-gliari per collegare l’area di via SanPaolo, dove sorgono i principali cam-ping cittadini, al centro città e all’-hinterland mediante una rete di pisteciclabili. Il progetto intende non sol-tanto andare incontro agli ospiti deicampeggi che apprezzano particolar-mente la sostenibilità ambientale fa-vorendo gli spostamenti sulle ecolo-giche e rilassanti due ruote, ma anchevalorizzare i quartieri periferici, daiquali far transitare i turisti.Giuseppe Porcedda, presidente del-l’Ente bilaterale per il turismo dellaSardegna, si è detto «orgoglioso dipartecipare all’incontro sul turismoall’aria aperta» e di farlo come rap-presentante di un ente che raccoglieoltre quattromila aziende e venticin-quemila lavoratori. Gli Ebt, tra cuiquello sardo, rappresentano quindiun sostegno reale per il comparto for-nendo tutta una serie di servizi adaziende e lavoratori che possono con-correre alla crescita complessiva delturismo regionale.Al convegno, come accennato, hannopartecipato anche “addetti ai lavori”,che hanno offerto il loro contributotecnico-professionale. Tra questi Ste-fano Landi, presidente di SL&A tu-rismo e territorio, nonché docente

CAMPING MANAGEMENT :POLITICHE DEL TURISMO

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GIUSEPPE VACCA FAITASARDEGNA: «TUTTI GLIOPERATORI DELSETTORE DEVONOLAVORARE IN SQUADRAPER CREARE NUOVEOPPORTUNITÀ EATTRARRE SEMPREPIÙ TURISTI».

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alla Università Luiss Guido Carli, cheha portato all’attenzione come l’offertaturistica, sia ricettiva che di servizi,si trova di continuo a fronteggiarecambiamenti di domanda, di tecno-logie, di competizione e competitori.Un po’ ovunque le forme tradizionalidi vacanza, che si identificavano conla villeggiatura, trovano evoluzioniin direzioni diverse e talvolta inaspet-tate. Inizialmente, all’inizio del mu-tamento, c’erano ad esempio le va-canze multiple e motivazionali, poisono arrivate le micro-vacanze; adessoè il momento delle vacanze esperien-ziali. «La questione è che cambianocostantemente i gusti e le passioni»,ha detto ancora Landi, «e ciò avvienepiù velocemente di quanto riescanoil più delle volte a fare le imprese.Campeggi e villaggi sardi, in questosenso, hanno un grande spazio di cre-scita, e sono quindi chiamati a rico-prire un ruolo diverso da quello disemplici fornitori di spazio attrezzato.Ad una domanda di sostenibilità, diesperienze, di mobilità “green”, si deverispondere con proposte adeguate per

offrire sempre più soddisfazione e fe-deltà».Per il professore Carlo Marcetti, do-cente di politiche per il turismo al-l’Università di Sassari, una lettura dellecaratteristiche dell’offerta ricettivanell’isola e delle sue più recenti evo-luzioni è utile per coglierne le dina-miche, il livello di reattività e le ca-pacità di interpretazione delle “esigenze”della domanda turistica. «Nella ricet-tività, soprattutto extralberghiera enella tipologia dei campeggi», ha dettoMarcetti, «sembra cercare risposte diaccoglienza e di vacanza un segmentocrescente del turismo all’aria apertaper il quale l’isola, nel suo patrimonionaturale, avrebbe molteplici risorse da

porgere e risposte da offrire ad un vi-sitatore mai banale e disattento, menoallineato all’accettazione di offerte va-canza di tipo standardizzato». L’offertaricettiva della Sardegna, alberghieraed extralberghiera, tuttavia si propone– sempre secondo il docente dell’Uni-versità di Sassari - con interpretazionie risposte differenziate, probabilmentepiù rispondenti a singole scelte di mi-crocosmi aziendali piuttosto che a ra-gionate valutazioni ed orientamentidi sviluppo del sistema turistico. Sitratta di soluzioni deboli ai fini del-l’intercettazione della domanda internaed internazionale, i cui elementi ca-ratterizzanti si evolvono, ancor più inquesti ultimi anni, con una riconosciutarapidità ed alla quale i soggetti pubblici

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BARBARA ARGIOLAS,ASSESSORE AL TURISMODELLA SARDEGNA: «I CAMPEGGISVOLGONO UN RUOLOSTRAORDINARIO E UTILE NEL COSTRUIRE L’IDEA DI SOSTENIBILITÀ CHE LA REGIONE HA IN MENTE PER LA NOSTRA ISOLA».

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e privati, che possono incidere sullepolitiche dell’offerta, è necessario chediano risposte tempestive ed adeguate“rispondenti al tempo” ed al mercato,che con sempre maggiori urgenze lipropone e li sollecita. Sempre tra gli “addetti ai lavori” l’in-tervento di un imprenditore, TerzoMartinetti, che oltre ad essere direttoredel Camping Village di Cesenatico èanche vicepresidente della FAITAEmilia Romagna, regione tra le più“gettonate” dal turismo italiano e stra-

niero. Per Martinetti l’offerta dei cam-peggi e dei villaggi rappresenta un va-lore aggiunto per tutto il comparto tu-ristico poiché se vi è ancora concor-renza tra hotel e campeggi questa esistesolo in teoria, perché in pratica siritrova solamente per una quota mar-ginale dei soggiorni mentre in realtàl’open air concorre ad incrementare laquantità complessiva e la qualità deiclienti e delle presenze. E questa è lavera chiave di volta. Campeggi e vil-laggi portano nuovi e più numerosi

turisti promuovendo il territorio, of-frendo vacanze all’insegna della bal-neazione, della storia, della cultura,della gastronomia; dando la possibilitàdi praticare sport e offrendo soluzioniabitative nuove e alternative alla ca-mera di albergo, le casemobili o le casetenda emozionali. «L’attenzione ai ser-vizi per la clientela deve essere spa-smodica», ha proseguito Martinetti,«perché il cliente è l’investimento mi-gliore per il futuro dell’azienda. La no-stra esperienza, in due camping villagea Cesenatico, mostra che con una in-tensa politica di promozione e di ven-dita si riescono a coprire cinquemilasettimane di vacanze in case mobiliall’anno, quindicimila settimane inpiazzole, ad avere ottocentomila pre-senze annue, con seimila presenze algiorno, oltre a case mobili occupateper sedici settimane all’anno in media.Per farlo promuoviamo un sito web,che produce trentamila e-mail univo-che all’anno - cento al giorno - e con-tattiamo i turisti con quarantamila te-lefonate, tra ricevute ed effettuate».Il vicepresidente della FAITA EmiliaRomagna, ha concluso il suo interventoinvitando la Sardegna a migliorare lapropria rete di trasporti e a far colla-borare hotel campeggi, villaggi, extra

CAMPING MANAGEMENT :POLITICHE DEL TURISMO

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MAURIZIO VIANELLO,PRESIDENTE NAZIONALEFAITA: «PERAUMENTARE ILNUMERO DEGLI OSPITIE PER FIDELIZZARLIOCCORREINTERVENIRESULL’HARDWAREAZIENDALE, IN UNAPAROLA SULLANATURA E QUALITÀDELLA OFFERTA,RAFFINANDOLA ECARATTERIZZANDOLA».

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alberghiero per incrementare i viaggiverso l’isola, perché e questo obiettivosarà raggiunto tutti ne avranno deivantaggi e il futuro sarà migliore.Dopo l’imprenditore del turismo all’ariaaperta è stata la volta della rappresen-tante degli albergatori: Paola Manca,presidente di Federalberghi Sardegna,la quale ha ricordato che i pilastri sucui si poggia l’ospitalità in Sardegnasono tre e sono stati stabiliti dal testounico approvato lo scorso anno dallaRegione. Tutti allo stesso modo con-corrono allo sviluppo turistico dell’isolae se le strutture ricettive all’aperto,campeggi e villaggi, rispondono alleesigenze di una fetta di visitatori checoncepiscono la vacanza come espe-rienza del territorio e della natura, tut-tavia sono complementari alle altredue gambe del turismo sardo. Pertanto,ha proseguito Manca, «come nel settorealberghiero ed extra alberghiero, anchele attività all’aperto devono seguireun faro fondamentale: la qualità deiservizi offerti e il rispetto per la filosofiadi fondo che li contraddistingue, ovvero

il legame con la natura e il territorio».Per questo motivo non si può consen-tire che il carico antropico, che pesain particolare nella stagione estiva,stravolga l’essenza stessa del turismolegato ai campeggi e ne penalizzi for-temente la qualità. «Chi sceglie la va-canza all’aperto cerca spazio vivibilee godibile; in sostanza più qualità eservizi» ha concluso la presidente re-gionale di Federalberghi secondo laquale tutto ciò può essere garantito setutti agiscono nel pieno rispetto delleregole, che devono essere uniformi neiprincipi guida e negli obiettivi pertutte le tipologie di ricettività. Fermorestando l’obiettivo comune di tuttigli operatori turistici di rendere la Sar-degna una meta turistica ambita perla maggior parte dei mesi dell’anno eda tutti i mercati internazionali.A parlare di turismo all’aria apertanon poteva mancare un rappresentantedella galassia ambientalista, tra gliospiti pertanto Sebastiano Venneri,responsabile turismo di Legambientenazionale, secondo il quale «scom-

mettere sull’accoppiata verde e naturanel turismo in realtà significa vincerefacile»; specialmente se si presta fedeai trend nazionali e internazionali cap-tati e segnalati dai diversi osservatòri.Cresce infatti la curva del turismo gre-en, mentre cala inesorabilmente quellache registra le vacanze tradizionali, ilche significa, secondo Venneri, chela prossima potrebbe essere l’estatepiù “verde” di sempre, quella durantela quale saranno vendute più vacanzea piedi, in bicicletta o in canoa, cheavrà fatto registrare il boom degli agri-turismi e quello delle vacanze nelleaziende agricole biologiche. Le vacanzeattive non solo fanno bene a chi lepratica, ma sono utili soprattutto peril territorio. Per il rappresentante diLegambiente ad esempio disegnareun percorso ciclabile significa creareuna rete fra le infrastrutture turistichecollegate da quell’itinerario; significa,in altri termini, fare sistema. Ministerodelle infrastrutture e ministero del tu-rismo hanno individuato oltre centoimmobili lungo i percorsi ciclopedonali

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che l’Agenzia del Demanio sta prov-vedendo ad affidare a cooperative digiovani perché ne facciano attività alservizio del turismo slow. È estrema-mente positivo per Venneri dunqueche da un’idea di dismissione di benipubblici che mira a fare cassa con lavendita a privati si cerchi di passareda una prospettiva di vendita a privatidei beni pubblici ad una prospettivadi utilizzo degli stessi per creare lavoroe accompagnare lo sviluppo del turismo“lento”. La sua conclusione è che an-che partendo dal modo di fare vacanzae turismo è possibile cominciare acambiare il volto del Paese.A tirare le somme del primo convegnodedicato all’open air “Campeggi e vil-laggi all’aria aperta: una grande op-portunità per il turismo sardo” è statoil presidente nazionale di FAITA-Fe-derCamping, Maurizio Vianello, se-condo il quale per aumentare il numerodegli ospiti e per fidelizzarli occorreintervenire sull’hardware aziendale,in una parola sulla natura e qualitàdella offerta, raffinandola e caratte-

rizzandola, o per utilizzare un efficaceanglicismo, “customerizzandola” semprepiù. Senza dimenticare che al centrodel successo del turismo all’aria apertapermane il fatto che nella stragrandemaggioranza dei casi gli ospiti scelgonocampeggi e villaggi perché là sono acontatto con la natura. Per il presidentenazionale della FAITA quindi «è op-portuno e produttivo concentrare ognisforzo per migliorare questo specificoaspetto della nostra offerta. Una spe-cificità che rappresenta il nostro migliorvantaggio per affrontare le sfide delleprossime stagioni turistiche». La Fe-derazione, ha assicurato Vianello, in-

coraggerà questa attenzione con stru-menti formativi, con incontri e semi-nari mirati per gli imprenditori, construmenti di comunicazione dedicatied attraverso iniziative più complessecome le fiere campionarie di settore,il lobbying istituzionale, la promozionedel mondo del turismo all’aria apertapresso segmenti specifici della domandainterna ed estera, la sensibilizzazioneed il sostegno alle associazioni regionalinell’ottica perseguita nell’ultimo de-cennio di incoraggiare e contribuirealla crescita ed alla maturazione delprofilo degli imprenditori del turismoall’aria aperta italiani. �

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Secondo i dati ufficiali la Sarde-gna ha settanta strutture ricettivededicate al turismo all’aria aperta

di cui quarantasei associate alla FAI-TA-FederCamping regionale, il 60%delle quali è di proprietà. Più dellametà (57%) è classificata con tre stellee più del 20% classificata con quattrostelle. La capacità ricettiva media èdi seicentonovantadue persone. Di-versi e numerosi i servizi a disposizionedei clienti: il 77% offre ai propri ospitiil noleggio di biciclette, il 90% ha ilristorante e molti campeggi hannouna spiaggia propria, con una mediadi 14.400 mq, o ne hanno una in con-cessione per un’estensione media di880 mq. Anche da questi pochi datirisulta evidente come l’open air siaper l’isola una realtà particolarmenteimportante per la sua economia e perl’intera società locale; una occasionedi crescita e di sviluppo emersa conparticolare evidenza nel corso del pri-mo convegno organizzato e patroci-nato dalla FAITA FederCamping Sar-degna dal titolo “Campeggi e villaggiall’aria aperta: una grande opportunitàper il turismo sardo” che si è svoltoa Cagliari il 17 Aprile scorso con lapartecipazione di numerosi ospiti, an-che istituzionali e rappresentanti delturismo regionale. Per l’occasione è stato presentato ilprimo Rapporto di FAITA Sardegna,ottenuto elaborando le risposte ad unquestionario compilato dalle struttureassociate, il quale ha restituito unafotografia dettagliata del comparto

regionale turistico all’aria aperta.Secondo il Rapporto le famiglie conbambini sono il target principale delleaziende: 66%, seguite dalle coppie(23%), dai gruppi e dai single. La Sar-degna è particolarmente ambita e fre-quentata da stranieri che rappresentanoil 37% degli ospiti. Tra i turisti italiani,il 37% è residente nel Nord Italia. Per arrivare in Sardegna si utilizza so-prattutto l’auto (59%) e in secondo

luogo il camper (25%). Per quantoriguarda gli alloggi la preferenza deituristi è per le piazzole (51%), in par-ticolare quelle per camper (24%) se-guite dalla tenda (16%). Importantela richiesta di case mobili (29%) mal’offerta è ancora modesta. La richiestadi bungalow è del 18% mentre si re-gistra un 2% di richieste per lodge tent.Sempre secondo quanto emerge dalRapporto la modalità di prenotazione

CAMPING MANAGEMENT :POLITICHE DEL TURISMO

L’OPEN AIR FATTORE DI SVILUPPO ECONOMICOE SOCIALE

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A CAGLIARI IL PRIMO CONVEGNO REGIONALE SUL TURISMO ALL’ARIA APERTA IN SARDEGNA

a cura di Pietro Licciardi

PRESENTATO IL PRIMO RAPPORTO DI FAITASARDEGNA, OTTENUTO ELABORANDO LERISPOSTE AD UN QUESTIONARIO COMPILATODALLE STRUTTURE ASSOCIATE, IL QUALE HARESTITUITO UNA FOTOGRAFIA DETTAGLIATA DEL COMPARTO REGIONALE TURISTICO ALL’ARIA APERTA.

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che prevale (54%) è il canale diretto,segue internet (35%), mentre l’in-termediazione tradizionale, ovveroattraverso agenzie e tour operator, haun ruolo contenuto:7%.

DIPENDENTI E SERVIZICome sottolineato anche nel corsodegli interventi il turismo all’ariaaperta in Sardegna ha un notevole“peso” sociale. Nelle strutture associatealla FAITA lavorano infatti 1.200persone; in realtà 1.900 se si consideral’intero comparto turistico all’ariaaperta, in mansioni non direttamenteconnesse con la gestione dei campeggie villaggi. L’89% dei dipendenti èsardo e quasi il 40% è multilingue. Le relazioni con il territorio sono ri-tenute dagli associati FAITA parti-colarmente importanti; ad esempiovengono incentivati i servizi di tra-sporto pubblico locale per la visitadelle località dell’isola o i brevi spo-stamenti, si offrono informazioni tu-ristiche e bike corner, mentre all’internodei campeggi e dei villaggi si predi-ligono piatti tipici regionali nei ri-storanti e la vendita di prodotti eno-gastronomici sardi. Inoltre rispon-

dendo al questionario gli operatorihanno dichiarato di promuovere lapartecipazione degli ospiti agli eventifolkloristici e tradizionali organizzatisul territorio, la visita alle aree naturali,ai siti archeologici, la degustazionedi prodotti tipici. Stessa cosa per glieventi culturali e artistici mentre nu-merosi sono gli accordi i con i pro-duttori locali per la visita ai luoghi

di produzione o l’allestimento di eventienogastronomici o degustazioni.

TUTELA DELL’AMBIENTECaratteristica principale del turismoall’aria aperta è il poter trascorrereuna vacanza completamente immersinella natura, pertanto è naturale pergli operatori del settore avere unaparticolare attenzione per la salva-guardia e alla valorizzazione dell’am-biente naturale. Come evidenzia laRicerca della FAITA regionale Il 70%delle strutture associate si impegnaper la conservazione del territorio,effettuando la raccolta differenziatadei rifiuti – pratica attuata nel 100%dei campeggi e dei villaggi – che nellaquasi totalità dei casi viene pubbli-cizzata all’interno delle strutture me-diante cartelli multilingue. Il 43%inoltre utilizza dispositivi solari termiciper la produzione di acqua calda equasi il 25% ha installato pannellifotovoltaici. Il 73% ha attivato misuredi riduzione dei consumi idrici. Moltodiffuse anche la cura delle aree verdiinterne mediante piantumazione dispecie autoctone e l’illuminazione abasso consumo. Il 47% vende prodottibiologici per lo più locali. L’87% dellestrutture accetta animali domestici.

IL VALOREECONOMICOPer quanto riguarda il giro d’affaripromosso dal turismo all’aria apertale strutture analizzate fatturano an-nualmente una media di 1,2 milionidi euro ciascuna. Questo vuol direche i quarantasei campeggi e villaggisardi associati alla FAITA fatturanocomplessivamente circa 56 milionidi euro, di cui quasi la metà con for-nitori diretti. L’indotto creato sul ter-ritorio è valutato di ulteriori 50 milionidi euro. Se consideriamo tutte assiemele settanta strutture ricettive sarde siarriva a un fatturato totale di quasi85 milioni di euro, con un indotto dialtri 75 milioni di euro. Per quantoriguarda l’indotto non è stato presoin considerazione il costo procapitedel trasporto da e per la Sardegna, ul-teriore ossigeno per gli addetti al tra-sporto aereo e navale. �

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PER QUANTORIGUARDA IL GIROD’AFFARI PROMOSSODAL TURISMO ALL’ARIAAPERTA LE STRUTTUREANALIZZATEFATTURANOANNUALMENTE UNAMEDIA DI 1,2 MILIONI DIEURO CIASCUNA.QUESTO VUOL DIRECHE I QUARANTASEICAMPEGGI E VILLAGGISARDI ASSOCIATI ALLAFAITA FATTURANO COMPLESSIVAMENTECIRCA 56 MILIONI DIEURO.

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Dallo scorso mese di aprile il dot-tor Salvatore Vingiani è andatoin pensione ed ha terminato

il suo impegno di segretario generaledi FAITA-FederCamping. In tale ruoloha acquisito una peculiare ed appro-fondita conoscenza tecnico organiz-zativa del comparto campeggi e villaggituristici e del settore turismo in ge-nerale. Ha partecipato, in rappresen-tanza della parte datoriale alle trattativeper la stesura e sigla del contratto na-zionale del lavoro per il turismo e, inqualità di consulente per le parti socialiper la parte riguardante le competenzeprofessionali nell’area del turismo al-l’aria aperta, ha collaborato al gruppodi lavoro per la realizzazione del pro-getto relativo all’analisi di fabbisogniformativi e professionali del settoreturismo predisposto dall’Ente bilateralenazionale del turismo. Vingiani ha anche gestito i rapporticon le Istituzioni centrali e perifericheed ha avviato e coltivato le relazioniinternazionali ed europee della Fe-derazione. In circa trenta anni di lavoro al serviziodella Federazione e della categoria ildottor Vingiani ha contribuito in ma-niera determinante alla maturazione egestione di un ruolo nodale e delicatoper il nostro sodalizio. La sua esperienzae le sue capacità professionali hannocostituito un vantaggio tangibile e con-creto per la Federazione ed hanno con-tribuito in misura determinante allasalvaguardia ed alla crescita degli interessidell’intera categoria del turismo all’ariaaperta. Il patrimonio professionale egestionale che il dottor Vingiani lasciaalla Federazione sarà sicuramente cu-

stodito ed apprezzato da chi gli succedenel delicato ruolo di segretario generale:il dottor Marco Sperapani.Il neo segretario ha iniziato la suaventennale collaborazione con la Fe-derazione occupandosi di tecnologiae formazione. Già responsabile delDipartimento comunicazione, tecno-logia e sviluppo di Performa-Con-fcommercio, ha focalizzato le sue com-petenze su progetti legati allo sviluppodi nuova imprenditorialità ed al sup-porto delle imprese nelle loro strategiecompetitive, in particolar modo neisettori del turismo e del commercio. Nel 2006 Sperapani ha assunto la re-

sponsabilità di direttore della FAI-TA-FederCamping Lazio, incarico acui è profondamente legato per l’ap-porto per la sua crescita professionalee personale che ha comportato. Egli ama definire gli imprenditori delcomparto en plein air, «operatori chelavorano con la testa fra le nuvole»,perché li considera fortunati ad averel’opportunità di lavorare all’aria aperta,a contatto con la natura ed in contestiambientali spesso incantevoli, pur re-stando con i piedi ben saldi a terra,dove affrontano con razionalità, con-cretezza e preparazione, le difficoltàdell’organizzazione aziendale. �

CAMPING MANAGEMENT :FAITA INFORMA

IL SALUTO DELLA FAITAA SALVATORE VINGIANI

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IL SEGRETARIO GENERALE DELLA FEDERAZIONE VA IN PENSIONE. GLI SUBENTRA MARCO SPERAPANI,DIRETTORE DELLA FAITA-LAZIO

di Nicolcarlo Genovese

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Secondo l’indagine sul turismo in-ternazionale dell’Italia condottadalla Banca d’Italia, nel 2016 i

flussi in entrata e in uscita sono au-mentati rispetto all’anno precedentesia nel numero dei viaggiatori, sia nellaquantità di spesa. Il saldo della bilanciadei pagamenti turistica si confermaquindi positivo, pari allo 0,8% del PIL.

La spesa dei viaggiatori stranieri inItalia, pari a 36,4 miliardi di euro, ècresciuta del 2,3%, ovvero a un tassolievemente superiore a quello delleentrate mondiali da turismo, determi-nando una tenuta della quota di mer-cato del nostro paese. La spesa è au-mentata nelle regioni del Nord ed èdiminuita nel complesso delle regioni

del Centro-Sud mentre sono cresciutisia gli arrivi, in particolare quelli deiviaggiatori non pernottanti, sia i per-nottamenti. Le vacanze nelle cittàd’arte italiane si sono confermate lepiù richieste tra gli stranieri, seguiteda quelle al mare. I giudizi degli inter-vistati a conclusione del proprio viaggioin Italia si sono mantenuti positivi.

CAMPING MANAGEMENT :OSSERVATORIO

SECONDO LA BANCAD’ITALIA IL TURISMO IN ITALIA TIENE

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NEL 2016 I FLUSSI IN ENTRATA E IN USCITA SONOAUMENTATI RISPETTO ALL’ANNO PRECEDENTE SIA NEL NUMERO DEI VIAGGIATORI, SIA NELLAQUANTITÀ DI SPESA

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Le spese e le entrate legate al turismointernazionale sono contabilizzatecon frequenza mensile nel conto cor-rente della bilancia dei pagamenti tragli scambi di servizi, alla voce “viaggi”.I dati si basano sui risultati dell’inda-gine campionaria sul turismo inter-nazionale che la Banca d’Italia con-duce dal 1996.Al fenomeno del turismo internazio-nale contribuiscono sia i viaggi permotivi di lavoro, sia quelli per vacanzao altri motivi personali, effettuati daviaggiatori pernottanti (turisti) o nonpernottanti (escursionisti). Il termine“viaggiatori” si riferisce al numero deipassaggi alle frontiere italiane ed èpertanto sinonimo di viaggi; l’indaginecampionaria non consente di stabilirese uno stesso individuo compia mol-teplici viaggi nel periodo di riferi-mento. Il turismo è una delle attività econo-miche più rilevanti per esportazionie attivazione di posti di lavoro e divalore aggiunto. Considerando siaquello internazionale sia quello do-

mestico, ovvero i viaggi all’internodel paese di residenza, si stima chenella media dei paesi OCSE il turismocontribuisca per il 4,1% alla forma-zione del PIL, per il 5,9 % all’occu-pazione e per il 21,3 per cento alleesportazioni di servizi, il cui contenutodi valore aggiunto interno, pari a circal’80%, è più elevato rispetto alla mediadegli altri settori produttivi. L’ammontare delle esportazioni globalidi servizi turistici era comparabile,secondo i più recenti dati dell’Orga-nizzazione mondiale del turismo (UN-WTO) riferiti al 2015, a quello deiprodotti automobilistici o alimentari.Secondo il Piano Strategico del Tu-rismo, elaborato dal Ministero deibeni e delle attività culturali e del tu-rismo (MiBACT) sulla base delle sti-me di CISET e IRPET , il turismonel 2015 avrebbe generato diretta-mente o indirettamente l’11,8% delPIL dell’Italia. Nell’ambito della con-tabilità nazionale, il Conto Satellitedel Turismo (CST) stimava che ilvalore aggiunto generato dal turismo

domestico e internazionale in Italianel 2010 fosse pari al 6%del PIL, senzatenere conto degli effetti indiretti.

L’ITALIA NELCONFRONTOINTERNAZIONALENel 2016 la spesa turistica interna-zionale è stata di quasi 1.100 miliardidi euro a livello globale, in crescitadel 2% rispetto al 2015 secondo i datiUNWTO. Gli Stati Uniti si sono con-fermati il paese con i più alti introitida viaggi internazionali (186,9 miliardidi euro), seguiti dalla Spagna (54,6).L’Italia è al sesto posto della graduatoriacon 36,4 miliardi; scalando una po-sizione rispetto al 2015, superando ilRegno Unito, che ha visto ridursi for-temente le proprie entrate turistichein euro in linea con il deprezzamentodella sterlina. La graduatoria dei flussifisici è guidata invece dalla Franciacon 81,1 milioni di arrivi internazio-nali, seguita da Stati Uniti e Spagnacon quasi 76 milioni. L’Italia è in quin-ta posizione, con 52,5 milioni di arrivi,

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dietro la Cina.Nel 2016 l’aumento della spesa perviaggi all’estero del Paese del dragoneè più che decuplicata dal 2005; di talecrescita hanno beneficiato soprattuttoi paesi del sud-est asiatico, in quantole mete predilette dai viaggiatori cinesisono interne al continente. Gli altripaesi da cui originano i principaliflussi di spesa turistica sono gli StatiUniti, la Germania e il Regno Unito.L’Italia è in nona posizione con unaspesa di 22,5 miliardi nel 2016. Laquota di mercato dell’Italia sulle en-trate turistiche mondiali è rimastastabile al 3,3%nel 2016, interrom-pendo una lunga fase di declino. È inlinea con quella del Regno Unito(3,3%) e non lontana da quella dellaFrancia (3,5%). Quest’ultima si è for-temente ridotta nel 2016, forse pergli effetti derivanti dagli attentati ter-roristici che hanno colpito il paese.Nel 2016 le entrate da turismo inter-nazionale dell’Italia in percentualedel PIL (2,2%) sono state inferiori,nel confronto tra i quattro maggioripaesi dell’area dell’euro, solo a quelle

della Spagna, risultando in linea conquelle medie dell’Unione Europea edell’area dell’euro. Le uscite sono stateinferiori alla media. L’avanzo per ilnostro paese si confronta con quelloappena positivo per il complesso dellaUE e con i disavanzi della Germaniae del Regno Unito.I viaggi internazionali sono la voceprincipale del conto dei servizi dellabilancia dei pagamenti dell’Italia rap-presentando il 40% dei crediti, in me-dia, e un quarto dei debiti. Il saldo èstrutturalmente in avanzo: nel 2016è stato di 13,8 miliardi, pari allo 0,8%del PIL. Ha oscillato intorno a questovalore negli ultimi dieci anni, rag-giungendo il minimo tra il 2008 e il2011 (0,6%). Ai prezzi del 2011, illivello del saldo è in crescita dal 2009,quando era sceso in seguito alla crisifinanziaria internazionale. Le entratehanno recuperato i livelli pre-crisigià nel 2015 e sono ulteriormente au-mentate l’anno scorso (del 2,4%),mentre le uscite risultano ancora in-feriori di quasi l’11% rispetto ai livellidel 2008.

I VIAGGIATORISTRANIERI IN ITALIA Nel 2016 è proseguita la crescita deipernottamenti, frutto di un ulterioreaumento del numero dei turisti e diuna sostanziale stabilizzazione del nu-mero medio di notti pro-capite. E’ in-vece scesa la spesa media giornaliera.Ne è derivato un aumento modestodella spesa complessiva (1,3% sul 2015).La crescita del numero di escursionistisi è intensificata e si è attestata su livelliparticolarmente elevati quella dellaloro spesa media procapite. La spesacomplessiva degli escursionisti restatuttavia molto inferiore a quella deituristi e si colloca attorno al 6% deltotale. Oltre metà delle entrate provieneda viaggiatori internazionali in arrivoda paesi della UE, con un peso prepon-derante dei residenti nell’area dell’euro(circa il 40% sul totale). La Germaniaè il paese di origine principale; insiemea Stati Uniti, Francia, Regno Unito eSvizzera, generando oltre la metà delleentrate. La spesa media giornalieratende a crescere all’aumentare delladistanza geografica e del reddito pro-

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L’ITALIA È AL SESTO POSTO DELLA GRADUATORIA DELLA SPESA TURISTICA INTERNAZIONALE CON 36,4 MILIARDI; SCALANDOUNA POSIZIONE RISPETTO AL 2015, SUPERANDO IL REGNO UNITO.

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capite del paese di origine del viaggia-tore. Sulla spesa media giornaliera in-fluisce anche l’incidenza degli escur-sionisti, particolarmente elevata pergli arrivi dai paesi confinanti. La Svizzeraè lo stato principale di provenienza pernumero di viaggiatori (13,8 milioninel 2016); oltre tre quarti sono escur-sionisti, che si recano in Italia soprat-tutto per fare acquisti. Nel 2016 il turismo per motivi di va-canza ha generato circa i due terzi delleentrate turistiche, il 56% dei viaggiatorie il 63% dei pernottamenti. Un altromotivo prevalente, tra quelli personali,è la visita a parenti o amici, associataa una durata del viaggio relativamenteelevata: quasi una settimana. I viaggiatori per affari hanno speso5,1 miliardi di euro (il 14% del totale),in forte calo rispetto al 2015. Gli stra-nieri prediligono la vacanza in cittàd’arte (56,7% della spesa nel 2016).Seguono le vacanze al mare (20,1%)e al lago (9,1%). Le vacanze in mon-tagna hanno generato entrate per 1,1miliardi nel 2016, in forte calo rispettoall’anno precedente. L’albergo e il vil-laggio turistico sono le strutture ri-cettive preferite dagli stranieri in ter-mini di numero di pernottamenti(41,3% nel 2016). Il peso sulle entrateè maggiore (60%), in ragione di unaspesa media giornaliera più alta chenelle altre forme di alloggio. I valichistradali sono la modalità prevalentedi ingresso, scelta da oltre il 60% deiviaggiatori, in gran parte escursionisti.La quota più consistente della spesaproviene invece dai viaggiatori chehanno usato l’aereo tenendo peròconto che ai fini della compilazionedella bilancia dei pagamenti il costodel volo è considerato un servizio ditrasporto ed è pertanto escluso dallespese turistiche. Nel 2016 le entrate da turismo inter-nazionale sono diminuite al Centroe nel Mezzogiorno e sono aumentateal Nord, che consolida il suo peso sultotale (oltre il 55%, quasi equamentediviso tra Nord-Est e Nord-Ovest);solo il 13% circa delle entrate rag-giunge le regioni meridionali e insularimentre la quota sale al 15% se si con-sidera solo il turismo per vacanze. Lespese per alloggio costituiscono la

voce più rilevante, seguite da quelleper ristorazione. Le spese per shoppingsono particolarmente rilevanti nelNord-Ovest, di riflesso a quelle degliescursionisti.Il giudizio medio dei viaggiatori stranierisul loro viaggio in Italia è molto elevato(8,5 su 10), in particolare per ciò cheriguarda l’arte, soprattutto nelle regionidel Centro, e i pasti. L’aspetto più cri-tico, ma comunque sopra la sufficienza,riguarda i prezzi; anche il Travel &Tourism Competitiveness Index ela-borato dal World Economic Forumsegnala per l’Italia una sfavorevolecompetitività di prezzo.

UNA ANALISIDELL’ULTIMO VENTENNIOLa spesa turistica degli stranieri in Italianel periodo 1997-2016 è cresciuta aun tasso medio annuo inferiore a quello

del PIL del Paese (rispettivamente 1,7e 2,3%, a prezzi correnti). Nello stessoperiodo le entrate turistiche mondialimisurate in euro sono cresciute in me-dia del 5,6% all’anno; quelle della Spa-gna e della Francia, i principali con-correnti europei dell’Italia, del 4,5 edel 2%, rispettivamente. Questi an-damenti si sono associati a un calodelle quote di mercato delle destinazionitradizionali a vantaggio dei paesi emer-genti: la quota dell’Italia, seconda soloa quella degli Stati Uniti negli anniOttanta e sostanzialmente stabile nellaprima metà del decennio successivo,è progressivamente diminuita fino araggiungere un minimo del 3,3% nel2015 e nel 2016. Per l’Italia, la debole crescita delleentrate da turismo internazionalesegue quella del numero di viaggiatori(1,9% all’anno, in media). L’aumentodella spesa media giornaliera è statointeramente compensato dalla dimi-nuzione della durata media del viaggio:dagli oltre 5 giorni di fine anni No-vanta ai 4,2 dell’ultimo quinquennio,includendo nel computo anche gliescursionisti, lasciando la spesa mediaper viaggiatore invariata. La riduzione del numero medio dipernottamenti è in atto nel contestointernazionale sin dall’inizio delloscorso decennio e riflette lo sviluppodei voli delle compagnie low cost cheha favorito la diffusione di brevi viaggiinternazionali nel fine settimana. �

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NEL 2016 LE ENTRATEDA TURISMOINTERNAZIONALE SONODIMINUITE AL CENTROE NEL MEZZOGIORNO ESONO AUMENTATE ALNORD, CHE CONSOLIDAIL SUO PESO SULTOTALE (OLTRE IL 55%,QUASI EQUAMENTEDIVISO TRA NORD-EST E NORD-OVEST)

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L’Enit ha reso noto il monitorag-gio effettuato in occasione dellaPasqua 2018 dal quale sono

emerse indicazioni sul turismo pro-veniente dai principali mercati del-l’incoming italiano e sui trend di ven-dita della destinazione Italia da partedella domanda organizzata. Lo studio, realizzato con l’aiuto dellarete estera dell’Agenzia, ha messo in-sieme i risultati di interviste ai mag-giori tour operator stranieri e le infor-mazioni qualitative su durata e tipo-logia dei viaggi, i prodotti prescelti,le regioni e le località maggiormenterichieste. Il quadro fornito dai touroperator è arricchito da informazioniraccolte sui mercati stranieri circal’andamento dei consumi turistici e

dell’outgoing, le previsioni di venditadei diretti competitor dell’Italia e lenovità del mercato che possono in-fluire positivamente sul trend delladestinazione Italia. Il monitoraggio ha coinvolto 127 touroperator, di cui 76 europei e 51 di ol-treoceano, presenti in ben 21 mercatistranieri. Gli operatori hanno segnalato unanotevole crescita nella vendita delladestinazione Italia; il 69,2% di loroinfatti ha dichiara vendite in aumentorispetto allo stesso periodo dello scorsoanno, il 22,8% ha affermato che sonorimaste stabili mentre il restante 8%ha indicato una flessione. La crescitaè ancora più rilevante per l’intera sta-gione primaverile con l’80% dei tour

operator che ha dichiarato vendite inaumento rispetto alla primavera 2017.Si consideri che il 2017 è stato unanno di grandi successi per la desti-nazione Italia. Nella classifica mon-diale degli arrivi turistici internazionalil’Italia si è piazzata al quinto postodopo Francia, Stati Uniti, Spagna eCina con il più alto tasso di incre-mento rispetto all’anno precedentefra i primi cinque paesi menzionati.Ottimo è stato anche il piazzamentodell’Italia nel contesto europeo dovela Penisola è risultata terza per presenzedietro a Spagna e Francia e primadella Germania. Sempre nel 2017 l’Italia con 212 mi-lioni di notti ha registrato un più6,3% di presenze straniere rispetto

CAMPING MANAGEMENT :OSSERVATORIO

AUMENTANO LE PRENOTAZIONI VERSO L’ITALIA

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DA UN MONITORAGGIO ENIT CONDOTTO A PASQUA RICAVATO IL TREND TURISTICO VERSOLA PENISOLA NELLA STAGIONE 2018

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al 2016 piazzandosi al secondo postodopo la Spagna che comunque haavuto una percentuale di incrementominore (+4%). Il numero di passeg-geri aerei stranieri verso l’Italia è in-vece aumentato del 3,7% rispettoalla primavera 2016. Positiva anchela spesa turistica incoming che, conun incremento del 7,2%, è arrivataa sfiorare i 39 miliardi di euro nel2017, con un saldo positivo netto di15 miliardi di euro (+8,7% sul 2016).Analizzando la domanda stranieraprevalgono ancora i classici bacinidi provenienza: Germania (+7,5%sul 2016), Stati Uniti (+2,5%) e Fran-cia (+9,5%). Mentre le destinazionepiù in voga fra gli stranieri, si con-fermano essere il Lazio (+17,3% sul2016), la Lombardia, il Veneto(+5,7%), la Toscana (-0,9%) e laCampania (+14,9%) che insieme co-prono il 65,7% della spesa totale deglistranieri in Italia. Ottime performanceanche dell’Italia insulare: Sicilia+32% e Sardegna +66,8%.Il contributo totale del turismo al-

l’economia italiana lo scorso anno èstato di 223,2 miliardi di euro, parial 13% del PIL e per quest’anno sistima un incremento dell'1,8%, cheporterà il valore economico del settorea 227,3 miliardi di euro. Tutto ciòavrà conseguenze importanti sul mon-do del lavoro, con oltre 3,4 milionidi posti direttamente e indirettamentegenerati pari al 14,7% dell’occupazionetotale del Paese. Il numero di occupatidovrebbe crescere dell’1,4% quest’an-no fino a raggiungere, tra dieci anni,quota 4 milioni di lavoratori. Sia gli operatori europei che quellioltreoceano concordano sull’anda-mento generalmente in salita delleprenotazioni verso il nostro Paese. Inparticolare: le vendite aumenteranno

per il 76,4% dei tour operator europeie il 57,8% di quelli oltreoceano; leprenotazioni sono indicate come “sta-bili” dal 32,7% dei tour operator d’ol-treoceano e dal 16,5% di quelli eu-ropei; in calo per il 9,5% del tour ope-rator d’oltreoceano 7,1% per quellieuropei.Stime ancora più ottimistiche sul-l’andamento dei flussi organizzati di-retti in Italia per la primavera 2018.In questo caso ben l’80% degli ope-ratori intervistati rileva un incrementodelle vendite, il 15,2% una situazionedi stabilità e solo il 4,8% rileva uncalo. La diminuzione viene segnalatain misura maggiore dagli operatorieuropei, seppure si tratti di percentualimolto basse. �

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GLI OPERATORI HANNO SEGNALATO UNANOTEVOLE CRESCITA NELLA VENDITA DELLA DESTINAZIONE ITALIA; IL 69,2% DILORO INFATTI HA DICHIARATO VENDITE INAUMENTO RISPETTO ALLO STESSO PERIODO DELLOSCORSO ANNO,

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Diciamolo chiaramente ancorauna volta: fare marketing onlinenon è un gioco da ragazzi ma

costa fatica. Quando sembra di averrealizzato una buona strategia, otti-mizzato e individuato le azioni corretteper raggiungere gli obiettivi, quandoi primi risultati cominciano a mani-festarsi ecco che arriva un nuovo ag-

giornamento dell’algoritmo di Face-book o di Google a stravolgere tuttii piani fin qui elaborati. In CreatiWeb, dove gestiamo oltrecinquecento campeggi e villaggi dinostri clienti, lo sappiamo bene perchéogni giorno è una nuova sfida. Del resto è il nostro lavoro e volendoessere positivi e costruttivi questo èuno degli aspetti più interessanti delnostro mestiere: l’essere costretti anon sederci mai sulle nostre convin-zioni, a mettere in gioco nuovi stru-menti e nuove idee, studiare nuovestrategie. Ma ciò dà anche l’oppor-tunità di stare un passo avanti a queicompetitor che magari non sanno co-

gliere prontamente i nuovi cambia-menti.Questa lunga introduzione è dovutaal fatto che poche settimane fa MarkZuckerberg, creatore del gigante deisocial: Faceboock, ha annunciato illancio del nuovo News Feed Algorithmche sposta decisamente la missionedi Facebook da “Making the world moreopen and connected” a “Give people thepower to build community and bring theworld closer together”, ovvero “metterele persone al centro delle discussioni”,dare agli utenti il potere di vedere ecreare i contenuti che più interessanoa discapito ovviamente di quelli creatidalle aziende.

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COME AFFRONTAREIL NUOVO ALGORITMODI FACEBOOK

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LA PERSONA E NON L’AZIENDA AL CENTRO DELSOCIAL. ECCO LE CONTROMISURE PER RENDERE ILMARKETING ANCORA EFFICACE

MARK ZUCKERBERG,CREATORE DIFACEBOOK, HAANNUNCIATO ILNUOVO NEWSFEED ALGORITHMCHE SPOSTADECISAMENTE LAMISSIONE DIFACEBOOKMETTENDO LEPERSONE AL CENTRODELLE DISCUSSIONI.

di Dario Lambarelli

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Cosa significa questo cambiamentoin pratica? Ogni utente, quando si connette aFacebook, teoricamente potrebbe es-sere bombardato con oltre 1.500 no-tizie (news, post, link, ads…) al giorno.Se questo si verificasse veramente ilrisultato sarebbe disastroso, perchél’utente non riuscendo a leggere tutto,non vedrebbe nulla o magari perde-rebbe quei contenuti più in linea coni suoi interessi essendosi imbattutoin altri per lui meno importanti mamolto più invadenti. In pratica ilNews Feed Algorithm è quella “forzasuprema” che decide cosa farci vedereselezionando, in base ai nostri interessidesunti dai nostri comportamenti inrete, solo il venti per cento di tuttoquello che succede su Facebook.Ogni utente cioè vede quello che se-condo l’algoritmo rende la sua espe-rienza sul social migliore, in base a ciòche legge, commenta e condivide. E’la filosofia di Facebook: dare il con-tenuto giusto alla persona giusta nelmomento giusto.In questo senso l’algoritmo è moltodemocratico; infatti si dice che “ognu-no ha la newsfeed che si merita”: seun utente vede solo post di un certotipo significa che probabilmente lasua attività sui social va in quella di-rezione e Facebook ne prende sem-plicemente atto.Fino a prima del lancio della versione2018, il venti per cento delle notiziefiltrate era composto in porzioni quasiuguali da post degli amici (30%), postdei gruppi tematici (30%), post dellepagine (30%) e in ultimo pubblicità(Facebook Ads, circa 10%). La nuova versione diminuisce la por-zione del 30% dei post delle pagine- di quanto esattamente ancora nonè chiaro - dando quindi più spazio aipost degli utenti. La visibilità organicadelle pagine, ovvero quanti utentivedono effettivamente i contenuti,è destinata a subire un ulteriore ribasso. Se fino a ieri la portata organica po-teva aggirarsi intorno ad un 5/10%,a seconda delle tipologie di post e dialtri fattori quali la reputazione dellapagina stessa, ora si dovranno fare iconti con una percentuale più bassa.Come affrontare questo cambiamento?

A prima vista penalizzare la visibilitàdelle pagine può sembrare un con-trosenso, visto che queste sono gene-ralmente gestite da brand che inve-stono su Facebook – e quindi ne de-cretano successo e fatturato – proprioper ottenere l’attenzione degli utenti.Tuttavia possiamo analizzare i motividi questa scelta e dunque capire in

che modo sfruttare a nostro vantaggioi nuovi aggiornamenti ottenendougualmente visibilità.Innanzitutto è da evitare la creazionedi un profilo Facebook con il nomedella nostra azienda fingendo che sitratti di una persona. Questa praticanon è corretta per le politiche delsocial nerwork e non fornisce strumentiadeguati di marketing.La prima considerazione da fare è ditipo sociologico: cosa cercano gli uten-ti su Facebook e cosa trovano?Gli utenti sono bombardati da troppimessaggi smaccatamente promozionali,le pagine spesso sono gestite comesiti di e-commerce, e l’informazionetalvolta è infarcita di fake-news, spessorealizzate con l’unico scopo di forniretraffico su siti che altro non sono checontenitori di banner, pubblicità espazzatura. Il risultato è che crescel’impermeabilità a questi messaggi esi genera una insoddisfazione che fi-nisce per screditare il mezzo, con con-seguente diminuzione del tempo spesosul canale, che adesso è di oltre dueore al giorno in media. Quelli di Facebook devono aver pen-

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LE AZIENDE IN QUESTOCONTESTO DEVONOORA PIÙ CHE MAIIMPARARE ADIALOGARE CON GLIUTENTI, ADINSERIRSICORRETTAMENTENEGLI ARGOMENTIDI DISCUSSIONE,FORNIRE SPUNTI,OFFRIRE CONTENUTI EQUINDI CREARERELAZIONI.

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sato che una soluzione per arginarela disaffezione al social era di rendereil network un luogo – almeno teori-camente – al servizio delle persone enon delle aziende. In ogni caso gli utenti inevitabilmentecontinueranno a parlare di ciò che licirconda, delle notizie del giorno, deitrending topic del momento, recensirannoprodotti, ristoranti e villaggi turistici;produrranno foto, video e genererannoreazioni, commenti e condivisioni.Ma le aziende?Le aziende in questo contesto devonoora più che mai imparare a dialogarecon gli utenti, ad inserirsi corretta-mente negli argomenti di discussione,fornire spunti, offrire contenuti equindi creare relazioni.Se i social media si basano principal-mente sul marketing relazionale, oraè arrivato il momento di metterlo inpratica. Non è più tempo di post tap-pabuchi perché non si sa cosa pubbli-care, perché non si ha un piano edi-toriale ragionato, o perché per tanterealtà vige sempre la (non) regola del“non metterci più di dieci minuti algiorno per gestire Facebook”.Il 2018 deve necessariamente far spo-stare definitivamente l’obiettivo versola costruzione di relazioni a lungo ter-mine con clienti e partner. Prendendo in prestito una citazione diAndrew Davis, autore di diversi manualidi marketing, «il contenuto crea relazioni,le relazioni si basano sulla fiducia e lafiducia porta conversioni».Nei corsi sul social media marketingche CreatiWeb e KoobCamp tengonopresso le strutture per aiutarle a sfrut-tare correttamente i vari canali, sisottolinea che ciò che è da tenere inconsiderazione è aumentare la fiduciache gli utenti hanno nei nostri con-fronti. I turisti devono essere certi diaffidare il loro sogno carico di aspet-tative, ovvero la vacanza, ad un cam-peggio e villaggio che non li deluderàe che gli farà vivere quello che permolti è il momento più atteso del-l’anno senza insoddisfazioni. La rela-zione e la fiducia saranno premiatein prima istanza con visibilità gratuita- earned media - verso tipologie di tu-risti affini e successivamente con nuo-ve prenotazioni.

Se l’algoritmo premia in visibilità ipost e i commenti degli utenti abbiamouna sola strada: stimolare il più pos-sibile l’interazione sulle nostre pagine,sui nostri post. Riuscire ad entrare inconfidenza con gli utenti, ottenerequella fiducia tale per cui se essi con-dividono i nostri post è perché questicontengono un pensiero o un conte-nuto utile per i propri amici. In questomodo le loro azioni sui nostri contenutiavranno maggiore visibilità; più diquanta ne potevamo ottenere in pre-cedenza, sfruttando i principi del WordOf Mouth, ovvero il passaparola, cheè alla base del marketing virale.La sfida è sicuramente ardua e gli in-vestimenti in tal senso dovrannoessere presi in considerazione. Nonsi possono più improvvisare post confrasi standard, utilizzare le stesse fotomagari provenienti da qualche raccoltaon line. Servono creatività, test, pa-zienza e una profonda conoscenza delproprio target.A proposito di target: avere una fan-base il più possibile profilata è semprestato il cuore del corretto funziona-mento di una pagina Facebook. Sedobbiamo dare il contenuto giustoalla persona giusta, ma questa non èpresente nel nostro network, stiamosprecando il nostro tempo.Che nessuno si spaventi però. Pen-siamo in maniera costruttiva, e peraiutarci in questo ecco un breve va-demecum di cosa fare, o non fare, suisocial network e in particolare su Fa-cebook, per elaborare una buona stra-tegia per il 2018:• Creare un piano editoriale che pren-

da in considerazione non solo l’at-tività promozionale, ma anche l’au-mento della brand awareness della

pagina, la presentazione dei prodottie dei servizi del camping village ela promozione del territorio.

• Avere una fan-base profilata per na-zionalità, lingua ed età in linea coni reali turisti che frequentano lastruttura e la destinazione turistica.

• Mettere bene a fuoco quali sonole esigenze del nostro target, qualisono gli argomenti che possonostimolare un coinvolgimento.

• Avere un budget per investire inFacebook Ads non solo per au-mentare il numero di like, ricor-dando che questi sono un mezzo enon un fine; ma anche per pro-muovere i contenuti della paginastessa, oltre che le conversioni.

• Interagire con gli utenti e con lealtre pagine inserendosi nel flussodi comunicazione, nel raccontoquotidiano, ovviamente evitandodi trollare, ovvero partecipare allediscussioni non in maniera costrut-tiva, e tenendo sempre conto chegli utenti sono sempre più attentia scartare tutto ciò che puzza dipubblicità.

• Testare formati, forme di comuni-cazione e stili.

• Non scoraggiarsi mai: a volte i ri-sultati tardano ad arrivare e questopuò dipendere anche dal propriopregresso che non ha creato unabuona reputazione per l’algoritmodi Facebook e per gli utenti che orafanno fatica a interagire con noi.

CreatiWeb e KoobCamp continue-ranno ad affrontare il mondo del web-marketing e a quello dei social con lostesso entusiasmo di sempre, pronti atestare per voi nuove possibilità di co-municazione e a suggerirvi come ot-timizzare la vostra presenza on-line. �

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Spesso ci lamentiamo dell’Italiae di quanto le cose non funzio-nano, ma c'è un aspetto che,

per quanto poco considerato, ci vedestabilmente ai vertici non solo in Eu-ropa ma nel mondo; parliamo dellasicurezza alimentare e dei sistemi dicontrollo che da noi tutelano e ga-rantiscono la salute dei consumatorimolto meglio che altrove. Lo sannobene i proprietari o i gestori delle at-tività in cui si effettua preparazione,la vendita, la somministrazione o ildeposito di alimenti, i cosiddetti Osa,operatori del settore alimentare, tenutiad attuare un severo sistema di auto-controllo che garantisca la sicurezzadegli alimenti da loro trattati.Poiché quasi tutti i campeggi e i vil-

laggi hanno al loro interno ristoranti,supermarket e bar è facile compren-dere come il tema della osservanzadella legislazione in materia rivestaparticolare importanza anche per chi

lavora nel turismo all’aria aperta. Per autocontrollo si intende l'insiemedelle misure che il titolare, sotto lapropria responsabilità, esercita sulleattività dell'azienda per garantire irequisiti igienico-sanitari e la sicurezzadegli alimenti. Il sistema di autocon-trollo deve prevedere delle procedurepiù o meno articolate in relazione allatipologia e l'entità dell'attività e taliprocedure debbono soddisfare i re-quisiti previsti da un quadro normativodi derivazione europea, nazionale ea volte anche regionale. Il piano di autocontrollo deve nascereall’interno dell'azienda con la parte-cipazione attiva dei principali soggetticoinvolti e nella sua predisposizionesi deve tenere conto della reale ap-plicabilità, mantenendo l'obiettivoprimario di produrre/somministrarealimenti salubri e sicuri. Anche l'otticadei controlli ufficiali sulle aziende èstata modificata passando da una for-ma di controllo subìto ad una formadi controllo attivo, sempre più similead un audit, sempre però ricordandoche i requisiti strutturali-formali per-mangono come obbligo.Scopo della sicurezza e delle relativenorme è garantire che gli alimenti,oltre a conservare le loro proprietànutritive e ad essere appetibili, deb-bono soprattutto essere innocui. Que-sto si ottiene impedendo che durantela lavorazione e la manipolazione glialimenti siano raggiunti da agenti dan-nosi per la salute, evitando quindicontaminazioni di qualsiasi genere dalmomento che i rischi per il consuma-

CAMPING MANAGEMENT :AMBIENTE E TERRITORIO

LA SICUREZZA ALIMENTARE NEI CAMPING E VILLAGGI

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TUTTE LE STRUTTURE HANNO AL LORO INTERNOBAR, RISTORANTI E SUPERMARKET. ECCO QUALIADEMPIMENTI SONO RICHIESTI PER LA TUTELA DELCONSUMATORE

di Melissa Manfredini (general manager Este Servizi)

C’È UN ASPETTO CHE,PER QUANTO POCOCONSIDERATO, VEDEL’ITALIA STABILMENTEAI VERTICI NON SOLOIN EUROPA MA NELMONDO; PARLIAMODELLA SICUREZZAALIMENTARE E DEISISTEMI DICONTROLLO DEICIBI.

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“GARANTIRE LA SICUREZZA ALIMENTARE NELLE PROPRIE STRUTTURE COMPORTAMOLTEPLICI BENEFICI, TRA I QUALI IL MIGLIORAMENTO DELLA QUALITÀDELL’AZIENDA. SOPRATTUTTO PREVIENE IL VERIFICARSI DI EVENTISPIACEVOLI CHE POTREBBERO RIVELARSI CATASTROFICI PER L’IMMAGINE DELLASTRUTTURA

tore derivano da inquinamento di tipomicrobiologico, chimico o fisico.I rischi più comuni derivano dalla in-gestione di agenti dannosi assunti as-sieme ai cibi, i quali possono causareappunto danni alla salute come infe-zioni, manifestazioni anche violenteprovocate da tossine se non vere eproprie malattie. La sintomatologiapiù frequente è di tipo gastroenterico:diarrea, dolori addominali, vomito,febbre; i sintomi possono essere lievima anche gravi o molto gravi, arri-vando addirittura ad ospedalizzazioneed in alcuni casi al decesso. Le malattie alimentari si manifestanocon maggiore gravità in quei soggettipiù sensibili, come bambini, anzianio persone con deficit immunitari, iquali fanno normalmente parte dellaabituale popolazione delle strutturericettive, anche dell’open air.Non sono poi da sottovalutare i pe-

ricoli derivanti da una non correttagestione degli allergeni.Purtroppo chi tratta i cibi per la ven-dita o la ristorazione talvolta incorrein errori e inadempienze, che gene-ralmente sono dovute ad una carentedocumentazione. Ad esempio si è ri-scontrata la mancanza o la non cor-rispondenza delle autorizzazioni aquella che è l’attuale stato dell’esercizioin questione; oppure la non correttao incompleta predisposizione delleprocedure. Gli errori riguardano perlo più l’inadeguatezza delle procedureo la non corretta applicazione dellestesse nelle varie fasi di preparazionee conservazione degli alimenti o nellasanificazione di ambienti ed attrez-zature.Fondamentale per ridurre la proba-bilità di incorrere in tali inconvenientie subire come conseguenza le sanzionipreviste è la formazione del personale

addetto; tra l’altro prevista anchecome obbligatoria dalla normativavigente.La normativa inerente la sicurezzaalimentare è molto articolata ed è diderivazione Europea, ma nel nostropaese sono ancora in vigore normenazionali e anche alcune Regioni han-no legiferato in materia. Essa investetutti gli aspetti: dall’igiene alimentare,all'etichettatura, alla presenza di al-lergeni, ai materiali a contatto deicibi, all'uso di additivi e via elencando.Si tratta di norme molto dettagliateche lasciano poco spazio a eventualilacune e dunque gestori e proprietari– se sono scrupolosi nell’osservanzadelle disposizioni - possono temeresoltanto quegli eventi accidentali eimprevisti che possono purtropposempre verificarsi. In tal caso è fon-damentale che essi siano in grado didimostrare, e quindi di documentare,

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di aver ottemperato a quanto previstodalla normativa e di aver fatto tuttociò che fosse tecnicamente possibileper evitare il verificarsi dell'eventonegativo che può, dunque, considerarsievento ineluttabile.Per quanto riguarda invece eventualiinadempienze da parte dei proprietario dei gestori delle strutture in que-stione, le conseguenze dipendono ov-viamente dalla gravità della inosser-vanza e possono variare da una sem-plice prescrizione a mettersi in regolaentro un congruo tempo, all'applica-zione di sanzioni amministrative, finoalla sospensione dell'attività o allacomminazione di sanzioni penali.Anche l’osservanza delle norme inmateria di sicurezza alimentare com-porta purtroppo un certo costo, cheperò spesso è ritenuto più oneroso diquanto sia in realtà. Anche per questoè conveniente affidarsi a professionistidel settore, in grado di quantificarecon esattezza l’incidenza sul bilanciocomplessivo, senza contare il fattoche così facendo si può stare tranquilli

di non incappare in sanzioni che com-porterebbero costi - e soprattutto noieburocratiche – ben maggiori. Occorreinoltre considerare che garantire lasicurezza alimentare nelle propriestrutture comporta anche indubbi emolteplici benefici, tra i quali il mi-glioramento della qualità dell’azienda.Soprattutto previene il verificarsi dieventi spiacevoli che potrebbero ri-velarsi catastrofici per l’immaginedella struttura.Per quanto riguarda in particolare icampeggi e i villaggi turistici i controllirichiesti sono commisurati alle di-mensioni, alla tipologia ed alle mo-dalità di gestione dell'attività. Ci pos-sono infatti essere supermercati cheprevedono semplicemente la venditaself-service, altri che sono dotati dibanchi per la vendita assistita o su-permercati che hanno reparti di pre-parazione: gastronomia, macelleria,panificazione. In generale per super-mercati e ristoranti è necessaria lapredisposizione di un piano di auto-controllo corredato da procedure ope-

rative; la verifica della corretta ap-plicazione delle procedure stesse; laverifica della corretta applicazioneed efficacia della sanificazione me-diante l’effettuazione di tamponi disuperficie. Inoltre è necessaria la ve-rifica della qualità igienico sanitariadelle materie prime e dei prodottifiniti mediante l’analisi di campionidi matrice alimentare; la formazionedel personale e la verifica della qualitàdell'acqua impiegata. A questo pro-posito è importante effettuare almenoun controllo annuale per verificarela rispondenza al Decreto Legislativo31/01 “Attuazione della direttiva98/83 CE , relativa alla qualità delleacque destinate al consumo umano”.Oltre alla sicurezza alimentare i pro-prietari e i gestori di attività turisti-co-recettive sono tenuti ad osservarealtre normative che riguardano la si-curezza in ambiti non meno impor-tanti, pensiamo ad esempio al rischioLegionella e alla corretta gestionedelle piscine, ma di questo parleremoin un'altra occasione. �

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La Pircher Oberland SpA, aziendaaltoatesina specializzata nellalavorazione del legno è stata

fondata nel 1928 da Josef Pircher, giàsindaco di Dobbiaco nonché alber-gatore di un piccolo hotel alle portedella Val Pusteria. Una tradizione chedura da ben novant’anni, iniziata conil commercio del legname e la pro-duzione di lana di legno venduta comemateriale da imballo e che già dopopochi anni si era evoluta con la pro-duzione di tondami da costruzione. Nel 1956 Reinhard Pircher, figlio uni-co di Josef, si insedia alla guida del-l’azienda, dove con nuovo slancio edinamismo ha riorganizzato l’impresaintroducendo una serie di nuovi pro-

dotti per il settore del fai da te e arredoda giardino. Il legno lamellare e il le-gno da costruzione per il settore del-l’edilizia completarono la gamma.Alla fine degli anni Sessanta Reinhardebbe la lungimiranza di iniziare conla produzione di cabine per la sauna,introducendo di fatto in Italia la primaoriginale sauna finlandese. La storia di questa azienda proseguecon Christian Pircher, presidente diPircher Group dal 2003, che in questianni ha cercato continuamente dimigliorare l’offerta per soddisfare leesigenze di un cliente in continuocambiamento. Oggi il gruppo conta145 collaboratori e un fatturato com-plessivo che supera i 40 milioni di

euro all’anno mantenendo la produ-zione nello storico stabilimento diDobbiaco in Alto Adige, al quale siaffianca un centro logistico situato aRolo in Emilia Romagna. L’azienda opera per lo più sul mercatoitaliano proponendo una vasta gammadi prodotti per l’outdoor living e il faida te ma ha iniziato a esportare anchesu mercati adiacenti, come Francia,Svizzera, Austria e Germania, conobiettivi di sviluppo molto ambiziosi. Punto di forza di Pircher è proprio l’essereuna azienda italiana, situata nel cuoredella produzione nazionale di legnami,il che garantisce qualità elevata e so-prattutto flessibilità nella realizzazionedi progetti su misura e chiavi in manoper tutto ciò che riguarda l’outdoor, set-tore di grande interesse per aziendecome i campeggi e i villaggi nei qualila maggior parte della “vita” si svolgeproprio all’aria aperta, in ambienti ilcui arredo e confort sono essenziali perla soddisfazione del cliente.Gli articoli in legno dell’azienda al-toatesina da questo punto di vistahanno la garanzia totale di essere rea-lizzati con materiali naturali e certi-ficati, il che rappresenta un valoreaggiunto per ogni spazio esterno. La Pircher, come sottolinea il suo pre-sidente, Christian, «realizza veri epropri ambienti all’aria aperta, am-pliando gli spazi comuni delle strutturericettive o facendo diventare vere eproprie estensioni di case mobili ebungalow le aree prospicenti; tuttoin piena armonia con la natura e conun design elegante e accattivante». Il legno tra l’altro è un materiale fan-tastico, che si abbina a ogni stile diarchitettura, tradizionale o moderno,trasmettendo una sensazione unicadi calore e naturalezza. «E’ in questosenso che creiamo, valore aggiunto»,

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PIRCHER 90 ANNI DI ESPERIENZA NELLA LAVORAZIONE DEL LEGNO

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LA PROPOSTA DELL’AZIENDA AICAMPEGGI E VILLAGGI: ARTICOLIPER L’OUTDOOR MA ANCHESOLUZIONI INNOVATIVE PER LAGESTIONE DELLE ACQUE

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prosegue Cristian Pircher, «portiamola natura in casa del cliente e ogginon è certo cosa da poco, oppressicome siamo da contesti urbani dovec’è ben poco spazio per la natura», Per le strutture turistico-ricettive inparticolare l’azienda di Dobbiaco hain catalogo verande per case mobilialle quali si aggiungono soluzioni stan-dard come pergole, gazebi, fioriere,mobili da giardino, frangivento e gri-gliati, cestini ed isole ecologiche. Il

tutto realizzato in diverse essenze le-gnose e lavorazioni custom made. Un prodotto sempre più richiesto an-che dai villaggi turistici e campeggi èla barriera acustica, ovviamente in le-gno, che protegge in modo molto ef-ficiente dal rumore esterno migliorandoil confort degli ospiti. Come ben sachi abitualmente fa campeggio il si-lenzio è un bene prezioso e va tutelato. Oltre alla Pircher Oberland SpA faparte del gruppo Pircher anche un’altra

importante realtà aziendale: la Pirchersrl, che produce canali e impianti incalcestruzzo per la raccolta, il convo-gliamento e il trattamento delle acquereflue. L’acqua è un bene prezioso cheoccorre gestire al meglio, e a questoscopo Pircher srl propone tutta unaserie di prodotti innovativi che per-mettono la corretta gestione dei flussidi acqua e una efficace tutela: canalettedi drenaggio esterne e interne, vaschedi laminazione, separatori di grassi eoli minerali e impianti di depurazione. Un nuovo prodotto di sicuro interessein un mercato in continua evoluzioneè un impianto per lo scarico delle ac-que dei camper che l’azienda presen-terà nei prossimi mesi. Il gruppo Pircher dall’alto dei suoinove decenni di esperienza nella la-vorazione del legno, con Pircher Ober-land, e cinquant’anni nella gestionee protezione dell’acqua con Pirchersrl è sicuramente in grado di esaudireogni richiesta da parte dei suoi clientiai quali propone prodotti su misurarealizzati con materiali della migliorequalità; sempre garantendo il rapportodiretto tra produttore e cliente, so-prattutto nella fase di montaggio. �

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“OGGI IL GRUPPO CONTA 145 COLLABORATORI E UN FATTURATOCOMPLESSIVO CHE SUPERA I 40 MILIONI DI EURO ALL’ANNO MANTENENDOLA PRODUZIONE NELLO STORICO STABILIMENTO DI DOBBIACO IN ALTO ADIGE.

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Ogni anno sono veramente tan-te le ore che singoli impren-ditori o i loro dipendenti –

anche di hotel e campeggi - impieganoper confezionare preventivi destinatia clienti che non li leggeranno o liuseranno solo per compararli con altreproposte di acquisto.Fare un preventivo è oggi consideratal’azione di marketing migliore perconvincere i clienti a prenotare ilproprio soggiorno dando allo stessotempo tutte le informazioni necessarie

su costi e servizi. Lo stesso sistema dibooking engine, presente sui siti dellestrutture ricettive è spesso utilizzatocome un generatore automatico dipreventivi, col quel una volta inseritala data di arrivo e di partenza, il nu-mero delle persone, si ottiene imme-diatamente una previsione di spesa.In poche parole si spera che un pre-ventivo, oltre ad essere il nostro mi-gliore biglietto da visita, possa essereanche la migliore arma per accaparrarsiun cliente o una prenotazione; per

questo riteniamo che un preventivofornito velocemente, con il prezzo piùbasso riesca a riempire il campeggio. Ma purtroppo non sempre è così.Il preventivo, per il potenziale cliente,non è che una unità di misura con laquale comparare la struttura con altresimili o con il proprio budget per lavacanza. Misura che si basa per lo piùsulla percezione di chi lo riceve e nonsull’effettivo valore di ciò che è statorichiesto e che esso include.Con questo punto di vista va a finireche il preventivo risulta sempre troppoalto. Non perché lo è effettivamentema perché il cliente non ha gli stru-menti adeguati per valutarlo corret-tamente. Con delle “fredde” cifre messeuna sotto l’altra è infatti difficile co-municare tutto il valore che ha il no-stro campeggio, l’impegno che il per-sonale mette nell’accogliere il clientee nel farlo sentire a proprio agio o laqualità dei servizi che esso ha a dispo-sizione. Così finisce che l’unico criterioche prevale è il prezzo più basso: so-luzione ottimale per il potenziale ospitema non per l’impresa.Del resto sarà capitato a molti di met-tersi d’impegno per stilare un preven-tivo il più “interessante” possibile,col quale si era certi di chiudere lavendita proprio in quella settimanadi “buco” sul planning, senza però poiricevere neppure una risposta; anchesolo per avere un chiarimento.Di solito, di fronte a questa eventua-lità, si pensa che è normale. Un clientechiede anche tre o quattro preventivi

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NON PIÙ SEMPLICI PREVENTIVI MA PIANIVACANZA

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QUANTO TEMPO SPRECATO A FARE PREVENTIVI PER CLIENTI CHE POI NON ARRIVANO? PROBLEMA RISOLTO CON IL SISTEMA PROFESSIONALE DI VENDITA MYREPLY

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prima di decidere la propria destina-zione ed essere ignorato è messo inconto. Non sempre si pensa al fattoche il cliente non era minimamenteinteressato alla nostra struttura e chela richiesta di preventivo serviva soloper essere confrontata con i prezzi diun’altra struttura già scelta. Oppureche il nostro preventivo non riuscivaa trasmettere nulla di più che unacifra da spendere, senza comunicarela grande differenza di qualità tra noie la concorrenza. Soprattutto se il no-stro prezzo è superiore a quello di altrestrutture ritenute equivalenti.Ecco che a questo punto si fa stradail dubbio: forse siamo noi a sbagliare?Non è che siamo stati incapaci di col-pire il potenziale cliente con le ca-ratteristiche, i contenuti, la qualitàdella nostra offerta?Una soluzione potrebbe essere uncambio di mentalità da parte del-l’azienda: non più semplici preventivima veri e propri progetti di vacanza.Comunicheremo sempre quanto ilcliente spenderà per il proprio sog-giorno - non possiamo farne a meno– ma assieme a questo dovremo assi-curarci che ci conosca meglio, checapisca subito cosa possiamo fare perlui e il suo benessere e cosa veramentepossiamo offrirgli. Insomma dobbiamodirgli che nel nostro campeggio staràsenz’altro meglio che da qualsiasi altraparte e che per questo – forse – pa-gherà un po’ di più rispetto ad altrima che ne varrà senz’altro la pena.Difficile? Quasi impossibile? Ecco unesempio.Immaginiamo che una famigliola, pa-dre madre e due figli, cerchi un postodove fare qualche giorno di vacanzae per questo chiede il preventivo peruna casetta, con altri servizi come adesempio l’uso di spiaggia, animazione,piscina… In realtà l’interesse princi-pale della famigliola non sono i servizirichiesti, anche se ovviamente neusufruirà, ma la possibilità – sia purenon esplicitamente comunicata – ditrascorrere un periodo in pace e tran-quillità senza dover correre tutto ilgiorno dietro ai figli, fare un figuronecon gli amici mostrando loro comesono stati bene e come era bello econfortevole il campeggio, sapere cosa

poter fare nel campeggio o attorno alcampeggio se un giorno la famigliolaè stufa di stare ferma sulla spiaggia ose piove. In poche parole ciò che larichiesta di preventivo non dice, masottintende, è: cosa mi garantisce chese veniamo in questo campeggio, ma-gari spendendo qualcosa in più, riu-sciamo a trascorrere una vacanza comesi deve e come ci aspettiamo?Al proprietario e gestore del capeggionon sono richieste certo doti di pre-veggenza, ma lavorando da anni nelsettore e con una certa clientela certecose si dovrebbero ormai sapere. Sarebbe il colmo essere sposati da die-ci, vent’anni con una donna e non

sapere qual è il suo piatto o il suo co-lore preferito!Con i propri clienti è quasi la stessacosa. La differenza è che la mogliemagari si rassegna e continua ad ap-prezzare le molte altre nostre qualità.Il cliente potenziale invece porta isuoi soldi ad un altro.Tutto questo però è solo una partedel problema. Se fosse così facile cam-biare prospettiva lo avrebbero giàfatto tutti quanti. Quello che l’espe-rienza mostra è che la maggior partedelle strutture non riesce a fare è man-tenere la costanza e la perseveranzanel seguire il cliente, dalla prima ri-chiesta di contatto alla effettiva pre-notazione. Quasi tutti infatti si limi-tano a mandare il preventivo sperandoin una risposta, ma la speranza noncostituisce una strategia di venditavincente. Invece darsi da fare lo è.Specialmente se si riescono a piani-ficare e realizzare azioni che nessunaltro fa.Quanti fanno attività di recall, ovveroriscrivono o richiamano il potenzialecliente per dare altre informazioni esoluzioni interessanti per il suo sog-giorno? I più bravi si fermano al se-condo contatto…Eppure è proprio questa attività di re-call la leva giusta per incrementareclienti e fatturato.Il cliente per decidere ha bisogno diessere aiutato, consigliato; vuole sapere

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SI SPERA CHE UNPREVENTIVO POSSAESSERE ANCHE LAMIGLIORE ARMA PERACCAPARRARSI UNCLIENTE O UNAPRENOTAZIONE; PERQUESTO RITENIAMOCHE UN PREVENTIVOFORNITOVELOCEMENTE, CON ILPREZZO PIÙ BASSORIESCA A RIEMPIRE ILCAMPEGGIO. MAPURTROPPO NONSEMPRE È COSÌ.

“ Marco Baroni, amministratore delegato e direttore servizi web di Titanka! S.p.A.

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in dettaglio tutto ciò che la strutturapuò fare per lui e anche se attornoalla struttura c’è qualcosa che possaarricchire o rendere più piacevole lavacanza. Nel paese vicino proprio in quella set-timana si svolge una bellissima e inte-ressante sagra? Bene, comunichiamoloal nostro cliente potenziale e questimagari decide di venire da noi piuttostoche andare da un’altra parte.A questo punto la maggior pare dei pro-prietari e gestori di campeggi ha prontala pur giusta obiezione: quanto tempomi occuperebbe stare dietro a tutte lerichieste di preventivo e quanto mi co-sterebbe pagare qualcuno che passa in-tere giornate al telefono o al pc per se-guire tutti i potenziali clienti?Giusto, e la risposta non può che es-sere: automazione.MYREPLY – Il sistema professionaledi vendita camere – è un sistema au-tomatico che permette di creare pro-getti di vacanza personalizzati per ilcliente, che viene seguito passo dopopasso, sino alla conferma di prenota-

zione e anche dopo il soggiorno.MYREPLY è frutto della straordinariacompetenza nel settore turismo e inquello delle tecnologie informatichee del web di TITANKA! S.p.a. e hala capacità di far sì che ogni strutturache lo adotta possa raccogliere tuttoil fatturato che le altre lasciano perstrada.

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UNA SOLUZIONE POTREBBE ESSERE UN CAMBIO DI MENTALITÀ DA PARTE DELL’AZIENDA: NON PIÙSEMPLICI PREVENTIVI MA VERI E PROPRIPROGETTI DI VACANZA.

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