38
M.C Falvella, Agenzia Spaziale Italiana - Corso di Metodi per l'Astrofisica Spaziale A.A. 2015/2016 Il ciclo di vita di un progetto per osservazioni dallo spazio

Presentazione di PowerPointoberon.roma1.infn.it/lezioni/metodiastrofisicaspaziale/...-progetti su piattaforma spaziale (p.es. Stazione Spaziale) A seconda della sua complessità, un

  • Upload
    others

  • View
    3

  • Download
    0

Embed Size (px)

Citation preview

Page 1: Presentazione di PowerPointoberon.roma1.infn.it/lezioni/metodiastrofisicaspaziale/...-progetti su piattaforma spaziale (p.es. Stazione Spaziale) A seconda della sua complessità, un

M.C Falvella, Agenzia Spaziale Italiana - Corso di Metodi per l'Astrofisica Spaziale A.A. 2015/2016

Il ciclo di vita di un progetto per osservazioni dallo spazio

Page 2: Presentazione di PowerPointoberon.roma1.infn.it/lezioni/metodiastrofisicaspaziale/...-progetti su piattaforma spaziale (p.es. Stazione Spaziale) A seconda della sua complessità, un

M.C Falvella, Agenzia Spaziale Italiana - Corso di Metodi per l'Astrofisica Spaziale A.A. 2015/2016

L’ATTIVITA’ SPAZIALE IN ITALIA

• 1957 – parte l’era delle missioni spaziali con lo Sputnik

• 1964 - l’Italia è il terzo Paese, dopo la Russia e gli USA, a mettere

in orbita un satellite

• 1967- comincia l’attività Base San Marco a Malindi

• 1988- si costituisce l’Agenzia Spaziale Italiana

• 1996 – Beppo-SAX e il Premio Bruno Rossi

• 2001- l’Italia comincia a contribuire a ISS ( 3 MPLM e Nodo 2), ad

oggi il circa il 70% è stato costruito in Italia

• 2007 AGILE

• 2008 FERMI e ROSETTA

• 2009 PLANCK e HERSCHEL

• 2011 AMS a bordo della ISS

• 2012 lancio del vettore VEGA e del satellite LARES

• 2013 GAIA

Page 3: Presentazione di PowerPointoberon.roma1.infn.it/lezioni/metodiastrofisicaspaziale/...-progetti su piattaforma spaziale (p.es. Stazione Spaziale) A seconda della sua complessità, un

M.C Falvella, Agenzia Spaziale Italiana - Corso di Metodi per l'Astrofisica Spaziale A.A. 2015/2016

I progetti dedicati all’osservazione dallo spazio sono quelli che prevedono osservazioni fuori dall’atmosfera terrestre (da circa 4mbar ). Essi si dividono in: -progetti su pallone stratosferico -progetti su razzo -progetti su satellite -progetti su piattaforma spaziale (p.es. Stazione Spaziale) A seconda della sua complessità, un progetto spaziale può avere una durata che va da 3 a 15 anni.

Page 4: Presentazione di PowerPointoberon.roma1.infn.it/lezioni/metodiastrofisicaspaziale/...-progetti su piattaforma spaziale (p.es. Stazione Spaziale) A seconda della sua complessità, un

M.C Falvella, Agenzia Spaziale Italiana - Corso di Metodi per l'Astrofisica Spaziale A.A. 2015/2016

Ogni progetto, indipendentemente dalla sua complessità e dalla sua durata, viene sviluppato in una serie di fasi che ne definiscono i requisiti, le caratteristiche, le prestazioni, i costi ed i rischi. Le fasi di un progetto rappresentano i passi necessari per l’ ideazione, la progettazione, la realizzazione e l’ esecuzione del progetto stesso e coprono tutto l’arco della sua esistenza. La suddivisione in fasi segue standard internazionali.

Page 5: Presentazione di PowerPointoberon.roma1.infn.it/lezioni/metodiastrofisicaspaziale/...-progetti su piattaforma spaziale (p.es. Stazione Spaziale) A seconda della sua complessità, un

M.C Falvella, Agenzia Spaziale Italiana - Corso di Metodi per l'Astrofisica Spaziale A.A. 2015/2016

Le fasi di sviluppo di un progetto sono:

-la fase A: lo studio di fattibilità

-la fase B: il design ingegneristico

-la fase C: lo sviluppo e la qualifica

-la fase D: la realizzazione del modello di volo

-la fase E : la vita operativa

-la fase F: la dismissione

Page 6: Presentazione di PowerPointoberon.roma1.infn.it/lezioni/metodiastrofisicaspaziale/...-progetti su piattaforma spaziale (p.es. Stazione Spaziale) A seconda della sua complessità, un

M.C Falvella, Agenzia Spaziale Italiana - Corso di Metodi per l'Astrofisica Spaziale A.A. 2015/2016

LO STUDIO DI FATTIBILITA’

Lo studio di fattibilità non individua potenziali progetti, ma verifica le condizioni di sviluppo di un progetto pre-identificato, fornendo tutti gli elementi per l’avvio della fase realizzativa attraverso l’identificazione di adeguate soluzione tecnico-programmatiche scelte sulla base di criteri predefiniti nell’ambito di vincoli economici e temporali dati. E’ fondamentale per minimizzare i rischi di realizzazione, valutare le condizioni di sviluppo più adeguate, definire i requisiti driver di un progetto.

Page 7: Presentazione di PowerPointoberon.roma1.infn.it/lezioni/metodiastrofisicaspaziale/...-progetti su piattaforma spaziale (p.es. Stazione Spaziale) A seconda della sua complessità, un

M.C Falvella, Agenzia Spaziale Italiana - Corso di Metodi per l'Astrofisica Spaziale A.A. 2015/2016

LO STUDIO DI FATTIBILITA’

1. Analisi del progetto pre-identificato 2. Valutazione sviluppo (tempi e costi) 3. Analisi dei rischi 4. Raccomandazioni per le fasi realizzative

Page 8: Presentazione di PowerPointoberon.roma1.infn.it/lezioni/metodiastrofisicaspaziale/...-progetti su piattaforma spaziale (p.es. Stazione Spaziale) A seconda della sua complessità, un

M.C Falvella, Agenzia Spaziale Italiana - Corso di Metodi per l'Astrofisica Spaziale A.A. 2015/2016

La fase A (1/2)

Lo studio di fattibilità verifica la possibilità di realizzare una missione attraverso: - l’individuazione degli obiettivi che caratterizzano la missione stessa - la quantificazione dell’utenza interessata - la ricognizione della tecnologia esistente a supporto della missione - la caratterizzazione delle necessità della missione sia in termini di nuovi sviluppi tecnologici che di requisiti

Page 9: Presentazione di PowerPointoberon.roma1.infn.it/lezioni/metodiastrofisicaspaziale/...-progetti su piattaforma spaziale (p.es. Stazione Spaziale) A seconda della sua complessità, un

M.C Falvella, Agenzia Spaziale Italiana - Corso di Metodi per l'Astrofisica Spaziale A.A. 2015/2016

La fase A (2/2)

- definizione dei requisiti: - funzionali, che definiscono il livello di performance del sistema (precisione di puntamento, sensibilità payload, regione da osservare, ecc.) - operativi, che definiscono il livello di operatività del sistema e la sua capacità di interfacciare l’utenza (durata della missione, orbita, download dei dati, controllo da terra, ecc.) - limitativi (costi, finestra di lancio, rischi, ecc.) - definizione dei “budgets” di missione, cioè degli ambiti economici e tecnici nell’ambito dei quali operare

Page 10: Presentazione di PowerPointoberon.roma1.infn.it/lezioni/metodiastrofisicaspaziale/...-progetti su piattaforma spaziale (p.es. Stazione Spaziale) A seconda della sua complessità, un

M.C Falvella, Agenzia Spaziale Italiana - Corso di Metodi per l'Astrofisica Spaziale A.A. 2015/2016

Lo studio di fase A si conclude con una System Concept Review e un Mission Requirement

Document che: 1. Presenta una baseline di missione

2. Definisce l’architettura del progetto

3. Identifica i drivers di missione

4. Identifica le criticità/i rischi del progetto

5. Stima i tempi ed i costi di realizzazione

Page 11: Presentazione di PowerPointoberon.roma1.infn.it/lezioni/metodiastrofisicaspaziale/...-progetti su piattaforma spaziale (p.es. Stazione Spaziale) A seconda della sua complessità, un

M.C Falvella, Agenzia Spaziale Italiana - Corso di Metodi per l'Astrofisica Spaziale A.A. 2015/2016

La fase B (1/2) – LA DEFINIZIONE DELLE SPECIFICHE DI PROGETTO

Il design ingegneristico porta alla definizione dei dettagli del progetto in termini di: - meccanica: i/f fisici dei sottosistemi (posizione, accesso, clearance, peso) - alimentazione elettrica: potenza elettrica disponibile, caratteristiche del segnale, compatibilità elettromagnetiche - stabilità termica: conduzione e capacità termiche, coeff. di emissività e assorbimento, dimensionamento di heaters e radiatori

-

Page 12: Presentazione di PowerPointoberon.roma1.infn.it/lezioni/metodiastrofisicaspaziale/...-progetti su piattaforma spaziale (p.es. Stazione Spaziale) A seconda della sua complessità, un

M.C Falvella, Agenzia Spaziale Italiana - Corso di Metodi per l'Astrofisica Spaziale A.A. 2015/2016

La fase B (2/2) -caratterizzazione dei materiali e dei sensori da utilizzare -scelta della filosofia di test e di sviluppo - congelamento dei budget di sistema (elettrico, termico e di massa) -individuazione dei servizi da attivare e/o comprare ( per es. allocazione frequenze, accordi internazionali, lanciatore, stazioni di terra, ecc)

Page 13: Presentazione di PowerPointoberon.roma1.infn.it/lezioni/metodiastrofisicaspaziale/...-progetti su piattaforma spaziale (p.es. Stazione Spaziale) A seconda della sua complessità, un

M.C Falvella, Agenzia Spaziale Italiana - Corso di Metodi per l'Astrofisica Spaziale A.A. 2015/2016

Filosofia di test e di sviluppo Per validare un modello di volo si costruiscono una serie di modelli rappresentativi delle caratteristiche di sottosistema: 1. Breadbord, modello di laboratorio in genere semplificato rappresentativo di uno o più sottosistemi o di una o più funzioni del sistema 2. Modello Strutturale, rappresentativo delle caratteristiche strutturali del sistema 3. Modello Elettrico, rappresentativo delle caratteristiche elettriche del sistema 4. Modello di Qualifica, gemello del modello di volo utilizzato per i test di qualifica .

Page 14: Presentazione di PowerPointoberon.roma1.infn.it/lezioni/metodiastrofisicaspaziale/...-progetti su piattaforma spaziale (p.es. Stazione Spaziale) A seconda della sua complessità, un

M.C Falvella, Agenzia Spaziale Italiana - Corso di Metodi per l'Astrofisica Spaziale A.A. 2015/2016

Ogni filosofia di test e di sviluppo prevede l’utilizzo di tutti o parte i modelli elencati sulla base del tipo di missione e delle sue necessità. Non sempre infatti è necessario e/o opportuno costruire tutti i modelli (caso di modelli semplici o ricorrenti, di strutture note e collaudate, di qualifica per analisi, di forti limitazioni economiche e temporali). Quando il modello di qualifica e quello di volo coincidono con un unico modello si parla di Protoflight.

Page 15: Presentazione di PowerPointoberon.roma1.infn.it/lezioni/metodiastrofisicaspaziale/...-progetti su piattaforma spaziale (p.es. Stazione Spaziale) A seconda della sua complessità, un

M.C Falvella, Agenzia Spaziale Italiana - Corso di Metodi per l'Astrofisica Spaziale A.A. 2015/2016

Lo studio di fase B si conclude con una Preliminary Design Review che: 1. Presenta una schedule di missione

2. Dettaglia l’architettura del progetto

3. Individua una filosofia di sviluppo

4. Produce un breadboard dei sottosistemi più

critici

Page 16: Presentazione di PowerPointoberon.roma1.infn.it/lezioni/metodiastrofisicaspaziale/...-progetti su piattaforma spaziale (p.es. Stazione Spaziale) A seconda della sua complessità, un

M.C Falvella, Agenzia Spaziale Italiana - Corso di Metodi per l'Astrofisica Spaziale A.A. 2015/2016

La fase C (1/2)- LO SVILUPPO E LA QUALIFICA

Questa fase serve a validare il design attraverso lo sviluppo di un modello rappresentativo del modello di volo (modello di qualifica).

Il modello di qualifica viene sottoposto ad una serie di test per verificare la sua idoneità ad essere lanciato e a lavorare nello spazio. Esso viene stressato ai limiti

delle sue funzionalità nell’ottica di assicurare, per analogia al modello di volo, margini di operatività

ragionevolmente sicuri.

Page 17: Presentazione di PowerPointoberon.roma1.infn.it/lezioni/metodiastrofisicaspaziale/...-progetti su piattaforma spaziale (p.es. Stazione Spaziale) A seconda della sua complessità, un

M.C Falvella, Agenzia Spaziale Italiana - Corso di Metodi per l'Astrofisica Spaziale A.A. 2015/2016

La fase C (2/2)

Un modello di qualifica testa: 1. Reazione all’accelerazione e vibrazione al lancio 2. Shock pirotecnico alla separazione 3. Free-fall (gestione dei liquidi in volo) 4. Comportamento in termo-vuoto (elettrico, termico,

outgassing) 5. Cicli termici (comportamento rispetto ai cicli giorno-

notte) 6. Compatibilità elettromagnetica (emissioni radiate e

condotte, scariche, transitori) 7. Proprietà di massa (peso, baricentro e momenti di

inerzia)

Page 18: Presentazione di PowerPointoberon.roma1.infn.it/lezioni/metodiastrofisicaspaziale/...-progetti su piattaforma spaziale (p.es. Stazione Spaziale) A seconda della sua complessità, un

M.C Falvella, Agenzia Spaziale Italiana - Corso di Metodi per l'Astrofisica Spaziale A.A. 2015/2016

La fase C si conclude con una Critical Design Review che: 1. Valida il design attraverso il superamento di tutti i test di qualifica

2. Individua le criticità del sistema

3. Autorizza la costruzione del modello di volo

Page 19: Presentazione di PowerPointoberon.roma1.infn.it/lezioni/metodiastrofisicaspaziale/...-progetti su piattaforma spaziale (p.es. Stazione Spaziale) A seconda della sua complessità, un

M.C Falvella, Agenzia Spaziale Italiana - Corso di Metodi per l'Astrofisica Spaziale A.A. 2015/2016

La fase D (1/2)- LA REALIZZAZIONE DEL FM

Durante questa fase si costruisce il modello di volo, gemello del modello di qualifica, e se ne verifica la funzionalità attraverso i test di accettazione.

I test di accettazione sono sostanzialmente identici a

quelli di qualifica con la differenza che la qualifica valida il design e quindi “stressa” il sistema per verificare i limiti delle prestazioni aspettate, l’accettazione si limita a verificare i range di performance operativi e quindi è più conservativa in termini di sollecitazioni.

Page 20: Presentazione di PowerPointoberon.roma1.infn.it/lezioni/metodiastrofisicaspaziale/...-progetti su piattaforma spaziale (p.es. Stazione Spaziale) A seconda della sua complessità, un

M.C Falvella, Agenzia Spaziale Italiana - Corso di Metodi per l'Astrofisica Spaziale A.A. 2015/2016

La fase D (2/2)

La fase D si conclude con la Final Acceptance Review

che accetta formalmente il satellite e lo dichiara pronto per il lancio. A conclusione della fase D si autorizzano:

1. la spedizione del satellite/payload al sito di lancio 2. le operazioni al sito di lancio 3. il lancio

Page 21: Presentazione di PowerPointoberon.roma1.infn.it/lezioni/metodiastrofisicaspaziale/...-progetti su piattaforma spaziale (p.es. Stazione Spaziale) A seconda della sua complessità, un

M.C Falvella, Agenzia Spaziale Italiana - Corso di Metodi per l'Astrofisica Spaziale A.A. 2015/2016

La fase E – LA VITA OPERATIVA

Questa fase è relativa alla vita operativa del progetto e viene gestita, sulla base del Mission Operation Plan, con una serie di System Production Review periodiche.

Il Mission Operation Plan: - descrive in termini operativi e di utenza gli attributi

del segmento di volo e di quello di terra - evidenzia le prestazioni e la loro tracciabilità - descrive le fasi della missione e i possibili scenari

operativi - organizza l’acquisizione, l’analisi, la registrazione e la distribuzione dei dati

Page 22: Presentazione di PowerPointoberon.roma1.infn.it/lezioni/metodiastrofisicaspaziale/...-progetti su piattaforma spaziale (p.es. Stazione Spaziale) A seconda della sua complessità, un

Il centro ESOC a Darmstadt

M.C Falvella, Agenzia Spaziale Italiana - Corso di Metodi per l'Astrofisica Spaziale A.A. 2015/2016

Page 23: Presentazione di PowerPointoberon.roma1.infn.it/lezioni/metodiastrofisicaspaziale/...-progetti su piattaforma spaziale (p.es. Stazione Spaziale) A seconda della sua complessità, un

M.C Falvella, Agenzia Spaziale Italiana - Corso di Metodi per l'Astrofisica Spaziale A.A. 2015/2016

La fase operativa di una missione prevede:

• il commissioning del satellite (validazione in volo)

• le attività nominali a regime (in parte periodiche)

• le operazioni di contingency e/o emergenza

Page 24: Presentazione di PowerPointoberon.roma1.infn.it/lezioni/metodiastrofisicaspaziale/...-progetti su piattaforma spaziale (p.es. Stazione Spaziale) A seconda della sua complessità, un

M.C Falvella, Agenzia Spaziale Italiana - Corso di Metodi per l'Astrofisica Spaziale A.A. 2015/2016

La fase F (1/2) – LA CONCLUSIONE DELLA MISSIONE

Questa fase è relativa alla conclusione della missione (fase di Disposal) .

A conclusione della sua vita operativa: 1. il satellite deve essere posizionato in modo da

permettere o il rientro nell’atmosfera o l’allontanamento definitivo dalla Terra

2. il satellite ed i payload che ospita devono essere spenti per evitare bruschi sbalzi di tensione e/o cortocircuiti

3. il propellente residuo deve essere scaricato per evitare esplosioni (soprattutto se previsto il rientro)

Page 25: Presentazione di PowerPointoberon.roma1.infn.it/lezioni/metodiastrofisicaspaziale/...-progetti su piattaforma spaziale (p.es. Stazione Spaziale) A seconda della sua complessità, un

M.C Falvella, Agenzia Spaziale Italiana - Corso di Metodi per l'Astrofisica Spaziale A.A. 2015/2016

La fase F (2/2)

La fase F deve essere pianificata sin dall’inizio ed

il satellite deve essere progettato/equipaggiato nell’ottica di evitare collisioni con altri elementi orbitali o esplosioni

Le strategie di fine missione sono di norma stabilite prima del lancio.

Page 26: Presentazione di PowerPointoberon.roma1.infn.it/lezioni/metodiastrofisicaspaziale/...-progetti su piattaforma spaziale (p.es. Stazione Spaziale) A seconda della sua complessità, un

M.C Falvella, Agenzia Spaziale Italiana - Corso di Metodi per l'Astrofisica Spaziale A.A. 2015/2016

Le modalità di rientro nell’atmosfera terrestre sono regolate da norme internazionali e le operazioni di fine vita del satellite, nel caso di rientro, devono essere comunicate all’Autorità competente ed autorizzate in anticipo.

Page 27: Presentazione di PowerPointoberon.roma1.infn.it/lezioni/metodiastrofisicaspaziale/...-progetti su piattaforma spaziale (p.es. Stazione Spaziale) A seconda della sua complessità, un

M.C Falvella, Agenzia Spaziale Italiana - Corso di Metodi per l'Astrofisica Spaziale A.A. 2015/2016

Le fasi di sviluppo di un progetto sono:

-la fase A: lo studio di fattibilità

-la fase B: il design ingegneristico

-la fase C: lo sviluppo e la qualifica

-la fase D: la realizzazione del modello di volo

-la fase E : la vita operativa

-la fase F: la dismissione

Page 28: Presentazione di PowerPointoberon.roma1.infn.it/lezioni/metodiastrofisicaspaziale/...-progetti su piattaforma spaziale (p.es. Stazione Spaziale) A seconda della sua complessità, un

M.C Falvella, Agenzia Spaziale Italiana - Corso di Metodi per l'Astrofisica Spaziale A.A. 2015/2016

Analisi dei costi di una missione

A B C D E F fasi del progetto

Co

sti

Page 29: Presentazione di PowerPointoberon.roma1.infn.it/lezioni/metodiastrofisicaspaziale/...-progetti su piattaforma spaziale (p.es. Stazione Spaziale) A seconda della sua complessità, un

M.C Falvella, Agenzia Spaziale Italiana - Corso di Metodi per l'Astrofisica Spaziale A.A. 2015/2016

Tools di gestione di un progetto (1/2) 1. System Specification : descrive il satellite ed i suoi payload e le

loro caratteristiche tecniche

2. Statment of work: dettaglia le attività da svolgere, gli input necessari al loro svolgimento, gli output aspettati, le responsabilità ad esse associate

3. Work Breakdown Structure: struttura le attività in sistemi, sottosistemi, unità

4. Project Schedule: individua il baseline planning, gli schedule major targets, i coordinamenti ed i link fra le varie attività

Page 30: Presentazione di PowerPointoberon.roma1.infn.it/lezioni/metodiastrofisicaspaziale/...-progetti su piattaforma spaziale (p.es. Stazione Spaziale) A seconda della sua complessità, un

M.C Falvella, Agenzia Spaziale Italiana - Corso di Metodi per l'Astrofisica Spaziale A.A. 2015/2016

Tools di gestione di un progetto (2/2)

5. Manpower/Cost plan: individua il numero di risorse necessarie in termini di personale, facilities da utilizzare, viaggi, h/w procurement

6. Status monitoring & control: partendo dal planning verifica il

rispetto della schedule, individua le deviazioni e/o i cammini critici, introduce, ove necessario, delle misure correttive

7. Budgeting & Cost control: individua il piano delle risorse

economiche, fa il piano finanziario ed economico, gestisce le spese ed i pagamenti

8. Earned Value Analysis: valuta l’attività maturata sulla base della

pianificazione di baseline

Page 31: Presentazione di PowerPointoberon.roma1.infn.it/lezioni/metodiastrofisicaspaziale/...-progetti su piattaforma spaziale (p.es. Stazione Spaziale) A seconda della sua complessità, un

M.C Falvella, Agenzia Spaziale Italiana - Corso di Metodi per l'Astrofisica Spaziale A.A. 2015/2016

Il piano delle attività: •Work Breakdown Structure (WBS) •Diagramma di Gantt •Diagramma di Pert (Project Evaluation

and Review Technique)

Page 32: Presentazione di PowerPointoberon.roma1.infn.it/lezioni/metodiastrofisicaspaziale/...-progetti su piattaforma spaziale (p.es. Stazione Spaziale) A seconda della sua complessità, un

M.C Falvella, Agenzia Spaziale Italiana - Corso di Metodi per l'Astrofisica Spaziale A.A. 2015/2016

La WBS è una rappresentazione schematica del progetto che consente l’ identificazione delle attività elementari la cui esecuzione integrata conduce alla realizzazione dell’intero progetto. Non ha alcuna relazione con lo sviluppo temporale delle attività La WBS serve a: - Non dimenticare parti di lavoro ed evitare duplicazioni - Definire i collegamenti tra le diverse attività - Identificare le linee di comunicazione - Riferirsi a un quadro omogeneo del progetto

Page 33: Presentazione di PowerPointoberon.roma1.infn.it/lezioni/metodiastrofisicaspaziale/...-progetti su piattaforma spaziale (p.es. Stazione Spaziale) A seconda della sua complessità, un

M.C Falvella, Agenzia Spaziale Italiana - Corso di Metodi per l'Astrofisica Spaziale A.A. 2015/2016

IL DIAGRAMMA DI GANTT(1/2)

È una tabella nella quale le righe servono per indicare le attività previste

dalla WBS, mentre le colonne si utilizzano per indicare i tempi necessari

per realizzarle

Serve a gestire la pianificazione temporale del progetto.

Page 34: Presentazione di PowerPointoberon.roma1.infn.it/lezioni/metodiastrofisicaspaziale/...-progetti su piattaforma spaziale (p.es. Stazione Spaziale) A seconda della sua complessità, un

M.C Falvella, Agenzia Spaziale Italiana - Corso di Metodi per l'Astrofisica Spaziale A.A. 2015/2016

IL DIAGRAMMA DI GANTT(2/2)

• Pianifica la tempistica delle attività di progetto • Verifica la fattibilità temporale del progetto • Permette a tutti gli interpreti del progetto di avere un

quadro generale ed integrato delle date di inizio e fine delle attività di progetto(Master Schedule)

• Definisce le date di inizio, fine di ogni attività ed eventuali milestone intermedie (Master Schedule)

• Controlla durante l’avanzamento del progetto gli scostamenti temporali (ritardi/anticipi) rispetto alle date pianificate

• Verifica continuamente le nuove stime a finire del progetto o di sue parti a fronte dei consuntivi e per facilitare le relative correzioni.

Page 35: Presentazione di PowerPointoberon.roma1.infn.it/lezioni/metodiastrofisicaspaziale/...-progetti su piattaforma spaziale (p.es. Stazione Spaziale) A seconda della sua complessità, un

M.C Falvella, Agenzia Spaziale Italiana - Corso di Metodi per l'Astrofisica Spaziale A.A. 2015/2016

IL DIAGRAMMA DI PERT (1/2) è la rappresentazione grafica del progetto con: - tutte le attività previste dalla WBS; - le milestones; - i condizionamenti reciproci temporali tra le attività Ad ogni attività possono essere in generale associati una serie di attributi: • Durata (o data di inizio e fine) • Predecessori • Risorsa • Costo Permette di identificare il percorso critico ossia la catena di attività che condiziona la durata del progetto.

Page 36: Presentazione di PowerPointoberon.roma1.infn.it/lezioni/metodiastrofisicaspaziale/...-progetti su piattaforma spaziale (p.es. Stazione Spaziale) A seconda della sua complessità, un

M.C Falvella, Agenzia Spaziale Italiana - Corso di Metodi per l'Astrofisica Spaziale A.A. 2015/2016

Il primo nodo è sempre quello di inizio progetto, l'ultimo è sempre quello di fine progetto. I legami di precedenza che solitamente sono utilizzati sono: • Finish to Start: l’attività B non può iniziare se non è

terminata l’attività A. • Start to Start: l’attività B non può iniziare se non è iniziata

l’attività A. • Start to Finish: l’attività B non può finire se non è iniziata

l’attività A. • Finish to Finish: l’attività B non può finire se non è finita

l’attività A.

IL DIAGRAMMA DI PERT (2/2)

Page 37: Presentazione di PowerPointoberon.roma1.infn.it/lezioni/metodiastrofisicaspaziale/...-progetti su piattaforma spaziale (p.es. Stazione Spaziale) A seconda della sua complessità, un

M.C Falvella, Agenzia Spaziale Italiana - Corso di Metodi per l'Astrofisica Spaziale A.A. 2015/2016

Tecniche di riduzione costi (1/2) Le missioni si classificano in: • High performance - molto costose, per missioni di altissimo

livello o usi militari • Design to requirements – molto costose, usate solo per usi militari

• Serie – mediamente costose, con un costo che si ammortizza sul

numero dei ricorrenti

• Design to cost – con un tetto fisso di spesa

• Low cost – mini o nanosatelliti con componentistica commerciale (sempre più richieste)

Page 38: Presentazione di PowerPointoberon.roma1.infn.it/lezioni/metodiastrofisicaspaziale/...-progetti su piattaforma spaziale (p.es. Stazione Spaziale) A seconda della sua complessità, un

M.C Falvella, Agenzia Spaziale Italiana - Corso di Metodi per l'Astrofisica Spaziale A.A. 2015/2016

Tecniche di riduzione costi (2/2) Per contenere i costi di una missione: 1. Individuare la classe di una missione 2. Verificare la necessità dei requisiti richiesti dall’utenza 3. Implementare i requisiti operativi e non le specifiche tecniche 4. Prevedere, ove possibile, un uso condiviso (collaborazioni) 5. Comprare servizi e non sistemi (facilities, lancio, comunicazioni) 6. Minimizzare la documentazione 7. Controllare la schedule individuando i major targets e legandoli a

incentivi economici 8. Utilizzare piccoli team 9. Congelare design il prima possibile