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N. 16 • 3 maggio 2020 • 1,00 Anno LXXIV • Poste Italiane S.p.A. • Spediz. in abbon. postale • D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, Aut.  014/CBPA-SUD/NA • Direzione e Redazione Largo Donnaregina, 22 • 80138 Napoli Destina anche quest’anno l’8xmille alla Chiesa cattolica. Vai su 8xmille.it e consulta la mappa, scoprirai un paese coraggioso, trasparente e solidale, che cresce ogni anno AVVISO La Festa di San Ciro a Portici 2 Per una parrocchia rigenerativa 2 Le parole di Mattarella agli studenti 3 Donate mascherine alla Diocesi 6 Il Premio nazionale don Diana 6 Presidio Covid-19 alla Federico II 7 Il Vescovo Acampa celebra a Canale 21 2 VITA DIOCESANA I videomessaggi del Cardinale Sepe al mondo della Scuola 3 PRIMO PIANO DIOCESI Fondazione Con il Sud. “Con i Bambini” a braccia aperte 6 ATTUALITÀ La scomparsa del filosofo Aldo Masullo 7 CULTURA Ricostruire in sicurezza la nostra convivenza sociale @ Crescenzio Card. Sepe La quarantena ha fermato tutto, ma non la camorra. Per questi motivi desidero rivolgermi ai responsabili delle istituzioni per un caloroso, pressante appello. Muoviamoci! Intervenite subito, perché la malavita è più rapida della nostra burocrazia! La camorra non aspetta! Bisogna fare più in fretta di loro! L’invito pressante è per tutti: liberiamoci dal virus, ma sta a noi napoletani liberarci anche dal virus della camorra! San Gennaro non ci lasci soli in questo momento difficile e confidiamo sempre nella sua prodigiosa protezione. alle pagine 4 e 5

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N. 16 • 3 maggio 2020 • € 1,00

Anno LXXIV • Poste Italiane S.p.A. • Spediz. in abbon. postale • D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, Aut.  014/CBPA-SUD/NA • Direzione e Redazione Largo Donnaregina, 22 • 80138 Napoli

Destina anche quest’anno l’8xmillealla Chiesa cattolica.

Vai su 8xmille.it e consulta la mappa,�scoprirai un paese coraggioso,

trasparente e solidale,che cresce ogni anno

AVVISOLa Festa di San Ciro a Portici 2

Per una parrocchia rigenerativa 2

Le parole di Mattarella agli studenti 3

Donate mascherine alla Diocesi 6

Il Premio nazionale don Diana 6

Presidio Covid-19 alla Federico II 7

Il Vescovo Acampacelebra

a Canale 21

2

VITA DIOCESANA

I videomessaggidel Cardinale Sepe

al mondo della Scuola

3

PRIMO PIANO DIOCESI

Fondazione Con il Sud.“Con i Bambini”a braccia aperte

6

ATTUALITÀ

La scomparsadel filosofo

Aldo Masullo

7

CULTURA

Ricostruire in sicurezzala nostra convivenza sociale@ Crescenzio Card. Sepe

La quarantena ha fermato tutto, ma non la camorra. Per questi motivi desidero rivolgermiai responsabili delle istituzioni per un caloroso, pressante appello. Muoviamoci! Intervenitesubito, perché la malavita è più rapida della nostra burocrazia! La camorra non aspetta!Bisogna fare più in fretta di loro! L’invito pressante è per tutti: liberiamoci dal virus, ma sta anoi napoletani liberarci anche dal virus della camorra! San Gennaro non ci lasci soli in questomomento difficile e confidiamo sempre nella sua prodigiosa protezione.

alle pagine 4 e 5

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Vita Diocesana Nuova Stagione2 • 3 maggio 2020

Festadi SanCiroa PorticiLa festa di San Ciro quest’annonon sarà come ce l’aspettavamo,non sarà come quella degli altrianni, non ci sarà l’attesa eseguita processione. Niente ècome prima se non l’immutabileParola del Vangelo che, in questotempo di Pasqua, dona vitanuova e speranza certa. SanCiro, testimone di Cristo risorto,resta nella sua casa come tutti icittadini porticesi e i suoi devotiin questi giorni di quarantena.Lui medico e taumaturgo nonpotrebbe volere altro che questo:la salute del suo popolo e laguarigione da ogni male.Quando le condizioni loconsentiranno, grazie anche allasua potente intercessione, giàsperimentata nei secoli,torneremo ad abitare le piazze ele chiese con rinnovati eautentici sentimenti di carità.Scongiurando, come PapaFrancesco ha affermato, ilpericolo di un virus ancorapeggiore: quello dell’egoismoindifferente.Nel rispetto delle norme vigenti,civili ed ecclesiastiche, vivremoil giorno di festa nell’intimitàdelle nostre famiglie e San Cirosarà ancora più vicino al nostrocuore, ai nostri dolori, allenostre attese e speranze, sicuriche nessuno mai sarà delusodall’Amore di Dio che simanifesta in modo speciale congesti di carità verso i più poveri.

I parrociMons. Raffaele Galdiero

e Don Ciro Sica

Di seguito gli appuntamentiprincipali del 3 maggio,trasmessi in diretta suTvLuna (Canale 95)

Ore 11. 00Videomessaggio del CardinaleCrescenzo Sepe. A seguire, il Sindaco Vincenzo Cuomo rende il tradizionale omaggio floreale al Patrono.

Ore 11.30Ascolto del “Te Deum” di Marc Antoine Charpentier.

Ore 12.00Canto del “Regina coeli” e Solenne celebrazione eucaristica presieduta dalParroco Mons. Raffaele Galdieroe concelebrata dal co-parrocodon Ciro Sica

Ore 13.00Al suono festoso delle campane,benedizione sulla Città con le Reliquie del capo di San Ciro. I fedeli sono invitati a sventolarefoulard dai balconi in segno di devozione e omaggio.

Continuala raccolta in favoredei più bisognosi. Coloro che desiderino contribuire, possono fare un’offerta: Santuario Santa Maria della Natività e San Ciro, ibanIT63Y0514240090CC1271053927, causale “opere di carità”.

L’Omelia del Vescovo Acampa che celebra la terza domenica di Pasqua negli studi televisivi di Canale 21

Imprimere una svolta alla nostra società@ Gennaro Acampa *

In questa terza domenica di Pasqua ci vienedonata come lettura evangelica l’apparizionedi Gesù Risorto ai due discepoli di Emmaus: sitratta di una splendida pagina del vangelo diLuca. L’evangelista ci presenta l’evento conuna ricchezza di particolari, che mancano nelVangelo di Marco, dove fugacemente quasi perinciso si parla di quest’incontro.

I due di Emmaus sono dei super coltivati daGesù; lo si desume dall’attenta lettura del testoe da quello che essi stessi sanno e dicono delMaestro; ma sono profondamente delusi e per-ciò nel mattino dopo il sabato, cioè il giornodopo la Pasqua ebraica, lasciano Gerusa -lemme per ritornare alla loro casa. Durante ilviaggio discutono animatamente: hanno trop-pa rabbia dentro, perciò cercano di scaricarela tensione ricercando i colpevoli della mortedel Maestro.

Pur essendo stati per anni alla scuola diGesù, non avevano capito che il Messia dovevasoffrire ed essere crocifisso; essi, secondo ilsentire comune, pensavano che il Messiaavrebbe restaurato il Regno d’Israele e liberatoil popolo dalla dominazione dei Romani, per-ciò rimangono profondamente delusi quandovedono Gesù appeso alla Croce, come un mal-fattore.

Mentre animatamente discutono, addos-sando forse la colpa agli apostoli, a Pilato o allafolla, che si era dimostrata irriconoscente esuccube della classe sacerdotale e degli scribi,Gesù si avvicina a loro lungo la via, ma non vie-ne riconosciuto, perché sono troppo amareg-giati e anche perché manca in loro una qualcheapertura di fede, sempre necessaria per rico-noscere il Risorto.

È utile riflettere un po’ sulla sconfinata pa-zienza di Gesù, che è disposto a perdere deltempo per farsi accettare e risanare l’animoamareggiato dei suoi amici. Egli l’interroga epoi spiega il senso delle sofferenze del Messiaalla luce di numerosi brani della SacraScrittura e lo fa con tanta chiarezza di esposi-zione da svelenire il loro cuore.

Oggi Gesù con la stessa premurosa delica-tezza si avvicina a tutti noi, profondamenteamareggiati per questa pandemia, che ha fattotante vittime ed ha creato enormi difficoltà diogni genere. Egli c’invita a leggere questa tra-gedia alla luce della parola di Dio. Forse ci stadicendo che dobbiamo cambiare, che da que-sta immane sofferenza, se lo vogliamo, potrànascere una nuova umanità, più solidale, piùattenta agli ultimi, a quelli che finora sono statiscartati dalla nostra opulenta società. È un po’quanto ci sta facendo capire in questi giorniPapa Francesco con le sue omelie, così carichedi Sapienza.

Quindi non sciupiamo questa opportunità!Il Signore, bontà infinità, non può volere la no-stra sofferenza, ma da essa certamente vuoletrarre per noi un bene più grande: vuole che di-ventiamo più umani, più semplici, più solidaligli uni con gli altri, più cristiani.

Riprendendo il commento del brano, vedia-mo che i due di Emmaus, che come abbiamocapito in qualche modo ci rappresentano,giunti a casa, invitano il viandante a rimanerecon loro: si è creato un rapporto di amicizia esentono l’esigenza di prolungare l’incontro.Gesù, anche se aveva finto di voler proseguireil cammino, accetta l’invito e a tavola in un ge-sto di condivisione, nell’atto di spezzare il pa-ne, avviene il riconoscimento. E mentre ilSignore scompare dalla loro vista, essi nono-stante il buio della notte riprendono il cammi-no e rifanno undici chilometri per incontraredi nuovo a Gerusalemme la comunità dei di-scepoli. La gioia che hanno nel cuore, voglionocondividerla con i fratelli della comunità, dallaquale si erano momentaneamente allontanati,senza rompere definitivamente.

Riflettendo ancora su questa pagina evan-gelica, comprendiamo quanto sia esemplareper noi quest’incontro di Gesù con i due diEmmaus: ordinariamente ogni domenica noiriviviamo la loro esperienza quando parteci-piamo alla Santa Messa. Difatti ci raduniamoper l’ascolto della Parola e per condividere ilpane eucaristico in un’assemblea di fratelli,che sostenuti dalla doppia mensa della Parolae del Pane, s’impegnano ad essere nel mondo ilprolungamento vivo di Gesù Cristo.

Purtroppo in queste domeniche di forzataquarantena non ci è possibile rifare completa-mente l’esperienza dei due discepoli: ci manca

il Pane spezzato e condiviso, ci manca il rap-porto vivo e gioioso con la comunità di fede.Sappiamo però che questo è un disagio mo-mentaneo; esso può aiutarci ad apprezzare dipiù i doni del Signore e a viverli meno abitudi-nariamente e con più consapevolezza.Frattanto nel riprendere questa celebrazioneeucaristica, vogliamo invocare su di noi, sullaChiesa e sui nostri governanti il dono delloSpirito Santo.

La prima lettura di oggi, tratta dagli Atti de-gli Apostoli, m’induce a dare a modo di conclu-sione un ultimo pensiero sulla potenza delloSpirito Santo. Abbiamo ascoltato che nel gior-no di Pentecoste l’apostolo Pietro tiene nellapiazza di Gerusalemme un discorso chiaro, de-ciso e convincente su Gesù di Nazareth. Il te-sto, che ci è stato letto, si è interrotto alla primaparte della predicazione, ma se continuiamo aleggere, apprendiamo che al termine del di-scorso dell’apostolo, si convertono in quel gior-no tremila persone. Ora se riflettiamo che lostesso Pietro una cinquantina di giorni primaha rinnegato Gesù, scappando via, non possia-mo trovare altra convincente spiegazione delsuo cambiamento totale, della sua ispirata pre-dicazione, se non nel dono dello Spirito Santo,che è disceso in quel mattino di Pentecoste sudi lui e sugli altri apostoli, raccolti con Marianel cenacolo.

Lo Spirito Santo, che ora scende sul pane esul vino, trasformando questi alimenti nel cor-po e sangue di Gesù, voglia venire in noi e do-narci la luce e la forza necessarie per superarebene le difficoltà attuali, imprimendo nella no-stra società una nuova svolta, più fraterna e piùevangelica.

* Vescovo ausiliare di Napoli

La parrocchia è ancora una istitu-zione valida? Può contribuire alla rivi-talizzazione della fede cristiana, comeha auspicato papa Francesco? Se laparrocchia può servire la missione dievangelizzazione della Chiesa ciò nonsignifica che non abbia bisogno diriforma e di rivitalizzazione. Grazie alsostegno convinto del cardinaleCrescenzio Sepe, arcivescovo metro-polita di Napoli e gran cancelliere del-la Pontificia Facoltà Teologicadell’Italia Meridionale, è stato possibi-le avviare una fruttuosa collaborazio-ne tre alcuni vescovi dell’ItaliaMeridionale, tra cui Cacucci,Depalma, Negro, teologi, missionarivincenziani e parroci.

Il libro inaugura, grazie alla siner-gia di padre Salvatore Farì e il prof. Carmine Matarazzo, la nuova colla-na di teologia pastorale La missione promossa dal Centro LiturgicoVincenziano (CLV) di Roma.

Per una parrocchia generativa indica lo scopo dei saggi raccolti inquesto libro, orientati ciascuno per la propria specializzazione a ripen-

sare il servizio di questa centenaria istituzione ecclesiale in un tempo dirapidissimi cambiamenti, ma abitato anche dalle grandi domande difronte alla drammaticità in questo tempo dominato dalla paura per ilcontagio da Covid-19. «La logica è quella della sperimentazione nellatradizione – sottolinea il card. Sepe –, avendo le comunità appoggio e so-stegno nel diritto di comunione, che aiuta a strutturare forme concretedi rinnovamento delle forme di fraternità parrocchiale».

A partire, quindi, da questo primo volume si tenta una fruttuosa si-nergia tra il carisma della Congregazione voluta da San Vincenzo de’Paoli e il rinnovamento inaugurato da Papa Francesco. In tale ottica“missione” è la cifra sintetica per esprimere il carisma dell’evangelizza-zione dei poveri: predicazione, catechesi, carità, promozione umana,formazione cristiana.

I saggi proposti nella collana sono finalizzati a promuovere un rin-novato movimento “in-uscita” della Chiesa secondo le intenzioni diPapa Francesco. Testi concepiti per alimentare la riflessione sulla «con-versione pastorale e missionaria» che esige una «chiesa povera per i po-veri» (Papa Francesco, Evangelii Gaudium n. 20 e 198).

SALVATORE FARÌ - CARMINE MATARAZZO (ED.)Per una parrocchia generativa. Prospettive e riflessioni da più punti di vistaPresentazione del Cardinale Sepe, CLV, Roma 2020,pagine 186, euro 12,00

Una nuova ricerca interdisciplinare tra vescovi, teologi e parroci

Per una parrocchia generativa

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Primo Piano DiocesiNuova Stagione 3 maggio 2020 • 3

Attraverso il programmaRai #maestriil Presidente Mattarellasi rivolge agli studenti

Un eserciziodi libertà«Per tutti, gli anni dellascuola restano un’esperienzadecisiva: per quello che siapprende, per le amicizie chesi fanno, tante dureranno pertutta la vita, per le personeche si incontrano, per quelliche riconosceremo, sempre,come i nostri maestri». Lo hadetto il Presidente dellaRepubblica, SergioMattarella, nel suoVideomessaggio per “#maestri”, nuovo programmadi Rai Cultura incollaborazione con ilministero dell’Istruzione.«Tutti voi rammenteretequeste settimane di forzatoisolamento, per ciò che lapandemia vi ha sottratto: levostre classi, i compagni, iprofessori. In fondo, costrettia casa, avvertite, molti, forse,con sorpresa, che la scuola vimanca – ha aggiunto il Capodello Stato -. Probabilmente,non avreste mai immaginatoche poter uscire per andare ascuola costituisse unesercizio di libertà. Dellavostra libertà».Il Presidente segnala poi chequesta esperienza, così durae sofferta, può rivelarsiun’occasione di crescita:«Come sarà il mondo didomani dipenderà, in realtà,in larga misura da voi,studenti di oggi, dalla vostracapacità di pensarlo, diprogettarlo, di viverlo. Dalvostro impegno. Da comemetterete a frutto i saperi e leconoscenze che oggiacquisite». Quindi,l’incoraggiamento a«continuare a sentirsi e aessere studenti. Continuare asentirsi parte, protagonista,della comunità educante».Rivolgendosi, infine, aquanti sono giunti allaconclusione del percorsoscolastico e si preparano agliesami di maturità, il Capodello Stato ha ribadito che «èimportante continuare atenere vivo il rapporto cheunisce tutti voi, insieme, allavostra scuola, alle vostrelezioni, nelle forme in cuiquesto è reso possibile dallenuove tecnologie».

Guardare avantioltre ogni ostacoloIl testo del Videomessaggio del Cardinale Crescenzio Sepe

a dirigenti, docenti e dersonale della Scuola

Carissimi dirigenti, docenti e persona-le tutto che operate nel mondo dellaScuola, vi parlo avendo avvertito il biso-gno di esprimervi vicinanza e ammirazio-ne in questo tempo di drammatica crisisanitaria che, seminando pericolo, soffe-renza e dolore, costringe tutti a stare in ca-sa per difenderci dal rischio contagio daCoronavirus.

Vi è stato tolto la parte più bella che ca-ratterizza il vivere e l’operare, a vario tito-lo, nel mondo della scuola. Vi è stato toltoil rapporto quotidiano con gli studenti,con i ragazzi, che sono l’essenza dellascuola. Siete stati costretti ad accettare ead adattarvi ad una realtà triste e com-plessa. Vi siete adeguati ad un nuovo mo-do di relazionarvi ai ragazzi, di insegnare,di interloquire, di ascoltare e di verificarela preparazione.

Vi servite dei nuovi strumenti di comu-nicazione che vi consentono di tenere lelezioni e i contatti, ma lo fate con sacrifi-cio e dolore, perché manca la dimensioneumana, il contatto con la freschezza, lagenialità, l’entusiasmo dei giovani stu-denti. Questa realtà non è poca cosa ed èdifficile da accettare da parte di chi hascelto per professione e per lavoro di starenel mondo della scuola.

Siete stati chiamati ad una riconversio-ne didattica e formativa. E con grandesensibilità e responsabilità avete accetta-to, non vi siete tirati indietro per essere fe-deli alla vostra scelta di vita e per non tra-dire i ragazzi che certamente amate tanto.

Non amareggiatevi. Siate forti. «Ha dapassà ‘a nuttata», come diceva il grandeEduardo De Filippo. E la nottata, conl’aiuto di Dio misericordioso sta passan-

Carissimi ragazzi, carissimi giovani!Siete nel cuore della Chiesa più che mai ora, in questo tempo

di angoscia, paura, preoccupazione e dolore per il rischio di con-tagio da Covid-19 o Coronavirus, che sembra aver cambiato ilcorso della storia, sconvolgendo la nostra vita, privandoci dellalibertà, delle nostre abitudini, dei nostri diritti individuali.

Voi stessi, senza colpa alcuna, state pagando un prezzo altis-simo, perché privati del diritto di andare a scuola, costretti a unmodello di formazione assolutamente inusitata e a una conclu-sione dell’anno scolastico del tutto rabberciata.

Siamo stati tutti travolti da un evento incredibile e violento.Ma passerà con l’aiuto del Signore che opera attraverso il sacri-ficio sommo del personale sanitario, cui dobbiamo essereprofondamente riconoscenti.

Non avvilitevi! Vedete tutto come un imprevisto e involonta-rio incidente di percorso che, accanto alla sofferenza e al dolore,ci sta insegnando tante cose: innanzitutto che nel mondo e nellavita può accadere l’impossibile, l’assurdo; che dobbiamo esserepreparati a tutto; che dobbiamo accettare l’evento, individuandomodalità e mezzi per autotutelarci; che le regole o leggi vanno ri-spettate sempre, particolarmente quando sono imposte da situa-zioni gravissime come quella in atto; che non dobbiamo mai per-dere il giusto equilibrio e la freddezza per valutare bene le cose;che dobbiamo abituarci al sacrificio e alla rinuncia anche dellecose che ci sono care, se questo serve al nostro benessere e al be-ne comune; che in tragici momenti dobbiamo essere non solopiù forti, ma anche più responsabili e più impegnati nell’eserci-zio dei nostri doveri.

Io sono sicuro che queste raccomandazioni già sono vostropatrimonio. Ma non mollate, seguite i vostri docenti. Siate ri-spettosi dei vostri genitori. Mettete a frutto questa dura lezione.Ne uscirete più maturi, formati e preparati.

La Chiesa conta su di voi, Cristo conta su di voi. Ma voi forsevi domandate: dove posso impegnarmi? Ciascuno di voi è chia-mato a costruire la Comunità. Ma per questo è necessario innan-zitutto essere edificati dentro per essere nel mondo protagonistiresponsabili.

Oggi, e soprattutto domani, la nostra Città, la nostra Regione,il nostro Paese e la vostra famiglia hanno bisogno di voi.Stringete i denti, siate fieri di voi e della nostra Italia.

Andate avanti per far crescere tutta la comunità. È questol’augurio che vi faccio con cuore di padre e di Vescovo.

“La Chiesa conta su di voi”Il Messaggio dell’Arcivescovo agli studenti in tempo di pandemia da Covid-19

do. Finirà questa gravissima pandemia econ essa finirà anche quest’anno scolasti-co tribolato. Siete certamente non conten-ti per come avete dovuto lavorare, ma ave-te salvato un anno scolastico assoluta-mente in pericolo e a rischio di nullità.

Soprattutto avete insegnato ai ragazzi,al di là degli insegnamenti dovuti, che bi-sogna accettare il sacrificio ed esserepronti al cambiamento, essere duttili, peraffrontare nella vita tragedie, eventi im-previsti e situazioni nuove.

Vi dico grazie dal profondo del cuore, anome della Chiesa. La nostra comunità habisogno di persone sensibili e capaci peravere giovani istruiti ma anche formaticome uomini. Avete dimostrato di saperguardare avanti e avete insegnato a guar-dare avanti, oltre l’ostacolo. Vi muovetesapendo di essere portatori di un impor-

tante patrimonio di cultura, di sapienzapedagogica, di attenzione alla persona, al-l’adolescente, al giovane, in sinergia con lefamiglie e con la capacità di cogliere i bi-sogni e i problemi nuovi che sorgono colmutare dei tempi.

Questo vi mette nella condizione di in-dividuare risposte efficaci alla domandaeducativa delle giovani generazioni, figliedi una società complessa, attraversata damolteplici tensioni e da drammatici even-ti, segnata da continui cambiamenti.L’efficacia educativa dipende in grandissi-ma misura dalla sensibilità delle personee dalla dedizione dei docenti, dei dirigenti,di tutto il personale scolastico. Con il vo-stro fare avete confermato questa regola.

Per questo vi ringrazio per tutto il lavo-ro svolto con grande impegno e sacrificioe di cuore vi benedico.

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Speciale Nuova Stagione4 • 3 maggio 2020

La prima testimonianzadel prodigio

E miracolofu!Nell’estate del 1389 Napoliera devastata da lotteintestine, tra chi sostenevagli Angiò-Durazzo e chi gliAngiò-Valois, chi il Papa echi l’anti-papa. Quando il 16agosto giunsero dueambasciatori del re diFrancia, accadde l’inaudito,raccontato quasi di sfuggitadall’autore del “ChroniconSiculum”: «…il mattino delseguente giorno fu fatta unagrandissima processione peril miracolo che il NostroSignore Gesù Cristo mostròdel sangue di San Gennaroche era in una certa ampollae che allora era liquefattocome se quel giorno fosseuscito dal corpo di SanGennaro».Il 17 agosto 1389 una“maxima procexio” sfilavaper le vie della città pervenerare quel sangue che erastato rinvenuto liquido. Lascoperta probabilmente eraavvenuta qualche giornoprima, giusto il temponecessario per organizzareuna processione solenne. Iltutto sarebbe avvenutodurante un’esposizione delsangue fatta per impetrarel’aiuto del Martire affinchéliberasse Napoli dai mali chel’affliggevano.Me le ipotesi sono tante.Resta il fatto che a mille annidalla presunta data di mortedi San Gennaro si è di frontea quella che in tutta evidenzaè la prima testimonianzadell’avvenuto prodigio, contutte le difficoltà di naturastorica circa la menzione perla prima volta di un’ampollacontenente il sangue delPatrono.E ciò perché, se sul pianodelle fonti nessuno famenzione del sangue primadel 1389, una tradizioneposteriore, emersa econsolidatasi quando ilprodigio si ripeteva ormai datempo, avrebbe anticipato ilrinvenimento del sangueaddirittura la sua primaliquefazione a epoche ben piùremote. Un’espediente perreinterpretare il passato allaluce di ciò che avveniva nelpresente, per colmare unlungo silenzio storico:parliamo della leggenda diEusebia, nutrice di Gennaro,colei che avrebbe raccolto ilsangue del Martire.

Celebrazione della Santa messa a porte chiuse presieduta dal Cardinale Cresc Vescovo e Martire, Gennaro senza la tradizionale processione in ricord

Ricostruire in sicurezza la @ Crescenzio

Cari fedeli, cari cittadini devoti di San Gennaro, oggi con questa particolare liturgiaricordiamo la traslazione del corpo di San Gennaro dal luogo del suo martirio, neipressi di Pozzuoli, alle Catacombe che avrebbero preso il suo nome e dove sarebbe ri-masto per diversi secoli, circondato dalla venerazione dei fedeli e considerato il patri-monio spirituale più caro al cuore dei napoletani.

Quest’anno però tale ricorrenza non può essere celebrata con la tradizionale pro-cessione a Santa Chiara. L’emergenza sanitaria, che in maniera inattesa ha colpito esconvolto le nostre comunità e il mondo, ci impone misure precauzionali per tutelarela salute di tutti e, quindi, una liturgia essenziale, austera, ma non per questo meno in-tensa e toccante.

Pur in questo stato di quasi solitudine, mi sento circondato dalla raccolta parteci-pazione di voi telespettatori, dei tanti devoti che in tale ricorrenza abitualmente affol-lano la cattedrale e di tutti quelli che, sparsi nel mondo, ci seguono con costanza e at-tenzione. In questo clima di sconcerto generale avverto da vicino la silenziosa angosciadella nostra gente, l’inconsolabile dolore di chi ha perduto i propri cari, la preoccupa-zione di tante famiglie per un domani che appare ancora molto incerto.

Eppure noi - grazie a San Gennaro - possediamo una marcia in più, una riserva difiducia immensa e rassicurante e quando sono a rischio le sorti stesse della Città, il be-ne comune, allora interviene direttamente San Gennaro, che - come in passato - placail Vesuvio, libera dai contagi, prende per mano il destino di tutti e l’avvia con mano de-cisa verso un approdo di salvezza.

Quante volte Egli è intervenuto per proteggere la Città dalle eruzioni, dalle epide-mie, dalla peste e dal colera!

È stato detto che San Gennaro è l’anima vera di Napoli che trova sempre la forza disperare, di lottare, di vincere. Napoli non sì è mai arresa davanti alle pur numerosesciagure che l’hanno colpita. In queste congiunture in Città si è sviluppata ogni voltauna grande voglia di fare, una grande energia spirituale, una generosa vicinanza ai piùbisognosi.

Oggi, nella drammatica situazione del nostro Paese, Napoli - come il suo Patrono -sta dando ancora una volta il meglio di se stessa. Si vanno moltiplicando le iniziativedi sostegno per chi è in difficoltà, si assicura a tantissimi un cesto di viveri, un piatto

Il prodigio della liquefazione acquista un forte valore simbolico

Alla ricerca del di Doriano Vin

«La parola “miracolo” deriva da mera-viglia scrive San Tommaso d’Aquini nellaSumma theologiae, I, q.105, a.7 -. E la me-raviglia sorge dinanzi a effetti evidenti lecui cause rimangono occulte: così capitadi meravigliarsi a chi vede un’eclisse di so-le e ne ignora la causa, come fa osservareAristotele. Può darsi però che la causa diun fatto sia nota a qualcuno pur rimandoocculta ad altri. Allora il fatto può riusciremeraviglioso per alcuni, ma non per tutti:come di un’eclisse di sole resta meraviglia-to l’ignorante, ma non l’astronomo. Il mi-

racolo, invece, è un fatto totalmente mera-viglioso, poiché ha una causa veramenteocculta per tutti. E tale causa è Dio. Quindile opere compiute da Dio fuori dell’ordinedelle cause da noi conosciute vengono det-te miracoli». Se questa lunga citazionesembrerebbe essere fuori luogo - conside-rando anche la diatriba attuale su miraco-lo o prodigio – in realtà dice bene la dimen-sione soprannaturale dell’evento della li-quefazione del Sangue di San Gennaro eanche la sua “deriva” identitaria e antro-pologica (e anche qui si è scritto e detto

molto, qualche volta anche a sproposito).Ma San Gennaro può essere oggi consi-

derato un elemento costitutivo dell’identitànapoletana? Il concetto di identità è di persé un tema complesso, il termine rinvia a unsenso di appartenenza e a un sentimento dicondivisione e come tale è il prodotto di unacostruzione simbolica e storica. L’identitàetnica è allo stesso tempo la rappresenta-zione che un popolo ha di se stesso e il sen-timento che un osservatore esterno suppo-ne possegga (Fabietti). Ancor più comples-sa è l’individuazione di un’identità che ac-comuni una popolazione quale quella na-poletana, per la quale non sono mancati ste-reotipi e caratterizzazioni semplificatrici.

Maricla Boggio e Luigi M. LombardiSatriani, nel testo San Gennaro. Viaggionell’identità napoletana, hanno fornito unachiave di lettura del culto di San Gennaro edell’identità napoletana, con un’esplorazio-ne, che è un viaggio attraverso i riti e i sim-boli del culto. Satriani in questo volume ri-prende un tema a lui molto caro: il signifi-cato simbolico del sangue, «il filo rosso chelega settori, istituti, tratti culturali, formespecifiche, dimensioni apparentementeeterogenee».

Del sangue è ampiamente problematiz-zata e in modo articolato l’ambivalenza, inquanto il sangue, principium vitae e princi-pium mortis, è legato per la sua stessa essen-za al mistero della vita e della morte. Lospargimento di sangue sul modello diCristo caratterizza i martiri, nel caso di SanGennaro, il sangue che si liquefa e si coagu-

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SpecialeNuova Stagione 3 maggio 2020 • 5

La processionedel 1944

«Fuorigli eretici!»Dopo la terribile eruzione del’43 (nel settembre il prodigionon avvenne), i napoletanichiedevano al Patrono dirassicurare la città di Napolicon la consueta liquefazioneprimaverile, prevista per il 6maggio.I bombardamenti dell’estateprecedente, incuranti di artee storia, oltre a spezzaremigliaia di vite umane,avevano distrutto anche laBasilica di Santa Chiara. Sidecise pertanto che metadella processione sarebbestata eccezionalmente statala Chiesa del Gesù Nuovo,per l’occasione zeppa dischiamazzanti soldatidell’esercito angloamericanoincuriositi da quel bizzarrorituale. Ma con gran sorpresadi tutti, il sangue rimaseduro come un sasso. E cosìvenne riportato nellaCappella del Tesoro. Il Santo era evidentementesdegnato e i responsabili nonpotevano essere che quegliirrispettosi militari, ai qualidurante le interminabili oredi attesa si era addiritturagridato: «Fuori gli eretici!»Occorreva provvedere al piùpresto, perché il 19 settembresi sarebbe celebrata l’altrafesta del Patrono e se ilsangue non si fossecommosso neanche allora, cisarebbe stato ben poco dasperare per le sorti della città.Così, dopo qualcheconciliabolo, gli abitanti diForcella scrissero una letteraminacciosa al Commissariodel Governo militare alleatonella quale declinavano«ogni responsabilità in casodi tumulti, tafferugli,sparatorie e simili chepotranno giustamenteverificarsi nel caso che isoldati angloamericani nonmanterranno unatteggiamento devoto eriguardoso, quale lo merita ilsanto più venerato delmondo».Preoccupato, a settembre ilCommissario diede ordine aisoldati di mantenere ilmassimo contegno. Laliquefazione avvenne, concirca cinquanta minuti diritardi, suscitando,comunque, non poco ansie epreoccupazioni nel popolo,anche se poi alla fineprevalse la gioia ed il sollievodi tutti.

cenzio Sepe nella memoria della Traslazione delle Reliquie del Santo Patrono, do del trasferimento dei resti sacri dall’Agro Marciano alle Catacombe

a nostra convivenza sociale@ Card. Sepe *

caldo, un sorriso di incoraggiamento. C’è una folla di volontari - veri “santi della portaaccanto” - che ogni giorno moltiplicano le loro iniziative e coinvolgono un numerocrescente di persone disponibili, in modo che nessuno resti digiuno. E commuove an-che l’immagine di un cesto calato da un anonimo balcone con l’indicazione: chi puòmetta, chi non può prenda. A tutti costoro va la nostra gratitudine e il mio personaleincoraggiamento.

Ma c’è un altro fronte che mi preoccupa come pastore. Penso ai quartieri più a ri-schio della nostra Città, là dove il bisogno può creare occasioni per la camorra di in-serirsi e di esercitare il suo nefasto potere. C’è chi è bravo a far fortuna in tempi di epi-demia. In attesa che le serrande dei negozi si riaprano, che i settori trainanti dell’eco-nomia riprendano a funzionare, c’è chi guadagna tempo e affina le sue capacità di con-tagiare - peggio di un virus - la compagine civile della nostra comunità cittadina. Perchéla quarantena ha fermato tutto, ma non la camorra.

Per questi motivi desidero rivolgermi ai responsabili delle istituzioni per un calo-roso, pressante appello. Muoviamoci! Intervenite subito, perché la malavita è più ra-pida della nostra burocrazia! La camorra non aspetta! Bisogna fare più in fretta di lo-ro! L’invito pressante è per tutti: liberiamoci dal virus, ma sta a noi napoletani liberarcianche dal virus della camorra!

Come fedeli chiediamo a San Gennaro che non ci lasci soli in questo momento dif-ficile e confidiamo come sempre nella sua prodigiosa protezione. Ma dobbiamo agirecon responsabile accortezza per il bene comune, per chi è più debole, per chi è piùesposto al contagio dell’epidemia e della malavita.

Dobbiamo conquistare e affermare il diritto alla speranza”. Il Signore ci è vicino, sem-pre. Grazie a lui ci è dato “sperare contro ogni speranza”. Una speranza che deve diven-tare però una categoria politica per ricostruire in sicurezza la nostra convivenza socialecon l’operosità fattiva e responsabile di tutti noi.

Chiedo a ognuno un supplemento di impegno. Per essere all’altezza della nostratradizione, per sentirci in sintonia con Papa Francesco, per riconoscerci devoti di unSanto che mise in gioco la propria vita per un atto di solidarietà. Dio vi benedica, SanGennaro vi protegga e ‘a Maronna v’accumpagna!

* Arcivescovo Metropolita di Napoli

o e segna nel tempo il rapporto che unisce la Città al suo Santo

lla vera identità ncenzo De Luca

da una pletora di luoghi comuni e a co-glierne, invece, il significato/valore più ve-ro della sua testimonianza, forse davveropotrebbe aiutarci a ricostruire quell’iden-tità/appartenenza tanto invocata ma pocovissuta. San Gennaro è uno che ci mette lafaccia, è uno che richiama alla correspon-sabilità e alla visione sinodale (non si muo-ve da solo da Benevento in visita ai fedelidi Pozzuoli), è uno che resta fermo di fron-te ai valori della giustizia e della legalità(non cede alle lusinghe di Dragonzio), èuno che celebra con la vita la liturgia cele-ste.

Insomma, il Martire è il maestro dellavera libertà: assoggettarsi alla verità, e soloalla verità della nostra persona umana. IlMartire viene ucciso perché rifiuta di as-soggettarsi ad un potere diverso da quelloche trova la sua giustificazione nel giudi-zio della coscienza morale.

La forza della sua testimonianza ricor-di a tutti noi la grandezza e le esigenze del-la vera libertà e la memoria del suo marti-rio ci custodisca nel vero servizio al benecomune, il solo “luogo” dove trovare la ve-ra nostra identità come c’insegna SanGennaro.

la, comportandosi come un organismo vita-le, acquista un forte valore simbolico, se-gnando il rapporto che unisce la città al suosanto.

Attraverso il linguaggio del sangue, l’in-dicibile e non verificabile diviene tangibilee si materializza e, attraverso il trascenden-te che diventa visibile, si realizza anche il bi-sogno di concretezza proprio della religio-ne popolare. Ma spesso tale religiosità puònascondere una dimensione remissiva che,se portata alla sua massima espressione,“delega” e “deresponsabilizza”. Appare evi-dente che anche questi due tratti sono tipicidell’identità napoletana, che si risolve a tut-ti i livelli.

Paolo Macry, storico, napoletano di ado-zione, ha pubblicato qualche anno fa un bellibro su Napoli che si consiglia soprattuttoa quanti rivendicando i diritti e gli interessisacrificati della nostra popolazione e di-menticano o tacciono sulle responsabilitàdella classe dirigente. Macry ha intitolato ilsuo libro: Napoli. Nostalgia di domani.Ricorrendo al paradosso di rimpiangere ciòche non è ancora accaduto, Paolo Macrysvolge la sua argomentazione tracciandouna sintesi rapida quanto efficace delle vi-cende di Napoli nel corso della storia, dallesue origini ai giorni nostri. E si soffermanelle ultime pagine del libro sull’identitàdebole della nostra popolazione, sulle cau-se per cui la coscienza collettiva di noi na-poletani ha avuto nel tempo e ha tuttora ra-dici fragili.

Se riuscissimo a spogliare San Gennaro

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Attualità Nuova Stagione6 • 3 maggio 2020

Premio Nazionaledon Dianaa Carlo Borgomeo

Attenzioneparticolareal TerzosettoreIl “Premio Nazionale donDiana- Per amore del miopopolo” solitamenteassegnato nel primo giornodi primavera, quest’anno èstato assegnato nel giornodella Liberazione. La nuovadata voleva essere unauspicio di ritrovata serenitàper tutti, visto che ciavviamo ad una nuova faseche ci accompagna ad usciredall’emergenza Covid-19.Il Premio giunto alla nonaedizione è stato istituito dal“Comitato don Diana, LiberaCaserta” e dalla famiglia didon Giuseppe Diana ucciso aCasal di Principe, il 19 marzodel 1994. Per l’edizione 2020meritevoli delriconoscimento sono AldoPolicastro, Carlo Borgomeo,Alberto e Piero Angela. Per lasezione “Menzioni Speciali”:Cesare Moreno di Maestri diStrada, la preside di caivanoEugenia Carfora, AntonioGaudioso diCittadinanzattiva e l’artistaJorit.Non poteva mancare conparticolare gratitudine nelsingolare momento che stavivendo il mondo e l’Italia,un riconoscimento specialeal team medico sanitario deldottore e ricercatore PaoloAscierto e, attraverso loro, atutti i camici bianchi dellasanità.Il riconoscimento a CarloBorgomeo, presidenteFondazione “Con il Sud”,promuove percorsi dicoesione sociale per favorirelo sviluppo del Sud Italia e di“Con i Bambini”, è statoassegnato «perché attentoalle esigenze del Terzo Settoreè sempre pronto ad esserespina nel fianco di quelleparti sociali che allentano laconvinta necessità al sensocomunitario, accusando lepatologie del mercato dellavoro meridionale checondiziona l’evoluzione e losviluppo».Il Premio, se le condizioni disicurezza sanitaria loconsentiranno, saràconsegnato nella consuetacerimonia del 4 luglio aCasal di Principe, nel giornoin cui don Giuseppe Dianaavrebbe festeggiato il suocompleanno.

Dalla Fondazione Scudieri, dalla Società Italiana di Ortopedia Geriatricaaffiliata alla Siot e dalle Guardie giurate, il dono di dispositivi

di protezione individuali alla Chiesa di Napoli destinate alle persone più bisognose

Solidarietà senza sosta«In questa emergenza non dobbiamo dimenticare il ruolo fonda-

mentale che la Chiesa sta portando avanti nel tenere unite le persone eper questo un grazie lo dobbiamo anche e innanzitutto al nostroArcivescovo, Cardinal Crescenzio Sepe.

Per questo ci sembra doveroso donare all’Arcidiocesi le mascherineche, col dovuto senso di responsabilità, abbiamo iniziato a produrre».Sono le parole di Paolo Scudieri, Presidente della Fondazione AchilleScudieri e di Adler Pelzer Group, multinazionale leader nella compo-nentistica automotive, nell’annunciare la donazione di mille mascheri-ne prodotte dal gruppo Adler attraverso lo stabilimento Tecnofibre diMorra De Sanctis (Avellino) nelle mani del Cardinale Sepe. Rispondentiai requisiti di legge, per un ciclo di vita pari a dieci lavaggi, saranno de-stinate dall’Arcidiocesi alle persone più bisognose.

La Fondazione Achille Scudieri finanzia progetti rivolti alla soluzio-ne di problemi sociali e ha a cuore il miglioramento del benessere dellapersona e del territorio.

Pur essendo un’entità separata, conserva un forte legame con le im-prese in cui opera la famiglia Scudieri, in sinergia con le quali, realizzainiziative e progetti nei diversi settori di intervento.

La Fondazione Scudieri nasce per realizzare concretamente il credodella Famiglia Scudieri, che è il fondamento su cui poggiano sia le ini-ziative economiche che l’impegno sociale di tutte le aziende del Gruppoin ogni parte del mondo. Questi i principali ambiti d’intervento: inno-vazione e sviluppo; salute e assistenza sociale; amore per il territorio eper il suo patrimonio culturale.

La mission della Fondazione Scudieri è proteggere la persona e la co-munità in cui vive attraverso il sostegno e la formazione di giovani ta-lenti, l’assistenza sociale e socio-sanitaria, la ricerca scientifica e la pro-tezione del patrimonio culturale italiano.

Anche da Carlo Ruosi, Presidente della Società Italiana di OrtopediaGeriatrica affiliata Siot, presieduta da Francesco Falez, è arrivato il do-no delle mascherine alla Chiesa di Napoli, per far fronte alle eventualiurgenze e, soprattutto, venire incontro ai bisogni delle persone e dellefamiglie più povere. Infine, l’ Associazione nazionale guardie particola-

ri giurate, guidate dal Presidente Giuseppe Alviti, unitamenteall’Istituto di vigilanza privata Security Service ha fatto dono alla Curiadi Napoli di dispositivi di protezione individuali, quali mascherine, geligienizzante e guanti.

Si chiama “A braccia aperte” ed è il settimobando promosso da “Con i Bambini” nell’am-bito del Fondo per il contrasto della povertàeducativa minorile per sostenere interventi, daprogettare insieme a partenariati qualificati econ esperienza, a favore degli orfani di vittimedi crimini domestici e femminicidio. A dispo-sizione complessivamente 10 milioni di euro,in funzione della qualità dei progetti che sa-ranno successivamente elaborati.

“Con i Bambini”, insieme ai partenariatiche saranno selezionati attraverso il bando,promuoverà interventi di presa in carico, for-mazione e inclusione socio-lavorativa dei mi-nori e dei giovani divenuti orfani a seguito dicrimini domestici. Gli interventi saranno de-stinati anche al sostegno delle famiglie affida-tarie e dei caregiver, ovvero di chi si prende cu-ra del minore nella gestione delle responsabi-lità affidategli e nell’accompagnamento dei ra-gazzi e delle ragazze, alla creazione o al poten-ziamento della rete degli attori che, a vario ti-tolo, si occupano di loro.

L’iniziativa si rivolge a partenariati integra-ti e multidisciplinari in grado di prendere incarico tempestivamente e individualmente iminori, offrendo loro un supporto specializza-to e costante in seguito all’evento traumatico,garantendone il graduale reinserimento socia-le e la piena autonomia personale e lavorativa.

Dopo aver individuato i partenariati con irispettivi soggetti responsabili, nella secondafase questi saranno chiamati a definire, me-diante un lavoro di co-progettazione coordina-to da “Con i Bambini”, un piano operativo de-gli interventi. Il soggetto responsabile deve es-sere un ente di Terzo settore. Possono apparte-nere al partenariato, oltre al mondo non profite della scuola, anche quello delle istituzioni,dei sistemi di istruzione e formazione profes-sionale, dell’università, della ricerca e il mon-do delle imprese.

La realtà dei cosiddetti “orfani speciali”, fi-gli di vittime di crimini domestici prevalente-mente di genere femminile, è tanto complessaquanto ancora sommersa: non esistono stimeufficiali sull’effettivo numero di casi. Nei casidi femminicidio, perdono la madre in modoatroce (l’assassino 8 volte su 10 è il loro padre)e perdono anche la figura paterna. A questa giàdelicata situazione si sommano le questionigiuridiche e gli aspetti legali, tra cui la deca-denza della responsabilità genitoriale, l’affida-mento del minore e la designazione del tutore.

Ad oggi la mancanza di dati esaustivi sul fe-nomeno non permette di quantificare adegua-tamente i casi di orfani di crimini domestici nédi definirne la diffusione territoriale, per cuiuna rilevazione puntuale in fase di co-proget-tazione sarà propedeutica a qualsiasi interven-to insieme ad un’azione di formazione rivolta

a tutti gli operatori socio sanitari, che saràcoordinata da Con i Bambini.

Gli enti di Terzo settore interessati potran-no candidarsi on line tramite la piattaforma“Chàiros” su conibambini.org entro il 26 giu-gno 2020. Naturalmente, considerando le dif-ficoltà della progettazione dovute alla neces-sità di mantenere le distanze sociali, “Con iBambini” ha deciso di allungare i tempi di pub-blicazione del bando e di prevedere, laddovenecessario, proroghe alle scadenze già fissate.“Con i Bambini” e Fondazione “Con il Sud”proseguiranno con le attività di pubblicazionedi bandi e avvio di nuove iniziative a sostegnodelle organizzazioni del Terzo settore che, an-cor più in questa fase, sono indispensabili alPaese e alle persone più fragili, quelle che stan-no subendo maggiormente le conseguenze del-la drammatica crisi in corso.

Fondazione Con il Sud. “Con i Bambini” seleziona partenariati promossi da enti del Terzo settore per progettare insieme interventi a sostegno degli orfani

di vittime di crimini domestici e femminicidio. Candidature online entro il 26 giugno

“A braccia aperte”

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CulturaNuova Stagione 3 maggio 2020 • 7

Il cordogliodell’Arcivescovoper la mortedel PresidenteRaffaele Numeroso

Esempiodi culturagiuridicaLa morte del PresidenteNumeroso addolora me e laChiesa di Napoli. La suadipartita costituisce unagrave perdita sul pianoumano e sociale.Resta indelebile il ricordodella sua saggezza, della suacultura giuridica, del suoalto impegno nel mondodella giustizia, della suaumanità e semplicità.Commosso, posso dire chemi viene a mancare unamico vero.Con questo sentimentoesprimo alla famiglia il mioprofondo cordoglio ed elevoal Signore preghiere per lasua anima eletta.

La scomparsa del filosofo Aldo Masullo. Aveva fatto di Napoli la “sua” città, interrogandone i contrasti e facendo dialogare pensiero e azione civile,

indimenticato protagonista di uno dei primi “Dialoghi” voluti dal Cardinale Sepe

«Ci restano la sua saggezza e umiltà»di Doriano Vincenzo De LucaÈ stato il filosofo della città di Napoli. Nato

ad Avellino il 12 aprile del 1923, Aldo Masullosi è spento lo scorso 24 aprile all’età di 97 anni.Il suo pensiero appassionato e la sua aperturacomunicativa e dialogica, ha avvicinato e for-mato molteplici ricercatori e ricercatrici allostudio e all’amore per la filosofia. Più che unprofessore (che pure è stato pienamente perlunghi anni presso l’Università Federico II diNapoli prima insegnando Filosofia Teoretica epoi Filosofia Morale), è stato soprattutto unmaître à penser. Attraverso il suo pensiero e ilsuo esempio, è stato un imprescindibile puntodi riferimento per la vita di molte persone e diintere generazioni.

Lunga anche sua carriera politica, che cor-reva in parallelo con la docenza: Masullo è sta-to deputato dal ‘72 al ‘76 e senatore fino al ‘79e poi dal ‘94 al 2001, candidato prima nelle listedel Pci e poi in quelle dei Ds, lavorando sui te-mi dell’istruzione e poi, come parlamentareeuropeo, al fianco di Nilde Jotti.

Tra i suoi tanti insegnamenti c’è quello dinon smettere mai di farsi e fare domande.Porsi e porre domande giuste su questioni giu-ste. Ha espresso la necessità del coraggio e del-la curiosità nella ricerca così come nella vita,per andare a fondo del pensiero e delle parole.Evitare le scorciatoie per non appiattirsi sul di-lagante e banale conformismo imposto dallemode di turno.

Indimenticato protagonista di uno dei pri-mi “Dialoghi con la Città” sul tema della spe-ranza voluti dal Cardinale Sepe. E nel settem-bre del 2016, in occasione della presentazionedel volume sui Discorsi alla città aDonnaregina Vecchia, ebbe a dire: «La speran-za è un concetto che ci salva. Per sperare occor-re essere responsabili mettendo il proprio in-tervento, quali soggetti attivi. Ma per essere ta-li occorre essere seri. Il Cardinale Sepe, neisuoi discorsi alla città, ci invita a riflettere pernon perdere la “derrata più preziosa della no-stra umanità”, rappresentata dai giovani. Nonimporta se Napoli sia immobile o meno, ma bi-sogna comprendere se ha la possibilità di sof-fermarsi a capire cosa fare. Quali mete indica-re ai giovani».

La morte di Masullo è «una notizia grave -

ha detto il Cardinale - che rende ancora più tri-ste questo tempo tenebroso di sofferenza e do-lore per la pandemia da coronavirus. Una per-dita enorme che addolora profondamente mee la Chiesa di Napoli». Nell’ultimo commentoinviato a Repubblica sulla pandemia che anco-ra ci sovrasta, Masullo ricordava che l’animaumana è come l’acqua in un fosso: se troppo alungo rimane ferma, non rinnovata, comincia

a imputridire. Concludeva invitandoci a smon-tare idealmente questo o quel pezzo della mac-china sociale per ri-costruirlo, per ri-progetta-re quell’Italia che avrebbe dovuto essere e an-cora non è.

Il suo pensiero non sparirà fino a quandopenseremo, come ci ricorda continuamente ilPapa in questo “tempo triste”, che «nessuno dinoi si salva da solo».

“Presidio Tecnico-scientifico emergenza sanitaria Covid-19” alla Federico II per la riconversione delle produzioni. Partite le attività per oltre 150 aziende ed enti

Piano di sviluppo per le impreseRealizzazione di un prototipo di un innovativo ventilatore polmona-

re in fase avanzata di progettazione, progettazione di kit per test gene-tici pronti, valutazione di test su mascherine chirurgiche e progettazio-ne di un sistema di droni per attività di monitoraggio, sono solo alcunedelle attività già avviate dal Presidio Tecnico-Scientifico EmergenzaSanitaria Covid-19 istituito presso l’Università degli Studi di NapoliFederico II e incardinato nel CeSma - Centro Servizi Metrologici eTecnologici Avanzati, in risposta all’invito del Governo “Innova perl’Italia”, per la riconversione delle imprese per il contrasto alla epidemiaCovid-19.

Oltre 150 le aziende, non solo imprese ma anche amministrazionipubbliche tra cui l’Amministrazione Penitenziaria, hanno già contatta-to il CeSma per riconvertire la propria produzione. Il Presidio si snodasu quattro aree di intervento: innovazione o riconversione industrialeper accrescere la disponibilità di dispositivi di protezione individuale;sistemi complessi per la respirazione assistita; strumenti innovativi perla diagnosi facilitata e veloce del Covid-19; tecnologie e strumenti per ilmonitoraggio, la prevenzione e il controllo della diffusione del Covid-19.

Inoltre, in collaborazione con due grandi player del comparto aero-spazio, Leonardo e Magnaghi Aeronautica, è stato avviato lo sviluppodi un innovativo ventilatore polmonare, partendo dall’iniziativa di unautorevole gruppo di ricerca internazionale e multidisciplinare. È in fa-se avanzata di progettazione un kit per test genetici pronti (point-of-ca-re-PoC),che coniuga economicità, rapidità e affidabilità, da eseguirsiperiodicamente su popolazione estesa, per la riduzione del confina-mento sociale, e su popolazione specifica, durante la ripresa per il mo-nitoraggio di specifiche attività produttive o sociali.

Infine, è stata intrapresa la progettazione di droni per attività di mo-nitoraggio attivo, disinfestazione e trasporto campioni, che integra sen-sori low-cost di grandezze d’interesse (ad es. temperatura corporea del-

IN RICORDOSono saliti

alla Casa del Padrei Reverendi Diaconi

Enrico Tucciloe Sergio De Candia

Direzione, Redazionee Amministrazionedi “Nuova Stagione”si uniscono al dolore

della famigliae della Comunitàparrocchiale

NuovaStagioneSETTIMANALE DIOCESANO DI NAPOLI

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e di formazione cristianaReg. Tribunale di Napoli N. 1115

del 16.11.57 e del 22.10.68Iscrizione Reg. Roc. N. 19131del 18.02.2010

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le persone) e sistemi di tracciamento indoor ed outdoor di pazienti eoperatori sanitari.

16 dipartimenti più di 160 tra ricercatori, docenti della Federico II,3 centri interdipartimentali su iniziativa del Rettore Arturo De Vivo, so-no a disposizione del mondo delle aziende campane, meridionali e na-zionali in questo momento di grave emergenza per il contrasto alla epi-demia Covid-19. «I nostri laboratori sono aperti per tutto ciò che riguar-da il supporto alle aziende da più di due settimane, nel pieno rispettodelle norme di sicurezza e le attività sono coordinate dal centro metro-logico di ateneo Cesma di San Giovanni - dice Pier Luca Maffettone,Coordinatore Presidio Tecnico-Scientifico Emergenza Sanitaria Covid-19 -. L’intera Federico II si è mobilitata a supporto delle aziende in que-sto momento di grave crisi».

Il ricordo dell’ArcivescovoIl carissimo professore Aldo Masullo ha lasciato questo mondo. Una notizia grave che

rende ancora più triste questo tempo tenebroso di sofferenza e dolore per la pandemia dacoronavirus. Una perdita enorme che addolora profondamente me e la Chiesa di Napoli.

Posso dire con grande commozione che ho perduto un vero amico, perché tale era di-ventato per me in questi anni. Siamo tutti più poveri sul piano umano e sociale. Ci è venutaa mancare questa figura immensa, questa personalità straordinaria, questo Uomo vero esincero che ha saputo fare della sua vita un dono per tutti, per la Famiglia, per chi si è ar-ricchito della sua amicizia, per Napoli che lo ha visto sempre cittadino attivo, per la politicache lo ha visto inimitabile e discreto protagonista, per il mondo della cultura che lo ha vistoesponente eccelso, per i tanti studiosi e professionisti che si sono formati alla sua scuola.

Il professor Masullo non è morto, perché continua ad essere presente nel nostro cuoree nel nostro pensiero. Ci restano i suoi libri, i suoi insegnamenti, la sua saggezza, la suaumiltà. Nella condivisione del dolore, commosso porgo alla Ffmiglia Masullo un fraternoabbraccio, il mio grande cordoglio, i sentimenti indelebili verso il maestro e l’amico.

@ Crescenzio Card. SepeArcivescovo Metropolita di Napoli

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Nuova Stagione8 • 3 maggio 2020

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