13
POETI SABA INDICE Luigina Bovo Mara Penso Alberta Salmeri Giacomo Soldà Wilma Vianello

POETI DEL SABA

Embed Size (px)

DESCRIPTION

POETI DEL SABA

Citation preview

Page 1: POETI DEL SABA

POETI SABA

INDICE

Luigina Bovo

Mara Penso

Alberta Salmeri

Giacomo Soldà

Wilma Vianello

Page 2: POETI DEL SABA

Luigina Bovo

COPIE IMPERFETTE

Sul letto bianco di una telatrovano riposo pigmenti e pensieri.Acqua e materia si fondono compliciformando immagini nate nella notte.Densità del colore e trasparenzeimprigionano parole nei segninarrandovi emozioni.Sono impronte di copie imperfetteunite a ricordi e giudiziche verranno poi abbandonatealla memoria del tempo.

“GRIGI FANTASMI”

Grigi fantasmi bivaccanoai bordi delle strade affollate.Pareti di cartone proteggono i corpie fredde stelle fanno da soffitto.Il cuore e la mente si abbandonanonell’amara malinconiae al perduto desiderio della vita.Giorni astratti trascinano queste animee noi, con indifferenza,ne sfioriamo le ombre.

UN FIORE DA OFFRIRE

Poesia: riflesso del nostro pensierosorgente che ci dissetadanza armoniosa di toni e respirionda impetuosa che fa riemergere forti emozioni variare di note che accarezzano l’anima…

Poesia:fiore odoroso da offrirea chi dà attenzione alla sua essenza.

Page 3: POETI DEL SABA

Mara Penso

CONO D’OMBRA LA TUA IMMAGINE

Cono d’ombra nel fondo dell’animala tua immagine, un’icona sfocatache dilava attese nel susseguirsidi giorni bui trafitti dal rimpianto.Ricuce brandelli d’attimi persi,grovigli di parole intesse, perleevanescenti che più non ascolti.

Cono d’ombra nel fondo dell’animala tua immagine m’accarezza inquieta,risale la curva dell’orizzontee lambisce la mia solitudine.Cono d’ombra il tuo amore,infinito dedalo di emozionismarrite tra le sabbie del passato.

“ PAZZA ”

La mente ad inseguire strani voliin labirinti di luce smarrita,vago nella magia dell’infinito. Gli occhi degli altri mi dicono “pazza”ma nel mio regno ovattato io esistoe lì mi ritrovo senza timorenel soffice limbo che mi protegge.

Se brilla nell’oscurità una lucese una finestra sul mondo s’apre,subito la richiudo e mi rintanonella mia culla di solitudine.

Nel mio andare fra le nebbie del tempoa percorrere strade senza metalascio frammenti d’anima e lo sguardoimmerso nel nulla, disegna sogni.…E sono ballerina che volteggia,sono strega di vetro imprigionatafra le pareti d’un caleidoscopio.

Sono delle stelle la fantasia,della luna il riverbero diafano.E nella mia invisibile prigione,- libera - sono essenza di follia.

Page 4: POETI DEL SABA

RUTH

Avevi un fiore fra i lunghi capellineri e sorrisi grandi per il mondo,la tua pelle di seta profumavadi lavanda e di viole a primavera.Nei dolci occhi la voglia di vivere;ti specchiavi con la gioia bambinadella tua risplendente giovinezza.

…nessuno specchio per il tuo sorriso,solo polvere e fumo alla Risiera,e freddo, sangue e acuta sofferenza.L’oro e l’argento, un ricordo lontanoi tuoi capelli non esistono piùla tua pelle, secca carta vetrata,nel vuoto occhi fissi senza colore.Scuro dolore coagula in grumi,la vita stritolata grida muta.Rinchiusa in neri loculi, l’animaa fatica s’accorge di vivere.La belva umana ha ucciso la pietàe sarà sempre feroce la nottein questo lager che chiamiamo mondo.

(la Risiera di San Sabba a Trieste fu adibita a campo di concentramento durante il periodo nazista.)

Page 5: POETI DEL SABA

Alberta Salmeri

BIZZARRI FUNAMBOLI

Un passo dietro l'altrosotto cieli di mille lune,ombre abbarbicate a sognidi cristallo, ci sfioriamocon gelide dita senza riconoscerci mormorando indecifrabiliparole, di sconosciuti idiomi,partorite su mari di pietrad' inesplorate galassie. Alieni, caduti nella stessastoria, viaggiatori casuali sui binari del tempo affollati d' illusori aneliti,nei quali volteggiaretracciando scie d'equilibri dispersi nei confiniimpalpabili del cuore,bizzarri funamboli in bilicosui fili invisibili della nostra precarietà.

Page 6: POETI DEL SABA

NEL VORTICE DELLA MUSICA

Su note d'equilibri sottilinel confuso divagar dei giorniemerge il tuo canto, liberi volinel fragore d'impetuose ondeimmerse nel profondo,appassionate danzenell'incalzar vibrante d'emozioni sul filo d'indelebili struggenti incanti, perduti nell'azzurro sguardo del cielo.Sulle punte d' un sognoaccompagni il mio vivereincantevole armonia...lieve come il fioccar della neve nei prati l'inverno,accarezzi i miei silenzi...scalpitante e briosacome pioggia sui tetti a primavera, scandisci le mie allegrie...inarrestabile e travolgentecome turbine nella tempesta,m'abbracci nel dolore,mia sospesa energiaavvinta a candidi vortici di ventoe vibranti silenzi di stella.

Page 7: POETI DEL SABA

PENSIERI IN VOLO

Livido è il mare,il ruggito del cuorerisponde impetuosoalla risacca ardita,il vento alle spallerespiro aria di tempesta.

Gabbiani in voloimpazzano tumultuosinel cielo plumbeo,pensieri liberi nel turbinio dispersi,echeggiano all’unisonocontro il maestrale.

Stanchi di ripiegareverso la costa sicura,di ammalianti sireneil canto inseguonovolteggiando audaci,avidi di libertà.

Page 8: POETI DEL SABA

TRACCE DI TE

Tracce di te,sospese lacrime tra le foglie laggiùed il pensiero, fragile, si trasforma,diviene colore, armonia leggeratra i sentieri del vento, aperti al sogno.

Tracce di te,sospiro lieve nascosto tra le nuvole,diafano profilo impresso nell'azzurrosmarrito di un arcobaleno segreto, nascosto nella vastità sottile del cielo.

Tracce di te,sulla scia d'argento disegnata nell'ariadalle libellule, sulle rive del fiumeche racconta nel perenne andare, d' albechiare perse in un sussurro di tramonto.

Tracce di te,nel lampo, nel tuono, nella pioggiache inonda l'opaco mio esistere, vuoto di te, disappunto inquieto dei miei giorni, soffio di stella, a illuminar bianca solitudine.

Page 9: POETI DEL SABA

Giacomo Soldà

IL GRIGIO DEDALO

Or che la giovinezza è ormai lontanatrovar la luce è un’ utopia fasulla.Nella città che è stata la mia cullatrascino la mia vita per le calli;

anche se dietro a un angolo, un campielloè un lucernario aperto verso il cielodove un raggio di sole fa risplenderil sorriso di un fiore su un balcone,

è un sogno ch’è soltanto un’illusioneprima che inizi ancora un’altra calledove si stringe quell’azzurro nastroche ha per cimose i tetti delle case.

V’è un lastricato lucido di piantosteso davanti a un uscio che stridendospalanca grigi spazi in cui nascondo,sotto la solitudine, il rimpianto.

Page 10: POETI DEL SABA

“POETUNCOLO”

Ammiro lo scorrevole linguaggiodi chi è stato baciato dalla Musa,pensar di scimmiottarlo non è saggio.

Le mie sono parole alla rinfusa che offendono i poeti, e mi vergogno, perciò umilmente a lor io chiedo scusa.

D’esprimermi però sento il bisognoquindi mi butto ancora a capofittocercando di vergar su carta un sogno.

Pendendo come un ragno dal soffitto di certo non “m’illumina d’immenso” la lampada sospesa sullo scritto.

Anzi, ella sembra esprimere dissensoleggendo col suo sguardo sentenziosoil componimento mio assai melenso.

Mollare ora, sarebbe indecoroso, e allora m’accanisco più di prima ma il risultato è sempre vergognoso.

Per questo io rinnovo la mia stimaa quei Poeti che usan con maestriala gabbia in cui rinchiusa sta la rima.

Io quella gabbia, l’ uso come stia dove senza pretese e malandato starnazza il mio verso di poesia.

Ragion per cui son stato nominato“poetuncolo” che nulla ha ereditatoné da musa Calliope né da Erato.

Page 11: POETI DEL SABA

UN GROPO DE PAROLE

A la fine de la lessionde Stopani, a “Poesia”,vien sempre fora qualchedunpronto a leser quela sua.

Co’ se taze i gran poeti,che gà da lustro a la storia,xe de turno i scalfarotie s-cuminzia la tragedia.

In scarsela mi sempre tegnoi me sinque schei de monae la poesia che co’ impegnogo scrito sentà in poltrona.

Coi pie drento le papussee strucandome el serveodele volte me riessequalche verso che par belo.

Ma in pie, davanti la zente,casca tute le sertesse …vado in confuzion de mente,de scampar .. no me riesse !

La me voze , no xe s-cieta,la xe come un caenassorusine che se lamenta ..

par vegnir onto col grasso. L’ imbarasso xe lampantequando in fondo de la golael fià supia prepotentecontro de l ‘ugola mola

che, come de ‘na scarpia,la se taca a le tonsilepar no farse portar viada la frana de parole

che su la lingua rodolafin a contro la dentierache le ferma a stento in boca.. par no farle ‘ndar in tera.

Ingrumae contro al palatole se missia un poco tuteco’ quel magro risultatoche vien fora rime brute.

E tuti queli che scolta‘sto poeta da strapassoi pensa che, anca ‘sta volta, no se gà capio un ca…(volo).

Ma i bate le man lo stesso,e quelo xe un ciaro invito,che me fa capir che ‘dessofasso ben .. se stago sito !

Page 12: POETI DEL SABA

Wilma Vianello

“BURIANA A VENESSIA”

Scapussa el vento, supiael se intriga dentro e ondelampi che sbrega el çieloel ronchisar dei toni,l’acqua vien sora le rivebagnando cale e campielis-ciafisa l’acquael passo de grandi e de puteli.Se specia zo i balconi pieni de tanti fiorie come un calendoscopioxe festa de colori.Po el sol, da drio a le nuvole,zoga a nascondarelo,le giosse par cristaliparsora palassi e casese puza i cocai.La buriana la xe passadatorna el ciacolartra i campieli e caleselesora ghe fa coverta un çielostrapien cargo de stele.

“CAMPIELO BALASTRO”

El gà perso la voçe ‘sto campielono ghe zoga più dentro gnanca un puteo.Pensar che un tempo “Lù” el xe ‘stàun bel teatro animàpien de putei sbarassini de grandi e de picenini.Le sfese de le so pieree se prestava a zoghi inventaicussì sul posto… co estro,zoghi ormai desmentegaidai tempi che cambià ga anca i putei.‘Desso no li pol piùfar de manco de el modernoanca se li zoga co machinete de plastica e fero fredocome xe le man de inverno.El calor invenseche se viveva dentro a ‘sto campielone riscaldava el cuore “Lù”, come un vecio fradeo,pian, pianeone cocolavafinchè grandi no se deventava.

Page 13: POETI DEL SABA

“E VOSE DE L’ANIMA”

Me piasaria sentir in cale,par sora de le so piereel rodolar de bale e de balete,sentir voria, come ‘na volta,el ciacolar de tante bele vose s-cete e nete.El zogar de la tombola par i campieie el pianser de i so puteiche co’ i zenoci roti e man sbrogiaeveniva consolai dale mameche ghe contava fiabe mai desmentegae.Sentir voria el bater de le campaneche dal campaniel de i Carmini sonava mezzogiornoe tornar indrio, anca par un sol giorno,par sentir la vose de mia mama che me ciamae in quela casa vecia, piena de peltri, rame e altarinisentirghe dentro el cantar de i canarini.L’odor de la vanilina par le casseleche profumava de dolse la dote de le donzele.Sentir voria, Venessia, cocolarmetra i muri de le so cale e i so campieie po sentirghe…sentirghe dentrovose vive de el zogar de tanti putei.